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mici di Gesù Crocifisso Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

La Passione: Mare di dolore e di amore

io è amore” e tutto quello che compie lo compie per amore. La creazione è opera dell’amore di Dio; l’Incarnazione e tutta la vita del Figlio di Dio è stata una grande prova dell’amore di Dio. Ma la passione di Gesù è la prova più convincente dell’amore di Dio per noi. Quando pensiamo alla passione di Gesù è facile fermarsi quasi esclusivamente sul dolore fisico di Gesù; ma così si è superficiali, non si penetra nel cuore di Cristo, per scoprirvi l’amore, che lo ha portato ad accettare liberamente la sua dolorosa passione. San Paolo della Croce definisce la passione di Gesù “la più grande e stupenda opera dell’amore divino”, e “miracolo dei miracoli dell’amore di Dio”. Ma l’esperienza ci dice che su questa terra non c’è vero amore senza sofferenza. Il nostro santo ha capito che anche l’amore a Dio include il dolore. Egli è vissuto immerso nel mistero della passione di Gesù e da essa ha imparato “la passione dell’amore”. Scrive: “Se vi sentite tutta penetrata dalle pene dello Sposo, fate festa; ma questa festa si fa nella fornace del Divino Amore, perché il fuoco che penetra fin nelle midolla delle ossa trasforma l’amante nell’amato e mischiandosi l’amore col dolore, il dolore con l’amore, si fa un misto amoroso e doloroso, ma tanto unito che non si distingue né l’amore dal dolore, né il dolore dall’amore, tanto che l’anima amante gioisce nel suo dolore e fa festa nel suo doloroso amore. Credo che capirete le mie pazzie” (L. II, 440). Egli voleva portare tutti alla scuola del Crocifisso, perché dal suo amore imparassero ad accettare il dolore.

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“Il mare dell’amore e del dolore” Quando il santo spiega il senso della passione di Cristo, ricorre di preferenza al simbolo del mare, nel quale si devono “pescare” tutte le virtù, incominciando dall’amore. Dio è per lui un “mare d’infinita carità”. Da questo mare procede “il mare della Passione SS. di Gesù Cristo”. Perciò Paolo chiama la Passione del Signore un “mare di amore e di dolore”. Scrive al suo discepolo e confessore, P. Giammaria Cioni: “L’anima in un momento si trova immersa nel mare delle pene del Salvatore; poiché la Passione di Gesù è tutta opera d’amore, stando l’anima tutta perduta in Dio che è tutt’amore, si fa un misto di amore e dolore, perché lo spirito ne resta penetrato tutto e sta tutto immerso in un amore doloroso e in un dolore amoroso: è opera di Dio” (L. III,149). È questa la prima lezione che dobbiamo imparare da san Paolo della Croce. Non siamo amici della croce, ma del Crocifisso. Vediamo la croce come frutto dell’amore di Gesù. Accettiamo la croce, perché in essa riconosciamo la croce di Gesù. Dall’alto della croce Gesù ci attira a sé e ci aiuta a trasformare il dolore in amore. Ogni prova accettata con amore e per amore diventa meno pesante, come una mamma accetta volentieri tutti i sacrifici della maternità proprio perché ama. Il fuoco dell’amore, acceso da Gesù Crocifisso nei nostri cuori, renderà dolce e accettabile ogni dolore. P. Alberto Pierangioli

Civitanova: Crocifissi della «Peregrinatio quaresimale»

Marzo 2002 – Anno III n. 3 Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999. Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624 Stampa: Tecnostampa - Recanati Direttore responsabile: Tonino Taccone Redattore: P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc Tel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073 Fax 071.7574405 - E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici


Amici di Gesù Crocifisso

Meditazione della Passione secondo s. Paolo della Croce

II – Metodi per meditare la Passione er insegnare a meditare la passione di Gesù, san Paolo della Croce non ha sviluppato un metodo proprio e speciale, ma si serve dei metodi tradizionali, vivificati però da una forte esperienza personale che lo porta a guidare le anime verso l’unione mistica con il Crocifisso. Solo con i principianti inculca la meditazione discorsiva sui fatti storici della passione di Gesù. Nel ricco epistolario, egli dà molte indicazioni pratiche, badando alla persona, al suo stato, al grado spirituale che ha raggiunto. Da qui le differenti indicazioni per le varie forme di meditazione. Come tendenza fondamentale si può dire che egli segue un cammino ascendente e cioè da una riflessione molto discorsiva a un riposo passivo, da rappresentazioni immaginative ad un silenzio senza immagini e parole. Per conoscere meglio l’insegnamento del Santo, possiamo riflettere prima di tutto sul metodo usato da lui e prescritto ai suoi religiosi per meditare la passione di Gesù nelle missioni popolari. Esso consisteva nel meditare ad alta voce la passione di Gesù, al mattino e specialmente alla sera, dopo la predica di massima, per circa mezz’ora. Questa caratteristica essenziale non si poteva mai lasciare neppure durante gli esercizi spirituali, senza rischiare di non essere più passionisti. La meditazione esigeva un tono discorsivo-affettivo, poiché consisteva nel narrare con calma e chiarezza l’episodio della passione e poi passare a rifletterci, chiedendosi: Chi è che soffre o agisce? Cosa sta soffrendo o facendo? Come lo sta facendo o soffrendo? Per chi lo sta compiendo o soffrendo? Queste domande aiutavano a sviluppare il dialogo con Gesù Crocifisso e con il popolo; così l’attenzione era tenuta desta, la fantasia e l’emotività venivano mosse all’affetto e l’affetto trasportava la volontà al proposito di evitare ciò che era stato causa della sofferenza del Cristo o che impediva di ricevere i frutti di quell’amore. Infatti la meditazione terminava suggerendo propositi concreti di vita adatti agli uditori e che questi dovevano fare propri, con il desiderio sincero di convertirsi e di rispondere con gratitudine a tanto amore di Gesù. Lo svolgimento pratico della meditazione voleva essere anche un modello per gli uditori a fare personalmente altrettanto. Si aggiungevano istruzioni e suggerimenti adatti alla cultura e situazione dei fedeli, perché imparassero a meditare e a superare le difficoltà che sogliono ostacolare tale esercizio. Lo stesso metodo veniva insegnato anche all’interno della congregazione per la formazione dei religiosi, utilizzando le indicazioni di S. Francesco di Sales, nella introduzione alla vita devota. Anche

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le indicazioni personali che Paolo dava alle persone da lui dirette per avviarle alla meditazione, seguivano lo stesso schema. In genere prevale lo sviluppo degli affetti, del colloquio con Gesù, perché ritenuto più efficace per coinvolgere tutta la persona e deciderla ad assimilare i sentimenti di Gesù, per Estasi di S. Paolo della Croce. farli diventare principio e movente del proprio agire. Lo sviluppo degli affetti veniva anche considerato un mezzo per alimentare un atteggiamento di fiducia in Dio durante il giorno. Per favorire la perseveranza delle persone, san Paolo della Croce si impegnava per rendere stabile la meditazione anche a livello di gruppo nei paesi dove teneva missioni. Per questo spesso nominava una persona incaricata di animare le altre e di guidarle con leggere i punti e meditarli. Si formava così una specie di scuola di meditazione guidata da laici. Ecco alcuni insegnamenti pratici del santo alla signorina Maria Ercolani sull’orazione in genere e in particolare sulla meditazione della Passione di Gesù: “La Passione di Gesù sia sempre nel suo cuore. Notizia più felice non mi poteva giungere quanto il sentire che lei si è data tutta a servire Gesù Cristo e che attende alla santa orazione mentale due volte al giorno. Le raccomando di non lasciarla mai. Aggiungo due parole sopra l’orazione mentale, perché il resto glielo insegnerà lo Spirito Santo. Quando ha fatto la preparazione, si figuri in questi principi di essere presente al mistero che medita, come avvenisse adesso. Se medita Gesù in agonia nell’orto, faccia come se fosse presente in quell’orto sola con lui; lo miri con compassione, con viva fede e con amore, raccolga quelle gocce del Sangue prezioso e gli domandi così: “Gesù mio caro, per chi patite?”. Immaginate che vi risponda al cuore: “Figlia, patisco per te, per i tuoi peccati, perché ti amo”. Allora slanciatevi tutta ai suoi piedi santissimi, fermatevi un poco, baciateglieli in spirito e ditegli ciò che vi insegnerà il santo amore. Oh, che affetti di amore vi verranno! Fatevi


Amici di Gesù Crocifisso insegnare da Gesù, ditegli: “Maestro e Sposo mio divino, insegnatemi come debbo amarvi e servirvi”. Domandategli le grazie delle sante virtù e durante il giorno portate il mistero meditato dentro l’oratorio del cuore e mirate in esso il dolce Gesù” (L. II, 625). Suggerimenti pratici per meditare la passione di Gesù Ispirandoci agli insegnamenti di san Paolo della Croce e dei suoi discepoli, compendiamo in forma schematica alcuni suggerimenti semplici e pratici per aiutare a svolgere meglio la meditazione della passione, tenendo presente però un insegnamento fondamentale del Santo, cioè che il metodo è un “mezzo” e che la guida principale nel meditare deve essere lo Spirito Santo. Luogo e modo per meditare: può essere la chiesa, la camera, la campagna, purché favorisca il silenzio e il raccoglimento. Il modo, o posizione del corpo, può essere in ginocchio, seduto, in piedi, anche se è bene, per chi può, almeno all’inizio, stare un poco in ginocchio, in posizione umile di raccoglimento e adorazione. In breve una posizione tranquilla che favorisca il contatto con Dio. Perché riesca bene, la meditazione deve essere preparata. Si parla di una triplice preparazione: Preparazione remota: lotta al peccato, mortificazione dei sensi, raccoglimento interno ed esterno. Preparazione prossima: scelta del soggetto da meditare, possibilmente la sera avanti. Preparazione immediata: lasciare ogni altro pensiero e preoccupazione e mettersi alla presenza di Dio. Esercitarsi nei seguenti atti preparatori: Atto di Fede: Ravviva la tua fede nella presenza di Dio; Egli è qui davanti a te, ti vede, ti vuole parlare e ascoltare e tu stai tutto immerso in lui. Egli ti ama.. Chiedi di poterlo amare di più. Atto di umiltà: Dio è immenso, eterno, onnipotente, è il Tutto. Tu sei piccolo, sei il nulla, insignificante e per di più peccatore, ma amato e salvato da Lui. Atto di contrizione: Tu hai peccato e sai quanto. Pensaci un poco. Ma nonostante tutto, Dio vuole perdonarti. Implora la sua misericordia. Invoca lo Spirito Santo, la santa Vergine, i Santi protettori, chiedendo la grazia di far bene la meditazione. Lettura: direttamente dalla Bibbia o da un buon libro di meditazione. Deve essere calma, ripetuta, “leggendo il libro parola per parola”, fermandoti quando e dove senti “più devozione”. Meditazione: immagina la scena come se accadesse adesso, qui, davanti a te. Concentrati soprattutto su Ge-

sù, osservando bene le sue parole, i suoi atteggiamenti e i suoi sentimenti. Ricorda che meditare significa riflettere pregando e pregare riflettendo e che la cosa più importante della meditazione è che si trasformi in preghiera, in colloquio intimo con Dio. Altrimenti si riduce a una semplice riflessione intellettuale o filosofica. Puoi riflettere: 1.Chi è colui che soffre? Gesù, il Signore... il Figlio di Dio... Colui che fatto del bene a tutti.... 2.Che cosa soffre? E’ l’uomo dei dolori, nessuno è stato umiliato o ha sofferto più di Lui. 3.Perché soffre? Non tanto per la cattiveria dei Giudei, per la viltà di Pilato, ma volontariamente, per salvare tutti noi, perché si è caricato dei nostri peccati, per riaprirci la via del cielo. 4.Per chi soffre? Per tutti, per me in particolare: un Dio morto in croce per me!... 5.Come soffre? In silenzio, con pazienza, con amore, con piena accettazione della Volontà del Padre, perdonando e pregando per i suoi crocifissori. Lascia che il tuo cuore si immerga in questo abisso di amore! Colloquio. Medita sempre con libertà di spirito: smetti di meditare appena ti senti mosso a parlare con Dio o a stare in silenzio davanti a Lui. Così si passa dalla meditazione al colloquio con Dio e alla contemplazione. Parla con Gesù e rimani in ascolto di quello che ti dice. E’ molto più importante ascoltare che parlare. Diventa innamorato di Dio. Rivolgi a Gesù tanti atti di amore, lode, ringraziamento, pentimento, implorazione, Quando il Signore agisce, dimenticati del libro; però è bene tenerlo con te, per ricorrere ad esso in qualunque momento venga meno l’ispirazione e il movimento interiore. Impegno: domanda a Gesù che cosa vuole da te e rispondi con un proposito: un impegno semplice e concreto: questo è il frutto della meditazione. Offri a Gesù questo proposito e affidalo all’intercessione della Vergine. Ringrazia il Signore per quanto ti ha dato. Domanda e prega per te, per i tuoi, per tutti, per la Chiesa, per i grandi problemi del mondo, per i “crocifissi”, chiamati a portare la croce di Gesù. Poi raccomandati a Maria, perché ti ottenga la perseveranza e la fedeltà nel mantenere il proposito fatto e “durante il giorno portate sempre il mistero meditato dentro l’oratorio del cuore e mirate in esso il dolce Gesù”. P. Alberto Pierangioli

Civitanova: 8 febbraio 2002. Solennità della Passione.

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Amici di Gesù Crocifisso

La prima figlia spirituale di san Paolo della Croce I - AGNESE GRAZI (1703 - 1744) Le prove e le incomprensioni Molti pettegolezzi si divulgarono tra la gente di Orbetello sull’improvvisa svolta della vita della figlia del capitano della guarnigione dei Presìdi. Lei sempre elegante e presente alle feste, ora esce di rado e solo per andare in chiesa e trattenervisi a lungo in preghiera. Cosa le sarà successo? Le indiscrezioni più strane la mortificano e la feriscono. P. Paolo la tranquillizza: “Bisogna turarsi le orecchie alle dicerie del mondo, non farne caso affatto, ma camminare in viva fede, servendo Dio con grande fedeltà. Le avversità, le burle, le derisioni, ecc. si devono ricevere con somma gratitudine verso Dio”. Incomprensioni perfino da parte dei suoi familiari, che non si capacitano del cambiamento totale della loro Agnese. Preoccupati, non comprendono la sua vita ritirata, le sue mortificazioni e specialmente i digiuni ed i sacrifici per ricevere la comunione e dedicarsi alla preghiera. Il papà è fortemente contrariato e non comprende più la figlia. Agnese ne soffre e ne parla al padre Paolo, che la illumina: “È ottimo obbedire al signor padre circa il comunicarsi e così farà gran sacrificio a Dio della sua volontà e manterrà la santa pace col suo signor padre, la cui intenzione sarà buona, e così deve credersi. Obbedisca in silenzio e vi stia in spirito avanti a Gesù Sacramentato, dalla sua camera”. Tutto trova senso ai piedi del Crocifisso, quando a lui può “offrire qualche goccia del patire”. Agnese

lo ascolta, si pacifica interiormente e si convince del significato profondo delle parole: “Si cibi della volontà di Dio, beva nel calice di Gesù ad occhi chiusi, senza voler sapere cosa vi sia dentro; basta sapere che il calice lo dà il dolce Gesù”. Pensieri che accendono di coraggio la giovane. Il suo padre spirituale Padre Paolo, fin dalla prima confessione di Agnese, nell’autunno 1730, percepisce di aver incontrato un’anima sincera, determinata a cambiare vita, decisa ad amare Dio al di sopra di tutte le creature. Ella chiede al santo di guidarla come padre spirituale. Paolo tentenna prima di capire se è questa la volontà di Dio, perché sa bene che dirigere le anime è una missione delicatissima in cui si richiedono dottrina, preghiera, esperienza e santità. Ed egli si crede inabile a un esercizio così nobile e divino. Infine, come ispirato, decide: “Servirò ben volentieri all’anima sua, con tutto quello zelo che mi ispira Dio”. Accetta prevedendo di fare di Agnese un’innamorata del Crocifisso, una vera passionista. Con lei sarà distaccato e dalle maniere spicciative, senza perdersi in lunghe chiacchiere e senza concedere troppa familiarità. Il suo principio nella direzione delle anime si basa sulla confidenza sconfinata in Dio per affrontare e superare le prove inevitabili: “Bisogna far loro animo e coraggio e farle camminare con gran confidenza in Dio: altrimenti non faranno cammino nella via della perfezione”. La lotta contro gli scrupoli

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Giacomo Cipriani: San Paolo della Croce dona il “segno” passionista ad Agnese.

Paolo vuole Agnese anima libera e senza dubbi: “Non voglio che abbia scrupoli, ma stia nella libertà dei figli di Dio. Si metta tutta nelle mani di Dio, tutta abbandonata in lui, come una nave senza vele e senza remi. Soprattutto le comando di cacciar via quegli scrupoli e stare sicura e quieta sopra la mia coscienza, che non v’è l’ombra di niente: li bruci, figlia mia, nel fuoco che arde in quella cella divina. Dio vuole riposarsi nel cuore pacifico e non turbato da scrupoli diabolici. Viva in Dio, si abbandoni in Dio e stia contenta solo con lui”. Agnese deve vivere nella certezza d’essere tanto amata dal suo Dio e non preoccuparsi d’altro. E lei sarà attenta alle indicazioni del suo direttore spirituale, obbedirà ai suoi suggerimenti: “Se si voltasse il mondo sotto sopra, mantenga la pace del cuore. Nessuno ci può separare da Dio se non il peccato. Agnese, stia forte e contenta in Dio che lui la libererà sempre da ogni male”. Soprattutto Paolo le infonde saldezza nelle afflizioni: “Nei suoi travagli, timori, tentazioni, di che dubita? Di che teme? Sta in braccio all’onnipotente e teme? Eh, via, bisogna che io dica: o figlia di poca fede, perché dubitate? Così disse Gesù a S. Pietro, quando temeva la tempesta del mare”. ( continua ) P. Mario D’Ippolito


Amici di Gesù Crocifisso

La santità è possibile in ogni vocazione La vera e le false “devozioni” Mia cara Filotea, tu vorresti giungere alla devozione perché sai bene, come cristiana, quanto questa virtù sia accetta a Dio. Di vera ce n’è una sola, ma di false e vane ce ne sono tante. Ognuno si crea la devozione secondo le proprie tendenze e la propria immaginazione. Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perché non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore; e mentre non se la sente di bagnare la lingua nel vino e neppure nell’acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcuno scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia. Un altro penserà di essere devoto perché biascica tutto il giorno una filza interminabile di preghiere; e non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose che la sua lingua rifilerà, per il resto della giornata, a domestici e vicini. Qualche altro metterà mano volentieri al portafoglio per fare l’elemosina ai poveri, ma non riuscirà a cavare un briciolo di dolcezza dal cuore per perdonare i nemici; ci sarà poi l’altro che perdonerà i nemici, ma di pagare i debiti non gli passerà nemmeno per la testa; ci vorrà il tribunale. Tutta questa brava gente, dall’opinione comune è considerata devota, ma non lo è per niente. La vera e viva devozione, Filotea, esige l’amore di Dio, anzi non è altro che un vero amore di Dio. Infatti l’amore di Dio si chiama grazia in quanto abbellisce l’anima, perché ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, in quanto ci dà la forza di agire bene; quando poi è giunto ad un tale livello di perfezione, per cui, non soltanto ci dà la forza di agire bene, ma ci spinge ad operare con cura, spesso e con prontezza, allora si chiama devozione. La devozione non soltanto ci rende pronti, attivi e dili-

genti nell’osservare tutti i Comandamenti di Dio, ma ci spinge a fare con prontezza e affetto tutte le buone opere che ci sono possibili, anche se non cadono sotto il precetto, ma sono soltanto consigliate o indicate. La vera devozione nei vari stati di vita Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Eppure queste stranezze capitano spesso e la gente di mondo, che non distingue, o non vuol distinguere, tra la devozione e le originalità di chi pretende essere devoto, mormora e biasima la devozione, che non deve essere confusa con queste stranezze. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto; quando contrasta con gli impegni di qualcuno è senza dubbio falsa. La santità è possibile in tutti gli stati di vita È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. S.Giuseppe, Lidia, S.Crispino vissero la perfetta devozione nelle loro botteghe; S. Anna, S. Marta, S. Monica, Aquila, Priscilla, nel matrimonio; Cornelio, S. Sebastiano, S. Maurizio nella vita militare; Costantino, Elena, S. Luigi, il Beato Amedeo, S. Edoardo sul trono. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla via perfetta. (Dalla “Introduzione alla vita devota”, parte 1, Cap. 3)

Civitanova: 8 febbraio 2002. Solennità della Passione.

San Francesco di Sales

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Amici di Gesù Crocifisso

INCONTRO RESPONSABILI abato 26 gennaio dalle ore 15.00 alle 18.00 si è svolto a Morrovalle un incontro tra i dirigenti del nostro movimento, i responsabili di alcune Fraternità e vari Amici più impegnati nella vita del gruppo. Principale motivo dell’incontro è stato puntualizzare meglio il discorso sul secondo incontro mensile che ogni Fraternità ormai è invitata ad attuare. Questo incontro sarà animato direttamente dai responsabili laici e deve servire soprattutto alla formazione dei membri. P. Alberto ha richiamato l’attenzione sull’articolo di prima pagina della rivista di gennaio, ricordando come il provinciale P. Fabiano Giorgini nel C. N. dello scorso ottobre ha sottolineato la necessità di crescere in una conoscenza sapiente, profonda ed affettuosa di Gesù Crocifisso per poterci considerare suoi Amici. Questo deve avvenire attraverso un processo di formazione iniziale e permanente per tutti, a livello personale e di gruppo, soprattutto per i responsabili, che devono poi fare da mediazione nella formazione di tutti i membri. Ricordando poi come esiste una ignoranza paurosa delle verità della fede, P. Alberto esorta tutti a leggere il documento del papa “Christifideles laici”, dove un intero capitolo è dedicato alla “Formazione dei fedeli laici”, vista da Giovanni Paolo II come una delle priorità della Chiesa, un diritto e un dovere per tutti i fedeli. Anche in questo documento si sollecita la formazione dei formatori per assicurare la formazione generale e capillare di tutti i fedeli laici anche attraverso i gruppi, le associazioni e i movimenti. Tutto questo ci fa capire maggiormente l’importanza del secondo incontro mensile. Gli obiettivi da raggiungere nella formazione degli aderenti al nostro movimento sono principalmente due: approfondire la conoscenza delle verità della fede, scopo raggiungibile con la partecipazione ai vari incontri proposti dal nostro calendario: ritiri mensili, esercizi spirituali. approfondire la spiritualità passionista, - a questo scopo sarà molto utile il secondo incontro come momento di dialogo e di conoscenza del nostro peculiare carisma. Piera fa notare la necessità che i responsabili laici incaricati di guidare questi incontri si preparino prima in maniera approfondita, avendo ben chiara almeno la traccia dell’argomento da affrontare nell’incontro. A questo scopo,

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dal numero di febbraio, le prime pagine della nostra rivista approfondiranno tutta una serie di argomenti specifici sulla spiritualità passionista. Le guide degli incontri potranno prepararsi su questi articoli, invitando gli iscritti a leggere prima gli stessi, per poter così sviluppare un vero dialogo di approfondimento. Naturalmente il discorso dovrà essere impostato in base al tipo di persone che intervengono al gruppo, facilitando l’intervento di tutti e cercando agganci con la vita concreta e personale di ognuno. All’inizio di ogni incontro ci sarà sempre un momento significativo di preghiera che non deve però diventare sostitutiva dell’incontro stesso. Passando poi a parlare della Peregrinatio Crucis, che prenderà il via nella Festa della Solennità della Passione, si ricorda a tutte le Fraternità che gli otto crocifissi della Peregrinatio saranno benedetti e consegnati alle prime famiglie nella Concelebrazione Eucaristica a Civitanova nella chiesa di San Gabriele alle ore 21.00, venerdì 8 febbraio. Le Fraternità che svolgeranno la P.C. quest’an-

Peregrinatio Crucis a Macerata.

no sono Civitanova, Macerata, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Recanati. Per concludere si passa a discutere delle Consacrazioni che si svolgeranno il 19 maggio e il 9 giugno. Si sente il bisogno di aiutare gli iscritti a capire meglio il significato della Consacrazione. Quest’anno si cercherà di avere dei criteri d’ammissione un po’ più seri, soprattutto per le perpetue, per evitare che qualcuno sottovaluti la scelta fatta. I responsabili delle Fraternità devono preparare al più presto un elenco dei candidati da proporre all’Assistente Spirituale. Si è suggerito, per l’ammissione alla prima Consacrazione, di non essere troppo “fiscali” nel sottolineare gli impegni che la Consacrazione stessa comporta, in quanto c’è tutto un cammino di crescita da compiere, di tre anni per arrivare alla perpetua in maniera consapevole. In questi pochi mesi che ci separano dalle Consacrazioni si svolgerà in ogni Fraternità qualche incontro informativo specifico sull’argomento. Deve inoltre essere sollecitata la presentazione delle domande d’ammissione da parte degli aspiranti.

Assemblea dei Passionisti italiani Sassone(Roma): 1 Febbraio 2002

La segretaria Coltorti Maria Grazia


Amici di Gesù Crocifisso

Solennità della Passione otto febbraio, venerdì che precede le Ceneri, abbiamo celebrato la festa solenne della Passione nella chiesa di san Gabriele dell’Addolorata a Civitanova Marche. Questa festa fu voluta da san Paolo della Croce, perché nel periodo di carnevale molte sono le persone che si perdono nel frastuono e nelle feste per l’eccessivo “volersi divertire”. Alle ore 21,30 il P. Alberto e tre suoi confratelli passioni-

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Solennità della Passione.

sti con il diacono Vito hanno concelebrato la S. Eucaristia. Avevamo qualche dubbio riguardo al numero dei partecipanti, perché era la prima volta che la festa si celebrava a Civitanova. Con nostra grande gioia, la partecipazione è stata molto grande: la chiesa si è riempita di almeno 300 Amici di Gesù Crocifisso e simpatizzanti, venuti con auto e pullman dai vari paesi limitrofi: Montecosaro, Morrovalle, Trodica, P.S. Elpidio, S.Elpidio a Mare, Recanati, Macerata, per partecipare a questa grande festa della Famiglia Passionista. Fa veramente piacere il costatare che, ogni volta che il movimento organizza delle manifestazioni, la partecipazione degli iscritti e simpatizzanti diventa sempre più massiccia. Anche questo può misurare il grado di maturità del movimento. La concelebrazione solenne ha avuto inizio con una grande attenzione da parte dell’assemblea. Le risposte erano corali e tutti si associavano ai canti animati dal coro parrocchiale e dai nostri fedelissimi Romeo e Laura, sempre pronti a seguire le nostre celebrazioni, affiancati anche da P. Aurelio. Le spiegazioni di P. Alberto sul significato e l’origine di questa festa tutta passionista ci hanno immerso nell’atmosfera giusta, che era quella di gran compenetrazione della Passione di Cristo, ma allo stesso tempo di gioia immensa per l’amore folle che il nostro Salvatore ci ha dimostrato. L’omelia di P. Alberto è stata convincente, non pesante, né retorica: ha suscitato commozione che mai si è smorzata, anzi è

stato un crescendo, un incalzare di sentimenti. Forse è solo un dettaglio, ma è indicativo: quando P. Alberto si è seduto dopo l’omelia, per dare modo ai presenti di avere qualche istante per riflettere su quanto ascoltato, c’è stato un silenzio totale, come se la chiesa fosse vuota. Per combinazione, perfino i bambini, che fino a quel momento i bravi genitori facevano fatica a tenere in silenzio, hanno taciuto. Al momento dell’elevazione abbiamo ringraziato il Signore per la chiamata particolare che aveva voluto fare a tutti i numerosi presenti; ma abbiamo pensato anche a tutti quelli che erano fuori della chiesa, a chi è lontano dalla religione oppure rimane solo ai margini e ai quali, noi Amici di Gesù Crocifisso abbiamo la precisa missione di testimoniare costantemente il nostro carisma particolare che è quello di “annunciare Cristo e Cristo Crocifisso”. In concomitanza con la Festa della Passione, come l’anno precedente, sono stati benedetti i crocifissi che nella Quaresima faranno la peregrinatio nelle case che vorranno accoglierli. Prima dell’inizio della celebrazione, i vari gruppi hanno consegnato i crocifissi, che, disposti dietro l’altare, erano veramente uno spettacolo da vedere! Lo scenario con le 8 croci ed il gioco di luci, che riflettevano la loro ombra, sopra il mosaico della Risurrezione, era semplicemente stupefacente, tutto ha concorso a creare un clima di fede e di rispetto verso la Solennità della Passione. Al termine della celebrazione P. Alberto ha chiamato i rappresentanti delle famiglie che per prime accoglievano i crocifissi nelle loro case. Ognuno ha abbracciato il suo ed è stato un momento di commozione, perché ancora una volta è il Signore che andrà a cercare le sue pecorelle, per ricordare loro, specialmente in questo tempo di Quaresima, il suo amore e il suo Sacrificio. Il programma con le tappe della “Via Passionis”, distribuito ai gruppi, servirà a far sì che tutti possano seguire spiritualmente le varie stazioni. Ciò contribuirà a sentirci tutti uniti sotto la Croce del Signore insieme con Maria. Perché questo grande movimento ed interesse spirituale nel periodo quaresimale? Per fare “grata memoria” della Passione di nostro Signore, come dice san Paolo della Croce e, sostando in preghiera e meditazione davanti al Crocifisso, giungere alla “perfetta adesione alla volontà del Padre” e ottenere la grazia di avere impresso nel nostro cuore “il dolore amoroso e l’amore doloroso” che Gesù ha avuto e accettato per noi. Iucci Piera e De Rossi Marvì

Civitanova: 8 febbraio 2002 Solennità della Passione.

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Amici di Gesù Crocifisso

TESTIMONIANZE Felici di essere iscritti “Roseto degli Abruzzi 01-01-02. Carissimo P. Alberto, la ringraziamo sinceramente per averci mandato lo statuto del movimento, con le rispettive pagelline; siamo contenti di esserci iscritti a questo movimento “Amici di Gesù Crocifisso”, perché è proprio a questo che semplicemente io e mia moglie Angela ci ispiriamo e vorremmo crescere in questa amicizia con Gesù. Cerchiamo di vivere nella quotidianità la spiritualità passionista, molto semplicemente in quanto devoti di san Gabriele dell’Addolorata, nostro protettore e in quanto abbonati al suo giornalino. Vorremmo anche chiederle di poter partecipare al ritiro mensile a Morrovalle”. Dozzi Gianni e Angela

Angeli silenziosi “Gli Amici di Gesù Crocifisso sono angeli silenziosi che ci aiutano a rimetterci in piedi quando le nostre ali non si ricordano più come si fa a volare!”. Giuseppe

Piango leggendo tante testimonianze “Spesso guardo il Crocifisso e dico: “Come sono lontana da te, Gesù. Tu hai accettato tutto per me e io non sono capace di accettare queste piccole difficoltà della giornata”. Tutti i giorni rinnovo la mia promessa di amore, insieme ai miei voti religiosi. Leggo tutto il giornalino degli Amici. Leggendo le testimonianze mi sento talmente piccola che ci piango spesso. Mi chiedo: perché io non sono capace di essere come queste persone generose?”. Una suora

La fonte che mi attira “A volte, guardando la piaga del costato di Gesù, mi perdo nella contemplazione del suo immenso amore per noi. È come se una calamita mi attiri a contemplare quelle labbra sanguinanti e aperte, che mi chiamano, mi attirano e colmano il mio cuore dell’acqua viva che sgorga da esso. È davvero una fonte che mi disseta. Il costato aperto di Gesù mi attira, lì voglio entrare, lì voglio rimanere, immersa in questo mare di amore”. Amica di G.C.

Civitanova: 8 febbraio 2002. Solennità della Passione.

Sono consacrata “Padre, devo ringraziarla di avermi consacrata a Gesù Crocifisso. Subito dopo la consacrazione non ho sentito nulla, salvo l’emozione del momento. Ora invece più passa il tempo più sento che Gesù mi è vicino. Quando le cose vanno male e sono triste e stanca, penso che sono “consacrata” a Lui e devo essere paziente e pregare di più, perché Gesù mi è vicino e non mi abbandona”. Maria

Civitanova: 8 febbraio 2002. Solennità della Passione.

Attenzione! Su internet è disponibile il 1° numero del nuovo foglio di Collegamento del MLP “NOTIZIA”, curato da Franco Nicolò e dal P. Alberto Pierangioli, nel sito: http://www.passionisti.org/mlp Convegno Nazionale del MLP: 27-30 giugno 2001, a San Giovanni Rotondo. Appena possibile faremo conoscere il programma e le condizioni per la partecipazione. Speriamo di ritrovarci in tanti! Giornata di Ritiro: Morrovalle: 3 marzo, 7 aprile, 19 maggio, 9 giugno. Fossacesia: per tutti i Gruppi di Abruzzo: 21 aprile Madonna della Stella, Consacrazioni e ritiro: 28 aprile. Ricordiamo al Signore i nostri Defunti: Miconi Aurelio di Macerata: 29-01-02 Bucci Giuseppe di Roccaraso: 01-02-02

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Sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta.


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