iged.it n°4/09

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BACK OFFICE - INFORMAZIONI PER LA GESTIONE ELETTRONICA DEI DOCUMENTI FOCUS Il digitale nella Pubblica Amministrazione

APPROFONDIMENTI L’interoperabilità nella Moda Europea

APPROFONDIMENTI Gestione, conservazione e autenticità degli archivi digitali

EVENTI Speciale OMAT Roma 2009

Guadagnare soldi pagando le fatture Kofax, azienda globale leader nell’acquisizione delle informazioni, offre una soluzione in cinque passaggi, che consente alle aziende di passare dall’elaborazione totalmente manuale delle fatture all’elaborazione totalmente automatizzata, in base alle proprie esigenze. La soluzione Kofax per il Procure-to-Pay può essere implementata in soli 90 giorni e può generare un ROI del 100% in soli 3 mesi dall’implementazione.

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© 2009 Kofax, Inc. (“Kofax”). Tutti i diritti riservati.

Anno XVIII Quarto trimestre 2009


seminari professionali iter RECLUTAMENTO, SELEZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE Quanto costa assumere la persona sbagliata? Il valore dell’attività di R&S in ogni realtà aziendale è fuori discussione. Questo seminario insegna a organizzare al meglio non solo il lavoro di ricerca e selezione, ma anche una gestione delle risorse incentrata su una costante motivazione e formazione.

RIUNIONI EFFICACI: COME ORGANIZZARLE E GESTIRLE Il seminario fornisce strumenti e tecniche per pianificare, convocare e governare al meglio riunioni attraverso la partecipazione attiva dei partecipanti e la gestione delle dinamiche del team di lavoro; ottimizzare tempo e risorse nel raggiungimento degli obiettivi oggetto della riunione.

LA LEADERSHIP FEMMINILE Da donna manager a leader attraverso una valorizzazione del talento che consente di far emergere una visione femminile rispetto alle principali sfide globali per le imprese.

PUBLIC SPEAKING OBIETTIVO VENDITA Vendere è un’arte o una scienza? Perché alcuni vendono ed altri no? È solo partendo da se stesso - attraverso la propria credibilità di professionista, la propria immagine e una comunicazione efficace - che un venditore può raggiungere l’obiettivo della vendita di successo.

L’ARTE DELLA VENDITA TELEFONICA È indubbio che il telefono sia uno strumento di lavoro fondamentale, ma per utilizzarlo al meglio occorre un’adeguata preparazione che include la conoscenza e la pratica di tecniche avanzate di marketing e di comunicazione. Il corso insegna come gestire in modo ottimale le telefonate, nonché le principali tecniche di telemarketing.

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L’E-COMMERCE COME OPPORTUNITÀ PER LE PMI In tempi di crisi è necessario che le PMI sfruttino tutte le opportunità offerte loro da internet e, in particolare, dal web-marketing. In questo corso verranno analizzate tali opportunità e verranno svelati tutti i segreti dell’ecommerce in maniera pratica e concreta.

LA COMUNICAZIONE ECCELLENTE PER L’OPERATORE FRONT LINE Attraverso la conoscenza e l’acquisizione di tecniche e strumenti comunicativi è possibile migliorare la relazione con “il pubblico”, gestire al meglio le dinamiche interpersonali nei casi di lamentela, reclamo e contestazione.

Un corso ampiamente esperienziale per apprendere come esprimersi al meglio anche in pubblico, gestire la critica e l’obiezione, controllare l’emozione, gestire lo stress da esposizione, comunicare al meglio e completamente, mantenere in modo più consapevole l’attenzione degli interlocutori.

LEADERSHIP ESSENZIALE Oggi più che mai, nelle aziende di successo emerge la necessità di una cultura d’impresa fondata su una leadership autentica che metta al centro dell’azione il collaboratore. Finita l’epoca dei manager, la leadership si impone come la scelta migliore per chi ha responsabilità su persone.

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Guadagnare soldi pagando le fatture Qualsiasi persona del reparto contabilità potrà confermarvi quanto sia complessa l’elaborazione delle fatture. Problemi quali i tempi lunghi di ricezione e controllo delle fatture, gli errori causati dall’immissione manuale dei dati e le difficoltà di accesso alle informazioni sulle fatture vi dicono qualcosa? Attraverso l’automazione e lo spostamento dei processi al front office, clienti e fornitori possono ricevere informazioni accurate e aggiornate relative alle proprie transazioni, consentendo un aumento della redditività. Da un processo manuale a un processo completamente automatizzato Tutte queste attività relative alle transazioni sulle fatture possono essere rese molto più efficienti. Scoprite in che modo le soluzioni Kofax Procure-2-Pay possono aiutare la vostra organizzazione attraverso l’automazione dei processi di fatturazione. La capacità di acquisire ed elaborare in modo rapido e accurato le fatture ricevute in diversi formati cartacei ed elettronici è fondamentale per ridurre i costi e migliorare le relazioni con clienti, dipendenti e fornitori. Con la nostra soluzione Kofax per Procure-to-Pay si può Si integra con i sistemi aziendali esistenti per l’acquisizione delle fatture ricevute, rileva automaticamente dati mancanti o errati, invia notifiche al fornitore tramite e-mail, fax o messaggio di testo, fornisce ai fornitori un canale per l’invio della fattura corretta e inserisce informazioni complete e convalidate nel sistema di contabilità: il tutto automaticamente. Kofax, azienda globale leader nell’acquisizione delle informazioni, offre una soluzione in cinque passaggi, descritti di seguito, che consente alle aziende di passare dall’elaborazione totalmente manuale delle fatture all’elaborazione totalmente automatizzata, in base alle proprie esigenze: 1.

Controllare il flusso di documenti cartacei tramite l’acquisizione centralizzata e distribuita.

2.

Ridurre il lavoro manuale tramite l’estrazione dei dati automatica.

3.

Ottimizzare la trasparenza dei processi tramite la conferma, la notifica e il rilevamento delle eccezioni automatica.

4.

Migliorare l’efficienza tramite le transazioni elettroniche.

5.

Migliorare la qualità dei dati tramite la riduzione della gestione manuale.

La soluzione Kofax per il Procure-to-Pay può essere implementata in soli 90 giorni e può generare un ROI del 100% in soli 3 mesi dall’implementazione.

www.kofax.com © 2009 Kofax, Inc. (“Kofax”). Tutti i diritti riservati.


EDITORIALE 04-2009 BACK OFFICE - INFORMAZIONI PER LA GESTIONE ELETTRONICA DEI DOCUMENTI FOCUS Il digitale nella pubblica Amministrazione

APPROFONDIMENTI L’interoperabilità nella Moda Europea

APPROFONDIMENTI Gestione, conservazione e autenticitĂ degli archivi digitali

EVENTI Speciale OMAT Roma 2009

Guadagnare soldi pagando le fatture Kofax, azienda globale leader nell’acquisizione delle informazioni, offre una soluzione in cinque passaggi, che consente alle aziende di passare dall’elaborazione totalmente manuale delle fatture all’elaborazione totalmente automatizzata, in base alle proprie esigenze. La soluzione Kofax per il Procure-to-Pay può essere implementata in soli 90 giorni e può generare un ROI del 100% in soli 3 mesi dall’implementazione.

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2009 ANNO DIFFICILE, MA NON DISASTROSO!

Anno XVIII Quarto trimestre 2009

Editore

ITER srl www.iter.it Direttore Responsabile

Domenico Piazza Direttore Contenuti

Vincenzo Gambetta A questo numero hanno collaborato:

Stefano ArbĂŹa, Arianna Brutti, Pierluigi Feliciati, Stefano Foresti, Roberto Galoppini, Carlo Guarino, Flavia Marzano, Marco Migliarese, Paolo Minuzzo, Francesca Morganti, Francesco Pucino, Sergio Resch, Thomas Schael, Antonio Toci, Fabio Tommasi Segretaria di Redazione

Petra Invernizzi Redazione

iged.it Via Rovetta, 18 20127 Milano TEL: +39 02.28.31.16.1 FAX: +39 02.28.31.16.66

iged@iter.it www.iter.it/iged.htm 3URJHWWR *UDĂ€FR

KRXVHJUDĂ€N LQIR#KRXVHJUDĂ€N FRP ZZZ KRXVHJUDĂ€N FRP

Questo è, in sintesi, quanto si può affermare dell’anno appena trascorso per il settore del quale ci occupiamo e che ha indubbiamente risentito degli effetti della crisi che ha investito l’economia. Crisi che per il settore dell’Information Technology ha avuto effetti molto pesanti: stando ai dati Assinform, nei primi sei mesi del 2009 la domanda di tecnologie informatiche è diminuita in Italia del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (la peggiore prestazione semestrale dal 1991 a oggi). A settembre Assinform prevedeva, poi, per il 2009 un rallentamento della crisi con una diminuzione anno/anno di circa il 7,4%, con una corrispondente diminuzione della componente Software e Servizi del 5,4%. I segnali (quali le presenze alle manifestazioni del settore e le attivitĂ promozionali e pubbliFLWDULH H OH HYLGHQ]H TXDOL DQGDPHQWR GHO EXVLQHVV GHJOL RSHUDWRUL SL VLJQLĂ€FDWLYL H VSHFLDOL]]DWL GHO VHWWRUH LQ QRVWUR SRVVHVVR FRQIHUPDQR FKH VLD SXU LQ PH]]R D PROWH GLIĂ€FROWj LO nostro mercato è stato toccato dalla crisi molto meno degli altri settori. Ciò non si limita alla sola componente Software e Servizi, ma anche al settore degli scanner e dello storage destinato a contenere e conservare le informazioni digitali. 6LD SXU FRQ RYYLH VLWXD]LRQL GL VRIIHUHQ]D PD DQFKH FRQ DOFXQL SLFFKL VLJQLĂ€FDWLYL VL SXz affermare che il 2009 si sia chiuso con risultati che non si dovrebbero discordare molto da quelli del 2008. Ăˆ in momenti come questi, infatti, che Amministrazioni ed Imprese devono guadagnare in HIĂ€FLHQ]D FRQWHQLPHQWR GHL FRVWL GD XQ ODWR PHQWUH GDOO¡DOWUR KDQQR O¡HVLJHQ]D GL DXPHQWDUH O¡HIĂ€FDFLD H GL JHQHUDUH LQQRYD]LRQH q SURSULR LO VHWWRUH GHOOD *HVWLRQH GHL &RQWHQXWL 'Lgitali che consente loro di incanalare e impiegare le informazioni ed i dati di cui dispongono per ottenere i suddetti obiettivi. Il 2010 si prospetta ora come un anno da “sfruttareâ€? in pieno con tutte le sue potenzialitĂ di business e le novitĂ , vuoi tecnologiche vuoi normative (Fatturazione Elettronica nei confronti della PA, informatizzazione della SanitĂ , della Giustizia e dell’Istruzione, diffusione GHOOD 3RVWD (OHWWURQLFD &HUWLĂ€FDWD PRGLĂ€FKH DO &DG QXRYD H SL PRGHUQD UHJRODPHQWD]LRne della conservazione della Memoria Digitale e tanto altro ancora!)

Stampa

Ingraph Srl Cabiate (CO) Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 157 del 7 marzo 1992. La tiratura di questo numero è di N. 10.000 copie. PubblicitĂ inferiore al 45%. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espressamente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’Editore. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare VSHFLĂ€FKH UHVSRQVDELOLWj SHU HYHQWXDOL involontari errori o inesattezze. Ogni articolo Ă€UPDWR HVSULPH HVFOXVLYDPHQWH LO SHQVLHUR GL FKL OR Ă€UPD H SHUWDQWR QH LPSHJQD OD responsabilitĂ personale. Le opinioni e piĂš in genere quanto espresso dai singoli autori non comporta alcuna responsabilitĂ per l’Editore.

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Da parte nostra, l’impegno è quello di proseguire nel contribuire a coinvolgere tutte le componenti del mercato sui temi principali del settore; in particolare, ci impegneremo nel familiarizzare all’impiego del digitale una piĂš vasta platea possibile di Utenti, nella convinzione che HIĂ€FLHQ]D HG LQQRYD]LRQH KDQQR Vu ELVRJQR GHO VXSSRUWR GHO YHUWLFH PD VL SRVVRQR UHDOL]]Dre solo con il convinto coinvolgimento di tutti componenti di un’organizzazione. A Voi, gentili Lettrici e cari Lettori che ci avete seguito e sostenuto anche in un anno certamente non facile, un sincero grazie ed un cordiale augurio di Buon 2010!

L’editore e la redazione


FOCUS

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Quando l’archiviazione dell’informazione si fa “smart”

I contenuti digitali nella Pubblica Amministrazione Problemi e opportunità

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La rivoluzione digitale nella Sanità Alcuni approfondimenti normativi e l’evidenza di aree da approfondire APPROFONDIMENTI

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SPECIALE OMAT ROMA

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Riconoscimento ottico off-line della scrittura manoscritta in corsivo Un progetto di ricerca “made in Italy” PIERLUIGI FELICIATI

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Professore aggregato di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso l’Università di Macerata Articolo a pagina 25

Le informazioni, asset strategico e critico dell’azienda Esigenza di una strategia integrata nella gestione delle informazioni ESPERIENZE

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Dematerializzare 60.000 fatture l’anno? Un gioco da ragazzi! Clementoni ha avviato un progetto di process e document management che parte dall’archiviazione e conservazione automatica dei documenti contabili H VL HVSDQGH ÀQR DOOD JHVWLRQH GHOOD corrispondenza e all’attivazione di processi di approvazione nel ciclo passivo. *OL RELHWWLYL PLJOLRUDUH O·HIÀFLHQ]D operativa e favorire comunicazione e collaborazione

Funzionario CNIPA Articolo a pagina 51

MERCATO

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Si scrive PFU e si legge Fujitsu Breve scambio di vedute con Lorenzio Todeschini, Direttore Vendite di PFU Imaging Solutions SpA MARIELLA GUERCIO

Ordinario di Archivistica presso Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino Articolo a pagina 47

Assegnato a Mariella Guercio il prestigioso Emmett Leahy Award 2009

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Una sintetica panoramica degli standard e dei modelli internazionali

STEFANO ARBÌA

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&RQ H%,= OH ÀOLHUH GHOOH D]LHQGH GHO fashion europeo hanno trovato la loro lingua franca

Gestione, conservazione e autenticità degli archivi digitali

Presidente di Unarete Articolo a pagina 6

NOTIZIE

Per la prima volta l’ambito riconoscimento è stato assegnato ad un esponente non di madrelingua inglese della comunità dei professionisti del “Records and Information Management”

Moda Europea scopre l’interoperabilità

FLAVIA MARZANO

Una nuova generazione di soluzioni IBM per l’archiviazione e la conservazione delle informazioni digitali

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Le informazioni digitali, elemento indispensabile per smuovere l’economia È il tema trattato durante la tavola rotonda tenutasi ad Omat Roma l’11 novembre scorso

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La Firma digitale e i lavori in sede comunitaria derivanti dalla Direttiva Servizi Sintesi dell’intervento dell’autore a OMAT Roma 2009

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Kodak ad Omat Roma 2009 Anche quest’anno la Divisione Document Imaging di Kodak Italia ha partecipato alla manifestazione romana con la propria gamma di scanner di alta qualità per le soluzioni di imaging

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Supply chain management e logistica dei farmaci in Italia $VVRORJLVWLFD VWLPD LQHIÀFLHQ]H SHU oltre 200 milioni nella distribuzione e gestione delle scorte

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OMAT ROMA 2009 I dati consuntivi, le dichiarazioni a FDOGR H DOFXQL ÁDVK GDOOH D]LHQGH FKH hanno partecipato alla principale manifestazione italiana sulla gestione elettronica di documenti e informazioni DALLE AZIENDE

66

In bottiglia o in una botte di ferro? Stampe, imbustamenti e postalizzazioni

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L’Open Source e la pietra ÀORVRIDOH Imparare a conoscere il passato ed immaginare il futuro di un programma open source

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FOCUS

I contenuti digitali nella Pubblica Amministrazione Problemi e opportunitĂ FLAVIA MARZANO

PREMESSE

Come possiamo garantire a ogni individuo di â€œâ€Ścercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiereâ€? nell’era del digitale e del web 2.0? Quali sono i rischi e le opportunitĂ delle tecnologie digitali? Informazioni e idee‌ come garantirne anche la conservazione e la fruibilitĂ nel tempo a prescindere dal “mezzoâ€? e dalle “frontiereâ€?? CHE COSA

L’Enterprise Information Management, vista come infrastruttura e/o strategia, è l’insieme delle tecnologie impiegate per creare, acquisire, gestire, proteggere, archiviare, conservare, eliminare, ricercare, personalizzare, PRGLĂ€FDUH YLVXDOL]]DUH VWDPSDUH trasmettere, distribuire, utilizzare e pubblicare i contenuti digitali. Tuttavia le tecnologie digitali in sĂŠ non garantiscono che le informazioni, le idee, i dati ‌ i “contenutiâ€?, insomma, siano correttamente gestiti e non ne garantiscono a priori la diffusione, la conservazione e la fruibilitĂ nel tempo. LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Senza dimenticare la normativa VSHFLĂ€FD VXOOD GRFXPHQWD]LRQH amministrativa, a partire dal DPR

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445/2000 (Testo Unico in materia di documentazione amministrativa) e dal Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad - DLGS 85/2005), vogliamo qui però sottolineare il ruolo della Legge 4/2004, che recita all’articolo 1, comma 1: “La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematiciâ€?. Infatti tale articolo, se pur volto esplicitamente a “favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informaticiâ€? ovviamente si applica a chiunque oggi voglia accedere alle fonti di informazione anche tramite le tecnologie. DIFFUSIONE E ACCESSIBILITĂ€ DELL’INFORMAZIONE

La normativa citata prevede quindi una serie di regole per garantire l’accesso all’informazione con qualunque tecnologia, ma non possiamo dimenticare che in questo contesto sono necessari e propedeutici, in particolare nel contesto della Pubblica Amministrazione (PA), alcuni presupposti organizzativi, culturali, normativi e di indirizzo. Considerando qui la rilevanza primaria dei contenuti generati dalla PA, è importante non dimenticare, per garantirne la diffusione e l’accessibilitĂ a tutti i cittadini, nessuno escluso, i

presupposti organizzativi che vanno presi in considerazione: interventi infrastrutturali per garantire la connettivitĂ ; licenze che consentano la massima diffusione dei contenuti (licenze libere, ad es.: Creative Commons, vedi riquadro “Le licenze Creative Commonsâ€?); adozione di standard (de jure o de facto) per la predisposizione, la pubblicazione e l’archiviazione dei contenuti.

In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica (Gandhi) A questo proposito vedasi il riquadro “Disposizioni per garantire la neutralitĂ delle reti di comunicazione, la diffusione delle nuove tecnologie telematiche e lo sviluppo del software apertoâ€? che presenta l’ “Articolo 1 – FinalitĂ â€? di un disegno di legge che mira a garantire un accesso neutrale alle reti di comunicazione elettronica, sostenere la diffusione del software open source nelle PA, promuovere la partecipazione attraverso internet, favorire la diffusione delle tecnologie nel sistema delle imprese



Disposizioni per garantire la neutralità delle reti di comunicazione, la diffusione delle nuove tecnologie telematiche e lo sviluppo del software aperto (Disegno di legge d’iniziativa dei Senatori Vincenzo Maria Vita, Luigi Vimercati e altri) Atto del Senato n. S. 1710 Presentato al Senato il 23 luglio 2009 e assegnato il 24 settembre 2009 alla 8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) in sede referente (non ancora iniziato l’esame) Art. 1 (Finalità) 1. Lo Stato italiano, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, promuove lo sviluppo della società GHOO·LQIRUPD]LRQH H GHOOD FRQRVFHQ]D DO ÀQH GL JDUDQWLUH la neutralità nelle condizioni di accesso alle reti di comunicazione elettronica; la diffusione e la fruibilità delle nuove tecnologie della comunicazione elettronica in tutto il territorio nazionale allo scopo di abbattere il divario digitale esistente nelle diverse aree del Paese e favorire la libera diffusione della conoscenza, l’accesso pieno e aperto alle fonti di informazione e agli strumenti di produzione del sapere; lo sviluppo coordinato dei sistemi informativi pubblici, la valorizzazione e la condivisione del patrimonio informativo pubblico, garantendo il pluralismo informatico anche attraverso l’utilizzo di software aperto; la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle informazioni digitali e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di seguito TIC, con particolare riferimento a situazioni di disabilità, disagio economico e sociale, e diversità culturale; la diffusione e l’utilizzo di standard e formati aperti allo scopo di salvaguardare il pluralismo informatico e la libertà di scelta delle istituzioni pubbliche, del cittadino e delle imprese.

e rimuovere gli ostacoli che impediscono la parità di accesso alle reti di comunicazione. Il DDL ha inoltre la particolarità di essere stato proposto e discusso online (per la prima volta in Italia), in modalità wiki, ossia in modo aperto al contributo volontario di ogni soggetto interessato. I presupposti culturali riguardano in primo luogo chi produce i contenuti, ma comprendono anche l’informazione e la formazione dei cittadini fruitori dei contenuti stessi. Chi produce contenuti dovrà essere consapevole non solo della normativa vigente, ma anche di tutti gli “strumenti” che rendono fruibile, e quindi più facilmente accessibile, un contenuto. Dovranno inoltre garantirne la diffusione sia tramite la comunicazione sia mediante l’ado]LRQH GL VROX]LRQL H VWUXPHQWL VXIÀcientemente diffusi e soprattutto non onerosi per evitare di incorrere in un “divide” economico. Per garantire la fruizione e l’accessibilità dei contenuti digitali a tutti i cittadini, è inoltre necessario prevedere gli interventi necessari all’abbat-

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timento del digital divide, sia come abbiamo detto in termini economici, ma anche in termini sociali, culturali, di genere, territoriali, infrastrutturali … In questo consistono gli interventi normativi e di indirizzo che la PA a livello nazionale, ma anche e soprattutto locale, dovrà mettere in atto. GESTIONE, CONSERVAZIONE E FRUIBILITÀ NEL TEMPO

Sembra scontato dire che i contenuti vadano gestiti, conservati e resi fruibili nel tempo, ma questo non è a priori garantito dalla disponibilità dei contenuti in formato digitale. Per quanto riguarda la gestione, oltre alle ovvie esigenze di salvataggio dei dati e dei contenuti in forme tali da assicurare gli stessi contro il rischio di distruzione anche incidentale, andranno garantiti nel tempo la loro sicurezza (protezione da manipolazioni e intrusioni) ed il rispetto della privacy. La conservazione dei contenuti non è solo una questione di gestione dei medesimi, ma comporta anche l’adattamento nel tempo all’evoluzio-

ne delle tecnologie e degli strumenti di archiviazione. Le tecnologie adottate per la conservazione dei dati e dei contenuti devono poter seguire per quanto possibile tale evoluzione, in tal senso l’adozione di standard aperti e di tecnologie di cui siano FRPSOHWDPHQWH QRWH OH VSHFLÀFKH di progettazione e implementazione potrà essere un elemento di maggior garanzia della possibilità di adattamento e di relativa minore onerosità. La conservazione così garantita si collega direttamente ad uno dei temi più caldi, e non ancora completamente risolto, nel campo dei contenuti digitali, ovvero la loro fruibilità nel tempo. Solo garantendo l’evoluzione degli archivi su media e supporti che nel tempo si adattano alle nuove tecnologie possiamo avere la certezza di poter fruire nel tempo dei contenuti del passato. Gli archivi dovranno quindi prevedere standard di archiviazione, ma anche un lavoro periodico di adattamento e di “travaso” di tutti i contenuti sui nuovi media che di volta in volta le tecnologie ci offriranno. Tali interventi sono purtroppo one-


“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. (Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948)

La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948) uno dei primi documenti pubblicati dalla Nazioni Unite (foto del 1955)

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rosi, ma non possono essere a nostro avviso evitati. Bisogna essere consapevoli che quanWR SL VRQR VRĂ€VWLFDWH OH WHFQRORJLH tanto maggiore è il rischio che la loro rapida evoluzione le renda non soltanto obsolete ma anche non piĂš fruibili. PROBLEMI E OPPORTUNITĂ€. QUALI EVOLUZIONI E PROPOSTE?

Non crediamo tuttavia che l’evoluzione delle tecnologie e dei media generino solo problemi e costi, ma anzi riteniamo che possano diventare opportunitĂ di business per le imprese e di innovazione per la Pubblica Amministrazione sia dal punto di vista tecnologico sia “politicoâ€?. In particolare, l’obiettivo della dematerializzazione che copre una grande varietĂ di temi (dalla gestione delle fatture a quella degli archivi, dalla poVWD HOHWWURQLFD FHUWLĂ€FDWD DOO¡XVR GHOOD Ă€UPD GLJLWDOH QHL GRFXPHQWL SXEEOLci, ‌) rappresenta un’opportunitĂ GL VHPSOLĂ€FD]LRQH H GL ULVSDUPLR GL tempi, di spazi e di risorse naturali) soprattutto se gestito in un ottica

funzionale e non burocratica. In questo, l’intervento attivo della politica, anche locale tramite delibere di indirizzo o leggi regionali, può essere di grande aiuto. Ăˆ importante in questo contesto anche un chiaro indirizzo che preveda per l’archiviazione e la fruizione dei contenuti l’uso di licenze aperte, come le Creative Commons giĂ citate. Anche l’adozione di software libero da parte della Pubblica Amministrazione può garantire una maggiore trasparenza sulle modalitĂ di archiviazione e gestione dei contenuti oltre che una piĂš facile integrazione e adattabilitĂ a eventuali nuove tecnologie. I modelli di business a questo correlati sono proprio nell’ottica del “servizioâ€? (conservazione, migrazione, adattamento a nuovi media,‌) anzichĂŠ della vendita di licenza. La PA che si muova in questa direzione garantisce inoltre maggiori opportunitĂ di sviluppo alle imprese del proprio territorio che sapranno adattarsi a questo nuovo ecosistema. Anche la Commissione Europea ha sottolineato l’importanza dell’ado-

zione di software libero, al punto da GHĂ€QLUH XQD OLFHQ]D WUDGRWWD LQ WXWWH le lingue e adattata a tutte le normative comunitari: la EUPL, EUropean Public License http://ec.europa.eu/ idabc/eupl. Un ecosistema digitale quindi che includa tutti gli attori coinvolti, imprese, pubbliche amministrazioni, legislatori locali e nazionali, utenti, clienti e cittadini. Un ecosistema che garantisca uno sviluppo sostenibile delle imprese italiane e contemporaneamente garantisca una maggiore creazione e diffusione delle conoscenza.

Le licenze Creative Commons Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservatiâ€?. Il detentore dei diritti può non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, può imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alikeâ€?). Le combinazioni di queste scelte generano le sei licenze CC, disponibili anche in versione italiana. &UHDWLYH &RPPRQV q XQ¡RUJDQL]]D]LRQH QRQ SURĂ€W Le licenze Creative Commons, come tutti i nostri strumenti, sono utilizzabili liberamente e gratuitamente, senza alcuna necessitĂ di contattare CC per permessi o registrazioni. Per saperne di piĂš, puoi leggere una introduzione a CC, guardare l’animazione “Diventa Creativoâ€?, frequentare le nostre liste e navigare nel nostro sito. (Fonte: http://www.creativecommons.it/Licenze)

FLAVIA MARZANO

Presidente di Unarete

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FOCUS

La rivoluzione digitale nella Sanità Alcuni approfondimenti normativi e l’evidenza di aree da approfondire

FABIO TOMMASI

È Rivoluzione! Rivoluzione digitale, s’intende. Soprattutto negli ultimi anni, l’inQRYD]LRQH WHFQRORJLFD KD PRGLÀcato le nostre abitudini di vita non rappresentando più (o non solo) un’occasione di crescita per la ricerca, quanto piuttosto la linea guida di quel mutamento improvviso qual è la rivoluzione digitale, appunto. Protagonista di questa metamorfosi è il rapporto tra il cittadino e la pub-

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blica amministrazione, caratterizzato GD QXRYL HG HIÀFLHQWL PHWRGL GL FRmunicazione, soprattutto nell’ambito della Sanità. Lo scorso mese di novembre, infatti, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione non ha mancato di rappresentare in più occasioni il Piano per la sanità elettronica. Esso prevede cinque aree di intervento, SHU OH TXDOL VRQR GHÀQLWH OH ULVRUVH ÀQDQ]LDULH H LO WHUPLQH GL DWWXD]LRQH

1) connettere in rete tutti i medici di base entro giugno 2010; 2) realizzare il Fascicolo Sanitario Elettronico entro giugno 2009; UHDOL]]DUH LO VHUYL]LR GL FHUWLÀFDWL GL malattia digitali inviati per via telematica entro dicembre 2009; 4) avviare in alcune Regioni entro giugno 2009 la ricetta digitale; 5) realizzare un sistema sovra-regionale per consentire le prenotazioni on line.


L’INVIO TELEMATICO DEL CERTIFICATO MEDICO

Con il d.lgs. 27/10/2009 n. 150, in materia di ottimizzazione della produttivitĂ del lavoro pubblico e di HIĂ€FLHQ]D H WUDVSDUHQ]D GHOOH SXEbliche amministrazioni, il legislatore ha introdotto nel d.lgs. n. 165/2001 l’art. 55-septies, un’importante novitĂ in materia: in caso di assenza per malattia del lavoratore è previsto O¡LQYLR SHU YLD WHOHPDWLFD GHO FHUWLĂ€cato medico direttamente all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. In tutti i casi di assenza per malattia del lavoratore dipendente pubblico, OD FHUWLĂ€FD]LRQH PHGLFD q LQYLDWD SHU via telematica all’INPS direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria che la rilascia, secondo le modalitĂ stabilite per la trasmissione telematiFD GHL FHUWLĂ€FDWL PHGLFL GDOOD QRUPDtiva vigente, in particolare delle regole tecniche concernenti il Sistema pubblico di connettivitĂ (SPC) del CNIPA e avvalendosi, ove possibile, delle infrastrutture regionali esistenti. Tale opportunitĂ entro la metĂ del 2010 sarĂ estesa anche ai dipendenti privati. Tuttavia, le regole tecniche di trasmissione telematica saranno pubblicate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero delle Economie e delle Finanze di concerto con il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali. Il SPC dovrebbe garantire la trasmissione telematica salvaguardando la sicurezza dei dati e la riservatezza delle informazioni, nel rispetto dell’autonomia del patrimonio informativo delle singole amministrazioni. /¡LQYLR WHOHPDWLFR GHO FHUWLĂ€FDWR medico rappresenta nel suo piccolo XQD ULYROX]LRQH SHUFKp VHPSOLĂ€FD LO rapporto con il lavoratore dipendente pubblico, il quale non ha necesVLWj GL LQROWUDUH LO FHUWLĂ€FDWR PHGLFR all’amministrazione interessata con i sistemi (cartacei) tradizionali, con risparmio di costi non trascurabile VROLWDPHQWH LO FHUWLĂ€FDWR q LQYLDWR D mezzo raccomandata a/r), e soprattutto rappresenta una netta attuazione GHL SULQFLSL GL HIĂ€FLHQ]D HG HIĂ€FDFLD

dell’azione amministrativa. SarĂ poi l’INPS che trasmetterĂ all’amministrazione interessata, semSUH SHU YLD WHOHPDWLFD LO FHUWLĂ€FDWR ricevuto dal medico o dalla struttura sanitaria Tale innovazione ha anche un altro PHULWR VHPSOLĂ€FD OD JHVWLRQH GHO FHUWLĂ€FDWR PHGLFR GD XQ SXQWR GL YLVWD della tutela dei dati personali. Le linee guida in materia di gestione del rapporto di lavoro dipendente pubblico e privato del Garante per la protezione dei dati personali, infatti, prevedono una serie di accorgimenti QHOOD JHVWLRQH GHO FHUWLĂ€FDWR PHGLFR FDUWDFHR DO Ă€QH GL HYLWDUH WUDWWDPHQti di dati personali non conformi con il principio di necessitĂ , pertinenza e QRQ HFFHGHQ]D H TXLQGL DO Ă€QH GL HVHguire le sole operazioni di trattamento proporzionate e indispensabili in UDJLRQH GHOOD Ă€QDOLWj GHOOD UDFFROWD Basti ricordare, infatti, la necessitĂ FKH LO FHUWLĂ€FDWR PHGLFR FRQWHQJD solo ed esclusivamente la prognosi, cioè la presunta durata dell’inabilitĂ al lavoro del lavoratore per un determinato periodo di tempo, e non anche la diagnosi, cioè il quadro clinico di una malattia, l’insieme dei sintomi generali e patognomonici. CosĂŹ il titolare del trattamento attualmente è tenuto a formare i lavoratori anche su questo aspetto, cioè in caso di assenza per malattia dovranno produrUH FHUWLĂ€FDWL PHGLFL FRQ O¡LQGLFD]LRQH GHOOD VROD SURJQRVL H WDOH FHUWLĂ€FDWR andrĂ trattato con le dovute cautele (busta chiusa, archiviazione, inutilizzo dei dati eccedenti, eventuale comunicazione all’INAIL dei soli dati indispensabili e via dicendo) e senza trattamenti sproporzionati e non indispensabili. 3RVVRQR WXWWDYLD YHULĂ€FDUVL FDVL LQ FXL LO ODYRUDWRUH SURGXFH FHUWLĂ€FDWL PHGLci con l’indicazione anche della diagnosi; in tali casi l’amministrazione, pur potendo conoscere la diagnosi, deve comunicare all’ente assicurativo solo le informazioni sanitarie relative o collegate alla patologia denunciata e non anche i dati sulla salute relativi DG DOWUH DVVHQ]H FKH VL VLDQR YHULĂ€FDte nel corso del rapporto di lavoro. In quest’ultima eventualitĂ , infatti, il trattamento sarebbe sicuramente

eccedente e non pertinente. Con la trasmissione telematica del FHUWLĂ€FDWR PHGLFR DOOH DXWRULWj FRPpetenti, almeno alcuni dei problemi legati alla comunicazione da parte del lavoratore all’amministrazione interessata sono superati, perchĂŠ l’invio è effettuato direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria all’INPS, la quale poi inoltrerĂ all’amministrazione interessata quel determinato FHUWLĂ€FDWR PHGLFR 'HWWR FHUWLĂ€FDWR però, rimarrĂ sempre (almeno si spera) nel formato digitale e semmai porrĂ problemi legati alla sicurezza informatica ed alla necessitĂ di assicurare la sua leggibilitĂ e integritĂ nel tempo, ovvero la sua memoria digitale. Tuttavia, riduce sensibilmente i problemi legati ad un trattamento ultroneo, eccedente, non pertinente, non indispensabile e sproporzionato, spesso dovuto all’incuria di un incaricato del trattamento scarsamente (nella migliore delle ipotesi) formato dal titolare del trattamento. LA CONSERVAZIONE DELLA CARTELLA CLINICA DIGITALE

La rivoluzione digitale non si ferma, continua su altri fronti sanitari. Nel recente Consiglio dei Ministri n. 69 del 12 novembre scorso è stato approvato, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e del Ministro per la VHPSOLĂ€FD]LRQH QRUPDWLYD XQ GLsegno di legge che contiene un’altra disposizione di interesse per chi si occupa di conservazione nell’ambito sanitario: quella relativa alle cartelle cliniche. La disposizione prevista nell’art. 6 del ddl dovrebbe entrare in vigore il 1° luglio 2010 e dispone che “la conservazione delle cartelle cliniche, senza nuovi e maggiori oneri a carico dello Stato, è effettuata esclusivamente in forma digitale. Esse sono rilasciate agli interessati, su richiesta, anche in forma cartacea, previo pagamento di un corrispettivo stabilito dall’amministrazione che le detieneâ€?. In altri termini, se dovesse diventare norma di legge la regola sarĂ la conservazione in forma digitale della cartella clinica (ma si auspica la sua produzione nativa in digitale e non solo la sua conservaiged.it 04.2009

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zione) e solo in via eccezionale la sua riproduzione nel formato cartaceo su richiesta dell’interessato. Occorrerà comunque un Regolamento ministeriale e il rispetto di quanto previsto in materia di procedimento e fascicolo informatico nell’art. 41 del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, codice per la pubblica amministrazione digitale, tra cui l’applicabilità della legge 7 agosto 1990, n. 241 in materia di procedimenti amministrativi e accesso alla documentazione amministrativa. &Lz VLJQLÀFD FKH OD FDUWHOOD FOLQLFD digitale, direttamente consultabile ed alimentata da tutte le amministrazioni coinvolte nel procedimento amministrativo, dovrà recare: a) l’amministrazione titolare del procedimento, che cura la costituzione e la gestione del fascicolo medesimo; b) le eventuali altre amministrazioni partecipanti; c) il responsabile del procedimento; d) l’oggetto del procedimento; e) l’elenco dei documenti contenuti. APPLICABILITÀ DELLA DELIBERAZIONE CNIPA N. 11/04

Prima ancora di procedere nella nostra analisi è doveroso, però, fare una premessa. Per rimanere in tema di cartella clinica, questa rappresenta un insieme di documenti nei quali i medici e gli infermieri registrano una serie

di informazioni che riguardano un determinato paziente allo scopo di poter rilevare gli aspetti diagnostici e terapeutici dello stesso, cosĂŹ da consentire di procedere alle cure migliori H SHU FRQVHQWLUQH XQ XVR VFLHQWLĂ€FR statistico, didattico e medico legale nel rispetto delle norme per la protezione dei dati personali. Le strutture sanitarie sia pubbliche, sia private, pertanto, hanno l’esigenza di poter recuperare dette informazioni in TXDOXQTXH PRPHQWR DO Ă€QH GL ULFRstruire il diario clinico del paziente. Salvo quanto si è detto, non esiste per la cartella clinica una normativa VSHFLĂ€FD FKH QH VWDELOLVFD OH PRGDOLWj della conservazione (fermo restando le linee guida del CNIPA e la produzione normativa che seguirĂ in vista della ridetta rivoluzione digitale), cosĂŹ come avviene invece per l’archivio legale in materia, ad esempio, di Radiodiagnostica per Immagini e di Laboratorio. Ciononostante si è ormai concordi nel considerare applicabile la deliberazione CNIPA n. 11 del 19 febbraio 2004, tant’è che l’art. 2, comma 1, sancisce: “Gli obblighi di conservazione sostitutiva dei documenti, previsti dalla legislazione vigente sia per le pubbliche amministrazioni sia per i privati, sono soddisfatti a tutti gli effettiâ€?, fatto salvo la facoltĂ di accorgimenti e procedure integra-

tive, “qualora il processo di conservazione venga effettuato con le modalitĂ di cui agli articoli 3 e 4â€?. A ciò si aggiunga l’art. 42 del Cad, il quale prevede: “Le pubbliche amministrazioni valutano in termini di rapporto tra costi e benefĂŹci il recupero su supporto informatico dei documenti e degli atti cartacei dei quali sia obbligatoria o opportuna la conservazione e provvedono alla predisposizione dei conseguenti piani di sostituzione degli archivi cartacei con archivi informatici, nel rispetto delle regole tecniche adottate ai sensi dell’articolo 71â€?, ovvero le regole tecniche del CNIPA, SHU LO ULFRQRVFLPHQWR H OD YHULĂ€FD GHO documento informatico, emanate con deliberazione 21/05/2009 e SXEEOLFDWH VXOOD *D]]HWWD 8IĂ€FLDOH Q 282 del 03/12/2009, L’articolo 43 del Cad, invece, statuisce: “I documenti degli archivi... o documento di cui è prescritta la conservazione per legge o regolamento, ove riprodotti su supporti informatici sono validi e rilevanti a tutti gli effetti di legge, se la riproduzione sia effettuata in modo da garantire la conformitĂ dei documenti agli originali e la loro conservazione nel tempo, nel rispetto delle regole tecniche... Restano validi i documenti degli archivi... giĂ conservati mediante ULSURGX]LRQH VX VXSSRUWR IRWRJUDĂ€FR VX supporto ottico o con altro processo idoneo a garantire la conformitĂ dei documenti agli originali. I documenti informatici, di cui è prescritta la conservazione per legge o regolamento, possono essere archiviati per le esigenze correnti anche con modalitĂ cartacee e sono conservati in modo permanente con modalitĂ digitaliâ€?. In altri termini, il quadro normativo si completerĂ con le attese regole tecniche e con i nascendi regolamenti di cui si è detto. RESPONSABILE DELLA CONSERVAZIONE ANCHE RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO EX L. 241/90?

Fatta questa doverosa premessa, trattandosi di procedimento amministrativo, sia pure con fascicolo informatico, e considerato che anche la cartella clinica digitale rientra certamente tra i documenti amministrativi di cui è consentito il diritto di accesso, viene da chiedersi se il responsabile della conservazione sostitutiva (Cfr. art.

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5 CNIPA n. 11/04) debba assumere anche l’ulteriore ruolo di responsabile del procedimento amministrativo (di conservazione sostitutiva appunto), riconoscendo di conseguenza all’interessato (il paziente) un diritto di accesso agli atti e documenti amministrativi relativi alla conservazione, al Ă€QH DG HVHPSLR GL YHULĂ€FDUH OD FRUretta adozione delle regole minime di cui alla deliberazione del CNIPA n. 11/04 e successiva produzione normativa e/o regolamentare. La questione è tutt’altro che di scarso interesse per almeno due motivi. Innanzitutto, l’art. 5 della deliberazione CNIPA prevede che il procedimento di conservazione sostitutiva SRVVD HVVHUH DIĂ€GDWR LQ RXWVRXUFLQJ “in tutto o in parte, ad altri soggetti, pubblici o privati, i quali sono tenuti ad osservare quanto previsto dalla presente deliberazioneâ€?; ciò comporterebbe per l’outsourcer la necessitĂ di dover assumere anche il diverso ruolo di responsabile del procedimento amministrativo e quindi essere tenuto al rispetto di quanto previsto nella legge n. 241/90 in merito al diritto di accesso. In secondo luogo, ammettere tale eventualitĂ comporterebbe anche per gli aventi diritto (gli interessati latu VHQVX OD SRVVLELOLWj GL YHULĂ€FD GHOOH procedure adottate per la conservazione della cartella clinica che, proprio perchĂŠ digitale, comporta, come si è detto, un problema tutt’altro che remoto di sicurezza informatica ed in particolare di assicurare la memoria digitale nel tempo, quindi ulteriore responsabilitĂ diretta nei confronti degli interessati, oltre che dell’ente per il quale operano. Verrebbe da pensare che il principio di trasparenza dell’azione amministrativa dovrebbe consentire l’accesso al procedimento di conservazione sostitutiva, stante anche la tipologia dei dati personali (sensibili) trattati in una cartella clinica, cosĂŹ da consentire all’interessato il diritto di conoscere le modalitĂ adottate nella conservazione di un documento cosĂŹ importante relativo alla sua storia clinico-sanitaria. Ăˆ anche vero, tuttavia, che l’art. 24

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della legge n. 241/90 non ammette istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni e che parimenti, nel caso di terzi soggetti richiedenti, non è consentito l’accesso quando i documenti riguardino la vita privata o la riservatezza GL SHUVRQH Ă€VLFKH RPLVVLV FRQ particolare riferimento agli interessi sanitari, ancorchĂŠ i relativi dati siano forniti all’amministrazione dagli stessi soggetti cui si riferiscono, a meno che, nel caso che ci interessa, l’accesso ai documenti amministrativi non sia preordinato alla tutela di una posizione giuridicamente rilevante di rango almeno pari a quello dell’interessato (si pensi al parente del defunto il quale chiede l’accesso alla cartella clinica digitale). La giurisprudenza amministrativa ha osservato che “il diritto di accesso è sempre fondato sull’interesse soVWDQ]LDOH FROOHJDWR DG XQD VSHFLĂ€FD situazione soggettiva giuridicamente rilevante e che esso è strumentale ad acquisire la conoscenza necessaria a valutare la portata lesiva di atti o comportamenti; mentre va da tutto ciò escluso che il diritto medesimo garantisca un potere esplorativo di vigilanza da esercitare attraverso il diritto all’acquisizione conoscitiva di DWWL R GRFXPHQWL DO Ă€QH GL VWDELOLUH se l’esercizio dell’attivitĂ amministrativa possa ritenersi svolto secondo i canoni di trasparenza; ciò in quanto l’interesse alla conoscenza dei documenti amministrativi è destinato alla comparazione con altri interessi rilevanti, fra cui quello dell’Amministrazione, a non subire eccessivi intralci nella propria attivitĂ gestoria, garantita anche a livello costituzionale; in altre parole, la disciplina sull’accesso tutela solo l’interesse alla conoscenza e non l’interesse ad effettuare un controllo sull’amministrazione, allo VFRSR GL YHULĂ€FDUH HYHQWXDOL H QRQ DQFRUD GHĂ€QLWH IRUPH GL OHVLRQH GHOOD sfera dei privatiâ€? (Cfr. Cons. St., Sez. VI, 11/05/2007, n. 2314). Al responsabile del procedimento amministrativo sono imputati i momenti procedurali, nonchĂŠ le

conseguenze di eventuali ritardi od omissioni, ed ha un ruolo propulsivo e tutorio, oltre ad essere il titolare di rilevanti poteri organizzativi e direttivi dell’iter procedimentale. L’art. 6, legge n. 241/90, infatti, attribuisce al responsabile del procedimento diversi poteri-doveri, tra cui quello GL YDOXWDUH DL Ă€QL LVWUXWWRUL OH FRQGLzioni di ammissibilitĂ e i requisiti di legittimazione, nonchĂŠ i presupposti rilevanti per l’emanazione del provvedimento. Si tratta pertanto di una Ă€JXUD FKH VYROJH XQ¡LPSRUWDQWH IXQzione di trasparenza amministrativa che, a parere dello scrivente, viaggia su binari diversi di quello del responsabile della conservazione, il quale ha invece precisi compiti di assicurare la correttezza delle procedure di conservazione, tanto piĂš se si stratta di un ente privato esterno alla pubblica amministrazione. Se cosĂŹ è, ben potrĂ aversi un responsabile della conservazione sostitutiva che garantirĂ il rispetto delle procedure per la conservazione della cartella clinica digitale ed un responsabile del procedimento amministrativo che invece si limiterĂ ad assolvere agli oneri nascenti dalle richieste di accesso alla cartella clinica ex l. n. 241/90. IL PERIODO DI CONSERVAZIONE IN AMBITO SANITARIO: LA MEMORIA DIGITALE

Ciò detto, per concludere questa breve analisi sulla rivoluzione digitale, è opportuno rammentare la Circolare del Ministero della SanitĂ n. 61 del 19/12/1986 riguardo il periodo di conservazione della documentazione sanitaria presso le istituzioni sanitarie pubbliche e private di ricovero e cura. Detta circolare indica che “le cartelle cliniche, unitamente ai relativi referti, vanno conservate illimitatamente poichĂŠ rappresenWDQR XQ DWWR XIĂ€FLDOH LQGLVSHQVDELOH D JDUDQtire la certezza del diritto, oltre a costituire preziosa fonte documentaria per le ricerche di carattere storico sanitarioâ€?, mentre “in merito alla conservazione, presso l’archivio GHOOH LVWLWX]LRQL VDQLWDULH GHOOH UDGLRJUDĂ€H QRQ ULYHVWHQGR HVVH LO FDUDWWHUH GL DWWL XIĂ€FLDOL VL ULWLHQH FKH VRWWR LO SURĂ€OR PHGLFR


PHGLFR OHJDOH DPPLQLVWUDWLYR H VFLHQWLĂ€FR SRVVD HVVHUH VXIĂ€FLHQWH XQ SHULRGR GL YHQWL â€? fermo restando per gli enti di anniâ€?, garantire un periodo maggiore. Ogni medaglia ha il suo rovescio, cosĂŹ anche la rivoluzione digitale ha i suoi punti critici che dovranno essere seriamente affrontati dalle strutture sanitarie che produrranno una mole LQGHĂ€QLWD GL GRFXPHQWD]LRQH GLJLtale, ovvero dovranno garantire la leggibilitĂ e inalterabilitĂ , oltre che LPPRGLĂ€FDELOLWj QHO WHPSR GL WDOL archivi. Tralasciando le questioni sui supporti opportuni o meno da utilizzare per il riversamento e/o la memorizzazione, resta un problema concreto: la sicurezza informatica assoluta non esiste; semmai si può discutere di sicurezza relativa, cioè della probabilitĂ che un evento accada o meno secondo la

migliore scienza ed esperienza nel settore dell’informatica. I fatti hanno dimostrato come le tecnologie paradossalmente non riescono a garantire la memoria nel tempo, salvo costanti e continui aggiornamenti tecnologici a causa di un’obsolescenza nel settore dell’informatica Ă€Q WURSSR JDORSSDQWH FRVu O¡XQLFR modo oggi per garantire la memoria nel tempo è rappresentato dal buon vecchio scalpello e dalla cara pietra, che insieme hanno dimostrato di resistere millenni e che oggi rappresentano la vera ipoteca sul passato dell’essere umano. Ma se cosĂŹ è, la prestazione in outsourcing del responsabile della conservazione sostitutiva, il quale dovrebbe garantire la leggibilitĂ ,

LQDOWHUDELOLWj H LPPRGLĂ€FDELOLWj cioè garantire la memoria digitale nel tempo del documento (digitale) portato in conservazione sostitutiva, è un’obbligazione di mezzi o di risultato? A giudicare da come vengono interpretate le norme in vigore sembrerebbe di risultato, ma non ne sarei cosĂŹ convinto, anzi ...

FABIO TOMMASI

Avvocato, specializzato in diritto delle nuove tecnologie, titolare dello Studio Legale Tommasi

SEDE BM&Planeta, Parma ATTUALE COPERTURA TERRITORIALE

ARCHIVIAZIONE

CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA

RESPONSABILE DI CONSERVAZIONE

PRINTING AND DELIVERY

INSIEME PER OGNI TUO PROGETTO


APPROFONDIMENTI

Moda Europea scopre l’interoperabilità Con eBIZ le filiere delle aziende del fashion europeo hanno trovato la loro lingua franca

ARIANNA BRUTTI E ANTONIO TOCI

Se il settore della moda è importante per l’Europa, per l’Italia è uno dei simboli della cultura nazionale. Non solo, ma in Italia il settore si caratterizza per una struttura industriale particolarmente frammentata in vari distretti industriali e gruppi di imprese sparsi sul territorio nazionale. Ăˆ intuitivo capire l’importanza che SXz DYHUH XQD PDJJLRUH HIĂ€FLHQ]D di scambio delle informazioni nelle Ă€OLHUH SURGXWWLYH GHO VHWWRUH 4XHVWD

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HIĂ€FLHQ]D SXU DXVSLFDWD GD WHPSR D livello italiano ed europeo, è ancora da raggiungere. Da tempo ci si aspetta che l’interoperabilitĂ tra sistemi informatici differenti, prerequisito necessario allo scambio digitale ed automatico delle informazioni, possa essere il risultato della ricerca di una sorta di lingua franca da far adottare alle D]LHQGH GL VHWWRUH 4XHVWD ULFHUFD GL recente, ha fatto un ulteriore, forse

decisivo, passo avanti con l’attesa conclusione del progetto europeo chiamato piĂš brevemente eBIZ, ma piĂš estesamente indicato anche come eBIZ-TCF 1 www.ebiz-tcf.eu. Il progetto promosso dalla DG Enterprise and Industry 2 della Commissione Europea è stato da questa DIĂ€GDWR DG XQ JUXSSR FRVWLWXLWR GD tre partner chiave: le associazioni di settore dell’industria europea EURATEX3, CEC4 e ad ENEA5. I


L’ADOZIONE DELLA SOLUZIONE EBIZ PRODUCE PER LE IMPRESE DIVERSI BENEFICI Marco Ricchetti 7 , coordinatore delle esperienze pilota del progetto eBIZ, sottolinea che i EHQHĂ€FL HFRQRPLFL VRQR GL GXH WLSL VWDWLFR H dinamico. “Il vantaggio statico si ottiene grazie ad un miglior controllo sui costi. Avere un miglior controllo dei costi VLJQLĂ€FD UHQGHUH O¡D]LHQGD SL FRPSHWLWLYD VXO PHUFDWR SHUFKp VDUj LQ JUDGR GL IDUH RIIHUWH SL YDQWDJJLRVH 6H L EHQHĂ€FL GL WLSR VWDWLFR SRVVRQR HVVHUH IDFLOPHQWH PLVXUDWL FRQ LO PHWRGR GHO SULPD H GRSR TXHOOL GL WLSR GLQDPLFR VRQR SL FRPSOHVVL GD LQGLYLGXDUH H TXDQWLĂ€FDUH SHUFKp GLSHQGRQR GD IDWWRUL LQGLUHWWL PLJOLRUDPHQWR GHOOD TXDOLWj GHL VHUYL]L DL SURSUL FOLHQWL H PDJJLRU Ă HVVLELOLWj H YHORFLWj QHO WURYDUH OH JLXVWH ULVSRVWH DOO¡HVLJHQ]H GL PHUFDWR VRQR IDWWRUL LPSRUWDQWLVVLPL PD GLIĂ€FLOL GD TXDQWLĂ€FDUH 6RQR YDQWDJJL FKH LQYHFH G¡LQĂ XLUH VXOOD FRPSHWLWLYLWj GHL SUH]]L PLJOLRUDQR OD FRPSHWLWLYLWj JOREDOH GHOO¡D]LHQGD FKH VL ULWURYD FRQ XQ¡LPPDJLQH VXO PHUFDWR SRWHQ]LDWD FDSDFH GL FRQVHJXHQ]D GL LQGXUUH XQD SUHYHGLELOH FUHVFLWD GHOOH YHQGLWH /D YDOXWD]LRQH GHL EHQHĂ€FL HIIHWWLYDPHQWH RWWHQXWL GDOOH LPSUHVH FKH KDQQR SDUWHFLSDWR DO SURJHWWR H%,= q DQFRUD LQ FRUVR HG q SUHYLVWD FRQFOXGHUVL SHU Ă€QH L SULPL ULVXOWDWL VRQR SHUz PROWR LQFRUDJJLDQWL 3UHQGLDPR DG HVHPSLR LO FDVR GL XQ SURJHWWR SLORWD FKH DYHYD SHU SURWDJRQLVWL XQ FRQIH]LRQLVWD H FLQTXH WHVVLOL FKH KDQQR DSSOLFDWR OH VSHFLĂ€FKH H%,= DOOR VFDPELR GL GRFXPHQWL UHODWLYL DJOL RUGLQL /¡DSSOLFD]LRQH GL H%,= D WXWWL JOL RUGLQL GHOOH VHL D]LHQGH LQ XQ DQQR GXH VWDJLRQL JHQHUD XQ YDQWDJJLR VLJQLĂ€FDWLYR OH DWWLYLWj ODYRUDWLYH GHGLFDWH DOOD JHVWLRQH GHJOL RUGLQL GHL WHVVXWL QHOOH VHL LPSUHVH SDVVDQR GD JLRUQL XRPR SDUL D FLUFD ½ GL FRVWL GHO SHUVRQDOH D JLRUQL SDUL D FLUFD ½ GL FRVWR , FRVWL GL LQWURGX]LRQH GL H%,= XSJUDGH GHJOL (53 JLj XWLOL]]DWL GDOOH LPSUHVH VL ULSDJDQR LQ SRFR WHPSR 6HPSUH VXOOD EDVH GHL GDWL UHDOL GHOOH VWHVVH LPSUHVH DQFKH FRQ XQ XWLOL]]R OLPLWDWR DOOH UHOD]LRQL FRQ VROR GL WXWWL L IRUQLWULFL FOLHQWL O¡LQYHVWLPHQWR LQL]LDOH VL UHFXSHUD LQ PHVL 6H LQYHFH VL LSRWL]]D FKH O¡ GHJOL RUGLQL GDO FRQIH]LRQLVWD D WXWWL L VXRL IRUQLWRUL H LO GHJOL RUGLQL DFTXLVLWL GDL FLQTXH IRUQLWRUL WHVVLOL GD WXWWL L ORUR FOLHQWL DYYHQJD DWWUDYHUVR H%,= LO O¡LQYHVWLPHQWR LQL]LDOH VL UHFXSHUD LQ FLUFD PHVL 6L SRVVRQR LQROWUH VWLPDUH VXOOD EDVH GL LSRWHVL SUXGHQWL DOFXQL YDQWDJJL GLQDPLFL 3HU OH LPSUHVH GHO SLORWD JLj FLWDWR DG HVHPSLR LO UHGGLWR RSHUDWLYR IDWWXUDWR GHO FRQIH]LRQLVWD (%,7'$ (DUQLQJ %HIRUH ,QWHUHVW 7D[HV 'HSUHFLDWLRQ DQG $PRUWL]DWLRQ FUHVFHUHEEH GRSR DQQL GL PLOD ½ LSRWL]]DQGR FKH OD PDJJLRUH HIĂ€FLHQ]D H Ă HVVLELOLWj QHO UDSSRUWR FRQ L FOLHQWL PDJJLRUL VHUYL]L RIIHUWL FRQVHQWD XQ LQFUHPHQWR GHO GHL ULFDYL D FDVFDWD QH GHULYHUHEEHUR YDQWDJJL DQFKH SHU L FLQTXH IRUQLWRUL WHVVLOL FKH QHOO¡LQVLHPH SRWUHEEHUR LQFUHPHQWDUH O¡(%,7'$ GL FLUFD PLOD ½ 6L WUDWWD LQ TXHVWR FDVR VROR GL VLPXOD]LRQL PD FKH UHQGRQR O¡LGHD GHL SRWHQ]LDOL YDQWDJJL GL XQ VLVWHPD FRPH H%,= FKH PRGHUQL]]D L UDSSRUWL DOO¡LQWHUQR GHOOD Ă€OLHUDÂľ. risultati sono stati presentati durante i lavori della Conferenza eBIZ-TCF tenutasi a Bruxelles lo scorso 20 e 21 ottobre. Finanziato ed avviato dalla Commissione Europea nel Gennaio 2008, eBIZ-TCF aveva la missione di armonizzare e promuovere la diffusione dei processi di e-business nelle imprese del Tessile Abbigliamento

e Calzatura (TCF) con, ovviamente, particolare attenzione alle piccole e medie imprese (PMI) europee. Alla Conferenza si è respirato un clima di ottimismo misto a soddisfazione JLXVWLĂ€FDWL VLD GDO QXPHUR GL D]LHQGH europee coinvolte nel progetto (oltre 150), sia dalla loro rappresentativitĂ (per esempio Ermenegildo Zegna

nel Tessile e Confezione e Bata nel calzaturiero), sia per il numero di partecipanti presenti. APPROCCIO DEL PROGETTO

Obiettivo del progetto era la messa a punto di un’architettura di riferimento e la sua sperimentazione sul campo. Il progetto è partito dalla constatazione che le logiche della collaborazione e dello scambio dati cambiano molto quando si focalizzano i rapporti fra le organizzazioni della vendita (rapporti multisettoriali per i quali c’è grande ELVRJQR GL ´HIĂ€FLHQ]DÂľ H QRUPDOL]]Dzione in considerazione dei volumi di scambio in gioco) o quando si guarda alle relazioni tra produttori, terzisti e fornitori (dialoghi specializzati, per i TXDOL F¡q JUDQGH ELVRJQR GL ´HIĂ€FDFLDÂľ H Ă HVVLELOLWj GHL SURFHVVL Con questi presupposti, strada facendo, si è scelto di mettere a disposizione degli utilizzatori e GHJOL VYLOXSSDWRUL GHOOH VSHFLĂ€FKH pubbliche capaci di riutilizzare il piĂš possibile metodologie e tecnologie esistenti. Questa strategia favorisce la diffusione dell’eBusiness, piuttosto FKH SURGXUUH XQD HQQHVLPD ´QXRYDÂľ soluzione da imporre al mercato. Nell’ambito di questa strategia volta a riproporre il potenziamento di tecnologie esistenti, eBIZ ha posto a fondamento della sua architettura le precedenti esperienze Europee: Moda-ML www.moda-ml.org, Shoenet www.shoenet.info), UBL ed i progetti Texweave e CecMadeShoe. Per quanto riguarda l’upstream, ovYHUR OD SDUWH DOWD GHOOD Ă€OLHUD q VWDWR deciso di utilizzare le strutture di Moda-ML (iniziativa giĂ consolidata e a suo tempo coordinata da Enea), nata dalle necessitĂ del tessile e delle confezioni e di Shoenet (iniziativa similare radicata in Spagna e coordinata da INESCOP) per chi si rivolge al settore del calzaturiero. CosĂŹ, senza reinventare la ruota, le VSHFLĂ€FKH PDWXUDWH LQ TXHOOH HVSHrienze sono state raccordate e armonizzate all’interno della architettura eBIZ che diventa perciò una risposta alle esigenze di interoperabilitĂ attraverso i vari strati delle due complesse Ă€OLHUH FRLQYROWH 8QD YROWD LQGLUL]zate le esigenze dell’upstream era iged.it 04.2009

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L’ESPERIENZA DEL GRUPPO ERMENEGILDO ZEGNA La Ermenegildo Zegna è una azienda che a buon diritto rientra nella categoria delle multinazionali tascabili italiane e non solo per i suoi 800 milioni di Euro di fatturato annuo. L’azienda tessile, fondata nel 1910 da chi le diede il nome con l’aspirazione di fare e distribuire i tessuti piĂš belli del mondo, negli anni 60 fece un salto di qualitĂ quando operò l’integrazione verticale dei procesVL GHOOD Ă€OLHUD WHVVLWXUD FRQIH]LRQH FRQ ODQFLR GL una sua collezione uomo. L’internazionalizzazione della produzione e della distribuzione furono solo una conseguenza. Oggi l’Ermenegildo Zegna conta diversi nuclei produttivi nel mondo per il mondo (Italia - 1910, Spagna - 1973, Svizzera 1977, Turchia - 1989, Messico - 1993, Cina – 2003) oltre a numerosi negozi di proprietĂ collocati nei quartieri piĂš prestigiosi delle piĂš importanti cittĂ del mondo. La nuova sede centrale di Milano comprende anche una grande show-room e impiega, da sola, centocinquanta persone. Luca Sangiovanni 8 è un utente soddisfatto delle soluzioni eBIZ. â€?Noi abbiamo fatto i primi passi nel mondo dell’interoperabilitĂ utilizzando la tecnologia predisposta con ModaMl, e questo oggi ci consente di utilizzare eBIZ per gli ordini, le conferme d’ordine ed i carichi di magazzino delle materie prime destinate alle nostre linee di produzione strategiche: Abiti da Uomo, Camicieria Maschile e Cravatte. Per tenere sotto controllo la qualitĂ delle forniture, in Ermenegildo Zegna avevamo utiliz]DWR FRQ OD FROODERUD]LRQH GHO SDUWQHU 7HVVLO &RQWUROO FKH DJLYD FRPH HQWH GL YHULĂ€FD GHOOD qualitĂ e della logistica, anche le tecnologie risultanti da una precedente esperienza europea (Leap Frog). Ora grazie eBIZ, siamo in grado di metterci in diretto contatto, per cosĂŹ dire in straight through processing, con i nostri principali fornitori quali: Fratelli Piacenza, Reda, Barberis Canonico Vitale e Fintes (tutte aziende del distretto biellese come la Ermenegildo =HJQD LO FRWRQLĂ€FLR $OELQL GL %HUJDPR H SHU L Ă€ODWL LQ VHWD OD &DQHSD LQ SURYLQFLD GL Como. Lo scambio di informazioni automatico raggiunto con questi fornitori attualmente rappresenta il 25% per la linea dei capospalla, il 15% nella linea camiceria ed il 45 % nelle FUDYDWWH , YDQWDJJL VRQR VWDWL VHQVLELOL Ă€Q GDOO¡LQL]LR SHUFKp HFFHWWR FKH SHU TXDOFKH SUREOHPD di sintonizzazione iniziale, oggi per i volumi di ordini trattati siamo a livello di errori zero. Questo rappresenta un importantissimo risparmio di tempo in un settore che richiede, come PROWL DOWUL LO FHQWR SHU FHQWR VLD GL HIĂ€FLHQ]D YHORFLWj GL VFDPELR GHL GDWL VLD GL HIĂ€FDFLD (qualitĂ totale dei dati scambiati). Quando dobbiamo lanciare una stagione spendiamo molto tempo nelle analisi dei trend di PHUFDWR &RVD H TXDQWR FRPSUDUH q VHPSUH XQ SURFHVVR GHOLFDWR H GLIĂ€FLOH &RQWUROOL H ULSHQVDPHQWL VRQR FRQWLQXL Ă€QR DOOR VWDGLR Ă€QDOH TXDQGR SRL VL SUHQGRQR OH GHFLVLRQL GHĂ€QLWLYH (FFR SHUFKp XQD YROWD GHFLVL TXDQGR q LO PRPHQWR GL WUDVPHWWHUH JOL RUGLQL GREELDPR DYHUH due certezze: che gli ordini siano trasmessi velocemente e correttamente; che siano ricevuti ed DFFHWWDWL FRQ XQD GRSSLD YHULĂ€FD VXL WHPSL GL FRQVHJQD GLFKLDUDWL Siamo talmente soddisfatti dei risultati raggiunti che consideriamo le soluzioni di eBIZ come “standardâ€? e la tendenza è quella di estenderne l’applicazione a tutti i Fornitori consolidati. In futuro vogliamo portare al cento per cento di copertura l’utilizzo delle tecnologie dell’interoperabilitĂ sia con i fornitori nazionali sia, visto l’aspetto Europeo della iniziativa, con quelli almeno europei. Le strategia di diffusione avrĂ due gambe: da un lato proporremo per primi queste soluzioni e dall’altro cercheremo di sfruttare l’ onda di diffusione ed espansione di eBIZ almeno in sede europea.â€? necessario trovare uno sbocco verso la catena distributiva (il downstream) che ovviamente non poteva essere

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nativa al comparto moda. In questo ambito si è fatto ricorso ad UBL, l’erede dei linguaggi EDI

dei tempi di Internet, e, in parte, di EANCOM. Questa scelta è stata una trasposizione, solo apparentemente ovvia, del fatto che non basta avere delle buone aziende che collaborano in modo HIĂ€FDFH HG HIĂ€FLHQWH SHU SURGXUUH prodotti di qualitĂ se questi ultimi non trovano un modo adeguato per essere collocati sul mercato e portati presso i punti di vendita. In questo ambito, una delle scommesse di eBIZ è stata quella di abilitare il Ă XVVR GL LQIRUPD]LRQL GL ULWRUQR FKH nascono durante i processi di vendita per risalire verso la produzione. Scopo principale di queste informazioni è di dare alla produzione “il polso del mercatoâ€?, per consentirle di migliorare al massimo la capacitĂ di portare nei negozi ciò che serve quando serve, FRQ XQD ULFDGXWD GL EHQHĂ€FL VLD SHU chi vende, sia per chi produce. Sino ad oggi le imprese prive di negozi propri, cosĂŹ come le organizzazioni di vendita di medio-piccola dimensione, erano escluse dalla possibilitĂ di attivare tali canali, ora si spera di aprire una fase nuova. A questo scopo sono stati previsti processi come Classic Preorder, CRP, VMI, ecc.. Ad esempio il Classic Preorder (CP) è un processo che vede coinvolti il Produttore ed il Rivenditore, ove quest’ultimo ordina in anticipo sulla stagione i prodotti desiderati. La comunicazione può interrompersi anche per qualche mese, ma il processo di fatturazione sarĂ innescato o alla spedizione dei prodotti o sulla base del venduto. Nel caso del processo CRP (Cyclic Replenishment Program) il Rivenditore può scegliere, da una lista di prodotti che il produttore garantisce come NOS, ovvero come sempre disponibili a stock (Never Out of Stock), quali articoli farsi arrivare settimanalmente. Anche in questo caso il processo di fatturazione sarĂ innescato o alla spedizione o sulla base del venduto. Il VMI (Vendor Management Inventory) è un mezzo per ottimizzare le prestazioni della catena di distribuzione. Il fabbricante è responsabile per il mantenimento dei livelli di stock del


distributore. Lo stock a magazzino è gestito presso il punto di vendita direttamente dal produttore, anche con attivitĂ di reintegro presso l’area espositiva. La fatturazione avviene qualche volta in post-front, ovvero sul venduto, ma generalmente viene innescata alla consegna stessa. Per tecnici informatici e manager del settore particolarmente interessati a conoscere l’elenco completo dei processi giĂ predisposti si consiglia di visitare il sito al link http:// spring.bologna.enea.it/ebiz/imple/ pg.asp?p=282. L’ARCHITETTURA

Da un punto di vista tecnico, l’architettura di eBIZ individua tre livelli e VX TXHVWL IRUQLVFH VSHFLĂ€FKH H UDFFRmandazioni: quello dei processi di business per i quali sono stati proposti 12 processi di riferimento (dettagliati e scomposti nei vari ruoli e nelle sequenze di attivitĂ che li realizzano); quello semantico e dei dati, incarnato da un certo numero di modelli dati (data model) specializzati e da adottare integralmente per le tre aree descritte (rete di imprese del tessile/confezione, rete di imprese del calzaturiero e distribuzione a valle delle produzioni); il livello dedicato al middleware di comunicazione basato (principalmente, ma non esclusivamente) su ebXML per assicurare caratteristiFKH GL ´RSHQHVVÂľ DIĂ€GDELOLWj H VLcurezza a costo contenuto. Si è giĂ detto che Moda-ML e Shoenet VRQR GXH VSHFLĂ€FKH VHWWRULDOL QDWH e sviluppate appositamente per lo VFDPELR GDWL LQ XQR VSHFLĂ€FR VHWWRUH al contrario UBL è uno standard di scambio dati “orizzontaleâ€?, cioè non GHVWLQDWR D XQ VHWWRUH VSHFLĂ€FR EHQVu è stato pensato per essere utilizzato tanto per l’acquisto di un materiale edile quanto per quello di un bullone. Questo, se da un lato ne assicura la generalitĂ e la applicabilitĂ verso tipologie merceologiche varie (per esempio UBL è utilizzato nel pubblic procurement europeo), dall’altro la sua generalitĂ lo porta a dover essere ´ULVWUHWWRÂľ SHU XQR VSHFLĂ€FR DPELWR

applicativo, pena la quasi impossibilitĂ di comprendere i messaggi scambiati tra realizzazioni diverse. $ TXHVWR VFRSR H%,= GHĂ€QLVFH XQR VFHQDULR H GHJOL 8VH 3URĂ€OH SHU RJQL documento. Il loro insieme indica come i 20-30 dati necessari per ogni transazione possono essere rappreVHQWDWL H FRGLĂ€FDWL GD XQR VSHFLĂ€FR documento UBL. Un secondo grande contributo alla ´VHPSOLĂ€FD]LRQHÂľ H ´QRUPDOL]]D]LRQHÂľ GHO Ă XVVR GHL GDWL H TXLQGL LQ GHĂ€QLWLYD DOOD ULGX]LRQH GHL FRVWL di implementazione dei software gestionali dei punti vendita, viene dalla adozione degli standard internazionali GL LGHQWLĂ€FD]LRQH GHL SURGRWWL H GHOOH aziende promossi da GS1 (in Italia rappresentata da Indicod – ECR). 8WLOL]]DQGR OH FRGLĂ€FKH *7,1 GL *6 LQIDWWL q SRVVLELOH LGHQWLĂ€FDUH univocamente il prodotto e le sue caratteristiche, con un solo codice riconosciuto su scala internazionale; DQDORJDPHQWH OD FRGLĂ€FD */1 LQGLvidua sempre in un solo numero le aziende e le loro sedi. Questo approccio apre una strada SHU O¡LQWHURSHUDELOLWj IUD OH GXH Ă€OLHUH e la distribuzione, consentendo ai sistemi gestionali dei punti vendita GL JHVWLUH SL YHORFHPHQWH L Ă XVVL GL informazione associati alle merci. I destinatari sono sia la grande distribuzione organizzata (GDO), giĂ da tempo avvezza ai sistemi di scambio

automatico dei dati con i propri fornitori – perlopiÚ basati su tecnologia EDI -, sia le medie e piccole catene, i piccoli punti vendita meno strutturati e bisognosi di trovare adeguato supporto tecnico e soprattutto non in grado di imporre proprie soluzioni ai fornitori. ESIGENZA PRIMARIA: GARANTIRE LA QUALITÀ E L’INTERPRETABILITÀ DEI DATI

Una delle caratteristiche principali dei linguaggi basati su XML è la disponibilitĂ di linguaggi e strumenti che consentono una stringente veriĂ€FD GHL FRQWHQXWL GHL GRFXPHQWL HOHWtronici. La soluzione di eBIZ utilizza ampiamente questi strumenti per migliorare la qualitĂ dell’output dei dati GL XQ VLVWHPD LQIRUPDWLYR FKH FRVu risultano piĂš accessibili dai sistemi destinatari. Allo scopo sono utilizzati GXH VWUXPHQWL JOL XVH SURĂ€OH HG XQ sistema di validazione dei modelli. 8VH 3URĂ€OH 8%/ Relativamente ad ogni tipologia GL GRFXPHQWR VRQR GHĂ€QLWL SURĂ€OL IXQ]LRQDOL D VFHQDUL VSHFLĂ€FL /D ORUR presenza aiuta a risolvere problemi GL HIĂ€FLHQ]D GL SURJUDPPD]LRQH H D mascherare la complessitĂ di UBL che richiederebbe conoscenze piĂš profonde e complesse. Per dare una idea GL TXDQWR XQ 8VH 3URĂ€OH VHPSOLĂ€FD il modello UBL ecco alcuni numeri6: un generico ordine può contenere in-

Uno dei negozi di Ermnegildo Zegna - The Bund, Shanghai

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L’OPINIONE DI MAURO SCALIA DI EURATEX ,/ 3URMHFW 0DQDJHU GHO 'LSDUWLPHQWR GL 5LFHUFD H 6YLOXSSR GL (85$7(; LQGLFD FRVD SXz VLJQLĂ€FDUH il progetto eBIZ visto da una prospettiva europea. “L’iniziativa eBIZ nasce essenzialmente dall’esigenza di SRWHU VFDPELDUH LQ PDQLHUD HIĂ€FLHQWH LQIRUPD]LRQL OXQJR OD Ă€OLHUD GHL WUH VHWWRUL LQGXVWULDOL D OLYHOOR (XURSHR /D VĂ€GD q TXHOOD GL DUPRQL]]DUH O¡XVR GHL GLYHUVL VWDQGDUG H GHOOH VROX]LRQL VYLOXSSDWH QHL FRUVR GHJOL DQQL HG LPSOLFLWDPHQWH DQFKH TXHOOD GL IDYRULUH OD WUDQVL]LRQH GHOOH D]LHQGH GDOO¡XVR GL VLVWHPL WUDGL]LRQDOL YHUVR VLVWHPL GLJLWDOL DXWRPDWL]]DWL LQ DOWUH SDUROH O¡H%XVLQHVV 6WLDPR SDUODQGR GL XQ ELVRJQR GL WUH VHWWRUL WHVVLOH DEELJOLDPHQWR H FDO]DWXUD FKH QHOO¡DUHD (XURSHD FRLQYROJRQR FLUFD D]LHQGH LPSLHJDQGR FLUFD WUH PLOLRQL GL DGGHWWL H FRQ XQ JLUR GL DIIDUL LQWRUQR ai 300 miliardi di â‚Ź 9 $OFXQH GHOOH SULQFLSDOL D]LHQGH HXURSHH RSHUDQWL QHOOD GLVWULEX]LRQH H QHOOD SURGX]LRQH GHO VHWWRUH PRGD VL WURYDQR GD WHPSR IUD O¡LQFXGLQH GL JHVWLUH DO PHJOLR L SURFHVVL GL SURGX]LRQH H FRPPHUFLDOL]]D]LRQH GHL SURSUL EHQL H LO PDUWHOOR GHOOD UDSLGLWj GL FDPELDPHQWR GHO JXVWR GHL FRQVXPDWRUL 'D XQ ODWR GHYRQR HYLWDUH SHULFRORVL IHQRPHQL GL VRYUDSSURGX]LRQH R GL DFFXPXOR G¡LQYHQGXWR QHO SXQWR GL YHQGLWD GDOO¡DOWUR GHYRQR PLJOLRUDUH OD FDSDFLWj GL UHDJLUH UDSLGDPHQWH DO FDPELDPHQWR GHOOD GRPDQGD 2OWUH D FLz YDQQR FRQVLGHUDWH OH QRUPDOL SUHVVLRQL GHWWDWH GDOOD IRUWH FRPSHWL]LRQH LQWHUQD]LRQDOH LQ SULPR OXRJR OD ULGX]LRQH GHL FRVWL GHOO¡LPSUHQGLWRUH FKH SDVVD DWWUDYHUVR O¡DXPHQWR GHOO¡HIĂ€FLHQ]D D]LHQGDOH 4XHVWH GXH VĂ€GH ULVSRVWD UDSLGD DO PHUFDWR HG HIĂ€FLHQ]D LQWHUQD LQWHUHVVDQR D JUDGL GLYHUVL TXDOXQTXH D]LHQGD GHOOD Ă€OLHUD HXURSHD LYL FRPSUHVH TXHOOH PHGLR SLFFROH FKH VRQR SUHSRQGHUDQWL WUD OH FLUFD D]LHQGH GHO VHWWRUH 7HVVLOH $EELJOLDPHQWR LWDOLDQR 0ROWH D]LHQGH DXVSLFDQR XQD PDJJLRUH LQWHJUD]LRQH GHJOL VFDPEL G¡LQIRUPD]LRQH OXQJR OD Ă€OLHUD PD SHU FRQWUR SRFKH KDQQR OD FDSDFLWj GL LQĂ XHQ]DUH OD VFHOWD GHL VLVWHPL R VRQR LQWHQ]LRQDWH D FHGHUH D WHU]L LQ RXWVRXUFLQJ R LQ PRGDOLWj DSSOLFDWLRQ SURFHVV VHUYLFHV SURYLGLQJ LO FRQWUROOR GHL SURSUL IRUQLWRUL H R FOLHQWL ,Q DOWUH SDUROH JOL RUGLQL H WXWWL JOL DOWUL GDWL FKH VFRUURQR IUD XQ QRGR H O¡DOWUR GHOOD Ă€OLHUD GHYRQR HVVHUH VFDPELDWL GLUHWWDPHQWH IUD L FRPSXWHU GHOOH D]LHQGH LQYHFH FKH YLD ID[ R SHU WHOHIRQR PD OR GHYRQR IDUH GLUHWWDPHQWH IUD ORUR HVDWWDPHQWH FRPH DYYLHQH WUD L ID[ VHQ]D ULFKLHGHUH OD PHGLD]LRQH GHOO¡XRPR VH QRQ QHOOH IDVL GHFLVLRQDOL /¡LQGLSHQGHQ]D VWUDWHJLFD H RSHUDWLYD GHOOH YDULH D]LHQGH GHYH HVVHUH VDOYDJXDUGDWD FRPH EHQH SULPDULR 4XHVWR SHUz VLJQLĂ€FD DQFKH SRWHU DFFHWWDUH OD GLIIXVLRQH GL WHFQRORJLH LQIRUPDWLFKH GLYHUVH SURYHQLHQWL GDL YDUL IRUQLWRUL H SHUFLz SUHGLVSRVWH D YDUL ´VWDQGDUGÂľ SL R PHQR SURSULHWDUL /¡DEERQGDQ]D GL WHFQRORJLH q XQ EHQH WXWWDYLD O¡DEERQGDQ]D GL WHFQRORJLH SURSULHWDULH QRQ FRPSDWLELOL GHWHUPLQD XQD YHUD H SURSULD EDUULHUD DOO¡LQWHURSHUDELOLWj ,Q TXHVWR VFHQDULR VROR WHFQRORJLH LQIRUPDWLFKH DSHUWH FRQGLYLVH FDSDFL GL JDUDQWLUH O¡LQWHURSHUDELOLWj GHL VLVWHPL LQIRUPDWLFL D]LHQGDOL QHL YDUL QRGL SURGXWWLYL H GLVWULEXWLYL GHOOD Ă€OLHUD SRVVRQR UDSSUHVHQWDUH XQD VROX]LRQH DO SUREOHPD D SDWWR FKH TXHVWD LQWHURSHUDELOLWj VLD VHPSOLFH H JHVWLELOH GLUHWWDPHQWH GDOOH YDULH D]LHQGH 2JQL D]LHQGD UDSSUHVHQWD FRPH LQ XQD JUDQGH UHWH XQ QRGR GL VFDPELR GL LQIRUPD]LRQL TXDOXQTXH VLD OD VXD IXQ]LRQH QHOOD FDWHQD GHO YDORUH D]LHQGD FRPPLWWHQWH DFTXLUHQWH R WHU]LVWD 3HU TXDQWR ULJXDUGD L ULVXOWDWL GL H%,= VLDPR PROWR VRGGLVIDWWL GHO ODYRUR GL VYLOXSSR GHOO¡DUFKLWHWWXUD GL ULIHULPHQWR FRVu FRPH GHL WHVW VYROWL QHOO¡XOWLPR DQQR LQ FLUFD D]LHQGH GHOOD Ă€OLHUD DWWUDYHUVR WXWWR LO FRQWLQHQWH (XURSHR 6XOOD EDVH GHL ULVXOWDWL H GHOOH ULFKLHVWH FKH FL VRQR SHUYHQXWH FL SRQLDPR O¡RELHWWLYR GL ODYRUDUH FRQ WXWWH OH SDUWL LQWHUHVVDWH SHU DXPHQWDUH OD GLIIXVLRQH GL WHFQRORJLH R VROX]LRQL H%,= FRPSDWLELOL $ WDOH VFRSR VWLDPR FRVWLWXHQGR D OLYHOOR HXURSHR XQ JUXSSR GL LQWHUHVVH DSHUWR FKH FRLQYROJH D]LHQGH GL VHWWRUH IRUQLWRUL GL VROX]LRQL LQIRUPDWLFKH RUJDQL]]D]LRQL GL FHUWLĂ€FD]LRQH GHJOL VWDQGDUG DVVRFLD]LRQL GL FDWHJRULD GHJOL 6WDWL PHPEUL GHOO¡8QLRQH (XURSHD R GL DOWUL SDHVL LQWHUHVVDWL /H DWWLYLWj FRPLQFHUDQQR QHL SULPL PHVL GHO PD VRQR VWDWH DQWLFLSDWH LQ RFFDVLRQH GHO FRQJUHVVR GL VHWWRUH FKH VL q WHQXWR D 6RĂ€D LO 'LFHPEUH Âľ

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formazioni in elementi individuabili da 89.891 possibili percorsi (xpath) diversi al proprio interno, un ordine H%,= QH LGHQWLĂ€FD SXU UHVWDQGR FRQIRUPH DG 8%/ Perciò la loro predisposizione rende piĂš facile anche la diffusione di un “modus operandiâ€? basato su standard presso le varie entitĂ aziendali. Servizio di validazione dei modelli di dati reali on line 6H GD XQ ODWR JOL 8VH 3URĂ€OH 8%/ VHPSOLĂ€FDQR H PDVFKHUDQR OD FRPplessitĂ di UBL, dall’altro dobbiamo essere certi che i documenti elettroniFL UHDOL SHU FDSLUFL L Ă€OH ;0/ VLDQR FRQIRUPL D WDOL VSHFLĂ€FKH Allo scopo è stato realizzato, e reso disponibile via Internet, un servizio di validazione per i documenti dati FKH YDOLGD OH ´LVWDQ]H ;0/Âľ RYYHUR OD IRUPD FRGLĂ€FDWD GHL GRFXPHQWL previsti. Il sistema di validazione si basa su GHJOL ;0/ 6FKHPD FKH VRQR FRQIRUPL D 8%/ VRQR VSHFLDOL]]DWL VXL SURĂ€OL G¡XVR GL H%,= includono le regole di contesto (Schematron) che li accompagnano. Questi schemi di validazione perciò consentono di restringere la numerositĂ dei valori da trattare ed il loro range e, proprio grazie alle regole Schematron, permettono di legare i valori di diversi elementi in un insieme coerente (ad esempio se il bene trattato è una scarpa non si può usare la scala taglie basata su small, medium e large). Il servizio di validazione , coordinato da Piero De Sabbata responsabile sviluppo architettura eBIZ, consente GL YHULĂ€FDUH OÂśDGHUHQ]D DOOD VSHFLĂ€FD offrendo un servizio che dovrebbe ridurre i rischi di disallineamento e le discussioni nel momento in cui sistemi di diverse organizzazioni debbono iniziare a scambiarsi dati e a comprendersi reciprocamente. LE AZIENDE DEL TEST

Questa architettura è stata sperimentata sul campo in 17 casi pilota, 13 dei quali individuati con un bando pubblico emesso dal progetto QHO 6HWWHPEUH GHO , UHVWDQWL



La pagina eBIZ-TCF da cui scaricare i processi upstream del calzaturiero - http://spring.bologna.enea.it/ebiz/defaultebiz.asp?versione=SHOENET

quattro,che sono stati in realtà i primi a partire tra cui il Gruppo Zegna (vedi ORFDQGLQD KDQQR ÀQLWR LO SURSULR ciclo di sperimentazione nel 2008, esattamente al momento dell’emissione del bando nel Settembre 2008. Nei progetti pilota, tutti conclusi o in via di completamento, partecipano 150 organizzazioni aziendali ubicate in circa 20 paesi europei.

“fax-economyâ€? per raggiungere livelli di comunicazione fra aziende piĂš HIĂ€FLHQWL GHO ID[ R GHO WHOHIRQR 7XWWL si sono augurati l’avvento massivo di tecnologie di comunicazione digitali FKH VRVWLWXLVFDQR GHĂ€QLWLYDPHQWH la carta, riducano gli errori di digiWD]LRQH H Ă€QDOPHQWH DSUDQR OD YLD D nuovi e piĂš interessanti servizi per le D]LHQGH GHOOD Ă€OLHUD

I RISULTATI DELLA CONFERENZA

NOTE H%,= 7&) H EXVLQHVV 7H[WLOH &ORWKLQJ and Footwear Industries 2 Il Directorate General for Enterprise and Industry è una struttura della Commissione Europea che ha la missione di creare e manWHQHUH OH FRQGL]LRQL DIĂ€QFKp OH LPSUHVH H OH industrie possano competere e prosperare KWWS HF HXURSD HX HQWHUSULVH GJ 3 /D (XURSHDQ $SSDUHO DQG 7H[WLOH &RQIHderation (Confederazione Europea dell’inGXVWULD GHO 7HVVLOH H GHOO¡$EELJOLDPHQWR q un’associazione delle industrie tessili e della confezione europee; come tale ha il compito di favorire lo sviluppo ed l’operativitĂ delle aziende rappresentate all’interno della CoPXQLWj (XURSHD KWWS ZZZ HXUDWH[ RUJ 4 &(& q QRWR FRPH RUJDQLVPR XIĂ€FLDOH GL rappresentanza della industria calzaturiera nella ComunitĂ Europea. Rappresenta le IHGHUD]LRQL QD]LRQDOL GHOO¡(XURSD KWWS ZZZ FHFVKRH EH FHFVKRHBXQFODVV 5 Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile KWWS ZZZ HQHD LW

Nella conferenza, in due giorni di lavoro, si sono avvicendati circa 30 oratori. La maggior parte di loro ha riportato le esperienze fatte nell’adozione dell’architettura proposta da eBIZ nei propri settori di appartenenza. Diversi rappresentanti di Aziende che avevano partecipato ai piloti eBIZ hanno espresso soddisfazione per i risultati raggiunti ed annunciato di volerne adottare la strategia lungo OD Ă€OLHUD GHL ORUR SDUWQHU Accanto ai testimoni dei piloti, non sono mancati ospiti di rilievo politico come Françoise Le Bail, direttore generale della DG Enterprise & Industry della Commisisione Europea, rappresentanti delle associazioni industriali di settore europee – inclusa quella Italiana -, di GS1 e del mondo della standardizzazione Sia gli oratori, sia il pubblico hanno evidenziato la necessitĂ di superare la

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A. Brutti, V. Cerminara, S. Cristiani, P. De Sabbata, N. Gessa, ´8VH 3URĂ€OH 0DQDJHPHQW IRU % % 6WDQGDUG $GRSWLRQ 7KH &DVH RI H%,= 7&)â€?, in proceedings of e-Challenges 2009 FRQIHUHQFH ,VWDQEXO 7XUNH\ 2FWREHU 23 2009, edited by Paul Cunningham and Miriam Cunningham, IIMC International Information Management Corporation /7' 'XEOLQ ,UHODQG ,26 35(66 ,6%1 978-1-905824-13-7. 7 Docente di Management delle imprese delOD PRGD DO 3ROLWHFQLFR GL 0LODQR H &(2 GHOOD societĂ di consulenza HERMES Lab S.r.l. 8 'LUHWWRUH XIĂ€FLR DFTXLVWL PDWHULH SULPH Ă€ODWL H DFFHVVRUL *UXSSR =HJQa 9 )RQWH GDWL (85$7(; VX HODERUD]LRQH (85267$7

ARIANNA BRUTTI

Ricercatrice ENEA, co-Chair GHOO¡8%/ ,7/6&

ANTONIO TOCI

Analista CRM e di Sistemi


APPROFONDIMENTI

Gestione, conservazione e autenticitĂ degli archivi digitali Una sintetica panoramica degli standard e dei modelli internazionali

PIERLUIGI FELICIATI

In una pubblicazione diretta a chi si occupa del settore della gestione e conservazione del digitale sembra inutile sottolineare la complessitĂ del ciclo di vita degli archivi numerici. Molte sono le questioni, come in piĂš occasioni è stato sottolineato anche qui in Italia1, che si intrecciano e succedono, e a tutte deve essere dedicata la giusta attenzione, peraltro neanche una volta per tutte, ma durante l’intero ciclo di vita di quelle particolari aggregazioni di oggetti digitali che sono gli archivi “digital bornâ€?, specie se concepiti come sistemi informativi distribuiti. Sono molti inoltre gli stakeholder che vengono ad essere coinvolti in tale processo, qualunque sia il modello organizzativo che si sia voluto adottare: almeno il soggetto produttore dell’archivio (entitĂ tutt’altro che stabile e univoca nelle sue forme organizzative e nella sua variabilitĂ nel tempo, specie nell’era della “riforma continuaâ€?), i partner tecnologici a vario titolo interessati e i soggetti incaricati della conservazione a lungo termine, questi ultimi non necessariamente coincidenti con le prime due tipologie. 4XHVWL VRJJHWWL H OH ORUR VSHFLĂ€FKH competenze rispetto all’archivio – devono far parte della concezione stessa del sistema informativo distribuito per gli archivi digitali, con tutto quello che questo comporta rispetto alla gestione delle informazioni che li riguardano2. In questo breve contributo mi ripro-

metto di evocare alcune di queste questioni, particolarmente nei loro snodi piĂš critici, attraverso un brevissimo excursus di alcune delle piĂš importanti esperienze internazionali che hanno inteso includere i problemi in modelli DSSOLFDWLYL VXIĂ€FLHQWHPHQWH VWDELOL e testati da poter essere considerati standard di successo. Alla base di questi modelli, va chiarito in anticipo, vi è una certezza ormai consolidata nel contesto internazionale: non esiste una risorsa informativa digitale senza l’accoppiamento di una sequenza di bit con le informazioni sulla rappresentazione che ne è l’origine, insomma della indivisibilitĂ in ambiente digitale tra dati/informazioni/ documenti e metadati 3. Queste coppie dati-metadati sono tra l’altro coppie indissolubili, ma piuttosto promiscue e aperte: la risorsa originaria nel corso della sua long-term life è infatti soggetta ad una serie importante di interventi di autenticazione, elabora]LRQH YHULĂ€FD WUDVIHULPHQWR H DFFHVso effettuati – come si è detto - da vari soggetti, nel tempo mutevoli e dotati YROWD SHU YROWD GHJOL VSHFLĂ€FL GLULWWL necessari. Quindi, se qui non tratterò VSHFLĂ€FDPHQWH GL VFKHPL VWDQGDUG GL metadati amministrativi e gestionali4, non va dimenticato che i modelli di cui dirò si servono di questi schemi come substrato informativo-sintattico del contesto gestionale-tecnologico di cui si propongono di costituire il modello di riferimento 5.

OAIS

Ăˆ inevitabile, detto questo, partire dal modello OAIS – Open Archival Information System (ISO 14721:2003), sviluppato a partire da un mondo piuttosto distante dagli archivi amministrativi: il CCSDS - Consultative Committee for Space Data Systems (Comitato consultivo per i sistemi di dati spaziali), su richiesta dell’ISO, aveva infatti assunto nel 1997 il coordinamento dello sviluppo di standard per l’archiviazione a lungo termine dei dati digitali generati dalle osservazioni geospaziali della NASA. L’opening GHOOD GHĂ€QL]LRQH GHOOR VWDQGDUG YD sottolineato, si riferisce piĂš alle modalitĂ di elaborazione dello standard e alle sue varie possibilitĂ di implemenWD]LRQH FKH DO VXR RELHWWLYR Ă€QDOH FKH non è infatti quello di creare archivi aperti all’accesso di chiunque. Infatti, OAIS è concepito come adatto ad essere adottato da un qualunque contesto di conservazione digitale, sia esso archivistico, bibliotecario o altro, imponendo al tempo stesso gli importanti vincoli di un rigido apparato GHĂ€QLWRULR FKH FKLDULVFH H FLUFRVFULYH tra l’altro, l’importante concetto delle comunitĂ di riferimento (di cui in ogni SURJHWWR q QHFHVVDULR GHĂ€QLUH FDUDWteristiche, natura ed esigenze). OAIS costituisce insomma uno strumento adattabile in ambiti anche molto difIHUHQWL QRQ LPSRQHQGR XQD VSHFLĂ€FD terminologia di dominio e piuttosto rielaborando, “modellizzandoâ€? apiged.it 04.2009

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punto, concetti apparentemente scontati, ma declinati in modo differente da ambiti differenti. /¡DPELHQWH DSSOLFDWLYR GHĂ€QLWR LQ OAIS è composto di quattro entitĂ : i produttori, gli utenti6, il management, l’archivio stesso. Mentre il produttore è quell’entitĂ che deposita le risorse in XQ 2$,6 DIĂ€QFKp HVVH VLDQR FRQVHUvate, in base ad un accordo formale che contiene le regole per questa operazione, l’utente è quell’entitĂ che interagisce con l’archivio per cercare e acquisire le risorse e l’entitĂ responsabile (management) è quella che si occupa delle politiche complessive di un OAIS e ne determina lo sviluppo. Dal punto di vista dell’archivio come aggregazione di risorse informative, OAIS offre un modello per la struttuUD]LRQH GHL GDWL EDVDWR VXOOD GHĂ€QL]LRne di oggetto informativo (information object) come composto da dati (digital objects)7 e da informazioni sulla rappresentazione (representation informations, ovvero metadati), questi ultimi necessari per interpretare correttamente i dati. Il processo gestionale e conservativo deve essere applicato quindi tanto ai dati quanto

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ai metadati; anzi, paradossalmente, occorre prestare maggiore attenzione al sistema di metadati “agganciatoâ€? DO GDWR SRLFKp q VROR GD TXHVWL FKH HPHUJH LO VLJQLĂ€FDWR GHO GDWR DOWULmenti sequenza di bit inerte. Gli oggetti informativi OAIS possono inoltre andare a comporre tre tipi di Information Packages, pacchetti di informazione (IP), veri e propri contenitori concettuali di dati. Ogni scambio di informazione da, per e all’interno dell’archivio avviene attraverso tre tipi di pacchetti: il SIP (Submission Information Package) è il pacchetto di informazioni per l’immissione, utilizzato nella fase di immissione/acquisizione dei dati ed è a cura dal produttore in base ad un Submission Agreement che deve essere formalizzato; l’AIP (Archival Information Package) è il pacchetto per l’archiviazione, quello destinato alla FRQVHUYD]LRQH D OXQJR WHUPLQH LQĂ€QH il DIP (Dissemination Information Package), pacchetto di informazioni per la distribuzione, è il pacchetto trasferito dall’OAIS all’utente in base ad una richiesta di accesso, anch’essa sottomessa ad un controllo dei diritti.

Insomma, le componenti funzionali dell’OAIS, che dovrebbero coprire WXWWL JOL HYHQWL VLJQLĂ€FDWLYL QHO FLFOR GL vita di un archivio digitale, sono: l’immissione (ingest)8, l’archiviazione dei dati (archival storage)9, la gestione dei dati (data management)10, l’accesso (access)1, l’amministrazione dell’archivio (administration)11 e, last but not least (direi, piuttosto, al contrario, SULRULWDULDPHQWH OD SLDQLĂ€FD]LRQH della conservazione (preservation planning)12. A partire dal modello OAI va ricorGDWR FKH q VWDWR GHĂ€QLWR D FXUD GL parte dello stesso gruppo di lavoro, uno standard che si è affermato potentemente nel panorama internazionale dei sistemi informativi distribuiti: O¡2$, 30+ XQ¡HIĂ€FLHQWH SURWRFROOR per la raccolta/allineamento di metadati per sistemi distribuiti, che distingue chiaramente le funzioni dei vari attori coinvolti (prima di tutto tra data providers e service providers) e su cui sono basati i piĂš diffusi software per repository istituzionali. PREMIS

Un contributo importante per af-


frontare le tante problematiche che pone la corretta gestione nel tempo degli archivi digitali OAIS è stato fornito dal Preservation Metadata: Implementation Strategies working group (PREMIS WG), un gruppo di lavoro internazionale sulle strategie di implementazione dei metadati di conservazione in attivitĂ - dal giugno 2003 - per iniziativa dell’OCL - Online Computer Library Center e del RLG - Research Libraries Group. Nel maggio 2005 questo gruppo ha pubblicato un rapporto conclusivo, che includeva un modello per i metadati di conservazione (il PREMIS model) ed un primo dizionario dei dati, aggiornato poi nel marzo 2008. Il modello tenta di sopperire alle attuali necessitĂ di implementazione pratica e di interoperabilitĂ per gli archivi digitali destinati alla long-term preservation e facilita le transazioni degli oggetti, particolarmente per garantire la documentazione degli oggetti nel tempo. Che differenza c’è tra i modelli di metadati gestionali-amministrativi cui si è accennato e PREMIS? Prima di tutto quest’ultimo include strutturalmente due elementi fondamentali che entrano in gioco per la conservazione

digitale: la dinamica degli eventi nel tempo e i ruoli/diritti dei diversi agenti – umani o software – coinvolti. In particolare, PREMIS tenta di coprire le cinque aree considerate dal gruppo di lavoro rilevanti per la conservazione: la provenienza, ovvero le informazioni storiche sulla custodia dell’oggetto digitale, dalla sua creazione, ogni successivo cambio GL FXVWRGLD Ă€VLFD H R GL SURSULHWj l’autenticitĂ , cioè le informazioni sufĂ€FLHQWL D YDOLGDUH FKH O¡RJJHWWR GLJLWDOH dell’archivio è proprio quello che si presuppone sia e che non sia stato alterato, intenzionalmente e non, in PRGR QRQ GRFXPHQWDWR OH DWWLYLWj di conservazione, le azioni intraprese per conservare l’oggetto digitale e qualsiasi conseguenza di tali azioni che impattino su forma, percezione R IXQ]LRQDOLWj GHOO¡RJJHWWR O¡DPELHQWH tecnologico, ovvero hardware, sistema operativo e applicazioni software necessarie a rappresentare ed usare l’oggetto digitale nello stato in cui viene correntemente conservato nel GHSRVLWR LQĂ€QH OD JHVWLRQH GHL GLULWWL qualsiasi diritto connesso che possa limitare i poteri del deposito di intraprendere azioni per preservare l’og-

getto digitale e per rendere accessibile l’oggetto agli utenti attuali e futuri. Il modello dati PREMIS, per questi scopi, è composto di entitĂ , di relazioni tra entitĂ e dalle loro proprietĂ (chiamate unitĂ semantiche per evitaUH TXDOXQTXH ULJLGLWj GHĂ€QLWRULD 3DUtendo dalle entitĂ , ne sono individuate cinque tipi: l’entitĂ intellettuale (un insieme coerente di contenuti concepito come un’unitĂ ), che comprende uno o piĂš oggetti digitali (che essi siaQR Ă€OH ELWVWUHDP R UDSSUHVHQWD]LRQL cioè parti strutturali, ma separate di un entitĂ intellettuale). Questi oggetti partecipano nel tempo a eventi (un’altra delle entitĂ -base di PREMIS), voluti/eseguiti da agenti (una persona, un’organizzazione o un programma software associato agli eventi di conservazione nella vita di un oggetto) abilitati a compierli sulla base di diritti (o meglio di asserzioni di diritti), a loro volta relazionati con gli oggetti, perchĂŠ li riguardano direttamente. Queste cinque entitĂ sono connesse GD VSHFLĂ€FKH UHOD]LRQL R PHJOLR VL noti l’importanza di tale precisazione, da associazioni tra le istanze delle entitĂ nel tempo), che sono distinte tra relazioni strutturali, di derivazione

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o di dipendenza e sono comunque concepite come informazioni di collegamento incluse tra le informazioni di un’entitĂ A come puntatore all’altra HQWLWj FRUUHODWD ,QĂ€QH OH SURSULHWj GHOOH HQWLWj OH XQLWj VHPDQWLFKH possono essere anche contenitori che raggruppano un insieme di unitĂ semantiche correlate. Il modello e il dizionario PREMIS sono il risultato di un processo di costruzione di consenso internazionale H PXOWLGLVFLSOLQDUH FKH SXz DFFUHVFHUH le opportunitĂ di applicazione nei diYHUVL WLSL GL LVWLWX]LRQL GL VFHQDUL GHOOD conservazione digitale e di sistemi di LPSOHPHQWD]LRQH DQFKH VH QRQ q GDWR VDSHUH FRQ FHUWH]]D VH O¡HIĂ€FDFLD VDUj davvero ampia e soprattutto durevole QHO WHPSR 0HQWUH QHO 5HJQR 8QLWR LQ *HUPDQLD LQ 6YH]LD H LQ $XVWUDOLD oltre che naturalmente in ambito OCLC e della Library of Congress VWDWXQLWHQVH VRQR VWDWL DYYLDWL LQWHressanti progetti di applicazione di 35(0,6 YDOH D GLUH GL DGDWWDPHQWR GHO PRGHOOR DOOH HVLJHQ]H GL VSHFLĂ€FL FRQWHVWL DSSOLFDWLYL LQ ,WDOLD YDQQR segnalati l’iniziativa della Fondazione 5LQDVFLPHQWR 'LJLWDOH GL )LUHQ]H FKH ha organizzato un tutorial e un workshop su PREMIS lo scorso febbraio e l’attivitĂ di mappatura-dialogo tra il SURĂ€OR DSSOLFDWLYR GL PHWDGDWL JHVWLRnali MAG e il modello PREMIS. CASPAR

,QĂ€QH SHU FRQFOXGHUH YRJOLR FLWDUH XQ PRGHOOR GLYHUVR GDL GXH SUHVHQWDWL perchĂŠ focalizzato su un singolo aspetWR SXU FHQWUDOH QHOOD YLWD GHJOL DUFKLYL digitali: l’autenticitĂ . Un gruppo di lavoro ad hoc nell’ambito del progetWR LQWHUQD]LRQDOH &$63$5 &XOWXUDO $UWLVWLF DQG 6FLHQWLĂ€F NQRZOHGJH IRU 3UHVHUYDWLRQ $FFHVV DQG 5HWULHYDO KD infatti elaborato un Authenticity ProWRFRO FKH GHĂ€QLVFH O¡DXWHQWLFLWj FRPH un processo complesso che interagisce con le altre entitĂ nel ciclo di vita di un archivio digitale. /¡DXWHQWLFLWj q LQIDWWL XQ SDVVDJJLR chiave per la conservazione archivistiFD FRPSRVWD GDOOD VRPPD GL LGHQWLWj (tutte le caratteristiche di una risorsa FKH OD LGHQWLĂ€FDQR LQ PRGR XQLYRFR e la distinguono da qualsiasi altra) piĂš LQWHJULWj XQD ULVRUVD q LQWHJUD TXDQ-

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GR q FRPSOHWD H LQFRUURWWD LQ WXWWL L suoi aspetti essenziali: non solo della VHTXHQ]D GL ELW PD DQFKH GHOOD UDSpresentazione intellettuale). Il modelOR FRQFHWWXDOH &$63$5 q Ă€QDOL]]DWR dunque a descrivere dinamicamente LO SURĂ€OR GHOO¡DXWHQWLFLWj LQ DPELHQWH GLJLWDOH FRVWUXHQGR XQR ´VWUXPHQWR di gestione dell’autenticitĂ â€? che serva a controllare i protocolli e le proceduUH GXUDQWH WXWWD OD FDWHQD GL FXVWRGLD comprendendo sia uno o piĂš schemi di metadati che raccolgano gli attributi utili a catturare le informazioni pertinenti per l’autenticitĂ (PREMIS sembrerebbe in questo senso il modello di riferimento) sia appunto un protocollo di gestione dell’autenticitĂ . L’Authenticity Protocol (abbreviato LQ $3 SUHYHGH GLYHUVL VWHS GHĂ€QLWL $XWKHQWLFLW\ 6WHS $6 DSSOLFDWL DG una classe di oggetti dotati di caratteristiche uniformi ed effettuati da una classe di agenti che possono essere umani o non-umani. L’attuazione di un AP prende forma in un protocollo di esecuzione d’autenticitĂ (AuthentiFLW\ 3URWRFRO ([HFXWLRQ ² $3( FRstituito a sua volta da diversi AuthenWLFLW\ 6WHS ([HFXWLRQV $6( GL FXL ognuno contiene alcune informazioni FLUFD O¡HVHFX]LRQH WUD FXL JOL DWWRUL OH GDWH H L OXRJKL L FRQWHVWL , ULVXOWDWL degli APE devono naturalmente essere documentati: l’Authenticity Step Execution Report documenta i singoli step esecutivi compiuti e raccoglie tutti i valori associati con gli elementi DQDOL]]DWL PHQWUH OD UHOD]LRQH Ă€QDOH (Authenticity Protocol Execution Evaluation) fornisce una serie completa di informazioni sulla cui base un attore (manualmente o automaticamente) SXz IRUPDUVL XQ JLXGL]LR RYYHUR una valutazione esatta e documentata sull’autenticitĂ della risorsa. &RPH VSHUR GL DYHU EHQ VSLHJDWR L tre standard – pur se nati in contesti diversi - sono strettamente intrecciati tra di loro per offrire agli implemenWDWRUL XQ PRGHOOR ² FRPSOHVVR FHUWR PD HIĂ€FDFH ² FKH SRVVD JDUDQWLUH OD buona gestione nel tempo di un archivio digitale. NOTE 1

&IU DG HVHPSLR ) 9DODFFKL /D PHPRULD integrata nell’era digitale. Continuità archivi-

VWLFD H LQQRYD]LRQH WHFQRORJLFD 7LWLYLOOXV 3LVD 2006; 0 *XHUFLR ² * 0DULQHOOL /D FRQVHUYD]LRQH delle memorie digitali: un quadro di riferimenWR SHU XQ SURJHWWR DSSOLFDWLYR LQ ´$UFKLYL &RPSXWHUÂľ D ;9,, IDVF SS 6 3LJOLDSRFR /H IDVL GHO SURFHVVR GL FRQVHUYD]LRQH GLJLWDOH LQ ´$UFKLYL &RPSXWHUÂľ DQQR ;9,, IDVF SS 2 8Q 2SHQ $UFKLYDO ,QIRUPDWLRQ 6\VWHP DG HVHPSLR YHGL SL DYDQWL q XQ ´DUFKLYLR inteso come struttura organizzata di persone e VLVWHPL FKH DFFHWWL OD UHVSRQVDELOLWj GL FRQVHUvare l’informazione e renderla disponibile per una comunitĂ di riferimentoâ€?. /D GHĂ€QL]LRQH GL RJJHWWR GLJLWDOH GDWD REMHFW in ambito Open Archive Information System HYLGHQ]LD TXHVWR DVVLRPD ´2JJHWWR FRVWLWXLWR GD XQ LQVLHPH GL VHTXHQ]H GL ELWÂľFKH ´LQVLHPH con le informazioni sulla sua rappresentazione costituisce un oggetto informativoâ€?; cfr. OAIS. Sistema Informativo aperto per l’archiYLD]LRQH D FXUD GL * 0LFKHWWL 5RPD ,&&8 7HUPLQRORJLD S 4 %DVWL FLWDUH TXL 0(76 0HWDGDWD (QFRGLQJ DQG 7UDQVPLVVLRQ 6WDQGDUG VYLOXSSDWR GDOOD /LEUDU\ RI &RQJUHVV PDQWHQXWR GDO suo Network Development and MARC 6WDQGDUGV 2IĂ€FH VX FXL FIU KWWS ZZZ ORF JRY VWDQGDUGV PHWV R LO GRFXPHQWR introduttivo sullo schema tradotto in italiano D FXUD GL $QJHOD 'L ,RULR LQ KWWS ZZZ ORF JRY VWDQGDUGV PHWV 0(76LWD KWPO RSSXUH 03(* ','/ 'LJLWDO ,WHP 'HFODUDWLRQ /DQJXDJH ,62 ,(& VX FXL FIU KWWS ZZZ FKLDULJOLRQH RUJ PSHJ VWDQGDUGV PSHJ PSHJ KWP ,QĂ€QH SHU orgoglio patrio va citato anche l’application SURĂ€OH 0$* ² 0HWDGDWL $PPLQLVWUDWLYL H Gestionali (per gli oggetti digitalizzati piĂš che SHU TXHOOL GLJLWDO ERUQ VX FXL FIU H SDJLQH GHO sito web dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico raggiungibili a partire da quella del &RPLWDWR 0$* KWWS ZZZ LFFX VEQ LW JHQHUD MVS"LG 6L WUDWWD SHU WXWWL GL VFKHPL ampiamente diffusi e applicati allo scopo di JHVWLUH FRQ HIĂ€FDFLD UHSRVLWRU\ GLJLWDOL Un recente contributo che esamina con piĂš dettaglio gli standard attuali per la gestione e FRQVHUYD]LRQH GHL UHSRVLWRU\ GLJLWDOL q TXHOOR di Muriel Foulonneau e Francis AnGUp ,QYHstigative Study of Standards for Digital ReSRVLWRULHV DQG 5HODWHG 6HUYLFHV $PVWHUGDP 8QLYHUVLW\ 3UHVV $PVWHUGDP IUXWWR GHL risultati del progetto DRIVER – Digital Repository Infrastructure Vision for European 5HVHDUFK SHU FXL YHGL KWWS ZZZ GULYHU UHSRVLWRU\ HX ,QWHUHVVDQWH H SL FRQFHQWUDWR


Metadata Harvesting, version 2.0, su cui cfr. http://www.openarchives.org/OAI/openarchivesprotocol.html. 9 PiĂš precisamente, la Fondazione insieme al Ministero per i Beni e le AttivitĂ Culturali e alla Library of Congress hanno organizzato a Roma, a febbraio 2009, due giorni di Workshop, composto da un Tutorial e da una Tavola Rotonda. Il programma delle due giornate e tutti gli interventi in http://rinascimentodigitale.net/PREMIS-workshop.phtml. 10 Il progetto ha tra i suoi scopi principali l’’implementazione, l’estensione e la validazione dell’OAIS , si è focalizzato sulla gestione dei diritti nel ciclo di vita degli archivi digitali. Cfr. http://www.casparpreserves.eu/. 11 Cfr. M. Factor et al. (IBM Research Lab in Haifa, Israel), G. Michetti e M. Guercio (UniversitĂ di Urbino, Italy), Authenticity and Provenance in Long Term Digital Preservation: Modeling and Implementation in Preservation Aware Storage, in http://www. casparpreserves.eu/Members/metaware/

sui contesti archivistici è l’intervento di Wendy Duff, Metadata in Digital Preservation: Setting the Scene, paper for the ERPANET seminar, Marburg 2003, in http://www. erpanet.org/events/2003/marburg/presentations/erpaTraining-Marburg_Duff.pdf. 6 Su cui, oltre al documento pubblico Reference Model for an Open Archival Information System (OAIS), in http://public.ccsds.org/ publications/archive/650x0b1.pdf, si rimanda al volume italiano OAIS. Sistema Informativo aperto per l’archiviazione, cit. Inoltre, è molto interessante il Deliverable CASPAR (vedi piĂš avanti) dal titolo Review of state of the art sull’applicazione di OAIS rispetto alla conservazione delle risorse digitali, in http:// www.casparpreserves.eu/Members/cclrc/ Deliverables/review-of-state-of-the-art-1/ DWBGRZQORDG Ă€OH 7 La comunitĂ di riferimento è una particolare classe di utenti, dotata della capacitĂ di comprendere l’informazione conservata. 8 The Open Archives Initiative Protocol for

Papers/authenticity-and-provenance-in-longterm-digital-preservation-modeling-and-implementation-in-preservation-aware-storage/. 12 Il Modello ISO “Open Archival Information System� [Fonte: OAIS reference model (ISO – 14721 – 2002)]

PIERLUIGI FELICIATI

Professore aggregato di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso l’Università di Macerata

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(in base alle normative vigenti, l’IVA (4%) sul costo dell’abbonamento è a carico dell’editore. Pertanto la ULFHYXWD GHO YHUVDPHQWR LQ &RQWR &RUUHQWH FRVWLWXLVFH GRFXPHQWR OLEHUDWRULR DG RJQL HIIHWWR Ă€VFDOPHQWH YDOLGR

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& & EDQFDULR Q D IDYRUH GL ,7(5 VX %DQFD ,QWHVD )LO 3 OH /RUHWR 0LODQR $%, &$% &,1 < VSHFLĂ€FDQGR QRPH GHOOD WHVWDWD

$XWRUL]]R OŇ‹XVR GHL GDWL GD SDUWH GHOOŇ‹HGLWRUH QHO SLHQR ULVSHWWR GHO 'HFUHWR OHJLVODWLYR


APPROFONDIMENTI

Riconoscimento ottico off-line della scrittura manoscritta in corsivo Un progetto di ricerca “made in Italy�

FRANCESCO PUCINO

LA LETTURA OTTICA

La lettura ottica consiste, essenzialmente, nel convertire automaticamente testo stampato su supporto cartaceo in testo digitale esattamente come se fosse stato immesso da un operatore alla tastiera di un computer. Il problema del riconoscimento ottico di testo stampato o dattiloscritto si può considerare ormai risolto da tempo e la tecnologia di ULIHULPHQWR YLHQH LGHQWLĂ€FDWD FRQ l’acronimo di OCR, Optical Character Recognition. La stessa cosa può dirsi relativamente al riconoscimento del testo scritto a mano in stampatello, la cui tecnologia di riferimento viene LGHQWLĂ€FDWD FRQ O¡DFURQLPR GL ,&5 Intelligent Character Recognition. Quello che invece resta un problema aperto, un campo di ricerca attivo, è il riconoscimento ottico di testo manoscritto in corsivo. RICONOSCIMENTO ON-LINE ED OFF-LINE

All’interno del riconoscimento della scrittura manoscritta in corsivo bisogna fare un’ulteriore importantissima distinzione tra riconoscimento on-line e riconoscimento off-line. Quando si parla di riconoscimento della scrittura on-line si fa riferimento alla tecnologia che serve a riconoscere parole scritte su dispo-

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sitivi in grado di produrre informazioni spazio-temporali relative ai movimenti della penna effettuati dallo scrivente. In pratica il riconoscimento avviene su dati vettoriali, costituiti dalle coordinate dei tratti d’inchiostro e dai pen-up/pendown campionati in tempo reale durante la scrittura. Si tratta quindi dell’analisi di una rappresentazione dinamica della scrittura. Parlando invece di riconoscimento della scrittura off-line si fa riferimento alla tecnologia che serve a riconoscere parole scritte su supporti cartacei in cui è presente la sola rappresentazione come immagine del testo da riconoscere. In pratica il riconoscimento avviene su dati raster, costituiti dai soli pixel accesi/spenti ottenuti dalla digitalizzazione del supporto cartaceo mediante scanner. Si tratta quindi dell’analisi di una rappresentazione statica della scrittura. Tramite un PDA o un tablet PC si può facilmente sperimentare l’input di testi utilizzando il riconoscimento della scrittura corsiva on-line talvolta in esso integrato; tale tecnologia è infatti largamente impiegata in dispositivi che richiedono l’input mediante l’utilizzo di XQD SHQQD HG XQD WDYROHWWD JUDĂ€FD o un touch screen. Al contrario, è molto raro trovare pacchetti software in grado di

effettuare il riconoscimento della scrittura off-line su immagini e documenti acquisiti da scanner: ciò q GRYXWR DOO¡LQWULQVHFD GLIĂ€FROWj QHO riconoscimento off-line di operare VX XQD TXDQWLWj GL LQIRUPD]LRQL nettamente inferiore e molto piĂš “rumoroseâ€? rispetto a quelle su cui lavora il riconoscimento on-line. LE MOTIVAZIONI DEL PROGETTO

La tecnologia disponibile prima del nuovo sviluppo ha un requisito fondamentale che in molti casi non è un problema, ma che in alcune circostanze può rappresentare un grosso limite: per ogni tipo di dato da leggere è richiesto l’utilizzo di un dizionario che contenga tutte le possibili parole che possono essere riconosciute. In pratica, per poter riconoscere un “nomeâ€? ed un “cognomeâ€? è necessario avere a disposizione un dizionario di nomi ed un dizionario di cognomi che contengano tutti i possibili item riconoscibili. Pertanto se si sottoponesse al sistema un’immagine contenente una parola non contenuta nel dizionario, si riceverebbe come risultato la parola piĂš simile tra quelle contenute nel dizionario, senza che il sistema possa tentare di produrre in output la parola sconosciuta. 2OWUH DOOD GLIĂ€FROWj GL GRYHUVL SUR-


tre anni di ricerca e sperimentazione per venire alla luce. L’architettura è costituita da diversi sotto-sistemi specializzati che, a partire dall’immagine della parola da riconoscere, riescono a produrre la sua rappresentazione in termini di caratteri. Per comprenderne il funzionamento possiamo brevemente descrivere le diverse fasi svolte in sequenza dai diversi sotto-sistemi che agiscono in cascata. Figura 1 – A sinistra due parole costituenti un ipotetico reference set; a destra alcune parole che è possibile derivare dal reference set

curare i dizionari da utilizzare e di non poter leggere parole extradizionario, neppure se scritte in modo ideale, un ulteriore problema è dato dall’elevato tasso di errore riscontrabile in applicazioni reali all’aumentare delle dimensioni del dizionario, tale da consentirne l’uso solo in ambiti circoscritti. Da queste considerazioni la Recogniform Technologies, azienda totalmente italiana a capitale privato, diversi anni or sono ha pensato di avviare un nuovo progetto di ricerca afferente appunto il riconoscimento ottico della scrittura manoscritta corsiva, con l’obiettivo di realizzare una tecnologia utilizzabile anche senza l’ausilio di vocabolari e con WDVVL GL ULFRQRVFLPHQWR VXIÀFLHQtemente elevati da poter essere utiOL]]DWD FRQ SURÀWWR LQ RJQL DPELWR applicativo. L’IDEA DI BASE

Alla base dell’innovativo progetto di ricerca c’è la semplice idea di poter ULFRQRVFHUH OH SDUROH LGHQWLÀFDQGRne delle sotto-sequenze mediante il confronto di tratti di inchiostro contenuti in un reference set. Un esempio molto semplicistico è quello di un reference set contenente le sole parole “problema” e “valore”, da cui poter riconoscere le parole “prova”, “malore”, “prore”, “mare”, “arma”, “roma” e così via.

Tuttavia, la variabilità nella forma del manoscritto corsivo prodotto da una popolazione di scriventi si traduce nella possibilità che scriventi appartenenti allo stesso gruppo possano usare N grafemi diversi per rappresentare lo stesso N-gramma. In altre parole, la variabilità del modo di scrivere è tale che la stessa cosa può essere scritta in modi anche molto diversi tra loro, secondo lo stile di scrittura di ciascuno. Con riferimento all’esempio di cui sopra, se scrivessimo le due sillabe della parola “prova” in maniera completamente diversa rispetto alle stesse presenti in “problema” e “valore” potremmo non essere in grado di riconoscere correttamente il testo. Da ciò deriva la necessità di associare ad ogni grafema il/i possibili Ngramma/i di riferimento, secondo complessi algoritmi di probabilità congiunte in grado di portare all’interpretazione corretta della parola. I RISULTATI

La tecnologia di riconoscimento per il manoscritto corsivo off-line sviluppata dalla Recogniform Technologies è stata battezzata CHR, Cursive Handwritten Recognition, ed ha richiesto la collaborazione di prestigiosi laboratori universitari italiani, ingenti investimenti e più di

La prima fase si occupa del preprocessing dell’immagine, cioè della pulizia e della normalizzazione del tratto di inchiostro. Ciascuna parola viene raddrizzata, viene pulita da punti spuri e sporco, ne viene corretta l’inclinazione del tratto, viene normalizzato il rapporto tra core, ascender e descender.

Figura 2 – Le stroke elementari generate dalla fase di sbrogliatura e segmentazione di una parola

Successivamente ci si fa carico della sbrogliatura: in pratica si tenta di ricostruire la sequenza dinamica dei tratti d’inchiostro così come sono stati presumibilmente tracciati dallo scrivente. Questa è l’operazione più delicata: il maggiore o minore successo di questa fase, determinato dalla qualità dell’immagine e dallo stile di scrittura utilizzato, decreta OD ERQWj GHOO·LQWHUSUHWD]LRQH ÀQDOH A valle di tale processo la parola risulta suddivisa in sequenze di tratti, ognuno dei quali corrisponde alla traccia d’inchiostro prodotta dallo scrivente tra l’istante di tempo in cui viene poggiata la penna sul foglio e l’istante di tempo in cui la penna viene sollevata interrompeniged.it 04.2009

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adiacenti vengono generati cambi GL FXUYDWXUD VLJQLĂ€FDWLYL LO SURFHVso di segmentazione posiziona dei punti di taglio in corrispondenza dei tratti di inchiostro nei quali si YHULĂ€FDQR L FDPEL GL FXUYD SL ULOHvanti, tentando di scartare le variazioni di curvatura spurie comunque generate dai processi di scrittura e di digitalizzazione.

nua ad investire molto sulla ricerca, per mantenere il vantaggio competitivo tecnologico che ha verso i concorrenti, con l’obiettivo di PLJOLRUDUH XOWHULRUPHQWH TXDQWR JLj sviluppato e con l’ambizione di diventare una delle principali aziende di riferimento in questo settore.

Nella seguente fase di descrizione, ciascuna stroke precedentemente LGHQWLĂ€FDWD GDO SURFHVVR GL VHJPHQtazione viene etichettata in base al suo cambio di curvatura, opportunamente quantizzato. Figura 3 – Una applicazione di esempio che interfaccia il motore di riconoscimento CHR che è stato implementato: la parola è stata riconosciuta correttamente come “letturaâ€? e gli è stata attribuita una conďŹ denza dell’ 80%

do momentaneamente la sequenza di scrittura. La successiva fase di segmentazione genera dei tratti atomici che corrispondono agli atti motori elementari eseguiti dallo scrivente. Infatti, in accordo agli studi sulla generazione della scrittura corsiva, i movimenti complessi necessari per produrre la scrittura corsiva possono essere visti come una composizione di movimenti elementari che corrispondono a forme elementari, chiamate stroke. Tali stroke vengono tracciate una di seguito all’altra H OD VFULWWXUD ULVXOWD Ă XHQWH D FDXVD della sovrapposizione temporale dei movimenti elementari che producono le stroke. Le stroke rappresentano quindi le primitive di forma che ciascuno scrivente utilizza nel processo di scrittura e rilevanti studi effettuati nel campo della visione hanno mostrato che la curvatura dei tratti gioca un ruolo chiave nella percezione delle forme e della loro composizione. Dal momento che è noto che in corrispondenza dei tratti di connessione tra stroke

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La penultima fase, il matching, consiste nel confrontare tratti di inchiostro relativi alla parola da riconoscere con quelli relativi ad un insieme di parole di riferimento di cui è disponibile anche la trascrizione in codice ASCII. In questo modo vengono estratte le sequenze di stroke simili e con esse le possibili interpretazioni. ,QĂ€QH LO SURFHVVR q FRQFOXVR FRQ OD IDVH GL FODVVLĂ€FD]LRQH FKH SURGXFH le possibili interpretazioni della parola andando a considerare tutte le possibili combinazioni dei match ottenuti dalla fase precedente e calcolando contestualmente un livello GL DIĂ€GDELOLWj Come si evince, l’architettura risulta piuttosto complessa, particolarPHQWH LQ YLUW GHOOD GLIĂ€FROWj GHO compito da svolgere, ma i risultati che si stanno ottenendo sulle prime applicazioni in laboratorio sono sorprendenti ed estremamente incoraggianti. CONCLUSIONI

Con la conclusione di questo progetto di ricerca è stato compiuto un importante passo avanti sul riconoscimento ottico della scrittura manoscritta off-line, a dimostrazione FKH OD FUHDWLYLWj H OD FRPSHWHQ]D LWDliane sono all’altezza della situazione anche in settori particolari dominati dalle grandi aziende americane. Recogniform Technologies conti-

FRANCESCO PUCINO

Cofondatore e CEO di Recogniform Technologies SpA e membro IEEE ed AIIM



$3352)21',0(17,

Le informazioni, asset strategico e critico dell’azienda Esigenza di una strategia integrata nella gestione delle informazioni CARLO GUARINO

Da una ricerca di IDC 1 risulta che il 30% delle informazioni che gestiamo sono legate al business e che tra il 2006 e 2011 le informazioni a cui abbiamo accesso cresceranno di 10 volte. Da ciò si può intuire come la strategia adottata per la gestione delle inforPD]LRQL LQĂ XLVFD VXO VXFFHVVR GL XQD azienda. Ăˆ incontrovertibile che la mole di informazioni che un’organizzazione ed i suoi membri dovranno gestire crescerĂ sempre piĂš e che, se non si pone in essere un’attenta ed HIĂ€FDFH VWUDWHJLD JOL LPSDWWL QHJDWLYL FKH QH FRQVHJXRQR VL ULĂ HWWRQR VX tutta l’azienda ponendo a rischio il perseguimento dei risultati stessi. 4XDQWR SRVVRQR FRVWDUH OH LQHIĂ€cienze causate dal tempo sprecato nel localizzare i documenti di cui si ha bisogno? Si pensi che in media il 10% di una giornata lavorativa di un dipendente è impiegato per localizzare i documenti. Si pensi al tempo sprecato per ricreare documenti che giĂ sono presenti in azienda solo perchĂŠ si crede che sia piĂš facile riprodurre l’informazione ricercata piuttosto che cercarla. Si pensi al tempo sprecato per capire quale sia l’ultima versione disponibile di un documento. 6L SHQVL LQĂ€QH DL FRVWL OHJDWL DOOD FDSDcitĂ di storage richiesta per archiviare tutti i documenti duplicati. Per non considerare il tempo che facciamo sprecare ai colleghi quando chiediamo aiuto o supporto nella ricerca di un documento. A quanti rischi si è sottoposti nella

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gestione delle informazioni? I documenti critici aziendali sono archiviati, spesso anche esclusivamente, su computer portatili che in qualsiasi momento possono andare persi, rubati o comunque danneggiati. Inoltre, i documenti storicizzati centralmente su dischi di rete se cancellati possono essere recuperati da sistemi di back con una tempistica piĂš o meno lunga, ammesso sempre che tali sistemi siano stati realizzati ed utilizzati. 3HUWDQWR q QHFHVVDULR GHĂ€QLUH XQD strategia integrata nella gestione delle informazioni e dei documenti che dovrĂ puntare al conseguimento dei seguenti tre obiettivi: riduzione dei costi; miglioramento della produttivitĂ ; riduzione dei rischi. /D VWUDWHJLD GHĂ€QLWD GRYUj SRJJLDUH OH sue basi necessariamente su di un Sistema di Gestione Documentale (DMS) e/o Enterprise Content Management (ECM) attraverso cui velocizzare i processi di business, ottimizzare i costi e contribuire al risultato aziendale. Di seguito i 7 punti da seguire per una realizzazione di successo: GHĂ€QL]LRQH GHJOL RELHWWLYL GD SHUVHguire coerenti con quelli aziendali; GHĂ€QL]LRQH GL XQD VWUDWHJLD XQLWDULD delle informazioni a livello Enterprise; sponsorship del top management e coinvolgimento diffuso in azienda; GHĂ€QL]LRQH H PLVXUD]LRQH GHL .3, .H\ 3HUIRUPDQFH ,QGLFDWRUV costruzione di un Business Case con GHĂ€QL]LRQH 52, H 3D\ %DFN 3HULRG adozione della strategia per aree

D]LHQGDOL GHĂ€QHQGR H DVVHJQDQGR OH prioritĂ ai sub-progetti; YHULĂ€FKH LQWHUPHGLH SHU D]LRQL FRUrettive. SELF ASSESSMENT TOOL

Se si intende affrontare un progetto di ottimizzazione della gestione delle LQIRUPD]LRQL H GHL GRFXPHQWL DO Ă€QH di fornire uno strumento a supporto delle decisioni di investimento, Interzen Consulting mette a disposizione uno strumento on-line www. zenshare.it/self_assessment_tool di autovalutazione per calcolare i beneĂ€FL HFRQRPLFL UDJJLXQJLELOL , ULVXOWDWL ottenuti da questo strumento online costituiscono il primo passo nel processo di valutazione di un progetto di realizzazione di un sistema di gestione documentale; step successivi sono il FDOFROR GHO 52, H GHO 3D\ %DFN 3HULRG per la cui valorizzazione è necessario approfondire le esigenze aziendali in termini di aree di intervento. NOTE IDC è leader mondiale nell’ambito della ricerca di mercato, dei servizi di consulenza QHL VHWWRUL GHOO¡LQIRUPDWLRQ WHFKQRORJ\ delle telecomunicazioni e della tecnologia consumer. 1

CARLO GUARINO

Amministratore Delegato di Interzen Consulting S.r.L.


ESPERIENZE

Dematerializzare 60.000 fatture l’anno? Un gioco da ragazzi! Clementoni ha avviato un progetto di process e document management che parte dall’archiviazione e conservazione automatica dei documenti contabili e si espande fino alla gestione della corrispondenza e all’attivazione di processi di approvazione nel ciclo passivo. Gli obiettivi: migliorare l’efficienza operativa e favorire comunicazione e collaborazione FRANCESCA MORGANTI

Clementoni Spa è l’azienda italiana con una leadership consolidata nel mondo dei giochi educativi. Tra i molti prodotti di successo Sapientino, brand sinonimo di divertimento educativo. I prodotti a catalogo sono più di 500 e sono rivolti ai bambini di tutte le età; i giochi sono tradotti in 16 lingue e distribuiti in 56 Paesi, dove la ClemenWRQL RSHUD WUDPLWH ÀOLDOL FRPPHUFLDOL (Germania, Spagna, Francia) e una sede operativa ad Hong Kong. LE ESIGENZE

“Avevamo l’esigenza di conservare i documenti contabili del ciclo attivo e passivo, a cominciare dalle circa 60.000 fatture, in modo da reperirli velocemente quando servono e non essere obbligati a conservarne le copie cartacee il cui ingombro risulta sempre più oneroso” spiega il dott. Erminio Copparo, Direttore Finanza e Controllo in Clementoni Group e promotore del progetto. “La conservazione dei registri contabili riguardava circa 15.000 pagine/anno, inoltre si voleva affrontare l’archiviazione della corrispondenza clienti: e-mail, lettere, fax ... Abbiamo scelto la soluzione softCase di Metisoft perché basata su Microsoft SharePoint, piattaforma già presente in azienda che garantisce sviluppi al passo con le evoluzioni WHFQRORJLFKH H OD ÁHVVLELOLWj QHFHVVDULD D IRUQLre risposte anche ad esigenze non immediate: iged.it 04.2009

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le prospettive si ampliano ad un progetto non circoscritto al solo ambito documentale, ed estendibile a più aree aziendali, favorendo condivisione di conoscenza e collaborazione. SoftCase ci ha consentito di sfruttare appieno le caratteristiche delle periferiche multifunzione già installate in azienda, ora integrate nella soluzione per l’automazione dei processi e dei documenti ad essi correlati”. IL PROGETTO

Il progetto ha coinvolto, oltre al personale Metisoft, il personale dei sistemi informativi dell’azienda ed i principali XWLOL]]DWRUL H WHVWHU GHJOL XIÀFL FRQWDbile/amministrativo. A partire dal 1° gennaio 2009, tutte le fatture del ciclo attivo vengono archiviate tramite il modulo software softPrint in un’apposita lista del sito creato e gestito con Microsoft SharePoint. Assieme all’immagine dei documenti sono memorizzati anche i dati aggiuntivi estratti dal database dell’ERP in uso. Le fatture subiscono anche un processo di conservazione sostitutiva a norma di legge (con il modulo softHold), dopo il quale il cliente può tranquillamente distruggere i rispettivi documenti cartacei. Tutti i restanti documenti del ciclo attivo (bolle ed ordini) sono archiviati tramite softPrint in apposite liste del sito; il cliente ha la possibilità di effettuarne la conservazione sostitutiva a norma di legge con softHold. Tutti i documenti del ciclo passivo vengono archiviati (tramite softScan) in apposite liste del sito creato e gestito con Sharepoint. Il processo di acquisizione avviene tramite scansione dei documenti, acquisizione dell’immagine prodotta ed

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eventuale ricerca di dati aggiuntivi nel database dell’ERP del cliente. Anche i libri contabili sono archiviati (tramite softPrint) in apposite liste dello stesso sito. Gli utenti hanno anche la possibilità di gestire e condividere in un’apposita lista del sito i documenti “standard” della corrispondenza con i clienti: lettere, fax ed email. Il processo di acquisizione è diYHUVLÀFDWR VHFRQGR OD WLSRORJLD GHO documento: le lettere e i fax vengono archiviati (tramite softScan) attraverso la scansione dei documenti stessi, mentre le email (in ingresso e o uscita) sono inserite nella stessa lista attraverso un processo di acquisizione automatico. Nel nuovo sistema integrato, per ogni documento contabile attivo o passivo l’utente dispone di tutti i documenti correlati (es.: fattura, relativi ordini e bolle). Ë VWDWR FUHDWR XQ DSSRVLWR ZRUN ÁRZ che gestisce le fasi previste per l’approvazione di alcune tipologie di fatture d’acquisto con i seguenti vantaggi immediati: eliminazione di eventuali errori durante gli “step” del processo; SRVVLELOLWj GL YHULÀFDUH LQ WHPSR reale lo stato di approvazione di qualsiasi documento; eliminazione della necessità di spostare il documento cartaceo tra i YDUL XIÀFL H SHUVRQH SUHSRVWL DO processo suddetto; aggiornamento automatico dei dati presenti nell’ERP.

BENEFICI

/·HIÀFLHQ]D RSHUDWLYD GHULYDQWH GDOOD facilità di ricercare, visualizzare e stampare i documenti da parte di qualsiasi utente abilitato è il risultato più rilevante e consente agli utenti di svolgere compiti a più alto valore. La riduzione della carta ha come conseguenza un risparmio in termini di costi di stampa e stoccaggio dei documenti. Il miglioramento della comunicazione aziendale, la standardizzazione e il controllo dei processi rappresentano XOWHULRUL EHQHÀFL RIDUZIONE DEI COSTI

Le principali voci che contribuiscono alla riduzione del costo di gestione per ogni documento sono: carta, stampa, VSD]L HOLPLQDWR O·LQJRPEUR ÀVLFR HG HIÀFLHQ]D ULGX]LRQH WHPSL GL ULVSRVWD verso l’interno e verso clienti e fornitori). SVILUPPI FUTURI

Clementoni intende sviluppare ulteriormente il progetto; “abbiamo la possibilità di far crescere in autonomia i tipi di documento da gestire automaticamente e sono in vista progetti di condivisione di documenti, archiviazione e gestione documentale estesa ad altre aree aziendali. Inoltre stiamo pensando di introdurre il worNÁRZ QHL SURFHVVL GHOO·DUHD ULFHUFD H VYLOXSSR dove nascono le nuove idee e i progetti per i nuovi giochi”, conclude Copparo.

FRANCESCA MORGANTI

Marketing & communication manager Metisoft S.p.A.


MERCATO

Si scrive PFU e si legge Fujitsu Breve scambio di vedute con Lorenzio Todeschini, Direttore Vendite di PFU Imaging Solutions SpA LA REDAZIONE

Il 30 ottobre ultimo scorso Fujitsu Europe Limited ha annunciato il cambio di ragione sociale in PFU Imaging Solutions Europe Limited. Ci risulta che la PFU Limited, società consociata di Fujitsu, sia stata fondata in Giappone nel 1960 e che abbia prodotto, per oltre 20 anni, gli scanner commercializzati da Fujitsu. Questo cambio di ragione sociale non è pertanto da vedersi solo come una semplice operazione di facciata, ma come un cambiamento strategico nel modo di condurre il business da un lato e di avvicinare le esigenze del mercato alle risorse produttive. Quali mutamenti di strategia sono alla base di questo cambiamento? Quali i risultati attesi? R: Fujitsu è leader del mercato nel settore degli scanner professionali per la gestione documentale e per oltre 20

anni la sua consociata, la PFU Limited, ha progettato, prodotto e immesso sul mercato i prodotti Fujitsu per la scansione di documenti. La PFU Limited è una delle consociate piĂš importanti di Fujitsu grazie, anche, al raggiungimento di una indiscussa leadership di mercato a livello mondiale. )XMLWVX (XURSH /LPLWHG q VWDWD Ă€QR ad oggi responsabile della commercializzazione di scanner per la gestione documentale in Europa, in Medio Oriente e in Africa (EMEA). ,Q TXHVW¡DUHD JHRJUDĂ€FD KD UDJJLXQWR VXFFHVVL VLJQLĂ€FDWLYL VWDELOHQGR XQD posizione di leadership sul mercato da diversi anni. $O Ă€QH GL IRFDOL]]DUH OH ULVRUVH HG RWWHnere una maggiore sinergia mondiale nella gestione del business, Fujitsu Europe Limited e le sue consociate Fujitsu Deutschland GmbH e Fujitsu Italia S.p.A. si sono unite a PFU a

partire dal 10 novembre 2009 e si concentreranno totalmente ed esclusivamente nello sviluppo del mercato per gli scanner a marchio Fujitsu nella regione EMEA. Tale cambiamento strategico consentirĂ a PFU di operare a livello globale in modo ottimale al servizio dei suoi clienti. ´8QLĂ€FDQGR WXWWH OH IXQ]LRQL GL YHQGLWD H PDUNHWLQJ D OLYHOOR PRQGLDOH DOO¡LQWHUQR GHOOD 3)8 VDUHPR LQ JUDGR GL IRFDOL]]DUH WXWWH OH QRVWUH ULVRUVH DO VRGGLVIDFLPHQWR HIĂ€FLHQWH HG HIĂ€FDFH GHOOH HVLJHQ]H GHL QRVWUL FOLHQWL DO Ă€QH GL DLXWDUOL DG LQFUHPHQWDUH O¡XVR GHJOL VFDQQHU )XMLWVX SHU DSSRUWDUH EHQHĂ€FL UHDOL H ULVSDUPLR GL FRVWL QHL ORUR DIIDUL Âľ afferma Fujio Wajima, Presidente e Amministratore Delegato della PFU Limited. Quali gli impatti (positivi) sono prevedibili sulla strategia e sulle attivitĂ di Canale sulle quali Fujitsu sta investendo con successo? R: PFU continua nella strategia di investire sul Canale, cosĂŹ come ha fatto in passato; è da segnalare quale ultima novitĂ il sito dedicato ai Partner dell’Imaging Channel Program completamente rifatto, ricco di conWHQXWL H FRQ XQD YHVWH JUDĂ€FD PROWR accattivante. In questo portale il partner può trovare molte piĂš informazioni rispetto a prima e può, addirittura, esso stesso (a seconda del livello di registrazione) caricare informazioni, documenti e dati da condividere. Grazie all’ottimo lavoro di team di PFU e ai feedback ricevuti dai Partner, questo strumento sta diventato sempre piĂš un mezzo vivo e business-centrico per la nostra community.

Scanner ďŹ -6800

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Lorenzo Todeschini

Questa è la miglior riprova che la strategia di avvicinare il Canale al produttore risulta vincente e premiante per tutti gli operatori della catena del valore: dai Distributori ai Reseller, dai ISV ai Service Bureaux. Dal punto di vista della struttura e GHOOH UHVSRQVDELOLWj TXDOL PRGLĂ€FKH VL DYUDQQR D OLYHOOR JHRJUDĂ€FR *UDQ %UHWDJQD ,WDOLD *HUPDQLD H UHODWLYH Aree di competenza)? R: Alla data non è previsto nessun cambiamento nella gestione del territorio JHRJUDĂ€FR H GHOOH DUHH GL FRPSHWHQ]D La struttura Europea di PFU, ampiamente collaudata e funzionate negli anni precedenti, continuerĂ a perseguiUH JOL RELHWWLYL Ă€VVDWL H DVVHJQDWL Dopo un 2008 piuttosto “magroâ€?, almeno per il mercato nazionale, con una diminuzione, anno su anno, GHOO¡LQWHUR PHUFDWR SURIHVVLRQDOH GDL Personal agli High Production) di

poco piĂš di un 14% in unitĂ e poco meno del 38% in valore, come vedete la conclusione di questo 2009 che sta per chiudersi? Come prevedete che saranno i prossimi anni? R: L’anno 2009 che sta per terminare per noi rappresenta 1/3 dell’anno Ă€VFDOH SUHFHGHQWH H GHOO¡DQQR Ă€VFDOH LQ FRUVR XQ SULPR ELODQFLR FKH si può trarre è che questo è stato una anno con luci ed ombre. Analizzando le vendite possiamo affermare che sia stato seguito lo stesso trend dell’ecoQRPLD D IURQWH GL XQ SULPR VHPHVWUH opaco, la seconda parte dell’anno ha invece mostrato segni di ripresa. Se poi osserviamo i mercati, quello della SXEEOLFD DPPLQLVWUD]LRQH FHQWUDOH e locale) si è dimostrato uno dei piĂš vivaci. Altri mercati hanno mostrato alti e bassi a seconda di progetti piĂš o meno consolidati. Per i prossimi anni, visto che non ho la sfera di cristallo e neanche l’etichetta di economista, posso solo augurami che il trend di costante crescita del mercato degli scanner in corso da parecchi anni prosegua e i nuovi prodotti che PFU ha immesso, ed immetterĂ , sul mercato riescano a farci incrementare le nostre quote di mercato. 3)8 R )XMLWVX FRPH VL SRVL]LRQD" Ha mantenuto e consolidato la propria posizione di leadership? 5 *OL VFDQQHU )XMLVWX FRQWLQXDQR D mantenere la loro leadership nel mercato del documentale professionale, nonostante la concorrenza sempre piĂš aggressiva di questo mercato. Potete allargare lo sguardo e fare lo stesso esercizio per l’Europa e l’Area GL FRPSHWHQ]D ,WDOLD &LSUR (JLWWR *UHFLD ,VUDHOH 0DOWD 7XUFKLD " R: Quanto detto per il mercato italiano vale anche per i paesi del sud 0HGLWHUUDQHR FKH VRQR QHOOD QRVWUD area di controllo.

Scanner S1500

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La diffusione degli scanner di tipo “Personalâ€? può far pensare ad una tendenza che vede l’acquisizione di immagini dei documenti, e dei loro contenuti, come una “commodityâ€?? R: “Commodity è una brutta parola per gli scanner documentali professionali, l’utente generico associa quasi

sempre la parola commodity a un prezzo basso, accettando a volte anche un compromesso sulla qualitĂ . Quando penso a questo termine non posso fare a meno di chiedermi quante persone che devono acquistare uno scanner percepiscono realmente il valore di prodotti come ScanSnap 6 R 6 SURGRWWL ´FRPPRGLtyâ€? che risolvono il problema della trasformazione della carta in informazioni utili grazie alla ricca dotazione software ed alla tecnologia associata DOOD VHPSOLFLWj G¡XWLOL]]R 0L UHQGR conto come utente in prima persona che la comunicazione e l’istruzione all’utilizzo di queste tecnologie deve fare ancora tanto in termini di comunicazione, addestramento e formazione degli operatori di canale. Quale è stata l’evoluzione dei vostri prodotti negli ultimi due/tre trimestri? R: Premesso che quest’anno abbiamo fatto parecchi annunci, vorrei sottolineare gli ultimi due in termini temporali che ben chiariscono l’impegno di PFU nel segmento degli scanner documentali. 0L ULIHULVFR LQ SDUWLFRODU PRGR DOOR scanner S1500, evoluzione del modello S510, disponibile anche con il software Rack2Filer e il nuovissimo scanner per medi volumi di produzioQH LO FRPSDWWR Ă€ Non vorrei ripetere quanto giĂ scritto nei vari comunicati stampa, ma piuttosto sottolineare le impressioni positive e manifestazioni di consenso che gli utenti hanno avuto quando l’abbiaPR SUHVHQWDWR LQ ,WDOLD XIĂ€FLDOPHQWH ad Omat dello scorso novembre a Roma. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dagli ordini che sono seguiti all’interesse in cosĂŹ breve tempo. Ciò conferma una tendenza in atto di polarizzazione verso gli estremi del mercato, ovviamente non in termini di volumi. Da una parte vede la domanda focalizzarsi su scanner nelle fasce Personale e Desktop, e dall’altra scanner di Produzione per bassi e medi volumi. Il Ă€ FKH VL FROORFD FRQ XQ SUH]]R decisamente aggressivo in termini di rapporto costo/prestazioni darĂ del Ă€OR GD WRUFHUH DL QRVWUL QDWXUDOL FRQcorrenti in quest’area.


0(5&$72

L’Open Source e la pietra filosofale Imparare a conoscere il passato ed immaginare il futuro di un programma open source

ROBERTO GALOPPINI

In tempi di crisi il mercato guarda con maggiore interesse a piattaforme e servizi basati su tecnologie open source, che per il livello di maturitĂ raggiunto sono spesso funzionalmente e prestazionalmente equivalenti ai prodotti commerciali piĂš blasonati. Un’indagine1 di Gartner evidenzia che 7 aziende su 10 non hanno politiche e procedure per regolamentare l’adozione di tecnologie open source, con il risultato che parte del software open source utilizzato in azienda non segue un vero e proprio iter di acquisizione. Il “procurement fai-da-teâ€?, evitando ogni e qualunque forma di controllo, permette di velocizzare l’acquisizione di prodotti e tecnologie, ma può esporre a rischi dovuti all’introduzione di tecnologie immature, scarsamente VXSSRUWDWH R GRFXPHQWDWH GLIĂ€FLOL GD integrare o non legalmente riutilizzabili nel contesto di riferimento. Quello che occorre è quindi estenGHUH LO SURFHVVR GL TXDOLĂ€FD]LRQH H selezione, con l’introduzione di procedure e strumenti che consentano GL LGHQWLĂ€FDUH YDOXWDUH H VFHJOLHUH OH piattaforme open source piĂš idonee tenendo conto di tutte le condizioni al contorno (tecnologiche, organizzative e legali).

GL WURYDUH XQD ULVSRVWD GHĂ€QLWLYD DO problema. Il primo tentativo è del 2003, ad opera di David Wheeler che per l’ente noSURĂ€W VWDWXQLWHQVH 0,75( HODERUz LO primo elenco di piattaforme ritenute PDWXUH H VLFXUH *5$0 6 2, GeneralO\ 5HFRJQL]HG $V 6DIH 0DWXUH 7DOH elenco in seguito non fu aggiornato, e un paio di anni dopo la societĂ Navica descrisse il primo modello per valutare il grado di maturitĂ di una piatWDIRUPD GHQRPLQDWR 2SHQ 6RXUFH 0DWXULW\ 0RGHO3. Il modello ebbe un limitato successo, furono analizzate poche piattaforme con quel metodo, fortemente limitato dalla soggettivitĂ che lo caratterizzava. $ YDOOH GL TXHVWD HVSHULHQ]D XQ ´SDU-

terre de roiâ€? che riuniva universitĂ , aziende di consulenza, player dell’industria ed editori diede vita ad una metodologia aperta ai contributi, nota FRO QRPH GL %XVLQHVV 5HDGLQHVV 5Dting4. Questo approccio, anche se piĂš dettagliato, non ebbe miglior fortuna, probabilmente a causa dell’onere associato al suo utilizzo, peraltro non scevro dai limiti della soggettivitĂ giĂ HYLGHQ]LDWL SHU 2600 8OWLPR QDWR q LO 46265, redatto da $WKRV 2ULJLQ SL VRĂ€VWLFDWR GHL precedenti e caratterizzato dalla precisa volontĂ di superare i limiti della soggettivitĂ , indicando soglie e possibili valori per le diverse domande del questionario. Il risultato è una metodologia comunque onerosa, anch’essa

UN PO’ DI STORIA

'HĂ€QLUH XQ HOHQFR GL SLDWWDIRUPH DIĂ€GDELOL H VLFXUH SXz FRQVLGHUDUVL OD ´SLHWUD Ă€ORVRIDOHÂľ LQ DPELWR RSHQ source, e numerosi sono gli “alchimistiâ€? che si sono cimentati nel tentativo iged.it 04.2009

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priva di strumenti in grado di velociz]DUH LO SURFHVVR GL TXDOLĂ€FD]LRQH SCORCIATOIE?

In rete si trovano alcuni elenchi di applicazioni open source alternative a quelle proprietarie, come ad esempio OSALT, gestito da Anders Ingeman Rasmussen, o il directory di open source enterprise EOS, originariamente reso disponibile dalla società di consulenzaOptaros ed ora gestito GDO VXR LGHDWRUH %UXQR YRQ 5RW] Purtroppo simili iniziative non sono il risultato di uno sforzo collaborativo ed il livello di aggiornamento e la loro DPSLH]]D VRQR OLPLWDWL Di maggiore interesse, soprattutto per dimensione, è il repository di applicazioni open source piÚ grande del mondo, SourceForge6, purtroppo ricettacolo di numerosi progetti in stato embrionale, o scarsamente documentati o con livelli di supporto commerciale inadeguati ad un impiego di classe industriale, come risulta da alcuni studi di settore7

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Occorre quindi una metodologia praWLFD FKH UHQGD HIĂ€FLHQWH LO SURFHVVR GL selezione, visto che solo SourceForge FRQWLHQH FLUFD SURJHWWL D FXL aggiungendo altri repository, quale ad esempio quello di Google8 conWHQHQWH ROWUH SURJHWWL VL SXz arrivare a contare qualche milione di DSSOLFD]LRQL Non esistendo best practice che indichino puntualmente passo per passo quali azioni debbano essere condotte SHU TXDOLĂ€FDUH H VXFFHVVLYDPHQWH selezionare piattaforme open source, negli ultimi mesi ho elaborato una metodologia pratica che raccoglie il meglio delle metodologie esistenti, includendo alcuni risultati provenienti da 8 diversi progetti europei e ben 60 VWUXPHQWL OLEHUDPHQWH GLVSRQLELOL L’approccio scelto è veloce e garantisce l’oggettivitĂ dei risultati grazie all’utilizzo di strumenti a supporto delle decisioni, e permette di raccogliere metriche tipiche delle piattaforme open quali: la dimensione ed il tipo di comunitĂ ;

la popolaritĂ , i case study, libri e documentazione; la maturitĂ , la stabilitĂ e la vitalitĂ ; la formazione ed il supporto commerciale; la qualitĂ del codice e la reattivitĂ alla segnalazione di bachi; le piattaforme su cui è disponibile; i linguaggi di programmazione, la modularitĂ del codice; la roadmap e le possibilitĂ di inciGHUH QHOOD VXD GHĂ€QL]LRQH le informazioni relative al licenVLQJ Ad esempio, comparando due piattaforme open source di e-learning quali Docebo e Moodle, è possibile effettuare scelte ponderate basandosi sul grado di industrializzazione ragJLXQWR &RPH VL YHGH QHOOR VFKHPD riportato, le due piattaforme in questo FDVR SUHVHQWDQR OLYHOOL VLPLOL /D SULQcipale differenza è che Moodle risulta maggiormente manutenibile (per via GHO FRGLFH EHQ GRFXPHQWDWR &RQIURQWDQGR OH SLDWWDIRUPH ULVSHWWR a parametri “strategiciâ€? relativi a parametri quali la roadmap di prodotto, la


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SRVVLELOLWj GL LQÁXHQ]DUOD H OD JHVWLRQH GHOOD SURSULHWj LQWHOOHWWXDOH FRPH VL YHGH QHO JUDÀFR GHOOD ÀJXUD OD SLDWWDIRUPD 0RRGOH RIIUH PDJJLRUL JDUDQ]LH Ë EHQH SHUz VRWWROLQHDUH FKH O·LPSRUWDQ]D GL TXHVWL FULWHUL GHYH HVVHUH FDODWD QHO FRQWHVWR GL ULIHULPHQWR DG HVHPSLR SDUWHFLSDUH DOOD GHÀQL]LRQH GHOOD URDGPDS SRWUHEEH HVVHUH IRQGDPHQWDOH LQ XQ FRQWHVWR H LUULOHYDQWH LQ DOWUL 3HU XOWLPD PD QRQ XOWLPD OD GLPHQVLRQH GHOOD ´6RVWHQLELOLWjµ LQ FXL FRPH VL YHGH GDO JUDÀFR OH SLDWWDIRUPH KDQQR UDJJLXQWR HQWUDPEH XQ EXRQ OLYHOOR GL PDWXULWj PD LO OLYHOOR GL DGR]LRQH ² LQ WHUPLQL GL SRSRODULWj FDVH VWXG\ H OLEUL ² UDJJLXQWR GD 0RRGOH VXUFODVVD TXHOOR GL 'RFHER FRPH GHO UHVWR DQFKH OD OHDGHUVKLS FRPPXQLW\ OHG GL 0RRGOH UHQGH LO SURJHWWR SL VRVWHQLELOH SRLFKp L VXRL GHVWLQL QRQ VRQR OHJDWL LQGLVVROXELOPHQWH D TXHOOL GL XQD HG XQD VROD D]LHQGD CONSIGLI DI CARATTERE GENERALE

$QFKH SHU FKL QRQ KD VYLOXSSDWR XQD SURSULD PHWRGRORJLD GL TXDOLÀFD]LRQH H VHOH]LRQH H QRQ LQWHQGH ULYROJHUVL

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D FRQVXOHQWL VSHFLDOL]]DWL q SRVVLELOH VHJXLUH DOFXQL VHPSOLFL FRQVLJOL SHU HYLWDUH HUURUL PDFURVFRSLFL $G HVHPSLR q EHQH GLIÀGDUH GD VROX]LRQL ´RSHQ VRXUFHµ UHDOL]]DWH H VXSSRUWDWH GD XQ XQLFR IRUQLWRUH 3HU HOLPLQDUH LO ULVFKLR GHO ORFN LQ ² RYYHUR GL ULPDQHUH OHJDWL DG XQ XQLFR IRUQLWRUH QRQ EDVWD VFHJOLHUH XQ SURJUDPPD RSHQ VRXUFH PD RFFRUUH YHULÀFDUH FKH HVLVWD XQD FRPPXQLW\ SDUWHFLSDWD GD SL IRUQLWRUL 6L RVVHUYL LQROWUH FKH OH VROX]LRQL RSHQ VRXUFH FKH QDVFRQR GDOOD ´LQGXVWULDOL]]D]LRQHµ GL SURJHWWL QRQ VROR ULFKLHGRQR XQD VLJQLÀFDWLYD DWWLYLWj GL LQWHJUD]LRQH H SHUVRQDOL]]D]LRQH PD FUHDQR L SUHVXSSRVWL SHU XQ ´ORFN LQ VXL VHUYL]Lµ LQ TXDQWR O·XQLFR LQ JUDGR GL VXSSRUWDUH LO FOLHQWH q O·DXWRUH RULJLQDOH GHOOD VROX]LRQH ,O IDWWR FKH QRQ VL GHEEDQR DIIURQWDUH FRVWL XSIURQW LQGXFH SURFHVVL GL VHOH]LRQH GHO VRIWZDUH PHQR DWWHQWL PD q EHQH ULFRUGDUH FKH XQ HYHQWXDOH HUUDWD YDOXWD]LRQH LQ TXHVWD IDVH SXz FRVWDUH PROWR DO PRPHQWR GHO GHSOR\PHQW H GHO VXFFHVVLYR HVHUFL]LR ,O FRVWR GL LPSOHPHQWD]LRQH H JHVWLRQH LQIDWWL GLSHQGH IRUWHPHQWH GDOOD VFHOWD RSH-

UDWD H TXHVWH YDOXWD]LRQL YDQQR RSHUDWH QHOOR VSHFLÀFR FRQWHVWR WHQHQGR FRQWR GHOOH FRPSHWHQ]H LQWHUQH GHO VXSSRUWR FRPPHUFLDOH HVLVWHQWH GHOO·HVSDQGLELOLWj GHOOD VROX]LRQH H GL WXWWL JOL LQGLFDWRUL SUHFHGHQWHPHQWH PHQ]LRQDWL NOTE 1

KWWS ZZZ JDUWQHU FRP LW SDJH MVS"LG KWWS ZZZ HJRYRV RUJ SGI GRGIRVV SGI 3 KWWS ZZZ QDYLFDVRIW FRP SDJHV RVPP KWP KWWS ZZZ RSHQEUU RUJ 5 KWWS TVRV RUJ 6 KWWS VRXUFHIRUJH QHW 7 KWWS ZZZ RSHQORJLF FRP QHZV SUHVV SKS KWWS FRGH JRRJOH FRP KRVWLQJ

ROBERTO GALOPPINI

2SHQ 6RXUFH 6WUDWHJLVW H VHJUHWDULR GHOOD )HGHUD]LRQH ),'$ ,QIRUP


0(5&$72

Quando l’archiviazione dell’informazione si fa “smart� Una nuova generazione di soluzioni IBM per l’archiviazione e la conservazione delle informazioni digitali SERGIO RESCH

Ogni giorno nel mondo sono generate nuove informazioni digitali per oltre 15 PetaBytes (migliaia di TeraByte) e circa il 90% delle informazioni contenute nell’universo digitale è di tipo non-strutturato, come, per esempio, e-mail, documenti, immagini, video e audio. Per poter gestire correttamente questa classe di oggetti digitali si richiede un corredo opportuno di metadati che ne descriva, ad esempio, il contenuto, chi li possiede e l’utilizzo, accrescendo cosĂŹ ulteriormente i volumi di informazioni da gestire. Primo aspetto importante da considerare con questi tassi di crescita è la VHPSUH PDJJLRUH GLIĂ€FROWj GL XWLOL]]R da una recente indagine1 , una azienda con 1.000 dipendenti spende piĂš di 5 milioni di dollari l’anno per la ricerca di informazioni importanti per la sua DWWLYLWj H GLIĂ€FLOL GD UHSHULUH PHQWUH il 42% dei responsabili dichiara di utilizzare per il processo decisionale informazioni errate almeno una volta la settimana. Un altro aspetto da considerare è la crescita nel numero di regole e norme in tema di conservazione dell’inIRUPD]LRQH ,'& VWLPD2 che circa il 35% delle informazioni digitali create Ă€QLUj VRWWR O¡RPEUHOOR GHOOD FRQIRUPLWj DOOH QRUPDWLYH VX VLFXUH]]D H FRQVHUYD]LRQH *Lj RJJL FRQ ROWUH 22.000 normative internazionali, quali Sarbanes-Oxley, USA PatriotAct, BaVLOHD ,, 6(& D H +,3$$ PROWH delle quali valide anche per le aziende ,WDOLDQH FKH RSHUDQR LQ XQ FRQWHVWR internazionale, diventa sempre piĂš

costoso e complicato ottemperare alle normative vigenti. Questo espone l’azienda a rischi operativi e a costi addizionali spesso inaccettabili. ESIGENZA DI ARCHIVIAZIONE INTELLIGENTE

'D TXHVWH FRQVLGHUD]LRQL HPHUJRQR due principali esigenze per le aziende H OH LVWLWX]LRQL vista la forte crescita del volume delle informazioni trattate si assiste ad una crescita abnorme dei database di produzione e dei sistemi di posta elettronica. Sempre piĂš spesso i responsabili dei servizi ,7 VRQR DOOD ULFHUFD GL VROX]LRQL LQ grado di snellire i sistemi di produzione e di messaggistica aziendale mediante archiviazione intelligente ed automatica delle informazioni non piĂš attive e non cancellabili perchè hanno un valore per l’azienda, oppure perchĂŠ sono soggette a normative; alcune informazioni, che oggi sono scartate durante il processo, sono presenti su carta oppure non sono tracciate, possono diventare soggette a normativa e quindi richiedono una conservazione a norma, come nel caso dei log di accesso degli amminsitratori dei sistemi applicativi aziendali che trattano dati sensibili. Per queste ragioni le aziende hanno FHUFDWR VROX]LRQL VSHFLĂ€FKH SHU XQD singola tematica, che hanno portato alla proliferazione delle metodologie

di gestione ed alla creazione di diversi repository non integrati tra loro. 3HU IDU IURQWH D TXHVWH HVLJHQ]H ,%0 propone un approccio integrato ed ottimizzato che punta alla soluzione di tutte le esigenze di archiviazione e di conservazione. ,Q TXHVWR PRGR XQ¡ D]LHQGD SXz iniziare ad affrontare una esigenza VSHFLĂ€FD H SRL DPSOLDUH LO VLVWHPD SHU l’acquisizione e gestione di altre aree di archiviazione. Vantaggio evidente l’utilizzo di metodologie consolidaWH H JLj RSHUDWLYH H OD SRVVLELOLWj GL realizzare repository con un elevato livello d’integrazione tra le informazioni presenti in azienda. Questo approccio è in linea con la VWUDWHJLD ,%0 ´VPDUW DUFKLYHÂľ FKH VL concretizza con tre possibili modelli GL RIIHUWD soluzioni realizzate ad hoc per una particolare azienda; soluzioni pre-integrate facili e pronte per l’impiego; servizi erogati attraverso la rete FRQ PRGHOOL ´DUFKLYH DV D VHUYLFHÂľ IBM INFORMATION ARCHIVE

Nell’ambito delle soluzioni pre-integrate è stata recentemente presentata OD SULPD YHUVLRQH GL ,%0 ,QIRUPDWLRQ $UFKLYH ,$ 3 che indirizza le esigenze di archiviazione e di conVHUYD]LRQH XQLĂ€FDWD SHU XQD DPSLD gamma di contenuti strutturati, nonstrutturati, provenienti dai sistemi di produzione, di gestione documentale iged.it 04.2009

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e di messaggistica aziendale che possono essere piĂš o meno soggetti a normative sulla conservazione. IBM Information Archive fa parte di una nuova classe di soluzioni integrate IBM denominate Smart Business

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Systems che combinano componenti hardware, software e servizi di implementazione in una unica offerta di mercato. Si caratterizzano, inoltre, per essere di facile installazione, sono RWWLPL]]DWH SHU ´ZRUNORDGÂľ VSHFLĂ€FL

e sono progettate per fornire elevati OLYHOOL GL VHUYL]LR FRQ FRVWL VLJQLĂ€FDWLvamente ridotti. IBM IA, grazie ad una interfaccia JUDĂ€FD VHPSOLFH HG LQWXLWLYD q SDUticolarmente facile da utilizzare e si ULYROJH D Ă€JXUH SURIHVVLRQDOL FRPH utenti e responsabili della conservazione che possono anche non avere VSHFLĂ€FKH FRPSHWHQ]H GL LQIRUPDWLca. 3DUWLFRODUH DWWHQ]LRQH q VWDWD SRVWD al contenimento dei costi di archiviazione, dello spazio e dei consumi energetici grazie al concetto di storage multi-livello a costi differenzati e a funzionalitĂ integrate di compressione dati e di deduplica. IBM IA consente una gestione VHPSOLĂ€FDWD GHL FRQWHQXWL DUFKLYLDWL mediante il concetto di “archive “collectionâ€?, ovvero insiemi di oggetti con caratteristiche di accesso, regole di conservazione e di protezione omogenee. Con la versione di IA SUHVHQWDWD q SRVVLELOH GHĂ€QLUH Ă€QR D 3 “collectionâ€? per una capacitĂ massima di 304 TeraByte su dispositivi a disco magnetico di capacitĂ SATA. Un disegno interno basato su nodi elaborativi organizzati in cluster assicura l’alta disponibilitĂ , la continuitĂ operativa e l’elevato parallelismo delle operazioni. I dischi sono organizzati in array con tecnologia RAID (Redundant Array of Independent Disk) che protegge i dati anche da guasti multipli. ,%0 ,$ q LQ JUDGR GL JHVWLUH XQD JHrarchia di supporti di memoria a costi differenziati, ovvero di integrare nel processo di archiviazione librerie nastro, anche di grande capacitĂ , per ridurre i costi di archiviazione ed i consumi energetici nel lungo periodo. Con l’aggiunta di librerie nastro si può arrivare a gestire diversi PetaByte con un unico sistema di archiviazione. Realizzato con una strategia di apertura agli standard grazie all’utilizzo di protocolli standard, aperti, documentati e liberamente disponibili sul mercato, quali NFS, HTTP e XML, q LQ JUDGR GL LQWHUIDFFLDUVL IDFLOPHQWH con le applicazioni aziendali e con una ampia gamma di software per l’archiviazione e le gestione docu-


]LRQH GHJOL RJJHWWL RSSXUH HVVHUH XQD FDUDWWHULVWLFD GLVWLQWLYD H SUH GHĂ€QLWD di una “archive collectionâ€?. Durante il SURFHVVR GL DFTXLVL]LRQH GHJOL RJJHWWL q SRVVLELOH DVVRFLDUH LQIRUPD]LRQL DJJLXQWLYH SHU GHVFULYHUQH LO SLDQR GL FRQVHUYD]LRQH OD FODVVLĂ€FD]LRQH H OD SURWH]LRQH DWWUDYHUVR PHWDGDWL GHĂ€QLWL PHGLDQWH LO OLQJXDJJLR VWDQGDUG H aperto XML. Alcune informazioni sono associate LQ PRGR SHUPDQHQWH H LPPRGLĂ€FDELOH DJOL RJJHWWL PHQWUH DOWUH SRVVRQR HVVHUH PRGLĂ€FDWH GLQDPLFDPHQWH GXUDQWH OD FRQVHUYD]LRQH GHJOL RJJHWWL ,Q TXHVWR PRGR q SRVVLELOH FRPXQLFDUH D ,$ LO YHULĂ€FDUVL GL HYHQWL FKH LQĂ XLVFRQR VXO SLDQR GL FRQVHUYD]LRQH GL XQR R SL RJJHWWL PIANO DI CONSERVAZIONE

mentale di IBM e di terze parti. IBM IA consente di creare ed accedere alle “archive collectionâ€? attraYHUVR LQWHUIDFFH VWDQGDUG GL WLSR Ă€OH system (per esempio NFS e HTTP) e si presenta sulla rete aziendale come XQ Ă€OH VHUYHU GRYH JOL XWHQWL SRVVRQR DQFKH IDUH ´GUDJ GURSÂľ GL Ă€OH H successivamente accedere in modo trasparente attraverso i protocolli VWDQGDUG GL Ă€OH V\VWHP Per compatibilitĂ verso una ampia base di soluzioni software IBM e non ,%0 SHU O¡DUFKLYLD]LRQH OD JHVWLRQH delle informazioni e dei contenuti, IA supporta anche l’interfacciamento diretto con client TSM Backup/ Archive e con le API di TSM4 (Tivoli 6WRUDJH 0DQDJHU H 66$05 (System 6WRUDJH $UFKLYH 0DQDJHU CONFORMITĂ€ ALLE NORMATIVE SULLA CONSERVAZIONE

In tema di conformitĂ alle normative YLJHQWL H IXWXUH LQ DPELWR VLFXUH]]D e protezione delle informazioni, IA consente al responsabile della conVHUYD]LRQH GL GHĂ€QLUH ´FROOHFWLRQÂľ con politiche di protezione differenziate. I livelli offerti sono tre - base, intermedio e massimo - e rendono HVWUHPDPHQWH Ă HVVLELOH OD JHVWLRQH di normative interne e/o esterne all’azienda che possono essere mute-

voli e anche molto differenziate tra loro. ,Q PDJJLRU GHWWDJOLR LO OLYHOOR EDVH RIIUH OD PDVVLPD Ă HVVLELOLWj QHOOD JHVWLRQH GHOOR VFDGHQ]LDULR JOL RJJHWWL SRVVRQR HVVHUH cancellati anche prima della loro scadenza, il periodo di conserva]LRQH SXz HVVHUH PRGLĂ€FDWR D SLDFHUH ,Q RJQL PRPHQWR q SRVVLbile passare ai livelli di protezione superiori; il livello intermedio consente di PRGLĂ€FDUH LO SHULRGR GL FRQVHUYD]LRQH PD LQ RJQL FDVR JOL RJJHWWL non possono essere cancellati prima della scadenza. Da questo livello si può passare al livello superiore, ma non a quello inferiore. “Collectionâ€? di questo tipo non possono mai essere cancellate; il livello massimo risponde alle HVLJHQ]H SL VWULQJHQWL LQ PDWHULD QRUPDWLYD L GRFXPHQWL QRQ SRVsono essere cancellati prima della naturale scadenza, la durata può VROR HVVHUH DOOXQJDWD 4XHVWR OLYHOOR QRQ SXz HVVHUH PRGLĂ€FDWR YHUVR OLYHOOL SL EDVVL H OD ´FROOHFWLRQÂľ non può essere cancellata in nessun caso. /H LPSRVWD]LRQL GL JHVWLRQH SRVVRQR arrivare dall’esterno in fase di acquisi-

Il piano di conservazione prevede XQD JHVWLRQH DXWRPDWL]]DWD EDVDWD VX XQR VFDGHQ]LDULR FURQRORJLFR HYHQWXDOPHQWH JXLGDWR GDO YHULĂ€FDUVL GL HYHQWL SDUWLFRODUL QHOOD YLWD GHOO¡RJJHWWR 3HU HVHPSLR q SRVVLELOH VWDELOLUH XQD GXUDWD GL FRQVHUYD]LRQH GL XQ RJJHWWR SHU DQQL D SDUWLUH GDOOD VXD acquisizione, oppure una durata di DQQL D SDUWLUH GDO YHULĂ€FDUVL GL XQ HYHQWR SUHGHĂ€QLWR 4XHVWR FRQVHQWH GL JHVWLUH HVLJHQ]H GL FRQVHUYD]LRQH dettate dal tempo (devo conservare XQ GRFXPHQWR SHU DOPHQR DQQL RSSXUH GDO YHULĂ€FDUVL GL HYHQWL SDUWLcolari (una polizza deve essere conVHUYDWD SHU DOPHQR DQQL GRSR OD sua liquidazione). Un’ulteriore funzione tipica dei sistemi di archiviazione a norma supSRUWDWD GD ,$ q OD ´UHWHQWLRQ KROGÂľ ovvero la sospensione a tempo indeterminato dello scadenziario per JHVWLUH SURFHVVL GL DXGLWLQJ RSSXUH LQ SUHVHQ]D GL FDXVH OHJDOL GRYH VL KD O¡HVLJHQ]D GL HVLELUH SDUWLFRODUL GRcumenti e/o dimostrare la corretta DSSOLFD]LRQH GHOOH QRUPDWLYH YLJHQWL 4XDQGR XQ RJJHWWR UDJJLXQJH OD VXD scadenza di conservazione la sua cancellazione può avvenire automaticamente oppure tramite un adeJXDWR SURFHVVR DWWLYDWR D ULFKLHVWD GDOO¡HVWHUQR 4XHVWR FRQVHQWH GL UHcuperare spazio libero per successive DUFKLYLD]LRQL HOLPLQDQGR RJJHWWL OD iged.it 04.2009

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cui conservazione non è piĂš richiesta dalle normative. 6RQR GLVSRQLELOL LQĂ€QH XOWHULRUL funzionalitĂ per la protezione e la sicurezza delle informazioni, tipicamente richieste da un processo di conservazione a norma, e per l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse interne al sistema: controllo di accesso basato su ´UXROLÂľ RJQL XWHQWH KD XQ SURĂ€OR di utilizzo che consente un accesso agli oggetti e la possibilitĂ di effettuare solo le attivitĂ previste dal suo ruolo; può essere attivata una funzionalitĂ denominata “Enhanced Tamper Protectionâ€? per eliminare qualsiasi accesso al sistema ed alle sue componenti che possa pregiudicare l’integritĂ del processo di conservazione; ogni attivitĂ sul sistema viene registrata in log che possono essere a loro volta conservati in modalitĂ QRQ PRGLĂ€FDELOH SHU DYHUH XQ controllo molto stretto ed auditabile del processo di conservazione; immutabilitĂ e controllo di integritĂ degli oggetti che è gestita tramite generazione automatica di un codice “checksumâ€? che diventa

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parte integrante dell’oggetto stesso; FULWWRJUDÀD LQWHJUDWD SXz HVVHUH attivata per proteggere le informazioni da utilizzi fraudolenti; Data Shredding: opzione che prevede in fase di cancellazione di un oggetto la sua riscrittura multipla per rendere non piÚ intelligibile il FRQWHQXWR DQFKH FRQ OH SL VRÀVWLcate tecniche di ricostruzione dei dati; protezione da disastri (disaster protection): possibilità di connettere ad un sistema IA una unità remota su cui replicare gli oggetti sia in modalità sincrona (immediata) sia asincrona (differita); per facilitare la ricerca ed il reperimento degli oggetti, per esempio in fase di procedimento giudiziario, IA fornisce una funzionalità di indicizzazione automatica e di ricerca per i dati e per i metadati associati; possono essere attivate funzioni di compressione dati e di data deduplication per ridurre lo spazio necessario alla archiviazione. RIFERIMENTI AIIM Survey - 2007 2 As the Economy Contracts the Digital Universe Explodes – IDC - May 2009 1

3

IBM Information Archive: www.ibm. com/systems/storage/disk/archive/ 4 IBM Tivoli Storage Manager: www.ibm. com/software/tivoli/products/storagemgr/ 5 IBM System Storage Archive Manager: www.redbooks.ibm.com/abstracts/ SG247251.html?Open 6 IBM Global Parallel File System: www.ibm. com/systems/clusters/software/gpfs/

SERGIO RESCH

System Storage Platform Advocate – IBM SouthWest Europe


127,=,(

Assegnato a Mariella Guercio il prestigioso Emmett Leahy Award 2009 Per la prima volta l’ambito riconoscimento è stato assegnato ad un esponente non di madrelingua inglese della comunitĂ dei professionisti del “Records and Information Managementâ€? L’Emmett Leahy Award è il riconoscimento piĂš prestigioso che ogni anno viene assegnato ad un personaggio che, con il proprio contributo e con risultati particolarmente rilevanti, ha generato VLJQLĂ€FDWLYH ULFDGXWH QHO FDPSR GHO “Records and Information Managementâ€? 1. L’annuncio del vincitore avviene nel corso del meeting annuale del “InstiWXWH RI &HUWLĂ€HG 5HFRUGV 0DQDJHUVÂľ che si tiene in concomitanza con la &RQIHUHQ]D GL $50$ 2 International. Il comitato incaricato di assegnare il riconoscimento è costituito dagli ultimi 10 vincitori (Utenti, Insegnanti, ArchiYLVWL 5HFRUG 0DQDJHU H &RQVXOHQWL GHO ´(PPHWW /HDK\ $ZDUGÂľ ,O ƒ Emmett Leahy Award è stato, dunque, DVVHJQDWR DOOD 3URI VVD 0DULHOOD *XHUcio, attualmente docente di archivistica presso l’UniversitĂ degli Studi di Urbino e docente stabile per la gestione informatica dei documenti nei sistemi di e-government presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione. /¡DWWLYLWj GL 0DULHOOD *XHUFLR KD DYXWR XQ¡LPSRUWDQWH LQĂ XHQ]D QHO VHWWRUH GHO “Records and Information Managementâ€? non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Nel corso dei trascorsi quindici anni ha sviluppato innovativi sistemi di gestione della documentazione per organizzazioni pubbliche e private quali istituti di credito, assicurazioni, aziende di pubblica utilitĂ , amministrazioni centrali e locali. Nel 2000, quale componente del gruppo di lavoro incaricato di predisporre le norme relative alla gestione informatica dei documenti, ha contribuito a

stabilire che ciascuna pubblica amPLQLVWUD]LRQH LQGLYLGXL OD Ă€JXUD GL responsabile per i sistemi documentari e gli archivi, attribuendo tale compito a SHUVRQDOH TXDOLĂ€FDWR QHO VHWWRUH GHO UHFRUG PDQDJHPHQW $ SDUWLUH GDO ha progettato e sviluppato corsi di laurea e master dedicati alla gestione e conservazione dei sistemi documentari in ambiente digitale, seguendo decine di tesi di laurea nel settore degli archivi digitali. Da oltre un decennio organizza corsi di perfezionamento che hanno coinvolto un altissimo numero di arFKLYLVWL H DPPLQLVWUDWRUL /¡LQĂ XHQ]D GHOOD 3URI VVD *XHUFLR VXOOR VYLOXSSR GHOOD SURIHVVLRQDOLWj OHJDWD DO 5HFRUGV DQG ,QIRUPDWLRQ 0DQDJHPHQW VL q esercitata anche a livello internazionale. Le sue competenze, conoscenze ed esperienze si sono manifestate ed KDQQR DYXWR XQD ULOHYDQWH LQĂ XHQ]D LQ molteplici situazioni: tra i sei esperti che hanno partecipato, per la Commissione Europea, alla VWHVXUD GHL ´0RGHO 5HTXLUHPHQWV IRU (OHFWURQLF 5HFRUGV 0DQDJHPHQW 0R5HT H Âľ q XQLYHUVDOPHQWH ULconosciuta tra i promotori dei principi IRQGDPHQWDOL SHU OD FRUUHWWD GHĂ€QL]LRne dei requisiti funzionali di settore; è stata co-direttore dei progetti di &RQVHUYD]LRQH 'LJLWDOH (53$1(7 (OHFWURQLF 5HVHDUFK 3UHVHUYDWLRQ DQG $FFHVV 1HWZRUNV SHU OD &RPPLVVLRQH (XURSHD H &$63$5 &XOWXUDO $UWLVWLFV DQG 6FLHQWLĂ€F .QRZOHGJH IRU 3UHVHUYDWLRQ $FFHVV DQG 5HWULHYDO SHU FRQWR GHOO¡8QLRQH (XURSHD 4XHVWR XOWLPR SURJHWWR q Ă€QDOL]]DWR D

GHĂ€QLUH XQD LQIUDVWUXWWXUD (XURSHD per la Conservazione Digitale; ha contribuito a diffondere a livello nazionale e internazionale la cultura della gestione documentaria, grazie alla partecipazione a seminari, conferenze e workshop e ha contribuito allo sviluppo della conoscenza in questo ambito con la pubblicazione LQ DPELWR VFLHQWLĂ€FR H SURIHVVLRQDOL di manuali, saggi e articoli. NOTE Insigne pioniere del “Information And 5HFRUGV 0DQDJHPHQWÂľ 2 ´$50$Âľ RULJLQDULDPHQWH q O¡DFURQLPR GL ´$VVRFLDWLRQ RI 5HFRUGV 0DQDJHUV DQG $GPLQLVWUDWRUVÂľ 1HO FRUVR GHJOL DQQL LO 5HFRUGV 0DQDJHPHQW q GLYHQXWR XQD componente inscindibile dell’Information 0DQDJHPHQW FKH q DOOD EDVH GHOO¡RGLHUQR modo di condurre il business. Il nome GHOO¡DVVRFLD]LRQH q VWDWR SHUWDQWR PRGLĂ€FDWR LQ ´$50$ ,QWHUQDWLRQDOÂľ 1

Professoressa Mariella Guercio, Ordinario di Archivistica presso UniversitĂ degli Studi “Carlo Boâ€? di Urbino

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SPECIALE OMAT ROMA

Le informazioni digitali, elemento indispensabile per smuovere l’economia È il tema trattato durante la tavola rotonda tenutasi ad Omat Roma l’11 novembre scorso MARCO MIGLIARESE

Nel corso dell’ultima edizione di OMAT Roma, nella seconda parte della sessione plenaria di apertura, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “La digitalizzazione come elemento indispensabile per smuovere e rilanciare l’economia”. Intorno a Stefano Carli, giornalista di Repubblica e moderatore della sessione, si sono raccolti i rappresentanti di alcune fra le più importanti aziende

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del settore ICT: Marco D’Antonio di Kofax, Giancarlo Sassi di IBM, Fabio Fregi di Microsoft, Giovanni Procaccino di Accenture, Giovanni Seno di Siav e Guido Orsi di Adobe. A questi si è aggiunta Teresa Alvaro delle Agenzie delle dogane, in qualità di rappresentante della Pubblica Amministrazione. Il dibatto è iniziato quando il moderatore ha chiesto a D’Antonio un suo

parere sull’utilizzo della digitalizzazione per la riduzione dei costi e su quali GLIÀFROWj VL LQFRQWUDQR SHU UHDOL]]DUH la dematerializzazione dei documenti. Dopo aver ricordato che molti parlano di riduzione di costi ma pochi sanno effettivamente cosa fare per ottenerli, D’Antonio ha affermato: “Sono convinto che la riduzione dei costi parta dal pensare una nuova struttura per l’organizzazione inWHUQD /D GLIÀFROWj SULQFLSDOH FKH LQFRQWULDPR



è quella di trovare le giuste energie interne per attivare questi processi di cambiamentoâ€? e in quest’ottica diventa fondamentale per le aziende fornitrici “vendereâ€? il guaGDJQR LQ WHUPLQL GL GHQDUR HIĂ€FLHQ]D e tempo risparmiato), che comporta una riduzione dei costi pensata su una ristrutturazione interna. Quali metodologie adottano quando offrono soluzioni per la gestione delle informazioni digitali è la domanda che Carli ha rivolto a Sassi di IBM. Dal canto suo, il rappresentante dell’azienda americana ha risposto: “Usiamo approcci che comprendono l’unione di modelli e tecnologie. In modo particolare, per gestire le informazioni usiamo tre elementi: il controllo (ogni informazione deve essere organizzata H FODVVLĂ€FDWD OD JHVWLRQH FRPH PHWWHUOH LQ circolazione nelle aziende, cosa mettere in FLUFROD]LRQH HFFÂŤ H OD YDORUL]]D]LRQH (usando diversi strumenti , come ad esempio OD %XVLQHVV ,QWHOOLJHQFH Âľ Carli ha poi chiesto a Sassi, in qualitĂ di dipendente di una grande multinazionale, se esistono differenze tra il mercato italiano e quello europeo in generale. La sua risposta è stata immediata: “Nel mercato italiano bisogna dare una certa attenzione alla base della piramide, alle PMI. Sotto questo punto di vista molti, tra cui IBM, si stanno muovendo in questa direzioneâ€?. Facendo un piccolo salto indietro, per quanto riguarda la tematica del suo intervento, Fabio Fregi ha sottolineato: ´, WHPL GHOO¡HIĂ€FLHQ]D H GHOO¡HIĂ€FDFLD sono fondamentali. CosĂŹ come la gestione e la riservatezza del dato. La mancanza di norme certe, soprattutto in ambito sanitario per quanto riguarda le ASL, porta a far sĂŹ che la carta non venga eliminata e quindi ci VRQR SUREOHPL SHU UDJJLXQJHUH HIĂ€FLHQ]D HG HIĂ€FDFLD QHOOD JHVWLRQH GHO GDWRÂľ senza considerare che attualmente esiste molta disomogeneitĂ per quanto riguarda la gestione dei dati e delle informazioni. Partendo da questo punto di vista, Giovanni Procaccino ammette che F¡q XQD FHUWD GLIĂ€FROWj DO PRPHQWR GL presentare la propria offerta al cliente: ´Ă‹ FRPSOLFDWR GHĂ€QLUH XQ DPELWR H GHL FRQĂ€QL di cui parlare. C’è, poi, bisogno di un po’ piĂš di competenza sia nella P.A. sia nel settore privato. Da parte nostra dobbiamo ragionare in termini di offerta e di servizi offertiâ€?; la

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carenza di competenze, in particolare in seno alla P.A. si ripercuote negativamente, ed in modo evidente, se si pensa alla grande mole di appalti ( circa 20.000 stazioni appaltanti), coinvolgenti gli aspetti piĂš disparati, che la pubblica amministrazione si trova a gestire e che quindi coinvolgono un numero rilevante di persone (circa 100.000 commissari di gara) che devono (con cognizione di causa) valutare la bontĂ di ogni singolo progetto. Condividendo quanto detto da Procaccino, Giovanni Seno ha evidenziato che : “I problemi veri della dematerializzazione sono due, fare cultura e fare sistema. Quando dico “fare sistemaâ€? dico anche confrontarsi tra gli operatori di mercato e raccogliere le best practice, coinvolgendo tutti i protagonistiâ€?. In seguito, tutti i partecipanti alla tavola rotonda si sono detti concordi con Seno. In sintonia con quanto detto in precedenza, Teresa Alvaro, in qualitĂ di rappresentante della P.A., ha sostenuto che: “Il nostro problema quotidiano è la condivisione, il fare cultura. Inoltre, norme poco applicabili o confuse generano ulteriore entropia. Proprio per evitare questo, quindi, ci siamo impegnati ad analizzare anche il contesto su cui verteranno le future normeâ€?. CosĂŹ come la P.A., anche le grandi aziende si sono dette concordi sulla necessitĂ di fare cultura. D’Antonio ha sostenuto che: “La necessitĂ che abbiamo dal punto di vista dell’offerta è quella di consentire il fare cultura. Dobbiamo inserire la tecnologia in una visione piĂš completaâ€?. Sulla sua stessa lunghezza d’onda anche Sassi: “Gli elementi fondamentali sono quelli di pensare in termini di soluzioni. Ăˆ importante che facciamo toccare con mano da dove si è partiti e come si è arrivati a questa unione di competenze, servizi ed esperienze. Per ottenere tutto ciò bisogna essere capaci di calarsi nelle situazioni in cui si operaâ€?. La dematerializzazione, hanno convenuto tutti i partecipanti, non può prescindere dalla preparazione e dalle capacitĂ delle persone che dovranno poi usare i nuovi modelli e prodotti tecnologici. Ăˆ proprio la preparazione delle persone la cosa piĂš importante per una azienda fornitrice di servizi di dematerializzazione: “Per poter vendere ha detto Procaccino - dobbiamo tentare

di portare gli interlocutori ad un livello tale da poter comprendere ciò che diciamoâ€?. Anche nell’opinione di Guido Orsi la centralitĂ delle persone è fondamentale: “Molto spesso le best practice sono best practice delle persone, dove qualcuno ha deciso di cambiare un sistema di lavoro e ‌, allo stesso tempo, molte cose non avvengono perchĂŠ manca la volontĂ di cambiareâ€?. Dal canto suo “Nella Pubblica Amministrazione – ha detto Teresa Alvaro – è GLIĂ€FLOH IDU SDVVDUH TXHVWD FXOWXUD 1HO PRmento in cui abbiamo cambiato strategia le cose sono migliorate. Il problema principale, da questo punto di vista, è vincere la resistenza al cambiamentoâ€?. $ Ă€QH LQFRQWUR FKLDPDWR GLUHWWDmente in causa dal moderatore Carli, Gianfranco Pontevolpe, del CNIPA, ha concluso: “Nella P.A. sta cambiando la cultura. Le aziende incominciano ad essere viste come partner e non come un qualcosa da cui stare lontani. Anche i regolamenti, ormai, sono modellati sulle best practiceâ€?.

MARCO MIGLIARESE

Giornalista pubblicista, collaboratore di iged.it


63(&,$/( 20$7 520$

La Firma digitale e i lavori in sede comunitaria derivanti dalla Direttiva Servizi Sintesi dell’intervento dell’autore a OMAT Roma 2009 STEFANO ARBĂŒA

/D &RPPLVVLRQH HXURSHD DO Ă€QH dell’implementazione della Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato LQWHUQR YHULĂ€FDWD OD QHFHVVLWj GL JLXQgere al libero scambio dei documenti LQIRUPDWLFL VRWWRVFULWWL FRQ Ă€UPD HOHWWURQLFD TXDOLĂ€FDWD LQ ,WDOLD ´Ă€Uma digitaleâ€?), ha istituito un apposito gruppo di esperti, presso il quale rapSUHVHQWR O¡,WDOLD DO Ă€QH GL LQGLYLGXDUH e risolvere i problemi che, ad oggi, non consentono il raggiungimento di tale obiettivo. Se da un lato, infatti, tutti gli Stati membri, ottemperando alle previsioni contenute nella Direttiva europea 1999/93/EC, hanno introdotto nelle norme nazionali di recepimento previsioni circa il riconoscimento della YDOLGLWj JLXULGLFD GHOOH Ă€UPH TXDOLĂ€FDWH EDVDWH VX FHUWLĂ€FDWL TXDOLĂ€FDWL ULODVFLDWL GD FHUWLĂ€FDWRUL VWDELOLWL LQ altri Stati membri1, dall’altro si deve prendere atto che, di fatto, queste previsioni sono rimaste inattuate per ragioni pratiche. /¡LQWHURSHUDELOLWj GHOOD Ă€UPD GLJLWDOH LQWHVD FRPH OD SRVVLELOLWj GL YHULĂ€FDUH XQD Ă€UPD GLJLWDOH FRQ VWUXPHQWL GLYHUVL GD TXHOOL IRUQLWL GDO FHUWLĂ€FDWRUH il cui software è stato utilizzato per JHQHUDUH OD Ă€UPD PHGHVLPD q QHcessariamente dipendente da alcune scelte tecnologiche ed organizzative.

Questo obiettivo è stato raggiunto a OLYHOOR QD]LRQDOH LQ ,WDOLD FRQ O¡HPDnazione di appositi provvedimenti '3&0 H 'HOLEHUD]LRQL GHO &1,3$

che individuano le regole tecniche cui WXWWL L FHUWLĂ€FDWRUL DFFUHGLWDWL GHYRQR attenersi nello svolgimento della proSULD DWWLYLWj

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In breve, si tratta di stabilire quanto segue: la modalitĂ per rendere pubblici i FHUWLĂ€FDWL XVDWL GDL FHUWLĂ€FDWRUL SHU HPHWWHUH L FHUWLĂ€FDWL GHL VRWWRVFULWtori; la modalitĂ con cui è possibile geQHUDUH OD Ă€UPD GLJLWDOH VHPDQWLFD H FRQWHQXWR GHL FHUWLĂ€FDWL TXDOLĂ€FDWL In Italia detti provvedimenti sono riconducibili al DPCM 8 febbraio 1999, poi sostituito con il DPCM 13 gennaio 2004, dalla Circolare AIPA 24/2000, sostituita dalla Deliberazione CNIPA 4/2005, dalle regole tecniche emanate con il DPCM 30 marzo 2009 - in vigore dal 3 dicembre 20092 - che abroga il DPCM 13 gennaio 2004 e con la Deliberazione CNIPA 45/2009 (sostituisce, abrogandola, la Deliberazione 4/2005), con cui sono stabiliti tutti gli elementi necessari all’interoperabilitĂ che, infatti, è gaUDQWLWD GD ROWUH GLHFL DQQL In relazione al punto 1, il CNIPA da anni pubblica l’elenco pubblico GHL FHUWLĂ€FDWRUL DFFUHGLWDWL DO Ă€QH GL GDUQH DGHJXDWD SXEEOLFLWj /¡HOHQFR contiene, oltre alle informazioni societarie ed al manuale operativo GHL FHUWLĂ€FDWRUL L FHUWLĂ€FDWL GD TXHVWL XVDWL FXL q QHFHVVDULR GDUH Ă€GXFLD /¡HOHQFR DWWXDOPHQWH q XQ DUFKLYLR LQ IRUPDWR ]LS QRQ FRPSUHVVR Per quanto concerne il punto 2, i IRUPDWL GL Ă€UPD SUHYLVWL VRQR FRQ OH regole tecniche del 2009, il CAdES %(6 LO 3$G(6 H OR ;$G(6 %(6 , FHUWLĂ€FDWL WHU]R SXQWR VRQR FRQformi a determinati standard e conWHQJRQR DO ORUR LQWHUQR VSHFLĂ€FKH LQIRUPD]LRQL FRGLĂ€FDWH VHFRQGR SUHFLVH LQGLFD]LRQL $ WLWROR GL HVHPpio, è stabilita la valenza dell’indicazione del titolo/ruolo posseduto GDO WLWRODUH GHO GLVSRVLWLYR GL Ă€UPD in relazione all’eventuale presenza dell’organizzazione di appartenenza, dove indicare il nome, il cognome, il FRGLFH Ă€VFDOH GHO WLWRODUH Tutto ciò consente di garantire l’inteURSHUDELOLWj GHO SURFHVVR GL YHULĂ€FD In sede comunitaria il gruppo di esperti ha iniziato i propri lavori focalizzando l’attenzione sui primi

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GXH DVSHWWL 6L q JLXQWL D VWDELOLUH H formalizzare la modalitĂ con cui ragJLXQJHUH O¡RELHWWLYR DO SXQWR Tutti gli Stati membri pubblicheranno una lista, denominata Trust VHUYLFH 6WDWXV /LVW 76/ UHDOL]]DWD in conformitĂ allo standard ETSI 76 Y YHUVLRQH DSSRsitamente realizzata dall’ETSI3 su indicazione del gruppo di esperti, che consentirĂ di pubblicare in modo uniforme in tutta Europa le inforPD]LRQL LQHUHQWL DL FHUWLĂ€FDWRUL FKH HPHWWRQR FHUWLĂ€FDWL TXDOLĂ€FDWL /D Commissione europea pubblicherĂ XQD 76/ FRQWHQHQWH JOL LQGLUL]]L internet ove i vari Stati membri pubEOLFKHUDQQR OD OLVWD QD]LRQDOH In questo modo si è risolto il priPR SUREOHPD 7DOH VROX]LRQH q stata formalizzata con la Decisione 767/20094

Tutto ciò consentirĂ il libero scambio di documenti informatici sottoscritti, DYHQGR Ă€QDOPHQWH OD SRVVLELOLWj GL YHULĂ€FDUH TXDOXQTXH Ă€UPD GLJLWDOH generata con gli strumenti forniti dai FHUWLĂ€FDWRUL FKH HPHWWRQR FHUWLĂ€FDWL TXDOLĂ€FDWL LQ (XURSD XQ XOWHULRUH SDVVR YHUVR O¡8QLRQH (XURSHD NOTE

,Q ,WDOLD FRQ LO FRPPD GHOO¡DUW GHO ' /JV PDU]R Q &$' 2 Alcuni articoli godono di una proURJD GL JLRUQL 3 Organismo di Standardizzazione (XURSHR ² ZZZ HWVL RUJ 4 Disponibile attraverso http://eurOH[ HXURSD HX 5(&+BQDWXUHO GR 1

Sul secondo punto i lavori nel mese di novembre 2009 sono ancora in corso, ma si sono ormai delineati i formati GL Ă€UPD FKH WXWWL JOL 6WDWL PHPEUL GRvranno obbligatoriamente essere in JUDGR GL ULFHYHUH H YHULĂ€FDUH PHQWUH saranno liberi di scegliere, fra questi, TXDOL XWLOL]]DUH SHU JHQHUDUH Ă€UPH Tali formati, salvo ancora possibili PRGLĂ€FKH VRQR &$G(6 %(6 EPES, PAdES Parte 3 e successive, ;$G(6 %(6 (3(6 Al lettore piĂš attento sarĂ evidente che in Italia non è prevista la tipologia EPES per i formati CAdES e XAdES, pertanto sarebbe stato auspicabile non fossero stati previsti, ma le esigenze di tutti e ventisette gli Stati membri devono trovare DSSOLFD]LRQH 6DUj TXLQGL QHFHVVDULR realizzare delle applicazioni in grado di gestire anche tali tipologie, ma questo non dovrebbe rappresentare un ostacolo, semmai un’opportunitĂ SHU LO PHUFDWR Il terzo punto non è oggetto dei lavori del citato gruppo di esperti, ma del progetto CROBIES (Cross-Border Interoperability of eSignatures) e, in particolare, del Working Program 3 ,QWHURSHUDEOH 4XDOLĂ€HG &HUWLĂ€FDWH 3URĂ€OH FKH D EUHYH GRYUHEEH VRWWRporre il frutto del proprio lavoro alla &RPPLVVLRQH HXURSHD

STEFANO ARBĂŒA

Funzionario CNIPA


SPECIALE OMAT ROMA

Kodak ad Omat Roma 2009 Anche quest’anno la Divisione Document Imaging di Kodak Italia ha partecipato alla manifestazione romana con la propria gamma di scanner di alta qualità per le soluzioni di imaging

LA REDAZIONE

Sono stati presentati alcuni scanner documentali, tra i quali le novità lanciate nell’arco del 2009. Tra queste vi sono le nuove serie di scanner i1200 Plus e i1300 Plus che, con un incremento della velocità di VFDQVLRQH ÀQR DO SHU FHQWR ULVSHWto ai modelli precedenti, unitamente ad una sensibile riduzione dei listini, consentono un notevole aumento di produttività per l’acquisizione dei documenti in ambienti dipartimentali e workgroup. Entrambe le serie utilizzano Smart Touch, un’applicazione progettata per inviare documenti con semplicità a diverse destinazioni, come indirizzi H PDLO ÀOH XQLWj GL UHWH GLVSRVLWLYL output e numerose applicazioni di terze parti incluso Microsoft Sharepoint, semplicemente premendo un solo pulsante.

$QFKH OD 6FDQ 6WDWLRQ GLVSRVLWLvo di scansione in rete, ha avuto un ruolo importante. Grazie alla pressione di un pulsante gli utenti possono inviare immagini di elevata qualitĂ , relative ai documenti acquisiti, simultaneamente a piĂš destinazioni, tra cui unitĂ di rete, siti FTP, stampanti, e-mail, fax e unitĂ USB portatili; è anche possibile inviare un messaggio vocale personalizzato insieme alle immagini stesse. Non poteva mancare un rafforzamento nella fascia “productionâ€? grazie alla nuova serie i700 che offre qualitĂ dell’immagine a 300 dpi (punti per pollice) alla velocitĂ di 200 dpi, consentendo di estrarre rapidamente L FRQWHQXWL DIĂ€QFKp SRVVDQR HVVHUH XWLOL]]DWL LPPHGLDWDPHQWH QHL Ă XVVL di lavoro basati sulle informazioni. La scansione veloce, associata ad una

Scanner Kodak i700 Series

risoluzione di cattura di 300 dpi ed alle funzioni di elaborazione avanzata delle immagini, consente alle aziende di gestire informazioni e documenti non strutturati in modo ottimale. Secondo uno studio di AIIM, le informazioni non strutturate, costituite da estratti conto, ricevute e fatture, rappresentano l’80 % delle informazioni aziendali ed ogni anno aumentano progressivamente del 36 %. ,QĂ€QH QRQ VRQR GD GLPHQWLFDUH OR scanner entry level, lo ScanMate i1120, la serie i1400 e la serie i1800. Il primo, posizionato nel segmento “personalâ€?, produce immagini digitali di alta qualitĂ e, grazie alla funzione Smart Touch, consente di gestire operazioni come l’invio alla posta elettronica, alle stampanti o a altre applicazioni attraverso un solo pulsante. La serie i1400 si colloca invece nella fascia del “basso volumeâ€? con tre modelli desktop dotati di funzionalitĂ avanzate e con velocità ÀQR D SSP PHQWUH OD VHULH L rappresenta il top della gamma Kodak e si posiziona nel segmento di DOWR YROXPH FRQ XQD YHORFLWj Ă€QR D 200 ppm ed una produttivitĂ giornaliera illimitata. “Last but not leastâ€? è il livello di servizio di assistenza tecnica e supporto Kodak, un’organizzazione a cui Clienti e 3DUWQHU LQ WXWWR LO PRQGR VL DIĂ€GDQR per la protezione delle proprie soluzioni di gestione dei documenti e per mantenere tutte le apparecchiature in FRQGL]LRQL GL PDVVLPD HIĂ€FLHQ]D iged.it 04.2009

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Scanner Kodak i1220 Plus e i1320 Plus

Scanner Kodak ScanMate i1120

“La nostra missione è fornire soluzioni di scansione in grado di ridurre i costi di gestione dei documenti a carico dei clienti, RIIUHQGR PDJJLRUH HIÀFLHQ]D H DFFHVVR JDrantito alle immagini. Perseguiamo questo obiettivo offrendo prodotti e servizi innovativi della migliore qualità. $EELDPR ULGHÀQLWR LO FRQFHWWR GL VFDQVLRQH introducendo una serie di innovazioni per ogni anello della catena di elaborazione delle immagini” ha dichiarato Franco Ferrario, Country Manager della

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divisione Document Imaging, Business Solutions and Services di Kodak S.p.A. “Il nostro portafoglio di scanner è accumunato dalla stessa tecnologia Perfect Page, tecnologia che permette di offrire sia all’utente dello ScanMate sia a quello dello scanner di alta produzione la stessa qualità dell’immagine anche in presenza di documenti critici. Come sappiamo, nei sistemi EDM e ECM i processi giocano un ruolo fondamentale, ma a loro (ne tanto meno all’operatore) non può HVVHUH GHPDQGDWD OD YHULÀFD R FRQWUROOR GHOOD qualità delle immagini. In altre parole, la TXDOLWj GHOOH LPPDJLQL QRQ q GHÀQLWD GDL processi, ma dalle tecnologie. Il processo di dematerializzazione dei documenti cartacei deve produrre le migliori immagini possibili dal punto di vista qualitativo, sia per una successiva elaborazione del contenuto delle stesse, sia per una loro leggibilità in fase di ricerca.” continua Ferrario “Oggigiorno le periferiche di cattura hanno raggiunto livelli elevati dal punto di vista tecnologico ed il loro ruolo assume un importante aspetto nelle gestione documentale, anche in periodi non certamente facili come quello che noi tutti stiamo attraversando. Nonostante questo, devo dire che le ricerche di mercato parlano comunque di una crescita del numero delle unità di scanner venduti nel periodo 2008-2012. Un incremento

Sanner Kodak Scan Station 500

VLJQLÀFDWLYR SHU TXDQWR ULJXDUGD JOL VFDQQHU cosiddetti distribuiti (personal, workgroup, dipartimentali, basso volume), mentre una OHJJHUD ÁHVVLRQH SHU TXHOOL SURGXFWLRQ PHGLR ed alto volume). Per fare qualche esempio, le unità di vendita previste appunto nella fascia distribuita indicano un +12,5% nel 2010 rispetto a quelle del 2009. Dato che tali scanner distribuiti rappresentano il primo anello della catena di un sistema documentale, l’augurio è quello che il 2010 possa confermare quanto sopra ed essere quindi un anno in crescita per i sistemi EDM ed ECM perché sicuramente è questo quello che ci auspichiamo tutti.”


SPECIALE OMAT ROMA

Supply chain management e logistica dei farmaci in Italia Assologistica stima inefficienze per oltre 200 milioni nella distribuzione e gestione delle scorte THOMAS SCHAEL

Il supply chain management (spesso usato erroneamente in sanità come sinonimo di logistica) si riferisce alla ÀOLHUD GHO IDUPDFR H DL VXRL FDQDOL distributivi. Esso è un approccio integrato volto ad ottimizzare la rete distributiva e a misurare i costi e il livello di servizio. Nel caso delle azien-

de sanitarie, proprio negli ultimi anni, la gestione dei canali distributivi e la gestione della logistica nei confronti del cittadino–paziente ha assunto un’importanza crescente a seguito GHOO·LQWHQVLÀFDUVL GL SURJHWWL FRPH l’erogazione diretta dei farmaci, la distribuzione “in nome e per conto”,

oppure l’assistenza domiciliare. Sui temi della supply chain e della logistica, il sistema sanitario italiano accusa un rilevante ritardo rispetto ad altri settori (industria manifatturiera, GDO, ecc.) dove è da tempo riconosciuta l’importanza strategica della funzione logistica.

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Secondo il libro bianco per la logistica nella sanitĂ , elaborato da Assologistica, si potrebbe giungere ad un risparmio annuale di oltre 200 milioni di euro attraverso la semplice riorganizzazione della distribuzione dei farmaci e delle cosiddette risorse economali. Il vice-presidente di Assologistica, Giovanni Leonida, sottolinea che una delle spese piĂš gravose che il sistema sanitario odierno è obbligato a ridurre riguarda proprio la distribuzione dei farmaci, “a partire dai passaggi piĂš elementari: prescrizione, somministrazione, trascrizione e la corretta conservazione. I punti di raccolta sono troppi e le scorte sono sempre piĂš spesso maggiori di quanto dovrebbero essereâ€?. Nel complesso dibattito oggi in corso in Italia sull’evoluzione delle politiche farmaceutiche entra anche la questione del ruolo della farmacia convenzionata come parte integrante della distribuzione dei farmaci. Il dibattito sulle privatizzazioni e la concorrenza, applicato al settore sanitario, inoltre, ha prodotto piĂš di un’ipotesi di liberalizzazione dei canali distributivi, in particolare per quanto riguarda i farmaci da banco e la nascita delle parafarmacie. IL MODELLO DI DISTRIBUZIONE

In Italia, la distribuzione al pubblico di medicinali avviene principalmente attraverso tre canali: le farmacie pubbliche e private convenzionate, le parafarmacie e le farmacie delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere. Attraverso le 17.500 farmacie aperte al pubblico sono stati acquistati nel 2008 complessivamente 1,8 miliardi di confezioni (circa 30 per abitante). /D FODVVLĂ€FD]LRQH GHL IDUPDFL SUHYHde due fasce: fascia A, a carico del Servizio Sanitario Nazionale; i cosiddetti “eticiâ€? che richiedono obbligatoriamente la prescrizione medica, in quanto destinati ad un’azione terapeutica su situazioni patologiche di tipo non lieve e che, per la relativa pericolositĂ della propria composizione, devono essere assunti sotto controllo medico. Tali prodotti devono essere consegnati al cliente da un professionista sanitario il

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quale ha il compito di controllare la regolaritĂ formale e sostanziale della ricetta; fascia C, a carico dei cittadini, comprensiva di due sottoclassi, i cosiddetti SOP (senza obbligo di prescrizione) e i farmaci di fascia C-bis o OTC (farmaci da banco); entrambi sono destinati al trattamento delle affezioni minori e possono essere venduti senza presentazione di ricetta medica; i farmaci da banco si caratterizzano anche in quanto possono essere esposti sul banco del farmacista ed essere pubblicizzati. LA FARMACIA CONVENZIONATA

La distribuzione territoriale delle farmacie convenzionate è regolamentata per legge dalla cosiddetta “pianta organicaâ€?: l’atto di determinazione degli esercizi farmaceutici vacanti o di nuova istituzione da assegnare ai privati vincitori di pubblici concorsi. Quest’ultima è sottoposta a revisione ogni due anni in base ai dati relativi alla popolazione residente in ciascun comune nell’anno precedente a quello in cui si procede alla revisione. L’attuale presenza delle farmacie sul territorio italiano sembra capillare se si considera la popolazione servita, ma risulta scarsa in alcune aree rurali. Nel nostro paese vi sono oltre 1.300 comuni sprovvisti di farmacia e distanti dai servizi essenziali delle aziende sanitarie, senza considerare le frazioni e le comunitĂ montane. Contiamo, inoltre, circa 4.400 comuni con una sola farmacia con i relativi problemi di copertura orari, turni e festivitĂ e, comunque, sempre distanti dai servizi delle ASL. Circa quindici milioni di cittadini italiani, in totale, soffrono la mancanza, o la distanza, dai servizi farmaceutici e assistenziali. Riscontriamo poi esigenze di assistenza in altri luoghi di elevata frequentazione, come lungo tutta la rete autostradale, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti, le localitĂ turistiche, ecc. Come possiamo portare i servizi vicini al domicilio del cittadino?

Le speranze degli amministratori ORFDOL DO Ă€QH GL ULGXUQH OR VSRSRODmento dei piccoli comuni, è quello di puntare sulle nuove tecnologie per dare ai propri concittadini, e ai turisti, servizi di primaria necessitĂ , evitando loro lunghi spostamenti anche a fronte di banali ma importanti esigenze del momento, come il reperimento di un farmaco. Uno degli sviluppi in questa direzione è la distribuzione automatizzata dei farmaci con il dispenser del progetto in sperimentazione ministeriale Pharmaclick Punto Salute (www. pharmaclickpuntosalute.it). La legge attribuisce in via esclusiva ai farmacisti le attivitĂ di preparazione e vendita di medicinali. Le farmacie convenzionate appaiono, inoltre, essere il principale canale di vendita per prodotti per automedicazioni, dermosanitari, presidi e ausiliari, nonchĂŠ per i prodotti dietetici. Per quanto attiene i cosmetici, le vendite nelle farmacie rappresentano un fatturato marginale. Le vendite di prodotti parafarmaceutici nel loro complesso, in ogni caso, rappresentano una parte consistente del fatturato delle farmacie. Attualmente, circa due terzi del giro di affari di una farmacia è realizzato mediante la commercializzazione dei prodotti etici; il restante fatturato è ottenuto con la vendita dei prodotti da banco e con le referenze non farmaceutiche. I grossisti e le aziende intermedie, oltre a garantire un ampio assortimento di prodotti etici e da banco con consegne frequenti, forniscono alle farmacie una serie di servizi complementari, quali il ritiro dei farmaci scaduti, un’attivitĂ di merchandising e alcuni supporti professionali. DISTRIBUZIONE DIRETTA DEI FARMACI

La distribuzione diretta dei farmaci, ossia la possibilitĂ di distribuire alcuni farmaci ai cittadini da parte di strutture e presidi sanitari pubblici, è iniziata nel 2001 con l’entrata in vigore della Legge 405/01. La distribuzione diretta può essere attuata attraverso tre diverse moda-


lità: l’erogazione del farmaco, diretta al solo primo ciclo di terapia, a pazienti in dimissione da ricovero ospedaliero o a seguito delle visite specialistiche ambulatoriali da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Lo strumento di riferimento è il Prontuario Terapeutico Aziendale (PTA) esistente nella struttura. Tale provvedimento è stato adottato con periodi di decorrenza diversi da parte delle Regioni e

aziende sanitarie; l’erogazione da parte delle aziende sanitarie dei farmaci necessari al trattamento di assistiti che necessitano di periodici controlli specialistici. La distribuzione diretta ad opera delle strutture sanitarie rappresenta una valenza non solo ai ÀQL GHOOD ULGX]LRQH GHOOD VSHVD D livello territoriale, ma anche, e soprattutto, di tutela clinica del paziente e di garanzia di continuità farmaco-terapeutica ospedale-ter-

Annarosa Racca, Presidente Federfarma

ritorio, nonché di appropriatezza di utilizzo dei farmaci; la facoltà da parte delle Regioni e delle aziende sanitarie di stipulare accordi con le associazioni sindacali delle farmacie territoriali (Federfarma per le farmacie private e Assofarm per quelle comunali), per consentire agli assistiti affetti da patologie croniche, che pertanto richiedono un’assistenza farmaceutica continua, di rifornirsi presso le predette farmacie con la medesima modalità per la distribuzione attraverso le strutture aziendali del SSN (cosiddetta distribuzione per conto). Ciò per i disagi dovuti alla dislocazione non capillare di codeste strutture ed agli orari di apertura limitati. Tali accordi prevedono l’acquisto, a prezzi scontati, dei medicinali del PHT (o parte di esso) da parte delle aziende sanitarie; i medicinali sono quindi ceduti al prezzo d’acquisto ai grossisti che provvedono a rifornire le farmacie. In questo caso, ai farmacisti ed ai grossisti sono riconosciuti per la distribuzione dei margini inferiori, quindi più convenienti per il SSN, rispetto a quanto avverrebbe DWWUDYHUVR OD WUDGL]LRQDOH ÀOLHUD GLVWULEXWLYD 6RQR LQ FRUVR ULÁHVVLRQL SHU ULFRQRVFHUH XQ FRPSHQVR ÀVVR per ogni pezzo gestito (non più una percentuale del valore delle confezioni distribuite per conto delle aziende sanitarie, ma riconoscendo un costo per il servizio reso). Tutte le Regioni hanno intrapreso con molta determinazione la distribuzione diretta in virtù degli elevati risparmi dovuti allo sconto minimo del 50% che le aziende farmaceutiche sono tenute a garantire alle aziende sanitarie. La distribuzione diretta dei farmaci in dimissione ospedaliera al primo ciclo di terapia è stata intrapresa su tutto il territorio italiano. Anche la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle aziende sanitarie ai pazienti che necessitano periodici controlli specialistici è stata adottata in tutte le Regioni ad eccezione della Puglia che, per motivi di riorganizzazione interna, ha sospeso questa iniziativa a favore della distribuzione per conto. iged.it 04.2009

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La spesa della distribuzione diretta ha inciso nel 2008, secondo il rapporto Osmed, per circa un terzo sulla spesa farmaceutica con ampie variabilità regionali. Il PHT ha come obiettivo quello di garantire un equilibrio nella logica distributiva complessiva dei farmaci, in un assetto di miglioramento sanitario capace di tenere in considerazione anche il governo della spesa farmaceutica. In riferimento al setting assistenziale, e quindi alla modalità distributiva, vengono a delinearsi tre ambiti della terapia: l’Area H, ovvero della terapia intensiva ed esclusivamente ospedaliera, il cui strumento è il Prontuario Ospedaliero; l’area H-T della presa in carico e della continuità terapeutica, con il PHT; l’area T della cronicità e delle terapie a breve termine, con prescrizioni da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta tramite il Prontuario Farmaceutico Nazionale (PFN).

Punti d’attenzione per la distribuzione dei farmaci Governo dei processi chiave 3UHYLVLRQH H SLDQLÀFD]LRQH GRPDQGD Gestione riordini politiche di acquisto e replanishment; Ottimizzazione stock, giacenze, rotazioni; Controllo scadenze di validità e conservazione farmaci; Controllo servizio e soluzioni just in time; Gestione trasporti e consegne (es. on demand giornaliera). Organizzazione Ruoli, strutture, competenze, cultura; Procedure (good logistic practices). Sistemi informativi Copertura dei processi; Soluzioni EDI, integrazione con fornitori e clienti (es. Consorzio Dafne); Ricetta e cartella elettronica; Tessera sanitaria intelligente; Tecnologia RFID; E-procurement. /RJLVWLFD ÀVLFD HG RSHUDWLYD Ricondizionamento farmaci (es. dose unitaria); Mezzi ed apparecchiature.

UNA SUPPLY CHAIN COMPLESSA

Il servizio di fornitura alle farmacie e parafarmacie è prevalentemente effettuato da grossisti, tuttavia non mancano casi di fornitura diretta da parte delle imprese produttrici al SXQWR YHQGLWD ÀQDOH Si hanno pertanto due tipologie di ÁXVVL GLVWULEXWLYL LO FDQDOH OXQJR LQdustria-ingrosso-dettaglio e il canale corto industria-dettaglio. Nell’ambito della distribuzione all’ingrosso, occorre ulteriormente distinguere la distribuzione all’ingrosso realizzata da grandi operatori intermedi dall’attività svolta dai piccoli distributori intermedi (spesso presenti solo a livello regionale). Il mercato della distribuzione farmaceutica intermedia comprende l’intera gamma dei beni commercializzati dalle farmacie, siano essi prodotti medicinali o parafarmaceutici. Il numero degli operatori coinvolti nella supply chain del farmaco è molto elevato. Ciò rende la gestione della supply chain molto complessa. Secondo una ricerca della SDA Bocconi, oggi ci sono 262 aziende farmaceutiche attive in Italia.

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Circa metà delle confezioni sono direttamente prodotte in Italia, il restante fabbisogno dei farmaci è importato dall’estero. L’immissione di tutti i farmaci sul mercato avviene attraverso i depositari e concessionari delle aziende farmaceutiche. Oggi operano 313 depositari e concessionari a livello nazionale, mentre storicamente c’erano solo 50 aziende autorizzate a gestire i grandi magazzini per l’immissione dei farmaci nella supply chain (tendenzialmente 2 operatori per regione). Circa due WHU]L GHO ÁXVVR GHOOD VXSSO\ FKDLQ va verso le farmacie, il restante 30% verso ASL, Aziende Ospedaliere e Case di Cura. A valle dei depositari e concessionari, troviamo 494 distributori intermedi. Ognuno di loro gestisce tra le 30.000 e 50.000 referenze attive, con oltre 1.000 consegne presso le farmacie e parafarmacie loro clienti (in alcune zone anche 3 volte al giorno). IL SISTEMA LOGISTICO DELLE

AZIENDE PUBBLICHE

Nell’ambito delle aziende sanitarie la responsabilità della gestione logistica q GHOOD IXQ]LRQH SUHSRVWD DOOD GHÀQLzione ed alla gestione di un sistema in grado di assicurare la regolarità nell’alimentazione dei beni economali, tecnici e sanitari ai centri di attività e clienti interni dell’azienda. Anche su indicazione delle direzioni regionali, le aziende sanitarie sono sempre più chiamate a limitare al massimo i costi di stoccaggio e movimentazione. L’esigenza di evitare in modo assoluto disservizi nel processo di rifornimento dei beni ai clienti interni da un lato e la necessità di razionalizzare i costi di gestione e contenere gli immobilizzi in giacenze dall’altro, chiama infatti le aziende a rivedere il proprio sistema logistico, prendendo in considerazione le opzioni possibili per renderlo maggiormente aderente a tali esigenze. La logistica pertanto ha il compito di trasformare un “disvalore” (tutte le movimentazioni e gli stazionamenti di un bene rappresentano un costo


per l’azienda senza creare valore aggiunto al bene stesso) in un “valoreâ€?, da intendersi in termini di servizio al cliente e pertanto correlabile al valore della disponibilitĂ di un farmaco e delle relative informazioni. Con riferimento alle caratteristiche delle aziende sanitarie è possibile affermare che il sistema logistico è costituito da due sotto sistemi: il canale di fornitura, che governa i Ă XVVL GHL EHQL H GHOOH UHODWLYH LQformazioni, dalle fonti di approvvigionamento ai centri di ricevimento dell’azienda; il canale distributivo, che governa i Ă XVVL GHL EHQL H GHOOH UHODWLYH LQformazioni dai centri di ricevimento dell’azienda ai clienti interni e al cittadino in caso della distribuzione diretta. La funzione logistica è pertanto chiamata, nelle aziende sanitarie, a realizzare la migliore gestione coordinata di questi due canali, assicurando la regolaritĂ nell’alimentazione dei centri di ricevimento dell’azienda, limitando al minimo indispensabile i costi di stoccaggio, effettuando le consegne ai clienti interni nel rispetto dei tempi con essi concordati ed evitando in modo assoluto disservizi nei loro confronti. Il concetto di supply chain management assume quindi nelle aziende sanitarie la valenza di gestione integrata di questi due sottosistemi di fornitura e di distribuzione. Le attivitĂ chiave che caratterizzano la gestione di un sistema logistico del farmaco sono riconducibili alle seguenti aree: GHĂ€QL]LRQH H JHVWLRQH GHL OLYHOOL GL servizio per i clienti, ossia la determinazione dei bisogni dei clienti in relazione alle varie tipologie di IDUPDFL OD GHĂ€QL]LRQH GHL OLYHOOL GL servizio per cliente/tipologia di farmaci e il monitoraggio degli stessi; organizzazione e gestione dei trasporti, ossia la scelta delle modalitĂ GL WUDVSRUWR OD GHĂ€QL]LRQH GHL SHUcorsi di distribuzione, la selezione dei mezzi e la gestione operativa (formazione dei carichi e monitoraggio sull’ottimizzazione dei percorsi);

GHĂ€QL]LRQH H JHVWLRQH GHOOH VFRUWH RVVLD OD GHĂ€QL]LRQH GHOOH SROLWLFKH per la gestione dei farmaci (a scorta o a fabbisogno), il dimensionamento e la localizzazione dei punti di stoccaggio e delle relative atWUH]]DWXUH OD GHĂ€QL]LRQH GHO PL[ delle referenze e dei criteri per la loro gestione a scorta, le procedure operative per la gestione e lo stoccaggio dei farmaci nei punti di stoccaggio; RUJDQL]]D]LRQH H JHVWLRQH GHL Ă XVsi informativi, che comprende la GHĂ€QL]LRQH GHOOH SURFHGXUH H GHOOH modalitĂ di interfacciamento e trasmissione delle informazioni lungo tutto il processo logistico, la GHĂ€QL]LRQH GHOOH UHJROH SHU OD SLDQLĂ€FD]LRQH GHL IDEELVRJQL H OD JHstione delle richieste ed emissione degli ordini, il monitoraggio dei Ă XVVL LQIRUPDWLYL H O¡RWWLPL]]D]LRne degli stessi.

farmaceutico e a selezionare gli operatori pubblici e privati capaci di offrire i propri servizi e prodotti a costi piĂš contenuti con livelli qualitativi superiori a vantaggio del cittadinopaziente.

CONCLUSIONI

La scelta di intervento sulla supply chain dei farmaci richiede, in conclusione, un’attenta valutazione dei relativi vantaggi e svantaggi, per evitare di dover affrontare nel lungo periodo costi del sistema non piĂš sostenibili. A parte la valutazione di “convenienzaâ€?, il sistema pubblico appare in Italia “ingessatoâ€? o tendenzialmente “predeterminatoâ€?. Non vi è, infatti, alcun incentivo da parte dei diversi operatori per incrementare il confronto concorrenziale nĂŠ a livello orizzontale (tra imprese farmaceutiche attive nell’offerta di SURGRWWL VRVWLWXLELOL DL Ă€QL GHOOD ORUR HIĂ€FDFLD WHUDSHXWLFD WUD LQWHUPHGLDUL all’ingrosso; tra farmacie), nĂŠ a livello verticale tra gli operatori attivi nelle GLYHUVH IDVL GHOOD Ă€OLHUD GHO IDUPDFR (produzione, commercializzazione, prescrizione, distribuzione e conseJQD Ă€QDOH DO FLWWDGLQR SD]LHQWH Garantendo la tutela della salute dei cittadini e rispettando il vincolo di bilancio pubblico della spesa farmaceutica e sanitaria in genere, l’introduzione di opportune forme di un confronto “concorrenzialeâ€? pubblico-privato, potrebbe contribuLUH D UHQGHUH SL HIĂ€FLHQWH LO VHUYL]LR

THOMAS SCHAEL

Senior Partner e Responsabile Area Hospital & Healthcare Butera e Partners, Coordinatore nazionale tavolo tecnico Pharmaclick Punto Salute, giĂ Direttore Generale ASL Magna Grecia di Crotone

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SPECIALE OMAT ROMA

OMAT ROMA 2009 I dati consuntivi, le dichiarazioni a caldo e alcuni flash dalle aziende che hanno partecipato alla principale manifestazione italiana sulla gestione elettronica di documenti e informazioni STEFANO FORESTI

All’indomani dell’edizione romana di OMAT, tenutasi l’11 e 12 novembre presso il Crowne Plaza Roma - St. Peter’s hotel, sono stati molti i motivi di soddisfazione. 'D VHPSUH Ă€RUH DOO¡RFFKLHOOR GL 20$7 LO SURJUDPPD FRQYHJQLVWLFR KD SRWXWR FRQWDUH TXHVW¡DQQR SL FKH PDL VXOO¡DSSRUWR GL PRGHUDWRUL e relatori di altissimo livello. RapSUHVHQWDQWL GHOOH LVWLWX]LRQL DFFDGHPLFL JLXULVWL WHFQLFL H GLULJHQWL GHOOH maggiori aziende del settore hanno SHUPHVVR DL SDUWHFLSDQWL GL WRUQDUH LQ XIĂ€FLR FRQ PROWL GXEEL LQ PHQR H WDQWL HVHPSL GL VXFFHVVR LQ SL ,Q SDUWLFRODUH JUDQGH VXFFHVVR SHU la sessione di apertura (intitolata “Come gestire il patrimonio di dati e informazioni digitali per generare HIĂ€FLHQ]D LQQRYD]LRQH H FRPSHWLWLvitĂ â€?), la sessione sulla normativa, le GXH VHVVLRQL GHGLFDWH DOOD FRQVHUYD]LRQH H OD VHVVLRQH GL FKLXVXUD VXOOD IDWWXUD]LRQH HOHWWURQLFD /H D]LHQGH HVSRVLWULFL KDQQR SUHVHQWDWR VROX]LRQL FRQFUHWH H DOO¡DYDQJXDUGLD D XQ SXEEOLFR HVWUHPDPHQWH SURĂ€ODWR FRPSHWHQWH H TXLQGL PROWR ULFHWWLYR Da ultimo, la soddisfazione di aver FHOHEUDWR QHO PLJOLRUH GHL PRGL XQ¡HGL]LRQH SDUWLFRODUPHQWH LPSRUWDQWH LQ TXDQWR KD FRLQFLVR FRQ LO ventesimo anno di attivitĂ di OMAT: XQ UHFRUG DVVROXWR SHU LO VHWWRUH GHO GRFXPHQW PDQDJHPHQW LQ ,WDOLD

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Innanzitutto, i numeri: OMAT Roma 2009 ha fatto registrare 919

presenze complessive nei due giorni, con un aumento del 12% rispetto a OMAT Roma 2008

641

presenze singole: + 9%

45

espositori e sponsor

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relatori, di cui il 48% accademici, tributaristi, consulenti e coinvolti nella stesura delle norme

'RPHQLFR 3LD]]D VHQLRU SDUWQHU GL ,7(5 OD VRFLHWj RUJDQL]]DWULFH KD GLFKLDUDWR /D JUDWLĂ€FD]LRQH PDJJLRUH q VWDWD TXHOOD GL YHGHUH WXWWL L QRVWUL SDUWQHU

H L YLVLWDWRUL GHFLVDPHQWH VRGGLVIDWWL H GL TXHVWL WHPSL QRQ DFFDGH VSHVVR ,O GRPDQL q QHOOH PDQL GHJOL GHL PD QRL VLDPR GHL EUDYL ´LQGRYLQL¾ H FL VWLDPR LPSHJQDQGR DO PDVVL-


ABLETECH Trasformare la tecnologia in valore AbleTech, da oltre 13 anni si posiziona sul mercato come centro di competenza e ricerca tecnologica nel segmento del Business Process Management ed ha come ha come sua unica attività quella di produrre ARXivar, una piattaforma innovativa per la gestione completa e sicura delle informazioni e dei processi aziendali: DOCUMENT e CONTENT MANAGEMENT, WORKFLOW e PROCESS MANAGEMENT, ARCHIVIAZIONE OTTICA e CONSERVAZIONE SOSTITUTIVA, tutto in un’unica soluzione. Ad oggi possiamo contare su un parco installate di piÚ 500 clienti, con oltre 15.000 postazioni di lavoro attive, circa 100 Business Partner. Un laboratorio di crescita e sviluppo in continua espansione. Una rete di rivenditori capillarmente diffusa in tutta Italia e sui mercati europei. L’esperienza nel campo della gestione dei documenti permette ad AbleTech di realizzare progetti globali o mirati ad una singola esigenza e consente di fornire ai clienti la massima competenza in termini di assistenza e servizi in tale settore. Able Tech ha sviluppato competenze che le consentono di mettere in funzione sistemi complessi, basati su tecnologia FOLHQW VHUYHU R ZHE H FKH JHVWLVFRQR SURFHVVL GL :RUNà RZ FRPSOHVVL H GL &RQVHUYD]LRQH 2WWLFD 6RVWLWXWLYD

mo per capire le esigenze dei manager di oggi che vogliono capire il domani. Possiamo per ora anticipare una considerazione: OMAT Milano 2010 arriva dopo 20 anni di VXFFHVVL Ă€QLWR LO SULPR VL LQL]LD LO VHFRQGR ventennio, quindi OMAT Milano 2010 è proprio un appuntamento da non perdere e noi faremo di tutto per farvelo apprezzare. Sul sito www.omat360.it è stata pubblicata la photogallery, mentre presto sarĂ online una videogallery con alcuni importanti momenti dell’evento. L’appuntamento è quindi sul sito www.omat360.it e, naturalmente, a OMAT Milano 2010, in programma il 30 e 31 marzo. LE DICHIARAZIONI DI ALCUNI ESPOSITORI E SPONSOR DI OMAT ROMA 2009

Giovanni Procaccino, Responsabile System Integration per l’area Public Service di Accenture L’offerta di soluzioni per la dematerializzazione è solida e completa, ma è indispenVDELOH TXDOLĂ€FDUH OD GRPDQGD GL LQQRYD]LRne, dando maggior peso alla qualitĂ della proposta progettuale. In particolare nella PA, è necessario integrare e valorizzare le competenze per una regia complessiva piĂš HIĂ€FDFH GHOOH LQL]LDWLYH GL GLJLWDOL]]D]LRQH Antonio Tonini, Direttore Direzione Registro Imprese, InfoCamere Grazie e complimenti per la perfetta organizzazione, per parte nostra l’incontro è iged.it 04.2009

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La soluzione di Gestione Documentale Firedoc Totalmente realizzata in Java2EE, l’applicazione sfrutta le potenzialitĂ del database Oracle Standard o Enterprise Edition. Firedoc mette a disposizione la gestione del protocollo conforme alle direttive del CNIPA e i Servizi di &RQVHUYD]LRQH 6RVWLWXWLYD D 1RUPD 1XPHURVH OH PRGDOLWj GL LQWHUIDFFLDPHQWR H FDWWXUD GHL Ă XVVL GRFXPHQWDOL JLj presenti in azienda. Attraverso le funzionalitĂ offerte in modalitĂ Web Services, Firedoc è inoltre in grado di integrarsi con il Sistema Informatico del Cliente a vari livelli interagendo con piattaforme ERP, Web Servers, Mail & Fax Servers o altre applicazioni legacy. Potenti funzioni di ricerca e una robusta sicurezza garantiscono la massima fruibilitĂ dei documenti e un accesso controllato e sicuro alle informazioni aziendali. La fase di Acquisizione permette di facilitare LO SHUFRUVR GHOO¡DFTXLVL]LRQH GHL GRFXPHQWL ,QROWUH FRQVHQWH GL FDWWXUDUH L GLYHUVL Ă XVVL GRFXPHQWDOL JLj SUHVHQWL LQ azienda. La fase di Indicizzazione completa il documento con tutte le informazioni che permetteranno una corretta archiviazione secondo le esigenze dell’utente (vedi ad esempio la protocollazione del documento in entrata e in uscita). L’Archiviazione consente di mettere il documento nelle condizioni di essere ricercato e consultato da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento rispettando le regole di sicurezza aziendali. Grazie alla fase di Revisione, è possibile gestire ed aggiornare di volta in volta il documento archiviato in un’ottica individuale o di gruppo.

Dall’intervento ad OMAT Roma 20089 di Giuseppe Fortunato, Business Consulting Principal di Hitachi Data Systems Italia Una corretta gestione del patrimonio digitale costituisce un elemento di fondamentale importanza per le aziende di ogni settore industriale, poichĂŠ permette GL DOOHJJHULUH L SURFHVVL H UHQGHUOL SL HIĂ€FLHQWL ULVSDUPLDQGR LQ WHUPLQL GL tempo e di costi. Inoltre, una precisa e attenta archiviazione dei documenti è necessaria a livello legislativo, poichĂŠ è obbligatorio attenersi scrupolosamente ad una serie di UHTXLVLWL H GL QRUPDWLYH FKH UHJRODQR LO Ă XVVR GL GDWL GL XQ¡D]LHQGD SHU QRQ rischiare di incorrere in sanzioni. Per questi motivi, è importante avvalersi di strumenti che facilitino e garantiscano il corretto metodo di raccolta e conservazione di tutte le informazioni consentendo, di conseguenza, un notevole risparmio in termini di tempo e di costi. L’archiviazione digitale presenta molti vantaggi rispetto a quella cartacea; peraltro una parte sempre piĂš ampia di documenti nasce in formato digitale e in questo formato deve essere preservata. L’archiviazione dei contenuti digitali è, però, spesso soggetta a numerosi vincoli tecnici e normativi relativi a: - sicurezza; - gestione dei formati; - migrazioni e “refreshâ€? tecnologici; - legislazione per la “retentionâ€? e l’accesso; - indicizzazione e reperibilitĂ dei contenuti nel tempo. Questi vincoli rischiano di elevare notevolmente i costi dell’archiviazione digitale. Il tutto è aggravato dal fatto che, spesso, è necessario conservare dati ed informazioni anche per 50-100 anni e, quindi, l’infrastruttura deve essere in JUDGR GL DIIURQWDUH VĂ€GH QRQ DQFRUD QRWH FKH YHUUDQQR JHVWLWH GD SL JHQHUD]LRQL GL DPPLQLVWUDWRUL ,7 Per scegliere le soluzioni piĂš adeguate, è consigliabile tenere in considerazione l’evoluzione e la gestione dell’infrastruttura storage anno dopo anno e i margini di miglioramento nell’utilizzo della capacitĂ di memorizzazione. L’approccio storage Economics di HDS e l’infrastruttura HCP soddisfano i vincoli relativi all’archiviazione digitale e, al contempo, permettono di controllare e prevedere i costi su periodi molto lunghi. Hitachi Data Systems propone la piattaforma Content Archive, che soddisfa tutte le esigenze di “data archivingâ€? IDYRUHQGR XQD JHVWLRQH RWWLPDOH GHL FRVWL VLD Ă€VVL VLD RSHUDWLYL GHULYDQWL GDJOL LQYHVWLPHQWL QHFHVVDUL DOOR VYLOXSSR dell’infrastruttura poichĂŠ può essere integrato in quella giĂ esistente. Tra le principali caratteristiche di Hitachi Content Archive Platform vi è la capacitĂ di supportare applicazioni e contenuti multipli, la possibilitĂ di eseguire l’indicizzazione in piĂš lingue e formati, la garanzia di elevate prestazioni e altissima scalabilitĂ con costi di gestione estremamente contenuti. Grazie a questa soluzione è possibile archiviare ogni tipo di dato: report, e-mail, scansioni di documenti, UHJLVWUD]LRQL YRFDOL H FRQWHQXWL GLJLWDOL FRQ FRQVHJXHQWH ULGX]LRQH GHOOH Ă€QHVWUH GL EDFNXS H RWWLPL]]D]LRQH GHL WHPSL di risposta. Il risultato è un’amministrazione ottimale delle informazioni digitali, unito ad un considerevole risparmio sia a medio che a lungo termine.

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Virtualizzazione targata Hitachi Data Systems per Sky Il colosso della pay tv virtualizza 25 Terabyte di dati Al terzo posto tra le pay tv europee, Sky Italia non ha certo bisogno di presentazioni. Qualche numero può, però, chiarire le ragguardevoli dimensioni raggiunte in poco piĂš di 15 anni di attivitĂ nel nostro paese. Gli abbonamenti sono oggi 4.800.000, per un pubblico stimato in oltre 14 milioni di spettatori, le sedi regionali sono dieci, compresi il quartier generale di Milano Santa Giulia e la sede di Roma in via Salaria dove sono presenti i data center; in Sky operano 9.300 persone, tra dipendenti, collaboratori e LQVWDOODWRUL DIĂ€OLDWL *OL RSHUDWRUL GHL FRQWDFW FHQWHU 6N\ JHVWLVFRQR DQQXDOmente circa 15 milioni di chiamate, l’85% delle quali è trattato entro i primi 50 secondi, mentre il sito www.sky.it è visitato da 3.500.000 utenti unici ogni mese per un totale di 60 milioni di pagine viste, sempre al mese. Migrazione a caldo senza disservizi con Hitachi Volume Migration Qualche numero del data center di Roma può servire a dare un’idea dei volumi di dati di Sky: 24 Terabyte gestiti in SAN di produzione, 50 istanze di database, 3 Petabyte di backup all’anno, 25 Terabyte per il Disaster Recovery gestiti in outsourcing e la bellezza di 350 server gestiti. Per continuare ad avere una gestione centralizzata, in Sky è stato deciso di virtualizzare una parte importante del GDWD FHQWHU LQWURGXFHQGR LO 7LHULQJ Ă€VLFR VX 7HUDE\WH GL GDWL SHU PDQWHQHUH DOOLQHDWR LO GLVDVWHU UHFRYHU\ H L tempi di ripristino relativi. In dettaglio, la virtualizzazione ha riguardato, a step intermedi, circa 25 Terabyte sulla piattaforma AMS 1000 di Hitachi Data Systems con HDS 9990: sono stati migrati a caldo i dati documentali, shadow-image dei sistemi di produzione e i dati per la duplicazione dei sistemi di disaster recovery, senza che vi sia stato alcun disservizio, grazie all’utilizzo della soluzione Hitachi Volume Migration di Hitachi Data Systems. 7UD JOL DOWUL YDQWDJJL GHOOD YLUWXDOL]]D]LRQH DGRWWDWD GD 6N\ FRQ OH WHFQRORJLH +LWDFKL 'DWD 6\VWHPV VL SRVVRQR LQĂ€QH segnalare “il riutilizzo dello storage liberato sul sistema HDS 9990, che andrĂ a coprire le esigenze di crescita di dati per i due anni successivi alla conclusione del progetto, e la possibilitĂ di porre le basi per il nuovo progetto di Next Generation Data Center di Sky, che entro l’inizio dell’estate 2010 permetterĂ di riportare in azienda il disaster recovery, con una scelta di insourcing tra le sedi di Milano e Romaâ€?, ha spiegato Massimiliano Ricci, Responsabile dei Data Center di Sky Italia. stato molto stimolante (come sempre)! Davide Baroni, Product Marketing Professional di Canon Italia Anche in questa occasione OMAT ha confermato la sua leadership tra gli eventi nazionali dedicati al tema della gestione documentale, cosĂŹ come Canon ha confermato la continua attenzione verso quei clienti che sono sempre piĂš interessati nell’implementazione di soluzioni di Document Management. Vorrei sottolineare il grande successo raccolto dal nuovo scanner portatile ImageFormula P-150, dotato di un rapporto qualitĂ /prestazioni/prezzo davvero unico. Claudio Vinci, Sales Specialist - Document Imaging, Kodak Anche quest’anno abbiamo avuto la possibilitĂ di dimostrare i nostri scanner per documenti a diverse tipologie di utenti. Avere l’opportunitĂ di fare dimostrazioni e di

parlare dei nostri prodotti di scansione è un modo per evidenziare alcune caratteristiche innovative che non si evincerebbero tramite la semplice lettura di una brochure. Francesca Morganti, Marketing & Communication Manager, Metisoft La manifestazione risulta un’utile occasione di confronto e di informazione sia per i visitatori sia per gli espositori: ne abbiamo apprezzato particolarmente il carattere GLYXOJDWLYR FKH OD GLVWLQJXH GDOOH Ă€HUH (IĂ€FDFH O¡RUJDQL]]D]LRQH GHOO¡DJHQGD FKH SHUmette ai visitatori di seguire i convegni ma anche di visitare i demo point; apprezzato il percorso di visita dell’area espositiva perchĂŠ QRQ q GLVSHUVLYR H FRQGXFH Ă€QR DOO¡DFFHVVR dell’area convegni. 9DOHQWLQD 'L *LDFRPR 8IĂ€FLR 0DUketing e Comunicazione, Serin Soft La Serin Soft era alla prima esperienza con OMAT ma non era a digiuno di

Ă€HUH VXOO¡LQIRUPDWLFD /D JUDQGH GLIIHrenza riscontrata è la settorialitĂ trattata D 20$7 8QD Ă€HUD FRPSOHWDPHQWH incentrata sulla gestione elettronica delle informazioni che ha visto la partecipazione di visitatori realmente sensibili al problema ed interessati a trovare la miglior soluzione. OMAT Roma è una grande vetrina per gli espositori che mirano a collaborare con le grandi realtĂ della Pubblica Amministrazione. Ci siamo trovati di fronte potenziali clienti che avevano le idee ben chiare su cosa SRWHVVH HVVHUH SL XWLOH DOOD ORUR UHDOWj Ă€JXUH professionali esperte del mondo dell’informatica che cercavano risposte precise e tecniche. Una bella esperienza che sta portando giĂ i suoi frutti. Giusy Spaziani, Key Account Manager, AMInformatica OMAT è l’unica manifestazione che da vent’anni riunisce aziende, istituzioni, utenti ed esperti per capire come mettere a frutto la iged.it 04.2009

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mole di dati che ogni giorno l’azienda crea e riceve; grazie al successo riscontrato nelle precedenti edizioni ed alle novitĂ previste quest’anno, AMInformatica ha confermato la partecipazione anche per questa edizione ed ha presentato i plus che distinguono il proprio DMS: FIREDOC. OMAT 2009 è stata un’edizione piena di novitĂ normative e tecnologiche ed i convegni e tavole rotonde hanno reso la manifestazione particolarmente interessante, innovativa e molto gradita anche dai nostri ospiti. Nicola Rossi, Presidente di Nica Presso lo stand della Nica, storico partner di OMAT, hanno riscosso notevole interesse le innovative soluzioni presentate per la prima volta al pubblico: Biblioscan2 Self-copy, il primo scanner che permette agli utenti delle Biblioteche di fare in piena autonomia la copia digitale delle pagine di libri e documenti di loro interesse e di portarla via sulla propria chiavetta digitale - Docstation 2.2, la prima stazione di scansione che qualsiasi dipendente aziendale può facilmente usare

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per dematerializzare la documentazione cartacea appena nasce od entra in azienda I1220-ES, l’unico scanner sul mercato che permette la stampa di due righe di dati del protocollo durante la scansione dei documenWL LQFUHPHQWDQGR QRWHYROPHQWH O¡HIĂ€FLHQ]D delle attivitĂ di registrazione dei documenti in arrivo agli enti pubblici.

senza si è trasformata subito in entusiasmo per le nostre soluzioni e per la realtĂ che rappresentiamo sul territorio nazionale. Abbiamo presentato soluzioni documentali, ormai consolidate, relativamente all’Archiviazione Documentale ed alla Conservazione Sostitutiva, ma soprattutto abbiamo preVHQWDWR XQD QXRYD VROX]LRQH FKH VHPSOLĂ€FD H organizza il lavoro del commercialista.

Paolo Mazzocco, Avision Per noi di Avision, come progettisti e costruttori di scanner documentali, la partecipazione a OMAT Roma è indubbiamente servita a far conoscere il nostro marchio D XQD SODWHD TXDOLĂ€FDWD GL YLVLWDWRUL 'D questo punto di vista siamo soddisfatti: alcuni tra i nuovi contatti sembrano essere molto promettenti. Salvatore Esposito, Direttore Commerciale e Marketing di BM&Planeta Anche quest’anno abbiamo partecipato con soddisfazione all’evento OMAT Roma 2009, dove la curiositĂ della nostra pre-

STEFANO FORESTI

Marketing Communication, ITER


'RFX &LUFXV FRPH ´GHPDWHULDOL]]DUHÂľ OH GLIĂ€FROWj QHOOD JHVWLRQH GL XQ DUFKLYLR Bucap si presenta ad Omat con il suo “mago-archivistaâ€? di Elena Fantini * Acrobazie al trapezio, tigri da domare, lanci dal cannone ‌ queste sono a volte alcune delle peripezie che compie chi ha un archivio documentale da amministrare. La gestione di un archivio non è un’attivitĂ semplice, ma richiede molto tempo, competenza e strumenti idonei. Bucap, che da piĂš di 25 anni opera nel settore dell’outsourcing documentale, ha partecipato all’ultima edizione di Omat Roma, dell’11 e 12 novembre, proponendo un intervento ambientato nel mondo del circo che, in chiave ironica, ha concentrato l’attenzione su alcuni concetti chiave della gestione documentale LGHQWLĂ€FDELOL LQ DOFXQH SUREOHPDWLFKH FKH SRVVRQR HVVHUH ULVROWH DWWUDYHUVR O¡XWLlizzo di “parole magicheâ€?. Prime parole importanti sulle quali è fondamentale avere le idee chiare sono il concetto stesso di archivio ed il concetto di gestione elettronica delle informaResponsabile Marketing e zioni, tema dell’evento Omat. Comunicazione di Bucap /¡$UFKLYLR SXz HVVHUH GHĂ€QLWR LO FRPSOHVVR GHL GRFXPHQWL FUHDWL VX TXDOVLDVL WLSR di supporto, da un “ente produttoreâ€? nel corso dello svolgimento della propria DWWLYLWj (VVR q DQFKH LO OXRJR GL FRQVHUYD]LRQH GHL GRFXPHQWL H OD VWUXWWXUD RUJDQL]]DWLYD FXL WDOH JHVWLRQH q DIĂ€GDWD Per gestione elettronica delle informazioni si può intendere l’insieme degli strumenti e delle regole utili a gestire le informazioni presenti sui documenti riprodotti su supporti digitali. 7DOL GHĂ€QL]LRQL FKH SHU PROWL SRVVRQR IRUVH VHPEUDUH EDQDOL LQ UHDOWj FRQWHQJRQR LPSRUWDQWL VSXQWL GL ULĂ HVVLRQH SHU chiunque debba gestire e organizzare un archivio. La differenza sostanziale tra una montagna di carta o di byte e un archivio è proprio la presenza o meno di un criterio archivistico che determini la struttura e la composizione dei documenti, rendendoli facilmente accessibili e valorizzandone i contenuti. Ecco che, in questo modo, la montagna di carta, o di byte, diventa patrimonio documentale. Pertanto una “parola magicaâ€? importante è “tecnica archivisticaâ€?, questo vuol dire che un archivio per essere tale deve essere regolato H JHVWLWR GD FULWHUL DUFKLYLVWLFL VHUL H VFLHQWLĂ€FL $EELDPR GHĂ€QLWR DUFKLYLR DQFKH FRPH OXRJR GRYH YHQJRQR FRQVHUYDWL GHL GRFXPHQWL 6LD FKH VL WUDWWL GL GRFXPHQWL FDUWDFHL H TXLQGL GL ORFDOL Ă€VLFL VLD VL WUDWWL GL GRFXPHQWL GLJLWDOL H SHUWDQWR VHUYHU XELFDWL LQ VWUXWWXUH OH VHJXHQWL SDUROH PDJLFKH GHYRQR FDUDWWHUL]]DUH TXHVWL DPELHQWL GL FXVWRGLD SHU IDU LQ PRGR FKH VLDQR HIĂ€FLHQWL HG DGHJXDWL ´QRUPDWLYH GL VLFXUH]]DÂľ ´DOWD DIĂ€GDELOLWjÂľ H ´SULYDF\Âľ 8QD YROWD DIIURQWDWL TXHVWL DUJRPHQWL q LPSRUWDQWH FKH LO UHVSRQVDELOH GL XQ DUFKLYLR ULVROYD LO SUREOHPD GHOOD JHVWLRQH GHOOH LQIRUPD]LRQL H DEELD FRPH RELHWWLYR TXHOOR GL LQGLYLGXDUH Ă XVVL GRFXPHQWDOL LO SL SRVVLELOH HIĂ€FDFL HG HIĂ€FLHQWL Bucap propone come soluzione ideale la parola magica “paperlessâ€?, in quanto in grado di offrire la massima velocitĂ H FRQGLYLVLRQH GHOOH LQIRUPD]LRQL 6LD FKH VL WUDWWL GL XQ DUFKLYLR FDUWDFHR VLD HOHWWURQLFR LQIDWWL OD PRGDOLWj GL JHVWLRQH GLJLWDOH ULVXOWD HVVHUH TXHOOD LGHDOH SHU RWWHQHUH L PDVVLPL EHQHĂ€FL LQ WHUPLQL GL UHSHULPHQWR H XWLOL]]R GHOOH LQIRUPD]LRQL presenti nei documenti che sono oggetto del nostro lavoro o del lavoro degli utenti del nostro archivio. Risulta chiaro però che, come per tutte le attivitĂ e le attivitĂ lavorative, esistono sempre delle considerazioni economiche che spesso possono portare a dover percorrere una strada diversa da quanto si sarebbe preferito, solo perchĂŠ condizionati GDOOD PDQFDQ]D GL Ă€QDQ]LDPHQWL SHU O¡RSHUD]LRQH LGHDOPHQWH SUHVFHOWD $OORUD HFFR FKH SXz HVVHUH XWLOL]]DWD XQ¡XOWLPD parola magica dalla forza dirompente in quanto in grado di assorbire tutte le precedenti parole citate, e questa parola è “outsourcingâ€?. In molti casi, chi ha la responsabilitĂ di un archivio, può risolvere alcune criticitĂ , sia operative sia HFRQRPLFKH SURSULR DQDOL]]DQGR O¡RIIHUWD GHO PHUFDWR H DIĂ€GDQGRVL D RSHUDWRUL GL VHWWRUH LQ JUDGR GL VYROJHUH FRQ professionalitĂ il mestiere della gestione documentale. 4XHVWD VFHOWD VH EHQ SRQGHUDWD H DQDOL]]DWD SXz UDSSUHVHQWDUH XQ¡RWWLPD VROX]LRQH LQ WHUPLQL GL HIĂ€FLHQ]D PD DQFKH GL risparmio di risorse e di tempo ed è in grado di offrire la possibilitĂ di avere un maggiore controllo sul proprio patrimonio documentale e sui costi ad esso connessi. $IĂ€GDUVL DG XQ RXWVRXUFHU SRL SXz FRQVHQWLUH GL HVVHUH VHPSUH LQ OLQHD VX GXH IURQWL PROWR LPSRUWDQWL TXDOL OH QRUPDWLYH e le soluzioni offerte dalla tecnologia informatica, mondi sempre in continuo aggiornamento. 3HUFKp DOORUD SHUVHYHUDUH VX VWUDGH RVWLOL H SLHQH GL GLIĂ€FROWj" 3ULPD GL DFFDQWRQDUH O¡LGHD SHUFKp QRQ SURYDUH DG DQDOL]]DUH il mondo dell’outsourcing documentale e, chissĂ , potrebbe succedere di imbattervi in una “soluzione magicaâ€? che faccia proprio al caso vostro.

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DALLE AZIENDE

In bottiglia o in una botte di ferro? Stampe, imbustamenti e postalizzazioni PAOLO MINUZZO

Tra i miei ricordi di bambino ce n’è uno in particolare che mi torna in mente più vivo degli altri, anche perché, da qualche anno, si rinnova prendendo corpo e forma nelle fantasie del mio ultimo bimbo: la letterina a Babbo Natale. “Papà è ora di scriverla?”…“ma la riceverà in tempo?”. Mi ricordo, parecchi anni fa, di quando mi recavo ad imbucarla alla cassetta rossa delle Poste, vicino al tabaccaio. Nello stesso istante che la lasciavo cadere nella buca, avvertivo come una strana e forte emozione. Immaginavo la mia lettera viaggiare in caduta libera, risucchiata da un tubo nero, percorrere chissà quali vorticose distanze, per poi arrivare magicamente alla giusta destinazione … e quanto erano dolci e carichi di aspettative i giorni dell’attesa, quelli

prima della conferma. Qualche tempo dopo però, nel mio nuovo mondo di ragazzo, supportato da letture salgariane e piratesche, scoprivo che c’era un altro modo, ancora più affascinante, di postalizzare le missive: in bottiglia, abbandonate alle correnti del mare, per approdare chissà dove e quando, in un mondo misterioso, quello della casualità e del destino, dove una risposta sarebbe forse arrivata, chissà da chi…o forse mai. Bei ricordi!!! La realtà che vivo oggi, invece, mi impone una nuova consapevolezza: alla certezza dell’inoltro deve corrispondere quella della ricezione. Oggi è importante comunicare, trasmettere e ricevere informazioni “in tempo utile”. Che si tratti di una lettera, di un mailing, di una fattura, di un estratto conto o

qualsivoglia tipo di corrispondenza essa deve viaggiare velocemente, deve essere un prodotto di qualità ed insieme contenuto nei costi, se poi è ecologico tanto meglio. Nuova CS, l’azienda per cui lavoro, offre ai propri Clienti servizi di stampa, imbustamento, postalizzazione, con la consapevolezza e la responsabilità di dover soddisfare molte aspettative. L’attuale struttura ci consente di proporre soluzioni globali di outsourcing, dalla formattazione del GDWR DOO·LQROWUR ÀQDOH GHO SURGRWWR stampato, curando ogni aspetto, con la massima professionalità, in sintonia con le necessità e le aspettative dei nostri Clienti. In un momento così delicato, in cui l’economia ancora stenta a ritrovare il passo di una solida ripresa, offriamo soluzioni che pongono la massima attenzione al contenimento dei costi, evitando sprechi inutili nel consumo delle materie prime e sfruttando al meglio, compatibilmente col prodotto da inviare, le tariffe agevolate (posta massiva, posta target, raccomandate Smart, recapitatori privati). Questo senza penalizzare i sistemi di controllo della qualità e della sicurezza, riservata al trattamento e alla lavora]LRQH GHL GDWL H GHL ÀOH ULFHYXWL VLD con l’automatizzazione dei processi, sia con la provata esperienza e l’intervento diretto dei nostri operatori. &KL FL KD GDWR ÀGXFLD YH OR SRWUj confermare: con Nuova CS non ci si sente in balia delle onde, bensì in una botte di ferro! PAOLO MINUZZO

Nuova C.S.

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iged.it 04.2009


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