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Contaminazione plas"ca

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Spe"ro nella no"e

Spe"ro nella no"e

Figura 70 - Contaminazione plas"ca

Figura 71 - An"lopi

Silografie, linoleumgrafie, calcografie

(2000-2002)

Figura 72 - Divinità ctonia

Figura 73 - Drago

Figura 74 - Decorazione con atlan" Figura 75 - Decorazione animalis"ca

Figura 76 - Maschera con serpen" Figura 77 - Guerriero

Figura 78 - Draghi in lo!a Figura 79 - Spirale di protomi

Appendice cronologica delle illustrazioni e descrizione delle opere

Crepuscolo (1997-2001)

Figura 12 - Foresta (1997) olio su tela, 50x70

Figura 9 - Persefone (1997) olio su tela, 50x70 L' opera rappresenta Persefone (gr. Περσεϕόνη) divinità ctonia e regina dell'Ade, nota come Proserpina nella mitologia romana e Kore nel mondo bucolico dove presiede a messi e raccolti. Dante la cita nel sesto girone dell'Inferno ("la regina de l' etterno pianto " IX, 44), dove sono collocati gli eretici. Il soggetto trae ispirazione dall'immaginario gotico tardo-ottocentesco riadattato secondo lo stile del fumetto noir anni' 70. La dea è infatti rappresentata in versione moderna, nella sua carnalità mortifera in un connubio sensuale di eros e thanatos.

Figura 10 - Inquietudine (1998) olio su tela, 50x80 L' opera rappresenta le paure inconsce che emergono dal profondo. Il dipinto nasce da un ’ allucinazione causata dall' osservazione di una pietra in cui l' artista intravede un volto spaventoso. Insieme alle altre opere di questa collezione, rappresenta uno stato confusionale e il tormento di forze istintive in opposizione.

Figura 2 - Priapo (1999) olio su tela, 50x100 L' opera rappresenta Priapo, divinità appartenente alla mitologia greco-romana e simbolo di virilità e fecondità. Il suo culto risale all' antica Grecia e si ritiene provenire dall'Anatolia. Nato dall' unione di Zeus e Afrodite, avrebbe suscitato l'ira di Hera, la quale per vendetta avrebbe donato al bimbo un aspetto grottesco ed un fallo gigante. A causa delle sue sembianze e della sua incontinenza sessuale fu presto espulso dall'Olimpo. Nell' antica Roma il suo culto trova seguito nelle Falloforie Priapee lunghe processioni durante le quali una mistura di acqua, miele e succo d' uva, rappresentante il frutto del seme divino, veniva riversata sui campi propiziandone i raccolti. La sua divinazione era associata al mondo agreste e bucolico, alla protezione delle greggi, delle api e degli orti; i cippi di forma fallica venivano infatti usati per delimitare i lotti di terra coltivabile. L' opera, eseguita osservando un modello, fu cosi intitolata per la posizione che ricorda l' atto della fecondazione. Rappresenta l' eros selvaggio, istintivo, primitivo, bestiale, libero da convenzioni e sovrastrutture sociali.

Figura 11 - Proteo (1999) olio su tela, 50x100

Figura 3 - Morsa infernale (1999) olio su tela, 50x120

Figura 13 - Estinzione (1999) tempera su cartone, 60x80 L' opera illustra uno dei temi centrali nel percorso dell' artista che darà il titolo alla successiva produzione: il tema dell' estinzione delle specie viventi. Il dipinto focalizza il rapporto tra l' uomo e la natura. L' uomo avverte il richiamo ancestrale della natura, mentre le sue riflessioni, rappresentate attraverso un gioco di pennellate a spirale, si propagano tutt'intorno sottoforma di cerchi concentrici e inglobano la natura circostante. Alcune antilopi e un rinoceronte si confondono nella boscaglia inaridita dal sole africano. La figura del pensatore in primo piano, espressione di un interiorità malinconica, osserva un mondo che scompare e gli ultimi esemplari sopravvissuti all' estinzione.

Figura 7 - Selene (2000) tempera su cartone, 60x80

Figura 5 - Solitudine (2000) olio su tela, 50x100

Figura 8 - Prometeo (2001) olio su tela, 50x100

Figura 6 - Epimeteo (2001) olio su tela, 50x100 Epimeteo dal greco Ἐπιμηθεύς, Epimetheús, (colui che vede indietro) è un

' opera realizzata nel 2001 e rientrante, insieme al Prometeo, nella prima collezione di dipinti ad olio, intitolata Crepuscolo. L' opera rappresenta il pensatore Epimeteo ritratto in posa riflessiva a indicare l'indole introspettiva del personaggio. Le pennellate vorticose conferiscono freschezza all' opera e simboleggiano i pensieri che, fuoriuscendo dal corpo si propagano nell' atmosfera circostante formando motivi a spirale e cerchi di fumo, allusione allo spirito preveggente e alla sapienza innata del titano.

Figura 1 - Introspezione (2001) olio su tela, 40x50

Figura 4 - Mistico (2001) olio su tela, 50x100

Estinzione (2002-2021)

Figura 28 - Damasco (1999) pastelli ad olio su carta, 50x70

Figura 25 - Pensatore e civetta (1999) olio su tela, 50x100

Figura 24 - Civetta africana (2000) olio su tela, 40x70

Figura 19 - Maschera a tre teste (2000) olio su tela, 50x100

Figura 33 - Deserto (2000) acquarello su tela, 30x100 Il dipinto fa parte dei cinque acquerelli a carattere esotico realizzati nel 2000. I soggetti traggono ispirazione dalle opere di alcuni esponenti dell' espressionismo tedesco e ripercorrono le tappe di un viaggio in Tunisia. La campitura cromatica che nasce dall' accostamento di macchie di colore realizzate con tecnica ad acquerello, richiama la tessitura di stoffe orientali usurate dal tempo. Il tema del deserto e la figura del pensatore ricorrono frequentemente per la forza evocativa esercitata dal paesaggio e la conseguente constatazione del distacco dell' uomo dallo stato di natura.

Figura 32 - La via per Hammamet (2000) acquarello su tela, 50x100

Figura 34 - I due mondi (2000) acquarello su tela, 40x100

Figura 35 - Casbah (2000) acquarello su tela, 40x100

Figura 23 - Primitiva Madre (2001) olio su tela, 60x100

Figura 21 - Grande maschera (2002) acrilico su juta, 100x150

Figura 20 - Maschera tribale (2002) acrilico su juta, 30x100

Figura 26 - Iene macchiate (2003) acrilico su juta, 60x120

Figura 22 - Società di maschere (2004) olio su tela, 50x80

Figura 38 - Carthago (2016) olio su tela, 80x60 Fuoco di Cartagine fa riferimento all'incendio che divampò nell' antica città di Cartagine (fondazione punica dell'814 a.C.) distrutta dalle fiamme dei Romani nel 146 a.C. (fine delle guerre puniche). Rappresenta un evento che oppose Oriente e Occidente portando al consolidamento dell' egemonia romana sul Mediterraneo.

Figura 16 - Kunene (2016) olio su tela, 170x70 Il dipinto nasce dall'ispirazione suscitata dal maestosto paesaggio della regione del Kunene in Namibia, al quale è dedicata anche la raccolta letteraria La costa degli scheletri. L' opera riassume l'interesse per diverse tematiche riproposte all'interno del percorso artistico-letterario dell' autore: il tema della strada, la bellezza paesaggistica espressa nella sua essenzialità, il richiamo della natura. L' opera parla dell' emozione provocata dall'imponenza della natura selvaggia che risveglia nell' uomo il senso del sublime. I colori delle montagne sfumano nel viola mentre il loro contorno, svanendo nella nebbia, rivela forme ancestrali e movimenti tettonici. Un senso di eternità domina sullo scenario naturale che si staglia all' orizzonte.

Figura 17 - Rinoceronte bianco meridionale, Ceratotherium simum simum (2017) olio su tela, 60x70 L' opera nasce dall' osservazione di un esemplare di rinoceronte bianco meridionale (specie in via d' estinzione) immortalato attraverso uno scatto fotografico nel Parco Nazionale di Etosha in Namibia. Il soggetto ricorre nella produzione dell' artista riferendo alla progressiva scomparsa delle specie sull' orlo dell' estinzione con particolare riferimento alla regressione del rinoceronte causata del mercato clandestino dei corni. La bellezza preistorica dell' animale è il delicato accostamento cromatico ne fanno uno dei dipinti rappresentativi della collezione.

Figura 15 - Monte Meru (2017) olio su tela, 100x70

Figura 29 - Giraffa cameliopardis (Tarangire, 2017) olio su tela, 40x70

Figura 37 - Pavone (2017) olio su tela, 50x70

Figura 18 - Iena striata, Hyaena hyaena (2019) olio su tela, 70x50 Il dipinto rappresenta la specie più minacciata della famiglia degli ienidi ed è connesso con il progetto di conservazione della specie Striped Hyaena Research Project promosso dall' artista. Conosciuta sin dalla Preistoria, la iena è uno dei primi animali ad essere rappresentato nella pittura rupestre incarnando le paure dell' uomo primitivo. Gli antichi romani la chiamavano crocuta e ne conoscevano il suo verso notturno, assimilabile a una risata, da cui il termine hyaena ridens. Oggigiorno, le iene continuano ad essere oggetto di indiscriminata persecuzione da parte dell' uomo per i motivi più disparati, in gran parte del suo areale: superstizioni popolari legate a errati retaggi culturali, impiego nella stregoneria dovuto a credenze folkloristiche su presunti poteri magici contenuti nelle componenti biologiche dell' animale, impiego in medicina naturale come afrodisiaco per guarigioni, uccisione e persecuzione da parte di pastori nomadi e agricoltori per danni inflitti al bestiame, semplice caccia sportiva, paure ataviche generate da falsi archetipi e antichi retaggi culturali, odio collettivo verso la specie. Tutto questo alimenta il traffico nero di animali selvatici e specie in via d' estinzione contribuendo in modo determinante alla regressione delle stesse. La iena evoca innate paure nell' uomo a causa delle sue abitudini notturne e saprofaghe e a causa di presunti assalti contro esseri umani durante il sonno, furti di bambini e profanazione di tombe.

Figura 31 - Manto reticolato di giraffa (2019) olio su tela, 50x70

Figura 27 - Hyaena ridens (2020) olio su tela, 70x60

Figura 30 - Manto kordofan di giraffa (2020) olio su tela, 80x60

Figura 36 - Valle d'Atlante (2020) olio su tela, 80x50

Figura 14 - Natura rocciosa (2021) olio su tela, 80x60

Italica (2007-21)

Figura 42 - Gigantomachia (2007) olio su tela, 100x40 Unica opera realizzata nel decennio 2005-2014 durante un lungo periodo di inattività pittorica, nel quale l' artista è impegnato in studi archeologici. Il dipinto, ispirato alle celebri pitture funerarie e vascolari etrusche, rappresenta una gigantomachia con figure mitologiche ispirate al repertorio fantastico di stile orientalizzante (VII sec. a.C.). Le due figure di sfinge e pantera, rimandano a un 'iconografia diffusa in ambito orientale, successivamente assimilata dalle maestranze italiche e italiote.

Figura 45 - Ritratto di Lucio Giunio Bruto (2017) olio su tela, 50x50 L' opera rappresenta Lucio Giunio Bruto, primo console romano e fondatore della Repubblica romana dopo la caduta della dinastia etrusca dei Tarquini. Il ritratto è ispirato al Bruto capitolino, nota scultura bronzea ed esempio d' arte medio-italica (IV-III sec. a.C.). Ritratto dalla grande forza espressiva, che nei suoi connotati tipicamente romani (capigliatura, profilo, toga ecc.) testimonia la " virtus " dell' uomo politico.

Figura 47 - Caracalla (2019) olio su tela, 50x50

Figura 39 - Tirreno (2017) olio su tela, 50x70 Il dipinto è ispirato alla celebre scultura dell'Apollo di Veio, statua in terracotta di epoca arcaica attribuita allo scultore etrusco Vulca e proveniente dal santuario di Portonaccio a Veio. Il gruppo scultoreo rappresentava la lotta tra Apollo ed Ercole per il possesso della cerva cerinite dalle corna d' oro, sacra alla dea Artemide. Tirreno rappresenta il giovane condottiero di origine lidia che secondo lo storico Erodoto condusse gli Etruschi in terra italica fondando la civiltà dei Tirreni e dando nome al mare Tirreno. Gli occhi a mandorla e il " sorriso arcaico " rimandano allo stile arcaico (VI sec. a.C); epoca di prosperità, in cui l' uomo viveva in simbiosi con la natura. Nella sua statica ieraticità unisce il carattere apollineo della statuaria dedalica cretese, la forza espressiva del Kοũρος greco (giovane seguace del culto di Apollo) all' eleganza della coroplastica policroma etrusca in terracotta. La figura del giovane indossa un diadema regale, simbolo di potere e presenta capelli intrecciati secondo la moda del tempo.

Figura 44 - Testa di Menade (2018) olio su tela, 50x50 Opera ispirata ad una testa di Menade risalente al V-IV sec. a.C. che attesta la diffusione dei

culti dionisiaci nella penisola italica. Insieme a Satiri e i Sileni le Menadi (chiamate anche Baccanti o Naiadi) officiavano riti alla divinità costituendo il tiaso (ϑίασος), corteggio attraverso il quale si aveva accesso al sacro furore (Μαινάδες da μαίνομαι " entro in furore " , Maenădes). Senso di antico e sacralità si uniscono in un questo volto ricco di " pathos " .

Figura 43 - Culsans (2020) olio su tela, 60x60 Il dipinto raffigura Culsans (o Giano bifronte nel pantheon romano), antica divinità di origine italica. L' opera è ispirata ad una testa di Culsans (nome etrusco che significa porta) risalente al II sec. a.C. e rinvenuta nella città di Vulci (Etruria meridionale). Come attesta lo storico Varrone il dio è considerato creatore dell' universo e presiede ai varchi, alle porte e ai passaggi. Nel mondo romano le porte del suo tempio erano aperte in tempo di guerra affinché il dio potesse accorrere in aiuto del popolo, mentre restavano chiuse in tempo di pace. Secondo la riforma di Numa Pompilio al suo culto si fa risalire l' etimologia del mese di Gennaio che con la riforma giuliana del 46 a.C. passò ad essere il primo mese dell' anno. Ovidio afferma che Giano ebbe la propria dimora sul colle Gianicolo che da lui prese il nome. I due volti di Giano guardano al passato e al futuro a indicare il suo potere oracolare.

Figura 40 - Latona (2021) olio su tela, 40x40 L' opera si ricollega al dipinto raffigurante Tirreno ed è ispirata allo stesso gruppo scultoreo dell'Apollo di Veio posto a decorazione del columen del tempio consacrato a Menerva, nell' area archeologica di Portonaccio a Veio. La dea Latona, madre di Apollo, vi era rappresentata nell' atto di scagliare una freccia contro il serpente Pitone e testimoniava l' elevato livello di raffinatezza stilistica raggiunto dalla scuola del maestro Vulca, al quale si attribuisce la decorazione del tempio di Giove Ottimo Massimo sul colle Capitolino a Roma.

Figura 46 - Ritratto di Commodo/Ercole (2021) olio su tela, 60x80 Il dipinto è ispirato al celebre busto ritratto dell'imperatore Commodo (19o d.C. circa) nelle veci di Ercole e con gli attributi tipici dell' eroe: leontè (pelle del leone nemeo, frutto della sua prima fatica) e clava. L' opera rispondeva a un preciso programma di propaganda politica mirato alla divinizzazione di Commodo come nuovo Ercole e segnava il tramonto del classicismo adrianeo nella scultura romana.

Figura 41 - Enotro (2021) olio su tela, 50x50 Il dipinto vuole essere una celebrazione dell' eponimo fondatore dell' antica Enotria (attuale Calabria). Secondo lo storico Dionigi D'Alicarnasso Enotro giunse sulla penisola italica dall'Arcadia insieme al fratello Peucezio ben 17 generazioni prima della guerra di Troia (durante la media età del bronzo - XVII sec. a.C.). Del popolo degli Enotri non si hanno grandi evidenze archeologiche, eccetto la ceramica dipinta in stile geometrico con il cosidetto ornato a tenda. Il dipinto è ispirato a uno dei bronzi di Riace, come evidente dai connotati caratteristici dello stile severo.

Ritratti in rosso e grigio (2014-21)

Figura 49 - Giordano Bruno (prima versione, 2014) olio su tavola, 40x60 L' opera costituisce il punto di avvio della serie dei Ritratti in rosso e grigio. Realizzata nel 2014 su pannello ligneo, rappresenta il filosofo di origine nolana. Il dipinto è ispirato alla celebre scultura bronzea collocata a Piazza Campo de Fiori ed eseguita da E. Ferrari, artista-massone di età post-risorgimentale. L' espressione austera del volto e la postura ermetica alludono al temperamento schivo del filosofo, la cui opera fu messa all'indice dei libri proibiti dal braccio secolare della Chiesa. Le fiamme sullo sfondo alludono al fuoco della conoscenza e al rogo che divampò davanti alla folla di astanti il 17 febbraio del 1600.

Figura 52 - Medea (2014) olio su tela, 50x60 Il dipinto rappresenta Medea, personaggio mitologico che dà il titolo alla celebre tragedia di Euripide. Medea è una delle figure femminili più significative della mitologia greca. Descritta come una donna perfida, Euripide le ha restituito il suovolto umano cogliendo in Medea il dramma della disperazione che conduce alla follia. Rappresenta la vendetta d' amore e al contempo la vittima del tradimento. Il dramma di Medea è incentrato sull' amore per Giasone, amore che una volta tradito, la spingerà al tragico epilogo del matricidio. Dotata di sentimento umano, Medea è tuttavia l' eroina della sofferenza ma anche un essere dalle origini misteriose e divine: sorella di Circe e cugina di Ecate; numerosi episodi all'interno della tradizione rimandano alle sue arti magiche. Il dipinto è contraddistinto da un ' aura magnetica e da un 'inquadratura cinematografica che conferisce modernità all'immagine. L'intensità dello sguardo rivela il carattere enigmatico del mito.

Figura 59 - Pitagora (2018) olio su tela, 50x80

Figura 53 - Lorenzo il Magnifico (2018) olio su tela, 60x60 Ispirato alla scultura rinascimentale il Lorenzaccio (opera attribuita al Verrocchio) rappresenta Lorenzo il Magnifico (1449-1492), magnate della cultura e istitutore del mecenatismo cortigiano. Vestito secondo la moda del tempo, indossa il lucco (sopraveste, tipica degli uomini di cultura dell' epoca), il marzocchino di lana (un cappello a forma di ciambella di colore rosso cupo con un lembo terminale) e la foggia che cinge il busto. La biocromia rosso/blu della veste è espressione della "fiorentina libertas " . Lo sguardo criptico, l’ espressione riflessiva (sottolineata dall’inarcamento sopraccigliare) sottolineano la forza di carattere e il senso civico. I caratteri somatici enfatizzano una bellezza austera, resa ancor più vivida dal plasticismo anatomico e dal chiaroscuro che disegna zone d’ ombra sul volto.

Figura 54 - Federico II di Svevia (2020) olio su tela, 50x50 L' opera rappresenta Federico II, celebre personaggio storico appartenente alla casata sveva

degli Hohenstaufen. Discendente dei Normanni, fu Re di Sicilia, duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero e capostite del partito ghibellino. L' elegante postura e il carattere fiero del volto evidenziano un ' indole poliedrica e l' alta dignità regale.

Figura 55 - Nefertiti (2020) olio su tela, 50x80 L' opera rappresenta una delle donne più famose della storia dell' antichità: la regina Nefertiti. Moglie del faraone Akhènaton fu donna dotata di poteri straordinari, tanto da essere ricordata come Signora dal volto luminoso. Le ricerche nel campo dell' egittologia hanno fatto supporre che provenisse da una terra lontana e che, per un certo periodo di tempo, fosse nominata coreggente del regno. Fu molto amata dal suo popolo, e poi venerata nelle sembianze della dea Tefnut. L' opera in questione, trae ispirazione da uno dei ritratti più conosciuti del mondo antico: il busto rinvenuto a Tell el-Amarna nel 1912 dalla Società Orientale Tedesca. Il reperto fu scoperto all'interno di un ' abitazione dell' epoca in mattoni d' argilla, che si ritiene fosse il laboratorio dello scultore Thutmosis. Realizzato intorno al 1340 a.C. presenta la tipica corona tronco-conica, adornata da un diadema aureo, simbolo di regalità. Il dipinto, dal lungo collo modiglianesco, esprime grazia ed eleganza ed emana un senso di solennità e riverenza.

Figura 50 - Giordano Bruno (2º versione, 2020) olio su tela, 40x50

Figura 56 - Circe (2020) olio su tela, 50x50

Figura 58 - Linneo (2020) olio su tela, 40x50 L' opera rappresenta il celebre scienziato naturalista svedese Carl Nilsson Linnaeus. Vissuto nel Settecento è considerato padre della tassonomia e inventore della classificazione degli organismi viventi. L' opera è un inno alla scienza naturale; il personaggio rappresentato in stile futurista, si confonde con la natura circostante di cui è parte. Dagli occhi fuoriscono raggi luminosi che alludono al potere della natura, ma la sua espressione malinconica allude ad una muta misantropia.

Figura 60 - Magnes (2021) olio su tela, 40x50 L' opera rappresenta il pastore cretese Magnes, da cui Plinio il vecchio fa derivare la parola magnetismo. Nella sua Naturalis historia egli narra che il pastore camminando sul monte Ida scoprì casualmente le proprietà della magnetite quando il suo bastone di ferro e i chiodi delle sue scarpe furono improvvisamente attratti da rocce di magnetite. L' opera simboleggia l' appartanenza dell' uomo alla materia che attraverso la forza magnetica dello sguardo si sprigiona generando flussi luminescenti.

Figura 57 - Medusa (2021) olio su tela, 70x70 Secondo la tradizione storica la Gorgone Medusa era un tempo una bella principessa della

Libia. Il mito ci informa che Atena, ingelosita dalla sua bellezza, la trasformò in mostro dalla chioma serpentina con occhi fiammanti dal potere pietrificante. L'impresa di uccidere la Gorgone fu affidata al valoroso Perseo, il quale la decapitò facendo sgorgare il suo sangue in mare che improvvisamente generò coralli. Nell' antica tradizione romana la sua immagine aveva un potere apotropaico e veniva usata come monito contro i nemici: la sua figura era posta in la forma di idolo a difesa di porti, sotto forma di protome sulla prua delle navi e come effigie protettiva sugli scudi dei soldati. Il dipinto la raffigura in tutto il suo potere seduttivo, avvolta nella nebbia del mistero con capelli fluttuanti in cui si insinuano serpenti. La sua figura è stata spesso associata a quella di Ecate/Selene, dea della luna, per la sua natura mutevole ed enigmatica. L' artista ha scelto di rappresentare il mito nella sua originaria bellezza, non rinunciando tuttavia a rappresentare il lato oscuro e sensuale del mito usando per la realizzazione del volto l'immagine dell' attrice Ornella Muti.

Figura 51 - Ritratto di Dante Alighieri all'inferno (2021) olio su tela, 60x80 Il dipinto, realizzato per il premio internazionale Dante Alighieri è ispirato al monumento commemorativo realizzato nel 1865 dallo scultore U. Zannoni e collocato a piazza dei Signori a Verona. L' opera rappresenta il vate, il sommo poeta della tradizione letteraria nazionale secondo la descrizione boccaccesca « con il volto lungo, e il naso aquilino .(..) le mascelle grandi (…) e sempre nella faccia malinconico e pensoso». La figura del poeta avvolta nel lucco, si staglia austera sullo scenario infernale nella sua compostezza e riflessiva solennità. Sullo sfondo sono rappresentate le anime dei lussuriosi, collocate nel secondo cerchio dell'inferno (Inferno, canto V). Condannate per essersi abbandonate al peccato carnale e aver subito una morte violenta esse sono avvolte da fiamme eterne e trascinate impetuosamente da una parte all' altra dalle correnti del turbine infernale. Tra le figure rappresentate i due amanti Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, stretti in un abbraccio sospeso e la regina cartaginese Didone.

Natura Marina (2019-21)

Figura 61 - Abisso (2019) tecnica mista su tela, 100x70 Abisso inaugura la stagione delle Nature marine, costituendo un inno alle profondità del mare. L' opera parla di quel senso di appartenenza al mondo dell' acqua che ci lega sin dalla nascita. Le profondità del fondale e i movimenti dovuti alle correnti marine sono resi attraverso larghe stesure di blu e turchese. Il fondale oceanico invece è rappresentato nella sua tridimensionalità, con scogli, anfratti e forme vegetali marine.

Figura 68 - Desertificazione (2019) tecnica mista su tela, 100x70 Il dipinto insieme all' opera Siccità, si differenzia dalle altre opere appartenenti alla medesima collezione per le tinte calde e per l' assenza di acqua. L' assenza di quest' ultima infatti, insieme

al titolo, mette in evidenza il messaggio sociale dell' opera. Le torride tinte di rosso che pervadono l' atmosfera esprimono un senso di aridità e privazione di risorse naturali, dovuto agli effetti del surriscaldamento ambientale. Il graduale avanzare della desertificazione è rappresentato per mezzo di una landa desolata dominata da un paesaggio marziano in cui non restano che poche tracce di vita.

Figura 65 - Sedimentazione (2020) tecnica mista su tela, 100x50

Figura 64 - Stratificazione (2020) tecnica mista su tela, 100x50

Figura 69 - Croste tettoniche (2021) tecnica mista su tela, 80x60

Figura 66 - Orme sulla riva (2021) tecnica mista su tela, 100x70 L' opera testimonia il processo di erosione delle cose, dal quale nessuna forma terrena è esclusa. Impronte, orme, tracce, segni, impressioni che restano sigillate sulla superficie ma soggette all' erosione ambientale e al flusso di un tempo relativo. Erosione di tracce umane e animali, ma anche di testimonianze e memorie passate. Tracce destinate a scomparire, segno di un passaggio che solo l' arte ha il potere di rendere eterno attraverso la memoria. Per la realizzazione dell' opera sono state utilizzate impronte di canide e sabbia fine dorata proveniente dalla spiaggia di Argyllos di Cefalonia.

Figura 63 - Profondità del mare (2021) tecnica mista su tela, 50x50

Figura 67 - Siccità (2021) tecnica mista su tela, 60x80

Figura 62 - Anfratto marino (2021) tecnica mista su tela, 80x50

Figura 70 - Contaminazione plastica (2021) tecnica mista su tela, 80x60 L' opera conclude la serie delle Nature marine ponendo l' attenzione sull'inquinamento e sul degrado ambientale marino e in particolare sul tema della plasticontaminazione (definizione dell' artista). La spiaggia è rappresentata come una discarica di rifiuti plastici nella quale si ammassano detriti, materiali di scarto e oggetti che lasciano intravedere il brand pubblicitario. Rifiuti e scorie infestano le acque dei nostri mari provocando ogni anno la morte di migliaia esseri acquatici, organismi di origine animale e vegetale alterando e contaminando indelebilmente la biologia degli ecosistemi marini. L' opera vuole rappresentare un incentivo alla realizzazione di un programma di implementazione di azioni conservative mirate al recupero e alla conservazione del patrimonio ambientale marino.

Acquerelli

Figura 48 - Povertà (1999) acquarello su carta, 34x29

Silografie, linoleumgrafie, calcografie (2000-2002)

Figura 71 - Antilopi - acquatinta. 20x30

Figura 73 - Drago - linoleumgrafia, 20x30

Figura 78 - Draghi in lotta - linoleumgrafia, 20x30

Figura 72 - Divinità ctonia - linoleumgrafia, 30x0

Figura 76 - Maschera con serpenti - linoleumgrafia, 20x30

Figura 75 - Decorazione animalistica - linoleumgrafia, 20x30

Figura 74 - Decorazione con atlanti - xilografia, 20x30

Figura 77 - Guerriero - xilografia, 20x30

Figura 79 -Spirale di protomi - linoleumgrafia, 20x30

Riconoscimenti e pubblicazioni

Exibart comunicato stampa mostra personale, Four for Art Gallery, Roma, 2005 Premio Trofeo Arte nel Mondo Sezione Pittura Galleria d'Arte Il Quadrato, Cesenatico (RN), 1997 Premio Pittura M. Marchese Galleria d'Arte La Cuba d' oro, Roma, 2001 Menzione d'Onore per Nature Art Competiton, Art Room Contemporary Gallery, UK, 2021 Riconoscimento speciale per Animals Art Exhibition, LightSpaceTime On Line Art Gallery, USA, 2021 Aut, rivista di diffusione culturale della comunità LGBT, recensione sezione Poesia, Roma, Febbraio 2005 Annuario Internazionale d'Arte Contemporanea Artisti 2021 Art Now& Mondadori Store, recensione sezione Pittura e quotazione d' artista sezione Arte & Mercato. The Twilight Collection in Marvelous International Art Magazine, Instambul (TR), Marzo 2021 The Marine Nature into the Art Imaginary in Hidden Talents Collective Magazine, Arches Project, Birmingham (UK), Marzo 2021 Boomer Magazine The New Artist, Artists, Boomer Gallery, Londra (UK), Marzo 2021 The Working Artist Magazine, III edition, sezione Fotografia, Londra (UK) April 2021 The Working Artist Magazine, V edition, sezione Fotografia, Londra (UK) Giugno 2021 Catalogo Premio Vittorio Sgarbi, Artisti, vol. 1-6, EA Effetto Arte, 2021 Art Now, rivista d'Arte Contemporanea, sezione Pittura, Giugno 2021 Flora Fiction Art & Literary Magazine, sezione Fotografia, Freedom summer vol.2, Giugno 2021 The Purposeful Mayonnaise Rivista Internazionale d'Arte e Letteratura Contemporanea vol.1 Menzione d'Onore per Fotografia Naturalistica Animals Art Competiton, Art Room Contemporary Gallery, UK, 2021

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