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Il Notiziario AIPSS

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News dall’Europa

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rassegne&notiziari A cura di Carlo Polidori(1)

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PROSEGUE LA COLLABORAZIONE CON LA ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI PROFESSIONISTI PER LA SICUREZZA STRADALE, ORGANIZZAZIONE SENZA SCOPO DI LUCRO CON IL MANDATO DI MIGLIORARE LA SICUREZZA DI TUTTI GLI UTENTI DELLA STRADA

Lo spazio di lavoro dei dispositivi di ritenuta in corrispondenza dei punti singolari è un problema spesso affrontato in maniera inadeguata su alcune strade in Italia. Percorrendo le strade e autostrade italiane si incontrano spesso situazioni come quella illustrata nell’esempio in Figura 1, dove la barriera metallica di protezione è posizionata in maniera tale da non poter svolgere con efficacia la sua funzione di attenuazione dell’urto.

Occorre infatti uno spazio libero da ostacoli posto a tergo della barriera, necessario per consentire alla barriera stessa di avere una adeguata “larghezza di lavoro”, come richiesto dalla norma di riferimento specifica. Lo schema di Figura 2 consente di esprimere meglio il concetto: la figura di seguito rappresentata mostra come la barriera, deformandosi a seguito dell’urto, assorbe parte dell’energia sviluppata dall’impatto. A maggiore deformazione corrisponde maggiore assorbimento di energia. La deformazione ottimale è appunto data dalla “larghezza di lavoro” specifica per ciascun tipo di barriera in acciaio. Lo spazio di lavoro si riferisce alle condizioni di appoggio del veicolo in svio, affinché queste siano sufficienti per il corretto funzionamento della barriera, mentre la deformazione dinamica e la larghezza di lavoro si riferiscono al comportamento del sistema in presenza di un veicolo in svio anche nelle sue parti in elevazione: in sostanza, il comportamento complessivo che attenua gli effetti di un urto. Lo spazio di lavoro è finalizzato a garantire, sulle strade esistenti, la larghezza cinematica necessaria al veicolo in svio ma non la resistenza meccanica in caso di impatto, per la quale il Progettista delle installazioni deve prevedere una analisi della capacità del supporto, eventualmente adattando le modalità d’installazione. La Normativa prevede la possibilità di deroghe in presenza di punti singolari del tracciato stradale, quali ad esempio la spalla di un cavalcavia, al fine di evitare un restringimento della carreggiata; occorre però bilanciare le due diverse e contrastanti esigenze in maniera che venga garantita la massima sicurezza possibile, eventualmente predisponendo adeguati (e ben segnalati!) limiti di velocità in caso di restringimenti. Le cause di un non corretto posizionamento possono essere anche molto gravi, come dimostrato dall’incidente occorso il 21 Gennaio 2017 sull’Autostrada A4, dove un autobus ha preso fuoco nei pressi dell’uscita Verona Est, dopo avere urtato la pila di un viadotto, causando 16 morti accertati e 40 feriti. Dalle immagini scattate dai Vigili del Fuoco, si evince che la barriera metallica è molto vicina alle pile del viadotto: una corretta misura non risulta possibile dalla sola imagine, quindi non si può affermare che lo spazio di lavoro non sufficiente abbia contribuito all’impatto sulla pila. Rimane, insieme al dubbio, la consapevolezza di cosa potrebbe comportare un posizionamento inadeguato dei dispositivi di ritenuta. Al fine di migliorare i livelli di sicurezza delle infrastrutture stradali in Italia, occorre pertanto implementare un programma di riqualifica e adeguamento di cui la parte relativa alle barriere stradali dovrebbe costituire un importante capitolo. n

1. Un esempio di inadeguata protezione di un punto singolare (spalla di un cavalcavia (photo credit: Carlo Polidori)

2. Il concetto di larghezza di lavoro (spalla di un cavalcavia - Fonte: ANAS - “Quaderni tecnici”, vol. 6) Ulteriori informazioni sulle attività dell’Associazione possono essere richieste a info@aipss.it.

(1) Presidente di AIPSS

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