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mici di Gesù Crocifisso Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Crocifisso con Gesù l punto di partenza e il traguardo della spiritualità di san Paolo della Croce è la «partecipazione alla passione di Gesù». Il santo spiega innumerevoli volte che il dolore concreto, fisico o spirituale, dà all’uomo la possibilità di partecipare alla «croce di Cristo». Già nella prima pagina del suo diario parla della comunione con il Cristo crocifisso: «Per misericordia del nostro caro Dio desidero solo d’esser crocifisso con Gesù». Questo è come il programma e la chiave ermeneutica con cui interpretare la vita e il pensiero del fondatore dei passionisti. Anch’egli può ripetere con l’apostolo Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo. Vivo, ma non io, vive invece Cristo in me» (Gal 2,19-20). La partecipazione alla passione di Gesù S. Paolo della Croce. e la conformazione col Cristo crocifisso sono il tema centrale di tutto il diario del Santo. Il motivo più forte, che lo spinge a sopportare il dolore fisico e spirituale è il desiderio di diventare sempre più simile al Signore crocifisso, il quale «in tutta la sua vita non ha fatto altro che patire». Questo desiderio è talmente forte che egli ha il timore segreto che la sofferenza finisca.

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Ottobre 2002 – Anno III n. 10 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc T. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici

Dolore e amore a non è in sé il dolore che unisce l’anima a Dio, ma è l’amore con cui esso viene sopportato. L’amore che accetta il dolore è genuino e disinteressato. Il dolore è la «forma di decisione più profonda e più convincente dell’amore». Di questa unione intima tra dolore e amore il santo parla continuamente nel suo diario e nelle lettere. Soprattutto quando descrive gli effetti della contemplazione della passione di Gesù, egli richiama l’unione intima che c’è tra l’amore e il dolore. Il dolore spirituale e fisico non è per lui una disgrazia; egli vede nel dolore prima di tutto la possibilità di manifestare l’amore al Signore crocifisso, di diventare una cosa sola con Lui. Egli riconosce nel dolore la «croce di Cristo», che egli accetta, anzi porta gioiosamente, perché è la croce del suo Signore. Scrive: «So che dico al mio Gesù che le sue croci sono le gioie del mio cuore». La funzione purificatrice del dolore e la possibilità di aiutare Gesù a portare la croce sono i motivi che spingono il santo a scrivere: «Vorrei dire che tutto il mondo sentisse la grande grazia che Dio fa, quando manda da patire, e massime quando il patire è senza conforto, perché allora l’anima resta purificata come l’oro nel fuoco e diviene bella e leggera per volarsene al suo Bene...». Il desiderio di «essere crocifisso con Gesù» è il motivo più forte e più profondo per sopportare i dolori corporali e spirituali. Questo desiderio di unità con il Cristo crocifisso, è così forte che egli prega Dio di «non levargli mai i patimenti». Nella maturità, quando Paolo parla del dolore, sottolinea di più la meta alla quale l’uomo arriva quando rassomiglia al Cristo paziente. Nel 1743 completa così una celebre frase di Santa Teresa: «Credo che la Croce del nostro dolce Gesù avrà posto radici più profonde nel vostro cuore e che canterete: “Patire e non morire”; oppure: “O patire o morire”: o ancora meglio: “Né patire né morire”, ma solamente la totale trasformazione nel divin beneplacito». Il dolore, come la partecipazione alla passione del Signore, non è il fine del cristiano. Come Cristo stesso attraverso la croce è entrato nella gloria del Padre, così il cristiano per mezzo della «croce di Cristo» e l’accettazione della divina volontà raggiunge la perfetta unione con Dio, che è lo scopo della vita. P. Alberto Pierangioli

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Amici di Gesù Crocifisso

Meditazione della Passione secondo s. Paolo della Croce

VII – Pescare le perle: le virtù apprese dal Crocifisso “Pescare nel mare della passione di Gesù» roviamo un grande equilibrio nella dottrina spirituale di san Paolo della Croce; da una parte insiste senza stancarsi sul raccoglimento interiore e sul cammino mistico-spirituale e dall’altra richiede un serio esercizio delle virtù. Si può dire che un effetto essenziale delle “pene infuse” consiste nell’esercizio delle virtù, soprattutto di quelle virtù che più risaltano nella passione di Cristo. Per il Santo l’amore di Dio e del prossimo non è un semplice sentimento di benevolenza disimpegnata, ma è una forza che influenza decisamente il pensiero e l’azione dell’uomo. Se uno vive di questa forza basilare d’amore che prende tutto l’uomo, si dedicherà necessariamente anche all’esercizio delle “virtù”. Amore ed esercizio delle virtù, intese in senso cristiano, sono tra loro unite strettamente. L’amore dà alle virtù la “forza necessaria”; l’esercizio delle virtù diviene una “manifestazione necessaria” dell’amore. Un effetto essenziale dell’essere penetrati dalla passione di Gesù consiste nel risvegliare nell’uomo un forte desiderio di imitare le virtù del Signore sofferente. Così scrive il Santo, col suo linguaggio pieno di immagini: “Quando piace a Dio di concederle tale grazia, non può fare a meno di immergersi tutta nel mare della santissima Passione ed ivi fare gran pesca di perle e di tutte le gioie che sono le virtù dello Sposo divino appassionato, per adornarsi bene, per essere una vittima sacrificata in olocausto nel fuoco del Santo Amore” (L. I,336s). Interiorizzazione ed esercizio delle virtù per il Santo sono “corsie parallele” di un’unica via che conduce alla santità. In una lettera egli incoraggia la venerabile Lucia Burlini ad “essere umile, caritatevole con tutti, mansueta, paziente, aver buon concetto di tutti”, ma contemporaneamente le raccomanda di non trascurare il raccoglimento. Dopo averle spiegato come sia fruttuoso immergersi nel mare della passione di Gesù, continua: “In questo gran mare della santissima Passione, pescherete le perle di tutte le virtù di Gesù Cristo. Questa divina pesca nel gran mare delle pene del Figliuolo di Dio si fa senza partirsi dalla solitudine e dal silenzio interiore. Gesù v’insegnerà tutto, se sarete ben umile e morta a tutto” (L. II,725). In ultima analisi è l’amore, che Dio concede attraverso le “pene infuse” a colui che si immerge nel “mare della passione di Gesù”, che muove l’uomo e gli dà la forza per imitare le virtù di Gesù sofferente (L. I,489).

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La forza dell’amore amore è la forza basilare che sprona l’uomo alla pratica delle virtù. Così descrive questo rap-

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porto amore-esercizio delle virtù: “State nella cognizione del vostro nulla e siate fedele nell’esercizio delle sante virtù e massime in imitare il dolce Gesù paziente, perché questo è il gran colpo del puro amore” (L. II,440). La raccomandazione di “stare nella cognizione del vostro nulla”, fa vedere come i principi della dottrina spirituale del Fondatore si completano tra di loro e culminano nella mistica della passione. Nella stessa lettera egli parla, in rapporto alla croce di Gesù, del completo abbandono alla volontà di Dio, anzi della “totale trasformazione nel divino beneplacito”. In un altro scritto si chiarisce ancora meglio l’intreccio dei singoli temi nella dottrina spirituale del Santo e la forte centralità del suo pensiero nella passione del Signore. Prima di tutto parla dell’umiltà di fronte a Dio: un “nulla” che si deve perdere nel “tutto” di Dio che è amore. Alla fine spiega dettagliatamente come l’anima deve assoggettarsi alla “morte mistica” per poi “rinascere in Gesù Cristo nostro Signore”. Egli descrive poi l’effetto di questa “rinascita dell’anima”. “E se in tal solitudine, è rinata a nuova vita deifica, che vuol dire vita santa, lo Sposo Divino vi porta a pescare nel mare della santissima sua Passione; pescate pure, figliuola, lasciatevi penetrare tutta dall’amore e dal dolore, e fate vostre le pene di Gesù” (L. II,725). Nelle lettere di Paolo della Croce non c’è solo il richiamo alla passione di Gesù, ma vi sono anche altri temi come principi caratteristici della sua dottrina spirituale. Tuttavia la centralità della passione è l’origine e il punto di arrivo del suo “progetto mistico-spirituale”: il Signore sofferente e crocifisso ha una tale importanza nella vita e nel pensiero del Fondatore dei passionisti che la sua mistica della passione caratterizza senza confronti la sua “via spirituale”, una via che egli stesso percorse per tutta la vita e che propose anche agli altri come la via migliore, anzi “unica”. P. Alberto Pierangioli

Secondo Corso di E.S. San Gabriele: 19-24 agosto.


Amici di Gesù Crocifisso

II - S. MARIA GORETTI, MARTIRE DELLA PUREZZA Nel centenario del suo martirio: 6 luglio 1902 - 2002 fine aprile, Luigi avverte uno strano malessere. Pensa a una influenza di stagione. Si mette erza di 6 fratelli, passa la fanciullezza come tutti gli a letto. Ma il medico scopre che è malato di malaria, con altri bambini. E’ educata cristianamente in una famipolmonite e meningite. Luigi sta lottando contro la morglia povera ma ricca di serenità e di pace, insieme agli altri te. Il parroco di Cisterna, portando i conforti religiosi, figli. La mamma stessa insegna ai piccoli le preghiere. Matrova Maria e i fratellini a pregare per il babbo. “In quella ria approfitta degli insegnamenti per trasmetterli ai fratellioccasione la vidi premurosa verso il padre e notai che inni. La chiamano Marietta, ragazzina di indole buona e docivocava la Madonna per aiuto del padre stesso”. Luigi cale, accettata e benvoluta da tutti. pisce che la morte è vicina e riPurtroppo un giorno il propriepete: “Io muoio. Assunta; devi tario del podere di Pregiagna di tornare al paese!”. Domenica 6 Corinaldo preavvisa i Goretti maggio 1900, Luigi, uomo lache alla scadenza non avrebbe borioso, marito encomiabile, rinnovato il contratto di mezpadre affettuoso e premuroso, zadria. S’immagini la situazioconvinto cristiano, cessa di vine: la famiglia Goretti, sei pervere, ucciso dalla terribile masone, genitori e 4 figli sarebbelaria, sotto gli occhi dell’inconro rimasti senza lavoro e senza solabile Assunta e tra le lacrime tetto. Luigi, il papà buono, non di Marietta e dei 4 fratellini. si scoraggia e rassicura subito: Viene portato al cimitero di “Dio sempre provvede!”. Conca sopra un carro da lavoro, Nell’ottobre 1897, Luigi e Astirato dai buoi. Racconta Angesunta con i figli partono da Colino, il figlio maggiore: “Monrinaldo per Paliano (Fr). Si statato sul carro, io custodivo la biliscono in località Colle cassa per non farla cadere quanGianturco. E qui poco dopo do il carro sobbalzava; Marietta giungono Giovanni e Alessane i fratelli più piccoli seguivano dro Serenelli, padre e figlio, tutti a piedi scalzi”. La nidiata è anch’essi marchigiani e si asorfana del papà, l’avvenire si sociano ai Goretti. La domeniintravede tanto difficile. ca si recano a messa in paese o Assunta coraggiosamente prena s. Procolo, in una chiesetta de il posto del marito nel lavoro non molto distante dal convendel terreno con i Serenelli. Mato dei Passionisti. Proprio un rietta, decenne, deve pensare a sacerdote passionista vi celebra governare la casa. Spiega la La famiglia Goretti. la messa, così mamma Assunta mamma: “A Ferriere, dopo il ha occasione di conoscere i primo anno, morì mio marito ed Passionisti, che un giorno io continuai la società col conavranno tanta parte nella glorificazione della sua Marietta. senso del padrone, assumendomi il lavoro di mio marito e Sembra procedere tutto normale, invece nel febbraio lasciando in casa, in mia vece, la piccola Maria per le fac1899 si arriva ad un improvviso “guasto per colpa del Secende domestiche”. Principalmente deve “guardare i fratelrenelli padre” che litiga forte col padrone, racconta mamlini e le sorelline”. ma Assunta. Il padrone licenzia il Serenelli e la famiglia “Mamma, Goretti. In fretta e furia bisogna di nuovo risolvere il problema del lavoro; si recano nelle Paludi Pontine per chiequando faccio la comunione io?” dere lavoro al conte Attilio Mazzoleni, che risponde: “Venite anche subito. Lassù avete mangiato polenta e pae preghiere e la recita di più rosari al giorno non ne di granturco; qui mangerete pane di grano”. Avrebbero bastano a Marietta. Desidera Gesù, vuole fare a trovato pure una grande casa in muratura ed un contratto tutti i costi la prima Comunione. Un giorno chiede : a mezzadria. Mettono insieme la poca roba e partono per “Mamma, quando faccio la comunione io?”. Risposta: la “cascina antica”, a Le Ferriere, vicino Nettuno. La “ca“Cuore mio, come la puoi fare, se non sai bene la dottriscina antica” è il casolare riservato ai coloni che coltivana? Non sai leggere, non ci sono soldi per farti il vestito, no il grosso podere delle Paludi Pontine. Marietta ha 9 le scarpe, il velo; non hai un minuto di tempo libero, c’è anni. In questa zona vivrà la famiglia Goretti con i Seresempre da fare...”. Niente la trattiene: “Mamma, ma così nelli sino al giorno della tragica fine della figlia. non la faccio mai! A Conca c’è sora Elvira che sa leggere. C’è pure don Alfredo che viene la domenica. Sbrigo la faccende e così mi lasci andare a Conca”. La morte del papà Marietta insieme col fratello Angelo comincia a recarsi quasi ogni giorno a Conca per la preparazione alla Prima allegria chiassosa dei piccoli Goretti fa scoppiaComunione. E’ pronta. ( continua ) re di gioia il cuore dei genitori. La distesa dei P. Mario D’Ippolito campi di grano verde fa sperare un buon raccolto. Ma a

“Dio sempre provvede!”

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Amici di Gesù Crocifisso

III - MEDITANDO LA PROMESSA DI AMORE “Mi dono totalmente a te e mi abbandono fra le tue braccia”.

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uesta è la condizione essenziale: donarsi totalmente a te e accettare la tua volontà su di noi con la certezza che essa è sempre per il bene nostro. Abbandonarsi fra le tue braccia è ritrovarsi sulla croce con te con in cuore la sicurezza, la pace e la gioia che la tua presenza, la forza e la fedeltà del tuo amore ci trasmette. Le tue braccia inchiodate alla croce sono sempre aperte, spalancate in un invito verso tutti gli uomini: venite a me voi tutti, affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò. “Fa di me quello che vuoi”. Sì Signore, anche questo è un desiderio, un bisogno che tu hai messo nel mio cuore. Piacerti, essere come tu mi hai pensata fin dall’origine del mondo, procedere sempre più in questo cammino di conversione, di trasformazione per potermi trovare al tuo cospetto santa e immacolata nell’amore. Questa è opera tua Signore, da parte mia rinnovo ad ogni istante l’intenzione, il desiderio di cibarmi della tua volontà. “Gesù mio crocifisso, ti amo, abbi pietà di me peccatrice”. Ti amo, Signore! Per tua grazia oso dirti questo pur sapendo che questo mio amore per te è tanto piccolo e misero. Se alzo Fiorella si consacra a Gesù Crocifisso. gli occhi a te crocifisso, vedo ancora di più la piccolezza del mio amore. Spesso questo amore che mi spinge verso te è frenato dalle mie passioni, dal mio amor proprio ed egoismo. Mi vedo sempre più nella mia debolezza spirituale; vedo, proprio guardando te, la potenzialità di male che c’è in me. Vorrei morire a me stessa e al mondo, ma nello stesso tempo una parte di me cerca di resistere e a volte si risente nell’essere trattata male. Vorrei seguire le tue orme sulla via della croce per morire e poi rinascere con te a vita nuova, ma troppe volte ancora mi fermo, mi stanco e anche mi ribello; allora posso solo dirti: “abbi pietà di me”. Mi inginocchio ai piedi della croce e non dispero, ma mi rifugio nel tuo amore misericordioso. E’ strano, ma è anche molto bello, vengo a te nella mia incapacità ad amarti, nella mia realtà di peccatrice, e tu, anziché rimproverarmi o punirmi, mi accogli nel tuo cuore e mi consoli, mi riempi del tuo amore e mi inviti a ripeterti sempre più spesso: “Gesù mio ti amo”. Più lo dico e più il cuore si riempie di dolcezza: ancora una volta sei tu a fare tutto, Signore! “Maria, Madre mia dolcissima, con la tua materna intercessione, aiutami ad essere sempre fedele a questa mia promessa d’amore e fammi morire d’amore fra le tue braccia materne. Amen”. Essere sempre fedele alla promessa d’amore; perseverare

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in questo cammino di santità che ci fa crescere nell’amore, come quantità e come qualità. La perseveranza, l’impegno costante, quotidiano nella preghiera è la parte che spetta a noi. Tu, Mamma, rimani sempre accanto a noi e aiutaci a trovare il tempo per rientrare in noi stessi ed incontrare il Signore, conoscerlo ed amarlo. Nonostante la predilezione di Dio per te, hai percorso la nostra stessa strada e in essa hai perseverato nella preghiera, nella ricerca di Dio e della sua volontà. Sei cresciuta nella fede, nella speranza e nell’amore. Solo così hai potuto affrontare la passione del tuo Figlio e la tua passione, con amore, obbedienza e offerta totale. Hai spalancato il tuo cuore al Signore, ciecamente, senza voler capire o vedere, accettando tutto, credendo solo nella sua immensa bontà, sapienza e onnipotenza. Insegnaci ad essere come te, Mamma, abbandonati fra le braccia di Dio, intenti a nutrirci del suo amore e della sua volontà. Mamma, aiuta tutti gli Amici a bruciare d’amore per Gesù, ad avere la sua passione impressa nel cuore e nella mente e a divenire testimoni ed annunciatori dell’Amore crocifisso per noi e per tutti gli uomini. Amen. Coltorti Maria Grazia

La vita è bella! Maria Grazia e i suoi gioielli.

Tanti auguri e benedizioni ai fiorellini sbocciati nelle famiglie dei nostri Amici: Ludovico di Letizia e Gianfranco (Piediripa MC)

Barbara di Maria Grazia e Fabio (Montecosaro MC)

Edit Fabiola di Roberta e Paolo (Morrovalle MC)

Lavinia di Emilia e Gianluca (Morrovalle MC)

Elisabetta di Stefania e Buatti (Brescia)


Amici di Gesù Crocifisso

Il luogo - il modo - il tempo

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o notato che S. Paolo della Croce conclude spesso le sue lettere dicendo: “Lo abbraccio nel Cuore purissimo di Gesù e nel petto immacolato di Marita; …nel costato purissimo di Gesù; …la lascio nel Cuore purissimo di Gesù; ...racchiudendola nel Cuore di Gesù” ecc. Volendo approfondire il significato di questi saluti, ho riflettuto che quei saluti non potevano essere solo un modo di dire, ma che avessero un significato molto più profondo. Prima di tutto, a causa di quel ripetere nel cuore di Gesù, nel cuore di Maria, ho cominciato a pensarli come un luogo, ed un luogo sicuro, dove augurare di trovarsi spiritualmente tutti, anche se fisicamente lontani, diversi per condizione, età e quant’altro. Un luogo di facile accesso, perché aperto, anzi squarciato o trafitto. Un luogo dove, se ci siamo rifiutati di entrare, possiamo poi farlo, se vogliamo, in qualunque momento, perché saremo accolti! Ho poi riflettuto sul come entrare; di grande aiuto è stata la lettera che S. Paolo scrisse a P. Francesco Antonio Appiani, perché in sintesi descrive quale deve essere il nostro atteggiamento di fronte a tanto amore di Dio: “Prima di terminare la lettera devo raccomandarle una grande devozione al Sacro Cuore di Gesù, la quale si pratica come segue: deve visitare spesso il SS. Sacramento, specialmente quando non vi è nessuno, poiché tali visite gli sono più gradite. Deve apparecchiarsi con sentimenti di profondissima umiltà e contrizione. Deve domandare a Gesù l’ingresso nel suo Cuore Divino, e subito entrarvi in spirito. Ivi deve amare quella infinita bontà, lodarlo e ringraziarlo di tutto ciò che ha fatto e fa per noi, massime di averci dato la sua Santissima Vita in cibo in quel gran sacramento di amore, sacrificandosi in olocausto alla Divina Maestà, sopra quel sacratissimo altare del suo Cuore Divino, e lasciandosi abbruciare da quelle sacre fiamme, che ardono in quel dolcissimo Cuore”. Infine ho considerato il tempo. Chi ha vissuto qualche anno come me, non stenta a ritenere che, dichiarazioni del tipo per sempre oppure mai sono molto rischiose perché tutte le cose o i sentimenti in questo mondo possono cambiare, perché relativi a qualche altra cosa. Nella mia vita ci sono stati più volte dei cambiamenti talmente radicali ed imprevedibili, che se un giorno non avessi incontrato il Signore, mi avrebbero portata al disfattismo più assoluto, alla totale incredulità, soprattutto riguardo alla capacità umana di provare dei sentimenti. Ciò che guarì il mio cuore fu l’apprendere che Dio mi aveva sempre amata e che potevo sempre contare su di Lui. In una lettera ai religiosi, S. Paolo scrive: “Vi abbiamo abbracciato con la maggiore tenerezza ed affetto possibile nel Cuore SS. di Gesù dove vi abbiamo riposti tutti per sempre, rimirarvi ed amarvi in esso tutti i giorni di nostra vita e speriamo anche in eterno”. Avevo aggiunto al mio modo di parlare e di intendere espressioni come ”mettersi alla presenza di Dio” oppure “ai piedi della Croce”; aggiungerò ora anche “ritroviamoci nel Cuore di Gesù e di Maria”, perché mi sembrano i migliori posti dove incontrarsi e trattenersi in unione di spirito. Piera

Lettera agli Amici “Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4, 14).

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arissimi Amici, non ci conosciamo, ma facciamo parte della stessa famiglia di Dio, come figli adottivi, fratelli di Gesù Cristo e Amici di Gesù Crocifisso per vocazione. Quindi avere un rapporto con tutti voi non crea imbarazzo. “L’Amico” con cui abbiamo stretto amicizia ci ha attirati a Sé da una Croce e ci ha invitati a fare un cammino di Amore. Nella “Promessa di Amore” troviamo un programma di vita personale e un aiuto a vivere insieme sotto la stressa tenda, alla luce e calore dello stesso amore, ma tutto dipende dalla nostra collaborazione alla grazia ricevuta. Le riunione delle Fraternità e dei Gruppi Famiglia ci stimolano a cercare la perfezione dell’amore. Prima o poi tutti abbiamo capito che per amare Gesù Crocifisso dobbiamo credere fortemente al suo Amore per noi! Fatto questo primo passo, possiamo dire di avere iniziato a rispondere alla chiamata del Signore. Da questo deve iniziare un cammino nuovo e deciso verso l’Amore infinito e misericordioso del Signore. Egli ci ha accettato così come siamo per renderci come a Lui piace. È un lavoro da fare in due: più riceveremo, più sentiremo di dover dare a Lui e ai fratelli. È una gara come avviene anche in una vera amicizia umana. L’amicizia porta poi anche alla imitazione. Quella di Dio ci trasforma in Lui con la potenza dell’amore. Mentre l’attrattiva del Crocifisso tocca il nostro cuore e ci rende simili a Lui. La nostra Promessa di Amore diventa dono e legame per amare di più e sentirci amati da Lui. Cari Amici, lasciamoci amare da Lui e impareremo ad amare tutti, anche i nostri nemici. La nostra vita si trasformerà giorno dopo giorno, perché avendo accettato questo scambio, il Crocifisso sarà sempre il nostro maestro e modello. Questo secondo gradino dell’amore ci impegna alla conversione, cercando in Gesù la forza per superare ogni difficoltà, vincere in ogni lotta contro il nostro amor proprio. Il Signore ci conceda di fare tesoro di quanto ci ha fatto capire, per arrivare a un sereno e fiducioso abbandono in Lui e trovare la pace del cuore. Ve l’auguro di tutto cuore. Amica di Gesù Crocifisso Gruppo di Amici a San Gabriele.

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Amici di Gesù Crocifisso

ECHI DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI Per essere più vicina a tante famiglie

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l tema degli Esercizi Spirituali di quest’anno, “La Sacra Famiglia e la famiglia oggi”, è stato di grande interesse anche per me che, essendo consacrata, non vivo in famiglia ma in comunità. Approfondire questo tema è stato molto utile perché mi permetterà di essere vicino a tante famiglie con una consapevolezza maggiore di alcune problematiche e soprattutto con strumenti spirituali più efficaci per essere loro di aiuto. Nella mia vocazione di consacrata tutte le creature umane diventano la mia famiglia e il mio amore a Dio si estenderà al prossimo senza riserve e sarà un amore sempre disposto al perdono, come ha fatto Gesù, perdonando senza porre limiti alla sua misericordia. Franca

Il costo dell’amore

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o partecipato agli Esercizi Spirituali dal 19 al 24 agosto presso il Santuario di S. Gabriele. Il tema trattato, “La famiglia oggi”, lo ritengo fondamentale per tutti, single, fidanzati, sposi, vedovi, suore, sacerdoti e consacrati (tali erano i presenti), tutti abbiamo sentito un vero interesse per questo tema. Nel lavoro di gruppo ci siamo sentiti tutti d’accordo su quanto il nostro assistente spirituale ci proponeva nelle varie catechesi. La famiglia è una vocazione e missione che viene da Dio, basata sull’amore, sul sacrificio, sul perdono, sull’educazione cristiana dei figli. Soprattutto abbiamo capito meglio che la sola cosa che Dio ci ha insegnato e che comprende tutto è la parola “amore”. Siamo ripartiti ricaricati, pronti a mettere in pratica questi insegnamenti, ognuno nella propria situazione, consapevoli del “costo dell’amore”. Maria Luisa Esperienza indimenticabile e fruttuosa

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o frequentato per la prima volta un corso di “Esercizi Spirituali” presso il santuario di San Gabriele. Proprio in questo santuario, un anno fa, mi sono avvicinata a Gesù Crocifisso, aderendo agli “Amici di Gesù Crocifisso”. Vivere per cinque giorni insieme ad altri “Amici”, provenienti da luoghi diversi, è una espe-

Dora offre un ricordo degli Amici dell’Umbria ai nuovi consacrati: 24 agosto 2002.

rienza indimenticabile; venire a conoscenza di situazioni difficili mi ha aiutato a capire e accettare meglio le mie prove. Già al termine del secondo giorno sono giunta alla conclusione che non sono i miei problemi ad essere gravi e insostenibili, ma che il mio vero problema è il poco amore per il prossimo più vicino. San Paolo della Croce ci dice: “Se vi lamentate delle vostre croci, delle vostre sofferenze, voi non sapete che cos’è il soffrire. La via più breve per arrivare alla santità è perdersi interamente nell’abisso delle sofferenze del Salvatore”. Dialogare e confrontarsi con altri, aprirsi senza ipocrisie serve a rafforzare in modo positivo il nostro rapporto con la famiglia e con il gruppo, aiuta a dare con gioia il nostro amore a tutti, specialmente ai più vicini, che sono sempre più esigenti. La famiglia è il fulcro dal quale si diramano infiniti spunti per riflessioni che arricchiscono il nostro amore, come diceva san Paolo della Croce: “L’amore insegna tutto, perché la Passione con i suoi amarissimi dolori è opera di un amore infinito”. In questi giorni ho imparato meglio a pregare insieme agli altri, ad ascoltare con attenzione le angosce e le preoccupazioni degli altri. L’intensa preghiera comunitaria mi ha aiutato a tamponare le mie paure e a rafforzare la mia fede. Il confronto aumenta la consapevolezza delle nostre debolezze e ci aiuta a superarle. Da questi “Esercizi” sono tornata a casa rinvigorita nella fede e con più forza per accettare le prove della vita, che ora non mi sembrano più impossibili da superare. Maria Teresa La famiglia che prega insieme non va mai in rovina

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Roberto di Copparo FE - si consacra a Gesù Crocifisso: 24 agosto 2002.

cco alcuni pensieri che maggiormente mi sono rimasti nel cuore dopo gli Esercizi Spirituali. La famiglia che prega e ama Dio respira aria di cielo e cammina nella santità. Dove c’è Dio non manca niente, perché Dio è un Padre pieno di amore, che pensa sempre al bene dei figli. Dio amore insegna l’amore e il perdono in famiglia: “Se non ami tua moglie, tuo marito, tuo fratello che vedi, non puoi amare Dio che non vedi!”. Se in famiglia c’è l’amore e la fede, queste virtù vengono trasmesse anche ai figli. Se la famiglia vuole essere unita, deve dialogare molto, imparare a perdonarsi, rispettarsi, portare l’uno i pesi dell’altro, pregare insieme, fare tutto insieme. La famiglia che prega insieme non va mai in rovina. Giuseppe


Amici di Gesù Crocifisso Due momenti importanti

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li esercizi spirituali al santuario di S. Gabriele hanno segnato due momenti importanti della mia spiritualità: il primo cinque anni fa, quando, diventando Amica di G. C., dopo lunghi anni di allontanamento da Lui, ho scoperto la grandezza dell’amore di Cristo; il secondo quest’anno, quando per la prima volta mi sono consacrata a Lui. È stato questo un momento di grande commozione, in cui mi sono sentita sopraffatta dal suo amore per me e al tempo stesso dal senso della mia inadeguatezza. Il percorso verso quella santità a cui siamo chiamati mi appare meno difficile se sarà Gesù a guidarmi, a suggerirmi coerenza e perseveranza nei comportamenti, a rendermi generosamente disponibile liberandomi da ogni egoismo. Amare Gesù è quanto mai semplice: come si può non amare chi ha dato la vita per salvarti? Difficile è superare l’egoismo che impedisce alla natura umana di elevarsi più vicina a Dio, ma io spero che quella scintilla divina che è in me cresca e avvampi sempre più forte. Io non sono niente, è vero, ma l’amore di Gesù e per Gesù mi rende partecipe, in qualche modo, della sua grandezza e questa convinzione mi apre a grandi speranze. Fiorella M.

Sandro e Letizia si consacrano a Gesù Crocifisso: 17 agosto 2002.

Davanti al Santissimo esposto

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ignore, a volte cerco di riflettere se quello che faccio è a Te gradito, soprattutto quando mi è faticoso farlo e vado avanti per quel senso del dovere inculcatomi dai miei genitori o per alleviare la fatica di chi mi è vicino, perdendo di vista quello che dovrebbe essere lo scopo principale: quello di offrirlo a Te, che hai voluto, dopo anni di attesa, dimostrarmi più volte che non ti sei mai dimenticato di me. Ti prego, Signore, illuminami con il tuo Spirito e rendi quello che faccio migliore e le mie intenzioni un po’ più perfette. “Sia su di me la tua volontà Signore, mio Dio, rafforza per me l’opera delle mie mani”. Usa per i tuoi disegni quello che faccio, anche se con tutte quelle caratteristiche che lo rendono limitato, imperfetto, sottoposto alle passioni umane. Se ti dico: “Signore, voglio mettere a tua disposizione la mia vita”, so che non sono sincera, che mi lascio attirare da tante cose inutili, a volte dannose, ma Tu, nella tua bontà, accettalo come un sincero moto dell’anima, un desiderio che solo con il Tuo aiuto posso realizzare.

Mi hai chiamata a “cooperare alla Tua opera di salvezza”, a lavorare in questo Movimento. Fa che la Tua Grazia, anche attraverso me, possa arrivare a quanti si avvicinano ad esso, perché spinti dal desiderio di esserti più vicini, dalla necessità di dare un significato alle loro sofferenze, prendendo Te Crocifisso come modello. Sono tanti i cuori feriti che “in silenzio” gridano aiuto e, dopo aver cercato invano altrove, arrivano a Te. Aiutami a trattare tutti con grande considerazione, ad amarli proprio per quelle caratteristiche che possono renderli noiosi: devo apparirTi tanto noiosa io, ricadendo sempre nelle stesse mancanze ed infedeltà! In questi giorni di Esercizi, qui, davanti a Te Eucaristia, ho trovato la forza e la necessità di dirti tutto questo, sapendo che con Te non devo trovare forme particolari per parlarTi, tutto sai di me. Grazie Signore. Amica di G. C. Vorrei essere una buona samaritana

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razie Gesù per avermi guidata fino a questa ambita meta, di avermi insegnato ad amare il prossimo, di avermi inculcato il bisogno quotidiano di cercarti nella preghiera e nell’Eucaristia. Questa sete di Te, o Gesù, mi dà la forza di dedicarmi con gioia a tutte le occupazioni quotidiane, mi fa vedere con altri occhi le croci mie e quelle altrui; riesco a portare conforto a chi mi sta vicino ed ad apprezzare di più quello che mi succede, sia nel bene che nel male. Ogni attimo della mia vita è una continua offerta a Te. Spesso durante la giornata ripeto questa giaculatoria: “Gesù mio, Gesù buono, a Te mi offro, a Te mi dono”. Il tuo esempio ha acceso in me il desiderio di aiutare più concretamente i sofferenti, soprattutto i disabili e i malati cronici; vorrei essere una buona samaritana o cirenea. Durante la catechesi di P. Alberto ho appreso l’importanza della comunione dei santi, so che non debbo fare mai nulla di male, perché ogni mia azione influenza sia in positivo che in negativo questa immensa armonia e la preghiera deve essere il mio pane quotidiano. Un po’ di ansia me la mette questa Consacrazione Perpetua; è più di un matrimonio, è per sempre; non si può dire di no a chi ha dato tutta la sua vita per te, a chi si è caricato dei tuoi peccati, a chi ti consola e ti fa vedere la luce nel buio della vita, a chi ti prende e ti vuole sempre in qualunque stato tu sia. Aiutami Gesù mio Crocifisso. Rita

“Giovani Amici” pregano per i genitori consacrati: 17 agosto 2002.

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Amici di Gesù Crocifisso

TESTIMONIANZE Nascono nuovi gruppi

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ingraziamo Gesù Crocifisso, che ci ha dato la possibilità di iniziare l’ora di preghiera anche presso i due gruppetti di Pietransieri e Rivisondoli AQ. Per quanto riguarda Pietransieri, pur essendo favorevole il parroco Don Renato, il 24 giugno ho preferito iniziare a casa della signora Giovanna Rita, che con grande disponibilità si é messa subito a nostra completa disposizione. Ne ho ringraziato vivamente il Signore. Eravamo solo in sette, ma sicuramente cresceremo. La prossima settimana, è previsto il secondo incontro. Il 2 luglio, alle ore 15,00, insieme a mia moglie, ci siamo incontrati con il gruppo di Rivisondoli, presso il piccolo Santuario della Madonna Della Portella. È stato un incontro meraviglioso. Abbiamo subito ringraziato la Santissima Vergine per la grazia concessaci di essere nella sua Casa per questa ora di preghiera e di meditazione. La prossima volta l’incontro è fissato per il 3I luglio sempre alle ore 15.OO. Giovedì spetta a Roccaraso. Dopo la nostra ora di preghiera, alle 18.3O avremo la S. Messa in piazza, in onore di S. Pio. Gesù mette a posto tutte le cose. Non rimane che ringraziarLo. Riccardo

bra che dica: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno!”. Questo episodio è uno dei primi in cui Gesù Crocifisso si è fatto presente concretamente nella mia vita. Mi conferma che il cammino iniziato con gli Amici di Gesù Crocifisso è quello che Dio vuole da me. Olga Una nuova amica felice da Teramo aro Padre, sono molto felice di essere entrata a far parte della vostra grande famiglia e di essere stata accolta da lei in maniera così fraterna. Vivo a Teramo con i miei genitori anziani. Sentivo che mi mancava qualcosa di importante. Da quando ho incominciato a frequentare il santuario di San Gabriele la mia vita si è trasformata, di conseguenza anche i miei rapporti con il prossimo sono migliorati. Per questo non smetterò di ringraziare il Signore e i religiosi passionisti. Ma ancora non bastava. Quando ho incontrato lei, con i suoi consigli e la sua pace nel cuore, mi sono indirizzata verso una vita migliore. Di questo ringrazio Gesù in ogni istante. L’ultima volta lei mi ha consegnato un modello di iscrizione per unirmi alla grande famiglia degli “Amici di Gesù Crocifisso”. Non perdo tempo a iscrivermi, perché da molto tempo desideravo far parte di un movimento importante per la mia vita spirituale, per scoprire meglio le meraviglie che ruotano intorno a Gesù Crocifisso, apprendere la maniera migliore di collaborare con Lui e intraprendere un cammino di fede e di santità. Desidererei partecipare alle vostre riunioni; purtroppo non ne vedo nella provincia di Teramo. Perché?... Nella mia parrocchia non c’è nulla di tutto questo. Noi giovani siamo un po’ trascurati. Quindi tendiamo a disperderci e spesso restiamo all’oscuro di tante meravigliose iniziative. Mi piacerebbe conoscere la date dei vostri corsi, per potervi partecipare. Arrivederci a San Gabriele”. Simona

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La storia misteriosa di un Crocifisso aro P. Alberto, mi è venuto in mente un episodio che solo ora capisco: è la storia di un Crocifisso. Nel lontano 1994 (anno della prima effusione del RNS), andando a trovare un’anziana zia a Fabriano, notai nella sua camera un Crocifisso antichissimo e bellissimo; quando glielo dissi, lei sorrise e mi rispose: “È lì da sempre! Sei entrata in questa camera almeno mille volte, da quando eri bambina! Sono contenta comunque che lo hai notato, perché è un Crocifisso che io considero miracoloso; era dei miei nonni, che mi hanno raccontato che ha salvato loro la vita in diversi momenti durante la guerra e ci tenevano molto”. La zia sapeva del cammino di fede che avevo intrapreso nel RNS e della mia conversione avvenuta qualche anno prima. La sera di quello stesso giorno la zia mi disse: “Senti, Olga, ora io tolgo il Crocifisso da lì e lo chiudo nel cassetto; se i miei due figli non ne notano la sparizione, è tuo!”. Non sapevo che cosa dire; non lo avevo chiesto, ma annuii. Trascorso l’anno io non le chiesi più nulla. A Natale del 1995 la invitai a passare le feste a casa mia; accettò e per Natale lei mi regalò quel Crocifisso. Non avevo parole. Nessuno, né i suoi figli, né le sue nuore si erano accorti del Crocifisso mancante. Ora è di fianco al mio letto; il Cro“Giovani Amici” felici per i genitori che si consacrano a Gesù Crocifisso: 17 agosto 2002. cifisso guarda verso il cielo e a me sem-

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Ritiri Mensili a Morrovalle: 13 ottobre, 10 novembre, 15 dicembre. Vedi la nostra rivista e altre notizie degli Amici: http://www.passionisti.org/mlp/amici

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Sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta. P. Alberto Pierangioli


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