Dieci e lode 5

Page 1

Erica Ramazzotti


RICOMINCIAMO! Ansiosa attesa Se gli alieni atterrassero in classe Non voglio diventare grande Ritornare a scuola Bentornati! La magia di un libro... I segreti del testo: Osservando le formiche I segreti del testo: Il capobanda I segreti del testo: Caccia a Moby Dick I segreti del testo: La peste nera I segreti del testo: L’alieno I segreti del testo: Naufragio!

8 9 10 12 14 15 16 17 18 20 22 23

U.d.A. 1 • IL TESTO NARRATIVO

24

IL RACCONTO DI FANTASCIENZA I segreti del testo: La sentinella Turg L’astronave prigioniera Le abitudini di Meccanopoli Pik, il bambino venusiano Un prigioniero da studiare Laboratorio sul lessico: I prefissi Esemplari da osservare Laboratorio: io scrittore! Stagione autunno: Stagione di funghi Stagione autunno: Bosco in autunno Laboratorio: autunno!

26 28 30 32 34 35 36 37 38 40 41

IL RACCONTO FANTASY I segreti del testo: La battaglia degli stregoni La fuga di Bilbo La foresta incantata Il lago delle nebbie La combinazione segreta Laboratorio: io scrittore!

42 44 46 48 50 53

IL RACCONTO GIALLO I segreti del testo: Banconote false Un passo falso L’eredità scomparsa Smascherato!

2

54 56 58 60

Ciak, si ruba! La foto rivelatrice Un giallo in cucina Laboratorio: io scrittore! IL RACCONTO STORICO I segreti del testo: Antonio e Cleopatra Tutti per uno e uno per tutti Niente più scuola Il grande sole di Hiroshima Il muro di Berlino Continueremo a vivere Laboratorio: io scrittore! Cittadinanza e Costituzione: Aggiungi un posto... in classe! (test) Cittadinanza e Costituzione: La giornata della memoria Cittadinanza e Costituzione: Il cammino della libertà Cittadinanza e Costituzione: Onu LA BIOGRAFIA I segreti del testo: Il sogno di un mondo migliore Uno scrittore stravagante Rita Levi Montalcini Laboratorio sul lessico: Parole in prestito Il papà di Sherlock Holmes Il maestro del cinema italiano Laboratorio: io scrittore! Stagione inverno: Guarda: nevica! Stagione inverno: La storia dell’albero di Natale Stagione inverno: Un Natale lontano da casa Stagione inverno: Piante portafortuna Stagione inverno: La storia della Befana Stagione inverno: Le origini del Carnevale Laboratorio: inverno! IL DIARIO DI VIAGGIO I segreti del testo: Dal diario di un naufrago Overland 10

62 63 64 65

66 68 70 71 72 74 75 76 77 78 79

80 82 84 85 86 88 89 90 91 92 94 95 96 97

98 100


Verso la Bolivia A bordo della Peggy Sue Una bella vacanza Senza soldi in tasca Laboratorio: io scrittore!

101 102 104 106 109

U.d.A.2 • IL TESTO DESCRITTIVO

110 112 113 114 115

I segreti del testo: Descrivere... un personaggio I segreti del testo: ... una situazione I segreti del testo: ... emozioni e sentimenti I segreti del testo: ... personaggi e ambienti fantastici

PERSONE E PERSONAGGI Il maestro Scossetta Laboratorio sul lessico: Le espressioni figurate Braccio di Ferro C’è lettore e lettore Cittadinanza e Costituzione: Sai capire gli altri? (test) Cittadinanza e Costituzione: Questi fratelli... Cittadinanza e Costituzione: Amore o innamoramento? Mia madre

124 126

AMBIENTI E SITUAZIONI Piccolo mondo di fiaba La casa-cubo La valle dell’ombra Incubo!

128 130 132 133

EMOZIONI E SENTIMENTI L’arrivo di Teresita La gelosia di Jacob

134 136

PERSONAGGI E AMBIENTI FANTASTICI Paesi spaziali La strega Suprema Laboratorio: io scrittore!

138 140 143

116 117 118 120 122 123

U.d.A 3 • IL TESTO POETICO

144

I segreti del testo: La poesia

146

POESIE PER GIOCARE Gli Strulli Attenzione attenzione

148 149

POESIE PER PARLARE La bambina del futuro Teresa – Padre

150 151

POESIE PER RIFLETTERE Verrà un giorno – Prima la pace quaggiù 152 Nasceranno uomini migliori – Se istruisci un popolo 153 POESIE SULLE EMOZIONI Tramonto Ode al giorno felice – Sono contento

154 155

POESIE SULLA NATURA Luna mirtillo – Il salice piangente Torrente – La foresta pluviale Il girasole Neve nel bosco – Canzonetta d’amore per il vento

156 157 158 159

POESIE COME RACCONTO Ricordi d’infazia – Ricordo Il villoso calabrone – Il porcospino

160 161

POESIE DIALETTALI Avarizzia – Accidia 162 L’agnello infurbito – La gratitudine 163 A Ancona – Primavera vissina 164 Laboratorio: io scrittore! 165 Cittadinanza e Costituzione: Difendiamo il pianeta! (test) 166 Cittadinanza e Costituzione: I ghiacciai 167 Cittadinanza e Costituzione: Imballaggi intelligenti 168

3


U.d..A. 4 • IL TESTO TEATRALE

170

I segreti del testo: Il testo teatrale Pollo allo spiedo Il proverbio L’esame settimanale Laboratorio: io scrittore! Stagione primavera: Cielo di primavera Stagione primavera: Una gita in bici Stagione primavera: Uova colorate Laboratorio: primavera!

172 174 176 178 181 182 184 186 187

U.d..A. 5 • IL TESTO INFORMATIVO

188

U.d..A. 6 • IL TESTO ARGOMENTATIVO214

190 192 193 194 195 196 197 198

I segreti del testo: La casa di tutti 216 218 Che bello: sono ammalato! Laboratorio sul lessico: Amplia il tuo vocabolario 219 Che futuro ci aspetta? 220 Per un hamburger 222 Laboratorio sul lessico: Parole che viaggiano 223 Cittadinanza e Costituzione: A tavola! (test) 224 Cittadinanza e Costituzione: Cucine mediterranee 225 Cittadinanza e Costituzione: Ciccio è bello, sì, però... 226 L’estinzione dei dinosauri 228 Laboratorio: io scrittore! 229

IL GIORNALE I segreti del testo: Il quotidiano Il titolo visto da vicino L’articolo di cronaca Dimentica la moglie in autogrill La storia di Pepeto e Briciola La rivista Il giornale in rete L’ipertesto LA PUBBLICITÀ I segreti del testo: La pubblicità «Saper leggere» la pubblicità A ogni ora il suo spot La pubblicità progresso Laboratorio: io pubblicitario! La locandina Che cosa manca? Attenzione alle etichette! Cittadinanza e Costituzione: Difendi il tuo corpo! (test) Cittadinanza e Costituzione: Prudenza! Cittadinanza e Costituzione: Malattie del benessere Cittadinanza e Costituzione: W l’igiene personale

4

200 202 203 204 205 206 207 208 210 211 212 213

U.d..A 7 • IL TESTO REGOLATIVO

230

I segreti del testo: I diritti dei bambini Dichiarazione universale dei diritti dell’animale La Costituzione italiana Regole in biblioteca Cittadinanza e Costituzione: Giusto o sbagliato? (test) Cittadinanza e Costituzione: Parcheggiare la bicicletta Cittadinanza e Costituzione: Il semaforo stanco Cittadinanza e Costituzione: Attenzione! Per strada... Stagione estate: Vacanze in Sicilia Stagione estate: Jona e i granchi Laboratorio: estate! Cittadinanza e Costituzione: Acqua da salvare Cittadinanza e Costituzione: Guerre per l’acqua Cittadinanza e Costituzione: Lo spreco dell’acqua

232 234 236 239 240 241 242 243 244 246 247 248 250 252


TIPOLOGIE TESTUALI Ricominciamo! 8, 9, 10-11, 12-13, 14, 15 U.d.A. 1 • IL TESTO NARRATIVO, 24-25 Il racconto di fantascienza: 28-29, 30-31, 33-33, 34, 36 Il racconto fantasy: 44-45, 46-47, 48-49, 50-52 Il racconto giallo: 56-57, 58-59, 60-61, 62, 63, 64 Il racconto storico: 68-69, 70, 71, 72-73, 74 La biografia: 82-83, 84, 86-87, 88 Il diario di viaggio: 100, 101, 102-103, 104-105, 106-108 U.d.A. 2 • IL TESTO DESCRITTIVO, 110-111 Persone e personaggi: 116, 118-119, 120-121, 126-127 Ambienti e situazioni: 128-129, 130-131, 132, 133 Emozioni e sentimenti: 134-135, 136-137 Personaggi e ambienti fantastici: 138-139, 140-142 U.d.A. 3 • IL TESTO POETICO, 144-145 Poesie per giocare: 148, 149 Poesie per parlare: 150, 151 Poesie per riflettere: 152, 153 Poesie sulle emozioni: 154, 155 Poesie sulla natura: 156, 157, 158, 159 Poesie come racconto: 160, 161 Poesie dialettali: 162, 163, 164 U.d.A. 4 • IL TESTO TEATRALE, 170-171 172-173, 174-175, 176-177, 178-180 U.d.A. 5 • IL TESTO INFORMATIVO, 188-189 Il giornale: 192, 193, 194, 195, 196, 197 L’ipertesto: 198 La pubblicità: 202, 203, 204, 206, 207, 208 U.d.A. 6 • IL TESTO ARGOMENTATIVO, 214-215 218, 220-221, 222, 228 U.d.A. 7 • IL TESTO REGOLATIVO, 230-231 234-235, 236-238, 239

CITTADINANZA E COSTITUZIONE Educazione alla cittadinanza: 76-79 Educazione all’affettività: 122-125 Educazione ambientale: 166-169, 248-252 Educazione alla salute: 210-213 Educazione alimentare: 224-227 Educazione stradale: 240-243

LABORATORI I segreti del testo: 16, 17, 18-19, 20-21, 22, 23, 26, 42-43, 54-55, 66-67, 80-81, 98-99, 112, 113, 114, 115, 146-147, 172-173, 190191, 200-201, 216-217, 232-233 Io scrittore!: 37, 53, 65, 75, 88, 109, 143, 165, 181, 205, 229 Laboratorio sul lessico: 35, 85, 117, 219, 223 Laboratorio sulle stagioni: 41, 97, 187, 247

ARGOMENTI DELLE LETTURE Scuola e insegnanti: 8, 9, 12-13, 14, 36, 76, 116, 122, 178-180, 214 Bambini: 10-11, 17, 70, 123, 134-135, 176-177, 230, 232-233 Animali: 16, 20-21, 161, 163, 193, 195, 234-235, 246 Viaggi, esperienze e avventure: 18-19, 23, 54-55, 56-57, 58-59, 60-61, 62, 63, 64, 98-99, 100, 101, 102-103, 104-105, 106-108, 132, 244-245 Personaggi e situazioni particolari: 22, 26-27, 28-29, 30-31, 32-33, 34, 36, 42-43, 44-45, 46-47, 48-49, 50-52, 83-83, 84, 86-87, 88, 110, 112, 115, 118-119, 120-121, 130-131, 133, 138-139, 140-142, 148, 149, 162, 164, 170, 174-175, 213, 242 Ambiente e natura: 20-21, 38-39, 40, 147, 150, 154, 156, 157, 158, 159, 161, 166, 167, 182-183, 216-217, 220-221, 222, 246, 248-249, 252 Storia, miti e leggende: 66-67, 68-69, 70, 71, 72-73, 74, 95 Famiglia, amicizia e affetti: 32-33, 90, 92-93, 124-125, 126-127, 136-137, 151, 160, 176-177, 182-183, 184-185, 194, 218 Società e attualità: 79, 91, 94, 96, 152, 153, 168-169, 186, 200-201, 204, 210-211, 212, 216-217, 220-221, 222, 232-233, 234-235, 236-238, 239, 240, 241, 243, 248-249, 250-251, 252 Emozioni e sentimenti: 114, 122, 124-125, 128-129, 132, 133, 136-137, 155, 156, 160, 162, 164, 195 Informatica, media e lettura: 15, 24, 120-121, 190-191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 198-199, 200-201, 202, 203, 204, 206, 207, 208-209, 214 Multicultura: 92-93, 134-135, 146, 186, 225, 232-233 Alimentazione: 174-175, 188, 203, 208-209, 222, 224, 225, 226-227

ATTIVITÀ LINGUISTICHE Rifletti sulla lingua: 8, 19, 21, 31, 33, 40, 45, 48, 50, 56, 57, 61, 64, 68, 87, 91, 95, 96, 100, 118, 120, 129, 130, 132, 135, 138, 141, 149, 150, 152, 154, 156, 159, 160, 161, 179, 186, 202, 234, 245 Per comprendere: 8, 9, 11, 13, 16, 17, 19, 21, 22, 23, 29, 33, 34, 36, 39, 45, 47, 50, 57, 59, 61, 62, 63, 64, 68, 70, 73, 74, 78, 79, 83, 84, 87, 88, 90, 91, 93, 94, 95, 100, 101, 103, 105, 108, 116, 119, 123, 125, 126, 128, 129, 131, 132, 134, 136, 139, 140, 142, 148, 149, 150, 151, 152, 153, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 167, 169, 175, 176, 178, 183, 184, 192, 193, 194, 195, 197, 202, 204, 209, 211, 213, 218, 220, 221, 222, 225, 227, 228, 236, 237, 239, 242, 245, 246, 248, 249, 250 Pensaci su!: 10, 13, 15, 31, 33, 34, 36, 38, 40, 47, 49, 52, 61, 69, 70, 71, 73, 74, 77, 87, 90, 92, 94, 96, 105, 119, 121, 123, 125, 127, 129, 131, 132, 133, 135, 137, 139, 141, 148, 150, 151, 152, 153, 154, 155, 156, 158, 163, 164, 169, 177, 182, 183, 185, 186, 194, 195, 196, 197, 199, 202, 209, 212, 218, 221, 222, 227, 235, 238, 241, 246, 250, 252 Sappiamo che…: 46, 52, 56, 71, 73, 104, 106, 138, 183, 198, 220 Dizionario: 11, 28, 34, 38-39, 40, 45, 49, 59, 70, 77, 84, 87, 96, 101, 107, 108, 116, 119, 120, 121, 131, 137, 139, 141, 151, 155, 161, 162, 163, 197, 198, 209, 244

COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI (compresi uno sguardo a ...) Storia: 66-67, 68-69, 70, 71, 72-73, 74, 77, 78, 80-81, 91, 96, 223, 228, 237 Geografia: 91, 92-93, 101, 102-103, 104-105, 106-108, 186, 225, 250-251 Scienze: 16, 38-39, 40, 77, 84, 94, 113, 147, 156, 157, 158, 161, 167, 168-169, 221, 228 Informatica: 197, 198-199

5


Leggere e studiare un libro è come interpretare una mappa. In particolare, ogni pagina di «DIECI E LODE» ti fornisce informazioni affinché tu sappia sempre che cosa stai leggendo e quale argomento stai affrontando. Osserva attentamente le indicazioni seguenti, ti aiuteranno a comprendere i segreti del tuo libro dei linguaggi.

L’Unità di Apprendimento (U.d.A.) analizzata è indicata in alto e contraddistinta da un colore specifico.

Vicino al numero di pagina troverai indicata la tipologia di testo affrontata.

Pagine particolari invitano a guardarti intorno per individuare gli elementi naturali che contraddistinguono le stagioni e, attraverso le tipologie testuali, scoprire usanze e tradizioni di ogni periodo.

SAPPIAMO CHE... Nella rubrica con la lente troverai approfondimenti relativi all’argomento trattato.

La rubrica caratterizzata dall’icona con il dizionario ti spiega il significato dei vocaboli difficili e dei neologismi, oppure ti invita a ricercarlo.

6

Pennellate di colore mettono in evidenza nozioni specifiche e definizioni sul tipo di testo trattato. RIFLETTI SULLA LINGUA

Il riquadro raffigurante un post-it indica le attività dirette all’analisi del testo.


«I segreti del testo» ti guidano alla scoperta degli elementi che caratterizzano ogni tipologia testuale. Si parte dalla lettura di un brano e si prosegue con esercizi mirati di riferimento che ti insegnano a riconoscere le parti fondamentali che contraddistinguono e diversificano i testi.

Pagine di laboratorio sul lessico ti permettono di consolidare la conoscenza e l’uso corretto dei vocaboli che costituiscono la lingua italiana. Ogni Unità di Apprendimento termina con un laboratorio linguistico, per verificare la comprensione degli argomenti trattati e sviluppare la capacità di scrivere un testo autonomamente.

L’impostazione della pagina cambia per mettere in evidenza le parti dedicate alla convivenza civile, che comprendono un piccolo test, divertente e allo stesso tempo utile all’autoanalisi.

PER COMPRENDERE

PENSACI SU!

Le attività dirette alla comprensione del testo e alla riflessione sui significati trasmessi sono chiaramente indicate e messe in evidenza da titoli specifici. Gli esercizi proposti, oltre ad aiutarti a capire quello che leggi, ti indicano come esprimere il tuo punto di vista e immedesimarti in ruoli e situazioni differenti.

UNO SGUARDO A...

Infine ulteriori rubriche propongono collegamenti tra gli argomenti trattati e le altre discipline. E ora BUONA LETTURA e BUON DIVERTIMENTO!

7


R i c o m i n c i a m o!

Ansiosa attesa Prisca era un po’ preoccupata perché quell’anno avrebbe avuto una nuova maestra. Chissà che tipo era? Erano ormai molti giorni che ci pensava, piena di curiosità e di apprensione. La maestra Argia Sforza si era già preannunciata con una stranezza: aveva fatto sapere alle famiglie che per le sue alunne non voleva il solito nastro blu al collo ma un nastro speciale, rosa a pallini celesti, che si trovava solo dal merciaio di viale Gorizia, che purtroppo, però, aveva esaurito questo tipo di nastro. – Ne ho ordinato una nuova partita – aveva detto alla mamma di Prisca – ma ci vorranno almeno una decina di giorni prima che arrivi. – Ecco! Perché non l’hai comprato la settimana scorsa con la nonna di Elisa? – disse Prisca in lacrime alla mamma. – Io senza il fiocco a scuola non ci vado. La maestra mi sgriderà, mi metterà una nota! – Oh, non farla tanto lunga per così poco! Ti scriverò una giustificazione. – Non ci vado, non ci vado e non ci vado! La mamma sospirò e poi disse: – E va bene, vuol dire che ti accompagnerò io a scuola, le dirò che è stata tutta colpa mia. – Ti va bene così? – chiese il papà. – Sì – rispose Prisca. Ma tenne il broncio per tutta la serata. B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

R IFLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel testo gli indicatori temporali.

PENSACI SU! to di Prisca? E tu come ti saresti comportato/a al pos Raccontalo sul tuo quaderno.

8

PER COMPRENDERE Rispondi: • I fatti narrati si svolgono: in un tempo determinato. in un tempo indeterminato. • Il racconto è: di tipo fantastico. di tipo realistico.


R ic om in cia m o !

Se gli alieni atterrassero in classe Questa mattina il signor McCluskey ha domandato alla classe: – Quando gli alieni dallo spazio profondo arriveranno sulla terra, che lingua credete che useranno per comunicare? Per un po’ c’è stato un silenzio assoluto. Tutti pensavamo: «Non sarà mica impazzito?». Io ho anche pensato: «Forse sì, così ci manderanno tutti a casa». Poi Daly si alza in piedi e dice: – Parleranno inglese. – No – interviene il signor McCluskey – non parleranno né inglese né tantomeno italiano. Useranno la matematica. E tu, Johnny Couglan – continua – puoi illuminare la classe su questo punto? Perché gli alieni useranno la matematica? E togliti quella matita dall’orecchio, prima di perforarti quel poco di cervello che hai. – Non so perché useranno la matematica. – Certo che non lo sai – riprende il signor McCluskey – per cui siediti che ve lo spiego io. Useranno la matematica perché è il linguaggio dell’universo. E lo sapete perché? No? Ve lo dico io. La matematica è il linguaggio dell’universo perché, mentre i diversi popoli usano diverse lingue, i numeri sono uguali per tutti. E lasciate che vi dica un’altra cosa: se gli alieni dallo spazio profondo atterrassero in questa classe proprio ora, non sareste in grado di capirli, perché in matematica siete tutti delle schiappe. Poi il signor McCluskey si gira, disegna qualcosa sulla lavagna e ordina: – Mickey Murphy, per favore, spiega alla classe che cos’è questa figura. Murphy si alza in piedi, guarda la lavagna ed esclama: – È un disco volante! – No, non è un disco volante – replica il signor McCluskey. – È un triangolo isoscele. E questo è stato quello che abbiamo imparato oggi a scuola: come parlare agli alieni.

PER COMPRENDERE Indica il significato corretto.. • Schiappe: fenomeni.

incompetenti.

• Alieni: immigrati.

extraterrestri.

Riscrivi il testo trasformando il discorso diretto in discorso indiretto. Che cosa pensi tu degli alieni? Raccontalo sul quaderno.

J. W. Sexton, Il diario di Johnny «Bara», Mondadori

9


R i c o m i n c i a m o!

Non voglio diventare grande – Non voglio diventare grande! – disse Pippi. – Nemmeno io – fece eco Annika. – Davvero, non c’è proprio da augurarselo – approvò Pippi. – I grandi non si divertono mai; hanno solo da lavorare, degli abiti buffi, i calli e le tasse cumunali. – «Tasse comunali», si dice – corresse Annika. – Indifferente, tanto s’intende sempre la stessa robaccia – disse Pippi. – E poi sono pieni di superstizioni e di fisime: credono per esempio che succederà chissà cosa, magari di tagliarsi, se ci si infila il coltello in bocca, e così via. – Non sanno nemmeno giocare – disse Annika. – Che noia, dover diventare grandi! – E chi ha mai detto che si debba? – chiese Pippi. – Se la memoria non m’inganna, devo avere un paio di pillole da qualche parte... – Che pillole? – domandò Tommy. – Delle pillole ottime per chi non vuole diventar grande – disse Pippi, saltando dal tavolo. Cercò dappertutto e un istante dopo ricomparve con tre granelli simili a piselli gialli. PENSACI SU! – Piselli? – chiese Tommy, stupito. Secondo te, è piacevole oppure – Sembrano proprio dei piselli, eh? E invece no diventare grande? non lo sono affatto – disse Pippi. – Sono pilScrivi tre affermazioni positive e lole Cunegunde. Me le diede molto tempo tre negative del diventare grandi. fa, a Rio, un vecchio capo indiano quando lo pro: convinsi con un giro di parole. 1 – Bastano queste pillole? – chiese Annika, 2 dubbiosa. 3 – Senz’altro – assicurò Pippi. – Ma bisogna inghiottirle al buio, e recitare questa formula magicontro: ca: «Piccole e belle Cunegunde, non voglio mai diventare 1 grunde». 2 – «Grande», vuoi dire – la riprese Tommy. 3 Come ti immagini da grande? Raccontalo sul tuo quaderno.

10


R ic om in cia m o !

– Se ho detto «grunde» significa che voglio dire «grunde» – disse Pippi. – Il trucco sta proprio qui: quasi tutti dicono «grande», e non potrebbero commettere sbaglio peggiore, perché allora si comincia a crescere e non si smette più. – Non ho il coraggio di mangiare queste pillole – disse Annika, spaventata – sarebbe terribile, se dovessi sbagliare. – Non puoi sbagliare – la rassicurò Pippi. – Se lo pensassi, sta’ certa che non ti offrirei le mie pillole. – Va’ là che non sbagli, Annika! – la incitò Tommy. Pippi diede a Tommy e ad Annika una pillola Cunegunda per ciascuno, mentre un brivido correva loro per la spina dorsale; pensate, un attimo dopo le pillole miracolose si sarebbero depositate nel loro stomaco e questo era sufficiente perché non dovessero mai, mai diventare grandi. Che meraviglia! – Ora! – sussurrò Pippi. Ed essi ingoiarono le loro pillole. – Piccole e belle Cunegunde, non voglio mai diventare grunde – recitarono tutti e tre. Era fatto. Pippi riaccese la luce. – Splendido! – esclamò. – Com’è semplice evitare di diventare grandi, di avere calli e altri malanni. Solo, le pillole sono rimaste così a lungo nel mio armadio, che non si può essere matematicamente sicuri che non abbiano perduto il loro potere. Ad ogni modo, speriamo per il meglio. A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Salani

PER COMPRENDERE

Cerca sul dizionario il significato di fisima. Poi scrivilo sul quaderno e discutine in classe.

Leggi attentamente il brano, poi completa le parti mancanti. Pippi non vuole diventare grande, così propone ai suoi amici di frase: I tre amici prendono le pillole anche se

e recitare la . .

11


R i c o m i n c i a m o!

Ritornare a scuola In realtà erano contenti di ritornare a scuola. L’estate sfioriva e la noia aveva fatto capolino nelle lunghe giornate di caldo. Sotto sotto aspettavano il primo giorno di scuola. In fin dei conti, anche se borbottavano e si lamentavano, erano contenti. E anche se avevano un pizzico di paura del nuovo maestro, era tempo di dare inizio all’ultimo anno delle scuole elementari. Intanto bisogna dire che non si aspettavano un maestro del genere. Se ne stava lì, seduto dietro alla cattedra come un vecchio gufo. Carlo si chiedeva come fosse possibile che un nuovo maestro fosse così. Maamar si avvicinò per accertarsi di non vedere doppio, o triplo... o quadruplo. Ma tutte quelle rughe erano vere? Gli scolari si guardarono l’un l’altro turbati. Erano realmente, assolutamente, inequivocabilmente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo, e invece gli avevano rifilato quel grosso signore, con i capelli bianchi che gli andavano da tutte le parti, gli occhialini sulla punta del naso e una pancia che rischiava di essere l’unico pallone che avrebbero visto durante tutto l’anno scolastico. Anche la voce li colse di sorpresa.

12


R ic om in cia m o !

Nina sobbalzò quando udì quella tonalità bassa e grave, sembrava provenire da un altro mondo. Così come furono sconcertati dalle prime parole emesse da quella voce. Non «buongiorno», né «mi chiamo», né «sedetevi». Ma semplicemente: «Ho un regalo per voi». Quello che sarebbe stato il loro maestro posò un pacchetto regalo sul banco di ogni alunno. Costanza aprì il suo pacchetto e scoprì un mazzo di carte identico a quello dei compagni: un mazzo di carte simile a quelli che si comprano nei negozi, con i cuori e i quadri, i fiori e le picche. – Allora quest’anno si gioca a carte? – domandò Benedetta ad alta voce, pensando al nonno che passava le giornate a giocare a carte. Fu lei la prima ad accorgersi che non si trattava di un vero mazzo di carte. Sul dorso di ogni carta c’era scritto JOLLY. E dall’altra parte c’erano diverse frasi: un un un un un un un

jolly... jolly... jolly... jolly... jolly... jolly... jolly...

per restare a letto. per non andare a scuola. per arrivare a scuola in ritardo. per perdere il quaderno dei compiti. per copiare dal vicino di banco. per fare il pagliaccio. per dire una bugia...

Gli alunni erano stupefatti, ipereccitati, ma l’anno scolastico era appena iniziato ed era decisamente troppo presto per fare baccano. – Adoro fare i regali. Ho intenzione di farvi dei regali tutti i giorni. Regalo di tutto il programma, regalo di libri, regalo di grammatica, regalo di coniugazioni, regalo di parole.

PENSACI SU!

E tu quali jolly vorresti avere? Pensaci attentamente. 1 2 3

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Come si sentivano i ragaz zi il primo giorno di scuola? • Com’era il nuovo maestro ? • Cosa disse per prima co sa? • Che cosa diede agli alunn i? • E loro come reagirono?

S. Morgenstern, Un mazzo di jolly, Nord-Sud Edizioni

13


R i c o m i n c i a m o!

Bentornati! Era il primo giorno di scuola, mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni. I ragazzi erano eccitati e il brusìo delle loro voci si diffondeva tra le aule e il corridoio: si raccontava dell’estate, si ricordava l’anno scolastico precedente e soprattutto si discuteva sulle aspettative per il nuovo anno, quando... – Ragazzi... scusate... ehi!... – il Grande Libro cercava di farsi sentire, prima a bassa voce, poi sempre un po’ più forte finché, fra il chiasso generale... – RAGAAAZZIIIII!!! Di colpo il silenzio... – Con le buone maniere si ottiene tutto – sospirò il Grande Libro. – Sono tornato per augurarvi un buon anno scolastico e per spronarvi a dare il massimo: anche quest’anno avrete tante belle cose da imparare! – Ma ormai sappiamo fare tutto – disse Ilaria. – Sappiamo leggere e scrivere, che altro dobbiamo imparare? – Questo è vero – rispose il Grande Libro – l’anno passato mi leggevate e mi sfogliavate così in fretta da farmi provare il solletico... Siete diventati dei bravi lettori, precisi e veloci, avete imparato a distinguere tante tipologie di testi e a divertirvi con personaggi reali e a volte un po’ buffi... ma qui inizia la parte più difficile! Quest’anno dovete imparare a «entrare dentro il testo», a calarvi nelle parole, a carpire il significato dei brani letti, anche quelli meno espliciti. I lettori in gamba interpretano e rielaborano in modo personale quanto leggono, sanno ascoltare gli altri, percepire le loro emozioni e i loro sentimenti... in buona sostanza si immedesimano nei panni di chi scrive. – Ma ne saremo all’altezza? – lo interruppe Ilaria preoccupata – questa mi sembra una cosa da grandi... – Io vi aiuterò – rispose il Grande Libro – insieme ai racconti ho inserito tra le mie pagine tante curiosità e informazioni... e a fine anno vedrete che sarete grandi, dei grandi lettori! E. Ramazzotti

14


R ic om in cia m o !

La magia di un libro… I libri si offendono quando vengono dati in prestito; perciò spesso non ritornano.

Niente come la lettura di un libro, nell'apparente quiete e nel silenzio, può dischiudere in modo imprevedibile la vista di nuovi orizzonti di vita.

Kokoschk T. De Mauro

PENSACI SU! Il verbo leggere non sopporta l'imperativo. G. Rodari

Dopo aver letto le frasi, discuti in classe con l’insegnante e i compagni. • Che cosa rappresentano i libri e la lettura per ogni autore? • Quale frase ti sembra più significativa? Perché?

I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti. C. Eliot

15


Osservando le formiche Abbiamo appena attaccato a trebbiare il grano, che si sentono le In un racconto possiamo trovasirene urlare. È scoppiata la guerra. re varie tipologie di sequenze: Mentre seguo i discorsi degli altri, che parlano della guerra, gli occhi • NARRATIVE, in cui prevale la mi vanno a finire su una lunga fila di formiche che stanno traspor- narrazione dei fatti; • DESCRITTIVE, dove vengono tando le provviste per l’inverno. Sembra che pure esse abbiano sentito le sirene della guerra e prov- descritti i personaggi o gli ambienti; vedano per i tempi di carestia; le vedo correre su e giù in due file • RIFLESSIVE, in cui vengono parallele. Mi alzo e seguo la colonna, è lunga diversi metri, sembra riportati pensieri, opinioni o non finire mai. Mi siedo vicino all’ingresso della loro città sotterra- stati d’animo dei personaggi. nea: quelle che arrivano sono cariche di cibo e quelle che hanno già scaricato, tornano a caricare; quando il peso è troppo, sono in due a tirare, fanno certi sforzi da non dire. I contadini le chiamano ladre, perchè rubano il grano. A pensarci bene, non mi sembra giusta questa affermazione. Penso, invece, che esse sono al mondo come noi, prendono dalla natura quello che essa offre. Per esempio, se invece di stare qui in mezzo al grano, questo accampamento di formiche fosse in mezzo al prato, non ruberebbero certamente il grano, ma prenderebbero i semi delle erbe e tutto quanto è utile per i loro bisogni. Riad. da P. Magrini, Per una fetta di pane, Rinascita

PER COMPRENDERE UNO SGUARDO A... SCIENZE! Le formiche sono, insieme alle api, i più noti fra gli insetti sociali, nel senso che vivono riuniti in società ove ogni individuo lavora in funzione del benessere della comunità.

16

ZE N E U Q E S E I segreti del testo: L

Leggi attentamente il brano poi colora le sequenze rispettando la legenda. SEQUENZA NARRATIVA SEQUENZA DESCRITTIVA SEQUENZA RIFLESSIVA


Il capobanda Non so perché fossi io il capo della banda: non ero più forte, più veloce o più coraggioso degli altri. Però a scuola scrivevo bei pensieri. Avevo le parole, e le parole servono, per fare il capo. Le bande combattevano una contro l’altra. Non mi ricordo se ci fossero dei motivi. Ricordo solo che ai prigionieri facevamo un processo nella nostra tana. La tana della mia banda era un vagone di legno abbandonato e malandato, serviva per il trasporto del bestiame. Stava da anni alla fine del binario, dimenticato dal mondo; l’ingresso era aperto perché il portellone era bloccato. Dentro c’era mezzo buio, odore di legno, e forse un antico odore di bestie. C’era, su uno dei lati del vagone, una finestra rettangolare, molto più larga che alta, chiusa da uno sportello di legno che si apriva verso l’interno, facendo perno sul lato inferiore. Era sempre chiuso. Un giorno, il prigioniero era davanti a me, lo guardai con disprezzo e dissi: – Si inizi il processo! Poi, per dare più forza al mio ordine, diedi un gran colpo all’indietro, con il tallone, alla parete del vagone. Sentii una botta tremenda sul naso. Credo di aver visto le stelle. Qualcosa mi stava davanti, pesante e duro. Ero intontito, ma sveglio. Lo sportello del carro bestiame, al calcio, si era aperto all’interno, ribaltandosi sulla mia faccia. Sul mio naso, precisamente. Tutti scoppiarono a ridere.

PER COMPRENDERE Leggi attentamente il brano e individua le sequenze segnalate dai titoletti. Ordinale da 1 a 5, infine scrivi accanto a ognuna: N - se è narrativa; D - se è descrittiva; R - se è riflessiva. Le bande La conclusione La tana L’introduzione Processo al prigioniero

Riad. da R. Piumini, Quando avevo la tua età, Bompiani

I segret i del test o: LE SEQUENZE

17


Caccia a Moby Dick Tutti gli uomini dell’equipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto «Vecchio tuono», fece un mezzo giro con la gamba di legno puntata nel buco del ponte, poi parlò: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’oro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante. – Vale sedici dollari! Signor Starbuck, mi dia un martello. Quando Starbuck gli ebbe consegnato il martello, egli si avvicinò all’albero maestro con l’attrezzo alzato in una mano, mettendo bene in mostra con l’altra mano la moneta. Poi gridò, così che tutti lo udirono: – Chiunque di voi mi segnali una balena bianca, con la fronte rugosa e la mascella storta, con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’oro. – Urrà! Urrà! – gridarono i marinai agitando i cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’oro sull’albero. – È un cetaceo bianco – continuò Achab gettando il martello sul ponte. – Aprite gli occhi, ragazzi miei, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa, avvertitemi, anche se vedete una sola bolla! – Capitano Achab – disse un marinaio – ho già sentito parlare di questo cetaceo... Dev’esser quello che qualcuno chiama Moby Dick. – Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – domandò un marinaio. – Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quando le sue tre imbarcazioni sfondate danzavano sulle onde tumultuose e i suoi uomini sparivano sommersi dai vortici dell’acqua... Non sempre il tempo della storia coincide con quello del racconto. A volte infatti, mentre si narrano i fatti, si inseriscono racconti di avvenimenti passati, si compiono dei «salti all’indietro nel tempo», in inglese, i «FLASHBACK».

18

CK A B H S A I segreti del testo: IL FL


PER COMPRENDERE Rispondi. • Chi è il protagonista del racconto?

• Per quale motivo si trova in mare?

Allora lui aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro la balena, tentando con una lama lunga pochi centimetri, di raggiungere il cuore dell’immenso cetaceo. Questo era il capitano Achab. Era stato in quell’occasione che, mentre lui passava sotto la terribile bocca di Moby Dick, l’animale gli aveva falciato di netto la gamba. – Sì, Starbuck, sì, amici miei, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno su cui ora mi appoggio. Sì – proseguì con un terribile singhiozzo – sì, io lo inseguirò fino alle fiamme dell’inferno, prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati, per dargli la caccia, dovunque si trovi! Che cosa ne dite? Accettate la sfida? A vedervi mi sembrate coraggiosi... – Sì, sì! – gridarono tutti, stringendosi attorno al vecchio capitano. – E allora... Occhio acuto e barca veloce come il vento per Moby Dick! – esclamò Achab. Riad. da H. Melville, Moby Dick, Editrice Piccoli

RI FLETTI SULLA LINGUA Dopo aver letto attentamente il brano, cerca ed evidenzia il flashback, poi rispondi:

• Quali tempi verbali vengono usati all’interno del flashback?

• Sono gli stessi utilizzati nelle altre parti

I segret

del brano?

i del tes to: IL FLASH BACK

19


La peste nera – Banco di aringhe a sinistra! – annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabbia Rossa accolse la notizia con grida di sollievo. Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l’oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c’era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe? Volavano sopra la foce del fiume Elba, nel Mare del Nord. Seguendo le istruzioni del gabbiano pilota, lo stormo del Faro della Sabbia Rossa imboccò una corrente di aria fredda e si lanciò in picchiata sul banco di aringhe. Centoventi corpi bucarono l’acqua come frecce e, quando risalirono a galla, ogni gabbiano stringeva un pesce nel becco. Aringhe saporite e grasse. Proprio quelle di cui avevano bisogno per recuperare energie prima di riprendere il volo. Quando tutti i gabbiani autorizzati dalla legge del mare e dei venti avessero sorvolato la Biscaglia, sarebbe potuto iniziare il grande convegno dei gabbiani del Mar Baltico, del Mare del Nord e dell’Atlantico. Sarebbe stato un bell’incontro. A questo pensava Kengah mentre si pappava la sua aringa. Le femmine come lei si sarebbero date a banchetti di sardine e calamari, mentre i maschi avrebbero costruito i nidi sul bordo della scogliera. Poi le femmine avrebbero deposto le uova, le avrebbero covate al sicuro da qualsiasi minaccia, e quando ai piccoli fossero spuntate le prime penne robuste, sarebbe arrivata la parte più bella del viaggio: insegnare loro a volare nel cielo di Biscaglia.

20

NE O I Z A P I C I I segreti del testo: L’ANT

L’ANTICIPAZIONE è un metodo che viene utilizzato per raccontare fatti che si svolgeranno in futuro rispetto al tempo in cui è ambientata la storia.


Kengah infilò la testa sott’acqua per acchiappare la quarta aringa, e così non sentì il grido di allarme che fece tremare l’aria: – Pericolo a dritta! Decollo d’emergenza! Quando Kengah tirò di nuovo fuori la testa, si ritrovò sola nell’immensità dell’oceano. Aprì le ali per spiccare il volo, ma l’onda densa fu più rapida e la sommerse completamente. Quando tornò a galla la luce del giorno era scomparsa, e dopo aver scosso il capo con energia capì che la maledizione dei mari le stava oscurando la vista. Kengah, la gabbiana dalle piume d’argento, tuffò varie volte la testa sott’acqua, finché qualche filo di luce non raggiunse le sue pupille coperte di petrolio. La macchia vischiosa le incollava le ali al corpo, così iniziò a muovere le zampe sperando di potersi allontanare rapidamente a nuoto dal centro dell’onda scura. Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo, raggiunse finalmente il limite della macchia di petrolio e sentì il fresco contatto dell’acqua pulita. Quando, a forza di sbattere le palpebre e di tuffare la testa, riuscì a pulirsi gli occhi, guardò il cielo ma vide solo alcune nuvole che si frapponevano tra il mare e l’immensità della volta celeste. I suoi compagni dello stormo del Faro della Sabbia Rossa dovevano volare ormai lontano, molto lontano. L. Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani

RI FLETTI SULLA LINGUA

PER COMPRENDERE

In questo brano è inserita un’anticipazione: individuala ed evidenziala.

Rispondi.

Rispondi sul quaderno. • Quali fatti vengono anticipati? • Quale tempo verbale viene utilizzato?

• Secondo te, perché il titolo del brano è «La peste nera»? • A che cosa si riferisce l’autore utilizzando l’espressione macchia vischiosa?

• Da che cosa è provocato tale danno ambientale?

I segreti

del testo : L’ANTICIPAZIONE

21


L’alieno Attraverso il grande prato d’erba, i ragazzi corsero eccitati verso il punto in cui era caduta la piccola astronave che, prima di schiantarsi al suolo, si era stagliata contro il sole, già alto sull’orizzonte. Si avvicinarono all’oggetto e, unendo le loro forze, riuscirono a sollevarlo e a girarlo da una parte e dall’altra. Trovarono un’apertura e riuscirono ad allargarla: dentro si era spaccato tutto per la violenza dell’impatto; tra i rottami vi erano anche alcuni piccoli esseri, con un guscio duro su quella che sembrava la testa, e una sottile pelle colorata, liscia al tatto. Sarebbe stato bello prenderne qualcuno, ma sembravano tutti già morti... No, uno si lamentava ancora. Lo sollevarono con la maggiore delicatezza possibile: continuava a emettere strani versi. Decisero di tenerlo: lo si poteva mettere in una gabbietta in un angolo isolato del giardino. Sarebbe stato benissimo e la mamma non lo avrebbe visto: non le piaceva avere animali per casa. Lo sistemarono nella gabbia e, a turno, andavano a portargli da mangiare, ma quell’essere non toccava mai il cibo. Provarono In un racconto la conclusione anche a insegnargli dei semplici giochetti e qualche parola, è spesso un COLPO DI SCENA, ma il piccolo essere ripeteva solo, sempre più debolmente, lo un avvenimento improvviso che stesso suono: «Io Terra, io Terra...». Forse era il suo verso. sorprende il lettore e rovescia Dopo quattro giorni morì. Tristi, lo seppellirono in giardino; poi, le sue aspettative. correndo sulle loro otto gambe ancora esili da ragazzi e balzando sulla coda, non del tutto sviluppata, ritornarono ai loro giochi. AA.VV., Progetto lettura, La Nuova Italia

PER COMPRENDERE Leggi il brano, individua il colpo di scena e scrivilo sul quaderno. Poi, rispondi.

• Perché si rovesciano le aspettative del lettore? Ci si aspettava che:

invece:

Riassumi il brano sul tuo quaderno, rispettando l’effetto del colpo di scena.

22

NA E C S I D O LP O C L I : o t s I segreti del te


Naufragio! Nessuno potrebbe descrivere la nostra situazione. Ci rimaneva un solo filo di speranza. Fortunatamente, infatti, la nave ancora non si sfasciava e il comandante diceva che il vento stava diminuendo. La nostra condizione, tuttavia, era critica: la nave era incagliata nella sabbia e bisognava abbandonarla prima possibile. Per questo ci restava una scialuppa, ma come calarla in mare? Eppure bisognava spicciarsi, perchè la nave non avrebbe potuto resistere più a lungo. Anzi, incominciava già a essere invasa dall’acqua. Riuscimmo a mettere in mare la scialuppa e ci salimmo in undici. A un tratto un cavallone enorme precipitò su di noi con tanta furia che rovesciò la scialuppa, gettandoci lontani gli uni dagli altri: il mare ci inghiottì. Mi sentii scendere nell’abisso: io sono un eccellente nuotatore, ma non ebbi il tempo di venire a galla per respirare; infine, non so come, l’onda mi lasciò all’asciutto, anche se mezzo morto. Vidi la terra più vicino a me di quello che non avessi mai creduto: decisi di saltare immediatamente in piedi per andarmene lontano dai cavalloni.

Per comprendere appieno un racconto, è necessario capire anche le INFORMAZIONI NASCOSTE, ossia quelle che l’autore non dà esplicitamente ma che lascia intuire attraverso altre parti del racconto.

D. Defoe, Robinson Crusoe, Editrice Piccoli

PER COMPRENDERE Rispondi.

• Il protagonista si chiama: Nel fiume.

Nel lago.

Nel mare.

• Da che cosa lo puoi intuire?

I segreti del testo: LE

INFORM AZ

IONI NASCOSTE

23


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

. A . d . U

1 • Il

testo narrati vo

Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce! Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Mondadori

24


U.d.A .

arr atunità 1 • Il testIno nquesta i vo dʼapprendimento sco-

prirai il TESTO NARRATIVO e comprenderai la sua struttura analizzandone le varie TIPOLOGIE TESTUALI: RACCONTO DI

RACCONTO

FANTASCENZA

FANTASY

RACCONTO

STORICO

RACCONTO

GIALLO

BIOGRAFIA DIARIO DI VIAGGIO

Imparerai a distinguere una tipologia testuale da unʼaltra a seconda della storia e del messaggio che lʼautore vuol comunicare. Ti ritroverai catapultato/a in epoche storiche e culturali lontane dalla nostra, in realtà fantasiose e in situazioni di pericolo… lʼessenziale è lasciarsi coinvolgere dalla lettura!

25


La sentinella Turg Il RACCONTO di FANTASCIENZA si chiama così perché alla fantasia si unisce la scienza. Lo scrittore immagina mondi e modi di vita ancora impensabili, che potrebbero però realizzarsi con le scoperte scientifiche del futuro.

26

Eravamo sul pianeta Smoo già da qualche giorno. Spuckler camminava in testa alla fila e il signor Beeba lo seguiva avanzando con fatica. A giudicare dalla pendenza della strada, eravamo sicuramente diretti verso la montagna. Ad un tratto il signor Beeba urlò: – Spuckler! Guarda a destra! Quelle non sono le sentinelle Turg? – Sentinelle Turg? – domandai io. – Sì, Akiko. Si tratta di robot generici – mi rispose Spuckler – si possono programmare per qualsiasi funzione. All’improvviso sentimmo un fortissimo rumore metallico. Da dietro un grosso macigno, un enorme robot grigio saltò fuori e arrivò in mezzo alla strada, a una quindicina di metri da noi. – Santo cielo! – strillò il signor Beeba – Un Turg! Spuckler ci disse di toglierci in fretta dalla strada e di nasconderci dietro un grosso spuntone di roccia. Dopo un po’ Spuckler fece capolino per tenere d’occhio la situazione. – Si sta avvicinando – ci bisbigliò – e a me piace prendere le cose di petto! Spuckler tornò sulla strada e all’improvviso un lampo di luce gialla gli sfrecciò accanto andando a colpire un masso poco distante alle sue spalle. A quel punto vidi bene il Turg. Era alto una decina di metri, aveva due gambe enormi e sei sottili braccia meccaniche che gli penzolavano dal corpo. Si sporse in avanti e alzò un braccio snodabile che terminava con una pistola laser fumante. Si sentì un clic veloce, segno che si stava nuovamente preparando a fare fuoco. Spuckler si chinò di lato, raccolse un sasso e lo scagliò contro il robot, schivando per un pelo un secondo lampo di luce gialla che gli sfrecciava accanto. BOING! All’improvviso si sentì un gemito terrificante. Il robot gigante fece un colossale salto in aria, colto da un fremito che lo fece oscillare paurosamente di qua e di là, dopo di che si arrestò di colpo con uno stridio.

NTASCIENZA A F I D O T ON C C A R L I I segreti del testo:


Un paio di secondi più tardi, le sue sei braccia si contorsero e ricaddero penzoloni con un sommesso cigolio che si disperse nella brezza gelida. – Bel colpo, Spuckler! – disse il signor Beeba rialzandosi. Spuckler sorrise soddisfatto ed esclamò: – Anche i Turg hanno il loro punto debole: basta conoscerlo! E la marcia verso la montagna riprese indisturbata... M. Crilley, Akiko nel castello di Alia Rellapor, Mondadori

Scopriamo insieme i segreti del testo di fantascienza. Analizziamo alcune parti del racconto. Rispondi. • I protagonisti del racconto sono: Nei racconti di fantascienza accade spesso che PERSONAGGI realistici incontrino personaggi fantastici come alieni, mostri... Come per altri racconti, anche per quello di fantascienza il narratore può essere interno o esterno ai fatti.

Spuckler, il Turg, il signor Beeba. Spuckler, Akiko, il signor Beeba. Spuckler, Akiko, il Turg.

• Il narratore è: Spuckler.

un narratore esterno.

il signor Beeba.

il Turg.

Akiko.

Le VICENDE si svolgono in luoghi fantastici, in galassie lontane o su una Terra devastata da catastrofi.

I FATTI si svolgono spesso nel futuro, ma in alcuni casi anche in remoti passati (in caso di viaggi nel tempo) o nel presente.

I segreti del testo: IL RA

Rispondi alle domande. • Dove si svolgono le vicende narrate?

• Le vicende si svolgono nel futuro o in un lontano passato? Da che cosa lo capisci?

CCONTO DI FA

NTASCIENZA

27


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

L’astronave prigioniera Il tema dell’invasione della Terra, da parte di creature aliene provenienti da altri pianeti, è uno dei preferiti dalla fantascienza.

Cerca sul dizionario il significato di frenetico. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

fant as

ien

c

za

28

Enzo e Paolo catturano mosche in giardino e le mettono in un vaso di vetro rovesciato su un tavolino di legno. Vogliono insegnare loro a stare in equilibrio su una palla e a saltare in un cerchio di fuoco, proprio come fanno gli animali ammaestrati del circo. Infatti i due bambini sognano di diventare due grandi domatori di leoni. Intanto però, dato che sono bambini giudiziosi e prudenti, cominciano con le mosche: sanno bene che in queste cose non bisogna fare il passo più lungo della gamba. Otto mosche sono già prigioniere nella gabbia trasparente: volano da una parte all’altra senza riuscire a trovare una via d’uscita. Il loro ronzio si sente anche attraverso il vetro. Improvvisamente Paolo dice: – Ehi! Ne ho presa una enorme! Senti come ronza! Poi solleva il bordo del vaso e spinge dentro il grosso insetto. Questo si posa con un voletto sulla tavola, proprio al centro della prigione di vetro. Enzo corre a guardare: – Ma che razza di mosca è? – chiede incuriosito. In effetti la mosca di Paolo non è proprio come tutte le altre: è tonda, viola, con finestrine rosa sui lati, un’antenna gialla storta e tre zampette di metallo che la tengono in piedi. – Sembra una piccola astronave... – osserva Paolo perplesso. Infatti quella è una piccola astronave! Si apre un portello e si affaccia un esserino che li guarda male: è giallo come un limone maturo, ha il naso a proboscide, tre occhi e un piccolo becco al posto della bocca. È molto diverso da loro, ma i due bambini capiscono subito che è arrabbiato. Infatti il piccolo spaziale scende agilmente dalla sua astronave e agita frenetico le braccia; dal becco-bocca escono suoni strani e poco amichevoli.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Ora salta con le corte zampette sul tetto dell’astronave e, sempre più arrabbiato, indica l’antenna ai due bambini che intanto si sono avvicinati al vaso di vetro per vedere meglio. – Forse vuole che ripariamo l’antenna – dice Enzo tranquillamente. Paolo però è nervoso: – Io ho paura, Enzo, scappiamo via! I due bambini non fanno in tempo a scappare: da una tasca il minuscolo spaziale prende un martello altrettanto piccolo e con due botte decise sistema l’antenna. Poi pigola ancora qualcosa in direzione dei bambini, PER COMPRENDERE mostra loro minacciosamente il martellino e risale nella sua astronave. Rispondi. Un attimo dopo, questa vibra e parte come un • L’ambientazione è: • La vicenda è: razzo: rimbalza quattro o cinque volte contro il realistica. realistica. vetro del vaso, poi lo sfonda e sfreccia verso il cielo. fantastica. fantastica. Anche le mosche prigioniere volano via felici. • Chi sono i protagonisti del racconto? Enzo e Paolo sono stupiti: – E ora cosa facciamo? – • Dove si svolge la vicenda? chiede Paolo. • I fatti si sviluppano ai giorni nostri o nel futuro? • Da che cosa lo intuisci? Enzo ci pensa per un lungo momento e poi risponde: – Ora smettiamo di dare la caccia alle mosche: è troppo pericoloso! Riad. da www.filastrocche.it

f an

t

ci e n z a s a

29


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Le abitudini di Meccanopoli Le ONOMATOPEE sono parole che riproducono i suoni della realtà.

fant as

ien

c

za

30

– Mamma, a cosa servono le mani? La mamma gli rimbocca le coperte e sorride: – Caro, a pigiare i bottoni. – Ma servono anche a prendere le cose? – Sciocco, per questo ci sono le macchine. – E i piedi a che cosa servono? A camminare? – Servono a pigiare i pedali dell’auto. Da quando in qua hai visto qualcuno andare a piedi? – Ma il cervello? Quello almeno a qualcosa servirà? – Certamente, lo abbiamo di riserva, nel caso si guasti il cervello elettronico che deve pensare per noi. Ma ora dormi. Alle sette Piero si sveglia. Comincia un’altra giornata a Meccanopoli, la città dove tutto quello che si vede è meccanico. Dal letto Piero si sposta sulla sedia elettrocomandata, la sedia fila al bagno sotto la doccia, SCIAP SCIAP, le mani meccaniche lo insaponano, ROON ROON, entra in funzione l’asciugatoio ad aria calda. La sedia fila in camera da pranzo: colazione, KLUC KLUC, l’imboccatrice gli dà il caffelatte. – Ciao mamma! – Ciao caro, mi raccomando fa’ il bravo a scuola! La sedia corre all’ingresso, la porta si apre e Piero si sposta sul divanetto


1 • I l tes t o narr ativo

M. Argilli, Le dieci città , Editori Riuniti

RIFL ETTI SULLA LINGUA Leggi attentamente il brano, poi sottolinea le onomatopee. Costruisci le famiglie di parole a partire dai seguenti nomi primitivi: mani, piedi, auto, casa, libro.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Sai di cosa parla il romanzo

Robinson Crusoe? Se non lo sai, fai una breve ricerca. • Secondo te, perché in questo brano nessuno lo capirebbe? • Cosa ti piacerebbe che le macchine facessero al posto tuo? • Cosa preferiresti fare senza l’aiuto di macchine?

as

ci e n z a

t

dell’ascensore. VLUUUÙN! L’ascensore arriva nel garage e Piero si trasferisce sull’auto elettrica. Per non stancarsi a guidare, mette il pilota automatico. SVANG PEPÈ PÈ, eccolo davanti alla scala mobile della scuola. TRACK, TRACK, TRACK, Piero arriva in classe. Sul banco, a destra la macchina calcolatrice, a sinistra un microcervello elettronico. Premi i tasti, CIK SLIK TRIK, e il problema e il tema dati alla lavagna sono già eseguiti. Intanto sua madre rigoverna la casa. Seduta davanti al tavolo dei comandi domestici, per sbrigarsi preme tutti i tasti. BRING BRUNG SLANK SCIAK SLANG! Aspirapolveri, lucidatrici, macchina per rifare i letti, tergivetri entrano in azione contemporaneamente. Anche il padre di Piero ha il suo da fare in fabbrica. Con l’indice non fa che pigiare bottoni: DUNG BANG BADATANG! Dopo la sua ora di lavoro si sente l’indice tutto intorpidito. Intanto, a scuola l’insegnante sta assegnando i compiti: a ogni alunno dà un nastro con incisa la lettura di un libro. Se lo sentiranno a casa con comodo, mica possono sciuparsi gli occhi a leggere. Piero si chiede perché non diano mai il romanzo Robinson Crusoe. In tutta Meccanopoli non se ne trova la registrazione e neppure una copia. Sembra – ha sentito dire – che nessuno lo capirebbe.

f an

U.d.A .

31


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Pik, il bambino venusiano Luca è seduto sotto ad un ciliegio e si sta godendo il fresco della sera. Fra poco il sole sarà basso sull’orizzonte e lui dovrà rientrare in casa. Mentre guarda il sole che scende, improvvisamente un’ombra passa veloce con un sibilo su di lui. – Che cos’è stato? – si chiede il bambino impaurito. – Sembrava una nuvola o un’aquila gigantesca! Si alza e si guarda intorno spaventato. Raccoglie il suo album con le figurine, il pallone e si dirige verso casa. Improvvisamente però di fronte a lui appare un mostro: è un essere verde alto il doppio di lui. Ha sei gambe e una decina di braccia. Ha lunghe antenne sulla testa, tre nasi e una dozzina di occhi sporgenti. – Ahh!!! – grida Luca spaventato. Vorrebbe scappare ma non ci riesce: resta fermo, come se fosse inchiodato al suolo. Sgrana gli occhi e guarda inorridito il mostro che gli si avvicina. – No paura bambino! – dice improvvisamente il mostro. – Io Pik, viene da spazio. Io buono. Io bambino come te... Luca è ancora inchiodato al suolo, però, per la meraviglia, la sua lingua ad un tratto si sblocca: – Ba-bambino?... Il mostro verde si liscia le antenne con una delle sue molte braccia: – Certo, io Pik bambino buonissimo di Venere. Luca sente che ora i suoi piedi si muovono, però non prova neppure a scappare: – Ma se vieni da Venere, come faccio a capirti? – chiede al mostro bambino. Il Venusiano indica un bottoncino argenteo sulla sua tunica: – Traduttore universale. Oggetto comodissimo, ma io sa parlare tua lingua anche senza traduttore. – E come l’hai imparata? – chiede Luca sempre più incuriosito. Lo strano essere sbucato dal nulla lo spaventa già di meno. Ora gli sembra anche meno alto. – Io su Venere guarda vostra televisione. Io piace cartoni animati di pomeriggio, quelli con struzzo e coyote...

fant a s

en

ci

za

32


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo PER COMPRENDERE

– Cosa?! – grida Luca esterrefatto – Ma quello è anche il mio cartone animato preferito. E lo guardi anche tu? Rispondi. • Secondo te, quali elementi del rac– Certo, io piace quando coyote inventa modi strani per acchiapconto sono tipici del genere di fanpare struzzo! Ih, Ih, Ih! – il Venusiano ride e gli ballonzola la tascenza? (Puoi scegliere più di una pancia verde. risposta.) Luca ride a sua volta: – Anche a me piace quando prepara Un solo personaggio. trappole che non funzionano mai... Il Venusiano allunga una delle sue tante braccia verso il La situazione narrativa. pallone e dice: – Ti va di calciare palla con me? Il luogo della narrazione. Luca strabuzza gli occhi sorpreso: – Cosa?! Sai giocare a calcio? Il tempo in cui si svolge la storia. – Io bravissimo numero dieci. Amici chiamare Baccio! – risponde orgoglioso il Venusiano gonfiando il petto. Adesso Luca ride a crepapelle: – Ah! Ah! Ah! Baggio? Non posso crederci! Anche i miei amici mi chiamano Baggio! Ah! Ah! Ah! Sta ancora ridendo quando lascia cadere il pallone a terra e gli dà un calcio. La palla fila verso il Venusiano, che la stoppa con esterrefatto: stupito, meravigliato. una delle sue tante gambe e la rilancia. I due ragazzini, quello della Terra e quello di Venere, cominciano così a scambiarsi passaggi e tiri. Cominciano a giocare. Luca si impegna, vuol far vedere all’altro di che cosa è capace. Stoppa il pallone col petto, lo palleggia col sinistro e poi scarica un destro potente e preciso. Il Venusiano non è meno bravo di lui. Nonostante le molte gambe, le molte braccia e le antenne, palleggia e gioca con disivoltura. S. Bordiglioni, Diversi e uguali, Città Nuova

Ti è mai capitato di scoprire che una persona che credevi diversa è in realtà molto uguale a te? Raccontalo sul quaderno.

sci e

nz a

a

Sottolinea nel testo gli avverbi e/o le locuzioni avverbiali.

PENSACI SU!

f ant

RIFLETTI SULLA LINGUA

33


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Un prigioniero da studiare PER COMPRENDERE Analizza sul tuo quaderno i verbi evidenziati, indicando per ognuno coniugazione, forma, modo, tempo e persona.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Secondo te, è importante ricordare gli effetti delle bombe atomiche e delle guerre? Perché?

Il pilota dell’aerorazzo gamilonese catturato, racchiuso nello scafandro spaziale, aveva perso i sensi. Il dottor Sani lo fece trasportare in infermeria per rianimarlo. Tutti osservavano dalla balconata: – Mi chiedo come sono i Gamilonesi: a giudicare dalla loro tecnologia avanzata, devono essere molto intelligenti! – Secondo me hanno una testa enorme! Ma quando il medico tolse all’astronauta la tuta, fu un coro di esclamazioni meravigliate: – È proprio come noi! – constatò Eager – A parte la pelle che è azzurra! – Anche le analisi biochimiche – informò Nova – dicono che è identico a noi. Ma allora come può fare cose talmente tremende? Le bombe atomiche, la distruzione del nostro mondo, lo sterminio della nostra razza... – Lo costringeremo a parlare: avremo tutte le informazioni per difenderci meglio dai Gamilonesi! – si esaltò Sandor. Appena il Gamilonese ebbe ripreso conoscenza venne sottoposto a uno stringente interrogatorio: erano troppo importanti i misteri che i Terrestri speravano di svelare! Ma l’astronauta non riuscì a rispondere a una sola domanda. – Sembra vittima di un blocco cerebrale – considerò Wildstar. – Basterà sottoporlo all’elettroencefaloscopio. La macchina della verità confermò l’ipotesi di Wildstar: al prigioniero era stata tolta la memoria! – Da presumere – concluse Avatar – che tutti i loro soldati vengano sottoposti a questo crudele trattamento, perché non possano dare informazioni se vengono catturati. Riad. da Y. Nishizaki, Star Blazers, Mondadori

f an t a s

Cerca sul dizionario il significato di biochimico.

i en

c

za

34

Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.


I prefissi Il prefisso è una piccola parola che viene posta prima di unʼaltra parola e deriva solitamente da lingue antiche, come il greco e il latino. Esso modifica o precisa il significato del termine a cui viene accostato e, conoscendo il suo significato, è possibile capire, o intuire, il significato dellʼintera parola. Ti sarà sicuramente capitato di incontrare parole che iniziano in modo uguale e che tuttavia hanno significati completamente diversi. Ad esempio i termini biologia e biografia hanno lo stesso prefisso bio (dal greco bios = vita), ma indicano due discipline diverse che studiano in modo del tutto differente la vita. Cerca sul dizionario e scrivi il significato esatto di: BIOLOGIA BIOGRAFIA Ora che conosci il significato di «bio», scrivi quelli delle seguenti parole composte e commentali in classe, con l’aiuto dell’insegnante.

biosfera

biotecnologia

bioetica

biodegradabile

Di seguito ti riportiamo alcuni prefissi: aiutandoti con il dizionario completa la tabella scrivendo il significato di ciascuno e almeno due parole composte con esso. Poi confronta in classe il tuo lavoro. PREFISSO EMO

SIGNIFICATO

ESEMPIO

SANGUE

EMOSTATICO, EMOGLOBINA

ENO GEO PRE

Laborator

io sul lessico

35


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Esemplari da osservare Due nuovi esemplari erano arrivati e l’intera classe 10XA si accalcava intorno al contenitore di vetro per osservarli da vicino. – Non state così vicini! – disse l’insegnante. – Non sembrano pericolosi – osservò un alunno. – Sembrano carini – fece un altro. – Sembrano carini – disse l’insegnante – perché si tratta di esemplari giovani, ma possono essere pericolosi. Sono carnivori fin dalla più tenera età, ricordatelo! – Sembrano docili – fece un altro allievo. – Il motivo è che sono molto più interessati a quella scatola luminosa che si sono portati dal loro pianeta piuttosto che a noi – spiegò l’insegnante. – Basta metterli di fronte a una di quelle scatole per farli stare tranquilli per delle ore. – Magari sarebbero più interessanti se non stessero sempre incantati di fronte a quella scatola – disse uno degli alunni. – Eppure amano andarsene in giro, di solito alla luce del giorno. Comunque fanno parte del nostro progetto di studio sulle popolazioni extragalattiche e desidero che ne facciate una descrizione sui vostri quaderni computerizzati. La classe 10XA si mise al lavoro. Uno degli alunni domandò: – Da dove ha detto che provengono? – Ve l’ho già detto! – si spazientì l’insegnante. – Harsog, a volte penso che nelle tue tre teste non ci sia nemmeno un po’ di cervello! Vengono da un pianeta chiamato Terra e si chiamano Bambini. Non fatemelo ripetere un’altra volta, d’accordo? R. Dahl, B. Patten, Topi sottosopra e altri animali, Bompiani

PER COMPRENDERE Rispondi. • La storia si svolge: sulla Terra.

fant a

za

36

• Chi sono i personaggi?

• Secondo te, che cos’è la scatola su un altro pianeta. luminosa davanti alla quale i bambini stanno per delle ore?

ie n

sc

PENSACI SU! Rifletti e rispondi. • Durante la lettura, avevi già capito che gli «esemplari» erano bambini oppure è stato un finale a sorpresa?


Laboratorio: io scrittore! Osserva gli elementi illustrati, rifletti e attiva la tua fantasia per scrivere un racconto di fantascienza! TEMPO:

LUOGO: LA TERRA...

ANTAGONISTI: EXTRATERRESTRI

PROTAGONISTI: DUE BAMBINI

LA MISSIONE: RIPORTARE LA PACE FRA TERRESTRI E ALIENI.

25 MAGGIO 2999

RICORDA DI: TIFICI; • RIPORTARE DATI SCIEN TI FANTASTICI; • INTRODURRE ELEMEN DO DI TEMPO; BIENTE E IL PERIO AM ’ L RE VE RI SC • DE TAGONISTI; AGONISTI E GLI AN OT PR I RE VE RI SC • DE TRA DI LORO. Ò CHE SUCCEDE CI E AR NT O CC • RA

37


Stagione di funghi Cerca sul dizionario i significati dei termini: - commestibile; - defraudare. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

PENSACI SU! Fai una piccola ricerca su Internet, (con l’aiuto di un adulto) oppure su enciclopedie o libri specializzati, e scrivi il nome di alcune specie di funghi, specificando tra parentesi se sono commestibili o meno.

a utu nn

38

o

Ed ecco, è arrivato l’autunno. Quando le foglie degli alberi cominciano a tingersi di giallo, rosso, arancio, la nostra anima e i nostri occhi godono di questa nuova bellezza. E allora, che cosa c’è di meglio di una bella passeggiata in montagna? Passeggiare in montagna in autunno fa bene ai muscoli, rivitalizzati dal moto, e fa felici gli occhi, che possono ammirare panorami stupendi. Se poi si vuole, al piacere del benessere fisico si possono unire altri piaceri tipicamente autunnali: uno di questi è andare per funghi. È una gioia scoprire, seminascosti tra le foglie, quei profumati doni della terra. Ma, attenzione: bisogna seguire alcune regole ferree… ne va della salute! Chi va per funghi deve conoscere benissimo le specie commestibili, altrimenti rischia di raccogliere funghi velenosi. Meglio ancora poi se i funghi, una volta raccolti, vengono controllati da un esperto. Bisogna fare inoltre attenzione al tempo e al luogo della raccolta. Ci sono leggi precise al riguardo, che servono a salvaguardare la natura e i suoi frutti. Ogni territorio ha delle proprie regole, quindi bisogna informarsi per saper quando, dove e in quali quantità i funghi si possono raccogliere. Inoltre, chi ama la natura, non cerca di defraudarla più che può, ma fa in modo di lasciarle i suoi frutti e le sue bellezze perché ne possano godere anche gli altri. Quindi, al di là di quanto stabilito dalle leggi e dalle regole, ogni persona deve raccogliere solo quanto pensa le possa davvero servire, senza portare a casa ceste piene di funghi che poi getterà. Inoltre, al momento della raccolta, è bene seguire alcuni comportamenti. Per esempio, quando si vede un fungo con un gambo ben radicato nel terreno, non bisogna strapparlo in modo maldestro, portando via anche le radici; va afferrato con delicatezza e il gambo va fatto ruotare lentamente, in modo


spora: cellula che serve alla che si stacchi dal terreno lasciando attaccate le radici e le riproduzione di alcuni orgaspore, che provvederanno a generare altri funghi. nismi vegetali o animali, in Va da sé che non vanno raccolti i funghi piccoli. Lasciamoli questo caso dei funghi. crescere! ramaglia: insieme di piccoli Un ultimo consiglio. Spesso i funghi sono quasi completamenrami caduti dagli alberi. te nascosti tra le foglie, il muschio e le ramaglie. Quando ne scorgiamo uno, facciamo molta attenzione prima di infilare le mani tra le foglie. In montaPER COMPRENDERE gna, infatti, vivono anche le vipere, che non hanno niente contro le persone, anzi fuggono appena esse Rispondi. si avvicinano; ma, se vengono disturbate mentre • Chi va per funghi deve: fanno un sonnellino sotto la cappella di un bel conoscere quelli commestibili. fungo, potrebbero pensare di essere assalite e reagire uscire con un esperto. con un morso: e tutti sappiamo che il morso di una • Il fungo va raccolto: vipera è velenoso e può essere molto pericoloso. con le radici. Per cui, ultimissimo consiglio, portatevi dietro anche senza le radici. un flacone di siero antivipera: meglio essere previdenti! L. Taffarel, Isole di carta , Ardea-Tredieci Editori

tun u a

no

39


Bosco in autunno RI FLETTI SULLA LINGUA Riscrivi il testo sul tuo quaderno coniugando i verbi al presente. Inizia così: Vedo un angolo di bosco…

membrana: pellicola di rivestimeno. guardingo: chi ha un comportamento cauto e circospetto.

PENSACI SU! Spiega sul quaderno che cosa significa secondo te che le foglie erano punteggiate di ruggine.

Ho visto un angolo di bosco in autunno. Non lo dimenticherò mai. Non era che un pezzo di terra, ma quali meraviglie comprendeva! Era tutto raccolto intorno al piede di un castagno molto grosso, macchiettato qua e là di muschio verdastro. Da un nodo della corteccia spuntavano alcune foglie ancora fresche, ma già punteggiate di ruggine; a terra ne giacevano altre secche, color marrone bruciato, accartocciate e rotte: a toccarle sarebbero andate in briciole. Cresceva anche un rovo al piede del castagno: col gambo rigido e spinoso e le foglie scure rosicchiate dagli insetti, si slanciava arditamente al di sopra delle felci, formando un intreccio confuso di rami sottili e robusti. Seminascosti nell’ombra si intravedevano due ricci caduti dal castagno. Uno era ancora tutto chiuso, l’altro offriva, da una spaccatura, i frutti lucidi e chiari. Un po’ più in là del castagno vi erano due funghi. L’ombrello del più grosso presentava una gobba alla sommità; tutto intorno aveva una delicata raggiera di alette regolari e rideva da una spaccatura bianca, che faceva contrasto col rosso dell’ombrello. L’altro fungo poteva sembrare un fiore: era tutto chiuso in una membrana chiara; soltanto in cima mostrava una puntina di rosso. Nell’angolino di bosco viveva perfino una chiocciola. Sfiorava guardinga il terreno da percorrere con i cornetti flessibili e segnava dietro di sé una striscia argentea. G. Ramponi, Cieli aperti, SEI

a utu nn

40

o


Laboratorio: autunno! Dividetevi in squadre e mettete alla prova i vostri… nasi! Ogni odore riconosciuto vale un punto. Vince la squadra che totalizza più punti.

Occorrente: – barattoli di vetro ben puliti; – fogli di carta; – carta d’alluminio; – stuzzicadenti; – pennarelli; – quaderno per appunti e nastro adesivo; – piante o frutti di vario genere (rametti di piante come rosmarino, salvia, lavanda...; frutta di stagione, muschio, funghi... ) e chi più ne ha più ne metta!

Preparazione:

1. Dopo esservi divisi in squadre sistematevi in due luoghi separati in modo che una squadra non veda ciò che fa l’altra. 2 . Riempite alcuni barattoli di vetro, ognuno con una pianta diversa, poi chiudeteli con della carta d’alluminio fissata con il nastro adesivo, per formare il coperchio. 3. Numerate ogni barattolo e riportate su un foglio di carta l’abbinamento numero-contenuto del barattolo. 4. Avvolgete i barattoli con la carta d’alluminio, per evitare che venga riconusciuto il contenuto, ma lasciando visibile il numero.

Svolgimento:

1. Ogni squadra farà annusare ai componenti dell’altra squadra tutti i barattoli, praticando con gli stuzzicadenti tanti piccoli fori sui coperchi. 2 . Al termine, ogni componente della squadra scriverà su di un foglio la propria risposta, indicando il numero del barattolo, senza confrontarsi con i compagni. 3. Terminata la sequenza di barattoli da annusare, la squadra si riunirà per confrontarsi, fino a fornire una risposta unica. E. Data, Sento il vento con un dito, Elledici

41


La battaglia degli stregoni Il RACCONTO FANTASY è un testo narrativo che narra vicende eroiche e fantastiche dove si fronteggiano forze del «Bene» e del «Male».

42

Nel Mondo Incerto si respirava un’atmosfera di paura. I trenta Stregoni riapparvero tra le rovine dell’antica città. Messisi al riparo dietro i muri di una casa semidiroccata, si guardarono intorno. Nessuno pareva essersi accorto del loro arrivo. Su quel paese desolato regnava una calma inquietante. Persino gli uccelli marini, normalmente così chiassosi, erano muti. Il silenzio si faceva sempre più opprimente. Qadehar non perse tempo a riflettere: bisognava agire in fretta. Diede perciò le ultime consegne e gli stregoni si mossero in formazione verso la torre che si ergeva, scura e minacciosa, sulle rocce a strapiombo sull’Oceano Immenso. Man mano che si avvicinavano alla roccaforte del nemico, la sensazione di pericolo si faceva quasi tangibile. «Questo silenzio non mi piace» pensò Qadehar. «Va tutto troppo liscio… L’Ombra non è un nemico tanto sprovveduto da lasciarsi sorprendere così!». Regnava un silenzio sinistro, rotto soltanto dal rumore ritmato delle onde che si infrangevano sotto gli scogli. Ma proprio in quell’istante udirono un rumore spaventoso alle loro spalle. Tutti gli Stregoni si voltarono contemporaneamente in attesa di essere attaccati dall’Ombra. Ma quelli che balzarono all’improvviso da dietro le rovine non sembravano affatto delle ombre… – Sono Ork e Ibridi! – urlò uno degli Stregoni. – E sono tanti! – Siamo caduti in un’imboscata! – ruggì Qadehar – Ci stavano aspettando! In effetti, dalla città diroccata, una miriade di Ork, gigantesche creature fatte per la corsa e per la lotta, e di Ibridi, terrificanti esseri metà uomini e metà Ork, si avventava su di loro urlando e brandendo asce e mazze. Qadehar valutò rapidamente la situazione.

Y S A T N A F O T CON C A R L I I segreti del testo:


La mossa di accerchiamento dei mostri era perfettamente riuscita: gli Stregoni non avevano scampo, intrappolati fra la torre e, poco più in là, l’oceano. – Siamo circondati! – urlò Qadehar – Non ci resta che affrontarli e batterci fino all’ultimo! I terribili Ork attaccarono e ben presto, come aveva temuto Qadehar, i fendenti e le mazzate di quei mostri ebbero la meglio sugli Stregoni. Benché questi ultimi combattessero con indomito coraggio, mettendo fuori combattimento un buon numero di mostri, l’esito della spedizione fu presto evidente: una catastrofe. Qadehar strinse i pugni. Bisognava mettersi al riparo. – La torre! – urlò ai superstiti – Presto! Ripieghiamo verso la torre! Qadehar riuscì a entrare nella torre, poi rivolse lo sguardo verso i corpi inerti dei compagni che giacevano sul campo di battaglia e urlò tutta la sua collera impotente. Nella sua mente un solo pensiero: vendicare il sacrificio dei suoi amici ed eliminare per sempre l’Ombra e i suoi terribili mostri dal Mondo Incerto… E. L’Homme, Il libro delle stelle 2 - Il Signore di Sha, Edizioni EL

Scopriamo insieme i segreti del testo fantasy. Analizziamo alcune parti del racconto.

Rispondi. • Quali personaggi magici compaiono nel racconto?

I personaggi che compaiono nel racconto fantasy sono CREATURE FANTASTICHE come stregoni, fate, folletti…

I racconti fantasy possono essere ambientati in MONDI IMMAGINARI e MISTERIOSI o in luoghi realistici che magicamente si trasformano in LUOGHI STRAORDINARI. Il TEMPO in cui si svolge la vicenda è di solito IMPRECISATO o, talvolta, un remoto passato.

• Chi rappresenta il Bene e chi il Male?

Rispondi. • La vicenda si svolge in: città.

nel passato.

campagna.

nel presente.

• I luoghi sono:

I segreti del t esto: IL

• La storia si sviluppa:

in un tempo imprecisato.

realistici. fantastici.

RACCONT O FANTASY

43


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

La fuga di Bilbo Bilbo sbatté gli occhi e improvvisamente vide gli orchi: orchi armati da capo a piedi con le spade sguainate che sedevano proprio sulla soglia, sorvegliando con gli occhi bene aperti la porta e il passaggio che portava ad essa. Lo videro prima ancora che lui vedesse loro. Con urla di gioia si precipitarono su di lui. Bilbo, dimenticando perfino di sfoderare la spada, si ficcò la mano in tasca. L’anello c’era ancora, e gli si infilò al dito. Gli orchi si fermarono di botto. Non c’era più traccia di lui. Era svanito. Urlarono il doppio di prima, ma con la stessa gioia. – Dov’è? – gridarono. – Risalite il passaggio! – strillarono alcuni. – Di qui! – uno gridò. – Di là! – urlarono gli altri. – Attenti alla porta! – latrò il capitano. I fischietti fischiarono, le armature cozzarono, le spade risuonarono, gli orchi imprecarono e bestemmiarono, e corsero di qua e di là, cadendo l’uno sull’altro e infuriandosi più che mai... Ci fu un terribile clamore, scompiglio e tumulto. Bilbo era spaventato da morire, ma ebbe il buon senso di capire cos’era successo e di strisciare dietro a una grossa botte, in modo da togliersi di mezzo ed evitare che lo urtassero, lo calpestassero a morte o lo catturassero al tatto. – Devo arrivare alla porta, devo arrivare alla porta! – continuava a ripetersi, ma passò un bel po’ di tempo prima che si azzardasse a tentare. Allora fu come un orribile gioco a mosca cieca. Il posto era pieno di orchi che correvano tutt’intorno, e il povero piccolo hobbit si scansò di qua e di là, venne colpito da un orco che non riusciva a capire con che cosa avesse urtato, sgattaiolò a quattro zampe, scivolò appena in tempo tra le gambe del capitano, si rialzò e corse alla porta.

fan t a s

44

y

Nei racconti FANTASY è di solito presente la lotta tra Bene e Male. Le vicende narrate si svolgono in un mondo immaginario con creature fantastiche.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo Luoghi e tempi del racconto FANTASY sono generalmente indefiniti.

RIFLETT I SUL LA LINGUA

Sottolinea nel testo i verbi al modo congiuntivo.

Un orco l’aveva quasi chiusa, ma un po’ di spazio restava ancora. Bilbo si sforzò ma non riuscì a muoverla. Cercò di infilarsi attraverso la fessura. Pigiò, pigiò, e rimase incastrato! Era una cosa tremenda. I bottoni gli si erano infilati tra lo spigolo e lo stipite della porta. Poteva guardare fuori all’aperto: c’erano pochi gradini che correvano giù in una stretta valle tra alte montagne; il sole uscì da dietro una nuvola e brillò luminoso sulla parte esterna della porta, ma egli non riusciva a passare. A un tratto all’interno, un orco gridò: – C’è un’ombra vicino alla porta! C’è qualcuno fuori! A Bilbo balzò il cuore in gola. Dette uno strattone terribile: i bottoni schizzarono in tutte le direzioni. Era riuscito a passare. Strappando giacca e panciotto, balzò giù per i gradini come una capra, mentre gli orchi sconcertati raccoglievano sulla soglia i suoi bei bottoni d’ottone. Naturalmente si affrettarono a corrergli dietro, urlando, aizzandosi, e dandogli la caccia attraverso gli alberi ma, ben presto, tornarono indietro a sorvegliare la porta brontolando e imprecando. Correndo veloce e silenzioso, infatti, Bilbo ce l’aveva fatta. J. R. Tolkien, Lo Hobbit, Adelphi

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Che cosa ha reso possibil e l’invisibilità di Bilbo? • Che cosa invece mostra ag li orchi la sua presenza? • Quali sono gli elementi fan tastici presenti nel racco nto?

a nt

asy

f

Cerca sul dizionario i significati di: – latrare; – clamore; – sconcertato; – aizzare. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

45


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

La foresta incantata Nella narrazione FANTASY è spesso presente il tema del VIAGGIO, della RICERCA, della crescita interiore dei personaggi che traggono insegnamento dai propri errori.

SAPPIAMO CHE...

Dopo un’ora o due che camminavano nella vecchia foresta intricata, i quattro Hobbit erano disorientati. Ogni passo diventava più faticoso e la sonnolenza sembrava sprigionarsi dal terreno diffondendosi nelle gambe. Frodo sentiva la testa dondolare e proprio davanti a lui Pipino cadde in ginocchio. Non c’era alcun rumore nell’aria. Le mosche avevano smesso di ronzare. Si sentiva soltanto il fruscìo del fogliame di un enorme salice, vecchio e grigio. Merry e Pipino si trascinarono per sdraiarsi con la schiena contro il suo fusto e caddero in un profondo sonno. Frodo vagò verso il lato dell’albero dove grosse radici attorcigliate si tuffavano nel fiume. Si sedette su una di queste sguazzando con i piedi nell’acqua e, all’improvviso, anche lui si addormentò. Sam era preoccupato: quell’improvvisa sonnolenza gli pareva sospetta. Barcollando percorse un tratto di sentiero quando udì due rumori: uno forte e l’altro meno, ma molto chiaro, simile al clic di una serratura. Tornò sulla riva e vide Frodo nell’acqua sotto una grossa radice. Con grande sforzo, Sam lo trascinò a riva. – Quell’orribile albero mi ha scaraventato nell’acqua – disse Frodo svegliandosi. – E gli altri?

fu i, scritto da J. R. R. Tolkien, Il libro Il signore degli anell tto tra il 1954 e il 1955. Trado pubblicato in tre volumi ,è cine di riedizioni ciascuna in almeno 38 lingue, con de più note e apprezzate. una delle opere letterarie

fan t a s

46

y


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Fecero il giro del salice e allora Sam capì il clic che aveva sentito. Pipino era svanito: la fessura accanto alla quale si era appoggiato si era rinchiusa ermeticamente. Merry era intrappolato: un’altra fessura si era rinchiusa intorno alla sua vita; le gambe erano fuori, ma il resto del corpo era immerso nel tronco dell’albero. – Che cosa spaventosa! – gridò Frodo, prendendo a calci l’albero. Le foglie frusciarono, ma il suono era quello di una risata lontana. All’improvviso apparve un uomo: aveva una lunga barba e gli occhi azzurri che brillavano in un viso increspato da centinaia di rughe. – Aiuto! – gridarono Frodo e Sam, correndogli incontro. – I nostri amici sono intrappolati nel salice. – Che cosa? – disse il vecchio. – Conosco la canzone che fa per lui. Gli congelo il midollo se non si comporta come si deve! Corse all’albero, appoggiò le labbra sulla fessura e si mise a cantare parole prive di senso. Poi, dopo aver staccato un ramo, colpì il tronco. – Lasciali uscire, Vecchio Uomo Salice. Te lo ordino! Quindi afferrò i piedi di Merry e lo tirò fuori dalla fessura che si stava improvvisamente allargando. Con uno schianto l’altra fessura si squarciò e Pipino fu catapultato fuori. – Grazie! – esclamarono gli Hobbit. Il vecchio scoppiò a ridere e disse: – Seguitemi, miei piccoli amici, vi porterò fuori dalla foresta. J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani

PENSACI SU!

Rifletti e rispondi. • Secondo te, in questo brano i dialoghi servono a: spiegare cosa vogliono fare i personaggi.

Rispondi sul quaderno. • Chi sono i protagonisti? • Chi sono i «cattivi»? • Qual è l’elemento magico? • Come si conclude la vicenda?

vivacizzare la narrazione, evidenziando gli stati d’animo dei personaggi. Spiega il motivo della scelta che hai fatto.

tasy n a

f

PER COMPRENDERE

47


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Il lago delle nebbie Barda, Lief e Jasmine marciavano nella luce accecante del mattino, diretti verso il Lago delle Nebbie. Il cielo era azzurro e il sole filtrava tra gli albeSpesso nei racconti ri illuminando il sentiero tortuoso. Le Foreste del Silenzio erano ormai fantasy è presente un alle loro spalle. In una giornata così bella, lontano dalla città di Del comOGGETTO MAGICO che aiuta i personaggi pletamente in rovina, lontano dalle Guardie Grigie e dalla gente che a compiere le loro imviveva nella fame e nel terrore, Lief quasi riusciva a dimenticarsi del prese. Signore dell’Ombra. Ma non poteva permetterselo. La campagna era splendida, tuttavia doveva ricordarsi che il pericolo si annidava ovunque lungo la strada verso il Lago delle Nebbie. RI FLETTI SULLA LINGUA Girandosi, il ragazzo incrociò lo sguardo di Jasmine, che camminava leggera e silenziosa come sempre, ma era cupa e di Dividi il racconto in sequenze e malumore. Filli era appeso alla sua spalla e squittiva eccitato. scrivi sul quaderno un titolo per Kree, il corvo, svolazzava tra gli alberi davanti a Jasmine, ciascuna. Sottolinea nel testo i verbi essecome se non volesse allontanarsi troppo. Solo allora Lief comre e avere quando fungono da prese quanto erano spaventati. Eppure Jasmine si era dimousiliari. strata molto coraggiosa nelle Foreste, aveva rischiato la vita per salvarli. Certo, questa regione di Deltora era pericolosa, ma sotto il giogo dell’Ombra il pericolo si nascondeva ovunque. Cosa aveva di tanto speciale quel posto? C’era qualcosa che lei non voleva spiegare? Lief ricordò che lei avrebbe preferito non dirigersi verso il Lago delle Nebbie… – È una pazzia passare da nord! – aveva insistito Jasmine con gli occhi che lanciavano lampi. – Là comanda la strega Thaegan. Adesso Thaegan è dieci volte più potente! Il male ama il male, e il Signore dell’Ombra ha aumentato la forza della strega. Se passiamo da nord siamo spacciati! Lief e Barda si erano scambiati un’occhiata perplessa. Entrambi erano stati felici quando Jasmine aveva deciso di abbandonare il suo nido nella foresta per unirsi a loro nella ricerca delle pietre perdute della Cintura di Deltora.

fan t a s

48

y


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Era solo merito suo se non erano morti nelle Foreste e se la prima PENSACI SU! pietra, il topazio, era ora incastonata nella Cintura nascosta sotto Rispondi sul quaderno. la camicia di Lief. Sapevano anche che le doti e le capacità della • Perché qualcuno tra i profanciulla sarebbero state utili nella ricerca delle sei pietre restanti. tagonisti non voleva passare – Jasmine, siamo sicuri che una delle pietre è nascosta nel Lago da nord? delle Nebbie, perciò dobbiamo andarci – aveva dichiarato Lief con • Perché Jasmine era utile una certa irritazione. agli altri personaggi? – Certo! – aveva replicato Jasmine. – Però non siamo obbligati ad attraversare a piedi tutte le terre di Thaegan. Lief, perché sei tanto sciocco e testardo? Il Lago si trova proprio al confine delle terre della strega. Se ci arriviamo da sud, facendo un giro più lungo, quella si accorgerà di noi solo alla fine. baratro: luogo profondo e – Con un viaggio del genere ci metteremmo cinque volte tanto – oscuro, che fa paura. aveva brontolato Barda. – No, seguiremo la strada più breve. scimitarra: spada a lama – Sono d’accordo. Perciò siamo due contro uno – aveva aggiunto Lief. larga e ricurva. – No, Kree e Filli votano con me – era stata la risposta di Jasmine. – Kree e Filli non hanno diritto di voto. Barda aveva perso la pazienza. – Jasmine, o vieni con noi o torni nelle Foreste. Sta a te decidere. E si era avviato, seguito da Lief. Dopo un interminabile minuto Jasmine li aveva seguiti con passo svogliato. Nei giorni seguenti però era diventata sempre più silenziosa e scura in volto. Lief era tanto concentrato nelle sue riflessioni da rischiare di sbattere contro Barda, che si era fermato all’improvviso subito dopo una curva. Stava per scusarsi quando l’amico gli fece segno di tacere, indicando qualcosa. Davanti a loro si spalancava un baratro, nude pareti rocciose che brillavano rosee alla luce del sole. Sopra l’abisso dondolava un ponte di corda e assi di legno, custodito da un colosso dagli occhi dorati e dalla pelle scura, che brandiva minaccioso una scimitarra. A destra e a sinistra il baratro proseguiva a perdita d’occhio, simile a una ferita aperta nella terra, e il vento soffiava nella gola con un sibilo spettrale. Grandi uccelli planavano come enormi aquiloni. Non c’era altro modo di passare, a parte il ponte sospeso, stretto e traballante. Ma quella via era sbarrata dal minaccioso gigante dagli occhi d’oro, immobile e attento.

tasy n a

f

E. Rodda, Il lago delle nebbie, Piemme

49


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

La combinazione segreta Nina si ritrovò davanti all’inquietante castello delle tre Torri. Il grande portone si aprì cigolando, davanti a lei apparvero cinque lucciole. Volavano nell’atrio buio e tetro del castello, emanando deboli luci dai loro corpi. Come piccole lanterne volanti, segnarono il percorso che la ragazzina doveva fare. Lei le seguì, andò dritta verso la scala che portava alla Prima Torre. Salì i gradini di marmo rosso e vide le lucciole formare un cerchio nell’aria: sospese come lampadine si fermarono davanti a una porta, che si aprì improvvisamente. Il cerchio luminoso riprese a girare vorticosamente e al suo interno apparve una linea arancione fluorescente. Il respiro di Nina si fece più affannoso, guardò la stella che aveva sulla mano: nerissima. Il pericolo era vicino! Controllò nelle tasche e sentì di avere il bastoncino Verus che i Maghi Buoni di Xorax, il suo paese, le avevano inviato. «Perfetto. Appena vedrò il monaco, glielo getterò addosso, così lo annienterò», pensò fissando le lucciole. La linea arancione si mosse come un’onda e lentamente diventò sempre più grande, fino a riempire il cerchio luminoso. Le lucciole scomparvero, la massa fluorescente rimase sospesa nell’aria e iniziò a pulsare come se fosse materia viva. Una forza misteriosa attirò Nina che, senza accorgersene, si ritrovò dentro al cerchio. Ingoiata da una magia! Sentì la mente scoppiare e un fischio potentissimo irruppe nelle sue orecchie.

PER COMPRENDERE Rispondi alle domande sul quaderno. • Quale fatto viene raccontato? • Dove si svolgono i fatti, sulla Terra o su un altro pianeta?

• Chi rappresenta il male e quale strumento può distruggerlo?

RIFL ETTI SULLA LINGUA Fai l’analisi grammaticale del primo capoverso, da «Nina si ritrovò... a ... doveva fare.»

fant

sy

a

50


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Quando riaprì gli occhi, si trovò al centro della Prima Torre. Una stanza enorme, con le pareti arancioni e molli. Il soffitto era composto da strane travi di legno nelle quali erano collocati migliaia di chiodi arrugginiti. Le finestre erano piccole e quadrate, con vetri gialli e verdi. Nessun pavimento: Nina camminava sul nulla. Già, i piedi si appoggiavano sopra il...VUOTO PIENO! Dal fondo della stanza vide arrivare il monaco. Con il cappuccio abbassato e la tunica lunga fino ai piedi, la strana creatura avanzò lentamente. In mano aveva un vaso di vetro viola, piuttosto grande. Nina udì un leggero crepitìo proveniente dal soffitto. Guardò in alto e vide che i chiodi si stavano allungando. Sembravano sottili tubicini di ferro arrugginito che, scendendo, diventavano sbarre appuntite. La stanza si era trasformata in una gabbia. La bambina della Sesta Luna guardò preoccupata il vaso di vetro viola. «Ora dovrò stare attenta a quel vaso», pensò mentre i suoi occhi azzurri osservavano tutto con attenzione. Il monaco posò l’oggetto sul pavimento di Vuoto Pieno, alzò in fretta il braccio sinistro e i chiodi magici smisero di scendere dalle travi obbedendo al comando. – Carissima Nina, speravi forse di non incontrarmi più? – Già. Ma sconfiggerti non è facile. Me ne rendo conto – rispose la ragazza. – L’ultima volta, ti ho dato una bella lezione, vero? In realtà Nina era terrorizzata, ma voleva mostrarsi forte. Intanto, con gesti lentissimi, cercava di estrarre dalla tasca il bastoncino Verus. – Sconfiggermi? Ma è impossibile! Non lo hai capito? Adesso è giunta la tua ultima ora! La tua Ultima Scelta! – Ultima scelta? E quale? – chiese Nina, pronta a lanciare la sua arma. – Sì, l’ultima. E non puoi sbagliare. O entri nel mio mondo e ne accetti le regole o morirai! – tuonò la figura incappucciata. (segue)

f an

ta

sy

51


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo SAPPIAMO CHE... L'alchimìa è un’antica pratica che mescola insieme elementi di

varie discipline quali la chimica, la fisica, l’astrologia, l’arte, la La ragazzina tirò fuori il bastoncino bianmetallurgia, la medicina e la religione. co e lo lanciò contro il monaco. Le ricerche degli alchimisti erano tutte dominate dalla speranza Lui si girò di scatto urlando: – Nigredo! di trovare la Pietra Filosofale, una sostanza che possedeva tre Rubedo! Albedo! meravigliose virtù: 1. rendeva immortali gli uomini e curava qualsiasi malattia; Il bastoncino Verus fu deviato da un’energia 2. faceva acquisire la conoscenza assoluta del passato e del futusprigionata dal vaso, che l’inghiottì. ro, del bene e del male (onniscienza); – Ora non puoi più colpirmi! – disse l’uomo 3. poteva trasformare i metalli poveri in oro e argento. tenendo stretto l’oggetto di vetro. – Maledetto! Maledetto! – Nina tentò di scagliarsi contro il monaco, ma si rese conto che i suoi piedi erano bloccati dal Vuoto Pieno. – Calmati, non voglio farti male. Ti sto aiutando a prendere la strada della Verità Alchemica – spiegò l’uomo con voce dolce. – Devi però affrontare una prova: solo se infilerai la testa nel vaso potrai sentire le risposte che cerchi. «Albedo», «Rubedo» e «Nigredo» sono le parole alchemiche che non conosci. – Non ti credo! E poi, cosa sono queste parole alchemiche? La bambina della Sesta Luna sentiva una strana attrazione per quel vaso, ma sentiva che non doveva credere alla voce di quel mostro. – Sono le parole che sanno quelli che studiano la Verità Alchemica. Così dicendo, il monaco scomparve dentro il Vuoto Pieno, lasciando il Vaso della Verità accanto alla ragazzina. I chiodi ricominciarono a scendere e in un attimo Nina fu prigioniera. D’improvviso le apparve una lavagna. Sopra c’era scritta una serie di numeri, ogni riga ne conteneva due: 5 e 10, 4 e 8, 6 e 12. Di fianco alla lavagna c’era una porta, con una serratura simile a quella di una cassaforte. Nina usò i numeri per aprirla, ma si accorse che bisognava trovare una combinazione. Quale? Le provò tutte, invano. Poi capì: non le cifre, ma le lettere! Le lettere dei numeri: c-i-n-q-u-e è composto da sei lettere, 10 da cinque lettere... Afferrò la serratura e girò facendo sei scatti, poi cinque e così via. La porta si aprì!

fan t a s

52

PENSACI SU!

y

Che cosa succede dopo che la ragazza apre la porta? Continua tu la storia sul tuo quaderno.

M. Witcher, Nina e l’Occhio Segreto di Atlantide, Giunti


Laboratorio: io scrittore! Segui la traccia, scrivi sul quaderno il tuo racconto fantasy.

1. Scegli

il luogo dove ambientare la storia, reale o di fantasia, ma che sia un po’ inquietante. Per esempio una grotta, una casa abbandonata...

2 . Introduci i personaggi che hai scelto come protagonisti, aiutanti e antagonisti; possono essere umani e creature fantastiche.

3. Inventa un oggetto magico che possa aiutare il protagonista a portare a termine la sua impresa, per esempio scarpe, occhiali, bastone, anello‌

4. Inventa una lotta tra il Bene e il Male dove ci siano ostacoli da superare, avventure magiche da affrontare, viaggi da intraprendere e sentimenti da scoprire.

5. Concludi il racconto con la vittoria del Bene.

53


Banconote false Il RACCONTO GIALLO è un testo narrativo che presenta casi misteriosi da risolvere, come furti e delitti.

54

A me non piacciono i bambini. Mi capireste se vi trovaste nei miei panni. Quella sera, alla Taverna Tasso, mi si avvicinò il tenente Randall. – Lei è Andrew Carmichael, vero? – mi chiese con molta educazione. Senza pensare risposi – Sì. – Bene – disse. – Vorrebbe venire con me in città per una chiacchieratina? Mi alzai. – Ok, ma mi piacerebbe sapere di cosa vuole parlarmi. – Oh, una piccola faccenda di falsificazione, signor Carmichael. Falsificazione? Sospirai di sollievo. Non era me che volevano. Se il tenente avesse detto «rapina a mano armata in banca», avrei potuto preoccuparmi. Perché di rapine a mano armata in banca ne avevo fatte diciotto in due anni senza lasciare alcun indizio. – Ho ricevuto questa sera una telefonata dalla Taverna Tasso. Mi hanno riferito che al bar avevano pagato con una banconota falsa. – E tutto ciò che cosa ha a che fare con me? – Il barista mi ha detto che è stato lei a pagare con la banconota falsa e che è stato l’unico pezzo da cinquanta della serata. Con aria divertita dissi: – Da anni non vedo un pezzo da cinquanta! Randall si strinse nelle spalle. – Io conto molto su quella particolare banconota da cinquanta dollari, signor Carmichael, lo sa? – E perché? – Per arrivare al «Bandito Che Bisbiglia» – disse Randall. Mi irrigidii: – Il Bandito Che Bisbiglia? Quel rapinatore di cui parlano sempre i giornali? – Esatto. Chiesi con aria indifferente: – Come può una banconota falsa portarla al rapinatore? – La banconota falsa è una specie di trappola. Abbiamo scelto

LLO A I G O T N CCO A R L I : o I segreti del test


delle banche probabili ed abbiamo dato due pezzi da cinquanta falsi da tenere sempre nel cassetto. Comincia a capire signor Carmichael? – Certo – dissi con la gola secca. – Poi suppongo che abbiate sparso la voce dei pezzi da cinquanta falsi e avete avvertito bar e negozi. Esatto? – Esatto. – Molto abile, tenente… Molto intelligente. – L’idea non è mia. Ho qui la lettera che ce l’ha suggerita. Vuole vederla? Caro Signor Presidente della Banca, io conosco un sistema per far cadere il Bandito Che Bisbiglia. Quando rapina la sua banca, gli dia denaro falso e non denaro vero. Grazie. Richard Stevenson, anni 9

E ora? Non mi biasimate se odio i bambini? Riad. da J. Holding, A. Hitchock, Sei piccole bare, Mondadori

Scopriamo insieme i segreti del testo giallo. Analizziamo alcune parti del racconto.

Nel racconto giallo è presente la figura dell’INVESTIGATORE, o DETECTIVE: può trattarsi di un poliziotto o di un personaggio che cerca di risolvere il caso interrogando i presunti colpevoli o compiendo indagini mirate.

Rispondi. • La sua qualifica è:

• Il detective è: Randall.

commissario.

Carmichael.

tenente.

• Le sue indagini avvengono: •Il reato su cui indaga è:

I misteri da risolvere sono in genere crimini come omicidi, furti, rapine, rapimenti, scomparse…

interrogando il sospettato.

furto.

analizzando la scena del crimine.

falsificazione di denaro. rapina.

Rispondi. Il detective riesce a venire a capo dell’indagine grazie a INDIZI che anche un lettore ben attento può scoprire.

• Come fa il detective a risolvere il caso? • Chi lo aiuta a trovare la soluzione?

I segreti de l testo:

IL RACCO

NTO GIALLO

55


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Un passo falso Nel racconto giallo il colpevole si crea un ALIBI, una prova (falsa) con cui sostiene che nel momento in cui si è verificato il crimine si trovava in un luogo diverso.

RIFLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel testo in blu gli aggettivi indefiniti e in rosso pronomi indefiniti.

SAPPIAMO CHE...

In Italia, i racconti polizieschi vengono detti GIALLI a causa del colore della copertina che avevano i primi libri di questo genere, pubblicati dalla casa editrice Mondadori.

gia

lo

l

56

L’ispettore Roller interroga la signora Manzi: – Dunque, signora, lei è andata a fare la spesa e, quando è tornata, si è accorta che la finestra della stanza da letto era aperta e che dalla stanza è stata rubata una cassetta con gioielli e denaro. È così? La signora annuisce, mentre tenta di trattenere le lacrime. L’ispettore Roller s’inginocchia e comincia a tastare il pavimento della stanza, ricoperto di tappeti. Quando si alza, tiene qualcosa in mano. – Signora Manzi, avete avuto qualche artigiano in casa in questi giorni? La signora scuote la testa senza capire. L’ispettore comincia a spiegare: – Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato un pezzettino di legno con un po’ di stucco attaccato. I ladri devono avere qualcosa a che fare con stucco e legno... – La vetreria Moser! – esclama la donna. – La si può vedere dalla stanza da letto. – Grazie signora – dice l’ispettore – sarò di ritorno tra mezz’ora. Il vetraio Moser resta a bocca aperta, quando vede arrivare l’ispettore. – Ritengo, signor Moser, che qui si nasconda un ladro. Da una casa qui vicina è stata rubata una cassetta con dei gioielli.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Il vetraio Moser è indignato: – Si tratta sicuramente di un errore, signor Nei racconti gialli, di ispettore! – ribatte vivacemente. solito, il colpevole Poco dopo viene trovata la cassetta sotto il sedile del furgone della vetrecompie un PASSO ria. Il signor Moser, infuriato, si precipita nel laboratorio, dove due FALSO che permette all’investigatore di apprendisti stanno lavorando. Spiega loro il perché della presenza scoprirlo, come in dell’ispettore e li invita a dire la verità. Allora si fa avanti questo caso. l’ispettore: – Tra le dieci e le dieci e venti è avvenuto il furto della cassetta. Signor Visani, che cosa faceva lei a quell’ora? L’apprendista Carlo Visani risponde: – La cosa può sembrare comica, ma ero dal medico. Sono tornato poco prima delle dieci e mezzo, il padrone può confermarlo. L’ispettore si rivolge allora al secondo apprendista: – E lei, signor Costa? Walter Costa abbassa gli occhi sul pavimento grattandosi pensierosamente la testa: – Io non so... ero qui nel laboratorio. Non sono mica un ladro io! Il vetraio Moser cerca di calmarlo e poi chiede all’ispettore: – Ha già stabilito se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? Forse potrebbe rilevare le impronte digitali. L’ispettore risponde sorridendo: – Grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. Possiamo risparmiarci la fatica di rilevare le impronte. So già chi è il ladro. W. Eeke, L’uomo in nero, E. El

Sottolinea nel testo la parte in cui il colpevole compie un passo falso.

PER COMPRENDERE Rispondi. • Solo il ladro poteva sapere ciò che conteneva la cassetta, quindi il ladro è... ?

al l

o

gi

RIFLETTI SULLA LINGUA

57


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

L’eredità scomparsa – Se non vi dispiace, vorrei dare un’occhiata a questi – disse Miss Marple indicando una pila di fogli sulla tavola. – Naturalmente, se non vi è nulla di privato... Non vorrei sembrare indiscreta. – Oh, non c’è problema... temo, però, che non troverete proprio nulla – rispose Charmian. L’anziana signora esaminò metodicametne tutte le carte dividendole, poi, in gruppi distinti. Quando ebbe finito, rimase a guardare fissamente dinanzi a sé per alcuni minuti. – Ebbene, Miss Marple? – chiese Edward. – Vi chiedo scusa! – rispose lei, riprendendosi con un sussulto. – Mi è stato molto utile esaminare queste carte. Credo di aver capito che tipo era vostro zio Matthew. Molto simile a mio zio Henry, che amava fare scherzi piuttosto banali. Da dietro le spalle di Miss Marple, Charmian rivolse a Edward un cenno significativo che voleva dire: «È un po’ svitata». La signora, intanto, continuava a parlare beata del proprio zio, di come amasse i giochi di parole, che spesso irritavano chi gli stava intorno, di come temesse di essere derubato dai domestici, fino a sospettare, negli ultimi tempi, che qualcuno lo volesse avvelenare e decidere, perciò, di alimentarsi solo con uova alla coque. Miss Marple parlava, parlava... Edward pensò che, se non la smetteva, sarebbe diventato pazzo. Si alzò in piedi per cercare di liberarsi, con la massima cortesia, di quell’ospite deludente e disse: – È stato gentile, da parte sua, cercare di aiutarci. Mi spiace che sia stato tutto inutile, però... Ora la riaccompagno a casa. – Aspettate – lo interruppe lei. – Sono certa che vostro zio ha compiuto la scelta più ovvia: nascondere il denaro in un cassetto segreto. Mio zio Henry avrebbe fatto così... Ritengo che il posto più probabile sia lo scrittoio! – Ma ci abbiamo già guardato... – mormorò Charmian sollevando gli

gi a

lo

l

58


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

occhi al cielo e aggiunse: – Abbiamo perfino chiamato uno stipettaio perché esaminasse tutto il mobilio. – Davvero, cara? è stata un’idea brillante, la vostra. Ripeto: io penso che la scrivania di vostro zio sia il luogo più probabile. È quel mobile che sta addossato contro la parete, vero? – Sì, ora ve lo mostro. Charmian aprì la ribalta. All’interno si aprivano numerosi cassettini. La ragazza dischiuse una piccola anta al centro e toccò una molla dentro il cassetto di sinistra. Il fondo della rientranza centrale scattò e scivolò in avanti. Charmian lo tirò fuori lasciando intravedere una piccola nicchia vuota. – Qui, non c’è nulla, come vedete... – Eh, mia cara, non è raro che i posti segreti nascondano a loro volta un segreto... Così dicendo, Miss Marple si sfilò una forcina dall’aggraziata crocchia di capelli bianchi e, dopo averla raddrizzata, ne infilò la punta in una di quelle che sembravano sottili tarlature in un lato della nicchia segreta. Con lieve sforzo riuscì a estrarre un PER COMPRENDERE piccolo cassetto che conteneva un fascio di lettere... Edward e Charmian si lanciarono a leggerle ma rimaseRispondi. ro delusi: – Non c’è scritto nulla d’interessante... sono • La parte del testo evidenziata è: solo vecchie carte senza importanza... – esclamarono un flashback. dopo una rapida occhiata al contenuto. la descrizione di un personaggio. – Io credo che se voi osservaste bene le buste... – sus• Gli aggettivi che definiscono al meglio surrò Miss Marple gentilmente. Miss Marple sono: – Charmian! Vieni a vedere – esclamò Edward. pettegola. – La signora ha ragione! chiacchierona. I ragazzi si trovavano dinanzi a una collezione di franscontrosa. cobolli antichi, di valore inestimabile, distribuita sulle • Il metodo di indagine di Miss Marple si basa: buste delle lettere. A. Christie, Uno scherzo arguto, Mondadori

sull’osservazione attenta e l’esperienza personale. sulle intuizioni e impressioni immediate.

al l

o

gi

uovo alla coque: uovo bollito per pochi minuti in modo che si rapprenda l’albume ma non il tuorlo. stipettaio: falegname specializzato nella fabbricazione di piccoli armadi o scrittoi.

59


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Smascherato!

I racconti gialli creano nel lettore uno stato di attesa e rivelano solitamente un FINALE A SORPRESA.

l

o

gial

60

Sulla soglia gli sorrise una giovane donna: – Ciao, Jean-Paul. – B... buonasera... – balbettò lui – Desidera qualcosa? – Hai sempre voglia di scherzare. Non riconosci più tua moglie? – disse lei entrando in casa. Jean-Paul Scaravelli era confuso. – Mia moglie è morta tre anni fa. Chi è lei? – esclamò. – Ma caro, sono tua moglie Anne e, come vedi, non sono morta. – Sbuffando, aprì la borsetta e gli porse la carta d’identità. Jean-Paul la lesse due volte. – Un falso ben fatto – disse restituendogliela – mia moglie è morta tre anni fa in un incidente. Eravamo in barca. Per un movimento brusco cadde in acqua e morì. – No – disse la donna – fui trascinata dalla corrente e alcuni pescatori mi salvarono. Ma avevo perso la memoria. Ho passato tre anni in dieci ospedali diversi. Adesso la memoria è tornata, ed eccomi qua. – C’è solo un piccolo particolare: lei non somiglia per niente a mia moglie. Basterà che le faccia vedere una sua foto. Tirò il cassetto rovesciandolo. Le foto si sparpagliarono sul pavimento. Quelle foto, che lui non aveva mai visto, ritraevano la stessa donna che stava lì, in salotto. E in molte, a cominciare da quelle del matrimonio, Jean-Paul era vicino a lei. Allora l’uomo prese una decisione, cercò un indirizzo e uscì di casa con il documento della donna. Suonò il campanello ed entrò nell’ufficio di Jacques, il più grande investigatore di Francia. Lui ascoltò in silenzio.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

PER COMPRENDERE

PENSACI SU! Rispondi. • Come definiresti il finale? • Secondo te sarebbe interessante leggere un testo giallo sapendo fin dall’inizio chi è il colpevole? • Perché?

– Lei... deve aiutarmi... io divento pazzo... – concluse Jean-Paul. – Non ha nessuna ragione di preoccuparsi, signor Scaravelli. Adesso vada a casa e, se la donna è ancora là, cerchi di trattenerla. Nel frattempo io porterò alla polizia la carta d’identità per farla esaminare. L’ispettore Cousin è un mio amico. Nel giro di poche ore saremo a casa sua per arrestare quella truffatrice – rispose Jacques. Le ore seguenti furono un inferno. Quando suonò il campanello, JeanPaul si sentì libero. Jacques e Cousin entrarono e lo guardarono seri. – Signor Scaravelli, comprendo la sua emozione, ma una persona può cambiare molto in tre anni – disse Jacques. Jean-Paul si accasciò sulla sedia. – Che intende dire? – La carta d’identità è autentica. Quella donna è sua moglie – continuò Cousin. – No! No! – esclamò lui singhiozzando – Mia moglie è morta, io lo so... l’ho vista... perché l’ho uccisa io! Cousin sospirò: – Bene – disse – è quello che volevo sentire. Due agenti entrarono nella stanza e condussero via Jean-Paul. – Tre anni per incastrarlo – commentò Cousin – è bastata questa commedia per risolvere il caso. A proposito, Jacques, non ti ho ancora presentato Anne Scaravelli... cioè la signorina Dalton, una delle nostre migliori donne poliziotto. T. Sclavi, I misteri di Mystère, Mondadori

RIFLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel testo la parte in cui si può dire che «il caso è chiuso». Scrivi sul quaderno, per ognuno dei seguenti nomi specifici, il nome generico che lo comprende. Per esempio: donna persona. • BARCA • SALOTTO • ISPETTORE • MOGLIE

al l

o

gi

Rispondi sul quaderno. • Su quale caso indaga la polizia? • Quale piano ha messo in atto la polizia per risolvere il caso? • Come si conclude il caso?

61


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Ciak, si ruba! Il regista De Martin sta realizzando un film in costume ed è molto preoccupato, dal momento che in alcune scene la protagonista del film dovrà indossare gioielli di grande valore. Così chiama ad assistere alle prove il commissario Volpetti. Volpetti, sono molto preoccupato, la protagonista ha preteso di indossare quei gioielli, ma valgono una fortuna!

Temo che tra gli attori presenti ci possa essere un ladro, mi aiuti la prego!

Non si preoccupi, terrò d’occhio tutti, nessuno sfuggirà al mio sguardo.

AD UN TRATTO QUALCUNO SPEGNE IMPROVVISAMENTE LE LUCI E...

...ACCADE PROPRIO CIÒ CHE IL REGISTA TEMEVA. ALL’ACCENSIONE DELLA LUCE INFATTI...

Sono spariti i miei gioielli!!!

Aaahhh!!!! Aiutoooo!!

VOLPETTI RADUNA TUTTO IL CAST E LE ALTRE PERSONE PRESENTI SUL SET...

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Chi può aver rubato i gioielli secondo Volpetti? Perché? • Formula le tue ipotesi, poi leggi la soluzione scritta capovolta qui sotto. Il sospettato è uno degli attori: dovrà spiegarmi alcune cose.

f u met ti i

da Focus Junior

Soluzione

ia l l o

Il sospettato è l’uomo vestito da Robin Hood: si può notare infatti che all’inizio il sacchetto che tiene al collo è vuoto, mentre alla fine è pieno. Volpetti sospetta che vi abbia nascosto dentro i gioielli.

ng

62


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

La foto rivelatrice L’investigatrice Sheila Homes è alle prese con un nuovo caso: un furto. Come al solito, nelle sue indagini, è aiutata da Sherlock Holmes, o meglio, dalla sua ombra...

E pensare che dicevi di essere mio amico!

Allora ha trovato le prove che ieri quest’uomo è entrato a rubare nel mio appartamento?

Sono innocente e ho portato alla tua investigatrice da strapazzo la prova che mi scagiona!

Ero allo zoo con la mia fidanzata e ci siamo fatti scattare una foto con il mio cellulare!

Ve la faccio vedere, così vi convincerete che al momento del furto io ero altrove!

L’OMBRA SUGGERISCE...

PER COMPRENDERE Rispondi, poi leggi la soluzione capovolta.

• Perché Sheila Homes Lei ha voluto strafare con questa foto e si è accusato da

Un’ombra può dire

solo! Non ho la prova del furto, ma

molte cose...

di certo lei sta mentendo! Che

accusa l’uomo?

cosa ci nasconde?

i n g ial l o

.da Focus Junior

f ume

t

ti

63

Nella foto tutti gli oggetti hanno lʼombra eccetto lʼuomo e la sua fidanzata. È chiaro che si tratta di un fotomontaggio!

Soluzione


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Un giallo in cucina Il commissario si recò sul luogo del delitto. Benché abituato ad ogni sorta di orrori non poté trattenere una smorfia di disgusto non appena vide la vittima. Essa giaceva riversa, privata sia della testa sia degli arti inferiori. Era innanzitutto necessario trovare il movente del delitto. Il commissario ispezionò la cucina, poiché lì era stato rinvenuto il cadavere. Scoprì che erano stati abbondantemente Nei racconti gialli il MOVENTE usati sale e pepe, ma di questo non riuscì a darsi è la causa per cui si è verificato il crimine (delitto, rapina, una spiegazione. furto...); è ciò che ha spinto il Toccò la vittima. Contrariamente a quanto accadeva di colpevole a compiere l’atto solito, essa scottava. Il mistero era sempre più fitto. illecito. Il commissario decise di interrogare tutti gli abitanti dell’appartamento. Incominciò dal signor Rossi, che si dichiarò del tutto estraneo al fatto. Il suo alibi era di ferro: era stato in ufficio fino a quel momento. Il figlio, un giovanotto di circa 20 anni, sembrava sospetto; non aveva alibi poiché era stato tutta la mattina a casa a causa di un’influenza. Ma non sembrava un folle ed era difficile immaginare quale movente lo avesse spinto al delitto. Restava la madre, la signora Rossi. Alle domande del commissario affermò di non sapere nulla. Il commissario tornò a esaminare la vittima: c’erano abbondanti tracce di olio e burro sul cadavere. Il commissario ebbe un lampo di genio. RIFLETTI SULLA LINGUA Aveva capito tutto. Tornò dalla signora Rossi e le esaminò le mani: erano ancora unte dello stesso olio e burro di cui aveva cosparso la vittima. Riscrivi il brano sul quaderno Non vi erano dubbi: era lei l’assassina! Il movente? Preparare il volgendo il discorso indiretpranzo. La vittima? Il pollo. to in discorso diretto. E. Vigo, Parole animate, Editrice Bibliografica

PER COMPRENDERE

l

o

gial

64

Completa. Il signor Rossi non potev a essere il colpevole pe rché . Il secondo indiziato è perché . Il commissario scopre il colpevole grazie a degli indizi, cioè .


Laboratorio: io scrittore! Osserva le immagini, scegli quella che ritieni più interessante, segui la traccia e prova a sviluppare il tuo giallo sul quaderno. Confrontalo poi con quello dei tuoi compagni di classe: qual è il più avvincente?

1. 2.

Presenta lʼinvestigatore

3. 4.

Mostra gli indizi e le prove

Spiega lʼevolversi dellʼinchiesta

5. 6.

Spiega il crimine commesso

Mostra il colpevole o i colpevoli Termina con la soluzione del caso

65


Antonio e Cleopatra Il RACCONTO STORICO è un testo narrativo che presenta FATTI e PERSONAGGI mescolando realtà storica e fantasia.

66

Ai tempi in cui l’Impero Romano si estendeva fino ai confini del mondo, Marco Antonio decise di visitare i fiorenti territori egizi. A Roma aveva preso il potere, e adesso l’Egitto, con tutto ciò che vi si trovava, era suo. Altri generali romani erano stati in Egitto e avevano fatto ritorno in patria con racconti di ricchezze favolose, di lussi raffinati, ma soprattutto della regina Cleopatra. Dicevano che era la donna più bella del mondo. La più intelligente e scaltra fra tutte, capace di far innamorare qualsiasi uomo. Antonio era sicuro di sé e non temeva per il proprio cuore. Lui voleva solo ispezionare un remoto angolo dell’Impero e valutare la personalità della regina sottomessa. Ma appena Antonio vide Cleopatra, il suo cuore incominciò a battere rapidamente e lui si sentì prendere da una sorta d’incanto. E quando i loro sguardi si incontrarono, Antonio e Cleopatra capirono di essere destinati l’uno all’altra. Roma e la sua casa sparirono dalla mente di Antonio e la dolcezza di Cleopatra annullò in lui ogni desiderio di lasciare l’Egitto. Ma Roma non poteva fare a meno del suo imperatore e del suo massimo condottiero. In cuor suo Antonio sapeva che la sua presenza era necessaria altrove, ma non riusciva a staccarsi dalla regina. Un giorno giunse da Roma una lettera che lo richiamò ai suoi doveri: la città era in tumulto! Antonio doveva assolutamente ripartire. Cleopatra lo lasciò andare senza protestare. Dopotutto lui aveva giurato di tornare non appena possibile per non lasciarla mai più. Durante la sua assenza, Cleopatra trascorse le lunghe, malinconiche giornate sognando a occhi aperti e facendo progetti per il giorno in cui lei e Antonio si sarebbero riuniti. Intanto Antonio, a Roma, aveva soffocato la rivolta e aveva riconquistato le folle che erano corse a vederlo. L’imperatore governava di nuovo sulla sua città, ma nel profondo del suo cuore continuava a pensare alla regina d’Egitto e sognava di tornare al più presto da lei, sulle rive del Nilo.

I segreti del testo: IL

RICO O T S O T N RACCO


Quella temporanea separazione aveva fatto capire al grande imperatore che la sua storia d’amore con la bella egizia avrebbe potuto recare a lui e al suo popolo molte sofferenze. E purtroppo così avvenne. La storia tra Antonio e Cleopatra fu così complessa e travagliata da essere ricordata nei secoli come una delle più belle, ma sofferte storie d’amore del mondo antico. G. McCaughrean, Storie d’amore e di amicizia, Einaudi Ragazzi

Scopriamo insieme i segreti del testo storico. Analizziamo alcune parti del racconto.

Rispondi. • Dove si svolge il racconto e in quale periodo storico?

• Perché Antonio va in Egitto? Il racconto storico è ambientato in una PRECISA EPOCA STORICA. Può narrare fatti realmente accaduti o inventati dall’autore.

• Perché Antonio deve ritornare a Roma? • Credi che i fatti siano reali o verosimili? Perché?

Rispondi. • Marco Antonio era un: soldato romano. imperatore romano.

• Cleopatra era la: moglie di Antonio. regina d’Egitto.

I PERSONAGGI del racconto storico possono essere realmente esistiti ma anche inventati dall’autore.

• Quando Antonio e Cleopatra si incontrarono: si sposarono.

I segreti del

si innamorarono.

testo: I L

RACCONTO

STORICO

67


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Tutti per uno e uno per tutti D’Artagnan e i suoi amici moschettieri stavano allegramente bevendo quando un uomo si avvicinò loro. – Ho bisogno d’aiuto – disse – mia figlia è stata rapita! – Da chi? Avete qualche indizio? – disse D’Artagnan. – No. Solo che un giorno mi indicò un uomo dicendomi: «Se dovesse accadermi qualcosa, ricordati di lui!». – Ma ditemi; quell’uomo, lo riconoscereste? – Sì, era alto, bruno, un volto affilato e scuro. Gli occhi neri come il carbone... – Ha forse una cicatrice sulla tempia? – disse D’Artagnan. – Sì, è vero; quasi me ne scordavo. Ed ho ragione di credere che sia una spia al servizio del cardinale Richelieu. – Diavolo, è lui! È lui! – Ma che avete? Lo conoscete? RIFLETTI SULLA LINGUA – Sì, è un mio nemico. Lo cerco da tempo! State tranquillo, farò giustizia. Sottolinea nel testo con il coImprovvisamente la porta si aprì lascianlore rosso i verbi transitivi e do irrompere alcuni moschettieri del carblu i verbi intransitivi, poi dinale. analizzali sul quaderno. – Aiuto! – gridò l’uomo rifugiandosi alle spalle di D’Artagnan.

PER COMPRENDERE Chi erano i moschettieri del re e quale era il loro ruolo? Fai una breve ricerca e scrivila sul quaderno. Rispondi.

• Quali sono i nomi dei tre moschettieri ufficiali?

i

co

s tor

68


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

– Aiuto! Vogliono me! Sottovoce, D’Artagnan gli sussurrò: – Non posso far nulla per voi, almeno per ora. Devo restare libero, senza destare sospetti, altrimenti come potrei rintracciare vostra figlia? Poi alzando la voce, gridò verso le guardie del cardinale: – Prendetelo! È un imbroglione! Vuole sempre succhiarci denaro! Uscite le guardie col loro prigioniero, D’Artagnan parlò con i suoi fidati amici moschettieri, che giurarono di aiutarlo a liberare la ragazza e a vendicarsi del suo nemico. – Uno per tutti e tutti per uno! – gridò D’Artagnan. – Tutti per uno e uno per tutti! – risposero in coro gli altri. E da allora questa frase divenne la loro parola d’ordine, il motto che li avrebbe legati in un patto eterno d’amicizia e solidarietà. A. Dumas, I tre moschettieri - Editrice Piccoli

PENSACI SU! Anche tu hai un gruppo di amici fidati? Descrivili sul tuo quaderno e racconta una vicenda avventurosa o divertente che avete condiviso tutti insieme.

co

st

ori

69


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Niente più scuola Che una madre una volta ti prenda da parte e ti dica: – Tu non devi più andare a scuola – può sembrare uno dei sogni più rosei di un bambino, qualcosa però di talmente inverosimile da non poterci spendere sopra nemmeno un filo di speranza. Infatti, quel giorno, alla realizzazione di un sogno non ci avevo pensato per niente. Mia madre era troppo seria e troppo triste. Mi spiegò che alla ripresa dell’anno scolastico non sarei più potuta andare nella mia scuola. Il capo del governo fascista, Benito Mussolini, aveva deciso che tutti i ragazzi ebrei dovevano essere cacciati dalle scuole dello Stato. Un’idea un po’ strana, avevo pensato. Non tanto per me, che non ero un’alunna brillante, a causa della mia timidezza; ma chissà quanti bravissimi studenti ebrei Il racconto AUTOBIOGRAFICO può essere di tipo STORICO: può erano sparsi per le scuole italiane. narrare fatti realmente accaduti La mamma mi aveva spiegato con pazienza che non si trattava con personaggi relmente esistiti di essere bravi o non bravi, ma del fatto che Mussolini non conma anche fatti inventati dall’autosiderava italiani i bambini ebrei, che quindi non potevano re, purché si riferiscano a un preciso periodo. mischiarsi nei banchi di scuola con gli italiani «veri», cioè tutti gli altri. Questa sì che mi era sembrata una cosa bislacca. Se io PER COMPRENDERE non ero italiana, cos’altro ero? Ricordo che corsi da mio padre: – Papà, noi non siamo italiani? – Riassumi il testo senza riportare gli chiesi con il fiatone, e lui mi rispose: – Altroché se lo siamo! il discorso diretto. Lo sapevo benissimo anch’io che mio nonno era morto vicino al Piave per difendere l’Italia durante la Prima guerra mondiale e PENSACI SU! per questo aveva anche ricevuto (cioè l’aveva ricevuta la nonna) una medaglia con il nastro tricolore. Più italiani di così! Rispondi sul quaderno. E allora? Perché oggi ci dicevano il contrario? • A che cosa ti fa pensare la deciPapà non seppe rispondere ed era ancora più triste della mamma. sione che prese Mussolini? Mi fece vedere ancora una volta la medaglia del nonno; però non • E tu che cosa ne pensi? era a me che la doveva mostrare, ma a Mussolini! O no? L. Levi, E mia madre disse: «Niente più scuola», in Popotus

i

co

s t or

70

bislacco: stravagante, strampalato.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Il grande sole di Hiroshima PENSACI SU! Quando la bomba atomica esplose sopra il centro della città, Scigheo era immerso nello stagno. L’accecante vampata lo abbagliò. Subito Che cosa hai provato mentre dopo udì un gran frastuono, come un rimbombo di mille tuoni. leggevi il testo? Descrivi le Seguì un vento incredibilmente violento, che frustò l’acqua con tue sensazioni sul quaderno. cascate di polvere, strappò Scigheo con sé e lo scaraventò sulla riva. Fai una ricerca sulle bombe Alberi antichissimi precipitarono, sradicati; grossi rami giravano atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki e trascrivila sul quaturbinosamente per l’aria. Le canne di bambù si piegarono fino a derno. terra. Solo il tenace legno del salice piangente sotto il quale Sadako • Quali furono gli effetti? dormiva, resistette all’ondata impetuosa. Sadako invece fu portata • Quali sono gli effetti oggi? via dalla pressione dell’aria, come una pallina di carta. • Che cosa ne pensi? Poi Scigheo si rialzò faticosamente, lentamente. Non era in grado di pensare. Gli occhi vitrei per il terrore, vacillava qua e là sullo stesso punto dove era riuscito ad alzarsi. Guardò sbigottito tutto il fogliame di un Il «Memoriale della pace», albero che, incomprensibilmente, giaceva a quello che rimane oggi di un terra davanti a lui. Non capiva neppure pergrande edificio situato a soli ché stesse guazzando fino alle caviglie in 150 metri dal sito in cui avvenne l’esplosione nucleare. un’acqua che scorreva. L’enorme quantità di foglie attorno a lui, i rami, i fuscelli, erano forse caduti dal cielo? Poco a poco si rese conto di ciò che era successo. Prima c’era stato un grande lampo dietro di lui, poi era venuto il temporale e l’aveva strappato via dall’acqua. Poi il suolo gli era tremato sotto i piedi. Era stato un terremoto! Di colpo si ricordò di Sadako. Preso dal terSAPPIAMO CHE... rore, cercò tutto attorno, correndo di qua, di là, senza meta, febbrilmente e intanto La BOMBA ATOMICA scoppiò su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, durante la Seconda guerra mondiale. gridava: – Sadako!... Sadako!... Le due città giapponesi furono distrutte. Allo scoppio della Tornò indietro, saltò al di sopra dei tronchi bomba, ben 75 mila persone morirono all’istante e, fino alla caduti, scostò i cespugli si ferì contro acute fine del 1945, altre 60 mila morirono per le radiazioni, i cui effetti continuarono fino agli anni Cinquanta. schegge di legno. Ed ecco lì sua sorella, a terra, col vestito a brandelli, il corpo graffiao to a sangue. Gemeva. Era viva! ric

o

st

K. Bruckner, Il gran sole di Hiroshima, Giunti Junior

71


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Il muro di Berlino Questo è un racconto storico un po’ particolare in cui l’autore PERSONIFICA un elemento della storia passata più recente.

i

co

s t or

72

C’era una volta, e c’è stato fino a poco tempo fa, un muro infelice, perché non era amato da nessuno. Era stato costruito nell’arco di una sola, triste notte da un esercito di uomini dalle facce arrabbiate. Quando gli abitanti di quella città si svegliarono ebbero una triste sorpresa: chi stava da una parte non poteva più vedere chi stava dall’altra parte; ci furono genitori separati dai figli, fidanzati che non si poterono sposare e amici che non si videro mai più! Per far posto al muro vennero chiusi viali e strade e vennero divise in due case intere. Tutti gli alberi che crescevano intorno al muro erano stati tagliati affinché nessuno potesse arrampicarsi sopra e guardare dall’altra parte. Il povero muro era confuso, non capiva la ragione di ciò. E ogni giorno andava peggio: i suoi fianchi furono via via coperti di scritte con insulti e parolacce, e tutti continuavano a prenderlo a calci e a pregare perché crollasse. Passarono tanti anni, quasi trenta, tutti lunghi e tristi. «Come sono infelice» diceva tra sé e sé una sera d’autunno. «Sono odiato da tutti. Non voglio far soffrire la gente, non voglio tenere divise le famiglie, non sopporto di veder sparare su chi cerca di scavalcarmi. Se potessi, mi butterei giù da solo, ma come posso fare?». Ma quella sera il vento, che aveva sentito i suoi lamenti, gli parlò con la sua voce fischiante. – Non esiste muro abbastanza alto o grosso che possa resistere se tutta la popolazione intorno si unisce contro di lui. La voglia di libertà e di giustizia è talmente forte che neanche un muro grosso il doppio di te potrebbe resistere. Il muro si mise ad aspettare: l’attesa non fu lunga.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Nei giorni seguenti, infatti, le grida della gente erano alte e forti, tutto quello che era sempre stato detto sottovoce, con la paura di essere sentiti, ora veniva urlato a squarciagola: – Basta con le divisioni, vogliamo rivedere i nostri amici! Il muro sapeva che qualche cosa di molto importante stava per succedere, qualcosa che lo riguardava molto da vicino. Accadde una notte di novembre. Di notte era stato costruito, di notte venne abbattuto. Tutti gli abitanti della città scesero nelle strade e nelle piazze cantando, ballando, brindando; dappertutto la gente si riconosceva, si abbracciava, si chiamava. Ancora adesso che la città è tornata unita, comunque, il muro continua a vivere nel ricordo della gente. Rappresenta la prova di due cose molto importanti, che nessuno mai dovebbe dimenticare: la prova di quanto male può fare la guerra anche dopo che è finita e la prova di quanto forte può essere la voglia di libertà e giustizia, così forte che nessun muro mai potrà bloccarla. Riad. da P. Carella, Storie quasi vere, Giunti

• Chi cercava di scavalcarlo:

la città in due parti.

veniva accolto dall’altra parte.

la città e la campagna.

veniva ucciso.

• Quando venne abbattuto:

in 30 lunghi anni.

tutti festeggiarono.

in una notte sola.

tutti si rattristarono.

PENSACI SU! Fai una ricerca sulla storia del muro di Berlino, indicando la data in cui fu costruito, i motivi e a quali conseguenze portò. Concludi la ricerca con la data in cui il muro è stato abbattutto, spiegando che cosa ha significato per il popolo e che cosa ne pensi tu.

ro i c o

st

Rispondi.

• Il muro venne eretto:

SAPPIAMO CHE... Il muro di Berlino era lungo 166 chilometri e alto 4 metri.

PER COMPRENDERE • Il muro divideva:

Alcune parti del muro sono rimaste affinché la storia non venga dimenticata.

73


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Continueremo a vivere Nei racconti storici di solito viene utilizzato il PASSATO REMOTO e/o l’IMPERFETTO. Talvolta si usa però anche il presente che viene chiamato PRESENTE STORICO.

Lo sfondo del racconto storico è reale: la madre e le due sorelle dell’autrice furono vittime dell’Olocausto e morirono nei campi di concentramento.

PER COMPRENDERE Rispondi.

Siamo nell’ottobre 1944, sei mesi dopo il nostro arrivo, e noi quattro viviamo ancora. Abbiamo evitato ogni singola selezione fino ad ora. Ma adesso è domenica mattina e c’è un’improvvisa selezione; improvvisa, come sempre. Rachel, la nostra piccola sorella, è troppo giovane, troppo fiaccata nello spirito e nel corpo. Non sarà in grado di farcela. È fin troppo pronta per il forno. Ma non può succedere. Dobbiamo tenerla viva. L’amiamo troppo. Mengele sta selezionando le musulmane, quelle che sono totalmente emaciate, quelle che non hanno possibilità di esser scelte per lavorare. Sta selezionando per il forno. Improvvisamente, freneticamente, cerchiamo di far apparire Rachel più sana, più grande (ha solo quindici anni e mezzo). Mengele non deve averla vinta. La terremo in vita. Una di noi ha un pezzo di stoffa. Lo mettiamo sul capo a Rachel a mo’ di fazzoletto da testa. La facciamo stare in punta di piedi mentre lei si lamenta di non avere sufficiente forza per queste fatiche sovrumane. Le pizzichiamo il viso fino a farlo diventare d’un rosso innaturale... Mengele le passa oltre. Quest’oggi al crematorio, è stata sottratta con l’inganno la nostra preziosa sorella. L’ingegno contro il potere. Continueremo a vivere per un altro giorno.

• Secondo te, dove si svolge la vicenda? Riad.da I. Leitner, Frammenti di Isabella, Mursia

• Quale rischio correva Rachel?

• Chi riesce a salvarla e come?

PENSACI SU! Rifletti e rispondi. • Secondo te, per quale motivo l’autore ha utilizzato il presente storico? Perché i fatti narrati si svolgono al momento in cui vengono raccontati.

• Chi è Mengele, secondo te?

c

o

s t ori

74

Perché il tempo presente rende meglio l’idea dei fatti raccontati, dona maggiore vivacità e immediatezza al brano.


Laboratorio: io scrittore! Il racconto storico è ambientato in epoche passate e può narrare avvenimenti storici reali, oppure avvenimenti immaginari, basati su verità storiche. Leggi il racconto e rispondi alle domande. Sulla terrazza, Sirah era concentrato su una tavola di legno levigato. Dopo aver steso un fondo bianco calce, si era accinto a delineare la sagoma familiare del dio Anubi, patrono degli imbalsamatori. Un imbalsamatore, infatti, aveva commissionato a Zubarsi quel lavoro, e Sirah, di sua iniziativa, si era preso la briga di preparare il fondo della tavola nellʼattesa del maestro. Lʼaveva in mente chiaro lʼaspetto del dio sciacallo. Il muso appuntito, le lunghe orecchie triangolari, gli occhi bistrati dallo sguardo fisso, il corpo dʼuomo abbigliato come prescritto dal rituale, con la tunica bianca fino al ginocchio e il pettorale, i bracciali e le cavigliere di metallo lavorato... Le mani sottili dalle dita lunghe e agili del ragazzo presero a muoversi come animate di volontà propria. E Zubarsi, e quella casa, e tutta la città che poteva vedere dalla terrazza, tutta El-Lahun, sparirono dʼincanto, dimenticati nellʼimpeto creativo. M. Migliavacca, Il segreto di Marai, Fabbri Editori

• Pensi che il racconto sia realistico o immaginario? • Per quale motivo? • In quale epoca storica è ambientato? Prendendo spunto dal brano precedente prova ora a scrivere un racconto storico sul tuo quaderno. Aiutati seguendo la traccia suggerita.

1. 2.

SCEGLI UNʼEPOCA O UN AVVENIMENTO STORICO CHE SUSCITA IL TUO INTERESSE, PER ESEMPIO: LA PREISTORIA, LʼEPOCA EGIZIA, LA GRECIA ANTICA, LʼANTICA CIVILTÀ CINESE... INVENTA UNA STORIA CHE SIA PERTINENTE CON IL PERIODO STORICO SCELTO.

3.

SCEGLI I PERSONAGGI ADATTI, QUELLI CHE POTREBBERO REALMENTE ABITARE IN QUELLA DETERMINATA EPOCA. NON PUOI FAR VIVERE UN FARAONE NELLA PREISTORIA.

4.

RICORDA CHE IL RACCONTO PUÒ AVERE LO SFONDO CHE PREFERISCI, AVVENTURA, GIALLO, UMORISTICO... LʼESSENZIALE È CHE CI SIANO RIFERIMENTI STORICI.

75


Cittadinanza e Costituzione

Aggiungi un posto... in classe!

Come ti comporteresti se nella tua classe arrivasse un compagno straniero? Saresti pronto ad accoglierlo? Scopri il tuo livello di disponibilità rispondendo sinceramente alle domande del test. Assegna: — 2 punti per ogni risposta ; — 1 punto per ogni risposta . L’insegnante ti presenta il nuovo compagno, tu:

Il nuovo compagno non parla la tua lingua, tu:

) lo guardi con diffidenza. ) gli sorridi per metterlo a suo agio.

) eviti di comunicare con lui.

Durante l’intervallo:

Ti accorgi che lui è in difficoltà:

) inviti il nuovo compagno a far parte del tuo gruppo di amici.

) lasci che se la cavi da solo.

) ti sforzi di farti capire, anche a gesti.

) ti rendi disponibile per aiutarlo.

) giochi con i soliti amici e lo ignori

L’insegnante invita il nuovo compagno a parlare, tu:

Il nuovo compagno ha abitudini di vita diverse dalle tue, tu:

) provi curiosità.

) pensi che la tua vita sia migliore della sua. ) rispetti il suo modo di vivere.

) non ascolti quello che dice.

76

Da 0 a 6 punti

Da 6 a 12 punti

Mmm... forse è meglio che tu riveda le tue idee. Prova, per esempio, a immaginare di essere tu il nuovo arrivato: come vorresti che gli altri si comportassero con te?

Complimenti! Sei disponibile nei confronti degli altri, indipendentemente dal fatto che siano diversi da te e abbiano abitudini differenti dalle tue.

OBIETTIVO: identificare situazioni di rispetto/violazione dei diritti umani.


La giornata della memoria

Il 27 gennaio viene celebrata in tutto il mondo La Giornata della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto durante la Seconda guerra mondiale. La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il suo campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. Il termine «Olocausto» (che in greco significa «tutto bruciato») si riferisce al genocidio di circa dodici milioni di civili, commesso dalla Germania nazista verso tutti quei Auschwitz, il più conosciuto campo gruppi di persone ritenuti «indesiderabili»: Ebrei, Rom e di concentramento. Sinti (i cosiddetti «zingari»), comunisti, omosessuali, malati di Situato in Polonia, a circa 60 km da Cracovia, quello che ne rimane è mente, Testimoni di Geova, russi, polacchi ed altre popolazioni slave. oggi Patrimonio dell’umanità. L’uccisione di queste persone avveniva generalmente in massa: venivano stilate delle liste dettagliate dove erano elencati tutti i nomi dei cittadini «indesiderati», che poi venivano arrestati e trasportati nei campi di concentramento su convogli ferroviari compogenocidio: sterminio sistesti da carri da bestiame. Arrivati, i prigionieri erano obbligati ad matico di un gruppo etnico, indossare dei triangoli colorati sugli abiti, che qualificavano visivarazziale o religioso. mente il tipo di «offesa» per la quale erano stati internati (per esempio, giallo per gli ebrei, blu per gli immigrati, marrone per gli zingari…) e venivano divisi in due gruppi: quelli troppo deboli per lavorare venivano UNO SGUARDO A... uccisi all’istante nelle camere a gas, mentre gli SCIENZE! altri venivano impiegati come schiavi nelle fabbriNel mondo ci sono persone molto diverse che situate dentro o attorno al campo. Riad. da Internet

PENSACI SU! to libri sull’Olocausto? Hai mai visto film o let talo sul quaderno. Cosa ti ha colpito? Raccon l significato del termine Fai una breve ricerca su «olocausto».

OBIETTIVI: riflettere sulla dignità e sulla libertà umana, sviluppando atteggiamenti di condanna verso ogni forma di razzismo.

tra loro. Alcune differenze si notano subito, come il colore della pelle o i lineamenti del viso, di altre invece nemmeno ce ne accorgiamo: per esempio, il tuo gruppo sanguigno può essere addirittura diverso da quello dei tuoi genitori! O, ancora più semplicemente, avrai di sicuro amicizie di sesso maschile ed altre di sesso femminile che per te hanno lo stesso valore affettivo... Non esistono razze umane superiori o inferiori: esiste la specie umana, in cui tutte le persone hanno lo stesso valore.

77


Cittadinanza e Costituzione

Il cammino della liberta Non sono nato con la sete di libertà. Sono nato libero in ogni senso che potessi conoscere. Libero di correre nei campi vicino alla capanna di mia madre, di nuotare nel limpido torrente che scorreva attraverso il mio villaggio, di arrostire pannocchie sotto le stelle, di montare sulla groppa capace dei lenti buoi. Finché obbedivo a mio padre e rispettavo le tradizioni della mia tribù, non ero ostacolato da leggi né divine né umane. Solo quando ho scoperto che la libertà della mia infanzia era un’illusione, che la vera libertà mi era stata rubata, ho cominciato a sentirne la sete. Dapprima desideravo le fondamentali e onorevoli libertà di guadagnarmi da vivere, di sposarmi e di avere una famiglia. Ma poi lentamente ho capito che non solo non ero libero, ma non lo erano nemmeno i miei fratelli e sorelle. È stato allora che mi sono messo a lottare per i diritti civili dei neri e la mia sete di libertà personale si è trasformata nella sete più grande di libertà per la mia gente. N. Mandela, Il cammino della libertà, Feltrinelli

PER COMPRENDERE Il brano è tratto dal libro Il cammino della libertà, scritto da Nelson Mandela. Tu sai chi è? Che tipo di battaglia portò avanti durante la sua vita? Fai una ricerca, scrivi un breve testo sul tuo quaderno con le informazioni raccolte e discutine in classe. Rispondi.

• Che cos’è per te la «libertà»? • In che cosa consiste? Scrivi le tue riflessioni sul quaderno.

78

OBIETTIVO: riflettere sul concetto di «libertà», sviluppando atteggiamenti di condanna verso ogni forma di razzismo.


onu L’Organizzazione delle Nazioni Unite (in inglese United Nations Organization, in breve UN) è la più estesa organizzazione internazionale: comprende infatti ben 191 stati. È stata fondata il 24 ottobre 1945, dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale, per risolvere pacificamente i conflitti tra le nazioni ed evitare, così, ogni guerra. Si legge nell’introduzione dello Statuto: Noi, popoli delle Nazioni Unite, siamo decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra... a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole. La sede si trova a New York. L’ONU è guidato da un segretario generale. Comprende i seguenti organismi principali: l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza, il Consiglio economico e sociale, il Segretario e la Corte internazionale di giustizia. Ci sono poi agenzie e organismi secondari, istituti per compiti specifici. Per esempio l’UNICEF, che difende i bambini; l’Alto commissariato per i rifugiati, che aiuta le persone costrette a scappare via dal loro paese; l’UNESCO, che tutela le opere d’arte e favorisce l’istruzione e gli scambi culturali fra paesi; l’Organizzazione mondiale della sanità, che si occupa della salute e interviene in caso di epidemie. L’ONU può anche contare su un suo esercito, i Caschi Blu, che usa per missioni di pace in tutto il mondo. Ciao Amici, La Spiga

Il Palazzo di Vetro (New York), la sede centrale dell’ONU.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno.

• Che cos’è l’ONU? • Quando è stato fondato? • Perché? • Dove ha sede? • Quanti e quali organismi ne fanno parte? OBIETTIVO: Conoscere organizzazioni internazionali a sostegno dei diritti/doveri dei popoli.

Nel 2001 le Nazioni Unite ed il segretario generale Kofi Annan furono premiati con il Premio Nobel per la pace.

79


Il sogno di un mondo migliore La BIOGRAFIA è una tipologia di testo narrativo in cui l’autore racconta la vita di un personaggio realmente esistito, basandosi su testimonianze e documenti.

Martin Luther King.

80

Il 15 gennaio 1929 nasce Martin Luther. Il padre gli trasmette la passione per la causa dei neri d’America, che in quegli anni sono pesantemente discriminati; ad Atlanta, nello stato americano della Georgia dove vive, ad esempio, bianchi e neri non possono mescolarsi: lo dice la legge. Martin Luther decide così di diventare avvocato, per difendere i neri dai soprusi e dalle ingiustizie, e a scuola studia con grande impegno. Alla fine degli studi, diventa pastore della Chiesa Battista. Nel 1953 si sposa con Coretta che, come lui, vuole combattere il razzismo ed insieme si trasferiscono in Alabama. Negli Stati del Sud l’intolleranza è più forte. Sugli autobus bianchi e neri non devono stare insieme. Rosa Parks, una donna nera, viene arrestata perché, stanca dopo il turno di lavoro in fabbrica, si siede nei posti riservati ai bianchi, proprio su uno di quegli autobus. Nel 1955, riuniti in una chiesa, i neri discutono di quello che è successo; sono stanchi di sopportare soprusi. Qualcuno parla di vendetta, ma Martin Luther King li convince che non è quella la strada da percorrere: all’odio bisogna rispondere con l’amore e il perdono, con la «non violenza». Propone, invece, di boicottare gli autobus: nessuno di loro se ne servirà più, così l’azienda di trasporti, per non fallire, dovrà accettare le loro condizioni, cioè posti uguali per tutti. L’idea del pastore ha successo; anche alcuni bianchi partecipano alla protesta e più di mezza città si sposta a piedi o in bicicletta, oppure si organizza con taxi collettivi. È il 1956. Martin Luther King non si stanca di predicare che tutti gli uomini sono uguali, ma qualcuno vuole eliminarlo. Contro casa sua viene lanciata una bomba; Coretta e la piccola Yoki si salvano solo perché, per caso, non si trovano lì. Il pastore battista, però, non si fa intimidire. Dopo 382 giorni di protesta, finalmente la vittoria. È la prova che la non violenza può dare buoni risultati. In tutti gli Stati Uniti i neri manifestano pacificamente per denunciare le ingiustizie che devono subire. Nel 1961 persino il presidente, John Kennedy, difende Martin Luther King. A poco a poco le leggi razziste vengono cambiate.

FIA A R G O I I segreti del testo: LA B


Il 28 agosto 1963, 250 mila persone, bianchi e neri, partecipano a una grande marcia pacifica a Washington, la capitale. In conclusione, Martin Luther King pronuncia un discorso bellissimo, che comincia così: «I have a dream». Io ho un sogno. Il sogno di un mondo dove le persone non siano giudicate per il loro aspetto, ma per le loro qualità. Tutto il mondo ammira il pastore battista che, con coraggio e senza mai ricorrere alla violenza, lotta per l’uguaglianza tra gli uomini. Nel 1964 riceve il premio Nobel per la Pace. I razzisti, però, lo odiano e organizzano un attentato per eliminarlo. Martin Luther King viene assassinato nel 1968 a soli 39 anni. Riad. da «CiaoAmici»

Scopriamo insieme i segreti della biografia analizzando alcune parti del racconto.

Foto dello storico discorso di M.L. King.

Rispondi. Si scrivono biografie di PERSONE NOTE, che durante la loro vita hanno fatto qualcosa di importante per cui vengono ricordate (come scienziati, artisti, scrittori...). Di esse vengono narrati i momenti e i fatti più significativi (infanzia, studi, lavoro, hobby...).

• Di chi parla la biografia riportata?

Le biografie sono sempre scritte in terza persona, in quanto gli AUTORI sono ESTERNI alla storia raccontata.

Rispondi.

• È un personaggio inventato o realmente esistito? • Che cosa ha fatto d’importante nella sua vita?

• Il racconto è scritto da: il protagonista. un narratore esterno.

I TEMPI, i FATTI e gli AMBIENTI sono reali e indicati con precisione.

• I tempi della storia sono: definiti. indefiniti.

I segret

i del tes

to: LA BIOGRAFIA

81


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Uno scrittore stravagante

Nella BIOGRAFIA gli ambienti, i fatti e i tempi sono reali e vengono indicati con precisione.

Roald Dahl è nato da genitori norvegesi il 13 settembre del 1916 nella città di Llandaff, nel Galles. La sua infanzia fu segnata da due lutti: la morte del padre e quella della sorellina Astrid. All’età di nove anni Dahl viene mandato in diversi collegi, dove sperimenta la severità dei sistemi educativi inglesi. Prima di diventare scrittore a tempo pieno Roald Dahl si deve adeguare ai lavori più strambi. Appena terminata la scuola superiore si trasferisce addirittura in Africa, a lavorare per una compagnia petrolifera. Ma la Seconda guerra mondiale incombe e non risparmia, nella sua furia distruttiva, neanche lo sfortunato scrittore. Vi partecipa in qualità di pilota d’aereo e scampa per miracolo ad un terribile incidente. Dopo il congedo, Roald Dahl si trasferisce negli Stati Uniti e lì scopre la sua vocazione di scrittore. Il primo racconto pubblicato è proprio una storia per bambini. Si raccontano molti aneddoti sulle sue strane abitudini: una tirchieria patologica soprattutto, ma anche l’abitudine di scrivere chiuso in una stanza in fondo al suo giardino, avvolto in un sudi-

bi o gr

fia

a

82

Le immagini riportate sono tratte dal film «La fabbrica di cioccolato» del 2005, diretto dal regista Tim Burton, che ha cercato di richiamare lo spirito originale del romanzo.


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo PER COMPRENDERE

cio sacco a pelo e sprofondato in una vecchia poltrona appartenuta alla madre. Si dice che in questa sua stanza nessuno avesse mai potuto riordinare o fare pulizie, con le conseguenze che si possono immaginare. Sul tavolo, una palla color argento fatta con la stagnola delle tavolette di cioccolata che mangiò da ragazzo. Ma al di là degli aneddoti, restano i libri da lui scritti. Negli anni Ottanta, grazie anche all’incoraggiamento della seconda moglie Felicity, Dahl scrive quelli che possono essere considerati i suoi capolavori, il GGG, Le streghe, Matilde. Ma anche Boy, Sporcelli, La fabbrica di cioccolato e Il grande ascensore di cristallo. Roald Dahl è stato anche sceneggiatore di film tratti dai suoi racconti ed ha scritto libri anche per adulti, racconti il cui tema centrale è la sofferenza che nasce dalla crudeltà, la sopraffazione e l’imbarazzo. Ritiratosi in una grande casa di campagna, il bizzarro scrittore è morto il 23 novembre del 1990.

Leggi attentamente il testo e scrivi le date importanti che hanno contraddistinto la vita di Dahl e i relativi avvenimenti. 1916 = nasce a Llandaff.

Prova a scrivere la biografia di una persona che conosci, informandoti sui fatti significativi della sua vita, sulle date e sulle passioni, senza trascurare di descrivere le particolarità del carattere.

L. Valdiserra, Gatto bianco gatto blu, Giunti Scuola Foto di Roald Dahl.

bi og

f ia a r

83


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Rita Levi Montalcini

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Di cosa si occupa Rita Levi Montalcini? • Qual è la sua scoperta più importante, che le è valsa anche il premio Nobel?

Rita Levi Montalcini è una delle figure più importanti della nostra epoca. La sua vita è un esempio di tenacia, perseveranza e amore per la scienza, dimostrati non solo dalle sue scoperte, ma anche dalle vicende che hanno caratterizzato la sua non facile vita. Rita Levi Montalcini è nata a Torino nel 1909. Si è laureata in medicina nel 1936. Essendo di famiglia ebraica, a causa delle leggi razziali del 1938, promulgate dal regime fascista, fu costretta a trasferirsi in Belgio. Quando le truppe naziste invasero anche questa nazione, ritornò in Italia; fu costretta a vivere e a lavorare in clandestinità. In un laboratorio casalingo imparò a lavorare sugli embrioni di pollo, a studiare il sistema nervoso, a esplorare quell’universo di neuroni che è il cervello umano. Finita la guerra, nel 1947 si trasferì negli Stati Uniti e lavorò per trent’anni nell’università di Saint Louis, compiendo importanti ricerche sul sistema nervoso. Nel 1953, a Rio de Janeiro (Brasile), effettuò la scoperta che le valse la celebrità: infatti, scoprì il fattore di crescita delle cellule nervose. Questa scoperta ha acceso nuove speranze per quanto riguarda la riparazione dei danni subiti dal sistema nervoso centrale. Grazie a questo risultato, nel 1986 le è stato conferito a Stoccolma il premio Nobel per la medicina. da Internet

bi o gr

fia

a

84

embrione: essere vivente allo stato iniziale del suo sviluppo. neurone: unità base del sistema nervoso.


Parole in prestito Quando parliamo o scriviamo utilizziamo spesso parole che derivano dal francese, dallʼinglese o dal tedesco, parole che ormai fanno dunque parte della nostra lingua, grazie ai viaggi e agli scambi culturali che hanno favorito la «migrazione» dei termini da una lingua allʼaltra. Ad esempio, quante volte avrai sentito dire o avrai anche tu utilizzato il termine relax, piuttosto che il corrispondente riposo? Leggi le frasi riportate qui di seguito e sostituisci i termini italiani con quelli stranieri corrispondenti. • Alla festa di Sara sono stati invitati dei (pagliacci) per far divertire i bambini.

• Per accedere al tuo servizio di posta elettronica è necessario che digiti (nome utente) e (parola chiave)

• Ho scritto tutti gli appunti sul (blocchetto) poi ricopierò tutto in bella copia.

Conosci altri termini stranieri che utilizziamo di solito? Cercane almeno tre e componi delle frasi come quelle dell’esercizio precedente, dove metterai il corrispettivo termine italiano. • • •

Laborator

io sul lessico

85


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Il papà di Sherlock Holmes Nella BIOGRAFIA vengono narrati gli avvenimenti o i momenti più importanti della VITA DI UNA PERSONA come gli studi, il lavoro, gli impegni sociali... Le informazioni date si basano su documenti e testimonianze.

Arthur Conan Doyle nacque a Edimburgo, in Gran Bretagna, il 22 maggio del 1859, da una famiglia irlandese di antica nobiltà ma non certo ricca. Studiò prima in una scuola di Edimburgo, poi in una scuola cattolica, lo Stonyhurst Jesuit College. Il giovane Arthur rimase colpito negativamente dai metodi autoritari degli insegnanti e, più tardi, si ribellò ai loro insegnamenti. Nel 1876 entrò in una scuola di medicina e nel 1879 pubblicò il suo primo romanzo, Il Mistero di Sasassa Valley. Nel 1881 iniziò a insegnare medicina e a lavorare presso l’ospedale di Edimburgo: qui conobbe il dottor Joseph Bell, la cui abilità nel dedurre dai minimi dettagli le caratteristiche fisiche e mentali dei pazienti gli ispirerà il personaggio che lo renderà celebre, Sherlock Holmes. Imbarcatosi su una baleniera, come medico di bordo, trascorse alcuni mesi nell’Oceano Artico e poi in Africa. Tornato in patria, aprì uno studio medico a Southsea, un sobborgo della città di Porthsmouth, senza troppa fortuna. Impiegò allora il tempo libero scrivendo racconti polizieschi, che furono pubblicati su diversi giornali ottenendo un certo successo. Lo Studio scarlatto, del 1887, è il primo romanzo in cui comparve Sherlock Holmes, personaggio dal quale Doyle non riuscì più a «liberarsi», al punto che si vedrà costretto, molti anni più tardi, a farlo «resuscitare» dopo aver tentato invano di sbarazzarsene, in uno dei suoi racconti, facendolo morire in seguito alla caduta in un burrone.

Arthur Conan Doyle.

bio g r

f ia

86

a


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

Il successo di Sherlock Holmes fu enorme; nel 1890 un altro romanzo, Il Segno dei Quattro, fu accolto in Inghilterra e in America con un entusiasmo che rimarrà celebre nella letteratura. Conan Doyle si dedicò anche a scrivere romanzi storici, che preferiva senz’altro ai suoi romanzi polizieschi. Dopo i successi letterari abbandonò la professione di medico e iniziò un’intensa attività giornalistica, come corrispondente durante la Prima guerra mondiale. Morì il 7 luglio 1930 a Crowborough, nella regione del Sussex. Per i suoi successi come scrittore e giornalista ebbe il titolo di sir, «baronetto», un’alta onorificenza concessa dai sovrani inglesi a personaggi particolarmente illustri.

onorificenza: pubblico riconoscimento dei meriti di qualcuno mediante il conferimento di un attestato, una medaglia e simili.

Da Tutto Sherlock Holmes, Newton Compton

PER COMPRENDERE Cerca le date elencate nel testo e completa lo schema. 1859: nasce Arthur Conan Doyle 1876:

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea di rosso gli articoli determinativi, di blu quelli indeterminativi.

1879: 1881:

1930:

Dividetevi in coppie e chiedete a un vostro compagno il permesso di intervistarlo sulla sua vita ricordandovi di annotare date ed avvenimenti importanti. A intervista fatta, con i dati che avete ricavato, scrivete la biografia del vostro compagno.

a fi

a

r

1890:

PENSACI SU!

bio g

1887:

87


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Il maestro del cinema italiano Nato a Roma il 15 giugno 1920, Alberto Sordi è stato un popolarissimo attore, regista, sceneggiatore e doppiatore italiano. Insieme ad altri grandi dello spettacolo è una delle colonne portanti della commedia all'italiana nonché portavoce della romanità nel cinema italiano. Sin dalla scuola elementare gira l'Italia con una piccola compagnia teatrale, poi verso la fine degli anni Trenta vince il concorso come doppiatore di Oliver Hardy, che gli aprirà le porte dell'avanspettacolo: debutta a Genova come imitatore di Stanlio e Ollio con il nome di Albert Odisor e conosce Aldo Fabrizi, che lo chiamerà nella sua compagnia teatrale. Durante gli anni Quaranta si afferma soprattutto in radio, dove ottiene grande successo di pubblico, ed in rivista, ma ha poche soddisfazioni in campo cinematografico: solo nel 1950, quando fonderà insieme a Vittorio De Sica la P.F.C. (Produzione Film Comici) girerà il suo primo vero film da protagonista «Mamma mia, che impressione!». Successivamente farà esperienza da protagonista nel teatro di rivista accanto a Wanda Osiris e tra il 1953 e il 1954 avrà la sua consacrazione in campo cinematografico, anche dalla critica, grazie a film come «I Vitelloni» e «Un giorno in pretura» (in cui interpreta il famosissimo personaggio dell'«americano» Ferdinando Moriconi, che reinterpreterà anche nel successivo «Un americano a Roma»), e sarà l'inizio di una lunghissima carriera piena di successi. Muore a Roma il 25 febbraio 2003, all’età di 83 anni. Riad. da Internet

PER COMPRENDERE Che cos’è l’«avanspettacolo»? Fai una breve ricerca. Segna solo le frasi che corrispondono alla biografia. Alberto Sordi lavorò in radio. Fu anche un giornalista. Debuttò a Genova come doppiatore di Stanlio e Ollio. Vinse il concorso come doppiatore di Oliver Hardy. Durante gli anni Quaranta si affermò al cinema.

bio gr

fia

a

88

Iniziò la sua carriera a teatro. «Il vigile» di Alberto Sordi rimane uno dei personaggi più amati dalla gente.


Laboratorio: io scrittore! Segui lo schema proposto e, aiutandoti con Internet (sotto la guida di un adulto), riviste, quotidiani e tv, traccia la biografia di Valentino Rossi. Confronta poi in classe il tuo lavoro con quello dei tuoi compagni.

1.

Raccogli informazioni sulla vita della persona che hai scelto: • Nascita e infanzia • Adolescenza • Hobby • Lavoro

2.

Annota gli avvenimenti importanti della sua vita: • Che cosa ha fatto di importante? • Ha avuto un incontro significativo con qualcuno? • Ha affrontato un viaggio fondamentale per lui? • Ha fatto una particolare scoperta?

3.

Illustra il suo carattere, i suoi atteggiamenti e i suoi gusti principali. • Che tipo è? Generoso e altruista? Coraggioso e divertente? • Come si comporta? • Che cosa gli piace fare e che cosa proprio non sopporta?

4.

Ordina le idee sottoforma di punti da trattare.

5. Scrivi la biografia sul tuo quaderno.

89


Guarda: nevica! PER COMPRENDERE Rispondi. • La prima ad alzarsi è: Marta. Elisabetta.

• Le bambine sono: sorelle. cugine.

• Il papà abbatte: il pupazzo. il naso del pupazzo.

• La mamma si trova: in casa. in giardino.

inver n o

90

Oggi, alla Collina delle Primule, si dorme più a lungo del solito. È domenica, una buia domenica d’inverno che non invita certo ad alzarsi dal letto. Marta è ancora addormentata e non vuole saperne di svegliarsi. Elisabetta sa bene come farle aprire gli occhi e, alzata la tendina con un colpo secco, prende a gridare: – Guarda, Marta: nevica! Di colpo Marta salta giù dal letto. La prima neve ha davvero un non so che di magico e meraviglioso! Un sacco di neve sta cadendo fitta fitta su tutta la Collina delle Primule. Come sono diventate belle e candide le piante di betulla intorno alla casa… E come si sentono eccitate Marta ed Elisabetta, che gran voglia hanno di fare le pazzerelle! In fretta e furia si sono vestite, e ora eccole lì che giocano sfrenate, facendo un gran chiasso. Ci si rotolano dentro, fabbricano un pupazzo e infine ricominciano a rotolarsi nella neve. Papà si precipita a raggiungere le due bambine. – Adesso vi faccio vedere che sono capace di abbattere il naso del pupazzo con questa palla di neve – sostiene. E ci riesce anche! – Bene, e adesso ti faccio vedere che anch’io son capace di PENSACI SU! abbattere un naso con questa Ti piace la neve? Che cosa fai palla di neve: il tuo! – precisa quando nevica? Sviluppa un picMarta. Così comincia la battacolo testo sul tuo quaderno. glia: papà si sbraccia a buttare palle di neve con tanto entusiasmo che, alla fine, spossato, si lascia cadere per terra. Ride a crepapelle e non ha più il fiato per giocare. Dalla finestra della cucina si affaccia anche la mamma e in breve si convince che papà dev’essere diventato matto. A. Lindgren, Guarda, nevica!, Mondadori


La storia dell’albero di Natale Nel Medioevo, il 24 dicembre, c’era l’usanza di ricostruire, all’interno delle chiese, lo scenario del Paradiso terrestre raccontato nella Bibbia. A dicembre, però, non si riuscivano a trovare molti alberi con le foglie. L’abete, che è un sempreverde, era il più adatto, così molti abeti venivano portati nelle chiese per le rappresentazioni del Paradiso. L’anno di nascita ufficiale dell’albero di Natale è, però, il 1605. Infatti, in una cronaca di Strasburgo datata proprio quell’anno, è riportata questa notizia: «In Alsazia per Natale si portano in casa degli abeti e si mettono nelle stanze, si ornano con rose di carta di vari colori, con mele, zucchero e oggetti dorati». Nel Settecento in Germania era molto diffusa l’usanza degli alberi di Natale e, nello stesso periodo, si diffuse anche una delle canzoni natalizie più conosciute dai bambini tedeschi: Tannenbaum, tannenbaum, cioè «Abete, abete». Con gli anni, questa abitudine si diffuse in tutta Europa e gli abeti si sono arricchiti di luci, palline e decorazioni di tutti i tipi... Sotto l’albero, poi, è anche diventato il posto in cui, per la gioia di adulti e bambini, si posano i regali, prima di essere scartati. Oggi sono sempre più numerose le persone che prendono la saggia decisione di acquistare un albero sintetico al posto di uno vero, per evitare di danneggiare l’ambiente. Erasmo

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno.

• Che cosa si faceva durante il Medioevo per festeggiare il Natale? • Perché venne scelto l’abete come albero di Natale?

• In quale paese nacque l’usanza dell’albero di Natale? • Come si è evoluta questa usanza nel tempo? • Nella tua famiglia c’è un modo particolare di addobbare l’albero di Natale? Quale?

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel brano: di blu gli aggettivi, di verde i nomi e di rosso i pronomi.

inv e

rn o

91


Un Natale lontano da casa Oggi ho fatto un albero di Natale, nella piccola casa dove abitiamo. Mi ha aiutato la mamma. È stato molto faticoso anche per lei abituarsi a questa città, così diversa e lontana da Asmara. Ha dovuto affrontare un’infinità di problemi, ma non si è mai lamentata. Le giornate sono molto brevi e fredde in questo periodo, ma la città è tutta illuminata, e in molte strade ci sono bancarelle piene di belle cose. C’è gente di tutto il mondo qua: senegalesi, cinesi, cingalesi, filippini, indiani, arrivati per fuggire dalla guerra, dalla fame, dalle catastrofi. Zio Hagos è riuscito a sistemarsi in fretta, grazie agli amici del ristorante. Mi piace camminare fra le bancarelle colorate come l’Africa. Zio Hagos parla sempre con i venditori. Anche loro, come noi, hanno ricordi di luce in questi mesi freddi, di famiglie lontane, di grandi spazi. Parlare e ascoltare, dice zio Hagos, fa sentire meno soli. Qua non c’è, come da noi, l’abitudine di parlare con le persone che non si conoscono. E che, parlando, poi si conoscono.

PENSACI SU! La protagonista si prepara ad affrontare il Natale. Tu come ti prepari in previsione di questa festa? Dove e con chi passi le feste di Natale? Che cosa significa per te il Natale? Raccontalo sul quaderno.

Ho spento la luce. Le piccole lampade dell’albero si accendono e si spengono, come i miei pensieri, come i miei sogni. Chiudo gli occhi e immagino di essere nel cortile della casa di Asmara, con zia Rachel, con Ghis, sotto l’albero dei fiori blu. Sento il tepore del sole, il canto degli uccelli, le campane della cattedrale. Sento la nonna che canta, mentre pulisce la casa, il nonno che scolpisce un bastone nuovo e la cantilena di Meret: «Uova fresche, uova fresche». Gli uccelli tessitori vanno e vengono fra i rami dove stanno costruendosi il nido.

inver n o

92


Ecco, ora vorrei che bussassero al cancello. Tre colpi. Corro ad aprire, con Ghis che salta come un acrobata e abbaia eccitato. Vedo mio padre e mia madre, vestiti di bianco, come nelle grandi feste. Come a Natale. Apro gli occhi. Le piccole lampade dell’albero si accendono e si spengono. A me piace fantasticare. Mi piace leggere e inventare storie. E voglio ricordare. Penso che se non ci fosse stato il pericolo della guerra sarei ancora con i nonni. So che mi abituerò piano piano. Lo spero. Ho tanti amici che mi vogliono bene, anche a scuola. La prossima estate andrò in vacanza dai nonni, e sarà il regalo più bello. «Conto i giorni» mi ha scritto il nonno. «La sera vado in cortile, seppellisco il giorno che se n’è andato e ci metto sopra un fiore dell’albero». Rivedrò Rachel, Ghis, camminerò sulla terra rossa e guarderò il volo lontano dei falchi, nel cielo pieno di luce. E. Dell’Oro, Dall’altra parte del mare, Piemme

PER COMPRENDERE L’autrice del racconto proviene dall’Eritrea, un Paese dell’Africa. Riassumi sul quaderno quello che lei ricorda della sua terra. Rispondi sul quaderno.

• Che cosa, secondo zio Hagos, fa sentire meno soli?

• Che cosa immagina la protagonista chiudendo gli occhi?

• Perché la protagonista si è dovuta separare dai nonni?

inv e

rn o

93


Piante portafortuna Oltre all’abete, simbolo di Natale e grande protagonista dei giorni di festa, molte altre sono le piante beneauguranti della tradizione natalizia italiana ed estera. Agrifoglio, pungitopo, vischio e stelle di Natale racchiudono tra i loro rami una storia ricca di miti e leggende. La pianta dell’agrifoglio è distinta nei due sessi. Alcune credenze popolari vedevano nell’agrifoglio maschile la forza indomita che scaccia gli spiriti e in quello femminile, che porta le bacche rosse, il simbolo della fertilità e dell’allegria. Le sue foglie ingentiliscono le case e le tavole imbandite e, già verso la metà dell’Ottocento, venivano scelte come motivi decorativi per le cartoline augurali. Il pungitopo è un piccolo arbusto con rametti ricchi di foglie dalla punta acuminata che lo difendono dagli assalti degli erbivori voraci. Con le sue bacche rosso vivo è molto decorativo e rimane bello a lungo, sia in vaso, sia nelle comPER COMPRENDERE posizioni natalizie. Il suo curioso nome, «pungitopo», deriva dal fatto che, in passato, i contadini difendevaSegna solo le affermazioni corrette. no con i suoi rami le provviste insidiate dai topi. Il pungitopo maschile scaccia gli spiriti. Il vischio, una pianta cespugliosa parassita di parecL’agrifoglio femminile è simbolo di fertilità. chie specie di alberi, è considerato, probabilmente in Il vischio ha effetti farmacologici. virtù dei suoi effetti farmacologici, una pianta dai In passato il vischio era usato per poteri magici, soprattutto come protettrice di malefidifendere le provviste dai topi. ci e apportatrice di fortuna e di amore a chi si scamI fiori della stella di Natale si conservano bia un bacio sotto un suo ramo. Secondo la mitoloper un mese. gia nordica le sue bacche, simili a perle, sono le lacrime di una dea. La stella di Natale è originaria del Messico, dove cresce sponPENSACI SU! tanea. È chiamata «flor de la Noche Buena» perché sboccia in dicembre. I suoi fiori recisi si conservano belli anche per Fai una breve ricerca su altri un mese: basta tuffare la base degli steli in acqua calda in simboli del Natale, anche che modo da impedire al lattice di coagulare, ostruendo così i non siano piante. Qual è la vasi attraverso i quali il ramo dovrà assorbire l’acqua. loro origine e quale significa-

inver n o

94

to hanno?

da Fuochi d’artificio, Raffaello


La storia della Befana Questa è la mia storia. Era esattamente... tanto, tanto tempo fa, il 5 gennaio, l’ultimo giorno delle Feste dei Doni, che celebravano la fine dell’anno e duravano dodici giorni, come i mesi. Mi chiamavo Strenia. Volevo diventare una strega buona ed ero andata a scuola da mio nonno, che mi aveva ordinato di portare ai bambini buoni un sacco di regali, l’ultima notte delle Feste dei Doni. Quella notte ero stanchissima, stavo tornando sulle nuvole basse quando incontrai Dianessa, una stregaccia cattiva, ma molto potente, che mi ordinò di seguirla per andare a far paura agli uomini! – Non ne ho nessuna intenzione – dissi. – Io diventerò una strega buona! Non l’avessi mai detto! Dianessa mi guardò qualche istante, poi urlò: – D’ora innanzi sarai vecchia, brutta e stracciona! Zacchete! Fui colta in pieno da qualche potente incantesimo. Ma la Regina del Tempo mi venne in aiuto e mi disse di portare i regali ai bambini buoni. – Sì, cara Strenia – mi disse – tu ora sei la Befana ed è giunto il momento che ti comporti da vera Befana. Sbrigati, le dodici notti stanno arrivando! E fu così che ricominciai a portare i regali ai bambini buoni, la notte PER COMPRENDERE del 5 gennaio. Da allora, non ho Segna solo le affermazioni mancato mai un appuntamento! corrette. Le Feste dei Doni duravano dodici giorni. Strenia era una strega cattiva. Dianessa ordinò a Strenia di far paura agli uomini. La Regina del Tempo era d’accordo con Dianessa. Strenia ricominciò a portare regali la notte del 5 gennaio.

D. Grillo, La vera storia della Befana, Mursia

RI FLETTI SULLA LINGUA Riscrivi il brano sul quaderno, in terza persona; se ti è possibile, trasforma il discorso diretto in indiretto.

inv e

rn o

95


Le origini del Carnevale RI FLETTI SULLA LINGUA Il brano è privo di punteggiatura: riscrivilo correttamente sul quaderno.

Cerca il significato di semente. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

Il Carnevale è una festa contadina che risale ai riti tradizionali della stagione invernale. L’esplosione di gioia e l’uso della maschera avevano la funzione di allontanare gli spiriti malefici: la maschera infatti, rendendo l’uomo simile agli animali, gli dava un potere simbolico e temporaneo sugli animali sacri L’usanza di bruciare un fantoccio richiama i sacrifici primitivi Gli antichi Romani si abbandonavano a festeggiamenti che richiamano il Carnevale odierno durante i «Saturnali» feste dedicate al dio Saturno (divinità italica delle sementi) che iniziavano il 17 dicembre e si protraevano per sette giorni La festa veniva inaugurata a Roma e tutto era consentito in particolare era in uso lo scambio dei ruoli indossando gli abiti altrui gli schiavi venivano ad esempio serviti dai padroni e potevano concedersi ogni libertà Con l’avvento del cristianesimo il Carnevale entrò a far parte del calendario liturgico ponendosi tra l'Epifania e la Quaresima Il termine «carnevale» deriva infatti da «carnevalare» (carnem levare) che significa «togliere la carne dalla dieta» poiché dopo l'Epifania ci si asteneva dal mangiare la carne. L’usanza di definire «grassi» il martedì e il giovedì deriva dal Medioevo quando proprio in queste due giornate si festeggiava con ricchi banchetti e ogni tipo di divertimento In Italia la data ufficiale che apre la festa del Carnevale è il 17 gennaio ma nei piccoli paesi e nel resto del mondo le date di apertura del carnevale sono variabili possono cominciare il giorno di Santo Stefano l'Epifania il 17 gennaio o il 2 febbraio

PENSACI SU!

inver n o

96

Racconta sul quaderno. • Come festeggi il Carnevale? • Ti mascheri? È divertente?


Laboratorio: inverno! Dopo aver letto le descrizioni, cerca le maschere a cui si riferiscono e associale riportando la lettera corrispondente. Attenzione, le descrizioni non sono complete, ci sono solo degli indizi, dovrai essere molto attento/a!

Indossa pantaloni bianchi e proviene da Napoli.

A PULCINELLA

Ha un cappello rosso ed è originario di Venezia. H ARLECCHINO

Ha un vestito a rombi e ha origini bergamasche.

B GIANDUIA

È l’unica femmina tra queste maschere e viene da Venezia.

G BALANZONE

Vestito di bianco con rifiniture verdi, nasce a Bergamo.

PANTALONE

C

Tiene in mano il libro della sapienza e viene da Bologna. Nasce in Piemonte e indossa un gilet giallo. D Indossa un calzino diverso dall’altro e rappresenta la maschera tradizionale di Firenze.

F

COLOMBINA

BRIGHELLA

E STENTERELLO

97


Dal diario di un naufrago Il DIARIO DI VIAGGIO, o di bordo, è il racconto giornaliero di esperienze vissute durante un’impresa o un viaggio.

98

30 settembre 1659. Io, povero infelice Robinson Crusoe, naufragato durante una tremenda tempesta al largo, ho toccato terra su questa isola funesta e desolata che ho chiamato Isola della Disperazione. Gli altri membri dell’equipaggio erano tutti affogati e io stesso ero mezzo morto. Trascorsi il resto della giornata a disperarmi: privo di cibo, di tetto, di abiti, di armi e di un rifugio, non potevo aspettarmi altro che la morte, sia divorato dalle bestie feroci o ucciso dai selvaggi, o condannato a morir di fame. Al calar della notte, mi arrampicai su un albero per paura delle belve e dormii ininterrottamente, anche se piovve senza interruzione. 1° ottobre. La mattina, con mia grande sorpresa, vidi che la nave era tornata a galla con l’alta marea. Cominciai a sperare, una volta calato il vento, di poter salire a bordo a prendere un po’ di cibo e altre cose che mi potevano essere utili. 25 ottobre. Ha piovuto tutto il giorno, con qualche raffica di vento. Ho trascorso la giornata lavorando a coprire e a mettere al sicuro i beni che ho salvato dalla nave per proteggerli dalla pioggia. 26 ottobre. Quasi tutto il giorno sono andato in giro per la costa alla ricerca di un luogo in cui costruire la mia casa: sono molto ansioso infatti di mettermi al riparo da possibili attacchi notturni da parte di animali o di uomini. Verso sera, ho scelto un posto adatto, sotto una roccia. 1° novembre. Ho sistemato la tenda sotto la roccia e vi ho dormito per la prima volta. Ho cercato di renderla quanto più ampia possibile e a tale scopo ho piantato dei pali per appendervi la mia amaca. 2 novembre. Ho accatastato tutte le casse, le tavole e il legname di vario genere che avevo usato per fabbricare le mie zattere, formando una specie di recinto per la protezione.

GIO G A I V I D IO R A I D L I I segreti del testo:


3 novembre. Sono uscito e ho ucciso due uccelli simili ad anatre. La loro carne era ottima. Nel pomeriggio mi sono messo al lavoro per fabbbricarmi un tavolo. 4 novembre. Al mattino ho cominciato a programmare un orario di lavoro: ogni mattina, in giro col fucile per un paio d’ore, a meno che non piova; poi al lavoro fino alle undici; poi mangiare cibo disponibile; dalle dodici alle due coricarsi e dormire a causa del caldo eccessivo; nel pomeriggio, di nuovo al lavoro. Riad. da D. Defoe, Giornale di Robinson Crusoe, De Agostini Ragazzi

Scopriamo insieme i segreti del diario di viaggio. Analizziamo alcune parti del racconto.

Rispondi. • Il racconto è scritto: in prima persona. in terza persona.

Come il diario personale anche il diario di viaggio è scritto in prima persona poiché il NARRATORE è sempre il PROTAGONISTA DEI FATTI.

• Il narratore è: il protagonista. un amico del protagonista.

Rispondi. Nel diario di viaggio puoi trovare la DATA, le INDICAZIONI su luoghi geografici e condizioni atmosferiche, il MOTIVO del viaggio e la DESCRIZIONE di ambienti.

Il registro utilizzato nel diario di viaggio è INFORMALE e SPONTANEO e spesso riporta emozioni e stati d’animo.

• In quanto tempo si sviluppano le vicende narrate? • Per quale motivo il protagonista si trova in questa situazione? • Quali condizioni il protagonista si trova ad affrontare?

• Secondo te qual è lo stato d’animo del protagonista? Da cosa lo puoi intuire?

I segreti de

l testo:

IL DIARIO

DI VIAGGIO

99


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Overland 10 Venerdì 06 maggio

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Che cosa racconta questa pagina di diario? • Con quale mezzo si spostano i progatonisti? • Che cosa rende difficoltosa l’impresa? Che cos’è «Overland»? Fai una breve ricerca e scrivila sul quaderno. Poi confronta le informazioni che hai raccolto con quelle dei tuoi compagni.

Ci prepariamo a puntino e con i giubbotti impermeabili: iniziamo sotto una pioggerella insistente che ci terrà compagnia per l’intera giornata. Strade bruttissime, molto fango e terriccio. Restiamo in sella dalle 8.30 sino alle 16.30 circa, salvo due soste: una per necessità fisiologiche ed una seconda per prenderci qualcosa. È anche freddino e la pioggia non accenna a smettere, meglio pedalare e vedere di raggiungere quanto prima la conclusione della tappa e l’albergo. Strade con buche vistose, ma che non sempre possiamo aggirare se non col rischio di venire a contatto e di arrotarci; le forature coinvolgono Piasini, Terrenghi ed il possente Modesti. Ne scaturisce una frazione terribile non solo per le condizioni atmosferiche, ma per la condizione della sede stradale. Il gruppo è già diminuito di parecchie unità e ad Istambul ci lascerà anche il dottor Savio che di giorno in giorno aumenta in tenuta ed elasticità migliorando le sue performance. L’arrivo in albergo è una «liberatoria» per tutti noi pedalatori. Chi sta sul camion o sul piccolo bus da dieci posti al coperto non ha problemi, ma chi deve procedere sotto l’acqua… ne verifica gli effetti all’arrivo quando dobbiamo metterci a fare bucato. Maglie e pantaloncini riversano un’acqua nerastra per via di fango e spruzzi assorbiti nel corso della tappa. Ma anche questa undicesima frazione è completata e alle ore 22 c’è un grande silenzio salvo l’invasione delle prime «russate» da una camera all’altra. La stanchezza, ovvio, al caso fa… novanta. Riad. da B. Tenti, Diario di bordo di Overland 10

RI FLETTI SULLA LINGUA

d i ari o

di

vi a g gio

100

Spiega sul quaderno il significato dell’espressione «a puntino». Poi scrivi alcuni esempi, usando la stessa espressione in diversi contesti.


1 • I l tes t o narr ativo

U.d.A .

Verso la Bolivia Il nostro viaggio comincia da Lima, capitale del Perú fondata dagli spagnoli nel 1535. Nella centralissima plaza de Armas si trova il palazzo del governo dove, ogni giorno alle 12 in punto, si svolge il cambio della guardia. Oltre al palazzo governativo la piazza, completamente rinnovata, presenta una serie di costruzioni in stile coloniale tra le quali spicca la cattedrale dalla facciata piuttosto austera. A Lima le giornate di sole sono molto rare e concentrate in pochi mesi dell’anno. Qui dodici milioni di abitanti vivono sotto la garua, una pioggerella proveniente dal mare continua e impalpabile. Lasciamo Lima per raggiungere la città di Pisco da dove ci imbarchiamo per le isole Ballestas. Ammiriamo dapprima la candelabra, una immensa figura tracciata sul fianco della collina e visibile solo dal mare. Continuiamo la navigazione a bordo della nostra lancia e raggiungiamo le isole Ballestas definite a volte come le «piccole Galàpagos». Le Ballestas sono caratterizzate da spettacolari grotte e cavità formatesi con l’erosione. Girando intorno a questi isolotti riusciamo a scorgere con molta facilità animali di ogni tipo: pinguini, leoni marini, foche e svariate specie di uccelli acquatici produttori di guano. Anche se fa freddo, se il cielo è coperto e se siamo avvolti dalla garua, ci riteniamo fortunati in quanto spesso non è possibile effettuare questa escursione per via del mare molto mosso. Dopo due ore siamo di ritorno sulla terraferma e già pregustiamo l’idea di bere qualche cosa di caldo in uno dei tanti locali del porto. austero: rigoroso, severo, rigido. Riad. da Internet guano: deposito di escrementi di uccelli acquatici lungo le coste.

PER COMPRENDERE Vero (V) o falso (F)?

V

F

• Lima è la capitale del Perú.

V

F

• La piazza centrale sta per essere rinnovata.

V

F

• A Lima c’è sempre il sole.

V

F

• La garua è una vecchia costruzione.

V

F

• Le isole Ballestas sono le Galàpagos.

V

F

• Nelle Ballestas ci sono molte grotte.

V

F

v ia gg i o i d

d iar io

• Lima è la capitale del Perú.

101


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

A bordo della Peggy Sue Spesso nel DIARIO DI VIAGGIO l’autore utilizza TERMINI SPECIFICI inerenti il luogo e l’itenerario.

20 settembre Siamo partiti da Southampton dieci giorni fa. Avevamo previsto di coprire circa 200 miglia al giorno, a una velocità media di otto nodi. Ma nella prima settimana ci è andata bene se abbiamo percorso cinquanta miglia al giorno.

30 settembre Bill Tricheco ci aveva messi in guardia sul golfo di Biscaglia, per cui eravamo preparati al peggio. Ed è stato così. Forza 9, burrasca forte. Forza 10, a volte. Siamo stati sballottati che non ti dico. Ho creduto che saremmo affondati. Una volta, nel risalire un’onda, ho visto la prua della Peggy Sue puntare dritta verso la luna. Sembrava che stesse per decollare. Poi siamo precipitati nell’avvallamento successivo con una tale velocità che ho pensato che saremmo andati sotto. È stato orribile. Ma la Peggy Sue ha resistito e siamo ripartiti alla volta delle Azzorre.

di ari o

via

di

ggio

102


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

11 ottobre Oggi ho visto l’Africa! In lontananza, però. Stiamo scendendo lungo la costa occidentale. Il vento ci spingerà per qualche centinaio di miglia per la costa, poi attraverso l’Atlantico fino al Sud America. Dobbiamo stare attenti a non finire nella zona delle Calme Equatoriali. Lì non c’è assolutamente un filo di vento e potremmo restare in bonaccia per settimane, magari per sempre. 16 novembre Abbiamo appena lasciato Recife, in Brasile. Ci siamo rimasti per quattro giorni per fare riparazioni alla barca. C’era qualcosa che non andava nel generatore eolico e il cavo del timone ancora s’inceppa. Ho giocato a calcio in Brasile! Papà e io stavamo tirando quattro calci sulla spiaggia, e in men che non si dica ci siamo ritrovati circondati da una decina di ragazzini. È stata una partita in piena regola. Papà e io ci siamo divisi per fare le squadre: Fangosi contro Brasile. È finita Fangosi-Brasile 5-3. 25 dicembre Natale in mare. Alla radio papà è riuscito a beccare qualche canto natalizio. Abbiamo mangiato dei cracker, che però con tutta l’umidità che hanno preso non fanno «crack» per niente. Io ho regalato ai miei due disegni: quello di un pesce volante, a papà, e a mamma quello del nostro skipper. Loro mi hanno regalato un bel coltello che avevano comprato a Rio. Allora gli ho dovuto dare una moneta. Si fa così quando si ricevono lame in regalo.

PER COMPRENDERE Rispondi. • Chi scrive il diario di viaggio? • Dove si trovano i protagonisti? • Cerca sull’atlante i luoghi descritti: quale zona del mondo attraversano? Con l’aiuto dell’insegnante cerca nel testo i termini specifici del linguaggio della navigazione, sottolineali e poi riscrivili sul quaderno con loro il significato. Aiutati con il dizionario per i termini che non conosci.

Riad. da M. Morpurgo, Il regno di Kensuke, Salani

d i ar i o

vi i d

a g gi o

103


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Una bella vacanza

Sabato 28 dicembre

Partenza alle 9:35 dall'aeroporto di Linate, arrivo a Parigi alle 10:45 circa. Dopo aver sbrigato le solite pratiche di ritiro bagagli siamo andati all'albergo che si trovava nel quartiere di Montparnasse. Perfetto! Nemmeno il primo giorno è andato perso, perché dopo esserci sistemati siamo andati a visitare il quartiere. È una bella zona, ricca di negozi, caffè, brasserie. Alla sera, dopo una doccia e un minimo di «riposo SAPPIAMO CHE... dei guerrieri», ci siamo fatti un assaggio della Torre Eiffel illuminata: bellissima, con tanto di visita alle Originariamente il termine «brasserie» fontane del Trocadéro. indicava luoghi di produzione e consumo della birra; oggi sono luoghi dove si Il tutto dopo aver cenato in una brasserie lì vicino. possono degustare i piatti tipici della tradizione francese.

Domenica 29 dicembre La mattinata è uggiosa, ma non fredda. Come prima cosa, salita sulla Torre Eiffel: la vista è spettacolare. Passeggiata dall'Ecòle militaire alle fontane del Trocadéro, camminando procediamo fino all'Arco di Trionfo, e anche lì saliamo per vedere il panorama. Procediamo per Rue de Champs Élysée, bellissima, illuminata e piena di gente; qui ci fermiamo per un pranzo frugale. Nel pomeriggio visitiamo il Gran Palais, il Petit Palais, ^ l'Hotel des Invalides, e quindi il Duomo, dove è custodita la maestosa tomba di Napoleone. Proviamo a vedere se si riesce ad entrare al Musée D'Orsay: coda chilometrica... La giornata sta per finire: andiamo in hotel a farci una doccia e usciamo a mangiare nel quartiere latino. Dopodiché prendiamo la metropolitana e andiamo a Montmartre e nel quartiere di Pigalle, dove c'è il Moulin Rouge.

dia ri o

vi a

di

ggio

104


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo Martedì 31 dicembre Il mattino lo dedichiamo a visitare il quartiere di Montmartre, con la chiesa del Sacro Cuore e con tutte le vie caratteristiche, animate da tutti gli artisti. Il pomeriggio invece partiamo da Rue Mouffetard (famosa per il mercato della frutta) e visitiamo il quartiere latino, in cui emergono il Pantheon e la Sorbonne, il quartiere e la chiesa di Saint-Germain-des-Prés e i giardini del Luxembourg, con la fontana ottagonale in cui ci si può divertire noleggiando delle barchette che vanno con il vento. Per scelta non facciamo un cenone ma andiamo a mangiare in un caffè... torniamo poi in albergo, ci riposiamo, e verso le 23 siamo pronti per andare a festeggiare con la nostra bottiglia di spumante sotto la Torre Eiffel: c'è tantissima gente ed è veramente bello... insieme si aspetta la mezzanotte, che viene segnata da un conto alla rovescia collettivo. Lo spettacolo e il clima instauratosi sono unici... Mercoledì 01 gennaio

Oggi si ritorna a casa! L'aereo è alle 4 di pomeriggio, quindi approfittiamo del fatto che possiamo stare in camera fino alle 12 e poi abbiamo a disposizione il deposito bagagli per fare un ultimo giro lungo la Senna e salutare Parigi... direi una bella vacanza! da Internet

Prova a scrivere anche tu un diario di viaggio, riferendoti a una breve vacanza che hai fatto.

di

v i a g gi o

o

Rispondi sul quaderno. • In quale località si svolge il viaggio? • In quale periodo dell’anno? • Che cosa sono le brasserie?

PENSACI SU!

d i ari

PER COMPRENDERE

105


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

Senza soldi in tasca 27 maggio 1998

Il DIARIO DI VIAGGIO è il racconto giornaliero dei fatti e delle esperienze vissute dall’autore e, spesso, anche dai suoi compagni di viaggio. Esso fornisce testimonianze su luoghi e ambienti, descrivendoli con precisione. Vengono raccolte informazioni interessanti su abitudini di vita, tradizioni di popoli spesso poco conosciuti.

La fedele radiosveglia suona puntuale alle sei. Sembra una mattina come tutte le altre, qui a Roma. Ma io sto per partire! Dopo colazione, mi vesto lentamente controllando ogni dettaglio. Per ultimo stringo il marsupio attorno alla vita. Esco, sono pronto per fare il giro della Terra. Fuori mi aspettano parenti e amici per i saluti: baci e abbracci. L’appuntamento con il camionista è per le sette e trenta alla stazione di servizio Roma-nord. Mio padre mi accompagna in auto. Parliamo del viaggio, delle mie emozioni e delle sue… Senza quasi accorgercene, arriviamo alla stazione di servizio. Il camionista arriva in quel momento: abbraccio mio padre e salgo. Il mio primo compagno di viaggio si chiama Renato, vive a Latina, ha un paio di baffoni neri e occhi curiosi; è piccolo di statura e porta una canottiera rossa. Prima di mettere in moto mi dice: – Sono contento di essere il primo a darti una mano.

SAPPIAMO CHE... Matteo Pennacchi ha compiuto un viaggio da record: attraversare il mondo da ovest a est, in poco più di 100 giorni portando con sé i documenti e poco altro. Niente bagagli e niente soldi, aveva con sé solo 500 dollari, quelli necessari per entrare negli USA. Per spostarsi, Matteo ha utilizzato qualsiasi mezzo: dall'autostop alla nave merci.

gi o

106

v ia g

di a rio d i


U.d.A .

1 • I l tes t o narr ativo

ore 12 circa Arriviamo alla periferia di Bologna. Usciamo dall’autostrada e ci fermiamo in una trattoria per pranzare. Renato mi presenta agli altri colleghi, ordina il pranzo (che mi pagherà) e dice: – Goditi questi piatti genuini perché non ce ne saranno tanti durante il tuo viaggio. Fuori della trattoria, Renato fa un po’ di stretching prima di risalire sul «mostro». Prossima tappa Udine, poi il confine con l’Austria.

Cerca sul dizionario il significato di stretching. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

Pomeriggio Attraversiamo la Pianura Padana e io non riesco a pensare ad altro che al programma per l’indomani. Ho un po’ di paura: in fondo si tratta del giro del mondo! – Chi non viaggia mai diventa una persona chiusa e triste, il viaggio insegna a vivere meglio, a capire e a tollerare – dice Renato. Sembra quasi che voglia rincuorarmi! (segue)

PENSACI SU! Rispondi. • Che cosa pensi delle parole di Renato riportate in rosso? Le condividi?

• Secondo te, perché viaggiare insegna a vivere meglio, a capire e tollerare?

di ar io

via gg i o i d

107


U.d.A.

1 • I l te s t o n a r r at i vo

28 maggio territorio ceco: territorio della Repubblica Ceca.

Alla frontiera, saluto Renato e salgo sul camion di Stephan, il mio secondo compagno di viaggio. In territorio ceco attraversiamo fiumi, laghi, foreste fitte, in direzione di Brno. La campagna è animata da mucche e contadini che lavorano la terra, coperti di pesanti abiti di lana; i loro respiri formano nuvolette sospese nel freddo intenso. Stephan e io restiamo in silenzio, forse è la diversità della lingua a separarci: Stephan non parla molto bene l’inglese. Qualche ora dopo ci fermiamo per mangiare a Prostejov, un paesino tra le valli della Boemia. Parcheggiamo in una stradina di paese ed entriamo in un piccolo bar molto animato: ci sono camionisti tedeschi, francesi e russi. Al bancone, il padrone sta discutendo con un giagantesco italiano barbuto che tiene in mano la «Gazzetta dello Sport», sembra stiano parlando di calcio. Finito di pranzare si riparte. Stephan mi spiega che, negli ultimi anni, le donne e i giovani se ne sono andati da queste zone, così rimangono solo gli anziani, i nomadi e qualche camionista di passaggio. Comincia a nevicare e i grossi fiocchi si accumulano silenziosi sul lato del parabrezza. Scatto qualche foto, poi ascoltiamo cassette. Riad.da M. Pennacchi, Il grande sogno: il giro del mondo senza un soldo in tasca, Piemme

PER COMPRENDERE Scrivi sul quaderno alcune frasi del testo che rappresentino le indicazioni date. Matteo Pennacchi nelle pagine del suo diario... • esprime sentimenti ed emozioni, • descrive paesaggi, • espone le sue opinioni e quelle altrui.

diari o d

via g gio

108

i


Laboratorio: io scrittore! Immagina di fare un viaggio, d’avventura, rilassante o divertente; prendi spunto dallo schema riportato sotto e, ricordando di annotare la data e se vuoi anche l’ora, scrivi sul quaderno le tue pagine di diario.

FASE 1: LA PARTENZA • Con chi parti? Sei solo/a o con altre persone? • Qual è la motivazione del viaggio? Puro divertimento o cʼè uno scopo? • Che cosa hai messo in valigia? • Da dove parti e dove sei diretto/a? • Con quale mezzo parti? • Quali sono le condizioni meteorologiche?

FASE 2: IL VIAGGIO • • • • •

Che cosa vedete durante il viaggio? Incontrate delle difficoltà o fila tutto liscio? Quali emozioni provi? Scopri qualcosa dʼinteressante? Quanto tempo impieghi per il viaggio?

FASE 3: LʼARRIVO • • • • • •

In quale momento della giornata arrivi a destinazione? Sei affaticato/a? Sei euforico/a? Cʼè qualcosa o qualcuno che ti colpisce subito? Cosa fai per prima cosa? Come pensi di organizzare i giorni seguenti? Quali sono le tue sensazioni?

109


U.d.A.

2 • Il

t esto desc rittivo

Entrò spazzando il pavimento con la gonna nera, con una mano sorreggeva un vocabolario e con l’altra brandiva una bacchetta tutta nodi. Dalla chioma di capelli neri sfuggivano delle ciocche attorcigliate che parevano serpenti. Il suo viso si distingueva appena nella penombra. Ma da quel poco che videro, i bambini compresero che con lei c’era poco da scherzare. Alfred pensava: – Ma in che pasticcio ci siamo cacciati? Che scuola è mai questa? Il bidello tirò una cordicella, si udì suonare un campanello e la Maestra Tiramisù salì in cattedra. Il suo grembiule scricchiolava, i suoi occhi emettevano fiamme. Prese in mano quell’essere peloso che teneva sulla cattedra e cominciò ad accarezzarlo affettuosamente: era un ragno di circa mezzo chilo, con due occhietti rossi che guardavano malignamente i bambini. Jessica si premette una mano sulla bocca per non gridare. – Accidenti! – sussurrò Freddy. – Chi ha parlato? – stridette la maestra scrutando fra gli scolari. Freddy credette di sprofondare, ma una bambina nel primo banco gli venne in aiuto dicendo: – Un topolino ha squittito, Signora Maestra. P. Valente, La Maestra Tiramisù, Raffaello Edizioni

110


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

In questa unità di apprendimento scoprirai il TESTO DESCRITTIVO e comprenderai la sua struttura. Scoprirai che ci sono diversi TIPI DI DESCRIZIONI, riferite a: PERSONE E PERSONAGGI EMOZIONI E SENTIMENTI

AMBIENTI E SITUAZIONI PERSONAGGI E AMBIENTI FANTASTICI

... p e r

Imparerai che per descrivere si utilizzano i cinque sensi. aggi Per esempio: che cosa descrive il brano della pagina accanto? so n Quali dati sensoriali emergono? Visivi, uditivi, tattili, gustativi oppure olfattivi?

111


Descrivere… ... un personaggio L’uomo era salito sul ponte e, dopo aver dato un’occhiata in giro, si era fermato a prua, e se ne stava lì, proteso in avanti come in attesa di qualche cosa. Benché fosse molto giovane, la sua figura imponente incuteva rispetto, anzi, timore. La stupenda casacca di velluto rosso, i pantaloni di seta verde, gli stivali di cuoio rosso, la scimitarra con l’impugnatura d’oro, tutte queste cose affascinavano e trasformavano quell’uomo in un eroe. Ma c’era, oltre all’abbigliamento, il fascino selvaggio che da quell’uomo veniva. L’uomo sorrise e d’un tratto i suoi lineamenti si illuminarono, si addolcirono; poi con un gesto di tenerezza che pareva quasi inconcepibile in un pirata, accarezzò i lunghi capelli della principessina. – Il mio nome è Sandokan – disse. Riad. da E. Salgari, Il filo di Arianna, Raffaello Edizioni

Scopriamo insieme i segreti della descrizione di un personaggio. Analizziamo alcune parti del testo. Nel DESCRIVERE UN PERSONAGGIO è importante riportare: – chi è e come si chiama; – aspetto fisico e abbigliamento; – carattere, qualità e difetti; – abitudini e interessi; – particolari caratteristiche.

Rispondi. • Di Sandokan viene descritto: carattere e difetti. abbigliamento e atteggiamenti.

• La descrizione riguarda: i pirati. un pirata in particolare.

112

VO I T T I R C S E OD T S E T L I I segreti del testo:


... una situazione Nel tardo pomeriggio, quando tornammo a casa, faceva sempre ancora molto caldo, anzi era persino più caldo e più afoso che a mezzogiorno, ma il cielo si era già coperto di un sottile strato di nubi. A ovest c’erano nuvole grigio piombo bordate di giallastro. Dopo un quarto d’ora mio padre dovette accendere i fari, perché tutt’a un tratto le nuvole si erano talmente infittite che coprivano tutto l’orizzonte. Iniziò a piovere e poco dopo a grandinare: la sentivamo in uno scoppiettìo duro; come biglie rimbalzavano sul cofano in un caos turbinoso e selvaggio da dare le vertigini. Era come se ci trovassimo dentro un grosso tamburo suonato da un gigante; ci guardavamo e speravamo che il guscio che ci proteggeva non andasse in pezzi. Riad. da P. Suskind, Storia del signor Sommer, Salani

Scopriamo insieme i segreti della descrizione di una situazione. Analizziamo alcune parti del testo. Rispondi. Nel descrivere una situazione è importante riportare o lasciare intuire, oltre all’ambiente circostante, anche EMOZIONI, PENSIERI e STATI D’ANIMO.

I segreti del

• Che cosa viene descritto?

• Qual è il pensiero del protagonista? Che cosa prova?

testo: I L

TESTO DES CRITTIVO

113


... emozioni e sentimenti Oggi è la giornata più brutta, più nera, più minacciosa, più… che abbia mai vissuto. La mamma mi ha dato una notizia davvero, davvero triste: mi ha preso le mani e mi ha detto che lei e papà avevano deciso di stare lontani per un po’. Le sue parole mi hanno colpito il cuore. Anzi, mi hanno proprio messo al tappeto. All’idea che i miei genitori si sarebbero separati, mi sono sentita persa, non ho più sentito la terra sotto i miei piedi, il mio cuore ha cominciato a galoppare come un cavallo imbizzarrito e io a volare come una piuma, una piuma bianca dalla paura. Non volevo più vedere gli occhi lucidi della mamma, né volevo farle vedere i miei, ormai diventati un mare di lacrime. E. Da Ros, Io voglio, Feltrinelli Kids

Scopriamo insieme i segreti della descrizione di emozioni. Analizziamo alcune parti del testo. Descrivere emozioni e sentimenti significa METTERE IN LUCE GLI STATI D’ANIMO che i personaggi della storia vivono, e i COMPORTAMENTI e PENSIERI attraverso i quali si esprimono.

Rispondi. • Quali emozioni prova la protagonista? Puoi scegliere più di una risposta. Angoscia.

Rabbia.

Gioia.

Delusione.

Terrore.

Ribrezzo.

• Come manifesta i suoi sentimenti? • E tu cosa hai provato leggendo il testo?

114

TTIVO I R C S E D O T S E T L I : I segreti del testo


... personaggi e ambienti fantastici Dietro la maschera di Batman si nasconde Bruce Wayne. Agli occhi del mondo esterno, il ricco Bruce risulta essere un irresponsabile e superficiale playboy che vive di rendita grazie alla fortuna accumulata in passato dalla sua famiglia ed ereditata quando entrambi i suoi genitori, in seguito a una rapina, furono assassinati. Questo tragico evento scatenerà in lui un assoluto desiderio di giustizia. Egli è famoso non solo per la sua enorme ricchezza, derivante dalla Wayne Enterprises (azienda all’avanguardia nel settore tecnologico), ma anche per la generosa beneficenza che eroga ad una fondazione benefica che aiuta le vittime del crimine e, contemporaneamente, cerca di prevenire l’insorgere di nuova criminalità. da Internet

Scopriamo insieme i segreti della descrizione di personaggi fantastici analizzando alcune parti del testo. La descrizione fantastica procede come una normale descrizione; se si tratta di PERSONE, si analizzano FISICAMENTE e nel COMPORTAMENTO, se si tratta di un LUOGO, si descrivono PAESAGGI, ODORI, SUONI… il tutto, però, con molta fantasia.

Rispondi. • La descrizione riguarda un: paesaggio fantastico. personaggio fantastico.

• Viene descritto: fisicamente. caratterialmente.

I segreti del

testo: I L

TESTO DES CRITTIVO

115


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

Il maestro Scossetta Il mio maestro si chiama Lucio Scossetta e quando lo guardiamo da sotto in su, seduti nel banco, ci sembra che arrivi al soffitto. Sulla testa, piantata così in alto che forse quando da noi piove lassù ci nevica, ha un boschetto di capelli ricci sempre arruffati, come se sistemarli un po’ fosse una terribile violenza e il pettine uno strumento di tortura. Fin dal primo giorno di scuola in prima elementare, Scossetta si è presentato come uno che «crede nel dialogo» (parole sue) ed è «pronto a discutere di tutto» (ancora parole sue). Invece vuole avere sempre ragione e qualsiasi cosa gli diciamo ci dà torto per principio, perché lui è «più grande e ha più esperienza» (altre parole sue, e qui chiudo). Il grande nemico del maestro è Dario, che cerca sempre di fare baraonda salendo sui banchi e lanciando aeroplanini di carta. All’inizio Scossetta, che pure è grande e grosso, non sapeva come tenerlo a freno, ma poi ha trovato un alleato formidabile: il bidello Severo Tremazzo, che ha una voce così cavernosa che sembra pescata dagli anfibi neri allacciati sui pantaloni. Con il nostro maestro potremmo comandare noi, se lui non avesse trovato il modo di farci pendere dalle sue labbra. La sua mania sono le calamità naturali e i disastri, che ci descrive così bene da riuscire praticamente ad ipnotizzarci. PER COMPRENDERE Segue con passione i resoconti delle catastrofi sui giornali e in tv, annota la quantità dei rifiuti che si Segna le affermazioni corrette. accumula alla discarica, conta le auto in strada per Ha i capelli sempre pettinati. calcolare l’emissione di gas tossici, ci aggiorna È molto amico di Dario. costantemente sul diametro del buco dell’ozono, il Severo Tremazzo è il papà di Dario. livello delle inondazioni e il grado dei terremoti. Severo Tremazzo è molto gentile. E se per caso non succede niente, prevede invaScossetta è fissato con le calamità naturali. sioni di cavallette e di mosche cannibali, cadute Se non ha notizie Scossetta fa delle previsioni. di asteroidi o di satelliti russi. Ci racconta tutto Dario è sempre attento ai racconti di Scossetta. questo fissandoci con i suoi grandi occhi chiari, e noi tremiamo e ci impressioniamo. Tutti tranne Dario, in verità. pers o Attraverso la descrizione degli ATTEGGIAMENTI e dei COMPORTAMENTI è possibile farsi un’idea precisa di una persona.

onea

e.. .

116

Cerca sul dizionario il significato di baraonda. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

F. Sacconi, La banda del caos, Mondadori


Le espressioni figurate Le espressioni figurate sono quei modi di dire che usano paragoni o immagini per esprimere dei significati. Vengono utilizzate perché danno unʼimpronta maggiore al discorso, ci aiutano a comunicare in maniera più efficace. Ad esempio, quando qualcuno è: SOVRAECCITATO SI DICE «È SU DI GIRI»

SE È STANCO «SI SENTE A PEZZI»...

Leggi le seguenti espressioni e collegale con il loro significato.

AVERE UN BUCO ALLO STOMACO

VERGOGNARSI

TREMARE COME UNA FOGLIA

DISPERARSI

METTERSI LE MANI NEI CAPELLI

AVERE FAME

AVERE I CAPELLI DRITTI

AVERE FREDDO

SPROFONDARE SOTTO TERRA

AVERE PAURA

Con l’aiuto dell’insegnante e utilizzando anche il vocabolario prova tu a dare un significato alle espressioni. • Essere come il prezzemolo.

• Essere al settimo cielo.

• Come i cavoli a merenda.

Conosci altre espressioni figurate? Riportane alcune e spiega il loro significato.

Laborator

io sul lessico

117


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

Braccio di Ferro In una descrizione i riferimenti alle caratteristiche fisiche di persone o animali si definiscono DATI STATICI.

Braccio di Ferro è un marinaio dall'aspetto un po’ buffo. Sdentato e dalla mascella un po’ larga, è contraddistinto da una pipa che porta perennemente in bocca e che in qualche occasione si trasforma in oggetti di vario genere che lo salvano da situazioni pericolose, e veste alla marinara. È cieco da un occhio, ha un corpo nerboruto e i muscoli degli avambracci sproporzionati in quanto molto più sviluppati dei bicipiti, sui quali ha tatuato la classica àncora del marinaio; ha gambe corte e cammina con una particolare andatura a tratti saltellante. Braccio di Ferro è un uomo di buon cuore e di pessima cultura. Il suo linguaggio è sgrammaticato, la sua vera forza è il buon senso. Una delle sue frasi preferite è: Non serve cervello per essere buoni. Il suo carattere irascibile, rissoso, ma anche coraggiosissimo, lo porta ad affrontare situazioni e nemici fisicamente molto più forti di lui, al punto che Braccio di Ferro si trova puntualmente preso a pugni dal cattivo di turno. Si scontra con nemici di ogni genere: streghe, marziani e lestofanti della peggior specie, ma il più delle volte si trova di fronte ad un omone grande e grosso con una barba nera e ispida che risponde al nome di Bruto.

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel testo i nomi comuni. Scrivi il nome primitivo da cui derivano i termini evidenziati: . Scrivi altri nomi derivati da questa parola:

pers on

e e.. .

118


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

Lo scorbutico Braccio di Ferro è leale e deciso a difendere le fragili fanciulle, anche se nella maggior parte dei casi si trova a difendere la sua fidanzata Olivia dal perfido Bruto, che tenta di rapirla o di farle del male. Appena si getta nella rissa, Braccio di Ferro dimostra di essere soltanto un buon incassatore di violenti pugni... ma è qui che entrano in scena gli spinaci. Con la sola pressione del pugno, oppure usando la pipa come fiamma ossidrica, riesce ad aprire la scatola e, dal momento in cui si nutre di questa verdura miracolosa, diventa fortissimo al punto che basta soltanto qualche pugno per far volare Bruto. Braccio di Ferro possiede anche un cane, un cane del tutto speciale che proviene da un'altra dimensione. PER COMPRENDERE Esso risponde al nome di Gip e possiede dei poteri straordinari, come Fai una tabella sul tuo quaderno raggrupquello di diventare invisibile. pando in quattro colonne i dati descrittivi

Cerca sul dizionario i significati di: – nerboruto; – lestofante; – ispido; – scorbutico. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

riferiti a: abbigliamento, caratteristiche fisiche, carattere, abitudini di Braccio di Ferro.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Che cosa ti piace di Braccio di Ferro? Perché? • Che cosa proprio non sopporti? aggi • Che cosa pensi della sua frase preferita? so n

... p e r

Riad. da Internet

119


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

C’è lettore e lettore Il lettore Entusiasta, detto «lettore E», entra in libreria come in casa sua. Il sorriso con cui saluta i commessi è il suo stendardo. In piedi, incurante degli Sottolinea nel testo i altri clienti, inizia a leggere tutto quello che trova. pro-nomi personali. Alcuni libri li sottolinea con risate fragorose, o li commenta leggendone brani ai presenti. Al reparto fumetti, si sdraia per terra e legge per ore. A volte si porta la merenda. Una farcitura di briciole in un volume è il segno del suo passaggio. Se il lettore E vede un lettore normale incerto su un acquisto, lo assale alle spalle, gli fa leggere tutti i risvolti di copertina oltre a bibliografie e brani scelti. Il suo incitamento a comprare ha una tenacia che nessun libraio possiede. Nel reparto libri d'arte passa ore e ore, e non di rado, all'ora di chiusura, lo si può trovare nascosto nel reparto tascabili mentre con occhi imploranti dice: – Per favore, l'ho quasi finito. È insomma un lettore avido e allegro, con un solo difetto: non compra quasi mai i libri, non si sa se per povertà, difetto genetico o scelta ideologica. Esiste poi il «lettore I», l’Indeciso: entra in libreria, sceglie un libro, lo lascia, lo riprende in mano, lo scambia con quattro pocket e va verso la cassa. Poi si pente, rimette i pocket al loro posto facendo crollare la pila e li sostituisce con un libro d'arte da mezzo milione. Lo consulta a lungo con aria afflitta. Lo ripone e prende due guide turistiche. Va alla cassa, si mette in fila, ma quando è il suo turno all'improvviso si scusa, torna indietro, ripone le guide e acquista lo Zibaldone di Leopardi. Poi si pente e nasconde Leopardi nel reparto fantascienza. Prende un libro di fantascienza, lo cambia con sei volumi della Storia d'Italia e pers on poi alla fine compra un libro di barzellette. pocket: edizione tascabile di un libro. e Tornerà il giorno dopo per cambiarlo.

R IFLETTI SULLA LINGUA

e.. .

120


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

Cerca sul dizionario il significato di: – rachide; – giubilo. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

PENSACI SU!

Riad. da S. Benni, Psicopatologia del lettore quotidiano - Feltrinelli

Racconta sul quaderno. • Dopo aver letto il brano, in quale tipo di lettore ti identifichi? Fai una breve descrizione di te stesso. • Insieme ai compagni e all’insegnante prova a immaginare un altro tipo di lettore, scrivi un brano delineandone caratteristiche e comportamenti. Puoi scegliere tra lettore «annoiato» e lettore «presuntuoso».

so n

... p e r

Esiste infine il lettore Sperduto, che non ha alcuna familiarità con le librerie. Vi entra solo una o due volte all'anno, a volte una o due volte nella vita. Si riconosce dall'aria spaurita e impacciata, da alunno che teme di essere interrogato da un momento all'altro. Cammina tra le pile di libri come tra mucchi di filo spinato, o cespugli di rovi. Ogni tanto lo potete sorprendere mentre legge il titolo di un volume con la stessa espressione preoccupata con cui guarderebbe la sua radiografia del rachide. Sorride solo quando vede apparire, su una copertina, il volto di un personaggio televisivo. Allora chiama il compare (questi lettori viaggiano sempre in coppia per sostenersi a vicenda nell'impresa) e, con grandi cenni di giùbilo, gli indica che c'è qualcosa di umano in quel pianeta alieno. A questo punto prende coraggio, avanza e fa subito cadere una fila di pocket, ripiombando nel terrore. Riprende fiato nel settore mappe geografiche, dove lo si vede fingere interesse per la periferia di Hong Kong, mentre sta solo cercando un commesso a cui rivolgersi. Individuatolo, si accosta, ma quasi sempre chiede l'informazione: 1. a un cliente; 2. alla cassiera sommersa dagli scontrini; 3. alla sagoma in cartone di Umberto Eco.

a ggi

121


Cittadinanza e Costituzione

Sai capire gli altri?

Sai capire gli altri? Pensa ai tuoi compagni di classe, li conosci davvero? Prova a compilare le schede riferendoti a chi credi di conoscere bene; in classe, poi, leggi i profili ai tuoi compagni per scoprire se corrispondono ai soggetti in questione. Chi, fra di voi, sa capire gli altri meglio di tutti?

a Quando è agitato/a me ne accorgo perché

b Quando è felice me ne accorgo perché

Allora io mi comporto così:

Allora io mi comporto così:

c

d

Quando è allegro/a me ne accorgo perché

Quando è triste me ne accorgo perché

Allora io mi comporto così:

Allora io mi comporto così:

e Quando è spaventato/a me ne accorgo perché

Allora io mi comporto così:

122

OBIETTIVO: imparare a comprendere gli stati d’animo degli altri e riflettere sui loro comportamenti. Attivare atteggiamenti di conoscenza di sé.

f Quando è traquillo/a me ne accorgo perché

Allora io mi comporto così:


Questi fratelli... – Sono stanca di essere una sorella – disse Marisa a Clara. – Mi si consumeranno le corde vocali a furia di raccomandare a Gigetto di non toccare le mie cose. Lo vedi? Questa gomma ieri era nuova, oggi è sporca, mangiucchiata; avevo una camera mia, ora è un... magazzino di giornaletti! – Hai anche un fratello grande... – Buono quello! Non bisogna mai disturbarlo… Quel giorno, durante la ricreazione a Marisa doleva la testa e non vedeva l’ora che la scuola finisse. Tornata a casa, la mamma si accorse che la bambina ardeva di febbre e la portò a letto. Uno, due, tre giorni con il febbrone. Quando fu guarita, Marisa sorrise alla mamma e guardò la sua cameretta. Strano che fosse così in ordine! E poi, in casa, c’era un silenzio... – Gigetto! – chiamò. – Non c’è. E non c’è neppure Carlo. Li ho mandati dalla nonna perché tu potessi star quieta, riposare e guarire più in fretta. Quel giorno e il seguente tutte le premure, i sorrisi, le tenerezze della mamma furono per lei. Ma il terzo giorno Marisa cominciò ad annoiarsi e a rattristarsi per il gran silenzio che sentiva intorno, per lo strano senso di vuoto. – Mamma, ti prego, di’ ai miei fratelli che ritornino! – Per ricominciare a litigare? – sorrise la donna. L’indomani Marisa si alzò e poco dopo, delicati come due tifoni americani, arrivarono Gigetto e Carlo. Che confusione... finalmente! Riad. da J. Belski, Avanti tutta, Raffaello Editore

PER COMPRENDERE Rispoondi.

• Qual è il messaggio che il brano vuol comunicare? È meglio non avere fratelli perché è difficile conviverci. I fratelli sono importanti, anche se a volte ci fanno arrabbiare e dobbiamo saper dare il giusto peso a tutti i loro comportamenti.

OBIETTIVO: esprimere la propria opinione rispetto ai rapporti tra fratelli e sorelle.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Hai fratelli o sorelle? Cosa pensi di loro? • Come si comportano con te? • E tu come ti comporti con loro? • Se non li hai, ti piacerebbe avere un fratello, una sorella o entrambi? Perché?

123


Cittadinanza e Costituzione Anna e il papà sono seduti davanti al televisore; nel film due giovani si baciano e Anna chiede: – Quei due sono innamorati? Il papà sorride: – Penso di sì. – E tu sei innamorato della mamma? – Sì, sono innamorato della mamma. Poco dopo Anna e la mamma sono in bagno. La mamma è impegnata a spalmare sul viso la maschera al cetriolo. La porta si apre, entra il cane Osvald. – Sei qua di nuovo, piccolino? Avevi nostalgia di me? Osvald è innamorato di me! – dice la mamma. Anna fa la faccia arrabbiata. – Non è vero, papà è innamorato di te. Non Osvald. – Sei sicura? Papà? – Sì, me l’ha detto lui! – Davvero? Che bello! – Osvald non è innamorato di te. Osvald è un cane. La mamma ride. – Forse anche i cani si possono innamorare. – Non delle persone! Quando le persone si innamorano, si sposano. – Non sempre – dice la mamma. – Sì, guarda Biancaneve e il principe. – Può accadere – chiede la mamma – che si vedano una volta sola, si sposino e vivano felici e contenti? Anna ci pensa, ha lo spazzolino in bocca. – Sì, può accadere – dice. La mamma scuote la testa. – Mamma, la tua amica Olga ha un fidanzato nuovo? – Non è una cosa così veloce, vuole ancora bene a quello vecchio. – È ancora innamorata di lui? La mamma guarda lo specchio con aria severa.

124

OBIETTIVO: attraverso lo spunto offerto da un brano, riflettere ed esprimere la propria opinione sulle relazioni affettive che legano le persone.

Amore o innamoramento?


Test – No, non è più innamorata, gli vuole bene. L’innamoramento passa, l’amore dura molto più a lungo. – Per sempre, in eterno? – A volte sì, per sempre e in eterno. Il papà entra in bagno. – Allora, ho sentito che sei innamorato di me – dice la mamma. – Non quando hai quella cosa verde sul viso. – Allora non sei veramente innamorato – dice la mamma e sospira. Anna le dice in un orecchio: – L’innamoramento è passato, mamma. Adesso ti vuole bene. La mamma fa segno di sì e strizza l’occhio ad Anna. Il papà guarda Anna e la mamma sorpreso. La mamma ride e gli dà un bacio. Riad. da K. Vrancken, Anna e le cose dell’amore, Fabbri

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Il protagonista si chiama: • Che cosa prova il papà di Anna per la mamma? • Qual è la differenza fra l’innamoramento e l’amore secondo la mamma?

• Pensi che gli animali possano amare come le persone?

• Che cosa te lo fa credere?

PENSACI SU! i vuoi particolarPensa a una persona a cu nonni, genitori, mente bene (uno dei tuoi nta sul tuo quaparenti o amici ) e racco r lui o per lei. derno che cosa provi pe

125


2

U .d .A.

• I l te s t o de s cr i tt iv o

Mia madre Attraverso un testo descrittivo possiamo cogliere anche INFORMAZIONI IMPLICITE (non espresse ma ricavabili da quanto è scritto) dall’OGGETTO DELLA DESCRIZIONE (persone, animali, oggetti o ambienti).

PER COMPRENDERE Quali aspetti l’autrice ha scelto per descrivere la mamma? Colora l’affermazione corretta. aspetto fisico

hobby

lavori comportamento abbigliamento

difetti età divertimenti

Dal racconto della ragazza possiamo dire che il carattere della mamma è (puoi scegliere più di una risposta): brontolona attiva pigra seria instancabile allegra organizzata spiritosa efficiente pignola • Il carattere della mamma: è descritto direttamente. lo si deduce dalle azioni che compie.

pers on

e e.. .

126

Certe volte, di notte, entro pian piano nella camera da letto di mamma e papà, per vederli dormire. I miei genitori! Papà è sdraiato sul dorso, la sua barba sparsa sul cuscino, un braccio gli penzola fuori dal letto, col pugno un po’ chiuso. E mamma gli volta la schiena, la faccia dentro il cuscino. Chissà se sogna! Lavora a tempo pieno nella scuola, insegna storia. Sulla sua scrivania ci sono sempre pile di compiti e di verifiche. Disgraziati i suoi allievi, perché a mamma piace sparare verifiche. Una donna di quarantacinque anni, un viso affilato, ma dai tratti delicati. Ha dei begli occhi. Per principio lei non si trucca: i suoi capelli, sempre raccolti in un nodo, cominciano a diventare grigi, ma per principio lei non se li tinge. Le piacciono vestiti che sono passati di moda, gonne larghe, lunghe, vestiti di lana scura, scarpe dai tacchi bassi. Con le sue gambe lunghe e ben fatte potrebbe fare una bellissima figura. La mamma fa anche la casalinga, lo fa con slancio, a ondate. Esiste una casa dove lavano i pavimenti alle nove di sera? Sì, la nostra. Papà e io ci stiamo riposando in poltrona davanti al televisore, a tirarci un po’ su il morale con quello calvo, Kojack, dopo il notiziario che è sempre così deprimente. Ma all’improvviso compare lei col grembiule, il secchio e lo straccio, e ci ordina di tirare su i piedi per poter lavare sotto. Lavora in silenzio, non ci chiede di aiutarla, non vuole essere aiutata. Si mette a ginocchioni e sfrega il pavimento.


U. d.A.

2

«Una rivoluzionaria», ha detto papà una volta, ridendo. Ho riso anch’io, anche se non capivo che cosa volesse dire esattamente. Quando fa da mangiare, non è mai per un giorno solo. Alle dieci di sera, quando torna dalla riunione degli insegnanti, va in cucina, prende la pentola grande, taglia a pezzi due polli e li fa cuocere. Cibo per la famiglia per due settimane! Quando vado in cucina per fare colazione, devo farmi strada fra le verifiche degli allievi e fra pesci decapitati, infarinati e pronti per essere fritti. Non c’è da meravilgiarsi che poi, tutto d’un tratto si addormenti di colpo alle otto di sera. Le piace soprattutto addormentarsi, tutta acciambellata, sulla poltrona davanti al televisore. Sullo schermo c’è uno scambio di fucilate, e lei dorme tranquillamente per un’ora o due. Finché papà cerca di convincerla ad andare a letto. Allora lei apre gli occhi, si sveglia a poco a poco, si alza e va a dormire. Qualche volta tentiamo di aiutarla nelle faccende di casa, persino io ci provo, ma prima che riesca a mettere a posto un bicchiere o a lavare un cucchiaino, il lavoro è già finito. Sento i loro respiri. Qualche volta mi viene voglia di infilarmi sotto le coperte, fra loro due, come quando ero piccola. Ma non si può più.

• Il t e sto d es cri t t

i vo

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Com’è la tua mamma? Prova a descriverla, parlando del suo comportamento, di ciò che le piace, e di quello che fa. • Che cosa vorresti cambiare nel suo comportamento? • In che cosa vorresti essere come lei?

A. B. Yehoshua, L’amante, Einaudi

... p e r

so n

aggi

127


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

Piccolo mondo di fiaba

PER COMPRENDERE Rispondi

• La descrizione segue un ordine: spaziale. temporale. • Nel testo prevalgono dati: tattili. visivi. gustativi olfattivi. uditivi.

amb i en

e. ..

128

ti

Pisolo è entrato scodinzolando, l’ho preso in braccio e insieme abbiamo guardato il nostro piccolo mondo di fiaba, il giardino della casa con un solo abete che a Natale riempiamo di luci e palle anche se nessuno lo vede. L’altalena dove i miei fratelli mi lanciavano a volte in cielo a volte in terra. La nostra automobile, piena di bozzi come la faccia di un vecchio pugile. Il giardino un po’ incolto con una magnolia, un rosmarino e un’aiuola di rose. Un’autentica anfora romana finta al posto dei sette nanetti di gesso che c’erano l’anno scorso. Sul retro del giardino, il galeone dei sogni della mia infanzia: ovvero il garage-capannone di papà, che ha davanti due teschi di auto arrugginite, pozzanghere di benzina, latte, molle e altre viscere meccaniche. Davanti alla casa corre la strada chiamata Circonvallazione Ovest, orlata di lampioni balbuzienti. Oltre la strada, cartelloni pubblicitari e una barricata di palazzi tutti uguali: la grigia e necessaria periferia. Dove c’era il prato delle talpe e delle ortiche, adesso è tutto recintato e spianato, una distesa di ghiaia e cemento. E sopra è spuntato lo scheletro di una casa in costruzione su cui troneggiano due gru smisurate che issano lastre di vetro nero e travi d’acciaio. Eravamo una casa solitaria in mezzo all’erba della periferia, adesso siamo un agglomerato urbano. L’unica zona verde si trova dietro casa: è il Grande Prato, ricordo di un’antica campagna dove un tempo c’erano stalle con buoi e aie di polli.


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

RI FLETTI SULLA LINGUA Il prato in questa stagione si riempie di margherite bianche e gialle, papaveri e soffioni, tarassaco e radicchio, la gramigna e le ortiche Individua nel testo i nomi crescono a dismisura in scomposti cespugli, e oltre i cespugli si può comuni delle piante e riscrivili vedere un filare di pioppi guardiani, e il rigagnolo che una volta era sul quaderno. Cerca sul dizioun fiume, mentre al di là del canneto l’autostrada sussurra il suo nario le definizioni dei termini lamento di traffico e fretta. che non conosci. E laggiù in fondo una fila di ciminiere ognuna con un fumo di colore diverso, come enormi pennarelli. Ma se nuotate nell’erba alta, fra i PER COMPRENDERE morsi delle ortiche e dei rovi, proprio al centro del prato, Nel brano riportato sono presenti le seguenti figure retoriche: leggile vedrete il bosco rosso, un manicon attenzione e barra la casella M se si tratta di una metafora, S se si tratpolo di alberi tenaci che nasconta di una similitudine, P se è una personificazione. de le macerie di una casa bomM P S • COME LA FACCIA DI UN VECCHIO PUGILE bardata, con tutte le sue storie.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. o te, • Per quale motivo, second un l’autore definisce il giardino «piccolo mondo di fiaba»?

• ORLATA DI LAMPIONI BALBUZIENTI

M

P

S

• L’AUTOSTRADA SUSSURRA IL SUO LAMENTO DI TRAFFICO

M

P

S

• NUOTATE NELL’ERBA ALTA

M

P

S

• COME ENORMI PENNARELLI

M

P

S

Riporta sul quaderno le figure retoriche elencate, scrivendo per ognuna il significato.

u az

. .. si t

Riad. da S. Benni, Margherita Dolcevita, Feltrinelli

ioni

129


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

La casa-cubo R IFLETTI SULLA LINGUA Riscrivi il testo sul tuo quaderno volgendo i verbi al tempo futuro.

La villa dei nostri vicini era già costruita, finita, perfetta. Somigliava al deposito dei dollari di Zio Paperone, un cubo gigantesco di vetro nero, non si vedevano né porte né finestre. Era alta il doppio della nostra casina che si specchiava dentro, e sembrava galleggiare in un acquario fumé. In cima al cubo, un po’ nascosta da un pannello, c’era una parabola larga da correrci dentro con la bicicletta, e tutta una serie di parabolette intorno. Anche il giardino era già perfettamente sistemato, ghiaia, aiuole, plotoni di gigli in fila per sei, e alberi nuovi tutti uguali. Intorno, una siepe recintata e un cancello di acciaio, mancava solo il ponte levatoio. Ho guardato il citofono e c’era scritto: NIENTE PUBBLICITÀ NIENTE AMBULANTI ATTENTI AL CANE CANCELLO CON ALLARME E poi una fila di tasti bianchi, senza cognomi. Piccole lapidi della morta cordialità. Incuriosita mi sono avvicinata alla palizzata e ho sentito un ruggito. Dal nulla è sbucato un gigantesco cane nero con la faccia da pugile, che mi ha abbaiato contro. – Ciao, carino – gli ho detto. È sembrato sorpreso, si è messo a ringhiare e tremare, come per mettersi in moto. «Adesso decolla come un elicottero» ho pensato. Invece se n’è andato caracollando a gambe storte. Entrando nella mia casetta, guardavo quei muri di

ambi e

ie

nt

...

130


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

vetro nero e pensavo: «Loro possono vedere noi, noi non possiamo vedere loro». Poi ho sentito un misterioso soffio di aria calda che odorava di ospedale. – Evidentemente – mi spiegò papà – dentro al cubo c’era un impianto condizionatore ozonizzatore depuratore, ma il bocchettone esterno era puntato contro di noi e sparava quel soffio d’aria calda e maleodorante proprio dentro la nostra camera da pranzo. Quindi papà sarebbe andato dai misteriosi occupanti del cubo nero e avrebbe protestato. Lo abbiamo visto uscire, camminare e suonare il citofono. Il cancello del cubo si è aperto e papà è entrato. Oddio il cane, ho pensato, ma una voce ha gridato: – Sitz, Bozzo! – e la belva si è pietrificata. Poi, sulla facciata del cubo, una lastra ha iniziato a scorrere e ha «ingoiato» papà. Io e la mamma ci siamo messe davanti alla finestra aperta aspettando che uscisse, un po’ nervose. Anche senza dircelo ci stavamo preoccupando, perché papà era dentro già da venti minuti.

i vo

Cerca sul dizionario i significati di: – caracollare; – ozonizzatore. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

PER COMPRENDERE Rispondi

• Che cosa viene descritto?

• Quali sensazioni prova l’autore?

S. Benni, Margherita Dolcevita, Feltrinelli

PENSACI SU! Secondo te, che cosa accade dopo e come si conclude la vicenda? Raccontalo sul quaderno.

. . . si t

u az

io n i

131


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

La valle dell’ombra

RI FLETTI SULLA LINGUA Nel testo sono presenti alcune personificazioni. Individuale e sottolineale.

PER COMPRENDERE Che cosa si descrive nel testo? Segna l’affermazione corretta. Oggetti. Luoghi e ambienti. Persone. Fenomeni atmosferici. Emozioni e stati d’animo.

PENSACI SU! Come immagini il seguito del brano? Raccontalo sul tuo quaderno.

ambi e

nt

Riad. da S. Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli

ie ...

132

Verso mezzanotte scoppiò il temporale. Lo avevano annunciato tuoni sordi, lontani, e poi i lampi avevano iniziato a illuminare i sipari di castagni ai lati della strada. Quando cominciò a piovere fittamente, rallentai. Il passo di Badle dista solo cinquanta chilometri dalla città, ma sembra di attraversare una terra dimenticata. La strada è stretta e dissestata, piena di tornanti che avvolgono grandi pareti di roccia livida, o si protendono sull’abisso della valle, che porta il nome di Valle dell’Ombra. Non vi batte mai il sole, e quel poco che supera la barriera delle montagne va a spegnersi in un bosco fitto e umido, pieno di tronchi morti. Ci sono pochissime case, quasi tutte disabitate. Guidavo l’auto con prudenza e apprensione, ma presto la pioggia divenne così violenta che la frenesia dei tergicristalli riusciva a malapena a darmi qualche attimo di visibilità. Un vento impetuoso piegava le cime degli alberi, i rami sporgenti battevano sulla macchina con rumore sordo. Accesi la radio per rincuorarmi: avevo paura. C’era ancora un’ora di strada per arrivare al paese più vicino, e non mi sarebbe piaciuto restare bloccato in quei luoghi. La radio però restò muta. Ero ai piedi di una gola altissima, dalla cui cima sentivo scorrere un torrente: nessun segnale, pensai, poteva raggiungermi. Cercai di rimettere in moto, ma non ci riuscii. La macchina singhiozzava e tossiva, ma non accennava a emettere il rassicurante rumore del motore acceso. Finché tutto tacque. Cercai di calmarmi, qualcuno forse sarebbe passato, nonostante l’ora tarda.


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

Incubo! Era nella sua stanza, a letto. Spalancò gli occhi e guardò nel buio. Si accorse di sudare, aveva freddo, freddo di dentro. Poi vide la luce. Veniva da lontano e filtrava debolmente dalle fessure della porta. Era una luce strana, metallica. Mentre si rannichiava sotto le coperte, con gli occhi sempre spalancati, si accorse di avere paura, e la paura era il freddo, era la febbre, era il sudore che lo inondava. La paura lo avvolgeva, lo paralizzava. Nella stanza cominciarono a formarsi le ombre ed egli non riconobbe più i suoi mobili, le cose familiari. Tutto era deformato e fuggiva dal suo sguardo non appena cercava di mettere a fuoco un particolare. Si chiese che cosa stava succedendo, e il suo pensiero divenne un grido, e la paura terrore. Finché, dalla luce, venne la voce. Qualcuno lo chiamava dal corridoio. Senza sapere dove aveva trovato la forza, si alzò dal letto e aprì la porta. Ma il corridoio non era più come lo conosceva, era diventato lunghissimo e non riusciva a vederne la fine. Camminò per ore, come ipnotizzato, mentre il richiamo si faceva sempre più distinto. Ed ecco una tenda semitrasparente, e dietro di essa una sagoma confusa. – No, no, noooo! – urlò, mentre la tenda lentamente si apriva. Si svegliò. Restò un attimo confuso, poi si rese conto che era stato tutto un sogno.

PER COMPRENDERE Leggi attentamente il brano ed elenca le parole chiave che indicano le sensazioni e le emozioni del protagonista. Per esempio: AVEVA FREDDO

T. Scalvi, I misteri di Mystère, A. Mondadori

PENSACI SU!

u az

. . . si t

Ti è mai capitato di provare paura nella realtà come il protagonista del racconto ha provato in sogno? In quale occasione e come hai manifestato la tua paura? Racconta sul tuo quaderno.

io n i

133


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

L’arrivo di Teresita PER COMPRENDERE Rispondi. • La descrizione è: soggettiva. oggettiva. • Il testo è scritto in: terza persona. prima persona. • Santiago ha di particolare: le mani. lo sguardo..

Teresita Yoon, la nuova, era carina. O almeno, a Santiago era sembrata carina, proprio carina, quando la vide entrare con il grembiule bianchissimo e i capelli nerissimi dalla porta della classe. Aveva guance tonde come pagnottelle, occhi lunghi come foglie di alloro selvatico e un sorriso così sorridente che, quando sorrideva, Santiago sentiva una specie di latte tiepido che gli scendeva nel corpo. Teresita Yoon, la nuova, entrò un po’ spaventata, guardandosi timidamente intorno con i suoi occhi di alloro selvatico. – Avanti! – disse la maestra di scienze, che aveva appena finito di disegnare alla lavagna un cuore di rana. E le sorrise dalla cattedra. Allora Teresita Yoon fece un piccolo inchino e disse quasi cantando: – An nienji. E lì scoppiò la prima risata. All’inizio una sola («Quella di Dario, ovviamente» pensò Santiago, con le orecchie rosse e il cuore arrabbiato), e poi un mucchio di risate.

– Cosa dici? – strillò Gualberto. – In che lingua parli? – ruggì Damian. E poi sentirono i mormorii e le risatine di due ragazze («le sceme del terzo banco» pensò Santiago, con le orecchie color barbabietola e il cuore in fiamme come uno scaldabagno furibondo). A Teresita Yoon diventarono rosse le pagnottelle, e le foglie di alloro selvatico si riempirono d’acqua. La maestra di scienze capì che era ora di mollare il gesso e di avvicinarsi a Teresita. Le circondò le spalle con un braccio, lanciò un’occhiata minacciosa verso l’angolo delle risate e disse: – Teresita Yoon è coreana e ci ha salutato come si salutano tutti in Corea. Adesso vivrà qui e imparerà a salutare come noi. Mentre la maestra di scienze parlava, Santiago sentiva che gli succedevano delle cose, di quelle che succedono dentro. Intanto non riusciva a smettere di guardare Teresita, PER COMPRENDERE come se i suoi occhi si fossero appiccicati alla faccia di lei. Rispondi sul quaderno. E poi sentiva che tutto gli correva • La descrizione segue un ordine: su e giù per il corpo. Il cuore gli • Secondo te, cosa prova Teresita appena entra in classe? batteva come una mitragliatrice. • Come definiresti il comportamento dei compagni di classe di Santiago? • Quale espressione usa l’autrice per descrivere l’emozione che prova

emo z i o

e...

ni

134

Santiago quando vede sorridere Teresita ? • Come definiresti il sentimento che prova Santiago nei confronti di Teresita?


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

Le palme delle mani gli stavano diventando rosse e calde. Gli fischiaRI FLETTI SULLA LINGUA vano le orecchie. Gli pulsavano le labbra. E poi gli venivano le voglie. Voglia di saltare addosso a Dario e Gualberto, e addosso alle sceme Sottolinea nel testo le del terzo banco, come le tigri saltano addosso ai conigli. Voglia di parti che descrivono le avere un gran vocione, di quelli che mettono paura. Voglia di obblisensazioni di Santiago garli tutti, uno dopo l’altro, a chiedere scusa a Teresita Yoon piangenmentre la maestra parla. do e in ginocchio... Santiago però non fece come le tigri che saltano addosso ai conigli, non ruggì con un vocione che mette paura e non PENSACI SU! obbligò nessuno a fare nulla. Però guardò, questo sì. Guardò come solo Santiago sapeva guardare quando gli Che cosa pensi del comportamento dei compagni di classe di Santiago? venivano le voglie. E si vede che non era uno sguardo quaE tu come ti saresti comportato/a? lunque, perché Teresita alzò gli occhi di alloro selvatico e Scrivi le tue opinioni in merito sul anche lei guardò Santiago. E poi gli sorrise (e il corpo di quaderno, poi confrontale con Santiago si riempì di quella specie di latte tiepido) e anche quelle dei tuoi compagni di classe. lui sorrise. Fece a Teresita un sorriso davvero grande. G. Montes, Un amore esagerato, Salani

. .. s e n

e tim

nti

135


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

La gelosia di Jacob PER COMPRENDERE Rispondi.

• Secondo te, perché l’autore ha voluto scrivere i termini evidenziati con le lettere maiuscole?

• Quale sentimento prova Jacob nei confronti della sorella?

emo z i o

e...

ni

136

Sua madre era Completamente, Assolutamente, Totalmente Dedita alla Carriera della sorella di Jacob. Era quello il problema. Sua sorella. Aveva diciassette anni ed era così bella che perfino lui era costretto ad ammetterlo. Aveva una carnagione luminosa simile ad avorio vellutato, una figura perfetta e capelli d’un perfetto biondo naturale. Sin da ragazzina aveva vinto ogni concorso di bellezza della regione. E chiamava lui, Jacob, «Tappo». A lei avevano assegnato una mega stanza al primo piano, con un letto enorme e la vista sull’intero quartiere, il pavimento coperto di una moquette soffice e folta, un divano e un bagno privato. Lui aveva una stanzetta fredda e umida nel seminterrato, con una branda e, alta sulla parete, una finestrella che inquadrava una scheggia di cielo. A lei avevano comprato un motorino dall’aria scattante. Lui aveva una bicicletta. Non era male, per una bici, ma era troppo grande per lui, così quando pedalava aveva sempre l’impressione di cadere in avanti e questo lo spingeva a sbirciare al di sopra degli occhiali, e se guardava al di sopra degli occhiali era quasi cieco, e così finiva sempre per sbattere contro qualcosa. Conclusione: non usava troppo spesso la bici.


U. d.A.

Hai provato anche tu gelosia verso qualcuno? Nei confronti di chi e come ti sei sentito/a? Raccontalo sul quaderno.

sdilinquire: rendere fiacco, indebolire; commuovere fino alla tenerezza, fino alle lacrime.

• Il t e sto d es cri t t

i vo

A lei passavano una paghetta cospicua quanto il bilancio di una piccola nazione: cinquanta dollari a settimana. A lui appena dieci e ogni volta doveva ricordare ai genitori che era ora di paga. A lei compravano vestiti nuovi, interi guardaroba di seta pura e costumi da bagno che la mettevano adeguatamente in mostra. A lui un paio di calzini. Non che se ne lamentasse o ci soffrisse. Non più. Così era la vita. E Dio sa quante volte gli avevano assicurato che si trattava d’un problema temporaneo... a parte che «temporaneo» sembrava significare la sua intera vita. La realtà era che, per quanto indietro tornasse con la memoria, a sua sorella bastava aggrottare la fronte per ottenere la Terra e la luna e le stelle, tutto quello che desiderava o addirittura quello che pensavano potesse desiderare e quando giornali e televisione e radio scrivevano o parlavano di lei i genitori si sdilinquivano nella ricerca di aggettivi sempre più esaltati. E lui lo chiamavano «Tappo». E questo, pensò, in pratica riassumeva tutta la sua vita. Riad. da G. Paulsen, Il padrone della scuola, Mondadori

e tim

. .. s e n

PENSACI SU!

2

nti

137


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

Paesi spaziali L’autore di una descrizione non sempre si limita a descrivere i colori, le forme e i rumori di ciò che osserva, ma trasmette anche SENSAZIONI diverse, di gioia o di tristezza, di paura, di amore o di indifferenza.

RI FLETTI SULLA LINGUA Nel testo l’autore esprime un pensiero riferito alla Terra, sottolinealo. Poi rispondi sul quaderno.

• Secondo te, che cosa vuole comunicare l’autore?

SAPPIAMO CHE... Stefano Benni è un giornalista, scrittore e poeta italiano. I suoi romanzi contengono, tramite la costruzione di mondi e situazioni immaginari, una forte satira della società italiana degli ultimi decenni. Il suo stile di scrittura fa ampio uso di giochi di parole, neologismi e parodie di altri stili letterari.

p e rson

gi

ag

e. ..

138

– Oggi 4 luglio 2157 io, capitano Eric Van Cram il vichingo, comandante della nave spaziale Languebort, rivendico la scoperta di un pianeta naturale. Non sono però in grado di comunicarvi la posizione di questo tartufone in quanto nessuno dei miei computer di bordo funziona. Il mio robot schiacciatasti dice che non ha mai visto niente di simile. È come se qualcuno avesse pompato del rhum in mezzo agli strumenti, gli aghi ballano, le lucette singhiozzano e il computer centrale ci fa l’imitazione di un pappagallo e gracchia soltanto «dati assurdi stop». Rivendico comunque la scoperta riservandomi quanto prima di comunicare i dati come prescritto dalla legge. Il pianetino che ho scoperto è di tipo «enne uno», naturale assoluto. È vivibile senza alcun casco o bioadattazione. È pieno di montagne, verdure, acqua, fiori e insetti golosi della mia ciccia. Non ci sono né pulviscoli né radiazioni, e c’è anche una stella che ci illumina e ci arrostisce, e passeggia su e giù proprio come il nostro ex-sole. Questa stellona mette in scena certe albe color sottoveste e certi tramonti al sugo che il mio equipaggio, che è tutto composto di giovanotti ai cui confronti un gorilla è una ballerina classica, si sdraia sul prato e sbrodola lacrimoni. E anch’io, lo confesso, sento un groppone in gola, perché questo pianeta è una copia perfetta di come ho visto nei documentari la nostra vecchia Terra, prima che la mettessero in frigo con le bombe. Ci fu una breve pausa. I volti di tutti, nella sala della Federazione, erano emozionati. – Ragazzi – proseguì il vocione – nei miei viaggi nello spazio ho visto un bel po’ di cose strabilianti.


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

PER COMPRENDERE Ho visto Dyurnus, il pianeta con i petali che si chiudono di notte, e Pollices, il pianeta magnetico autostoppista che si attacca all’orbita dei pianeti più grandi. Ho visto volare Myron, lo Stadio da un milione di posti dove si tennero le ultime olimpiadi spaziali. Ho fatto il bagno nel mare di Arutas dove si vede il fondo settemila metri sotto, e ho visto nuotare le balene trasparenti con il cuore luminoso. Ho attraversato la giungla dei sigari giganti di Reemstma e il suo fumo pestilenziale, ho visto duelli di comete e matrimoni tra mirtilli giganti. Ho catturato e tenuto in gabbia quattro piccoli arcobaleni di Tramuntium. Ho bevuto le nuvole ai quattro gusti del cielo di Freskho. Ma mai, dico mai, ho visto un posto bello come questo.

Rispondi sul quaderno. • Com’è il pianeta scoperto da Eric Van Cram? • Che cosa pensa del pianeta il capitano?

• Quali altri pianeti ha visitato il capitano Van Cram? E che caratteristiche avevano? Scrivi sul quaderno che cosa intende l’autore con le seguenti espressioni: – «albe color sottoveste» – «tramonti al sugo» – «sbrodola lacrimoni» – «… la mettessero in frigo con le bombe»

Cerca sul dizionario il significato di pestilenziale. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

Riad. da da S. Benni, Terra!, Feltrinelli

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Quale, fra i pianeti visitati dal capitano Cram, ti è piaciuto di più? Perché? • Che cosa ti piace del nostro pianeta e che cosa invece cambieresti?

. .. am bi e n

ti

s fa n t a t i c i

139


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

La strega Suprema L’autore può descrivere direttamente qualità o difetti di un personaggio oppure può lasciarli intuire al lettore riferendo i suoi atteggiamenti.

PER COMPRENDERE Collega con una freccia i termini elencati nel testo con i rispettivi sinonimi.

fiorente deforme putrido flaccido

p e rson

gi

ag

e. ..

140

sformato marcio cadente fresco

Tutte le donne, o meglio tutte le streghe, sedevano immobili, come ipnotizzate, lo sguardo fisso sulla persona che era apparsa sul palco: anche lei era una donna. La prima cosa che mi colpì fu la sua piccola statura. Era minuscola, non più alta di un metro e mezzo. Sembrava molto giovane e anche molto carina. Indossava un abito nero lungo fino ai piedi, elegantissimo, e portava guanti neri che arrivavano ai gomiti. A differenza delle altre era senza cappello. Mi sembrava che non somigliasse affatto a una strega, eppure doveva esserlo. Lentamente, la giovane portò le mani al viso, con le dita guantate slacciò qualcosa dietro le orecchie ed ecco... improvvisamente si strappò via le belle guance fiorenti e quel volto incantevole le rimase fra le mani. Era una maschera! La posò con cura su un tavolino, e quando si voltò... che orrore! Riuscii a stento a trattenere un grido. Non avevo mai visto un viso così terrificante, così spaventoso! Guardarlo voleva dire tremare dalla testa ai piedi. Era talmente rugoso, appassito, raggrinzito e deforme da sembrare marinato nell’aceto. Che spettacolo atroce, abominevole! Sì, quel viso era putrido, scaglioso e flaccido. Pareva che si decomponesse a vista d’occhio e intorno alla bocca, lungo le guance, la pelle era marcia, come smangiata dai vermi. Ma la cosa peggiore erano gli occhi: brillanti e gelidi, misuravano l’assemblea con uno sguardo da serpente. Capii subito che quella donna doveva essere la strega Suprema in persona. Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope. Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo. Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.


U. d.A.

2

• Il t e sto d es cri t t

i vo

RI FLETTI SULLA LINGUA Rispondi sul quaderno. Cosa significa l’espressione «cammina a passi felpati»?

crepitare: produrre una serie di rumori fitti e quasi istantanei; scoppiettare.

PENSACI SU! Scrivi un riassunto del brano descrivendo: • le caratteristiche fisiche e le abitudini di una strega «reale»; • le vittime di una strega; • la caccia alle vittime.

ti

. . . a mb i en

Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque. Per questo è così difficile scoprirle. Una vera strega odia i bambini di un odio così feroce, furibondo, forsennato e furioso, da non poterselo immaginare. E infatti passa tutto il suo tempo ad escogitare nuovi modi per sbarazzarsi di loro. Il suo più grande divertimento è farli fuori ad uno ad uno; non pensa ad altro, dalla mattina alla sera. Che faccia la cassiera in un supermercato o la segretaria in un ufficio, oppure che guidi un’automobile di lusso, la sua mente continua instancabile a inventare, rimuginare, tramare, progettare, elaborare piani sanguinosi. «Mm, vediamo... a quale bambino posso far la festa, oggi?», si chiede, giorno dopo giorno. Perché una vera strega, quando passa al tritacarne un ragazzino, è soddisfatta come me o come voi quando mangiamo fragole con panna. Il suo sogno è far sparire almeno un bambino alla settimana. E se non riesce a mantenere il ritmo è di pessimo umore. Per prima cosa la strega sceglie con cura la sua vittima. Poi la segue silenziosamente, come un cacciatore che fa la posta a un uccellino, nel folto di un bosco. Cammina a passi felpati, piano, senza rumore. Si avvicina a poco a poco, sempre di più... ecco, ora è pronta... e zum! Piomba sulla preda! Volano scintille, crepitano le fiamme, l’olio bollente borbotta, la pelle si raggrinza... e il bambino non c’è più. Cercate di capire: una strega non picchia i bambini e neppure li sbudella a coltellate, né li uccide a colpi di pistola. La gente che si comporta così, prima o poi viene arrestata dalla polizia. (segue)

fa nta s t i c i

141


U .d .A.

2

• I l te s t o de s cr i tt iv o

PER COMPRENDERE Completa sul quaderno le seguenti frasi. • Il più grande divertimento di una strega è… • Una strega è di pessimo umore quando… • Le streghe non finiscono mai in prigione perché… • Secondo l’autore le streghe si possono incontrare…

Una strega, invece, non finisce mai in prigione. Non dimenticate che ha la magia fin nella punta delle dita e il diavolo nel sangue! È capace di far saltellare i sassi come ranocchie e di trasformare l’acqua in fuoco. Ha poteri spaventosi! Al giorno d’oggi, per fortuna, le vere streghe non sono poi molte, ma ne restano abbastanza per far rabbrividire di paura qualunque bambino. In Inghilterra, per esempio, se ne contano almeno un centinaio. In altri Paesi sono di più, in altri di meno, ma non c’è luogo al mondo che non abbia le sue. Una strega rimane, per i bambini, la più pericolosa delle creature. Quel che la rende doppiamente terribile è il suo aspetto del tutto inoffensivo. Anche quando conoscerete i suoi più riposti segreti non riuscirete mai a sapere con certezza se quella che avete davanti è un’autentica strega o una signora gentilissima. Perfino la vostra vicina di casa potrebbe essere una strega. E così pure la bella ragazza che stamattina sedeva di fronte a voi in autobus, o la signora sorridente che vi ha offerto una caramella mentre tornavate da scuola. Ah, se solo sapessimo riconoscere con certezza una strega alla prima occhiata! Allora potremmo acchiapparle tutte e fare a loro la festa! Purtroppo un modo sicuro non esiste. Riad. da R. Dahl, Le streghe, Salani

pers on

e e.. .

142


Laboratorio: io scrittore! Seguendo i passi indicati, realizza la tua descrizione fantastica: non è difficile! Ricorda solo che le regole da seguire sono quelle di un comune testo descrittivo. Infine disegna quello che hai descritto.

1.

Prima di tutto scegli se descrivere un personaggio oun ambiente fantastico. Puoi parlare di: • un extraterrestre, • un ambiente irreale in cui si verificano fatti strani.

2.

Descrivi fisicamente lʼoggetto del racconto. Se hai scelto un personaggio potrai dire se: • è fatto come un umano o meno, • come si veste, • come comunica… Se hai scelto un ambiente potrai dire, per esempio, se: • è un luogo in cui la pioggia va al contrario, nasce dalla terra e sale verso le nuvole in cielo ecc.

143


U.d.A.

Chiudi gli occhi. Apri la mente. Che cosa scopri, se guardi attentamente? Un po’ di tristezza? Un po’ di allegria? Mistero, bellezza, un po’ di follìa? Drizza le orecchie. Stai bene attento. C’è una parola, una frase in fermento? Seguine il ritmo. Afferra il rumore e gustane, poi, lentamente il sapore. È divertente? Impertinente? Senti che mette radici alla svelta? Ormai la poesia ti sta sbocciando in testa. T. Mitton, Prugna, Einaudi

144

3 • I l te sto p oetico


In questa unità dʼapprendimento scoprirai il TESTO POETICO e la sua struttura. Scoprirai che le poesie vengono scritte con determinate intenzioni e per determinati scopi, per questo vengono distinte in diverse TIPOLOGIE DI SIGNIFICATO: PER GIOCARE

PER PARLARE

PER RACCONTARE PER RIFLETTERE

PER ESPRIMERE EMOZIONI PER PARLARE DELLA NATURA

PER FAR CONOSCERE I DIALETTI

Incontrerai ancora i particolari schemi e le figure retoriche che si utilizzano per creare immagini speciali.

145


La poesia SE VUOI LA PACE Se vuoi la pace dichiara guerra alla guerra al tuo egoismo che vuole tutto per sé e non ti fa vedere il bisogno del tuo fratello. Combatti ogni desiderio di dominio che vuole farti comandare nel gioco, a scuola, a casa, dappertutto. Se vuoi la pace cerca che tutti attorno a te abbiano il necessario, abbiano la possibilità di parlare. Siano liberi come vuoi essere libero tu di parlare, di lavorare, di pregare, di amare, di vivere. La pace incomincia da te.

Per capire meglio il senso delle poesie occorre trasformarle in PROSA, ossia ESTRAPOLARE IL LORO SIGNIFICATO esponendo il testo senza regole metriche. Leggi attentamente la poesia qui a fianco e continua la prosa avviata spiegando i versi evidenziati.

Se vuoi la pace opponiti alla guerra e non essere egoista perché altrimenti non ti accorgi dei bisogni che hanno le persone intorno a te.

G. Elba

Rispondi. • Il tema della poesia è:

Solitamente la poesia è ispirata alle ESPERIENZE DI VITA di chi scrive e quindi è spesso legata al periodo storico in cui viene scritta.

• Il poeta fornisce:

raggiungere la pace.

ordini.

dichiarare la guerra.

consigli.

Rispondi. • Nella poesia: Spesso la struttura di una poesia moderna è PRIVA DI SCHEMI: ciò significa che non sempre è suddivisa in strofe, che il numero di versi è variabile e che questi spesso non presentano rime.

i versi sono raggruppati in strofe. i versi sono liberi. i versi sono in rima i versi non sono in rima.

146

A S O R P A I segreti del testo: L


Il modo migliore per scrivere la versione in prosa di una poesia è farne la PARAFRASI, ossia riscrivere la poesia sostituendo le parole poco comuni con sinonimi o espressioni più semplici.

LA NUVOLA

• Dopo aver letto la poesia, segui l’esempio e completa la parafrasi.

Ti conosco, nuvoletta che cammini sola sola non armata di saetta, come un angelo che vola.

Ti conosco, nuvoletta che sei la sola nuvola nel cielo, che non porti il temporale, sembri un angelo che vola.

Ti conosco anche se il vento che ti gonfia e ti sospinge ti trasforma in un momento mentre il sole ti dipinge

Ti conosco anche se il vento che ti fa muovere nel cielo modifica la tua forma mentre la luce del sole ti fa cambiare colore

intingendo i suoi pennelli nei color più vivi e belli.

e ti dipinge, con i suoi raggi di tanti colori diversi.

Tutta rosa stamattina, tutta bianca a mezzodì, ti conosco mascherina trasformata anche così. Or somigli a un cavallino sciolta al vento la criniera, ora sei la caffettiera che trabocca sul giardino; ora là, nell’infinito, sembri un albero fiorito. R. Pezzani, Innocenza, Sei

I segret i del tes

to: LA PARAF RASI

147


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

Gli Strulli Gli Strulli non esistono in senso spirituale, morale, animale, vegetale o minerale, né in senso matematico e neppure legale. In senso estetico son del tutto marginali, insomma: sono irrilevanti totalmente, sono, e basta. E oltretutto sono quasi niente. Ma non pensiate che ci possano ingannare, li riusciamo lo stesso a classificare: Lo Strullovaso è molto diffuso, ma è totalmente nullo il suo uso. È raro lo Strullocappello, peccato, perché è molto bello. Lo Strulloscarpadestra è in via d’estinzione, perciò va trattato con un po’ d’attenzione. Dello Strullopipa possiamo dir poco tranne che è molto resistente al fuoco. Lo Strullochampagne senza tappo s’addolora e in preda alla tristezza si svapora. Gli Strullimarmellata sono assai diffusi: sono molto dolci, ma anche un poco chiusi. M. Ende, Il libro delle poesie, Salani

PER COMPRENDERE

PENSACI SU!

Vero (V) o falso (F)? • La poesia è in rima. • La rima è baciata. • La poesia è divisa in strofe.

re

per g i oc a

148

• I versi sono 20. • Sono presenti delle metafore.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

Prova a descrivere sul tuo quaderno altri strani esempi di Strulli, inventando rime con: • lo Strullolibro, •lo Strullopane, • lo Strullopenna.


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

Attenzione attenzione È vietato l’ingresso ai non addetti al lavoro è vietato il lavoro ai non addetti all’ingresso è ingrassato l’addetto ai non vietati al lavoro è lavato il gessetto ai non addetti all’ingrosso è ingrossato il divieto ai non lavati di fosso è addetto all’ingresso il non vietato al lavoro è avvallato il lavoro all’ingresso del foro è levato di dosso il divieto del tetto è addossato il divieto ai non venati di rosso è arrossato il viadotto ai derivati del cloro è venduto il cruscotto con paletti di gesso è ingessato il bompresso ai maledetti del fosso è mozzato il permesso ai garretti del toro è maledetto il congresso dei cavilli del moro è forato il moretto nei contratti del coro è contrito il foretto ai lavori del messo è cessato il forzetto al divieto dell’oro è venduto il merluzzo non senza decoro è dettato il permesso ai verdetti del foro è vietato l’ingresso agli addetti al lavoro.

La poesia gioca con le parole: le dispone in modi insoliti, gioca con il loro suono, le spezzetta come un puzzle e poi le ricompone, ne inventa di nuove...

RI FLETTI SULLA LINGUA In questa poesia il poeta ha giocato molto con le parole e i suoni, creando a volte frasi senza senso. Individuale e sottolineale.

B. Munari, Le macchine di Munari, Einaudi

PER COMPRENDERE Unisci con una freccia ogni termine al suo significato. AVVALLATO

ragionamenti ingannatori

VIADOTTO

incurvato

BOMPRESSO

pentito

GARRETTI

ponte che scavalca una vallata

ioc

parti di zampe posteriori

a re

g

CONTRITO

albero di imbarcazioni a vela

p er

CAVILLI

149


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

La bambina del futuro Bambina del futuro, perché mi guardi con occhi addolorati? Perché fissi stupita i nostri cieli e i nostri prati?

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea e analizza i pronomi personali presenti nella poesia.

Bambina del futuro, perché il tuo corpo esile è segnato dal tempo? Perché ti muovi a fatica e tremi se ti sfiora il vento?

PER COMPRENDERE Rispondi. • L’autore della poesia: racconta alla bambina del futuro i problemi del mondo. pone domande alla bambina del futuro.

• Il pericolo che si teme è: la poca cura del pianeta. di non avere più acqua e cibo.

• L’espressione «hai pane sul desco» significa «hai il pane sulla tavola». Che cosa intende dire la bambina? Mangia tutto il pane che hai. Non ti manca il cibo.

Bambina del futuro, perché rabbrividisci riempendomi di terrore? Lei allora parlò mestamente e disse queste parole: – L’aria del tuo mondo vibra di uccelli e di pesci è pieno il tuo mare. Hai pane sul desco e brocche di latte noci gustose e frutti da mangiare. Se il tuo mondo era davvero come io ora ho detto, perché mai l’hai distrutto, perché l’hai buttato? E con queste parole svanì lentamente nel grigiore del suo mondo malato. G. Caproni

PENSACI SU! Che cosa può fare l’uomo, secondo te, perché nel futuro le persone possano vivere in un pianeta non contaminato e con buone risorse?

la r

per pa r

e

150


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

Teresa Io e te Teresa siamo nati a giugno due semi di grano dentro la stessa paglia due fiori di rosa ballerina due ciliegie duracine siamo un punto di rosso carico un sangue scarlatto due tuoni e due lampi due figli del temporale.

PER COMPRENDERE Vero (V ) o falso (F)? • La poesia è stata scritta da

Teresa.

• L’autore crede di assomigl iare molto a Teresa. • Il poeta sostiene, attraver

so le metafore, che la figlia ha un caratte re passionale. • Il poeta usa similitudini.

V

F

V

F

V

F

V

F

Padre

W. Rossi

Padre, se anche tu non fossi il mio padre, per te stesso egualmente t’amerei. Ché mi ricordo di un mattin d’inverno che la prima viola sull’opposto muro scopristi dalla tua finestra e ce ne desti la novella allegro. E subito la scala tolta in spalla di casa uscisti e l’appoggiavi al muro. Noi piccoli dai vetri si guardava. Padre, se anche tu non fossi il mio padre... C. Sbarbaro

are l r a

p

are una poesia alla tua Prova anche tu a dedic primendo sentimenti ed mamma o al tuo papà, es do sei in loro compagnia emozioni che provi quan mento particolarmente o raccontando un mo o. importante vissuto con lor

Cerca sul dizionario il significato di: novella. Poi scrivilo sul quaderno e confrontalo in classe.

per

PENSACI SU!

151


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

Verrà un giorno

Prima la pace quaggiù Perché andate sulla Luna? Per dire: «Questa è casa mia» anche lassù?. Se guardate quaggiù vedrete crateri di odio che si chiamano guerra, ombre di miseria che spengono la vita. Prima la pace quaggiù e dopo la Luna lassù. M. Lodi, La pace e la guerra nelle poesie di adulti e bambini, Editrice Piccoli

Verrà un giorno più puro degli altri: scoppierà la pace sulla terra come un sole di cristallo. Una luce nuova avvolgerà le cose. Gli uomini canteranno per le strade ormai liberi dalla morte menzognera. Il frumento crescerà sui resti delle armi distrutte e nessuno verserà il sangue del fratello. Il mondo allora apparterrà alle fonti e alle spighe che imporranno il loro impero di abbondanza e freschezza senza frontiere. J. Carrera Andrade, Un uomo planetario

RI FLETTI SULLA LINGUA Rispondi sul quaderno. Nella poesia Verrà un giorno l’espressione evidenziata è un ossimoro. L’Ossimoro è una figura retorica che accosta nella medesima espressione parole con significato contrasio, per esempio: un’amara dolcezza. (Pensa al verbo scoppiare… A quali parole lo accosteresti? A quale parola, invece, lo accosta il poeta?)

PER COMPRENDERE Rispondi. • Nella poesia Prima la pace quaggiù il messaggio è: ognuno dovrebbe mirare alla pace sulla Terra. andare a vivere sulla Luna.

e

152

te r

per r i fl e t

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. orno qual è il • Nella poesia Verrà un gi e invia il poeta? messaggio di speranza ch può scoppiare • In che modo, secondo te, la pace nel mondo?


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

Nasceranno uomini migliori

Se istruisci un popolo

PER COMPRENDERE Rispondi.

• Cerchia le emozioni che ti sembra di cogliere nella poesia Nasceranno uomini migliori. speranza pessimismo

sofferenza attesa

sogno ottimismo

disperazione felicità

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Nella poesia Se istruisci un popolo , quale pensi sia il messaggio che il poeta vuole comunicare? • In quale verso lo puoi capire? Sottolinealo e spiega il perché. • Tu sei d’accordo con lui? Perché?

if l e

K. Tsen

t tere

r

N. Hikmet

Se dai del pesce a un uomo, egli si ciberà una volta. Ma se tu gli insegni a pescare, egli si nutrirà per tutta la vita. Se fai progetti per un anno, semina del grano. Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni, pianta un albero. Se essi abbracciano cento anni, istruisci un popolo. Seminando del grano una volta, ti assicuri un raccolto. Se pianti un albero, tu farai dieci raccolti. Istruendo un popolo tu raccoglierai cento volte.

per

Nasceranno da noi uomini migliori. La generazione che dovrà venire sarà migliore di chi è nato dalla terra, dal ferro, dal fuoco. Senza paura e senza troppo riflettere i nostri nipoti si daranno la mano e rimirando le stelle del cielo diranno: «Com’è bella la vita!». Intoneranno una canzone nuovissima, profonda come gli occhi dell’uomo, fresca come un grappolo d’uva, una canzone libera e gioiosa. Nessun albero ha mai dato frutti più belli. E nemmeno la più bella delle notti di primavera ha mai conosciuto questi suoni, questi colori. Nasceranno da noi uomini migliori. La generazione che dovrà venire sarà migliore di chi è nato dalla terra, dal ferro, dal fuoco.

153


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

Tramonto Il testo poetico contemporaneo ha, spesso, una struttura priva di schemi: può essere formato da un numero variabile di strofe e di versi liberi, cioè privi di rime.

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nella poesia i versi in cui compaiono personificazioni, metafore e similitudini. Trascrivi poi sul quaderno tutte le figure retoriche indicando, per ognuna, la tipologia.

PENSACI SU!

ioni

le em oz

Rispondi sul quaderno. • Che cosa descrive il poeta? • Secondo te, quali sensazioni prova? • Quali sensazioni hai provato tu, dopo aver letto la poesia? • Ti è piaciuta? Perché? Seguendo lo stile della poesia riportata, utilizzando quindi delle personificazioni, prova a scriverne una in cui la protagonista sia l’alba.

154

Oggi alla fine del giorno il tramonto posò le sue perle sui fini e neri capelli della sera ed io le ho nascoste come una collana senza filo dentro il cuore. Nel silenzio il cigno dorme sulla riva deserta del fiume e questo tramonto attraverso il cielo luminoso di stelle è venuto a toccare la mia umile fronte. Sopra queste acque tacite e calme ha iniziato la traversata tra astri e stelle, ha steso il suo manto d’oro sulla soglia della notte che dorme tranquilla e infine lungo le vie dell’Orsa sopra il carro di un nero destiero s’allontanerà facendo scintille: ha lasciato soltanto un tocco sulla fronte di un poeta. Nel tuo infinito mai s’era visto un tramonto così né più ritornerà. R. Tagore


U. d . A .

3

• I l t e sto po e ti co

Ode al giorno felice Questa volta lasciatemi essere felice, a nessuno è successo niente, non mi trovo da nessuna parte, accade solamente che sono felice in tutti i punti del cuore, mentre cammino dormo o scrivo. Che posso farci: sono felice, sono più innumerevole dell’erba delle praterie, sento la pelle come un albero rugoso e l’acqua sotto, gli uccelli in alto, il mare come un anello alla mia cintura, fatta di pane e pietra la terra, l’aria canta come una chitarra. P. Neruda

PENSACI SU!

Sono contento Sono contento d’esser venuto al mondo, d’esser nato sul nostro pianeta. Amo la terra, la messe, la battaglia, e ne afferro il linguaggio. È vero, accanto al sole è un balocco questo nostro mondo, ma è grande sterminato. Voglio andarmene in giro a vedere e pesci e frutti e stelle che non conosco, a sentire la risacca dei mari remoti. M. Lodi

Entrambe le poesie mostr ano uno stato d’animo felice, relativo però a motivi diversi: spiegali sul quad erno.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Quale metafora ti è piaciuta di più? • Perché? A che cosa ti fa pensare?

• Quando tu sei felice a cosa ti sembra di assomigliare?

Cerca sul dizionario i significati di: – messe; – balocco; – risacca; – remoto. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

le

Esprimilo con: – una metafora: «quando sono felice sono…» – una similitudine: «quando sono felice sono come…»

oz em

i oni

155


U.d .A.

3

• Il testo p oeti co

Luna mirtillo A volte il poeta usa ripetizioni e suoni per creare ritmi ed effetti sonori.

RI FLETTI SULLA LINGUA Riscrivi sul quaderno la poesia Luna mirtillo trasformando tutte le voci verbali al passato remoto. Nella poesia Il salice piangente individua tutti gli aggettivi che si riferiscono al salice, riscrivili sul quaderno e analizzali.

PENSACI SU! Componi la tua poesia dal titolo Sole d’Arancio sul quaderno, utilizzando lo schema delle ripetizioni. Inizia così: Oh sole, sole d’arancio...

PER COMPRENDERE Rispondi. • Il salice piangente si chiama così perché: è un albero che mette molta tristezza. i suoi rami sono talmente cadenti che sembra stia piangendo.

Oh luna, luna mirtillo luna che canti, luna che ridi oh luna che chiacchieri luna che vegli giri le strade luna che cerchi luna che gridi luna di panna lampada accesa luna d’asfalto. E se con un salto vengo da te, luna di smalto? A. Molesini

Il salice piangente Salice curvo, perché piangi tanto? Qual è il tuo dolore, perché sei affranto? Il cielo è cupo, il mare profondo, al nuovo domani si apre il mondo. Salice cupo, perché quel mormorìo? Fa’ che il tuo segreto diventi anche il mio. Il vento scompiglia l’erba in giardino? Il fiume scorre lento con suono argentino. Salice curvo, cosa vuoi raccontare? Storie d’amore, di perdite amare? Chi è il marinaio e dov’è il suo destino? Dove volano gli uccelli nel cielo cristallino? Salice curvo, danzatore affranto, regalami le note del tuo mesto canto. T. Mitton

u ra

l a n at

156


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

La foresta pluviale Torrente Spumeggiante, fredda fiorita acqua dei torrenti, un incanto mi dai che più bello non conobbi mai. Il tuo rumore mi fa sordo, nascono echi nel mio cuore. Dove sono? Fra grandi massi arrugginiti, alberi, selve percorse da ombrosi sentieri? Il sole mi fa un po’ sudare, mi dora. Oh, questo rumore tranquillo questa solitudine. E quel mulino che si vede e non si vede fra i castagni, abbandonato. Mi sento stanco, felice come una nuvola o un albero bagnato.

Foresta, madre mia, nutrimi dei tuoi frutti squisiti. Foresta, padre mio, mostrami le mie radici. Foresta, dove io trovo riparo, regalami un po’ di ombra, mentre cammino nello splendore del tuo verde più chiaro. Foresta di sussurri e sentieri intricati, Attraverso la poesia spesso si vogliono comunicare Foresta di spiriti MESSAGGI profondi su cui di labirinti affollati, riflettere e confrontarsi. Foresta di misteri profondi e nascosti, tu scivoli come un serpente fra i miei giorni e le mie notti... T. Mitton

A. Bertolucci

PER COMPRENDERE Nei due testi emerge uno stretto legame tra l’uomo e la natura. Quali sentimenti prova il poeta nei confronti della natura? Scrivi, accanto a ciascun termine, 1 se si riferisce alla prima poesia, 2 se alla seconda, 1-2 se a entrambe.

la

rispetto inquietudine riconoscenza solidarietà tranquillità

tu na

ra

157


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

Il girasole È la mia vita seguire il sole nel cielo, sotto il suo sguardo di fuoco non piego mai lo stelo. Come in una danza cerco in una danza cerco la sua luce il suo calore e giro giro finché mi batte il cuore. Giro e giro giallo di gioia e di felicità le ore passano in tutta libertà. Ma poi il sole tramonta e io non so più con chi danzare che senso avrebbe continuare a girare?

PER COMPRENDERE Fai la parafrasi della poesia sul tuo quaderno.

PENSACI SU! Rifletti e rispondi. • Chi parla è: • L’argomento è: un bambino. un girasole.

la sua vita. le sue speranze.

Così mi fermo e aspetto so che è solo una pausa e che la mia danza non è finita: la notte passa in fretta e ricomincia la vita. S. Colloredo

u ra

l a n at

158


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

Neve nel bosco

RI FLETTI SULLA LINGUA

È beffardo e curioso va sui monti e sul mare è svelto e generoso nulla lo può fermare. S’insinua dappertutto vola insieme agli uccelli riesce a sapere tutto e scompiglia i capelli. È libero e sorride entra in ogni avventura compie mille magie non ha alcuna paura. Fa parlare le foglie porta voci e canzoni non si cura del tempo ed è senza padroni. G. Pontremoli

Nella poesia «Canzonetta d’amore per il vento» evidenzia le rime con colori diversi. Sono: rime alternate. rime baciate. rime incrociate.

R. Carosso

PER COMPRENDERE Nella poesia Neve nel bosco: • «ostinato» sta per: testardo. che non si modifica. • «sipario» sta per: una tenda da teatro. qualcosa che nasconde la scena al pubblico. • Quindi «ostinato sipario» è: una similitudine. una metafora. una personificazione. Scrivi la prosa della poesia Canzonetta d’amore per il vento sul quaderno.

la

Canzonetta d’amore per il vento

Quanta neve nel mio bosco! Si sono piegati i frassini in silenzio. Sul sentiero è apparso il passo della volpe. È venuta stanotte ad annusare l’aria e la luna. Guardinga sull’altura, in una zampa un poco di coraggio, in una zampa un poco di paura. Ferma dietro a un faggio è stata ad osservare l’ostinato sipario della neve. Poi se n’è andata seguendo un suo pensiero.

na

tu ra

159


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

RI FLETTI SULLA LINGUA In entrambe le poesie gli autori narrano ricordi d’infanzia, ma in modi diversi. Qual è la differenza? Scrivilo sul quaderno. Sottolinea nel testo di entrambe le poesie le percezioni visive di blu e le percezioni olfattive di rosso.

Ricordo Ricordo che, quand’ero nella casa della mia mamma, in mezzo alla pianura, avevo una finestra che guardava sui prati; in fondo, l’argine boscoso nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo, c’era una striscia scura di colline. Io allora non avevo visto il mare che una sola volta, ma ne conservavo un’aspra nostalgia da innamorata. Verso sera fissavo l’orizzonte; socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo i contorni e i colori tra le ciglia: e la striscia dei colli si spianava, tremula, azzurra: a me pareva il mare e mi piaceva più del mare vero. A. Pozzi

Ricordi d’infanzia Ho i ricordi d’infanzia, ho i ricordi, immagini di luce e di palmizi, e in un fulgore d’oro di campanili, lunghi, con cicogne, di paesi con strade senza donne sotto un indaco cielo, piazze vuote dove crescono aranci luminosi coi loro frutti rotondi e vermigli; nell’ombra di un giardino c’è il limone coi rami polverosi, e limoni d’un giallo impallidito nello specchio dell’acqua della fonte; aroma di garofani e di nardi, forte odore di menta e di basilico; immagini d’ulivi inargentati a un sole ardente che stordisce e acceca, e turchine e remote cime alpestri con rosse tinte d’una sera immensa. A. Machado

PER COMPRENDERE Rispondi. • Nella poesia Ricordo l’autrice dalla sua finestra vedeva (puoi scegliere più di una risposta): il mare. le montagne. un palazzo. le mucche al pascolo.

un paese. le colline. un fiume. un orto.

• Che cosa vuole esprimere l’autrice? rancore. solitudine.

cco

c o m e ra

nto

160

un dolce ricordo. un triste ricordo.


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

Il villoso calabrone

Individua e sottolinea, in entrambe le poesie, con colori diversi: onomatopee, metafore, personificazioni e similitudini.

Talvolta i poeti scrivono poesie per narrare storie o vicende a loro accadute.

PER COMPRENDERE Rispondi.

• La poesia Il porcospino descrive: Cerca sul dizionario i significati di: – ispido, – villoso. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe. Infruscato: nascosto. Il guardia: il guardiano. Alticcio: ubriaco.

I comportamenti dell’animale. le caratteristiche fisiche dell’animale. Ti è mai capitato di scoprire qualcosa di curioso con la tua famiglia oppure con i tuoi amici? Raccontalo sul quaderno.

Il porcospino Scoprimmo che al porcospino piaceva la pasta al ragù. Veniva a notte alta, lasciavamo il piatto a terra in cucina. Teneva i figli infruscati vicino al muro del garage. Erano molto piccoli, gomitoli. Che fossero poi tanti il guardia, sempre alticcio, non n’era sicuro. Più tardi il riccio fu visto nell’orto dei carabinieri. Non c’eravamo accorti di un buco tra i rampicanti. E. Montale

ac

c o nto

r

C. Govoni

RI FLETTI SULLA LINGUA

co me

Questo ispido villoso calabrone l’ho trovato ubriaco fradicio di polline e di rugiada nella campana di un fiore arancione. Zampettava di qua e di là ronzando per uscire, ma non trovava più la strada. Lo tirai fuori, ed ora è lì che vola in un raggio di sole tutto d’oro: come un ubriacone che s’alza dal marciapiede e s’incammina malsicuro borbottando.

161


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

Avarizzia Le POESIE DIALETTALI conservano il patrimonio linguistico e culturale delle regioni italiane. Spesso i poeti scrivono piccole storie che contengono una morale, un insegnamento che suscita riflessioni.

Ho conosciuto un vecchio ricco, ma avaro: avaro a un punto tale che guardava li quattrini ne lo specchio pe’ vede raddoppiato er capitale. Allora dice: – Quelli li do via perché faccio la beneficienza; ma questi me li tengo pe’ prudenza... E li ripone ne la scrivania. Trilussa (C. A. Salustri)

Come puoi notare il termine «avarizia» è scritto con due «z». In questo caso non si tratta di un errore grammaticale ma di una componente del dialetto romanesco.

PER COMPRENDERE Rispondi. • La morale della poesia «Avarizzia» è: l’uomo avaro è molto furbo. l’avarizia è un brutto difetto. Sul quaderno, prova a riscrivere in italiano entrambe le poesie dialettali.

d ial ett

Dopo aver letto entrambe le poesie scrivi sul quaderno che cosa si intende per avarizia e per accidia; poi insieme ai compagni e con l’aiuto dell’insegnante discutine in classe.

le

a

162

Accidia In un giardino, un vagabonno dorme accucciato per terra, arinnicchiato, che manco se distingueno le forme. Passa una guardia: – Alò! – dice – Cammina! Quello se smucchia e j'arisponne: – Bravo! Me sveji propio a tempo! M'insognavo che stavo a lavorà ne l'officina! Trilussa (C. A. Salustri)


33

U. dU. A. d. . A . • Itletsetso tpoo epoteictoi c o

L’agnello infurbito Un lupo che beveva in un ruscello vidde, dall’antra parte de la riva, l’immancabbile agnello. – Perché nun venghi qui? – je chiese er lupo. – L’acqua, in quer punto, è torbida e cattiva e un porco ce fa spesso er semicupo. Da me, che nun ce bazzica er bestiame, er ruscelletto è limpido e pulito... L’agnello disse: – Accetterò l’invito quanno avrò sete e tu nun avrai fame. Trilussa (C. A. Salustri)

PER COMPRENDERE Rispondi.

• La morale della poesia La gratitudine è: il cane è più fedele rispetto al gatto. se gli conviene, anche il cane sa essere opportunista.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. Nella poesia L’agnello infurbito pensi che il lupo volesse essere gentile con l’agnello o aveva altri scopi? Se sì, quali?

Mentre magnavo un pollo, er Cane e er Gatto pareva ch'aspettassero la mossa dell'ossa che cascaveno ner piatto. E io, da bon padrone, facevo la porzione, a ognuno la metà: un po' per uno, senza particolarità. Appena er piatto mio restò pulito er Gatto se squajò. Dico: – E che fai? – Eh – dice – me ne vado, capirai, ho visto ch'hai finito... – Er Cane invece me sartava al collo riconoscente come li cristiani e me leccava come un francobbollo. – Oh! Bravo! – dissi – Armeno tu rimani! Lui me rispose: – Si, perché domani magnerai certamente un antro pollo! Trilussa (C. A. Salustri)

le t

dia

Scrivi il significato dei termini: – antra; – semicupo; – bazzica. Poi scrivili sul quaderno e confrontali in classe.

La gratitudine

tale

163


UU.d. d.A..A .

33 • tIelstteo sptooetpioceotico

A Ancona Ha deto un tizio int'un giurnale che in visita turistiga cercava el centro tuo; pero', gira e sbrila nun e' stato bono de truvalo. Ma drento al mondo mio sei l'umbeligo che stragina i sentimenti ntél prufondo, ntél mezo de la tera mia rubusta. Se le gambe me fa figo e me strabalto, e l'urizonte nun el trovu più, me basta de penzate e me riasesto perche' ntél baricentro io c'ho te.

PENSACI SU! Nella poesia A Ancona, secondo te, che cosa sente il poeta nei confronti della sua città? Prova a descriverlo sul quaderno.

A. Accoroni, poeta anconetano

PER COMPRENDERE Sul quaderno, scrivi in italiano la poesia A Ancona. Qui di seguito sono riportate alcune definizioni: scrivi a quale delle parole evidenziate, secondo te, corrispondono. arroventata: così: a braccia aperte: rode: lucertola addormentata: vorrei: con gli occhi chiusi:

Primavera vissina Vorìa che tornasse presto primavera e che finisse sto inverno che me rumega dentro. Par buttarme e restare cussì sull’erba a respirare la tera, sentire i fiori che bala, e el vento, che me caressa. Restare cussì, a brassi larghi e le man piantà par tera. Cussì, coi oci sarà, come na lusertola indormensà su na mura sfogonà del sole. D. Durante, poeta veneto

di al et

a le

164

t


Laboratorio: io scrittore! Segui lo schema e prova anche tu a diventare un poeta!

1. Cosa vedi nella foto? Che cosa immagini ci sia ancora, per esempio aldilĂ degli alberi? Descrivi con frasi brevi.

Le mongolfiere (per esempio, sono colorate)

Il prato Gli alberi

2. Arricchisci le frasi che hai scritto con verbi, aggettivi o termini specifici.

(Le mongolfiere sono tante e di mille colori e volano nel cielo)

3. Ora amplia ulteriormente le tue frasi utilizzando metafore, similitudini, personificazioni‌ (Le mongolfiere sono tanti arlecchini volanti)

4. Cerca ora di cambiare lĘźordine delle parole e di andare a capo dove opportuno, per creare i versi. (Volano nel cielo colorati arlecchini)

165


Cittadinanza e Costituzione

difendiamo il pianeta!

Il nostro pianeta è minacciato da molti pericoli, primo fra tutti l’irresponsabilità dei suoi abitanti. E tu che abitante sei? Ti prendi cura del tuo mondo? Colora gli spazi seguendo la legenda e scopri se il tuo comportamento è corretto o meno. Poi confrontalo in classe: la maggioranza di voi difende il pianeta oppure deve ancora migliorare? La frase corrisponde al mio comportamento. La frase NON corrisponde al mio comportamento.

Di giorno, di solito, non tengo la luce accesa. D’inverno indosso un pigiama caldo per poter dormire con una temperatura più bassa.

Quando esco da una stanza spengo la luce.

Non raccolgo i fiori nei prati e non incido le cortecce degli alberi. Non butto mai i rifiuti per terra.

Regalo abiti e giocattoli che non uso ad associazioni benefiche.

Per i brevi spostamenti uso la bici o vado a piedi. Spengo la tv dal bottone principale, non dal telecomando.

D’inverno non lascio aperte le finestre troppo a lungo per non raffreddare l’ambiente.

Se il tuo pianeta è prevalentemente verde, complimenti! Sei un abitante responsabile.

166

Mentre m’insapono o mi lavo i denti chiudo il rubinetto.

OBIETTIVO: riconoscere comportamenti corretti nei confronti dell’ambiente. Riflettere sulle proprie abitudini.

Scrivo su entrambi i lati di un foglio di carta.

Se nel tuo pianeta prevale il colore rosso, devi cambiare molte delle tue abitudini per aiutare la Terra a sopravvivere.


I ghiacciai I ghiacciai nascono dalle cime di alte montagne e vicino ai poli del pianeta, dove la temperatura è sempre sotto lo zero. I fiocchi si accumulano e, compressi dal loro stesso peso, si uniscono in blocchi sempre più compatti. Appena supera i 15 metri di spessore, ogni ghiacciaio comincia ad avanzare perché troppo pesante. Il peso della neve e il calore che si sprigiona dal suolo fanno sciogliere un sottile strato alla base del ghiacciaio che scivola su questa pellicola di acqua e va verso valle. Quando il ghiacciaio avanza lungo una forte pendenza si spacca formando grossi crepacci: l’ampiezza di ogni crepaccio varia da pochi centimetri a oltre 30 metri. I ghiacciai rappresentano i tre quarti della riserva di acqua dolce del pianeta. Che si sciolgano o aumentino di peso è normale, ma negli ultimi 20 anni la percentuale di gas, come l’anidride carbonica, presenti nell’aria è aumentata notevolmente. Accumulandosi nell’atmosfera, questi gas formano una coltre che permette alla Terra di ricevere i raggi solari, ma non di perdere calore, come succede all’interno di una serra. Così la temperatura della Terra aumenta e i ghiacciai rischiano di sciogliersi molto rapidamente. Se ciò avvenisse città intere potrebbero venire inondate dalle acque che strariperebbero da laghi e fiumi, inoltre il livello del mare potrebbe salire sommergendo migliaia di chilometri di coste.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Dove nascono i ghiacciai e perché? • Quando iniziano a muoversi? • A cosa è dovuto questo movimento? • Perché i ghiacciai rischiano di sciogliersi troppo velocemente? • Che cosa potrebbe accadere se la temperatura della Terra dovesse continuare a salire? • Secondo te, come possiamo evitare di far accadere gli effetti previsti? • Tu che cosa fai in merito?

Riad. da «Scoprire»

OBIETTIVO: conoscere un aspetto del mutamento climatico.

167


Cittadinanza e Costituzione

imballaggi intelligenti

MONTAGNE DI LATTINE Nel mondo vengono usati più di 65 miliardi di lattine ogni anno (in Italia circa un miliardo e 800 milioni di lattine). In realtà potremmo riciclarle tutte. Il processo di riciclaggio dell’alluminio è così: 1. le lattine per le bibite e altri prodotti in alluminio vengono raccolti e portati in fabbriche; 2. qui sono frantumati in scaglie di metallo; 3. per mezzo di potenti calamite vengono scartati e messi da parte i pezzi di ferro; 4. il resto dei metalli viene lavato e pressato in blocchi per renderne più facile il trasporto alle fonderie; 5. qui sono fusi e trasformati in solidi blocchi di alluminio; 6. poi vengono pressati in sottili fogli di alluminio e venduti ai fabbricanti di lattine; 7. dai fogli di alluminio vengono prodotte nuove lattine. L’alluminio può essere fuso e riciclato all’infinito. Fa risparmiare sia alluminio sia energia. L’energia risparmiata riciclando una sola lattina può tenere acceso un televisore per 3 ore.

168

OBIETTIVO: usare in modo corretto le risorse, evitando sprechi. Comprendere l’importanza del riciclaggio dei rifiuti per la salvaguardia dell’ambiente.


PACCHETTI INGOMBRANTI Che fine fa la plastica dopo che l’abbiamo buttata via? Ingombra la Terra per un lunghissimo periodo. Quando comperiamo qualcosa avvolta nella plastica o nel cartone, non lo sappiamo ma stiamo pagando anche la spazzatura. Una volta aperto l’imballaggio, generalmente lo si butta via. Ma se è fatto di plastica, è fatto con uno dei più importanti tesori della Terra: il petrolio. Quando il petrolio viene trasformato in plastica non lo possiamo più riconvertire, non ridiventerà più parte della Terra. Il che significa che la Terra perde una risorsa molto importante! Inoltre la plastica acccumulata nelle discariche impiega migliaia di anni per degradarsi e anche se sottoterra può produrre sostanze nocive. Provate a guardarvi intorno e controllate come vengono avvolti i vari oggetti. Se accompagnate i vostri genitori a fare la spesa cercate di comperare oggetti confezionati in contenitori riciclabili, che non diventano rifiuti, o almeno fatti di materiali già riciclati. Riad. da The Earth Works Group, 50 cose da fare per aiutare la Terra, Salani

PER COMPRENDERE Rispondi. • In che modo viene reso più facile il trasporto dei metalli alle fonderie?

PENSACI SU! Rifletti e rispondi. • Nella tua città si pratica la raccolta differenziata? Di tutti i materiali o solo di alcuni? Quali?

• Dove finisce la plastica che gettiamo via?

• Di che cosa è fatta la plastica?

• E a casa tua?

169


U.d.A.

4 • I l testo tea trale

A – Buongiorno signore, desidera? X – (Guardando l’orologio) È un ristorante questo? A – Certo! Ristorante, Pizzeria, Bar, Tabacchi. X – Allora alle 11:30 cosa pensa che voglia? Mangiare! A – Bene, mi dica. X – Come le fate le pizze? A – Come le preferisce signore. X – Come una pizza. A – Bene signore, abbiamo delle belle napoletane. X – No, veramente preferisco le siciliane. A – (Sorride) Una buona margherita allora! X – Grazie, non mangio i fiori. A – (Sorride) La vuole capricciosa allora! X – La pizza? A – Certo signore; allora che cosa? X – Così scappa dal piatto e si mette a fare i capricci in giro per il ristorante. A – (Esasperato) La smetta e mi dica come vuole la pizza. X – Senta, la pizza non la voglio più. Mangio qualcos’altro. A – Bene signore, le mando l’altro cameriere. B – Buongiorno signore, mi dica. X – Cominci a portarmi un antipasto. B – Gli posso dare del salame! X – Salame sarà lei! B – Senta, mi dica lei cosa vuol mangiare. X – Mangiare. Mangiare, inghiottire cibo... B – Signore sono qui per questo… Vuole ordinare? X – (Si alza e comincia a sistemare le sedie e gli oggetti sul tavolo) B – Ma cosa fa? X – Sto ordinando un po', basta che mi facciate mangiare. Riad. da Internet

170


In questa unità dʼapprendimento scoprirai il TESTO TEATRALE e la sua struttura. Imparerai diverse nozioni e gli elementi che compongono un testo teatrale: – copione, – sceneggiatura, – personaggi, – generi. Sei pronto/a per immedesimarti con i personaggi dei copioni? Leggi il brano nella pagina accanto: aiutandoti con i suggerimenti fra parentesi, riesci a esprimere le sensazioni provate dai personaggi, a riprodurre i toni dei discorsi modulando la voce, a simulare stati dʼanimo e sensazioni? Se riesci a fare tutto ciò, a metterti nei panni dei personaggi e a trasmettere emozioni... sei davvero un grande attore!

171


Il testo teatrale IL COPIONE Il testo teatrale si basa su un copione, scritto sotto forma di discorso diretto per essere rappresentato in prima persona, che si compone di: • battute, le parole che devono pronunciare i personaggi; • didascalie, le spiegazioni che indicano l’ambiente in cui si svolge la scena o spiegano come gli attori agiscono in scena; sono solitamente scritte in corsivo o tra parentesi (le hai già incontrate a pag. 170).

LA SCENEGGIATURA La sceneggiatura è un testo che comprende il copione e descrive con molta precisione (a volte anche con disegni) quante sono le scene e come devono svilupparsi: cioè come e dove devono posizionarsi gli attori, come devono essere luci e musiche, quali altri oggetti devono far parte della scenografia…

LA STRUTTUTA DEL TESTO Il testo teatrale può essere costituito da una o più parti, che sono definite atti oppure da un’unica parte (in questo caso si parla di atto unico) e sviluppare così un solo nucleo narrativo. Ogni atto è solitamente suddiviso in scene, ognuna delle quali corrisponde a un episodio della storia narrata. Quando gli attori escono dalla scena o quando avviene un mutamento di ambienti si ha il cosiddetto cambio di scena.

172

ALE R T A E T TO S E T L I : o I segreti del test


I PERSONAGGI Insieme al protagonista della vicenda, colui che è al centro dell’azione, compaiono: • i comprimari, altri attori di rilievo; • i personaggi secondari, che interagiscono con il protagonista; • le comparse, che a volte pronunciano poche parole, altre volte non parlano affatto. Tra le battute dei personaggi si può inserire, di tanto in tanto, quelle del narratore, che spiega alcuni particolari.

I TESTI TEATRALI SONO:

LE FIGURE PROFESSIONALI SONO: • • • • • • •

il regista; gli attori; lo scenografo; il costumista; i tecnici (di suoni, luci, musiche); il truccatore; il suggeritore.

I segreti d

• la commedia, vicende di vita comune che si concludono con un lieto fine; • la tragedia, vicende di personaggi illustri della storia o del mito destinati a suscitare pietà nello spettatore; • il dramma, vicende dolorose e problematiche della vita; • il melodramma, azione teatrale che si realizza attraverso la musica e il canto.

el testo : IL TESTO

TEATRALE

173


U .d .A.

4 • I l t e s t o t e at ra l e

Pollo allo spiedo Scena prima : Marisa e Vittorio scena sono: I personaggi della a di casa, M - Marisa, padron di Marisa, V - Vittorio, marito o di Vittorio. N - Nicola, capuffici zo. in una sala da pran La scena si svolge e su una sedia e legg Marisa sta seduta un giornale.

174

V: (entra agitatissimo) Marisa, alzati! Alzati, per carità! M: (scatta in piedi) Che succede, va a fuoco qualcosa? V: Peggio! Questa sera abbiamo un ospite di riguardo. M: Un ospite di riguardo? E chi è? V: Il mio capufficio. Dobbiamo offrirgli una cena magnifica. M: (preoccupata) Una cena magnifica? Figurati, ho il frigorifero vuoto! V: (disperato) È dal primo giorno di lavoro che dico al mio capufficio... sai, per fraternizzare... gli dico: «Dottore, venga a cena a casa mia. Pensi che mia moglie è una fata della cucina!». M: Una fata? Adesso mi sento più una strega! V: Pensa, oggi pomeriggio il capufficio mi ha detto: «Caro ragioniere, mia moglie è andata a trovare la madre e io... io sono solo. Quindi, se non le dispiace, accetterei molto volentieri il suo invito». M: Telefonagli. Fermalo! V: Telefonargli? Fermarlo? Che figura ci farei? M: Sai che c’è da mangiare, stasera? V: Bistecche? M: No! Coratella e cipolle! L’avanzo di ieri sera. V: O povero me, sono fritto! M: Idea! Mi è venuta una grande idea! V: Dilla. M: Appena arriva il tuo capufficio, tu mi domandi: «Marisa, cos’hai preparato di squisito per il dottore?». E io: «Pollo allo spiedo». V: E quando sarà ora di portare a tavola il pollo, che farai? M: Ecco l’idea! Vado in cucina, lancio un urlo, poi torno di qua fuori di me e annuncio che il cane ha mangiato il pollo. V: Mi piace! Fra l’altro il mio capufficio lo sa che abbiamo un cane. Quindi ci crederà.


U. d. A.

4 • I l t e st o t e at r al e

M: A quel punto, con le lacrime agli occhi, annuncerò che potremo rimediare all’incidente se l’ospite si rassegnerà a mangiare coratella e cipolle. Non dirà di no. V: Ne sono convinto. (suona il campanello) È lui!... Vado ad aprire. (esce)

Scena seconda : Marisa, Vittorio e Nicola V: (entra con Nicola) Dottore, ho il piacere di presentarle mia moglie. (a Marisa) Il dottor Fasulli, mio capufficio. M: (stringe la mano a Nicola) Onoratissima, dottore. N: Per carità, signora! L’onore è tutto mio. V: S’accomodi, prego. (siedono) Marisa, cos’hai preparato di squisito per il dottore? M: Pollo allo spiedo. N: Fantastico! Il pollo allo spiedo è la mia passione. M: Vado a vedere come sta il pollo allo spiedo. N: (si alza in piedi con Vittorio) Prego, signora. (Marisa esce, facendo cenni d’intesa a Vittorio) N: Caro ragioniere, sono proprio felice di trovarmi qui, in casa sua. Mia moglie, del resto, non è affatto capace di cucinare il pollo allo spiedo. Chissà perché? V: (sulle spine, lancia occhiate dalla parte dove è uscita Marisa) Chissà perché?... Mah! (dall’esterno si sente un urlo femminile, poi fracasso di vetri infranti, mobili rovesciati, quindi un attimo di silenzio) M: (entra spettinata e ansante) Il cane! Il cane ha mangiato... il cane ha mangiato... V: (con esagerata preoccupazione) Il pollo allo spiedo? M: No. La coratella e le cipolle! (e sviene, prontamente sostenuta da Vittorio e Nicola)

PER COMPRENDERE Rispondi.

• Secondo te, il genere di questo testo teatrale è: commedia.

F. Roberto, Lettori in gamba, Raffaello Editore

melodramma. tragedia.

175


U .d .A.

4 • I l t e s t o t e at ra l e

Il proverbio Scena unica : Piero e il papà Piero (un po’ esitante e confuso): Papà... Abbiamo fatto il dettato a scuola. Papà: Fammi vedere... Hmm...quanti segnacci blu. Hai fatto molti errori direi. Piero: È tutta colpa dell’acca. Non so mai quando ci vuole e quando non ci vuole (comincia a piagnucolare). Papà: Su, su, Piero. Tutti fanno degli errori per imparare a scrivere... Piero: Allora non sei arrabbiato? Papà: Non sono nemmeno contento, se è questo che vuoi dire. Ma penso che saprai stare più attento un’altra volta. Piero: E non farò più errori! Papà: Ne farai ancora. Del resto, sai come dice il proverbio... sbagliando si impara. Narratore: Piero, consolato e rincuorato dalle parole del suo papà, corre in camera a fare i compiti. Compito di aritmetica, stavolta... Piero: Dieci più dieci... venti, più uno ventuno... che bel compito, sono sicuro che non farò nemmeno un errore... Nemmeno un errore... ma allora? Come ha detto il papà? Sbagliando si impara... Dunque se non faccio qualche sbaglio, non imparo niente. Due più due... fa quattro, lo so. Ma se non sbaglio non imparo... Allora scrivo un bel cinque... Tre più tre facciamo sette, così imparo più in fretta...

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Chi sono i personaggi? • Che cosa succede? • Qual è il motivo che rende divertente questo testo teatrale?

176


U. d. A.

4 • I l t e st o t e at r al e PENSACI SU!

Narratore: Preso dall’entusiasmo e ben deciso a imparare sul serio, Piero semina il suo compito di errori. Poi afferra il quaderno e corre a mostrarlo al papà...

Secondo te, qual è il significato del proverbio? Spiegalo sul quaderno.

Piero: Papà, papà, guarda: ho fatto il compito. Papà: Bravo. Fa’ un po’ vedere... Ma... ma... due più due cinque... dieci più uno diciassette... (si irrita e finisce per gridare). Ma dico, Piero? Piero: Ma papà, l’hai detto tu che sbagliando s’impara, no? Io ho cercato di sbagliare... E adesso tu mi sgridi... (piagnucola). Ecco, non si sa mai come fare con i grandi! G. Rodari, Chi sono io?, Editori Riuniti

177


U .d .A.

4 • I l t e s t o t e at ra l e

L’esame settimanale di una classe. La scena è quella iosi. dei ragazzini silenz Sui banchi ci sono triangolo ero suono di un gg le l da a at gn Accompa la caraffa iele che controlla m ce ol D a in or gn entra la si rride agli i sulla cattedra, so er hi cc bi i e ua cq piedi. piena d’a ula dove rimane in l’a al o nd fo in va oi alunni e p llare di e il minaccioso ru nt se si te en m sa Improvvi signorina ano l’entrata della gn pa m co ac e ch tamburi più forti e episcono sempre rc pe si i po , ue Spezzind rice. lla terribile dirett più vicini i passi de

Spezzindue: Buongiorno mocciosi. Tutti gli alunni: Buongiorno, signorina Spezzindue. Spezzindue: (fissando ogni bambino con espressione nauseata) Siete proprio un mucchio di brufoli pustolosi. Suppongo che i vostri genitori vi ritengano meravigliosi. Ebbene, io sono qui per dimostrarvi il contrario. Alzatevi in piedi! (Tutti gli alunni si alzano di scatto) Spezzindue: Ora stendete le mani davanti a voi, e mentre io vi passo davanti voltatele, in modo che possa vedere se sono pulite di sotto e di sopra. (Cammina lentamente tra i banchi, poi si ferma minacciosa davanti a un bambino) Come ti chiami? Nilo: Nilo. Spezzindue: Nilo Daloi (Sempre più arrabbiata) Qual è il mio nome moccioso? Nilo: Signorina Spezzindue. Spezzindue: Allora usalo, quando ti rivolgi a me. Ricominciamo. Come ti chiami? Nilo: Nilo Daloi, signorina Spezzindue.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno.

• Come si chiamano i personaggi? • Chi sono? • Dove si svolgono le scene? Scrivi la prosa di questo testo teatrale.

178


U. d. A.

Spezzindue: Ora va meglio. Hai le mani luride, Nilo! Da quanto tempo non te le lavi? Nilo: Mi lasci pensare. Non lo ricordo con precisione. Da un giorno... o due... Spezzindue: (Sempre più arrabbiata) Lo sapevo! L’ho capito subito che sei un lurido pezzente! (osservandolo disgustata). Vai nell’angolo e resta lì con la faccia al muro, diritto su una gamba sola! Dolcemiele: Ma signorina Spezzindue! Non ha fatto niente! Spezzindue: Non mi contraddica signorina. E adesso tu. (Rivolgendosi minacciosamente a un altro alunno) Vai alla lavagna e scrivi la parola «difficoltà». Edoardo: (Timidamente) La signorina Dolcemiele inventa una canzoncina per ogni parola, noi la cantiamo e così impariamo a scriverla in tre minuti. Spezzindue: (Fingendo di essere buona) Un metodo affascinante. (Diventando cattiva) Adesso scrivi, moccioso! Edoardo: (Scrive cantando, senza commettere errori)

4 • I l t e st o t e at r al e

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea di rosso le didascalie che si riferiscono alle insegnanti, di verde quelle che si riferiscono agli allievi.

LA SIGNORINA DIF CON FI A SPASSO VA MENTRE IL SIGNOR COL SI SPOSA CON LA TÀ. DIF – FI – COL – TÀ! Spezzindue: Ridicolo! Perché tutta questa gente si sposa? (Rivolta alla signorina Dolcemiele) Lei, signorina, non dovrebbe mescolare la poesia all’ortografia. Ci dia un taglio, per il futuro! (segue) Volta la pagina!

179


U .d .A.

4 • I l t e s t o t e at ra l e

PER COMPRENDERE Aiutandoti con le immagini delle pagine precedenti, associa ciascun personaggio alla sua descrizione.

L’alunno che viene maltrattato più di tutti.

a

La direttrice severa che terrorizza tutti quanti.

b

La maestra dolce e gentile.

c L’alunno con le mani sporche.

d L’alunno che deve scrivere alla lavagna.

e

Dolcemiele: Ma permette loro di imparare senza fatica! Spezzindue: Non discuta con me! (Rivolta ad Edoardo, lo spinge sulla sedia) Tu siedi! Adesso vi interrogherò sulle tabelline. Tu! Quanto fa due per sette? Ruggero: (Impaurito) Sedici! Spezzindue: (Avanzando lenta verso il bambino) Lumacone ignorante! Ruggero: (Sempre più impaurito) Diciotto! Spezzindue: Criceto scervellato! (Afferra il bambino e lo scuote). Dolcemiele: Signorina Spezzindue, la supplico, lo lasci! Gli sta facendo male! Spezzindue: Stia zitta! E tu ripeti: due per sette fa quattordici, (Alzando il volume della voce) due per sette fa quattordici, due per sette fa quattordici!!! Ruggero: D d due p per s sette f f fa quattordici... Spezzindue: (Lasciando il bambino che si accascia sul banco) E ora smetti di piagnucolare. Non mi piacciono i bambini. Bisognerebbe tenerli nascosti. Dolcemiele: Ma anche lei deve essere stata piccola, un tempo, signorina Spezzindue, non è vero? Spezzindue: (Seccata) Non sono mai stata piccola, signorina. (Infuriata) Io! Una bambina! Come osa insinuare una cosa simile? Che insolenza infernale! Me ne vado, altrimenti... (Si avvia furibonda) Ma non finisce qui. (Esce, si sente il rumore dei passi decrescere. I bambini emettono un sospiro di sollievo). Dolcemiele: Bambini miei, anche per questa volta è andata. L’esame settimanale è finito. Riad. da R. Dahl, Matilde, Salani

180


Laboratorio: io scrittore! Per scrivere un testo teatrale, si parte dalla scelta di un soggetto e si va alla ricerca di una storia, per trasformarla poi in un copione vero e proprio. Dopo aver letto i testi teatrali delle pagine precedenti, prova a realizzare tu un copione sul tuo quaderno seguendo le indicazioni suggerite.

1.

Prima di tutto scegli il soggetto e la situazione che vuoi rappresentare. Puoi scegliere una storia che conosci oppure una situazione reale (drammatica, comica, fantastica, da brivido…): • la maestra che entra in classe, fa l’appello e… • la storia del lupo che beve al ruscello e incontra la pecorella… • un orco buono che si innamora di una principessa… • una delle tante storie del tuo libro di lettura!

2.

Trasforma il discorso indiretto in discorso diretto. I dialoghi si trasformano in battute che ogni attore deve intrepretare immedesimandosi nel personaggio e nelle sue caratteristiche: • movimenti, • modo di parlare e tono di voce, • atteggiamenti… Ricorda di inserire la voce del NARRATORE per le parti descrittive.

3.

Dividi la storia in scene. Se la situazione che vuoi drammatizzare risulta divisibile in parti differenti, puoi realizzare il cambio di scena, che può riguardare: • l’ambiente (due luoghi diversi), • il tempo (prima e dopo), • i personaggi.

4.

Verifica se il tuo è un buon copione e prova a drammatizzarlo. Puoi divertirti in classe a interpretare il copione e a confrontarlo con quello dei tuoi compagni e, perché no, con l’aiuto dell’insegnante, a realizzare una bella drammatizzazione collettiva.

181


Cielo di primavera PENSACI SU! I mesi in cui si sviluppa la stagione della primavera sono quattro: quali?

Quale fenomeno caratteristico della stagione primaverile viene citato nel racconto?

Quali altri elementi naturali contraddistinguono la primavera? Elencane alcuni.

p r im av

ra

e

182

All’inizio della primavera io e la mamma iniziammo a collezionare ritagli di cielo. Tutto cominciò quando vidi un’automobile del Montana con scritto «Cielo Grande». – Il cielo del Montana è più grande del nostro? – chiesi a mia madre. – Mmm – fece lei pensierosa. – Probabilmente è solo che lì hanno meno colline e meno edifici di noi, così vedono pezzi di cielo più grandi. Ma anche il nostro è meraviglioso. – A me sembra normale – dissi alzando lo sguardo. – Che cos’ha di così meraviglioso? – È meraviglioso perché cambia di continuo: certe volte è stupendamente meraviglioso e certe volte è paurosamente meraviglioso, mentre certe volte, come adesso è soltanto normalmente meraviglioso. Non ero molto convinta. – Sai che cosa dovremmo fare? – disse mia madre – Dovremmo fare collezione di ritagli di cielo. E questo sarà il primo della nostra raccolta. Ci dirigemmo verso il parco e raggiungemmo il centro del campo da calcio. – Dimmi che cosa vedi – mi esortò la mamma. – È grigiastro – dissi. – Guarda meglio – insistette lei. – Non è del tutto grigio. Vedi come il sole, brillando dietro quelle nuvole, le fa sembrare quasi bianche? E guarda laggiù… Indicò in direzione di un pezzettino azzurro.


– Mia nonna diceva sempre: «Sarà sicuramente una bella giornata, se riuscirai a trovare un pezzetto di cielo azzurro grande abbastanza da rattoppare le brache». – Che cosa sono le brache? – Sono dei pantaloni che arrivano sotto il ginocchio – spiegò lei. – E mi sembra che oggi ci sia abbastanza cielo azzurro per rattoppare quelle brache, così credo che sarà una bella giornata. Adesso cerca di osservare con attenzione e, quando sei pronta, scatteremo una fotografia immaginaria. Restammo ferme lì, tenendoci per mano e fissando il cielo d’aprile. Il vento ci faceva svolazzare i capelli sul viso e rendeva più intenso il profumo della terra umida e dei fiori. Proprio allora, come se l’avessimo preordinato, uno stormo di rondini solcò il cielo. – Quando pensi di essere riuscita a notare davvero tutto, stringimi la mano. Sarà il clik della macchina fotografica. Rimasi immobile per circa quindici secondi, poi strinsi la mano di mia madre. – Clik! – dicemmo nello stesso momento, e scoppiammo a ridere. Aveva ragione a proposito del pezzettino di cielo azzurro: con il passare delle ore, la giornata divenne sempre più bella.

SAPPIAMO CHE... Il Montana è uno stato federato degli Stati Uniti d’America. Qui si trova la più alta concentrazione di orsi grizzly degli USA, dopo l’Alaska. Il paesaggio è caratterizzato da enormi praterie intervallate da massicci montuosi.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Che cosa fanno la protagonista e sua madre, all’inizio della primavera? • Perché la protagonista crede che il cielo del Montana sia più grande? • Perché madre e figlia si stringono la mano?

P. Brisson, Ritagli di cielo, Feltrinelli

PENSACI SU! Racconta sul quaderno. • Che cosa ti piace della primavera e che cosa invece cambieresti?

pri m

a ve

ra

183


Una gita in bici Evviva la primavera, evviva la bicicletta! Io adoro la primavera, la amo, desidero che arrivi con tutto il cuore. Perché in primavera finalmente posso scatenarmi con la mia bicicletta. Non c’è niente di più bello al mondo della mia bicicletta. È un modello unico che papà ha costruito con le sue mani mettendo insieme tutto il meglio del settore. Lo ha aiutato il suo migliore amico, che un tempo faceva il ciclista, e ora ha un negozio di bici attrezzatissimo. A casa mia, le gite in bici sono un rito. La prima domenica di primavera s’inaugura l’escursionismo ciclistico. La settimana prima è tutto un preparativo. Le nostre quattro bici (anche mia mamma e mia sorella sono superappassionate delle due ruote) vengono ispezionate, ripulite, oliate, gonfiate, accarezzate. Sì, perché mio padre dice che anche loro hanno un’anima, e che sentono il nostro affetto. Poi papà e mamma scelgono un itinerario. Non immaginate quanti giri stupendi si possano fare in bicicletta! Sempre su piste ciclabili, senza essere disturbati dalle macchine. Ma non pensate che a noi bastino le gite della domenica! Due pomeriggi alla settimana, di solito il martedì e il giovedì, verso le sei di sera, cioè appena i miei genitori sono tornati dal lavoro, facciamo un bel giretto lungo una pista ciclabile che passa proprio vicino a casa nostra. È il mio momento preferito della giornata. Peccato per mia sorella, che è la solita guastafeste. Fa la seconda, ma si comporta come se fosse in quinta. Ogni tanto prende e va avanti da sola, e la mamma dietro non sta tranquilla. E indovinate un po’ chi deve andare a dirle di rallentare e aspettare noialtri? Già, il prescelto sono sempre io, solo perché sono gentile e obbediente.

p r im av

ra

e

184

PER COMPRENDERE Rispondi. • Perché il protagonista aspetta con ansia l’arrivo della primavera? • Che cosa succede la prima domenica di primavera? • Qual è il momento della giornata preferito dal protagonista? Perché? • Perché il protagonista definisce sua sorella una guastafeste?


La mamma dice che, quando ricomincia a correre in bici, si sente ringiovanire di cinque anni e di tre chili. Per papà vale forse per gli anni, non per i chili, perché lui è magro come un osso anche se dice di assomigliare un sacco a Brad Pitt. Io, invece, quando vado in bici mi sento un leone. Penso che comincerò presto a partecipare a qualche gara. Mio padre sarebbe contentissimo se intraprendessi la carriera di ciclista, ma la mamma frena il suo entusiasmo, perché dice che è uno sport pieno di pericoli. Non so quale sarà il mio futuro, ma intanto mi diverto a pedalare per il puro piacere di farlo. Ah, se non l’avete capito, il mio è un invito! All’arrivo della primavera lasciate televisione e videogiochi e… via, nel vento, a fare una bella corsa in bici! Farà bene alla vostra mente e ai vostri muscoli. L. Taffarel, Isole di Carta, Ardea-Tredieci Editori

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • A te piace andare in bicicletta? Perché? • Pratichi altri sport o attività all’aria aperta? Quali? Descrivi sul quaderno in un breve testo la bicicletta che possiedi o che vorresti.

pri m

a ve

ra

185


Uova colorate RI FLETTI SULLA LINGUA Individua e sottolinea nel brano tutte le preposizioni articolate. Scrivi poi, sul quaderno, come viene formata ciascuna. Per esempio: delle = di + le

Una delle cose più divertenti, a Pasqua, è preparare le uova colorate. Prima si rassodano. Volendo, si possono cuocere nella pentola con gli spinaci, così diventano verdi, oppure con bucce di cipolla, così diventano rosa. Non colorare le uova con i pennarelli: questi colori penetrano nell’uovo che poi non si può più mangiare. È meglio usare gli acquerelli. Si traccia sul guscio un disegno, e poi si colora. Esistono anche colori apposta per dipingere le uova. Decorare le uova è quasi un’arte. In molti paesi della Germania, della Polonia e dell’Europa centrale un tempo c’erano persone specializzate che ricevevano ordini e venivano profumatamente pagate per preparare uova di Pasqua dipinte. Questo accadeva cent’anni fa, prima che diventassero di moda: gli artisti incaricati le disegnavano e vi scrivevano delle frasi, delle dediche. Qualcuno che voleva fare un regalo di grande effetto non si accontentava di regalare uova di gallina, ma andava alla ricerca di quelle, molto più grandi, dello struzzo, sulle quali si potevano scrivere dediche molto più lunghe. Sono bellissime le uova decorate con fiorellini di carta colorata, di panno, di pizzo. Con lustrini, perline di vetro e un po’ di colla si possono preparare delle uova-gioiello belle quasi come quelle che re, regine e principesse facevano fare dagli orafi e si regalavano tanto tempo fa. Riad. da M. Lazzara Pittoni, Festa, Editrice Piccoli

PENSACI SU!

p r im av

ra

e

186

Fai una breve ricerca sul significato dell’uovo come simbolo della Pasqua. Scrivila sul quaderno e poi confrontala in classe.


Laboratorio: primavera! Per festeggiare la Pasqua, puoi decorare la tua casa realizzando delle vivaci uova colorate da appendere qua e là. Ecco due metodi diversi da seguire.

Occorrente: – palloncini; – spago o lana; – nastri; – carta velina; – colla vinilica; – una ciotola; – forbici.

1. Gonfia il palloncino e chiudilo. 2. Diluisci nella ciotola la colla insieme all’acqua,

1. Gonfia il palloncino e ricoprilo con carta velina colorata,

mescola e immergici lo spago o il filo di lana. . Avvolgi il filo intorno al palloncino e lascia che si asciughi perfettamente. . Buca il palloncino e sfilalo delicatamente. . Lega un nastro intorno al nodo del palloncino: l’uovo è pronto!

spalmata di colla vinilica e acqua. . Creata la base, puoi arricchire le tue decorazioni incollando sopra alla velina dei disegni di pulcini, conigli e altri ritagli inerenti alla Pasqua. . Lega un nastro intorno al nodo del palloncino e il gioco è fatto!

3

4 5

2 3

187


U.d.A.

5 • Il

Il signor Wonka, proprietario della fabbrica di dolciumi «Wonka», presenta un nuovo, rivoluzionario prodotto. – Questa gomma è la mia più recente, la mia più grande, la mia più affascinante invenzione! È una gomma da pranzo! Questa strisciolina di gomma è un intero pranzo di tre portate! Rappresenta la fine delle cucine e del cucinare! Niente più spesa da fare! Niente più carne né altri cibi da comprare! Neanche le posate e i piatti serviranno più! Niente più da lavare, niente più spazzatura! Niente disordine! Basterà una strisciolina della magica Gomma da Pranzo Wonka e avrete tutto quanto vi serve per pranzo, cena e colazione! Questo pezzo di gomma che ho appena fatto contiene zuppa di pomodoro, vitello arrosto e torta di mirtilli. Se vi mettete a masticarla, questo è esattamente il menù che troverete. Riuscirete a sentire il cibo che vi scende in gola e finisce nel pancino! E i sapori! Si gustano tutti! E vi riempie, vi soddisfa, vi sazia! Riad. da R. Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani

188

testo infor mativo


In questa unità dʼapprendimento scoprirai il TESTO INFORMATIVO e comprenderai la distinzione tra le seguenti tipologie: QUOTIDIANO IPERTESTO

LOCANDINA PUBBLICITÀ

Scoprirai che è un testo molto comune, che puoi trovare davvero ovunque… Ad esempio il brano nella pagina accanto, secondo te, in quale tipologia di testo informativo rientra?

189


Il quotidiano Un quotidiano è una pubblicazione periodica che esce ogni giorno, costituisce insieme alla tv e alla radio uno dei maggiorni strumenti informativi del nostro tempo. La prima pagina di un quotidiano si chiama facciata e funge da «vetrina», riporta cioè tutti i fatti più importanti della giornata, nel proprio paese e nel mondo; è progettata per attirare l’attenzione del lettore, offendogli una panoramica di quanto troverà all’interno.

manchette: parola francese (manscet) che significa «nota marginale». Indica un riquadro pubblicitario oppure un breve richiamo agli articoli interni. fondo: è l’articolo scritto da un giornalista autorevole o dal direttore del giornale e commenta l’argomento di fondo (il fatto più importante della giornata). apertura: è l’articolo che informa sull’argomento di fondo e si trova nella parte più alta della pagina. spalla: è l’articolo a destra dell’apertura, può riguardare un articolo interessante per il lettore oppure approfondisce l’apertura stessa. civetta (o strillo), sommario: sono sintesi brevissime di articoli che il lettore troverà nelle pagine interne indicate.

190

LE A N R O I I segreti del testo: IL G

TESTATA

TAGLIO ALTO

TAGLIO MEDIO

TAGLIO BASSO


Scopriamo insieme i segreti del quotidiano analizzando la sua struttura.

Gli argomenti trattati da un quotidiano sono di vario genere e per questo motivo vengono suddivisi in apposite sezioni nelle PAGINE INTERNE. Più precisamente: • POLITICA INTERNA, riporta importanti notizie politiche che riguardano fatti nazionali; • POLITICA ESTERA, riporta importanti notizie politiche che riguardano fatti internazionali; • CRONACA, riporta notizie di attualità e si distingue in: – nera, se si occupa di criminaltà; – bianca, se si occupa di fatti sociali, scientifici...; – rosa, se si occupa delle vicende affettive di personaggi famosi; • ECONOMIA E LAVORO, riporta articoli sul mondo economico e finanziario, come ad esempio l’andamento della borsa; • CULTURA, riporta articoli su letteratura e arte; • SPETTACOLI, dà informazioni su tv, cinema, teatro e musica; • SPORT, riporta articoli su manifestazioni ed eventi sportivi e in generale sul mondo dello sport.

Gli articoli di un quotidiano possono essere accompagnati da FOTO, GRAFICI e TABELLE, DISEGNI o VIGNETTE, che hanno lo scopo di completare i contenuti o di sintetizzare i dati riportati.

Lo SCOPO del quotidiano è quello di INFORMARE il maggior numero di persone su ciò che accade ogni giorno nel Paese in cui si vive e nel mondo.

In edicola, in biblioteca o a casa tua puoi trovare un quotidiano. Procuratene uno, sfoglialo e per ognuna delle sezioni indicate trascrivi almeno un titolo di un articolo.

• politica interna: • politica estera: • cronaca: • economia e lavoro: • cultura: • spettacoli: • sport:

Con l’aiuto dell’insegnante scegli dal quotidiano un articolo che sia accompagnato da un’immagine, ritaglialo, incollalo sul quaderno e rispondi. • Che cosa rappresenta l’immagine? • Credi che sia appropriata all’articolo? • Tu che immagine avresti messo? Perché?

Rispondi sul quaderno. • Su quale argomento vorresti essere sempre informato/a? Perché? • Trovi facilmente notizie sull’argomento scelto?

I segret i del test o: IL GIORNALE

191


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

Il titolo visto da vicino Il titolo è una parte estremamente importante dell’articolo in quanto deve attirare l’attenzione del lettore, comunicando con poche parole il contenuto dell’articolo sottostante. È solitamente accompagnato dall’occhiello e dal sommario. A volte, sotto il sommario, compare il catenaccio: si tratta di una breve frase che riporta una parte del contenuto dell’articolo stesso. Leggi le didascalie e scopri la funzione di ogni parte del occhiello: introduce l’argomento dell’articolo. titolo. titolo: scritto a caratteri grandi, è composto di una frase a effetto, che dà la notizia.

E-mail, ecco il regno degli equivoci

Le parole sono troppo ambigue Moltissime e-mail vengono fraintese. Le parole da sole non bastano, se non sono accompagnate da gesti, espressioni del viso o particolari toni di voce. E non c’è emoticon che tenga.

sommario: riassume in breve il contenuto dell’articolo.

Nel linguaggio giornalistico sono i titoli caldi quelli che, attraverso giochi di parole, metafore e similitudini, riescono a suscitare emozioni nel lettore; si chiamano invece titoli freddi quelli il cui unico scopo è informare sul contenuto dell’articolo.

PER COMPRENDERE Osserva i seguenti titoli e scrivi negli appositi spazi se si tratta di un titolo caldo o di un titolo freddo; indica poi per ognuno quali elementi te lo fanno capire. Cantiere in centro fino a febbraio, l’annuncio del sindaco spiazza tutti

«Ancona vola in serie A»

«Vergogna, fuori i responsabili»

Terrorismo, altri 4 arresti a Milano

a le

g iorn

192

Scuola: ritornano i voti in pagella.


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

L’articolo di cronaca La cronaca è un articolo che riferisce in modo oggettivo e chiaro fatti realmente avvenuti. Ogni articolo di cronaca deve rispettare la regola giornalistica inglese delle 5W, riportando con esattezza: tempi, luoghi, persone, fatti e cause. Alla base di questo metodo, infatti, ci sono cinque domande fondamentali che iniziano con la lettera W.

Le regola delle 5W. What? Who? When? Where? Why?

Che cosa? Chi? Quando? Dove? Perché?

Baby-prodigio all'università a 9 anni

«Non avrò problemi: è come andare a scuola» Il piccolo March Boedihardjo, talento in matematica, ammesso all'università seguirà un corso speciale. «Gioco con i coetanei, ma con loro non posso comunicare». In ogni caso, March dice di non sentirsi a disagio con compagni di studio di almeno dieci anni più grandi di lui e di essere fiducioso sulla riuscita della sua esperienza universitaria. «Credo che non incontrerò ostacoli a relazionarmi con i miei colleghi», ha dichiarato in una conferenza stampa indetta all'ateneo. «Andare all'università è come andare a scuola». L'ateneo ha assicurato che il piccolo sarà costantemente seguito. Sarà costituito un team di accademici che monitorerà i suoi progressi e lo aiuterà in caso di difficoltà. Una decisione quantomeno doverosa perché, anche se March è abilissimo con i calcoli, rimane sempre un bambino. Riad. da www.repubblica.it

PER COMPRENDERE Dopo aver letto l’articolo, rispondi sul tuo quaderno alle 5 domande fondamentali e confronta in classe il tuo lavoro. In quale pagina del giornale potresti trovare quest’articolo? Politica estera. Cronaca cittadina. Politica interna. Cultura. Cronaca rosa.

na l e

g ior

HONG KONG – Mentre i suoi coetanei si cimentano con le basi dell'aritmetica e della geometria, lui a soli 9 anni è pronto per iniziare l'università. Il piccolo March Boedihardjo, di origini cinesi e indonesiane e cresciuto ad Hong Kong, era già noto per la sua prodigiosa abilità con i numeri ma ora ha battuto ogni record. Dopo aver superato gli esami finali delle superiori con il massimo dei voti in matematica, è stato ammesso nell'ateneo Battista di Hong Kong e può diventare il più giovane laureato della storia. Il baby-genio, che ha già studiato due anni a Oxford, non prenderà parte ad uno dei corsi tradizionali. L'università Battista ha organizzato per lui un corso speciale di cinque anni.

193


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

Dimentica la moglie in autogrill Lo scopre dopo cinquecento chilometri.

PER COMPRENDERE Scrivi tu un occhiello adatto all’articolo riportato, poi rispondi. • Lo scopo di questo articolo è: informare su un fatto accaduto a Como. ricordare che chi guida deve stare attento. • Leggi l’articolo di cronaca e sottolinea con i colori corrispondenti le varie parti del testo che rispondono alle domande:

What? Who? When? Where? Why?

Che cosa? Chi? Quando? Dove? Perché?

Como – Ha percorso oltre cinquecento chilometri in autostrada convinto che la moglie fosse sul sedile posteriore. Invece l’aveva dimenicata all’autogrill. Può capitare anche questo, durante un lungo viaggio sotto il sole d’agosto, al rientro dalle vacanze. Lui, il marito, guidava da ore quando ha deciso di fare una sosta in un autogrill poco a nord di Roma. La moglie dormiva sul sedile posteriore, semisommersa da pacchi e valigie. Meglio lasciarla riposare, ed è entrato solo al bar. Un buon caffè, una puntata alla toilette, poi il ritorno

all’auto e la partenza, destinazione Cantù. Oltre cinquecento chilometri senza più soste. All’arrivo la sconcertante scoperta: la moglie non c’era più. Era rimasta all’autogrill cinquecento chilometri prima: durante la sosta si era svegliata ed era scesa dall’auto allontanandosi un po’ per sgranchirsi le gambe. Al ritorno sul piazzale, la macchina e il marito erano scomparsi. L’uomo ha chiesto aiuto ai carabinieri di Cantù. La moglie è stata rapidamente rintracciata: era ancora là, all’autogrill, in nervosa attesa. Riad. da Internet

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Che cosa c’è di bizzarro nell’articolo, secondo te? • Quali sentimenti pensi abbia provato il marito, quando ha scoperto che la moglie non c’era più? • E quali pensi siano stati quelli della moglie? Ti è mai capitato di dimenticare qualcosa di estremamente importante e ricordartene solo in un secondo momento? Scrivilo sul quaderno.

a le

g iorn

194


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

Gli animali non finiscono mai di stupirci

La storia di Pepeto e Briciola Treviso – «Una lezione per gli uomini»: Adriano De Stefano, vicepresidente della sezione trevigiana dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), commenta così la storia che sta commuovendo la città. La storia di Briciola e Pepeto strappa davvero le lacrime, e a Treviso sono in tanti a sperare nel lieto fine per questi due cagnolini che sembrano usciti da un classico Disney. I due cagnolini, abbandonati dai loro padroni, sono stati ritrovati nel bosco ad affrontare il gelo dell’inverno senza acqua né cibo. Come se non bastasse, il povero Pepeto era legato a un albero con una catena. A salvarlo ci ha pensato Briciola che, per quattro mesi, ha provveduto a procurare il cibo per sé e per il compagno senza mai abbandonarlo al suo destino.

I due cagnolini, nemmeno a dirlo, sono diventati inseparabili anche ora che Pepeto è stato liberato: dormono, mangiano insieme e hanno dato alla luce Caffè. Adesso vivono tutti e tre a casa di Monica, una giovane volontaria dell’Enpa che, però, non potrà tenerli con sé ancora a lungo. «Questa famiglia cerca casa» spiega De Stefano. «Ha bisogno di qualcuno che l’adotti e le voglia bene. L’ideale sarebbe non separare i tre cagnolini: Caffè potrebbe anche essere adottato da solo senza traumi, ma se accadesse ai due adulti, dopo quello che hanno passato, ne avrebbero il cuore spezzato».

PER COMPRENDERE Rispondi. • Nell’articolo manca:: l’occhiello. il sommario. • Chi sono i protagonisti del fatto? • Che cosa è accaduto? • Dove è successo? • Quando è successo? • Perché è successo?

Riad. da Internet

PENSACI SU! Ti è mai capitato di sentire o leggere una notizia che tratta di una vicenda particolare? Prova a scriverla sul quaderno come se fosse un articolo di giornale. Ricerca su un quotidiano alcuni articoli stravaganti, chiedi il permesso a un adulto per poterli ritagliare e incollare sul quaderno. Poi confrontali e analizzali in classe.

g ior

na l e

195


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

La rivista PER COMPRENDERE Osserva le copertine riportate nella pagina: quale argomento trattano? Scrivilo negli appositi spazi.

Le riviste sono giornali tematici che hanno lo scopo di informare sull’attualità e di approfondire determinati argomenti: possono occuparsi di scienze, di sport, di politica, di musica, di cucina… A seconda della frequenza con cui escono in edicola si distinguono in settimanali, quindicinali, mensili, bimestrali, trimestrali…

5 1

1. 2. 3.

2

7

6

4. 5. 3

6.

8

7. 4

8. 9.

9 PENSACI SU!

Rispondi sul quaderno.

a le

g iorn

196

• Quale rivista ti piacerebbe leggere o leggi già? • In casa tua si leggono riviste? Di che tipo? • Credi che sia utile leggere riviste? Per quale motivo? • Hai mai letto riviste consigliate da qualche amico o amica? • E tu che cosa consiglieresti di leggere? Perché?


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

Il giornale in rete Grazie a Internet, oggi è possibile leggere quotidiani e riviste in rete: la maggior parte dei giornali offre, infatti, anche un’edizione elettronica, detta online, che nei contenuti risulta uguale in tutto e per tutto alla versione cartacea. Per consultare un giornale on-line è sufficiente digitare la parola «giornali» (o «quotidiani», a seconda di ciò che si sta cercando) su un motore di ricerca, per trovarsi di fronte l’elenco di tutte le tipologie disponibili. Se vuoi invece consultare un giornale specifico sarà sufficiente digitare il titolo esatto (per esempio «Corriere della Sera»). Consultare il giornale in Internet presenta il vantaggio di leggere notizie aggiornate in tempo reale, ossia all’ultimo minuto.

Online è un termine inglese che significa letteralmente «in linea».

PENSACI SU! Sviluppa un breve testo sul tuo quaderno seguendo la traccia. • Credi che il giornale elettronico sia un’evoluzione positiva o negativa? Perché? • Secondo te, con il passare del tempo, il giornale on-line potrebbe sostituire quello cartaceo? Perché?

PER COMPRENDERE

na l e

g ior

Che cosa significa «motore di ricerca»? Fai una breve ricerca e prova a spiegarlo con parole tue, poi cerca il significato e confrontalo in classe.

197


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

L’ipertesto Grazie al nostro computer è possibile ricavare informazioni sui più svariati argomenti, utilizzando un CD-ROM o «navigando» in Internet. In entrambi i casi ci si ritova di fronte a un tipo di testo strutturato in maniera diversa da un testo cartaceo, più esattamente ci si imbatte in un ipertesto, cioè in un insieme di pagine collegate tra loro in una maniera particolare. L’ipertesto può infatti essere letto, non solo in maniera sequenziale come una pagina di un libro (ossia seguendo l’ordine delle parole, una dietro l’altra), ma anche saltando da un argomento all’altro attraverso la navigazione. Il lato positivo dell’ipertesto è che il lettore può seguire un proprio percorso di lettura, scegliendo le informazioni che più lo interessano e tralasciandone altre. Per avere le notizie desiderate è necessario cliccare sulle parti che interessano. Tutti i collegamenti sono possibili grazie ai link, «ponti» che permettono di accedere direttamente all’argomento voluto. Osserviamo per esempio il sito della casa editrice «Il capitello».

SAPPIAMO CHE... La @, anche detta «a commerciale», popolarmente nota come chiocciola o chiocciolina, e conosciuta in inglese col nome «at» (dal latino ad), è un carattere tipografico molto adoperato. Graficamente, essa rappresenta una «a» stilizzata con attorno un ricciolo: da ciò derivano la somiglianza con il mollusco, di cui riproduce il guscio, e i buffi nomignoli che essa possiede. In informatica è usata per gli indirizzi di posta elettronica.

es

ipert

to

198

CD-ROM: dall’inglese Compact Disc Read-Only Memory, «memoria di sola lettura», è un tipo di memoria inform atica. ipertesto: nome composto da «te sto» e dal prefisso iper, che significa «ol tre».


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

In questo caso cliccando sulla parte «pubblica istruzione» ci si collega direttamente al sito ufficiale, dove è possibile navigare per avere ulteriori informazioni specifiche. Cliccando sull’icona è possibile visualizzare il catalogo inerente i testi pubblicati.

Cliccando sull’area specifica si ottengono informazioni inerenti ad un testo in particolare.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno.

• Qual è la differenza tra un ipertesto e la pagina scrit-

te s

i p er

ta di un libro? • Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi dell’uso di questi strumenti tecnologici? Discutine in classe.

to

199


La pubblicità La pubblicità ci circonda, ci attrae, ci provoca. In televisione, alla radio, sui giornali, al cinema, per strada essa cattura la nostra attenzione in tanti modi: attraverso la musica, i colori, le immagini, i caratteri grafici, gli slogan. La parola «pubblicità» deriva da «pubblicare» e significa informare le persone. Il compito della pubblicità è appunto quello di far conoscere qualcosa, un prodotto, un luogo, un problema. La pubblicità è una forma di comunicazione e perciò ha un destinatario, il possibile acquirente. Per questo deve convincerlo, persuaderlo, che quel prodotto è il migliore, il più adatto a lui. I testi pubblicitari a stampa sono composti da: – una parte visiva (immagine, colori); – una parte scritta (slogan, breve testo informativo). La parte scritta di un messaggio pubblicitario non è un testo unitario ma è come un mosaico di pezzi collocati in diverse parti della pagina. La pubblicità offre raramente ai consumatori delle vere informazioni, ma cerca piuttosto di «sedurlo» con false emozioni. Pensate ai finti medici degli spot televisivi che, acquistata un’aria professionale grazie ad un paio di occhiali, insegnano alle mamme come allevare bambini sani e felici grazie a questo o a quel prodotto.

200

ICITÀ L B B U P I segreti del testo: LA


La pubblicità, pertanto, cerca di attirare l’attenzione del lettore o dello spettatore allo scopo di convincerlo a determinati comportamenti: — ad acquistare qualcosa, — a riflettere su un problema, — a comunicare informazioni, — a visitare un luogo… Il segreto della pubblicità è usare poche parole ma incisive. A seconda di dove viene promossa, la pubblicità può avvalersi di diversi linguaggi: uno spot in tv utilizza immagini, parole e musica, uno spot stampato solo immagini e parole, uno spot in radio solo parole e musica. Riad. da La Pubblicità, «Associazione Nazionale Cooperative di consumo»

Scopriamo insieme i segreti della pubblicità. Analizziamo alcune parti dell’annuncio pubblicitario.

La pubblicità si serve di un linguaggio specifico: – SLOGAN, sono brevi frasi che servono per attirare l’attenzione sull’oggetto che viene pubblicizzato; – TARGET, un determinato «gruppo» di persone con caratteristiche comuni (ad esempio l’età, gli hobby, il lavoro ecc.) a cui si rivolge il messaggio pubblicitario; – le IMMAGINI, che servono per rafforzare il messaggio; – il TESTO della pubblicità, che spiega le caratteristiche dell’oggetto pubblicizzato.

Osserva l’annuncio pubblicitario qui sopra e rispondi alle domande.

• Che cosa viene pubblicizzato?

• A quale target è rivolto il messaggio pubblicitario? Adulti. Bambini. Adulti e bambini.

• Quale pensiero nasce dall’osservazione delle immagini? Discutine in classe.

I segret i del tes

to: LA PUBBLICITÀ

201


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

«Saper leggere» la pubblicità Osserva l’annuncio pubblicitario proposto, «leggi» il linguaggio di cui si serve e prova ad associare i termini specifici agli elementi che lo caratterizzano.

PER COMPRENDERE Inserisci nei cartellini le seguenti definizioni: slogan, testo, immagine. Rispondi.

• Che cosa viene utilizzato per convincere di più all’acquisto del prodotto? L’immagine. Lo slogan. Le informazioni sul prodotto.

PENSACI SU! RI FLETTI SULLA LINGUA

pu bb

’ àa cit

202

li

Con l’aiuto dell’insegnante, ricerca alcuni slogan pubblicitari, rifletti sul tipo di frasi che sono state utilizzate e rispondi. • Il soggetto e il predicato sono sempre presenti? • C’è la punteggiatura?

Un altro modo di attirare l’attenzione del consumatore sul prodotto è quello di associarlo a un regalo «istantaneo» oppure ad una raccolta punti. Tu che cosa ne pensi? Ti è mai capitato di desiderare un prodotto per ricevere il regalo associato? Rispondi sul quaderno. Ritaglia da giornali e riviste almeno 3 pubblicità che ti hanno colpito in modo particolare. Analizzale sul quaderno spiegando il significato dello slogan, dell’immagine, del testo e indicando il target di riferimento. Poi confronta il tuo lavoro in classe.


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

A ogni ora il suo spot Nei messaggi pubblicitari televisivi, chiamati spot, i pubblicitari non solo utilizzano un linguaggio musicale, con l’intento di attirare l’attenzione degli spettatori, ma scelgono anche il momento specifico per trasmetterli, in base alla fascia oraria e al target che potrebbe essere in ascolto. Cerca di immedesimarti nelle situazioni seguenti e completa l’esercizio.

ore 07:30

DENTIFRICIO

Prima di andare a scuola, Silvia e Ilaria guardano i cartoni animati in tv. Quale pubblicità verrà trasmessa, secondo te? Colora la casella del prodotto che ritieni adatto e motiva la tua scelta BAMBOLA

PENNELLO DA BARBA

BAGNOSCHIUMA

ore 12:30

SAPONE PER LE MANI

È quasi ora di pranzo e, mentre cucina, la mamma guarda la tv. Quale pubblicità verrà trasmessa? Colora la casella del prodotto che ritieni adatto e motiva la tua scelta

AMARO

ore 20:30 È ora di cena e la famiglia è riunita a tavola davanti la tv. Secondo te quali pubblicità verranno trasmesse? Indica e disegna tu almeno 3 prodotti che ritieni adatti e motiva le tue scelte

p u bb

’àa il cit

203


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

La pubblicità progresso Non tutte le pubblicità hanno lo scopo di vendere un prodotto. Esistono infatti le pubblicità progresso, che riguardano tutti, senza distinzioni, e servono a far conoscere i problemi della società, come la fame nel mondo, l’inquinamento, le malattie… Esse hanno lo scopo di diffondere abitudini e comportamenti corretti e responsabili, per migliorare la qualità della vita e della convivenza civile.

PER COMPRENDERE Osserva attentamente la pubblicità riportata e rispondi.

• Di quali linguaggi si avvale?

• Qual è lo scopo di questo messaggio pubblicitario?

• Quale problema viene trattato?

• Quali messaggi vuole comunicare il pubblicitario?

Se tu fossi il pubblicitario, quale immagine utilizzeresti per trasmettere lo stesso messaggio? Realizza la tua idea sul quaderno.

pu bb

’ àa cit

204

li


Laboratorio: io pubblicitario! Prova a realizzare una pubblicità che aiuti a sensibilizzare le persone alla conoscenza e alla soluzione di un problema. Ricorda di disegnare un’immagine, o utilizzare una foto che sia significativa rispetto all’argomento trattato e di scegliere una frase d’effetto.

• Quale argomento tratta la tua pubblicità?

• Qual è il suo scopo?

• Quali linguaggi hai utilizzato?

• A chi è rivolta?

Associa lo slogan al prodotto che potrebbe reclamizzare. Poi scrivi uno slogan per il prodotto che non hai scelto.

CREMOSA TENTAZIONE

un gelato una crema idratante

VELLUTO SULLA PELLE

un divano un ammorbidente

SEMPRE IN TEMPO

un orologio trasporti pubblici

205


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

La locandina Le locandine hanno lo scopo di invitare a particolari eventi. Il linguaggio è molto semplice e schematico e deve fornire le informazioni essenziali per permettere agli utenti di partecipare all’avvenimento. Nella locandina è di solito inserita un’immagine allo scopo di far comprendere immediatamente il tipo di evento organizzato.

PER COMPRENDERE Osserva attentamente la locandina, poi assegna a ciascuna parte indicata il termine adatto, scegliendolo tra i seguenti: protagonisti dell’evento; informazioni aggiuntive; data, ora e luogo; titolo dell’evento; immagine.

pu bb

’ àa cit

206

li


U.d.A.

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

Che cosa manca? Osserva le locandine e indica quali parti sono state omesse. Nella locandina mancano:

Inventa le parti mancanti:

Nella locandina mancano:

Inventa le parti mancanti:

p u bb

’à a il cit

207


U.d.A .

5 • I l t est o in formati vo

Attenzione alle etichette! Hai mai pensato di leggere le etichette che si trovano nelle confezioni dei prodotti che acquisti? Le etichette sono testi informativi perché riportano istruzioni e informazioni utili per un consumo intelligente e attento alla tua salute, per questo motivo è molto importate leggerle attentamente. L’Unione Europea ha stabilito delle direttive che tutti i Paesi devono adottare nel compilare le etichette dei prodotti alimentari. Qui di seguito riportiamo, con un prodotto di fantasia, le varie informazioni che le etichette devono obbligatoriamente riportare.

Identità del prodotto: – biscotti Nome: – Otto Sono le informazioni essenziali del prodotto, che permettono al consumatore di distinguere a prima vista un prodotto da un altro.

Elenco degli ingredienti ed eventuali additivi alimentari:

Valori nutrizionali:

Peso e volume: – 176 g

e

208

’ àa cit

Avvertenze varie: Per esempio, l’invito a gettare il contenitore nell’apposito cassonetto, dopo l’uso, oppure il numero verde a pu bb cui rivolgersi per eventuali reclami. li

Codice a barre: ogni barra contiene informazioni che possono essere lette da penne ottiche o altri strumenti, per esempio la cassa dei supermercati.


Che cosa NON si deve riportare sull’etichetta. • NON indurre in errore il consumatore. Per esempio non si possono indicare delle qualità che il prodotto non possiede. • NON definire farmaco un prodotto che non lo è. Per esempio, non si può affermare che il prodotto può far guarire o prevenire disturbi e malattie.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Hai mai osservato le etichette dei prodotti che consumi? • Secondo te, per comprare un prodotto, è corretto seguire le indicazioni della pubblicità oppure leggere attentamente le etichette?

5 • I l t e st o i n f o r ma t i v o

additivi alimentari: sono sostanze aggiunte ai prodotti alimentari per migliorarne la conservazione e per mantenere le loro caratteristiche (come il sapore e l’aspetto).

PER COMPRENDERE Chiedi il permesso ai tuoi familiari, quindi prendi delle confezioni di alimenti e analizzale sul quaderno, indicandone gli elementi fondamentali.

’àa il cit

p u bb

U.d.A.

209


Cittadinanza e Costituzione

difendi il tuo corpo!

Alcune abitudini scorrette possono compromettere il benessere e lo sviluppo del tuo fisico. Sapresti dire quali? Unisci con una freccia ciascuna abitudine alla sua conseguenza. Poi confronta e discuti le risposte in classe.

Passare troppo tempo al computer.

Deformazione della colonna vertebrale.

Fare una vita troppo sedentaria.

Problemi alla vista.

Guardare la tv troppo da vicino.

Sovrappeso e scarsa efficienza muscolare.

Ascoltare musica a un volume troppo forte.

Problemi alla vista e al sistema nervoso.

Stare seduti con la postura sbagliata, portare pesi sempre dallo stesso lato, dormire su letti troppo morbidi o troppo duri.

Problemi all’udito.

• Ci sono delle cattive abitudini che riconosci in te stesso/a? Quali?

• Di solito te ne accorgi da solo/a o è qualcun altro a fartelo notare?

210

OBIETTIVO: attivare comportamenti adeguati ai fini della salute.


prudenza! A CASA – Chi ha lasciato l’asciugacapelli nel lavandino e la radio sul bordo della vasca? Non toccare! Gli elettrodomestici collegati alle prese di corrente non devono neppure sfiorare l’acqua: un cortocircuito potrebbe folgorarti. – Mai ingoiare pillole o medicinali senza il controllo dei genitori. Un’imprudenza con le medicine può costarti il ricovero in ospedale e una lavanda gastrica! – In bagno è caduto il sapone? Raccoglilo e asciuga il pavimento per evitare di scivolare e cadere. A SCUOLA – Il suono della campanella non è lo squillo della carica! Le scale possono essere pericolose. Assicurati che ci siano il corrimano e le strisce antiscivolo sugli scalini. Non correre! – Non uscire mai a precipizio da scuola, anche se non devi scendere le scale. Potresti urtare un compagno, scivolare, cadere e far male a te e agli altri. – In classe esercita intelligenza e prudenza: termosifoni e spigoli dei banchi sono in agguato; muoviti con calma. – In situazioni di emergenza mantieni la calma e avviati verso l’uscita ordinatamente. Ricorda che le uscite di sicurezza hanno una barra orizzontale (il maniglione antipanico) che funziona spingendola. da Bello da leggere, Il Capitello

PER COMPRENDERE Quali sono le giuste regole da seguire in strada e al parco per non correre pericoli? Stila un elenco sul quaderno. Poi confrontalo in classe con quello dei compagni e con l’aiuto dell’insegnante completatelo correttamente. OBIETTIVO: attivare comportamenti adeguati ai fini della salute e della sicurezza personale.

211


Cittadinanza e Costituzione PENSACI SU! Fai una breve ricerca e rispondi sul quaderno. • Che cosa sono gli acari della polvere? • Che cosa significa essere allergici? • Che cosa si intende con «malattia del benessere»? • Quali sono le cause di queste «nuove malattie»? • Che cosa ne pensi? • Anche tu sei allergico/a? A che cosa? • Come si manifesta l’allergia?

malattie del benessere In casa ci sono gli acari della polvere, i peli dei cani e dei gatti, il fumo di sigaretta dei fumatori, vernici e collanti per mobili, perfino insospettabili piante da appartamento. Ancora, oggetti di gomma apparentemente innocui, come ciucciotti, palloncini, giocattoli (quelle al lattice sono le nuove allergie). A scuola lo stesso, e magari anche qualche alimento della mensa: latte, uova, pesce, pomodori, agrumi. Fuori, i gas di scarico delle macchine, i pollini, le polveri sottili, lo smog. La vita del bambino allergico è davvero dura! E le allergie sono in continuo aumento. Sono una malattia del benessere, dicono gli esperti: case più «stagne», cioè più protette dal caldo e dal freddo, ma anche con meno ricambio dell’aria. Moquette e tappeti, animali domestici, diminuzione dell’allattamento materno, tutti elementi che contribuiscono al loro incremento. Responsabile anche la diminuzione delle malattie infettive: vaccinazioni, antibiotici, migliorate condizioni sociali, economiche e sanitarie. Ma come è successo che una maggiore protezione dalle malattie ne causi delle altre? Perché hanno reso praticamente «disoccupati» i meccanismi immunitari, che così si sono trovati una nuova occupazione combattendo contro pollini, acari, muffe. Riad. da «La Repubblica»

212

OBIETTIVO: approfondire la conoscenza circa le «nuove malattie» (allergie e allergeni) per tutelare la proria salute.


w l igiene personale! Gli avevano detto che, a forza di non lavarsi denti, naso e orecchie, gli sarebbero nati lucertole nella bocca, mosconi nei buchi del naso e topi grigi nelle orecchie. Matteo trovò la cosa straordinaria e cominciò a non lavarsi più per nulla i denti, naso e bocca. Dopo un mese aveva messo su un bell’allevamento di topini grigi che entravano e uscivano allegri dalle sue orecchie a sventola. I buchi del naso risuonavano di mosconi svolazzanti che lo facevano starnutire in continuazione. Dalla piccola bocca poi, ogni volta che sorrideva, sgattaiolavano verdi lucertole e qualche lumaca. Matteo si costruì un trono d’oro e lo mise fuori dalla porta di casa. Chi voleva vedere i suoi animali doveva pagare... e fare la fila. In pochi minuti davanti a casa sua c’erano centinaia di bambini che volevano vedere quel fenomeno di bambino. In pochi giorni Matteo era diventato ricchissimo e con i soldi si era comprato mangime per i suoi animali e una bicicletta verde con le marce. Ma poi si stufò di tutta quella gente davanti a casa, di quegli stupidi animali e di tutta quella ricchezza. Allora cominciò a lavarsi e con lui tutti i bambini della città che (con grande preoccupazione dei genitori) avevano incominciato ad imitarlo.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Quale messaggio ha voluto trasmettere l’autrice, secondo te? • E tu, rispetto all’igiene personale, come ti comporti?

Riad. da C. Rapaccini, Merendine, Giunti

OBIETTIVO: favorire comportamenti di prevenzione adeguati alla propria salute.

213


U . d.A .

6 • I l t e s to a rg o m e n tativ o

U.d.A.

6•

Il testo a rgomentativo

Gli insegnanti si lamentano che leggiamo poco, i genitori ci comprano libri ben rilegati che noi sfogliamo appena, anzi, per essere sinceri, quando per qualche compleanno ci regalano libri, non è che siamo proprio contenti. Per quale ragione? La maggior parte dei bambini preferisce guardare la TV o le immagini. Questo perché è più facile capire le cose guardandole. Leggere è più faticoso, devi essere tu ad immaginarti, a far lavorare il cervello, a radunare i fatti. Eppure, se trovi il libro giusto, allora sì che ti diverti, allora entri in quel mondo e la fantasia incomincia a lavorare. Ma non sempre i libri per bambini sono interessanti. I bambini più piccoli preferiscono le favole, magari lette dagli adulti. I ragazzi più grandi preferiscono il genere di paura e di mistero oppure di avventura con protagonisti della nostra età. Possiamo affermare che i bambini non leggono perché trovano spesso i libri noiosi. Invitiamo tutti gli scrittori a scrivere per noi ragazzi romanzi non tanto lunghi, poche descrizioni, con un linguaggio moderno e vicino al nostro, e vedrete che leggeremo! Ehi! Ci stai a sentire?, Comune di Pistoia, Edizioni Patatrac

214


In questa unità dʼapprendimento scoprirai il TESTO ARGOMENTATIVO e comprenderai la sua struttura. Scoprirai che tutti i testi argomentativi servono per convincere il lettore su una determinata idea e che sono strutturati in: – tema centrale, – tesi, – antitesi. Scoprirai i metodi giusti per esporre idee e opinioni, imparerai a convincere gli altri con le tue idee e imparerai a comprendere gli scopi e le opinioni di chi scrive. Analizza ad esempio il testo della pagina accanto: di che cosa vuole convincerci lʼautore e quali tesi porta a favore delle sue idee?

215


La casa di tutti Il mondo è la casa di tutti noi, quindi anche la tua. Se la terrai bene, avrai una casa bellissima, dove vivrai benissimo. Se la sporcherai e la rovinerai, avrai una casa bruttissima, dove vivrai malissimo. La casa-dentro (l’abitazione) e la casa-fuori (il mondo) hanno molte cose in comune. Cambiano solo alcuni nomi. Per esempio, nella tua abitazione quello su cui cammini si chiama pavimento. Fuori invece si chiama strada. Anche se hanno due nomi diversi, il pavimento e la strada vanno tenuti puliti allo stesso modo, perché è sempre un piacere camminare sul pulito. Per esempio, quando cammini nella tua abitazione, devi forse scavalcare bottigliette di plastica, lattine di bibite, mozziconi di sigarette, carte di caramelle, biglietti del tram, bucce di banana, volantini pubblicitari, sacchetti delle patatine, gomme da masticare, scontrini di negozio ecc.? Quando qualcuno nella tua famiglia butta una cosa per terra, viene invitato a raccoglierla? Ecco, si deve fare lo stesso anche fuori. Se vedi qualcuno che vuota il portacenere dell’auto sul marciapiede, digli gentilmente che non si fa così. Vedrai che arrossirà un po’, e forse un’altra volta non lo farà più. Se perde la tua squadra del cuore, quando torni a casa ti metti a sfasciare le seggiole per la rabbia? Pensa invece che squadre intere di tifosi, dopo le partite, sfasciano le poltrone dei treni e rompono tutto quello che gli capita a tiro. Con chi vive nella casafuori dobbiamo essere gentili come con chi vive nella casa-dentro. Il poeta Ugo Foscolo scrisse che la terra è una «bella famiglia d’erbe e d’animali», cioè che chiunque vive su questo pianeta (uomini, animali e piante) forma un’unica famiglia variopinta: fiori di tutti i colori, animali di tutti i colori e uomini di tutti i colori.

216

TIVO A T N E M O G AR O T S E T L I segreti del testo: I


Tra «parenti» dobbiamo rispettarci e volerci bene. I fiori sono così gentili e profumati con noi! Altrettanto dovremmo fare noi con loro: dunque non raccoglierli (ti piacerebbe essere «raccolto»?) non calpestarli (ti piacerebbe essere «calpestato»?). Se siamo un’unica famiglia, dobbiamo rispettarci tutti e aiutarci a restare sani, anche perché le malattie sono contagiose e se si ammala il mondo ci ammaliamo anche noi, che siamo i suoi abitanti. Come avrai capito, al mondo ci sono parecchie cose che non funzionano, però si possono sistemare. Cosa fai a casa tua, quando ti accorgi che qualcosa non va? Anche le città hanno dei «genitori», si chiamano «sindaci». A loro dobbiamo segnalare tutto quello che non va. È così bello il mondo! La pioggia lo lava, il sole lo asciuga e lo fa risplendere come l’oro, la luna lo fa luccicare come l’argento! Abbiamo una casa davvero meravigliosa. Persino con le stelle, come nei sogni! È così bella la nostra casa-mondo! Vogliamole bene! Riad. da V. Lamarque, G. Orecchia, Piccoli cittadini del mondo, Emme

Scopriamo insieme i segreti del testo argomentativo. Analizziamo alcune parti del racconto. Rispondi. • Il tema del brano è: Il testo argomentativo prende in esame un argomento generale che approfondisce poi con le sue argomentazioni.

L’autore riporta gli argomenti che sostengono la sua TESI, ossia le PROVE DELLA VERIDICITÀ: dati, ragionamenti, testimonianze… In un testo argomentativo, oltre alla tesi, può essere presentata un’ANTITESI, ossia un’IDEA CONTRARIA a quella esposta.

I segreti del tes

il rapporto con gli altri. la famiglia.

l’ambiente. la violenza.

Rispondi. • Il tema del brano è: l’opinione di esperti.. dati scientifici. ragionamenti. test di laboratorio. Rispondi sul quaderno, poi confronta in classe il tuo lavoro.

• Nel brano è presente l’antitesi? Se sì, riportala in poche righe, se no, prova a formulare tu un’idea che sia contraria alla tesi centrale.

to: IL T ESTO ARG OMENTATIVO

217


U . d.A .

6 • I l t e s to a rg o m e n tativ o

Che bello: sono ammalato! Che bello essere ammalati! Non all’inizio, naturalmente, quando si ha tanta febbre che l’armadio di fronte al letto diventa sempre più l’autore: o nd co Se ? (F) lso Fa o ) grande e minaccia di inghiottirvi. Dopo, quando Vero (V F comincia ad andare meglio, ci si sente ancora un po’ V . • Avere tanta febbre è bello pallidi, un po’ vuoti. e • Passata la febbre ci si sent F V – Niente scuola per una settimana! – Il dottore l’ha ancora un po’ vuoti. detto con molta calma. e • Di «Tom & Jerry»si segu F Una settimana, non sembrava tanto: ci si sentiva talV molto la storia. mente stanchi. Ma ora, una settimana si fa molto più no rta interessante: rimangono ancora tre giorni prima di • I compagni po F V ti fat i no ta on cc giovedì. i compiti e ra – Mamma, se vai a far la spesa, mi porti un «Tom della giornata. & Jerry»? «Tom & Jerry» è il genere di giornalino che non si compra mai, tranne quando si è malati: di solito lo si considera da piccoli. Quando al ritorno la mamma posa il giornalino sul letto, si fa finta di uscire lentamente dal sonno, e si getta un colpo d’occhio distratto sulla copertina. Numero speciale: 250 pagine di storie e giochi. I colori ci piacciono. Non si segue granché la storia. È come se fossimo ancora imbottiti d’ovatta, con la testa svuotata che ci gira. La cosa più bella è quando il campanello della porta suona, verso le cinque meno un quarto. Si sente qualche frasetta educata scambiata a bassa voce. Abbiamo già indovinato: un compagno e una compagna di scuola sono passati a portarci i compiti. Si siedono ai piedi del letto, uno da una parte e una dall’altra, e cominciano a raccontare tutti i fatti curiosi della giornata, la mensa, l’intervallo… Quasi quasi si vorrebbe già riprendere la vita normale, ma è anche bello disporre ancora di tre giorni per farsi coccolare, ed essere un tipo interessante cui si viene a PENSACI SU! far visita, e che suscita ammirazione quando mangia il suo piatto preferiSeguendo l’esempio dell’autore, scrivi to. Che bello essere ammalati! un breve testo

PER COMPRENDERE

218

sul tuo quaderno dal titolo «Che brutto: sono ammalato!», spiegando gli argomenti che sostengono la tua tesi. Poi confronta in classe il tuo lavoro.

P. Delerm, Che bello, Salani


Amplia il tuo vocabolario! Molto spesso ci troviamo a utilizzare delle parole in maniera imprecisa, per la fretta di parlare e di scrivere, o più semplicemente... per pigrizia!

Cerca, per ciascuna delle parole evidenziate, i termini che possono essere utilizzati al loro posto (sinonimi) e scrivili sui puntini: ti accorgerai che le frasi risulteranno più chiare e accurate.

Anziché «dire»... La professoressa mi ha

lʼesito dellʼesame.

Laura mi ha

di passare le vacanze a casa sua.

Il nonno mi ha

le sue esperienze da ragazzo.

Anziché «fare»... Lucia deve ancora

i compiti.

Il papà di Giulio ha

un recinto per il cane.

Il mio cantante preferito ha

una nuova canzone.

Anziché «vedere»… Ieri ho

un bel film insieme a Silvia.

Il telescopio serve per

le stelle.

Tra la folla ho

un buffo cagnolino.

Anziché «mangiare»... Il mio micetto ha Oggi ho Francesco si è

tutto in un minuto. una specialità indiana. una cioccolata calda.

Laborator

io sul lessico

219


U . d.A .

6 • I l t e s to a rg o m e n tativ o

Che futuro ci aspetta? È difficile immaginare, per chi è giovane, quanto le cose fossero diverse un tempo. A 10-12 anni, non si ha l’impressione In un testo argomentativo d’aver vissuto molti cambiamenti. Ma se si possono trovare riferidomandi a tuo nonno, a tua nonna o alla menti statistici a sostegno tua bisnonna, si ricorderanno perfettadelle opinioni. mente che, quando erano piccoli, l’aereo era l’avventura solo di qualche appassionato, che sulle strade c’erano ben poche automobili; nessuno avrebbe immaginato a quell’epoca che si sarebbe potuto un giorno camminare sulla Luna; per non parlare del missile Ariane: sarebbe stato considerato, a quei tempi, pura fantascienza! In un secolo, la scienza e la tecnica si sono sviluppate a PER COMPRENDERE incredibile velocità: gli uomini non hanno avuto il tempo di prevedere che tutti questi cambiamenti nei trasporti, nelle comuniScopri le informazioni contenute cazioni, nella produzione industriale, nell’agricoltura... avrebbenel testo e rispondi sul quaderno. ro avuto delle conseguenze sulla nostra Terra. • Che cosa ha provocato lo sviluppo di scienza e tecnica? A poco a poco, si è capito che il petrolio, anche se fa volare gli • Che cos’è lo «sviluppo aerei e circolare le automobili, inquina l’atmosfera, ci si è resi durevole»? conto che lo sfruttamento intensivo delle foreste permette, sì, di • Chi può risolvere i problemi del fabbricare dei libri e dei giornali, ma nello stesso tempo fa scompianeta e in che modo? parire piante e animali che vivono in questi habitat. Si potrebbero citare tanti altri esempi come questi. SAPPIAMO CHE... L’equilibrio naturale è sconvolto, e oggi si sa che il clima del pianeta sta cambiando a causa delle attiviProgramma Ariane è la denominazione del progetto tà umane. È un problema che riguarda tutti. aerospaziale promosso nell’autunno del 1973 dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con lo scopo di Da tutta questa serie di motivi è nata l’idea dello svirealizzare lanciatori europei. Il nome del progetto è luppo durevole: ci si è accorti che non era più possiispirato ad Arianna, il personaggio del mito greco di bile continuare a rimandare i problemi, che occorreTeseo e del Minotauro. va trovare un equilibrio tra i bisogni della vita moderI lanciatori, o razzi vettori, servono a portare in orbita apparecchiature scientifiche quali satelliti artificiali, na e ciò che può sopportare il nostro pianeta. Cosa laboratori pressurizzati, sonde e navette. non facile, vero?

220


U. d.A.

6 • I l t e st o a r go m en t a

t i vo

UNO SGUARDO A... Gli uomini politici hanno, per primi, il compito di riflettere su queste urgenze: regolarmente, da qualche anno, i capi di Stato si riuniscono per discutere in proposito. A poco a poco – ma troppo lentamente ancora – sono state adottate alcune misure per rimediare agli errori commessi e per preparare l’avvenire: ad esempio, ci si occupa di ridurre i gas a effetto serra, che contribuiscono ai cambiamenti climatici. Finora i discorsi sono stati più numerosi dei fatti. Allora, ciascuno di noi deve mobilitarsi. Sono sempre più numerosi i cittadini che intraprendono iniziative intelligenti e, anche se il lavoro che resta da compiere è immenso, ogni gesto conta: selezionare i rifiuti, utilizzare il meno possibile l’automobile, proteggere ancora meglio gli ambienti naturali, evitare di consumare senza misura... Lo sviluppo durevole è anche la presa di coscienza che le ricchezze del mondo sono mal distribuite. Ciò che noi consideriamo l’essenziale non è dato a tutti: mangiare a sufficienza, bere dell’acqua potabile, andare a scuola, potersi curare... Oggi, il 20% degli abitanti della Terra si spartisce l’80% delle ricchezze del mondo.

SCIENZE! Il petrolio, detto anche «oro nero», è una delle materie prime più importanti del mondo, in quanto fonte di energia trasportabile e facilmente utilizzabile, usata dalla maggioranza dei veicoli (automobili, camion, treni, navi, aeroplani) e base di molti prodotti chimici industriali. L'accesso al petrolio è stato, per questo motivo, uno dei principali fattori in molti conflitti militari, compresi la Seconda guerra mondiale e la guerra del Golfo. La maggior parte delle riserve facilmente accessibili è collocata nel Medio Oriente.

Y. Arthus-Bertrand, L’avvenire della terra, L’ippocampo

PER COMPRENDERE Analizza il testo con l’aiuto dell’insegnante. • Quale tesi è esposta? • Quali argomenti si portano a sostegno della tesi? Qual è la tua opinione riguardo all’argomento presentato? Discutine in classe.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Quale sarà l’invenzione più innovativa del futuro, secondo te? Prova a immaginarla e descrivila.

221


U . d.A .

6 • I l t e s to a rg o m e n tativ o

Per un hamburger PER COMPRENDERE Sul quaderno, completa uno schema con le informazioni ricavate dal testo. Segui la traccia. • Nei fast-food, il cibo… • Il modo di consumare… • Le conseguenze sull’ambiente sono…

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno, poi discutine in classe. • Quali problemi sociali comporta il fast-food? • Credi che l’autore sia favorevole ai fast-food? • Da cosa lo intuisci? • Tu che cosa pensi in proposito? • Ti piace mangiare al fast-food? Perché?

222

I fast-food sono diffusi in più di cento nazioni, anche nei Paesi poveri. In tutto il mondo troviamo lo stesso cibo, anche se le abitudini alimentari sono molto diverse da Paese a Paese. Il cibo è subito pronto, abbondante e caldo, e servito in un ambiente pulito, anche se non è particolarmente dietetico, utile alla crescita o salutare; la «carne macinata» che viene servita spesso è ricavata dalle parti di scarto dell’animale. Ma questo non è l’aspetto peggiore. Il fast-food rappresenta il massimo dello spreco: per avere grandi quantità di cibo sempre pronte, viene preparato molto più del dovuto, e a fine giornata gli avanzi vengono gettati. Lo spreco è inaccettabile se tanti soffrono la fame. Questo modo di consumare ha pesanti conseguenze anche sull’ambiente. Tutti sanno che la foresta amazzonica, in Sud America, è il «polmone verde» della Terra, perché offre grandi riserve d’ossigeno. I principali allevatori sono proprio i proprietari dei fast-food, provenienti dai Paesi più ricchi. Per produrre una tonnellata di carne bovina, consumata in poco tempo in uno dei tanti fast-food, occorre l’equivalente di 7 tonnellate di foraggio per il bestiame: ciò fa sì che ogni anno vengano rasi al suolo un milione e mezzo di ettari di foresta amazzonica, quanto la superficie dell’Austria. Quindi, prima di addentare il nostro hamburger al fast-food, ricordiamoci che il nostro morso ci mette in relazione con parecchie zone del pianeta. E. Fucecchi, Glob glob, EMI


Parole che viaggiano Tutte le parole che usiamo abitualmente hanno alle spalle una storia: hanno compiuto un viaggio nel tempo e nello spazio, da un Paese allʼaltro, giungendo alla nostra civiltà con alcune modifiche. Osserva per esempio la storia della parola enciclopedia. Deriva dal greco enkuklos paideia, letteralmente «il cerchio delle conoscenze». La parola «enciclopedia», quindi, significa «istruzione circolare», cioè completa, in grado di comprendere tutte le discipline. Ecco invece il viaggio compiuto dalla parola rubrica. Deriva dal latino, dall'aggettivo ruber, che indica ogni color rosso di origine naturale (come il cinabro, un minerale rossiccio conosciuto già dagli antichi Romani). Nel secolo XIII significava in effetti «titolo in rosso dei diversi capitoli di un'opera manoscritta»; successivamente il suo significato si è poi trasformato in «indice di un'opera» e, nel 1918, in «libretto per ordinare alfabeticamente appunti e indirizzi». Oggi la parola ha assunto un nuovo significato, ossia «sezione specialistica di un giornale o di una trasmissione».

Esiste un dizionario che illustra la storia delle parole, si chiama DIZIONARIO ETIMOLOGICO e puoi trovarlo anche in internet (con l’aiuto di un adulto), oppure in biblioteca. Scrivi l’etimologia delle seguenti parole e di una a tua scelta che ti incuriosisce in modo particolare, poi confronta il lavoro in classe.

— viaggio:

— pantalone:

— libro:

:

Laborator

io sul lessico

223


Cittadinanza e Costituzione

a tavola! Pensi di avere un comportamento adeguato a tavola? Mangi un po’ di tutto e nelle giuste quantità? Verificalo con il seguente test; rispondi e controlla il tuo punteggio considerando che: vale 3 punti, vale 2 punti, vale 1 punto.

1. Al mattino:

2. Di solito mangi:

3. Durante i pasti:

di solito non fai colazione. fai un’abbondante colazione. smangiucchi qualcosa.

come un lupo. come un uccellino. tutto ma senza esagerare.

inghiotti quasi senza masticare. mastichi velocemente. mastichi lentamente.

4. Di solito bevi:

5. Mangi frutta e verdura:

6. Mangi pasta e pane:

bibite gassate. succhi di frutta. acqua.

tutti i giorni. a volte. mai.

moderatamente. in grande quantità. mai.

7. Di solito mangi dolci:

8. Durante lo spuntino mangi:

9.

Mangi più spesso:

cibi con poco olio. cibi abbastanza conditi. fritture o piatti molto conditi.

dopo cena. dopo pranzo. a colazione.

frutta o yogurt. merendine o patatine. pizza o panini.

Maggioranza di risposte :

Maggioranza di risposte :

Maggioranza di risposte :

Bravo/a! Sai tenere un corretto comportamento alimentare, ti nutri nelle giuste quantità assumendo cibi di vario genere. Tutto ciò aiuta il tuo fisico a mantenersi in buona salute.

Bravino/a! Non segui perfettamente i giusti comportamenti a tavola, ma con un piccolo sforzo puoi migliorare. Stai attento a ciò che il tuo fisico assume e alle quantità e cerca di evitare le brutte abitudini.

Non ci siamo! Non ti nutri nella giusta maniera, la tua alimentazione non è equilibrata e le tue abitudini sono da rivedere. Correggi i comportamenti dannosi per il tuo fisico per poter crescere in forza e in salute.

224

OBIETTIVO: mettere in atto comportamenti alimentari corretti ai fini della salute.


cucine mediterranee Frequentemente sentiamo parlare di «dieta mediterranea», come se i modi di mangiare delle popolazioni che vivono affacciate sul Mediterraneo avessero un carattere omogeneo, determinato da fattori ambientali e climatici. In realtà, le cose sono assai più complicate. Anzitutto le cucine mediterranee sono molto diverse da luogo a luogo; se ti è capitato di fare qualche viaggio in Paesi diversi dal tuo (ma anche in regioni diverse dalla tua) te ne sarai reso conto. Ma non solo: molti prodotti che oggi appaiono caratteristici vengono da altre zone del mondo e solo di recente sono entrati a far parte della cultura mediterranea. Prendiamo ad esempio la pasta: possiamo dire che sia tipica della dieta mediterranea? Di quella italiana sicuramente sì, ma al di fuori del nostro Paese la pasta non ha molta importanza nel menù quotidiano. La cosa, poi, vale per oggi ma non per il passato: la pasta è diventata un consumo «popolare» solo da un secolo o due, prima era un alimento di lusso che appariva in tavola solo di rado. Neppure si può dire che sia un cibo «nostrano», poiché furono gli Arabi a introdurla in Sicilia durante il Medioevo, insieme al riso, che ha assunto tanta importanza anche nei Paesi nord-africani. E l’olio? Certamente è un prodotto mediterraneo, ma anticamente era impiegato per lo più per la cosmesi: in cucina si usavano il lardo o il burro, che oggi sembrano così poco mediterranei. Le verdure fresche sì, sono un importante segno distintivo della dieta mediterranea. Ma quante, fra quelle abituali nelle nostre cucine, sono mediterranee? Non il pomodoro o il peperone, importati dall’America cinque secoli fa; non le melanzane o gli spinaci e tanti altri prodotti portati dagli Arabi nel Medioevo. Tutto ciò mette in luce soprattutto una cosa: non esistono cucine «di territorio» che non siano il risultato di una lunga storia, di un continuo accumulo di esperienze, di ripetuti scambi con culture diverse. Ogni cucina è frutto di incroci e nel caso delle cucine mediterranee questi incroci sono particolarmente numerosi e fecondi: la varietà dei prodotti disponibili e la fantasia degli uomini nel prepararli hanno le loro radici in questa storia. M. Montanari, Il pentolino magico, Laterza

OBIETTIVO: conoscere la cucina come evoluzione storico-culturale.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • La cucina mediterranea è uguale per tutti i Paesi che si affacciano sulle coste del Mediterraneo? Perché? • Che origine ha la pasta? Da dove proviene? • Che cosa si può dire in riferimento alle cucine «di territorio»? • In conclusione, che cosa si può dire di ogni «cucina»?

225


Cittadinanza e Costituzione

C iccio e bello, si, pero...

Noi siamo quello che mangiamo. E quindi siamo troppo grassi. Perché in genere (lo dicono le statistiche) mangiamo troppo. Da un’indagine fatta nelle scuole di Roma risulta che 23 bambini su 100 sono in sovrappeso, e 26 su 100 decisamente obesi. I bambini cicciottelli sono simpatici, ma se continueranno a essere rotondi, da grandi avranno seri problemi di salute, perché i loro organi faranno fatica a sopportare l’eccessivo lavoro causato dal grasso in abbondanza e dal peso eccessivo. Gli studiosi non hanno dubbi: i bambini sono troppo grassi perché mangiano in maniera disordinata, oltre che esagerata. E poi a scuola si fa poco movimento, dopo la scuola non si fa abbastanza sport e si guarda troppa tv, stando fermi invece di bruciare le energie fornite dal cibo. Insomma, non basta mettersi a dieta per essere in forma, bisogna muoversi molto. LE FAMIGLIE DEI CIBI Gli alimenti si dividono in famiglie: ci sono gli zuccheri, i grassi (burro, olio...), le proteine (carne, pesce, formaggi, uova), i carboidrati (pane e pasta). Frutta e verdura ci forniscono vitamine e sali minerali, importantissimi per ricostruire ogni giorno il proprio corpo. Latte e formaggi contengono un altro ingrediente fondamentale, il calcio, che fa bene alle ossa. Mangiare bene vuol dire mangiare un po’ di tutto, stando attenti a non esagerare con grassi e zuccheri.

226

OBIETTIVO: mettere in atto comportamenti alimentari corretti ai fini della salute.


SEI CONSIGLI PER MANGIARE MEGLIO 1. Fai sempre colazione: è importante uscire di casa con la pancia piena e tanta energia per affrontare bene la giornata. 2. Alla mensa scolastica non fare subito le smorfie quando vedi il cibo: assaggia di tutto, magari scoprirai di andare pazzo per certi piatti che ti rendevano sospettoso. 3. Fai merenda nel pomeriggio, ma non più tardi delle 17: altrimenti non avrai più fame a cena. 4. Di’ alla mamma che cos’hai mangiato a mezzogiorno: così non ti preparerà le stesse cose, anzi, farà attenzione che tu mangi gli alimenti giusti ed equilibrati. 5. Il fast-food non è vietato: basta andarci solo una volta la settimana. Così, oltretutto, diventa una festa e non un’abitudine. 6. Caramelle, patatine, bibite gassate sono buonissime, è vero: ma non bisogna mai esagerare! «Ciao amici»

PER COMPRENDERE Nel testo è riportata una frase che suggerisce una soluzione: quale? Riscrivila qui di seguito.

PENSACI SU! Svogli un’indagine in classe per scoprire quanti alunni seguono i consigli per un’alimentazione corretta. Ognuno deve rispondere alle domande suggerite di seguito e riporta poi, nel totale, la somma delle risposte di tutti gli alunni. Infine rifletti sui dati ottenuti.

• Fai colazione ogni mattina? • Fai sempre merenda prima delle 17? • Ti piace assaggiare cibi diversi dal solito? – Dopo aver analizzato i dati raccolti possiamo concludere che gli alunni della BUONE

DISCRETE

classe seguono abitudini alimentari: PESSIME

227


U . d.A .

6 • I l t e s to a rg o m e n tativ o

Scopo dell’autore del testo argomentativo è di PERSUADERE i lettori a condividere la tesi espressa.

UNO SGUARDO A... STORIA! Una glaciazione è un periodo, lungo generalmente migliaia o milioni di anni, in cui si verifica l’abbassamento della temperatura terrestre e la conseguente espansione delle calotte glaciali in direzione dell'equatore. Nella storia della Terra è possibile contare cinque principali ere glaciali: i periodi più antichi hanno avuto una durata di 40.000 anni, i più recenti e i più studiati hanno invece avuto una durata di 100.000 anni.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Quali tesi sostengono gli scienziati sull’estinzione dei dinosauri? • Che cosa ne pensa invece Carletto? • L’autore esprime la sua opinione? Egli porta delle argomentazioni a favore della sua tesi: quali?

228

L’estinzione dei dinosauri Ci sono tante spiegazioni dell’estinzione dei dinosauri, ma mi hanno sempre convinto poco. Qualche scienziato pensa che sia stata colpa delle eruzioni vulcaniche: la polvere avrebbe oscurato il Sole, i raggi non sarebbero più riusciti a filtrare e l’erba non avrebbe più potuto crescere, così i dinosauri sarebbero morti di fame. Ma allora perché non sono morti di fame anche tutti gli altri animali? E perché non sono sopravvissuti almeno un paio di dinosauri abbastanza forti da riprodursi? Qualcun altro pensa che sia stata la glaciazione a uccidere i dinosauri. Ma io gli chiederei che cosa ha fatto la glaciazione agli altri animali e come mai, in questo caso, oggi non troviamo i corpi di questi rettili preistorici perfettamente conservati dentro i ghiacci dei Poli. In città c’è un museo di storia naturale dove vado spesso. Carletto, il custode del museo, mi conosce bene e ama i dinosauri quanto me. Lui crede che i dinosauri siano morti perché erano troppo grossi. Quando il clima si fece sempre più freddo, riuscirono a sopravvivere solo gli animali che trovarono un buco, un rifugio caldo. I dinosauri erano troppo grossi per riuscirci. La sua spiegazione sembrerebbe convincente, ma perché non sono morti allora anche gli antenati dei coccodrilli e dei grandi pesci marini, e perché quei bestioni non sono riusciti a fuggire nelle regioni pù calde? Inoltre l’idea delle tane ha un altro punto debole. Quando glielo feci notare, Carletto si mise a ridere con aria imbarazzata. Infatti esistevano anche dinosauri alti meno di un metro. Le specie conosciute di dinosauri estinti sono oltre trecento, e probabilmente ne esistevano molte di più. E vuoi che nemmeno una coppia sia riuscita a trovarsi un rifugio? K. P. Wolf, Stefano e i dinosauri, Piemme Junior


Laboratorio: io scrittore! Come scrivere un testo argomentativo? Segui i passi elencati e ti accorgerai che è più semplice di quanto credi! Potresti esercitarti prima, con l’aiuto dell’insegnante e insime ai tuoi compagni.

1.

Scegli un argomento qualsiasi, un problema in particolare che vuoi affrontare. Ad esempio: – la TV nella vita dei bambini; – meglio giocare con la playstation o a pallone con gli amici?

2.

Comincia a esporre la tua tesi. Apri il testo con lʼidea che porterai avanti. Ad esempio: – La TV non è una buona maestra, perché...

3.

Presenta delle argomentazioni che sostengano la tua tesi. A seconda del problema affrontato le argomentazioni possono essere costituite da testimonianze, citazioni... Ad esempio: – ... lo dimostra il fatto che in alcuni programmi si vedono...

4.

Chiudi il brano con una conclusione che sia riassuntiva del brano e che rimarchi la tua tesi iniziale. Se vuoi, puoi suggerire dei consigli. Ad esempio: – In base a ciò è inevitabile affermare che...

Quello proposto è solo un esempio, puoi seguirlo oppure scegliere un altro argomento, lʼimportante è che tu riesca a trovare giuste argomentazioni, contro o a favore della tesi riportata. Ricorda inoltre di usare un linguaggio chiaro e preciso, adatto ad esprimere opinioni (ritengo che, penso, sono convinto del fatto...) allo scopo di persuadere il lettore.

229


. A . d . U

7•

Il testo regolativo

I DIRITTI DEI BAMBINI

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Il diritto di sporcarsi: a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi. Il diritto agli odori: a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura. Il diritto all’uso delle mani: a piantare chiodi, incollare, plasmare la creta, legare corde. Il diritto al selvaggio: a costruire un rifugio, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi. Il diritto al silenzio: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare delle acque. Il diritto alle sfumature: a vedere il sorgere del sole, ad ammirare nella notte la luna e le stelle. Gruppo di ricerca sulle tecnologie appropriate di Cesena (a cura di), Piantiamo la scuola, «Quaderno di educazione ambientale», n. 50 WWF

230


In questa unità dʼapprendimento scoprirai il TESTO REGOLATIVO e comprenderai la sua struttura. Scoprirai che può presentarsi sotto forme diverse come: ordini, divieti, norme, consigli, istruzioni, procedimenti... Leggi ad esempio il brano della pagina accanto: sapresti dire sotto quale forma è scritto?

vo

reg

o

i la t

231


I diritti dei bambini Il 20 novembre 1989 segna una data molto importante per tutti i bambini del mondo: viene approvata dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, che stabilisce in 54 articoli quali sono i diritti dei bambini e come farli rispettare. Ecco i principali: DIRITTO ALLA VITA Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere e consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. DIRITTO ALL’IDENTITÀ Quando nasce, un bambino ha diritto ad avere un nome, a essere registrato e ad avere la propria nazionalità e a rimanere sempre in relazione con la famiglia. DIRITTO ALLA SALUTE Il bambino deve vivere in salute anche con l’aiuto della medicina. Gli Stati devono garantire l’assistenza medica, il cibo necessario e le informazioni utili per migliorare lo stile di vita. DIRITTO ALLA PROTEZIONE Il bambino deve essere protetto contro ogni forma di crudeltà e di sfruttamento. In nessun caso deve essere autorizzato ad assumere un’occupazione che possa nuocere alla sua salute oppure ostacolare il suo sviluppo fisico, mentale o morale. DIRITTO ALL’ISTRUZIONE Il bambino ha diritto all’istruzione, che deve essere obbligatoria e gratuita. Gli Stati devono garantire scuole sufficienti per tutti e insegnanti che aiutino i ragazzi e sviluppare tutte le loro capacità. DIRITTO ALL’IDENTITÀ CULTURALE E RELIGIOSA Il bambino ha il diritto di parlare la propria lingua, di praticare la propria religione e di esprimere la propria cultura ovunque. Nessuno deve essere vittima della discriminazione razziale o religiosa e ognuno deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza e di amicizia tra i popoli.

232

ATIVO L O G E R TO S E T L I : o I segreti del test


DIRITTO ALLA DIVERSITÀ Il bambino svantaggiato fisicamente, mentalmente o socialmente ha diritto al trattamento, all’istruzione e alle cure speciali richieste dal suo stato e dalla sua condizione. DIRITTO AL GIOCO I bambini hanno il diritto di giocare e di sfogarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto. E. Pigliapoco, Mille e una storia, Raffaello Editore

Dopo aver letto «I diritti dei bambini», rispondi alle domande.

• Secondo te, gli articoli riportati seguono un ordine preciso oppuSolitamente istruzioni o regole da seguire vengono date secondo un ORDINE PRECISO: temporale, logico o d’importanza.

re no? Se sì, di che tipo?

• Quali articoli ti sono sembrati più importanti e perché?

Rispondi. • Il regolamento è stato emanato: dai genitori. I regolamenti ufficiali, nazionali e internazionali vengono redatti ed emanati da AUTORITÀ PUBBLICHE di vario genere.

da un’organizzazione che difende e protegge i bambini. dal Ministero dell’Istruzione. Confronta la tua scelta in classe.

I segreti de l testo:

IL TESTO R

EGOLATIVO

233


U.d.A.

7 • I l t est o r eg ol at i vo

Dichiarazione universale dei diritti dell’animale R IFLETTI SULLA LINGUA Spiega sul quaderno il significato e la differenza dei termini: diritto e dovere.

Il testo della «Dichiarazione universale dei diritti dell'animale» è stato adottato dalla Lega Internazionale dei Diritti dell'Animale nel 1977. PREMESSA Considerato che ogni animale ha dei diritti; considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l'uomo a commettere crimini contro la natura e contro gli animali; considerato che genocidi sono perpetrati dall'uomo e altri ancora se ne minacciano; considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia a osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali SI PROCLAMA: Art. 1 - Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all'esistenza. Art. 2 - Ogni animale ha diritto al rispetto, alla considerazione, alle cure e alla protezione dell'uomo. Art. 3 - Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli. Art. 4 - Ogni animale che appartiene a una specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale e di riprodursi. Art. 5 - Ogni animale che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie. Art. 6 - a) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una durata della vita conforme alla sua naturale longevità; b) l'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.

234


U .d.A.

7 • Il t est o r eg o l at i vo

PENSACI SU!

Art. 7 - Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli limitazioni di durata e intensità di lavoro, ad un'alimentazione adeguata e al riposo. Art. 8 - La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i diritti dell'animale. Art. 9 - Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione deve essere nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà e dolore. Art. 10 - Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'uomo.

Rispondi sul quaderno. • Come ti comporti con gli animali? • Ti è mai capitato di assistere a qualche atto crudele nei confronti degli animali (anche in televisione)? In che occasione e che effetto ti ha fatto? • Immagina di essere un giudice e di dover condannare il maltrattamento contro un animale: che pena infliggeresti a chi lo picchia o lo abbandona? Spiega le tue motivazioni.

Art. 11 - Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è un delitto contro la vita. Art. 12 - Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali selvaggi è un delitto contro la specie. Art. 13 - Le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proibite al cinema e alla televisione a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale. Art. 14 - I diritti dell'animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo. Riad. da Internet

235


U.d.A.

7 • I l t est o r eg ol at i vo

La Costituzione italiana La Costituzione italiana è la legge fondamentale del nostro Stato, approvata alla fine di dicembre del 1947 ed entrata in vigore il primo gennaio del 1948. La Costituzione è fatta di ben 139 articoli. Nella parte iniziale ci sono i Princìpi Fondamentali, cioè 12 princìpi che sono alla base di tutte le regole successive, cioè i diritti e i doveri che ogni cittadino che vive nel nostro Paese deve rispettare. La Costituzione è un testo importante e difficile, ma è fondamentale conoscerla fin da piccoli per diventare dei veri cittadini responsabili! Ecco i 12 princìpi fondamentali, accompagnati da una breve spiegazione, che potrai commentare e approfondire in classe con i compagni e l’insegnante.

PER COMPRENDERE Completa spiegando a cosa si riferiscono le seguenti cifre.

• 1947 è: • 1948 è: • 139 sono:

• 12 sono:

Art. 1 - L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. L’Italia è una Repubblica democratica perché il popolo sceglie i suoi rappresentanti attraverso le elezioni. Ognuno di noi ha il diritto e il dovere di lavorare, secondo le proprie capacità, per contribuire al benessere comune. Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo. Ognuno di noi ha dei diritti e questi diritti sono inviolabili, cioè nessuno può toglierceli. Abbiamo però anche dei doveri: pagare le tasse quando si è grandi, votare, aiutare chi è meno fortunato di noi. Art. 3 - Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Maschi e femmine, poveri e ricchi, giovani e anziani, ebrei e musulmani ecc. di fronte alla legge sono tutti uguali. Art. 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto a lavorare. Ognuno di noi ha il diritto di avere un lavoro e il dovere di contribuire allo sviluppo della società in cui vive. Tutti i lavori sono importanti, anche se possono essere molto diversi tra loro.

236


U .d.A.

7 • Il t est o r eg o l at i vo

Art. 5 - La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. Lo Stato attribuisce poteri alle Regioni, alle Province, ai Comuni per svolgere i diversi servizi come quelli che riguardano la sanità, la scuola ecc., ma la Repubblica resta unica. Art. 6 - La Repubblica protegge con apposite norme le minoranze linguistiche. In alcune zone d’Italia esistono piccoli gruppi di cittadini che parlano una lingua diversa dall’italiano, per esempio in Trentino-Alto Adige molte persone parlano il tedesco. Art. 7 - Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. Lo Stato non può intromettersi nelle faccende che rigardano la Chiesa e la Chiesa non può intromettersi nelle questioni che riguardano lo Stato. Art. 8 - Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Secondo la legge, tutte le religioni sono libere. Anche coloro che professano una religione diversa da quella cattolica sono liberi di farlo e possono avere i loro luoghi di culto. (segue)

PER COMPRENDERE Rispondi. • La Costituzione espone: suggerimenti di comportamento. regole di comportamento. • La Costituzione riguarda: tutti i cittadini. solo gli adulti. • La legge protegge: solo gli italiani. anche gli stranieri in pericolo. • Davanti alla legge: siamo tutti uguali. ci sono distinzioni di sesso.

UNO SGUARDO A... STORIA! L’Italia fu una monarchia costituzionale fino al termine della Seconda guerra mondiale; il 2 giugno 1946 gli italiani, attraverso un referendum, votarono perché diventasse una Repubblica. Per la prima volta votarono anche le donne.

237


U.d.A.

7 • I l t est o r eg ol at i vo

PENSACI SU! Qual è secondo te il principio più importante e irrinunciabile? Trascrivilo sul quaderno spiegando le tue motivazioni poi confronta e commenta in classe il tuo lavoro.

Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Protegge il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Il nostro Paese è ricco di bellezze naturali e di opere d’arte che devono essere rispettate e protette perché ognuno di noi possa ammirarle.

Art. 10 - Lo Stato accoglie gli stranieri che nel loro Paese non sono liberi. Le persone che, nel loro Paese, sono state private della libertà, possono essere accolte nel nostro Paese e protette.

Art. 11 - L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. La guerra non può essere un modo per risolvere i contrasti e i problemi tra i popoli o, peggio, per togliere la libertà a un altro popolo. Art. 12 - La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. La nostra Repubblica ha anche un inno nazionale che si chiama «Fratelli d’Italia». Le parole dell’inno sono state scritte da Goffredo Mameli e la musica da Michele Novaro. M. Bartoli, G. Ferretti, Idee!, Fabbri

238


U .d.A.

7 • Il t est o r eg o l at i vo

Regole in biblioteca NORME GENERALI DI COMPORTAMENTO

PER COMPRENDERE

1. Essendo la biblioteca un luogo pubblico di studio e di ricerca, ognuno deve osservare rigorosamente il silenzio, in qualsiasi sala si trovi. 2. È proibito fumare e introdurre cibi o bevande. 3. Per utilizzare apparecchiature fotografiche, elettriche ed elettroniche personali è necessario chiedere l’autorizzazione al personale in servizio.

Dopo aver letto il regolamento bibliotecario, completa. • comportamenti vietati

ACCESSO ALLA BIBLIOTECA 1. Prima di entrare in sala consultazione gli utenti devono mostrare all’ingresso la tessera di ammissione e/o un documento di riconoscimento e depositare le borse e gli oggetti non consentiti negli armadietti o in altri spazi appositi. 2. Per poter ritirare la propria tessera e la propria borsa, o comunque per poter uscire, gli utenti devono consegnare i libri prelevati per la lettura.

• comportamenti obbligatori

USO DEI LIBRI 1. Gli utenti devono avere cura dei libri in prestito: è importante non danneggiarli spiegazzandoli, imbrattandoli, stroppicciandoli ecc. 2. Chiunque notasse libri danneggiati è pregato di comunicarlo al personale della biblioteca per l’eventuale riparazione. Riad. da Internet

239


Cittadinanza e Costituzione

giusto o sbagliato?

Leggi attentamente le targhette e completale, scrivendo se il comportamento descritto è giusto o sbagliato e aggiungendo una motivazione. Poi confronta ciò che hai scritto in classe e con l’aiuto dell’insegnante verifica se il lavoro svolto è corretto.

A Abbandonare la bicicletta sul marciapiede

Legare la bicicletta a un palo

è

è

perché

perché

C Lasciare la bicicletta nell’apposita rastrelliera è perché

Se non ci sono rastrelliere, appoggiare la bici al proprio cavalletto è perché

D

240

OBIETTIVO: approfondire la conoscenza del codice stradale. Riflettere sui propri atteggiamenti di ciclista.

B


parcheggiare la bicicletta Narratore: – Un pomeriggio Luigino arriva con la bicicletta davanti al negozio del cartolaio, la abbandona per terra e sta per lanciarsi nel negozio quando... Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile: Luigino: Vigile:

Luigino:

– Luigino! La bici per terra! Ma cosa devo vedere... Ti rendi conto che un passante potrebbe cadere? – Su, signor vigile, è solo per un momento, compro le figurine poi vado via contento. – Luigino! Vieni subito qua! – Dai, signor vigile, abbia pietà. – La pietà che tu vuoi non si concede: svelto, leva la bici dal marciapiede! – Allora dica lei dove la devo lasciare: nella tasca dei jeans non la posso infilare! – Senti senti, che spiritosa risposta. – Ho trovato! L’appoggio al palo della cassetta della posta. – Sarebbe d’intralcio, sono sicuro. – Uffa... vediamo un po’: l’appoggio al muro? – Nemmeno a pensarci, lo potresti rovinare, senza contare che la bicicletta potrebbe scivolare. – Bene, siccome posto per la mia bici non ce n’è, io la lascio qui, per terra, dov’è. – Bambino mio, ma sugli occhi hai il formaggio a fette? Non la vedi là una rastrelliera per biciclette? – Ah, quella specie di griglia? Quello strano aggeggio? – Sì, caro mio, quello è un parcheggio: se nella griglia non c’è posto per la tua ruota, usa il cavalletto, prendine nota. – Stia tranquillo, ho già imparato: a posteggiare la bici ora son preparato.

PENSACI SU! Confronta le risposte date nella pagina precedente con il comportamento suggerito dal vigile. Poi rispondi. • Ti comporti in maniera corretta oppure no?

Narratore: – Luigino sistema correttamente la sua bicicletta, poi finalmente entra dal cartolaio e il vigile torna a sorvegliare il traffico soddisfatto. da Percorsi e dintorni, Ghisetti e Corvi editori

OBIETTIVO: praticare l’uso più consapevole di un comune mezzo di trasporto (la bicicletta).

241


Cittadinanza e Costituzione PER COMPRENDERE Segna solo le risposte corrette. • Tutti si accordarono e si stabilì che passessero: col rosa i bambini. con l’azzurro gli uomini. col grigio gli anziani. col lilla le fioraie. col marrone gli autocarri. col bianco i malati.

Il semaforo stanco Non è certo divertente la vita d’un semaforo, tutti i giorni ad accendere sempre quegli stessi tre colori: rosso, giallo verde. È comprensibile che ci si stanchi. E un semaforo sistemato a un incrocio al centro della città si stancò. – Esistono tanti altri bei colori – si disse. – Il celeste, il rosa, il lilla... Perché non dovrei mai usarli? Fu così che un giorno, a quell’incrocio, se ne videro davvero di tutti i colori: il semaforo, infatti, cominciò ad accendersi dei colori più impensati e, per giunta, a tenerli accesi il tempo che piaceva a lui. Insomma, più che un semaforo sembrava un fuoco d’artificio. Autisti e pedoni non ci capivano più nulla e tutti si scervellavano per capire quei segnali inconsueti. – Chi deve passare ora che segna blu? – Il grigio è per le auto o per i pedoni? – Ora basta, passo io con l’autobus! Dapprima pedoni e autisti litigarono, poi, per sbloccare l’ingorgo, decisero tutti di mettersi d’accordo. Col rosa si stabilì che passassero le donne e con l’azzurro gli uomini; col grigio gli anziani, e infatti durava molto, dando modo di attraversare lentamente la strada; col lilla le auto; con il bianco i bambini, e così via. Mai a quell’incrocio il traffico si snodò tanto rapido e ordinato e per giunta gaio e divertente! Anche il semaforo finalmente si divertiva: non aveva mai lavorato con tanto piacere. Senonché arrivò un vigile urbano per cui contava soltanto il regolamento e disse: – Perbacco! Questo semaforo si è guastato. Telefono subito perché provvedano a ripararlo e segni solo il rosso, il giallo e il verde. A sentirlo il semaforo si arrabbiò. – Ah, sì? – disse – Non ci sto, voglio essere libero, io. E messo il rosso da tutte le parti, non fece più passare nessuno. Riad. da M. Argilli, Una storia al giorno, De Agostini

242

OBIETTIVO: approfondire la conoscenza del codice stradale.


Attenzione! P er strada ... AGLI INCROCI

... non fidarti ciecamente del semaforo verde: può capitarti di incrociare un automobilista cosÏ pazzo da passare con il rosso!

... attenzione alle auto che vogliono fare una curva: hanno il verde come te, ma ti taglieranno la strada e potrebbero non vederti!

IN BICICLETTA

... tieni sempre le mani sul manubrio e le dita sul freno: in caso di pericolo potresti non avere il tempo di riportarle al posto giusto!

... attrezza la tua bici con fanali e catarifrangenti e indossa magliette a colori vivaci per essere sempre visibile a chi ti incrocia.

IN STRADA

... se ti scappa la palla, non inseguirla come un matto, senza guardarti intorno: anche se vanno adagio, le auto sono pericolose! OBIETTIVO: adottare comportamenti prudenti e adeguati quando si è in strada.

... NON giocare a moscacieca o a nascondino: rischi di non vedere le auto in manovra o di non essere visto/a!

243


Vacanze in Sicilia Il traghetto avanzava lentamente nel piccolo porto girando su se stesso. L’isola si stagliava scura nel cielo azzurrissimo. L’unica macchia chiara era rappresentata dalle bianche case sgranate come perle di una collana lungo l’insenatura. Alessandro e Giulia erano eccitatissimi. Quando il babbo era tornato a casa, due mesi prima, annunciando che aveva preso in affitto una casetta in una piccola isola nel sud della Sicilia per trascorrervi le vacanze, gli erano saltati al collo facendogli quasi perdere l’equilibrio. Non erano andati in macchina, perché nell’isola non sarebbe servita. Tonino, il padrone della casa, era venuto a prenderli. Questa volta erano partiti alla fine di giugno, per non trovarsi in quello che Giulia chiamava il «cicciaio», ma si capiva subito che l’isola non sarebbe stata sovraffollata neppure in agosto. La casa, imbiancata a calce, era composta da due corpi simmetrici ad un piano: uno più grande che conteneva una camera e la grande cucina con la porta finestra che dava su un cortile lastricato a ciottoli e ombreggiato da una pergola; l’altro formato praticamente da un solo ambiente e da un ripostiglio. In mezzo era stato costruito, probabilmente da tempi immemorabili, un forno per cuocere il pane. Mentre la mamma lo contemplava estasiata, i due ragazzi si liberarono in un baleno degli zaini e dei vestiti annunciando, senza attendere risposta, che avrebbero fatto un bagno, ma i ciottoli della riva li costrinsero a rallentare la corsa. L’acqua era trasparente; banchi di pesciolini argentati si frangevano sulle loro gambe bianche di città, ricongiungendosi subito dopo. Quando tornarono a riva si scontrarono quasi con un gruppetto di coetanei che li squadrarono con aria minacciosa. – Questa spiaggia è nostra – affermò perentorio quello che sembrava il capo, scuro d’occhi, di capelli e di sguardi. Alessandro diede di gomito alla sorella che già prendeva fiato per rispondere per le rime.

esta t

244

e

perentorio: autoritario, deciso; che non ammette dubbi o contestazioni.


– Scusa, non lo sapevamo – disse tendendo la mano – siamo arrivati oggi, stiamo nella casa di Tonino. Il «capo» sembrò preso di sorpresa, saettò lo sguardo vivace sugli altri e poi borbottò fra i denti: – Va bene, ma non si può pescare. Sparirono all’improvviso, come erano apparsi. Il mattino successivo Giulia si svegliò che ancora albeggiava: quasi all’improvviso tutto si era colorato di rosa e l’unghia di luna che poco prima era ancora appesa all’angolo della montagna, impallidì fino a scomparire. Giulia respirò a pieni polmoni l’aria salmastra e frizzante che saliva dal mare. Poi uscì all’aperto. Seduto su un grosso sasso c’era il ragazzo che il giorno prima li aveva affrontati. – Potete stare sulla spiaggia e fare il bagno... – disse lanciando dei sassolini contro l’invisibile bersaglio. – Potete anche pescare, se volete... – aggiunse. – Noi non peschiamo: siamo amici degli animali e non uccidiamo i pesci! – affermò Giulia. Il ragazzo la guardò con aria di compatimento: – Vedi, noi uccidiamo i pesci... non solo per mangiarli, ma per campare. Nell’isola siamo tutti pescatori. Giulia arrossì fino alla radice dei capelli: per la prima volta si trovava a fare una riflessione critica sul suo modo di affrontare la realtà – o bianca o nera senza sfumature – e soprattutto sulla sua convinzione di avere sempre la verità in tasca. – Ciao – disse all’improvviso il ragazzo e sul suo volto piccolo, abbronzato balenò un sorriso saggio e amichevole che in qualche modo la consolò. V. Cererà, Il mistero della torre saracena, Fatatrac

RI FLETTI SULLA LINGUA Sottolinea nel testo con il colore rosso le parti descrittive, con il blu le parti narrative e di verde quelle dialogate. Riscrivi sul quaderno le parti del discorso diretto trasformandole in discorso indiretto.

PER COMPRENDERE Secondo te, che cosa significa «trovarsi in un cicciaio»?

t at s e

e

245


Jona e i granchi PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Che cosa sta osservando Jona?

• Che cosa immagina Jona nella sua fantasia? • Che cosa accade realmente?

PENSACI SU! Ti è mai capitato di osservare uno strano comportamento di un animale? Che cosa hai immaginato? Raccontalo sul quaderno.

esta t

e

Il mare, increspato da grandi onde, sembrava bollire in un enorme pentolone blu. Sulla spiaggia c’era tanta gente e sullo scoglio, vicino al molo, c’era anche il piccolo Jona, tutto preso nell’osservare una particolarissima guerra. Una decina di piccoli granchi rossi tutti pelosi agitava le lunghe chele contro una mezza dozzina di granchi neri, lisci e levigati come un sasso che rispondevano allo stesso modo. Nessuno dei due avanzava, però. A Jona pareva che si stessero studiando. I rossi erano in numero maggiore e avrebbero potuto distruggere gli avversari, spazzarli via in un baleno. Perché non si decidevano ad avanzare? Per quale ragione era scoppiata la guerra? La fantasia di Jona prese a galoppare: i neri, sicuramente, orgogliosi e arroganti, avevano visto da lontano quella buca, così adatta a diventare la loro dimora. Ma non appena si erano accorti che lo scoglio era già abitato, forse avevano picchiato o addirittura ucciso qualche granchio rosso. A questo punto qualcuno aveva avvertito gli altri e avevano formato un esercito per liberare il proprio territorio dagli invasori. Ma i granchi, invece, non si muovevano. Continuavano ad agitare le chele e a sfregarsi contro lo scoglio. Jona cominciava a spazientirsi, poi all’improvviso accadde qualcosa che catturò la sua attenzione: i due eserciti si avvicinarono a un piccolo sasso, proprio sul bordo della buca. Poco dopo il sasso cominciò a muoversi, piano piano, finché non si rovesciò completamente. E con grande meraviglia, Jona scoprì che sotto c’era un piccolissimo granchio, mezzo rosso e mezzo nero, tutto ammaccato. I granchi, sia rossi sia neri, se lo caricarono sopra e sparirono tutti in una bucherella. E Jona cominciò a sorridere, con un sorriso più luminoso del sole, con il cuore chiaro come quella giornata. AA.VV., Bom dia, Tipografia San Giuseppe

246


Laboratorio: estate! Crea il tuo quadro dellʼestate! Procurati la farina di mais per creare lʼeffetto sabbia e il restante materiale. Segui le istruzioni e realizza la tua opera dʼarte.

Occorrente: – cartoncino bianco; – una matita; – 4 o 5 tazze di farina di mais (una per ogni colore); – piatti di carta e cucchiai; – colla vinilica; – coloranti alimentari; – forbici.

Svolgimento:

1.

Con la matita, fai un bel disegno sul cartoncino (puoi ad esempio disegnare un paesaggio di mare o qualcosa che rappresenti le tue vacanze estive o, perché no, un bel quadro astratto).

2.

3.

4.

Versa una tazza di farina in un piatto. Aggiungi cinque gocce di uno dei coloranti e mescola con il cucchiaio (se preferisci ottenere un colore più scuro aggiungi più gocce di colore). Esegui la stessa operazione per gli altri colori. Decidi in quali parti del disegno sistemerai i diversi colori, scrivendoli sulle varie aree. Se poi, per esempio, vuoi cominciare con il blu, spalma un leggero strato di colla sulle tue «aree blu». Con un cucchiaio, spargi la farina blu sopra la colla sul disegno e poi scuoti via delicatamente quella che avanza. Ripeti la stessa operazione per tutti i colori fino a completare il disegno. Lascia asciugare per un'ora... e alla fine il tuo capolavoro è pronto!

247


Cittadinanza e Costituzione

acqua da salvare

Se potessimo osservare la Terra dalla Luna, ci accorgeremmo che il nostro pianeta è ricoperto d’acqua, tantissima acqua. Più di due terzi della superficie terrestre sono infatti occupati da oceani, mari, fiumi e ghiacci, per un totale di oltre 1500 milioni di chilometri cubi di acqua: quasi quasi, farebbe venire voglia di trasformare il nome del nostro pianeta da Terra in... Acqua. Ma quella dolce è solo una parte piccolissima; anche per questo non dobbiamo sprecarla, visto che serve a tantissime cose diverse.

L’acqua della Terra evapora da fiumi, laghi e mari e traspira dalle piante; sale verso l’alto e ritorna sul suolo sotto forma di pioggia. L’acqua torna così nei fiumi, nei laghi, nel mare e alle piante. Poi il ciclo ricomincia. Questo girotondo si chiama «ciclo dell’acqua» ed è importante perché ci permette di utilizzarla all’infinito.

Anche se per noi è normale aprire il rubinetto e avere acqua potabile e non inquinata, almeno due terzi della popolazione mondiale se la deve procurare prendendola nei pozzi o da buchi scavati nel terreno. Spesso però quest’acqua non è pulita perché contiene batteri. Ogni anno muoiono milioni di persone per mancanza di acqua o per aver bevuto acqua non potabile. Da noi invece l’acqua non manca, e proprio per questo se ne consuma tanta, e molto spesso viene sprecata.

248

OBIETTIVO: riflettere sull’importanza dell’acqua come bene vitale.


Ogni giorno ogni abitante dell’Europa consuma mediamente circa 50 litri per lavarsi; 6 litri per bere; 7 litri per lavare i piatti e altrettanta per le pulizie in casa; circa 32 litri per il bucato e addirittura 36 litri per il water. Se un rubinetto perde, si sprecano fino a due litri al giorno!

PER COMPRENDERE Assegna a ciascun paragrafo il giusto titolo e scrivilo nei riquadri. Puoi scegliere tra:

• Un pianeta d’acqua. • I consumi in casa. • L’acqua da bere. • L’inquinamento dell’acqua. • Un girotondo fra terra e cielo. Riassumi sul quaderno il testo seguendo la traccia data.

• Dove si trova l’acqua dolce. • Il ciclo dell’acqua. • L’importanza dell’acqua e il suo consumo. • Come viene sporcata e quali sono gli effetti.

L’acqua è una delle sostanze più importanti presenti sulla Terra e, se non ci fosse, nessuna forma di vita esisterebbe. Ma l’acqua può essere sporcata in tanti modi diversi. In primo luogo c’è l’inquinamento di origine domestica, derivante dallo scarico delle fognature, che contiene prevalentemente sostanze organiche. Ci sono poi i pesticidi e i concimi chimici usati in agricoltura, che possono arrivare a contaminare le acque potabili con effetti gravi sulla salute dell’uomo. Particolarmente grave e dannoso è l’inquinamento di origine industriale: provoca danni irreparabili all’acqua causando in molti casi la diminuzione dell’ossigeno e la scomparsa della vita in un fiume o in un lago. Un peso notevole ha infine l’inquinamento da prodotti petroliferi, soprattutto per il mare, nel quale si scaricano i residui delle cisterne delle grandi navi petrolifere, oppure il petrolio che si disperde a causa di un naufragio. Tutti questi fattori rendono i corsi d’acqua, i laghi, il mare sempre meno ricchi di vita. Ma è l’uomo a correre i rischi più gravi. Riad. da Internet

249


Cittadinanza e Costituzione

guerre per l acqua

L’acqua, come il petrolio, può causare guerre e conflitti. Pensate che dei trecento grandi fiumi del mondo, 298, cioè praticamente tutti, attraversano più Stati. Alcuni Paesi «sequestrano» l’acqua sul proprio territorio, costruendo ad esempio grandi dighe con lo scopo di utilizzare l’acqua per l’agricoltura e le proprie industrie. Di conseguenza il Paese che si trova più avanti, lungo il corso del fiume, riceve pochissima acqua con conseguenze disastrose sulla vita della popolazione. Nascono così conflitti tra i diversi Paesi. Sono parecchie le «guerre dell’acqua» già in corso: ad esempio India e Pakistan sono in conflitto per le acque dell’Indo, che corre lungo le loro frontiere: ciascun Paese le vuole utilizzare per sé. La Siria e l’Iraq, attraversati dal Tigri e dall’Eufrate, accusano la Turchia di aver costruito a monte una grande diga che trattiene le acque dei due fiumi. In sostanza, in un futuro vicino, soprattutto in determinate zone, come il Medio-Oriente e l’Africa, l’acqua rischia di esaurirsi. È per questo motivo che si stanno studiando nuovi metodi per procurare acqua dolce, indispensabile anche per l’agricoltura. Ecco quali: 1. Acqua potabile dal mare Ci sono già alcuni impianti nel mondo che desalinizzano l’acqua del mare, cioè tolgono i sali e la rendono potabile. Gli impianti sono situati nei Paesi che hanno mancanza d’acqua ma che sono ricchi, come il Kuwait e l’Arabia Saudita, perché queste tecniche sono ancora molto costose: l’acqua costa dieci volte più del normale.

PER COMPRENDERE Rispondi sul quaderno. • Perché nascono le guerre per l’acqua? • Perché India e Pakistan sono in conflitto? • Ci sono zone in cui c’è più carenza d’acqua? • Quali sono?

250

OBIETTIVO: individuare un problema ambientale ed elaborare soluzioni. Riconoscere e attivare comportamenti rispettosi dell’ambiente.


La desalinizzazione si può ottenere in diversi modi e uno dei sistemi più diffusi è la distillazione: l’acqua del mare viene riscaldata ad alte temperature ed il vapore acqueo che si forma viene fatto condensare e raccolto in appositi luoghi. In questo modo l’acqua del mare diviene potabile ed è pronta per essere distribuita. 2. Trasporti di iceberg L’idea è di trasportare questi immensi blocchi d’acqua dolce gelata dai Poli fino ai Paesi a cui manca l’acqua. Questa soluzione non è comunque valida per i Paesi che non hanno uno sbocco sul mare. 3. Acqua dagli alberi Nell’Oman, dove l’acqua è un bene prezioso quanto raro, fin dai tempi antichi si raccoglie l’acqua dagli alberi come fosse un frutto! Ecco come: sulle foglie degli ulivi e di altre piante l’umidità portata dalle nubi costiere si condensa di notte sotto forma di rugiada; queste gocce vengono fatte scivolare lungo le foglie, incanalate e raccolte ai piedi delle piante. Risultato finale: diversi bicchieri di acqua potabile per pianta al giorno. Riad. da Internet

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Secondo te, tra quelli proposti, qual è il metodo più facile da realizzare? • E quale il più difficile? Spiega le tue motivazioni.

251


Cittadinanza e Costituzione

lo spreco dell acqua

In un Paese come l’Italia, senza tener conto dei consumi industriali e degli utilizzi legati alla produzione di elettricità e all’agricoltura, ogni abitante consuma mediamente (fra usi privati e collettivi) circa 200 litri d’acqua al giorno. Con qualche piccolo accorgimento potremmo consumarne molta meno. Possiamo controllare facilmente i nostri consumi leggendo sul contatore dell’acqua i valori prima e dopo ogni utilizzo. I consumi domestici: – uno sciacquone da 10 a 20 litri; – una doccia da 30 a 60 litri circa; – un bagno 100 litri circa; – un lavaggio in lavastoviglie da 25 a 40 litri; – un bucato da 70 a 100 litri; – l’annaffiatura del giardino da 5 a 10 litri al metro quadro; – il lavaggio dell’auto 100 litri circa. F. Michel, L’acqua a piccoli passi, Mottajunior

Carta Europea dellʼAcqua – Non cʼè vita se non cʼè acqua. Lʼacqua è un bene indispensabile per ogni attività umana. – Le risorse dʼacqua dolce non sono inesauribili. È quindi necessario salvaguardarle. – Peggiorare la qualità dellʼacqua significa recare danno alla vita dellʼuomo e di tutti gli esseri la cui sopravvivenza è legata a essa. – Una volta utilizzata, lʼacqua deve essere restituita allʼambiente naturale in condizioni tali da non compromettere gli usi successivi.

PENSACI SU! Rispondi sul quaderno. • Dopo aver letto queste pagine sull’importanza dell’acqua, credi che starai più attento/a a non sprecarla? • Quali comportamenti potresti adottare per non sprecarla?

– La conservazione delle foreste è indispensabile per salvaguardare le risorse dʼacqua. – Lʼacqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. – Ciascuno ha il dovere di usarla con cura e moderazione. Promulgata il 6 maggio 1968 dal Consiglio Europeo

252

OBIETTIVO: individuare un problema ambientale ed elaborare soluzioni.Riconoscere e attivare comportamenti rispettosi dell’ambiente.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.