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LA STORIA Aldo Mondino si è sempre atteggiato e vestito come fosse il personaggio di un quadro. Non per dandysmo superficiale ma per adattarsi alla rappresentazione di un rapporto stretto tra l’arte e la vita. L’aver scelto, per illustrare e commentare la mostra che gli dedichiamo, una serie di immagini in cui si mette in posa come un attore consumato, seguito dall’obiettivo attento degli amici fotografi in questa sua performance continua e vitale, vuole valorizzare non solo la sua attitudine pittorica, così carica di una fantasia vorace, ma il suo essere artista in ogni minuto della propria esistenza. Mi sarebbe piaciuto seguirne le tracce nel suo anno formativo parigino, il 1959, in cui si dedicò ad apprendere l’incisione ed il mosaico sotto la guida di Severini e Licata. Chissà che non sia iniziata allora quell’esplosione dell’essere che si traduceva in esplosione del fare. Pochi documenti testimoniano quell’esperienza ma un giovane torinese dinamico ed attento che viveva la fine dell’ “Ecole de
Paris” e si trovava in mezzo alla nascita del “Nouveau Realisme”, beandosi anche della matrice surrealista che non aveva abbandonato la cultura di quella città, mi fa pensare che iniziasse a mettere in campo un’azione di immersione totale che ben presto, al rientro in Italia e con la prima mostra, diventerà un suo tratto caratteristico. Il palcoscenico divenne allora soprattutto Torino dove, suppongo, l’incontro con il giovane “attendente” di galleria Gian Enzo Sperone accese la fiamma delle sue ambizioni e gli diede modo di avvicinarsi ad un contesto che al momento era tra i più rivoluzionari in ambito non solo nazionale. Mondino non l’ho frequentato molto e comunque in epoca molto più tarda, ma l’innata simpatia che esprimeva, i gesti eleganti uniti allo sproloquio, la forma anarchica del suo pensiero e del suo agire, mi hanno, in alcune occasioni di contatto con lui, sempre attirato ed a volte, devo dire, anche profondamente impressionato. Scoprii la sua personalità su uno dei primi numeri della rivista “Lotta
Poetica”, edizione di guerriglia verbale editata dal mio ex compagno di banco e poi poeta visivo rivoluzionario Isaia Mabellini, in arte Sarenco. Da allora mi convinsi che fosse un artista di cui tenere conto. Poi le prime mostre, tra cui una proprio a Brescia alla galleria Centro allo stesso tempo in cui anch’io aprivo il mio primo spazio nella stessa città. Ma fu da quando iniziai a frequentare l’ambiente torinese, l’anno seguente, che quel pensiero un poco vago sul lavoro di questo artista, che non avevo ancora incontrato, si consolidò in conoscenza diretta e soprattutto con un impatto prepotente. Parlo in particolare di un’opera che campeggiava all’ingresso della galleria che Franz Paludetto dirigeva allora al centro di Torino, un ampio spazio al piano terreno colmo per me di novità come quella che mi conquistò come un’apparizione nei cui pressi, per mia fortuna, stazionava l’autore. Fu quella una delle mie illuminazioni di allora che la città non smetteva di offrirmi. Si trattava della sua installazione con le
aldo mondino. un’esplosione di creatività con le scarpe di vernice
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discendente. Si prospettava una mostra carica di umori e vitalità sorprendenti ed il catalogo che facemmo, riguardandolo ora, lo testimonia. Unico rammarico, un tentennamento, un piccolo rifiuto che ora mi pento di avergli seppur gentilmente opposto. La mia galleria allora era disposta al piano nobile di un palazzo antico del centro storico, quindi con dei saloni ampi e capienti da occupare con le opere. Seppur con un’aria austera e dimessa dalla corrosione del tempo si imprimeva agli sguardi dei visitatori che spaziavano verso gli alti soffitti. Dopo aver camminato assieme lungo le pareti prima di iniziare a disporre le opere, Mondino mi si rivolse eccitato incalzandomi: “Potremmo realmente trasformarla in un Museo dipingendo tutte le pareti di rosso antico, come in certe sale del Louvre!!”. Mi pento ora di aver schivato quella proposta, preoccupato per i tempi lunghi e la fatica che questa inattesa richiesta avrebbe comportato ad un solo giorno dall’inaugurazione. Certamente non si doveva negare ad un artista l’eccitante esaltazione con cui voleva proporre il proprio lavoro e credo, a posteriori, di aver perso anch’io un’occasione per contribuire a destare meraviglia e rispetto con un’installazione così sorprendente ma, preoccupato per tutto quanto avrebbe comportato in un periodo di tanti impegni,
avrebbe dovuto essere il mio essenziale ed unico compito: quello di seguire e soddisfare il pensiero dell’artista che avevo scelto. Oggi, accingendomi a riproporlo come primo atto di questa ulteriore , forse ultima, avventura espositiva che mi si ripresenta, sento una responsabilità in più: quella di riparare alla mia antica infrazione presentando una ricognizione storica, come fossimo in un Museo, del suo lavoro nel modo migliore per quanto la disponibilità ottenuta nella ricerca delle opere e la struttura dello spazio espositivo me lo possano consentire.
lungo e la messa in pratica curiosa di fare pitture ed assemblaggi su un supporto plastico da tovaglia campestre esaltava la stravaganza di questi suoi nuovi personaggi che spostavano l’attenzione verso una realtà primigenia: i dervisci, la cabala ebraica di cui si sentiva
lo convinsi a scegliere una soluzione meno complessa. Lui in effetti non si scompose più di tanto e tenne l’aplomb e l’eleganza di sempre nell’affrontare il montaggio, fui io che mi macerai per giorni e forse, per la prima ed unica volta, mi sentii colpevole di non aver portato a termine quello che
concettualizzazione di un Universo Pop, da cui forse allora tentava di uscire!”. Non so se questa affermazione possa avere un fondamento critico. Io in effetti pensavo ad una via alternativa a quella di Andy Warhol, che la Pop la superava con una destrutturazione dialettica.
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aringhe poste in sequenza ad essiccare, una delle opere che penso più abbia influenzato il mio pensiero sull’arte in quel periodo, forse solo paragonabile alla mostra degli oggetti in meno di Pistoletto nella galleria di Sperone nel 1968. Parlare con l’artista poi fece il resto, così come apprezzarne la singolarità umana nel trattarmi come fossi un vecchio amico senza avermi mai incontrato prima. Aneddoti del tutto personali, lo ammetto, ma per me è sempre stato così: solo la conoscenza diretta dell’opera e dell’artista contavano e mi rimanevano impressi. Ci volle parecchio tempo prima che decidessi di occuparmi direttamente di Mondino inserendolo nei programmi della mia galleria. C’era stata prima tutta una generazione vicina ai miei interessi più specifici da seguire e proporre con alcune novità che facevano intravvedere delle prospettive future. Fu col sorgere dei Novanta del secolo scorso, quando la “battaglia” tra pittura e molteplicità culturale, tra l’avanguardia e la sua e negazione evolutiva, vide un “deporre le armi” extraideologico, che molti di noi “reduci” sentimmo la necessità di ampliare i nostri sguardi. Nel 1992, con il sostegno di alcuni colleghi, mi ricapitò tra le mani Mondino col suo eccesso, abbigliamenti compresi. Un’attenzione comune alla cultura medio orientale ci fece discutere a
LE OPERE Come ci introduce il titolo la mostra è essenzialmente incentrata su alcune opere scelte degli anni Sessanta e Settanta: il periodo più esplosivo ed anticipatorio di tutto il suo percorso creativo. Certamente non copre tutte le sue esperienze di allora ma ci fornisce le matrici culturali ed espressive più significative che lo caratterizzavano. Mi sono trovato a dire mentre disponevamo le opere durante la prima fase del montaggio al gallerista, mio diretto interlocutore in quel compito, che mi sollecitava un’opinione. Chissà? Forse anche per rassicurare me stesso sulla scelta: “Mi sembrano opere che tentano la
Mi è parso, o apparso per un attimo, che Mondino l’avesse dissolta nel suo Ego, semplicemente per snaturare qualsiasi logo od oggetto dalla sua condizione massificata per condurlo con la mente in una condizione altra. Più erede del New Dada quindi: Jasper Johns in testa. Discussione fumosa forse ma mentre si monta una mostra le menti si esaltano senza freni inibitori anche se, più le riguardo queste opere, mentre si sta completando l’allestimento, trovo che sia realmente originale la via imboccata dal nostro artista in quel momento cruciale di cambiamento. LE FOTOGRAFIE Col sorgere dei Settanta si amplificò un ulteriore fenomeno nella comunicazione dell’arte: quello dei fotografi che ritraggono gli artisti, al lavoro o nella vita quotidiana. Ci fu il capostipite Ugo Mulas che si lanciò in questa attività, forse ancora senza la complicità partecipativa che si verificò in seguito ma con uno sguardo più asettico e documentativo, a parte per la sua esperienza con Fontana al lavoro con cui forse intendeva marcare un proprio territorio di frequentazione attuando magistralmente non solo uno sguardo sull’arte ma l’azione del viverla. Anche Mondino, e soprattutto lui per l’eccesso che mostrava nel comunicare
ne coglieva l’attimo domestico svelando anche la quotidianità in cui il lavoro prendeva corpo. Del primo, per costruire la corposa sequenza fotografica che abbiamo voluto fosse il vero incipit del nostro catalogo, non abbiamo avuto che l’imbarazzo della scelta, talmente tante furono le occasioni di Mondino in posa, al lavoro e nelle situazioni più strane che lui coglieva al volo con una specie di occhio magico che sa fermare l’attimo fremente dell’azione. Di Paola abbiamo scelto alcuni estratti da una sorta di album a due molto bello ed emotivamente coinvolgente con cui mette in gioco nella sua complessità la specifica relazione che li ha coinvolti. Dalle immagini si vede come non esista casualità ma quotidianità nei loro incontri. Infine c’è lui, Aldo Mondino, l’attore sempre sulla scena, una sorta di Buster Keaton elegante, capace di interpretare qualunque ruolo che poi riconduce alla fine alla medesima condizione: la sua vita di artista.
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l’opera e se stesso in mille occasioni, ebbe i suoi “cantori” della macchina fotografica al seguito. Fabrizio Garghetti che, forse debordando nell’ambiente e nelle circostanze quanto lui, agiva con la spinta della complicità, e Paola Mattioli che, per circostanze diverse, più intime e personali,
THE STORY Aldo Mondino has always behaved and dressed as if he was a character in a painting. Not for superficial dandyism, but to adapt himself to the representation of a close relationship between art and life. The selection of a series of images in which he places himself in poses like an experienced actor for this exhibition which we dedicate to him, followed by the attentive lenses of his photographer friends in this continuous, vital performance, highlights not only his painterly attitude charged with a voracious imagination, but also the fact of his being an artist in every minute of his own existence. I would have liked to follow his tracks during the year he spent in Paris, the 1959, dedicated to learn the engraving and mosaic technique under the guidance of Severini and Licata. Who knows whether that the explosion of being translated into an explosion of doing started then? Few documents bear witness to that experience, but a young
man from Turin, dynamic and attentive who experienced the end of the “Ecole de Paris” and found himself in the midst of the birth of the “Nouveau Realisme”, delighting in the surreal mold that had not abandoned the culture of that city, makes me think that he was beginning to implement a total immersion approach that would soon become a characteristic trait upon his return to Italy and with his first exhibition. Turin then became the primary stage, a place where, I suppose, the encounter with the young gallery “attendant” Gian Enzo Sperone lit the flame of his ambitions and gave him the means to get closer to a context that at the moment was among the most revolutionary, in a context that was not only domestic. I didn’t see Mondino much, and in any event it was in a much later period, but the innate friendliness he expressed, the elegant gestures combined with the rambling speech, the anarchic form of his thinking and acting, have always attracted me. Sometimes, I must say, they also
profoundly impressed me on occasions of contact with him. I discovered his personality in one of the first editions of the “Lotta Poetica” (“Poetic Struggle”) magazine, an edition of verbal guerrilla edited by my ex classmate and then visual revolutionary poet Isaia Mabellini, also known as Sarenco. Since then, I convinced myself that he was an artist to keep an eye on. Then came the first exhibitions, among which one that was right in Brescia at the Galleria Centro at the same time as I was opening my first space in the same city. But it was after I began to frequent the Turin community the next year that the somewhat vague thought on the work of this artist, whom I had not yet met, solidified with direct knowledge, and especially with a powerful impact. In particular, I speak of a work that dominated the entrance to the gallery that Franz Paludetto was then running in the center of Turin, a vast ground floor space full of new things for me such as the one that seduced me like an
aldo mondino. an explosion of creativity with patent leather shoes
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culture led us to a long discussion and to the curious practice of making paintings and assemblies on the plastic base of a field tablecloth that highlighted the extravagance of his new characters who were moving the attention toward a primogeniture-based reality: the dervishes, the Jewish Kabbalah from which he felt he was a descendant. An exhibition full of surprising moods and vitality was ahead of us, and upon reexamination the catalogue we made bears witness to it. The only regret is a hesitation, a little refusal that I now am sorry to have opposed, even if I did so courteously. My gallery was then arranged on the main floor of an ancient palace of the historical center, thus offering vast and spacious rooms to fill with the works. It had an austere and shabby appearance due to the corrosion of time that impressed itself on the glances of the spectators who lifted their eyes to the high ceilings. After having walked along the walls together before starting to arrange the works, Mondino turned excitedly to me, urging me on: “We could really transform it into a Museum by painting the walls antique red, just like in some rooms of the Louvre!!” I’m sorry now to have avoided that proposal, preoccupied by the long lead times and the effort that this unexpected
extra ideological “layin down of arms”, that many of us “veterans” felt the need to broaden our view. In 1992, with the support of some colleagues, Mondino once again ended up in my hands along with his excesses, including clothing. A common attention to middle eastern
request would have involved, only one day before the opening. One certainly shouldn’t have denied an artist the excitement with which he wanted to present his own work and, I think in retrospect, I myself lost an opportunity to inspire wonder and respect with such a
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apparition and in whose vicinity, to my good fortune, the author was standing. That was one of the illuminations of that period that the city never stopped giving me. It was his installation with the herring arranged in a line to dry, one of the works that I think most significantly influenced my thinking on art during that period, maybe only comparable to the exhibition of the lesser objects of Pistoletto in the gallery of Sperone in 1968. Speaking with the artist did the rest, just as appreciating the human singularity in treating me as if I were an old friend, without ever having met me before. I admit that these are completely personal anecdotes, but it has always been this way for me: only direct knowledge of the work and of the artist counted and left an impression on me. It took a fair amount of time before I decided to occupy myself with Mondino directly by including him in my gallery’s plans. First, there had been an entire generation close to my most specific interests to follow and present, as well as some new items that gave a glimpse of future prospects. It was only with the beginning of the Nineties of the last century, when the “battle” between painting and cultural multiplicity, among the avant-garde and its evolutionary negation, saw an
surprising installation but, preoccupied by everything that would have been involved in a period of so many commitments, I convinced him to choose a less complex solution. In fact he wasn’t perturbed in the least and maintained his customary aplomb and elegance in dealing with the assembly of the exhibition. I on the other hand stewed about it for days and, perhaps for the first and only time, I felt guilty of not completing that which should have been my fundamental and sole task: to accompany and satisfy the thinking of the artist I had chosen. Today, preparing to present him once again as the first act of this subsequent, maybe last, exhibition adventure that presents itself to me once again, I feel a greater responsibility: that of making amends for my ancient infraction by presenting a historical exploration of his work in the best way possible—as if we were in a Museum—given the availability in the search for the works and in as much as the structure of the exhibition space allows it. THE WORKS As the title foretells, the exhibition is essentially centered on works selected from the Sixties and Seventies: the most explosive and anticipatory period of his creative journey. It certainly does not cover all his experiences of that time, but it gives us the most significant cultural and expressive molds that characterized him. While we were arranging the works during the first phase of assembly, I found myself
THE PHOTOGRAPHS With the beginning of the Seventies a further phenomenon was amplified in the communication of art: that of photographers who portray artists at work or in their daily lives. Ugo Mulas was the forefather who launched himself into this activity even without the participatory complicity that took place afterwards. He had a more ascetic and documentary view, aside from his experience with Fontana at work with
whom he maybe intended to mark his own habitual area, masterfully realizing not only a view of art but the action of living it. Even Mondino, and especially him given the excess he displayed in communicating the work and himself on a thousand occasions, had his “singers” of the photographic camera following him. Fabrizio Garghetti, who perhaps invaded the environment and the circumstances as much as he did, was acting with the impetus of complicity, and Paola Mattioli, for different circumstances which were more intimate and personal, caught the domestic moment, revealing the everyday humdrum in which the work took shape. Of the former, to develop the full-bodied photographic sequence that we wanted to make the opening of our catalogue, we had an embarrassment of riches given how many instances we found of Mondino posing, working, and in the strangest circumstances which he caught midstream with a sort of magical eye that knows how to stop the quivering eye of the action. We have chosen some of Paola’s extracts from a very beautiful, emotionally involving sort of album with which she puts into play the specific relationships that involved them, in their complexity. From the images we can see how there is no casualness but rather the daily routine in their encounters. Finally, there’s Aldo Mondino, the actor who is always on stage, a sort of elegant Buster Keaton capable of playing any role that finally leads back to the same condition: his life as an artist.
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saying to the gallery owner, my direct counterpart in that task who was asking my opinion, “These seem to be works that attempt the conceptualization of a Pop Universe from which maybe he was then trying to escape!” Who knows, maybe I did that to reassure myself of the choices we made. I don’t know if this affirmation might have a critical basis. In fact I was thinking of an alternative path to that of Andy Warhol, who was overcoming Pop with a dialectic destructurization. It seemed to me, at least for a moment, that Mondino had dissolved it in his Ego simply to denature any logo or object from its materialized condition in order to bring it into another condition with the mind. He was therefore more an heir of New Dada: Jasper Johns out in front. It was perhaps a nebulous discussion, but while an exhibit is being assembled minds are excited without inhibitions even if, the more I look at these works while the installation is being completed, I find that the path embarked upon by our artist in that crucial moment of change was truly original.
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“Nel 1959 mi trasferisco a Parigi dove seguo i corsi di Heyter all’Atelier 17 e all’Ecole du Louvre, oltre al corso di mosaico all’accademia con Severini e il suo assistente, Licata. Determinanti per la mia formazione sono l’amicizia con Tancredi, gli incontri con Jouffroy, Errò, Lebel, nonchè con i già affermati maestri Matta e Lam. “In 1959 I move to Paris where I attend Heyter’s courses at Atelier 17 and at the Ecole du Louvre, as well as mosaic courses at the academy with Severini and his assistant, Licata. My friendship with Tancredi, the encounters with Jouffroy, ErrÚ, Lebel, as well as those with the affirmed masters Matta and Lam are all crucial to my formation.
fotografie di paola mattioli per aldo mondino
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(parte prima)
In 1960, thanks to Tancredi, I succeed for the first time in exhibiting my works in a space, the Galerie Bellechasse, with paintings clearly influenced by Surrealism. At the same time, there is a show organized by Jouffroy and lebel at the Galerie des 4 Saisons, whose title, AntiProcès, has a strong political connotation. In 1961, I return to Italy to do military service. Thanks to Antonio Carena, an artist from Turin and owner of the Galleria L’Immagine, I have my first solo show, with works that still reflect my Parisian period.
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Grazie a Tancredi riesco a esporre per la prima volta i miei lavori in uno spazio, la Galerie Bellechasse, nel 1960, con quadri di evidente influenza surrealista. Contemporaneamente si tiene una mostra organizzata da Jouffroy e Lebel alla Galerie des 4 Saisons, il cui titolo, AntiProcès, ha anche un forte contenuto politico. Nel 1961 rientro in Italia per il servizio militare. Grazie ad Antonio Carena, artista torinese proprietario della Galleria L’Immagine, realizzo la mia prima personale, con quadri che risentono ancora del periodo parigino.
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Nel 1962, Enrico Crispolti organizza una mostra a Venezia nella Galleria Alpha con una serie di quadri particolari: grandi scritte con, all’interno di ogni lettera, figurine che possono ricordare i codici miniati. Aldo Mondino, Nome Cognome Indirizzo, La famiglia, La scuola, La religione, La morale e Il servizio militare alcuni dei titoli. L’incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, di cui era proprietario Remo Pastori, rappresenta un momento molto importante. Espongo la serie delle Tavole anatomiche, tavole di pittura su masonite, rappresentazioni di un corpo umano, un microcosmo della società nella quale viviamo.
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In 1962, Enrico Crispolti organizes a show in Venice at the Galleria Alpha with a series of special works: large writings with, inside each letter, figurines that can recall illuminated codes. Aldo Mondino, Nome Cognome Indirizzo, La Famiglia, La Scuola, La Religione, La morale and Il Servizio Militare are a few of the titles. The encounter with Gian Enzo Sperone, director of the Il Punto gallery, owned by Remo Pastori, represents a very important moment I display the series Tavole anatomiche, panels of painting on masonite, representations of a human body, a microcosm of the society we live in.
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Contemporaneamente elaboro, attraverso il mio lavoro, l’idea che il pubblico non sia più spettatore passivo, ma partecipe attivo dell’opera. Da Sperone, nel 1964, i quadri a quadretti hanno come soggetto l’immagine emblematica di un’opera del pittore Casorati: una madre col bambino in braccio. Sempre nel 1964 espongo a La Salita di Roma opere trattate analogamente ma con riferimenti attinti dai tipici temi dei manuali di disegno, come l’Aereoplano, Il pittore in erba, Il serpente, Il portiere. L’anno successivo sono alla Galleria Stein di Torino: una riflessione sulla pittura, quadri con palloncini, Le cadute, bilance dove il colore sembra scivolare sul quadro.
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At the same time, through my work, I elaborate the idea that the public is no longer a passive spectator, but an active participant in the work of art. At the Galleria Sperone, in 1964, the Quadri a quadretti have as their subject the emblematic image found in a work by the painter Casorati: a mother holding a child in her arms. In the same year, at the gallery La Salita in Rome, I exhibit works treated similarly but with references taken from the typical subjects used in drawing manuals, such as L’Aereoplano (the plane), Il pittore in erba, Il serpente, Il portiere. The following year I am at the Galleria Stein in Turin: a reflexion on painting, paintings with balloons, Le cadute, scales where colors seem to slide onto the surface.
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Nel 1966 espongo presso la Galleria Marconi di Milano, dopo un interessante intervento a Torino con un filo rosso che attraversava le strade della città all’altezza di 160 centimetri da terra, collegando tra loro tre gallerie: Sperone, Il Punto, Christian Stein.
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In 1966, I exhibit at the Galleria Marconi in Milan, after an interesting intervention in Turin with a red thread crossing the city streets at a height of 160 centimeters above ground level, connecting the three galleries: Sperone, Il Punto, Christian Stein.
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Di nuovo da Marconi nel 1967, quindi la mostra personale da Lia Rumma a Napoli. Risale al mio soggiorno a Roma la collettiva all’Arco d’Alibert, nel 1968, poi alla Galleria Torre di Torino; in quella occasione realizzo la Torre di torrone e la serie delle Caramelle. Nel 1969, sempre presso l’Arco d’Alibert, con l’Ittiodromo mostro dei pesci veri con sangue. Quindi, affitto un barcone sul Tevere nel quale colloco delle Caramelle. Poi, realizzo Mamma, Agnelli e Porcòdio, presentati a Roma; dopo essere stato esposto in una galleria di Brescia, quest’ultimo viene sequestrato e io vengo condannato a pagare una multa per blasfemia.
At Marconi’s again in 1967, then the solo show at the Galleria Lia Rumma in Naples. The collective show at the Arco d’Alibert, in 1968, goes back to my stay in Rome, then at the Galleria Torre in Torino; on that occasion I create the Torre di torrone and the series of Caramelle. In 1969, again at the Arco d’Alibert, with Ittiodromo I display real fish, with blood. Afterwards, I rent a boat on the Tiber river where I install several Caramelle. Then I create Mamma, Agnelli e Porcòdio, presented in Rome; after having been exhibited in a gallery in Brescia, the latter is confiscated and I am condemned to pay a fine for blasphemy.
From that moment on, after a year-long silence, I make a friend of mine lend me his house, so as not to exhibit in traditional circuits. The King are born. The year of 1970 is entirely dedicated to this series, it is my first encounter with painting and with myself. In 1972 I return to Paris, waiting for painting to be re-evaluated. In the same year, at the Galleria L’Uomo e l’Arte in Milan, the 12 kings, my property by now, are re-proposed, and later presented at the Galleria LP220 in Turin, where I also had a “lay” baptism performed for my son.
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Da quel momento, dopo un silenzio di un anno, mi faccio prestare la casa da un amico pur di non esporre nel circuito tradizionale. Nascono i King. Il 1970 è dedicato interamente a questa serie di quadri, è il primo incontro con la pittura e con me stesso. Nel 1972 ritorno a Parigi, in attesa che la pittura venga rivalutata. Lo stesso anno, alla Galleria L’Uomo e l’Arte di Milano vengono riproposti i 12 King, ormai di mia proprietà, successivamente presentati alla Galleria LP220 di Torino, dove avevo anche fatto battezzare “laicamente” mio figlio.
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A Parigi, dedicandomi molto alla pittura, lavoro dalla fine del 1973 a tutto il 1980; questo impegno si concretizza in occasione della Biennale di Venezia del 1976, dove i miei sforzi sono concentrati su un parallelismo rigorosamente filologico tra la mia arte e la composizione di SchĂśnberg.
In Paris, dedicating myself intensely to painting, I work from the end of 1973 through the whole year of 1980; this effort takes form on the occasion of the 1976 Venice Biennale, where my efforts are concentrated on a rigorously philological parallelism between my art and Schonberg’s compositions.
fotografie di fabrizio garghetti per aldo mondino
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(parte seconda)
The exhibition Mythologies quotidiennes at the Musée d’Art Moderne of Paris is held in 1977. The series of the Tour Eiffel, again from the Parisian period, with titles such as Le Tout Près War, is realized for the most part with the technique of engraving and becomes a kind of quotation of certain Expressionist images. In 1980 I realize two exhibitions at the Galleria La Salita in Rome and at the Galerie Flinker in Paris. I paint the most important shipwrecks in history with a technique similar to engraving. In 1981 and in 1983 I realize two solo shows at the Studio De Ambrogi in Milan. The first, a series of applauding hands and a large engraving on glass that has as its subject a man climbing; the second, the series of Angels. 26
E’ del 1977 la mostra Mythologies quotidiennes al Musée d’Art Moderne di Parigi. La serie delle Tour Eiffel, sempre nel periodo parigino, con titoli come Le Tout Près War, è realizzata prevalentemente con la tecnica dell’incisione e diventa una specie di citazione di certe immagini espressioniste. Nel 1980 realizzo due mostre alla Galleria La Salita di Roma e alla Galerie Flinker di Parigi. Dipingo con una tecnica simile a quella dell’incisione i più importanti naufragi della storia. Nel 1981 e nel 1983 realizzo due personali allo Studio De Ambrogi di Milano. La prima, una serie di mani che applaudono e una grande incisione su vetro che ha per soggetto un uomo che si arrampica; la seconda, la serie degli Angeli.
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Quadri con temi agresti, che citano il cosiddetto realismo ottocentesco velato di malinconia di Millet Millet une nuit -, segnano nel mio percorso poetico la consapevolezza della fine della fase storica dell’epoca industriale nella civiltà occidentale. Tra l’84 e l’85, da Franz Paludetto realizzo due mostre. Mi avvicino alle suggestioni orientali da artista occidentale, così come avevano fatto i pittori dell’Ottocento, ad esempio Delacroix. E’ un momento successivo quello legato al viaggio vero e proprio, in un Oriente che comincia dal Marocco e prosegue in Palestina, dove intravedo un affascinante parallelismo tra la preghiera e l’intensità dell’attenzione nel dipingere in modo concettuale.
Paintings with rural themes, that cite the socalled 19th century realism, veiled in melancholy, of Millet - Millet une nuit mark, in my poetic course, the awareness of the end of the Industrial Age’s historical period in Western civilization. Between 1984 and 1985, I realize two exhibitions at Franz Paludetto’s. I approach Oriental suggestions like a Western-world artist, just as 19th century artists had done, for example, Delacroix. The time of real voyages comes later, in an Orient that starts in Morocco and continues in Palestine, where I perceive a fascinating parallelism between prayer and the intensity of attention experienced in the act of painting conceptually.
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And here I become enamored with prayer as exalted in dervishes’ dances. In 1990, at Sperone Westwater Gallery in New York, I present a series that portrays thirty-six Sultani, all having lived between 1200 and 1920. I have always been a collector of writers’, musicians’ and painters’ autographs. This fact gives origin to the idea of portraits (Delacroix, Ingres, Satie, Mozart), exhibited at Cleto Polcina in Rome, and realized in nearmonochrome solutions, like busts. This is followed by the show at the fondazione Mudima in Milan, and others in Chicago, Geneva, Paris, Vienna, London. The discourse on Orientalism includes even carpets arranged in lively colored wall compositions realized on heraklith, an industrial material used in construction. 32
E qui mi innamoro della preghiera esaltata nelle danze dei dervisci. Da Sperone Westwater a New York presento nel 1990 una serie che “ritrae” trentasei Sultani tutti vissuti tra il 1200 e il 1920. Sono sempre stato un collezionista di autografi di scrittori, musicisti e pittori. Da qui nasce l’idea dei ritratti (Delacroix, Ingres, Satie, Mozart), esposti da Cleto Polcina a Roma, realizzati in quasi monocrome soluzioni, come i busti. Seguono, tra le altre, la mostra alla Fondazione Mudima di Milano, a Chicago, Ginevra, Parigi, Vienna, Londra. Dell’ambito orientalista fanno parte anche tappeti sovrapposti in composizioni a parete, con colori vivaci e realizzati su eraclite, un materiale industriale utilizzato nell’edilizia.
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Nel 1993, alla Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva, in una sala personale presento una serie di quadri di grandi dimensioni che rappresentano i dervisci nell’atto di danzare; accanto, opere realizzate con zollette di zucchero, tappeti e un grande lampadario in ferro battuto e penne biro dal titolo Jugen Stilo.
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In 1993, at the Venice Biennale curated by Achille Bonito Oliva, in a personal exhibition hall, I present a series of large-size works that show dancing dervishes; next to these, works made with sugar cubes, carpets and a large chandelier made of wrought iron and ball-point pens entitled Jugen Stilo.
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In quell’occasione, autentici dervisci hanno danzato davanti al pubblico in un’atmosfera molto coinvolgente. Nasce il mio grande amore per la Spagna con la serie dei tori e dei toreri, che per un certo periodo ha viaggiato in parallelo con l’amore per l’Oriente, le citazioni letterarie... Dal Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza di Roma, alla mostra presso lo Studio Barnabò di Venezia e a Bologna alla Galleria Spazia, fino ad arrivare a quella al Museo Topkapi di Istanbul, le tematiche si avvicendano lungo un filo conduttore comune. Il pensiero di realizzare lavori tridimensionali accompagna il mio percorso da sempre.
On that occasion, authentic dervishes danced before an audience in a highly enthralling atmosphere. My great love for Spain is born with the series of bulls and toreadors, that for a certain period existed side by side with my love for the Orient, for literary quotation... From the Museo Laboratorio of the Università La Sapienza in Rome, to the show at the Studio Barnabò in Venice and, in Bologna, at the Galleria Spazia, up to the one at the Topkapi Museum in Istanbul, the thematic issues share a common line of thought. The idea of realizing threedimensional works has always accompanied my creative course.
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The first works are produced with various materials, including chocolate (Scultura un corno). The subjects, as in the series of carpets, are fruit of that “shortsighted” dimension, of that “distance” that makes me see a distant object become something else when seen up close. Many works are cast in bronze years after the originaI project. I am very fond of La mamma di Boccioni, for example, in bronze, that originated with a version in mint - flavored candy, to which I added two bowling balls for breast, but also Torso torsolo, a bust weighing three-hundred kilograms that I created in continuity with the older Busto Arsizio.
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I primi esiti vengono prodotti con vari materiali, tra i quali il cioccolato (Scultura un corno). I soggetti, come per la serie dei tappeti, sono frutto di quella dimensione “miope”, di quella “distanza” che mi fa vedere da lontano un oggetto che da vicino diventa un altro. Molte opere vengono gettate in bronzo a notevole distanza di anni dai progetti. Mi è molto cara La mamma di Boccioni, appunto in bronzo, che è nata da una versione in caramella alla menta, a cui ho aggiunto due palle da bowling al posto dei seni, ma anche Torso torsolo, un busto di trecento chili che ho realizzato in ideale continuità con il più vecchio Busto Arsizio.
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In the summer of 1996, Alessandro Bagnai organizes a show in Siena where I worked with great enthusiasm, uniting two of my passions: bullfights and the Palio. In 1997 the themes I prefer are the musicians of the Gnawa confraternity and the North African acrobatic dancers that perform in the Danse des Jarres (ACP Gallery of Saltzburg, Galleria Susanna Orlando in Forte dei Marmi, Chiesa Sant’Arcangelo - Giardino Residenza Municipale Galleria Astuni in Fano). In Fano I presented a preview of the large sculpture Dino Jarre. In the Chiostri di San Domenico and in the synagogue of Reggio Emilia, with the title Mazel Tov, I exhibited works that refer to some of my favorite themes, including that of Hebrewism. 42
Nell’estate del 1996, Alessandro Bagnai organizza a Siena una mostra, alla quale ho lavorato con grande entusiasmo, unendo due mie passioni: la corrida e il Palio. Nel 1997 i temi che prediligo sono i musicisti della confraternita Gnawa e i danzatori equilibristi nordafricani che si esibiscono nella Danse des jarres (ACP Galerie di Salisburgo, Galleria Susanna Orlando di Forte dei Marmi, Chiesa Sant’Arcangelo - Giardino Residenza Municipale Galleria Astuni di Fano). A Fano, ho presentato in anteprima la grande scultura Dino Jarre. Presso i Chiostri di San Domenico e la sinagoga di Reggio Emilia, con il titolo Mazel Tov, ho esposto opere che si riferiscono ad alcuni dei miei temi prediletti, tra cui quello ebraico.
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Nel 1998 sono stato presente con una personale all’Arte Fiera di Bologna con la Galleria Astuni, a Mediterranea a Bruxelles e alla Galerie Artscope, sempre a Bruxelles. Nel 1999 alla Galleria Marconi di Milano per la Fondazione Maimeri per una serie di disegni e sculture sul tema della danza: Arabesque. Due importanti mostre a Milano alla Galleria 1000eventi e una a Roma alla Galleria Sperone dal titolo The Byzantine World. Caratteristica comune di queste mostre è l’aver utilizzato soltanto dei cioccolatini fatti apposta da Peyrano, a Torino. Nel 2000 primo viaggio in India e mostra dal titolo Flovers alla Birla Academy di Calcutta.
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In 1998 I was present in Bologna by Galleria Astuni in a solo show at Arte Fiera, in Bruxelles in Mediterranea and at the Galerie Artscope, again in Bruxelles. In 1999 at the Galleria Marconi in Milan for the Fondazione Maimeri with a series of drawings and sculptures on the theme of dance: Arabesque. Two important shows in Milan at the Galleria 1000eventi and one in Rome at the Galleria Sperone entitled The Byzantine World: the common characteristic of these shows is to have used only chocolates especially made by Peyrano, in Turin. In the year 2000 the first trip to India and show entitled Flovers at the Birla Academy of Calcutta.
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A cavallo tra il 2000 e il 2001 Santo Ficara, un mio vecchio amico, presenta a Firenze una prima retrospettiva. Nel 2001 la splendida galleria di Norimberga Linding in Paludetto allestisce una piccola, ma significativa, mostra di miei lavori. Tra tutti, voglio ricordare Danaublau, un quadro di 6 metri composto di 2000 cioccolatini. L’opera descrive il percorso del Danubio mentre attraversa dieci nazioni (ognuna delle quali rappresentata da un gusto diverso).
In Trento, in the month of June, the show entitled Dall’Acrilico allo Zucchero, curated by Vittoria Coen, is held in the Galleria Civica di Arte Contemporanea. Between 2000 and 2001, Santo Ficara, an old friend of mine, presents a first retrospective show, in Florence. In 2001 the splendid gallery in Nuremberg, Linding in Paludetto, organizes a small, but significant, show of my works. To choose one, I want to mention Danaublau, a work six meters long made of 2000 chocolates. The work describes the course of the Danube as it flows through ten nations (each one represented by a different flavor).
Still in 2001, during the summer, there are two shows at the Galleria Astuni in Pietrasanta: the first, Torso torsolo, drawings and marble sculptures; the second, Gnawa, with the participation of two Gnawa dancers performing in Piazza Duomo and with the presentation of the large mosaic made in Ravenna. Almost at the same time in Pietrasanta, Susanna Orlando displays the drawings of the series Diccionario dedicated to bullfights, in the little gallery in Forte dei Marmi. The year 2002 finds me with some health problems, after a trip to Berlin I am taken to the Hospital of Massa for emergency care. While there, in any case, I find the time, between a transfusion and an analysis, to draw.
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Sempre nel 2001, durante l’estate sono due le mostre a Pietrasanta alla Galleria Astuni: la prima, Torso torsolo, disegni e sculture in marmo; la seconda, Gnawa, con l’intervento di due Gnawa danzanti in piazza Duomo e con la presentazione del grande mosaico eseguito a Ravenna. Quasi contemporaneamente a Pietrasanta, Susanna Orlando espone nella piccola galleria di Forte dei Marmi i disegni della serie Diccionario dedicati alla tauromachia. Il 2002 mi trova un po’ in difficoltà con la salute, dopo un viaggio a Berlino vengo d’urgenza ricoverato all’ospedale di Massa dove riesco comunque a trovare il tempo, tra una flebo e un esame, per disegnare.
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In seguito sarò operato al cuore all’Ospedale San Raffaele di Milano. Nell’autunno una vasta mostra di quadri precedenti la malattia viene presentata alla Galleria Poleschi di Milano con un lussuoso catalogo edito da Mazzotta.
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Following this, I will undergo heart surgery at the San Raffaele hospital in Milan. In the autumn, a vast show including works done before my illness is presented at the Galleria Poleschi in Milan with a luxurious catalogue published by Mazzotta.
Un viaggio in Turchia e al ritorno una mostra di ambigui paesaggi della Cappadocia alla Galleria 41 di Federica Rosso, in occasione di Artissima. Al Castello di Rivara un’esposizione intitolata Atelier Mondino, con Jessica Carroll e Carlo Pasini.
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A voyage in Turkey and upon re-entry a show of ambiguous landscapes of Cappadocia at Federica Rosso’s Galleria 41, on the occasion of Artissima. At Castello di Rivara an exhibition entitled Atelier Mondino, with Jessica Carroll and Carlo Pasini.
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Within the end of 2002, a new series of works on the subject of Turkey is ready, done on pieces of linoleum found in Cappadocia, and with the title of Fumare come i turchi. A show in January 2003, in Turin at my friend Ermanno Tedeschi’s Galleria Art&Arts, followed by the show at the Galleria Raffaelli in Trento, in the month of May, with the title Galleria di mercanti. The merchants are mostly Turks, another memory of my recent journey in Cappadocia and in my beloved Istanbul. The merchandise they sell consists of materials that I had used: from carpets made of heraklith, to fish, to chocolates.
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Sul tema della Turchia entro la fine del 2002 è pronta una nuova serie di lavori, eseguiti su linoleum trovati in Cappadocia, col titolo Fumare come i turchi. Mostra nel gennaio 2003 a Torino, alla Galleria Art & Arts dell’amico Ermanno Tedeschi. Segue poi la mostra alla Galleria Raffaelli di Trento, nel mese di maggio, col titolo Galleria di mercanti. I mercanti sono per lo più turchi, un ricordo ancora del recente viaggio in Cappadocia e nell’amata Istanbul. La merce da loro venduta è costituita di materiali da me utilizzati: dai tappeti in eraclite, ai pesci, ai cioccolatini.
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Con l’autunno, una severa forma di polmonite mi costringe a due ricoveri in ospedale, ciononostante riesco a preparare sia la mostra alla Galleria Carlina di Torino, da poco inaugurata (23 ottobre 2003), dove vengono esposte per la prima volta delle sculture in vetro, realizzate splendidamente a Murano. Il tema scelto è quello delle bellissime angurie dell’anno 2003. Subito dopo una personale ad Artissima, dove i nuovi temi affrontati sono i cacciatori di orchidee dell’Ottocento.
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With the coming of autumn, a severe type of pneumonia forces me to be hospitalized twice, nevertheless, I succeed in preparing the show at the recently inaugurated (October 23, 2003) Galleria Carlina in Turin, where sculptures in glass, splendidly created in Murano, are displayed for the first time. The theme chosen is that of the beautiful watermelons grown in 2003. Immediately after, a solo show at Artissima, where the new themes dealt with are 19th century orchid hunters.
Nel frattempo si lavora con molta passione, grazie all’équipe della Loggetta Lombardesca di Ravenna, alla mostra del novembre 2003. Il titolo sarà Aldologica e si potranno rivedere per la prima volta insieme i lavori degli ultimi quarant’anni.” Aldo Mondino
In the meantime, work on the show to be opened in November, 2003 continues with passion, thanks to the team of the Loggetta Lombardesca in Ravenna. The title will be Aldologica and it will be possible to see, together for the first time, works of the last forty years.”
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Dedicarsi all’opera di Aldo Mondino subordinandolo ad una cerchia artistica ne limiterebbe l’importanza, dato l’eclettismo della sua produzione ed il suo ruolo incisivo nel fermento culturale degli anni Sessanta. Con la mostra a lui dedicata presso la nuova project gallery di Kanalidarte, ci si è addentrati nel suo lavoro con la consapevolezza di confrontarsi con una personalità indipendente, creatrice di una poetica impertinente ed unica, nata dal geniale confronto dell’estetica Pop, colorata e immediata, con quella più concettuale e processuale tipica dell’Arte Povera. L’originalità di Mondino scaturisce proprio dall’impiego di differenti soluzioni, ma anche da un approccio ludico nei confronti dell’esistenza, un’apparente levità che lascia tuttavia trapelare messaggi intrisi di impegno sociale. Sin dai primi anni d’esordio, ai quali corrispondono le serie di Tele quadrettate, questo modus operandi è evidente: lo stesso soggetto è doppiamente rappresentato su un fondo quadrettato
rievocazione dei quaderni scolastici, nella parte superiore colorato “fuori dalle righe” mentre, in quella inferiore, seguendone perfettamente i margini imposti dalla quadrettatura. Uno smascherante riferimento ai modelli sociali che influenzano la crescita e ci abituano a non farci guidare dall’indole più spontanea, ma a canalizzarla. Sul passo di opere come Star su il quadro si estende all’installazione e l’elemento del palloncino, esterno alla tela, sembra tenere in sospensione la parte del dipinto a cui è legato. L’accostamento del titolo alla morfologia dell’opera scatena un’interferenza, un appello a sostegno dell’importanza del gioco quale pratica innocente che aiuta a “star su”?Le serie di opere dei Palloncini e delle Bilance, caratterizzate dall’impiego di soggetti dalla natura e dal significato ambivalenti, sono per Mondino metafora
odierna, caratteristica di un ambiente contaminato. L’ardito proposito dell’artista sembra quello di creare nuove visioni che smontano le più tradizionali, nuove interpretazioni che confondono quelle prestabilite, con lo scopo di stimolare un rapporto ermeneutico tra arte e fruitore. D’altronde, una nuova dominante nelle tendenze artistiche degli anni Sessanta fu proprio lo sviluppo di poetiche che determinassero una relazione interattiva tra pubblico ed arte. A dimostrare la precocità di Mondino nel voler abbracciare questa esigenza in mostra troviamo Vedere rosso, un’installazione formata da una pedana su cui, salendo, si accede all’osservazione ravvicinata di una tela dipinta a doppia campitura rossa, sulla scia di quelle di Rothko. E’ qui inequivocabile il ruolo dell’arte quale mezzo di elevazione all’esperienza cognitiva. Facendo strada
del concetto di doppio-gioco, nelle opere intercalato attraverso plurime vie di interpretazione generate dal connubio titolo-rappresentazione e, nella società
a multiple visioni essa diviene il riflesso della consapevole rassegnazione di fronte all’impossibilità di una percezione totale ed oggettiva di ciò che ci circonda, e
L’ermeneutica mondiniana tra estetica processuale, linguaggio pop e post-produzione
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simona caccia
Trovandoci a confronto con una personalità tanto stravolgente sembra del tutto lecito riconoscere in Mondino uno dei primi anticipatori di quel concetto di Post-produzione che, all’inizio degli anni Duemila, Nicolas Bourriaud impiegò per indicare tutta l’arte realizzata a partire dagli anni Ottanta. Infatti, già la giovanissima produzione mondiniana sembra trovare una chiara esplicazione, quarant’anni dopo, nelle parole del critico francese: “Inserendo nella propria opera quella di altri, gli artisti contribuiscono allo sradicamento della tradizionale distinzione tra produzione e consumo, creazione e copia, ready made e opera originale. Il materiale manipolato non è più primario. Non si tratta più di elaborare una forma sulla base di materiale grezzo, ma di lavorare con oggetti che sono già in circolazione sul mercato culturale, vale a dire oggetti già informati da altri oggetti” .1 L’universo mondiniano degli anni Sessanta e Settanta, presentato presso Kanalidarte attraverso un sintetico ma completo excursus, si dimostra anticipatore di molti linguaggi e, spingendosi oltre la denotazione si è fatto esponente di uno spirito connotativo che ammette trasgressioni, refusi, interferenze e deformazioni, per trasformarli in risorse positive.
distanza da quest’ultima sta nell’ausilio di un linguaggio o una tecnica che richiede comunque una manipolazione pratica da parte dell’artista, e che a sua volta non viene mai considerata medium originario, ma produzione da ri-mescolare o ri-associare.
Nicolas Bourriaud “Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo”, ed. Postmedia 2004
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l’artista, attraverso il suo lavoro, colui che sfata ogni cliché per favorire lo sviluppo della propria sensibilità e la stimolazione di un pensiero critico. Tra le opere esposte anche Food ball merita particolare attenzione, sia per la sua emblematica sfida agli stereotipi, sia per il materiale con cui è stata realizzata, lo zucchero, uno dei tanti sperimentati dall’artista nel suo proliferare. Il risultato è una superficie granulosa eco degli antichi intonaci affrescati, su cui si staglia una grande palla da football simile ad un asteroide fluttuante. ll citazionismo, altro punto cruciale dell’opera di Mondino, non è mai scontato omaggio o rifacimento ma, sia nell’appropriazione di una tecnica quale il mosaico bizantino ricreato con caramelle o cioccolatini, sia nel recupero di estetiche legate alle ricerche di grandi maestri, come nelle serie dei Finti Collage cubisti o delle False Litografie espressioniste, l’artista si impossessa di ciò che è ufficialmente riconosciuto dalla storia dell’arte e lo utilizza come paradigma attraverso il quale ri-creare. Da questo genere di lavoro ne scaturisce una poetica Pop, che si comporta con i codici dell’arte standardizzati proprio come la Pop Art americana faceva nei confronti dell’immaginario appartenente alla produzione di massa. La presa di
To dedicate onself to the work of Aldo Mondino while subordinating it to an artistic circle would limit its importance, given the eclecticism of his production and his incisive role in the cultural ferment of the Sixties. With the exhibition dedicated to him at Kanalidarte’s new project gallery, we have probed into his work with the idea of confronting an independent personality, the creator of an impertinent and unique poetry, born of the brilliant comparison between the Pop aesthetic, which is colorful and immediate, and the more conceptual and process-oriented one of Arte Povera. The originality of Mondino arises precisely from the use of different solutions, but also from a playful approach regarding existence, an apparent levity that in any case allows messages imbued with social commitment to seep through. Beginning in the first years of his debut, to which the Tele quadrettate (Checkered canvases) series correspond, this modus operandi is evident: the same subject is doubly represented on a checkered
background evoking school notebooks, colored “outside the lines” on the upper part while on the lower part it perfectly follows the margins imposed by the squares, an unmasking referral to the social models that influence growth and accustom us to not let ourselves be guided by a spontaneous personality, but rather to channel it. On the path of works like Star su (To stay up), the painting extends to the installation and the element of the balloon, outside the canvas, and seems to hold the part of the painting to which it is attached in suspension. The juxtaposition of the title to the morphology of the work unleashes an interference, an appeal supporting the importance of play as an innocent practice that helps to “stay up”. The series of works of the Palloncini (Balloons) and of the Bilance (Scales), characterized by the use of subjects from nature and their ambivalent meaning, are for Mondino metaphors of the concept of being two-faced, interposed in the works through numerous ways of interpreting
generated by the union between title and representation which, in today’s society, is characteristic of a polluted environment. The daring intention of the artist seems to be that of creating new visions that dismantle the more traditional ones, new interpretations that confuse the pre-established ones, with the purpose of stimulating an hermeneutic relationship between art and user. After all, a new dominant element in the artistic trends of the seventies was the development of poetry that would determine an interactive relationship between public and art. Demonstrating the precocity of Mondino in wanting to embrace this need, we find Vedere rosso (Seeing Red) in the exhibition, an installation made up of a pedestal from which, when stood on, one can access a close observation of a canvas painted with a double red field, along the lines of those of Rothko. The role of art as a means of elevation to cognitive experience is unequivocal here. By making way to multiple visions, it becomes the reflection of the informed resignation
The hermeneutics of Mondino between process aesthetic, pop language and post-production
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in the face of the impossibility of a total and objective perception of that which surrounds us, and through his work the artist, the one who deflates every cliché to favor the development of his own sensitivity and the stimulation of a critical thought. Among the works displayed, Food ball also worths particular attention, both for its emblematic challenge of stereotypes and for the material with which it was made: sugar, one of many materials with which the artist experimented in his prolific work. The result is a grainy surface which echoes ancient frescoed plasters on which a large football stands out like a floating asteroid. The quoting of others, another crucial point of Mondino’s work, is never a discounted homage or rework but, both in the appropriation of a technique like byzantine mosaic recreated with candies or chocolates and in the recovery of aesthetics tied to the research of great masters, as in the series of cubist Finti Collage (Fake Collages) or the expressionist False Litografie (False Lithographs), the artist seizes that which is officially recognized by art history and uses it as a paradigm through which to re-create. A Pop poetry emerges from this type of work which behaves within the standardized codes of art just like
rather a production to be remixed or reassociated. Finding ourselves before such a revolutionary personality, it seems completely legitimate to recognize one of the first to foresee the concept of Post-production that, at the beginning of the 2000s, was used by Nicolas Bourriaud to indicate all the art produced starting in the Eighties. In fact, the very young production of Mondino seems to find a clear explanation forty years later in the words of the French critic: by inserting the work of others into one’s own, artists contribute to the uprooting of the traditional distinction between production and consumption, creation and copy, ready made and original. The material manipulated is no longer primary. It isn’t a case of developing a shape on the basis of raw material, but to work with objects that are already in circulation in the cultural market, that is, objects already informed by other objects” .1 The universe of Mondino of the Sixties and Seventies, presented at Kanalidarte through a summary but complete excursus, shows itself as anticipating many languages and, pushing beyond the denotation, becomes the representative of a connotative spirit that permits transgressions, refusals, interferences and deformities, transforming them into
American Pop Art did with regards to the imaginary belonging to mass production. It takes distance from the latter, both in the use of a language or a technique that in any case requires a practical manipulation by the artist, and which in turn is never considered an originating medium, but
positive resources.
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catalogo delle opere
BILANCIA 300 x 200 cm acrilico su tela acrylic on canvas
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FOOD BALL 115 x 80 cm zucchero su carta intelaiata sugar on framed paper
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STRIP - STRAP 120 x 120 cm acrilico su tela e palloncino acrylic on canvas and ballon
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STAR SU 120 x 120 cm acrilico su tela e palloncino acrylic on canvas and ballon
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SENZA TITOLO 70 x 48 cm tecnica mista mixed media
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VEDERE ROSSO 80 x 98 cm olio su tela oil on canvas
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1967
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SENZA TITOLO 120 x 79 cm acrilico su tela acrylic on canvas anni ’60
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sixties
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SENZA TITOLO 115 x 80,5 cm tecnica mista su tela mixed media on paper anni ’60
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sixties
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SENZA TITOLO 80 x 80 cm olio e acquerello su tela oil and watercolor on canvas anni ’60
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FASCI N-ACTION 50 x 50 cm olio su tela oil on canvas anni ’60
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PUÓ 80 x 80 cm olio su tela oil on canvas anni ’60
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sixties
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JEUX EN GRIS 100 x 100 cm tecnica mista su tela mixed media on canvas
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CIOCCOLATINI DA MORTO 104 x 60 cm giubbotto di jeans jeans jacket
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SENZA TITOLO 80 x 80 cm tecnica mista su tela mixed media on canvas
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1972
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DARWING 140 x 140 cm smalto su tela varnished on canvas
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1972
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LIBRA 25,5 x 18 cm collage
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1972
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AUTO E MINERVA 24 x 17,5 cm tecnica mista su carta mixed media on paper
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1972
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EN PIREO 24 x 18 cm collage
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1973
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COLLAGE OF MODERN ART 24 x 18 cm collage
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1973
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MODERN COLLAGE 24 x 18 cm collage
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1973
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ROYAL COLLAGE 24 x 18 cm collage
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1973
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I TON COLLAGE 24 x 18 cm collage
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1973
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COLLAGE 24 x 18 cm collage
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1973
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METÀ QUADRO 70 x 70 cm olio su tela oil on canvas
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1973
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HORTENSIA, JUAN ET KASIMIR 100 x 70 cm olio su tela oil on canvas
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1974
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ROMANTIC LOMBARDIA 80 x 80 cm olio su tela oil on canvas
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1975
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ARLEQUIN HISTORIQUE 56,5 x 77 cm olio su carta intelaiata oil on framed paper
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1975
MAISON ET ARBRES 56,5 x 77 cm olio su carta intelaiata oil on framed paper
151
1975
LA PERSIENNE 56 x 77 cm olio su carta intelata oil on framed paper
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1975
ARLECCHINO STORICO 77 x 56,5 cm olio su carta intelaiata oil on framed paper
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1975
MARDI GRASS 56,5 x 77 cm olio su carta intelaiata oil on framed paper
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1975
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DUETTO ALLE CORDE 141,5 x 90 cm tecnica mista su tela mixed media on canvas
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1976
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COMPOSITION POUR GUITARE 81 x 65 cm acrilico su tela acrylic on canvas
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1977
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STRUMENTO MUSICALE 196 x 98 cm tecnica mista su tavola mixed media on board
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1977
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MOND 140 x 90 cm acrilico su tela acrylic on canvas
164
1980
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SONNE NUNTERGANG 140 x 90 cm acrilico su tela acrylic on canvas
166
1980
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VARESOTTO 80 x 80 cm tecnica mista su carta mixed media on paper
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1982
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I DUE LADRI 80 x 60 cm olio su linoleum su gazza impagliata oil on linoleum and magpie taxidermy
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1985
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ORTISEI, TESTA DI DUCHAMP 50 x 50 x 40 cm multiplo in bronzo, ed. 100 bronze multiple, ed. 100
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1960 «Aspetti dell’arte torinese», Torino, Galleria Narciso, 30 aprile / April - 15 maggio / May 1960.
1977 «Mythologies quotidiennes», Paris, Musée d’Art Moderne, 28 aprile / April - 5 giugno / June 1977.
7 gennaio / January 1987. «Il cangiante», Milano, PAC - Padiglione di Arte Contemporanea, 4 dicembre / December - 26 gennaio / January 1987.
1967 «Con/temp/l’azione», Torino, Gallerie Christian Stein - Sperone - Il Punto, dicembre / December 1967 - febbraio / February 1968.
1978 «Partita a 4», Milano, Galleria Gastaldelli.
1988 «Kunstverein», Merano. «Il tempo e il tempio», Montichiari (Brescia). «Umori naturali», Reggio Emilia, Foro Boario, 9 aprile / April - 1º maggio / May 1988. «Arte Fiera ’88», Bologna. «Milano Poesia», Milano, 18-24 settembre / September 1989.
1969 VIII Biennale d’Arte Contemporanea, «Al di là della pittura», San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 5 luglio / July - 28 agosto / August 1969. 1972 X Quadriennale di Roma, «Aspetti dell’Arte figurativa contemporanea - Nuove ricerche d’immagine», Roma, Palazzo delle Esposizioni, novembre-dicembre / November- December 1972.
1979 Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna. Paris, Institut Culturel Italien. 1980 «Tours Multiple», Tours, Musée des Beaux-Arts, 8 febbraio / February - 23 marzo / March 1980. 1981 «Campionario 60-68», Verona, Palazzo della Gran Guardia, 6-30 agosto / August 1981.
1973 Albissola Marina (Savona).
1985 «Piemonte Anni Ottanta», Venezia - Torino - Ferrara - Bergamo - Roma Sassari - Siracusa - Paris, 1985-1986.
1976 XXXVII Biennale di Venezia, 14 lugliow/ July - 10 ottobre / October 1976.
1987 «L’arsenale, il laboratorio, l’artista», Amalfi, 7 dicembre / December 1986 -
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Esposizioni collettive selezionate / Selected collective exhibitions
1989 «Centenaire de la Tour Eiffel et de la Pizza Margherita», Paris, Cremniter Laffanour. «Verso l’Arte Povera», Milano, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, 20 gennaio / January - 27 marzo / March 1989. Wien e Dusseldorf, Galerie H. Curtze. Lyon, ELAC Espace Lyonnais d’Art Contemporain. Radda in Chianti (Siena), Castello di Volpaia. Tokyo, Museum of Iwate Kemmin Kaikon. Marioka, Station Museum. Takasaky, Gumma Museum of Modern Art. «Centenaire de la Tour Eiffel», Osaka, Hankyu Gallery.
1990 «L’altra scultura», Madrid-Barcelona. «65-75 Aspetti e Pratiche dell’Arte Europea», Castello di Rivara (Torino), 19 maggio / May - 31 luglio / July 1990. 1991 «Nice to meet you», Trieste, Juliet. 1992 XI Quadriennale di Roma, 9 luglio / July - 21 settembre / September 1992. «Italie à la FIAC ’92», Paris, Grand Palais, 24 ottobre / October - 1 novembre / November 1992. «Il gioco del pensiero», Castello di Rivara (Torino), luglio / July 1992. «Primo concilio politeista di scultura», Milano, Centro Arte, 8 ottobre / October 7 novembre / November 1992. «La nuova figura», Pietrasanta (Lucca), collezione Banca Commerciale Italiana. «Avanguardie in Piemonte 1960-1990», Alessandria, Palazzo Cuttica. 1993 XLV Biennale di Venezia. «Tutte le strade portano a Roma?», Roma, Palazzo delle Esposizioni, 11 marzo / March - 26 aprile / April 1993. «Again the vision», Torino, La Rocca 6, 21 maggio / May - 30 giugno / June 1993. «Fuori uso», Pescara. Firenze, Casa d’Asta Pitti (mostra-vendita). «L’anormalità dell’arte», Milano, Galleria del Credito Valtellinese. 1994 «Commento per l’Europa», Wien, Museum Moderner Kunst. «Ritorno al mare», Polignano a Mare (Bari). «Degenerata», Castel San Pietro Terme (Bologna).
«Omaggio in onore del Piccolo Principe», Milano - New York - Trento - Paris - Roma. ARCOmadrid - Arte Contemporaneo in España (stand Franz Paludetto), Madrid. «Artenergie Art & Jeans», Paris, Passage de Retz, 1-8 settembre / September 1994. 1995 «Nel segno dell’angelo», Milano, BP. «Dal ghetto al museo ebraico», Bologna. «Das Spiel in der Kunst», Graz, Neue Galerie, 1 settembre / September - 22 ottobre / October 1995. «Nutrimenti dell’Arte», Erice (Trapani), La Salernitana ex convento di San Carlo, 29 luglio / July - 29 ottobre / October 1995 e Gibellina, Fondazione Orestiadi Baglio di Stefano, 30 luglio / July - 29 ottobre / October 1995. «Aquattromani» (fotografie di / photographs by Gianfranco Gorgoni), Milano, Palazzo Reale, 1995-1996. «Titanica: simbologie del contemporaneo», San Marino, Galleria d’Arte Moderna. «Sembra un secolo...», Genova, Galleria Orti Sauli. «Warcharchitecture», Ferrara «Mostra di San Vito», Polignano a Mare (Bari). «Disegni del Novecento», Termoli (Campobasso), Galleria Civica. «Sordello da Goito: poeta. Artisti per Sordello», Goito, 28 ottobre / October 1995 - 28 gennaio / January 1996. «Moa Casa - Mostra di Arredo e Design ’95 - Letti d’artisti», Roma. «Triebsquelle», München. «Marinetti e il movimento futurista», Alessandria, Palazzo Guasco. «Cose dell’altro mondo», Trevi (Perugia), Flash Art Museum. «Terra Nera», Milo (Catania). 1996 «12 stoffe d’artisti», Milano, Palazzo della Triennale, Premio Corneliani. 175
«Il soffio di Eolo», Salina (Messina). «Berlino sul muro», Milano.
«Arte Fiera ’96», Bologna, 26-29 gennaio / January 1996. «Dolce Dolce, zuccherato, pepato: della durata e dell’aura, con diciasette artisti in un bar romano», Roma, febbraio / February 1996. «Fiori Colti e Raccolti», Galleria Luisa delle Piane, Milano. «Autoritratto dell’arte contemporanea», Polignano a Mare (Bari). «Autoritratto dentro-fuori», Fornazzo di Milo (Catania), Museo Village. «Pop Art e oggetto, artisti italiani degli anni sessanta», Comune di Belluno, Palazzo Crepadona. Cortina d’Ampezzo (Belluno), Galleria Civica. «Arte in Italia negli anni ’70, verso i Settanta», Erice (Trapani), La Salerniana, Ex Convento di San Carlo, 10 agosto / August - 31 ottobre / October 1996. «Antologia», Torino, Spazio Herno. Trevi Flash Art Museum, Trevi (Perugia). «Le Stanze delle Meraviglie», Alessandria, Palazzo Cuttica. «Giardini in fiera», San Casciano in Val di Pesa (Firenze). «Art for All», Summit FAO, Roma, 13-17 novembre / November 1996. «Signo», Palazzolo Acreide (Siracusa), chiesa dell’Annunciazione. 1997 «Materiali anomali», Bologna, Galleria d’Arte Moderna, 28 febbraio / February - 4 maggio / May 1997. «I nodi dell’arte», Bari, Gallerie Dordoni & Zelig. «Luci del Mediterraneo», Torino, Fondazione Palazzo Bricherasio, 27 marzo / March - 29 giugno / June 1997. «Dalla Terra con affetto», Castell’Arquato (Piacenza). Salone del Libro (Galleria In Arco), Torino, 22-27 maggio / May 1997. «Universarte», Bologna, Complesso monumentale di San Giovanni in Monte, 31 maggio / May - 20 luglio / July 1997.
1998 «Artenergie Art in Jeans », Firenze, Palazzo Corsini, 9-17 gennaio / January 1998. «Absolut Mail Art», Milano, Absolut Vodka, Fondazione Arte e Civiltà, 16 gennaio / January - 15 febbraio / February 1998. «Menorah», Torino, Associazione Italia Israele - Galleria d’Arte Salamon. ARCOmadrid - Arte Contemporaneo in España (stand Astuni), Madrid. «Dandy», Roma, Pio Monti Associazione Culturale. «Welcome ’98», Città Sant’Angelo (Pesaro). «Mondino, Ravà, Silberstein: aspetti d’arte ebraica in Italia», Pescheria Vecchia, Este (Padova). «Artisti senza vincoli a San Pietro in Vincoli», Torino. «La mela nell’arte», Roma, Vittoriano Museo del Risorgimento. «Oscar Wilde, le sue opere, i suoi personaggi», Torino, Fondazione Sandro Penna. Trento, Galleria Il Cenacolo. 1999 «De coraz(i)on», L’Hospitalet (Spagna / Spain), Centro Culturale Tecla Sala. «Icastica», Roma, Associazione Mara Coccia. «Best-Sellers», Bari. «41 omaggi a Dino Buzzati», Feltre (Belluno). «Arte in giro», Biella, Santuario di Oropa. «Arte in Natura», Torino, Giardino botanico Rea. «Arte Fiera 99», Bologna, 28 gennaio / January - 1 febbraio / February 1999.
«1000 + 1 Nacht», Linz, Landesmuseum. «Luci in Galleria. Da Warhol al 2000», Torino. FIAC - Foire d’Art contemporain 2000, Paris, 24-30 ottobre / October 2000.
2007 «Profumo di cacao: cioccolato come arte», Settimo Torinese (Torino), La Giardiniera, 17 novembre / November 2007 - 6 gennaio / January 2008.
2001 «Arte Fiera 2001», Bologna, 25-29 gennaio / January 2001. «Artisti in gioco», Busto Arsizio (Varese), Fondazione Bandera per l’arte, 26 gennaio / January -11 marzo / March 2001.
2008 XIII Biennale Internazionale di scultura di Carrara.
2003 «Atelier Mondino - L’albero, la pianta, il fusto», Firenze, Galleria Santo Ficara. «Il nuovo Rit-Tratto d’Europa», Bruxelles. «Atelier Mondino», Prunetto (Cuneo), Castello degli Scarampi. «Disegnare il marmo - 40 artisti internazionali per Carrara», Comune di Carrara. 2004 «Ipermercati dell’arte. Il consumo contestato», Siena, Palazzo delle Papesse, 09 ottobre / October 2004 - 09 gennaio / January 2005. «La bicicletta di Jarry. Giocattoli», Torino, Galleria Biasutti, 24 novembre / November 2004 - 22 gennaio / January 2005. 2005 «Pop Art Italia 1958-1968» Modena, Galleria Civica d’Arte moderna, 17 aprile / April - 3 luglio / July 2005. «Fuori tema. XIV Quadriennale d’Arte», Roma, 09 marzo / March - 31 maggio / May 2005. 2006 «Star@Hangar | Arte a Milano», Milano, Hangar Bicocca, 30 marzo / March - 14 maggio / May 2006. «Ravello Festival - Arte in gioco», Ravello (Salerno), Villa Rufolo. 176
«Distacchi dentro-fuori», Fornazzo di Milo (Catania), Museo laboratorio di arte contemporanea Village. «Shoes or no Shoes?», Haarlem (Paesi Bassi), Bogaerts & Swenters. «Radio Tirana Fax», Molfetta (Bari), Mediterranea. «Pittura Iconica», Bologna, Galleria d’Arte Moderna, 29 novembre / November 1997 - 8 marzo / March 1998.
2009 «Mondino and friends: Aldo Mondino, Roberto Coda Zabetta, Federico Guida, Davide Nido», Milano, Galleria PoleschiArte, 30 ottobre / October 2008 21 febbraio / February 2009. 2013 «Glasstress. White Light / White Heat», La Biennale di Venezia. 55 Esposizione Internazionale d’Arte, Venezia, Palazzo Cavalli-Franchetti, Scuola Grande Confraternita di San Teodoro, Berengo Centre, 31 maggio / May - 24 novembre / November 2013. «Decorum. Tapis et tapisseries d’artistes», Paris, Musée d’art moderne de la Ville de Paris, 11 ottobre / October 2013 - 9 febbraio / February 2014; Shanghai, Power Station of Art, 26 aprile / April - 13 luglio / July 2014. «Artisti nello spazio. Da Lucio Fontana a oggi: gli ambienti nell’arte italiana», Catanzaro, Complesso Monumentale del San Giovanni, 20 ottobre / October – 29 dicembre / December 2013. «Luigi Zaini e la fabbrica di cioccolato», Milano, Biblioteca Comunale Centrale, Palazzo Sormani, 29 ottobre / October 2013 - 6 gennaio / January 2014. 2014 «ONE TORINO. Shit and die», Torino, Palazzo Cavour, 6 novembre / November 2014 / 11 gennaio / January 2015.
2015 «Aldo Mondino / Tarek Abbar. CASE CHIUSE #02», Milano, via Anfiteatro 9, 8 - 19 aprile / April 2015. «Confini e conflitti. Visioni del potere nel tappeto figurato orientale», Rovereto (TN), Palazzo Alberti Poja, 27 marzo / March - 11 ottobre / October 2015. «La natura morta oggi», San Casciano Val di Pesa (FI), Antinori Art Project, cantina del Bargino, 3 luglio / July - 04 ottobre / October 2015. «FIAC», Paris, FIAC - Foire Internationale d’Art Contemporain, Grand Palais, 22 - 25 ottobre / October 2015. «GOVERNARE IL CASO. L’opera d’arte nel suo farsi dagli anni ‘60 ai nostri giorni», Città di Castello, Perugia, Pinacoteca Comunale, 28 novembre / November 2015 - 5 marzo / March 2016.
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2016 «Can I Step On It?», Torino, Galleria Franco Noero, 30 marzo / March - 7 maggio / May 2016.
1961 Torino, Galleria L’Immagine. 1962 Venezia, Galleria Alfa. 1963 Torino, Galleria Il Punto, 3-18 maggio / May 1963. 1964 Torino, Galleria Sperone. «Mondino», Roma, Galleria La Salita, 27 marzo / March 1964. 1965 Torino, Galleria Christian Stein. 1966 «Prima mostra personale di Aldo Mondino», Milano, Studio Marconi, aprile / April 1966. 1967 Torino, Galleria Sperone T. Torino, Galleria Il Punto. Torino, Galleria Torre. Salerno, Galleria Lia Rumma. Milano, Studio Marconi.
1969 Roma, Galleria Arco d’Alibert. Roma, Barcone sul Tevere.
1977 Madrid, Galeria Kandinsky. Valencia, Galeria Punto.
1970 «Ultima cena», Roma, Case di R. Canfora.
1978 Paris, ARC Musee d’Art Contemporain.
1971 Calice Ligure (Savona), Galleria Il Punto.
1980 Roma, Galleria La Salita. Paris, Galerie Karl Flinker, 7 febbraio / February - 9 marzo / March 1980.
1972 Milano, Galleria Gastaldelli. «I King», Milano, L’Uomo e l’Arte. 1973 Livorno, Galleria Giraldi. Brescia, Galleria Centro. Torino, Galleria Franz Paludetto.
1981 Torino, Galleria Franz Paludetto. 1982 Milano, Studio De Ambrogi. Torino, Galleria Franz Paludetto.
1974 Milano, Galleria Gastaldelli, 27 novembre / November 1975.
1983 «Angeli», Milano, Studio De Ambrogi, dicembre / December 1983.
1976 Paris, Galerie Karl Flinker. XXXVII Biennale di Venezia. Varese, Galleria Bluart, 4-31 dicembre / December 1976.
1984 Torino, Galleria Franz Paludetto.
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Esposizioni personali / Solo exhibitions
1985 Rivara (Torino), Castello di Rivara.
1987 Napoli, Studio Morra. Genova, Galleria Unimedia.
1993 XLV Biennale di Venezia. Pescara, Rizziero Arte. «Caratteri arabi e caratteri romani», Roma, Museo Laboratorio. Venezia, Galleria Barnabò. Trieste, Arte 3.
1988 Napoli, Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes. «Mondino», Roma, Galleria Cleto Polcina, 1o giugno / June - 10 luglio / July 1988.
1994 «Souk», Milano, Ammiraglio Acton. «Les philosophes aux crustacés», Bari, Galleria Zelig, novembre - dicembre / November-December 1994.
1990 Roma, Galleria Sperone. «The Sultans», New York, Sperone & Westwater Gallery. Milano, Fondazione Mudima. Verona, Galleria Sant’Egidio Tre.
1995 «Particolare», Bologna, Galleria Spazia, marzo-aprile / March-April 1995. «Tauromania», Trieste, Arte 3, 4 maggio / May - 30 giugno / June 1995. «Das Spiel in del Kunst», Graz, Neue Galerie. Bologna, Museo Ebraico.
1991 «Mimmo Germanà Aldo Mondino», Graz, Austria Künstlerhaus, Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, 21 marzo / March - 15 aprile / April 1991. «Iznik», Torino, Galleria Franz Paludetto. «Art Chicago», Chicago, Sperone & Westwater Gallery. Génève, Galerie Blancpain-Stepczynski. Siena, Galleria Bagnai. Wien, Museum fur Moderne Kunst. Paris, Galene Cremniter Laffanour. Como, Pinacoteca Civica Palazzo Volpi. Firenze, Galleria La Piramide. 1992 Teramo, Rizziero Arte. Brescia, Galleria Cavellini. «Asburghi e Ottomani», Istanbul, Suthanamet Museo Topkapi. London, David Gill Gallery. London, Leighton House Museum. «Opere scelte degli anni settanta e ottanta», Milano, Galleria Millenium.
1996 Istanbul, Suthanamet Museo Topkapi. «Aldo Mondino. C’è festa e fiesta» Siena, Galleria Bagnai, 29 giugno / June - 30 agosto / August 1996. Siena, Palazzo Patrizi. «Tekke», Biella, Galleria Dialoghi. «Tappeti & Tappeti» Cortina d’Ampezzo (Belluno), David Halevim. 1997 «La Danse des Jarres», Salzburg, ACP Galerie. «4 o 5 capolavori», Forte dei Marmi (Lucca), Galleria Becherini. «La Danse des Jarres», Forte dei Marmi (Lucca), Galleria Susanna Orlando. «Aldo Mondino: da Re Salomone ai Gnawa» Fano, Chiesa Sant’Arcangelo, Giardino Residenza Municipale e Galleria Astuni. «Mazel Tov», Reggio Emilia, Chiostri di San Domenico e Sinagoga, 13 dicembre / December 1997 - 25 gennaio 7 January 1998. 179
1986 «Et in Africa Ego», Torino, Galleria Franz Paludetto.
1998 Firenze, Palazzo Corsini. «Turcate», Bruxelles, Galerie Artiscope. 1999 Biella, Santuario d’Oropa. Torino, Giardino Botanico. «The Byzantine World», Milano, Galleria 1000eventi, e Roma, Galleria Sperone. Bologna, Museo Ebraico. 2000 «Aldo Mondino dall’acrilico allo zucchero», Trento, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, 9 giugno / June - 10 settembre / September 2000. «India», Calcutta, Birla Academy. Casale Monferrato (Alessandria), Comunità Ebraica. 2001 Nurnberg, Galleria Linding Paludetto. «Torso, torsolo rosicchiato da Rodin», Pietrasanta (Lucca), Galleria Astuni, 30 giugno / June - 12 luglio / July 2001. «Gnawa», Pietrasanta (Lucca), Galleria Astuni, 14-26 luglio / July 2001. 2002 «Il viaggio», Milano, Galleria Poleschi Arte, ottobre / October 2002. «Atelier Mondino», Rivara (Torino), Castello di Rivara. «Aldo Mondino», Chiari (Brescia), Galleria d’arte L’incontro, 16 marzo / March - 7 aprile / April 2002. 2003 «Fumare come i turchi», Torino, Galleria Art&Arts. «Galleria di mercanti», Trento, Studio d’Arte Raffaelli. «Mercanti, sufi, acrobati», Torino, Galleria Carlina. «Piccola Aldologia», Genova, Guidi&Schoen Arte Contemporanea.
2004 Torino, Art&Glass projects 3. «The connoisseur’s room», Bologna, Galleria de’ Foscherari, ottobre / October dicembre / December 2004. 2005 «Aldo Mondino ironicamente finalese», Finalborgo (Savona), Oratorio de’ Disciplinati, Chiostri di Santa Caterina, 5 agosto / August - 2 ottobre / October 2005. Rivara (Torino), Castello di Rivara, 25 settembre / September - 30 dicembre / December 2005. «Primo Coppi, secondo Bartali, terzo Mondino. Opere 1963-2000», Chiari (Brescia), Colossi Arte Contemporanea, 5 novembre / November - 6 dicembre / December 2005. 2007 «Mondino: “the king”», Torino, Galleria Biasutti & Biasutti, 15 marzo / March - 31 maggio /May 2007. «Mappamondino», San Marino (Repubblica di San Marino), Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, 24 giugno / June - 26 agosto / August 2007. «Aldo Mondino – Dumauntai», Roma, Galleria V.M. 21 Artecontemporanea, 23 maggio / May - 14 luglio / July 2007. «Mondo Mondino, L’universo artistico di Aldo Mondino», Bologna, Villa delle Rose, 21 aprile / April - 16 giugno / June 2007. 2008 «Tauromachia», Galleria de’ Foscherari, Bologna, 15 marzo - 30 aprile 2008. «RaccontaAldo Mondino», Brescia, Colossi Arte Contemporanea, 27 settembre /
September - 28 novembre / November 2008. «Aldo Mondino», Roma, Galleria Fontanella Borghese, 6 maggio / May - 6 giugno / June 2008. «Aldo Mondino, Corrado Bonomi: il doppio senso dell’ironia», Finale Ligure (Savona), Fortezza Castelfranco, 15 giugno / June 13 luglio / July 2008. «Calpestar le uova!», Casale Monferrato (Alessandria), Palazzo Monferrato e Palazzo Cuttica, e Alessandria, Museo della Sinagoga, 31 ottobre / October - 30 novembre / November 2008. 2010 «Aldo Mondino Scultore», Pietrasanta (Lucca), Piazza del Duomo e Chiesa di Sant’Agostino, 12 settembre / September - 12 dicembre / December 2010. 2011 «Aldo Mondino Nuova Antologia», Gorgonzola (Milano), Galleria M&D Arte, 2 aprile / April - 06 maggio / May 2011. 2012 «Aldo Mondino opere anni ‘60», Pietrasanta (Lucca), Galleria Cardi e Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, 8 aprile / April - 3 giugno / June 2012. «Mondino», Paris, Galerie DOWNTOWN François Laffanour, 07 giugno / June - 15 luglio / July 2012. «Aldo Mondino. Raccolto in preghiera», Milano, Galleria Riccardo Crespi e Palazzo Serbelloni, 14 novembre / November - 22 dicembre / December 2012. 2013 «Tappeti stesi e appesi», Firenze, Galleria Santo Ficara, 13 aprile / April - 20 giugno / June 2013. «Aldo Mondino: nomade a Milano», Milano, Fondazione Mudima, 05 giugno / June - 19 luglio / July 2013. 180
«Mondino AldoLogica», Ravenna, MAR - Museo d’Arte della città, Loggetta Lombardesca, 16 novembre / November 2003 - 15 febbraio / February 2004.
«Ottomanè», Venezia, Berengo Collection, 01 giugno / June - 31 luglio / July 2013. «Calembours Toujours – carte scelte dal 1986 al 2005», Pietrasanta (Lucca), Galleria Susanna Orlando, 6 luglio / July 15 agosto / August 2013. «Mondino. Milano, Venezia, Calcutta», Milano, Galleria Giovanni Bonelli e Galleria Giuseppe Pero, 22 novembre / November 2013 – 1 febbraio / February 2014. 2014 «Aldo Mondino. Pittura, attrazione fatale», Caserta, Nicola Pedana Arte Contemporanea, 12 dicembre / December 2014 / 20 gennaio /January 2015. 2015 «Surprise. ALDO MONDINO», Torino, GAM Galleria d’Arte Moderna, 10 febbraio / February / 7 aprile / April 2015. «Rules for illusions», Berlin (DE), Isabella Bortolozzi Galerie, Spazio Eden Eden, 29 aprile / April 19 settembre / September 2015. «Il mondo di Mondino. Cibo e spiritualità», Casale Monferrato (AL), Comunità Ebraica di Casale Monferrato, sala Carmi, 14 giugno / June - 6 settembre / September 2015. «Rules for illusions. Part II», Berlin (DE), Isabella Bortolozzi Galerie, 4 luglio / July 19 settembre / September 2015. «Aldo Mondino. Tappeti e quadrettature», Milano, Galleria TEGA Arte Moderna e Contermporanea, 24 novembre / November 2015 - 12 febbraio / February 2016.
1961 «Aldo Mondino» presentazione di / presentation by R. Guasco, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Torino, Galleria L’Immagine, 1961), Torino. 1962 «Aldo Mondino» testo di / text by A. Galvano, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Venezia, Galleria Alfa, 1962), Venezia. 1963 «Aldo Mondino» testo di / text by E. Crispolti, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Torino, Galleria Il Punto, 3-18 maggio / May 1963), Torino. 1964 «Mondino» presentazione di C. Vivaldi, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Roma, Galleria La Salita, 27 marzo / March 1964), Roma. 1966 «Il doppio-gioco» presentazione di / presentation by M. Fagiolo Dell’Arco, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Milano, Studio Marconi, aprile / April 1966), Milano.
1967 «Con temp l’azione» presentazione / presentation by di D. Palazzoni, Torino, Gallerie Stein, Sperone e Il Punto. 1970 A. MONDINO (a cura di / edited by), «Semi Cit» Shakespeare & Co, Paris. 1972 A. JOUFFROY, «Mondino Te King. Traité sur le principe et l’art de la vie d’un roi cul-de-jatte» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Milano, L’Uomo e l’Arte, 1972), Milano. 1973 «Aldo Mondino» testo di / text by S. D’Angelo, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Torino, Galleria La Mela Verde, 13 dicembre / December 1973 - 8 gennaio / January 1974), Torino. G. BRIZIO (a cura di / edited by), «I disegni di Aldo Mondino ovvero il peso dell’imponderabile» Edizioni Up Arte, Brescia. 1976 «Aldo Mondino» presentazione di / presentation by R. Guasco, catalogo della
181
Bibliografia selezionata / Selected Bibliography
mostra / exhibition catalogue (Varese, Galleria Bluart, 4-31 dicembre / December 1976). 1977 «Mythologies quotidiennes 2» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Paris, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 28 aprile / April - 5 giugno / June 1977), Paris. 1980 «Aldo Mondino» presentazione di / presentation by G. Gassiot Talbot, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Paris, Galerie Karl Flinker, 7 febbraio / February - 9 marzo / March 1980), Paris. 1983 «Angeli» testo di / text by F. Pasini, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Milano, Studio De Ambrogi, dicembre / December 1983), Milano. 1986 «Et in Africa Ego» testo di / text by A. Del Guercio, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Torino, Galleria Franz Paludetto, 1986), Torino.
1990 «Mondino: the sultans» presentazione di / presentation by G. Cortenova, note storiche / historical notes by P. Maltese, catalogo della mostra / exhibition catalogue (New York, Sperone Westwater, 1990), Milano. 1991 A. BONITO OLIVA (a cura di / edited by), «Germanà Mondino» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Graz, Austria Künstlerhaus, Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, 21 marzo / March - 15 aprile / April 1991), Graz. A. VETTESE (a cura di / edited by), «Aldo Mondino» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Como, Pinacoteca Palazzo Volpi, 1991), Brescia. 1992 «Aldo Mondino» presentazione di / presentation by R. Rizziero, Pescara, Rizziero Arte. 1993 A. BONITO OLIVA (a cura di / edited by), «Mondino, antologia critica» in «Giornale della mostra», XLV Biennale di Venezia. 1994 T. TRINI (a cura di / edited by), «Souk» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Milano, Ammiraglio Acton, 1994), Milano. 1995 V. COEN (a cura di / edited by), «Aldo Mondino: particolare» introduzione di /
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1988 «Mondino» testo di / text by O. Calabrese, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Roma, Galleria Cleto Polcina, 1 giugno / June - 10 luglio / July 1988), Roma.
Mondino: il viaggio» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Milano, Galleria Poleschi Arte, ottobre / October 2002), Milano. «Aldo Mondino» presentazione di / presentation by L. Beatrice, testo di / text by A. Mondino, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Chiari, Galleria d’arte L’incontro, 16 marzo / March - 7 aprile / April 2002), Brescia. 2003 M. SCIACCALUGA (a cura di / edited by), «Piccola Aldologia» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Genova, Guidi&Schoen Arte Contemporanea, 2003), Genova. C. SPADONI (a cura di / edited by), «MONDINO ALDOlogica» catalogo della mostra / exhibition catalogue (Ravenna, MAR - Museo d’Arte della città, 16 novembre / November 2003 - 15 febbraio / February 2004), Milano. 2007 V. COEN (a cura di / edited by), «Mappamondino» catalogo della mostra / exhibition catalogue (San Marino, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, 24 giugno / June - 26 agosto / August 2007), Bologna. 2008 «Tauromachia» testo di / text by C. Casali, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Bologna, Galleria de’ Foscherari, 15 marzo / March - 30 aprile / April 2008), Bologna. «Aldo Mondino. Olii su tela, Tappeti e Carte» testo di / text by L. Cherubini, catalogo della mostra / exhibition catalogue (Roma, Galleria Fontanella Borghese, 6 maggio / May - 6 giugno / June 2008), Roma. M. MOJANA (a cura di / edited by), «Racconta ALDO MONDINO» catalogo
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Š fabrizio garghetti per aldo mondino
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piero cavellini aldo mondino. un’esplosione di creatività con le scarpe di vernice aldo mondino. an explosion of creativity with patent leather shoes
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fotografie di paola mattioli per aldo mondino aldobiografia (parte prima) aldobiografia (first part)
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fotografie di fabrizio garghetti per aldo mondino aldobiografia (parte seconda) aldobiografia (second part)
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aldo mondino sessantasettanta
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simona caccia l’ermeneutica mondiniana tra estetica processuale, linguaggio pop e post-produzione the hermeneutics of mondino between process aesthetic, pop language and post-production
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catalogo opere catalogo opere
esposizioni collettive selezionate selected collective exhibitions
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esposizioni personali solo exhibitions
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bibliografia selezionata selected bibliography
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_
project gallery piero cavellini per kanalidarte via alberto mario 38 brescia_italy
_ published in the occasion of the exhibition Aldo Mondino sessantasettanta june 23rd - october 28th 2016
+39 0305311196 info@kanalidarte.com www.kanalidarte.com
_ a special thank for the underlying support to Archivio Aldo Mondino in the person of Mr Antonio Mondino 186
all rights reserved © kanalidarte © archivio garghetti © paola mattioli © fotostudio rapuzzi the pictures contained in this catalogue can’t be used without the photographers written authorization
_ printed by grafiche veneziane _ technical support and setting up bruno benzoni _ acknowledgements fondazione berardelli archivio aldo mondino _ photo credits archivio garghetti paola mattioli fotostudio rapuzzi
_ we apologise if, due to reasons which wholly beyond our control, some of the photo sources haven’t been listed 187
_ exhibition manager afra canali _ art director piero cavellini _ project director stefano crosara _ exhibition manager assistant simona caccia _ text afra canali piero cavellini simona caccia _ designed by ubaldo righi _ esagono cremisi _ translation by richard clark debbie ross _ photographer matteo rapuzzi marco rapuzzi