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Gimondi batte Merckx allo sprint
from Gimondi Rapace
De Muynck cade ma salva la maglia rosa
"Ho sbagliato, ho innestato la quarta troppo da lontano", dice Merckx nel fracasso di Bergamo tu o dedicato a Gimondi. "Anch'io devo recitare il mea culpa, e si è imposto chi ha indovinato la mossa. Sapete: le volate si vincono quando non si comme ono errori...», aggiunge Moser. E contento, commosso, Felice di nome e di fa o è Gimondi davan( ad un mare di gente che lo acclama, che lo pronos(ca vincitore anche domani, vincitore del cinquantanovesimo Giro d'ltalia. E un pronos(co da (fosi, un pronos(co di bergamaschi per un bergamasco: la realtà, la sentenza verrà pronunciata dalle lance e del cronometro, e intanto il malandato De Muynck dichiara: "Penso di avere sessanta probabilità su cento di aggiudicarmi il Giro, le altre quaranta sono per Gimondi e Bertoglio, sempre che possa trascorrere una no e tranquilla. Vedete come mi ha rido o il capitombolo di oggi. Niente di grave, però avverto dolori alla spalla..."
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Le campane del Giro suonano gli ul(mi rintocchi. L'orchestra di Raoul Casadei ha concluso stasera le sue rappresentazioni: sono sta( tanghi, valzer e le mazurke dell'addio, e prima di sfogliare il taccuino della giornata vi diremo che la partecipazione di Merckx al prossimo Tour de France è incerta causa il noto malanno al soprassella e che un altro belga di gran nome (Roger De Vlaeminck) farà probabilmente vacanza, perciò Thevenet, Zoetemelk e Maertens non dovrebbero tremare, sempre se a rompere loro uova nel paniere non siano la Scic di Baronchelli e Panizza, la Jolljceramica di Bertoglio e Ba aglin e la Brooklyn di De Muynck. Fra una se;mana, poco più, il Tour sarà il tema del ciclismo d'estate, e vedremo.
La ventunesima tappa è cominciata presto, in un ma;no di rugiada, poiché dalle 5.30 i corridori erano già al tavolo della colazione. Al raduno, Bertoglio confida agli in(mi un mal di gola. La prima citazione è per Algeri che intasca il premio di Condino, e in uno scenario mutevole, ora spumeggiante di verde, ora selvaggio, andiamo al passo di Croce Domini.
La salita misura ven( chilometri e presenta tra; severi, ma il plotone rimane in un fazzole o. Solamente verso il culmine si muove un terze o composto da Oliva, Gandarias e Guadrini, e questo è anche l'ordine di passaggio. Gli altri seguono a 15", la discesa annulla subito il tenta(vo, e nel cunicolo verso Breno il neozelandese Clively promuove una bagarre che spezza la fila e solleci- ll giorno seguente ho riconquistato la maglia rosa e il successo defini vo.
Che cosa devo dire? Che quando mi sono presentato a ri rare il mio numero di partenza nella piazza di Catania non pensavo minimamente di poter vincere per la terza volta il Giro d'Italia?
Certo, non ci pensavo proprio, ma ricordo di essere rimasto maluccio di fronte a cer toli di giornali che mi consideravano sul viale del tramonto, anzi in ne o declino, quasi come uno che avrebbe anche potuto rimanere a casa.
Ricordo pure di aver polemizzato con un paio di giornalis , ritenendo che una certa considerazione mi fosse dovuta, se non altro per la mia esperienza, e comunque niente di grave: in una grande famiglia come la nostra si discute, si polemizza, ci si dice in faccia e per iscri o quello che pensiamo.
A Catania, io pensavo di disputare un Giro dignitoso, di poter o enere un piazzamento onorevole e di vincere una tappa. Una tappa l'ho vinta, ed è stata una grande soddisfazione perché o enuta nella mia ci à, a Bergamo, e in volata per giunta.
La gioia è grande, come potete immaginare, e tornando indietro dirò che già nella cronometro di Ostuni mi ero che il motore girava bene, anzi benissimo, e più avan , dopo una caduta che mi ha fa o tremare, il quarto posto sulle Torri del Vaiolet dove ho ceduto il primato, ma non la speranza di potermi aggiudicarmi il Giro.
Dissi quel giorno che il quarto posto per me significava una vi oria, e non ho sbagliato. E' stato un Giro bellissimo per me, ma non posso dimen care la perdita di un collega, la scomparsa di San esteban, e tu e quelle cadute, quegli inciden che si sono verifica dopo. Invito gli organizzatori alla prudenza, a studiare bene i percorsi, ad evitare i pericoli.
Dobbiamo, tu3 insieme, umanizzare una dura professione.
Felice Gimondi
