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Il restyling nelle gallerie
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IL RESTYLING NELLE GALLERIE
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Molto spesso, quando veniamo chiamati ad offrire consulenza per la verniciatura delle gallerie, siamo costretti a proporre soluzioni che sposano in prima analisi un prezzo molto competitivo e, solo successivamente, una soluzione qualitativamente ottimale. Visto l’elevato chilometraggio di gallerie in Italia, in collaborazione con la Seven Service Srl, la Steikos Srl ha sviluppato un ciclo di lavoro risolutivo dagli elevati standard qualitativo-ambientali che siamo qui ad illustrare: la rasatura delle superfici con successiva verniciatura con vernici fotocatalitiche. Recentemente, la Steikos si è confrontata con la necessità di ripristinare vecchi piedritti delle gallerie già verniciati con sistemi epossidici, epossi-acrilici o “ceramizzati”, applicati però su supporti che presentavano vaiolature e nidi d’ape dovuti a getti di calcestruzzo non esattamente uniformi. Lo smog che si deposita in questi microfori genera l’effetto visivo di “sporco”, nonostante siano stati effettuati interventi manutentivi di lavaggio che, appunto, non riescono ad asportare la polvere e gli idrocarburi depositati anche per la difficoltà di accesso alle microaree.
IL CICLO DI LAVORO
Il sistema individuato per omogeneizzare la superficie esistente consiste nell’esecuzione di un lavaggio accurato, seguito da un ciclo di rasatura dei piedritti mediante applicazione di uno speciale rasante cementizio additivato per la creazione di un substrato idoneo a ricevere il successivo film di vernice. A seguire, si propone una verniciatura mediante applicazione di vernice fotocatalitica bianca (o, come alternativa più economica, una acrilica superlavabile ad elevato contenuto di resina) e una finitura fotocatalitica trasparente particolarmente idrofilica.
1. Esempio di superficie parzialmente rasata per ridurre le vaiolature
TRATTAMENTI SUPERFICIALI
LA FOSBUILD FBLE BIANCA (O ACRIBUILD E) CON IL FOSGALLERY FGLT 1200
Il rasante cementizio additivato
Il comune ciclo di risanamento del calcestruzzo prevede solitamente l’applicazione di una malta cementizia a spessore (fino a 2,0 cm) e di un rasante a bassa granulometria per uniformare la superficie. Nei casi in cui sia presente un vecchio ciclo di verniciatura, che si tratti di vernice epossidica, epossiacrilica, acrilica o ceramizzata si potrà procedere senza prevedere la rimozione della suddetta vernice e l’esecuzione del ciclo malta cementizia + rasante con aggravio di costi; verrà infatti utilizzato il film di vernice esistente, purché ben ancorato, quale fondo su cui applicare il nuovo ciclo di lavorazione. Il rasante cementizio individuato è il Tecnorep Topping Bianco della Società Steikos Srl, avente quale caratteristica principale una granulometria massima degli inerti pari a 160 µ, che assicura un effetto lisciante e la garanzia della penetrazione degli inerti anche nei micro fori della superficie.
La vernice fotocatalitica bianca o acrilica
L’idea di verniciatura si basa sul concetto del “corpo della vernice”, considerando tecnicamente sbagliato prevedere un film molto sottile (< 100 µ) di vernici molto costose, quanto piuttosto un film importante di vernici mediamente costose (> 200 µ). La vernice scelta è la FosBuild FBLE Bianca o la Acribuild E di colore bianco RAL 9010, entrambe prodotte dalla Steikos avente elevate caratteristiche di adesione e un elevato punto di bianco (TiO2 > 23% per Acribuild E).
La finitura fotocatalitica trasparente
Le nuove tecnologie applicate al settore vernici forniscono dei prodotti innovativi quali le vernici fotocatalitiche. Sono vernici “attive” le cui particelle nanotecnologiche riescono a scomporre le molecole di smog in radicali ossidrili o sali inerti. La pittura fotocatalitica attrae l’umidità dell’aria creando un sottilissimo strato di acqua superficiale che inibisce l’adesione degli inquinanti, rendendoli di fatto facilmente removibili.
UN CASO DI STUDIO
Nel test condotto nel Luglio 2018 in una galleria a elevato traffico in via sperimentale è stato applicato il ciclo di lavoro illustrato al fine di valutare: • la corretta adesione dei prodotti alla superficie, da verificare mediante test di adesione durante la manutenzione autunnale; • la lavabilità del film di vernice applicato, da verificare mediante test di lavaggio durante la manutenzione autunnale; • l’omogeneizzazione della superficie dei piedritti e l’eliminazione dell’effetto sporco attualmente esistente.
3A e 3B. Le fasi di rasatura manuale
2. La parete prima dell’intervento 4. La verniciatura bianca della superficie
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5. La verniciatura finale, trasparente fotocatalitica
È stato scelto un concio in prossimità di una piazzola di sosta, dalla superficie di circa 40 m², con presenza di vaiolature e un’area rettangolare rasata. In primo luogo, si è proceduto a un lavaggio semplice delle superfici al fine di rimuovere le polveri esistenti e alla successiva rasatura manuale delle superfici. Attesi i normali tempi di essicazione del prodotto, si è proceduto alla verniciatura della porzione mediante applicazione di vernice acrilica RAL 9010, applicata in due mani, lasciando una fascia di circa 1,5 m * 4 m per successivi test e valutazioni. Infine, è stato applicato uno strato di vernice fotocatalitica trasparente, lasciando un’ulteriore fascia di circa 1 m * 4 m per successivi test e valutazioni.
IL RISULTATO FINALE
La superficie trattata risulta compatta ed omogenea. Di seguito si riportano test termografici per la verifica delle zone d’ombra (dai quali si evince la differenza tra la superficie prima e dopo il trattamento eseguito) e alcune immagini del lavoro eseguito.
LE SPECIFICHE VERIFICATE
I risultati di questi test hanno portato all’assegnazione dei primi lavori in due gallerie da eseguirsi nei prossimi mesi.
Test di adesione
Sono stati eseguiti un test sulla superficie non trattata, uno sulla superficie solo rasata e uno sulla superficie rasata e verniciata. Il risultato è stato soddisfacente.
Test di lavabilità
Sono stati eseguiti un test di lavaggio semplice con detergente e un test con rotolavaggio + detergente. n
(1) Amministratore Delegato della Steikos Srl
6A e 6B. I test termografici 7. La sequenza del trattamento eseguito