STILE ITAL IAN ANNO V N.12
Aeronautica Militare. Ad astra audacter Carabinieri. Un’arma plurale Ignazio La Russa. Soldati Italiani Festa della Marina. Patria e onore
Roccastrada. La strada nella rocca
Pe r d a r e v a l o r e a g r a n d i r i c e t t e hanno scelto due grandi acque.
Ma che faccia che fai! Architettura, un fenomeno che suscita emozioni Il futuro dell’energia Luoghi italiani. Roma e Napoli Mostre & Eventi News
A c q u A PA n n A e S . P e l l e g r i n o . F i n e D i n i n g WAt e r S .
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Benedetto XVI e la natura
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Sila. Lo spettacolo della natura
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Gualtiero Marchesi. E l’”oro” splende
stile ITALIANO CULTURA NEL MONDO
Tamara de Lempicka. La regina del moderno
LUGLIO - SETTEMBRE
la
Marina Militare. Mare e tecnologia
o m o de n H e l p e s c ” c ro E o : “ i ’l r E a s i a s e V h c o r i a g r M o o i r G tie
CULTURA NEL MONDO
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Esercito Italiano. Tradizioni e futuro
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Eccellenze con le stellette
Eccellenze con le stellette
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Festa della Marina. Patria e onore Tamara de Lempicka. La regina del moderno Sila. Lo spettacolo della natura Roccastrada. La strada nella rocca Ma che faccia che fai! Architettura. Un fenomeno che suscita emozioni Il futuro dell’energia Luoghi italiani. Roma e Napoli
“stile”, quello stile insito nel DNA degli italiani e che esiste ancora anche se troppo spesso si fa fatica a riconoscerlo come vorremmo. Ma “stile” per noi significa anche educazione a valori di sostanza e non solo di forma. Sapere il significato di educazione e metterlo in pratica non vuole dire perdere la spontaneità, bensì comprendere l’importanza del rispetto di se stessi e del prossimo. Vorrei che ci dimenticassimo di tanto apparire e dell’elogio del superfluo che contamina ormai tutte le generazioni che non si sentono più a proprio agio se non vestono all’ultima moda. Quello non è stile, è omologazione per paura di essere diversi. Ma la diversità è “ricchezza” e spesso ha generato l’eccellenza, non dimentichiamolo. Il sano ed educato confronto porta avanti le persone e la società, l’omologazione la rende sterile e povera di tutto. Guardare di più alla sostanza e meno all’apparenza è il mio augurio per una vacanza di riposo e non di confusione assordante. Il silenzio e la quiete fanno riposare la mente per essere più in forma alla fine delle vacanze estive. Angela Giannini Pagani Donadelli
Editoriale
U Un numero di grandi eccellenze: dalle commemorazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia attraverso le accademie militari, alla festa della Marina. Il nostro viaggio estivo con lo Stile Italiano è all’insegna, come sempre, della bellezza e della cultura, senza dimenticare di dare spazio anche a territori meno conosciuti e ancora incontaminati, diventati rifugio privilegiato per coloro che si sono stancati della città e desiderano vivere in una realtà più a dimensione d’uomo e in mezzo alla natura, come a Roccastrada. Non potevamo dimenticare il grande Giorgio Vasari e per questo abbiamo scelto di farlo con il suo lavoro per l’affresco della cupola del Brunelleschi a Firenze, un’opera di grande suggestione e simbologia, dove l’uomo è al centro con un Cristo misericordioso che l’accoglie. Ma questa edizione diventa ancora più speciale per il servizio fotografico sul Santo Padre immerso nella natura, nello studio e nella musica. Insomma, un numero dove emerge la grandiosità sia della natura sia degli uomini. Nella nostra prima uscita parlavamo dell’importanza di ritrovare il nostro
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Sommario / Summary N.12 / 2011
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Eccellenze con le stellette
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Esercito Italiano. Tradizioni e futuro
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Marina Militare. Mare e tecnologia
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Aeronautica Militare. Ad astra audacter
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Carabinieri. Un’arma plurale
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Ignazio La Russa. Soldati Italiani
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Festa della Marina. Patria e onore
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Tamara de Lempicka. La regina del moderno
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Gualtiero Marchesi. E l’”oro” splende
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Giorgio Vasari. Ecce Homo
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Sila. Lo spettacolo della natura
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Benedetto XVI e la natura
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Roccastrada. La strada nella rocca
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Ma che faccia che fai!
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Architettura, un fenomeno che suscita emozioni
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Il futuro dell’energia
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Luoghi italiani. Roma e Napoli
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Mostre & Eventi
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News
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Eccellenze con le stellette
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Alta formazione, spiccata interoperabilitĂ , capitalizzazione delle risorse. Un investimento strategico per il successo delle attivitĂ militari
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Il nostro viaggio alla scoperta delle eccellenze formative delle Forze Armate italiane non può non partire dal vertice della Difesa. L’attuale normativa, introdotta nel 1997, attribuendo specifiche competenze al Capo di Stato Maggiore della Difesa circa la formazione professionale e culturale del personale delle Forze Armate, ha indirizzato la formazione militare in senso integrato e interforze, comprendendo tutte quelle caratteristiche professionali necessarie al buon funzionamento dell’organizzazione militare e considerando, con visione globale, le reali esigenze per la Difesa derivanti dal momento storico e politico. In tale quadro, proprio la formazione, oggi più di ieri, può costituire il reale fattore di successo delle attività militari, fornendo gli strumenti e le capacità per esercitare con competenza ed efficacia la peculiarità della professione di “soldato”. Le basi per attuare una completa sinergia non possono prescindere da una ottimizzazione tra le componenti della Difesa sempre più impegnate in attività comuni, cioè prevedendo eccellenze formative anche nella formazione iniziale e di base, realizzata presso ciascuna Forza Armata/Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
L’Istituto Alti Studi per la Difesa La direzione dell’Istituto risale direttamente al Presidente del CASD e si avvale di Ufficiali nel grado di Generale di Divisione o equivalente, appartenenti alle quattro Forze Armate e della Guardia di Finanza, nonché di un Dirigente Civile, con la qualifica di Dirigente Generale, tutti con l’incarico di Direttore Coadiutore. Uno dei Direttori Coadiutori, scelto dal Presidente, svolge le funzioni di Coordinatore agli studi, mentre gli altri sono preposti alle altrettante sezioni di frequentatori dell’Istituto. I frequentatori dello IASD, circa 4060 per sessione, dei quali almeno il 25% stranieri, sono Ufficiali nel grado di Generale o Colonnello, Dirigenti Civili del Ministero della Difesa, di altri Ministeri e Dirigenti o professionisti provenienti da differenti settori della società civile. Lo IASD programma e conduce sessioni annuali (della durata di circa nove mesi) di aggiornamento professionale che vertono sull’analisi della politica militare, sull’organizzazione delle Forze Armate e sullo studio di strategie di sicurezza e difesa, con lo scopo di aggiornare il background professionale e culturale dei suoi frequentatori; curare la diffusione della cultura militare e promuovere l’osmosi culturale 5
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IL CENTRO ALTI STUDI PER LA DIFESA Il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) è l’organismo di studio interforze di più alto livello nel campo della formazione dirigenziale e degli studi di sicurezza e difesa. Esso opera in ambito nazionale e internazionale in stretto collegamento con le università, con gli istituti paritetici e con esperti provenienti da vari settori della politica, della difesa, della cultura, delle scienze, delle professioni e delle imprese. Il Centro, retto da un Generale di Corpo d’Armata o grado equivalente che dipende direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, svolge le sue attività con un vigoroso spirito interforze, mediante tre componenti: l’Istituto Alti Studi per la Difesa (IASD), l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI) e il Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS). Costituito nel 1949, con la denominazione di Centro Alti Studi Militari, dal 1964 vede le sessioni annuali di studio aperte anche a funzionari civili di alto rango di altri Ministeri. Successivamente,
con decreti del Ministro della Difesa, nell’ambito del CASD vennero istituiti ex novo nel 1987 il CeMiSS, per gli studi di respiro strategico e la ricerca riguardanti la difesa e la sicurezza; nel 1994 l’ISSMI, dall’unificazione dei Corsi superiori di Stato Maggiore delle Scuole di Guerra delle diverse Forze Armate mentre le preesistenti sessioni di studio per l’alta formazione furono riorganizzate presso lo IASD. Il CASD ha, pertanto, “il compito di elaborare studi relativi ai problemi che condizionano, anche indirettamente, l’organizzazione della difesa e la preparazione dello strumento militare, nonché di perfezionare la formazione professionale e la preparazione culturale degli Ufficiali delle Forze Armate in senso interforze” (art. 1 D.M. 6 luglio 1994) . In tale contesto, personalità del mondo accademico e Autorità dello Stato trovano in Palazzo Salviati la sede naturale per tenere conferenze, seminari e tavole rotonde di risonanza internazionale. Il Centro è dotato di un’importante biblioteca, costituita anch’essa nel 1949.
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Mare e tecnologia
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Tradizione e modernità. Scienza e disciplina, sobrietà e passione. Responsabilità e professionalità. Etica. Da 130 anni queste le linee guida dell’Accademia Navale di Livorno, la fucina dei futuri Comandanti
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N Nei suoi centotrenta anni di vita l’Accademia Navale ha formato generazioni di Ufficiali e forgiato uno stile unico. Ieri come oggi a Livorno ci si prepara giorno per giorno ad una vita di disciplina, di sobrietà, di subordinazione degli interessi personali a quelli del servizio, di devozione al dovere e di responsabilità. Una scelta di vita che affascina ogni anno centinaia di giovani provenienti d’ogni parte d’Italia e da tutti i ceti sociali. I corsi che si tengono all’Accademia Navale sono suddivisi in corsi Allievi e corsi applicativi per Ufficiali. I primi si dividono in corsi normali e corsi per Ufficiali a ferma prefissata; i secondi, invece, sono a favore dei Guardiamarina del 1° e 2° anno applicativo dei corsi normali, dei corsi per Ufficiali a nomina Diretta e dei corsi per gli Ufficiali dei Ruoli Speciali. La formazione di un Ufficiale di Marina richiede un buon equilibrio tra educazione e istruzione. L’Accademia Navale fornisce una solida base di cultura universitaria e formazione professionale,
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Allievi Ufficiali con lo sfondo della Fortezza vecchia di Livorno e, qui a fianco, nella biblioteca dell’Accademia Navale Sotto a bordo della nave anfibia San Giusto
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nello sviluppo dei ruoli di Militare, Marinaio e Ufficiale. Il conseguimento di questi obiettivi passa attraverso un programma formativo articolato su cinque anni, contenente vari elementi non solo didattici: educazione (tecnico – scientifica / giuridico – amministrativa / socio – umanistica); formazione professionale e marinaresca, formazione etica, educazione fisico-atletica. Nel contesto formativo enunciato, particolare attenzione è ovviamente dedicata all’insegnamento delle lingue straniere; i frequentatori devono infatti conseguire lo standard NATO per l’inglese studiando, in aggiunta, una o più lingue comunitarie. Una media di due ore al giorno, poi, è dedicata alle attività sportive. Gli sport praticati, oltre a quelli in mare, sono numerosi: educazione fisica, calcio, pallacanestro, pallavolo, tennis, atletica leggera, equitazione, tiro. La formazione si completa con le campagne d’istruzione a bordo delle navi-scuola durante le quali, oltre a perfezionare l’adde-
In apertura: Allievi Ufficiali inquadrati nel Piazzale dell’Accademia Navale e alle loro spalle il bompresso del brigantino interrato Sopra, Aspiranti Guardiamarina del 3° anno dell’Accademia Navale schierati sul ponte di volo di un’Unità della Marina Militare
ne del centenario dell’Accademia nel luglio 1981 con la denominazione di “Regata del Centenario”. Le ultime edizioni hanno confermato la crescente rilevanza del Trofeo, diventato ormai un classico appuntamento del calendario della vela italiana e internazionale. Fiore all’occhiello dell’Accademia è, inoltre, l’innovativo Simulatore di Manovra e di Plancia (SIMAP) che, con la riproduzione di scenari piuttosto complessi e realistici, consente agli Allievi di Stato Maggiore di conseguire l’abilitazione alla guardia in plancia di livello basico. L’addestramento, che dura per tutto l’iter formativo accademico, garantisce l’acquisizione da parte dei giovani Ufficiali delle conoscenze necessarie per la condotta in sicurezza dell’unità in mare assicurando il pieno rispetto delle “Norme per prevenire gli abbordi in mare”. Sono stati recentemente siglati dei protocolli d’intesa con gli Istituti di altre Marine europee, al fine di poter scambiare studenti, professori e personale preposto alla formazione, oltre che nell’ambito delle campagne d’istruzione, anche durante l’inverno, durante lo svolgimento dei corsi accademici. Esiste inoltre un accordo con un importante centro NATO, preposto alla ricerca nell’ambito delle discipline subacquee. 17
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stramento nautico e marinaresco, si sviluppa e si consolida la passione per il mare. Nel solco della tradizionale collaborazione con le Marine di altre Nazioni l’Istituto ospita Allievi stranieri provenienti da Paesi facenti parte del “Partenariato per la pace”: questi seguono esattamente lo stesso iter accademico, formativo, didattico e militare degli Allievi italiani. Un’altra attività rilevante dell’Accademia Navale riguarda i corsi applicativi per Ufficiali ai quali accedono i giovani già laureati, Ufficiali della Marina Militare che vogliono perfezionarsi e aggiornarsi e i Guardiamarina del 4° e 5° anno dei corsi normali. I corsi di perfezionamento professionale integrano la formazione di base acquisita durante i corsi normali e permettono di conseguire un maggior livello di preparazione per la direzione di settori operativi a bordo delle unità navali. Un esempio è il corso pre-pilotaggio, della durata di tre mesi, che gli Allievi Ufficiali seguono prima di essere inviati alle scuole di volo americane presso la U.S. Navy o anche presso quelle dell’Aeronautica Militare in Italia. L’Istituto è anche sede del Trofeo “Accademia Navale e Città di Livorno”, nato in occasione della celebrazio-
Ad Astra
Audacter!
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Tecnologie d’avanguardia e lucido coraggio. Spirito di squadra e professionalità estrema. È l’Arma Azzurra. Un club molto esclusivo...
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I mezzi più sofisticati e le tecnologie più avanzate impiegate dall’Aeronautica Militare sarebbero nulla se non esistessero gli uomini, se l’organizzazione cioè non si basasse su personale selezionato, specializzato e ben addestrato, e soprattutto altamente motivato messo in grado di ottenere dai mezzi in dotazione prestazioni vincenti. Gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare sono reclutati attraverso concorsi pubblici, banditi annualmente dal Ministero della Difesa, e sono quindi collocati nei ruoli degli organici effettivi e di complemento della Forza Armata, in seguito al superamento di specifici corsi tenuti presso gli istituti di formazione militare e professionale dell’A.M.. Il personale dell’Arma azzurra è così suddiviso per ruoli: Ufficiali, Sottufficiali (suddivisi a loro volta in Marescialli e Sergenti) e Truppa (in servizio permanente o in ferma volontaria). Oltre a questa tipologia di classificazione basata sui ruoli, l’Aeronautica ripartisce, per esigenze formative, il proprio personale in categorie che presuppongono una specifica preparazione di base comune a tutti gli appartenenti alla stessa categoria e assegna ad ognuno una specialità. Questo sinteticamente il quadro generale. In particolare, invece, l’iter di studi degli Allievi del ruolo naviganti normale, cioè dei piloti e dei navigatori provenienti dall’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, prevede, nell’ambito della Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo Federico II, un corso di laurea in Scienze Aeronautiche con un piano di studi triennale comprendente discipline giuridicoeconomiche, scientifiche e di specifico interesse aeronautico, elaborato nell’ambito degli insegnamenti previsti nella classe delle lauree nelle Scienze della Difesa e della Sicurezza (istituita con decreto interministeriale il 12 aprile 2001). La frequenza di successivi moduli, presso l’Accademia Aeronautica e l’Istituto Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, consentirà poi agli Ufficiali, anche se già assegnati ai reparti d’impiego, di conseguire la successiva laurea specialistica in Scienze Aeronautiche. L’Aeronautica Militare cura la formazione del personale navigante attraverso una
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complessa e articolata struttura selettiva, formativa e addestrativa, che comprende corsi accademici a terra e al simulatore e in volo. Si utilizzano, inoltre, sempre più spesso, corsi iniziali o basici tramite computer. La gestione della struttura è affidata, principalmente, al Comando delle Scuole. I programmi di selezione e addestrativi sono posti in essere attraverso strutture nazionali ed estere, queste ultime gestite tramite appositi MoU (Memorandum of Understanding). La periodica revisione dei programmi consente di mantenerne aggiornati i contenuti alla luce delle nuove esigenze. La sfida per il futuro è di adeguare i programmi alle esigenze delle nuove linee di volo (EF-2000, C-130J, KC-767, C-27J-JSF). Tra i programmi di lungo periodo (post 2010), che potrebbero fornire il maggior ritorno qualitativo per il Paese, si evidenzia il progetto di una scuola di volo europea sul nostro territorio. L’Aeronautica Militare, inoltre, attribuisce una grande importanza all’addestramento effettuato presso i reparti operativi. L’iter addestrativo cui è sottoposto il personale navigante è un processo lungo e oneroso che ha inizio con l’assegnazione al Gruppo di conversione operativa, relativa alla linea d’impiego. Dopo la transizione sulla nuova macchina si accede ad una seconda fase di conversione al sistema d’arma. Al termine si raggiunge la qualifica di “limited combat ready”. La piena “combat readiness” è conseguita una volta che il pilota o il navigatore dimostra di saper impiegare il mezzo aereo in tutti gli eventi tattici propri della spe-
cialità d’appartenenza. Questo traguardo consente la partecipazione ad eventuali operazioni reali. Ad essa seguiràun’ulteriore attività addestrativa a seguito della quale i naviganti conseguiranno una serie di qualifiche operative (capo coppia, capo formazione, chase ecc.). Allo scopo di mantenere alto il livello addestrativo, i reparti operativi, oltre alla normale attività di volo, partecipano periodicamente ad esercitazioni NATO o nazionali e ad attività su poligoni aria-aria, aria-suolo e guerra elettronica. L’addestramento al volo degli Ufficiali naviganti viene svolta sia in Italia, presso il 70° Stormo di Latina, il 61° Stormo di Lecce, il 72° Stormo di Frosinone, sia all’estero presso alcune scuole di volo americane. L’attività del 70° Stormo di Latina è finalizzata alla selezione degli Allievi piloti dell’Aeronautica e di altri Corpi armati dello Stato, al conseguimento del brevetto di pilota d’aeroplano e allo svolgimento delle successive fasi “Brevetto Iniziale Elica”. Attualmente la formazione e selezione al volo prevede assetti accentuati e attività acrobatica per poter valutare appieno la potenzialità dell’Allievo a gestire la macchina in tutte le condizioni di volo. Inoltre, considerato che molti concorrenti hanno già un brevetto civile, si vuole verificare se le loro capacità si limitano alla condotta basica del velivolo, di cui sono già esperti, o se, effettivamente, possiedono il potenziale necessario per diventare piloti militari. Presso il 61° Stormo di Lecce viene conseguito il brevetto di pilota militare e svolto il corso pre-operativo destinato ai piloti della linea
In apertura: Una coppia di Alenia Aermacchi MB.339CD del 61° Stormo di Galatina (Lecce) durante una missione addestrativa sul Salento
Qui accanto Accademia Aeronautica, benedizione del gagliardetto del corso
Nella pagina a fianco Allievi dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli) sfilano in parata durante la cerimonia di giuramento
Sotto: Un volo in coppia ripreso dall’interno dell’abitacolo di un SF.260 del 70° Stormo di Latina, reparto presso il quale gli Allievi piloti conseguono il brevetto di pilota d’aeroplano
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Un’Arma plurale 26
Dove sventola il tricolore la “Benemerita” è presente. Ovunque. Sul territorio italiano e nei Teatri internazionali più difficili e lontani. Uno sforzo importante, nel segno della pace e della giustizia
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Il 1 marzo 2005, nella prestigiosa caserma “Gen. A. Chinotto”, in Vicenza, l’Arma dei Carabinieri ha istituito il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU). In precedenza, nella medesima sede più di 10.000 Carabinieri sono stati addestrati frequentando il secondo anno del corso per Sottufficiali o corsi trimestrali per Brigadieri, quando non anche i diversi corsi di specializzazione per Comandanti di Stazione, Investigatori, capi equipaggio per nucleo radiomobile, corsi di investigazione sulla scena del crimine e altri di
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specializzazione o aggiornamento. Attualmente l’attività è completamente cambiata, il Centro espleta dal 2005 le funzioni di istituto addestrativo per personale internazionale da impiegarsi in operazioni di stabilizzazione di polizia internazionale (PSO). Tale poliedrica realtà trae origine da un’iniziativa italiana, sostenuta dai Paesi del G8 durante il summit tenutosi a Sea Island (USA), e fa parte di un più ampio progetto della Comunità internazionale che mira ad organizzare specifici programmi di assistenza tecnica e finanziaria vol-
ti ad incrementare le capacità globali nelle operazioni di sostegno della pace, con particolare attenzione ai paesi africani. Il perdurare e diffondersi dei conflitti in molti paesi in via di sviluppo pone infatti l’interrogativo su come assicurare la pace e la stabilità in vista di promuovere lo sviluppo sociale ed economico in tempi ragionevoli per lo scenario geopolitico. Già nel vertice di Kananaskis del 2002, i leader dei Paesi del G8 avevano preso l’impegno di “fornire assistenza tecnica e finanziaria affinché le nazioni africane e le organizzazioni regionali e sub-regionali fossero in grado di impegnarsi in modo più efficace per prevenire e risolvere i conflitti violenti del continente”. Tale orientamento aveva trovato conferma e attuazione nel successivo vertice di Sea Island, del 2004, in cui è stato adottato formalmente un piano d’azione denominato “Espansione della Capacità Globale nelle Operazioni per il supporto della Pace” finalizzato proprio a incrementare le attività e operazioni di PSO, particolarmente nei paesi africani. Il G-8 Action Plan prevedeva in particolare di addestrare - entro il 2010 – circa 75.000 “peacekeeper” internazionali, valutando che il 10% di questi (circa 7.500) dovesse essere composto da forze di polizia “tipo-Carabinieri/Gendarmeria” (ovvero forze di polizia a status e organizzazione militare),
Nella pagina a fianco Piazzale delle Bandiere presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma
In questa pagina Particolare dell’ingresso principale della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma Aula didattica della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma
Ignazio La Russa
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Soldati d’Italia
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Per il Ministro della Difesa le Forze Armate italiane rappresentano un’eccellenza nazionale e un presidio di libertà, democrazia e sicurezza. In Patria come ai confini del mondo
di marco valle
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Incontriamo Ignazio La Russa al Ministero della Difesa, lo storico palazzo Baracchini. Il Ministro ci riceve in una grande stanza al primo piano impreziosita dai ritratti di tutti i suoi predecessori dall’Unità ad oggi. L’effetto è notevole. Al nostro ospite — La Russa è un fine osservatore dei comportamenti umani — non sfuggono i nostri sguardi incuriositi e ci spiega. «Questa è la Sala dei Quadri, il luogo della memoria del Ministero. Questi volti severi che ci osservano dalle pareti ci ricordano che sin dal Risorgimento la storia del mondo militare è la storia stessa del nostro Paese. Proprio per questo motivo — mentre ricordiamo i primi 150 anni d’Italia — ho voluto apporre, accanto ai ritratti dei ministri, una targa dedicata a tutti gli “eroi della pace”, a tutti i decorati nelle nostre missioni in terre lontane, devastate dall’odio e dall’intolleranza». Ministro La Russa, iniziamo proprio dalle missioni di pace. Come lei sempre ricorda, le nostre Forze Armate impegnate all’estero si distinguono dagli altri contingenti per il loro approccio di lavoro originale, unico. Oggi le Forze Armate italiane sono una eccellenza nazionale. Ovunque, in Afghanistan, in Libano, nei Balcani, nel Golfo di Aden e in missioni di minore entità, i nostri soldati — anche pagando, non dimentichiamolo mai, un pesante tributo di sangue — affrontano con la giusta determinazione, professionalità e umanità — caratteristiche di uno stile tutto italiano — situazioni complesse e spesso rischiose. E i risultati, come a Bala
Patria e
Onore
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Il10 giugno, a La Spezia, presso la passeggiata Morin, la Marina Militare ha celebrato il suo 150° compleanno, in ricordo dell’impresa di Premuda, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
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a cura della redazione di stile italiano foto © Marina Militare – Ufficio per la Comunicazione – I.P. / CineFoto
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è stato nello splendido scenario del Golfo di La Spezia che il 10 giugno scorso si è svolta l’annuale festa della Marina Militare, che quest’anno è stata ancora più suggestiva per le celebrazioni del 150esimo dell’unità d’Italia. Per l’occasione eccezionale anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto onorare la Marina con la sua presenza e alla manifestazione hanno partecipato le più alte cariche dello Stato e della Difesa in particolare. L’evento si è svolto con un rinnovato cerimoniale: insieme all’esibizione suggestiva di forze speciali della Marina gli incursori, che si delineavano in un cielo fortunatamente azzurro, scendevano con una precisone al millimetro nel punto predefinito per appoggiarsi sul mare come dei gabbiani. La manifestazione si è spettacolarizzata ancora di più, dando al pubblico e agli ospiti particolari momenti di emozione, quando l’aereo da combattimento Harrier, sfiorando il mare, si è fermato a poche decine di metri
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dalla tribuna d’onore dove sedevano le autorità civili, ecclesiastiche e di Governo. In volo, il comandante pilota ha voluto dare esibizione e testimonianza sia della potenza del velivolo che della manovrabilità dello stesso, nonostante la dimensione importante, e con questo “corpo di acciao” porgere gli onori al Presidente della Repubblica Napolitano, con un inchino e un saluto rombante. Il Presidente, dopo aver passato in rassegna tutte le navi che per l’occasione si erano schierate nel golfo, è salito a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci dove ha firmato sul libro di onore la ricorrenza della duplice festa, quella della Marina e i 150 anni dell’unità d’Italia. L’istituzione della “Festa della Marina Militare” risale al 13 marzo 1939. All’epoca ogni singola Forza Armata ebbe l’opportunità di scegliere il giorno in cui celebrare la propria festa: per la Marina Militare fu indicata la data del 10 giugno quale ricordo di una delle più
LE CELEBRAZIONI In apertura Gli Stendardi Navali con a fianco il rispettivo Ufficiale Alfiere. All’orizzonte il saluto al Capo dello Stato da parte del velivolo Harrier AV8B e le navi all’ancora: la portaerei Cavour, il cacciatorpediniere lanciamissili Duilio, la fregata Grecale e il Sommergibile Scirè Nella pagina a fianco L’intervento del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte
In questa pagina L’equipaggio e gli allievi dell’Accademia Navale eseguono il tradizionale “saluto alla voce” al passaggio del Capo dello Stato durante la rassegna alle Unità navali presenti alla cerimonia
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La regina del
moderno Tamara de Lempicka, volitiva, tenace, trasgressiva, passionale, elegante e vanitosa, splendida icona internazionale, simbolo dell’Art Déco e non solo...
di GIOIA MORI
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Artista di grande successo negli anni Venti e Trenta, Tamara de Lempicka riesce sempre a sedurre pubblici diversi in ogni parte del mondo: nel giro di appena cinque anni quattro esposizioni ne hanno celebrato l’arte e il fascino: nel 2006 a Milano, nel 2009 a Città del Messico, nel 2010 a Tokyo e ora a Roma. Se nel 2006 ho incentrato la mostra milanese sul rapporto privilegiato che l’artista ebbe con quella città, dove allestì la sua prima personale nel 1925, oggi a Roma, al Complesso del Vittoriano, ho invece focalizzato la modernità della sua esperienza artistica, alla luce di nuovi documenti che amplificano il suo rapporto con i futuristi e con alcuni linguaggi dominanti negli anni Venti e Trenta, dalla moda al cinema. La sua arte, scrive Magdeleine Dayot nel 1935, è un “curioso mélange di estremo modernismo e purezza classica”, che “attira e sorprende, e provoca, forse, prima di conquistare completamente, una sorta di lotta cerebrale, dove queste tendenze così diverse combattono una contro l’altra, fino al momento in cui lo sguardo avrà afferrato la
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grande armonia che regna in queste opposizioni”. Il mondo sofisticato della moda, quello che compare sulle riviste “Femina”, “L’Illustration des modes” e “L’Officiel de la couture et de la mode de Paris”; il mondo in bianco e nero delle fotografie di Kertész, Laure AlbinGuillot, Berenice Abbott, Tina Modotti e Dora Maar; il mondo della grafica pubblicitaria, che veicola la donna del futuro, una moderna dea che fuma, fa gare automobilistiche, gestisce affari, agisce con spregiudicatezza; il mondo del cinema, quello muto dai gesti esasperati e gli occhi sgranati verso il cielo di Maria Falconetti, e quello patinato di Marlene Dietrich, Greta Garbo e Louise Brooks, bionde platino o dal caschetto à la garçonne, prime interpreti di scene lesbo; il mondo delle città del futuro, quelle americane fatte di nuove Torri di Babele, e quelle francesi dei modernisti Bob Mallet-Stevens e Adrienne Gorska e Pierre de Montaut: tutto si confonde nell’universo caleidoscopico di Tamara de Lempicka, in quella frenesia creativa che risponde a sollecitazioni
incalzanti, che intercetta ogni piccolo segnale di modernità, in una commistione esplosiva che l’artista riesce a filtrare e a disporre sui quadri in modo armonico, equilibrato, incisivo e personale. Quella della Lempicka è la sensibilità più recettiva di fronte alla vita moderna fatta di elettricità, cinema, acciaio e velocità, e l’artista entra in tutti i settori, apponendo ovunque la sua chiosa. Prende dal cinema, ma fa anche il cinema: nei documenti filmici che sono rimasti – uno amatoriale, che la vede in giro per Parigi con l’amica Ira Perrot, l’altro un film d’attualità girato nella sua casa-studio, “Un bel atelier moderne” del 1932 – si muove spigliata e padrona della scena. Prende dalla fotografia, ma si mette anche davanti all’obiettivo: le foto di Lartigue, Madame d’Ora, Joffé, Camuzzi restituiscono i gesti della bella polacca che evocano la Garbo di Romance e Grand Hotel. Prende dalla moda, ma fa anche la moda: disegna per qualche rivista specializzata, presta il proprio nome e la propria figura
per qualche stilista amico – Lelong e Rochas e Descat-, disegna i cappelli che indossa. Prende dall’architettura, ma fa anche dell’architettura della sua casa un veicolo di immagine che approda sulle riviste di mezzo mondo. Prende dalla grafica, ma fa anche grafica, con le copertine per la rivista berlinese “Die Dame” e per la polacca “Swiat”. Prende dal Gran Libro della storia dell’arte, ma fa anche la Storia dell’arte, divenendo l’icona internazionale dell’arte degli anni felici e folli, icona del tempo del jazz e di Joséphine Baker. Moderna nel linguaggio, moderna negli atteggiamenti, moderna nelle strategie: è tra gli artisti la prima a capire l’importanza della comunicazione, e con metodi prelevati dal mondo del cinema appronta studiate campagne stampa per affermare il proprio nome e la propria arte. Sembra tutto derivare da un’attitudine innata, ma non è così: donna dalla volontà ferrea e dalla tenacia intransigente, con autodisciplina priva di mollezze che doma tutte le inquietudini, traghetta la propria vita dalle ombre
Un’ESpeRIENZA ARTISTICA MODERNA In apertura, da sinistra Copertina della rivista “Die Dame” Ottobre 1930 Archivio Gioia Mori
Nella pagina a fianco Camuzzi Tamara de Lempicka con sigaretta 1931-1932 circa Collezione Alain e Michèle Blondel
Madame d’Ora Tamara de Lempicka in abito da sera di Marcel Rochas 1931 circa Collezione Alain e Michèle Blondel
Pubblicità Nestor in “Die Dame” Dicembre 1930 Archivio Gioia Mori In questa pagina Copertina della rivista “Swiat” 27 dicembre 1930 Varsavia, Muzeum Narodowe Copertina della rivista “Swiat” 15 luglio 1933 Varsavia, Muzeum Narodowe
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di PAOLO ANDREA METTEL
Scrivere di Gualtiero Marchesi è come evocare il mito: tutti hanno detto qualcosa di lui, tutti lo hanno intervistato, tutti lo hanno fotografato e da oltre quarant’anni rappresenta la leggenda. Insomma, il Maestro Cuoco divenuto nel 2004 Rettore della Scuola Internazionale di Cucina Italiana (ALMA con sede nel palazzo ducale di Colorno) sembrerebbe quasi un personaggio “divorato” dal tempo e dai media e sul quale nulla più c’è da dire. Arrivando a Erbusco, con l’intenzione di fare una chiacchierata insieme, ripenso a un recente viaggio durante
il quale mi incontrai casualmente con Gualtiero su un filante Frecciarossa tra Roma e Milano, che ci permise di raccontarci reciprocamente un po’ di cose; meglio sarebbe dire che il Maestro Cuoco, delle tre ore di viaggio, mi lasciò venti minuti scarsi per interloquire. Si sa: se ai fornelli è un mago, nei contatti umani ha la stessa carica dello tsunami. Fu straordinario, sintetizzò la sua biografia, mi incantò con le nuove idee, mi descrisse in minuziosi particolari come la sua vocazione per la cucina nata, cercata e radicata da adolescente all’Albergo
Nelle pagine precedenti: Riso oro e zafferano (1981) Classico equilibrio di forme pure: il quadrato e il cerchio, sintesi sublime per i cinque sensi La “squadra” al completo, la sala del ristorante e l’esterno imbiancato sotto la neve Paolo Andrea Mettel con Gualtiero Marchesi
tante lirica australiana Nellie Melba) sintetizzava la sua filosofia dell’arte culinaria invocando la semplicità per dare valore ai sapori e al nutrimento del cibo. Il Maestro Cuoco che trascorse gli anni dell’infanzia a San Zenone Po dove, come lui stesso scrive nella sua biografia, ”era nell’aria il salmodiare costante e puntuale di ricettari favolosi, che mi venivano letti con severa dolcezza da mia madre e da un coro di faccendiere…” si schernisce, ma in realtà ripercorre sin dai suoi inizi le medesime esperienze del grande francese e valorizza la cucina ricreativa affermando che “ le cose migliori sono le più semplici” e che “la mia cucina tende alla ricerca dell’essenzialità” caratterizzandosi “per la semplicità espressiva com’è per l’alta cucina quando assurge a forma d’arte”. Insomma il fondamento-pensiero culinario di Gualtiero 59
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Ristorante Mercato di proprietà dei genitori, fosse ancora integra e piena di slancio creativo e gioioso, con lui di nuovo trepidante per la sua emozionante ultima creatura: il Marchesino. Questo ristorante, accanto alla Scala, ha segnato il ritorno, di fatto molto desiderato, nella Milano che aveva lasciato a dicembre del 1992. Appena ci sediamo nel suo “vivace” uffico-laboratoriobottega (provate a immaginare il contrario di uno showroom tutto precisione e calcolata freddezza espositiva) mi azzardo e gli dico che mi sembra sia davvero possibile un raffronto tra lui e il leggendario Auguste Escoffier. Il famoso cuoco francese scomparso a Montecarlo nel 1935, grande innovatore in cucina, creatore di molteplici ricette universalmente apprezzate (indimenticabile la “Pesca Melba” immaginata e creata pensando alla can-
A cinquecento anni dalla nascita, omaggio a Giorgio Vasari, attraverso il grandioso affresco della cupola di Santa Maria del Fiore in cui la straordinaria versatilità dell’autore insieme al rispetto della tradizione diventano simboli grandiosi del tardo Rinascimento
“Ecce Homo”
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a cura di angela pagani tratto dal cd-rom “il duomo di firenze e la sua piazza” © i.m.t. srl
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Sono numerose le celebrazioni in tutta Italia dedicate a Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 - Firenze, 1574), uno tra i maggiori artisti Italiani che hanno contribuito al grande, se non unico per quantità, patrimonio culturale presente nel nostro Paese. Dopo una attenta riflessione e sperando di fare cosa gradita ai nostri lettori abbiamo deciso di dedicare al celebre artista un’accurata ed esaustiva descrizione del “Giudizio Universale”, una delle sue opere più grandiose. Un capolavoro che si può ammirare presso la cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Infatti anche il visitatore meno attento, appena dentro questa chiesa fiorentina si trova attratto dalla impressionante luminosità delle opere che lo sovrasta dall’alto della cupola del Brunelleschi, le cui vibrazioni portano a uno stato di immobilità, dove la meditazione diventa preghiera e “conoscenza svelata,
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tra la condizione Divina e umana”. Una sintesi racchiusa nel motto “ECCE HOMO” posto sopra la testa del Cristo. Vasari scrittore, pittore, architetto, fu autore di un’opera fondamentale della storia del Rinascimento italiano: Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti. Impostate sulla tipologia delle biografie degli illustri uomini del mondo greco e romano, Le Vite costituiscono il primo esempio di storiografia occidentale dedicato interamente al lavoro artistico e agli artisti stessi, dove l’arte viene definita come attività intellettuale creata da menti geniali. La più importante tra le sue opere architettoniche è il palazzo degli Uffizi a Firenze, edificio originariamente destinato ad ospitare gli uffici del granducato: qui gli elementi della facciata, cornici e timpani aggettanti, nicchie con statue ripetute secondo un disegno regolare, evidenziano un
Scorci di firenZe A fianco Palazzo Vecchio, sede del governo dei Medici fino al 1565 Qui sotto una suggestiva visione notturna della Galleria degli Uffizi Nella pagina accanto La cupola di Santa Maria del Fiore che domina la cittĂ di Firenze
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Il Parco Nazionale della SIla: natura, storia e cultura nel cuore del Mediterraneo
Lo spettacolo della
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natura
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a cura della REDAZIONE DI STILE ITALIANO
IN SILA UN’ARIA PIù PULITA CHE AL POLO NORD Una straordinaria notizia è emersa di recente, in seguito ad una scoperta effettuata dal professor Stefano Montanari, esperto mondiale di Nanopatologie. Durante una vacanza in Calabria, per pura curiosità, Montanari ha deciso di piazzare gli strumenti di rilevazione nel parco a Tirivolo, nel Comune di Zagarise in Sila Piccola, a ridosso del Parco Avventura chiamato Orme nel Parco. Nell’eseguire successivamente le analisi ambientali, ha rilevato, con grande sorpresa, che l’inquinamento sulla Sila Piccola è visibilmente inferiore rispetto a quello delle Isole Svalbard, un arcipelago a nord del Circolo Polare Artico, dove neanche esistono strade. I campionamenti dell’aria sono stati effettuati utilizzando appositi filtri, poi osservati sotto un microscopio elettronico a scansione, dotato di un sensore di microanalisi a raggi X, grazie al quale si sono identificati i granelli di polvere, sia per morfologia sia per composizione chimica. Il risultato delle analisi ha condotto ad una scoperta eclatante per la Calabria. 79
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Si estendono per circa 74.000 ettari le aree protette che l’Ente Parco Nazionale della Sila gestisce e tutela. Una ricchissima biodiversità, un patrimonio ambientale di immenso valore, una molteplicità di luoghi fatti di boschi, laghi, sentieri immersi nella natura, è ciò che il Parco della Sila offre a tutti coloro che vogliono immergersi nel verde di una montagna ancora incontaminata, lontana dai rumori e dal caos. La spettacolarità dei paesaggi si estende per una vasta area, che comprende al suo interno ventuno comuni, ricadenti nelle tre province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, e che è suddivisa in Sila Grande, Sila Piccola e Sila Greca. Ricchissima è la flora che abita la montagna silana: castagneti e querceti caducifogli si alternano alle pinete di laricio calabrese, alle abetine, alle meravigliose faggete, multicolori in autunno. “I Giganti di Fallistro”, 53 colossali alberi di pino che raggiungono anche i 500 anni di età e altri 5 di acero montano della stessa età, la Riserva biogenetica Golia-Corvo, di diffusione e ambientamento dei cervi, i verdi spazi nella località Cupone sono alcuni dei meravigliosi luoghi in cui si imbatte il visitatore della Sila. Il lupo appenninico - simbolo del Parco - il capriolo, il cervo - di recente reintroduzione - il cinghiale, la lepre, la volpe, il gatto selvatico, lo scoiattolo nero, tipico della Sila, il gufo reale, fanno parte della preziosa fauna del Parco della Sila. Ma questo Parco non è una natura incontaminata che si ammira da lontano. è uno scrigno che custodisce verdi realtà in cui calarsi e rilassarsi, passeggiando a cavallo, pedalando in mountain bike, percorrendo sentieri naturalistici se si amano il trekking e le passeggiate in montagna, dedicandosi alla fotografia o agli sport da neve durante i meravigliosi inverni imbiancati. Tre Centri Visita (uno in località Cupone sul lago Cecita, nel comune di Spezzano della Sila, in provincia di Cosenza; l’altro in località Monaco, nel comune di Taverna, in provincia di Catanzaro; il terzo in località Trepidò, nel comune di Cotronei, in provincia di Crotone),
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Un viaggio insieme al Santo Padre, alla scoperta della via piÚ diretta e affascinante per giungere a Dio: paesaggi, arte e cultura donati all’uomo per sentirsi in comunione con l’universo
Benedetto XVI e la natura
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Altissimo, onnipotente, buon Signore tue sono le lodi, la gloria e l’onore ed ogni benedizione.
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a cura di ANGELA GIANNINI
Molti di voi sono già in vacanza e Stile Italiano vuole augurarvi il giusto riposo attraverso questo inedito servizio fotografico che vi mostra il Santo Padre in una veste meno ufficiale, ma in compagnia dell’amata natura, della cultura, dello studio e dell’amore per la musica e l’arte: come dice il SantoPadre “la via più diretta e affascinante per giungere a incontrare Dio.” L’uomo, al quale Dio ha affidato la buona gestione della natura, deve rendersi conto dell’importanza di salvaguardare il patrimonio del creato, un compito di tutti e per tutti. Quanto abbiamo ricevuto dall’universo non ha avuto alcuna riserva per noi, ci ha trattato con grande generosità: fiori, piante, colori, profumi e specie animali: dagli uccelli che vediamo sfrecciare in cielo al più piccolo insetto, tutte creature dell’universo. Con tanto amore, ogni giorno abbiamo sotto i nostri occhi la possibilità di meditare con una tale bellezza da poter risvegliare anche gli animi più distratti. Sintonizzarsi con la natura, come faceva San Francesco, permette di arrivare a intuire quell’immenso e misterioso vibrare che dentro di noi da sempre ci ha condotto a vette di grande creatività. Da Botticelli a Van Gogh la natura è sempre stata elemento di ispirazione e rappresentazione del mistero del Divino Crea-
tore. Doni immensi per la nostra presenza sulla terra. Questa naturale bellezza, fatta di perfezione per ogni uomo, di qualsiasi confessione o ceto sociale, può favorire l’incontro e la condivisione tese a riportarlo alla sua vera essenza naturale e divina, per un sereno e costruttivo confronto in questo inizio di terzo millennio dove auspichiamo un rinnovamento e un ritrovato benessere spirituale ed economico a favore di tutte le popolazioni della terra. Siamo così lieti di annunciare, anche da queste pagine, che l’11 settembre il Santo Padre si recherà nelle Marche per ripercorrere antichi itinerari di fede che si snodano fra i santuari e le 200 chiese romaniche del territorio. Stile Italiano darà sul prossimo numero ampia documentazione di questo evento straordinario di natura e di fede: da Fiastra alla basilica--fortezza di Loreto, sulle tracce di un nuovo misticismo. Un cammino anche consapevole e creativo di armonia e di amore verso il tutto che può essere la strada per ritrovarsi. Auguro dunque buone vacanze a tutti, nel segno della bellezza, dell’amore e dell’attenzione verso ogni uomo e tutto l’universo, per meditare una preghiera comune che alleggerisca ogni ansia per diventare riposo per la mente.
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Accompagnano le immagini di Benedetto XVI alcuni versi tratti dalla preghiera di San Francesco di Assisi Il cantico delle creature
La strada nella rocca Stile Italiano / N. 12-2011
Viaggio tra i borghi italiani: a Roccastrada (Grosseto) alla ricerca della poesia paesistica
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di FEDERICO FERRARIS foto di FRANCESCO AGOSTONI, FEDERICO FERRARIS e angela giannini
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Usciamo dalla Siena-Grosseto in corrispondenza di Civitella Marittima, e ci dirigiamo alla volta di Roccastrada, animati dal desiderio di scoprire un territorio dell’Alta Maremma poco battuto dalle orde turistiche. Il borgo di Roccastrada spicca da lontano con una connotazione speciale: il centro storico si svolge lungo il crinale di una imponente formazione rocciosa, mentre il territorio comunale è immerso in un vasto e incontaminato paesaggio agricolo/forestale, con alternanza di terreni seminativi e di distese boschive. Verso est campeggia il monte Amiata, riferimento tipico e costante del paesaggio, ora velato, ora nitido. Nel raggio di una cinquantina di chilometri dal paese c’è un profluvio di toscanità noto in tutto il mondo, che non è certo possibile riassumere in poche righe: un polo commerciale come Grosseto, città d’arte come Siena e Massa Marittima, città portuali come Castiglione della Pescaia, abbazie come Sant’Antimo e San Galgano (con la celebre “spada nella roccia” che ha ispirato il
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nostro titolo) e poi risorse termali, boschive, agricole e di pastorizia, di produzioni pregiate oli-vinicole e agroalimentari. In tale contesto, ricco di natura e cultura, Roccastrada si incastona con una risorsa distintiva, della quale si gode ad ogni passo, ed è il paesaggio. Ecco, ci affacciamo alla valle accolti da gigantesche nuvole, tra gli sprazzi del sole al tramonto, che illumina il profilo del borgo. Per pochi attimi appare tra le nuvole un occhio di luce, come nella iconografia del divino: ottimo segno di accoglienza… Siamo abbacinati dalla varietà del verde della macchia, una tavolozza incredibile ove si intrecciano piante ad alto fusto, come lecci, querce, acacie, sughere e pini marittimi, con albatri, mirti, lentischi, ove sbucano svettanti i pioppi ed esplode il giallo oro delle ginestre. Dappertutto vibra la tensione competitiva verso l’alto di piante e arbusti, alla conquista della luce. Ciò in alternanza con le distese di ulivi e di vigneti, con i prati fioriti e gli
appezzamenti con la terra rossa. Oltrepassata Civitella Marittima, scendiamo dalla vettura. Il passaggio è brusco: dal rombo ovattato dell’auto (e prima ancora dall’ambiente urbano con i suoi ritmi scontati e gli sfondi offuscati), ad una full immersion ambientale, al cospetto delle forze primordiali della Natura, sole, terra, acqua e vento. “Alma Venus...” viene spontaneo alla memoria l’affresco di Lucrezio, poeta e filosofo della Natura, “..per opera tua ogni specie di esseri animati è concepita e vede, nascendo, la luce del sole…”
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Imbocchiamo il “dritto” verso Roccastrada e ci colpisce la proliferazione di specchi fotovoltaici disposti qua e là non lontano dalla strada. Viene spontanea l’osservazione che l’estetica del paesaggio è un bene primario, di cui si avvale l’intera comunità locale e la corrente turistica, e che, aldilà del lodevole sviluppo delle risorse energetiche rinnovabili, occorre la massima cura nell’individuare nel territorio le aree di minor impatto visivo. Inoltre in tali apparecchiatu-
re si accendono frequentemente forti luci notturne, a protezione del campo. Ora, una risorsa di particolare pregio del territorio roccastradino è data dall’assenza di inquinamento visivo. Nella mappa notturna dell’Italia, l’Alta Maremma si presenta infatti come una grande macchia oscura, mentre negli agglomerati urbani è tutto un caleidoscopio di luci. Non c’è da stupirsi se nei centri urbani non si scorgono quasi più le stelle, mentre dai campi di Roccastrada si può ancora vivere l’emozione cosmica della stellata. simile a quella dei deserti, risorsa rara e preziosa. Bisogna che tutti ne siano consapevoli e che i pubblici amministratori si impegnino a preservarla, per esempio riducendo talune illuminazioni notturne eccessive dei piccoli borghi. Sono decisioni di portata modesta, viste singolarmente, ma con un effetto d’assieme rilevante e sappiamo quanto sia difficile avere “consapevolezza di sistema”! Alla sera ci rifugiamo nell’abitazione di Mariangela, ai margini del bosco, nella quale si rinnova e si amplifica l’emozione paesistica. Che gioia sentire
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Viaggio alla scoperta della mimica e della gestualitĂ italica in grado di parlare da sempre al cuore delle persone con espressioni, gesti e interiezioni divenute un vero e proprio linguaggio universale non verbale
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Ma che faccia che fai!
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Di SERGIO GIUFFRIDA
Sorpresa, angoscia, vergogna, stupore, ira, gioia, rabbia, minaccia, bugia, amore, sberleffo, vittoria, presa in giro o semplice scherzo … sull’espressione fisica delle emozioni ci hanno fatto addirittura una serie televisiva di successo interpretata, con toni accesi, da un lunatico e un po’ schizoide Tim Roth (Lie to me, letteralmente “mentimi”). Eppure, senza scomodare le nuove frontiere delle scienze comportamentali o la fisiognomica olistica, da sempre l’uomo ha utilizzato la mimica e la gestualità per esprimere sensazioni ed emozioni senza utilizzare la parola. Come si usa dire, spesso una faccia o un gesto valgono più di mille parole. Alcuni le chiamano messaggi del cuore ma in tutti i casi queste espressioni istintive nascono dall’inconscio profondo ed esprimono visivamente concetti universali e umanissimi, propri di tutti gli esseri umani. Eppure, anche in questo caso, esistono dei posti dove tale linguaggio viene più naturale
La celebre espressione tra lo stupito e il sorpreso del maestro napoletano della comicità, Totò. Nella pagina a fianco il sorriso sornione e ammiccante del milanesissimo Gino Bramieri in una celebre pubblicità degli anni Sessanta. Sopra, il tenero gioco di sguardi e di gesti di una delle coppie più famose e amate del grande e del piccolo schermo italiano, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini
che in altri. Non a caso si parla della flemma e dell’impassibilità anglosassone o del distacco imperturbabile di molti popoli nordici russi esclusi. Già, perché proprio loro, causa forse anche le profonde radici slave, hanno scatti e umoralità tipiche dei popoli latini. Ed eccoci finalmente giunti al cuore, al nocciolo genuino, di questo affascinante universo comunicazionale. Complice il magmatico crogiolo di razze che proprio nel mediterraneo si sono incontrate, scontrate e fuse, i popoli latini sono infatti l’esempio migliore del genere e, al loro interno, veri maestri della mimica gestuale risultano proprio gli italiani per i quali tale modo di esprimersi è divenuto nel corso del tempo quasi una vera e propria forma d’arte contaminando non solo il quotidiano ma anche e soprattutto l’immaginario collettivo passando di generazione in generazione. Non a caso bastava un gesto al tempo degli giochi gladiatori per decretare la vita o la morte, il famoso pollice
alzato o verso che oggi è divenuto sinonimo di accettazione (OK!) o rifiuto. Nell’ambito della comunicazione, dagli espressivi disegni che occhieggiano tra satira, illustrazione e fumetti dalle pagine di giornali o indimenticabili serie di figurine si è passati prima al cinema comico e leggero e infine alla televisione con le sue infinite serializzazioni sospese tra soap e dramma, in una pittoresca, ricca e curiosa cavalcata di personaggi e situazioni espressive spesso sottese e sottolineate da inflessioni e sfumature tipicamente locali: basti per tutte pensare ai mille volti – sorpreso, colpevole, stralunato, insofferente, furbo, ecc… dell’indimenticabile Raimondo Vianello negli eterni battibecchi coniugal-familiari con la moglie – vera anche nella finzione – Sandra Mondaini, in innumerevoli film e trasmissioni televisive... In questo gioco espressivo sono infatti proprio i “tipi” locali ad aver caratterizzato con la loro mimica e la
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“Architettura ”
un fenomeno che suscita emozione
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Le Corbusier
A Milano lo studio M’arch’ingegno: sensibilità e sapere, ricerca e creatività nell’universo della progettazione
a cura di valentina Pagani donadelli
quanto un nuovo tema progettuale, mai esplorato prima, sia fonte di grandi stimoli per il progettista e quali risultati innovativi sul piano compositivo e tecnico possa offrire al committente, si arginerebbe quella inevitabile riproposizione di soluzioni analoghe adattate a contesti e bisogni differenti. Nel nostro caso la diversificazione è assolutamente casuale, scegliamo di non rifiutare un lavoro perché anche il più piccolo intervento merita di essere affrontato con spirito problematico e di approfondimento e che sia in grado di produrre soluzioni spaziali e tecnologiche interessanti, proprio in virtù dei vincoli che spesso lo caratterizzano. Il progetto è per noi una sorta di nuovo viaggio, che affrontiamo senza seguire schemi prestabiliti, interiorizzando le richieste e i bisogni della committenza e facendo nostre le suggestioni del luogo. Non si tratta della riproposizione di uno “stile” o di un “segno” validi per qualunque cliente e per qualsiasi contesto. C’è un pensiero di Adolf Loos che ci ha sempre accompagnati: “Ci sono due tipi di architetti: quelli che pensano di riformare la vita della gente attraverso il disegno degli spazi e quelli che, come me, pensano che ogni giorno la società generi nuovi stili di vita ai quali bisogna dare spazi adeguati”. Avete definito il progetto come metafora del viaggio, cos’è per voi la meta: la conclusione dell’iter progettuale o la realizzazione dell’opera? 119
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L’incontro con Maria Grazia e Simone è un momento “alto” di quelli che lasciano il segno. Definirli due architetti mi sembra quasi riduttivo al giorno d’oggi, tanto autentica è la passione per il loro mestiere e intenso il modo di comunicarla. Vicino a loro tutto sa di architettura e design, niente è più casuale ma “sentito”, progettato e profondamente amato. La loro capacità, o meglio il talento, di trasformare la conoscenza in profonda comprensione permette poi di creare quell’armonia tra ciò che si è e ciò che si può diventare, ma sempre con l’umilità di chi è disposto a sentire e riempire i propri vuoti con nuova linfa. Grande la varietà nella progettazione, minuziosa l’attenzione verso i dettagli e la corretta fruizione di spazio e oggetti. Dall’analisi del vostro lavoro si desume una grande varietà di temi progettuali affrontati e sorge spontaneo domandarsi se a progetti molto diversi, per scala e tipologia, corrisponde un approccio differente. Crediamo sia importante premettere che consideriamo la specializzazione in architettura un limite e non un valore aggiunto. Accade spesso che un committente, privato o pubblico, tenda ad affidare un incarico sulla base di una provata capacità dell’architetto nell’affrontare uno specifico tema progettuale. Come a dire che solo chi ha già realizzato una biblioteca o un museo offra garanzie sufficienti per progettarne altri. Se si considerasse
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Il futuro
dell’energia Un “futuribile” scenario: dall’indipendenza energetica alle soluzioni ecologiche
Il prezzo del petrolio e la congiuntura economica I moti rivoluzionari scoppiati in Egitto, in Nord Africa e in alcuni paesi del Medio Oriente hanno causato l’aumento del prezzo del petrolio. Le economie occidentali ed emergenti, che ne sono grandemente dipendenti, ne hanno subito le conseguenze. Due temibili scenari si stagliano all’orizzonte: inflazione o recessione. Le compagnie petrolifere potrebbero prendere una decisone socialmente responsabile, come va di moda dire. Anziché scaricare gli incrementi dei costi della materia prima sui prezzi di vendita dei prodotti potrebbero invece accettare, solo temporaneamente, la riduzione dei profitti nei conti economici. Si tratta di un’ipotesi molto irrealistica, in un sistema capitalistico in cui i benefici pubblici sorgono prevalentemente dall’interesse particolare, ma quanto tristemente accadde durante gli shocks petroliferi degli anni settanta, dovrebbe ammonire governanti e opinione pubblica a prevenire avvitamenti congiunturali negativi anziché limitarne i deprecabili effetti, allorché i danni in termini di diminuito valore aggiunto, di più elevati tassi di interesse e
di incrementata disoccupazione, si fossero già stabilmente verificati. Se le aziende petrolifere accettassero la riduzione dei profitti, gli utili reinvestiti sarebbero minori e gli effetti espansivi del moltiplicatore degli investimenti anche. Tuttavia la correzione dell’output sarebbe relativamente inferiore a quella causata da una forzata compressione dei consumi di pari entità. La diminuzione del reddito disponibile di famiglie e cittadini, quantificato dal trasferimento di ricchezza ai paesi produttori di petrolio e gas, causato dall’incrementato del prezzo della benzina e dei combustibili, intaccherebbe i fatturati di molte aziende sia al dettaglio che all’ingrosso. I loro fornitori ridurrebbero conseguentemente l’attività, i livelli degli ordinativi e le scorte. Le suddette organizzazioni produttive sarebbero tentate di dismettere personale creando un circolo vizioso che si sa quando e da dove parte ma non fino a che punto si possa spingere. Un’ulteriore considerazione si può effettuare. L’aumento del costo dell’energia colpirebbe indiscriminatamente le aziende produttive. L’incidenza dei costi di produzione aumenterebbe, di conseguenza, in rapporto al fatturato. La competitività 123
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di Gilberto fedon
a cura di Fabrizio ardito
Luoghi Italiani
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Italia, Bel Paese dove il dolce sì risuona, luogo principe dei gran Tour ottocenteschi di nobili, scrittori, poeti e semplici curiosi della grande culla della civiltà europea. Dal nord al sud vi si trovano arte, cultura e soprattutto vestigia di epoche passate che convivono raccontando modi di vivere e pensare diversi. Ecco
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quindi alcuni suggerimenti, quasi delle cartoline senza tempo, che siano un utile e piacevole consiglio per i nuovi viaggiatori che oggi sempre più numerosi affollano la penisola al fine di scoprire e godere nel modo corretto angoli, vie e monumenti d’Italia.
ROMA
Non è una sola città. Chiunque conosce Roma, ha imparato con il tempo che molte sono le diverse città, i paesi, i parchi e le epoche che, più che fondersi in un insieme armonioso, si sono affiancate a convivere nei secoli. Esiste una Roma cristiana che si mescola spesso con la città archeologica. Rioni medievali confinano con le grandi vie dell’Unità d’Italia. Placidi quartieri umbertini interrotti da parchi estesi come una cittadina di provincia. Trovare la propria via in questo dedalo di Rome è difficile, ma anche affascinante e stimolante. A Roma – per chiunque – c’è sempre qualcosa da scoprire e il gioco dell’esplorazione, dell’andare e tornare verso i sette colli, sembra non avere mai fine.
VIA APPIA Strada dell’archeologia e via del cinema, arteria commerciale dell’antichità e oggi, dopo decenni di battaglie, Parco Regionale. La via Appia rappresenta uno dei volti più celebri della città, con i suoi panorami aperti tra gli acquedotti e i mausolei, con le pietre gobbe del basolato scuro dell’antica consolare che corrono a poca distanza dal rombare quotidiano del traffico cittadino. L’Appia, che per i romani era la “regina longarum viarum”, lascia le mura di Roma attraversando la porta San Sebastiano e mostra ancora ampi tratti del selciato originale della grande opera viaria voluta nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco. Il più grande ispiratore della battaglia per la protezione dell’antica consolare, Antonio Cederna, aveva scritto nel lontano 1953 che la via Appia “andava salvata religiosamente perché da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l’avevano amata, descritta, dipinta, cantata, trasformandola in una realtà fantastica, in un momento dello spirito, creando un’opera
d’arte di un’opera d’arte: la via Appia era intoccabile, come l’Acropoli di Atene.” Seguendo il tracciato della consolare s’incontrano grandi mausolei, stadi e sepolcri d’epoca classica, chiese e catacombe cristiane, lunghi tratti dell’antica pavimentazione segnata dalle bighe e dai carri romani. La chiesetta del Domine Quo Vadis, nel punto in cui l’Ardeatina si e il quale la nostra antica strada può correre finalmente in pace, chiusa al traffico e amata da ciclisti e placidi camminatori di ogni nazione, in un paesaggio ornato da sepolcri grandi e piccoli, da statue e rilievi secolari, fino alle porte della grandiosa Villa dei Quintili, oramai non tanto lontana dall’anello di cemento del Grande Raccordo Anulare. L’area archeologica dell’Appia Antica è servita dai mezzi colorati dell’Archeobus (trambusopen.com), servizio turistico che parte che parte ogni 30 minuti dalla Stazione Termini, tocca Piazza Venezia e poi si dirige verso l’Appia, transitando per le Terme di Caracalla e Porta San Sebastiano.
Mostre&Eventi Estate 2011 a cura della redazione di stile italiano
LA BELLA ITALIA. ARTE E IDENTITà DELLE CITTA’ CAPITALI L’ARTE ITALIANA COME NON L’AVETE MAI VISTA Fino all’11 settembre I capolavori dei grandi maestri dell’arte italiana dai più importanti musei del mondo. Oltre 350 opere in una mostra curata da Antonio Paolucci e messa in scena da Luca Ronconi negli spettacolari spazi delle Scuderie Juvarriane. Un evento irripetibile: Giotto, Leonardo, Botticelli, Donatello, Michelangelo, Rubens, Raffaello, Masaccio, Tiziano, Canova, Van Dyck, Tintoretto, Parmigianino, Tiepolo, Velàzquez, Bronzino, Veronese, Canaletto, Bernini... Per informazioni e prenotazioni: Reggia di Venaria Reale • Piazza della Repubblica, Venaria Reale (TO) • tel. +39 011 4992333 • www.lavenariareale.it
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Francesco Hayez, Il bacio, 1859
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Biennale di Venezia / Biennale Arte FINO AL 27 novembre La Biennale di Venezia da oltre un secolo è una delle istituzioni culturali più prestigiose al mondo. Fin dalla sua origine (1895) è all’avanguardia nella promozione delle nuove tendenze artistiche e organizza manifestazioni internazionali nelle arti contemporanee secondo un modello pluridisciplinare che ne caratterizza l’unicità. Si colloca ai vertici mondiali per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, per l’Esposizione Internazionale d’Arte e la Mostra Internazionale di Architettura, per i Festival di Musica e Teatro, e per il più recente Festival di Danza. Informazioni: La Biennale di Venezia Ca’ Giustinian, San Marco 1364/A • Tel 041 5218711 www.labiennale.org
Dagli splendori di corte al lusso borghese L’opificio delle Pietre Dure nell’Italia unita Fino all’11 settembre La mostra è la prima dedicata all’ultima attività artistica dell’Opificio, sinora rimasta un po’ al margine di studi ed esposizioni dedicati alla sua storia plurisecolare, e ne rivela il luminoso tramonto, che non fu declino. Arte elitaria, orgogliosamente fedele alla sua grande tradizione, rappresentata per prototipi in apertura della mostra, il commesso in pietre dure non volle né poté adeguarsi alle esigenze del mercato: da fine secolo, l’Opificio scelse di trasferire il suo tesoro di ineguagliata manualità e le innovative tecnologie introdotte in laboratorio, e documentate in mostra, alle nuove esigenze di conservazione del patrimonio artistico nazionale. Informazioni: Galleria d’Arte Moderna Palazzo Pitti Via della Ninna, 5, Firenze • Tel 055 23885 www.uffizi.firenze.it/palazzopitti/
Tralcio di rose su graticcio di canne, campione per rivestimento parietale, commesso di pietre tenere, 1882 VASARI, GLI UFFIZI E IL DUCA FINO AL 30 SETTEMBRE A Firenze questa mostra di Vasari prende in esame una sola opera, forse la sua opera architettonica più famosa al mondo: la Galleria degli Uffizi che Giorgio Vasari eresse nel 1560 su commissione di Cosimo I de’ Medici, primo granduca di Toscana. Gli uffizi sono di questa mostra non solo la sede, il contenitore, ma anche il contenuto dell’esposizione. La mostra ruota intorno alle principali personalità dei protagonisti-artefici: Cosimo il Duca e Vasari il suo artista. Informazioni: Galleria degli Uffizi • Piazzale degli Uffizi, Firenze • Tel 055 2388651 • www.uffizi.firenze.it
Rossini opera festival 10/23 agosto 10, 13, 16, 19 e 23 agosto 2011, Adelaide di Borgogna Direttore Dmitri Jurowski 11, 14, 17 e 20 agosto 2011, Mosè in Egitto Direttore Roberto Abbado 12, 15, 18 e 21 agosto 2011, La scala di seta Direttore José Miguel Pérez-Sierra 14 e 17 agosto 2011, Il viaggio a Reims Direttore Yi-Chen Lin
22 agosto 2011, Il barbiere di Siviglia Direttore Alberto Zedda Informazioni: Rossini Opera Festival • Via Rossini 24, Pesaro (PU) Tel 0721.38001 www.rossinioperafestival.it
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FAusto pirandello: i nudi FINO AL 27 novembre Mostra a cura di Vittorio Sgarbi, ripercorre la produzione del pittore siciliano prendendo a riferimento il tema fondamentale del nudo. Informazioni: Palazzo Grimani Ramo Grimani, Castello 4858, Venezia Tel 041 52 00 345 • www.palazzogrimani.org
13, 16, 19 e 21 agosto 2011, Concerti di Belcanto 13 agosto Marianna Pizzolato 16 agosto Dmitry Korchak 19 agosto Nicola Alaimo, Mario Cassi 21 agosto Marina Rebeka
special ones: unique seconda edizione
rari e unici: vetture naturalmente, ma anche oggetti significativi del mondo dell’alta gamma, senza eguali, dai gioielli agli oggetti di design, dagli accessori di moda, alle opere d’arte. In questa ottica la Fondazione ha progettato un suggestivo percorso dedicato ai mestieri d’arte e ai ‘cinque sensi’ del lusso. Una selezione attentissima di marchi d’eccellenza, metterà in mostra il loro savoir-faire, proponendo oggetti e lavorazioni all’insegna della più raffinata manualità. Le aziende presenteranno non solo i loro oggetti, ma anche i processi che portano alla realizzazione di esemplari unici. Il cuore della manifestazione resta, comunque, The Unique Cars International Concours. Ed è nell’ambito delle vetture che si nasconde la seconda importante novità di Uniques Special Ones 2011: il maggiore coinvolgimento di quelle Case automobilistiche o Grandi Carrozzieri che sono effettivamente in grado di eseguire progetti speciali richiesti su misura del
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Dopo il successo internazionale della prima edizione, torna Uniques Special Ones: l’appuntamento è confermato a Firenze, dal 2 al 4 settembre, nella suggestiva scenografia del Palazzo, Conventino e Giardino della Gherardesca, oggi Four Seasons Hotel. La manifestazione – creata per presentare e valorizzare automobili e oggetti unici o rari perché prodotti in esemplari limitati, o con peculiarità tali da essere consegnati alla storia – presenta novità significative rispetto al 2010. Uniques Special Ones si arricchisce della collaborazione della Fondazione Cologni dei Mestieri D’Arte, l’istituzione privata non-profit creata a Milano da Franco Cologni per promuovere e proteggere i mestieri d’arte d’eccellenza, partner di MAC Group per l’edizione 2011. Parte integrante del concept è la presentazione di oggetti
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cliente. Ad essere coinvolti saranno quindi solo e soltanto i marchi automobilistici capaci di seguire il cliente in un processo di personalizzazione del prodotto unico e speciale: a Uniques sarà così possibile incontrare le maestranze dei marchi selezionati e certificati con il titolo: «Uniques Automotive Brands Label». A fianco dei grandi brand di automobili saranno naturalmente i grandi Carrozzieri, da Bertone a Castagna Milano, da Pininfarina a Zagato. A Uniques Special Ones 2011, ci saranno infatti ben due aree tematiche dedicate a Zagato e Touring Superleggera, atelier che hanno contribuito alla storia dell’automobile. Anche quest’anno la manifestazione avrà 500 day access al giorno a disposizione di chi desideri assistere all’esclusivo evento: entrate riservate ai primi che chiameranno per assicurarsi l’accesso all’esclusivo evento.
il turismo alberghiero nei primi mesi del 2011
Ma:design, studio di graphic design e comunicazione con sede a Pesaro, ha ricevuto la Menzione d’Onore 2011del Compasso d’Oro ADI XXII Edizione, assegnato per il progetto di immagine coordinata e segnaletica realizzato alla moderna mediateca eFFeMMe23BibliotecaLaFornace, per il Comune di Moie di Maiolati Spontini (Ancona). In occasione del Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità nazionale, il Governo italiano, attraverso la Fondazione Valore Italia del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha accompagnato la XXII edizione del Compasso d’Oro ADI, rendendo omaggio alla Collezione omonima e al design, nella duplice mostra Unicità d’Italia: una rassegna storica presso il Palazzo delle Esposizioni e una dedicata alla contemporaneità presso la Pelanda Museo Macro al Testaccio; entrambe in corso a Roma fino al 25 settembre 2011. Quest’anno la Giuria Internazionale ha selezionato i prodotti raccolti in mostra in questa sede, assegnando 19 Premi Compasso d’Oro e 77 Menzioni d’Onore. Per la moderna mediateca eFFeMMe23BibliotecaLaFornace, antica fornace per laterizi riportata a nuova vita dal 2008 grazie ad un intervento di restauro conservativo, ma:design ha creato un progetto di immagine coordinata e segnaletica emotivamente accattivante e utile all’utente, che ne ha fatto un centro di incontro comunitario. La consolidata esperienza progettuale di ma:design per segnaletica e corporate image per luoghi pubblici sì è per altro distinta quest’anno per un altro progetto di altissimo livello; lo studio pesarese ha infatti ricevuto l’Honor Award 2011, il più prestigioso riconoscimento americano dei SEGD Design Awards, assegnato per il miglior progetto di segnaletica museale realizzato al MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Unico, appropriato per il luogo, poco invasivo e assolutamente innovativo che rende merito internazionale ad ma:design, quale realtà italiana tra le più significative ed eccellenti in ambito di design.
Investitori USA del “red biotech” incontrano aziende e centri di AREA
Ha fatto tappa il 15 giugno in AREA Science Park di Trieste il Road Show finalizzato a presentare a potenziali investitori statunitensi imprese e centri nazionali attivi nel campo delle biotecnologie applicate alla salute, il cosiddetto “red biotech”. L’iniziativa, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del Programma di Promozione Straordinaria del Made in Italy negli Stati Uniti e realizzata dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero, intende favorire il partenariato, le diverse forme di collaborazione scientifica e tecnologica e un migliore flusso di informazioni sulle eccellenze italiane in questo settore. Sei Venture Capitalist provenienti dagli USA e responsabili delle decisioni di investimento di aziende e centri di sviluppo americano nell’ambito delle biotecnologie, accompagnati da Paola Bellusci dell’ICE, hanno incontrato un panel di imprese e centri di AREA, introdotti dal Direttore generale Enzo Moi. Il Road Show, che si è concluso il 17 giugno con la visita al Parco Tecnologico Padano di Lodi, intende favorire forme di investimenti esteri in Italia nel settore Biotech, rappresentato nel sistema dei PST italiani.
News
MENZIONE D’ONORE COMPASSO D’ORO 2011 PER MA:DESIGN
“L’andamento del turismo alberghiero italiano da gennaio a maggio di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2010) fa segnare una stagnazione determinata da un pessimo andamento del mese di maggio”. È quanto afferma il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dalla Federazione. “Dopo un +3,3% di presenze a gennaio - prosegue Bocca - la battuta d’arresto di febbraio (-4,4%), la ripartenza a marzo (+1,6%) e un ottimo mese di aprile (+5,7%), purtroppo maggio registra una più che significativa battuta d’arresto (-5,1%) in grado di azzerare completamente i primi spiragli positivi visti finora.” “Per un risultato complessivo - sottolinea il Presidente degli albergatori italiani - che porta a segnare un irrilevante +0,1% di presenze tra italiani e stranieri rispetto ai primi cinque mesi del 2010. “Dati che trovano altre note dolenti sul fronte dei nostri collaboratori che scendono di uno 0,5% a gennaio/ maggio), con una flessione del 2,1% per i lavoratori a tempo indeterminato rispetto ad un +2,1% per i lavoratori a tempo determinato.“Difficile a questo punto -conclude Boccapronosticare il futuro, se non augurarci che l’inizio dell’estate possa ridare uno slancio congiunturale e quindi spontaneo al settore”.
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CULTURA V N.11
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STILE ITALIANO - Cultura nel mondo Anno V Numero 12 luglio - settembre 2011 Registrato al Tribunale di Milano n. 368 del 01.06.2007 Editoriale Spaccato della Cupola del Brunelleschi (Firenze) © 2011; Archivio I.M.T. Srl Milano Eccellenze con le stellette Tradizioni e futuro Mare e tecnologia Con valore verso le stelle Un’arma plurale Tutte le immagini per gentile concessione de Ministero della Difesa © 2011 La regina del moderno pag. 44: Copertina della rivista “Die Dame” Ottobre 1930 Archivio Gioia Mori; pag. 45 Madame d’Ora Tamara de Lempicka in abito da sera di Marcel Rochas, 1931 circa, Collezione Alain e Michèle Blondel; Pag. 46 Tamara de Lempicka con sigaretta 1931-1932 circa Collezione Alain e Michèle Blondel; Pubblicità Nestor in “Die Dame” Dicembre 1930 Archivio Gioia Mori; pag. 47 Copertina della rivista “Swiat” 27 dicembre 1930 Varsavia, Muzeum Narodowe; Copertina della rivista “Swiat”,15 luglio 1933 Varsavia, Muzeum Narodowe; pag. 48-49 Nicholas W. Orloff, Tamara de Lempicka e Salvador Dalí, nel Paderewski Day, nell’ambito della mostra Tamara de Lempicka. Baroness Kuffner, New York, Julien Levy Gallery 18 aprile 1941, Stati Uniti, collezione Richard e Anne Paddy pag. 50 Rafaela su fondo verde (Il sogno), 1927, Collezione privata, courtesy Duhamel Fine Art ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC
pag. 51 Ritratto del marchese Sommi, 1925, collezione privata ©1972 TAH / Museum Masters International NYC, ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC; Ritratto di S. A. I. il granduca Gabriel Constantinovic, 1926, Beverly Hills, collezione J. Nicholson, ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC pag. 52 Ritratto di André Gide, 1924-1925 circa, Beverly Hills, collezione J. Nicholson, ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC; La bella Rafaëla, 1927, Collezione Sir Tim Rice, © Sir Tim Rice, ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC Pag. 53 Ritratto di Ira Perrot, 1923, Collezione privata, ©Tamara Art Heritage / Museum Masters International NYC Gualtiero Marchesi. E l’oro splende. © Gruppo Gualtiero Marchesi e pagg 62-63 © Massimo Borchi Giorgio Vasari. Ecce Homo Archivio I.M.T. Srl Milano La Sila. Lo spettacolo della natura Pag. 76, pag.77 al centro, © Francesco Bevilacqua Tutte le altre immagini per gentile concessione de © Ente Parco Nazionale della Sila Benedetto XVI e la natura Tutte le immagini © Osservatore Romano Roccastrada. La strada nella rocca © Federico Ferraris, Francesco Agostoni Ma che faccia che fai! © Archivio Sergio Giuffrida Architettura, un fenomeno che suscita emozioni © Archivio M’arch’ingegno, © Viola Arduini Il futuro dell’energia © Archivio I.M.T. Srl Luoghi italiani © Archivio I.M.T. Srl L’editore si rende disponibile a regolare eventuali spetttanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire le fonti
Antonio Donadelli Tazio Nuvolari, una leggenda sulle due Marketing: e quattro ruote, Advertising and Subscriptions: un uomo capace diinmandare in delirio le folle, I.M.T. srl International Multimedia Titles Direttore responsabile / Editor Chief: via Paolo Giovio 16, 20144, Milano • Tel. +39 02 45485042 Angela Giannini Pagani Donadelli un padre di famiglia che ha perso entrambi i figli info@stilecultura.it • www.stilecultura.it Coordinamento editoriale / Managing Editor giovanissimi, Stampatore / Printer: P.RE.S.S. Srl, Milano l’amore per la velocità, l’amicizia Mondadori Printing Spa, Verona Progetto graficoFerrari. e art direction / Graphic con Enzo Ora unaProject mostra fotografica, anche Distributore per l’Italia / Distributors: & Art Direction: Valentina Pagani Donadelli di suoi scatti, lo celebra a Palazzo Te Press-di distribuzione stampa e multimedia Srl Impaginazione e fotolito / Layout and Photolithography: Editore / Publisher: I.M.T. srl International Multimedia Titles, Milano
Stile Italiano / N. 12-2011
I.M.T. srl International Multimedia Titles, Milano Viola Arduini, Valentina Pagani Donadelli
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In redazione / Editorial Staff: Tullio Cappelli Haipel, Paolo Colombo, Iulian Curelea, Ester Dalla Valle, Viviana Fedon, Sergio Giuffrida, Cristina Marchesi, Paolo Andrea Mettel, colonnello Giovanni Pastore, Camillo Pefi, Alexandra Sclearenco, Romano Zolla Relazioni Esterne / Public Relations: Maria Lorena Franchi, Milano; Valentina Regusci, New York
20090 Segrate (MI)
Hanno collaborato a questo numero / Contributors to This Issue: Maria Grazia Bonfiglio, Alessandro Busonero, Zenone Dalla Valle, Enrico Dandolo, Gilberto Fedon, Federico Ferraris, Gabinetto del Ministro della Difesa (Giovanni Bozzetti e Arrigo Emiliano) e il Ministero della Difesa, Simone Gabrielli, Gualtiero Marchesi, Gioia Mori, Francesca Laneve, Valeria Pellegrini, Viviana Rodizza, Francesco Rolla, Nicoletta Rolla, Giuseppe Ursini, Marco Valle Numero chiuso il / Issue Closed on: 01/07/2011
STILE ITAL IAN ANNO V N.12
Aeronautica Militare. Ad astra audacter Carabinieri. Un’arma plurale Ignazio La Russa. Soldati Italiani Festa della Marina. Patria e onore
Roccastrada. La strada nella rocca
Pe r d a r e v a l o r e a g r a n d i r i c e t t e hanno scelto due grandi acque.
Ma che faccia che fai! Architettura, un fenomeno che suscita emozioni Il futuro dell’energia Luoghi italiani. Roma e Napoli Mostre & Eventi News
A c q u A PA n n A e S . P e l l e g r i n o . F i n e D i n i n g WAt e r S .
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Sila. Lo spettacolo della natura
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Gualtiero Marchesi. E l’”oro” splende
stile ITALIANO CULTURA NEL MONDO
Tamara de Lempicka. La regina del moderno
LUGLIO - SETTEMBRE
la
Marina Militare. Mare e tecnologia
o m o de n H e l p e s c ” c ro E o : “ i ’l r E a s i a s e V h c o r i a g r M o o i r G tie
CULTURA NEL MONDO
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Esercito Italiano. Tradizioni e futuro
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Eccellenze con le stellette
Eccellenze con le stellette
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Festa della Marina. Patria e onore Tamara de Lempicka. La regina del moderno Sila. Lo spettacolo della natura Roccastrada. La strada nella rocca Ma che faccia che fai! Architettura. Un fenomeno che suscita emozioni Il futuro dell’energia Luoghi italiani. Roma e Napoli