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mici di Gesù Crocifisso Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
DUC IN ALTUM: PRENDI IL LARGO!
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l Consiglio Esecutivo degli AGC del 1 settembre e il Consiglio Nazionale del 14 ottobre ci hanno aiutato a impostare meglio l’anno sociale 2001-2002. Ci è stata di ispirazione soprattutto la Lettera del Papa, che invita la mistica nave della Chiesa a “prendere nuovamente il largo”, all’inizio del nuovo millennio. Se anche noi vogliamo “prendere il largo”, dobbiamo riflettere su alcune priorità suggerite dal Papa. I1 Giubileo del 2000 ci ha aiutato a comprendere meglio il mistero di Gesù, figlio di Dio incarnato. All’inizio del nuovo millennio, il Papa, più che cose da fare, come ci saremmo aspettati, ci indica dei valori da vivere. Con gioia constatiamo che sono priorità che proponiamo continuamente nei nostri incontri: “la contemplazione del volto di Cristo”, per conoscerlo meglio, amarlo, imitarlo; la preghiera, la santità, l’ascolto della Parola, la comunione, l’attenzione ai crocifissi, l’impegno per la missione. Questa sintonia ci assicura che siamo profondamente inseriti nel cammino della Chiesa. Il volto di Gesù da contemplare è il “volto del Figlio di Dio incarnato”, il “volto dolente del Crocifisso”, il “volto luminoso del Risorto”. La contemplazione del volto di Cristo, vero Dio e vero uomo, Crocifisso e Risorto, ci ricorda la scoperta della nostra vocazione, quando ci siamo “innamorati” di Lui, abbiamo scelto di essere suoi “Amici” e ci siamo “consacrati” a Lui, attirati e affascinati dalla luce del suo volto; ci aiuta a prenderlo seriamente come ideale di vita, anche se questo significa partecipare alla “pazzia della croce”. Ci ricorda che il cammino “passionista” è un cammino impegnativo, che non ammette compromessi. Ma, preso sul serio, è un Novembre 2001 – Anno II n. 11 Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999. Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624 Direttore responsabile: Tonino Taccone Redattore: P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 - 62019 Recanati Mc Tel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073 Fax 071.7574405 - email: albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amicinews.htm
cammino di gioia e di grazia, perché ci trasforma in Cristo e ci santifica. Di fronte all’immane catastrofe a cui l’umanità sta andando incontro, il Papa ci indica il primato della preghiera e il cammino di santità. Per questo le nostre Fraternità e i Gruppi Famiglia, per avere un senso, devono essere scuole di preghiera autentica e guide sicure di un cammino di santità. Dalla preghiera e dalla santità devono scaturire poi due frutti essenziali: la comunione e la missione. Occorre vivere la “Comunione dei Santi”, che è comunione profonda con tutti i figli di Dio, in particolare nella famiglia, nella chiesa, nel gruppo, per condividere gioie e sofferenze, desideri e bisogni, per offrire a tutti una vera amicizia; per imparare a vedere ciò che di positivo c’è nell’altro, respingendo le tentazioni egoistiche che generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Il Papa aggiunge poi una parola che sembra fatta proprio per noi: “Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi”, cioè nei crocifissi. È una caratteristica essenziale del nostro cammino. La conoscenza e l’amore di Cristo portano all’urgenza della missione: “Occorre riaccendere in noi l’ardore della predicazione apostolica, seguita alla Pentecoste. Dobbiamo rivivere in noi il sentimento infuocato di Paolo, il quale esclamava: “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1Cor 9,16). “Chi non è un apostolo è un apostata”, diceva il B. Don Orione. Dobbiamo sviluppare sempre più nei nostri gruppi l’impegno apostolico. C’è spazio per tutti: giovani e anziani, dotti e meno dotti, sani e malati, che possono sempre essere missionari con il sacrificio e la preghiera. Dobbiamo chiederci continuamente: “Che posto occupano queste “priorità” nella mia vita? Che progresso ho fatto dalla mia adesione agli Amici, specialmente dopo la mia consacrazione?”. P. Alberto Pierangioli
Amici di Gesù Crocifisso
I - SPIRITUALITÀ DI S. PAOLO DELLA CROCE Premessa: Contrariamente a quanto annunziato nel numero di settembre, pubblichiamo in diverse puntate queste riflessioni del P. Adolfo Lippi sulla Spiritualità di san Paolo della Croce. Il P. Adolfo, attuale provinciale della Presentazione, professore di Teologia della Croce all’Antonianum di Roma, è un profondo conoscitore della spiritualità di san Paolo della Croce, del quale ha scritto un’ottima biografia: “Mistico ed Evangelizzatore: SAN PAOLO DELLA CROCE” (Ed. Paoline). Lo ringraziamo per questa collaborazione. Seguiranno in seguito gli studi del P. Martin Bialas. P. Alberto P.
Tra Giansenismo e Quietismo
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el tempo in cui è vissuto san Paolo della Croce trionfano il razionalismo, lo scientismo e si comincia a sviluppare il materialismo. Si espande dappertutto uno scetticismo sarcastico e dissacratore, che ha il suo più noto rappresentante in Voltaire, nato nello stesso anno di Paolo. Quella stessa epoca, tuttavia, fu anche un’epoca di grande passione per la mistica. Basta ricordare la passione e le sofferenze di Pascal e Fénelon o anche il fatto che delle diatribe suscitate dal giansenismo e dal quietismo se ne dovettero interessare re e papi, governi e università. Giansenismo e quietismo esprimono la passione di molti per il rigorismo morale e per le vie mistiche del cammino verso Dio. Alfonso de’ Liguori e Paolo della Croce rispondono, in Italia, a queste esigenze nel modo più pacifico e ortodosso e in armonia con il magistero della Chiesa.
Francesco di Sales, Teresa d’Avila, Giovanni della Croce
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uppongo note l’infanzia e l’adolescenza di Paolo e il fervore che lo pervase dopo la “conversione” del 1713; possiamo perciò immaginare con quanto interesse egli divorasse i primi libri spirituali che poté avere fra mano. Le opere di san Francesco di Sales furono probabilmente le prime che conobbe. Da lui Paolo apprese la dottrina del “sacro silenzio d’amore che è un parlare tanto grande alle orecchie dello sposo divino” (L I, 462), come pure la dottrina dell’amore “compassivo” che va a Dio attraverso la via unica del Cristo crocifisso. “Chi guarda solo la consolazione perde di vista il gran Dio delle consolazioni” (L I, 535), ripete Paolo col Sales. Lo spirito mite del vescovo savoiardo si riprodusse nella mitezza e misericordia che sempre temperarono l’austerità di Paolo. Lo stesso Francesco di Sales fu probabilmente il veicolo attraverso cui Paolo conobbe gli scritti di Teresa d’Avila. Il nome della santa è l’unico che s’incontra nel Diario di Castellazzo. Fin dall’infanzia fu colpito dalla frase della santa: “O patire o morire”. Apprese da lei, particolarmente, i criteri di discernimento dell’orazione e soprattutto la grande stima per la vita di orazione. Capì che s’incontrano pericoli anche nelle vie di Dio, ma quando si vede che i frutti sono buoni, bisogna accogliere i doni di orazione, che non sono un bene privato ma fanno crescere tutta la Chiesa. Altro autore spirituale che per tutta la vita leggerà
volentieri è san Giovanni della Croce, che egli chiama “il principe dei mistici”. In Giovanni scoprì la spiritualità della Passione applicata alle vie della contemplazione di Dio. S’incontra veramente Dio quando si rinuncia a tutte le soddisfazioni, anche alle più spirituali. Gesù crocifisso è il testimone perfetto dell’adorazione pura e della contemplazione di Dio solo. Con Giovanni, Paolo approfondisce il discernimento dei cammini spirituali e la diffidenza verso la ricerca di doni straordinari, come visioni, miracoli, locuzioni. Scopre sempre meglio le caratteristiche degli alti gradi di orazione. “Il segno che l’anima deve cessare dai discorsi interiori si ha quando essa gusta di starsene a solo a solo nel seno amoroso del Signore, con una dolce vista di fede, con un silenzio sacro di amore” (L II, 818). “Per mezzo del vostro patire si purifica l’imperfetto e l’anima diviene come un cristallo in cui si riverbera la luce del Sole Divino e resterete tutta in Dio trasformata per amore” (L II,719). Da Giovanni, Paolo mutua un’espressione e una dottrina che gli saranno tanto care e che esprimono la sua totale apertura a Dio Padre: “stare nel seno del Padre”. Il seno del Padre è l’essenza divina dove Gesù sempre abita e anche noi siamo chiamati ad abitare. A quell’altezza cessa il chiasso delle parole umane e si riposa sempre in un silenzio d’amore. Scriveva nel 1733 ad Agnese Grazi: “Se ne stia alla presenza di Dio, con una pura e semplice attenzione amorosa a quell’immenso Bene, in un sacro silenzio d’amore, riposando con questo santo silenzio tutto il suo spirito nel seno amoroso dell’Eterno Dio” (L I,103).
Esercizi spirituali a Macerata. Condivisione di gruppo.
Amici di Gesù Crocifisso
Gesù dona il segno passionista a San Paolo della Croce.
Il carisma della Passione
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a coscienza di dover incentrare l’attenzione del suo spirito nella Passione di Gesù crebbe progressivamente nel giovane Paolo Danei. All’inizio sentì di chiamare i compagni che avrebbe radunato “i poveri di Gesù”. Povertà, distacco dal mondo, solitudine erano gli ideali che più lo attraevano. Erano, per così dire, negazioni di ciò che vedeva come tanto negativo nella vita cristiana, negazioni delle idolatrie del cuore e del peccato. La prima idea positiva che compare al centro della spiritualità di Paolo è il nome di Gesù al centro del “segno” di cui si vede fregiato, sotto la croce bianca. Segue la veste nera di cui si doveva vestire, con la precisazione del suo significato di “perpetuo lutto” per la Passione e morte di Gesù. Questa spiegazione potrebbe far pensare che Paolo concepisse la Passione unicamente nel suo aspetto negativo di conseguenza e riparazione del peccato. Ma innumerevoli testi dimostrano, al contrario, che Paolo fu uno dei mistici che ebbe più chiaro il valore positivo della Passione, come massima espressione dell’amore di Dio. Il voto della Passione, che Paolo emise già nel 1721, costituirà la sua personale consacrazione alla Passione, che diventerà ben presto l’elemento distintivo della nuova congregazione, in sostituzione dell’ideale negativo della povertà. Alla scoperta di questa vocazione Paolo arrivò attraverso la personale esperienza del fallimento di progetti maturati sotto l’impulso delle ispirazioni di Dio. In quell’occasione Paolo ebbe anche la chiara intuizione che il “radunare compagni” avrebbe avuto come scopo l’interiorizzazione della Passione. Il “segno” si arricchì poi del ricordo della Passione e del simbolo dei chiodi. Il voto della Passione entrò nelle Regole verso il 1730, nel testo che Paolo preparò per l’esame del suo vescovo, il cardinale Altieri. Da allora in poi tutta la spiritualità del santo gravita intorno al tema della Passione.
La volontà di Dio
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ome rileva lo studioso tedesco P. Martin Bialas, sulla base di un accurato studio del gesuita francese M. Viller, la prima espressione della spiritualità della Passione in Paolo è data dalla conformità alla volontà di Dio, che comporta un’irremovibile fiducia nel Padre sull’esempio di Gesù. “La santità consiste nel-
l’essere totalmente uniti alla volontà di Dio”, scriveva ad Agnese Grazi (L I,286). E scrivendo a Tommaso Fossi nel 1772, così sintetizzava una dottrina vissuta e predicata per tutta una vita: “L’orazione non consiste in aver consolazioni, lacrime, ecc., né si dà agli uomini forti cibo di fanciulli. È ben vero che il prendere quello che Dio manda e lasciarsi totalmente governare dalla sua infinita Bontà (facendo però noi le nostre parti ed eseguendo in tutto la sua divina volontà) è il meglio” (L I,805). Che questa conformità non sia passiva rassegnazione, magari razionalizzata alla maniera degli stoici, lo si deduce dal fatto che Paolo distingue tre gradi di adesione alla volontà di Dio: “Gran punto è questo: è gran perfezione il rassegnarsi in tutto al divino volere; maggior perfezione è il vivere abbandonata, con grande indifferenza, nel divino Beneplacito; massima, altissima perfezione è il cibarsi in puro spirito di fede e di amore della divina volontà. Oh dolce Gesù, che gran cosa ci avete insegnato con parole ed opere di eterna vita! Si ricordi che quest’amabile Salvatore disse ai suoi diletti discepoli che il suo cibo era di fare la volontà dell’eterno suo Padre” (L I,491). È importante vedere come per Paolo la Passione non è soltanto né principalmente una riparazione che Gesù offre alla giustizia offesa del Padre. La Passione parte dal Padre come amore. In questa volontà di beneplacito, Paolo assorbe anche il peccato suo o di altri, che tanto affligge il sofferente, portandolo a pensare che la sofferenza sia soltanto castigo delle colpe. Scriveva a Marianna Girelli: “Conviene prendere le percosse che vengono dall’alto e soffrirle pacificamente, con amorosa mansuetudine, dalla mano dolcissima del gran Padre celeste. Così passa il temporale che minaccia tempesta e si fa come il vignaiolo o ortolano che quando viene la tempesta si ritira nella capanna fino a quando sia passata e sta in pace. Così noi, in mezzo a tante tempeste che ci minacciano i nostri ed i peccati del mondo, stiamocene ritirati nell’aurea capanna della divina volontà, compiacendoci e facendo festa che si adempia in tutto il sovrano divino Beneplacito. Perda di vista, signora Marianna, ogni cosa creata; tenga l’intelletto ben purgato e netto da ogni immagine e se ne fugga, in mezzo a tanti guai che sono nel mondo, nel seno del celeste Padre per Gesù Cristo Signore nostro, ed ivi si perda tutta nell’immensa Divinità come si perde una goccia d’acqua nel grande oceano: così non vivrà più una vita sua, ma vita deifica e santa” (L III,753). In questo senso egli perfeziona due meravigliose espressioni che aveva avuto care fin da giovane: “Credo che la croce del nostro dolce Gesù avrà poste più profonde radici nel vostro cuore e che canterete: “patire e non morire”; oppure: “o patire o morire”; oppure ancora meglio: “né patire né morire”, ma solamente la totale trasformazione nel divino Beneplacito” (L II,440). P. Adolfo Lippi
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Amici di Gesù Crocifisso
Un capolavoro di San Paolo della Croce
I – LA TESSITRICE SANTA: LUCIA BURLINI
Donna nascosta e piena di fede
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una delle maggiori e straordinarie anime tra le figlie spirituali di S. Paolo della croce. Lavoratrice del telaio, tocca in modo incredibile le altezze mistiche. Una vita povera segnata da una fede eccezionale in Gesù Crocifisso da cui attinge forza e coraggio per resistere alle tante sofferenze e prove incontrate per circa 40 anni. Malata e piagata nei piedi. Mai un lamento, mai un avvilimento. Senza volerlo, diventa punto di riferimento per la gente dei dintorni in cerca di conforto e consigli. Nasce a Piansano (Vt) il 24 maggio 1710 da Pietro e Cristofora Bianchi, muore il 1 maggio 1789. La prima iniziazione alla vita cristiana ha luogo in famiglia sotto la guida della mamma, donna di profonda pietà, formazione che viene arricchita dalla scuola frequentata presso le Maestre Pie Filippini. Tanto che fin da “piccola si dedicò agli esercizi delle virtù cristiane cioè all’obbedienza, all’umiltà, all’astinenza, alla ritiratezza, alla santa orazione mentale”. A tredici anni riceve la sua prima comunione e poi comincia a guadagnarsi il pane come tessitrice, sbriga a dovere le faccende di casa. Così sarà per tutto l’arco della sua vita: donna nascosta e laboriosa, illuminata da una fede incrollabile davanti a tutte le continue prove incontrate. La situazione familiare, segnata dai lutti e dominata dalla fatica e dalla povertà, il paese scosso da carestie e pestilenze, non compromettono la calma del suo spirito. È proprio vero che il Signore custodisce chi si fida di lui. Lucia assurge ad anima prediletta in modo singolare e trova sicurezza sotto la direzione di un grande direttore d’anime e mistico del ‘700, san Paolo della croce.
Conoscenza di S. Paolo della Croce
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ll’età di 25 - 26 anni incontra per la prima volta Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, nella missione popolare predicata a Cellere, paese vicino a Piansano, durante la quaresima del 1734. È l’evento della svolta decisiva della vita di Lucia. Immediatamente prova “una smania insopprimibile” di confessarsi da lui; ma per due giorni di seguito la ressa dei penitenti non glielo permette. Appena le è possibile si confessa e gli apre spontaneamente la sua anima e ne riceve “alcune regole per sua sicurezza e direzione, che le riuscirono di poi nella pratica assai vantaggiose e facili ad eseguirle”. Paolo della Croce, che si rende conto di trovarsi con un’anima fortemente innamorata di Gesù, eleva il discorso sui misteri più alti dell’amore divino. Il secondo incontro è del 1737 in occasione della seconda missione a Cellere, è un incontro decisivo in cui nasce una comunicazione e intesa spirituale fra lei e il padre, che durerà per quasi 40 anni, fino alla morte. È interessante conoscere le impressioni dalla stessa Lucia, che parla con il santo, e alla domanda se abbia praticato i suggerimenti ricevuti tre anni prima, lei gli conferma la pratica, poi specifica: “P. Paolo mi parlò con tanta efficacia di Dio che io rimasi fuori di me, né so spiegarlo. Posso dire solamente che il suo spirito mi si comunicò di maniera che m’intesi più che mai infervorata ad amare e servire Gesù Appassionato”.
Benefattrice della Congregazione
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aolo sa che può confidare in Lucia e, senza esitazione, durante la fondazione del ritiro del Cerro, le affida i religiosi che tribolano per il freddo e per l’estrema povertà e sono bisognosi di tutto. In questa fondazione la Burlini si dà talmente da fare che riuscirà a provvedere ai religiosi ogni sostentamento. Seguiterà sempre a provvedere anche dopo i primi tempi di necessità. Racconta lei stessa: “susseguentemente gli portai il pane e vino, continuando li benefattori a dare l’elemosina della farina particolarmente nei successivi tempi: ne facevo il pane in mia casa ed in ogni festa lo portavo al ritiro con qualunque altra cosa mi fosse stata data dai benefattori”. Uno straordinario servizio di assistenza. Quanti ripetuti viaggi faticosi sono sostenuti da Lucia! Donna impareggiabile. (continua) P. Mario D’Ippolito
Momento di preghiera durante il Convegno N. degli A.G.C.: 14 ottobre 2001.
Amici di Gesù Crocifisso
GIUSEPPE D’ARIMATEA E NICODEMO no, il lenzuolo candido, gli unguenti aromatici e quell’improvviso coraggio di Giuseppe e Nicodemo, che succede alla paura di palesarsi apertamente come ammiseguaci di Gesù sono in genere persone umili e ratori e amici di Gesù, manifestano nel pensiero del quarsemplici, che non hanno nulla da perdere nel to evangelista l’inizio di una rivincita del Crocifisso: non mettersi alla sua sequela. Ma non mancano alcuni persoostante tutto, egli saprà ancora attirare a sé. Entrambi naggi importanti, anche dei capi, che però sono prudenti questi uomini, rispettosi attori del suo seppellimento, nel manifestarsi, per non sono attratti a Lui e al suo inseesporsi al rischio di essegnamento, pieno di ampi orizre espulsi dalla sinagoga: zonti nuovi. primi, fra tutti, Giuseppe Se i veri amici sono quelli d’Arimatea e Nicodemo. che non ti lasciano nel momenGiuseppe, originario di to della prova, nel dolore, nelle Arimatea, è definito da gravi necessità, Giuseppe d’AMarco “membro autorerimatea e Nicodemo sono sicuvole del Sinedrio” (Mc ramente amici di Gesù crocifis15, 43). Nicodemo è so a prova di fatti. Cosa c’è di ricordato da Giovanni più povero d’un cadavere, che, come fariseo, “un capo come accadeva nelle crocifisdei Giudei” (Gv 3, 1). sioni, veniva spesso abbandoPer capire l’importannato ai cani randagi, o gettato za unanime che a questi nelle fosse comuni, se qualcudue personaggi conferino non veniva in tempo a sepscono tutti gli evangelisti, pellirlo? occorrerebbe sentirli ad È degno dunque d’attenziouno ad uno; ma per non ne il pietoso gesto di Giuseppe allungare troppo la nostra D’Arimatea e ha ragione Luca pagina; riferirò solo il che lo definisce “uomo buono testo di Giovanni, senza e giusto”, che “non aveva omettere le particolarità dato il suo consenso” quando degli altri evangelisti per gli altri membri del Sinedrio meglio capirci. decisero di far perire Gesù. Ha Spirato, che fu Gesù ragione Matteo a definirlo “un sulla croce, “Giuseppe discepolo di Gesù”. Ha ragiod’Arimatea, che era ne Marco a presentarlo come discepolo di Gesù, ma di uno che “aspettava il Regno di nascosto per timore dei Dio”, cioè un mondo dove Giudei, chiese a Pilato di ognuno cerca di vivere come si Via Crucis XIV; Gesù deposto nel sepolcro. prendere il corpo di conviene a creature di Dio. Ed Gesù. Pilato lo concesse: ha ragione Giovanni a porre in Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche evidenza che tra i Giudei, artefici della morte di Cristo, ci Nicodemo, quello che in precedenza era andato a lui di siano pure persone autorevoli, come Giuseppe d’Arimanotte e portò una mistura di mirra e di aloe di circa tea e Nicodemo, che, insieme alle donne di Galilea, precento libbre. Essi calarono allora il corpo di Gesù e lo senti alla croce e alla sepoltura, rendono il loro omaggio avvolsero in bende, insieme con oli aromatici, com’ era al Crocifisso, con segni concreti di sicura amicizia. (conusanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era tinua). stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un P. Lino Tendina sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino” (Gv 19, 38-42). Così il dramma maestoso e l’atmosfera assai pesante della crocifissione sembra leggermente allungarsi in questa scena vissuta dai protagonisti in un composto silenzio, denso di profonda meditazione. La sbalorditiva interpretazione, che Giovanni dà della morte di Gesù, si ritrova vagamente anche in quest’atmosfera di tomba, forse amaramente deludente per alcuni, ma per altri non senza una qualche speranza e una vaga attesa che qualcosa doveva ancora succedere. In questo caso, un trionfale avverarsi delle profezie del Maestro: la Resurrezione! Anche se la massiccia dose di unguenti usati parlerebbe più di conservazione che di speranza di una resurrezione. Ma intanto in tutti i segni d’affetto verso Gesù, che ne Gruppo famiglia a Macerata presso Fiecconi Giovanni. hanno segnato la sepoltura: il sepolcro nuovo del giardi-
Amici di Gesù Crocifisso finalmente senza paura
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Amici di Gesù Crocifisso
CONSIGLIO NAZIONALE DEL M.L.P.
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a sera del 5 ottobre 2001 si è svolto presso il convento passionista di San Sosio (FR), il Coordinamento Nazionale del MLP, per preparare il Consiglio Nazionale, che si è tenuto il 6 e 7 ottobre, nello stesso luogo. Il Consiglio Nazionale, presieduto dal coordinatore nazionale, Franco Nicolò e dall’assistente spirituale, P. Alberto Pierangioli, è composto da 7 laici per ciascuna delle sei “province” passioniste italiane, in rappresentanza dei movimenti laicali dei passionisti italiani e dai sei assistenti spirituali provinciali. Hanno partecipato per qualche tempo anche i padri Provinciali passionisti, P. Stanislao Renzi di Napoli e P. Leonardo di Girolamo di Mascalucia CT. Il Consiglio ha riflettuto seriamente sul cammino formativo del MLP, alla luce dei documenti del 44° Capitolo Generale dei Passionisti, della Lettera Apostolica del Papa per il nuovo millennio e degli Orientamenti Pastorali della Cei. Più che una vera programmazione, il Consiglio ha suggerito a tutti i gruppi del MLP italiano queste priorità da tenere presenti nella programmazione di ogni gruppo:
seguente: “Con Paolo sotto la croce: Testimonianza e Comunione”. Si svolgerà nella seconda metà di giugno 2002, in un luogo del Sud, ancora da stabilire. Finalmente il Consiglio ha studiato come realizzare
C.N. del M.L.P.: San Sosio 7/10/2001. Concelebrazione conclusiva.
“Il Consiglio Nazionale del M.L.P propone per tutti gli aderenti, alcune indicazioni per un cammino formativo, fermo restando il programma di ogni singolo gruppo.
C.N. del M.L.P. a San Sosio 7/10/2001. Saluto dell’Assistente Generale Italiano P. Luigi Vaninetti.
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La proposta tiene presenti i documenti del 44’ Capitolo Generale, la lettera Apostolica del Papa “Novo Millennio ineunte” e gli Orientamenti Pastorali della CEI “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Le priorità individuate, alla luce della maggiore consapevolezza del ruolo dei laici emerse anche dai documenti del Capitolo Generale, sono : I° L’approfondimento della spiritualità di S. Paolo della Croce, riferita in modo particolare ai laici. 2° La preghiera e l’Eucaristia: momenti centrali del vivere quotidiano. 3° La centralità dei cammino di comunione. 4° La riflessione personale e comunitaria sulla lettera del Papa e sul documento della CEI, orientata alla missionarietà. Queste tematiche aiuteranno il movimento anche a prepararsi al Convegno Nazionale del 2002, il cui tema: “Con Paolo sotto la Croce: “testimonianza e comunione”, ne faciliterà l’approfondimento”. Inoltre il Consiglio ha studiato il tema e l’organizzazione del Convegno Nazionale del MLP per il 2002, che viene organizzato dalla Provincia Passionista del S. Costato (Puglie, Calabria e Basilicata). Il tema sarà il
un foglio di collegamento, per la formazione e informazione della realtà laicale passionista in Italia, in sostituzione della rivista “Notizie”, sospesa per difficoltà economiche. È stato deciso di preparare un foglio bimestrale sul sito Internet WWW.passionisti.org/mlp, affidato alla cura generosa e volenterosa di Pasquale della Ragione, presente all’incontro e che ci ha illuminato e incoraggiato con i suoi consigli. I Coordinatori Provinciali prepareranno a turno il materiale e ricaveranno e diffonderanno le copie nella propria provincia. Il Consiglio si è concluso il 7 ottobre con la solenne concelebrazione, presieduta dal P. Luigi Vaninetti, consultore generale. Pia
FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE
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l 19 ottobre abbiamo celebrato solennemente la festa di San Paolo della Croce con la comunità Passionista di Recanati. Ci siamo ritrovati in tanti alle ore 21,00: tre pullman organizzati dalle fraternità di Macerata, Montecosaro – Morrovale, Civitanova e molte auto da Porto S. Elpidio e da altre zone. Il P. Alberto ha presieduto una concelebrazione di 10 sacerdoti. La Messa è stata animata dai giovani della Parrocchia dei Passionisti. Nell’omelia il P. Alberto ha presentato la figura di san Paolo della Croce: mistico del Crocifisso, fondatore, cacciatore di anime, esperto direttore spirituale. Ha ricordato che una volta quando si diceva “passionista”, si pensava solo ai religiosi e alle religiose. Oggi, accanto a loro, c’è la grande realtà dei laici passionisti. Tutti insieme formiamo la Famiglia Passionista. “Perciò tutti noi qui presenti, ha detto il P. Alberto, possiamo chiamare san Paolo della Croce nostro Padre e Fondatore”. Dopo la Messa, ci siamo incontrati nell’ampia sala parrocchiale, per un momento di fraternità e di festa. Pia
Amici di Gesù Crocifisso
CONSIGLIO NAZIONALE AMICI DI G.C.
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l 14 ottobre si è svolto a Morrovalle il 12° C. N. degli Amici di Gesù Crocifisso, con la partecipazione di 33 aventi diritto, tra cui il P. Fabiano Giorgini, provinciale passionista, Iucci Piera, presidente, P. Alberto Pierangioli, assistente nazionale. P. Bruno de Luca, assistente della Fraternità di Fossacesia. Il Consiglio ha avuto inizio alle ore 10 con la recita delle Lodi, presieduti dal P. Fabiano Giorgini, che nella riflessione porta al Movimento l’augurio di una costante crescita nella conoscenza sapiente, profonda e affettuosa di Gesù Crocifisso. Sottolineando il titolo di “amici”, ricorda che l’amicizia è possibile solo se c’è la conoscenza e che questo è vero sia nei confronti di Gesù, sia nelle relazioni con il gruppo, dove i membri diventano amici solo se si conoscono e approfondiscono insieme il cammino intrapreso. Ricorda che bisogna conoscere Gesù, per poterlo apprezzare, amare e imitare e il modo migliore per crescere nella conoscenza di Gesù è meditare la sua vita e la sua parola. Ricorda poi ai presenti che sono responsabili del Movimento solo per una chiamata da parte di Dio e che, di conseguenza, è una responsabilità rispondere a questa chiamata. Sottolinea l’importanza della formazione dei responsabili, che devono poi occuparsi della formazione di tutti gli Amici. Bisogna sentire la necessità della conoscenza di Gesù e bisogna far sentire anche agli altri questa necessità, per diventare memoria costante del Signore e del suo amore. Termina esortando a trovare il tempo per il Movimento, e chiedendo al Signore di donare a tutti gli Amici la gioia di crescere nella sua conoscenza e nel suo amore. Il presidente. Piera Iucci, introduce i lavori, ricordando il ruolo fondamentale del C. N., che è quello di fare da tramite tra il Consiglio Esecutivo e gli iscritti al Movimento, per portare suggerimenti, proposte, difficoltà, tutto ciò che può essere utile per costruire il futuro del nostro cammino. Il lavoro di ognuno è prezioso se svolto in accordo con gli altri. L’Assistente Spirituale, P. Alberto Pierangioli, ricorda in breve tutto ciò che ha interessato la vita del Movimento nell’anno 2000/2001 e fa notare che nei primi 9 mesi del 2001 ci sono state 178 nuove adesioni, di cui 78 in Abruzzo, 75 nelle Marche, 25 altrove. Invita a chiarire la fisionomia del Movimento: se essere una semplice aggregazione di gruppi di preghiera indipendenti tra loro, oppure un movimento di spiritualità passionista, che ha una sua fisionomia e una missione da svolgere nella Chiesa. È importante occuparci della formazione degli iscritti, in particolare dei responsabili. Esorta le Fraternità ad essere vive nel programmare a livello locale iniziative utili alla crescita del gruppo non solo dal punto di vista numerico, ma soprattutto dal punto di vista della comunione interna dei gruppi: come celebrazione dell’Eucaristia, gruppi d’accoglienza e d’intercessione, pellegrinaggi, momenti di festa e di comunione. È seguita poi la lettura delle relazioni scritte presentate dai Responsabili delle Fraternità. Quindi la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal P. Provinciale. Ci siamo ritrovati poi al pranzo fraterno insieme alla Comunità passionista e a un gruppo di giovani tendopolisti. I lavori riprendono alle ore 14.30, con il dialogo sulle relazioni della mattina. Si cerca di chiarire i dubbi
e di rispondere alle varie domande. La maggior parte del tempo è dedicata ad approfondire il modo di attuare la formazione degli iscritti, in particolare dei responsabili. Tutti ne riconoscono l’urgenza; ma non è stato facile trovare il modo concreto di attuarla. Dalle relazioni e da molti interventi è emersa la difficoltà di organizzare, il momento, corsi a livello centrale. Si pensa allora che questo impegno deve essere portato avanti dalle Fraternità e dai Gruppi Famiglia, con l’aiuto del materiale preparato appositamente dall’assistente spirituale.
C.N. degli Amici di G.C. - Saluto della Presidente Jucci Piera. Morrovalle: 14/10/2001.
Bisogna programmare un secondo incontro di Fraternità, destinato soprattutto alla formazione, libero nella partecipazione, ma al quale sono invitati soprattutto i responsabili e gli animatori. Ogni Fraternità decide le modalità di questo secondo incontro. Esso servirà anche per preparare le Consacrazioni solenni. Si stabilisce che il secondo incontro del C. N. sarà allargato a tutti i responsabili e a quanti hanno partecipato a questi incontri di formazione, per verificarne il risultato. Come argomento prioritario della formazione, quasi all’unanimità è stata indicata la conoscenza di San Paolo della Croce e della spiritualità passionista. P. Alberto ricorda che l’incontro mensile delle Fraternità, più che un incontro di preghiera, deve essere una scuola di preghiera, per insegnare in particolare la meditazione degli insegnamenti e della Passione di Gesù, diversamente si diventa un gruppo generico, non più basato sulla spiritualità passionista. Gli incontri sono pochi e non possono essere facilmente sostituiti dalla Messa o dallo svolgimento di argomenti di vario genere. È indispensabile che tutte le Fraternità, anche le nuove, abbiano il Consiglio di Fraternità, che si deve riunire almeno una volta al mese.. Piera sottolinea che il primo dovere dei responsabili è di conoscere a fondo chi fa parte della propria Fraternità, anche per favorire un buon inserimento di tutti i componenti nel gruppo. Suggerisce che, per aiutare l’approccio alla meditazione dei nuovi venuti, può essere utilizzato il secondo incontro della Fraternità.
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Amici di Gesù Crocifisso
Perché i laici svolgano parte attiva negli incontri, è indispensabile che siano i primi ad aver approfondito la spiritualità passionista e la conoscenza di San Paolo della Croce. Devono essere i responsabili laici a commentare nelle Fraternità e nei Gruppi Famiglia gli studi su san Paolo della Croce e la spiritualità passionista, che si stanno pubblicando nella nostra rivista. Inoltre per essere non solo Amici di G. C., ma anche dei crocifissi, ogni gruppo dovrà attuare la carità operativa, secondo le proprie possibilità e le esigenze che riscontra intorno a sé. Serafino Vito osserva che il problema degli argomenti da meditare negli incontri non esiste perché se leggiamo in maniera più attenta il Vangelo, ci accorgiamo che tutto il Vangelo parla della passione del Signore. Quindi il vero problema non è l’argomento ma imparare a meditare. Si parlato poi della situazione dei Gruppi Famiglia. Al C. N. sono presenti dodici responsabili di Gruppi Famiglia. La situazione risulta in genere positiva e vede uno svilupparsi della preghiera spontanea basata sulla passione. Fragola Nello nota di avere qualche difficoltà a portare agli incontri di Fraternità le persone che frequentano i numerosi Gruppi Famiglia di Porto S. Elpidio. Esercizi Spirituali 2002. Si svolgeranno possibilmente presso il santuario di San Gabriele dall’11 al 17 agosto 2002 e avrà per tema: La Sacra Famiglia: modello di vita cristiana in famiglia. Calendario. Le feste passioniste che saranno ricordate insieme sono: 19 ottobre San Paolo della Croce a Recanati 8 febbraio Solennità della Passione a Civitanova o Morrovalle 16 maggio Santa Gemma a Loreto 30 giugno Giornata di spiritualità al Santuario San Gabriele a Teramo La riunione termina alle ore 18.00, con la preghiera del Vespro. la segretaria Maria Grazia Coltorti
Consiglio N. degli A.G.C.. Il Convitto fraterno.
R i t i r i
M e n s i l i
Consiglio N. degli A.G.C. Il P. Fabiano Giorgini presiede la Concelebrawione.
Nuovi Gruppi Famiglia A Macerata: L’undici ottobre si è svolto il primo incontro di un nuovo Gruppo Famiglia presso la casa delle Ancelle della Misericordia in Via Crispi 98. Al primo incontro ha partecipato anche il P. Alberto che ha incoraggiato l’iniziativa, molto utile soprattutto per le persone anziane del centro di Macerata.. Erano presenti 15 fedeli. Il gruppo si riunirà ogni primo mercoledì e sarà animato da Franca Fermani, con la collaborazione di altre Ancelle. A S. Elpidio a Mare: con la benedizione del parroco, è iniziato il 24 ottobre un Gruppo Famiglia in via Tirso, animato da Vesprini Beato Cinzia. Al primo incontro ha partecipato anche il P. Alberto. Erano presenti ❐❐❐
Festa della Famiglia
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l ritiro mensile, svolto a Morrovalle il 21 ottobre, ha avuto come centro la famiglia. Mentre a Roma il Papa celebrava la festa della famiglia, elevando all’onore degli altari una coppia di sposi, i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, il P. Alberto ha parlato ai circa 150 presenti del tema “Maria, la donna e la famiglia”. Ne è seguito un ampio dibattito, con molte domande e molte testimonianze. Alla messa del pomeriggio erano presenti molte coppie giovani e meno giovani. All’offertorio il celebrante le ha invitate a rinnovare l’impegno del sacramento del matrimonio, ha pregato per loro e ha imposto le mani a ciascuna coppia. È seguito l’applauso di tutti, specialmente dei figli presenti.
a
M o rrova l l e :
1 8 n o v e m b re ; 1 6 d i c e m b re 2 0 0 1 ; 1 3 g e n n a i o , 3 f e b b r a i o , 3 marzo,7 aprile, 19 maggio, 9 giugno 2002. - Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Maliani Cesare di Recanati: 28 sett. 2001. - Ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta.
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P. Alberto Pierangioli