iged.it n°2/10

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GESTIONE DELLE INFORMAZIONI DIGITALI FOCUS Acquisire dalla carta i dati per automatizzare i processi

APPROFONDIMENTI Tavola Rotonda ad OMAT tra aziende ed esponenti della PA

MERCATO La Fatturazione Elettronica al tempo della “nube”: decolla?

ESPERIENZE Il Progetto Digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana

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Anno XIX Secondo trimestre 2010




EDITORIALE 02-2010 GESTIONE DELL FOCUS Acquisire dalla carta i dati per automatizzare i processi

APPROFONDIMENTI Tavola Rotonda ad OMAT tra aziende ed esponenti della PA

“nube”: decolla?

Il Progetto Digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana

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Anno XIX Secondo trimestre 2010

Editore

ITER srl www.iter.it Direttore Responsabile

Il travagliato percorso del Cad … , e non solo!

Domenico Piazza Direttore Contenuti

Vincenzo Gambetta A questo numero hanno collaborato:

Stefano Allegrezza, Maurizio Arata, Giovanni Calabria, Paolo Catti, Sergio Castellan, Marialuigia Dione, Stefano Foresti, Camillo Lucariello, Daniele Marazzi, Cristiana Piraino, Francesco Pucino, Sergio Resch, Franco Ruggieri, Antonio Toci, Fabio Tommasi Segretaria di Redazione

Petra Invernizzi Redazione

iged.it Via Rovetta, 18 20127 Milano TEL: +39 02.28.31.16.1 FAX: +39 02.28.31.16.66

iged@iter.it www.iter.it/iged.htm 3URJHWWR *UDÀFR

KRXVHJUDÀN LQIR#KRXVHJUDÀN FRP ZZZ KRXVHJUDÀN FRP Stampa

Ingraph Srl Cabiate (CO) Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 157 del 7 marzo 1992. La tiratura di questo numero è di N. 10.000 copie. Pubblicità inferiore al 45%. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare VSHFLÀFKH UHVSRQVDELOLWj SHU HYHQWXDOL involontari errori o inesattezze. Ogni articolo ÀUPDWR HVSULPH HVFOXVLYDPHQWH LO SHQVLHUR GL FKL OR ÀUPD H SHUWDQWR QH LPSHJQD OD responsabilità personale. Le opinioni e più in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta alcuna responsabilità per l’Editore.

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II Governo, il 19 febbraio 2010, ha approvato le modifiche al Codice dell’amministrazione digitale, CAD, proposte dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, sotto forma di schema di Decreto Legislativo. Queste modifiche al Cad, pubblicato cinque anni fa e più volte aggiornato, nelle intenzioni del Ministro vorrebbero segnare il “passaggio” dall’amministrazione novecentesca (fatta di carta e timbri) all’amministrazione del XXI secolo (digitalizzata e sburocratizzata). Il Cad avrebbe dovuto essere la chiave di volta che sorregge il ponte per il “passaggio” appena citato. Speriamo sia così! Innanzi tutto il Cad non ha ancora avuto il “successo” sperato, essendo di fatto poco applicato sia in seno alla pubblica amministrazione sia all’interno del nostro ordinamento giuridico: ciò non si può attribuire solo alla rapidissima evoluzione delle tecnologie che potrebbero aver contribuito a rendere le nuove norme rapidamente obsolete. Come per molte altre norme in materia, occorre svincolarsi al massimo dalle evoluzioni tecnologiche (presenti e future) anche se chi redige queste norme “pensa” di esserne padrone. Poi, trattandosi di materia in forte evoluzione che pochi hanno studiato e ancor meno hanno in qualche modo compreso, sarebbe utile sottoporle a pubblica consultazione con il preciso obiettivo di far tesoro dei suggerimenti di tutti. Il testo di questo nuovo decreto non è mai stato reso pubblico e sta rimbalzando tra i palazzi da dove escono “versioni” carbonare con ipotesi di modifiche, a volte molto sensate, a volte meno, a volte solo strumentali al “palazzo”. Non crediamo sia questo il metodo migliore per “cavalcare” e gestire l’attuale momento di transizione epocale che, in funzione di come sarà affrontato, può offrire enormi vantaggi o… rappresentare una pesante zavorra. Infine è importante che, fatte le norme, qualora si prevedano Regole Tecniche, Norme attuative o quant’altro, che queste vengano emanate al più presto. Nel caso contrario si blocca il mercato, l’evoluzione e l’innovazione che sono i principali obiettivi che si vorrebbero raggiungere. Iged.it - come sempre – è ben lieta di ospitare contributi volti a migliorare l’evoluzione verso il documento digitale. L’editore e la redazione


FOCUS

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PFU: Canale, avanti tutta!

I media giocano un ruolo sempre piĂš importante nel nostro modo di comunicare, come persone e come aziende. I software di Media Management consentono di ridurre gli ostacoli del processo di creazione, pubblicazione

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La presenza di Epson nel mercato italiano degli scanner, iniziata nel segmento FRQVXPHU VL q YLD YLD HVWHVD DQFKH DL settori piĂš propriamente professionali, superando nel 2009 il 10% di quota di mercato

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Lettura ottica Metodologie di validazione e correzione dei dati

Professore a contratto di Informatica e sistemi di elaborazione delle informazioni presso O¡8QLYHUVLWj GHJOL 6WXGL GL Macerata Articolo a pagina 24

APPROFONDIMENTI

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Un approfondimento, molto comprensibile, su di un formato sempre piĂš utilizzato che da standard de jure sta diventando standard de facto, specialmente in tema di conservazione digitale

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Il Servizio Sanitario elettronico on demand e point and click: il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)

Il Progetto Digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana 8QD JUDQGH VĂ€GD GHOOD 6DQWD 6HGH H della Biblioteca Apostolica Vaticana QHOO¡HUD GLJLWDOH

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Per Zegna il 60% dei capospalla, il 20% delle camicie e il 50% delle cravatte sono “interoperabiliâ€? con eBIZ $OO¡8QLRQH ,QGXVWULDOL GL %LHOOD SULPD tappa di un road-show europeo dedicato DL EHQHĂ€FL GHOO¡LQWHURSHUDELOLWj =HJQD H Piacenza hanno presentato i risultati del loro pilot-test europeo

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Un processo di Fatturazione Elettronica in Outsourcing

MERCATO

%UHYH UHVRFRQWR GHOO¡HYHQWR GHGLFDWR alla gestione elettronica di documenti e informazioni tenutosi in marzo

Il mercato dell’Enterprise Content Management secondo Emc

Responsabile Ricerca Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, School of Management Politecnico di Milano Articolo a pagina 46

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'DWL SHU QRWL Ă€QDOLWj H OLPLWL QHOOD creazione, gestione ed accesso a Cartelle Cliniche, Dossier Sanitari e Fascicoli Sanitari Elettronici, può un privato raccogliere i dati che si prevede siano in HVVL FRQWHQXWL DL Ă€QH GL WHQHUH VRWWR FRQtrollo la propria storia sanitaria?

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PAOLO CATTI

Quando le tecnologie di HQWHUSULVH Ă€OH VHUYLQJ VL IDQQR “smartâ€?

ESPERIENZE

/H 6SHFLĂ€FKH WHFQLFKH 81,1)2 HG ETSI

Regional Country Manager della divisione Information Intelligence Group (IIG), Emc Articolo a pagina 38

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Conservazione digitale

MICHELE MANTOVANI

, SULQFLSDOL ULVXOWDWL GHOO¡2VVHUYDWRULR Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano confermano JUDQGL RSSRUWXQLWj SHU OH D]LHQGH H LQWHUHVVDQWL WUHQG GL FUHVFLWD 1RQ PDQFDQR WXWWDYLD OH EDUULHUH DOO¡DGR]LRQH  spesso, però, non pienamente motivate.

,QVLHPH SHU UDJJLXQJHUH O¡DOED

La conservazione a lungo termine dei documenti con il formato PDF/A FABIO TOMMASI

La Fatturazione Elettronica al tempo della “nube�: decolla?

IBM presenta una nuova generazione GL VROX]LRQL DG HOHYDWD VFDODELOLWj SHU OD FRQGLYLVLRQH LQ PRGDOLWj FORXG GL JUDQGL TXDQWLWj GL LQIRUPD]LRQL

Tavola Rotonda di Apertura ad OMAT

Avvocato, specializzato in diritto delle nuove tecnologie, titolare dello Studio Legale Tommasi Articolo a pagina 34

Un’analisi ragionata dei media

Continuano i momenti di incontro e scambio di esperienze tra gli attori GHO FDQDOH 3)8 )XMLWVX LO Ă€QH q UHQGHUH VHPSUH SL HIĂ€FDFH O¡RIIHUWD GL DSSOLFD]LRQL LO FXL FXRUH q OR VFDQQHU H soddisfare il Cliente

Gli scanner professionali secondo Epson

STEFANO ALLEGREZZA

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Il punto di vista di una delle aziende leader del settore sulla situazione attuale e sulle possibili evoluzioni di questo mercato, in continua crescita a dispetto GHOO¡DWWXDOH FULVL HFRQRPLFD PRQGLDOH

Il caso di Iveco Finanziaria SpA EVENTI

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Omat Milano 2010, un pieno d’energia per il business

DALLE AZIENDE

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Dall’intuizione alla svolta! “KLAUSâ€? da dieci anni una garanzia nel FDPSR GHOO¡DUFKLYLD]LRQH RWWLFD GRFXmentale e della conservazione sostitutiva

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Un’eccellenza tutta italiana SIAV cresce, adotta strategie commerciali adeguate ai tempi e al mercato allarJDQGR DQFKH L SURSUL LQWHUHVVL DOO¡HVWHUR

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FOCUS

PFU: Canale, avanti tutta! Continuano i momenti di incontro e scambio di esperienze tra gli attori del canale PFU (Fujitsu); il fine è rendere sempre piĂš efficace l’offerta di applicazioni il cui cuore è lo scanner e soddisfare il Cliente LA REDAZIONE

Dopo l’EMEA Imaging Channel Conference, tenutasi a febbraio 2008 a Dubai, e la seconda edizione che ha avuto luogo, esattamente un anno dopo, a Marrakech, quest’anno l’evento si e tenuto a metĂ aprile a Praga. Questa Conferenza segue a breve il cambio di ragione sociale di Fujitsu Europe Limited in PFU Imaging Solutions Europe Limited. (PFU Limited è societĂ consociata di Fujitsu, fondata in Giappone nel 1960, che ha prodotto, per oltre 20 anni, gli scanner commercializzati da Fujitsu); la variazione di ragione sociale è da vedersi non solo come una semplice operazione di facciata, ma come un cambiamento strategico nel modo di condurre il business da un lato e di avvicinare le esigenze del mercato alle risorse produttive dall’altro. Questi eventi sono la conseguenza della strategia di PFU Imaging Solutions di effettuare le proprie attivitĂ di vendita esclusivamente tramite il canale indiretto costituito da Partner TXDOLĂ€FDWL 6WUDWHJLD FKH 0LNH 1HOVRQ General Manager Sales Operations EMEA di PFU Imaging Solutions Europe Limited ha voluto ribadire in apertura riaffermando, se mai ce ne fosse bisogno, la volontĂ di raggiungere il successo sul mercato attraverso la Partnership. Come ormai tradizione la conferenza ha l’obiettivo di consolidare la comunitĂ dei partner e degli operatori del mercato EMEA dell’Imaging e di promuovere rapporti tra le aziende presenti, inclusi produttori, distributoUL ULYHQGLWRUL H XWHQWL Ă€QDOL DWWLYL QHO comparto. Durante la conferenza si è voluta cogliere l’occasione per premiare Partner specializzati e progetti

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(realizzati nel corso del 2009) di alto SURĂ€OR LQ PDJJLRU GHWWDJOLR 0LJOLRUH 6SHFLDOLVW 3DUWQHU Indra (Spagna) 3DUWQHU SL LQQRYDWLYR (/2 'LJLWDO 2IĂ€FH *PE+ (Germania) 0LJOLRU SDUWQHU $ORV *PE+ (Germania), Gruppo B.D.F. SPA (Italia), Eskom (Polonia), 1RUWKJDWH (Regno Unito), InformĂĄtica El Corte InglĂŠs (Spagna), Integrated Solutions for Business (Arabia Saudita) H $O 1DZDVL *HQHUDO 7UDGLQJ &R (Kuwait)

3ULQFLSDOH 3URJHWWR 6LQJROR Beta Systems ECM Solutions (Germania), Plug-in S.r.l. (Italia), Ramec (Russia), Americana Computer Systems (UAE), Procedo (Belgio) H 1RWDUQHW (Spagna) 3UHPLR 6SHFLDOH -DLGDK 7HFKQRORJ\ (Qatar). +DQQR SUHVR SDUWH D TXHVWR HYHQWR circa 220 rappresentanti di aziende partner provenienti da 38 paesi (Arabia Saudita, Austria, Bahrein, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giordania, Gran Bretagna, *UHFLD ,VUDHOH ,WDOLD .XZDLW /LEDQR


Tabella 1 – Elenco dei dodici Rappresentanti dei Partner Italiani presenti all’evento

Lussemburgo, Marocco, Nigeria, Olanda, Oman, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria), 39 rappresentanti dei 15 sponsor e 15 giornalisti provenienti da 7 paesi. Alberto Carrai, International Business Development di ABLEtech Srl - uno dei due Sponsor italiani dell’evento, ha cosĂŹ commentato la propria partecipazione: “Dopo Marrakech anche quest’anno ABLE Tech ha deciso di sponsorizzare l’International Channel Conference di Praga, l’evento annuale che Fujitsu organizza per il proprio canale. Questo è uno dei tasselli che compongono la strategia di internazionalizzazione di ABLETech, azienda produttrice di ARXivar, un sistema di gestione documentale e di Business Process Management. Per noi è importante partecipare per confrontarci con realtĂ estere e per avere un contatto diretto con nostri potenziali Business Partner. Il confronto ci serve per meglio valutare il nostro reale posizionamento nel mercato: un evento come quello di Fujitsu ci permette di capire chi sono i nostri concorrenti e dove stanno andando. Avendo deciso di ampliare il nostro mercato all’estero, un evento come questo è utile, anche, per entrare in contatto con realtĂ che operano nel campo della gestione documentale. Ovviamente molti sono nostri concorrenti, o giĂ usano soluzioni diverse, ma esiste sempre un percentuale di partecipanti che si interessano alle soluzioni che sono presentate dagli sponsor.

Iuri Ambroggi Ferdinando Auletta Marco Barbaglia Roberto Biagini Alberto Carrai Lorenzo De Pietri Marco Di Giampietro Veronica Farnararo Benedetto Renelli Roberto Rocchi Antonio Pigati Claudio Vigasio

Quest’anno abbiamo registrato un aumento dell’interesse rispetto alla passata stagione. I motivi secondo noi sono dovuti ad una nostra maggiore esperienza nella gestione dell’evento, ad un prodotto piĂš maturo, e anche alla location e al tempo. L’organizzazione è stata ottima e l’evento è sicuramente riuscito. Se vogliamo trovare un difetto, l’unica pecca che abbiamo registrato è la mancanza di interesse da parte della stampa estera nelle soluzioni che venivano esposte dagli sponsorâ€?. Anche l’altro Sponsor Italiano, I.T.H.A., nella persona del Managing Director, Marco Di Giampietro, valuta positivamente l’esperienza: “L’evento di Praga è stata una grande opportunitĂ in quanto abbiamo dato visibilitĂ della nostra soluzione a varie aziende di tutto il mondo. Riteniamo che la partecipazione all’evento sia stata molto vantaggiosa in quanto, se si dispone di una soluzione a valenza globale ed internazionale, si ha la concreta possibilitĂ di estendere il proprio mercato. Per me è stata, quindi, una grande opportunitĂ e lo sarĂ anche in futuro con eventuali nuove applicazioni da presentare. Ăˆ per questo che si deve ringraziare Fujitsu che mette a disposizione il suo portafoglio clienti perchĂŠ si possano creare cooperazioni commerciali e produttiveâ€?. La Conferenza è stata utile anche a fare il punto sul processo di dematerializzazione e sul mercato degli scanner. Fino a pochi anni fa (2005 circa), se ci si riferiva agli scanner impiegati nel modo aziendale ci si riferiva a quelli detti “professionaliâ€?.

Gruppo BDF (Milano) ENERJ srl (Verona) PRB (Milano) Plug- In (Milano) Abletech srl (Montichiari) SNT Technologies SpA (Carpi) ITHA (Giulianova) Forseco S.r.l. (Bologna) BREMP (Roma) Starwood Hotels (Roma) KOFAX( Roma) ABLEtech srl (Montichiari)

Il diffondersi delle esigenze di dematerializzazione (gestione e conservazione di documenti in formato digitale, alimentazione dei processi con i dati contenuti nei documenti cartacei) e la disponibilitĂ di tecnologie sempre piĂš DIĂ€GDELOL H VHPSOLFL GD XWLOL]]DUH D FRVWL decrescenti, hanno portato il momento di acquisizione del documento in formato digitale sempre piĂš vicino al luogo dove lo stesso perviene in azienda, amministrazione o ente che sia. Questo fenomeno di decentralizzazione capillare del processo di acquisizioQH VL ULĂ HWWH GD DOPHQR GXH R WUH DQQL DQFKH VXOOD FODVVLĂ€FD]LRQH GHJOL VFDQQHU che deve tener conto non solo delle nuove caratteristiche di prestazione e di costo e prevedere anche un nuovo segmento di scanner: gli scanner “Personaliâ€? pensati e progettati per poter essere impiegati in modo sempre piĂš diffuso nel tessuto organizzativo. ,Q 7DEHOOD DO Ă€QH GL XQLIRUPLWj GL intendimento, è riportata la classiĂ€FD]LRQH IRQGDWD VXL SDUDPHWUL GL velocità – pagine al minuto - e costo) degli scanner adottata da InfoSource nel 2007 e comunemente accettata dal mercato. Sulla base delle valutazioni di IDC e InfoTrends possiamo stimare il mercato EMEA degli scanner (impiegati in attivitĂ di business) in un 31% circa del mercato mondiale, contro un 45% circa del mercato USA. Altra differenza macroscopica, che dato il peso del mercato americano si ripercuote anche sulle caratteristiche della suddivisione per segmenti di mercato a livello mondiale, è il maggiore iged.it 02.2010

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Tabella 2

Segmento di mercato Personal Workgroup Departmental Low Volume Production Mid Volume Production High Volume Production

peso delle spedizioni degli scanner ai due estremi (Personal a svantaggio dei Workgroup e High Volume) nel mercato americano nei confronti di quello europeo. Questo è, sicuramente un indice della maggior penetrazione nel mercato USA dei processi di dematerializzazione della carta vuoi D OLYHOOR EDFN RIĂ€FH +LJK 9ROXPH vuoi come tendenza alla decentralizzazione dell’acquisizione elettronica delle informazione spingendosi a catturarle lĂ dove “compaionoâ€? nell’organizzazione. Per quanto riguarda l’intera Europa (Est inclusa) le unitĂ spedite nel 2009 si valuta siano poco meno di 300.000, per oltre un 27% del mercato mondiale. Si stima, inoltre, che il 2009 rappresenti il punto piĂš basso da dove far partire la crescita del mercato per arrivare al 2014 a raddoppiare le spedizioni, ciò corrisponde ad un tasso medio di crescita composto di oltre il 14% con un parallelo incremento dei fatturati valutabile in poco meno dell’8%. Questa apparente discrepanza tra l’aumento di volumi e quello dei fatturati è principalmente dovuta a due fattori concomitanti: un tasso di crescita a due cifre delle unitĂ spedite nei segmenti piĂš bassi del mercato (che maggiormente contribuiscono ai fatturati)1 accompagnato da una diminuzione, sia pure ad un tasso di entitĂ inferiore, delle spedizioni dei rimanenti segmenti (Medium e High Volume); la costante diminuzione del rapporto prezzo/prestazioni degli scanner che si affacceranno sul mercato, come ha autorevolmente sottolineato anche Robert Young, Manager Business Development EMEA – PFU Imaging Solutions

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VelocitĂ (ppm) da 8 a 15 da 16 a 30 da 31 a 50 da 51 a 75 da 65 a 100 100 e oltre

Europe Limited , durante i lavori della Fujitsu Imaging Conference 2010. Sempre con riferimento al mercato Europeo (come si vedrĂ il mercato italiano non è sostanzialmente diverso anche se i numeri di unitĂ vendute, essendo di un ordine di grandezza inferiore rispetto all’Europa, quando si scende in maggiori dettagli risente di eventi e situazioni contingenti) sono cinque i fornitori che rappresentano il 97% circa del mercato: Canon, Epson, Fujitsu, HP e Kodak, con Fujitsu che nel 2009 ha spedito da sola il 37/38% delle unitĂ . Gli altri 10/11 fornitori singolarmente hanno spedito da poche unitĂ al corrispondente di poco meno del 1,5%. Per quanto concerne la presenza sul mercato c’è da sottolineare che Kodak è l’unica a coprire tutti i segmenti, mentre Fujitsu e Canon non coprono il segmento High Volume; HP non è presente nei segmenti Production ed Epson è presente solo nei due segmenti Workgroup e Departmental. Robert Youg ha sottolineato che HP ed Epson, assieme a Canon, rappresentano i loro piĂš forti concorrenti nei tre segmenti piĂš bassi (che sono, appunto, quelli che maggiormente contribuiscono ai fatturati). Il mercato Italiano, nel 2009, ha visto spedire circa 39.000 unitĂ per un fatturato di oltre 40 Milioni di Euro, FRQ XQ D FUHVFLWD SUHYLVWD Ă€QR DO secondo un tasso medio composto di poco meno del 14% (in volumi) e di oltre il 6% (in fatturato). Le quote di mercato dei fornitori sono praticamente analoghe a quelle europee con Fujitsu leader di mercato sia per quanto concerne i volumi sia i

Prezzi (k$) >0,750 da 0,750 a 1,499 da 1,5 a 3,999 da 4 a 9,999 da 10 a 35 35 e oltre

fatturati con percentuali dell’ordine del 33/37%. Altra evidenza che emerge dall’analisi dei dati sul mercato italiano è il par]LDOH PD VLJQLĂ€FDWLYR UHFXSHUR GHO fatturato nel 2009 rispetto all’anno “terribileâ€? 2008, accompagnato da una crescita seppur modesta dei volumi (circa 4%). La diminuzione del fatturato nel 2008 è stata la conseguenza di un drastico calo nelle vendite nei segmenti Personal e Workgroup, questi ultimi nel VRQR FUHVFLXWL VLJQLĂ€FDWLYDPHQWH contribuendo a ribilanciare il fatturato, mentre i Personal hanno accusato un nuovo calo. Questo andamento ha portato ad una situazione che vede i Personal scendere sotto i Workgroup come quantitĂ spedite, situazione che si prevede permanga tale almeno per i prossimi due anni, per poi tornare ad una situazione di paritĂ . Questo andamento è ancor piĂš marcato in Europa e può rappresentare un segnale di una tendenza a non considerare ancora lo scanner come una “commodityâ€? sulla scrivania di ogni impiegato, ma, pur proseguendo nel processo di decentralizzazione nella conversione della carta in digitale, a preferire ancora scanner di maggiori dimensioni. Robert Young attribuisce questo fenomeno anche al fatto che il mercato degli scanner che si sta considerando è formato non tanto da individui quanto da aziende/organizzazioni che attivano progetti di dematerializzazione al Ă€QH GL UHQGHUH SL HIĂ€FLHQWL L SURFHVVL Durante i lavori Robert Young ha fatto il punto sugli sviluppi del mercato degli scanner in EMEA dove la sua



azienda, dal 2006 al 2008, è risultata in crescita in unità spedite, seguendo un tasso medio di crescita composto del 37% circa. La crescita del 2009 può esVHUH FRQVLGHUDWD à DW /¡,WDOLD GDO FDQWR suo, ci risulta aver segnato una crescita superiore al 12% in unità che, tradotto in fatturato, rappresenta oltre un terzo del mercato nazionale.

Figura 1 – Stima mondiale, in unità spedite, del mercato degli scanner nel 2009 (Fonte IDC)

Figura 2 – Consuntivi EMEA, in unità spedite, del mercato degli scanner nel 2009 (Fonte InfoTrends)

Figura 3 – Unità spedite in Europa (dal 2010 previsioni) (Elaborazione su dati InfoSource)

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Per quanto concerne lo sviluppo dei prodotti, come ha fatto rilevare Klaus Schulz, Manager Product Marketing (0($ ² 3)8 ,PDJLQJ 6ROXWLRQV (Xrope Limited, nel segmento di Produzione durante il corso del 2010 si vedrĂ OD Ă€QH GHOOD SURGX]LRQH GHO Ă€ & PHQWUH LO Ă€ & SRWHQ]LHUj VLD OD velocitĂ sia le funzionalitĂ . Dando uno sguardo al segmento Desktop, il 2010 potrebbe portarci un nuovo modello in sostituzione del Ă€ & PHQWUH SHU YHGHUH LO ULQQRYR GHOO¡LQWHUD JDPPD GHO VHJPHQWR VL dovrĂ attendere, molto probabilmente, il prossimo anno. Anche nel segmento dei prestigiosi ScanSnap, dopo lo scanner S1300, a parte evoluzioni di minor impatto, bisognerĂ attendere il 2011 SHU O¡LQWURGX]LRQH VXO PHUFDWR GL XQD nuova serie. La digitalizzazione delle informazioni che circolano in azienda, e tra aziende, q FHUWDPHQWH XQ SURFHVVR LQ Ă€HUL PD ancora molte (troppe) sono le informazioni veicolate con il supporto della carta. La Tabella 3 riporta alcuni dati proposti dagli oratori nel corso della &RQIHUHQ]D FKH FRQVHQWRQR GL IDUVL XQ¡LGHD GHL YDQWDJJL RWWHQLELOL FRQ OD digitalizzazione della “cartaâ€?. Oggi per gestire e attivare automaticamente i processi aziendali si deve, pertanto, acquisire ed interpretare il contenuto dei documenti cartacei. /¡DFTXLVL]LRQH LQ GLJLWDOH GL SHU VH QRQ LQGXFH YDQWDJJL VLJQLĂ€FDWLYL LO JURVVR dei risparmi sono conseguenza della possibilitĂ di elaborare direttamente le informazioni estraibili dai documenti GLJLWDOL]]DWL H IDUOH Ă XLUH QHL SURFHVVL aziendali, nonchĂŠ il fatto che tali documenti possono essere memorizzati e conservati in forma elettronica, visualizzati, protetti ed essere duplicati/ replicati. 8QD UHFHQWH ULFHUFD $,,0 KD PRVWUD-


Figura 4 – Andamento del mercato degli scanner in Italia. Dal 2010 sono previsioni (Elaborazione su dati InfoSuorce)

Figura 5 – L’offerta degli scanner Fujitsu

Figura 6 – Il percorso dell’evoluzione tecnologica degli scanner Fujitsu

to che l’acquisizione dei documenti tramite scanner, se questa operazione è, appunto, pensata come azione speFLĂ€FD DO Ă€QH GL PLJOLRUDUH XQ SURFHVVR può abbattere i costi in un tempo relativamente breve causando un ritorno GHJOL LQYHVWLPHQWL LQ XQ WHPSR VSHVVR inferiore ai 12 mesi. 4XHVWD VWHVVD LQGDJLQH KD DQFKH HYLGHQ]LDWR FKH PROWH RUJDQL]]D]LRQL hanno effettuato investimenti nelle WHFQRORJLH GL DFTXLVL]LRQH PD VWDQQR JHVWHQGR VROR XQD SLFFROD SDUWH GHL documenti e dei moduli che sarebbe YDQWDJJLRVR DFTXLVLUH LQ GLJLWDOH ,O PHUFDWR GHJOL VFDQQHU YHGH GXQTXH XQD HVSDQVLRQH VLJQLĂ€FDWLYD DOPHQR per i prossimi dieci anni. Particolarmente interessante è stato O¡LQWHUYHQWR GL 'RXJODV 5XGROSK *HQHUDO 0DQDJHU ² 0DUNHWLQJ GL 3)8 ,PDJLQJ 6ROXWLRQV (XURSH /LPLWHG (JOL KD LQIDWWL ULPDUFDWR LO IDWWR FKH LO PHUFDWR (&0 (QWHUSULVH &RQWHQW 0DQDJHPHQW LQJORED OH WHFQRORJLH GHOOD JHVWLRQH GHL FRQWHQXWL GHOOD FDWWXUD GLJLWDOH GHL GRFXPHQWL H GHOOH informazioni in essi contenuti, del ZRUNĂ RZ PDQDJHPHQW H O¡KDUGZDUH connesso. *OL VFDQQHU UDSSUHVHQWDQR SHU FKL RIIUH VROX]LRQL (&0 VROR XQ GHOO¡LQWHUD RIIHUWD +DUGZDUH 6RIWZDUH 6HUYL]L SURIHVVLRQDOL I Partner per fare business relativaPHQWH DJOL VFDQQHU GHYRQR SHUWDQWR poter contare su di un’offerta di qualitĂ TXDOLWj GHOO¡LPPDJLQH H IDFLOLWj G¡XVR DIĂ€GDELOH FRQWLQXLWj GL IXQ]LRQDPHQWR FKH FRQVHQWH DL 3DUWQHU HG DL &OLHQWL GL FRQFHQWUDUVL VXOOH DSSOLFD]LRQL H FRQ XQ VXSSRUWR HIĂ€FDFH SUHVHQ]D GHJOL VSHFLDOLVWL 3)8 QHL PRPHQWL FULWLFL GL XQ SURJHWWR FKH FRQVHQWH GL ULGXUUH LO 7&2 GHOO¡LPSLHJR GHJOL VFDQQHU H UHQGHUH SL SURGXWWLYR O¡LQWHUR SURFHVVR *OL VFDQQHU )XMLWVX KDQQR SRL DOWUH caratteristiche da non trascurare: compattezza, facilitĂ di acquisizione a livello scrivania, facili da imparare ad operare e mantenere, e ampia scelta per individuare lo scanner piĂš adatto DOOD VSHFLĂ€FD DSSOLFD]LRQH /¡HYROX]LRQH GHL SURGRWWL )XMLWVX H OH VXH DWWXDOL VSHFLĂ€FLWj VRQR D GLPRVWUDre quanto affermato. ,Q FRQFOXVLRQH XQ XOWLPR VJXDUGR D casa nostra. iged.it 02.2010

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Recentemente abbiamo avuto l’opportunitĂ di scambiare qualche opinione sulla presenza di PFU Imaging Solutions in Italia con Massimiliano Grippaldi e Lorenzo Todeschini, rispettivamente Partner Manager e Direttore Vendite. Si riporta di seguito, sotto forma di domanda e risposta il risultato della conversazione. D: Dopo un anno, il 2009, che posVLDPR GHĂ€QLUH EXRQR LQ TXDQWR GL sostanziale tenuta, cosa si può dire di questo primo quadrimestre, in particolare in Itala? R: La situazione del 2010 appare decisamente migliore di quella dell’anno precedente, evidenziando un tasso di crescita deciso rispetto al periodo precedente in cui la crisi era piĂš marcata ed anche il nostro settore ne aveva risentito. D: Come si stanno muovendo i paesi (Cipro, Egitto, Grecia, Israele, Malta, Turchia ) di competenza di PFU Imaging Solutions Italia? R: I paesi seguiti dall’Italia si confermano principalmente come Paesi emergenti in cui il tasso d’investimento da parte del settore pubblico, bancario e delle telecomunicazioni è decisamente alto. Sono Paesi in cui il business si sviluppa soprattutto tramite progetti di media H JUDQGH SRUWDWD Ă€QDOL]]DWL DG DXWRPDWL]]DUH una determinata organizzazione/ente e tutte le sue diramazioni locali. D:Quali sono, se esistono, le peculiaritĂ del canale in Italia? R: Le peculiaritĂ dell’Italia sono date dalla presenza di un tessuto di canale piuttosto articolato composto da Value Added Distributor, Broadline Distributor, Partner a valore agJLXQWR H XQ FHQWLQDLR GL 5HVHOOHU FHUWLĂ€FDWL FRQ cui collaboriamo attivamente per sviluppare business e cultura sul documentale. Questo canale serve un mercato che rispetto ad altri Paesi deve tenere conto di un numero di micro imprese molto alto e di un orientamento verso i prodotti di fascia piĂš bassa piĂš marcato rispetto a quello di altri Paesi. D: Quali i prodotti di punta del vostro portafoglio e perchĂŠ? R: 3URGRWWR GL SXQWD LQ DVVROXWR q LO Ă€ (il modello piĂš venduto e versatile), progettato SHU RSHUDUH FRQ YROXPL GL ² pagine/giorno ed in grado di reggere picchi di 100 – 500 pagine/ora. Importante è, anche, ricordare la soluzione ScanSnap che si rivolge agli utenti che vogliono

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Tabella 3 – La tabella si riferisce a documenti cartacei

Tempo impiegato annualmente dai “professionalâ€? per rivedere e girare documenti Costo del personale per archiviare un documento Percentuale dei documenti non archiviati correttamente Costo del personale per trovare un documento non archiviato correttamente Tempo impiegato annualmente dai “professionalâ€? per cercare documenti non archiviati correttamente Costo di un documento archiviato Costo orientativo per conservare un documento al di fuori dell’azienda Costo orientativo per recuperare un documento al di fuori dell’azienda Costo del personale per accedere ad un documento conservato Percentuale dei documenti che si perdono Costo per ricreare un documento andato perso Tempo impiegato dai “professionalâ€? per ricercare documenti di cui necessitano Numero di volte che un documento viene fotocopiato Numero di copie di un documento originale presenti in una organizzazione Tempo impiegato per creare e spedire 3 pagine di fax Costo per la spedizione di un pacchetto di documenti Incremento dello spazio degli ufďŹ ci a seguito della crescita dei documenti da conservare nel 2008 Numero di documenti di business presenti in Europa Crescita annuale del numero di documenti di business in Europa

Kofax

EMC2

PFU 500 ore

Oracle

$ 20

â‚Ź32

â‚Ź15

â‚Ź15

20% $ 120

â‚Ź170

â‚Ź90

â‚Ź90

150 ore

â‚Ź1,40 â‚Ź1 â‚Ź5 7â‚Ź 5% $ 220

25 Ore

5% â‚Ź185

25 ≈ 135â‚Ź

50%

9 19

7 minuti $ 8-15

â‚Ź6-11

18%

18%

3x1018 8-22%


Alcune caratteristiche distintive Scanner Fujitsu Duplex CCD - La maggior parte degli scanner Fujitsu sono dotati di due Ottiche CCD che permettono di acquisire entrambi i lati di un documento fronte/retro in un unico passaggio. Oltre alla maggiore rapiditĂ di scansione, questa caratteristica consente una messa a fuoco dell’ immagine sempre ottimale a diverse profonditĂ di campo. Intelligent multifeed mode - Ăˆ la possibilitĂ di trattare documenti di differenti tipologie e spessore; grazie a questa funzione è possibile acquisire documenti come buste, con foto attaccate o post it, ed evitare cosi blocchi dovuti al controllo del doppio pescaggio.

un prodotto compatto, veloce e molto semplice da utilizzare che, con la semplice pressione di un tasto, archivia automaticamente i docuPHQWL VRWWR IRUPD GL Ă€OH SGI HG q FRUUHGDWR GD una ricca dotazione software per la gestione di WXWWL L GRFXPHQWL LQ DPELWR 2IĂ€FH 9DOH LQROWUH OD SHQD LQĂ€QH GL ULFRUGDUH FKH gli scanner Fujitsu appartenenti alla categoria Low Volume Production (tipicamente i PRGHOOL Ă€ KDQQR YLVWR FUHVFHUH di molto la loro penetrazione sul mercato GXUDQWH O¡XOWLPR DQQR NOTE 1

Un’idea del peso dei fatturati (chiaramente diverso da mercato a mercato in funzione del tipo di unitĂ spedite) la si può avere dalle seguenti percentuali che rappresentano, sia pur in modo approssimato, il peso dei segmenti di mercato in Europa relativamente al 2009: Personal 13%; Workgroup 33%; Departmental 17%; Low Volume 17%; Mid Volume 16%; High Volume 9%.

Licenza VRS professional per i modelli FI-series. Il software VRS Professional in dotazione sugli scanner Fujitsu può essere utilizzato per aggiungere ulteriori funzioni di ottimizzazione dell’immagine nel processo di acquisizione, come il rilevamento intelligente dell’orientamento del contenuto, la saturazione dello sfondo e altri strumenti di ottimizzazione automatici. Software ScandAll Pro in dotazione gratuita a tutti gli scanner della serie â€œďŹ â€?. Oltre alle funzioni essenziali, questo software consente di connettere lo scanner a Microsoft OfďŹ ce SharePoint Server (MOSS) per un’agevole condivisione dei documenti digitalizzati e la gestione della loro visualizzazione. ScandAll Pro supporta la funzione di separazione dei lavori con codici patch. Questa funzione consente di suddividere lotti di documenti acquisiti in unitĂ predeterminate, salvandole in cartelle separate senza interruzioni. Sono supportati sia il formato PDF sia il formato TIFF (multipagina), tanto per citare due formati comunemente utilizzati. ScandAll Pro supporta, inďŹ ne, l’uso di fogli dotati di codici a barre prestampati. La funzione di separazione dei lavori suddividerĂ le pagine dei documenti acquisiti in unitĂ predeterminate, salvandole in cartelle separate. Per i nomi delle cartelle e dei ďŹ le possono essere utilizzati sia il contatore di documenti sia le stringhe ricavate dal riconoscimento dei codici a barre. Sigillatura del gruppo ottico - Grazie ad opportuni test in ambienti appositamente creati, sono state eseguite delle sigillature minuziose dei gruppi ottici degli scanner evitando cosi le inďŹ ltrazioni di residui di carta e polvere all’interno.

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FOCUS

Gli scanner professionali secondo Epson La presenza di Epson nel mercato italiano degli scanner, iniziata nel segmento consumer, si è via via estesa anche ai settori piÚ propriamente professionali, superando nel 2009 il 10% di quota di mercato

FLAVIO ATTRAMINI Office Products Business Manager di Epson Italia

CAMILLO LUCARIELLO

Il mercato dei sistemi di digitalizzazione dei documenti e delle immagini stampate, meglio noti come scanner, è RJJL SDUWLFRODUPHQWH VRWWR L ULĂ HWWRUL D causa dell’importanza di questi dispositivi nella realizzazione dei processi di gestione elettronica dei documenti e della conseguente ottimizzazione dei Ă XVVL GL ODYRUR (IĂ€FLHQ]D RWWLPL]]D]LRQH SURFHVVL tutti termini ben noti a chi si occupi di temi legati all’It (Information technoORJ\ LQ TXHVWR SHULRGR $QFKH (SVRQ uno dei protagonisti del mercato, ha ovviamente elaborato una strategia di attacco in un settore cosĂŹ vitale per lo VYLOXSSR GHO QRVWUR 3DHVH /¡$]LHQGD concentratasi inizialmente sul segmento degli scanner per uso personale, negli ultimi anni ha spinto in modo particolare sul settore professionale; ciĂ ha portato Epson a conquistare rapidamente fette importanti del merFDWR LWDOLDQR Ă€QR D UDJJLXQJHUH QHO TXRWD $EELDPR LQFRQWUDWR )ODYLR $WWUDPLQL

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2IĂ€FH 3URGXFWV %XVLQHVV 0DQDJHU GL Epson Italia, per capire come si sta PXRYHQGR O¡$]LHQGD H TXDOL VWUDWHJLH ha in serbo per il prossimo futuro nel QRVWUR 3DHVH IGED: Epson opera nel mercato italiano degli scanner professionali per documenti nei segmenti Desktop e Departmental, con una presenza (in unitĂ ) crescente negli anni; da poco meno di un 6% nel 2007 a quasi il QHO Ă€QR D VXSHUDUH LO nel 2009 che, peraltro, equivale a una crescita anno su anno di oltre il 608% e corrisponde a una quota superiore DOO¡ GHO IDWWXUDWR QD]LRQDOH Insieme al segmento Personal i due segmenti citati sono i maggiori contriEXWRUL DO IDWWXUDWR GHO VHWWRUH 3HQVDWH di affrontare in modo deciso l’intero settore degli scanner professionali? Come? ATTRAMINI: Le piĂš recenti previsioni indicavano il mercato degli scanner come un mercato in contrazione, un fenomeno che era la

conseguenza, secondo gli analisti, della crescita e diffusione dei multifunzione: piĂš compatti, SUDWLFL HIĂ€FLHQWL ,Q UHDOWj QRQRVWDQWH OD innegabile crescita del segmento dei multifunzione, il mercato degli scanner è rimasto nel complesso abbastanza stabile sino a mostrare una crescita soprattutto nei segmenti a valore, FRPH QHOOH DSSOLFD]LRQL EXVLQHVV Epson ha cominciato a essere presente nel mercato degli scanner soprattutto con prodotti “personalâ€?, in particolare dedicati al segmento IRWRJUDĂ€FR GRYH OD TXDOLWj GHOOD VFDQVLRQH H OH caratteristiche di “imaging managementâ€? sono VHPSUH VWDWH LO QRVWUR SXQWR GL IRU]D 'L UHcente siamo entrati nel segmento business, dove in poco tempo siamo diventati uno dei marchi GL SXQWD DFTXLVHQGR QHJOL XOWLPL DQQL XQD SRVL]LRQH GL OHDGHUVKLS QHO VHJPHQWR $ /D QRVWUD DWWXDOH VWUDWHJLD D]LHQGDOH q TXHOOD GL focalizzarci sul segmento del formato A4 che, anche in virtĂš della crescente spinta verso la gestione documentale, promette di avere ampi VSD]L GL FUHVFLWD ,Q XQD SULPD IDVH DEELDPR VYLOXSSDWR SURGRWti come Epson Gt-2500 ed Epson Gt-1500, JLj FDUDWWHUL]]DWL GD HOHYDWH SUHVWD]LRQL LQ


termini di velocitĂ e facilitĂ di utilizzo grazie ai software a corredo. In una seconda fase, lo scorso anno, abbiamo lanciato prodotti “sheet feederâ€? come Epson Gts50 ed Epson *W V DIĂ€GDELOL HG HFRQRPLFL FDSDFL GL gestire in tempi rapidi e ad altissima qualitĂ i documenti aziendali, anche in rete. IGED: Quanto incidono gli scanner sul vostro fatturato complessivo? ATTRAMINI: Se facciamo riferimento solo al dispositivo di scansione, il mercato degli scanner puro pesa per circa il 5% sul nostro fatturato. La percentuale si alza in maniera VLJQLĂ€FDWLYD VH SUHQGLDPR LQ FRQVLGHUD]LRQH OD funzione di acquisizione e includiamo anche i multifunzione.

Pensiamo infatti che, in una realtĂ come quella italiana, la vicinanza, anche dal punto di vista territoriale, al cliente sia un elemento necessario, capace di dare e mantenere alto il valore del servizio con la conseguente soddisfazione del cliente, anche nel tempo. (SVRQ KD VYLOXSSDWR XQD FHUWLĂ€FD]LRQH LO “Business Solution Partnership Programmeâ€?, FKH VHJQDOD XQD VHULH GL VROX]LRQL VSHFLĂ€FKH FRQ indicazioni e suggerimenti per quei rivenditori che giĂ operano su, o che vogliano approcciare, il mercato della gestione documentale. Per maggiori informazioni: http://www.epson. it/Soluzioni-per-il-tuo-business/Strumentie-soluzioni/Gestione-documentale. IGED: Quali sono i vostri prodotti di

punta? IGED: Quale è il ruolo delle multifunzione nel mercato degli scanner? ATTRAMINI: Il multifunzione ha un ruolo di crescente importanza sia in ambito consumer sia in ambito business grazie alle sue caratteristiche di compattezza, praticitĂ e costi d’acquisto piĂš bassi. Nei due mercati indicati ha però avuto uno sviluppo applicativo di tipo diverso: a casa è usato soprattutto “standDORQHÂľ SHU OD FRSLD R SHU OD VWDPSD GL IRWRJUDĂ€H GD VFKHGD LQ XIĂ€FLR R LQ JHQHUDOH LQ D]LHQGD è impiegato prevalentemente come strumento di input per la gestione documentale. IGED: Come intendete affrontare il mercato (degli scanner), in generale in Europa e in particolare in Italia? Direttamente, tramite partner/rivenditori/ distributori? Potete descrivere il vostro Go to Market e i supporti a disposizione della “reteâ€? (di vendita)? ATTRAMINI: Epson ha un modello di go to market di tipo indiretto. Si avvale di circa 20 distributori per l’hardware e di una rete di circa 2.000 rivenditori FHUWLĂ€FDWL SHU OD IRUQLWXUD GL VHUYL]L D YDORUH aggiunto nell’ambito della gestione documentale. Si tratta di operatori che lavorano nello sviluppo di soluzioni personalizzate, integrando hardware e software in base alle HVLJHQ]H VSHFLĂ€FKH GHO FOLHQWH VLD HVVR XQD piccola impresa o un’azienda di piĂš ampie dimensioni. Il rivenditore ha oggi una funzione molto LPSRUWDQWH VRWWR LO SURĂ€OR FRQVXOHQ]LDOH H XQD stretta collaborazione fra “vendorâ€? e rivenditore permette di sviluppare soluzioni ad hoc HVWUHPDPHQWH SUHFLVH HG HIĂ€FLHQWL WDJOLDWH HVDWWDPHQWH VXOOH VSHFLĂ€FKH HVLJHQ]H GHOO¡LPSUHVD

ATTRAMINI: Tra i prodotti ormai consolidati e che ci hanno permesso di acquisire una posizione di leadership nel segmento A3 del mercato scanner business, va citato lo scanner Epson Gt 20000, utilizzato per una scansioQH UDSLGD H GL TXDOLWj GDOOH IRWRJUDĂ€H DL WHVWL a partire dai contratti per arrivare a piantine, disegni, schemi o, ancora, libri e riviste. Tra i nuovi prodotti su cui Epson si sta adesso concentrando per acquisire un ruolo piĂš rilevante anche nel segmento del formato A4 e, quindi, nell’ambito dell’acquisizione documentale, segnaliamo i nuovi scanner “sheet feederâ€? come (SVRQ *WV HG (SVRQ *W V DIĂ€GDELOL HG economici, capaci di gestire in tempi rapidi e ad altissima qualitĂ i documenti aziendali, anche in rete. Si tratta di scanner che si distinguono, tra l’altro, anche per la loro compattezza e capacitĂ di adattarsi a qualsiasi postazione di lavoro, e per la immediatezza d’impiego, che non ULFKLHGH ´H[SHUWLVHÂľ VSHFLĂ€FKH R IRUPD]LRQH dedicata. IGED: Si può avere un’idea della vostra strategia prodotti? ATTRAMINI: Come giĂ anticipato, il nostro obiettivo è aumentare la nostra fetta di mercato nel formato A4 con prodotti dedicati alla gestione documentale, conservando nella nostra offerta una forte attenzione all’elemento del costo di acquisto/ investimento da parte dell’azienda. IGED: Quali sono le motivazioni che vi spingono ad essere presenti in questo mercato e come pensate di svilupparlo? ATTRAMINI: Epson fonda la propria strategia di prodotto sulle periferiche, siano

esse di input o di output: in questo senso il nostro obiettivo è di essere un fornitore globale nel “Digital Imagingâ€?, proponendo soluzioni complete anche nel segmento della gestione documentale qualunque sia la modalitĂ di output, una stampa oppure una visualizzazione video. Ăˆ evidente che in questo contesto la scansione è una componente fondamentale per digitalizzare il dato/informazione e renderlo cosĂŹ disponibile all’interno del sistema. In quest’ottica, stiamo sviluppando prodotti VHPSUH SL FRPSDWWL IDFLOL HG HIĂ€FLHQWL VLD VRWWR LO SURĂ€OR GHOO¡XWLOL]]R YHORFL GRWDWL GL IXQ]LRQL FKH VHPSOLĂ€FDQR LO Ă XVVR GL DFTXLVL]LRQH VLD sotto quello del consumo energetico: Epson è stata fra le prime aziende produttrici a dotare i propri scanner di lampada led – che abbatte il consumo di circa il 40% rispetto alle lampade tradizionali – un elemento questo al quale le aziende e la Pubblica Amministrazione stanno riservando un’attenzione crescente in una visione di “Green Procurementâ€?. IGED: Avete una particolare strategia per affrontare le Pmi? ATTRAMINI: Parlando di acquisizione digitale, si tratti di scanner o di multifunzione, l’esigenza della Pmi è quella di avere prodotti versatili, immediati nell’utilizzo, dotati di poche ed essenziali funzioni di base per poter DFTXLVLUH L GRFXPHQWL G¡XIĂ€FLR H QDWXUDOPHQte, che comportino un basso investimento. La proposta che le Pmi sono pronte ad accettare è quella di adottare la gestione elettronica dei documenti “step-by-stepâ€?, per processi VHPSOLFL H OLQHDUL DG HVHPSLR OD IDWWXUD]LRQH per poi eventualmente approdare a progetti piĂš articolati e complessi di “content managementâ€?. In questo senso il rivenditore gioca un ruolo essenziale nell’approcciare il cliente e indirizzarlo nella giusta direzione, quella per lui piĂš adeguata. Questa è la strategia che abbiamo scelto.

CAMILLO LUCARIELLO

Giornalista free-lance esperto del settore ICT

iged.it 02.2010

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FOCUS

Lettura ottica Metodologie di validazione e correzione dei dati

Catcgoria

FRANCESCO PUCINO

LA RICERCA DELLA QUALITA’

L’UTILIZZO DEL CHECKSUM

L’estrazione di dati da documenti e moduli cartacei mediante sistemi di lettura ottica è oggi molto diffusa in quanto consente di ottenere enormi vantaggi e risparmi rispetto al tradizionale data-entry. Un buon sistema di data-capture deve però poter garantire una elevata qualitĂ dei dati estratti cercando di ridurre a zero gli errori di lettura. Ăˆ per questo che si fa ricorso a sistemi di validazione e correzioQH GHO GDWR FDSDFL GL LGHQWLĂ€FDUH ed aiutare a risolvere, gli inevitabili errori di lettura che possono capitare nonostante si utilizzino algoritmi di image processingg avanzati e motori di riconoscimento di ultima generazione.

Nei casi piĂš fortunati è possibile che il dato stesso contenga un m codice di controllo, il checksum, che consente di sapere con minimo sforzo se il dato è forr malmente corretto oppure no. Classici esempi di dati appartenenti a questa categoria sono il Codice Fiscale, la Partita IVA, l’ IBAN‌ Ciascuno di questi dati infatti contiene uno o piĂš caratteri di controllo che sono funzione dell’informazione vera e propria: la procedura di auto-validazione consiste quindi nel ricalcolare il codice di controllo secondo O¡DOJRULWPR VSHFLĂ€FR H QHO FRQfrontarlo con quello letto, cosĂŹ che nel caso non combaci, si abbia conferma di un errore di lettura.

Il sistema di lettura ottica deve poter quindi garantire la possibilitĂ di effettuare una auto-validazione dei dati laddove possibile, cosĂŹ da poter determinare se un dato può essere rilasciato direttamente in output oppure se deve essere portato all’attenzione di un operatore per ulteriore controllo ed eventuale correzione. Per ogni tipologia di dato da estrarre si può utilizzare la metodologia di validazione piĂš idonea, singolarmente o in combinazione con altre: checksum, range, regular-expression, tabelle di lookup, trigrammi, cross validation, etc‌

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Categoria

Figura 1 – Nell’immagine in alto il quarto carattere è stato ovviamente riconosciuto come una “câ€? dal motore di riconoscimento, tuttavia guardando l’intera parola è chiaro che si tratta di una “eâ€? danneggiata durante il processo di stampa o di acquisizione.

VALIDAZIONE DI RANGE

In altri casi è possibile validare un dato effettuando un controllo di rangee sull’intero dato o sulle sue componenti. Ad esempio su una Data o un Orario o q SRVVLELOH YHULĂ€FDUH FKH ciascuna delle componenti sia nell’intervallo atteso: in una data del tipo “23/17/2009â€?, infatti, verrebbe chiaramente evidenziato che il mese non è nel range atteso (1-12). Tale criterio di validazione è facilmente applicabile anche a FDVHOOH GL PDUFDWXUD YHULĂ€FDQGR

Figura 2 – Esempio di codice ďŹ scale che non avendo superato la validazione mediante checksum è portato all’attenzione dell’operatore per una veriďŹ ca interattiva: in questo caso si noti come l’ultima lettera riconosciuta come “Tâ€? in realtà è una “Iâ€? molto danneggiata.


Figura 3 – Una semplice regular expression utilizzabile per validare un indirizzo e-mail.

Figura 4 – Esempio di validazione ed autocorrezione della terna CAP-COMUNE-PROVINCIA utilizzando una tabella di lookup: un sistema sufďŹ cientemente robusto deve prevedere anche che un medesimo dato può essere scritto in diversi modi e può prevedere modalitĂ di normalizzazione dei dati.

ad esempio che il numero di biffature sia compreso tra un minimo ed un massimo all’interno di un gruppo di caselle. LE REGULAR-EXPRESSION

Con l’utilizzo delle regular-expression è invece possibile validare campi che abbiano una precisa formattazione, anche se di lunghezza arbitraria, proprio come può essere, ad esempio, per un indirizzo E-MAIL: in questo caso è chiaro che ci si debba aspettare che sia costituito dal nome della casella, dall’ at (@), dal nome del dominio e che possa comprendere solo certi caratteri. Talvolta le regular-expression risultano un poco ostiche per i piĂš, ma non è detto che per trarne vantaggio si debba necessariamente saperle anche scrivere‌ VALIDAZIONE ED AUTOCORREZIONE MEDIANTE TABELLE DI LOOKUP

La possibilitĂ di validazione di un dato mediante tabelle di lookup risulta estremamente interessante quando utilizzabile, poichĂŠ consente anche la possibilitĂ di auto-correzione del dato stesso.

,QIDWWL GRSR DYHU YHULĂ€FDWR OD SUHVHQ]D del dato nella tabella di supporto, qualora non sia presente, è possibile anche individuare il dato piĂš simile, cosĂŹ che possa essere auto-corretto senza che l’operatore abbia necessitĂ di editarlo manualmente. Ciò è possibile ovviamente solo laddove si abbiano delle basi dati complete, cioè che contengano tutti i valori ammissibili. Dati facilmente validabili e correggibili con questo sistema possono essere quindi, ad esempio, i classici CAP, COMUNE e PROVINCIA Nel caso di auto-correzione, deve essere usato un robusto sistema che riesca a determinare quale è il dato piĂš simile da proporre. Ad esempio, Recogniform Technologies ha sviluppato una misura di similaritĂ tra stringhe basata sul numero di operazioni di sostituzione, cancellazione ed inserimento di caratteri necessari per trasformare una stringa in un’altra, che tiene anche conto della similaritĂ di forma delle singole lettere. In questo modo, supponendo che il dato da correggere sia “MARIDâ€? e che si abbia una tabella di lookup che contenga sia “MARIAâ€? che “MARIOâ€?, il valore proposto in auto-correzione

risulterebbe “MARIOâ€? in quanto la “Dâ€? da sostituire è molto piĂš simile per forma alla “Oâ€? che alla “Aâ€? ! Ovviamente per essere utilizzabile in PRGR HIĂ€FDFH O¡XWLOL]]R GL tabelle di lookup deve essere supportato da una tecnologia adatta alla manipolazione di tabelle costituite talvolta da decine o centinaia di migliaia di elementi. I TRIGRAMMI

Qualora sia necessario validare dei dati testuali scritti in una determinata lingua di cui non si disponga di tabelle di lookup è possibile effettuare la validazione basata sui trigrammi. Questo sistema usa informazioni statistiche relative a tutte le possibili combinazioni di tre caratteri consecutivi nel linguaggio di riferimento, raccolte analizzando un ampio corpus: in questo modo vengono censite tutte le combinazioni di trigrammi, quelle consentite e quelle proibite, cosĂŹ come la loro frequenza di utilizzo. 3HU HVHPSLR VH LO GDWR GD YHULĂ€FDUH q OD parola “SMITKâ€? , il sistema la scompone nei trigrammi “SMIâ€?, “MITâ€?, ´,7.Âľ H YHULĂ€FD LPPHGLDWDPHQWH FKH l’ultimo non è tra quelli ammissibili. Il sistema può anche effettuare una autoiged.it 02.2010

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Figura 5 – Esempio di script personalizzato utilizzato per l’auto validazione incrociata di campi. Al termine del riconoscimento del modulo, il sistema veriďŹ cando l’eventuale relazione nota a priori tra piĂš valori, decide se necessitano di correzione oppure no.

correzione del dato convertendo il trigramma “ITKâ€? in “ITH“ utilizzando le informazioni statistiche di frequenza sui trigrammi combinate ad una analisi della similaritĂ del carattere letto con quello da sostituire: in questo modo il dato presentato all’operatore per una HYHQWXDOH XOWHULRUH YHULĂ€FD VDUj GLUHWWDmente “SMITHâ€?. LA CROSS-VALIDATION

La cross-validation, cioè la validazione incrociata, è una ulteriore possibilitĂ di individuare errori di lettura. Essa tiene conto delle relazioni che vi possono HVVHUH WUD SL GDWL H QH YHULĂ€FD OD FRQsistenza. Ad esempio, all’interno di una fattura è chiaro che il TOTALE deve essere somma di IMPONIBILE ed IMPO67$ SHU FXL YHULĂ€FDQGR TXHVWD HTXDzione il sistema è in grado di validare o meno tutti e tre questi dati in un colpo solo. Anche con la cross-validation in alcuni casi è possibile implementare l’auto correzione, ricavando un dato dalla relazione nota con altri. LA SOLUZIONE PERFETTA

La possibilità di utilizzare tali metodologie e la semplicità con cui è possibile farlo dipendono ovviamente dal sistema di lettura ottica prescelto. Alcuni sistemi consentono di impostare le regole di validazioni sui dati in

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modo visuale, scegliendo tra una serie di opzioni prestabilite, mentre altri necessitano di realizzare delle routine DG KRF PHGLDQWH XQR VSHFLÀFR VLVWHPD di programmazione. Altre soluzioni, proprio come la piattaforma di lettura ottica Recogniform Reader, includono entrambe le alternative cosÏ che sia possibile impostare in modo visuale quelle regole di validazione che sono di uso comune, ma nel contempo sia possibile estenderle in modo praticamente illimitato mediante l’utilizzo di script. L’IMPORTANZA DEL FATTORE UMANO

Nessun sistema automatico di validazione può ritenersi totalmente sicuro per tutta una serie di motivi che è possibile facilmente immaginare: il checksum di un dato potrebbe risultare corretto perchĂŠ magari ci sono due o piĂš errori nel dato, un dato letto male potrebbe comunque corrispondere ad un dato presente nella tabella di lookup, etc‌ Ecco perchĂŠ, quando necessario, è possibile fare in modo che la validazione di GDWL VRVSHWWL FRQ EDVVD FRQĂ€GHQ]D GL lettura, o semplicemente “importantiâ€?, possa essere eseguita anche da un operatore umano, utilizzando comunque tutta una serie di strumenti per renderla piĂš agevole e veloce possibile.

LA VERIFCA MASSIVA DEI CARATTERI

Qui gli investimenti in ricerca e l’esperienza del produttore del sistema di lettura ottica possono veramente fare la differenza. L’(%9 (\H %ORZ 9HULĂ€FDWLRQ 9HULĂ€FD a colpo d’occhio) di Recogniform Technologies, ad esempio, consente a un singolo operatore di validare migliaia di caratteri al minuto con minimo sforzo. Infatti, i caratteri di tutti i campi di tutti i moduli di un intero lotto vengono accorpati e visualizzati per classe: prima tutti gli “0â€?, poi tutti gli “1â€?, poi tutti i “2â€?, etc. cosĂŹ che sia semplice individuare l’eventuale carattere diverso “intrusoâ€? in mezzo ad un sequenza di caratteri simili. Tale tecnica parte, infatti, dall’osservazione che all’interno di un pattern omogeneo l’attenzione dell’osservatore è naturalmente attratta da un’eventuale perturbazione, tanto piĂš quanto è marcata. Ăˆ come se guardando un gruppo di persone tutte con la camicia EOX OR VJXDUGR Ă€QLVVH LQFRQVFLDPHQWH sull’unica persona con la camicia gialla, anche se non l’abbiamo volontariamente cercata! Una volta che il carattere mal riconosciuto è stato individuato, lo si può TXLQGL ULFODVVLĂ€FDUH QHO PRGR JLXVWR ottenendo contestualmente la correzione del dato di cui faceva parte. Anche nei casi dubbi, in cui l’opera-


LA NUOVA SEDE Laa crescita crescit c del merc mercat mercato ercato rccato docume documentale do umentale e che ci ved vede ede protagonisti prot ci ha ppiacevolmente volmente nte ssuggerito geritoo l’idea di d raggrup raggruppare rag pare in un’unica locatio location tutte le aziende azi de cche he com compongono o il GGruppo BM&PLANETA. M&PLANETA M&PLANETA. N Nuovi Nuov uffici fici commerciali om e amministrativi, a strativi, ampliamento ampliamen Server Farm e potenziamento potenz mento del team R&S R& sono no i principali elementi elem di novità che caratterizzano caratteri ano la nostra società soc a partire dal mese mes di Marzo arzo 2010. 2010

Andrea Lisi Presidente dell’Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti

“Sono veramente compiaciuto del fatto che BM&PLANETA abbia scelto di destinare una sezione della d ll sua nuova sede all’associazione Anorc, attraverso la predisposizione di un locale dedicato. L’attività delle sedi territoriali è essenziale per dar voce alle attività della nostra Associazione e per promuovere al meglio iniziative sui temi della conservazione sostitutiva e della gestione documentale. Le sedi territoriali e, di conseguenza, i Delegati Territoriali rappresentano il vero motore di tutta l’Associazione in quanto, stando sul “campo”, campo sono in grado di percepire i bisogni specifici derivanti dal mercato e di dare una forte spinta allo sviluppo della cultura del digitale. Mi auguro, per tali motivi, che l’iniziativa di BM&PLANETA possa essere replicata anche dalle altre sedi territoriali di Anorc Anorc”..

SERVIZIO INTERBANCARIO: BM&PLANETA INCREMENTA L’OFFERTA DEI SUOI SERVIZI Il nuovoo mod modul modulo odulo uloo conse co consente onsent sente nte lla co completa comppletaa ges gestion gestione estione stionee dell dellaa Fatt FFatturazio Fatturazione urazione az e Elett Elettronica ett nica attraverso att il circuito dei servizi interbancari seguendo eguen uendo endo do il do docume documento docuumento entoo finoo all’avvenuto all’avve all’’avvenuto enuto pagamento: paga pagamento mento: il pagamento vienee gestito gesttitoo edd autorizzato au autori utorizza rizzato ato dal d al Debitore De Debito ebitore re attraverso att attravers averso la piattaform piattaforma pia taforma GIADA l’autorizzazione al pagamento ento to viene vi ne inviata in inviat nviata ta all nod nodoo CBI CB la richiesta di pagamento ento viene smistata mistata is tata ta alla laa banca ban annca del d Debitore DDebito eebitore re che provvederà provv pr derà er al a pagamento pagame ga le informazioni di controllo relative ad ognii step ep de del el pro process processo ocesso so con consento consentono nsentono no un una rapid rapida e semp semplice ce ricon riconciliazione zione tra fatture e pagamenti BM&PLANETA s.r.l. Piazza A. Salandra, 19/A – 43126 Parma Tel. +39 0521 993259 – Fax +39 0521 994599 infocom@bmplaneta.it – www.bmplaneta.it


Figura 6 – Esempio della tecnologia di veriďŹ ca massiva di caratteri, EBV, implementata da Recogniform Technologies: in pochi minuti possono essere validati migliaia di caratteri!

tore, guardando il carattere da solo, non può essere certo della classe di appartenenza per via di ambiguitĂ della forma, si può procedere ad una immeGLDWD YHULĂ€FD FRQWHVWXDOH YLVXDOL]]DQGR anche l’intero campo da cui il carattere è stato estratto. ERGONOMIA DELLA GRAPHICAL USER INTERFACE

Nella fase di validazione e correzione dei dati anche l’ergonomia dell’interfaccia utente è fondamentale. Ad esempio deve consentire di poter fare tutte le operazioni previste senza togliere mai le mani dalla tastiera per dover necessariamente utilizzare il mouse. CosĂŹ come deve consentire di stancare gli occhi il meno possibile, ingrandendo automaticamente ed evidenziando in modo visibile la zona dell’immagine che richiede attenzione. SINTESI VOCALE

Altra cosa interessante, introdotta in questo campo da Recogniform Technologies ormai da un quasi un decennio, è il text-to-speech applicato alla fase di correzione dei dati. Nel momento in cui un operatore GHYH YHULĂ€FDUH FKH XQ GDWR q VWDWR riconosciuto correttamente dovrebbe, infatti, leggerlo due volte: una prima volta quello stampato sull’immagine ed una seconda volta quello interpretato dal sistema di lettura.

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Nello studiare questo modo d’interazione uomo/macchina è emerso che l’operatore è portato a fare una serie di rapidi movimenti oculari per leggere carattere dopo carattere, o sillaba dopo sillaba, alternativamente sui due dati. PoichĂŠ alla lunga tali movimenti portano un elevato affaticamento è nata l’idea di utilizzare la sintesi vocale per fare in modo che l’operatore debba leggere esclusivamente il dato scritto sul documento cartaceo presentato a video, ascoltando contemporaneamente, letto dal computer, il dato riconosciuto cosĂŹ da poterlo confrontare. Esattamente come se ci fossero due persone, una che legge e l’altro che controlla che sia scritto uguale‌ CERTEZZA A TUTTI I COSTI

Per alcune lavorazioni “mission criticalâ€? è necessario essere talmente certi della correttezza dei dati che deve essere possibile poterli passare in correzione due o anche piĂš volte, cosĂŹ che l’errore sfuggito a un operatore possa essere corretto da un altro, riducendo ulteriormente la possibilitĂ che dati non corretti possano essere rilasciati in output. Tale operativitĂ ovviamente può far aumentare notevolmente il tempo e il costo della fase di correzione dati, ma può essere l’unica strada da percorrere quando anche un solo dato sbagliato può comportare conseguenze gravissime.

CONCLUSIONI

La possibilitĂ di usare svariate metodologie di validazione e correzione dei dati estratti dai motori di riconoscimento rende la lettura ottica automatica ancora piĂš appetibile rispetto alla registrazione manuale dei dati, in quanto riesce a garantire una qualitĂ del risultato superiore al normale dataentry manuale che certamente è tutt’altro che infallibile: gli errori di battitura degli operatori, dovuti principalmente ad affaticamento o distrazione, possono essere molti di piĂš rispetto ad un sistema di data-capture ben progettato H EHQ FRQĂ€JXUDWR SULQFLSDOPHQWH quando per ragioni di budget si ricorre a personale straniero, in outsourcing, che processa dati scritti in una lingua diversa dalla propria.

FRANCESCO PUCINO

Cofondatore e CEO di Recogniform Technologies SpA, membro IEEE ed AIIM, svolge attivitĂ di ricerca nel settore imaging dal 1990


APPROFONDIMENTI

Tavola Rotonda di Apertura ad OMAT Insieme per raggiungere l’alba MAURIZIO ARATA

Dematerializzazione, digitalizzazione, nuove tecnologie e sanitĂ , eccellenze e disfunzioni nel sistema paese sono i temi base trattati durante la tavola rotonda di Omat, a seguito di una mattinata di convegno, che hanno visto la partecipazione della Dr.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale del Sistema Informativo del Ministero della Salute, della Dr.ssa Paola Cenci, Sales Manager Enterprise Content Management di IBM, della Dr.ssa Rosagrazia Bombini, Manager Director di Exalead, del Dr. Giovanni Procaccino, Senior Executive di Accenture, del Dr. Giovanni Seno, Amministratore Delegato di Siav, e del Dr. Luciano Bresciani, Assessore alla SanitĂ della Regione Lombardia. Basandosi anche sui precedenti interventi del Prof. Mariano Corso, Ordinario del Politecnico di Milano School of Management, e del Dr. Federico Barilli, Direttore di Assinform, le tematiche moderate dal Dr. Francesco Di Martile, Direttore ICT Business e giornalista Economy, si sono sviluppate sul tenue ottimismo relativo al mercato dell’ Information & Communication Technology, VXO IXWXUR GHOOD VWHVVD D IURQWH GL TXHOOD FKH Ă€QRUD DEELDPR conosciuto. “A che punto è la notte?â€?; “Cominciamo a vedere una tenue alba?â€?. Questi i due punti che sono stati trattati, per fornire risposte sempre piĂš chiare a clienti/utenti e per dar voce alla necessitĂ di un contributo delle informazioni alla richiesta di una dinamicitĂ tecnologica sempre piĂš integrata, facendo leva sulla loro disponibilitĂ in formato digitale. A che punto è la notte? Per rispondere è necessario partire dai presupposti iniziali, dal modo in cui si è entrati nella notte. Viviamo una crisi come gli altri paesi, con un sostanziale aumento del debito pubblico. Noi stiamo, però, depauperando LO FDSLWDOH SULYDWR VLD Ă€VLFR VLD XPDQR LQ PDQLHUD VXSHULRUH agli altri paesi. Questa l’opinione del Dr. Seno (Foto 1). Stiamo investendo in Innovazione Tecnologica in modo inferiore rispetto la media europea e dall’altra parte abbiamo un forte aumento del tasso di disoccupazione. Rischiamo di non essere in grado di sostenere il nostro sviluppo e la nostra crescita. Sono quindi necessari degli acceleratori alla crescita. Come VLVWHPD SDHVH GREELDPR LQVHJXLUH O¡HIĂ€FLHQ]D SHUVHJXHQGR la politica dell’innovazione ed abbandonando quella dei tagli.

Uno studio del Cnel ci dice che, se tanto le aziende pubbliche quanto l’industria privata sfruttassero la dematerializzazione e la digitalizzazione, ci sarebbe un impatto di 5 punti percentuale sulla crescita del Pil. Quando si parla di era digitale, dobbiamo renderci conto che stiamo passando da una ecoQRPLD EDVDWD VXL EHQL Ă€VLFL DG XQD HFRQRPLD EDVDWD VX EHQL immateriali. L’importante è imparare tutti a fare sistema, fra aziende pubbliche, private, e universitĂ . Secondo la Dr.ssa Cenci (Foto 2), le tematiche della dematerializzazione sono da parecchio tempo al centro della discussione delle amministrazioni. Ci sono tentativi portati avanti a macFKLD GL OHRSDUGR DQFKH VH FRQ QRQ SRFKH GLIĂ€FROWj /D YLVLRQH dell’IBM è una visione chiamata Smarter Planet, un modo di portare avanti il mondo facendo leva sulle tecnologie avanzate. Sono quattro gli asset - Enterprise Content Management, Data Quality, Data Base e Business Intelligence - per generare conoscenza tramite l’informazione valorizzando la stessa attraverso soluzioni tecnologiche. L’importante è avere una vista XQLĂ€FDWD GL WXWWH TXHVWH LQIRUPD]LRQL 4XHVWR LO SHQVLHUR GHOOD Dr.ssa Bombini (Foto 3) che, dopo aver introdotto la societĂ francese Exalead e aver ricordato il lavoro svolto dal gruppo nella realizzazione di Altavista, uno dei primi motori di ricerca, ha rimarcato come quello chiamato impropriamente motore di ricerca diventi in realtĂ un vero e proprio “layerâ€? di informazioni in grado di accedere a tutto il patrimonio informativo delle aziende, abbassando i costi e apportando innovazione, attraverso un percorso guidato simile al pensiero umano dove l’utente riesce a trovare le proprie informazioni. “Cosa c’è dietro l’angolo?â€? Questo è quello che ci chiediamo tutti, come sostenuto dal Dr. Procaccino (Foto 4). La necessitĂ di attuare un cambiamento strutturale di lungo periodo è un po’ inesatto, poichĂŠ giĂ in corso, giĂ in atto. Per le nuove generazioni di diciottenni tutte queste tecnologie fanno parte del pacchetto culturale quotidiano che hanno a disposizione. Sono giĂ sui social network, adottano giĂ il “cloud computingâ€?, comprano solo prodotti digitali, hanno giĂ capacitĂ tecnologica, sono in grado di scaricare software, interfacciare le tecnologie: tutto questo in modo iged.it 02.2010

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In questa pagina 01 02 03 04 05 06

Giovanni Seno Paola Cenci Rosagrazia Bombini Giovanni Procaccino Luciano Bresciani Rossana Ugenti

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Questo cambiamento strutturale, pertanto, è in corso. Non è, però, entrato culturalmente nel mondo delle aziende. Le aziende e le pubbliche amministrazioni capaci di adeguarsi saranno in grado di dare migliori risposte ai propri clienti/utenti. Il cambiamento va qui visto come necessitĂ . L’Enterprise 2.0 potrĂ permettere alle aziende di confrontarsi con queste fasce di clienti. Le aziende e le pubbliche amministrazioni che si adeguano, saranno in grado di dare migliori risposte ai propri clienti. D’altro canto, pensando alla SanitĂ , una classe tanto elevata di over 65enni, che necessita di assistenza, deve poter essere in grado di usare in modo semplice, banale, e naturale, le tecnologie oggi disponibili. L’offerta tecnologica attuale è assolutamente all’avanguardia, quel che manca ancora è l’Enterprise 2.0 che ogni azienda dovrĂ farsi da se componendo il proprio puzzle con i propri pezzi di VRIWZDUH VĂ€GD QRQ GD SRFR YLVWR FKH richiede competenza, cultura e capacitĂ di gestire l’innovazione. Rivolgendosi al Dr. Bresciani (Foto 5), il moderatore Dr. Di Martile ha os-

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servato quanto ancora si debba fare per non far sentire obsoleta questa nuova generazione di “trisavoliâ€?. Si torna quindi al tema della SanitĂ , come strumento di cura e di diagnosi molto complesso e dinamico, in un sistema che deve costantemente essere aggiornato e rimodellato, offrendo, peraltro, ai cittadini il modo piĂš rapido di usufruire delle nuove conquiste scienWLĂ€FKH /D FHQWUDOLWj GHO FLWWDGLQR HG LO massimo delle cure possibili, questa è la domanda che giunge dalla socio-demoJUDĂ€D H GDOOD VRFLR HFRQRPLD 6HUYRQR VLVWHPL Ă HVVLELOL FKH ULVSRQGDQR LQ PDQLHUD GLYHUVLĂ€FDWD SURYLQFLD SHU SURvincia. Tenendo presente l’importanza della socio-economia, ovvero del fatto che ci si ammala di piĂš sui bassi redditi, D IURQWH GL XQD VRFLR GHPRJUDĂ€D FKH ci sposta verso una sempre maggiore aspettativa di vita. Il mondo dei giovani preparati in ICT arriverĂ alla SanitĂ fra 20 anni, perchĂŠ abbiamo una SanitĂ gerontologica con medici che divengono primari a 50 anni, mentre negli Stati Uniti arrivano mediamente a 35. Sarebbe bello se gli over 65enni po-

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tessero giocare coi computer come raJD]]LQL PD q PROWR GLIĂ€FLOH FKH SRVVD succedere. Sono tecnologie piĂš avanzate quelle richieste dal Dr. Bresciani, molto piĂš avanzate di quelle che si stanno adottando, con dati immediatamente attivi e con il paziente totalmente passivo, che rendano possibili diagnosi e cure domiciliari con l’impiego di prodotti multicanale, come succede in Israele. Sono necessari dati diagnostici veloci e non parziali; per questo dobbiamo interloquire con la Nasa, con le cosiddette Stazioni Orbitanti, perchĂŠ lĂŹ fanno diagnosi. I bisogni di monitorizzazione passiva e veloce devono trovare risposta nell’industria, anche a macchia di leopardo, purchĂŠ si possa riconoscere un prodotto quando è buono, ben sapendo che non si è allo stesso livello su tutto il territorio nazionale. Un’esperienza quella della Regione Lombardia e di qualche altra regione virtuosa che sono limitate rispetto al resto d’Italia. Questa l’opinione della Dr.ssa Ugenti (Foto 6). Molte regioni sono interessate da piani di rientro e sono soprattutto quelle del Centro


Sud, dove il livello di assistenza è molto indietro. La SanitĂ costa di piĂš proprio dove c’è cattiva SanitĂ . Per affrontare ciò il nuovo sistema sanitario si basa proprio su una semantica comune con la possibilitĂ di leggere ed incrociare i dati e per individuare misure correttive in quelle realtĂ dove il livello di assistenza è molto basso. Per questo serve l’Innovazione Tecnologica, sia come ICT, ma anche come apparecchiature biomediche dirette alla cura del paziente e alla diagnosi. L’integrazione di queste due realtĂ porterebbe alla realizzazione di un nuovo modo di fare sanitĂ ed assistenza, per giunta con una riduzione dei costi. Necessitano investimenti iniziali, che però, in prospettiva, porterebbero al risparmio. Ăˆ il sistema retiforme di Regione Lombardia a presentarsi come modello virtuoso, come esempio di SanitĂ futura. CosĂŹ, ha sottolineato il moderatore Dr. Di Martile, si deve cercare di realizzare tali eccellenze anche nel resto d’Italia e alzare la qualitĂ in tutte quelle regioni dove non si ha neppure il livello essenziale per far crescere questi modelli organizzativi ad alta specializzazione ed elevata intensitĂ di cura: far sĂŹ che non sia il paziente a doversi spostare, bensĂŹ le informazioni e ‌ spostare le cure il piĂš possibile al domicilio del paziente. Su questo tema l’intervento del Dr. Bresciani ha sottolineato che per la Regione Lombardia non si tratta di SanitĂ futura, ma di progetti giĂ attivi nella SanitĂ lombarda, per di piĂš giĂ attivi in generale, ‌ vedasi Israele, Arti Intelligenti, Rizzoli e Costa Masnaga, che hanno raggiunto un livello talmente elevato da essere ormai i maggiori concorrenti. Giusta la semantica, la formazione e lavorare, come si sta facendo, in teleconferenza con politici in grado di prendere decisioni in “telescreenâ€? e non di scrivere mucchi di carta. Dematerializzazione del viaggio insomma, con la capacitĂ di lavorare sul fabbisogno sanitario che è un fabbisogno di diagnosi e cura, non un fabbisogno economico. Risultati ottenuti in Lombardia grazie alla sinergia della Regione coll’Industria, colla SanitĂ e con l’UniversitĂ . 8QD ´%HVW 3UDFWLFHÂľ VLJQLĂ€FDWLYD DQFKH per l’Industria, dove i punti di eccellen-

za del pubblico e del privato devono essere gestiti tutti allo stesso modo, come fa rilevare il Dr. Seno. Una “Best Practiceâ€? nelle aziende è adottata ed è poi ordinato di seguirla esattamente in tutti i reparti aziendali. Se si vogliono replicare le eccellenze è necessario agire come nelle industrie private, senza andare alla ricerca del consenso, con grande spreco di danaro pubblico. Bisogna agire sul concetto di interoperabilitĂ estesa che ha tre declinazioni, una culturale, una normativa, ed una tecnico-tecnologica, in quest’ultima declinazione si tratta di banda larga, terreno in cui l’Italia, ove le proposte di soluzioni vanno a cozzare contro il problema delle infrastrutture della rete in genere, è indietro rispetto agli altri paesi d’Europa. Il 35-40% dell’investimento delle Nuove Tecnologie delle grandi industrie, ricorda il Dr. Procaccino, è sulle persone, sulle risorse umane, non attraverso la formazione tradizionale, ma per cambiare la mentalitĂ e il modo di lavorare delle persone. (¡ TXHVWR XQR VIRU]R VLJQLĂ€FDWLYR HG ancora maggiore per i ministeri, poichĂŠ si passa da processi sequenziali lineari ad un processo digitale in gran parte, se non totalmente, destrutturato. E’ il problema, ad esempio, della adozione GHOOD Ă€UPD GLJLWDOH LQ WXWWH OH SXEEOLFKH amministrazioni, convincere la gente D Ă€UPDUH XQ GRFXPHQWR LQ GLJLWDOH H a spedirlo via e-mail, quando vi sono ancora ministri che convocano conferenze stampa, con accredito, via fax. PerchĂŠ una mail nel 2010 non è accettata? La voglia, la tecnologia, la competenza, anche italiana, si scontrano con la discontinuitĂ , in un sistema che non parte. Una direttiva deve dire che queste cose si devono fare, e che chi non le fa verrĂ penalizzato e colpevolizzato. Dietro la lavagna in quanto cattivo. Nelle aziende funziona cosĂŹ. Il problema vero è realizzare un progetto per farlo funzionare, mettere in moto un meccanismo, sapendo che, se non obbligate, tendenzialmente le persone VRQR SL SURSHQVH D QRQ PRGLĂ€FDUH LO proprio modo di operare.. “Per lo Smarter Planet, cosa è una SanitĂ che funziona? “Questa è la domanda che pone il Dr. Di Martile. Smarter Planet non è solo vision, ma

una tecnologia pronta, con infrastrutture giĂ disponibili sul mercato, è il punto di vista della Dr.ssa Cenci, è un movimento che vuole andare a dialogare, a comunicare, a catturare l’attenzione di tutti gli interlocutori, quindi rappreVHQWDQWL GHOOH LVWLWX]LRQL ´LQĂ XHQFHUÂľ clienti e quant’altro, per un impegno a pensare in modo nuovo, a diffondere idee nuove e a realizzare progetti che aiutino proprio il cambiamento. La tecnologia è giĂ a disposizione in questo senso. Il nostro sistema sanitario è alla resa dei conti, rileva il Dr. Bresciani, citando la Regione Lombardia dove i fondi sono destinati alla cura ed alla diagnosi, non DOOD ULFHUFD DOWULPHQWL VL Ă€QDQ]LHUHEEH con soldi pubblici la ricerca di istituzioni private, ottenendo il solo risultato di far loro raggiungere i propri target di mercato. Le tecnologie che la Regione vuole e che permetterebbero di fare diagnosi e cura da casa non sono, però , ancora disponibili. Per poter diventare competitivi e protagonisti in Europa queste nuove e piĂš evolute tecnologie sono, comunque, necessarie. Allora perchĂŠ non procedere sotto braccio per diventare, essere, protagonisti dello sviluppo tecnologico in Europa? Diventare protagonisti, quindi, con un’industria che voglia sviluppare prodotti nuovi con la realizzazione di progetti tecnologici indirizzati ad essere EHQH DFFROWL GDO PHUFDWR PD Ă€QDOL]]DWL anche a consentire al sistema sanitario un contenimento dei costi impropri e dei costi del personale. A Lodi, per concludere, sta partendo un progetto che vede la collaborazione di Israele, la Regione Lombardia e la Nasa, ognuno con le proprie tecnologie, con la volontĂ e presunzione, oltre al perseguimento del comune obiettivo di realizzare il progetto, di raggiungere mete che tornino utili singolarmente.

MAURIZIO ARATA

Giornalista

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APPROFONDIMENTI

La conservazione a lungo termine dei documenti con il formato PDF/A Un approfondimento, molto comprensibile, su di un formato sempre piĂš utilizzato che da standard de jure sta diventando standard de facto, specialmente in tema di conservazione digitale STEFANO ALLEGREZZA

INTRODUZIONE

Del formato PDF/A si sente parlare sempre piĂš spesso, soprattutto negli ambienti in cui ci si occupa di gestione documentale e di conservazione digitale. Molte pubbliche amministrazioni richiedono che i documenti da LQYLDUH ORUR VLDQR FRGLĂ€FDWL VHFRQGR questo formato. Ad esempio, in Italia il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 dicembre 20081 stabilisce che tutti gli atti da iscrivere al Registro delle Imprese devono essere REEOLJDWRULDPHQWH FRGLĂ€FDWL QHO IRUmato PDF/A-1. Il formato riscuote un notevole successo anche all’estero. In Francia ad esempio, ad inizio 2009, la Direction GĂŠnĂŠrale de la Modernisation de l’Etat, Ministère du Budget (Direzione generale della modernizzazione dello stato, Ministero del budget) ha pubblicato una raccomandazione per la gestione dei dati elettronici nella quale si consiglia di utilizzare lo standard PDF/A per l’archiviazione dei documenti amministrativi con contenuti statici e inalterabili2. In Germania, l’Ente di coordinamento e consulenza informatica dell’amministrazione federale tedesca3 ha recentemente pubblicato la versione aggiornata del documento “Standard ed architettura per le applicazioni di e-Governmentâ€?4, il quale consiglia espressamente il formato PDF/A-1. Anche MoReq2, l’ultima versione delle VSHFLĂ€FKH HXURSHH 0R5HT5, include il

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PDF/A nell’elenco dei formati elettronici consigliati, ad esempio, per la conservazione dei documenti acquisiti mediante scansione e per l’archiviazione a lungo termine. Gli esempi, sia in Europa sia nel resto del mondo, potrebbero continuare6 e rivelano indiscutibilmente un interesse verso questo formato che è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, in special modo dal 2005 in poi 7. Cosa è esattamente il formato PDF/A? Che relazione c’è tra il formato PDF/A e il formato PDF? PerchĂŠ è riconosciuto come un formato idoneo per la conservazione nel lungo periodo dei documenti elettronici? Quali sono le proprietĂ che garantiscono che il documento sia visualizzabile sempre allo stesso modo, anche a distanza di tempo e indipendentemente dal programma utilizzato per visualiz]DUH L GRFXPHQWL FRGLĂ€FDWL VHFRQGR tale formato? Per fornire una risposta a tutte queste domande è necessario entrare nel dettaglio delle caratteristiche tecniche del formato ed è bene partire dal suo “progenitoreâ€?, il formato PDF. LE LIMITAZIONI DEL FORMATO PDF

Il formato PDF, universalmente adottato e divenuto ormai lo standard de facto per la presentazione e divulgazione dei contenuti digitali a prevalente contenuto testuale, non è adatto, nella

sua forma standard, alla conservazione dei documenti digitali poichĂŠ non è in grado di garantire la riproducibilitĂ a lungo termine e neanche la conservazione dell’aspetto visivo 8. Questo è in qualche modo da porre in relazione con la natura estremamente ricca di funzionalitĂ del PDF, che consente ai Ă€OH FRGLĂ€FDWL VHFRQGR TXHVWR IRUPDWR una variabilitĂ forse troppo ampia nella struttura interna, oltre alla possibilitĂ di essere “compostiâ€? in maniera dinamica, nel momento in cui vengono visualizzati, a partire dalle piĂš disparate fonti esterne. Tutto ciò conduce, come rovescio della medaglia, a effettive difĂ€FROWj QHOOD FDSDFLWj GL DVVLFXUDUH XQD riproduzione sempre uguale, indipendentemente dall’ambiente tecnologico in cui essa avviene. 3HU ULVROYHUH TXHVWH HG DOWUH GLIĂ€FROWj q VWDWR QHFHVVDULR JLXQJHUH DOOD GHĂ€nizione di una versione “limitataâ€? del formato PDF, esplicitamente ideata per la conservazione a lungo termine dei documenti elettronici e denominata PDF/A (PDF for Archiving). La “/Aâ€? contenuta nel nome del formato, sebbene non venga formalmente GHĂ€QLWD LQ DOFXQ GRFXPHQWR WHFQLFR fa evidentemente riferimento ai termini inglesi “Archivingâ€? o “Archiveâ€?. Questo nuovo formato nasce quindi per rispondere al bisogno crescente di conservazione a lungo termine dei documenti elettronici.


Figura 1 – Le varie “parti” del formato PDF/A

IL PROCESSO DI STANDARDIZZAZIONE

/H VSHFLÀFKH GHO IRUPDWR VRQR VWDWH ULFRQRVFLXWH VWDQGDUG ,62 LO VHWWHPEUH FRQ OD GHQRPLQD]LRQH ,62 Document manaJHPHQW (OHFWURQLF GRFXPHQW ÀOH IRUPDW IRU ORQJ WHUP SUHVHUYDWLRQ 3DUW 8VH RI 3') 3') $ /D QRUPD VL EDVD VXO 3') 5HIHUHQFH 7KLUG (GLWLRQ 9HUVLRQ LPSOHPHQWDWR QHOOD YHUVLRQH GL $GREH $FUREDW HG q VWDWD VYLOXSSDWD GDO JUXSSR GL ODYRUR ,62 7& 6& 'RFXPHQW PDQDJHPHQW DSSOLFDWLRQV $SSOLFDWLRQ ,VVXHV SHU LO TXDOH O·$,,0 DJLVFH LQ TXDOLWj GL 6HJUHWDULDWR 3RWUHEEH VRUSUHQGHUH LO IDWWR FKH LO FRPLWDWR 7HFQLFR GHOO·,62 FKH KD VYLOXSSDWR OH VSHFLÀFKH DEELD VFHOWR GL XWLOL]]DUH FRPH EDVH SHU LO QXRYR VWDQGDUG LO 3') 5HIHUHQFH FKH ULVDOH D FLQTXH DQQL SULPD ,O PRWLYR YD ULFHUFDWR QHO IDWWR FKH SHU HVVHUH DFFHWWDWR GDOOD FRPXQLWj LQWHUQD]LRQDOH LO IRUPDWR 3') $ DYHYD OD QHFHVVLWj GL EDVDUVL VX XQD YHUVLRQH JLj ODUJDPHQWH GLIIXVD GHO IRUPDWR 3') H QRQ VXOOH IXQ]LRQDOLWj GHOOH XOWLPH YHUVLRQL QRQ DQFRUD VXIÀFLHQWHPHQWH DGRWWDWH /R VWDQGDUG ,62 q OD SULPD SDUWH GL XQD QRUPD SHQVDWD LQ PDQLHUD PRGXODUH PXOWL SDUWH RYYHUR FRVWLWXLWD GD SL SDUWL FKH SRWUDQQR YLD YLD HVVHUH VYLOXSSDWH SHU VHJXLUH O·HYROX]LRQH QHO WHPSR GHO IRUPDWR 3') $O PRPHQWR q VWDWD SXEEOLFDWD OD SULPD SDUWH GHOOR VWDQGDUG OD ,62 FKH GHÀQLVFH LO IRUPDWR 3') $ HG q EDVDWD FRPH JLj GHW-

WR VXO 3') 5HIHUHQFH 9HUVLRQ 8QD QXRYD YHUVLRQH GHQRPLQDWD 3') $ ,62 :' Document manaJHPHQW (OHFWURQLF GRFXPHQW ÀOH IRUPDW IRU ORQJ WHUP SUHVHUYDWLRQ 3DUW 8VH RI 3') 3') $ q LQ YLD GL GHÀQL]LRQH SUHVVR OR VWHVVR FRPLWDWR WHFQLFR GHOO·,62 FKH KD VYLOXSSDWR LO 3') $ H VL EDVHUj VXO 3') 5HIHUHQFH 9HUVLRQ LPSOHPHQWDWR GDOOD YHUVLRQH GL $GREH $FUREDW LQ SRL 4XHVWR QXRYR VWDQGDUG GLVSRUUj GL DOFXQH IXQ]LRQDOLWj DJJLXQWLYH WUD FXL LO VXSSRUWR DO IRUPDWR GL FRPSUHVVLRQH SHU LPPDJLQL -3(* O·LQFOXVLRQH GL FDUDWWHUL 2SHQ7\SH GL JUDÀFD ' H GL FRQWHQXWL DXGLR H YLGHR XQ SL VRÀVWLFDWR VXSSRUWR SHU OD ÀUPD GLJLWDOH OD FRHUHQ]D FRQ L IRUPDWL 3') ; 3') ( 3') 8$ 1HO WHPSR VL VXFFHGHUDQQR OH DOWUH SDUWL GHOOR VWDQGDUG FKH IDUDQQR ULIHULPHQWR DOOH VXFFHVVLYH YHUVLRQL GHO IRUPDWR 3') VL YHGD OD )LJXUD ,Q SDUWLFRODUH OD YHUVLRQH 3') $ VDUj VSHFLÀFD SHU L GRFXPHQWL HOHWWURQLFL GLQDPLFL ANALISI DEL FORMATO

,O 3') $ q XQ IRUPDWR QRQ SURSULHWDULR DSHUWR H VWDQGDUG GH MXUH Ë EDVDWR VXO IRUPDWR 3') GL $GREH 6\VWHPV H GL TXHVWR XWLOL]]D VRODPHQWH TXHOOH FDUDWWHULVWLFKH FKH SHUPHWWRQR GL SURGXUUH ÀOH LQ JUDGR GL FRQVHUYDUH QHO WHPSR OD ORUR UDSSUHVHQWD]LRQH VLD VX VFKHUPR FKH D VWDPSD R DWWUDYHUVR DOWUL VLVWHPL GL RXWSXW LQGLSHQGHQWHPHQWH GDJOL VWUXPHQWL WHFQRORJLFL XWLOL]]DWL $G HVHPSLR LO 3') $ QRQ FRQVHQWH

DOFXQD IXQ]LRQDOLWj EDVDWD VX WHFQRORJLH SURSULHWDULH LQROWUH ULFKLHGH FKH L IRQW XWLOL]]DWL QHO ÀOH VLDQR LQFOXVL DO VXR LQWHUQR SHU DYHUH OD FHUWH]]D GHOOD ORUR GLVSRQLELOLWj LQ IDVH GL UDSSUHVHQWD]LRQH /·HVWHQVLRQH GL XQ ÀOH FRGLÀFDWR QHO IRUPDWR 3') $ q SGI HVDWWDPHQWH FRPH TXHOOD GL XQ ÀOH 3') GDO PRPHQWR FKH OR VWDQGDUG ,62 QRQ ULFKLHGH FKH GHEED HVVHUH XWLOL]]DWD XQD GLIIHUHQWH HVWHQVLRQH SHU GLVWLQJXHUH LO IRUPDWR 3') $ GDO IRUPDWR 3') . 1HOOD YHUVLRQH 3') $ LO IRUPDWR q EDVDWR VXO 3') 5HIHUHQFH 7KLUG (GLWLRQ 9HUVLRQ H UDSSUHVHQWD XQ VRWWRLQVLHPH VXEVHW GHO IRUPDWR 3') XQD VXD YHUVLRQH ´OLPLWDWDµ FKH q VWDWD SULYDWD GL WXWWH TXHOOH FDUDWWHULVWLFKH FKH QRQ VRQR DGDWWH SHU OD FRQVHUYD]LRQH D OXQJR WHUPLQH GL GRFXPHQWL LQIRUPDWLFL VL YHGD OD Errore. L’origine riferimento non è stata trovata . &RPH JLj GHWWR O·RELHWWLYR GHO 3') $ q OD FRQVHUYD]LRQH D OXQJR WHUPLQH GHL GRFXPHQWL HOHWWURQLFL H TXLQGL ULVSHWWR DO IRUPDWR 3') HVVR FHUFD GL PDVVLPL]]DUH O·LQGLSHQGHQ]D GDO GLVSRVLWLYR GHYLFH LQGHSHQGHQFH O·DXWR FRQWHQLPHQWR VHOI FRQWDLQPHQW H O·DXWR GRFXPHQWD]LRQH VHOI GRFXPHQWDWLRQ 1HOOH VSHFLÀFKH YHQJRQR FKLDUDPHQWH GHÀQLWH TXDOL FDUDWWHULVWLFKH GL WDOH IRUPDWR VRQR REEOLJDWRULH required TXDOL UDFFRPDQGDWH recommended TXDOL OLPLWDWH UHVWULFWHG QHO ORUR LPSLHJR H TXDOL LQÀQH SURLELWH SURKLELWHG VL YHGD OD Errore. L’origine riferimento non è stata trovata $G HVHPSLR WUD OH FDUDWWHULVWLFKH GHO 3') HVSUHVVDPHQWH SURLELWH WURYLDPR O·XWLOL]]R GL FRQWHQXWL PXOWLPHGLDOL DXGLR H YLGHR O·XWLOL]]R GL FRGLFH HVHJXLELOH DG HV -DYDVFULSW OD FLIUDWXUD GHO ÀOH O·XVR GHOOD WUDVSDUHQ]D O·XVR GL FROOHJDPHQWL link HVWHUQL O·XWLOL]]R GL ÀOH LQFRUSRUDWL H OD FRPSUHVVLRQH FRQ O·DOJRULWPR SURSULHWDULR /=: $OWUH FDUDWWHULVWLFKH VRQR LQYHFH REEOLJDWRULDPHQWH ULFKLHVWH OR VSD]LR GHL FRORUL GHYH HVVHUH VSHFLÀFDWR LQ XQD PDQLHUD LQGLSHQGHQWH GDO GLVSRVLWLYR VX FXL LO ÀOH YHUUj UDSSUHVHQWDWR q REEOLJDWRULR O·XVR GL PHWDGDWL EDVDWL VX VWDQGDUG PHWDGDWL ;03 WXWWL L IRQW GHEERQR HVVHUH LQFRUSRUDWL QHO ÀOH H GHYRQR HVVHUH LQROWUH OHJDOPHQWH LQFRUSRUDELOL SHU JDUDQWLUH XQD UDSSUHVHQWD]LRQH XQLYHUVDOH H LOOLPLWDWD iged.it 02.2010

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SURJUDPPL H SXz DFFDGHUH FKH QHO IXWXUR DOFXQL GL HVVL QRQ VLDQR SL GLVSRQLELOL UHQGHQGR LUUHFXSHUDELOL TXHL FRQWHQXWL I LIVELLI DI CONFORMITÀ

Figura 2 – Il PDF/A è un subset del PDF

Figura 3 – La relazione tra le caratteristiche del formato PDF/A e quelle del formato PDF (adattato da S.ABRAMS, B.FANNING, D.HELANDER, S.SULLIVAN, PDF/A, The Development of a Digital Preservation Standard, SAA 69th Annual Meeting, New Orleans, 14-21 Agosto 2005)

Per fare un esempio, un ÀOH conforme DOOH VSHFLÀFKH GHO IRUPDWR 3') $ SXz FRQWHQHUH VROR WHVWR LPPDJLQL UDVWHU HG RJJHWWL YHWWRULDOL GHYH LQROWUH LQFRUSRUDUH WXWWL L IRQW XWLOL]]DWL 14 QRQ SXz FRQWHQHUH FRGLFH HVHJXLELOH H QRQ SXz HVVHUH FLIUDWR /D ULFKLHVWD UHODWLYD DL IRQW JDUDQWLVFH FKH HVVR YHUUj ULSURGRWWR FRQ L IRQW GHVLGHUDWL 15 'L FRQVHJXHQ]D XQ·DSSOLFD]LRQH FKH SURGXFH

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ÀOH QHO IRUPDWR 3') $ LO 3') $ FRQIRUPLQJ ZULWHU)16 GHYH LQFOXGHUH QHO ÀOH i font XWLOL]]DWL H DQDORJDPHQWH XQ OHWWRUH FRQIRUPH DOOR VWDQGDUG 3') $ LO 3') $ FRQIRUPLQJ UHDGHU GHYH XWLOL]]DUH L IRQW LQFOXVL GHO ÀOH e non TXHOOL LQVWDOODWL QHOOD PDFFKLQD ORFDOH Ë YLHWDWR O·XWLOL]]R GL ÀOH LQFRUSRUDWL GDO PRPHQWR FKH SHU SRWHUOL UDSSUHVHQWDUH q QHFHVVDULR GLVSRUUH GHL UHODWLYL

/R VWDQGDUG ,62 VWDELOLVFH GXH SRVVLELOL OLYHOOL GL FRQIRUPLWj FKH GLIIHULVFRQR SHU LO JUDGR GL FRQIRUPLWj DOOR VWDQGDUG HG LQ SDUWLFRODUH SHU OD SUHVHQ]D GL LQIRUPD]LRQL VXOOD VWUXWWXUD GHO ÀOH H SHU OD SRVVLELOLWj GL LQWHUSUHWDUH VHPDQWLFDPHQWH LO WHVWR 3') $ D ,62 /HYHO $ &RQIRUPDQFH LQ 3DUW

3') $ E ,62 /HYHO % &RQIRUPDQFH LQ 3DUW

,O 3') $ D q LO OLYHOOR GL FRQIRUPLWj FRPSOHWD FKH DVVLFXUD OD ULVSRQGHQ]D D WXWWL L UHTXLVLWL GHOO·,62 FRPSUHVL TXHOOL UHODWLYL DOO·XWLOL]]R GHL WDJ 4XHVWL WDJ IRUQLVFRQR LQIRUPD]LRQL VXOOD VWUXWWXUD GHO ÀOH H VXOOD VHPDQWLFD GHO WHVWR LQ PDQLHUD GD UHQGHUH SRVVLELOH OD FRQVHUYD]LRQH GHOOD VXD VWUXWWXUD ORJLFD H GHO QRUPDOH RUGLQH GL OHWWXUD ,Q VRVWDQ]D LO 3') $ D QRQ VROR DVVLFXUD FKH LO ÀOH YHQJD ULSURGRWWR VHPSUH DOOD VWHVVD PDQLHUD PD DQFKH FKH LO VXR FRQWHQXWR SRVVD HVVHUH LQWHUSUHWDWR LQ PDQLHUD VHPDQWLFDPHQWH FRUUHWWD FKH VLD DFFHVVLELOH DOOH SHUVRQH FRQ GHÀFLW sensoriali17 H FKH SRVVD HVVHUH ULVWUXWWXUDWR UHÁRZHG SHU SRWHU HVVHUH IUXLWR DG HVHPSLR LQ GLVSRVLWLYL SDOPDUL R DOWUL DSSDUDWL ,O 3') $ E q LO OLYHOOR GL FRQIRUPLWj PLQLPD FKH DVVLFXUD OD ULVSRQGHQ]D VRODPHQWH DL UHTXLVLWL PLQLPL GHOO·,62 RYYHUR TXHL UHTXLVLWL FKH VRQR VXIÀFLHQWL SHU JDUDQWLUH VRODPHQWH FKH O·DVSHWWR YLVLYR GL XQ ÀOH 3') $ YHQJD FRQVHUYDWR QHO WHPSR ,Q DOWUH SDUROH TXHVWD YHUVLRQH DVVLFXUD FKH LO ÀOH DSSDULUj VHPSUH DOOR VWHVVR PRGR TXDQGR VDUj YLVXDOL]]DWR QHO IXWXUR PD QRQ JDUDQWLVFH FKH VLD SRVVLELOH LQWHUSUHWDUH VHPDQWLFDPHQWH LO VXR FRQWHQXWR18 7UDWWDQGRVL GL FRQGL]LRQL SL VWULQJHQWL XQ ÀOH conforme DOOH VSHFLÀFKH GHO 3') $ D q FRQIRUPH DQFKH D TXHOOH GHO 3') $ E QRQ YDOH RYYLDPHQWH LO YLFHYHUVD VL YHGD OD )LJXUD LA PRODUZIONE DI FILE NEL FORMATO PDF/A

/D SURGX]LRQH GL ÀOH QHO IRUPDWR 3') $ SXz DYYHQLUH LQ GLYHUVL PRGL



Figura 4 – La relazione tra le varie versioni del PDF/A-1

ma di solito un Ă€OH PDF/A non viene prodotto nativamente in questo formato. Il PDF/A, infatti, cosĂŹ come il PDF, q XQ IRUPDWR QRQ PRGLĂ€FDELOH19, per cui raramente si utilizzano gli strumenti messi a disposizione da tool di authoULQJ FRPH $GREH $FUREDW SHU UHDOL]zare, da zero, Ă€OH in formato PDF/A. Normalmente il processo che si segue consiste nel produrre Ă€OH FRGLĂ€FDWL LQ altri formati (ad esempio DOC, XLS, 337 57) +70/ H FRQYHUWLUOL QHO formato PDF/A, oppure convertire, sempre nel formato PDF/A, docuPHQWL DQDORJLFL VX FDUWD JLj HVLVWHQWL 9HGLDPR QHO GHWWDJOLR OH YDULH SRVVLELOLWj VL YHGD OD )LJXUD D &RQYHUVLRQH GD DOWUL IRUPDWL QHO IRUPDWR PDF/A. Per produrre Ă€OH nel formato PDF/A, q SRVVLELOH IDUH ULFRUVR DG DSSRVLWH DSplicazioni software che consentono di trasformare Ă€OH prodotti in altri formati 3') '2& 57) HWF QHO IRUPDWR PDF/A. Il software analizza le caratteristiche del Ă€OH di partenza, rimuove gli HYHQWXDOL HOHPHQWL QRQ FRPSDWLELOL FRQ OR VWDQGDUG 3') $ H SURGXFH LQĂ€QH il Ă€OH nel formato PDF/A. Anche in questo caso lo strumento di elezione q VHPSUH $GREH $FUREDW &KL GLVSRQH GHOOD YHUVLRQH GL $GREH $FUREDW può salvare nel formato “PDF/A:

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Draftâ€?, non necessariamente conforme allo standard PDF/A, dal moPHQWR FKH $GREH $FUREDW q VWDWR rilasciato prima che tale standard fosse GHĂ€QLWLYDPHQWH DSSURYDWR 'DOOD YHUsione 7.0.7 e con le successive versioni H q LQYHFH SRVVLELOH VDOYDUH GLUHWWDmente nel formato PDF/A secondo lo VWDQGDUG ,62 2OWUH DG $GREH $FUREDW VRQR JLj PROWL L VRIWZDUH GL terze parti che permettono di produrre Ă€OH QHO IRUPDWR 3') $ LQ HQWUDPEL L OLYHOOL GL FRQIRUPLWj 3') $ D H 3') $ E 6L WUDWWD VLD GL SURGRWWL stand-alone sia di plug-in, che consentono di creare Ă€OH PDF/A a partire dai Ă€OH prodotti dai comuni applicativi di RIĂ€FH DXWRPDWLRQ FRPH TXHOOL FUHDWL FRQ 0LFURVRIW :RUG ([FHO HWF $G HVHPSLR OD VXLWH 0LFURVRIW 2IĂ€FH 2007 consente di creare Ă€OH conformi allo standard PDF/A direttamente dagli applicativi utilizzando gli add-in “Save as PDFâ€? oppure ´6DYH DV 3') DQG ;36Âľ 20 2SHQ2IĂ€FH RUJ GDOOD YHUsione 2.4, supporta anch’esso il nuovo formato. Esistono anche aziende molto attive nella produzione di software di conversione nel formato PDF/A, che implementano nei loro prodotti IXQ]LRQDOLWj LQWHUHVVDQWL H D YROWH QRQ GLVSRQLELOL LQ $GREH $FUREDW E &RQYHUVLRQH GDO IRUPDWR 3') DO IRUPDWR PDF/A.

0ROWH RUJDQL]]D]LRQL GLVSRQJRQR JLj GL ampie collezioni di Ă€OH in formato PDF. ,Q WDO FDVR XQ¡XOWHULRUH PRGDOLWj GL produzione consiste nella conversione dal formato PDF al formato PDF/A mediante procedure automatizzate GL WLSR EDWFK FKH SHUPHWWRQR GL DJLUH non sul singolo Ă€OH ma su intere cartelle contenenti Ă€OH PDF. Il programma effettua preliminarmente un’analisi delle caratteristiche dei Ă€OH G¡RULJLQH H QH YHULĂ€FD OD FRPSDWLELOLWj FRQ LO OLYHOOR GL FRQIRUPLWj GHVLGHUDWR 3') $ D R 3') $ E SRL QH effettua la conversione. Ovviamente, se il Ă€OH GL SDUWHQ]D HUD JLj FRQIRUPH DOOH VSHFLĂ€FKH GHO IRUPDWR 3') $ 3') $ FRPSOLDQW LO Ă€OH PDF/A Ă€QDOH VDUj XJXDOH VH LQYHFH QRQ OR HUD il Ă€OH 3') $ VDUj GLYHUVR GD TXHOOD GL partenza, essendo stato privato delle caratteristiche che lo rendevano non conforme. F G H 3URGX]LRQH GL Ă€OH LQ IRUPDWR 3') $ D SDUWLUH GD GRFXPHQWL DQDORJLFL Il formato PDF/A trova un’immediata e notevole applicazione quando si ha QHFHVVLWj GL GLJLWDOL]]DUH GRFXPHQWL DQDORJLFL VX FDUWD ,Q TXHVWR FDVR VRQR SRVVLELOL WUH PRGDOLWj GL SURGX]LRQH La prima prevede l’utilizzo di appositi scanner in grado di produrre direttamente Ă€OH nel formato PDF/A a partire dal documento analogico.


Figura 5 – Le modalitĂ di produzione di ďŹ le nel formato PDF/A

Le altre due prevedono l’acquisizione dell’immagine del documento analogico (in uno dei vari formati immagine quali TIFF, JPEG, PNG, etc.) mediante il processo di scansione; una volta ottenuto il Ă€OH immagine, è possibile produrre il Ă€OH PDF/A direttamente mediante una conversione software oppure facendo precedere la fase di conversione da un’elaborazione attraverso un software di OCR (Optical Character Recognition), che permette di ottenere un Ă€OH PDF/A con capacitĂ di estrazione del contenuto testuale e di ricerca full-text. Sul mercato esistono diversi tool in grado di convertire Ă€OH in formato immagine in Ă€OH nel formato PDF/A, sia direttamente che effettuando preliminarmente un’elaborazione attraverso un modulo di OCR. CONCLUSIONI

Il PDF/A è un formato non proprietario, standard de jure (e sta rapidamente diventando anche standard de facto), indipendente dalla piattaforma, aperto e completamente documentato, autocontenuto ed auto-documentato, privo di meccanismi tecnici di protezione e di limitazioni sul suo utilizzo, accessibile se viene fatto un uso corretto dei tag,

QRQ PRGLĂ€FDELOH HG HIĂ€FLHQWH Le limitazioni imposte dallo standard nei confronti del PDF da cui deriva (come l’obbligo di inclusione di tutti gli oggetti necessari per una fedele rappresentazione - ad esempio, i font - e il divieto di inserire altri elementi che SRWUHEEHUR UHQGHUH GLIĂ€FLOH O¡DFFHVVR - ad esempio i contenuti multimediali), fanno si che sia possibile prevedere, con assoluta precisione, il risultato che si otterrĂ quando il Ă€OH FRGLĂ€FDWR LQ WDOH formato verrĂ visualizzato a schermo o stampato su carta, anche a distanza di anni. Il formato presenta, inoltre, altre caratteristiche estremamente interessanti, come la possibilitĂ di VRWWRVFUL]LRQH FRQ Ă€UPD HOHWWURQLFD H la possibilitĂ di inserire, nei Ă€OH ottenuti da scansioni di documenti di testo, due livelli informativi: uno contenente l’immagine scansionata (garantendo, quindi, la conservazione dell’aspetto visuale) e l’altro, invisibile e integrato “sotto l’immagineâ€?, contenente il testo estratto mediante OCR (garantendo, quindi, la ricercabilitĂ e la consultabilitĂ al pari di un “normaleâ€? documento di testo in formato digitale).21 Il PDF/A deve, quindi, essere preso LQ VHULD FRQVLGHUD]LRQH DL Ă€QL GHOOD

sua adozione come formato per la produzione di documenti elettronici conservabili. In Italia il formato si sta ampiamente diffondendo e sta suscitando un notevole interesse. Agli inizi di febbraio 2010 è stato istituito il comitato italiano del PDF/A Competence Center, l’associazione internazionale nata nel 2006 in Germania con l’obiettivo di promuovere lo scambio di informazioni ed esperienze nel campo della conservazione a lungo termine in accordo alla norma ISO 19005. La prima riunione del comitato ha avuto luogo lunedĂŹ 8 febbraio 2010, ed ha visto la partecipazione di piĂš di dieci societĂ che hanno giĂ adottato il PDF/A come standard per la conservazione dei documenti a lungo termine. 3URSULR LQ ,WDOLD LQĂ€QH VL WHUUj OD prossima conferenza internazionale sul PDF/A (4th International PDF/A Conference)22, che, si prevede, non mancherĂ di accrescere ulteriormente l’interesse verso questo formato. NOTE 1

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 dicembre 2008 riguardante ´6SHFLĂ€FKH WHFQLFKH GHO IRUPDWR HOHWWURQLFR elaborabile (XBRL) per la presentazione dei

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bilanci di esercizio e consolidati e di altri atti al registro delle imprese.â€?, pubblicato sulla *D]]HWWD 8IĂ€FLDOH Q GHO HG HQWUDWR LQ YLJRUH D SDUWLUH GDO Si veda all’indirizzo http://references.modernisation.gouv.fr/rgi-interoperabilite. Koordinierungs - und Beratungsstelle der Bundesregierung fĂźr Informationstechnik in der Bundesverwaltung, KBSt, l’equivalente, in Italia, dell’ex Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), che ha assunto ora la denominazione “DigitPAâ€? ai sensi del Decreto Legislativo ƒ GLFHPEUH Q Il documento Standards und Architekturen fĂźr E-Government-Anwendungen (SAGA), YHUVLRQH q GLVSRQLELOH LQ OLQJXD WHGHVFD all’indirizzo www.cio.bund.de/DE/Standards/ SAGA/saga_node.html 0R5HT DEEUHYLD]LRQH GL ´0RGHO 5HTXLrements for the Management of Electronic 'RFXPHQWV DQG 5HFRUGVÂľ q XQD VSHFLĂ€FD europea per la gestione dei documenti e degli archivi elettronici. MoReq, la prima versione, era stata originariamente sviluppata per lo scambio standardizzato di documenti tra la Commissione Europea e i governi degli stati membri. Si veda all’indirizzo www.moreq2.eu 6 Per una rassegna approfondita ed aggiornata delle varie iniziative si rimanda al sito GHO 3') $ &RPSHWHQFH &HQWHU GLVSRQLELOH all’indirizzo www.pdfa.org &RPH VL YHGUj SL DYDQWL LO IRUPDWR 3') $ q VWDWR ULFRQRVFLXWR VWDQGDUG SURSULR QHO Ciò dipende da molteplici motivi come, DG HVHPSLR LO IDWWR FKH L Ă€OH 3') VWDQGDUG non sono necessariamente auto-contenuti (possono presentare dipendenze dai font XWLOL]]DWL R GD RJJHWWL HVWHUQL DO Ă€OH VWHVVR 'L conseguenza, se si cerca di visualizzare questi Ă€OH VX VLVWHPL GLYHUVL GD TXHOOL LQ FXL VRQR VWDWL FUHDWL QRQ q JDUDQWLWR FKH YHQJDQR ULSURGRWWL correttamente. /D QRUPD FRPSRVWD GD FLUFD SDJLQH q disponibile per l’acquisto presso diversi siti, tra cui: www.iso.org; www.ansi.org; www.npes.org/ standards/orderform.html; www.aiim.org/bookstore. Nel seguito faremo riferimento a questa norma con la denominazione abbreviata di “ISO Âľ ,O 3') 5HIHUHQFH q LO GRFXPHQWR FKH FRQWLHQH OH VSHFLĂ€FKH GHO IRUPDWR ,O 3') 5HIHUHQFH FRQWLHQH OH VSHFLĂ€FKH GHO IRUPDWR 3') YHUVLRQH XWLOL]]DWR LQ $GREH $FUREDW $QDORJDPHQWH LO 3') 5HIHUHQFH FRQWLHQH OH VSHFLĂ€FKH GHO IRUPDWR 3') YHUVLRQH XWLOL]]DWR LQ $GREH $FUREDW

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e cosĂŹ via. I PDF Reference sono disponibili gratuitamente sul sito di Adobe Systems. Ad HVHPSLR O¡XOWLPD YHUVLRQH OD q GLVSRQLELle all’indirizzo http://partners.adobe.com/public/ developer/en/pdf/PDFReference.pdf Da qui in poi si utilizzerĂ , per semplicitĂ H ODGGRYH QRQ GLYHUVDPHQWH VSHFLĂ€FDWR OD VLJOD 3') $ LQWHQGHQGR FRQ FLz OD YHUVLRQH 3') $ O¡XQLFD GLVSRQLELOH QHO PRPHQWR in cui si scrive. SarĂ compito del programma di visualizza]LRQH GHL Ă€OH 3') $ 3') $ UHDGHU LQGLYLduare il formato corretto. Si noti che, anche SHU DOWUL IRUPDWL QRQ q SRVVLELOH GLVWLQJXHUH le varie versioni tramite l’estensione del nome GHO Ă€OH 3HU IDUH XQ HVHPSLR OH GLYHUVH YHUsioni del software di videoscrittura Microsoft :RUG SURGXFRQR Ă€OH FKH KDQQR WXWWL OD EHQ nota estensione .doc ma che possono essere FRGLĂ€FDWL VHFRQGR L GLIIHUHQWL IRUPDWL FKH si sono avvicendati nel tempo. Ăˆ compito del software comprendere di quale versione si tratti. Allo stesso modo, le varie versioni GHO IRUPDWR 3') GDOOD DOOD DWWXDOH SURGXFRQR Ă€OH FKH VRQR LGHQWLĂ€FDWL WXWWL GDOOD stessa estensione .pdf. In letteratura si utilizza anche il termine ´SURĂ€ORÂľ LO 3') $ FRVWLWXLVFH XQ SDUWLFRODUH SURĂ€OR GHO 3') ,O WHUPLQH q XWLOL]]DWR DQFKH SHU LO 3') ; XQ SURĂ€OR GHO 3') XWLOL]]DWR QHO VHWWRUH GHOOD VWDPSD H GHOOH DUWL JUDĂ€FKH 3HU TXHVWR PRWLYR OH GLPHQVLRQL GL XQ Ă€OH in formato PDF aumentano leggermente rispetto allo stesso contentuo in formato PDF senza font incorporati. ,Q DOWUH SDUROH FRQ L Ă€OH 3') $ QRQ VL SXz YHULĂ€FDUH O¡HUURUH GL ´PLVVLQJ IRQWVÂľ che si presenta quando i font necessari per rappresentare un contenuto non sono stati LQFRUSRUDWL DOO¡LQWHUQR GHO UHODWLYR Ă€OH Qp VRQR installati nel sistema operativo dell’elaboratore dove viene rappresentato. In questo caso tali font vengono sostituiti da altri “similiâ€?, con la conseguenza che si ottiene una rappresentazione non conforme all’originale. In base allo standard, il software di produzione deve “avvisareâ€? l’utente nel caso in cui non tutti i font possano essere legalmente LQFRUSRUDWL QHO Ă€OH &RPH ULFKLHVWR GDOOD VH]LRQH GHO 8 6 Rehabilitation Act per quanto riguarda l’accessibilitĂ . Ad esempio, un documento su carta, acquisito, mediante il processo di scansione, in formato immagine e successivamente convertito in formato PDF, rispetta i requisiti del OLYHOOR GL FRQIRUPLWj 3') $ E $O FRQWUDULR GHO 3') $ D LO IRUPDWR 3') $ E QRQ

garantisce la conformitĂ a quanto richiesto GDOOD VH]LRQH GHO 8 6 5HKDELOLWDWLRQ $FW 8Q IRUPDWR VL FRQVLGHUD QRQ PRGLĂ€FDELOH (detto anche non editabile o statico) quando il programma che lo gestisce non ne consente OD PRGLĂ€FD LQ PDQLHUD VHPSOLFH R FRPXQTXH QH FRQVHQWH PRGLĂ€FKH VROR SDU]LDOL FRQ ULIHULPHQWR DOOD SDUWLFRODUH FDWHJRULD GL Ă€OH $G HVHPSLR WUD L IRUPDWL WHVWXDOL LO 3') q XQ IRUPDWR QRQ PRGLĂ€FDELOH GDO PRPHQWR che il programma di default con cui viene visualizzato, Adobe Reader, non consente GL PRGLĂ€FDUOR PHQWUH LO SURJUDPPD FRQ cui viene creato, Adobe Acrobat, consente Vu GHOOH PRGLĂ€FKH PD QRQ LQ PDQLHUD FRVu agevole come avviene operando su un documento di testo mediante un word processor. Al contrario, il DOC e l’ODT sono formati PRGLĂ€FDELOL GDO PRPHQWR FKH L SURJUDPPL di default con cui vengono gestiti (Microsoft :RUG H 2SHQ2IĂ€FH RUJ :ULWHU ULVSHWWLYDPHQte) ne consentono assai agevolmente qualsiasi PRGLĂ€FD WUD TXHOOH WLSLFKH SHU OD FDWHJRULD GHL GRFXPHQWL GL WHVWR , IRUPDWL QRQ PRGLĂ€FDELli sono, quindi, facili da visualizzare, stampare H GLVWULEXLUH PD GLIĂ€FLOL GD PRGLĂ€FDUH 1HOOD letteratura anglosassone vengono indicati anche come “not revisableâ€?. Disponibili entrambi per il download all’indirizzo http://www.microsoft.com/downloads. La SRVVLELOLWj GL VDOYDUH QHO IRUPDWR 3') $ q prevista sia per i prodotti della famiglia MiFURVRIW 2IĂ€FH VLD SHU TXHOOL GHOOD QXRYD YHUVLRQH 0LFURVRIW 2IĂ€FH Al contrario delle tradizionali scansioni in formato immagine che immagazzinano i contenuti sotto forma di pixel e quindi rendono il testo in essi presenti del tutto inutilizzabile. /D FRQIHUHQ]D q LQ SURJUDPPD D 5RPD GDO VHWWHPEUH DO RWWREUH 3HU L GHWWDJOL GHOO¡HYHQWR VL ULPDQGD DO VLWR GHO 3') $ Competence Center, giĂ citato.

STEFANO ALLEGREZZA

Professore a contratto di Informatica e sistemi di elaborazione delle informazioni presso l’Università degli Studi di Macerata


APPROFONDIMENTI

Conservazione digitale Le Specifiche tecniche UNINFO ed ETSI FRANCO RUGGIERI

Gli 11 lettori lo sanno giĂ : sono anni che predico la necessitĂ GL GLVSRUUH GL VSHFLĂ€FKH WHFQLFKH FKH LQGLFKLQR OH PLVXUH GL VLFXUH]]D ,&7 GD VHJXLUH SHU UHDOL]]DUH H FRVD IRUVH DQFRUD SL LPSRUWDQWH JHVWLUH XQ VLVWHPD GL FRQVHUYD]LRQH GLJLWDOH 0L GDYDQR GHO PDWWR “lasciamo fare al mercato, non sbattiamo sulla testa di questi poveri disgraziati un ulteriore adempimento, i fornitori di livello elevato non si abbasseranno mai a sottoporsi a valutazioni di questo genere, ecc. E, comunque, servirebbe una norma primaria.â€? 3RL XQ JLRUQR GL TXDOFKH DQQR ID FROPDQGR OD ODFXQD FUHDWD GDOOD PLD FROSHYROH GLVDWWHQ]LRQH O¡RWWLPR LQJ *LRYDQQL 0DQFD PL PDQGz OD 'LUHWWLYD (XURSHD &( OD FRVLGGHWWD ´'LUHWWLYD 6HUYL]LÂľ H Ă€QDOPHQWH YLGL OD OXFH /¡DUW LQIDWWL HVSOLFLWDPHQWH UHFLWD “Gli Stati membri, ‌ adottano misure di accompagnamento volte ad incoraggiare i prestatori a garantire, su base volontaria, la qualitĂ dei servizi, in particolare: a) IDFHQGR FHUWLĂ€FDUH R YDOXWDUH OH ORUR DWWLYLWj da organismi indipendenti o accreditati; b) elaborando una carta di qualitĂ propria o aderendo alle carte o ai marchi di qualitĂ messi a punto da organismi e ordini professionali a livello comunitario.â€? , VXFFHVVLYL FRPPL GDQQR XOWHULRUL SUHFLVD]LRQL GD FXL HPHUJH FKH LQ VRVWDQ]D OH ´FDUWH GL TXDOLWjÂľ VRQR PROWR VLPLOL D XQD FHUWLĂ€FD]LRQH YDOXWD]LRQH Ăˆ LPSRUWDQWH LQĂ€QH LO FRPPD “Gli Stati membri, in collaborazione con la Commissione, incoraggiano lo sviluppo di norme volontarie europee intese ad agevolare la compatibilitĂ fra servizi forniti da prestatori di Stati membri diversi, l’informazione del destinatario e la qualitĂ dei servizi.â€?

'HOOH FRQVHJXHQ]H GL TXHVWR FRPPD SDUOHUHPR WUD SRFR 9RUUHL SULPD SHUz DWWLUDUH O¡DWWHQ]LRQH GHL JLj FLWDWL OHWWRUL VX GXH DVSHWWL QHFHVVLWj GL XQD FRSHUWXUD OHJLVODWLYD H volontarietĂ GHOOD YDOXWD]LRQH FHUWLĂ€FD]LRQH $QFKH LQ DVVHQ]D GL XQD QRUPD SULPDULD SURSULR SHU OD YRORQWDULHWj QHO VRWWRSRUVL DOOD YDOXWD]LRQH FHUWLĂ€FD]LRQH q GHO WXWWR SRVVLELOH UHQGHUH RSHUDWLYH OH VSHFLĂ€FKH GL FXL VRSUD (¡ VXIĂ€FLHQWH LQIDWWL FKH JOL RUJDQLVPL DFFUHGLWDWL SHU OD YDOXWD]LRQH GL VLVWHPL ,&7 OH XWLOL]]LQR SHU YDOXWDUH L VHUYL]L GL FRQVHUYD]LRQH GLJLWDOH GHL SUHVWDWRUL FKH VL VRWWRSRQJDQR volontariamente DO ORUR ´HVDPHÂľ H FRVD DQFRUD SL LPSRUWDQWH FKH QRQ WHQJDQR VHJUHWH OH ULVXOWDQ]H GL WDOL YDOXWD]LRQL DOPHQR TXHOOH IDYRUHYROL /¡DFFUHGLWDPHQWR GL WDOL RUJDQLVPL LQIDWWL DVVLFXUD O¡LPSDU]LDOLWj GL TXHVWH YDOXWD]LRQL ,O SXQWR FKLDYH GL WXWWR FLz VWD QHO FRQVHQWLUH D FKL LQWHQGD VHUYLUVL GL XQ GHWHUPLQDWR IRUQLWRUH GL VHUYL]L GL FRQVHUYD]LRQH VDSHUH VH SXz Ă€GDUVL GHOOH FDSDFLWj GL TXHVWR IRUQLWRUH 3HQVLDPR DO ULVFKLR FKH XQD WDOH SHUVRQD SXz FRUUHUH VH LO VXR IRUQLWRUH QRQ IRVVH LQ JUDGR SRQLDPR IUD WUH DQQL GL HVLELUH XQD VXD IDWWXUD DOOD *XDUGLD GL )LQDQ]D L JXDL OL SDVVHUHEEH TXHVWD SHUVRQD QRQ LO IRUQLWRUH 5HDOL]]LDPR DOORUD XQ ´PHWURÂľ FKH FRQVHQWD GL PLVXUDUH LQ PRGR RJJHWWLYR O¡DIĂ€GDELOLWj GHL IRUQLWRUL GL TXHVWL WLSL GL VHUYL]LR 1RQ FUHGR FKH L IRUQLWRUL VL GHĂ€OHUDQQR XQ IRUQLWRUH FKH VRWWRSRQHQGRVL ULSHWR YRORQWDULDPHQWH D TXHVWD YDOXWD]LRQH RWWHQJD XQ JLXGL]LR IDYRUHYROH VDUj VLFXUDPHQWH IDFLOLWDWR VXO PHUFDWR H OR VEDQGLHUHUj LQ JLUR JLXVWDPHQWH 5LEDGLVFR XOWHULRUPHQWH O¡LPSRUWDQ]D GHOOD volontarietĂ : nesVXQR GHYH HVVHUH REEOLJDWR D VRWWRSRUVL D TXHVWH YDOXWD]LRQL iged.it 02.2010

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come dice la Direttiva Servizi. Vuol dire che gli utenti che disporranno in proprio GHOOD FRPSHWHQ]D QHFHVVDULD D YDOXWDUH O¡DIĂ€GDELOLWj GL XQ WDOH IRUQLWRUH SRWUDQQR EDVDUVL VXOOH SURSULH YDOXWD]LRQL 3HU JOL DOWUL XWHQWL PHQR IRUWXQDWL VDUDQQR SUHVXPLELOPHQWH XQD JUDQ SDUWH GHJOL LQWHUHVVDWL SRWHUVL RULHQWDUH QHOOD SURSULD VFHOWD GD YDOXWD]LRQL RJJHWWLYH H XQLIRUPL VDUj YLWDOH 1RQ VHPEUL HVDJHUDWR TXHVWR DJJHWWLYR ´YLWDOHÂľ 3HQVLDPR DOO¡HVHPSLR IDWWR VRSUD 3HU GDUH XQ¡LGHD GHOOD GLPHQVLRQH delle aziende interessate: in Italia il 97% circa delle 4,3 milioni di imprese ha meno di 20 addetti. Un altro dato: in Europa il 92% del totale di 25 milioni di imprese è una micro-impresa, cioè ha meno di 10 addetti e ha un fatturato annuo inferiore D PLOLRQL GL HXUR 7RUQLDPR DOOH VSHFLĂ€FKH )RUWXQDWDPHQWH OR VFHWWLFLVPR GHOOH SHUVRQH GL FXL KR DSSHQD SDUODWR QRQ KD WRFFDWR Qp 81,1)21, nĂŠ ETSI2 nĂŠ, e forse la cosa può meravigliare, la Commissione Europea. ANDIAMO CON ORDINE.

,O JLXJQR LQL]LDURQR OH DWWLYLWj GL XQ *UXSSR GL /DYRUR 81,1)2 VXOOD ´6Lcurezza nella Conservazione Documentaleâ€? – SCD. I partecipanti sono numerosi, XQD YHQWLQD FLUFD GL FXL PHGLDPHQWH OD PHWj LQWHUYLHQH IDWWLYDPHQWH DOOH ULXQLRQL GL ODYRUR Ă€QR DO PRPHQWR LQ FXL VFULYR VL VRQR WHQXWH ULXQLRQL Ă€VLFKH R LQ WHOHFRQIHUHQ]D /D SDUWHFLSD]LRQH q GHFLVDPHQWH GL EXRQ OLYHOOR LQ TXDQWR VRQR presenti i vari settori interessati: aziende che forniscono servizi di conservazione, UHYLVRUL FHUWLĂ€FDWL GL VLFXUH]]D LQIRUPDWLFD RUJDQLVPL JRYHUQDWLYL LO PRQGR EDQFDULR FRQVXOHQWL VSHFLDOLVWL LQ PDWHULD GL VLFXUH]]D LQIRUPDWLFD HFF 2UPDL VLDPR DUULYDWL D XQ EXRQ SXQWR QHOOD UHGD]LRQH GHOOH VSHFLĂ€FKH FKH VH QRQ FL VDUDQQR LQWRSSL 81,1)2 SRWUHEEH HPDQDUH HQWUR O¡HVWDWH 4XHVWH VSHFLĂ€FKH VL EDVDQR VX VWDQGDUG HVLVWHQWL GHL TXDOL ´HUHGLWDQRÂľ TXLQGL O¡DXWRUHYROH]]D GL EDVH , SULPL GL TXHVWL VWDQGDUG VRQR OD RUPDL FRQVROLGDWD IDPLJOLD ,62 ,(& SHU OR ,QIRUPDWLRQ 6HFXULW\ 0DQDJHPHQW 6\VWHP JOREDOPHQWH ULFRQRVFLXWD FRPH SDUDGLJPD GL ULIHULPHQWR H FRHUHQWHPHQWH XWLOL]]DWD ,O VHFRQGR VWDQGDUG q OD VSHFLĂ€FD WHFQLFD ETSI TS 102 5733 D VXD YROWD EDVDWD VXOOD IDPLJOLD ,62 ,(& (VLVWH DQFKH

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XQ DOWUR VWDQGDUG ,62 FKH ULJXDUGD OD JHVWLRQH GRFXPHQWDOH OR ,62 2SHQ $UFKLYDO ,QIRUPDWLRQ 6\VWHP ² 2$,6 PD HVVR WUDWWD DG DOWR OLYHOOR i vari aspetti della gestione documentale sotto la prospettiva archivistica, dai rapporti del provider di servizi di conservazione con chi genera le inforPD]LRQL Ă€QR DL VXRL UDSSRUWL FRQ JOL XWHQWL GHOOH LQIRUPD]LRQL VWHVVH 4XHsto standard non entra nei dettagli della sicurezza informatica di cui c’è invece DVVROXWR ELVRJQR KR JLj GHWWR FKH XQD SHUVRQD FKH DIĂ€GL L SURSUL GRFXPHQWL a un fornitore di servizi di conserva]LRQH GRFXPHQWDOH KD OD QHFHVVLWj GL HVVHUH VLFXUR FKH TXDQWR FRQVHUYDWR VDUj JHVWLWR FRQ OD GRYXWD VLFXUH]]D SHU tutto il tempo necessario. Insomma: FRPH 81,1)2 FL VLDPR LQVHULWL QHO JUDQGH PRVDLFR GHOOR 2$,6 GL VXL OH QRVWUH VSHFLĂ€FKH GLSLQJRQR OH WHVVHUH GHOOD VLFXUH]]D LQIRUPDWLFD 3LFFROH R JUDQGL FKH VLDQR WDOL WHVVHUH LO TXDGUR FKH UDSSUHVHQWDQR q FRPXQTXH FRPplesso, pieno di particolari e dettagli, con tanti personaggi ‌. 3HU WRUQDUH DOOH VSHFLĂ€FKH WHFQLFKH LQ esse sono indicate sia le misure che deve attuare chi realizza e gestisce un VHUYL]LR GL ,QIRUPDWLRQ 3UHVHUYDWLRQ WHUPLQH DGRWWDWR LQ FRHUHQ]D FRQ OR ,62 VLD OH YHULĂ€FKH FKH GHYH mettere in atto chi fa la valutazione ´DVVHVVPHQWÂľ GL XQ WDOH VLVWHPD ,Q UHDOWj VLD JOL VWDQGDUG ,62 ,(& H 27002 sia lo ETSI TS 102 573 indicano misure di sicurezza di generale applicaELOLWj PD OD UHDOWj GHOOD FRQVHUYD]LRQH GLJLWDOH q SHFXOLDUH H TXLQGL ULFKLHGH XQ ulteriore livello di approfondimento. Stiamo, nei fatti, cercando di raggiunJHUH XQ GHOLFDWR HTXLOLEULR LQGLFDQGR Vu UHTXLVLWL VSHFLĂ€FL H SXQWXDOL PD VHQ]D DUULYDUH D XQD FRPSOHVVLWj WDOH FKH OL UHQGD LQDWWXDELOL &L q VHPEUDWR anche utile fornire per ogni argomento XQ¡LQGLFD]LRQH GL TXDOL QRUPH LWDOLDQH ed europee vi afferiscono. VENIAMO ORA ALL’EUROPA.

3ULPD DQFRUD FKH LO *G/ 81,1)2 iniziasse i lavori, ETSI propose alla &RPPLVVLRQH (XURSHD GL ÀQDQ]LDUH un progetto con uno scopo del tutto DQDORJR D TXHOOR GHO *G/ 81,1)24. $ GLVSHWWR GL FKL FUHGH FKH QRQ VLD QHFHVVDULR UHDOL]]DUH XQD VSHFLÀFD WHFQLFD


di questo tipo, la Commissione ha dato, a dicembre 2009, parere favorevole e, cosa molto rilevante, “vi ha messo i soldiâ€?, il che la dice lunga. Molto lunga. Il Gruppo di Lavoro ETSI incaricato della realizzazione di questo progetto, lo STF 4015, ha iniziato le proprie attivitĂ il 15/3/2010 con l’obiettivo di pubbliFDUH HQWUR LO VSHFLĂ€FKH LQ pratica analoghe a quelle UNINFO. Va da sĂŠ che il documento UNINFO è stato proposto allo STF 401 che ha deciso di avvalersene come base di partenza, come va da sĂŠ che i commenti sollevati dallo STF 401 entro un tempo utile per rispettare i tempi del progetto UNINFO saranno recepiti anche in quest’ultimo ambito. Non è la prima volta che un’iniziativa UNINFO apre la strada a una analoga di ETSI. Era giĂ successo con la cosiddetta TSL (Trustservice Status List) che è un meccanismo che chiamo “il fratello evoluto GHOO¡(OHQFR &1,3$ GHL FHUWLĂ€FDWRUL accreditatiâ€?. ETSI aveva pubblicato nel OD SULPD YHUVLRQH GHOOD VSHFLĂ€FD (76, 76 FKH GHĂ€QLYD OD 76/ prevedendone però l’utilizzo solo dall’interno del dominio a cui essa si riferisce, proprio come l’Elenco CNI3$ GHL &HUWLĂ€FDWRUL $FFUHGLWDWL FKH KD valore solo in Italia. UNINFO poco tempo dopo iniziò a redigerne una versione che ne consentisse, invece, anche l’utilizzo “cross-domainâ€?. Quando ETSI lanciò a sua volta una iniziativa identica recepĂŹ le risultanze del Gruppo di Lavoro UNINFO. Questo chiuse, quindi, le proprie attivitĂ in quanto la nuova versione della TSL aveva valenza europea ed era, pertanto, corretto che il suo sviluppo venisse condotto da un ente di standardizzazione europeo quale ETSI. Nel caso della conservazione digitale si è preferito invece proseguire i lavori per accelerare i tempi, e consentire quindi all’Italia di disporre quanto prima delle VSHFLĂ€FKH WHFQLFKH LQ TXHVWLRQH '¡DOWUR FDQWR SHUz OH VSHFLĂ€FKH (76, avendo rilevanza europea, potranno essere adottate nei vari paesi membri dell’Unione Europea, il che consentirĂ agli utenti di un qualsiasi paese europeo di utilizzare anche fornitori di altri paesi dell’Unione, con la certezza che essi siano stati valutati in modo uniforme in tutta l’Europa.

Ultima nota sullo STF 401: ne fanno parte due italiani, uno dei quali rappresenta uno dei maggiori fornitori di questo tipo di servizi, due spagnoli amEHGXH DXGLWRU FHUWLĂ€FDWL XQR GHL TXDOL è membro dello ISO SC 27 che da anni sviluppa e mantiene aggiornata la famiglia ISO/IEC 27000. Ci sono poi un ungherese, che opera in un’azienda che IRUQLVFH VHUYL]L GL FHUWLĂ€FD]LRQH H GL conservazione digitale, e un austriaco GHO )HGHUDO 6WDII 2IĂ€FH IRU ,7 6WUDWHgies/Federal Chancellery. Insomma: la composizione dello STF ETSI e quella del GdL UNINFO lasciano sperare che i risultati siano in entrambi i casi positivi. Purtroppo devo concludere con una nota di rammarico. La Direttiva Servizi è stata recepita con il Decreto legislativo del 26 marzo 2010, SXEEOLFDWR LQ *D]]HWWD 8IĂ€FLDOH LO aprile. Sicuramente dipende dalla mia ignoranza giuridica (riconosco sempre di essere un rozzo ingegnere meccanico con le mani sporche di morchia), ma non sono stato capace di trovarvi il recepimento di quanto dispone la Direttiva all’art. 26, comma 1: non vi ho trovato alcun “incoraggiamentoâ€? ai SUHVWDWRUL DIĂ€QFKp JDUDQWLVFDQR OD TXDlitĂ dei propri servizi, nĂŠ alcun accenno DOOD FHUWLĂ€FD]LRQH R YDOXWD]LRQH GHL VHUvizi stessi. Ci sono solo due “spiragliâ€?: 1. all’art 31, il comma 3 che recita (sĂŹ, recita, ma come attore è un vero cane): “3. I prestatori, su richiesta del destinatario, comunicano le seguenti informazioni supplementari: ‌ d) gli eventuali codici di condotta ai quali il prestatore è assoggettato, nonchĂŠ l’indirizzo al quale tali codici possono essere consultati per via elettronica, con un’indicazione delle versioni linguistiche disponibili;â€? 2. l’art. 81 recita: “1. I soggetti, pubblici o privati, che istituiscono marchi ed altri attestati di qualitĂ relativi ai servizi o sono responsabili della loro attribuzione, rendono disponibili ai prestatori ed ai destinatari, tramite pubblicazione sul proprio VLWR LQWHUQHW LQIRUPD]LRQL VXO VLJQLĂ€FDWR GHL marchi e sui criteri di attribuzione dei marchi e degli altri attestati di qualitĂ , dandone contemporaneamente notizia al Ministero dello sviluppo economico ed evidenziando se VL WUDWWD GL FHUWLĂ€FD]LRQL ULODVFLDWH VXOOD EDVH del sistema di accreditamento di cui al Regolamento (CE) n. 765/2008, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008.â€?

Onestamente mi sembra un po’ poco. Anzi: molto poco ‌ troppo poco. Resta comunque la possibilitĂ per i fornitori seri di servizi, nel nostro caso, di conservazione digitale, di utilizzare OH VSHFLĂ€FKH LWDOLDQH R HXURSHH SRFR importa), di cui ho appena parlato, SHU IDU FHUWLĂ€FDUH OD SURSULD DGHUHQ]D ad esse, onde poi potere giustamente HVLELUH O¡HVLWR GL WDOH FHUWLĂ€FD]LRQH Resta, poi, un’altra possibilitĂ : l’attuazione dell’art, 71 del CAD da cui, mi auguro, potrebbe derivare l’aggiornamento della Deliberazione CNIPA 11/2004, il quale, in tale caso, non SRWUHEEH LJQRUDUH TXHVWH VSHFLĂ€FKH NOTE 1.“Libera associazione a carattere tecnico, ha lo scopo di promuovere e di partecipare allo sviluppo della normativa nel settore delle tecniche informatiche.â€? (dal sito http://www.uninfo. polito.it/present.htm) 2.“ETSI (European Telecommunications Standards Institute) sviluppa standard validi a livello globale per lo Information and Communications Technologies (ICT). Tali standard riguardano le WUDVPLVVLRQL UDGLR Ă€VVH PRELOL H PLVWH OH WHFQRORgie per il broadcasting e internet. ETSI è riconoVFLXWR XIĂ€FLDOPHQWH GDOOD &RPPLVVLRQH (XURSHD come European Standards Organization. ETSI è un’organizzazione non a scopo di lucro.â€? Questa è una sintesi di quanto dice il sito www.etsi.org. Va anche notato che ETSI è uno dei tre organismi di standardizzazione europei riconosciuti formalmente dalla Commissione Europea come “European Standardisation Organisationsâ€? – ESO ² FRPH VSHFLĂ€FDWR LQ YDULH 'LUHWWLYH (XURSHH tra cui la Direttiva 83/189/CEE e la Direttiva 1998/34/CE. Oggi, a seguito della fusione tra CEN e CENElec, si sono ridotti a due. 3.ETSI TS 102 573 - Policy requirements for trust service providers signing and/or storing data for digital accountingâ€? 4.Vi lascio indovinare chi è stato a redigere la Technical proposal per tale attivitĂ rivolta alla Commissione Europea ‌ 5.I Gruppi di Lavoro ETSI si chiamano “Specialist Task Force – STFâ€?.

FRANCO RUGGIERI

&RQVXOHQWH GL ÀUPD GLJLWDOH

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APPROFONDIMENTI

Il Servizio Sanitario elettronico on demand e point and click: il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) Dati per noti finalità e limiti nella creazione, gestione ed accesso a Cartelle Cliniche, Dossier Sanitari e Fascicoli Sanitari Elettronici, può un privato raccogliere i dati che si prevede siano in essi contenuti ai fine di tenere sotto controllo la propria storia sanitaria? FABIO TOMMASI

Il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento di carattere generale del 16 luglio 2009, ha deliberato le linee guida in tema di fascicolo sanitario elettronico e di dossier sanitario cui dovranno attenersi tutti i titolari del trattamento, siano esse strutture sanitarie pubbliche, siano esse private. Il FSE rappresenta l’insieme delle diverse informazioni inerenti lo stato di salute di un cittadino relative agli eventi clinici passati e in corso che lo hanno interessato ed è orientato a documentare la storia clinica del medesimo individuo. Esso è formato con riferimento ai dati sanitari generati da diversi organismi sanitari, ciascuno nella propria qualità di titolare del trattamento che li riguarda, i quali non necessariamente operano nel

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medesimo ambito territoriale (si pensi, ad esempio, alle informazioni sanitarie prodotte dall’azienda sanitaria e dalla struttura privata entrambe dislocate in ambiti territoriali differenti). In altri termini, nel FSE si ha la condivisione on line (tra operatori sanitari e comunque tra soggetti autorizzati) delle informazioni sanitarie del cittadino generate da diversi titolari relativamente ad un medesimo individuo. La presenza di dati sanitari generati da più organismi sanitari (titolari del trattamento) contraddistingue il FSE dal dossier sanitario, nel quale, invece, conÁXLVFRQR L GDWL VDQLWDUL SURGRWWL GD XQ medesimo organismo sanitario, quindi unico titolare, al cui interno operano più professionisti (si pensi ad una casa di cura in cui esercitano più professio-

nisti). A sua volta il dossier sanitario si distingue dalla cartella clinica che, invece, è generata dal singolo professionista (sia pure facente parte di un medesimo organismo sanitario) in qualità di unico titolare del trattamento. Appare evidente, pertanto, che se il professionista agisce in qualità di autonomo titolare e i dati sanitari generati UHODWLYL DOO·LQGLYLGXR FRQÁXLVFRQR LQ un medesimo fascicolo in cui sono presenti altri dati sanitari generati da altri autonomi titolari del trattamento, il riferimento è al FSE, mentre nelle ipotesi in cui i professionisti agiscono nell’ambito di un medesimo organismo sanitario, unico titolare del trattamento, può parlarsi di dossier sanitario. Pur rappresentando la cartella clinica digitalizzata e il dossier sanitario elet-


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Fermo restando la piena operativitĂ di quanto disposto negli artt. 75 e ss. del d.lgs. 196/2003 in merito al trattamento di dati personali in ambito sanitario, cui si aggiungono i principi delineati nelle linee guida, si rammenta che l’art. 20 del medesimo decreto legislativo, in merito ai principi applicabili al trattamento di dati sensibili, sancisce che il “trattamento dei dati sensibili da parte di soggetti pubblici è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di OHJJH QHOOD TXDOH VRQR VSHFLĂ€FDWL L WLSL di dati che possono essere trattati e di RSHUD]LRQL HVHJXLELOL H OH Ă€QDOLWj GL ULOHvante interesse pubblico perseguiteâ€?. Ne deriva che a prescindere dalle linee guida tracciate dal Garante le operazioni di trattamento devono comunque essere conformi a quanto disciplinato nel d.lgs. n. 196/2003, del resto non potrebbe essere altrimenti. tronico innovazione tecnologica nei rapporti con il cittadino/paziente, la vera rivoluzione elettronica sanitaria è rappresentata dal FSE, in cui, come si è visto, si riuniscono (rectius: condividono) tutti gli eventi clinici del medesimo individuo “censitiâ€? dai vari titolari del trattamento. La condivisione on line delle informazioni sanitarie, sia pure accessibili discriminatamente e a determinate condizioni, contribuisce a realizzare un servizio sanitario piĂš HIĂ€FLHQWH HG HIĂ€FDFH IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO: AMBITO OPERATIVO

Le linee guida del Garante per la protezione dei dati personali prendono le mosse da una lacuna normativa in materia, ma, soprattutto, dalle numerose segnalazioni e reclami pervenuti all’Autorità Garante in merito all’erogazione di servizi on line in favore del cittadino/ paziente, nonchÊ in forza di progetti e iniziative europee in materia orientati ad una interoperabilità delle soluzioni di FSE, anelando cosÏ all’erogazione di un’assistenza sanitaria transfrontaliera HIÀFLHQWH ROWUH FKH HIÀFDFH La forma della consultazione pubblica VL q UHVD QHFHVVDULD DO ÀQH GL WXWHODUH OH esigenze degli individui coinvolti, in comparazione con le esigenze degli operatori del settore sanitario. In linea con l’intera disciplina in ma-

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teria di protezione dei dati personali, anche nel FSE vi è l’esigenza di assicurare che ciascun soggetto titolare del trattamento dei dati sanitari generati rimanga autonomamente tale anche se le informazioni siano rese disponibili ad altri soggetti che prendono in cura il paziente mediante la condivisione delle VWHVVH &Lz DO Ă€QH GL GHOLQHDUH O¡DPELWR delle responsabilitĂ . Coinvolgendo vari titolari del trattamento è necessario, LQIDWWL QHOO¡LQWHUD Ă€OLHUD GHJOL HYHQWL occorsi, far sĂŹ che ciascun titolare sia unico responsabile dei dati sanitari generati nei confronti dell’interessato. 4XDQWR DOOD Ă€QDOLWj GHOOD UDFFROWD FRQ il FSE (e il dossier) possono essere SHUVHJXLWH VROR Ă€QDOLWj GL SUHYHQ]LRQH diagnosi, cura e riabilitazione dell’interessato, con esclusione di ogni altra Ă€QDOLWj LQ SDUWLFRODUH SHU OH DWWLYLWj GL programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria, fermo restando eventuali esigenze in ambito penale. 7XWWDYLD VRQR DPPHVVH Ă€QDOLWj amministrative che siano pertinenti all’erogazione della prestazione sanitaria richiesta dall’interessato, come la prenotazione di una visita specialistica e il relativo pagamento, purchĂŠ detti dati siano tenuti separati dai dati sanitari (sensibili) dell’interessato, con ciò SUHYHGHQGR SURĂ€OL GL DFFHVVR DO )6( differenti in funzione della tipologia di operazioni eseguite.

Ăˆ IPOTIZZABILE UN “SERVIZIO DI FSEâ€? IN AMBITO PRIVATO NON SANITARIO?

Quanto brevemente detto sul FSE inGXFH D ULĂ HWWHUH VXOOD SRVVLELOLWj R PHQR che organismi privati che non operano nell’ambito sanitario sviluppino solu]LRQL LQIRUPDWLFKH Ă€QDOL]]DWH D FHQVLUH i dati sanitari di un singolo individuo al Ă€QH GL FRQVHQWLUJOL GL JHVWLUH DXWRQRmamente la propria storia clinica. Si rammenta, infatti, che il FSE non ha carattere obbligatorio nei confronti del cittadino, il quale è libero di aderire ai servizi on line o di non aderire pur mantenendo inalterato il diritto alla prestazione sanitaria. Ăˆ tutt’altro che remota, infatti, la possibilitĂ che un servizio assimilabile per le Ă€QDOLWj DO )6( SRVVD HVVHUH RUJDQL]]DWR autonomamente dal singolo individuo, il quale disporrebbe in tempo reale (anche on line) della propria storia clinica da rendere visibile ai soggetti desiderati (per esempio in occasione di una visita specialistica e/o di un ricovero ospedaliero). Stando a quando espressamente previsto nel provvedimento de quo, essendo il trattamento dei dati personali effettuato attraverso il FSE/dossier Ă€QDOL]]DWR DOOD SUHYHQ]LRQH GLDJQRVL e cura dell’interessato da parte di soggetti operanti in ambito sanitario con esclusione di altre categorie di soggetti,


sembrerebbe doversi rispondere negativamente. Le osservazioni di cui sopra, infatti, valgono certamente per gli organismi sanitari pubblici o privati, anche per espressa previsione del provvedimento, ma un servizio del tipo di cui trattasi esercitato nell’ambito di un’attivitĂ di carattere prettamente commerciale, può validamente proporsi? Sul punto la questione dev’essere anaOL]]DWD VRWWR GLYHUVL SURĂ€OL LQ SULPLV quanto alla titolaritĂ del trattamento, ma anche relativamente agli aspetti sull’informativa e al necessario consenso, nonchĂŠ alla possibilitĂ o meno di creare banche di dati sanitari sul punto. Quanto al primo aspetto, va detto innanzitutto che non può parlarsi di FSE in senso stretto perchĂŠ, come si è visto, è di esclusivo appannaggio degli organismi sanitari (pubblici o privati) che ne organizzano la tenuta per un numero di soggetti indeterminato, ma di un VHUYL]LR UHFWLXV SURGRWWR FKH FHUWDPHQWH QH ULFRUGD OH Ă€QDOLWj SUHYHQzione, diagnosi, cura e riabilitazione) e sia orientato alla tutela dell’interessato, se ne può ragionevolmente ammettere l’esistenza a determinate condizioni. Si intende fare riferimento a ipotetiche forniture e servizi informatici da parte di organismi non sanitari che pur non FRQĂ€JXUDQGRVL FRPH )6( FRQVLVWRQR nello sviluppo di soluzioni software per la gestione della cartella clinica (meglio VH RULHQWDWD SHU SUREOHPL DO Ă€QH GL consentire all’interessato, magari anche con l’ausilio dello specialista per determinate informazioni, la possibilitĂ di censire i propri dati sanitari tracciando un vero e proprio diario clinico relativo alla propria persona o del prossimo congiunto se infermo o minore. Principalmente, è necessario che la titolaritĂ del trattamento rimanga in capo allo stesso interessato (che aderisce al servizio), il quale provvede in proprio al popolamento della base dati relativa alla sua storia clinica, residuando, semmai, al terzo privato il servizio, su espressa richiesta dello stesso interessato, di popolamento di detta base di dati con strumenti hardware di proprietĂ del fornitore. In altri termini, l’interessato che volesse usufruire di un servizio di FSE in senso lato (ovvero

di disponibilitĂ di tutte le informazioni sanitarie che lo riguardano), potrĂ autonomamente caricare i propri dati VDQLWDUL FHUWLĂ€FDWL GLDJQRVL WHUDSLH immagini e via dicendo) con l’ausilio di applicativi di supporto all’organizzazione delle informazioni registrate e con l’utilizzo di strumenti, quali scanner, per il popolamento della base dati. L’alternativa è rivolgersi ad un terzo, probabilmente dotato di un’adeguata infrastruttura tecnologica per il caricamento dei dati (si pensi all’acquisizione di un’immagine radiologica che richiede l’uso di particolari scanner non proprio alla portata di chiunque) o la fornitura di servizi di backup on line, questi ultimi nel rispetto dei principi di necessitĂ , pertinenza e non eccedenza, rispetto DOOH Ă€QDOLWj GHOOD UDFFROWD IHUPR UHVWDQdo l’adozione delle misure di sicurezza VSHFLĂ€FKH TXDOL OD FLIUDWXUD GHL GDWL HG il trasferimento degli stessi utilizzando protocolli sicuri. ,O VHUYL]LR GL EDFNXS RQ OLQH DIĂ€GDWR in outsourcing a terzi richiede, inoltre, O¡DFTXLVL]LRQH GHOOR VSHFLĂ€FR FRQVHQso dell’interessato e l’autorizzazione del Garante per la protezione dei dati personali da acquisire prima dell’espletamento dell’attivitĂ . Vi è, infatti, l’art. 26 del d.lgs. n. 196/2003, sulle garanzie da assicurare nell’ipotesi di trattamento di dati senVLELOL FKH DO SULPR FRPPD GLVSRQH “I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dell’interessato e previa autorizzazione del Garante, nell’osservanza dei presupposti e dei limiti stabiliti dal presente codice, nonchĂŠ dalla legge e dai regolamentiâ€?. Tuttavia, il Garante per la protezione dei dati personali può rilasciare autorizzazione di carattere generale che UHQGRQR VXSHUĂ XD OD ULFKLHVWD GL DXWRrizzazione preventiva al trattamento se lo stesso è uniformato alle disposizioni di cui alla stessa autorizzazione. In materia lo scorso 16 dicembre 2009 il Garante ha rilasciato l’autorizzazione n. 2 relativa al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale con validitĂ sino al 30 giugno 2011, laddove al punto 1.2. lett. e) detta autorizzazione è stata rilasciata anche ´DOOH SHUVRQH Ă€VLFKH H JLXULGLFKH DOOH LPSUHVH anche sociali, agli enti, alle associazioni ed altri organismi, limitatamente ai dati, ove

necessario attinenti anche alla vita sessuale, e alle operazioni indispensabili per adempiere agli obblighi, anche precontrattuali, derivanti da un rapporto di fornitura all’interessato di beni, di prestazioni o di serviziâ€?. Quanto alla creazione di banche dati sanitari ad opera del terzo fornitore in outsourcing si ritiene che ciò non sia possibile essendo attivitĂ riservata agli organismi sanitari, fermo restando che si tratti effettivamente di una “banca datiâ€? VHFRQGR OD GHĂ€QL]LRQH data dall’art. 4, comma 1, lett. p) del G OJV Q LO TXDOH OD GHĂ€QLVFH come “qualsiasi complesso organizzato di dati personali, ripartito in una o piĂš unitĂ dislocate in uno o piĂš sitiâ€?. In altri termini, occorre che i dati sanitari riferibili a piĂš individui siano, appunto, organizzati sotto forma di banca dati. Se, invece, il terzo fornitore (ad esempio un internet service provider) si limita a rendere disponibile una porzione di VSD]LR VX XQ VHUYHU DO Ă€QH GL FRQVHQWLre alla soluzione informatica (e quindi all’interessato) di fare il backup on line delle informazioni che restano crittografate e uploadate con protocolli sicuri e non organizzate in banche dati, allora si ritiene che detta attivitĂ sia possibile. Se cosĂŹ è, anche il privato non organismo sanitario può espletare determinati servizi che riportano alla memoria LO )6( SHU OH Ă€QDOLWj SHUVHJXLWH FRQ l’indiscusso vantaggio di avere sempre con sĂŠ la propria storia clinica che potrĂ essere costantemente aggiornata a propria cura o con la collaborazione di terzi fornitori di servizi, fermo restando la libertĂ del cittadino di aderire a iniziative di FSE nel senso stretto del termine.

FABIO TOMMASI

Avvocato, specializzato in diritto delle nuove tecnologie, titolare dello Studio Legale Tommasi

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MERCATO

Il mercato dell’Enterprise Content Management secondo Emc Il punto di vista di una delle aziende leader del settore sulla situazione attuale e sulle possibili evoluzioni di questo mercato, in continua crescita a dispetto dell’attuale crisi economica mondiale CAMILLO LUCARIELLO

Certo, i dati macroeconomici mondiali non sono del tutto confortanti. Anche nella Vecchia Europa, e soprattutto in Italia, l’economia stenta a riprendersi dalla recente crisi, nonostante alcuni segnali sembrino quantomeno incoraggianti. Il mercato Ict (Information & communication technology) in particolare - che ha subito piĂš di altri i morsi della crisi, con investimenti al piĂš stazionari e dedicati soprattutto alla manutenzione e alla conservazione dell’esistente - evidenzia tuttavia alcuni settori che hanno brillato per prestazioni positive, addirittura a due cifre. Tra questi, una menzione particolare merita sicuramente quello dell’Enterprise Content Management. Un settore dove alcune aziende hanno un’offerta che riesce a soddisfare esigenze disparate in modo completo, grazie alla disponibilitĂ di soluzioni che comprendono molti degli elementi, se non tutti, necessari ad allestire un sistema completo di gestione delle informazioni in azienda. Tra queste, una posizione di rilievo nel mercato è quella tenuta da Emc, che offre sistemi di storage e software per la gestione delle informazioni integrati in soluzio-

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ni omogenee. Per chiarire alcuni punti emersi su un numero precedente di Iged.it, e che non erano risultati comSOHWL LQ TXDQWR ULà HWWHYDQR XQD YLVLRQH di ampio spettro sul mercato mondiale che aveva trascurato alcuni elementi fondamentali dell’Europa e particolarmente dell’Italia, abbiamo intervistato uno dei manager di riferimento per Emc in Europa: Michele Mantovani, Regional Country Manager della divisione Information Intelligence Group (IIG) di Emc. IL MERCATO DEL CONTENT MANAGEMENT SECONDO EMC COME EMC VEDE IL MERCATO DEL CONTENT MANAGEMENT? CI PUÒ DELINEARE I PRINCIPALI TREND EVOLUTIVI?

“In questi ultimi due-tre anni, innanzi tutto, abbiamo assistito a un’evoluzione delle piattaforme di Enterprise Content Management OHJDWD DOO¡DUULFFKLPHQWR GL IXQ]LRQL VSHFLĂ€FKH unita a una maturitĂ e identitĂ che hanno reso l’Ecm una parte integrante dell’infrastruttura It. La consapevolezza della mole crescente dei contenuti aziendali, spesso circoscritti in

MICHELE MANTOVANI Regional Country Manager della divisione Information Intelligence Group (IIG) di Emc

“repositoryâ€? indipendenti, ha creato l’esigenza di considerare il Content Management come lo strumento per standardizzare i dati destrutturati, spingendo i maggiori fornitori del mercato a fornire funzionalitĂ d’integrazione (federation) come elemento indispensabile e TXDOLĂ€FDQWH GHOOD WHFQRORJLD Recentemente alcuni dei principali fornitori mondiali di piattaforme di Enterprise Content Management, tra cui Emc, in risposta alle esigenze d’integrazione tra sistemi diversi KDQQR GHĂ€QLWR XQ SURWRFROOR FRPXQH SHU OD federazione dei contenuti (Cmis: Content Management Interoperability Services) che consente uno sviluppo applicativo piĂš svincolato dalla piattaforma stessa. Le esigenze di tipo organizzativo, poi, nate in risposta alla continua evoluzione delle richieste del mercato, hanno sottolineato l’esigenza di funzionalitĂ collaborative (collaboration) che consentono a team distinti, a volte remoti, GL UHDOL]]DUH VLQHUJLH Ă€QR D SRFR WHPSR ID impensabili e lasciate a pochi pionieri. Questa maturitĂ della piattaforma Ecm ha immediatamente richiesto un’altrettanto pronta capacitĂ di realizzare applicazioni a valore aggiunto che però, attualmente, solo pochi fornitori hanno saputo cogliere con “frame workâ€? evoluti a supporto di un rapido “deploymentâ€? delle soluzioniâ€?.


COME VEDE LE EVOLUZIONI DI QUESTO MERCATO E QUALI SONO I FATTORI IN GIOCO?

“Nonostante la recente crisi del mercato It, l’Ecm è un’area che presenWD XQD FUHVFLWD VLJQLĂ€FDWLYD OHJDWD DOO¡LQFHVVDQWH DXPHQWR GHL FRQWHQXWL all’interno delle aziende e alla loro maggiore complessitĂ rispetto al recente SDVVDWR ( PDLO UHSRUW GRFXPHQWL DPPLQLVWUDWLYL WHFQLFL QRUPDWLYL documenti della clientela (piĂš in generale, i “dati non strutturatiâ€?) non VROR GHYRQR HVVHUH DUFKLYLDWL SHU XQD IDFLOH IUXLELOLWj H GLVWULEX]LRQH PD VHPSUH SL QHFHVVLWDQR GL FROOHJDPHQWL DWWLYL FRQ JOL DOWUL GDWL RUJDQL]]DWL LQ GDWDEDVH QGU UHODWLYL DL FOLHQWL DOOD FRQWDELOLWj DOOD SURGX]LRQH L ´GDWL VWUXWWXUDWLÂľ /H QXRYH SLDWWDIRUPH GL (QWHUSULVH &RQWHQW 0DQDJHPHQW GHYRQR TXLQGL RIIULUH IXQ]LRQDOLWj GL ´GRFXPHQW PDQDJHPHQWÂľ XQLWDPHQWH DOOD FDSDFLWj GL LQWHJUDUH IDFLOPHQWH L PROWHSOLFL VLVWHPL D]LHQGDOL H UHQGHQGR SRVVLELOH OD FROODERUD]LRQH WUD LQGLYLGXL H WHDP GLIIHUHQWL DO Ă€QH GL ULVSRQGHUH SL SURQWDPHQWH HG HIĂ€FDFHPHQWH DOOH HVLJHQ]H GHO PHUFDWR 3HU TXDQWR ULJXDUGD L IDWWRUL GL VWLPROR DO PHUFDWR YHGLDPR HVLJHQ]H GL DSSOLFD]LRQL D YDORUH DJJLXQWR QHFHVVLWj GL DGHJXDUH L SURFHVVL D]LHQGDOL DOOH PXWHYROL QHFHVVLWj GL PHUFDWR O¡DPSLR XWLOL]]R GHOO¡H PDLO TXDOH FRQVROLGDWR VWUXPHQWR GL EXVLQHVV OD UHWH LQ TXDQWR HVSUHVVLRQH GHO PHUFDWR FKH VL HVSULPH DQFKH DJJLXQJHQGR FRQWHQXWL QHL EORJ H QHL VRFLDO QHWZRUN LO FRVLGGHWWR ZHE 6RQR TXHVWL WXWWL HOHPHQWL FKH UHQGRQR O¡(FP OD VROX]LRQH SL HIĂ€FDFLH H LPPHGLDWD SHU OH D]LHQGH H OH RUJDQL]]D]LRQL FKH YRJOLRQR IRUQLUH ULVSRVWH D FOLHQWL H XWHQWL VHPSUH SL PDWXUL FRQVDSHYROL HG HVLJHQWLÂľ

GL LQIRUPD]LRQH TXDOXQTXH VLD OD VXD QDWXUD LO WLSR VWUXWWXUDWD QRQ VWUXWWXUDWD H OD VXD SRVL]LRQH Ă€VLFD UHSRVLWRU\ /R VFRSR SULQFLSDOH q TXHOOR GL IRUQLUH XQD YLVLRQH XQLFD H LQWHJUDWD GHO EXVLQHVV D]LHQGDOH LQ PRGR VHPSOLFH H VHFRQGR OLYHOOL GLYHUVLĂ€FDWL SHU FODVVL GL XWHQWL (PF FRQGLYLGH SLHQDPHQWH TXHVWD YLVLRQH H L UHFHQWL DQQXQFL JLj PHQ]LRQDWL TXDOL &PLV 6RXUFH2QH H &HQWHU6WDJH YDQQR HVDWWDPHQWH QHOOD GLUH]LRQH GL IRUQLUH XQD ULVSRVWD FRQFUHWD DOOH QXRYH HVLJHQ]H GHO PHUFDWR GHOO¡,QIRUPDWLRQ 0DQDJHPHQWÂľ

CAMILLO LUCARIELLO

Giornalista free-lance esperto del settore ICT

QUAL Ăˆ IL POSIZIONAMENTO DI EMC E LA SHARE DI MERCATO ATTUALE NEL MONDO E IN EUROPA?

“Emc consolida la propria leadership nel mercato delle suite di EnWHUSULVH &RQWHQW 0DQDJHPHQW FRQ XQ¡DPSLD JDPPD GL IXQ]LRQDOLWj FKH YDQQR D FRSULUH OH DUHH GHO ´GRFXPHQW PDQDJHPHQWÂľ ´GRFXPHQW LPDJLQJ DQG FDSWXUHÂľ GHO ´ZRUNĂ RZ PDQDJHPHQWÂľ H GHO ´UHFRUGV PDQDJHPHQWÂľ 'DO SXQWR GL YLVWD GHOO¡LQQRYD]LRQH (PF VL VWD IRFDOL]]DQGR VX WUH DUHH O¡DFFHOHUD]LRQH GHOOR VYLOXSSR H GHO ´GHSOR\PHQWÂľ DSSOLFDWLYR XQD SL DYDQ]DWD LQWHJUD]LRQH FRQ DSSOLFD]LRQL GL WHU]H SDUWL PLJOLRUDPHQWL QHOO¡LQWHUIDFFLD XWHQWH $ TXHVWR SURSRVLWR DEELDPR UHFHQWHPHQWH SUHVHQWDWR DO PHUFDWR XQD SLDWWDIRUPD GL VYLOXSSR LQQRYDWLYD FKLDPDWD [&HOHUDWHG &RPSRVLWLRQ 3ODWIRUP [&3 SHU ULVSRQGHUH DOO¡HVLJHQ]D GL UHDOL]]DUH DSSOLFD]LRQL QHO PRGR SL YHORFH H SHU VIUXWWDUH DO PHJOLR OH SRWHQ]LDOLWj GHOOD SLDWWDIRUPD (FP $OWUD QRYLWj VRQR OH GXH VXLWH 6RXUFH2QH SHU OD JHVWLRQH GL ´H PDLO DUFKLYLQJÂľ HG ´H GLVFRYHU\Âľ H &HQWHU6WDJH SHU OD ´FROODERUDWLRQÂľ LQ ULVSRVWD DL WUHQG GL PHUFDWR DSSHQD HYLGHQ]LDWL 3HU TXDQWR ULJXDUGD LO SRVL]LRQDPHQWR OD SLDWWDIRUPD GL (QWHUSULVH &RQtent Management di Emc è considerata leader dai principali analisti GL PHUFDWR TXDOL *DUWQHU )RUUHVWHU ,GF HG DOWUL DQFRUD 'DO SXQWR GL YLVWD GHOOD ´PDUNHW VKDUHÂľ QHJOL VSHFLĂ€FL VHWWRUL YHUWLFDOL (PF RJJL YDQWD XQD QRWHYROH SUHVHQ]D SUHVVR EDQFKH H LVWLWXWL Ă€QDQ]LDUL VRFLHWj GL WHOHFRPXQLFD]LRQL LQGXVWULH IDUPDFHXWLFKH SXEEOLFD DPPLQLVWUD]LRne locale e centrale, sia in Italia sia nel resto del mondo. Emc ha una SUHVHQ]D FDSLOODUH LQ (XURSD H QHO PRQGR LQ ,WDOLD RSHUD GD 0LODQR 7RULQR 3DGRYD %RORJQD H 5RPDÂľ COSA NE PENSA DELL’EIM (ENTERPRISE INFORMATION MANAGEMENT) COME PROSSIMO PASSO AVANTI DELL’ECM?

“L’esigenza delle aziende e delle organizzazioni di utilizzare il patri-i PRQLR GHOOH LQIRUPD]LRQL DFFHGHQGR IDFLOPHQWH D XQD SOXUDOLWj GL IRQWL q LO IRQGDPHQWR VX FXL VL EDVD LO SDUDGLJPD (LP , WHUPLQL FKLDYH GHOO¡(LP VRQR ´DFFHGHUH XWLOL]]DUH GLVWULEXLUH FRQGLYLGHUHÂľ RJQL WLSR

Figura 1

La gestione delle istanze o Case Management, secondo Emc Italia, è al centro di un nuovo modo di vedere il Content Management e il legame con i processi aziendali Durante la recente edizione di Omat Milano, numerosi sono stati i punti di vista presentati sullo stato e sull’evoluzione delle tecnologie e delle soluzioni di gestione dei contenuti e sul loro legame, sempre piĂš stretto, con i processi aziendali. Molto interessante e autorevole quello espresso da EMC, nel corso della sessione dedicata a: “Dematerializzare: come fare – Applicazioni e serviziâ€? che si è tenuta il pomeriggio del 30 marzo. Emc Italia ha spiegato come l’Ecm (Enterprise content management, ndr) sia funzionale all’obiettivo di ottimizzare e incrementare l’efďŹ cienza dei processi aziendali. In questa chiave, va inaugurata una nuova categoria applicativa, il “Case Managementâ€? o gestione dei casi o delle istanze.ÂŤSi tratta di un nuovo paradigma, pensato per integrare la gestione It del caso con il lato umano del processoÂť. Parafrasando la deďŹ nizione data da Gartner Group: “il Case Management si allontana dalla visione tradizionale dei pro-

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cessi predefiniti, strutturati e sequenziali, rappresentando workflow non deterministici. In altri termini, si parla di processi in cui ci sono uno o più punti dove sono possibili differenti evoluzioni, la cui scelta è più legata a una decisione umana e allo stato dei contenuti che ad altri fattori”. D’altro canto per la gestione delle istanze non si può ricorrere alle classiche soluzioni di Bpm (Business process management): occorre ideare processi ad-hoc e modelli per la gestione delle eccezioni. Infatti: «Un modello straight-thru basato su documenti non è in grado di gestire efficacemente le eccezioni». Ancora, l’interfaccia utente di questo genere di applicazioni è sempre più vicina a quella utilizzata nei modelli di Social Networking, come Facebook o Linkedin, mentre: «le applicazioni sono sempre più sviluppate come “reti di processi”». In questo senso, possiamo definire un Processo come una: “composizione ottimizzata di elementi precostituiti”. Esempi portati da Emc nel corr so del suo intervento sono le applicazioni, tra l’altro parte della piattaforma Documentum, che legano l’input, proveniente da qualsiasi fonte (dati, moduli, e-mail, documenti, fax) ai contenuti (gestione dei documenti, repository federati, funzioni di ricerca), alle esigenze dettate dalla “compliance” alle normative e alle “policy” (record, sicurezza, Information Lifecycle e Storage) e, infine, all’output (report, applicazioni, comunicazioni dinamiche). Il tutto gestito all’interno di processi ben definiti. (Figura 1)

Figura 2

Case Management: l’individuo al centro L’importanza della nuova visione della gestione dei processi aziendali sotto forma di istanze è più chiara nel momento in cui è possibile evidenziarne i vantaggi in casi applicativi concreti. «Il Caso può essere trattato come un punto centrale di controllo del flusso di lavoro: si può parlare di gestione di documenti e dati come entità logicamente correlate e dotate di un loro ciclo di vita». Quali sono le caratteristiche salienti di questa nuova classe applicativa (figura 2) che la differenziano da una classica soluzione Bpm (Business process management)? Innanzi tutto il workflow che:«nel caso del Bpm è ben definito, mentre per il Case Management è non deterministico, nel senso che è possibile (come abbiamo già visto sopra, ndr) seguire strade diverse in base alla decisione dell’operatore umano. Le decisioni, poi, in un caso sono quasi sempre automatizzabili, mentre nel Case Management sono quasi sempre guidate dalla singola persona». Anche l’elemento base delle applicazioni è diverso: per il Bpm, si parla ovviamente di processo, mentre per il Case Management è il cosiddetto “Case Folder”, cioè un contenitore unico per tutti i processi, i task, i dati e i documenti relativi a una certo Case. Un’altra peculiarità del Case Folder è il fatto che esso di solito è condiviso tra diversi utilizzatori, che possono completare i task contenuti al suo interno o dichiarare certe milestone raggiunte, oppure aggiungere nuovi task, processi o dati in ogni momento. Questo rende il Case Management molto più vicino del Bpm al concetto di collaborazione di gruppo (team collaboration). La Collaboration, appunto, che per il Bpm è a volte parte dell’applicazione, mentre per il Case è «quasi sempre insita nella gestione del caso» e i dati, nel Bpm raccolti da moduli (form) e documenti, mentre nel Case Mana-

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gement dipendono dal Case. Qual è l’elemento centrale di una e dell’altra tipologia applicativa? Ancora una volta, la componente umana. Anche il modello operativo è molto diverso: da una parte di tratta di configurare, dall’altra di scrivere codice, con impegni e carichi di lavoro piuttosto differenti. Come opera allora Emc in questo panorama?

La nuova piattaforma Documentum Si chiama “Documentum xCelerated Composition Platform (xCp)” la risposta di Emc alle esigenze di gestione delle istanze con essa, secondo Emc, «è possibile ottenere una riduzione del 50% dei tempi e dei costi di sviluppo ed elaborazione delle case». Documentum xCp di Emc offre una piattaforma unica e integrata per creare e implementare applicazioni di business dinamiche basate su casi e su processi dove le informazioni e le persone hanno importanza fondamentale. xCp offre un set integrato di tecnologie: Ecm (Enterprise content management), Bpm, Transactional content management (definito da Emc come: “una soluzione software che consente alle organizzazioni di catturare, elaborare e accedere a immagini elettroniche di documenti su una singola piattaforma di content management”, in altre parole, l’impiego dell’imaging e del document management come parti di processi di business). Ancora, in xCp troviamo funzioni di monitoring e reporting, cattura intelligente, collaborazione e customer communications management, cioè la gestione del flusso di comunicazione marketing verso i clienti. Infine, è stato presentato un esempio di realizzazione pratica di un progetto seguendo i nuovi dettami del case maagement Emc: la realizzazione negli Usa, fatta da Booz, Allen Hamilton, di un sistema di controllo del traffico. «Denominato “Roadpulse”, questo progetto ha realizzato un sistema che gestisce eventi, notizie e richieste relative alle infrastrutture stradali, consentendo all’amministrazione di prendere in carico, elaborare in modalità collaborativa ed effettuare il tracking dei processi coinvolti». In pratica il flusso coinvolto consiste nel definire punti di interesse che possono essere valutati e commentati dagli utenti in modalità collaborativa e segnalare all’amministrazione i punti che superano determinate soglie di rating o di visualizzazione. «Da questo punto, parte il ciclo di gestione dei punti di interesse per effettuare gli interventi evidenziati dai commenti degli utilizzatori». Il tutto con un tempo di sviluppo veramente da record: solo 10 giorni.


MERCATO

Un’eccellenza tutta italiana SIAV cresce, adotta strategie commerciali adeguate ai tempi e al mercato allargando anche i propri interessi all’estero LA REDAZIONE LA CRESCITA

In una recente conferenza stampa Giovanni Seno e Federica 9ROWDQ ULVSHWWLYDPHQWH &KLHI ([HFXWLYH 2IĂ€FHU H &RUSRUDWH Communication Executive di SIAV S.p,A. hanno illustrato risultati e strategie del gruppo. L’azienda vanta un’esperienza accumulata in 20 anni di presenza sul mercato (proprio nel 2010, infatti, SIAV festeggia il suo ventesimo compleanno) che le ha consentito (come, tra l’altro, giĂ ricordato in altra sede1) di meritarsi - unica azienda italiana su 24 fornitori di piattaforme per l’Enterprise Content Management - l’inserimento, da parte di Gartner Research, nel Magic Quadrant del ECM. Nel 2009 il gruppo ha registrato un’importante crescita, in SDUWLFRODUH GD SDUWH GHOOD FDSRĂ€OD 6,$9 6 S $ Di seguito alcuni dati per avvalorare la precedente affermazione. Il 2009 ha visto SIAV Group superare i 21 milioni di Euro di ricavi, corrispondente ad una crescita anno/anno del 17%), con un EBIT 2 del 7,5%. Alla crescita del 2009, sul 2008, il contribuito di SIAV S.p.A. è stato del 17%. Anche i risultati del primo trimestre inducono all’ottimismo: in questo periodo SIAV S.p.A. ha registrato una crescita di fatturato del 23,6%. La crescita ha ripercussioni positive anche per quanto concerne l’organico; si prevede, infatti, che nel corso del 2010 le risorse umane del gruppo raggiungano i 300 collaboratori: la sola la SIAV S.p.A. prevede un incremento dei propri dipendenti dal 15 al 20%. Di pari passo con la crescita in atto si è deciso di ampliare, per oltre 1.500 metri quadri, la sede di SIAV S.p.A. a RubĂ no (Padova). Anche l’organizzazione è stata, di conseguenza, rivista pochi mesi orsono adottando una struttura con quattro Business Unit orientate ai vari settori di industria: Foreign Market, Public Sector & Finance, Industry e SOHO, Beni Culturali. Il principio ispiratore è stato l’esigenza di avvicinare e allineare sempre di piĂš le competenze aziendali al mercato ed ai clienti. Fondamentale per lo sviluppo delle proprie soluzioni, in funzione delle esigenze del mercato, è stata anche la creazione della Divisione Products & Offering che ha la speci-

Ă€FD UHVSRQVDELOLWj GHOOR VYLOXSSR GHL SURGRWWL GHL VHUYL]L GL RXWVRXUFLQJ H GHOOD GHĂ€QL]LRQH H OD UHDOL]]D]LRQH GL SURJHWWL mirati. GLI ORIZZONTI SI AMPLIANO OLTRE I CONFINI NAZIONALI

L’esigenza di sostenere la crescita in un mercato sempre piĂš globale, allargando il proprio raggio d’azione e, contemporaneamente, ampliando e consolidando il proprio know-how nella gestione digitale di informazioni, documenti e processi, ha indotto il Gruppo SIAV ad avviare un importante processo di internazionalizzazione, ottenendo sempre maggiori consensi e riconoscimenti per la semplicitĂ , funzionalitĂ e completezza della propria offerta. Nel Gruppo SIAV, giĂ presente all’estero con Siav Suisse, si è aggiunta la nuova societĂ SIAV Sistemi Digitali France in Romania, dove è giĂ presente con un laboratorio di sviluppo software che occupa circa 30 persone, SIAV dopo XQ DQQR GL DQDOLVL H VWXGLR GHO PHUFDWR ORFDOH KD GHĂ€QLWR accordi strategici per avviare in quell’area un’attivitĂ anche commerciale. In Grecia ha avviato una partnership commerciale con Onex Hellenic, gruppo leader nel Paese ed in Medio Oriente. In India, dove SIAV è giĂ presente con importanti instaliged.it 02.2010

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‡ 6,17+(6, - per la Gestione della Corrispondenza nella PA centrale e locale, secondo le logiche della colODXGDWD SLDWWDIRUPD $UFKLà RZ ‡ /2*,.2 - una soluzione per la gestione della documentazione amministrativa nel settore Amministrazione, Finanza e Controllo;

Figura 1 – Giovanni Seno

lazioni, sono in atto investimenti e piani strategici con partner locali per aumentare in modo esponenziale il volume di business. Il Gruppo, inoltre, sta riservando una grande attenzione al mercato brasiliano che offre interessanti potenzialitĂ ed è in forte espansione. A fronte di tali scenari di crescita ed espansione territoriale, SIAV ha anche ritenuto strategico investire in formazione ed in Gestione della Conoscenza, vuoi a supporto del personale LQWHUQR YXRL SHU IDFLOLWDUH HG XQLĂ€FDUH il “knowledge transferâ€? con le realtĂ straniere collegate. LA STRATEGIA PRODOTTI

La citata conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla strategia prodotti. SIAV prevede, dunque, lo sviluppo di due nuovi pacchetti dedicati ai mercati SOHO e PMI: FirstFLOW e SimpleFLOW. Questi due prodotti si EDVDQR VXOOD SLDWWDIRUPD $UFKLĂ RZ consolidata soluzione per l’Enterprise Document Management ed il Business Process Management. 3HU VRGGLVIDUH OH DWWXDOL VSHFLĂ€FKH esigenze dei mercati Finance, Pubblica Amministrazione e Industry, le risposte di SIAV sono quattro nuove soluzioni verticali: ‡ (5*21 - per la gestione della poVWD HOHWWURQLFD FHUWLĂ€FDWD LQ DPELHQWL Pubblica Amministrazione e Finance;

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‡ .2,1(¡ - lo sportello virtuale polifunzionale per le amministrazioni pubbliche locali e le aziende sanitarie. In questa sede è utile ricordare anche il freeware PEC Manager: la soluzione software creata per le piccole imprese, i professionisti, gli studi legali e i consulenti per supportarli a compiere un primo passo3 verso un nuovo sistema GL DUFKLYLDUH FHUWLĂ€FDUH H FRQGLYLGHUH la propria conoscenza. L’INVESTIMENTO IN ATTIVITĂ€ CULTURALI PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA PAESE

L’impegno sociale e di diffusione della cultura sui temi propri del settore di appartenenza è sempre stato un HOHPHQWR GLVWLQWLYR H TXDOLĂ€FDQWH GL SIAV. Seguendo questa “missioneâ€? il PresiGHQWH $OĂ€HUL 9ROWDQ KD YROXWR GRWDUH il Gruppo di un Centro di ricerca e VYLOXSSR SHU O¡,QQRYD]LRQH 7HFQRORgica; nasce cosĂŹ, il 15 maggio 2009, la Fondazione Siav Academy. All’interno della Fondazione SIAV $FDGHP\ RSHUD LO &RPLWDWR 6FLHQWLĂ€FR che agisce da osservatorio tecnologico, in ambito nazionale e internazionale, all’interno del vasto settore della dematerializzazione dei documenti. In seno alla Fondazione Siav Academy Siav S.p.A è stato creato Digit@LEX (presentato, in occasione della recente HGL]LRQH GL )RUXP 3$ 5RPD GDO al 20 maggio), un repertorio on line, sempre aggiornato e facilmente accessibile, di tutta la normativa vigente nel nostro paese su dematerializzazione, digitalizzazione, processi documentali e Amministrazione Digitale (http:// www.digita-lex.it/): questa documentazione è organizzata in modo da rendere immediatamente accessibili

Figura 2 – Federica Voltan

- tramite ricerca semantica, aree di applicazione e parole chiave - le norme principali con i relativi aggiornamenti ed integrazioni. Il repertorio normativo informatizzaWR GL 'LJLW#/(; VWUXPHQWR HIĂ€FDFH per orientarsi nell’intricata legislazione in materia, è curato dal Comitato 6FLHQWLĂ€FR GL 6LDY $FDGHP\ Dall’attivitĂ del suddetto Comitato 6FLHQWLĂ€FR QDVFH DQFKH OD &ROODQD (GLWRULDOH GL 0LQLJUDĂ€H 6,$9 VXOOD ´7HFQRORJLD GHL 3URFHVVL 'RFXPHQtaliâ€?, con l’obiettivo di approfondire e divulgare la normativa, le tecnologie, gli standard e le applicazioni inerenti la gestione documentale. Il quinto volume dal titolo “Amministrazione 'LJLWDOH &RPSHQGLR 1RUPDWLYRÂľ q stato messo a disposizione del pubblico proprio in occasione di Forum PA. Come gli altri volumi, è distribuito gratuitamente e può, ora, essere scaricato in formato digitale dallo stesso sito www.digita-lex.it.

NOTE 1 Iged.it on line - 02.2010 - pagina 35 “Siav è l’unica societĂ italiana nel Magic Quadrant di Gartnerâ€? 2 (DUQLQJV %HIRUH ,QWHUHVWV DQG 7D[HV LQ DOWUL termini il reddito generato dall’azienda prima GHOOH LPSRVWH H GHJOL RQHUL Ă€QDQ]LDUL 3 Vedasi in proposito La PEC e le ComunicazioQL 'LJLWDOL GL 5REHUWR 3LQHOOL LJHG LW pagina 33


MERCATO

Un’analisi ragionata dei media I media giocano un ruolo sempre piÚ importante nel nostro modo di comunicare, come persone e come aziende. I software di Media Management consentono di ridurre gli ostacoli del processo di creazione, pubblicazione CRISTIANA PIRAINO

Cosa fareste se poteste disporre di una bacchetta magica e creare immediatamente qualsiasi tipo di “media experienceâ€? e renderla disponibile ovunque, a chiunque desiderate senza impedimenti in termini di capacitĂ , tecnologia o processi? Come potreste convincere e tenere aggiornata al meglio la vostra organizzazione? Il vostro mercato di riferimento? I vostri clienti? Oggi, alcune aziende sono attive in questo senso. E non si tratta solo di media company. Per esempio, Burberry sta trasformando il mercato dei beni di lusso utilizzando i diversi mezzi di

comunicazione per progetti incredibili: ad esempio permettere a chiunque nel mondo (con una buona connessione ,QWHUQHW GL SDUWHFLSDUH DOOH VXH VÀODWH sulle passerelle, o anche disegnare i suoi futuri prodotti. Cosa impedisce alle aziende un’ampia adozione di tali metodologie? OrgaQL]]D]LRQL GL RJQL WLSR VL DIÀGDQR H sfruttano sempre piÚ i media per molteplici attività che vanno dai manuali d’istruzione al marketing, alla forma]LRQH ÀQR DOOD JHVWLRQH GHOOD VXSSO\ chain, ma esistono delle barriere. In primo luogo, non tutti sono in gra-

do di creare mezzi di comunicazione d’impatto. Alcune aziende assegnano ad agenzie esterne il compito di crearli, spendendo una fortuna. Cosa ottengono realmente a fronte dell’investimento? Principalmente pagano per la sostanza (ovvero il contenuto) di quel media e, naturalmente, per il talento e la creativitĂ dell’agenzia; buona parte del costo, però, riguarda il mantenimento di tale media per conto dell’azienda, in modo che possa essere riutilizzato e riproposto, ciò potrebbe anche non rivelarsi il miglior modo di utilizzare il denaro di cui si dispone. iged.it 02.2010

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Figura 1 – Open Text ECM Suite - Pagina di un ProďŹ lo Utente

Le aziende che creano i media internamente dispongono di diversi team creativi specializzati e giĂ estremamente sovraccarichi che, ancora una volta, passano la maggior parte del loro tempo esercitando le loro capacitĂ e applicando il loro talento e creativitĂ . 8QD SDUWH PROWR VLJQLĂ€FDWLYD GL WDOH tempo è impiegata per gestire e rivedere versioni e commenti (spesso contraddittorie), apportati da un crescente QXPHUR GL SHUVRQH 'LIĂ€FLOPHQWH WXWWH le persone coinvolte in questo processo - i creativi o altri interessati - potrebbero apprezzare un modo piĂš semplice per portare a termine tali attivitĂ . Ci sono, poi, problemi di tipo tecnico. I media sono disponibili in vari formaWL L Ă€OH VRQR HQRUPL SRVVRQR HVVHUH HVWUHPDPHQWH GLIĂ€FLOL GD JHVWLUH H DOWUHWWDQWR GLIĂ€FLOL GD LQGLYLGXDUH GDOOH persone giuste) ed essere utilizzati (dalle persone giuste). In alcune aziende focalizzate sui media l’onere di trovare e conservare porta a depositi pieni di materiale e piccoli (o in alcuni casi grandi) eserciti di archivisti che sono i custodi, e spesso involontari guardiani, di questo materiale. Il risultato? I fantastici mezzi di comunicazione nei quali si è investito risiedono su “drive condivisiâ€? (una recente indagine dell’AIIM mostra che circa il 50% delle aziende conserva i propri media su “drive condivisiâ€? da qualche parte)

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al di fuori della propria sede, e anche nel dimenticatoio, il che si traduce in opportunitĂ perse, utilizzo disorganico e creazione inutile di media aggiuntivi, che vengono poi rimandati in quella sempre piĂš impenetrabile pila di media o, peggio, si trasformano nell’ennesimo ammasso. Affrontiamo anche l’argomento della pubblicazione e della distribuzione. I media non hanno un impatto solo quando sono proposti ad altre persone - che si tratti di un video di YouTube, del vostro sito web, di Hulu, dell’iPad, di un Kindle o di un poster - infatti maggiore è l’esposizione, maggiori opportunitĂ si hanno di informare, intrattenere e persuadere. &Lz q FRPXQTXH GLIĂ€FLOH 1RQ HVLVWRQR VWDQGDUG VXIĂ€FLHQWL LQ TXHVWR PRQdo dei media innovativi in cosĂŹ rapida evoluzione, in aggiunta, il processo legato al confezionamento, formatWD]LRQH ULFRGLĂ€FD H WUDVIRUPD]LRQH dei media è dispendioso in termini di tempo e ogni nuova destinazione dei media sviluppati ha la propria serie di requisiti. Perciò le aziende tendono ad essere riluttanti a pubblicare tali media in nuovi luoghi, perchĂŠ troppo costoso R GLIĂ€FLOH Quelle accennate sono le principali barriere che le tecniche di gestione dei media (o Digital Asset Management) VL SUHĂ€JJRQR GL DEEDWWHUH 5HSHULELOLWj ZRUNĂ RZ DFFHVVR ULXWLOL]]R H

automazione si combinano in una nuova interfaccia utente attentamente HG DSSRVLWDPHQWH FUHDWD SHU VHPSOLĂ€care e rendere piĂš economico, per le aziende, produrre, gestire, pubblicare H ULSURSRUUH LQ PRGR HIĂ€FDFH L PHGLD creati. Sebbene esista un’ampia varietĂ di impieghi e tipologie di media, sono quattro i processi fondamentali comuni per qualsiasi caso di utilizzo. 1. Creazione - qualcuno ci deve penVDUH H LQ PROWL FDVL q GDYYHUR GLIĂ€FLOH Sono ormai ben poche le persone in grado di creare realmente il “mediaâ€?, date le competenze tecniche e creative. I molti personaggi coinvolti rendono il processo complesso: è necessario gestire commenti, versioni e interazioni. Un sistema di gestione dei media può creare un unico punto d’accesso, cosĂŹ che chiunque possa accedere istantaneamente alla versione corretta GHO PHGLD JLXVWR ,O ZRUNĂ RZ DVVLFXUD che la revisione e i processi di approvazione siano rispettati e che non si salti alcun passaggio fondamentale. 2. Pubblicazione - Uno dei piĂš importanti obiettivi quando si crea un nuovo media è quello di inserirlo in tutti i canali nei quali possa avere un impatto. Sono moltissimi e nuovi i posti in cui un media può essere pubblicato, le aziende non possono permettersi di


Figura 2 – Open Text ECM Suite - Pagina Wiki

dedicare ore, se non addirittura giorni, alla preparazione e all’adattamento di ogni elemento per la distribuzione nei differenti canali. Indipendentemente dal fatto che si tratti di una versione stampata, via web, un ebook, tramite TV o cinema o distribuito ai partner, le aziende desiderano automatizzare tale processo. Una volta automatizzato, scegliere di pubblicare il media su un nuovo canale diventa una questione di comprendere quale sia il modo migliore per sfruttare l’opportunitĂ . Non è piĂš necessario aspettare che un canale diventi redditizio prima di poterne beQHĂ€FLDUH VHPSOLFHPHQWH VL HOLPLQDQR le barriere per accedere a queste nuove opportunitĂ . 3. Riutilizzo - La possibilitĂ di riproporre i media moltiplica il ritorno degli investimenti in quel determinato media. L’ostacolo principale al riutilizzo di un determinato media è trovarlo! Non è possibile utilizzare ciò che non si trova ‌ e i media sono notoriamenWH GLIĂ€FLOL GD WURYDUH 1RQ q SRVVLELOH effettuare una ricerca testuale. I nomi GHL Ă€OH VRQR VROLWDPHQWH LQXWLOL H FL vorrebbe qualcosa di simile a una miQLDWXUD SHU HIIHWWXDUH XQD ULFHUFD HIĂ€cace. I software di Media Management facilitano la reperibilitĂ dei media. Il secondo ostacolo è rappresentato dalla visualizzazione e dalla formattazione. Se riesco a individuare il media desi-

derato, ma non riesco a visualizzarlo oppure è disponibile in formato .TIFF e io ne ho bisogno in formato .JPG o Quicktime o .MOV il problema si fa GLIĂ€FLOH 4. Gestione *HVWLUH L PHGLD VLJQLĂ€FD JHVWLUQH O¡DUFKLYLD]LRQH Ă€VLFD R GLJLtale - assicurandosi che questi siano facilmente reperibili, che i diritti e le informazioni su royalty e problemi siano tracciati e affrontati, che le autorizzazioni all’accesso siano gestite e che siano eliminati i materiali ritenuti irrilevanti. Spesso le attivitĂ di gestione includono anche problematiche di conservazione - la conservazione Ă€VLFD SUHYHGH O¡HVLJHQ]D GL GLJLWDOL]]DUH PHGLD Ă€VLFL GL YHFFKLD GDWD PHQWUH OD conservazione digitale deve assicurare che i media siano conservati sempre in un formato attuale che possa essere facilmente visualizzato ed utilizzato. I media hanno un loro ciclo di vita ed uno scopo. I metadati hanno quattro GLPHQVLRQL SULQFLSDOL L PHWDGDWL WHFQLFL FKH IRUQLVFRQR LQIRUPD]LRQL VX Ă€OH e formato; i metadati descrittivi che catturano le informazioni sulla natura dei media; i metadati di business, utilizzati per gestirli da una prospettiva aziendale - cose del tipo chi lo ha creato, chi ne è responsabile, dove e come viene utilizzato, i diritti, le royalty e decine di altri elementi devono essere tracciati dall’azienda; l’ultima dimen-

sione sono i metadati esterni, ovvero le informazioni disponibili o rilevanti per la risorsa in questione conservati su sistemi esterni. La gestione include anche il collegamento di risorse composite, il tracciamento dei derivati e in generale un’organizzazione ragionata dell’archivio. La soluzione deve essere d’aiuto in tutte queste dimensioni per far sÏ che la gestione non sia vista come un ostacolo all’utilizzo. I media di per sÊ stessi rappresentano una gran parte della trasformazione all’interno e all’esterno delle aziende. La democratizzazione della pubblicazione e la saturazione della banda larga hanno portato i media a giocare un ruolo sempre maggiore nel modo in cui comunichiamo, come persone e come aziende. I software di Media Management eliminano (in buona parte) le problematiche legate al processo in modo da consentire alle organizzazioni di focalizzarsi sulla sostanza dell’esperienza.

CRISTIANA PIRAINO

Field Marketing Manager di Open Text Italia

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MERCATO

La Fatturazione Elettronica al tempo della “nubeâ€?: decolla? I principali risultati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano confermano grandi opportunitĂ per le aziende e interessanti trend di crescita. Non mancano, tuttavia, le barriere all’adozione ‌ spesso, però, non pienamente motivate PAOLO CATTI, GIOVANNI CALABRIA, DANIELE MARAZZI

L’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione ha presentato, lo scorso 19 maggio 2010, i risultati della sua ricerca, un “reportage dal campoâ€? condotto attraverso l’applicazione di diverse metodologie: lo sviluppo dei modelli matematici SHU OD VWLPD GL EHQHĂ€FL H UHGGLWLYLWj OH interviste dirette con oltre 50 organiz]D]LRQL SXEEOLFKH H SULYDWH OH VXUYH\ che hanno coinvolto circa 250 imprese GL YDULH GLPHQVLRQL LQ GLYHUVL VHWWRUL il lavoro condotto sui commercialisti (che ad oggi ha coinvolto circa 550 6WXGL VX WXWWR LO WHUULWRULR QD]LRQDOH LO FRQIURQWR FRQ HVSHUWL LQWHUQD]LRQDOL le interviste dirette a tutte le principali Amministrazioni Regionali italiane che hanno realizzato o stanno avviando SURJHWWL GL )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD l’analisi puntuale degli operatori dell’offerta (per maggiori dettagli, si rimanda al rapporto completo disponibile sul sito www.osservatori.net). Un primo elemento che questa ricerca conferma, rispetto agli anni precedenti, è che la “Fatturazione Elettronicaâ€? si declina concretamente in modelli attuativi assai diversi tra loro: la Conservazione Sostitutiva delle fatture

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o di altri documenti, la Fatturazione Elettronica “pura� a norma di legge, la Veicolazione Elettronica delle fatture e di altri documenti del ciclo dell’ordine (in formato strutturato o non strutturato). Analizzando il grado di diffusione di questi modelli – tra queste tre “dimensioni� di Fatturazione Elettronica in senso “ampio� – emerge che la Fatturazione Elettronica “pura� a norma di legge risulta essere un fenomeno ancora marginale in Italia, anche per la ormai cronica mancanza del Decreto Attuativo dell’obbligo di Fatturazione Elettronica nei confronti della Pubblica Amministrazione. Sono, invece, in continua espansione gli altri modelli, quali la Conservazione Sostitutiva delle fatture o di altri documenti contabili – portati avanti da circa 3.000 imprese – e la Veicolazione Elettronica di fatture e altri documenti del ciclo dell’ordine. Un fenomeno che si conferma in crescita sia nell’ambito degli “ecosistemi� EDI, sviluppati da circa 8.000 imprese, sia nell’ambito di chi ha scelto di sviluppare altre soluzioni di interscambio documentale, che coinvolgono complessivamente circa 50.000 imprese.

In questo contesto, un’indagine speciĂ€FD q VWDWR ULVHUYDWD DO UXROR GHOOH EDUriere all’adozione di queste soluzioni. Per farlo, si è scelto di orientare l’analisi su un panel di organizzazioni che, nel tempo, sono venute in contatto con l’Osservatorio (per esempio, partecipando ai precedenti Convegni oppure scaricando dal sito i Rapporti pubblicati negli anni passati). Tra queste imprese, quelle che - pur conoscendo l’argomento - si sono rivelate “completamente non-utentiâ€? (cioè non hanno implementato nessuna delle tre tipologie di soluzione) sono state oggetto di DSSURIRQGLPHQWR DO Ă€QH GL FRJOLHUH OD percezione delle barriere all’adozione (si veda la Figura 1). Le motivazioni che inducono un’organizzazione, pubblica o privata, a scegliere di non adottare una delle diverse soluzioni di Conservazione Sostitutiva, Fatturazione Elettronica o Integrazione del Ciclo dell’Ordine sono eterogenee, ma essenzialmente riconducibili a 5 principali categorie (riportate nell’ordine di rilevanza emerso dalla ricerca): (i) OD QHFHVVLWj GL LQYHVWLUH QHO FKDQJH PDnagement, (ii) la scarsa percezione dei EHQHĂ€FL FRQVHJXLELOL LLL OD SHUFH]LRQH


di poca chiarezza nella normativa, (iv) il timore che i costi o gli investimenti da sostenere siano eccessivi e (v) la consapevolezza di non disporre delle competenze necessarie. /D GLIĂ€FROWj QHOOD JHVWLRQH GHO FDPbiamento appare come il primo degli ostacoli che bloccano l’adozione di queste soluzioni. Affrontare i cambiamenti - di processo, organizzativi, culturali, relazionali - che sono inevitabilmente legati a ogni progetto innovativo è complesso: proprio a causa del timore che il change management sia troppo oneroso, molte organizzazioni scelgono di non avviare progetti. Approfondendo ulteriormente le risposte, si osserva come l’aspetto ritenuto piĂš critico sia la gestione del cambiamento interno. La seconda barriera generalmente HYLGHQ]LDWD q OD VFDUVD R GLIĂ€FLOH FRPSUHQVLRQH GHL EHQHĂ€FL OHJDWL DOOD GHmaterializzazione. Ci pare opportuno sottolineare, tuttavia, come la maggior parte delle aziende che evidenzia questa barriera non abbia usualmente nemPHQR ´SURYDWRÂľ D VWLPDUH L EHQHĂ€FL (si veda la Figura 2). Come risposta al bisogno ancora “vivoâ€? di comprendere il valore di questi progetti, l’OsservatoULR KD VYLOXSSDWR YHUVLRQL VHPSOLĂ€FDWH del modello parametrico originale per OD YDOXWD]LRQH GL EHQHĂ€FL H UHGGLWLYLWj (sono versioni “lightâ€? che si caratterizzano per il limitato numero di variabili richieste in ingresso, rispetto alle oltre 320 previste dal modello originale) che sono state inserite anche all’interno della versione elettronica del Rapporto 2010. Ăˆ opinione di chi scrive, infatti, che la mancata percezione dei beneĂ€FL ULVXOWL IDFLOPHQWH VXSHUDELOH FRPH barriera all’adozione, in particolare alla OXFH GHL SL FKH HYLGHQWL EHQHĂ€FL PLVXUDWL H GLPRVWUDWL QHO WHPSR GDOO¡DWWLYLWj dell’Osservatorio e dai numerosi casi di successo esistenti nel nostro Paese. Un discorso analogo può essere fatto anche per quanto riguarda il timore che l’investimento o i costi correnti concessi al progetto siano troppo elevati: si tratta di una barriera complessivamente meno rilevante, che solo in pochi casi viene sostenuta da una valutazione quantitativa precisa.

Figura 1 – Le principali barriere all’adozione

,QĂ€QH O¡XOWLPD EDUULHUD LQGLFDWD GD XQ QXPHUR VLJQLĂ€FDWLYR GL RUJDQL]]D]LRQL è la scarsa chiarezza della normativa. ,O SULQFLSDOH HOHPHQWR GL FULWLFLWj che viene evidenziato non è tanto la FRPSOHVVLWj GHOOD QRUPDWLYD TXDQWR OD percezione di un quadro normativo in costante evoluzione, che crea conseguentemente atteggiamenti di attesa e di prudenza.

La percezione delle barriere all’adozione è sostanzialmente simile per i progetti di Conservazione Sostitutiva, Fatturazione Elettronica e Integrazione del Ciclo dell’Ordine, con due differenze che è interessante analizzare. Le risposte sulle barriere alla Fatturazione Elettronica evidenziano come questa sia percepita come un progetto lontano, da considerare nel medio-lungo periodo. Rispetto alla iged.it 02.2010

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Figura 2 – Il ruolo della valutazione dei beneďŹ ci per chi “non adottaâ€?

Conservazione Sostitutiva, infatti, sono ancor meno numerosi i casi di chi ha valutato con precisione inveVWLPHQWL FRVWL H R EHQHĂ€FL DWWHVL La principale barriera all’Integrazione del Ciclo Ordine-Pagamento non è la gestione del cambiamento, PD OD VFDUVD SHUFH]LRQH GHL EHQHĂ€FL Il dato può essere sorprendente, SRLFKp L EHQHĂ€FL SRWHQ]LDOL GL XQ progetto di integrazione sono ben superiori a quelli conseguibili con OD VROD &RQVHUYD]LRQH 6RVWLWXWLYD Tuttavia, questa risposta appare JLXVWLĂ€FDWD FRQVLGHUDQGR FKH XQ progetto di Integrazione del Ciclo dell’Ordine richiede un investimento ben maggiore e la valutazione dei beQHĂ€FL FRQVHJXLELOL ULVXOWD FHUWDPHQWH SL FRPSOHVVD GD UHDOL]]DUH Per completare il quadro sulle motivazioni che bloccano o rallentano la diffusione delle soluzioni analizzate, abbiamo voluto confrontare le risposte date dai “non utentiâ€? con quelle fornite da “utenti parzialiâ€?, ovvero soggetti che hanno realizzato almeno una di queste VROX]LRQL

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In questo secondo caso le barriere - che dunque ostacolano non tanto l’adozioQH TXDQWR O¡DOODUJDPHQWR GHO SURĂ€OR GL adozione verso paradigmi piĂš completi VRQR SL VSHFLĂ€FKH OHJDWH D HOHPHQWL piĂš concreti e, a volte, anche strettamente operativi: tipologia di business gestito, vincoli posti dalla capogruppo HVWHUD GLIĂ€FROWj D FRLQYROJHUH FOLHQWL R IRUQLWRUL VSHFLĂ€FL LQ SURJHWWL GL LQWHJUD]LRQH QHFHVVLWj GL IRFDOL]]DUH JOL VIRU]L su ambiti differenti (come, per esempio, il cambio del sistema informativo), GLIĂ€FROWj QHOO¡RWWHQHUH LO OLYHOOR GL FRPmitment necessario per far crescere LO SURJHWWR HFF (PHUJH FRQ IRU]D quindi, che chi si è “sporcato le maniâ€? SRQH GHOOH FULWLFLWj RSHUDWLYH FRQFUHWH ben diverse dai fattori di inibizione che HPHUJRQR GD FKL DQFRUD ´QRQ IDÂľ

PAOLO CATTI Responsabile Ricerca Osservatorio )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD H 'HPDWHULDOL]]D]LRQH School of Management Politecnico di Milano

GIOVANNI CALABRIA 5LFHUFDWRUH 2VVHUYDWRULR )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD H 'HPDWHULDOL]]D]LRQH 6FKRRO RI Management Politecnico di Milano

NOTA /H Ă€JXUH VRQR WUDWWH GD ´/D )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD LQ ,WDOLD XQ UHSRUWDJH GDO FDPSRÂľ 2VVHUYDWRULR )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD H Dematerializziazione, School of Management Politecnico di Milano, maggio 2010

DANIELE MARAZZI 5LFHUFDWRUH 2VVHUYDWRULR )DWWXUD]LRQH (OHWWURQLFD H 'HPDWHULDOL]]D]LRQH 6FKRRO RI Management Politecnico di Milano


ESPERIENZE

Q QUANDO LE TECNOLOGIE DI ENTERPRISE FILE SERVING SI FANNO “SMART” IBM presenta una nuova generazione di soluzioni ad elevata scalabilità per la condivisione in modalità cloud di grandi quantità di informazioni SERGIO RESCH

Nel 2009 l’universo digitale è cresciuto del 62% e ha raggiunto la ragguardevole cifra di 800.000 PetaBytes1 (migliaia di TeraByte) di informazione in formato digitale. Di questi oltre l’80% è ormai di tipo non-strutturato come per esempio documenti, e-mail, messaggi, tag RFID, immagini, audio, video e animazioni 3D. Questa forte crescita è scontata, basti pensare ad Internet dove grazie a Facebook, Twitter, YouTube, MySpace, Quickr, LinkedIn e altri siti “social” generano Terabyte di informazioni non strutturate 24 ore al giorno. Si prevede che nel 2020 il volume di informazioni crescerà di 44 volte rispetto al 2009 attestandosi a 1,2 ZettaByte (abbreviato in ZB equivale a un miliardo di GigaByte), mentre le risorse per la sua gestione cresceranno solo di un fattore 1,4 x FRQ HYLGHQWL VÀGH GDO SXQWR GL YLVWD organizzativo e gestionale. A conferma del fatto che quando si parla di informazione ormai si parla di grandi numeri come gli ZettaByte (unità di misura pari a 1021), un interessante studio condotto dalla Università della California a San Diego (USA) secondo il quale nel 2008 la popolazione USA, solo nel tempo Figura 1 – Come cresce il volume delle informazioni digitali libero (uno studio per quanto riguarda l’attività lavorativa è in corso), ha assorbito 3,6 ZettaByte2 di informazione da oltre 20 media diversi tra cui libri, giornali, radio, TV, internet, telefono, computer e che ovviamente devono essere generati e distribuiti da organizzazioni e imprese di vario tipo. LE SFIDE CLASSICHE DI UN AMBIENTE NAS TRADIZIONALE

Per condividere e distribuire questa massa sempre crescente di informazioni non strutturate si è diffusa negli ultimi anni iged.it 02.2010

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una tipologia di dispositivi storage denominati Network Attached Storage (NAS)3 che hanno la peculiaritĂ di JHVWLUH LQIRUPD]LRQL LQ IRUPDWR ´Ă€OHÂľ e di essere utilizzabili da parte di utenti (client) e di server applicativi attraverso le reti IP tradizionali giĂ presenti ed DPSLDPHQWH XWLOL]]DWH SHU WUDIĂ€FR GDWL e voce. Dispositivi di questo tipo sono in generale di facile installazione ed utilizzo, non richiedono competenze VRĂ€VWLFDWH H VL FRQWUDSSRQJRQR DOOH SAN (Storage Area Network)4, ovvero reti storage specializzate usate per il consolidamento delle risorse storage utilizzate dai server aziendali. , VLVWHPL 1$6 FRPH WXWWH OH ULVRUVH Ă€siche IT, hanno una capacitĂ massima limitata in termini di spazio offerto e in termini di numero di utenti supportati: raggiunti tali limiti si ha l’esigenza di DIĂ€DQFDUH XQ QXRYR VLVWHPD VHSDUDWR Per inseguire le crescite a due digit nella quantitĂ di informazioni non strutturate, si assiste alla proliferazione di questo tipo di dispositivi al pari di altre risorse come i server aziendali. Ne segue che un tipico ambiente NAS aziendale inizialmente semplice e facile da gestire si evolve in una infrastruttura complessa con un elevato numero di sistemi separati, da gestire individualmente e in generale poco utilizzati (tipico utilizzo capacitĂ stoUDJH GLVWULEXLWD YDQLĂ€FDQGR FRVu i vantaggi dello storage centralizzato e causando una crescita incontrollata dei costi di gestione. Esempi di attivitĂ che generano livelli di servizio non adeguati e fanno lievitare i costi di gestione in ambiente NAS: esigenza di realizzare protezione e conservazione dei dati per ogni singolo sistema NAS; GLIĂ€FLOH ELODQFLDPHQWR QHOO¡XVR GHOOH risorse; se sposto oggetti da un sistema NAS ad un altro devo cambiare QRPH DL Ă€OH H PRGLĂ€FDUQH JOL VFKHPL di accesso degli utenti. LA SOLUZIONE IBM SCALE OUT NETWORK ATTACHED STORAGE (SONAS)

Per indirizzare queste esigenze di condivisione e distribuzione di una grande TXDQWLWj GL Ă€OH LQ PRGDOLWj SL HIĂ€FLHQWH è stata recentemente presentata la prima versione di IBM SONAS5 un sistema

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NAS di classe enterprise, superscalabile, che consente di realizzare XQ ´VLQJOH JOREDO QDPHVSDFHÂľ FKH SXz espandersi in maniera modulare nelle tre dimensioni: capacitĂ storage a disposizione degli utenti FRQ O¡DJJLXQWD GL ´VWRUDJH SRGÂľ Ă€QR a 14.4 PetaByte (l’equivalente di 183 anni di trasmissione video HD ad DOWD GHĂ€]LRQH prestazioni e numero di utenti supportati, mediante aggiunta di moduli di interfaccia verso la rete cloud; differenziazione dei livelli di storage con possibilitĂ di allineare in modo automatico i costi di gestione con il valore dell’oggetto durante il suo ciclo di vita. Tutto questo sempre conservando XQ¡XQLFD LPPDJLQH GL Ă€OH V\VWHP condivisa e, grazie ad una modalitĂ DYDQ]DWD GL ´Ă€OH ORFNLQJÂľ FRQVHQWHQGR O¡DFFHVVR LQ OHWWXUD H VFULWWXUD GD SL FOLHQW DOOR VWHVVR Ă€OH Il single global namespace è gestito da un unico punto di controllo centralizzando l’attivitĂ di gestione dello spazio, dei diritti di accesso. IBM SONAS è in grado di distribuire in modo automatico ed in parallelo le operazioni di scrittura su tutte le componenti hardware del sistema meGLDQWH IXQ]LRQDOLWj GL ´DXWR WXQLQJÂľ ´DXWR EDODQFLQJÂľ H ´ZLGH VWULSLQJÂľ Grazie all’elevato parallelismo il sistema mantiene ottime prestazioni anche al crescere della capacitĂ gestita e non sono richieste le classiche attivitĂ di riELODQFLDPHQWR GHL Ă€OH H GHJOL XWHQWL WUD sistemi diversi tipiche degli ambienti NAS tradizionali. Vantaggio evidente di IBM SONAS è la possibilitĂ di consolidare un elevato QXPHUR GL GLVSRVLWLYL 1$6 VHPSOLĂ€cando la gestione, sfruttando al meglio tutte le risorse disponibili ed indiriz]DQGR LQ PRGR HIĂ€FLHQWH OH HVLJHQ]H di protezione e conservazione degli oggetti. IBM SONAS si caratterizza, inoltre, per essere accessibile mediante proWRFROOL GL Ă€OH VHUYLQJ VWDQGDUG FRPH Common Internet File System (CIFS), Network File System (NFS), HyperText Transfer Protocol (HTTP), File Transfer Protocol (FTP) e Secure Copy Protocol (SCP), ovvero attraverso un interfacciamento aperto e non

proprietario, senza richiedere “client FRGHÂľ DJJLXQWLYL ARCHITETTURA DI IBM SCALE OUT NETWORK ATTACHED STORAGE

IBM SONAS è realizzato con una architettura modulare e scalabile composta da moduli di interfaccia verso la rete cloud e da storage pod che forniscono la capacitĂ richiesta. La versione IBM SONAS 1.1 attualmente dispoQLELOH FRQVHQWH GL FRQĂ€JXUDUH VLVWHPL che contengono: Ă€QR D PRGXOL GL LQWHUIDFFLD QRGL verso la rete esterna (1 GbE o 10 GbE) organizzati in cluster ognuno GHL TXDOL SXz JHVWLUH XQ WUDIHULPHQWR dati dell’ordine di 800MB/sec – 1 GB/sec a seconda della tipologia applicativa; Ă€QR D ´VWRUDJH SRGÂľ DG DOWD GHQVLWj FRQWHQHQWL ´SRROÂľ GL PRGXOL disco (450GB, 600GB, 1TB e 2TB) per una capacitĂ massima di 14.4 PetaByte; interconnessioni interne multiple ad alta velocitĂ (20Gbps) e a bassa ODWHQ]D LQ WHFQRORJLD ,QĂ€QLEDQG6. Ovviamente il rapporto tra moduli di interfaccia verso la rete e moduli stoUDJH SRG SXz HVVHUH PRGXODWR LQ EDVH alla esigenza che si vuole indirizzare: per esempio un sistema per ambienti GL SRVWD HOHWWURQLFD SXz HVVHUH FRQĂ€gurato con un elevato numero di interfacce mentre un sistema per esigenze GL DUFKLYLD]LRQH YHUUj FRQĂ€JXUDWR FRQ un elevato numero di moduli storage pod. Con l’obiettivo di realizzare una soluzione di classe enterprise il disegno interno è ad alta disponibilitĂ : ogni storage pod contiene moduli disco organizzati in RAID con elementi di controllo ridondati e i moduli di interfaccia verso la rete esterna (1 GbE e 10 GbE) sono organizzati in cluster (auto-failover trasparente) e sono perfettamente intercambiabili. Questo consente di operare con continuitĂ anche al fermo di un modulo disco o di un modulo di interfaccia e durante le fasi di manutenzione ed ampliamento capacitivo e/o prestazionale del sistema. Per soddisfare esigenze di protezione dati e di disaster protection sono, inol-


Figura 2 – Schema logico di una soluzione IBM SONAS

tre, disponibili funzionalitĂ di replica dati interne al sistema (snapshot) e verso sistemi SONAS remoti. IBM SONAS Parallel File System sfrutta le peculiaritĂ della tecnologia IBM Global Parallel File System (GPFS)7 sviluppata inizialmente per esigenze di “high performance computingâ€? dove la scalabilitĂ massiva e le elevate prestazioni erano particolarmente importanti. Per esempio il Lawrence Livermore National Laboratory (USA) ha realizzato un’infrastruttura HPC basata su GPFS in grado di ospitare su 1.536 QRGL XQ Ă€OH V\VWHP GD 3% FKH SHUPHWWH O¡DFFHVVR DL VLQJROL Ă€OH D GB/sec. SONAS AUTOMATED STORAGE

TIERED

Come anticipato, IBM SONAS ha integrate funzionalità che consentono GL JHVWLUH IDFLOPHQWH L ÀOH LQ EDVH DO ORUR valore aziendale durante il loro ciclo di vita (processo classico Information Lifecycle Management - ILM). Per questo scopo le risorse storage

interne possono essere organizzate in pool differenziati in termini di costo e prestazione mediante moduli disco da *% *% 7% H 7% 0HGLDQWH SROLF\ L ÀOH YHQJRQR SRVL]LRnati inizialmente in un pool prestabilito e successivamente migrati automaticamente in base al livello di servizio richiesto. Le policy di gestione possono fare riferimento a vari parametri come L SURÀOL GL DFFHVVR GHL ÀOH GDWD XOWLPR accesso, dimensione, utente, gruppo, WLSR GL ÀOH HWF 4XHVWR FRQVHQWH GL allineare nel tempo il livello di servizio con il valore aziendale degli oggetti e/o con la frequenza di previsto utilizzo. Se necessario, librerie nastro automatizzate di grande capacità e sistemi virtual tape con deduplica dati integrata possono essere inseriti nel processo di gestione automatizzata (processo classico di Hierarchical Storage Management - HSM) aumentando ulteriormente la capacità totale gestita e riducendo signiÀFDWLYDPHQWH L FRVWL GL FRQVHUYD]LRQH ed archiviazione di lungo periodo. Dal SXQWR GL YLVWD XWHQWH L ÀOH FRQWLQXDQR ad essere disponibili anche durante la migrazione e ad avere lo stesso iden-

WLĂ€FDWLYR ´Ă€OH SDWKÂľ H GLUHFWRU\ LQGLpendentemente dal pool storage in cui si trovano. IBM SONAS si caratterizza per realizzare questa gestione “automated tiered storageâ€? in maniera molto veloce anche al crescere dei volumi da gestire permettendo di rimanere nelle Ă€QHVWUH GL JHVWLRQH SUHYLVWH DQFKH DO crescere del volume dei dati da gestire. ,Q SUDWLFD SHU RJQL Ă€OH VRQR FRQVHUYDWH informazioni di controllo (metadati) che sono, poi, analizzate ad alta velocitĂ con un processo denominato “parallel VFDQ HQJLQHÂľ LO TXDOH LGHQWLĂ€FD RJJHWWL che devono essere movimentati per back-up o archiviazione e stabilisce i piani di migrazione che vengono successivamente effettuati in modalitĂ HIĂ€FLHQWH 6LD O¡DQDOLVL GHL PHWDGDWL VLD le effettive attivitĂ di migrazione tra i pool sfruttano l’architettura interna ad elevato parallelismo e quindi avvengono a grande velocitĂ utilizzando tutte le risorse disponibili. IBM SONAS è in grado di operare una scansione dei metadati alla velocitĂ di 10 milioni di Ă€OH DO PLQXWR SHU QRGR VHQ]D ELVRJQR GL OHJJHUH LO FRQWHQXWR GHL Ă€OH H GHOOH strutture delle directory. iged.it 02.2010

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Il processo di “parallel scan engineâ€? può anche essere utilizzato per generare informazioni di controllo da passare al software di back-up e archiviazione IBM Tivoli Storage Manager (TSM)8 DO Ă€QH GL UHDOL]]DUH SL YHORFHPHQWH OH RSHUD]LRQL GL WUDWWDPHQWR GHL Ă€OH (“back-up accelerationâ€?). Evoluzioni future di IBM SONAS prevedono OD SRVVLELOLWj GL FRQĂ€JXUDUH XQ JULG GL VLVWHPL DQFKH D OLYHOOR JHRJUDĂ€FR e di distribuire ed allineare secondo ´SROLF\Âľ Ă€OH WUD OH YDULH ORFDWLRQ ,Qteressante peculiaritĂ di IBM SONAS è la possibilitĂ di personalizzare i meWDGDWL DVVRFLDWL DL Ă€OH FRQ O¡DJJLXQWD GL informazioni utilizzabili per analisi di tipo business intelligence sui dati stesVL 2OWUH D FUHDUH XQD VĂ€GD GDO SXQWR di vista della memoria digitale e della sua gestione, la disponibilitĂ di volumi sempre crescenti di informazione in formato digitale aprono la strada a nuove applicazioni come per esempio la “text analysisâ€?, sentiment analysis, etc. Da una analisi stimata a campione, con i noti limiti, ad una sulla intera popolazione e occorrenza del fenomeno. Con queste caratteristiche di prestazione e di scalabilitĂ offerte da IBM SONAS e con la disponibilitĂ generale di reti Ethernet ad alta velocitĂ (10 GbE) e la diffusione delle Network Interface &DUG ² 1,& DOO¡LQWHUQR GHL VHUYHU OD soluzione IBM SONAS può essere presa in considerazione anche per applicazioni enterprise multi PB come database e ERP dove normalmente si implementa una infrastruttura SAN. AREE DI UTILIZZO DELLE SOLUZIONE IBM SONAS

IBM SONAS è la versione aggiornata con hardware di ultimo grido della soluzione IBM Scale Out File Services – SOFS disponibile sul mercato dal 2007 ed ampiamente utilizzata da decine di enti universitari e di ricerca, societĂ manifatturiere, di telefonia mobile e della produzione e distribuzione di contenuti multimediali. IBM SONAS è una soluzione di indirizzo generale che può essere utilizzata per una ampia gamma di applicazioni e di settori di industria: Applicazioni di collaborazione e di Ă€OH VHUYLQJ GRYH VL KD O¡HVLJHQ]D GL consolidare un elevato numero di

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sistemi NAS tradizionali e di crescere in prospettiva anche a tassi molto elevati. Aziende dove viene realizzata la progettazione meccanica, impiantistica e aerospaziale dove durante la progettazione “collaborativaâ€? e lo sviluppo VL KD O¡HVLJHQ]D GL FRQGLYLGHUH XQ HOHYDWR QXPHUR GL Ă€OH H GRFXPHQWL anche di grandi dimensioni tra diverse tipologie di client. Applicazioni “digital mediaâ€? per la produzione, condivisione e distribuzione di contenuti digitali, anche di grosse dimensioni, ad elevata velocitĂ . Tipici esempi in questo settore “video editingâ€? e “streaming on demandâ€?. $SSOLFD]LRQL GHO PRQGR Ă€QDQ]LDULR dove è richiesta una notevole capacitĂ di elaborazione degli oggetti come per esempio: High Performance Text Analytics, Fraud Analysis, Financial Trends, Portfolio Risk Analysis, Compliance Analysis. Applicazioni tipiche del mondo High Performance Computing e della ricerFD VFLHQWLĂ€FD DQDOLVL FDPSL SHWUROLIHUL analisi sismiche, ricerca farmaceutica, analisi e simulazioni climatiche, ricerca fonti energetiche alternative. Condivisione e analisi infomazioni sanitarie: cartelle cliniche, immagini medicali, analisi in 3D e 4D. Aziende della telefonia e della comunicazione: servizi di CRM, gestione documentale, Streaming on demand, VoIP. Istituzioni pubbliche e per la sicurezza nazionale: servizi al cittadino e gestione documentale, servizi di video sorveglianza e analisi immagini in tempo reale. SocietĂ di servizi IT con esigenza di sviluppare nuovi progetti di Web Content Store, Cloud Storage, Storage as a Service e Application as a Service dove sono richieste elevate caratteristiche di scalabilitĂ e di capacitĂ di supporto per numeri sempre crescenti di utenti. Nuove applicazioni legate alla “text analyticsâ€? per la scansione di e-mail, VRFLDO PHGLD EORJ HWF DO Ă€QH GL HIfettuare una “sentiment analysisâ€? per valutare la qualitĂ di un prodotto e il livello di un servizio “percepitoâ€? dalla clientela.

Concludendo IBM SONAS fa parte di una nuova classe di soluzioni integrate realizzate combinando componenti hardware, software e servizi di implementazione in una unica offerta di mercato di facile installazione e pronta SHU O¡XVR 6RQR RWWLPL]]DWL SHU LQGLUL]]DUH ´ZRUNORDGÂľ VSHFLĂ€FL LQ TXHVWR caso IBM SONAS soddisfa le esigenze GL Ă€OH VHUYLQJ DG HOHYDWD VFDODELOLWj HG è stato progettato per fornire elevati OLYHOOL GL VHUYL]LR FRQ FRVWL VLJQLĂ€FDWLvamente ridotti grazie a tecniche di automated storage tiering. IBM SONAS q O¡HOHPHQWR LGHDOH SHU UHDOL]]DUH XQD infrastruttura di cloud storage con caratteristiche di elevata scalabilitĂ , controllo e sicurezza centralizzati, elasticitĂ del servizio e semplicitĂ nel rilascio di nuove risorse indispensabili per supportare ambienti di cloud computing. Riferimenti: 1.

IDC paper: The Digital Universe Decade – Are you Ready? – May 2010 2. UCSD: How Much Information? 2009: hmi.ucsd.edu/pdf/HMI_2009_ConsumerReport_Dec9_2009.pdf 3. Network Attached Storage: en.wikipedia.org/wiki/Network-attached_storage 4. Storage Area Network: en.wikipedia. org/wiki/Storage_area_network 5. IBM Scale Out Network Attached Storage: www.ibm.com/systems/storage/ network/sonas 6. 7HFQRORJLD GL UHWH ,QÀQLEDQG www. LQÀQLEDQGWD RUJ LQGH[ SKS 7. IBM Global Parallel File System: www. ibm.com/systems/clusters/software/ gpfs 8. IBM Tivoli Storage Manager: www. ibm.com/software/tivoli/products/ storage-mgr/

SERGIO RESCH System Storage Platform Evangelist, High End Storage Leader – IBM SouthWest Europe


APPROFONDIMENTI

Il Progetto Digitale della Biblioteca Apostolica Vaticana Una grande sfida della Santa Sede e della Biblioteca Apostolica Vaticana nell’era digitale MAURIZIO ARATA

Rivolgendosi ai partecipanti al Convegno Nazionale “Testimoni digitali - Volti e linguaggi nell’era cross medialeâ€?, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana il 24 aprile 2010, è proprio Papa Benedetto XVI a considerare per primo la rete come una vocazione aperta, egualitaria e pluralista. Dice Papa Benedetto XVI: “vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesaâ€? e ancora “vi esorto a percorrere, animati dal coraggio dello Spirito Santo, le strade del continente digitaleâ€?. Questo è l’elemento cardine che sta alla base di un’opera gigantesca che, nei tempi della digitalizzazione, la Biblioteca Apostolica Vaticana - diretta dal Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa S.E. Cardinale Raffaele Farina - ha deciso di condurre nell’arco dei prossimi dieci anni. Opera che consiste nella digitalizzazione e nella messa in rete dei suoi 80 mila manoscritti. Impegno non certo di facile realizzazione. L’archiviazione di manoscritti, testi antichi e opere dal valore inestimabile q VWDWD Ă€Q TXL XQ¡DWWLYLWj ULVHUYDWD DL SL grandi ricercatori universitari interna]LRQDOL FRVu FRPH DOO¡LPSLHJR GHOOH SL VRĂ€VWLFDWH WHFQRORJLH Questo è un progetto che si basa su un sistema di memorizzazione dei dati creato dalla Nasa, per le missioni spaziali, per riprendere ed archiviare le immagini attraverso il formato FITS (Flexible Images Transport System): come il sistema UNIX, tuttora sulla cresta dell’onda, che fondendosi con l’Open Source ha esteso la sua comSDWLELOLWj DOOH SLDWWDIRUPH 0LFURVRIW

Mac, e Linux, cosĂŹ FITS, frutto della VLQHUJLD IUD XQLYHUVLWj H ULFHUFD VFLHQWLĂ€FD GLYLHQH XQ IRUPDWR LQ JUDGR GL salvare ogni tipologia di dati. Si prevedono dieci anni per scansionare 40 milioni di pagine di preziosissimi documenti e la realizzazione di un VLVWHPD GL HFFHOOHQ]D FKH VDUj QHO tempo, messo a disposizione anche di tutti gli altri archivi o biblioteche che VHQWLUDQQR OD QHFHVVLWj GL VDOYDJXDUGDUH il proprio patrimonio culturale. Questo progetto, come ha ricordato il responsabile del coordinamento dei Servizi Informatici della Biblioteca Apostolica Vaticana, dr. Luciano Ammenti, “era giĂ stato tentato insieme all’IBM vent’anni faâ€? PD DOOD Ă€QH QRQ VH ne venne mai a capo, al punto che fu abbandonato, anche se non dimenticato. Vi furono insomma dei problemi in relazione all’individuazione di formati che potessero rispondere all’esigenza GHOOD GLJLWDOL]]D]LRQH GL XQD WDOH TXDQWLWj GL GDWL VHQ]D O¡XWLOL]]R GL IRUPDWL D pagamento. L’utilizzo di Tiff, Pdf o Jpg 2000 avrebbero, allora, raggiunto dei costi elevatissimi. Questo primo approccio alla riproduzione digitale, con la collaborazione GHOOD JLj FLWDWD GL ,%0 H GHOOD 3RQWLĂ€FLD 8QLYHUVLWj GL 5LR GH -DQHLUR ULVDOH DJOL anni tra il 1994 ed il 1998; riproduzione che allora era prevalentemente in bianco e nero per motivi di contenimento dello spazio necessario per l’archiviazione. Per meglio comprendere le dimensioni GL TXHVWD QXRYD PLVVLRQH ´VSD]LDOHÂľ conservativa e culturale, dedita alla salvaguardia ed alla divulgazione dell’intero vastissimo e storico patrimonio FXOWXUDOH GHOOD %LEOLRWHFD q VXIĂ€FLHQWH

ricordare che essa comprende, tra l’altro, il Codice Vaticano B, ovvero la versione greca della Bibbia, gli antichi manoscritti con le opere di Virgilio, i testi del Petrarca, varie edizioni della Divina Commedia di Dante Alighieri, ed altro ancora. $ Ă€QH JLXJQR GRYUHEEH WHUPLQDUH il “Test Bedâ€?, ovvero il “Banco di Provaâ€?, per poi procedere all’avvio di TXHVWD JUDQGLRVD LPSUHVD GL WXWHOD H FRQVHUYD]LRQH FKH VL VYLOXSSHUj QHL prossimi anni. La sicurezza degli archivi, la manutenzione, le riprese di immagini, i formati elettronici di conservazione, e tante alWUH DWWLYLWj GRYUDQQR HVVHUH GLVWULEXLWH H VYROWH GD GLIIHUHQWL SURIHVVLRQDOLWj “Una realizzazione, questa, che sarĂ suddivisibile in tre fasi con possibili pause fra l’una e l’altraâ€? è il pensiero di Mons. Cesare Pasini, Prefetto della Bibilioteca Apostolica Vaticana. 8QD SULPD IDVH FKH YHGUj FRLQYROWH VHVVDQWD SHUVRQH IUD IRWRJUDĂ€ WXWRU H YHULĂ€FDWRUL OH DOWUH GXH IDVL YHGUDQQR gli addetti diventare centoventi. “Solo la prima fase del progettoâ€?, ha dichiarato il dr. Luciano Ammenti ´ULFKLHGH XQ Ă€QDQziamento di 25 milioni di euroâ€?. “BisognerĂ certo reperire fondiâ€? ha rincalzato Mons. Cesare Pasini. Si comprende facilmente come il rendere disponibili in digitale testi ebraici, latini, aramaici, samaritani, greci, nonchè indiani, arabi, persiani, provenzali, cinesi ‌ non sia impresa da affrontare a cuor leggero. Il dr. Luciano Ammenti ha anche sottolineato i due aspetti principali per UHQGHUH SRVVLELOH TXHVWD ´OHJJLELOLWj IXWXUDÂľ SHU TXHO FKH ULJXDUGD LO SULPR L SULPL FDPSL GL RJQL Ă€OH ),76 iged.it 02.2010

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DOOD %LEOLRWHFD $SRVWROLFD VL VFRSUH che solo qui, fra Centri, Istituti ed AteQHL 3RQWLĂ€FL VL FRQWDQR OLEUL e 24.256 riviste che rappresentano, però, poca cosa di fronte alla mole di PDWHULDOH VSDUVR IUD DOWUH %LEOLRWHFKH come l’Ambrosiana o la Francescana GL 0LODQR %DVWL VROR SHQVDUH FKH l’Ambrosiana ha giĂ pubblicato on line il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, mentre la Francescana ha messo on line le Miniature dei Corali.

Figura 1 – Diagramma con simboli dello Zodiaco di Opicinus de Canistris (1296 ca. - 1354)

contengono una descrizione esaustiva dei dati, che consentirĂ a chiunque di rielaborarli in futuro; il secondo è relativo alle periferiche di conservazione, aspetto che si cercherĂ di risolvere grazie all’ausilio delle aziende che lavorano al progetto FITS, come Autonomy, Metis e molte altre. 6RQR VWDWL LQĂ€QH SLDQLĂ€FDWL GXH ´GDWDstorageâ€?, uno nella CittĂ del Vaticano e l’altro a Castel Gandolfo, ognuno soddisfacente i parametri di sicurezza

Figura 2 Ambrogio M. Piazzoni Vice Prefetto Biblioteca Apostolica Vaticana

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necessari. 'XUDQWH LO ´7HVW %HGÂľ VDUDQQR XWLOL]zati uno scanner della Metis Systems, concesso in uso gratuito, ed un corpo macchina digitale Hasselblad da 50 megapixel. Il risultato verrĂ convertito in FITS, formato che negli ultimi anni è stato sempre piĂš impiegato anche in $VWURĂ€VLFD HG LQ 0HGLFLQD 1XFOHDUH 3RL VDUj GHĂ€QLWR XQ SDWWHUQ JUDĂ€FR GL ULFHUFD SHU LPPDJLQL JUDĂ€FKH R Ă€JXUDWLYH VWUXPHQWR FKH KD DOOD EDVH la tecnologia di Autonomy Systems, societĂ inglese leader nell’informatica. *LXVWR SHU GDUQH DWWR O¡LQWHUR ´7HVW %HGÂľ VDUj Ă€QDQ]LDWR GD $XWRQRP\ Systems. Mons. Cesare Pasini ha detto che per LO ´7HVW %HGÂľ “saranno utilizzati ventitrĂŠ manoscritti per un totale di 7.500 pagine digitalizzate ed indicizzate, che corrispondono a circa 5 terabyte (cioè 5.000 miliardi di byte) di informazioni digitali elementariâ€?. &RPH VRWWROLQHD OD GU VVD %DUEDUD Fiorentini dell’UniversitĂ Cattolica del 6DFUR &XRUH 3LDFHQ]D OD &KLHVD GHYH LPSDUDUH D IDPLOLDUL]]DUH FRQ OD ´FXOWXra della reteâ€?, anche quando si parla di conservazione e di divulgazione della documentazione che riguarda la storia e la cultura cattolica. Osservando, attraverso l’esperienza GHOO¡85%( 8QLRQH 5RPDQD %LEOLRWHFKH (FFOHVLDVWLFKH OD UHDOWj OHJDWD

9RUUHL LQĂ€QH IDU QRWDUH TXDQWR VDUj JUDYRVR LQ TXHVWD VĂ€GD GLJLWDOH O¡LPSHJQR GHO /DERUDWRULR )RWRJUDĂ€FR GHOOD %LEOLRWHFD $SRVWROLFD 9DWLFDQD GLUHWWR GDO GU 'DYLGH %RUJRQRYR che giĂ provvede alla riproduzione dei manoscritti, degli stampati, delle stampe ‌, sia per uso interno, sia per uso degli studiosi. Questo Laboratorio, per forza di cose, sarĂ il piĂš coinvolto nei molteplici passaggi e sviluppi della fase operativa: impegno misurabile non solo in termini quantitativi, ma anche, dato il tipo di documentazione gestita, nella scelta e nell’utilizzo dei sistemi di riproduzione, storicamente condizionata dal primario obiettivo della protezione degli originali. Per concludere riporto il gradito conWULEXWR GHO 9LFH 3UHIHWWR GHOOD %LEOLRteca Apostolica Vaticana dr. Ambrogio M. Piazzoni “è vero che utilizzeremo le tecnologie di piĂš alto livello, ma è importante che i nostri progressi nell’uso degli strumenti tecnologici siano sempre accompagnati da altrettanti progressi nell’uso degli strumenti intellettuali. La tecnica e la grande quantitĂ di informazioni che si rendono disponibili possono nascondere il pericolo di fare una ricerca e di arrivare alla conclusione, che potrebbe essere errata, che ÂŤse non trovo ciò che cerco, vuol dire che non c’èâ€?.

MAURIZIO ARATA

Giornalista


(63(5,(1=(

Per Zegna il 60% dei capospalla, il 20% delle camicie e il 50% delle cravatte sono “interoperabiliâ€? con eBIZ All’Unione Industriali di Biella, prima tappa di un road-show europeo dedicato ai benefici dell’interoperabilitĂ , Zegna e Piacenza hanno presentato i risultati del loro pilot-test europeo ANTONIO TOCI

L’E-BUSINESS E INTEROPERABILITÀ SONO SINONIMI?

I sistemi informativi delle aziende di XQD Ă€OLHUD R GL XQ GLVWUHWWR DQFRUD QRQ GLDORJDQR GLUHWWDPHQWH H SHUFLz QRnostante l’enfasi posta sul tema dell’e%XVLQHVV LQ TXHVWL DQQL OH D]LHQGH FKH interoperano a 360° nel pieno rispetto dei paradigmi dell’e-Business sono rare e i ORUR QRPL JHQHUDOPHQWH VRQR TXHOOL dei leader di settore. /D PDQFDQ]D GL VWDQGDUGL]]D]LRQH IUD VLVWHPL SURWRFROOL H DSSOLFD]LRQL utilizzate dalle aziende all’interno delle ORUR UHWL JHQHUD XQD GLYHUVLWj FKH D VXD YROWD GLYHQWD RVWDFROR DOOR VYLOXSSR GL XQR VFDPELR GL GDWL VWUXWWXUDWR UDSLGR HG HIĂ€FDFH Essere interoperabili VLJQLĂ€FD LQWHJUDUH OR VFDPELR GHL GDWL DOO¡LQWHUQR GHOOD Ă€OLHUD UHQGHUH SL HIĂ€FLHQWL H SXQWXDOL L VLVWHPL GL DSSURYYLJLRQDPHQWR GL SURGX]LRQH YHQGLWD GLVWULEX]LRQH H fatturazione della propria azienda e dei SURSUL SDUWQHU FRPPHUFLDOL RYXQTXH FROORFDWL D PRQWH R D YDOOH GHOOD Ă€OLHUD /¡LQWHURSHUDELOLWj q TXLQGL XQR GHJOL aspetti fondanti di un vero B2B fra le aziende.

QUALI SONO I VANTAGGI DELL’INTEROPERABILITÀ?

,Q GHĂ€QLWLYD O¡LQWHURSHUDELOLWj SHUPHWWH DOOH D]LHQGH GL HVWHQGHUH FRQFUHWH relazioni di e-Business ai propri forniWRUL H FOLHQWL RYXQTXH VLWXDWL , YDQWDJJL per le aziende sono di varia natura. *UD]LH DOO¡LQWHURSHUDELOLWj O¡D]LHQGD SXz HOLPLQDUH WRWDOPHQWH OD UDFFROWD manuale di qualsiasi dato proveniente GDOOH D]LHQGH SDUWQHU SHUFKp TXHVWL GDWL VRQR WUDVPHVVL H ULFHYXWL DXWRPDWLFDPHQWH GDL YDUL (53 D]LHQGDOL Ă‹ IDFLOH LQWXLUH L SRWHQ]LDOL ULVSDUPL VXL FRVWL H O¡LQFUHPHQWR GL HIĂ€FLHQ]D FRQVHJXHQWL alla riduzione dei tempi di trasmissione H GHJOL HUURUL GRYXWL DOOD WUDVFUL]LRQH PDQXDOH , EHQHĂ€FL VRQR SURSRU]LRQDOL DO QXPHUR GL SDUWQHU FROOHJDWL H DO YROXPH GL LQIRUPD]LRQL VFDPELDWH WXWWDYLD QRQ VL SXz IDUH D PHQR GL QRWDUH FKH mentre per una grande azienda interFHWWDUH HUURUL RJQL WUDQVD]LRQL JLRUQDOPHQWH WUDWWDWH VLJQLĂ€FKHUHEEH ULGXUUH GHOO¡ ´O¡LQTXLQDPHQWRÂľ GD HUURUL GHOO¡(53 D]LHQGDOH QHOOH SLFFROH D]LHQGH RYH L SURFHVVL VRQR PHQR VWUXWWXUDWL OD SRVVLELOLWj GL HUURUH q SL DOWD H TXLQGL OH SHUFHQWXDOL ULVXOWHUHEEHUR PROWR PDJJLRUL

$OWUL ULOHYDQWL EHQHĂ€FL GHULYDQR LQGLUHWWDPHQWH GD TXHOOL DSSHQD LQGLFDWL ,O PLJOLRUDPHQWR GHOOD TXDOLWj H O¡HIĂ€FLHQ]D GHOOH FRPXQLFD]LRQL SHUPHWWH di poter offrire un servizio migliore VLD DO FOLHQWH VLD DO IRUQLWRUH 1RQ VROR O¡LQWHUD]LRQH FRQ SDUWQHU GL Ă€OLHUD ORFDOL]]DWL LQ DOWUL PHUFDWL DQFKH HVWHUL SXz DYYHQLUH LQ WHPSR UHDOH [ ,Q XQ FDVR SLORWD WUD TXHOOL SUHVHQWDWL JUD]LH DOOR VFDPELR DXWRPDWLFR GHL GDWL XQ SURGXWWRUH GL FRQIH]LRQL FKH VL ULIRUQLVFH GD IRUQLWRUL GL WHVVXWL KD ULGRWWR GD D L JLRUQL XRPR GHGLFDWL DOOD LPPLVVLRQH GHL GDWL QHO SURSULR VLVWHPD (53 LQ FRQVHJXHQ]D GL FLz LO FRVWR GL TXHVWD RSHUD]LRQH q SDVVDWR GD (XUR O¡DQQR D &RPH VL SXz LQWXLUH L EHQHĂ€FL FRQVHJXHQWL VRQR FRVu QRWHYROL GD rappresentare un valido antidoto alla FULVL FKH RUPDL GD WHPSR DWWDQDJOLD OH D]LHQGH HXURSHH GHO VHWWRUH WHVVLOH GHOOH FRQIH]LRQL H GHO FDO]DWXULHUR GL FXL FLUFD XQD VX WUH LWDOLDQH La stessa Ermenegildo Zegna e il laQLĂ€FLR 3LDFHQ]D GXH D]LHQGH LWDOLDQH FKH KDQQR SDUWHFLSDWR DOOH HVSHULHQ]H SLORWD ODQFLDWH GD H%,= 7&) DO FRQYHJQR GL %LHOOD KDQQR DSHUWDPHQWH iged.it 02.2010

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Le tappe del road-show eBiz Dopo aver sviluppato e testato l’Architettura di Riferimento eBIZ in 150 aziende europee, i lavori del progetto europeo si concentrano, a partire da Febbraio del 2010, sulla promozione dei risultati raggiunti. Al momento questa attività di disseminazione prevede una serie di convegni in Italia, e in diversi stati Europei. Lista degli eventi in calendario: 7 Maggio Biella, Italia 7 Giugno Modena Italia 22 Giugno Porto Portogallo 24 Giugno Budapest Ungheria 29 Giugno Alicante Spagna Per ulteriori informazioni sul programma, le sedi da raggiungere, gli orari di inizio e i programmi consultate i seguenti link: www.ebiz-tcf.eu www.moda-ml.org/?p=395

testimoniato la loro soddisfazione ed i vantaggi ottenuti grazie all’interoperabilità dei loro sistemi.

“Downstream� che guarda a valle sia dell’abbigliamento, sia del calzaturiero puntando verso la distribuzione ovvero il negozio o il centro commerciale.

MITI O FATTI?

Un mito da sfatare è quello di credere che per ottenere interoperabilitĂ ocFRUUD XQD VROX]LRQH VSHFLĂ€FD SHU RJQL partner. Ovvero ogni volta che cambio fornitore, cliente, o ne aggiungo dei nuovi, devo “reinventarmiâ€? tutto. Con eBIZ è possibile realizzare o estendere l’interoperabilitĂ a nuovi fornitori o clienti nei tre settori dalla moda (Tessile, Abbigliamento e Calzaturiero) ovunque essi siano in Europa, senza dover rivoluzionare ogni volta i sistemi aziendali. Ciò che di volta in volta potrebbe cambiare, ma spesso sono cambiamenti minimi, dipende dalla varietĂ delle transazioni realizzate a partire dai processi di riferimento e dai modelli dei dati messi a disposizione da eBIZ. Su queste basi si realizzano interfacce aperte e basate su standard riconosciuti ed affermati e perciò facilmente personalizzabili e adattabili alle esigenze piĂš disparate purchĂŠ nell’ambito del settore a cui sono riferite. L’architettura di eBIZ prevede tre tipi di interfacce specializzate e personalizzabili: due di tipo “Upstreamâ€?, ovvero una per la SDUWH DOWD GHOOD Ă€OLHUD WHVVLOH DEELJOLDPHQWR XQD SHU OD SDUWH DOWD GHOOD Ă€OLHUD calzaturiera. L’altro modulo è quello

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CHI STA UTILIZZANDO eBIZ?

L’Architettura di Riferimento di eBIZ dal 2009 è stata adottata, testata e potenziata con 17 reti pilota di oltre 150 aziende sparse in tutta Europa. Il progetto di test ha avuto dimensioni notevoli: quarantasette produttori o fornitori di prodotti e semilavorati di moda (aziende del tessile, abbigliamento, calzaturiere) hanno collaborato con ventidue fornitori di ICT per poter partecipare alle attivitĂ dei gruppi pilota che hanno condiviso le competenze di 13 coordinatori di progetto (i ‘facilitatori’), 82 punti vendita, o aziende della distribuzione, complessivamente sparsi in 20 paesi europei. La loro iniziativa ha dimostrando e potenziato la capacitĂ dell’architettura di scambiare documenti di business: QHOOH IDVL GHOOD Ă€OLHUD XSVWUHDP H downstream); tra aziende di Stati diversi dell’area Europea; in modalitĂ inter-settoriale ovvero fra settori d’industria differenti. La partecipazione ai pilot ha comportato un processo di maturazione delle aziende che generalmente si è sviluppato attraverso i seguenti stadi: istruire lo staff tecnico;

LGHQWLĂ€FDUH OH D]LHQGH SDUWQHU OH LQformazioni da scambiare ed i procesVL GL FROODERUD]LRQH SL VLJQLĂ€FDWLYL individuare le procedure organizzative ed informatiche; valutare, adattandoli di conseguenza, la conformitĂ dei propri sistemi alle esigenze dell’architettura; testarne la funzionalitĂ nelle attivitĂ quotidiane monitorandone i risultati. Ăˆ VLJQLĂ€FDWLYR FKH OH UHWL GHL pilot si siano sviluppate con modelli organizzativi molto diversi: scambio punto a punto tra aziende, integrazione tramite un centro servizi comune, scambio dati tramite hub: in tutti i casi l’architettura è risultata adeguata e apportatrice di EHQHĂ€FL Una pubblicazione intitolata Imparare dai colleghi il cui pdf in italiano è disponibile presso il sito dell’ADETEF1 riporta l’elenco di una cinquantina di casi di eccellenza europei, di cui quattro italiani, ove il dispiegamento dell’e-Business, in molti casi fondato sull’interoperabilitĂ comunque realizzata, ha comportato notevoli vantaggi H EHQHĂ€FL CHI HA SVILUPPATO eBIZ?

eBIZ è un progetto multinazionale europeo promosso dalla DG Enterprise and Industry della Commissione Europea (la Direzione che promuove la competitivitĂ e l’innovazione per


In ďŹ gura – L’architettura di eBiz

Industria e PMI in Europa, attualmentre guidata dal Commissario Italiano Tajani.); esso è frutto del concorso GL LQL]LDWLYH H GL HVSHULHQ]H Ă€OWUDWH QHO tempo, che trae soliditĂ politica, strutturale e di know-how da associazioni di settore ed enti di ricerca quali: la Confederazione Europea Industria Tessile ed abbigliamento (Euratex), la Confederazione Europea dell’Industria Calzaturiera (CEC), e l’italiana ENEA a cui si aggiunge GS1. Ăˆ utile evidenziare che GS1, la cui derivazione italiana è Indicod-Ecr, è una organizzazione internazionale per la progettazione e realizzazione di standard e soluzioni dedicate a migliorare O¡HIĂ€FLHQ]D GHOOD GLVWULEX]LRQH H GHOOD tracciabilitĂ dei prodotti nel percorso Downstream (dallo stabilimento all’end user). A partire dal 2010, e solo dopo aver sviluppato e testato in 150 aziende

l’Architettura di Riferimento, le attivitĂ del progetto si sono concentrate sulla promozione dei risultati, in particolare tramite eventi nazionali eBIZ organizzati in diversi stati Europei, il primo dei quali si è svolto a Biella il 7 maggio presso l’Unione Industriali. DOVE TROVO O COMPRO eBIZ?

L’Architettura eBIZ non è un prodotto da comprare ed installare in senso VWUHWWR PD XQD VHULH GL VSHFLĂ€FKH FKH costituiscono un’Architettura gratuita e a disposizione di chiunque. Concretamente, e molto sinteticamente, è composta da un report e da una serie di risorse on-line che ne documentano i dettagli tecnici e ne facilitano la sperimentazione. Accanto al report vi sono, inoltre, ipertesti per rappresentarne i processi,

Guide d’Uso per ciascuno dei differenti messaggi ed XML Schema per descriverne la struttura informatica. Tutto ciò è reperibile al link (www. ebiz-tcf.eu) ove, oltre ad esempi e documentazione, è stato predisposto anche un sistema di validazione online SHU YHULĂ€FDUH DXWRPDWLFDPHQWH OD FRQformitĂ dei messaggi. L’applicazione dell’Architettura, evidentemente, richiede adeguate competenze di tipo informatico. Possono esistere due modalitĂ di approccio: integrazione diretta nell’ERP (in futuro sarĂ giĂ incorporato dal produttore) oppure aggiunta di un SW di comunicazione esterno (middleware) che accede alle strutture dati esposte dall’ERP senza però richiederne la PRGLĂ€FD La scelta dell’approccio è generalmente condizionata dalla dimensione e iged.it 02.2010

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,&7 R LQ DOWHUQDWLYD L SURSUL IRUQLWRUL GL VHUYL]L H R VROX]LRQL ,&7 SHU SRWHU DYHUH DGHJXDWD FRQVXOHQ]D QHOOD IDVH GL DQDOLVL H VYLOXSSR GHOOD VROX]LRQH ,Q TXHVWR SDVVDJJLR SXz HVVHUH GL JUDQGH XWLOLWj OD SXEEOLFD]LRQH Guida all’eBusiness nel tessile, abbigliamento e calzaturiero ULFKLHGLELOH JUDWXLWDPHQWH DG (XUDWH[ R DG (QHD SHU O·,WDOLD DWWUDYHUVR L OLQN LQGLFDWL 8QD DSSRVLWD VH]LRQH GHOOD SXEEOLFD]LRQH q GHGLFDWD DOOD GHVFUL]LRQH GL ´VHL SDVVLµ FKH q QHFHVVDULR FRPSLHUH SHU XQR VYLOXSSR RWWLPDOH GHO SURJHWWR TXDWWUR VRQR GD VRWWRSRUUH DL UHVSRQVDELOL HG DJOL DQDOLVWL D]LHQGDOL PHQWUH GXH GL FRPSHWHQ]D GHL SURJHWWLVWL H VYLOXSSDWRUL VRIWZDUH

In figura – Mappa delle relazioni fra aziende europee che hanno adottato eBIZ

FROORFD]LRQH GHOO·D]LHQGD QHOOD ÀOLHUD QHOOH JUDQGL D]LHQGH OHDGHU GL ÀOLHUD VLFXUDPHQWH LO SURFHVVR GL DGR]LRQH q SL LPPHGLDWR H GL PDJJLRUH LPSDWWR 0ROWH IUD TXHVWH KDQQR DGHJXDWH FRPSHWHQ]H WHFQLFKH SHU SRWHU LQWHJUDUH FRQ IDFLOLWj O·$UFKLWHWWXUD H%L] QHO SURSULR (53 D]LHQGDOH )DWWR TXHVWR SULPLVVLPR SDVVR O·$]LHQGD SRWUj VFHJOLHUH L SDUWQHU FRPPHUFLDOL FRQ L TXDOL SXz HVVHUH SL FRQYHQLHQWH LQL]LDUH DG LQWHURSHUDUH SHU SRL FHUFDUH GL FRLQYROJHUH DQFKH L UHVWDQWL OH D]LHQGH DG HVHPSLR PHGLH SULYH GHOOH DGHJXDWH FRPSHWHQ]H LQWHUQH R WUDPLWH L SURSUL IRUQLWRUL ,&7 SRVVRQR WURYDUH SL FRQYHQLHQWH LO VHFRQGR DSSURFFLR H ULYROJHUVL D WHU]L LQ JUDGR GL IRUQLUH PLGGOHZDUH HVWHUQL SHU OR VFDPELR GDWL OH PLFURD]LHQGH FRPSOHWDPHQWH SULYH GL ULVRUVH H FRPSHWHQ]H LQIRUPDWLFKH SRVVRQR VHPSUH ULYROJHUVL D SURYLGHU GL VHUYL]L G·LQWHJUD]LRQH RSSXUH GRYUHEEHUR LQGLUL]]DUVL DOOH D]LHQGH OHDGHU GL ÀOLHUD ORUR FRPPLWWHQWL FKH SRWUHEEHUR QHO ORUR VWHVVR LQWHUHVVH GDUH DVVLVWHQ]D DO GLVSLHJDPHQWR GHOOD WHFQRORJLD H%L]

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VORREI ADOTTARE eBIZ! COSA DEVO FARE E A CHI MI RIVOLGO?

,O SXQWR GL SDUWHQ]D q FHUWDPHQWH LO SRUWDOH GL H%,= 7&) ZZZ HEL] WFI HX D FXL VL DIÀDQFDQR VH QRQ DOWUR SHU OD TXDQWLWj GL GRFXPHQWD]LRQH LQ OLQJXD LWDOLDQD DQFKH L VLWL 0RGD 0/ ZZZ 0RGD 0/ RUJ SHU OD SDUWH 8SVWUHDP HG 8%/ ,WDOLD ZZZ 8%/ ,WDOLD RUJ SHU OD SDUWH UHODWLYD DO 'RZQVWUHDP 'L SDUWLFRODUH LQWHUHVVH VSHFLDOPHQWH SHU LO PDQDJHU D]LHQGDOH JHQHUDOPHQWH LQVRIIHUHQWH DJOL HUPHWLVPL GHOOD WHFQRORJLD VRQR L QXPHURVL UHSRUW GHL FDVL SLORWD ULSRUWDWL QHO VLWR GL H%,= LQ TXHOOR GL 0RGD 0/ HG DQFKH QHO JLj PHQ]LRQDWR VLWR ZZZ HSPH HX SURPRVVR DQFK·HVVR GDOOD '* (QWHUSULVH H GHGLFDWR DOO·H %XVLQHVV QHOOH SLFFROH H PHGLH LPSUHVH $WWUDYHUVR HQWUDPEL L VLWL q SRVVLELOH IDUVL XQD LGHD GL PDVVLPD VX H%,= 7&) JOL DPELWL DSSOLFDWLYL HG LO SHUFRUVR SHU DGRWWDUQH OH VSHFLÀFKH 'RSR HVVHUVL IDWWL XQD SULPD LGHD VXO WHPD HG DYHUH FRPSLXWR LO SULPLVVLPR SDVVR FRQ O·LQGLYLGXD]LRQH GL TXDOL SURFHVVL GL FROODERUD]LRQH VL YRJOLRQR VXSSRUWDUH FRQ H%,= H FRQ TXDOL SDUWQHU q QHFHVVDULR FRLQYROJHUH LO SURSULR UHSDUWR

Ë VWDWR LQÀQH FRVWLWXLWR LO Gruppo di Interesse di eBIZ DO ÀQH GL SURPXRYHUH H PDQWHQHUH DJJLRUQDWD O·DUFKLWHWWXUD GL LQWHURSHUDELOLWD H%XVLQHVV UHDOL]]DWD FRQ H%,= )RUPDWR GDL PHPEUL GHO FRQVRU]LR (XUDWH[ &(& (1($ LO *UXSSR q DSHUWR DOOD SDUWHFLSD]LRQH GL DOWUH RUJDQL]]D]LRQL LQ WXWWD (XURSD H SXz VRVWHQHUH D]LHQGH LQWHUHVVDWH DG XQ SURJHWWR GL DGR]LRQH GHOO·$UFKLWHWWXUD H%,= ,O *UXSSR LQIDWWL SXz RIIULUH WXWWD OD GRFXPHQWD]LRQH HG L FKLDULPHQWL QHFHVVDUL PD VRSUDWWXWWR UDFFRJOLH OH HYHQWXDOL VHJQDOD]LRQL GL SUREOHPL FKH ULFKLHGRQR DJJLRUQDPHQWL GHOOH VSHFLÀFKH GD ULODVFLDUH QHOOH UHOHDVH VXFFHVVLYH NOTE 1. KWWS ZZZ HSPH HX LQGH[ SKS"RSWLRQ FRPBZUDSSHU ,WHPLG

ANTONIO TOCI

$QDOLVWD &50 H 6LVWHPL ,&7


ESPERIENZE

Un processo di Fatturazione Elettronica in Outsourcing Il caso di Iveco Finanziaria SpA A CURA DEL COMMUNICATION MARKETING DI BM&PLANETA SRL IN COLLABORAZIONE CON SERGIO CASTELLAN

Obiettivo: Riduzione costi del 25% in 6 mesi Quest’anno BM&PLANETA ha contribuito ad OMAT Milano 2010 presentando l’esperienza diretta di un’azienda che ha avviato il processo documentale di Fatturazione Elettronica. Ăˆ stata cosĂŹ ben accolta la disponibilitĂ di Iveco Finanziaria SpA, rappresentata dal Dott. Sergio Castellan, Responsabile dello sviluppo dei processi nell’ambito servizi IT, che è intervenuto durante il dibattito “Dematerializzare – Come Fare: Outsourcing Si/ Noâ€? riassumendo in un intervento conciso e mirato l’esperienza che lo ha portato alla scelta dell’outsourcer al quale demandare tutta la gestione e le problematiche legate al processo di Fatturazione Elettronica e Conservazione Sostitutiva. Il Dott. Castellan ha sottolineato i EHQHĂ€FL RWWHQXWL FRQ OD VFHOWD GHOOD soluzione GIADA, dichiarando che all’interno della propria struttura l’impatto dell’applicativo e l’impegno personale è stato pressochĂŠ nullo. Oggi il ciclo attivo del processo docu-

mentale di Iveco Finanziaria SpA è a regime e completamente funzionante sia per la parte di delivery multicanale sia per la parte di archiviazione e Conservazione Sostitutiva. CHI Ăˆ IVECO FINANZIARIA SPA

Ăˆ parte del Gruppo Iveco che riunisce oltre 20 societĂ operanti in piĂš di 14 paesi Europei e lo supporta, nei mercati europei del trasporto e nelle GLIIHUHQWL UHDOWj JHRJUDĂ€FKH SHU OH esigenze Finanziare e di Servizio gestendo oltre 55.000 clienti nel mondo con una specializzazione ventennale e presenza sul territorio per l’acquisto di veicoli leggeri e pesanti. CONTESTO

Il ciclo attivo principale di Iveco Finanziaria SpA. è composto da circa 300.000 Fatture attive/anno e 70.000 Lettere/anno . Come volumi documentali contabili VLJQLĂ€FDWLYL OD SURGX]LRQH DQQXDOH q GL circa 100.000 pagine di Libro Giornale, 5.000 pagine di Registri IVA.

COM’ERA

,O Ă XVVR GRFXPHQWDOH HUD LQYLDWR D mezzo posta tradizionale ed archiviato XWLOL]]DQGR XQ VLVWHPD GL 0LFURĂ€OPDtura ed un archivio cartaceo. 1HOOR VSHFLĂ€FR OR VSRRO SURGRWWR GDO sistema gestionale era elaborato da un applicativo interno e convertito in formato adatto per la successiva consegna al printing provider. Il Lotto di documenti era passato DQFKH DO SURFHVVR GL 0LFURĂ€OPDWXUD per produrre l’archivio Fiscale da conservare per i 10 anni previsti dalla normativa. I Libri Giornale, Registri Iva e le altre scritture contabili, erano generate dal sistema gestionale, stampate su carta e “stoccateâ€? in appositi ambienti dedicati. CRITICITĂ€

Le applicazioni software installate in house per la gestione amministrativa erano molte, con conseguente complessitĂ sistemistica ed esigenza di protezione del know-how. iged.it 02.2010

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impegno di Personale); Facilmente Accessibile; Programmabile; Sempre Disponibile; Fatturabile a Consuntivo; Manutenzione a carico del Fornitore; DisponibilitĂ della MulticanalitĂ . I VANTAGGI

Sia in fase di avviamento sia in fase di esercizio non si è riscontrato alcun impatto sui sistemi esistenti. Si è ottenuto un unico punto di generazione e invio documentale che JDUDQWLVFH XQD PDJJLRUH Ă HVVLELOLWj e semplicitĂ d’uso, con riduzione dei costi di gestione e postali (anche grazie all’impiego di canali evoluti) nonchĂŠ la possibilitĂ di un rapido e semplice pasVDJJLR WUD L GLYHUVL FDQDOL LQYLR Ă€VLFR web, email, sms, ‌) grazie alla predisposizione nativa alla multicanalitĂ . Si avevano inoltre costi elevati (molti erano invisibili) per la gestione del processo (hardware, software e personale addetto), cosĂŹ come erano alti i costi di produzione e conservazione documentale, sia per gli archivi cartacei sia SHU TXHOOL GL 0LFURĂ€OPDWXUD DVVRFLDWL D WHPSL OXQJKL H SURFHVVL GHTXDOLĂ€FDQWL per le attivitĂ di recupero documenti pregressi ESIGENZE

$O ÀQH GL ULGXUUH WHPSL H FRVWL VL YROHYD QRUPDOL]]DUH H VHPSOLÀFDUH L processi ottenendo un unico punto GL IRUPD]LRQH H LQYLR GHL à XVVL GRcumentali, adottando una soluzione in outsourcing che fosse nativamente predisposta all’attivazione della Conservazione Sostitutiva di Fatture, Libro Giornale, Registri Iva, etc, e che consentisse: la Multicanalità , gestibile in maniera automatica e parametrizzabile; la preminenza della gestione del documento in quanto tale; la Conservazione Sostitutiva dei GRFXPHQWL D ULOHYDQ]D ÀVFDOH TXDOH naturale conclusione dei processi documentali, sia attivi sia passivi. RICERCA DELLA SOLUZIONE

Ăˆ stato attivato un processo per LGHQWLĂ€FDUH OH VROX]LRQL GL PHUFDWR

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piĂš congeniali e, dopo l’analisi di diverse proposte, sia in modalitĂ in house sia in ASP, è stato individuato in BM&PLANETA il partner piĂš qualiĂ€FDWR LQ JUDGR GL IRUQLUH OD VROX]LRQH piĂš adatta alle esigenze dell’azienda e disponibile in entrambe le modalitĂ . LA SOLUZIONE: GIADA

La fornitura dei servizi in modalitĂ ASP tramite l’applicativo GIADA è stata, dunque, la soluzione adottata. Le sue principali caratteristiche sono: Completamente WEB based; OperativitĂ Automatizzata (senza

Essendo il sistema nativamente predisposto, anche, alla Conservazione Sostitutiva si sono ottenuti sgravi di attivitĂ e responsabilitĂ a carico di Iveco Finanziaria SpA, e BM&PLANETA ha assunto il ruolo di Responsabile di Conservazione. 8WLOH LQĂ€QH q ULVXOWDWR LO VHUYL]LR “tracking&tracingâ€?, gestito attraverso una postazione di controllo, che permette la tracciatura delle spedizioni consentendo di sapere in ogni momento a che punto si trova la lavorazione dei nostri documenti.

Vantaggio economico complessivo raggiunto rispettando i tempi previsti


EVENTI

Omat Milano 2010, un pieno d’energia per il business Breve resoconto dell’evento dedicato alla gestione elettronica di documenti e informazioni tenutosi in marzo STEFANO FORESTI

La convinzione che i dati digitali facciano ormai parte a pieno titolo del patrimonio di ogni azienda evoluta va diffondendosi sempre più: che li si chiami “documenti”, “informazioni” oppure “contenuti”, la realtà è che si tratta semplicemente di una nuova forma di energia. Un’energia che cresce ogni giorno a ritmi vertiginosi, dalla quale nessuna organizzazione può più prescindere. Proprio questo concetto q VWDWR LO ÀOR FRQGXWWRUH GHOO·HGL]LRQH milanese di OMAT che si è tenuta il 30 e 31 marzo. Due intensi giorni di lavoro, dibattito e confronto che hanno coinvolto circa 1.200 partecipanti (dato in costante crescita da alcuni anni) grazie ad un piano di convegni completo e articolato, e un’area espositiva che ha ospitato molte tra le più interessanti realtà del settore; da segnalare la presenza (per la prima volta in Italia) di UbiFrance e dei partner A2ia, B-process, Cryptolog, EZ, Imprimerie Nazionale e Keynetics. Spazio anche alle soluzioni di Aim Fulmedia, Anorc, Arxivar, Asg, Bm&Planeta, Canon, CGK Solutions, Credemtel, Docuware, Edicom, Edok, Emc2, Epson, Euroged, Exalead,

Faber System, Farnell, IBM, Klaus, Kodak, Nica, Open Text, Panasonic, Pfu, Polonord Adeste, Postel, Psd, Quattroemme, Raecycle, Recogniform, Ricoh e Siav. Articolato lungo entrambe le giornate, il programma dei convegni di OMAT è iniziato con la sessione plenaria intitolata I dati digitali: l’energia della tua

azienda, moderata da Francesco Di Martile, direttore Ict Business e giornalista Economy. La sessione ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Mariano Corso, Professore presso la facoltà di Ingegneria dei Sistemi del Politecnico di Milano, di Rossana Ugenti, Direttore Generale della Direzione Generale del Sistema Informativo, Ministero della iged.it 02.2010

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Salute, di Federico Barilli, Direttore di Assinform e dell’Assessore alla SanitĂ della Regione Lombardia, Luciano Bresciani. La sessione ha proposto un quadro del mercato IT, del quale il mercato cui OMAT si rivolge rappresenta una parte sempre piĂš importante, nonchĂŠ una rassegna ragionata delle tecnologie emergenti per gestire al meglio le informazioni digitali e si è conclusa con una tavola rotonda di cui trovate un estratto a pagina 21. Nel pomeriggio si sono svolte tre sessioni parallele: SanitĂ digitale: applicazioni, servizi, esperienze e prospettive, moderata da Lidia 'L 0LQFR 'LUHWWRUH 8IĂ€FLR &RRUGLnamento, sviluppo e gestione NSIS - Direzione Generale del Sistema Informativo, Ministero della Salute. Il convegno ha illustrato alcuni progetti nei quali le tecnologie della gestione dei contenuti digitali svolgono un ruolo determinante ed abilitante. Tra gli argomenti trattati, la sperimentazione della ricetta elettronica in Lombardia e l’esperienza del sistema integrato di gestione della SanitĂ in Liguria. Dematerializzare: come fare - applicazioni e servizi, casi pratici, outsourcing si o no, moderata da Flavia Marzano, Presidente di UnaRete, con la partecipazione di importanti fornitori di servizi e soluzioni per la dematerializzazione dei GRFXPHQWL FRPH %0 3ODQHWD (0&2, IBM, Postel e Quattroemme. Il tema della gestione dei contenuti digitali in azienda è stato qui affrontato sia dal punto di vista strutturale, sia da quello piĂš prettamente applicativo, offrendo

un quadro di quale sia oggi l’evoluzione GHOO¡(QWHUSULVH &RQWHQW 0DQDJHPHQW SHU RWWHQHUH LO SL HIĂ€FDFH ULWRUQR GDOOH informazioni digitali. Proteggere e conservare la memoria digitale: strategie e standard, moderata da Stefano Pigliapoco, Docente di Informatica documentale presso l’UniversitĂ degli Studi di Macerata; hanno partecipato alla discussione numerosi esperti e accademici quali Stefano Allegrezza, Docente di Informatica e Pierluigi Feliciati, Professore aggregato di Sistemi di elaborazione delle informazioni.

La sessione ha affrontato il tema della conservazione digitale, evidenziando il diverso grado di complessitĂ del processo in funzione della tipologia degli oggetti cui è applicato e delineando un quadro internazionale di riferimento per la conservazione a lungo termine di risorse digitali. Accanto agli aspetti di natura organizzativa e metodologici sono stati approfonditi gli aspetti tecnologici connessi alla conservazione dei contenuti digitali, a partire dai requisiti dei IRUPDWL HOHWWURQLFL Ă€QR DOO¡DQDOLVL GHOOH

Alcuni commenti di chi ha partecipato: Ing. Giovanni Seno, AD, Siav Anche quest’anno OMAT si è confermato un punto di riferimento fondamentale nel settore del documentale. Siav ha partecipato al dibattito ben consapevole dell’importanza strategica di un’adeguata gestione dei contenuti informativi, ancor piĂš oggi, considerato il momento di crisi che stiamo attraversando. Dalla crisi infatti si esce con l’innovazione tecnologica e cercando di andare a raccogliere quei cost saving che oggettivamente la tecnologia mette a disposizione. La ďŹ losoďŹ a aziendale di Siav è da sempre rivolta al futuro e all’evoluzione informatica e tecnologica, per proporre soluzioni che consentono il passaggio dai dati all’informazione, alla conoscenza, al servizio delle imprese che vogliono vincere la sďŹ da dell’innovazione.

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Davide Baroni, Product Marketing Professional, Canon Italia Abbiamo ricevuto l’ennesima conferma! Nei momenti di difficoltà le aziende stringono i denti e fanno tutto il possibile per resistere. L’attaccamento alla vita, quindi alla sopravvivenza, ce l’abbiamo dalla nascita e fa parte del nostro DNA. L’azienda italiana, tipicamente caratterizzata da un numero di dipendenti estremamente contenuto, con l’andare del tempo si sta trasformando, diventando quasi l’estensione naturale della famiglia e come tale, deve essere protetta e salvaguardata. Le ultime edizioni di OMAT, portando cultura, ma soprattutto metodo, dovrebbero essere considerate a pieno titolo la cura naturale di molte esigenze, in grado di portare benefici alle aziende, migliorandone i singoli processi ed aumentandone, di conseguenza, sia la produttività che la profittabilità.

Giovanna Esposito, Ufficio Marketing, BM&Planeta Anche quest’anno BM&PLANETA ha partecipato all’evento, ma la nostra partecipazione è stata all’insegna della crescita e della soddisfazione. Abbiamo così accolto la disponibilità di Iveco Finanziaria Spa, rappresentata dal Dott. Sergio Castellan, che è intervenuto durante il dibattito “dematerializzare: come fare – outsourcing si o no”, riassumendo in un intervento conciso e mirato l’esperienza che lo ha portato alla scelta dell’outsourcer al quale demandare tutta la gestione e le problematiche legate al processo di dematerializzazione e conservazione sostitutiva. Il Dott. Sergio Castellan ha sottolineato i benefici ottenuti con la scelta della soluzione Giada, dichiarando che all’interno della propria struttura l’impatto dell’applicativo e l’impegno personale è stato pressoché nullo. Oggi il ciclo attivo del processo documentale di Iveco Finanziaria Spa è a regime e completamente funzionante sia per la parte di delivery multicanale che per la parte di archiviazione e conservazione sostitutiva.

Claudio Vinci, Sales Specialist - Document Imaging, Kodak Questa edizione di OMAT ci ha dato l’opportunità di presentare in anteprima nazionale, ad operatori di mercato certamente competenti in materia, i nostri nuovi scanner di produzione serie i4000. Qualificato l’afflusso di pubblico.

Laura Lodi, Office Manager, ASG È la prima volta che partecipiamo come espositori a OMAT e possiamo ritenerci soddisfatti dei contatti raccolti durante i due giorni dell’evento. Saremo interessati a partecipare anche a OMAT Roma il prossimo novembre.

Ing Andrea Tieghi, Sales Manager, Edicom Complimenti per OMAT di quest’anno, che riteniamo essere stato alla sua altezza e oltre.

soluzioni di storage management. Impostazione contraria per il secondo giorno, con tre convegni la mattina e una sessione plenaria nel pomeriggio. Moderata dall’Avvocato Allegra Stracuzzi, esperta in Diritto dell’Informatica, la sessione La normativa italiana per un corretto uso delle informazioni digitali ha ospitato i contributi di importanti esponenti del mondo normativo e tributario, tra cui Anna Luigia Cazzato, Funzionario Direzione centrale normativa e contenzioso dell’Agenzia delle entrate. Il convegno (momento GL ULÁHVVLRQH RUPDL WUDGL]LRQDOH SHU OMAT) ha perseguito un duplice

obiettivo: aggiornare i partecipanti sulle principali novità normative e ragionare su come rendere produttivo il dialogo tra politici, tecnici e giuristi, al ÀQH GL RWWHQHUH XQ TXDGUR QRUPDWLYR più chiaro e coerente. Grazie al contributo di EMC2 e di IBM, L’evoluzione dell’enterprise information management: virtualizzazione, cloud computing, green ha affrontato i temi più attuali legati alla gestione delle informazioni digitali, illustrando l’attuale stato GHOO·DUWH H SUHÀJXUDQGRQH JOL VYLOXSSL futuri. Moderata da Fabrizio Pivari, Direttore dei portali Storage-Backup e Cloud-Tech, la sessione ha evidenziato

come il Cloud Computing ed il Cloud Storage possano contribuire in modo determinante a valorizzare il contenuto di business delle informazioni destrutturate ed il Social Knowledge Management, grazie anche al contributo della Professoressa Roberta Raimondi, Direttore Document Management Academy, Sda Bocconi. Conservare in modo sicuro le informazioni digitali: applicazioni e tecnologie è stata PRGHUDWD GD 3LHUOXLJL 5LGROÀ XQ·LVWLtuzione tra le istituzioni) e ha visto numerosi interventi da parte di esperti provenienti tanto da Enti pubblici TXDQWR GD D]LHQGH SULYDWH ,O FRQYHJQR iged.it 02.2010

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ha costituito la continuazione logica della sessione dedicata alle strategie e agli standard; dopo una breve sintesi dei principali “componentiâ€? di un processo di conservazione digitale ed un cenno ai vantaggi di un servizio di gestione e conservazione del digitale, sono state illustrate tre tra le piĂš importanti realizzazioni di conservazione di informazioni digitali realizzate in Italia: il Registro Imprese, l’archivio storico (digitale) del Notariato e l’archivio di deposito (Polo Archivistico) dell’Emilia – Romagna. ,QĂ€QH OD VHVVLRQH Fatturazione elettronica - casi pratici, norme e prospettive italiane ed europee, in programma nel pomeriggio, ha concluso i lavori di OMAT Milano con un’approfondita discussione sulle piĂš recenti disposizioni normative, moderata da Vincenzo Gambetta, Consulente Gestione Dati, Informazioni e Contenuti e Direttore contenuti iged.it e iged.it/online. Oltre a fare il punto sull’attuale situazione europea della normativa relativa alla Fatturazione Elettronica, la sessione ha messo attorno ad un tavolo chi ha giĂ attivato dei progetti di fatturazione elettronica per comprenderne le motivazioni, i vincoli, le resistenze incontrate e quali potrebbero essere le FRQGL]LRQL DIĂ€QFKp TXHVWH HVSHULHQ]H divengano delle reali attivitĂ in grado di raggiungere gli obiettivi che i promotori si sono proposti. Insomma, la carne al fuoco è stata davvero tanta e, come emerge dai questionari post evento compilati dai partecipanti, molto buona. Il dibattito non termina certo qui: i lavori in vista della prossima edizione di OMAT, che si terrĂ a Roma il 10 e 11 novembre proseguono rapidamente: tutte le anticipazioni sono disponibili sul sito www.omat360.it/rm10.

STEFANO FORESTI

Marketing communication ITER

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www.omat360.it il primo portale dedicato ai professionisti dell’information management si rinnova profondamente per venire sempre piĂš incontro ai propri navigatori! Oltre a una nuova veste graďŹ ca, OMAT360 si presenta con una gestione dei contenuti rinnovata, offrendo ogni giorno notizie, video e segnalazioni sui temi della gestione delle informazioni. Nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione, gli utenti registrati possono ora inviare i propri contributi alla redazione, che ne valuterĂ la pubblicazione online e, perchĂŠ no, sulla rivista che avete in mano!

All’interno del portale www.omat360.it sono disponibili i video di alcuni interventi tenutisi nel corso di OMAT Milano: buona visione!


DALLE AZIENDE

DALL’INTUIZIONE ALLA SVOLTA! “KLAUS� da dieci anni una garanzia nel campo dell’archiviazione ottica documentale e della conservazione sostitutiva MARIALUIGIA DIONE

La KLAUS S.R.L., ha origine nel 2001 dall’idea imprenditoriale di Nicola Gallelli (Amministratore Unico). Nicola Gallelli nasce a Taranto il 25 Gennaio 1970 da Maria Teresa Masanotti e da Francesco Gallelli. Dopo aver conseguito LO GLSORPD SUHVVR LO OLFHR VFLHQWLĂ€FR ´'RQ Boscoâ€? di Taranto e la laurea in Economia e Commercio presso la facoltĂ di Bari, inizia l’attivitĂ di imprenditore nel Gennaio del FUHDQGR XQ¡D]LHQGD SHU ´O¡HURJD]LRQH di servizi di archiviazione ottica dei documenti con conservazione sostitutivaâ€? a norma di legge, puntando sulle potenzialitĂ del proprio territorio. Il dott. Gallelli si è scontrato, sin dall’inizio della sua attivitĂ , con la realtĂ ostruzionista della politica locale, e ha cercato da sempre di superarla grazie ad un forte spirito di VDFULĂ€FLR H DG XQD VSLFFDWD HG LQWXLWLYD capacitĂ imprenditoriale, che lo hanno col tempo premiato in campo lavorativo. La KLAUS S.R.L, dopo solo pochi anni dalla sua costituzione, ha raggiunto una posizione leader nel suo settore, sbaragliando ogni tentativo di concorrenza e registrando un elevato fatturato, dovuto alla necessitĂ GL DOFXQL FOLHQWL SULYDWL GL ´WUDVIRUPDUHÂľ L propri archivi cartacei in archivi digitali, cosĂŹ da raggiungere una piĂš rapida e semplice consultazione interna in attesa della legge FKH DXWRUL]]DVVH OD ´FRQVHUYD]LRQH VRVWLWXtiva dei documenti contabiliâ€?. I traguardi raggiunti dalla KLAUS S.R.L. nel corso degli anni sono stati molteplici, uno dei primi da annoverare è il riconoscimento dell’impegno, delle risorse umane ed economiche impiegate nell’esercizio dell’attivitĂ , mediante l’iscrizione nella sezione Terziario $YDQ]DWR GL &RQĂ€QGXVWULD GL 7DUDQWR DO n. 1088 del Libro dei Soci) e la successiva nomina del Dott. Gallelli nel consiglio direttivo della stessa sezione. Il dott. Gallelli ha assistito, con grande soddisfazione, ad un rilevante incremento del capitale sociale sino ad â‚Ź. 110.000.000, che gli ha permesso, tra l’altro, di ottenere

un rating aziendale VFDQGLWR GD EHQ ´ $$$ Âľ Successivamente la KLAUS S.R.L. ha contribuito in maniera attiva alla stesura e realizzazione dei principi fondamentali dell’attuale Codice delle Amministrazioni Digitali (CAD) tramite lo studio dell’evolu]LRQH OHJLVODWLYD LQ PDWHULD GL ´FRQVHUYD]LRne sostitutiva dei documenti contabiliâ€? (tra cui la deliberazione CNIPA n. 11/2004 e Decreto del 23 gennaio 2004 del Ministro dell’Economia e delle Finanze). La KLAUS S.R.L. nel contempo ha investito risorse per ottenere e consolidare la FHUWLĂ€FD]LRQH GDSSULPD VHFRQGR OD QRUPD UNI EN ISO 9001:2000, e successivamente secondo la norma UNI EN ISO SHU ´O¡HURJD]LRQH GL VHUYL]L di archiviazione ottica di documenti con conservazione sostitutivaâ€?, come previsto dal Codice delle Amministrazioni Digitali (Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82) e OD FHUWLĂ€FD]LRQH SHU LO WUDWWDPHQWR GL GRFXmenti e dati sensibili. In seguito l’Azienda ha incrementato la sua mission mediante l’offerta di servizi digitali integrati con l’attivazione in outsourcing GL ´6HFXULW\ DQG LQWHOOLJHQFH WHFKQRORJ\ servicesâ€?, rientranti nell’ambito del settore marketing e delle ricerche di mercato. Nello stesso periodo la KLAUS S.R.L., insieme ai maggiori esponenti ed esperti nazionali del settore della digitalizzazione, diventa cofondatrice dell’ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Sostitutiva). Dal 2009 l’azienda è impegnata con la collaborazione e il sostegno da parte di Enti preposti a sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani all’estero (Istituto nazionale per il Commercio Estero – ICE) nel progetto di ´,QWHUQD]LRQDOL]]D]LRQH GL LPSUHVHÂľ QHOOH DUHH JHRJUDĂ€FKH (0($ (XURSD 0HGLR 2ULHQWH HG $IULFD FKH KD OH VHJXHQWL Ă€QDOLWj ed obiettivi: consentire al paese estero di poter beneĂ€FLDUH GHOO¡HIĂ€FLHQ]D GHL VHUYL]L LQQRYDWLYL

GHOOD ./$86 6 5 / ODGGRYH Ă€QR D TXHsto momento, erano totalmente assenti a causa della scarsa propensione delle imprese locali ad effettuare investimenti nel settore dell’innovazione, ricerca e sviluppo; ridurre il costo del lavoro; migliorare la performance complessiva dell’impresa; accedere ai nuovi mercati. 1HO ROWUH D SDUWHFLSDUH DOOR ´6KDQJKDL world expo 2010â€? che si terrĂ dal 1 Maggio al 31 Ottobre, la KLAUS S.R.L. è impegnata nell’ apertura delle nuove sedi in : Algeria, Cipro, Libano e Israele; basi concrete di partenza per la copertura internazionale delle regioni del Nord Africa e del Medio Oriente, il cui completamento avverrĂ entro OD Ă€QH GHO $ SDUWLUH GDO LQYHFH è previsto il consolidamento della presenza della KLAUS S.R.L. nei paesi dell’ Est Europeo (Albania, Montenegro, Serbia, Macedonia, Bosnia, Croazia, Slovenia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Moldavia), con la costituzione della KLAUS HOLDING S.P.A.. Tutto il progetto aziendale è realizzabile anche grazie alla presenza di personale giovane, preparato e costantemente aggiornato. Pur rispettando le gerarchie, esiste una marcata sinergia dalla direzione generale ai reparti tecnici-operativi. L’azienda si avvale di uno staff pragmatico, strutturato, YHORFH GRWDWR GL FDSDFLWj WHFQLFD H Ă HVVLEL-

iged.it 02.2010

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Figura – Nicola Gallelli, Amministratore Unico Klaus

litĂ operativa, in grado di gestire situazioni complesse in modo ordinato, di individuare il problema e di fornire risposte innovative e che funzionino. I punti di forza di questa struttura organizzativa sono sia la direzione Network/Internazionalizzazione con esperti della comunicazione, sia la direzione

Tecnica che si avvale dell’esperienza dei suoi collaboratori informatici. In questo nuovo scenario di sviluppo, la KLAUS S.R.L. con i migliori partner attualmente presenti sul mercato, è radicata su tutto il territorio nazionale in maniera capillare. Attraverso concessionari specializzati, area manager ed agenti offre soluzioni tecnologiche avanzate per l’archiviazione dello storico e del corrente alle aziende private ed alle pubbliche amministrazioni consentendo alle stesse un risparmio minimo pari al 30% dei costi e un aumento di produttivitĂ pari al 10%. Per soddisfare le esigenze delle aziende di archiviare e gestire masse di documenti spesso di onerosa archiviazione, ha realizzato un sistema di digitalizzazione dei documenti che si pone come soluzione ideale a tale problema e si realizza mediante la fornitura del KLAUS NOPROBLEM, che consente: l’acquisizione, l’archiviazione, la conservazione sostitutiva a norma di OHJJH FRQ Ă€UPD GLJLWDOH H PDUFD WHPSRUDOH OD JHVWLRQH H O¡RWWLPL]]D]LRQH GHL Ă XVVL informativi, la consultazione, la stampa e la distribuzione di contenuti, immagini e documenti.

Per la digitalizzazione degli archivi cartacei storici la KLAUS S.R.L. fornisce un servizio di scansione e archiviazione digitale: il KLAUS LEGAL DIGITAL STORAGE (KLDS) attraverso il quale è possibile archiviare digitalmente in un server dedicato tutti i documenti degli anni precedenti, con conseguente dematerializzazione del cartaceo. In tal modo le aziende diventano piĂš HIĂ€FLHQWL HG DEEDWWRQR L FRVWL GL JHVWLRQH Infatti è possibile reperire tutti i documenti desiderati, con una capacitĂ di ricerca e consultazione (stampa, visualizzazione, elaborazione) semplice ed immediata. La consultazione e la tempestiva disponibilitĂ delle informazioni è senza dubbio attualmente uno dei maggiori problemi di tutte le aziende ed enti. Inoltre, la conservazione sostitutiva contribuisce al risparmio di carta e quindi alla salvaguardia dell’ambiente con la relativa riduzione dell’abbattimento di alberi, minori emissioni di co², risparmio di acqua e di energia, riduzione di consumo di petrolio, ma soprattutto risparmio econoPLFR FDUWD WRQHU H VPDOWLPHQWR ULĂ€XWL


I dati digitali, L' energia della tua azienda. Alcuni usano il termine “documenti”, altri “informazioni”, altri ancora “contenuti”. In realtà, si tratta semplicemente di una nuova forma di energia. Un’energia che cresce ogni giorno. Un’energia dalle enormi potenzialità. /DQ B@OHQD BNLD HMB@M@K@QD D REQTSS@QD @K LDFKHN HK ƦTRRN CH

dati digitali che ogni azienda crea e riceve, l’appuntamento è a OMAT, l’evento che dal 1990 riunisce aziende, istituzioni, accademici, utenti ed esperti per discutere attorno allo stesso tavolo. Convegni, tavole rotonde e un’area espositiva per liberare tutta l’energia che ogni byte porta con sé.

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