STILE
Editoriale / Editorial
ITAL IAN
Frecce puntate verso il futuro / Arrows pointing towards the future In viaggio /Travelling Attraverso l’Italia: Gibbon e Belloc / Travelling through Italy: Gibbon and Belloc
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Ferrovie dello Stato
Frecce puntate verso il futuro
CULTURA NEL MONDO ANNO V N.11
mar z o - M A G G I O
Il piacere della “velocità” / The pleasure of speed
Lo stile italiano diventa teatro / Italian style morphs into theatre Dal 1984 non solo cura / As of 1984, not just cures La crisi dell’euro: minaccia od opportunità? / The Euro crisis: a threat or an opportunity? WOW Mostre & Eventi / Exhibitions & Events News English Version
Optime Opificio
o r t a e t a t n e v
Enoteca Pinchiorri Il gusto della perfezione I De Filippo e il cuore di Napoli
2011
9 7719 72 4 56003
Il gusto della perfezione / The flavour of perfection
che storia!
10011 >
Optime Opificio
Vaticano,
Lo stil e it ali an od i
Vaticano, che storia / The Vatican, what a story!
stile ITALIANO CULTURA NEL MONDO
O mia bela Madunina
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB Milano Tassa Pagata/Taxe Perceu/Ordinario
I De Filippo e il cuore di Napoli / The De Filippo and the heart of Naples
h glis xt n E llte d Fu he en at t Euro 10,00 USD 20,00
trimestrale / NUMERO
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2011
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Stile Italiano / N. 11-2011
conta il piacere di conoscere e approfondire, per avere sempre la consapevolezza che l’Italia è tutto questo e molto altro ancora. Non dimentichiamolo! Basta continuare a guardarci attorno e osservare il volto di uno straniero per comprendere quanto è forte l’emozione che prova nel visitare città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, Venezia o Trieste. Luoghi dove storie, culture e memorie convivono anche in piccoli centri dai millle volti in cui la bellezza in tutte le sue forme si rappresenta. Questa è l’Italia, ed è su questa Italia che si deve puntare, lasciando da parte tutto quel rumore fazioso e senza alcun stile. Noi Italiani dobbiamo essere rispettati, come popolo e come Nazione, da coloro che ci rappresentano istituzionalmente, perché la maggior parte degli italiani è fatta di persone “sane” che si impegnano quotidianamente per il nostro paese, cercando di superare con dignità le molteplici difficoltà contingenti e che da sempre pazientemente credono (e sperano) di vedere rispettati i propri diritti di cittadini. Questo è quanto ci riguarda e quello che non concerne questi obiettivi, non può e non deve interessare o essere amplificato dai media per il loro indice di ascolto. Desideriamo un’opinione privata e pubblica che lavori con coscienza e buon senso, per rendere all’ Italia quella considerazione internazionale che merita. Dunque, con mente serena, mi auguro che d’ora in poi si accendano i “riflettori” solo verso i monumenti, le opere d’arte e tutte le altre eccellenze di persone e di imprese che continuano a farci credere e sognare che il nostro sia veramente uno dei più bei paesi al mondo. Rendere l’Italia meravigliosa per tutti coloro che la vivono tutti i giorni: questo il nostro Stile e il nostro sogno! English version on page 134 Angela Giannini Pagani Donadelli
Editoriale
I
Il nostro undicesimo numero sale a bordo delle Frecciarossa e Frecciargento, l’alta velocità delle Ferrovie dello Stato. Siamo felici di questa ospitalità e ringraziamo da queste pagine per la speciale opportunità alla nostra rivista. Questi nuovi treni rappresentano un grande servizio innovativo in termini di trasporti sia per noi italiani sia per i milioni di turisti che ogni giorno scelgono per le vacanze la nostra Italia. È così un piacere per lo “Stile Italiano cultura nel mondo” fare un bel viaggio sulla Frecciarossa e Frecciargento, augurando ai numerosi passeggeri una buona lettura con i nostri articoli. Questo numero è veramente speciale per l’eccezionalità di alcuni servizi come la prima parte dell’articolo sul Vaticano, i segreti dell’Opificio di Firenze e la grande Moda, con la creazione di meravigliosi costumi di scena per le molte opere e balletti di autori classici e moderni rappresentati in tutto il mondo. Anche la grande tradizione partenopea della commedia dell’arte va “in scena” su questo numero con la famiglia De Filippo. Continua poi il viaggio nell’alta enogastronomia, rappresentata da ospiti d’eccezione: la famiglia Pinchiorri. La loro grande passione ha fatto dell’omonima Enoteca un vero monumento della grande cucina che, grazie all’eccezionalità della sua cantina, è divenuto meta per appassionati cultori dell’enogastronomia che arrivano da tutto il mondo per sedersi almeno una volta a tavola nelle loro accoglienti sale. Tanta bellezza ed eccellenza tutta italiana… come il centro di Aviano più conosciuto come CRO (Centro di Riferimento Oncologico) descritto nei dettagli in una ricca intervista realizzata dal vice presidente dell’Istituto Internazionale di studi sui diritti dell’Uomo di Trieste, dottor Tullio Cappelli Haipel, al professor Tirelli direttore del dipartimento di oncologia medica presso l’Istituto dei Tumori di Aviano (PN). Un numero che, come è solito del nostro giornale, rac-
Sommario / Summary N.11 / 2011 Stile Italiano / N. 11-2011
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Editoriale / Editorial
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Frecce puntate verso il futuro / Arrows pointing towards the future
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In viaggio /Travelling
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Attraverso l’Italia: Gibbon e Belloc / Travelling through Italy: Gibbon and Belloc
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Il piacere della “velocità” / The pleasure of speed
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I De Filippo e il cuore di Napoli / The De Filippo and the heart of Naples
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O mia bela Madunina
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Vaticano, che storia / The Vatican, what a story!
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Optime Opificio
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Il gusto della perfezione / The flavour of perfection
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Lo stile italiano diventa teatro / Italian style morphs into theatre
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Dal 1984 non solo cura / As of 1984, not just cures
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La crisi dell’euro: minaccia od opportunità? / The Euro crisis: a threat or an opportunity?
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WOW
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Mostre & Eventi / Exhibitions & Events
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News
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English Version
In copertina: Carlo Carrà, La stazione di Milano 1910-1911, collezione privata e abito di Gianni Versace ispirato all’opera grafica di Sonia Delaunay. 1990, Capriccio, Richard Strauss, San Francisco, Opera House Londra, Royal Opera House
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Frecce puntate verso il futuro
Intervista all’ingegner Mauro Moretti, amministratore delegato del Gruppo FS
C’ Stile Italiano / N. 11-2011 9-2010
a cura della REDAZIONE DI STILE ITALIANO
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C’é aria di soddisfazione a buona ragione negli uffici del Amministratore Delegato del Gruppo FS ingegner Mauro Moretti. Finalmente l’Italia, con l’alta velocità, ritorna a dare segnali forti di progresso e di innovazione sia verso noi italiani sia verso l’estero così che i numerosi milioni di turisti che arrivano nel nostro paese possono oggi usufruire di un servizio di collegamento adeguato alle esigenze moderne. Con l’Alta Velocità, l’infrastruttura ferroviaria italiana ha compiuto un importante balzo in avanti. Come valuta, oggi, la qualità complessiva della rete nazionale?
Il livello di sviluppo delle infrastrutture è senza alcun dubbio uno dei parametri di misurazione della modernità di un Paese. La nostra dimensione economica e sociale, ormai comunitaria, impone un confronto sul piano delle reti transeuropee, dell’interscambio, della mobilità continentale delle persone e delle merci in Europa e, in definitiva, del loro grado di liberalizzazione. Per le FS, le aree di eccellenza – e, quindi, di modernità – sono più d’una. Poche altre ferrovie in Europa possono vantare oltre 1.000 chilometri di binari su cui si può viaggiare a 300 km l’ora. L’infrastruttura ferro-
francese e tedesca. La trazione elettrica presenta un duplice vantaggio: oltre ad essere più pulita, ha la capacità di integrare l’utilizzo delle nuove fonti rinnovabili che saranno prodotte in Italia nei prossimi anni. Infrastrutture all’altezza significa anche adeguata mobilità di persone e merci. Come è cambiato lo scenario in Italia dopo l’apertura dell’Alta Velocità? Avvicinare le città crea integrazione, sinergie, nuove visioni culturali e imprenditoriali, pone le condizioni per rivoluzionare la mobilità di un Paese. E infatti l’Alta Velocità ha cambiato le abitudini di vita e di viaggio degli 7
Stile Italiano / N. 11-2011
viaria italiana, 16.700 km di linee, è senza dubbio tra le più evolute al mondo per le tecnologie adottate. Ed è la prima in Europa per estensione di linee elettrificate, con 11.902 km di binari. So che ci sono significativi risultati anche sotto il profilo dell’ellettrificazione, giusto? Si, la nostra rete è la prima in Europa per estensione di linee elettrificate. Nei Paesi della Comunità, il tasso medio di elettrificazione è del 52,2 per cento, mentre noi abbiamo raggiunto il 71,3 per cento. Il nostro valore supera anche quello di reti importanti, come quella
stile italiano : speciale
P
a cura di ELISA FUSARO
Per raccontare di viaggi, poche storie, io devo viaggiare. Non faccio mica Salgari di cognome. Ammiro e invidio chi con la sola fantasia è in grado di girare il mondo, stando comodamente seduto in poltrona. Ma la mia creatività non riesce a lavorare in astratto, ha bisogno di immagini, suoni, e sensazioni concrete da fissare su carta. Altro particolare. Credo fermamente che non ci siano spostamenti umani più interessanti da studiare di quelli quotidiani. Sarà forse per questo che nutro una predilezione smodata per i treni pendolari, dove puoi vedere le persone davvero da vicino, alle prese con le loro abituali vicissitudini. Quale miglior osservatorio di un treno, allora, se voglio trovare l’idea vincente per un concorso che si propone di promuovere e diffondere la cultura di viaggio? E, infatti, ieri, dopo tanto peregrinare, ecco l’ispirazione! Come spesso accade, arriva un po’ per caso, da un incontro inaspettato. È mattina presto. Sono su una linea che punta verso Milano e taglia la campagna lombarda, attraversando grigie zone industriali e piccoli e grandi centri abitati. Alla quarta fermata sale un piccolo drappello di studenti, aspiranti ingegneri. Mi si siedono accanto e intercettano subito la mia attenzione. Per passare il tempo, si mettono a calcolare quanti litri della più nota bibita gassata del mondo occorrerebbero per riempire la carrozza in cui ci troviamo, tenendo (ovviamente?!) presente il “coefficiente schiuma”. Dopo poco mi ritrovo a confidare il mio sogno di diventare scrittrice e la motivazione dei miei spostamenti ai simpatici compagni di percorso: la volontà di trovare una storia, che si snodi sulle rotaie e parli di gente comune, ma che trasmetta, allo stesso tempo, sensazioni nuove, (extra)ordinarie. Servirebbe, forse, un’ambientazione speciale, un po’ “spaziale”, mi viene suggerito. I ragazzi, di ritorno da Parigi, mi dicono di aver vissuto in prima persona un’atmosfera simile lungo la rete ferroviaria suburbana dell’Ile-de-France. Così, con
Un treno chiamato
Stile Stile Italiano Italiano // N. N. 9-2010 11-2011
desiderio
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Il design confortevole e innovativo insieme alla tecnologia più avanzata al servizio dei passeggeri, fanno di Spacium un treno come non lo avete mai visto
Spacium 3.O6 in corsa Pagina a fianco e successiva: gli interni del treno
Stabilimento Bombardier di Vado Ligure (Savona)
dovizia di particolari, i futuri ingegneri mi squadernano davanti agli occhi quella che sarà la scenografia del mio racconto: lo Spacium. Si tratta di un treno metropolitano e regionale ideato, per le necessità del traffico pendolare nelle grandi aree urbane europee. L’ha realizzato Bombardier, per le ferrovie francesi. Pensato per la capitale francese, dove è in servizio dallo scorso anno, il treno è stato progettato tenendo conto delle esigenze espresse dagli stessi pendolari. Sognando ad occhi aperti, il più entusiasta del gruppo mi spiega: “Strutturato sulla base di vagoni corti e articolati, lo Spacium è più largo dei veicoli convenzionali. Ogni vettura dispone di un ampio vestibolo e larghi corridoi. Il fatto di essere extra-large lo rende in grado di accogliere quasi mille passeggeri. Un risultato eccezionale se paragonato ai treni regionali a due piani attualmente circolanti in Italia! Le porte ampie assicurano una migliore accessibilità, oltre che tempi di salita e discesa più rapidi di un terzo rispetto ai treni tradizionali. Si avvale di una propulsione elettrica a doppio voltaggio, ma soprattutto è stato progettato per adattarsi a tutti i tipi di voltaggio in uso sulle reti ferroviarie europee. È dotato di sistema di video sorveglianza, Wi-Fi, display LCD per informazioni e circuito TV interno. L’illuminazione a LED, oltre a un impianto di condizionamento intelligente in grado di adattare la potenza al numero di passeggeri, consente di ridurre significativamente il consumo energetico. Questo treno assicura anche ottimi vantaggi all’operatore: Informazioni tecniche: Lunghezza Larghezza Altezza Potenza Velocità massima Totale posti (a sedere/in piedi) (5 sedili allineati) (4 sedili allineati)
8 vetture 112,5 m 3060 mm 4280 mm 2950 kW 140 km/h 905 908
un alto grado di affidabilità, riduzione di costi e tempi di manutenzione, facilità di pulizia, resistenza agli atti vandalici, massima flessibilità di configurazione, anche degli arredi ed equipaggiamenti interni. è dotato di un sistema di diagnostica evoluta che permette di prevenire e correggere gli errori di sistema, limitando eventuali ritardi all’arrivo.”. Mentre ascolto, ammirata, enumerare le prodigiose caratteristiche di questo innovativo treno pendolari - tra cui il design pensato per creare un’atmosfera rilassante, grazie alle morbide curve, ma anche conviviale, con una vivace combinazione di colori e le ottime condizioni climatiche garantite dalla presenza di condizionatori d’aria e pavimenti riscaldati - già inizio a prefigurare nella mia mente la “scena madre” della mia storia, in cui i protagonisti si incontreranno e riconosceranno. “Ci si potrebbe anche girare un film nello Spacium” conclude il mio simpatico amico aspirante ingegnere. “Un concentrato di alta tecnologia e comfort. Con tutti quei colori, poi, sarebbe quasi sprecato per un racconto. Bisogna assolutamente farlo conoscere ai pendolari italiani!” Caro diario, giunta a destinazione e salutati i ragazzi (di nuovo intenti a far calcoli strani), non ho potuto far altro che prenotare all’istante un biglietto destinazione Parigi ed ora ti scrivo, comodamente seduta su di un morbido sedile color amaranto, mentre osservo, senza farmi notare, i futuri protagonisti del mio primo romanzo. Fuori dal finestrino, la Francia. English version on page 137
7 vetture 94,3 m 3060 mm 4280 m 2950 kW 140 km/h 415 747 15
In viaggio Stile Italiano / N. 11-2011 9-2010
Linguaggi dell’arte e della scienza testimonianza di una letteratura che diventa epica del treno. Destini personali e destini collettivi si intrecciano nella dimensione del viaggio
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a cura di salvatore VECA
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Carlo Carrà La stazione di Milano 1910-1911 collezione privata
Se l’immagine del viaggio è uno dei tratti persistenti e arcaici dell’esperienza umana, la lunga storia del treno e del viaggio affonda le sue radici nella nostra modernità. I linguaggi dell’arte e della scienza ne sono la più efficace testimonianza. Pensate alla letteratura. Vi è un’epica del treno, così come vi è un genere elegiaco e sentimentale. Vi è una lirica del treno. Destini personali e destini collettivi si connettono fra loro nella dimensione del viaggio. Della sosta. Del mutevole scenario, là fuori. Scene di viaggio. Sguardi fra persone, parole fra persone, parole distratte e casuali, parole appassionate e luminose. Sguardi dal finestrino, natura, cultura. I luoghi di passaggio che usiamo chiamare stazioni. Grandi e solenni stazioni urbane, che ostentano ancora opulenza fastosa e orgoglio. Stazioncine in terra desolata. La stazione di Astapovo e la fuga di Tolstoj. E il lungo, corale, lento sferragliare del treno del “mio capitano” di Walt Whitman. Gli addii, gli incontri, le sorprese, la sospensione, il sogno, il sonno lieve o pesante, la fantasia, la rêverie l’ansia, l’attesa, il gusto cangiante dei ritorni, le speranze, le paure. Pensate alle arti visive, alla pittura e alle icone che essa ha consegnato al repertorio delle memorie. E, naturalmente, pensate al cinema e alla sua straordinaria avventura novecentesca. Il mito della ferrovia si intreccia con una straordinaria gamma di vite possibili, di vite vissute. Di nuovo, all’incrocio fra esperienza individuale ed esperienza collettiva. E se ci pensate su, il treno con tutto il corteo delle parole e delle immagini che affolla
Attraverso l’Italia: Gibbon e Belloc
Uno dei più classici “tour” che tanti signori, artisti, scrittori intraprendevano nel momento formativo della loro esistenza: un’arte antica e ricca di capolavori d’ogni genere sulle vie maestre o in borghi sperduti; una specie di sapienza, di festa e di luminosità della vita
a cura di CARLO CARENA
una vita. O meglio, ha messo in gioco la sua intera vita per sfidare la velocità. Una sfida continua con se stesso da
in gioco la sua intera vita per sfidare la velocità. Una sfida continua con se stesso da quando a 2
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Edward Gibbon giunse a Torino il 26 aprile 1764. Aveva 27 anni. Di famiglia facoltosa, aveva ottimi studi alle spalle, compiuti a Oxford, e la sua irrequietudine mentale lo aveva portato a Parigi, poi a Losanna, e lì aveva conosciuto e frequentato i maggiori filosofi del tempo, Diderot, d’Alembert… Aveva varcato la frontiera a Modane, aveva attraversato in carrozza il Moncenisio coperto di neve ancora alta, aveva pranzato a Susa mentre i bagagli erano sottoposti alla dogana. La sera di quel 26 aprile dormiva nella capitale Sabauda all’Albergo Reale, situato nell’attuale Via Roma all’angolo con Piazza San Carlo. Da Ginevra, di dov’era partito, aveva impiegato esattamente sette giorni. Comincia così uno dei più classici tours che tanti signori, artisti, scrittori intraprendevano nel a 2 Nuvolari, storico SCATTI FAMILIARI momentoquando formativo della loro vita per attingere non solo il lume, il calore, i colori e i sapori campione del motociclismo Nuvolari, storico campione eccitanti del Sud, il paese dei limoni amato da Goethe, ma anche per conoscere un modo di e dell’automobilismo, per del motociclismo e austero meno noioso, un’arte antica e ricca di capolavori d’ogni genere sulle vie ottenerlo ci hae impiegato dell’automobilismo, per vivere meno O meglio, ha messo ottenerlo ci ha impiegato maestre ouna invita. borghi sperduti; una specie di sapienza, di festa e di luminosità della vita. E poi
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le tracce di una storia fiorita in età antiche quando il Nord era ancora avvolto in tenebre oscure e segnato da riti e costumi barbarici, mentre proprio ora si risveglia e comincia a fondare anch’esso civiltà formidabili, di fronte alle quali, ecco, il Sud è folclore e passato, come se il tempo per lui si fosse arrestato e l’offrisse all’ansia di capire e di crescere di quei francesi, quegli inglesi, quei tedeschi. C’è in questi grandi viaggiatori ammirazione e condiscendenza, meraviglia e semplice curiosità. È un risveglio di sensibilità che attraversa l’Europa, con la modernità degli interessi suscitati dall’Illuminismo e i primi brividi sentimentali dell’imminente età romantica. Ma per l’inglese Gibbon il tour fu anche qualcosa di assai più di tutto questo. Egli ne ha tutti i requisiti, una solida formazione intellettuale, un grandissimo interesse archeologico e artistico, e un’acuta curiosità per i luoghi, l’età in cui ci si schiarisce davanti la vita. Ma non sapeva che quel viaggio in carrozza avrebbe determinato la svolta fondamentale della sua esistenza di giovane scioperato, e lo avrebbe avviato verso una gloria che tuttora dura, assicurandogli un posto fra i più grandi storici di tutti i tempi. L’Italia e il Mediterraneo
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in cui si protende verso Oriente furono il teatro di vicende millenarie che rivivranno nel racconto che Edward Gibbon ne farà. Incominciò dunque col visitare la Cittadella di Torino ed esaminare le divise, le armi, le parate delle truppe. Ed entra nella Galleria Sabauda e nel Museo Archeologico, è presentato ai duchi e assiste al cambio della guardia in Piazza Castello; scende fino al Po e alla Gran Madre, interviene alla rappresentazione di un’opera buffa al teatro Carignano – annoiandosi mortalmente perché non capiva i dialoghi e non amava la musica. E sabato 12 maggio ripartiva alla volta di Milano. Fino a Novara fu un continuo attraversamento di fiumi e canali su barche o ponti di barche. Dorme a Novara e domenica 13 a mezzogiorno supera il confine del Ticino entrando nel Milanese. Il paesaggio diviene “la più bella pianura del mondo, fertile, ben coltivata, irrigata da una moltitudine di acque ben regolate”, come si legge nel racconto di quel Viaggio in Italia che Gibbon stese nel suo diario pubblicato postumo solo nel secolo scorso. La prima cosa che vide e visitò a Milano già l’indomani fu “la grande chiesa”. Quell’“enorme sforzo”, e uno degli ultimi dell’architettura gotica, è quasi goffo, collocato
malissimo, soffocato dai circostanti edifici profani e guastato dall’eccesso di statuine e ornamenti. Dopo una visita alla Biblioteca Ambrosiana con i suoi tesori librari e pittorica, gita alle Isole Borromee sul Lago Maggiore, al palazzo e ai giardini, poi al colosso di san Carlo ad Arona. Lasciando anche Milano, la carrozza si avvia verso Roma, scendendo a Pavia attraverso una campagna ubertosa, ricca di legumi e latticini, per poi proseguire verso Voghera e Tortona, superare l’Appennino (uno scherzo, per chi ha attraversato le Alpi) e raggiungere Genova. Lì trovano amici e ospiti, e poi la città è bella, ai piedi di colline ridenti coronate di ville, sicché se la godono per due settimane. Poi di lì risale verso Piacenza e avanza verso Parma, attraversando quello che definisce un continuo “bel giardino” a grano e vigneti; la Via Emilia è un unico ininterrotto viale piantato a perdita d’occhio di gelsi su entrambi i lati. A Parma, visita del duomo con la cupola dipinta dagli affreschi del Correggio che ormai servono soltanto non già a fare la gioia ma il cruccio degli amatori d’arte, tale lo stato in cui sono ridotti. Poco meno per gli altri affreschi correggeschi in San Giovanni. Da
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Il piacere della
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velocità
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Frecciarossa sfida l’auto e l’aereo per ritrovare il giusto tempo per sè: non solo lettura e lavoro, ma anche meravigliosi paesaggi italiani
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a cura di Pier Bergonzi foto © Archivio FERROVIE DELLO STATO
volta mi spingo a rischiare. Non capisco perché vado avanti con l’adrenalina dell’ultimo minuto. Eppure non ero così… Mi affretto a raggiungere il binario 15 e salgo al volo sulla carrozza numero 1. Il tempo di divorare i gradini ed ecco il fischio ucciso da quella voce nasale (mi sembra la stessa da almeno 30 anni) che annuncia la partenza del <mio> treno. Guardo l’ora sul telefonino: sono le 9.17. Quando raggiungo il posto 86 siamo già in viaggio. Un sospirone e la fortuna di non avere nessuno davanti così posso allungare le gambe. E la fortuna di avere il mio solito posto controcorrente. Quando posso scelgo il posto che dà le spalle alla méta da raggiungere. Così il paesaggio può sorprendermi. Il treno per me ha già tutto quello che serve per sentirsi in viaggio. Mi ricorda quelle carrozze stipatissime che mi portavano a Milano, per i corsi dell’Università e le avventure delle gite scolastiche… Qui però è tutto diverso. Basta una presa della corrente elettrica per farmi sentire in un’altra epoca. In un altro mondo. La città diventa rapidamente periferia. Guardo le case e le strade dall’alto di un ponte e Milano mi sembra bella. Le linee urbane si abbassano, gli spazi di allargano e la campagna prende il sopravvento. Alla mia sinistra ci sono due persone. Una signora anziana dall’inconfondibile accento romano parla al telefonino e fa la cronaca didascalica della situazione. <Siamo partiti in orario, conto di arrivare fra 4 ore, forse un po’ meno. Meno male che sono partita, che a Milano di moriva di freddo. Aspettami che pranziamo insieme>.L’altro ha l’aria di un manager in viaggio d’affari. Sta leggendo da un faldone e sottolinea con un evidenziatore giallo. La penna stilografica l’I-phone e un libro di Jeffery Deaver, in bella vista, completano il quadro. Mi sembrano due organizzati. Due che sono arrivati per tempo e hanno preso possesso degli spazi con bella sicurezza. Io ho ancora i giornali sulle ginocchia e la mente sospesa. Guardo dal finestrino e cerco di capire dove siamo. Sto lì impalato ad aspettare la prima stazione per leggere il nome di una città, 33
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A me piacevano i biglietti del treno. Lunghi e stretti, su carta spessa di colore paglierino, erano una promessa. Erano l’inizio del viaggio. Adesso invece bastano le poche cifre del PNR che compare sull’sms. Per sicurezza stampo anche il biglietto elettronico su foglio A4. Non è la stessa cosa, ma devo ammettere all’altra parte di me stesso che è più pratico. Molto più pratico. Basta una telefonata alla segreteria del giornale e dopo pochi minuti ecco la mail con tutti i dettagli del viaggio e l’sms con i numeri chiave. Luca, un vecchio amico, mi ha invitato a presentare un libro a Montecatini dove si parlerà anche dei Mondiali di ciclismo del 2013. Ho detto sì, al volo, e il pensiero si è associato direttamente al viaggio in treno. Sì, l’idea di prendere la macchina ha bussato due o tre volte dall’anticamera dei pensieri, ma la decisione era già presa. Per chi ha le gambe a Milano, ci sono città come Torino, Bologna, Firenze e Napoli dove è più facile, più logico e più economico andarci in treno. Ma non è questo il punto. Il punto è che appena posso io prendo il treno perché ci sono affezionato. Perché quando ero piccolo mi portavano alla stazione di Tradate a veder partire i treni, nemmeno fossero l’ultima meraviglia della civiltà. Perché non mi piace guidare e trovo che il tempo passato al volante sia tempo tolto alla lettura e al riposo attivo. Perché i finestrini dei treni sono più rassicuranti e prospettici. Perché i treni ti portano direttamente nel centro delle città e non devi prendere anche il taxi. Perché…. Perché è l’occasione per provare il Frecciarossa, quel missile di vari metalli che dovrebbe accorciare l’Italia e tentare (vincere?) la sfida con auto e aerei. Mi hanno raccontato che in un’ora si può essere a Bologna, In meno di due ore a Firenze e in tre ore e mezzo a Roma. Magari. Sarebbe ora. Senza alcuna illusione, ma anche senza prevenzioni, arrivo in cima alle scale della Stazione Centrale. Nei miei propositi avrei voluto mettere naso, occhi e cuore nella nuovissima e gigantlopica libreria Feltrinelli. Avrei voluto, perché come al solito sono al pelo. Non capisco perché ogni
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Simme e’Napule, paisà! Dal teatro al cinema, alla televisione la grande avventura di una famiglia che ha saputo raccontare al meglio la più verace delle napoletanità
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a cura di SERGIO GIUFFRIDA
Stile Italiano / N. 9-2010
Se Roma è la capitale con la c maiuscola, Milano quella economica sicuramente a Napoli spetta il primato del cuore, rappresentato da quella intensa, sincera e verace passione per la vita e per le sue moltissime sospensioni tra commedia e dramma, risata e tragedia, proprio come suggerito dalle celebri parole della nota canzone ‘pacifista’ di Peppino Fiorelli Simme e’Napule,paisà!, musicata nel 1944 dal grande Nicola Valente proprio sul finire del sanguinoso conflitto della seconda guerra mondiale. E come potrebbe essere altrimenti per una città nata all’ombra di un vulcano che mira uno dei più bei Golfi d’Italia dove popoli e culture diverse si sono scontrate e incontrate più volte. Niente di strano quindi che la sua popolazione da sempre abbia saputo cogliere e proporre, con sincera partecipazione e naturalità, sogni, tensioni, e drammi dell’umano quotidiano. È proprio per questo che la scelta dei De Filippo quale simbolo umanissimo e contemporaneo della napoletanità risulta non solo calzante ma assai esemplificativo di questo straordinario sentire partenopeo. Già, perché la loro stessa vita nasce all’insegna di quel contesto particolare che successivamente il grande Edo-
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ardo saprà tratteggiare con magistrale bravura in alcune delle sue opere, prima fra tutte Filumena Marturano. Titina, Edoardo e Peppino infatti sono figli naturali d’arte di quel grande maestro del teatro napoletano che nel diciannovesimo secolo fu Edoardo Scarpetta. Questi dopo aver sposato Rosa De Filippo – una donna splendida che ai tempi era stata “amata” dallo stesso Re, Vittorio Emanuele II – si crea in parallelo una seconda famiglia con la bellissima Luisa De Filippo che proprio di Rosa era nipote. Edoardo Scarpetta che sul palcoscenico fu il primo Felice Sciosciamocca e anche un grandissimo Pulcinella, ebbe due figli da Rosa: Vincenzo e Maria. Successivamente anche Luisa gli diede tre discendenti, Titina nata nel luglio del 1898, Edoardo nato al cominciar del secolo nel 1900 e Peppino che venne alla luce nel 1903. Seppure il rapporto con il padre fosse forte e intenso anche sul piano lavorativo quest’ultimo non li riconobbe mai ne gli permise di usare il suo cognome, una scelta che segnò e incise profondamente soprattutto nel cuore di Edoardo. Così, all’insegna del più classico melodramma sentimentale, comincerà la straordinaria avventura di una
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Stile Italiano / N. 11-2011
Nelle pagine precedenti alcuni esempi dellâ&#x20AC;&#x2122;intenso lavoro artistico della factory De Filippo insieme a scatti, disegni e bozzetti personali della famiglia. Allâ&#x20AC;&#x2122;inizio una foto della prima versione filmica della celebre piece Filumena Marturano con Eduardo e Titina nei ruoli principali, sotto si può ammirare una foto pubblicitaria della divertente commedia Gli Onorevoli, uno dei momenti di punta della riuscita collaborazione tra Peppino e Totò. A fianco e nella pagina successiva alcuni bozzetti caricaturali che raffigurano i due fratelli, poi insieme alla sorella Titina, realizzati dallo stesso Peppino
“O mia bela
Madunina
Stile Italiano / N. 11-2011
L’architetto Ernesto Brivio, oltre cinquant’anni alla Fabbrica del Duomo di Milano. Professionalità, creatività, impegno ed etica per una delle principali cattedrali d’Europa
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a cura di ANGELA GIANNINI
Sono le dieci del mattino di una giornata milanese con un freddo polare, attraverso piazza del Duomo per incontrare l’architetto Ernesto Brivio al bar dove, per cinquant’anni di presenza nella Veneranda Fabbrica del Duomo, era solito prendersi qualche momento di pausa per bere un caffè con un ospite o un amico. Brivio mi accoglie con il suo solito sorriso aperto e una stretta di mano guardandomi dritto negli occhi. Chi ti saluta più così oggi? Gli sguardi non si incontrano quasi mai. Ma questa è un’altra storia. Usciamo dal bar per iniziare la nostra conversazione e Brivio mi conduce con il solito passo lesto e fiero verso l’abside della cattedrale per mostrarmi il bassorilievo scolpito nel meraviglioso marmo di Candoglia che dovrebbe raffigurare il primo architetto della Fabbrica del Duomo. Curioso, non me lo sarei mai immaginato. Cosa prova oggi, all’inizio del terzo millennio, in una città che non ha ancora ben definito la sua fisionomia e che cosa cambierebbe? Personalmente mi sento ancora genuinamente milanese e profondamente credente, anzi in misura maggiore di quando, per la prima volta – intorno al 1957 – salii fino
al terrazzino superiore della gran guglia, una ventina di metri sotto la statua della Madonnina. Guardar dall’alto la mia città con l’eccitante prospettiva di lavorare per il Duomo, pur nella consapevolezza della mia totale inesperienza, l’appartenenza ad un popolo e ad una storia di grande carattere mi riempì di orgoglio. Non era presunzione ma la responsabile manifestazione di un servizio dedicato alla Chiesa ambrosiana e a Milano. Mi sentii uno strumento inadeguato, un insignificante ingranaggio – rubo la definizione al Manzoni – della “gran macchina del Duomo”, un minuscolo capillare del grande apparato cardiocircolatorio della mia città, della quale lo straordinario tempio è il cuore. Ma per tornare alla sua domanda: mi sento invecchiato assieme alla mia città. Mi si può dire che è nel naturale ordine delle cose: ma mentre io vivo di pensione, con qualche sprazzo di creatività ad illuminare l’album dei ricordi, Milano, anche se talvolta sembra diversamente, non può vivere solo di passato. Certamente, la città è invecchiata nella popolazione e in tanti suoi quartieri, malgrado sforzi urbanistici e tentativi di socializzazione, la vita scorre non molto dissimile da quella delle periferie del dopoguerra. Cinquant’anni fa, dalla Madonnina, si
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scorgevano, appena fuori dalla circonvallazione esterna, i luminosi nastri d’argento delle vie d’acqua, cui Milano deve molta parte della sua prosperità. Oggi, invece, si possono solo intravedere a tratti tra i nuovi quartieri-dormitorio e poi perdersi nell’opaco e stento verde frammentato da scomposti agglomerati di case, da invadenti e grigi complessi industriali e manifatturieri. Apparentemente conserva ancora il suo aspetto il centro storico, che ruota attorno al Duomo fino alla interrata cerchia dei Navigli, ove dominano le presenze architettoniche del passato. Ma dell’anima di un tempo rimangono solo gli storici involucri. Popolo, artigiani, piccola borghesia hanno da tempo abbandonato le ordinate e accoglienti piazze e vie; banche, compagnie d’assicurazioni, élite commerciale e nuove presenze culturali ne hanno occupato tutti gli spazi. Luoghi nei quali il milanese si muove sempre con frenetica fretta, la mente incapace di pensare se non agli affari, impermeabile ad ogni spunto di riflessione o di attenzione verso un’umanità che fende con l’abilità dello slalomista. Apparentemente sembra che allo spirito si dedichi tempo e nutrimento culturale. Milanesi e visitatori in lunghe code attendono di accedere a teatri, musei e mostre. Ma c’è da chiedersi: questi luoghi presentano proposte di 48
approfondimento che con opere e linguaggio comprensibili, aiutino l’elaborazione personale della cultura? O, forse, non dominano la curiosità e l’effimera moda intellettuale? Si nota, però, in tempi recenti uno sforzo di ripresa, un certo entusiasmo a smuovere le acque finora stagnati. Quassù, dalla Madonnina, in procinto di essere occultata per un opportuno restauro statico-architettonico, avverto che il Duomo, ora più che mai appartiene a Milano e che sulla città la Vergine Maria estende ancor più il suo manto protettore. La globalizzazione, un processo inevitabile del quale tutti i giorni si sente parlare e, purtroppo, anche sproloquiare. Sì, perché mettersi a servizio di tutti senza annullare le proprie identità, caratteristiche, tradizioni e parimenti accogliere l’analogo patrimonio degli altri, è stato finora un impegno disatteso se non tradito. Tutto, infatti, si è ridotto ad una “campagna acquisti” di mercati, di posizioni politicamente, economicamente e culturalmente dominanti, secondo la legge del più forte. Sono stati messi in campo anche mezzi ignobili: come le scriteriate operazioni finanziarie che hanno gettato il mondo in una crisi dalla quale non è ben chiaro come e quando possa uscirne; o come il mercato, questo sì globale, di quei prodotti che avvolgono la Terra in una nube tossica di illusoria e
Nella pagina a fianco: Ernesto Brivio in cima alla con la sua Madonnina Durante unâ&#x20AC;&#x2122;Indagine gemmologica del Candelabro Trivulzio condotta dal CISGEM
Vaticano,
che storia!
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Lâ&#x20AC;&#x2122;origine dello Stato Pontificio, fastoso e splendido ultimo lembo del potere temporale del Papa
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a cura della redazione di stile italiano
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Arrivare a Roma, per un Italiano come per un straniero e non ricordare di essere nella città Santa è impossibile, qualunque sia la religione di appartenenza. Per questo abbiamo desiderato raccontarvi più da vicino il protagonista principale di questa città eterna, noto in tutto il mondo, “Il Vaticano”. Grazie a una meticolosa e attenta ricerca della nostra redazione, potrete conoscerne così il succedersi degli eventi della sua storia millenaria che continua a perpetuarsi e rinnovarsi nei secoli, creando tra i Critsiani e non un interesse e una attenzione di mistero e di fede, che da oltre duemila anni ci accompagna. Ed è da queste pagine che personalmente, e insieme a tutta la redazione di “Stile Italiano cultura nel mondo”, auguriamo al Santo Padre in questo anno appena iniziato di riuscire con le sue preghiere e le sue opere, a continuare nella trasmissione di principi, valori e suggerimenti necessari in un’era come quella che stiamo attraversando, dove ansie e debolezze, rendono la vita degli uomini in ogni parte del globo di difficile comprensione. Auspichiamo con cuore aperto che il mondo intero comprenda il valore della vita, un dono meraviglioso in cui noi siamo le creature determinanti per costruire un benessere generale, privato di ogni egoismo ed egocentrismo personale o di casta. Dunque è con il cuore e con la mente aperta, serena e fiduciosa che noi ci siamo incamminati per affrontare questo inizio di terzo millennio, tenendo ben presente che tutte le nuove tecnologie e scoperte che questo secolo ci sta riservando abbiano un unico obiettivo: quello a favore della vita e del suo valore.
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Optime
Opificio
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Alla scoperta dellâ&#x20AC;&#x2122;Opificio delle Pietre Dure di Firenze: della storia, degli aneddoti e della grande evoluzione nella ricerca tecnologica finalizzata alla conservazione del patrimonio culturale italiano e non solo
O.P.D. Nella pagina a fianco, in alto a sinistra, Cristina Acidini, storica dell’arte, soprintendente ad interim dell’Opificio delle Pietre Dure
Sotto: Marco Ciatti, direttore del laboratorio di restauro dei dipinti su tela e tavola e del settore manufatti tessili dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze
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a cura di angela e valentina pagani donadelLI
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Certo che il nostro paese è incredibile per la grande ricchezza del suo patrimonio culturale e per l’enorme professionalità di competenze specifiche, in particolare legate al restauro di opere d’arte. Tanta è la conoscenza eccellente presente sul nostro territorio. Una delle massime espressioni di queste competenze è quella dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. È in questo luogo “sacro” che, usando spesso strumenti all’avanguardia, si riportano alla luce opere di difficile restauro, magari ritrovate dopo secoli in condizioni disastrose. Ma all’Opificio si formano anche allievi le cui capacità verranno poi riconosciute in tutto il mondo. Veniamo così accolti da Marco Ciatti, storico dell’arte, direttore del laboratorio di restauro dei dipinti su tela e tavola e del settore manufatti tessili, che ci ricorda quanto sia importante far conoscere la storia dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’O.P.D., attualmente diretto da Cristina Acidini, deriva dall’unione moderna di due diverse realtà attive separatamente a Firenze nel campo dell’arte. La prima è l’antica manifattura di corte medicea, nata con Ferdinando I nel 1588 per la produzione di opere d’arte in pietre dure che, attraverso le varie dinastie, nella seconda metà dell’Ottocento prese l‘attuale nome di “Opificio”. Con l’Unità d’Italia all’Imperiale e Reale Galleria dei lavori in Pietre Dure venne a mancare il principale committente, la corte granducale, e l’Istituto rischiò addirittura la chiusura. D’altronde la società stava rapidamente cambiando e soltanto pochi potevano permettersi di acquistare le magnifiche opere in “commesso di pietre dure” che venivano prodotte all’interno
della Galleria con un duro lavoro di mesi e qualche volta di anni. D’altra parte il nuovo Stato badava soprattutto a ridurre le spese e portare il bilancio in pareggio. Per alcuni anni, soprattutto nel pur breve periodo di Firenze Capitale, l’Opificio mise in vendita la sua produzione presente e anche quella passata, trovando una certa accoglienza tra l’aristocrazia e la rampante borghesia europea anche grazie alla partecipazione dell’Istituto alle Esposizioni Universali, dove la sua produzione veniva spesso premiata ed elogiata. Con la fine del secolo e il cambiamento nel gusto, anche per le prestigiose opere in pietre dure, dopo tre secoli di generale apprezzamento, iniziò un lento declino. L’allora direttore dell’Istituto, che lo aveva guidato fin dalla fine degli anni sessanta dell’Ottocento, aperto al dibattito concreto e ben acceso che in quegli anni andava svolgendosi sul problema del restauro e della conservazione dei beni artistici, pensò di indirizzare progressivamente l’Opificio verso quella attività. Dalla fine dell’Ottocento dunque, l’Opificio, istituto dipendente dalla Direzione Antichità e Belle Arti del ministero della Pubblica Istruzione avviò una serie di interventi importanti un po’ in tutta Italia. Uno dei primi fu quello della grande volta a mosaico del Battistero di San Giovanni a Firenze, dove la straordinaria professionalità si mise in luce affrontando difficili problemi come quando si dovevano sostituire parti importanti che nei secoli si erano totalmente staccate; se “guardate” con un binocolo la scena della Genesi e l’arca di Noè, scorgerete un cartiglio con scritto “Opificio - 1906”. Pochi anni dopo, Corrado Ricci, direttore generale del Ministero, creò la prima Soprinten-
Il gusto
della perfezione
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Allâ&#x20AC;&#x2122;Enoteca Pinchiorri di Firenze cibo, vino e conoscenza. Armonia di profumi e sapori per un convivio indimenticabile
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a cura di paolo andrea mettel foto © Archivio enoteca pinchiorri, firenze
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“Le plaisir de la table est de tous les âges, de toutes les conditions, de tous les pays et de tous les jours; il peut s’associer à tous les autres plaisirs, et reste le dernier pour nous consoler de leur perte”. Credo che Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde abbiano a suo tempo fatto loro quest’aforisma che si trova nel prezioso testo di Brillat-Savarin, “La Physiologie du goût”. La storia dell’Enoteca Pinchiorri, iniziata nel 1972, è il sogno di una cosa che il sommelier Giorgio tramutò in realtà con Annie. Il futuro re dei vini, con la sua travolgente passione, all‘inizio si presenta con degustazioni di vini eccellenti e con l’aiuto di Annie offre ai clienti piccoli e sapidi bocconi di cibo tra un bicchiere e l’altro: insomma una sorta di pane e salame con vino delle antiche mescite. La raffinatezza dell’offerta di vino cresce e di pari passo Annie è costretta ad ampliare la varietà delle pietanze. Giunta a Firenze da Nizza, con un percorso che l’aveva vista studentessa di lingue a Parigi, inizia il suo impegno in cucina come autodidatta e quindi libera da regole e da ricette precise e rigide. Inoltre il breve periodo di vita fiorentina le impedisce di apprezzare con immediatezza la cucina toscana. Ma gli eventi si susseguono, con Giorgio che va in giro nel Bordeaux e nella Bourgogne ad acquistare i migliori vini adocchiando magnum, jeroboam, armagnac e cognac da favola: quest’attivismo incessante del “sommelier” modenese permette l’incremento costante di una cantina che diverrà un mito a livello internazionale e che oggi conta centinaia di migliaia di bottiglie. Annie non è da meno e si tuffa con amore e con passione nell’approfondimento della cucina toscana. Si racconta che l’intramontabile manuale dell’Artusi diventasse il suo vademecum durante un percorso vissuto tra
I quattro punti cardinali per un successo annunciato: infrastruttura, architettura espositiva, organizzazione dei contenuti e network. Una dimensione globale di fare fiera
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I grandi obiettivi di
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stile italiano : speciale
Fiera Vicenza
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Fiera di Vicenza guarda alle strategie dei prossimi cinque anni con l’obiettivo di confermarsi non solo come elemento centrale del sistema espositivo mondiale con particolare rimando al settore orafo, ma anche come luogo di aggregazione dell’eccellenza italiana e come produttore di contenuti culturali, idee e visioni in grado di offrire stimoli di creatività alle aziende. Punto di riferimento del sistema espositivo mondiale dedicato alla gioielleria, Fiera di Vicenza è infatti anche la vetrina della migliore produzione italiana. Valore centrale delle linee guida che Fiera di Vicenza intende implementare da qui al 2015 sarà quindi proprio il DNA del gioiello italiano, fatto di artigianalità e di ricerca, di creatività e capacità manifatturiera, di design e stile. Il consolidamento della leadership nel settore della gioielleria e dell’oreficeria, che già si avvierà con azioni puntuali a partire dal 2011, permetterà lo sviluppo entro il 2015 di modalità espositive di successo declinabili anche a favore di altri settori produttivi di cruciale interesse per l’economia nazionale. Sul piatto un consistente investimento e un piano fittissimo di interventi ad ogni livello: dal rinnovamento complessivo dei layout espositivi, alla forte presenza sul web, dagli importanti eventi collaterali alla creazione di un vero
e proprio network di riferimento, dalla realizzazione di nuove infrastrutture ai nuovi format fieristici per segmenti specifici di mercato. “Un cambiamento di rotta reso necessario da un settore in profonda evoluzione le cui parole chiave sono coerenza e concretezza” afferma il Presidente di Fiera di Vicenza Roberto Ditri. “Coerenza, perché tutte le azioni che intraprenderemo andranno verso la trasformazione di Fiera di Vicenza da contenitore commerciale ad attore primario nella produzione di una cultura del progetto propria del gioiello Made in Italy avviando iniziative importanti in tema di stile e design nel segno della cross-fertilization tra settori e ambiti progettuali. Concretezza perché l’implementazione avverrà per gradi con grande chiarezza di obiettivi: segnali di cambiamento già visibili dall’edizione di VICENZAORO First a gennaio, non solo nei layout espositivi, nella grafica rinnovata e nel nuovo sito internet, ma anche attraverso un’installazione interattiva che ha illustrato ai visitatori la nuova visione di Fiera di Vicenza e che coinvolgerà la stessa città di Vicenza”. Prosegue Ditri “Il Progetto FDV 2011/15 intende avviare una rivisitazione a 360° della mission di Fiera di Vicenza, sia per quanto riguarda la sua dimensione immobiliare che la sua offerta espositiva. Il compito
Un piano in quattro punti: primario è traghettare l’eccellenza e l’offerta delle imprese verso i mercati internazionali. Per rispondere alle logiche contemporanee dei mercati in modo consapevole, riteniamo indispensabile affiancare alle funzioni commerciali di contenitore quelle sostanziali di produttore ed interprete di contenuti. Solo in questo modo Fiera di Vicenza può offrire un servizio integrato e complesso a tutti i fruitori della Fiera - siano essi buyers, visitatori, espositori – portando l’eccellenza e il DNA italiano nel mondo con un obiettivo unico e semplice: essere competitivi nell’arena globale sia come veicolo commerciale sia come motore di innovazione per le imprese. Oggi Fiera di Vicenza si pone quindi l’obiettivo di stimolare, supportare e promuovere in primis le aziende del settore orafo, in cui è leader, sia nel segmento di marca sia in quello unbranded di qualità, rinnovando profondamente i propri spazi e i propri servizi, e ponendosi come mediatore di conoscenza per le imprese verso i nuovi mercati e i vecchi e nuovi saperi.
Il presidente di Fiera Vicenza Roberto Ditri
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Un piano ambizioso che si fonda su quattro punti cardinali: infrastruttura e architettura espositiva, struttura dell’offerta espositiva, organizzazione dei contenuti e network interno ed esterno per una dimensione globale del fare fiera. Un’INFRASTRUTTURA rinnovata Completamente rinnovati saranno i layout espositivi di tutti i padiglioni, che risponderanno a logiche di marketing superando le convenzionali suddivisioni merceologiche. L’implementazione dei nuovi layout avverrà gradualmente per step intermedi da qui al 2015, ma un primo assaggio sarà visibile già nel 2011 con la manifestazione di maggio VICENZAORO Charm. Il primo step contestuale di interventi prevede, entro il 2013, la realizzazione di un padiglione e del parcheggio multipiano adiacente al centro congressi. Cambia la STRUTTURA dell’offerta espositiva Le novità arriveranno anche sotto il profilo della struttura dell’offerta fieristica orafa: sempre più protagonista di un settore, quello del lusso e dello stile di vita, con forti ambizioni di leadership. È questa l’area nella quale l’oreficeria e i preziosi rappresentano un core business di grande evidenza e radicamento. Un’ORGANIZZAZIONE complessa per un Laboratorio di contenuti Alla nuova visione della mission di Fiera di Vicenza, corrisponde una nuova idea di organizzazione interna capace di realizzare le numerose iniziative e i molteplici eventi che da qui al 2015 Fiera di Vicenza ha in programma. La prima iniziativa prevede l’istituzione di un Premio internazionale rivolto all’eccellenza del settore orafo. Parallelamente avverrà il lancio di un Concorso, anch’esso internazionale, dedicato alla ricerca, alla sperimentazione e ai nuovi talenti, che vedrà una giuria proveniente da diversi paesi del mondo affiancare la Fiera nella selezione dei finalisti. Fiera di Vicenza inoltre intende coinvolgere il tessuto sociale cittadino con la promozione di un Museo dell’arte orafa, pensato in chiave moderna per rappresentare le diverse tipologie di gioiello. Ma non solo: è anche prevista l’istituzione di un Osservatorio permanente sul sistema orafo in grado di monitorare e stimolare l’innovazione del settore, o un programma di Scouting da avviare con le migliori scuole internazionali in grado di consolidare Vicenza come baricentro della gioielleria italiana e mondiale. Un NETWORK allargato e una comunicazione integrata per le relazioni strategiche Una nuova presenza sul web 2.0, attraverso strumenti in grado di dialogare con il mercato e con la propria comunità di riferimento, si rivela fondamentale. In programma perciò la realizzazione di nuovi siti e blog delle manifestazioni e degli eventi promossi da Fiera di Vicenza. Un’integrazione funzionale complessiva sarà sviluppata tra prodotti editoriali tradizionali e strumenti dedicati alla rete. Un restyling completo della rivista Vioro Magazine sarà perciò lanciato da qui al 2012. L’obiettivo di questo network è anche far conoscere alle aziende che credono in Fiera di Vicenza la situazione dei mercati internazionali affinché possano definire opportunamente le loro strategie
Lo stile italiano diventa
teatro
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Armani, Capucci, Coveri, Fendi, Ferretti, Gigli, Marras, Missoni, Ungaro, Valentino e Versace. La loro creativitĂ a servizio del grande spettacolo dâ&#x20AC;&#x2122;autore
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Roberto Capucci per Stefania Bonfadelli dettaglio dell’abito in crêpe nero e verde con corpino a corolla ideato per Stefania Bonfadelli e sfoggiato in occasione di un recital a Tokyo dedicato alle grandi scene della pazzia nell’opera e nel 2010 al gran gala all’Opera di Vienna per l’addio a Hollender
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di MASSIMILIANO CAPELLA foto di © Luigi Malannino e Flavio Pellegrini
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“...non costringiamo personaggi e miti nella gabbia della tradizione”. Il pensiero di Gianni Versace rivela al meglio il senso del rapporto Moda-Teatro, fin dall’origine contraddistinto dalla necessità degli stilisti di imprimere all’evento teatrale un marchio di unicità, imponendo il segno inconfondibile di un linguaggio preciso, quello della loro griffe. Trasponendo l’azione al proprio mondo e andando oltre la ricostruzione filologica di un vero costumista, lo stilista usa infatti l’abito per reinventare la scena narrata, per dare una nuova connotazione alla vicenda, ecco quindi Il Flauto Magico di Gigli, la Lucia di Lammermoor di Missoni, il Capriccio e la Salomè di Versace, il Così fan tutte di Armani, perchè l’opera viene ricreata dalla cifra stilistica del couturier. I caratteri dei personaggi vengono reinventati e, molto spesso, si inseriscono nel tessuto narrativo con un’incisività inedita, con una dirompente modernità. Ed è proprio l’esigenza di creare un varco contemporaneo nella tradizione teatrale che permette all’alta moda di accedere al palcoscenico già nella seconda metà dell’Ottocento, con Charles Frederick Worth, Paul Poiret, Mariano Fortuny e Lucile, e, soprattutto, nel 1924 quando Coco Chanel, su invito di Sergej Pavlovich Diaghilev (1872-1929), disegna i costumi per Le Train Bleu, nuovo balletto per la mitica compagnia Les Ballets Russes, ironica idea di Jean Cocteau di tratteggiare i passatempi balneari del bel mondo parigino in vacanza su una spiaggia alla moda della Costa Azzurra. In un momento storico di straordinaria sperimentazione artistica e culturale Darius Milhaud compone una musica arguta e raffinata, Henry Laurens ambienta l’azione su una spiaggia cubista con i costumi da bagno in jersey indossati da giovanotti e ragazze che portano la firma di Chanel, mentre il sipario dello spettacolo ha per soggetto due donne che si rincorrono sulla spiaggia, trasposizione di un celebre quadro di Picasso. Diaghilev, Cocteau, Milhaud, Picasso e Chanel insieme, per siglare, in un
Donatella Girombelli - Genny per Katia Ricciarelli Costume Anna Glavary in raso e tulle neri con applicazione di strass sul corpino. 1986, La Vedova Allegra Franz LehĂĄr Verona, Arena
Gianni Versace Costume Contessa creato per Dame Kiri Te Kanawa in raso nero interamente ricamato con cristalli policromi che formano motivi geometrici ispirati alle grafiche di Sonia Delaunay. 1990, Capriccio Richard Strauss San Francisco, Opera House
2010, La Clemenza di Tito, Wolfgang Amadeus Mozart Napoli, Teatro San Carlo
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Elena Monti / Emanuel Ungaro Costume Servilia Costume di scena in tre pezzi in velluto e raso devorĂŠ sui toni del color bronzo, composto da ampia gonna, blusa con maniche che terminano allâ&#x20AC;&#x2122;avambraccio con volant di sapore settecentesco, sciarpa con jabot alla scollatura.
Fendi, Agnes Baltsa nella Carmen di Pier Luigi Pizzi Verona, Arena, 1986
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Missoni, Luciana Serra in Lucia di Lammermoor Milano, Teatro alla Scala, 1983
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Abito da concerto ideato da Roberto Capucci e indossato da Anna Caterina Antonacci al Teatro alla Scala di Milano nel 1997
Abito per la Regina della Notte ideato da Romeo Gigli e indossato da Cornelia Gotz in Die Zauberflรถte al Teatro Regio di Parma nel 1995 Antonio Marras Ippolita Milano, Piccolo Teatro, 2008 Alberta Ferretti, Sonia Ganassi in Carmen Roma, Terme di Caracalla, 2003
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In oltre centoquarant’anni di storia Banca Popolare di Vicenza ha sempre operato attivamente e in modo responsabile contribuendo al progresso economico e sociale del suo settore di riferimento: impegno che si è tradotto in un intenso programma di iniziative al servizio della cultura. Importante simbolo del coinvolgimento della Banca Popolare di Vicenza nella valorizzazione delle ricche tradizioni artistiche e culturali del suo territorio è il complesso restauro eseguito per il palladiano Palazzo Thiene, sede storica dell’Istituto a Vicenza e patrimonio mondiale dell’Unesco. L’importante opera di ripristino, durata quasi dieci anni, è stata in grado di riportare al loro originario splendore gli apparati decorativi
L’impegno per l’arte
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Banca Popolare di Vicenza, tra le prime banche a nascere nel Veneto e tra i più importanti istituti italiani, ha una lunga tradizione di vicinanza e condivisione con il suo territorio di origine
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A.Palladio, Palazzo Thiene (XVI Sec.) Sala delle Metamorfosi www.palazzothiene.it
rinascimentali dell’edificio e i sotterranei palladiani, ultimo capolavoro del celebre architetto mai resi noti prima al pubblico. Oggi, nelle preziose sale di Palazzo Thiene sono custoditi in esposizione permanente, aperta al pubblico, tutte le collezioni d’arte di proprietà dell’Istituto tra cui i dipinti della pinacoteca, con opere dal XV al XIX secolo, una collezione di sculture di Arturo Martini, la raccolta di stampe settecentesche dei Remondini, la collezione di ceramiche popolari venete dell’Ottocento, e, nel suggestivo scenario dei sotterranei la preziosa collezione di Oselle veneziane (monete) della Banca: unica raccolta completa al mondo visibile al pubblico. Altra significativa testimonianza del mecenatismo, e del legame dell’Istituto con la regione e i suoi patrimoni è il programma di cui l’istituto vicentino è da oltre dieci anni protagonista: il progetto Capolavori che ritornano, volto a recuperare opere insigni del patrimonio artistico veneto andato disperso nei secoli nel mondo. Grazie al progetto Capolavori che ritornano, l’Istituto ha infatti riportato a Vicenza, non senza avventurose vicessitudini, numerosi capolavori di origine veneta per renderli protagonisti di straordinarie esposizioni. Dal recupero, nel 1997, anno di inaugurazione dell’iniziativa, della Madonna con Bambino - tavola del tardo quattrocento di Bartolomeo Montagna – a quello di quattro opere dei Tintoretto, padre e figlio, provenienti da collezioni private europee, fino al magnifico Giandomenico Tiepolo (Testa di orientale). English version on page 158
stile italiano : speciale
News
Banca Popolare di Vicenza
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Dal 1984
non solo cura Ma anche luogo di grande attenzione rivolta a pazienti di qualunque estrazione ed età. Centro di eccellenza medico-scientifico e di alta specializzazione; forma medici, ricercatori e altri professionisti del settore oncologico
L’ a cura di TULLIO CAPPELLI HAIPEL
L’Italia non si distingue dal resto del mondo solo per le eccellenze in ambito culturale, architettonico e del suo straordinario territorio, ma anche per quelle, e sono tante, in ambito medico scientifico. Per questo motivo “Stile Italiano cultura nel mondo” non può esimersi dal raccontare anche queste grandi realtà che costituiscono un nostro patrimonio di sicurezza e di speranza concrete per il nostro presente e futuro di benessere e di salute. Tra questi, l’Istituto dei Tumori di Aviano (PN) dove il prof. Umberto Tirelli è il Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica. L’Istituto offre, nel campo della salute pubblica, cure di alta specializzazione ai pazienti oncologici, forma medici, ricercatori e altri professionisti nel del settore oncologico rappresentando, non solo un centro di eccellenza medico-scientifico, ma un luogo di grande attenzione rivolta ai pazienti di qualunque estrazione ed età. Abbiamo intervistato il professor Tirelli che qui di seguito ci informa nello specifico sulle attività dell’Istituto e ci dà preziosi suggerimenti per la nostra salute.
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Quali sono gli ultimi e più importanti progressi della ricerca? La chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia e la terapia biologica, spesso associati tra di loro, sono in gra-
do di condurre complessivamente a guarigione circa la metà dei pazienti con tumore, anche se purtroppo in alcuni tumori la percentuale di guarigione è molto più bassa. Negli ultimi anni, per la prima volta nella storia del cancro, vi è stato un costante, anche se lieve, miglioramento della sopravvivenza dei malati con cancro, grazie alla più precoce diagnosi e al miglioramento delle terapie che vengono applicate ai pazienti stessi, ma è senz’altro necessario migliorare la sopravvivenza mettendo a disposizione dei pazienti nuovi farmaci antitumorali, purché dimostrati efficaci dopo essere stati valutati con il metodo scientifico, e nuove forme di radioterapia (tomoterapia, intraoperatoria, per esempio) e di chirurgia (meno mutilante, impiegata anche nelle metastasi, per esempio). Negli ultimi tempi una serie di nuovi farmaci con potenzialità antitumorale e tutti biologici, sono in intenso studio nel mondo ed anche in Italia. Alcune di queste procedure terapeutiche sono già in clinica, per esempio gli anticorpi monoclonali già si impiegano nel trattamento dei tumori della mammella e dei linfomi con buoni risultati e anche altri tumori come quelli del colon retto, del rene, del polmone, del capo e collo e i mielomi, beneficiano già, alle volte con risultati eclatanti, di nuovi farmaci cosiddetti intelligenti. Dalla ricerca arriveranno sperabilmente sempre più
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L’Istituto Internazionale di Studi Sui Diritti dell’Uomo strumento delle istituzioni internazionali, è stato la sede logistica dove si sono riunite commissioni ad alto livello le cui conclusioni sono state elevate alla dignità delle cosidette “raccomandazioni” delle Nazioni Unite. L’Istituto ha avuto un ruolo determinante nella stesura dei documenti preparatori per l’elaborazione del “Testo della Convenzione sulle Minoranze” approvato poi dal Consiglio d’Europa. Ha fornito la documentazione per gli atti internazionali costitutivi del “Tribunale Internazionale per i crimini di guerra” e le proposte per il “Tribunale Internazionale dell’Ambiente”. Ha curato la documentazione per realizzare la “Costituzione Albanese” e importante, è nostra la bozza della Dichiarazione Universale del genoma umano e dei diritti dell’Uomo dell’Unesco. Nella guida dell’Istituto sono affiancato dal dott. Tullio Cappelli Haipel come Vice Presidente e dal Presidente Onorario on. Franco Frattini, oggi Ministro degli Esteri d’Italia. L’Istituto sta affrontando alcune iniziative come: SUMMER SCHOOL: Scuola estiva finalizzata a fare Istruzione e formazione per neo laureati di vari Paesi nel campo dei diritti umani. Sta allestendo una WEB TV di concerto col Consiglio d’Europa, l’Unesco, la Fondazione Mondiale della Cultura della Pace di Madrid presieduta dal prof. Federico Mayor per più di vent’anni Direttore Generale dell’Unesco. A tale proposito il Presidente Onorario il Ministro degli Esteri d’Italia oltre che approvare l’iniziativa ne sollecita la tempestiva realizzazione. Si offriranno i nostri contenuti quali contenuti di merito per l’Agenzia Europea dei Diritti Umani. L’obbiettivo è fare dell’Istituto Osservatorio Permanente sui Diritti Umani e punto di raccolta di tutte le segnalazioni delle violazioni dei diritti umani che direttamente segnalerà alla Corte e alle istituzioni internazionali competenti. Le iniziative
saranno concordate con il MAE e il Consiglio d’Europa e saranno così mirate alla promozione ed informazione sui “Diritti Umani” con particolare attenzione ai Paesi a rischio. Il nostro portale che potrà ovviamente interagire avrà la possibilità di essere riferimento a varie problematiche raccogliendo dati e documentazioni. L’Istituto Internazionale di Studi Sui Diritti dell’Uomo nell’ambito del diritto alla tutela della salute ha promosso la costituzione di un Centro di Riferimento Culturale per la Medicina Antalgica oggi denominato PRISMA (Progetto di Ricerca Internazionale Studi di Medicina Antalgica) per informare e formare gli operatori e gli utenti sulle realtà della terapia del dolore cronico.Presiede il Comitato Scientifico il prof. Umberto Tirelli. Fra le iniziative in programma, il PRISMA di concerto con l’Istituto Internzionale di Studi Sui Diritti dell’Uomo ha elaborato un progetto di ricerca coordinato dal CRO di Aviano, su esortazione del Presidente Onorario il Ministro degli Esteri on. Franco Frattini che testualmente scrive…”l’importante iniziativa che ha lo scopo di contribuire a restituire dignità e speranza alle persone anziane colpite da questa grave malattia”.
Il Presidene Prof. Giacomo Borruso
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Da sinistra: il dott. Tullio Cappelli Haipel e il Prof. Giacomo Borruso
L’Istituto Internazionale di Studi Sui Diritti dell’Uomo è ente di interesse pubblico a Statuto Partecipativo dell’Unesco e del Consiglio d’Europa quindi ha il riconoscimento di persona giuridica a carattere internazionale. Le due istituzioni possono avvalersi della consulenza dell’Istituto come previsto dai paragrafi 3, 4 e 5 della “risoluzione” assegnante il riconoscimento di “consulente” in materia dei Diritti Umani (Unesco 11.6.90, Consiglio d’Europa 18.9.90). Il Direttivo ed il Comitato Scientifico sono costituiti da rappresentanti internazionali del mondo della scienza e della autorità costituita. L’Istituto può chiedere e far concedere il patrocinio dell’Unesco e del Consiglio d’Europa. L’Istituto può promuovere iniziative in ogni settore ove si debbano esprimere o tutelare i diritti fondamentali enunciati nella “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Nel 1992 è stato costituito nell’ambito dell’Istituto il “Centro Internazionale di Studi sulla bioetica” presieduto dal premio Nobel John Eccles fino al 1997 e dal 2004 dal prof. Antonio Amoroso titolare della Cattedra di Genetica in Torino. Il Consiglio d’Europa e l’Unesco hanno riconosciuto lo Statuto Consultivo al Centro per cui possono venire predisposti documenti per queste due organizzazioni nonché per l’Unione Europea.
“Gli uomini nascono e muoiono uguali nei diritti”
“Gli uomini nascono e muoiono uguali nei diritti”
Istituto Internazionale di Studi sui Diritti dell’Uomo Via Murat, 1 34127 Trieste, Italia Tel. +39 040 306765 Fax +39 040 3226687 email: info@istitutodirittiuomo.net
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La crisi dell’Euro: minaccia od opportunità? Dall’ottobre 2008 il crollo dei mercati finanziari di New York ha mutato radicalmente lo scenario, tuttavia il sistema nel complesso ha tenuto
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a cura di Gilberto fedon
La nascita dell’Euro Quando nacque l’Euro furono espresse perplessità sulla sua forza relativa rispetto ad altre valute e sull’utilità di cedere sovranità monetaria dagli stati nazionali alla Comunità Europea. Gli andamenti dei mercati finanziari smentirono successivamente tale minoritario scetticismo. L’Euro dopo essersi inizialmente svalutato rispetto al Dollaro riacquistò progressivamente valore e si consolidò come una delle valute più affidabili a livello globale. La prosperante globalizzazione sembrò favorire maggiormente i paesi sviluppati di quanto potesse contestualmente beneficiare le economie degli stati emergenti. Contrariamente a quanto appare invece, ai nostri giorni. Le possibilità di effettuare profittevoli investimenti e di conquistare nuovi mercati si ampliarono così per le imprese italiane ed europee.
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La crisi di Wall Street nell’Ottobre 2008 Il crollo dei mercati finanziari di New York ha mutato radicalmente tale scenario. Le bolle dei mercati borsistici e immobiliari sono scoppiate non solamente al di là dell Atlantico ma anche nella vecchia Europa, sebbe-
ne non altrettanto clamorosamente ed ovunque. La temerarietà nell impiegare la raccolta, da parte di banche commerciali e di investimento, è stata rapidamente sanzionata dai mercati. La solvibilità dei debitori originari dei mutui subprime o di complicati titoli derivati, ideati dai creativi dell’ingegneria finanziaria, si è rivelata quantomeno vacillante nella percezione degli investitori. Sono stati allora i governi nazionali e le banche centrali a salvare il sistema finanziario dalla crisi di liquidità, l’economia reale dalla eventuale stretta del credito e le banche in difficoltà dalle massicce svalutazioni, iscritte in gran fretta nei conti economici, che avrebbero altrimenti determinato il sostanziale azzeramento dei mezzi propri. L’opinione pubblica ha dimostrato facile indignazione per gli immeritati aiuti concessi all’inefficacia di banchieri e di managers privati. Tuttavia in mancanza di queste avvedute misure di politica monetaria le perdite per le economie occidentali sarebbero state assai maggiori. L’efficienza dei banchieri centrali non può pertanto essere discussa. La Federal Reserve americana, in particolare, ha operato con immediatezza, precisione e pragmatismo. Mai nella storia si era assistito a
WOW è già presente su Facebook (WOW - museo del fumetto di Milano). È in costruzione il sito nuovo internet all’indirizzo www.museowow.it che darà tutta l’informazione aggiornata sullo spazio fumetto. Gli orari di apertura previsti sono: da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, e sabato e domenica dalle 15 alle 20. L’edificio, concesso dal Comune di Milano alla Fondazione Franco Fossati per questo uso, si trova
in viale Campania 12, zona Porta Vittoria, sulla direttiva per l’aereoporto di Linate, a due passi dal Passante ferroviario, ed è frutto del recente recupero dell’area di archeologia industriale costituita dall’ex fabbrica Motta, un nome-simbolo della città e del suo panettone, e dalla completa ristrutturazione dell’edificio principale nella prospettiva di ospitare un museo
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A Milano debutta un nuovo Spazio – Museo del fumetto, dell’illustrazione e dell’immagine animata
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a cura di SERGIO GIUFFRIDA
Nazionale di Monza) e La Ghignata (annuale Rassegna di satira, umorismo e fumetto, a Monza e in Brianza), la Fondazione Franco Fossati si impegna con slancio ed entusiasmo ad accogliere questa nuova sfida e creare, in collaborazione con il Comune di Milano, un nuovo percorso culturale che la città aspetta da anni. Lo spazio fumetto si articolerà in laboratori, biblioteca, bookshop e naturalmente ospiterà mostre e rassegne, includendo il Museo del fumetto intitolato allo storico e studioso Franco Fossati. Nell’area laboratorio si svolgeranno corsi e laboratori di disegno per scuole elementari e medie, corsi di sceneggiatura, di animazione e di disegno professionale per giovani e adulti, anche a livello professionale. Nel corso dell’anno ospiterà incontri, conferenze e presentazioni di ogni genere. L’area biblioteca offrirà uno spazio gradevole e particolare dedicato al piacere della lettura e dello studio. Lo “scaffale aperto” consentirà la scoperta di autori e personaggi di ogni genere, e prevede un’area specifica per il pubblico più giovane. Lo spazio espositivo è allestito sia al piano terra, con mostre permanenti sulla storia e la tecnica del fumetto, sia al primo piano, con mostre temporanee che si alterneranno secondo una programmazione piuttosto intensa. L’inaugurazione è fissata a Marzo alla presenza del sindaco Letizia Moratti, dell’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, del presidente della Fondazione Franco Fossati Luigi Bona e di illustri protagonisti e rappresentanze del mondo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata. English version on page XXXXXXXXXXXX 127
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Wow! Finalmente vede la luce nel capoluogo lombardo uno spazio consacrato alla Nona Arte, come ormai viene abitualmente chiamato il Fumetto. La città che ha dato vita all’editoria fumettistica italiana nel 1908 quando apparve il primo numero del Corriere dei Piccoli, storico “supplemento del Corriere della sera”, ha visto sviluppare attorno al fumetto, nel corso di un secolo, oltre 250 sigle editoriali. Celebri disegnatori e sceneggiatori di ogni parte del mondo hanno sempre considerato l’Italia una importante fucina di idee, personaggi e modi espressivi, e Milano è stata il cuore di una ricchezza produttiva tra le più intense del mondo in questo settore. Basti pensare alla vasta produzione disneyana di storie a fumetti, dove i nostri autori, dal 1950, sono letti in tutto il mondo. Il Fumetto ha già avuto da molti anni una rivalutazione in ambiente accademico e artistico, in Italia come nel resto del mondo. La Nona Arte non è più considerata letteratura minore o destinata all’infanzia, ma viene studiata e utilizzata al pari delle altre forme espressive e di comunicazione, come il cinema o la letteratura scritta. Era quindi molto atteso un museo del Fumetto anche a Milano, come ne esistono da tempo in tanti Paesi, dal Belgio agli Stati Uniti, dalla Francia al Giappone, al Portogallo, alla Corea. Forte del suo archivio, che conta oltre mezzo milione di pezzi, e della credibilità guadagnata sul campo con la curatela di mostre per eventi importanti, nazionali e internazionali, quali Cartoomics (annuale Salone del fumetto, dei cartoons, del collezionismo e dei videogames, alla Fiera di Milano), Sloworld (Salone del turismo slow e del fumetto di qualità, all’Autodromo
Mostre&Eventi Primavera 2011 a cura della redazione di stile italiano
Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark - Fino al 19 giugno Dal 2 marzo il Palazzo Reale di Milano ospiterà la mostra Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark, la prima tappa del tour mondiale dei capolavori della collezione americana dello Sterling and Francine Clark Art Institute. La mostra conterà 73 opere dei maestri francesi dell’Ottocento. Dopo Milano, la mostra si sposterà nei maggiori musei di tutto il mondo. Accanto ai dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet, Morisot e Pissarro, include altresì opere fondamentali dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste- Camille Corot, Jean-François Millet, e Theodore Rousseau Informazioni: Palazzo Reale • Piazza del Duomo 12 tel. 02 884 65236 • www.comune.milano.it/palazzoreale
Claude Monet, Impressione. Levar del sole, 1872
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MICHELANGELO ARCHITETTO - Fino al 25 MAGGIO L’ULTIMO MICHELANGELO - Fino al 19 GIUGNO Dalla collaborazione tra Casa Buonarroti di Firenze e la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano un grande progetto scientifico internazionale porta in giro per i maggiori musei italiani le più grandi opere di due grandi maestri del Rinascimento Italiano: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Il programma prevede una serie di iniziative sul territorio nazionale, in cinque città italiane - Roma, Milano, Palermo, Firenze e Napoli. In particolare da fine ottobre 2010 a metà febbraio 2012, a Milano, due sono le mostre previste al Castello Sforzesco: dal 4 febbraio al 25 maggio Michelangelo architetto e dal 18 marzo al 19 giugno 2011 L’ultimo Michelangelo. Informazioni: Castello Sforzesco • Piazza Castello, 1, Milano • tel. 02/88463700 www.milanocastello.it
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Milano in Fiera 2011 I prossimi appuntamenti per l’operatore e il pubblico: 04/03/2011 - 06/03/2011 Mido: Mostra Internazionale di Ottica, Optometria e Oftalmologia
MUSEI MAZZUCCHELLI Casa Museo Giammaria Mazzucchelli La Casa Museo, intitolata al noto letterato del Settecento, è visitabile attraverso un percorso lungo il quale si possono ammirare arredi e oggetti d’epoca nell’originaria collocazione e affreschi di Francesco Savani che conducono con narrazioni pittoriche nel mondo della cultura settecentesca.
06/03/2011 - 09/03/2011 Mifur: Salone Internazionale della Pellicceria e della Pelle 06/03/2011 - 09/03/2011 Micam ShoEvent: Salone Internazionale della Calzatura 06/03/2011 - 09/03/2011 Mipel - The Bagshow: Mercato Internazionale della Pelletteria 09/03/2011 - 11/03/2011 Promotion Expo: Fiera della Comunicazione e del Marketing di relazione 11/03/2011 - 13/03/2011 Cartoomics: il Salone del Fumetto, del Collezionismo e dei Cartoons Hobby Show: salone delle belle arti e della creatività manuale Ludica: Festival Italiano del Gioco e del videogioco 11/03/2011 - 13/03/2011 Weekend Donna: Tre giorni esclusivi per la donna e le sue passioni 25/03/2011 - 27/03/2011 Milanofil: Convegno filatelico ed Esposizione Filatelica Nazionale 25/03/2011 - 28/03/2011 PhotoShow: Photo and Digital Imaging 25/03/2011 - 27/03/2011 Fa’ la cosa giusta: Fiera del consumo critico e degli stili di vita alternativi 08/04/2011 - 11/04/2011 MiArt: Mostra Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea 12/04/2011 - 17/04/2011 Salone Internazionale del Mobile Salone Internazionale del Complemento d’Arredo 12/04/2011 - 17/04/2011 Euroluce: Salone Internazionale dell’Illuminazione 12/04/2011 - 17/04/2011 Salone Ufficio: Salone Biennale Internazionale dell’Ambiente del Lavoro 08/05/2011 - 11/05/2011 Tutto Food: Milano World Food Exhibition 08/05/2011 - 11/05/2011 BtoBIO Expo: L’appuntamento professionale biennale del biologico 20/05/2011 - 23/05/2011 Chibidue: Salone Internazionale Bigiotteria, Accessori moda
21/05/2011 - 23/05/2011 ModaPrima: Salone Internazionale delle Collezioni Moda programmata
Museo della Moda e del Costume Nelle sale delle antiche scuderie è ubicato il Museo della Moda e del Costume che ospita la collezione, ormai riferimento culturale del settore, costituita da circa 5000 pezzi databili tra l’inizio del Settecento e la nascita dell’alta moda nel Novecento. Attraverso abiti, accessori, monili, abbigliamento infantile e biancheria per la casa, viene documentata l’evoluzione del “gusto” in età moderna, anche attraverso una ricca raccolta di stampe antiche, cartoline e foto storiche. Made in Vintage. La moda oltre il tempo. 7-8 Maggio 2011 orario 10-19 ingresso 7,00 Euro In mostra Vintage Delirium di Franco Jacassi. Museo del Vino e del Cavatappi I Musei ospitano, negli ambienti della barchessa occidentale, il Museo del Vino e del Cavatappi che raccoglie una delle più eclettiche e vaste collezioni di cavatappi d’epoca (oltre 2.300 pezzi) di taste vin e la prima collezione al mondo di wine stopper. Tra le sezioni del museo segnaliamo: La coltura della vite, La vinificazione, La degustazione e il consumo del vino. Informazioni: Fondazione Gioacomini Meo Fiorot – Musei Mazzicchelli • Via G. Mazzucchelli 2, Ciliverghe di Mazzano, Brescia • Tel 030 212421 • www.museimazzucchelli.it 129 129
Stile StileItaliano Italiano//N.N.11-2011 9-2010
20/05/2011 - 23/05/2011 Chibimart - Affari d’estate: Mostra dei Prodotti Etnici, Accessori Moda
Pinacoteca Giuseppe Alessandra Si tratta di un deposito di dipinti e opere databili tra il XIII e il XX secolo e riconducibili ad alcuni dei più importanti pittori rinascimentali di area lombardo veneta, tra questi spiccano i nomi di Vittore Carpaccio, Paris Bordon, Tintoretto e Tiziano ad altri illustri maestri della pittura internazionale del XVII secolo come Van Dyck e Zurbaran.
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conta il piacere di conoscere e approfondire, per avere sempre la consapevolezza che l’Italia è tutto questo e molto altro ancora. Non dimentichiamolo! Basta continuare a guardarci attorno e osservare il volto di uno straniero per comprendere quanto è forte l’emozione che prova nel vistare città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, Venezia o Trieste. Luoghi dove storie, culture e memorie convivono anche in piccoli centri, dai millle volti in cui la bellezza in tutte le sue forme si rappresenta. Questa è l’Italia, ed è su questa Italia, che si deve puntare; lasciando da parte tutto quel rumore fazioso e senza alcun stile. Noi Italiani dobbiamo essere rispettati, come popolo e come Nazione, da chi ci rappresenta istituzionalmente, perché la maggior parte degli italiani, anche quelli naturalizzati, è fatta di persone “sane”, che si impegnano quotidianamente per il nostro paese, cercando di superare con dignità le molteplici difficoltà contingenti e che da sempre, pazientemente credono (e sperano) di vedere i loro diritti di cittadini. Questo è quanto ci interessa e quello che non riguarda questi obbiettivi, non può e non deve interessare o essere amplificato dai media per il loro indice di ascolto. Desideriamo un’opinione privata e pubblica che lavori con coscienza e buon senso, per rendere all’ Italia quella considerazione internazionale che merita . Dunque, con mente serena, mi auguro che d’ora in poi si accendano i “riflettori“ solo verso i monumenti, le opere d’arte e tutte le altre eccellenze di persone e di imprese, che continuano a farci credere e sognare che il nostro sia veramente uno di più bei paesi al mondo. Rendere l’Italia meravigliosa per tutti coloro che la vivono tutti i giorni: questo il nostro Stile e il nostro sogno!
Editoriale
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Il nostro undicesimo numero sale a bordo delle Frecciarossa/ Frecciargento, l’alta velocità delle Ferrovie dello Stato. Siamo felici di questa ospitalità e ringraziamo da queste pagine per la speciale opportunità alla nostra rivista. Questi nuovi treni rappresentano un grande servizio innovativo in termini di trasporti sia per noi Italiani sia per i milioni di turisti che ogni giorno scelgono per le vacanze la nostra Italia. È così un piacere per lo “Stile Italiano cultura nel mondo” fare un bel viaggio sulla Frecciarossa/ Frecciargento, augurando ai numerosi passeggeri una buona lettura con i nostri articoli. Questo numero è veramente speciale per l’eccezionalità di alcuni servizi come la prima parte di quello sul Vaticano, i segreti dell’opificio di Firenze e la grande Moda che si fa interprete, con la creazione di meravigliosi costumi di scena per le molte opere e balletti di autori classici e moderni rappresentati in tutto il mondo. Anche la grande tradizione partenopea della commedia dell’arte va “in scena“ su questo numero con la famiglia De Filippo. Continua poi il viaggio nell’alta enogastronomia, rappresentata da ospiti d’eccezione: la famiglia Pinchiorri. La loro grande passione ha fatto dell’omonima Enoteca un vero monumento della grande cucina che, grazie all’eccezionalità della sua cantina è divenuto meta per appassionati cultori dell’enogastronomia che arrivano da tutto il mondo per sedersi almeno una volta a tavola nelle loro accoglienti sale. Tanta bellezza ed eccellenza tutta italiana… come il centro di Aviano più conosciuto come Cro (Centro di Riferimento Oncologico) descritto nei dettagli in una ricca intervista realizzata dal vice presidente dell’Istituto Internazionale di studi sui diritti dell’Uomo di Trieste, dottor Tullio Cappelli Haipel al professor Tirelli direttore del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’Istituto dei Tumori di Aviano (PN). Un numero che, come è solito del nostro giornale, rac-
EDITORIAL by Angela Giannini Pagani Donadelli Our eleventh issue boards the Frecciarossa/ Frecciargento, the high-speed trains of the Ferrovie dello Stato. We are honoured to be their guests and thank them from these pages for the special opportunity offered to this magazine. These new trains are a great innovation in terms of transportation for Italians and millions of tourists travelling through our country every day. It is a pleasure for “Stile Italiano cultura nel mondo” to take a nice trip on board the Frecciarossa/ Frecciargento and wishes its many passengers a enjoyable journey reading with our articles. This issue is truly exceptional, with articles like the first part dedicated to the Vatican, the secrets of the opificio of Florence and fashion, playing a leading role in the creation of fabulous costumes for classic and modern opera and ballet all over the world. The great Neapolitan tradition of the commedia dell’arte unfolds in these pages with the De Filippo family. Our journey continues in enogastronomy with the Pinchiorri family as our special guests. Their great passion built a monument to high cuisine out of their Enoteca Pinchiorri. Also thanks to its exceptional wine cellar, a temple for passionate foodies travelling from all over the world to have the privilege of sitting at a table in their welcoming premises at least once in a lifetime. So much Italian beauty and excellence… like the complex in Aviano better known as the Cro (Centro di Riferimento Oncologico) described in detail in a comprehensive interview with the vice president of the Istituto Internazionale di studi sui diritti dell’Uomo of Trieste, doctor Tullio Cappelli Haipel and professor Tirelli, in charge of the Depart-
ment of Medical Oncology at the Istituto dei Tumori of Aviano (PN). An issue that, in line with the general trend of the magazine, tells of the pleasure of learning and going in depth, of being aware that Italy is all this and more. Let us not forget! All we have to do is keep looking around to observe the faces of foreigners to understand the emotion they feel when visiting places like Rome, Florence, Naples, Bologna, Venice or Trieste. Places where stories, culture and memories intertwine, at times in the smallest of communities, with a thousand facets in which beauty is present in all its forms. This is Italy, this is the Italy we must look to, leaving behind all that unstylish, factious noise. We Italians strive to be respected, as a people and as a nation, by those who represent us in the Government, because most Italians, including naturalized citizens, are “normal”, committed daily to our country, constantly trying to overcome endless contingent difficulties, people who have always believed (or hoped) to see their rights as citizens respected.This is what we care about and what is not connected, does not and cannot interest us and must not be amplified by the media to increase ratings. We want a private and public opinion that operates with a good conscience and common sense, to give Italy the international consideration it deserves. Thus, with a serene frame of mind, I hope that from now on the lights will shine on our monuments, our works of art and on all the other excellence of people and businesses that still make us believe and dream that ours really is the most beautiful country in the world. Our Style and our dream is making Italy wonderful for all those who experience it every day!
Arrows pointing towards the future Interview with Mr. Moretti, CEO of the FS group The general feeling that permeates the office of Mr. Mauro Moretti, the CEO of the
Ferrovie dello Stato Group (FS) is, rightly so, an air of satisfaction. Finally, with high speed trains, Italy has once again started showing signs of progress and innovation to Italians and abroad, given that several millions of tourists visiting our country now benefit from a service that is in line with modern expectations. Thanks to high speed, the Italian railway system has taken an important step. What is your opinion of the quality offered by the Italian railway system? The degree of the infrastructural development is by all means one of the parameters to measure how modern a country is. Our economic and social reality, as a member of the EC, commands a comparison at the level of transeuropean transportation, interchange, continental mobility of people and freight all over Europe and, finally, liberalization. FS excels in several areas, in regard to its modern approach. Few other railway systems in Europe offer over 1.000 kms of tracks with 300 km/h limits. The infrastructure of the Italian railroad, 16.700 km of lines, is undoubtedly among the most technologically evolved in the world. And the extension of its electrified lines, with 11.902 km of tracks, makes it the leader in Europe. I heard the electrification results are also significant. Is that so? Yes, our network of electrified lines is makes us the leaders in Europe. In member countries of the EC, the average electrification rate is 52,2%, while we have already reached 71,3%. Our figure beats those of important lines such as Germany and France’s. Electric traction represents a double advantage: besides being cleaner, it also offers the opportunity of integrating the use of new renewable sources that will be produced in Italy in coming years. Competitive infrastructure also means adequate mobility of people and freight. In what ways has the scenario changed in Italy after the inauguration of high speed? Bringing cities closer also means mplementing integration, synergies, new cultural and entrepreneurial vision. It creates a basis to revolutionize mobility in a country. High speed has changed the life and travelling habits of Italians. In 2009 AV (alta velocità or high speed), presented in London with the Global Award of the World Travel Market, carried 13 million passengers in Italy. In 2010 it reached a record of 20 million passengers on Frecciarossa and Frecciargento. On the Rome ñ Milan axis, the market share increased from 32% to 55%, negatively impacting air and automobile traffic.
linked to the 3G network or with the train wi-fi system. Frecciarossa is a mobile office with high speed web access. To face this demanding technological challenge, the entire AV Trenitalia fleet was equipped with new generation IT and telecommunication systems and the UMTS radio mobile infrastructure was widened and strengthened. Along the more than 1.000 km of AV lines, comprising 82 tunnels, 74 new outer junctions were installed for the better transmission of the 3G mobile signal. 60 Frecciarossa trains were equipped with new technological systems to amplify the UMTS radio signal and the wi-fi access points in every car. So trains, one of the oldest means of transportation, have become the most modern ones again? Absolutely. Trains, specifically the Frecciarossa and the Frecciargento high speed trains, are extremely competitive and beloved by passengers travelling for work or for pleasure. A success also thanks to the travel time of 37 minutes from Bologna to Florence, crossing the Apennines; 65 minutes from Bologna to Milan and an hour from the latter to Turin. Some Frecciarossa trains even go to the Milan Malpensa airport. Given these results, what role did technology innovation have? A very important role. The ERTMS/ETCS system (European Railway Traffic Management System/European Train Control System) level 2, used on the Italian high speed lines, is the only one that guarantees the traffic’s interoperability and a safe circulation at high speed. It is not a coincidence that it received important awards on a global scale, such as the Best Paper Award, which the Italian Railway Network was given in 2006 in Montreal. To confirm this system’s technological excellence and its utmost reliability in terms of safety, in 2008 EU made ERTMS/ETCS level 2 the only reference standard for the new lines of the international railway network. The Italian companies to invent it are selling it all over the world. Mr Moretti, you were assigned the task of both balancing the accounts of the greatest Italian company and managing the development of High Speed. What do you consider winning factors? Transforming FS into a modern and efficient market-oriented company was of fundamental importance. Also, innovation and technological excellence are always essential to compete in a global market. In the last years we invested €4.4 bn in safety systems for circulation and equipped all the lines with computerized control systems,
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We have been hearing of the liberalization of the railway market in Europe for a long time now. Is FS ready for this challenge? Yes, we are ready and we are getting equipped to take on a leading role. Last January we signed an agreement with Veolia Transport Rail to start a 50/50 new European company that will operate in high speed lines, in cross-border lines and in the regional services of various countries. By the end of the year the first nocturnal connections will become effective on the Paris-Venice and Paris-Rome routes, while we look forward to AV Paris-Brussels and Paris-Milan routes in the future. In December 2010, in partnership with the Luxembourgian fund Cube Infrastructure, we acquired Arriva Deutschland, the second private railway company in Germany. FS holds 51% of the Holding. There is however no homogeneous regulatory framework in Europe and liberalization needs to be implemented through a mutual system of coherent, clear and reciprocal rules. And in Italy? Regarding passengers, on the Milan ñ Rome stretch, we won the challenge with airplanes and cars. At present our positioning on the national market is a winning one. However, new competitive scenarios will arise with the liberalization of the railway market. We are ready to defend and consolidate our leading position, even if there are still some problems that need solving. Equal laws for all parties concerned here in Italy are mandatory to be able to compete correctly. You recently ordered new high speed trains: do you intend to extend your services to other countries with these? Certainly, with those too! As of 2013 we will have 50 new high speed trains, thanks to a bid that was closed with the awarding of a €1.5m order to the Ansaldo Breda – Bombardier pool. These will be the trains of the future: ultramodern, flexible and ecofriendly, competitive on the European and international markets. What are the main traits of these trains? These new trains will have an enormous acceleration potential, with motors positioned all along them, they will be “politensione” e interoperable. They will reach 400 km/h and will travel at 360 km/h on the Italian tracks, further cutting travel time between cities. Unique trains. So will FS high speed trains become more and more technological? Surfing the Internet and telephoning without interruption and with good reception in tunnels is already a reality. Passengers can surf with Smartphones and USB keys
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High speed trains quickly took over the Italian transit scenario. Did this, in your view, confirm expectations or beat them? AV confirmed Gruppo FS’ commitment towards the public, including the promise to balance the group’s accounts. Meeting our targets certainly rewards us for our hard work but it does not come as a surprise because the scenario is pretty much in line with our expectations. It is also important to note that trains are the most eco-friendly motorized means of transportation, so their popularity is also significant from an environmental standpoint. It was estimated that in the past year alone, train travel has avoided the emission of 30 thousand tons of CO2 into the atmosphere. Regarding the environment, what are you doing to reduce greenhouse gas emissions of railway transport? The transport system, in Europe as well as in Italy, is the industrial sector that is most responsible for energy absorption and CO2 emissions. Greenhouse gas production deriving from transport corresponds to 24% of emissions in 27 European countries and 26% in Italy, almost a quarter of the total, while energy demand reaches 32% in Europe, 34% in our country, almost equal to one-third of total energy absorption. However, railway transport is only minimally responsible for this, producing just 2% of the total. This is why, as I already mentioned, in the transport sector trains on the whole represent the most sensible and sustainable choice to protect the environment and improve the quality of life and air. Just to mention a few of our group’s figures: 230 km of noise barriers, 780 km of new road systems and variants, 1670 hectares of green interventions, 300 voluntary agreements for the socio-environmental integration of works, allocating almost 25% of our investment. Besides, starting in June 2010, railway tickets relate specific data on the train’s environmental advantages. Average CO2 values per trains, cars and planes are indicated and compared on the back of tickets. What about the reduction of acoustic pollution levels? Several kinds of intervention have been implemented on the lines and on trains, installing phonoabsorbet barriers. RFI is among the first players in infrastructure management at European level to have executed acoustic mapping of the territory, particularly focusing on sites legally considered ìnoise-sensitive areasî (schools, hospitals, nursing homes etc.) and beating the deadline fixed by EC directives by almost five years.
STILE ITALIANO - Cultura nel mondo Anno V Numero 11 marzo - maggio 2011 Registrato al Tribunale di Milano n. 368 del 01.06.2007 In copertina: Carlo Carrà, La stazione di Milano, © collezione privata; abito di © Gianni Versace ispirato all’opera grafica di Sonia Delaunay. 1990, Capriccio, Richard Strauss, San Francisco, Opera House Londra; Royal Opera House © Fotografie di Luigi Malannino e Flavio Pellegrini della scuola di grafica dell’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia Editoriale Spaccato della Cupola del Brunelleschi (Firenze) © 2011; Archivio I.M.T. Srl Milano Frecce puntate verso il futuro Tutte le immagini per gentile concessione di Ferrovie dello Stato © 2011 In viaggio Umberto Boccioni, Stati d’animo II. Gli addii, © New York, Museum of Modern Art; Carlo Carrà, La stazione di Milano, © collezione privata Attraverso l’Italia: Gibbon e Belloc Archivio I.M.T. Srl Milano Il piacere della “velocità” Per gentile concessione di Ferrovie dello Stato © 2011 pag. 34 Archivio I.M.T. Srl Milano I De Filippo e il cuore di Napoli Archivio Sergio Giuffrida, Milano O mia bela Madunina Archivio I.M.T. Srl Milano e Archivio architetto Ernesto Brivio pag. 51 © Paolo Uboldi
Editore / Publisher: I.M.T. srl International Multimedia Titles, Milano Direttore responsabile / Editor in Chief: Angela Giannini Pagani Donadelli Coordinamento editoriale / Managing Editor Sergio Giuffrida e P.RE.S.S. Srl, Milano Progetto grafico e art direction / Graphic Project & Art Direction: Valentina Pagani Donadelli
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Impaginazione e fotolito / Layout and Photolithography: I.M.T. srl International Multimedia Titles, Milano Viola Arduini, Valentina Pagani Donadelli
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In redazione / Editorial Staff: Tullio Cappelli Haipel, Paolo Colombo, Iulian Curelea, Ester Dalla Valle, Viviana Fedon, Sergio Giuffrida, Cristina Marchesi, Paolo Andrea Mettel, colonnello Giovanni Pastore, Camillo Pefi, Alexandra Sclearenco, Romano Zolla Traduzioni / Translations: Fiona Stone, Ilenia Spertini Relazioni Esterne / Public Relations: Maria Lorena Franchi, Milano; Valentina Regusci, New York Marketing: Antonio Donadelli
Vaticano, che storia Archivio I.M.T. Srl Milano Testi tratti da “Storia illustrata”, marzo 1963, numero speciale dedicato al Vaticano Optime Opificio Per gentile concessione dell’Opificio delle Pietre Dure, Firenze pagg 70, 71, 73, 77, 81 © Valentina Pagani Donadelli Il gusto della perfezione Tutte le immagini per gentile concessione dell’Enoteca Pinchiorri, Firenze Lo stile italiano diventa teatro Luigi Malannino e Flavio Pellegrini della scuola di grafica dell’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia pag 107 © Alvaro Beamud Cor pag 112 © Lelli e Masotti; © Roberto Ricci; Alberto Fassini Dal 1984 non solo cura Tutte le immagini per gentile concessione del CRO di Aviano; © Pierpaolo Mittica La crisi dell’euro: minaccia od opportunità? Archivio I.M.T. Srl, Milano WOW Per gentile concessione dell’archivio Fondazione Franco Fossati Mostre, eventi e news Archivio I.M.T. Srl, Milano; © Museo Mazzucchelli, © SISSA Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste L’editore si rende disponibile a regolare eventuali spetttanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire le fonti
Pubblicità e abbonamenti / Advertising and Subscriptions: I.M.T. srl International Multimedia Titles via Paolo Giovio 16, 20144, Milano • Tel. +39 02 45485042 www.stilecultura.it email: info@stilecultura.it Stampatore / Printer: Mondadori Printing Spa, Verona Distributore per l’Italia/ Distributors: Press-di distribuzione stampa e multimedia Srl 20090 Segrate (MI) Hanno collaborato a questo numero / Contributors to This Issue: Pier Bergonzi, Fabio Bertelli, Paola Biondi, Maria Luisa Bonaldi, Ernesto Brivio, Massimiliano Capella, Carlo Carena, Marco Ciatti, Zenone Dalla Valle, Roberto Ditri, Benedetta Dolcini, Paola Favetta, Gilberto Fedon, Daniela Furlan, Elisa Fusaro, Annalisa Giacomin, Sergio Giuffrida, Emanuela Gubbiotti, Annalisa Innocenti, Giovanni Morello, Patrizia Pietrogrande, Simona Regina, Paola Ricordi, Antonio Stanga, Francesca Laneve, Marco Vincenzo Raimondi, Viviana Rodizza, Nicoletta Rolla, Francesco Rolla, Umberto Tirelli, Giuseppe Ursini, Salvatore Veca Numero chiuso il / Issue Closed on: 10/02/2011
STILE
Editoriale / Editorial
ITAL IAN
Frecce puntate verso il futuro / Arrows pointing towards the future In viaggio /Travelling Attraverso l’Italia: Gibbon e Belloc / Travelling through Italy: Gibbon and Belloc
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Ferrovie dello Stato
Frecce puntate verso il futuro
CULTURA NEL MONDO ANNO V N.11
mar z o - M A G G I O
Il piacere della “velocità” / The pleasure of speed
Lo stile italiano diventa teatro / Italian style morphs into theatre Dal 1984 non solo cura / As of 1984, not just cures La crisi dell’euro: minaccia od opportunità? / The Euro crisis: a threat or an opportunity? WOW Mostre & Eventi / Exhibitions & Events News English Version
Optime Opificio
o r t a e t a t n e v
Enoteca Pinchiorri Il gusto della perfezione I De Filippo e il cuore di Napoli
2011
9 7719 72 4 56003
Il gusto della perfezione / The flavour of perfection
che storia!
10011 >
Optime Opificio
Vaticano,
Lo stil e it ali an od i
Vaticano, che storia / The Vatican, what a story!
stile ITALIANO CULTURA NEL MONDO
O mia bela Madunina
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - 70% - DCB Milano Tassa Pagata/Taxe Perceu/Ordinario
I De Filippo e il cuore di Napoli / The De Filippo and the heart of Naples
h glis xt n E llte d Fu he en at t Euro 10,00 USD 20,00
trimestrale / NUMERO
11
2011