Brochure italiano 1 e 2 piano

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO

Progetto graico: Luca D’Agostino Fotograia: Riccardo Rizzo Ricostruzione mappe: Gaspare Nicosia

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Legenda 1 - Vestibolo 2 - Ingresso 3 - Sala del Novelli 4 - Salotto del Salvator Rosa 5 - Teatrino 6 - Saletta dei reperti 7 - Bagno 8 - Sala della Battaglia 9 - Saletta di passaggio 10 - Salottino Cinese

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Legenda 11 - Saletta del portale 12 - Salotto Giallo 13 - Fumoir 14 - Boudoir 15 - Salone degli Arazzi 16 - Salone del Baldacchino 17 - Salotto Pompadour 18 - Studio 19 - Salottino di Diana 20 - Sala da pranzo 21 - Cortile della fontana

1 - Vestibolo 2 - Ingresso 3 - Sala del Novelli 4 - Salotto del Salvator Rosa 5 - Teatrino 6 - Saletta dei reperti 7 - Bagno 8 - Sala della Battaglia 9 - Saletta di passaggio 10 - Salottino Cinese

11 - Saletta del portale 12 - Salotto Giallo 13 - Fumoir 14 - Boudoir 15 - Salone degli Arazzi 16 - Salone del Baldacchino 17 - Salotto Pompadour 18 - Studio 19 - Salottino di Diana 20 - Sala da pranzo 21 - Cortile della fontana

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marmo bianco di Carrara, rafigurante Vittoria Filangieri, venne realizzato a Roma nel 1866 ad opera dello scultore Vincenzo Durante. Nel salotto un fortepiano a coda in stile Biedermeier realizzato a Vienna intorno al 1820 da Matthias Jakesch.

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Alle pareti decorazioni a tempera opera di Elia Interguglielmi, con scene di amori tragici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio e dalle Fabulae di Igino: Il giudizio di Paride, Elena e Paride, Pan e Siringa, Enea e Didone, Apollo e Dafne e le due dee Minerva e Venere. Nella volta, al centro Endimione e Diana, nei pennacchi le quattro virtù cardinali, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Prudenza e nei piccoli tondi i quattro iumi infernali, Stige, Cocito, Acheronte e Lete. I due stipi monetari in ebano e tartaruga sono di fattura meridionale; sul tavolo un bronzo rafigurante Ercole e l’Idra e un piccolo monetario con placche di avorio grafito. L’elegante e rarissimo organo a cilindro in legno di mogano venne costruito a Napoli dal viennese Antonio Beyer intorno agli anni venti del XIX secolo.

19 Salottino di Diana

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Vestibolo

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Ingresso

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Il piccolo ambiente, riconigurato a metà Ottocento, è ornato da rafinate pitture di gusto neoclassico con Le Arti nei tondi alle pareti, quattro divinità femminili nei pennacchi e putti nella cupola. La nicchia girevole con la statua di Apollo cela un passaggio segreto che conduce ad un’intercapedine ricavata nella volta del sofitto.

20 Sala da pranzo

Nella distribuzione seicentesca degli spazi, l’attuale ambiente era la “sala d’Arme”, salone di ingresso e rappresentanza del palazzo, ove erano lo stemma della famiglia e i ritratti degli antenati. Al sofitto è una decorazione dipinta del XIX secolo con al centro lo stemma Lanza-Filangeri. La sala è arredata con imponenti mobili ottocenteschi in stile eclettico che riutilizzano specchi settecenteschi incisi alla mola. All’interno delle vetrine è il servizio da tavola in porcellana di Meissen del XVIII secolo con decori “a insetti e uccelli”. Sulle servantes piatti cinesi e giapponesi. Nelle angoliere rari esempi di porcellana in pasta tenera della manifattura napoletana Del Vecchio ed elementi di un servizio da tavola in porcellana di Nyon. Su piedistalli in granito due rafinate alzate in alabastro con lo stemma dei principi di Mirto.

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La sala è arredata con severi cassoni siciliani, gueridons in legno di olmo intarsiato e due busti classicheggianti in maiolica monocroma della manifattura palermitana del barone Malvica (ine sec. XVIII- inizi sec. XIX). Alle pareti i ritratti di due antenati, Giacomo Fardella e Antonio Fardella I e medaglioni in marmo con bassorilievi rafiguranti imperatori romani e personaggi del mondo classico. Al sofitto una pregevole pittura del XVIII secolo rafigurante Diana, la dea della caccia, e la ninfa Callisto.

Sala del Novelli

La stanza prende il nome da una copia ottocentesca di un autoritratto di Pietro Novelli (San Benedetto distribuisce i pani, Monreale, Abbazia dei benedettini).Al sofitto una decorazione a tempera del XIX secolo che rafigura Eros e Anteros, affacciati da balaustre iorite. Sulle consolles neoclassiche alcune preziose porcellane napoletane e svizzere (Nyon). Alle pareti, i ritratti di due antenati della famiglia Lanza e una tela del XIX secolo che rafigura Narciso che si specchia nelle acque. Da notare anche l’elegante cassettone a ribalta con intarsi in avorio e la pendola a lira del XVIII secolo in ebano violetto realizzata da Cristoforo Mustica. La scultura in marmo bianco, The timid bather, datata 1875 è opera di Margaret Foley. Nelle vetrine rare porcellane di Meissen del XVIII secolo, alcune delle quali fanno parte del ricco servito da tavola della famiglia, esposto in vari ambienti del palazzo.

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Salotto del Salvator Rosa

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Teatrino

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Saletta dei Reperti

21 Cortile della fontana

Il cortile pensile ospita una fontana rocaille la cui impostazione architettonica di ine Seicento venne deinita solo alla ine del XVIII secolo. La fontana inquadrata da colonne tortili sormontate da telamoni reca, entro nicchie, le igure di Venere e Pomona.Conchiglie e piccoli specchi compongono la ricca decorazione formata da ghirlande, aquile, festoni e lo stemma della famiglia Filangieri. Nel coronamento quattro vasotti e un busto imperiale entro ghirlanda. Fiancheggiano la fontana due voliere in ghisa.

Ambiente caratterizzato da una grande inestra serliana di fronte alla quale si apriva, in origine, l’accesso alla seicentesca “Sala d’arme”. Tra gli elementi di arredo curiosi gli sgabelli da giardino in porcellana di manifattura inglese.

Sulla parete d’ingresso alcuni piccoli olii con vedute marine alla maniera del pittore napoletano Salvator Rosa. Al sofitto decorazioni ottocentesche che illustrano, entro cornici dorate, vicende tratte dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Alle pareti due dipinti, Il ritorno del igliol prodigo e una Allegoria della Musica, copia da Antonio Travi, detto il Sestri (1608-1665). Sulle due consolles napoletane di gusto Luigi XV porcellane orientali, vasi stile Impero e una pendola romana Vespasiani. Statuette in porcellana orientale coronano le due vetrine contenenti preziosi oggetti da collezione: antichi ventagli, rari ed eleganti esempi di porcellana in pasta tenera e in biscuit delle più famose manifatture europee, rafinati avori orientali, smalti policromi, vetri italiani e stranieri, orologi dai quadranti miniati. La specchiera sopra il camino rilette un pregevole trittico ottocentesco di produzione francese composto da due candelabri e da una pendola in stile Napoleone III. Il piccolo vano, detto “del teatrino”, presenta deliziose tempere di gusto neoclassico. La saletta è caratterizzata da una parete in conci di pietra che rivela l’origine trecentesca della muratura. Entro una vetrina Impero si conservano 91 reperti archeologici eterogenei per cronologia e tipologia. La provenienza è nota soltanto per pochi esemplari ritrovati nei feudi della famiglia o acquistati sul mercato antiquario, consuetudine questa degli aristocratici collezionisti del tempo. Di notevole interesse, sopra un cassone, l’anfora istoriata con la Strage dei Niobidi prodotta a Urbino nella bottega di Antonio Patanazzi (XVI sec.), facente parte della ricca farmacia di Roccavaldina (ME) che conta ancora oggi 238 maioliche istoriate. L’anfora, proveniente dal corredo dell’aromatario Cesare Candia, come attesta lo stemma riprodotto sul collo del vaso, è stata acquistata sul mercato antiquario dalla Regione Sicilia.

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Bagno

L’ambiente è caratterizzato dalla grande vasca ottocentesca in marmo bianco di Carrara, con stemma della famiglia Lanza Filangieri.

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Saletta di passaggio

Nel piccolo ambiente a sinistra due angoliere sormontate da grandi vasi in ceramica di Burgio recanti lo stemma della famiglia; in una sono conservate porcellane napoletane e della manifattura di Meissen. In due vetrine piatti decorati con igure in costume etnico, opera di Francesco Nardone (Napoli, prima metà del sec. XIX); in uno scarabattolo in tartaruga un bacile e una brocca in argento con stemma Lanza Filangieri, di manifattura palermitana.

10 Salottino Cinese

La moda delle “cineserie” si diffuse a Palermo in seguito all’arrivo, nel 1798, di Ferdinando IV di Borbone e della regina Maria Carolina. Le pareti del salottino sono rivestite da pannelli in seta dipinta di manifattura cinese con scene che illustrano il ciclo della produzione e lavorazione della seta. Al sofitto pitture di Giovanni Lentini con eleganti personaggi che passeggiano tra architetture esotiche, giardini e padiglioni. Gli arredi, ispirati ai manufatti laccati di produzione cinese, sono opera di Antonio Catalano, ebanista palermitano attivo nella seconda metà dell’Ottocento.

12 Salotto Giallo

Alle pareti: tela con Cupido che fabbrica l’arco, copia seicentesca dal Parmigianino, un olio su tavola con Ritratto di nobildonna di ambito iorentino del XVI secolo e un’altra tavola con Figura femminile del primo Seicento. La vetrina in tartaruga conserva oggetti da collezione: maioliche di Sperlinga, porcellane di Meissen e francesi, piccoli avori seicenteschi. Signiicativi i due comodini Luigi XV di fattura siciliana e il tavolo da centro con piano in scagliola ad imitazione di marmi policromi, sostegni a cigni monopodi e traverse a serpenti attorti. Da notare l’orologio francese con cassa di porcellana policroma con marchio di Jacob Petit (Parigi, XIX secolo).

13 Fumoir

Le pareti dell’ambiente sono rivestite in cuoio detto “di Cordova”, impresso e dipinto. Tale lavorazione si sviluppa a Cordova in età medievale e successivamente si diffonde in Europa e in Italia.

14 Boudoir

Il Boudoir, o salottino delle dame, è arredato con una toletta di gusto Luigi XV in legno di rosa con decorazioni in bronzo dorato, e placche ovali in porcellana policroma.

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Sala della Battaglia

Nella sala un pregevole dipinto ad olio su tela del XVII secolo rafigurante la battaglia tra l’esercito turco e quello persiano avvenuta nel 1514 a Chaldara, in Asia minore. Alle pareti una Flagellazione di Cristo del XVII secolo, una pittura su rame con una scena di battaglia, attribuita a uno dei Brueghel e la grande tela con il Sacriicio di Isacco, databile alla metà del XIX secolo, proveniente dalla sala da pranzo. Le due eclettiche consolles in legno dorato, inemente intagliate, sorreggono l’una, un trittico (pendola e candelabri) in bronzo dorato e porcellana blu di Sevrés e l’altra, un imponente orologio in tartaruga e bronzo, che mostra l’ora e le fasi lunari (Ant. Krets, Neustatt), della ine del XVII secolo, afiancato da vasi in porcellana cinese. Tra gli arredi: un tavolo in stile Impero con sostegni a cariatide, decorato a rilievo con storie di Ercole, due grandi vasi a tromba in porcellana e due stipi monetari in ebano e tartaruga, di cui uno arricchito da placche ad intarsio in madreperla incisa, un imponente lampadario ottocentesco con puttini reggicatene e stemma Lanza Filangieri in bronzo dorato e pendagli in vetro sfaccettato.

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Il piano nobile presenta una successione di ambienti sontuosamente arredati che si sviluppano intorno ad un cortile pensile caratterizzato da una splendida fontana rocaille.

Legenda 1 - Vestibolo 2 - Ingresso 3 - Sala del Novelli 4 - Salotto del Salvator Rosa 5 - Teatrino 6 - Saletta dei reperti 7 - Bagno 8 - Sala della Battaglia 9 - Saletta di passaggio 10 - Salottino Cinese 11 - Saletta del portale 12 - Salotto Giallo 13 - Fumoir 14 - Boudoir 15 - Salone degli Arazzi 16 - Salone del Baldacchino 17 - Salotto Pompadour 18 - Studio 19 - Salottino di Diana 20 - Sala da pranzo 21 - Cortile della fontana

15 Salone degli Arazzi

Il salone, originariamente camera dell’alcova, prende il nome dai pregiati rivestimenti serici ricamati di gusto neoclassico ove sono rappresentati i miti di Venere e Adone, Giove e Io, Perseo e Andromeda ed Ercole e Onfale (quest’ultimo è un dipinto su seta). Nei sovrapporta e nella volta scene tratte dal mito di Amore e Psiche, opera del pittore neoclassico palermitano Giuseppe Velasco. Gli arredi di stile Luigi XVI sono opera di qualiicati intagliatori locali della ine del XVIII secolo. Nell’ambiente si distinguono per pregio e per imponenza due preziosi scrigni in tartaruga e bronzo e tre orologi francesi. Sulle consolles eleganti candelabri realizzati con antichi vasi a tromba Imari e blu di Cina con guarniture in bronzo. Di gattopardesca memoria il grande pouf ricoperto da un drappo ricamato in oro e sete policrome, risalente al XVII secolo di manifattura siciliana. Un prezioso pannello, ricamato anch’esso in seta a pittoresco, rafigura un episodio della storia del profeta Davide. Di grande eleganza il maestoso lampadario e le appliques in vetro di Murano.

16 Salone del Baldacchino

Un imponente baldacchino databile al XVII secolo, ricamato in seta policroma, è posto al centro dell’ambiente e rafigura l’espugnazione della rocca persiana di Ariamaze per mano di Alessandro Magno. Il complesso ciclo decorativo che interessa la volta e i sovrapporta è opera di Elia Interguglielmi che irma e data al 1793 l’episodio centrale con La Gloria del Principe. Nella volta Le fatiche di Ercole simboleggiano l’uomo che riesce a superare le avversità della vita raggiungendo, con il volgere delle Stagioni (rafigurate nei riquadri), la gloria eterna. Alle pareti pannelli ricamati in seta policroma rafiguranti scene tratte dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. I cartoni preparatori di alcuni pannelli si rintracciano nei disegni di Giovan Battista Piazzetta realizzati per l’edizione veneziana del capolavoro tassesco del 1745. L’arredo del salone è costituito da consolles e specchiere in stile Luigi XVI della ine del XVIII secolo. Gli orologi neoclassici con carillon ad organo sono di produzione francese del XVIII secolo. Sui gueridons impero candelabri di gusto rococò e poltrone con braccioli a guisa di cigno del primo Ottocento. Un pianoforte a coda Pleyel costruito a Parigi nel 1858 testimonia il rafinato gusto musicale della famiglia.

17 Salotto Pompadour

Al centro della volta Le Arti, personiicate da fanciulli entro un complesso ornato a riquadri, opera di pittori e decoratori palermitani della metà del XIX secolo. Nei sovrapporta vedute con architetture classiche della ine del XVIII secolo. Sul camino una pendola parigina neoclassica in marmo e bronzo con igure allegoriche, sulle consolles vasi cinesi e giapponesi. Il busto in

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO

Progetto graico: Luca D’Agostino Fotograia: Giuseppe Di Lorenzo Ricostruzione mappe: Gaspare Nicosia

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Legenda 1 - Sala d’ingresso 2 - Salotto dello Spagnoletto 3 - Sala da pranzo 4 - Biblioteca Rossa 5 - Salotto Verde 6 - Camera da letto 7 - Sala delle armi 8 - Sala delle lucerne 9 - Ingresso secondario

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10 - Studiolo 11 - Studio 12 - Biblioteca Hackert 13 - Stanza delle tabacchiere 14 - Piccolo ambiente 15 - Piccolo ambiente 16 - Passaggio

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antropomorfe tra le quali si riconoscono sovrani di casa Savoia. Interessante la piccola scultura neoclassica in alabastro di Ercole e Anteo.

12 Biblioteca Hackert

La biblioteca conserva numerosi volumi a stampa dei secoli XVII-XIX, edizioni raccolte in epoche diverse dai membri della famiglia: classici latini in edizioni del XVI e XVIII secolo, compendi di storia e letteratura in lingua italiana, inglese, francese, trattati di scienza e ilosoia, dissertazioni di politica o religione, manuali di arte militare. Alle pareti stampe tratte dalla serie Porti delle due Sicilie disegnata per Ferdinando IV di Borbone da Jacob Philipp Hackert. Da notare anche lo scrittoio a cilindro di ebanisteria palermitana della ine del XVIII secolo con lo stemma dei Filangeri. Dalla biblioteca si accede ad un piccolo ambiente che ospita un pregevole mobile altare in stile Carlo X con ricco corredo liturgico coevo e, nelle ante interne, due deliziose pitture ovali su carta, opera di Giuseppe Carta, con le rafigurazioni di Santa Silvia e il iglio Gregorio Magno a sinistra e santa Rosalia a destra. Una piccola scultura in marmo alabastrino rafigurante la Madonna con Bambino è un interessante esempio della iconograia della “Madonna di Trapani”.

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13 Stanza delle Tabacchiere

La stanza prende il nome da una raccolta di tabacchiere posta all’interno di una delle vetrine Impero, dove sono pure piatti in porcellana dei primi dell’Ottocento di produzione napoletana, irmati Giovine e un’alzatina in iligrana d’argento. Nell’altra vetrina una serie di piatti con stemma della famiglia Filangieri di manifattura palermitana. Alle pareti tele seicentesche di ispirazione caravaggesca. La parete in pietra lasciata a vista dai restauri testimonia le origini medievali di questa ala del palazzo.

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Due piccoli ambienti

Dalla inestre di queste stanze, si possono ammirare due inestre trecentesche e un coronamento a traforo dell’adiacente palazzo, dove nel XVIII secolo venne allocato il Teatro Ferdinandeo.

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Nell’ambiente due ricche consolles in legno intarsiato e intagliato di gusto Luigi Filippo ma di esecuzione siciliana della seconda metà del secolo XIX.

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Legenda 1 - Sala d’ingresso 2 - Salotto dello Spagnoletto 3 - Sala da pranzo 4 - Biblioteca Rossa 5 - Salotto Verde 6 - Camera da letto 7 - Sala delle armi 8 - Sala delle lucerne 9 - Ingresso secondario

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Sala d’ingresso

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Notevoli le sedie in stile Luigi XIV rivestite in cuoio impresso. Alle pareti un arazzo con verzure di fattura francese del XVIII secolo e due ritratti settecenteschi di Vincenzo Clemente Filangieri. Tra gli arredi una statua marmorea neoclassica rafigurante il celebre oratore Demostene.

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Salotto dello Spagnoletto

L’ambiente prende il nome dal dipinto copia del Sant’Onofrio di Jusepe de Ribera (Sanpietroburgo, Hermitage, 1637). Alle pareti serie di pitture monocrome di gusto neoclassico con scene di genere e di vita familiare. Su una delle due consolles un piccolo monetiere di area meridionale del XVIII secolo. La bacheca contiene porcellane napoletane dei primi del XIX secolo tra cui tazzine e piattini che riproducono rafinate vedute di Napoli. Nelle due vetrine rare porcellane e manufatti da collezione: in quella di sinistra produzioni cinesi dei secoli XVIII e XIX, una serie di ventagli cinesi ottocenteschi con pagine in carta dipinta. Nella vetrina di destra altri elementi del ricchissimo servito da tavola di Meissen del XVIII secolo esposto anche al piano nobile, porcellane europee e ventagli di produzione occidentale. Al di sopra delle vetrine alcune compostiere in vetro sofiato di Murano con apicali a forma di frutta, databili tra la ine del XVIII secolo e gli inizi del XIX.

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Camera da letto

Il monumentale letto in stile Impero, in mogano e legno intagliato e dorato, si distingue per qualità esecutiva tra gli altri pur interessanti arredi. Due cassettoni in ebano violetto sono eccellente esempio di ebanisteria siciliana del Settecento. L’ornato della volta, opera del pittore palermitano Giuseppe Carta, entro una cornice reca al centro la igura dell’Aurora. Al di sopra del letto una quadro tessile rafigurante il Riposo durante la fuga in Egitto è opera meridionale del XVIII secolo.

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Si accede al piccolo vano a destra, subito dopo i gradini. L’elemento di maggiore interesse è rappresentato dalla toletta stile “Restaurazione” dall’elaborato intarsio in legno d’acero. A corredo è collocata una poltroncina “a pozzetto” dello stesso stile con le iniziali del Principe di Mirto.

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Sala delle armi

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Sala delle lucerne

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Ingresso secondario

Salotto Verde

Sul pavimento ottocentesco, in maiolica napoletana, è riprodotto lo stemma del casato Lanza-Filangeri; agli angoli gustose scenette di genere a monocromo. Alle pareti due arazzi con “verdure“ di area francese del XVIII secolo, ritratti di antenati, due nudi virili ad olio attribuiti a Giuseppe Velasco e pannelli tessili del XVIII secolo dipinti con scene orientali. Le due consolles in stile neoclassico sono di produzione meridionale e nei tavolini bacheca si conservano gioielli e onoriicenze appartenute alla famiglia; tra queste l’insegna dell’Ordine di Cavaliere di San Gennaro e le chiavi d’oro di Gentiluomo di Camera del Re. Di pregevole fattura il lampadario in vetro di Murano e particolarmente curioso il tavolino da lavoro in lacca, di produzione cinese ma eseguito secondo il gusto europeo, databile alla metà del XIX secolo.

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1 - Sala d’ingresso 2 - Salotto dello Spagnoletto 3 - Sala da pranzo 4 - Biblioteca Rossa 5 - Salotto Verde 6 - Camera da letto 7 - Sala delle armi 8 - Sala delle lucerne 9 - Ingresso secondario 10 - Studiolo 11 - Studio 12 - Biblioteca Hackert 13 - Stanza delle tabacchiere 14 - Piccolo ambiente 15 - Piccolo ambiente 16 - Passaggio

Camera della toletta

Biblioteca Rossa

Le tre librerie ottocentesche, recanti nelle ante inferiori gli stemmi del casato Lanza Filangieri, custodiscono una parte del cospicuo fondo librario antico della famiglia con esemplari che vanno dal XVI al XIX secolo. Alle pareti ritratti seicenteschi di antenati e altre nobili igure. Sul tavolo Impero dalle particolari gambe zoomorfe è poggiato un piccolo scrittoio portatile del XVIII secolo, intarsiato in avorio, con lo stemma dei Filangeri e le fotograie con dedica ai principi di Mirto della famiglia reale dei Savoia.

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Sala da pranzo

Il sofitto ligneo seicentesco è decorato con motivi itomori replicati nella fascia a muro sotto le travi. Un sopraporta è una riproduzione ottocentesca in maiolica del celebre mosaico pompeiano della battaglia di Isso combattuta tra Alessandro Magno e Dario III. Nelle vetrine incassate a parete con eleganti cornici a specchio e igurazioni incise alla mola, sono conservati altri elementi del servito di Meissen. Sul tavolo un magot, chinoiserie del XVIII secolo in pasta tenera. Di pregio le due consolles settecentesche in legno dorato di fattura napoletana e un pannello in cuoio impresso e dipinto, ispirato alla produzione di Cordova.

Legenda

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Nelle vetrine armi bianche e da fuoco di diversa epoca appartenenti alle raccolte di famiglia; tra i pezzi più interessanti lo spadone di giustizia per le esecuzioni capitali della seconda metà del XVII secolo e alcune spade di rappresentanza del primo Ottocento. Particolarmente interessanti i modellini di cannone, alcuni dei quali utilizzati quali giocattoli. Alle pareti incisioni dei secoli XVII e XVIII di carte geograiche della Sicilia, del Regno delle due Sicilie, oltre che una carta geograica della Sicilia manoscritta. Tra gli arredi un pianoforte verticale di ine Ottocento e due poltroncine da fumo. In questo studio è esposta una collezione di lucerne antropomorfe ottocentesche di maiolica siciliana oltre che albarelli e altri manufatti ittili di varia epoca. Alle pareti due incisioni di gusto neoclassico di Raphael Morghen della ine del XVIII secolo tratte da celebri opere del Rinascimento e una pianta a volo d’uccello di Roma del XVII secolo. Tra gli arredi un tavolo da gioco ottocentesco con piede centrale a tritoni attorti. Alle pareti ritratti di antenati, una pittura con le isole di Malta e di Gozo e due mattonelle di censo con stemma della famiglia Filangieri. Nella vetrina maioliche siciliane e sulla monumentale cassaforte due bocce ottocentesche di manifattura calatina.

10 Studiolo

L’ambiente è arredato con mobili in stile Carlo X di accurata fattura e incisioni con illustri antenati della famiglia. Su un étagère fotograie della famiglia e ritratti della Casa reale dei Savoia.

11 Studio

Di pregio un elegante armadio ottocentesco, decorato con intarsi in madreperla e legni diversi. All’interno di una libreria incisa e policromata è esposta una collezione di bottiglie

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