http://www.amicidigesucrocifisso.org/wp-content/uploads/2010/04/2003-04

Page 1

A

mici di Gesù Crocifisso Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

La Santità del quotidiano

no dei pregiudizi difficile a morire è l’idea che la santità sia fatta di cose grandi, eccezionali, fuori dell’ordinario. Provate a leggere una biografia non recente di qualsiasi santo, anche il più semplice e “ordinario”, e vedrete quanto sforzo fa l’autore per ricercare nel santo qualche fatto straordinario, magari ampliando, stiracchiando fatti per sé molto ordinari. Per molto tempo non si è concepito un santo che in vita non avesse avuto qualche visione, qualche dono straordinario, che non avesse fatto una profezia, un miracolo, che non avesse fatto penitenze straordinarie, gesti eroici ecc. Ma il Papa, nella sua Lettera per il Nuovo Millennio ci ha ricordato che i santi sono “cristiani che si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita” e che la santità è “la misura alta della vita cristiana ordinaria”. Lo “straordinario” della santità non sta nelle azioni che essa richiede, ma nella “misura”, nel modo, nella intensità con cui vengono compiute. La santità sta nella volontà, nel “cuore”, nell’amore con cui vengono compiute anche le azioni più ordinarie della vita. Dio non guarda il “quanto”, ma il “come”; prima di esaminare le nostre azioni, guarda le nostre intenzioni: perché le facciamo e come le facciamo. I piccoli e continui atti di amore, i sacrifici nascosti di ogni giorno, le continue offerte delle azioni più ordinarie innalzano alla santità più di un atto eroico isolato. Quando sulla tomba di san Gabriele dell’Addolorata, dopo 30 anni dalla morte, incominciarono a fiorire i miracoli più straordinari, diversi confratelli che lo avevano co-

U

Aprile 2003 – Anno IV n. 4 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc T. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici

nosciuto si chiedevano stupiti: “Ma che cosa ha fatto di straordinario questo giovane, morto a 24 anni, dopo poco più di 5 anni di vita religiosa?”. Il suo santo direttore, il venerabile P. Norberto Cassinelli, rispondeva: “Questo giovane ha lavorato Chiesa di S. Gabriele di Civitanova: con il cuore”: è la 28/2/2003: Festa della Passione e santità dell’ordinario, benedizione delle Croci della la santità delle picco“peregrinatio”. Mons. A. Trasarti presiede la solenne concelebrazione. le cose, la santità dell’amore. Un altro esempio eccezionale lo abbiamo in santa Teresa del Bambino Gesù. La piccola grande santa ricorda che quando pensava ai santi, le sembrava di essere un “granello di sabbia” di fronte alla montagna. Allora il Signore le fa scoprire “la piccola via dell’infanzia spirituale”: la santità del bambino, delle piccole cose, del quotidiano. Diceva alle sorelle: “Non vi aspettate cose straordinarie nel momento della mia morte: tutto sarà ordinario, perché tutti possano imitarmi”. Per questo insegnamento è stata proclamata “dottore della Chiesa”. Anche il modello passionista che ci è proposto in questo mese, il beato Pio Campidelli, è un santo del “quotidiano”. Scrive un suo biografo: “Pio viene proposto come modello di generosità, di amore alle piccole cose, di vita interiore pienamente appagante. Una vita fatta all’apparenza di niente, ma è tutto un poema di semplicità e interiorità. Una pagina scritta attingendo al vocabolario della vita quotidiana, un inno cantato con le note alla portata di tutti. Pio ha tessuto il ricamo della sua santità con i fili di gesti usuali riempiendoli di amore. Pio vive lo straordinario di una vita ordinaria”. (Cf. P. Di Eugenio: “Sotto la croce”). Ecco la santità vera di tutti i tempi, alla portata di tutti. P. Alberto Pierangioli


Amici di Gesù Crocifisso

Un fiore di Romagna: B. Pio Campidelli Santi sono come i fiori, ci sono le rose che fanno bella mostra di sé, a maggio, nei giardini e sulle terrazze; ci sono le violette nascoste che fanno sentire il loro soave odore. Uno di questi è il beato Pio Campidelli. E’ il terzo di cinque figli; nasce in Romagna, a Trebbio di Poggio Berni, il 29 aprile 1869, con il nome di Luigi, chiamato poi familiarmente Gigino. Il battesimo lo riceve lo stesso giorno in cui è venuto alla luce. I genitori Giuseppe Campidelli e Filomena Belpani sono contadini. E’ una famiglia tranquilla dedita al lavoro dei campi, timorata di Dio. Con loro vive anche lo zio Michele, detto “Bertoldo”, al quale ogni tanto scappa qualche bestemmia. Gigino rabbrividisce al sentirlo e prega per lui; anche in convento pregherà spesso per “zio Bertoldo” e il Signore gli darà la gioia di sapere che lo zio non bestemmia più. Partecipa alle feste del raccolto; va con la famiglia a messa la domenica, e parla con la mamma della predica che hanno appena ascoltato. A 5 anni fa la cresima e a 10 la prima comunione. È un ragazzo come gli altri, ma buono. Prega molto, per tutti, per il babbo morto quando Gigino aveva sei anni. Va a messa tutti i giorni, facendo cinque chilometri a piedi; tornato a casa, fa catechismo ai compagni. Qualcuno lo critica giudicandolo troppo bigotto, i più lo apprezzano e lo tengono in grande stima. Soprattutto la mamma si occupa di queste buone inclinazioni, lo sostiene e chiede consiglio al fratello Don Filippo. Si mostrano contenti e stanno a vedere. Intanto arrivano in paese per le missioni i passionisti dal vicino Santuario della Madonna di Casale presso S. Arcangelo. Gigino ha 10 anni, va ad ascoltarli insieme alla mamma e ne rimane attratto. Una voce interiore gli dice dentro che deve diventare passionista e lui aderisce con gioia. Confida il suo desiderio al superiore, ma purtroppo le sue richieste non possono essere accettate prima di 14 anni. Il due maggio 1882 parte per il convento; il 27 dello stesso mese veste l’abito religioso. Solo sei mesi resterà lon-

I

Santuario della Madonna di Casale e B. Pio Campidelli.

2

tano dalla sua terra come novizio a San Eutizio di Soriano al Cimino. Tornerà poi a Casale per gli studi ginnasiali e teologici in preparazione al sacerdozio. È un novizio e uno studente modello, si fa apprezzare per il suo profondo raccoglimento, la sua modestia, l’obbedienza, la compostezza esterna ed interiore. È molto devoto della Madonna. Purtroppo, per lui che è gracile di costituzione, nel 1888 compaiono i primi sintomi della tubercolosi, che lo porterà a morte. È la malattia di tanti giovani santi del tempo. Pio accetta di morire con docile obbedienza alla volontà di Dio, “offrendo la propria vita per la chiesa, per il Papa, per la congregazione, per i peccatori, per la sua diletta Romagna”. Saluta la mamma che va a trovarlo, con queste semplici parole: “Coraggio, mamma! Ci rivedremo in paradiso!”. Muore in un a estasi di amore il 2 novembre 1889, a 21 anni e mezzo. Il 17 novembre 1985 Giovanni Paolo II° con una cerimonia trasmessa in mondovisione lo ha dichiarato beato e dice di lui: “Nell'anno internazionale della gioventù è elevato alla gloria degli altari fratel Pio di San Luigi, un giovane che, come “sale saporoso”, ha dato la vita per la sua terra, per il suo popolo. Fratel Pio ha trovato il valore fondamentale della sua vita religiosa proprio nel dono di se stesso. Questo tratto essenziale della sua fisionomia interiore apparve ai testimoni specialmente nel momento della morte, quando, con piena conoscenza della sua prossima consumazione si andava offrendo a compiere perfettamente il suo sacrificio per uniformarsi alla volontà del suo Dio. Fin da fanciullo aveva percepito l'attrazione alla preghiera, alla liturgia, all'istruzione religiosa e, sostenuto dal buon esempio della famiglia, vi aveva aderito con entusiasmo. Entrato nella Congregazione dei Passionisti, vi trovò il clima favorevole per sviluppare l'aspirazione dominante di vivere in unione con Dio nell'intimo di sé e per prepararsi a coinvolgere gli altri in questa esperienza appassionante nell'esercizio del ministero sacerdotale. Al sacerdozio, però, non poté arrivare perché Dio lo chiamò a sé all'età di 21 anni. Nel voto particolare dei Passionisti di fare continua memoria della passione, morte e risurrezione di Gesù, egli seppe coinvolgere totalmente la propria vita, realizzando così la missione della vocazione specifica della sua famiglia religiosa. Proveniva da gente povera, aveva salute fragile, intelligenza normale; ma non ritenne sfortuna, né sentì come una frustrazione la sua povertà e il suo limite; realizzò, invece, il massimo di sé. Così fu vero «sale della terra» per quanti lo conobbero da vivo, e «sale» continua ad essere per quanti avvicinano la luminosa testimonianza del suo esempio”. E’ la vera santità del quotidiano. La santità straordinaria di una vita ordinaria. Francesco Valori


Amici di Gesù Crocifisso

III - La passione di Gesù nell'esperienza mistica di santa Maria Faustina Kowalska Dal dolore all’amore uor Faustina era tra queste anime che, nel quotidiano e silenzioso nascondimento, muoiono d'amore per Dio e i fratelli. Ascoltiamola: "Sperimentavo spesso nel mio corpo la Passione del Signore sebbene ciò non fosse visibile all'esterno; di questo sono contenta, perché Gesù vuole così. Ma questo durò per un breve periodo. Quelle sofferenze accesero nella mia anima il fuoco dell'amore per Iddio e per le anime immortali. L'amore sopporterà tutto; l'amore andrà oltre la morte; l'amore non teme niente". Il fuoco dell'amore divino provoca nell'anima l'ardente sete di donarsi, di consumarsi e, allo stesso tempo, la strana sensazione di vivere tale offerta in modo sempre imperfetto: “Se guardo, Gesù, la Tua Passione, io non faccio quasi nulla per salvare le anime”. E il Signore, quasi a consolarla per concederle la forza della perseveranza, le rispose: "Sappi, figlia Mia, che il tuo quotidiano silenzioso martirio nella totale sottomissione alla Mia volontà, conduce molte anime in paradiso, e quando ti sembra che la sofferenza oltrepassi le tue forze, guarda le Mie Piaghe, e t'innalzerai al di sopra del disprezzo e dei giudizi degli uomini. La meditazione sulla Mia Passione ti aiuta a sollevarti al di sopra di tutto”.

S

La vera partecipazione alla Passione L a logica divina, comunque, pur nella sua chiarezza e semplicità, implica, da parte dell'anima, una sottile e delicata attenzione, perché si compia non il volere dell'anima stessa, ma la volontà di Dio. Anche Suor Faustina ha dovuto imparare questo. In alcuni momenti le sembrava assurdo il modo di fare di Gesù, presentava a Lui le sue lamentele, ed Egli, con amorosa pazienza, non si stancava di impartirle le sue divine lezioni. Ecco quanto Faustina annota: "Oggi mi sentivo abbastanza bene ed ero lieta perché pensavo di fare l'ora santa. Quando ho iniziato l'ora santa, in quello stesso momento le mie sofferenze fisiche sono talmente aumentate, che non sono stata più in grado di pregare. Passata l'ora santa, sono cessati anche i miei dolori e mi sono lamentata col Signore perché desideravo tanto immergermi nella Sua amorosa Passione e le sofferenze non me l'hanno permesso. E Gesù allora mi ha risposto: “Figlia Mia, sappi che se ti faccio provare e conoscere più profondamente le Mie sofferenze, è una Mia grazia, ma quando provi l'offuscamento dell'intelletto e le tue sofferenze sono grandi, allora partecipi vivamente alla Mia Passione e ti rendo completamente simile a Me. A te tocca sottometterti alla Mia volontà, specialmente in quei momenti, più che in qualsiasi altro”. Quando le facoltà umane sono completamente annientate, allora l'anima, pur non essendone sempre cosciente, prende parte alla vita dello Sposo, ed in questo caso, dello Sposo Crocifisso. Compiere la volontà divina è il

fine per cui l'uomo è stato creato e per cui può essere immesso nella vita che va oltre l'umano. Ma, nel giardino dell'Eden, l'uomo ha voluto distaccarsi dal suo Creatore per tentare di vivere nella sua autosufficienza. È questo il grande peccato che da allora si insinua nella storia dell'umanità. Le intenzioni di Suor Faustina erano ben lungi da questo: Dio era Vita della sua vita. Ella, infatti, desiderava annientarsi per il suo Dio e condividere la sua stessa sete d'amore per le creature. Onore e gloria della Passione D ocile alla grazia divina, per mante-

nere costante la sua unione profonda col Datore della vita, non ha fatto grande fatica per trovare il mezzo più adatto: l'umiltà. Mediante questa potente arma, ha raggiunto il Cuore di Dio che, ricco di tenerezza, le ha assicurato la sua particolare predilezione e, in forza della purezza del suo amore, non ha esitato a definirla “onore e gloria della sua Passione”. “Una volta il Signore mi disse: “Il Mio Cuore è stato scosso da tanta compassione per te, bambina Mia carissima, quando ti ho vista ridotta a brandelli dal gran dolore che provavi, mentre deploravi i tuoi peccati. Ecco, io vedo il tuo amore così puro e sincero, che ti do la precedenza fra le vergini. Tu sei l'onore e la gloria della Mia Passione. Vedo ogni umiliazione della tua anima e nulla sfugge alla Mia attenzione. Innalzo gli umili fino al Mio trono, perché così voglio”. Sr. Francesca D. Ligurgo CP

3


Amici di Gesù Crocifisso

La formazione dei laici passionisti Sintesi e rilettura in chiave laicale per gli Amici di Gesù Crocifisso della “Relazione del Superiore Generale, P. Ottaviano d’Egidio, al Sinodo Generale passionista tenuto nel 2002 nella Corea del Sud”. Introduzione l nostro Dio è il Dio della speranza e della vita, che ci invita a prendere il largo e ci indica la strada per una vita piena, fatta di amore da ricevere e da offrire. Il Capitolo generale ha invitato i passionisti ad acquisire la mentalità del Crocifisso, ad avere i suoi occhi ed il suo cuore nel guardare le persone e gli eventi del mondo. Il tema scelto per questo Sinodo Generale è la Formazione. L’obiettivo è quello di approfondire i valori essenziali per la formazione passionista, da tenere presenti per delineare le linee pratiche che stimolino tutta la Famiglia Passionista a prendere coscienza che la formazione iniziale e permanente è una priorità in questo momento di inizio del terzo millennio. S. Paolo della Croce riuscì ad intuire i piani di Dio, perché poggiava la sua vita su una fede solida e si affidava a Dio e alla potenza del suo Spirito. Anche noi, con semplicità ed umiltà, vogliamo vivere questa esperienza di discernimento della volontà di Dio per il futuro della Famiglia Passionista. “Prendi il largo!” (Lc 5, 4). Non possiamo sottrarci a questo invito, anche se rispetta la nostra libertà.

I

La Formazione Secondo le Costituzioni passioniste “il primo formatore è Dio”. È necessario allora collaborare con Lui, perché Egli possa svolgere la sua opera in ciascuno di noi per la formazione permanente ed iniziale. È pertanto indispensabile eliminare quanto può ostacolare l’opera educatrice di Dio. Illuminante è la parabola del Seminatore: la semente, la parola di Dio, può cadere sulla strada del nostro spirito indurito dai troppi percorsi umani, può cadere sul terreno sassoso, tra le spine dei nostri affanni ed infine sul terreno buono, dove la semente produce il cento, il sessanta, il trenta per uno. L’azione di Dio è la parte attiva; a noi è richiesta la disponibilità, aprirci alla sua azione, lasciare che la sua presenza cresca in noi e ci educhi alla vera vita e ad essere spiga ricolma di grano. La parola di Dio, se

4

Gli Amici di Gesù Crocifisso celebrano la festa della Passione presso la Chiesa di S. Gabriele a Civitanova: 28/02/2003.

cade in terreno buono, ha una straripante forza vitale in sé, è il granello di senape che diventa albero, è poco lievito che fermenta una grande massa. I responsabili della formazione devono sentirsi collaboratori di Dio che forma e porsi su un piano particolare. “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma Dio ha fatPadre Ottaviano Egidio superiore generale to crescere… Siamo colladei Passionisti boratori e voi siete il campo di Dio” (1Cor 3, 6-7). Non può esserci autentica formazione senza una convinta dimensione spirituale, con l’importanza essenziale data alla preghiera, alla scelta di Dio, a un atteggiamento contemplativo nella vita quotidiana. È responsabilità degli animatori curare e verificare la formazione spirituale degli iscritti e delle comunità. Nella formazione è necessario lavorare per formare “uomini di Dio”. Per questo gli itinerari formativi non possono essere improvvisati, come non si improvvisano i formatori. Per quanto riguarda il rapporto con Dio, occorrono direttori spirituali ben preparati, una graduale e seria educazione alla vita di preghiera, ascolto della parola di Dio, lectio divina, lettura degli scritti del nostro Fondatore e di scritti specifici sulla Passione di Gesù, ecc. I Responsabili devono preoccuparsi della formazione iniziale e permanente, disposti a ridimensionare gli impegni per avere il tempo necessario per la vita spirituale. I valori umani Un elemento fondamentale per la formazione cristiana è una solida formazione ai valori umani; senza di essi sarebbe vana e superficiale ogni altra formazione. È come la casa costruita sulla sabbia (Mt 7, 27). E per valori umani si intendono la lealtà, la sincerità, la giustizia, la correttezza, la pietà, la generosità, l’altruismo, la misericordia. Non è rara la mancanza di uno o più di questi valori base che devono essere supporto al cammino spirituale; spesso i cristiani sono accusati di viverli con una certa disinvoltura e addirittura a non rispettarli per motivi pseudo-spirituali. Il terreno è buono quando è ricco anche di valori umani, perché l’humus è favorevole alla crescita della semente-parola di Dio. Non è facile il compito dei formatori soprattutto nel discernere la capacità dei nuovi aderenti di capire e accettare la nostra spiritualità (in particolare per coloro che chiedono di fare la consacrazione). Spesso soggetti privi di questa capacità frenano o annullano il processo formativo e se perseverano rendono la vita comunitaria


Amici di Gesù Crocifisso difficile. Nel discernere l’idoneità di un aderente non ci si deve constatare solo il desiderio di aderire, ma è necessario riscontrare i segni concreti di idoneità al nostro cammino. La capacità di vivere con impegno la vita fraterna in un gruppo è essenziale. Per essere testimoni credibili non bastano la vita e l’impegno personale. La gente guarda il nostro modo di vivere insieme da fratelli la stessa vocazione; cerca segni, modelli, testimoni che sappiano stimolare, incoraggiare e dare fiducia. La nostra forza non sta nella molteplicità di iniziative, ma nella trasparenza dei rapporti tra noi.

Chi ha speranza non si rassegna al male, all’ingiustizia. Non dobbiamo appartenere alla grande massa di persone che dissentono dal male, ma non fanno nulla per eliminarlo. Diceva Martin Luther King: “Non mi fa paura il rumore chiassoso dei violenti quanto il silenzio compiacente delle persone oneste”. I laici passionisti debbono essere formaPiancatelli Ada ti a vivere e testimoniare il nostro carie Grassetti Gino, di Macerata, Amici di Gesù sma: uomini del calvario e della tomba Crocifisso, festeggiano vuota. Nei vari campi della cultura, delil 50° di matrimonio. le esperienze in situazioni di ingiustizia La dimensione mistica e passionista e povertà e nella evangelizzazione porBisogna concentrarsi sulla parola di Dio, curare la tiamo questa nostra specificità. Il nostro carisma è per qualità della preghiera e creare un clima favorevole la vita che nasce dalla morte di Cristo e dalla morte di allo scambio delle proprie esperienze di fede. Non posnoi stessi in Lui. È una chiamata a seguirlo nella totalità, siamo nascondere le ferite spesso presenti nella vita fracon tutto se stessi, fino alla sua morte e risurrezione in un terna: chiusure, difficoltà a stabilire relazioni di condiunico mistero pasquale. visione della nostra vita, atteggiamenti individualistici e di auto-isolamento che ostacolano la piena parteciIl mistero del Crocifisso e dei “crocifissi” pazione alla vita di gruppo e indeboliscono la capacità Gesù sulla croce, nella sua follia d’amore, crede che la di assumere gli impegni comunitari. L’esperienza più sua morte sia un progetto di vita. È responsabilità pasformativa per un nuovo aderente è la condivisione del sionista unire il mistero di Gesù con quello di persone e cammino di fede e di fraternità. Incontriamo Gesù uno volti, di circostanze e luoghi che costituiscono una Via nell’altro. È una grande sfida che dobbiamo affrontare Crucis quotidiana, dove Cristo vive e soffre in tante con umiltà e determinazione. Quando si è sprovvisti della nostre sorelle e fratelli: nei piccoli e nei poveri, nei di“dimensione mistica” e della “fraternità”, la vita resta seredati e negli infermi, nei carcerati e nei perseguitasterile e muore anche la capacità di fare discepoli. ti, nei senza tetto e senza patria. Anche oggi la Passione Soltanto una relazione profonda con Dio può permetterci di di Gesù rivive nella sofferenza di molti popoli. interessare altri fedeli e di attirarli alla nostra vita. Esistono Le Costituzioni passioniste, al n. 65, dicono: “Noi passiopoi molte difficoltà del mondo in cui viviamo, quali la senisti facciamo del mistero pasquale il centro della nostra colarizzazione, il consumismo, lo svuotamento dei valori vita. Ci dedichiamo con amore alla sequela del Cristo e il relativismo esasperato su tutto. Ma la nostra speranza crocifisso e ci disponiamo ad annunziare con spirito di poggia in Cristo vincitore della morte e del peccato. fede e di carità la sua Passione e morte non solo come Dobbiamo formare il cristiano evangelico, come ha fatevento storico del passato, ma come realtà presente nella to Gesù con gli apostoli, con l’insegnamento e con la vivita degli uomini che “sono crocifissi oggi” dall’ingiuta. L’esempio dei formatori e delle comunità formeranno stizia, dalla mancanza del senso profondo dell’esistenza i laici a noi vicini. Formare l’uomo evangelico è per i umana e dalla fame di pace, di verità e di vita”. laici passionisti formare l’uomo del Vangelo della PasOccorre infine l’impegno di tutti per far conoscere la sione. Una formazione che nasce e si alimenta quotidianostra vocazione e spiritualità passionista. Ma quale è namente della Passione di Gesù e del Mistero Pasquale, la percentuale degli aderenti che s’impegnano in questo che diventa la ragione della sua vita. Una formazione che campo? Questa animazione deve essere compito di tutti porta ad essere segni della “Memoria Ritrovata” che ci coloro che credono nella “vocazione passionista”. fa schierare sempre dalla parte delle vittime e ci permette la scoperta quotidiana della “vocazione passionista”. Uomini del Calvario e della Tomba vuota La formazione ci deve far diventare uomini che vivono la Passione e amano la speranza della Resurrezione, capaci di rispondere a coloro che ci chiedono ragione della nostra speranza. Il servizio della speranza è il massimo servizio che possiamo offrire all’umanità di oggi. L’uomo ha appreso con dolore che non si può vivere senza speranza. È nostro compito comunicare questa virtù superando pessimismo e paure, partendo dalla croce, anticipando e preparando “cieli nuovi e terra nuova”. La comunità passionista, per essere comunità di speranza, è chiamata a “tenere alta la luce della vita” (Fil 2, 15).

Angela Ciccalè, una delle prime Amiche di Gesù Crocifisso, festeggia i 90 anni il 22 febbraio 2003.

5


Amici di Gesù Crocifisso

Da Amica a Sposa di Gesù Crocifisso Emanuela di Civitanova, Amica di Gesù Crocifisso, ci ha lasciati per entrare nella Fraternità Francescana di Terlizzi. E’ la quinta “Amica” che entra nella comunità del P. Pancrazio. Emanuela ci ha inviato questa bella testimonianza, che riportiamo. A lei i nostri auguri e le nostre preghiere. P.A. non decida di prendere la strada della consacrazione! utto concorre al bene di coloro che amaSono contenta di continuare a ricevere il giornalino degli no Dio”. Dopo il periodo di profonda criAmici, così mi sento un po’ più vicina a voi e mi tengo si, ho finalmente trovato la pace, la sereanche informata su tutte le attività e iniziative. Appoggio nità. Quella pace che soltanto Dio riesce a trasmettere. pienamente il progetto dei Non mi mancava niente: una fa“Piccoli e Giovani Amici”, miglia serena, un lavoro, tanti perché credo che sia un mezzo anici, i gruppi di preghiera, la per coinvolgere anche i più piclibertà di fare le mie scelte… coli e serve a gettare quel seme Eppure c’era un vuoto che non che germoglierà poi nel tempo. si riusciva a colmare. L’estate Ho qui nella mia camera il Croscorsa intuivo che “Qualcuno” cifisso della mia consacrazione mi stava chiamando ma non voa Gesù Crocifisso e ogni volta levo rispondere, non accettavo che lo guardo penso a tutti voi. l’idea di potermi consacrare al Il mio cammino è iniziato con Signore, ma cercavo comunque voi e anche se ora sto seguendo di fare luce nella mia vita. Una un altro carisma, siamo sempre serie di ritiri, compreso quello legati al “Sommo Bene”. di agosto con gli “Amici di Sto sperimentando in questo Gesù Crocifisso” al santuario periodo la potenza della gioia. di S. Gabriele, mi hanno portaIl Padre è Gioia, il Signore è to a maturare la mia scelta, fino Gioia, lo Spirito è Gioia. Insea dare una totale disponibilità al rirsi nella loro vita significa enSignore per attuare la sua votrare nella loro gioia, infatti la lontà su di me. Ad ottobre ho gioia della fede e la gioia della detto liberamente il mio sì ed croce è la strada regale per ora sono quattro mesi che sono giungere a Lui e permettergli postulante nella Fraternità di crescere in noi. Buon viagFrancescana di Betania. Voglio Emanuela si consacra a Gesù Crocifisso gio a tutti. ringraziare P. Alberto per la sua Santuario di S. Gabriele: 17-08-2002. Emanuela disponibilità e l’aiuto datomi nei momenti bui, come pure per la tua assidua preghiera. Santificarsi nella sofferenza Un grazie anche a tutto il gruppo delle famiglie degli Caro P. Alberto, da qualche giorno ho ricevuto una lettera “Amici di Gesù Crocifisso” di Civitanova che sono stati i molto affettuosa e gradita della mia cara amica Rosa con primi strumenti nelle mani di Dio per riavvicinarmi alla il foglio della catechesi del 2 febbraio: “Santi da laici: fede e poi con la loro fraterna amicizia mi hanno accomsantificarsi nel mondo per santificare il mondo”. L’ho pagnato in questo viaggio magnifico alla scoperta del Siletto attentamente e riflettendo ho pensato: come vorrei gnore, mi hanno appoggiato nelle mie scelte e oggi mi che tutte le famiglie osservassero e sperimentassero le tesostengono con la loro preghiera. stimonianze di tante sante persone e i consigli di P. AlIl Signore sta operando in me grandi cose; è tutto grazia berto. Mi hanno colpito le frasi sul concetto di Santità nei sua se riesco a vivere continuamente nella gioia, riuscenvari stati in cui spesso ci troviamo, ma uno dei modi più do a lodarlo anche per le cose che non vanno come vorrei efficaci che io sento in questo momento è il santificarsi io. Non ho nessun rimpianto, nessuna nostalgia; i giorni nella sofferenza, perché come lei dice… è una chiamata a mi volano, è come se stessi qui da sempre e quindi riesco seguire più da vicino Gesù Crocifisso e un partecipare a vivere nella quotidianità senza problemi, senza sentire con Lui alla salvezza del mondo. l’esigenza di uscire dalle mura, tutto quello di cui ho biLa fede e la preghiera, l’affidamento sincero alla volontà sogno lo trovo qui. di Dio aiutano certamente a superare le prove della vita, Un punto debole però ce l’ho e sono i miei bimbi, i “Picanche se qualche volta sembra che il Signore non ci coli Amici di Gesù Crocifisso di Civitanova”, che mi ascolti, ma Lui è sempre là a dare forza e speranza per mancano terribilmente; li porto sempre nel cuore e prego accettarle e superarle ogni giorno per tutti loro, affidandoli alle cure materne Maria Morlacco della Mamma Celeste e chissà che qualcuno un giorno

“T

6


Amici di Gesù Crocifisso

Adozione Spirituale È questa un’adozione spirituale? aro P. Alberto, ti racconto dei fatti della mia vita che forse solo adesso posso leggere in modo più chiaro. Stiamo parlando in questi giorni di “adozioni spirituali”: io posso testimoniare l’efficacia di ciò. Devo

C

Festa della Passione: Mons. A. Trasarti presiede la solenne concelebrazione: 28/02/2003.

partire da lontano quando, giovane sposa con due figli, fummo trasferiti a Civitanova. I primi tempi mi sentii piuttosto spaesata: ambiente nuovo, niente amicizie vere. Conobbi poi la famiglia di un amico di mio marito che mi attirò per la sua semplicità, sempre pronta ad accogliermi e ad accorrere in caso di bisogno. Ci fu poi il periodo della separazione da mio marito. Lontana dai miei familiari, fu un tempo molto difficile e doloroso, con lo sbandamento che ne seguì, la religione messa da parte e solo passeggeri richiami alla fede, in caso di bisogno. Gli obbiettivi che mi prefiggevo e che raggiungevo mi davano una soddisfazione passeggera; poi mi sentivo ancor più insoddisfatta. La moglie del detto amico di mio marito continuò ad essere una presenza stabile pur senza essere invadente. Nel frattempo lei aveva cominciato a frequentare un gruppo di preghiera che, evidentemente, rafforzò la sua fede. Dopo tanto dimenarmi e tante delusioni, arrivai al punto di intuire che fosse necessario un cambiamento di vita, ma non sapevo come. Poi accadde una cosa, tu forse ricorderai: la mia amica una sera mi prese appuntamento con te. Venni a parlarti, ma il mio parlare tra singhiozzi e disperazione, diventò una vera e propria confessione. Il Signore aveva deciso che fosse tempo che uscissi dal mio stato e usò quell'amica per realizzare il suo piano. Quello che mi chiedeva il Signore era un cambiamento talmente radicale che il solo pensarlo mi toglieva il respiro. Mi sembrava un salto nel buio: sapevo a che cosa dovevo rinunciare, ma non quello che avrei trovato. Sicuramente da parte mia ci fu un atto di fede che il Signore volle premiare, ma ci fu anche (oggi ne sono sicura) un’adozione spirituale che mi sostenne. All’inizio del nuovo cammino spirituale camminai in fretta, ci fu tanto entusiasmo e tanta voglia di conoscere più profondamente il Signore. I cambiamenti che andavo facendo, anche se richiedevano una certa fatica, erano compensati da tanta gioia interna. Poi mi ritrovai a percorrere vie strette ed in salita. Provai di nuovo ribellione, mi veniva la voglia di comportarmi come avrei fatto

qualche anno prima, ma poi, non sapevo come, quando ero al limite, cambiavo improvvisamente atteggiamento. Che cosa mi ha aiutato in quei momenti? Ho sempre saputo di persone che hanno pregato per me. Ne ho sentito nettamente il beneficio e la cosa mi ha riempito di gratitudine; ma proprio in questi giorni, in cui si sta parlando di adozioni spirituali, la mia amica mi ha rivelato che in tutte le sue preghiere (e lei prega molto) mi ha sempre tenuta presente; ho avuto allora la percezione di aver avuto in tutti questi anni un sostegno particolare su cui non contavo. Il suo aiuto con la preghiera è stato perseverante, continuo ed efficace. Lei ha continuato ad ascoltare i miei sfoghi, i miei progetti, anche quelli più azzardati, ma soprattutto ha continuato a pregare per me. Secondo te, è questa una vera e propria adozione spirituale? Piera Certo, come puoi dubitarne? P. Alberto.

Abbiamo un bellissimo rapporto o letto con attenzione la lettera di Piera con il suo commento. Non nascondo che è da molto tempo che penso a qualche cosa di simile. Mi spiego: in un primo momento avevo pensato che il gruppo che va a trovare l’ammalato per pregare, avrebbe potuto anche donare un’ora la settimana a turno per aiutare praticamente la persona “crocifissa” in alcuni suoi bisognosi. Questo tipo di proposta l’avevo fatta nel gruppo di Tina Trifirò a Marvi, ma il trasferimento di Tina a Montecosaro ha sciolto il gruppo. Adesso con Lilia Ottavini, una volta al mese andiamo a trovarla e Lilia le fa i capelli essendo una ex parrucchiera. Ora sto pensando ad un’altra cosa simile. Nel nostro gruppo ci sono diverse persone anziane, io che non ho “crocifissi” in casa, visto che i miei genitori e suoceri sono morti giovani, posso essere adottata da una anziana del nostro gruppo che ha 85 anni, vive sola, va soggetta a depressione. Io potrei aiutarla, accompagnandola a fare la spesa, farle compagnia se non può uscire, portarla a Morrovalle, cosa che già faccio regolarmente; ci accorderemo poi tra noi, visto che già abbiamo un bellissimo rapporto. Naturalmente la persona anziana che adotta una più giovane si impegnerà a sostenerla con la preghiera. Olga

H

Festa della Passione: Il Gruppo del canto.

7


Amici di Gesù Crocifisso

AMICI NEWS

Solennità della Passione

I

l 28 febbraio abbiamo celebrato la Solennità della PasFesta della Passione: consegna sione di Gesù nella chiesa di S. Gabriele dell’Addolorata delle Croci alle Famiglie. a Civitanova Marche, accolti amorevolmente dal parroco, Don Lauro Chiaramoni, con la partecipazione di oltre 300 Amici delle fraternità delle Marche. Alle 21,30 ha presieduto la solenne concelebrazione Mons. Armando Trasarti, vicario generale della diocesi di Fermo; hanno concelebrato con lui i passionisti, P. Fabiano Giorgini, provinciale, P. Roberto Facchinei, superiore della comunità di Recanati, P. Alberto Pierangioli e il diacono Vito Serafino. La messa è stata animata magnificamente dal coro del gruppo mariano della parrocchia e dagli Amici. Mons. Trasarti ha rivolto agli “Amici” una ampia e sentita omelia sul mistero della croce; con sapiente maestria ha saputo mettere in luce la forza del Crocifisso puntualizzando che è il vero trattato dell’amore di Dio. Proprio come diceva il nostro fondatore San Paolo della croce: il Crocifisso è la più grande e stupenda opera del Divino Amore. Ci ha colpiti in modo particolare il suo ammonimento a chi è Festa della Passione: 28/2/2003: costruttore di croci per gli altri, anziché portatore delle Mons. A. Trasarti benedice proprie e di quelle dei fratelli sofferenti. le Croci della Peregrinatio. Al termine della messa Mons. Trasarti ha benedetto una trentina di Crocifissi che sono stati affidati ad altrettante famiglie, per iniziare la “peregrinatio crucis” durante la Quaresima nelle famiglie di varie zone delle province di Macerata e di Ascoli Piceno. Alcune parrocchie hanno fatto propria l’iniziativa, come base di tutta la pastorale della parrocchia durante la quaresima. Lodiamo insieme il Signore per la grazia di appartenere alla famiglia passionista e chiediamo a lui l’aiuto di perseverare fino alla fine. Fiorella Letizia Betta e Sonia Il Crocifisso nella nostra casa Domenica 16 marzo la nostra famiglia ospiterà Gesù Crocifisso per la prima volta. Non ci sembra ancora vero! Siamo gioiosi, emozionati e impauriti al tempo stesso. Sentiamo sgorgare dal cuore un amore immenso e una pace dolcissima. Le nostre paure, in un primo momento, sono state sulla organizzazione: dove posarlo, come, cosa fare. Poi all’improvviso soltanto il desiderio di un profondo silenzio, inginocchiati davanti all’Amore infinito ed eterno perché penetri in profondità, purificandoci. Un bisogno sincero di intimità e di amorosa contemplazione. È la prima volta nella nostra vita di coppia che tutto intorno sembra di poco conto: lavoro, ansie quotidiane, preoccupazioni: tutto è molto piccolo davanti alla Croce. Per la prima volta senz’altro, dopo aver meditato il foglio della tua ultima catechesi: “La santità passionista, santità dell’amore”, la Croce non ci spaventa, non è fonte di passione dolorosa, ma sorgente viva d’amore, segno di vita e di speranza. Patrizia Enrico e Matteo Ritiri Mensili 2003: 06 aprile – 18 maggio – 08 giugno. - Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Giovanni Agapite di Pettorano Aq: 13-2-2003. - Un grazie sincero a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa.

Auguri vivissimi di Buona Pasqua il Signore vi faccia portatori di vita di speranza e di gioia

8

P. Alberto.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.