6 minute read

Aprile 1998/ Franco Ballerini

vince la sua seconda Parigi-Roubaix.

Ripercorriamo con una raccolta di ar coli del periodo la carriera del corridore toscano dalle Tre valli Varesine alle due Parigi-Roubaix. L’avventura da Ct, fino al tragico schianto nel 2010.

Advertisement

23 Agosto 1987/ Tre Valli Varesine: Prima vi-oria con sorpresa.

VARESE - Ul ma corsa prima che il commissario tecnico Alfredo Mar ni stabilisse la formazione degli azzurri che andranno ai mondiali in Austria. La 67a Tre Valli Varesine ha presentato oltre a un tempo da cani una sola sorpresa, la vi%oria in volata davan allo svedese Nilsson di Franco Ballerini.

II toscano con il suo exploit si è cosi guadagnato una maglia azzurra. Ballerini che ha 22 anni e corre per la Magniflex era fuggito a 15 chilometri dal traguardo con un gruppe%o che comprendeva Baronchelli, Masciarelli, Rominger, Ki%el, Giovanne2, Bergamo Magnago e naturalmente Nilsson.

Il drappello fradicio per i con nui temporali che si sono rovescia sul percorso riusciva a precedere il plotone ormai asso2glia ssimo - di qualche secondo Dopo Nilsson si piazzava Marco Bergamo della Carrera mentre Baronchelli autore di un bel finale e sempre protagonista durante la corsa si classificava quinto. In precedenza pochi gli episodi che hanno cara%erizzato una gara condo%a sopra%u%o nella prima parte con un ritmo molto fiacco. Dopo 75 chilometri aveva preso il largo Valerio Piva, che riusciva a guadagnare oltre tre minu ma veniva poi ripreso a circa metà del percorso. Altro episodio degno di nota Infine la serrata a%enzione che quasi tu2 i capi storici del nostro ciclismo (Moser e Saronni in testa) hanno dedicato ad una fuga del giovane Fondriest

Ordine d’arrivo: BALLERINI Franco (Magniflex) 254,2 km in 6:47:00;

2° NILSSON Kjell ; 3° BERGAMO Marco

C'è una maglia anche per Ballerini:

“Ballerini - ha de o Mar ni - lo avevo già notato precedentemente nel Giro dell’Umbria, era stato uno dei protagonis della fuga principale e anche a Vignola si era sempre mantenuto nel vivo della corsa. Quanto alla gara di oggi Ballerini è riuscito ad emergere alla distanza in un arrivo che presentava una leggera salita. Che ruolo gli darò? Non lo so ancora naturalmente. Anche se ho già le mie idee intorno ai ruoli voglio vedere lo svolgimento delle altre gare che precedono il mondiale. Anche per le riserve deciderò più avan ”

Nel mondiale ‘87 (corso a Villach), vinto dall’irlandese Roche, è stato riserva.

Renaix ‘88: 64º (1° Fondriest)

Chambéry ‘89 : ri rato (1° Lemond)

Utsunomiya ‘90: 47º (1° Dhaenens)

Stoccarda 1991: 12º (1° Bugno).

4 Aprile 1990/ 10° nel Fiandre vinto da Argen n.

Nella Gand-Wevelgem vinta dal belga Frison, Ballerini è terzo. Dopo il brillante inizio di stagione dei ciclis italiani, nella Gand-Wevelgem è arrivata la prevedibile riscossa dei corridori belgi. La seconda delle «classiche» del Nord è stata vinta da Herman Frison che ha regolato in volata i cinque compagni di fuga con cui era sca%ato a 10 chilometri dal traguardo. Secondo si è classificato un altro belga, Johan Musseuw, mentre l'italiano Ballerini ha conquistato un o2mo terzo posto.

Ordine d’arrivo: FRISON Herman (Histor - Sigma) km 204 in 4:59:00; 2° MUSEEUW Johan; 3° BALLERINI Franco

9 Aprile 1995/ Dopo 15 anni un italiano toma a vincere la Parigi-Roubaix:

«Questa corsa è davvero un inferno»

Franco

Ballerini irriducibile uomo del pavé

Dopo una fantas ca fuga di 35 chilometri, Franco Ballerini ha vinto per distacco la Parigi-Roubaix. Secondo ll moldavo Tchmil, terzo Ekimov.

Erano quindici anni che un italiano non vinceva questa corsa.

Franco Ballerini di Firenze sta pedalando, solo, verso il velodromo di Roubaix. Deve guardare bene la strada, deve stare a ento a non prendere con la ruota una lama di pavé, una pietra che sporge. Dall'auto ammiraglia non gli arrivano incitamen! che possano confonderlo: un a$mo di distrazione e il tubolare parte. Lasciamolo tranquillo. Ballerini, 31 anni, ha avuto un lungo, intenso rapporto con la jella. La sfortuna se ne innamorò pazzamente nel 1991 e lui, allo stesso tempo, si innamorò pazzamente della Parigi-Roubaix. Che scontro di passioni. L'unico vero fondista-testone del ciclismo italiano decide proprio nel '91 di anne ersi la più massacrante delle classiche.

E' bravissimo, annienta quasi tu$ gli ostacoli, esce incolume dalla foresta di Arenberg, la fabbrica del pavé, si trova all'a acco alle spalle del francese Madiot nel momento in cui si decide il duello. Una motocicle a del seguito rapisce Madiot, nascondendolo nella polvere della propria scia e spalancandogli la porta del successo. E va bene, è andata male, pazienza. Lo sconfi o rilancia la sfida nel '93. La jella si frega le mani, è pronta all'intervento: affinché il suo bello non si mon! la testa, gli affibbia come compagno di fuga un quarantenne di quelli che non spacchi neppure a picchiarci sopra col piccone: il durissimo Duclos-Lassalle, monumento nazionale del ciclismo transalpino. Il vecchio Duclos rivolge al rivale la gen!le preghiera di non mollarlo: portami a Roubaix e lì giunto trionfa, ma per favore non farmi fare una figuraccia. Ballerini è buono, entra nel velodromo con quella zavorra appesa al sellino. E il vecchio Duclos-Lasalle, memore d'un passato di seigiornista, pesca nei ricordi la migliore volata della sua carriera e rifila all'ingenuo benefa ore il più memorabile dei bidoni. Il toscano, malgrado una spalla lussata, domina la classica che aveva sfiorato per tre volte Ballerini è il diavolo della Roubaix .

A 35 km dal traguardo Ballerini se ne va. Appena un'ora più tardi sarà il sesto corridore italiano dopo Serse e Fausto Coppi (1949 e '50), Bevilacqua (1951), Gimondi (1966) e Moser ( 1978/79 e '80) a vincere la Parigi-Roubaix. Tafi si sgancia e si piazza tra il fuggi!vo, che ha conquistato un minuto di vantaggio, e il resto della pa uglia: è un'avanzata prote$va. Vanderaerden e Dietz s'ammosciano. Ekimov si lancia all'inseguimento, è uno specialista in finalissimi, quindi Bortolami gli si appiccica

12 Aprile 1998/Ballerini recidivo a Roubaix.

In fuga per 60 km il toscano

bissa il successo del ‘95 nella classica francese.

Dopo tante pietre e tanto fango, un microfono per fare una dedica a se stesso: “Facciamo tanta fa ca, tan sacrifici, tan chilometri. Quarantamila all’anno, forse qualcuno in più. E poi spesso cadiamo, ci facciamo male, come è successo a Museeuw. Che cosa dovrei dire? Nulla, le parole non aggiungono nulla. Allora questa Roubaix la dedico a me stesso e alla mia squadra, con buona pace di chi malignava sulle nostre divisioni”. Franco Ballerini, 33 anni, l’irriducibile uomo del pavé affli0o dalle allergie (che cura con l’agopuntura), ha vinto per la seconda volta la Parigi-Roubaix, l’ul ma follia del ciclismo moderno. “Si vede che sono par colarmente ma0o, ma io questa corsa l’amo di un amore speciale. È la seconda che vinco, ma sono felice come la prima. Una volta Francesco Moser mi aveva de0o che vincere la Roubaix dà una sensazione indescrivibile. Arrivare da solo è stato come entrare nel Paradiso”. Ogni Roubaix ha una sua storia e una sua ferita. Quella cui si riferisce Ballerini si misura in cen metri. O0o cen metri (al fotofinish) che nell’edizione del ‘93 lo separano da quel vecchio furbone di Duclos Lassale. Da quella piccola ferita di o0o cen metri sembrava nata la leggenda di Franco Ballerini irriducibile santo del pavé che, per qualche schiaffo della malasorte, arrivava sempre dietro qualcuno. Da quel giorno Ballerini, che è fioren no, giurò che prima o poi quella malede0a corsa l’avrebbe vinta. Tanto ha fa0o che la Roubaix divenne «una cosa sua», un appuntamento speciale da affrontare sempre, pietra dopo pietra, davan a tuC. I risulta gli hanno dato ragione: due primi pos (’95 e’98), un secondo (’93), un terzo (’94) e tan altri piazzamen . Ormai Ballerini, in Francia e in Belgio, è «Monsieur Roubaix», un tolo che non si concede al primo che capita. Prima di Ballerini, questo nomignolo se l’era preso anche Francesco Moser, vincitore di tre edizioni consecu ve(1978-89-80). Davan a queste imprese, anche le polemiche, come quella sulle divisioni della Mapei (la squadra di Ballerini), svaniscono da sole. “Non ci sono spaccature nella Mapei, i problemi li creano gli altri” dice Ballerini pensando alla presunta rivalità di leadership con Zanini e Museeuw. L’a0acco di Ballerini avviene quando mancano 60 km al traguardo.

Davan a lui fango, pavé e tre supers della grande fuga par ta di primo maCno a Saint Quen n. Ballerini li rimonta ad uno a uno rimanendo alla fine da solo.

Gli altri cadono, sli0ano, finiscono nei pra . Ballerini vola ed entra nel velodromo di Roubaix con oltre qua0ro minu di vantaggio. Un trionfo.

Fango, freddo, fa&ca e pavé per l’erede di Moser.

Franco Ballerini ha vinto per la seconda volta la corsa più crudele e più disumana del mondo. Il toscano di Serravalle Pistoiese sarebbe a quota tre come Francesco Moser se nell’edizione del ‘93 Duclos Lasalle non lo avesse tradito facendosi portare al traguardo con la promessa di non disputare la volata e comunque coi due successi e i qua0ro piazzamen derivan da un secondo, un terzo e due quin pos , Franco ben merita la qualifica di gigante della compe zione che mol vorrebbero togliere dal calendario perché piena di pericoli, di minacce, di sen eri dove il buonsenso nega il

Franco Ballerini

This article is from: