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A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Gennaio - Febbraio 2004 Anno V n°1-2

INDICE Vogliamo vedere Gesù pag. 2 Gesù Uomo Dio 3 La passione del Padre 4 Un martire moderno: B.E. Bossilkov 6 Spiritualità del mese 7 Breton: filosofo e teologo passionista 8 Contemplazione del Crocifisso Risorto 9 La Famiglia: la Chiesa abita qui 10 Luigi Rocchi: un uomo per gli altri 11 Testimonianze 12 Amici News 15 Miscellanea 16


Amici di Gesù Crocifisso

Ripartire da Cristo: Gennaio 2004

Vogliamo vedere Gesù Ripartire da Cristo l 22 ottobre 1978 Giovanni Paolo II iniziava il suo pontificato con queste parole nel suo primo discorso in piazza S. Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Queste parole segnano l’inizio della missione di Pietro nella storia della salvezza. Il nostro tempo ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero di Cristo. Non abbiate paura di accogliere Cristo! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura! Oggi l’uomo è invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Vi imploro, permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”. In questi 25 anni il Papa non ha fatto altro che additarci Cristo, “Redentore dell’uomo, redentore del mondo, perché solo in Lui, figlio di Dio, c’è salvezza”. Ci ha invitati continuamente a “ripartire da Cristo”, a “tendere costantemente a Colui che è il capo, a Colui il quale è insieme la via, la verità, la risurrezione e la vita, a Colui vedendo il quale vediamo il Padre”. All’inizio del terzo millennio, ci ha invitati a gridare, come i Greci del Vangelo, “vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21), a essere “contemplativi del volto di Cristo, volto del Figlio, vol-

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to del Crocifisso, volto del Risorto”. A ripartire da Cristo, da conoscere, amare, imitare, per vivere con Lui la vita trinitaria. Il nostro programma cco il programma che per 25 anni il Papa ci ha additato nei suoi documenti principali, dal suo primo discorso alla Lettera Apostolica “Novo millennio ineunte”, per l’inizio del nuovo millennio. Come Amici di Gesù Crocifisso ci siamo impegnati ad approfondire questo programma nei prossimi tre anni: Conoscere Cristo (2004), amarlo (2005), seguirlo(2006). Dedichiamo il 2004 a “conoscere Cristo”: è il passo fondamentale. Non si può amare e seguire uno sconosciuto; per innamorarci di Gesù, dobbiamo conoscerlo meglio. I Cristiani conoscono poco e male Gesù. Noi, “Amici di Gesù Crocifisso”, possiamo dire di conoscerlo abbastanza? Che cosa facciamo per approfondire la sua conoscenza? Quanto tempo reale dedichiamo ogni giorno a leggere e meditare almeno il Nuovo Testamento? Se vogliamo davvero “ripartire da Cristo”, dobbiamo metterlo sul serio al primo posto, al centro dei nostri incontri, della nostra preghiera e delle nostre riflessioni, delle nostre letture, dei nostri studi.

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“Vogliamo vedere Gesù” uesto anelito dei Greci deve diventare il nostro continuo anelito. Dobbiamo diventare “contemplativi del volto di Cristo”. Ma scrive il Papa: “La contemplazione del volto di Cristo non può che ispirarsi a quanto di Lui ci dice la Sacra Scrittura, che è, da capo a fondo, attraversata dal suo mistero... al punto che san Girolamo sentenzia con vigore: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo stesso”. Restando ancorati alla Scrittura, ci apriamo all’azione dello Spirito... e alla testimonianza degli Apostoli, che hanno fatto esperienza viva di Cristo, lo hanno visto con i loro occhi, udito con le loro orecchie, toccato con le loro mani (cfr 1 Gv 1,1)” (NMI n. 17). Gesù stesso ci interpella: “Voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15). Se seguiremo assiduamente il programma che ci siamo dato, se mediteremo con impegno i temi che abbiamo scelto per il 2004, alla luce dei Vangeli, se avremo ogni giorno in mano almeno il Nuovo Testamento, se seguiremo fedelmente le istruzioni, i ritiri, gli incontri formazione, anche noi potremo fare nostra questa bella testimonianza di una sorella: “Frequentando i ritiri e gli incontri della Fraternità ho ricevuto quel catechismo che non ho avuto a suo tempo e che ora penso di avere, almeno per quelle basi che deve avere un cristiano che si voglia chiamare così”. Io spero che, in questo modo, alla fine dell’anno avremo fatto un bel passo avanti nella conoscenza del Signore e forse anche noi potremo dire con sincerità, come Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16), o come Tommaso: “Mio Signore, mio Dio” (Gv 20,28).

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“Voi chi dite che io sia?”

P. Alberto Pierangioli


Amici di Gesù Crocifisso

Ripartire da Cristo: Febbraio 2004

Il Verbo si fece carne: Gesù Dio e uomo

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natura umana. Se Dio è uomo e vive in tutti, hi è Gesù? Non fu facile ai suoi contemporanoi lo incontriamo ogni momento in ogni rapporto con nei dare una risposta; non è facile oggi. Un un uomo. Se Dio è uomo in Cristo, la sua vita umana giorno Gesù domandò agli Apostoli: “La gente chi diventa modello per noi. Ogni suo gesto e parola, ogni dice che sia il Figlio dell’uomo?” (Mt 16, 13). Ne azione della sua vita è per noi un insegnamento e una vennero fuori le risposte più varie. Solo Pietro, illumiforza da cui possiamo attingere. nato dal Padre, poté dire: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Gesù, Figlio di Dio, è mio fratello. Tolto il pecDio vivente”. Gesù si chiama “Figlio dell’Uomo” e cato, è in tutto simile a ogni uomo: ha avuto i miei Pietro lo confessa “Figlio di Dio”. Ecco il grande sentimenti, ha incontrato le mie difficoltà, conosce i “mistero di Cristo”: Figlio dell’Uomo e Figlio di miei problemi. Per questo mi “accosterò con piena Dio. Gesù fu combattuto e condannato perché “essenfiducia al trono della grazia”, sicuro che Egli mi do uomo, si faceva Dio” (Cfr. Gv 12, 33). Certo questo saprà capire e compatire. rimane un mistero. I primi cristiani impiegarono molti Gesù è Dio secoli per cercare di capirlo. Occorsero continui inter“In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il venti della Chiesa per combattere le eresie, che sorsero Verbo era Dio” (Gv 1,1). Dio fin dall’eternità. Gesù si intorno al mistero della divinità e umanità di Cristo. presenta come «Io Sono», che è il nome proprio di Dio. L’arianesimo affermava che Gesù era solo figlio «Prima che Abramo fosse, lo adottivo di Dio, quindi non era Sono». Egli si definisce Figlio vero Dio. Fu un pericolo enordell’uomo, ma si lascia chiamame per la Chiesa; vi aderirono re Figlio di Dio, Cristo, il Mesin tanti, compresi vescovi e sia atteso, anche se fa di tutto imperatori. Fu condannato dal per evitare interpretazioni policoncilio di Nicea nel 325, che tiche. Afferma di sapere tutto definisce che Gesù è “generasul Padre. «Il Padre mi ha to, non creato, della stessa mandato e io vivo per il sostanza del Padre”. Padre. Io e il Padre siamo Il nestorianesimo affermauna cosa sola». va che Gesù era Dio, ma aveva Il Padre stesso interviene due persone e due nature conpiù volte dai cieli a confermare giunte, divina e umana. Quindi che quest’uomo è suo Figlio: c’erano due Gesù. Il concilio nel battesimo sulle rive del di Efeso del 431 lo condanna e Giordano, nella trasfigurazione definisce che Gesù ha due sul Tabor, a Gerusalemme, nature, divina e umana, unite nelle discussioni con la folla. nella sola persona divina. Per Ma l’intervento più clamoroso questo Maria può essere chiae definitivo è quando lo fa mata “madre di Dio”, perché risorgere dalla morte. madre dell’unico Gesù, che è Gesù si dice superiore alla Dio e uomo. legge, al tempio e al sabato. Si Chiarita la divinità di Gesù, mette al centro della vita e incominciano gli assalti alla della storia. «Chi ama qualcusua umanità: il docetismo no più di me non è degno di afferma che la natura umana di me». Possono sembrare afferGesù è solo finta; il monofimazioni temerarie, ma fornisce smo afferma che Gesù ha la le prove. Vive e parla come sola natura divina, che assorbe Volto divino e umano di Gesù solo un Dio può fare. Fa mirala natura umana; sorgono poi coli, rimette i peccati, scaccia i molte altre eresie circa la perdemoni, risuscita i morti, risorge da morte. Per capire sona di Cristo: tutte condannate da vari concili ecumequesto e ricavarne conclusioni pratiche per la nostra nici. Queste eresie hanno conservato seguaci fino ai vita, dobbiamo meditare spesso il passo della lettera di nostri giorni e riappaiono anche oggi con nomi nuovi. Paolo ai Filippesi, base della spiritualità di san Paolo Per la nostra fede, Gesù è vero Dio e vero uomo: una della Croce: sola persona con due nature, divina e umana. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono Gesù è uomo in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura “Il Verbo si fece carne” (Gv 1, 14). Non è facile divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguacapire che Dio sia anche uomo. L’intelligenza umana si glianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo perde. Ci vuole la fede. A pensarci bene viene il capogila condizione di servo e divenendo simile agli ro. Se Dio è uomo, è in qualche modo ogni uomo. «Con uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo facendosi obbediente fino alla morte e alla morte modo ad ogni uomo», ha detto il Vaticano II (GS 22). di croce” (Fil 2, 5-11). Se Dio assume la natura umana, allora diventa anche P. Alberto Pierangioli me, te e ogni uomo; porta e porterà con sé per sempre la

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Amici di Gesù Crocifisso

Pensiero passionista - gennaio - febbraio 2004

La passione del padre Soffre perché ama n principio era l’Amore. Dio unico, nell’eternità decide di non essere solo ma di donarsi a un altro uguale a se stesso, che è Dio-Figlio, e di amarlo con tutto se stesso, che è Dio-Spirito Santo. Dio Uno e Trino, affermazione assoluta di sé e dono di sé. Nel tempo Dio realizza il progetto eterno di chiamare alla vita esseri distinti da lui, ad alcuni dei quali comunica la sua stessa vita in un rapporto analogo a quello esistente all’interno della Trinità. Sono esseri spirituali, angeli, o spirituali e materiali, l’uomo e la donna. Dio li ama offrendosi loro in dono. Tutto è amore donato, ricevuto e corrisposto. I rapporti vanno e tornano, s’incrociano in Dio, da Dio agli esseri creati, in questi tra di loro, da questi a Dio. Questo circolare e incrociarsi d’amore è il piano primigenio di Dio. Manifesta la gloria di Dio e realizza la felicità di Dio e delle creature. Disegna la prima traccia della croce come amore verticale e orizzontale e suprema realizzazione sia dell’essere divino che degli esseri creati. Ma l’incanto è guastato dal peccato. Sia gli angeli che gli esseri umani erano stati creati liberi. Dio non poteva costringerli ad accettare il suo disegno, ma doveva metterli davanti alla scelta libera di aderirvi o non. Parte degli angeli si rifiutarono. La coppia umana, rappresentante di tutta la specie, rifiutò anch’essa, ingannata dall’angelo ribelle travestito da serpente. Così nel rapporto d’amore, disegnabile come croce o incrocio radioso di felicità, entrò il dolore per l’amore respinto.

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Nel suo amore infinito, Dio ha creato essere liberi correndo il rischio d’essere da loro rifiutato. Una creatura, anche se libera, è sempre limitata, quindi può sbagliare. Il rischio s’è avverato. La creatura ha ripudiato il creatore. Nel cuore di Dio s’è aperta la ferita del rifiuto dell’amore. Il dolore è entrato in Dio-Trinità, prima ancora di colpire il Verbo Incarnato. Ciò che era impossibile all’interno della Trinità, è diventato reale nel rapporto di Dio con le sue creature. La dottrina cristiana ha sempre evitato di prendere in considerazione questo tema, ma da alcuni anni esso fa parte della riflessione dei teologi e della meditazione dei fedeli. Tra i primi a parlarne fu il giapponese K. Kitamori, che nel 1945 visse la tragedia della bomba atomica di Hiroshima. Nel suo libro “Teologia del dolore di Dio”, egli spiega che la sofferenza è il cuore del mistero di Dio perché egli è misericordioso, quindi compassionevole, ferito dalla situazione miseranda della sua creatura. Dietro Kitamori, quasi tutti i maggiori studiosi di dottrina cristiana, cattolici e protestanti, compresi italiani, come Bruno Forte, si sono cimentati con questo argomento. Finché lo stesso Giovanni Paolo II, nell’enciclica sullo Spirito Santo del 1986, assume questo tema nel linguaggio del magistero cattolico. Egli dice che tra le funzioni dello Spirito Santo c’è quella di “rivelare il dolore, inconcepibile e inesprimibile che, a causa del peccato, il libro sacro sembra intravedere nelle profondità di Dio e, in certo senso, nel cuore stesso dell’ineffabile Trinità”, ( Dominum et Viv.39).

Soffre per il rifiuto del suo amore

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o pensato di iniziare la mia serie di pensieri passionisti con questo argomento perché gli Amici di Gesù Crocifisso ne abbiano un’idea e si aprano allo Spirito Santo che li guiderà all’esplorazione amorosa di questo mistero e a condividerne insieme le scoperte. Dio Trinità soffre per i nostri peccati e per le conseguenze distruttive che il peccato provoca in noi. Non si tratta delle sofferenze di Gesù Uomo-Dio nella sua vita terrestre. Tra l’altro esse sono terminate con la sua morte di croce. Intendiamo un dolore divino che esiste sin dall’ingresso del peccato nella creazione e che continua anche oggi ogni volta che uno di noi rifiuta l’amore di Dio col peccato o subisce le conseguenze del peccato nelle innumerevoli forme del dolore umano. Dio non è spettatore indifferente delle tragedie umane, ma ne soffre con noi. Dio non è impassibile. In che senso? I cristiani che hanno studiato la dottrina fino agli scorsi anni sessanta, potrebbero ricordare una definizione del catechismo di san Pio X che si doveva imparare a memoria e diceva: “Gesù Cristo ha sofferto ed è morto come uomo perché come Dio non poteva né soffrire né morire essendo Dio impassibile”. Come conciliare questa affermazione della dottrina cattolica con l’attuale riflessione sul dolore in Dio, “nel cuore stesso dell’ineffabile Trinità”, come dice il papa? Bisogna fare una distinzione. Dio non soffre come soffriamo noi, in senso passivo, con dolore subito perché imposto dall’esterno e inevitabile. Se così fosse non sarebbe Dio, perché sarebbe limitato e condizionato da altri. Dio soffre in quanto ama perché è amore.


Amici di Gesù Crocifisso Egli vede la creatura frutto del suo amore che si distrugge perché rifiuta l’amore. Un rifiuto che si ritorce contro se stessa e disgrega la sua natura impedendone la riuscita e la realizzazione. La sofferenza di Dio è attiva, frutto e rivelazione dell’amore. Non è un’imperfezione o un limite, ma un’ulteriore perfezione dell’amore e un’ulteriore aspetto dell’infinità di Dio. Mentre in noi il dolore impedisce di riuscire e di essere felici, in Dio il dolore è l’affermazione di un amore che nulla può fermare, neppure il rifiuto, e che quindi realizza e afferma Dio in quanto Dio, anche se non può produrre frutti nel destinatario. Anche nell’esperienza umana il dolore può essere l’altra faccia dell’amore. Pensiamo alle sofferenze degli innamorati o dei genitori, allo strazio di una mamma o di un papà che stringono fra le braccia un figlio ferito o morto. Non si deve però pensare che il dolore in Dio abbia un senso assoluto, quasi fosse la sua essenza o natura. Questo rischio sembra sfiorato dallo stesso Kitamori in qualche sviluppo della sua tesi. No! Il dolore in Dio non è separabile dall’amore. Sempre paragonando con le nostre esperienze, sappiamo che nei rapporti d’amore spesso non si può evitare di soffrire. Eppure nessuno mai butterebbe all’aria il suo amore per non soffrire. Soffrendo si è anche felici perché si ama. Si soffre amando e si ama soffrendo, senza perdere la gioia profonda dell’essere, come i mistici dimostrano. Alcuni anni fa lo scrittore italiano Sergio Quinzio scrisse un libro in cui voleva dimostrare che il dolore è “La Sconfitta di Dio”. Sarebbe così se il dolore fosse l’assoluto, senza via d’uscita e senza soluzione, cioè senza essere collegato con l’amore, di cui è suprema perfezione. O come se la storia di Gesù finisse col Venerdì Santo, senza il giorno di Pasqua. L’equivoco da parte nostra è che vorremmo risolvere il dolore eliminandolo e basta, e pretendiamo che Dio ci renda questo servizio. Ma questa è un contraddizione, perché il dolore non è causato da Dio ma dalla nostra libertà. Se Dio intervenisse per risparmiarci di soffrire, ci impedirebbe di esercitare la libertà con cui ci ha creati, quindi distruggerebbe il nostro essere. Se ci impedisse di rifiutarlo e quindi di scegliere di andare all’inferno, ci toglierebbe ciò che di più intimo ci ha donato, la libertà, e ci renderebbe esseri diversi, non più esseri umani. Nel suo amore infinito, egli soffre nel vederci incastrati nella trappola mortale che ci siamo costruiti. Non potendoci impedire di farci del male, Dio è venuto nel suo Figlio a condividere con noi il male che noi ci creiamo, l’agonia e la morte conseguenze delle nostre scelte sbagliate, e ci ha insegnato che è possibile anche a noi trasformare il dolore in amore. Ora anche noi possiamo fare delle nostre sofferenze un atto d’amore, piuttosto che farle degenerare in disperazione e bestemmia. Le nostre grida di dolore e le nostre lacrime non cadono nel vuoto ma si riverberano nel cuore di Dio. Il nostro dolore acquista dignità e ci ricolma di speranza, perché non possiamo sentirci soli o incompresi o abbandonati nelle nostre sofferenze.

Soffre per e con la passione del Figlio n’altra dimensione della croce del Padre è la passione e morte di Gesù. Sul Calvario muore l’Uomo-Dio Cristo Gesù perché lui solo può morire, avendo assunto la natura umana. Ma sulla croce è presente e si rivela la Trinità intera, prima di tutto il Padre. La dottrina cattolica ha sempre insegnato che nell’incarnazione il Figlio di Dio “si svuota” della propria dignità, cioè non ne tiene conto. Sulla croce, tale spogliamento appare nella forma più drammatica e dolorosa. La riflessione teologica odierna parla anche dello “svuotamento” del Padre e dello Spirito Santo. Il Padre realizza dall’eternità uno svuotamento di sé che è la fonte stessa della vita trinitaria. Egli si dona totalmente a un altro e totalmente lo ama. Ma non è uno svuotamento che lo lascia vuoto. È una circolazione della pienezza d’amore all’interno della divinità, che produce infinita realizzazione di sé e felicità. Nel corso del tempo, il Padre si svuota del Figlio inviandolo all’umanità per liberarla dal peccato. In questo svuotamento il Padre vive il dolore dell’amore, insieme al Figlio che ha scelto di dare la vita per amore. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito. Gv 3,16. “Egli non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi”, Rm 8,32. E’ impossibile meditare questi testi senza pensare a una solidarietà del Padre nel dolore del Figlio. Come Abramo “non ha rifiutato il suo figlio, il suo unico figlio”, Gn 22,12, così il Padre “non ha risparmiato” il proprio Figlio. Ma, come osservarono i Padri della chiesa, Abramo offrì a Dio un figlio mortale senza che morisse, mentre il Padre ha consegnato per noi il Figlio immortale lasciandolo morire. Il Padre è sulla croce senza morire perché non s’è incarnato, accanto al Figlio che può morire perché s’è fatto carne mortale. Sono uniti nello stesso amore e nello stesso dolore, o dolore dell’amore, perché non si può separare il dolore dall’amore. Mentre la teologia ha esitato a esprimere queste riflessioni, l’arte italiana e europea ha intuito questa realtà e l’ha espressa con immagini stupende fin dal 1400. Basti segnalare la Trinità di Masaccio in Santa Maria Novella a Firenze, di José de Ribera nel Museo del Prado a Madrid, di Ludovico Carracci nei Musei Vaticani; o la Trinità di Albrecht Duerer e di Giandomenico De Sacchis, e altre. In queste rappresentazioni il Padre appare sempre la figura dominante della scena, mentre tiene saldamente tra le braccia la croce del Figlio o il Figlio deposto dalla croce. La croce si confonde con le braccia del Padre, stese a forma di croce. Lo sguardo straziato del Padre è perduto nel vuoto come a scrutare l’estensione del tempo e dello spazio e a incontrare lo sguardo di tutti gli esseri umani e a interpellarli, perché, perché. Queste immagini sono state definite la Pietà del Padre, analoghe a quelle altrettanto famose della Pietà della Madre.

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Gabriele Cingolani cp

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Amici di Gesù Crocifisso

Un martire dei nostri giorni

B. Eugenio Bossilkov

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ugenio Bossilkov è un martire moderno. Di sicuro era uno di quella schiera che seguiva il Signore in bianche vesti come nel terzo segreto di Fatima. È vittima della persecuzione della chiesa bulgara sotto il regime comunista. Nell’immaginario di noi che abbiamo avuto la fortuna di essere annoverati nel blocco occidentale il comunismo è solo un sistema economicopolitico che proclama la lotta di classe e si oppone al libero mercato. Il comunismo reale invece è stato ed è un feroce persecutore della Chiesa di Dio. Attualmente nell’Europa libera si limita a sostenere idee contrarie alla morale cristiana. Eugenio nasce il 16 novembre del 1900 a Belene in Bulgaria, da una famiglia di contadini. Da bambino aveva rischiato di annegare nel Danubio, giocando sulla sua riva. La mamma Beatrice in preghiera lo aveva promesso al Signore qualora si fosse salvato. A 13 anni è lei stessa ad accompagnarlo al seminario passionista di Oresch. I passionisti erano arrivati in Bulgaria nel 1781, sotto la dominazione Turca; per i pochi cattolici presenti la vita era molto difficile; andrà meglio dopo il 1878, anno dell’indipendenza dai Turchi. Ma per uno strano gioco della storia la libertà religiosa viene di nuovo soppressa in Bulgaria dopo il 1944, ad opera del partito comunista bulgaro sostenuto dall’ex-Unione Sovietica. In quegli anni muoiono oltre 138.000 cittadini bulgari; i cattolici perseguitati, i passionisti stranieri espulsi, i pochi passionisti bulgari costretti a vivere come al tempo delle catacombe. Eugenio studia in patria, in Belgio e in Olanda. Nel 1920 emette la professione religiosa e nel 1926 viene ordinato sacerdote. A Roma nel Pontificio Istituto Orientale consegue il dottorato in teologia. È un giovane vivace, allegro ed intelligente. Tornato in patria, il vescovo passionista di Nicopoli, mons. Theelen, lo chiama come suo segretario e lo nomina parroco della cattedrale di Russe. Poi gli viene affidata la parrocchia di Bardarski-Gheran. È un uomo di grande cultura, conosce 13 lingue, sa parlare con i dotti e con i semplici; è aperto al dialogo con gli ortodossi, è rispettato ed amato da tutti. La sua casa è aperta a tutti; durante l’occupazione tedesca salva la vita a migliaia di Ebrei. Lo chiamano il Dottor Bossilkov per la sua dottrina. È famoso in tutta la Bulgaria. Esercita un particolare fascino sui giovani e ama vivere in mezzo a loro. È anche uomo di preghiera. “Mi alzo ogni mattina alla 4,30 scrive; sono in preghiera fino alle 7,30”. È molto devoto della Madonna ed esclama: “Con la Madonna si può tutto”.

Nel 1946 muore mons. Theelen; gli succede proprio il nostro Eugenio, che viene consacrato il 7 ottobre nella cattedrale di Russe. Ma in Bulgaria c’è già la persecuzione. Nel 1948 Mons. Bossilkof ottiene il permesso di andare a Roma dove viene ricevuto dal Papa Pio XII con il quale si intrattiene in un lungo ed affettuoso colloquio. Il primo ottobre riparte per la Bulgaria. Era conscio di quello che lo aspettava in patria. Non mancarono i consigli a non ripartire. C’era già qualche avvisaglia di quello che succedeva nelle province “rosse”. Lui rispondeva: “Io sono il pastore del mio gregge. Non posso abbandonarlo”. La vigilia della partenza salutando la comunità passionista si raccomandò alle preghiere di tutti. L’avevano anche visto pregare davanti all’immagine della Madonna a santa Maria Maggiore ed ad un confratello aveva confidato: “Ho chiesto la grazia del martirio”. Riprende coraggiosamente il suo lavoro e afferma: “Non abbiamo paura. Quanto a me non esito un momento e mi preparo al peggio”. Il male utilizza sempre la stessa tecnica, quella usata con Gesù. Prima prova a corromperti con lusinghe e promesse allettanti e, se non ci caschi, o ti squalifica o ti elimina. Il regime cerca di staccare la Chiesa cattolica da Roma e crearne una nazionale. Mons. Bossilkov è un simbolo, se cede lui è già un bel colpo. Gli vengono offerti molti privilegi, se accetta di essere il capo di una chiesa nazionale. Lui non ci sta ed è facile capire come andranno a finire le cose. Ne era consapevole. Il 16 Luglio 1952 viene arrestato, con l’accusa di spia del Vaticano e congiura contro lo stato. In prigione vive una vita orribile di angherie, di privazioni e di stenti. Il 29 settembre si apre il processo farsa che si chiude con la condanna a morte per fucilazione, ma senza nessuna prova. Dopo la condanna è permesso ai famigliari di incontrarlo fugacemente. È irriconoscibile, con grosse catene alle mani, ai piedi e al collo. Gli dicono che vogliono inoltrare la domanda di grazia. Risponde: “No! Il Signore mi ha fatto la grazia del martirio. Dite a tutti che sono rimasto fedele alla Chiesa, al Papa e che non ho tradito”. La sentenza viene eseguita in segreto l’11 novembre 1952, ma verrà resa pubblica solo 25 anni dopo. È stato dichiarato beato da Giovanni Polo II il 15 marzo 1998. In Bulgaria, di nuovo libera, sono tornati i missionari passionisti. Nel carcere di Sofia, luogo del martirio, una lapide ricorda l’eroismo del martire passionista. Si avverano le sue parole: “Le tracce del nostro sangue saranno garanzia di uno splendido futuro per la Chiesa in Bulgaria”. Francesco Valori


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Spiritualità del mese

Dall’epifania alla Solennità della Passione Epifania: festa della nostra fede

nostra rinascita in Cristo. Come Amici di Gesù Crocifisso, abbiamo due appuntamenti importanti: la Soe festività natalizie sono un lungo periodo di lennità della Passione, il 20 febbraio e la Peregrinatio gioia per il cristiano che rivivere, con la Crucis che si snoderà per tutta la Quaresima. mente e con il cuore, le tappe della venuta del Signore. La Solenne Commemorazione della Passione è Sono seguite da due feste di tono più intimo, quella deluna festa propria della Famiglia Passionista, voluta da la Santa Famiglia e quella del primo gennaio in onore di San Paolo della Croce, che, non a caso, si celebra il veMaria Madre di Dio. Si concluderanno con l’Epifania, nerdì di carnevale, tempo in cui ci si rilassa facilmente festa dall’accento dal punto di vista spirituale e ci si permissionario: i Magi, de nel frastuono del venuti dall’Oriente, divertimento. Per rappresentano tutti i noi è quasi una “sfipopoli della terra da” celebrare il miche accoglieranno la stero della Passione salvezza. mentre tutto ci invita San Paolo della alla spensieratezza Croce aveva una dedel carnevale! vozione particolare Lo scopo di quenel celebrare l’Epifasta festa è di celenia, proprio quella brare il dono che festa che oggi si Dio Padre ci ha fatto identifica con la bemandando il suo Fifana, che non ha glio a morire in croniente a che fare con ce per la nostra salGesù Bambino. Pavezza. Ricordiamo a dre Paolo consideraquesto proposito le va questo un giorno Festa della “Befana” parole di San Paolo memorabile, il giornella Casa di riposo di Montecosaro: 6-01-2003 della Croce che defino in cui “il Signore, niva la Passione di Gesù come “la più grande e stupennelle primizie del paganesimo, ci ha chiamati alla coda opera del divino amore”, e ancora “il miracolo dei gnizione della vera fede. Voleva che si ringraziasse il miracoli dell’amore di Dio…mare di dolori, ma altresì Signore che, a preferenza di tanti popoli, ci ha fatto namare di amore…mare di pene che scaturisce dall’imscere nel grembo di santa Chiesa e per mezzo di essa ci menso mare dell’amore di Dio”. ha portati alla vera fede”. Questa solennità ci ricorda il nostro impegno di Da queste parole, riportate da san Vincenzo M. “amare e fare amare Gesù Crocifisso”. La celebreremo il Strambi, cogliamo la grandezza del dono ricevuto: sia20 febbraio anche questo anno a Civitanova, con una mo cristiani solo per grazia di Dio, per questo dobbiamo Messa solenne, per dare il via alla Peregrinatio Crucis ringraziare il Signore e rafforzare l’impegno nel camche ci vedrà impegnati a portare il Crocifisso nelle famimino verso la santità. I Magi hanno compiuto un lungo glie che lo desiderano. È questo un dono che il Signore ci viaggio per trovare il Re nato a Betlemme; chiamati e rinnova ormai da qualche anno e che ci dà la possibilità guidati da Dio, lo hanno cercato con cuore sincero ed di approfondire e diffondere l’amore a Gesù Crocifisso. umile e perciò lo hanno trovato. Come Amici di Gesù Crocifisso abbiamo anche un Maria Grazia altro motivo di gioia nel celebrare l’Epifania, perché abbiamo la giornata di comunione con gli anziani della casa di riposo di Montecosaro: non andiamo a portare la nostra pietà, ma, come i Magi, andiamo a cercare, amare e servire Gesù, nascosto nei nostri fratelli e sorelle crocifissi, e lo ringraziamo per l’opportunità che ci offre in questo giorno di letizia.

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Celebriamo l’Amore Crocifisso econdo il detto popolare, l’Epifania tutte le feste porta via! Si riprende il tran tran quotidiano, con le ansie e le corse di sempre. Per i cristiani, e soprattutto per noi laici passionisti, dovrebbe iniziare un lungo periodo di preparazione alla festa della Pasqua del Signore, un tempo di graduale e progressiva immersione nella Passione del Signore che ci porterà a celebrare la Resurrezione di Gesù, festa della

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Solennità della Passione: 28-02-2003. Benedizione delle Croci

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Amici di Gesù Crocifisso

Breton: grande filosofo e teologo passionista

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o avuto la possibilità di essere presente, presso l’Università Lateranense, al Seminario di studi sulla “Memoria Passionis in Stanislas Breton”, grande filosofo e teologo passionista, promosso dalla Curia Generalizia dei Passionisti al compimento dei 91 anni di P. Breton; in concomitanza veniva inaugurato l’anno accademico della “Cattedra Gloria Crucis”. E’ stato un grande avvenimento non solo per i passionisti, ma anche per il mondo cattolico. La sala multimediale, con traduzioni istantanee in varie lingue, era piena di passionisti, teologi, scrittori e laici provenienti da varie nazioni. Mi sono ritrovata in un ambiente a me molto lontano, ma con la sensazione di partecipare a qualcosa di importante e con l’entusiasmo crescente di vedere come ci sono persone che, per scelta e per grazia di Dio, trascorrono la vita a ricercare la verità, alla luce delle fede e della ragione. Ho compreso che la conoscenza della nostra religione non è una cosa statica, ma in continuo fermento per arrivare a comprendere sempre meglio il mistero di Dio. Ho provato poi gratitudine per tutti quei predicatori, teologi, assistenti spirituali che, semplificando il linguaggio, rendono la materia più intelligibile a noi, che non facciamo studi di filosofia. La figura di P. Breton, piccolo, un po’ ripiegato su se stesso, con un passo mal fermo, ma con uno sguardo vivo, un viso gioioso, ha dominato la scena. Ogni volta che, negli intervalli tra le relazioni mi è capitato di incrociare il suo sguardo, al mio timido cenno di saluto, rispondeva con grande cordialità come se non fosse la persona importante che è, essendo uno dei maggiori filosofi viventi. Il suo viso era sereno, non come mi avrei immaginato un filosofo sempre alla ricerca delle verità più difficili. Ho pensato che P. Breton trova la sua serenità e la sua gioia proprio nel fatto che tutti i suoi studi, come lui stesso ha detto, finiscono sempre con un punto interrogativo, perché dopo c’è il sovrumano. Questo dimostra come un grande filosofo può essere anche un grande uomo di fede. Lo scienziato Zichichi dice: “Molti sono i progressi che l’uomo ha fatto e potrà fare nella conoscenza e, sempre più rapidi, ma ancora non si vede il modo in cui potrà passare da ragionamenti semplici a quelli complessi”. Lo scienziato potrà contare milioni di miliardi di particelle di cui è composto l’uomo, il filosofo potrà individuare tutti gli elementi per portare avanti un ragionamento, ma

lo scienziato anche se riuscisse a mettere insieme le particelle, non potrà fare l’uomo ed il filosofo non potrà mai avere la conoscenza assoluta di tutte le cose. Nell’omelia della celebrazione eucaristica ai santi Giovanni e Paolo, a conclusione del Seminario, il superiore generale, P. Ottaviano D’Egidio, riportava una esperienza del P. Breton, descritta dallo stesso: “Tre anni or sono, nel centro dell’immensa Australia, nel deserto quasi assoluto, celebravo, solo, la mia prima Messa sul mondo. Nel magnifico cielo australe brillava come in nessun’altra parte del mondo la costellazione che si chiama “croce del sud”: croce cosmica della mia santa Messa. Mi chiedevo dopo la consacrazione: questo segno nel cielo, segno di contraddizione, che mi dice di questo e su questo mondo? Mi dicevo: è la croce del mio amore e della mia fede, forse è questo punto interrogativo, inserito per sempre nelle fibre dell’universo”. P. Breton, filosofo cristiano, ha messo la croce al centro della sua vita e del suo insegnamento. Egli dice: “La Croce parla, a certe condizioni, sui problemi fondamentali che gli uomini si pongono; ma il registro della sua parola è situato al di là della ragione stessa”. Per comprendere l’importanza di P. Breton, ecco alcuni suoi dati biografici. Tra i più grandi rappresentanti del pensiero cristiano contemporaneo, ha pubblicato 40 libri e oltre 311 articoli. Ha arricPadre Stanislas Breton chito grandemente la comprensione del carisma della Congregazione Passionista facendo proprie le parole di s. Paolo della Croce: “Far grata memoria della Passione di nostro Signore”. Nato nel 1912, entrò tra i passionisti a 15 anni, fu ordinato sacerdote nel 1936. Allo scoppio della guerra mondiale dovette arruolarsi. Nel 1940, fatto prigioniero dai tedeschi, trascorse 5 anni di prigionia in Austria, nel villaggio natale di Hitler. Si laureò in filosofia a Roma a nel 1948. Insegnò presso università prestigiose, a Roma, Parigi, Lione. Ha tenuto lezioni nelle Università di Laval e Montreal, ha partecipato a vari incontri culturali in Giappone, Marocco, Tunisia, Madagascar. Con la sua opera ha accompagnato e accompagna, con sorprendente vitalità, la Congregazione Passionista ed il mondo ad approfondire il mistero della Croce e della Passione di Gesù e la spiritualità di s. Paolo della Croce. Anche noi laici passionisti gli dobbiamo essere molto grati. Piera Iucci


Amici di Gesù Crocifisso

La contemplazione del Crocifisso Risorto (Sintesi della Prolusione al Seminario in onore del P. S. Breton. Roma 29 ottobre 2003, a cura di Piera Iucci ) mensione cristiana dell’uomo e la dimensione umana del cristiano. La dimensione umana corrisponde alle vicende della storia dei singoli e dei pol Crocifisso è il volto del Signore più comune. poli. Il cristiano è chiamato a promuovere l’umano, a salE’ il volto che noi contempliamo normalmente vaguardare ogni frammento di umanità, proprio perché in camera, in ufficio, nei crocicchi delle strade, sulle vetl’umano è impregnato di divino ed il visibile umano nate dei monti, oltre che naturalmente sugli altari delle scondo l’Invisibile divino. Bisogna imparare a sostare alle chiese. Nell’arte e nella devozione popolare esso è la rapfermate intermedie dell’esistenza terrena. Spesso ci può presentazione più frequente e più originale del Signore. essere la tentazione di saltare le ferLa frequenza con cui lo si guarda, mate intermedie e di voler giungeperò, ha fatto perdere la drammatire subito al capolinea. Si pensi agli cità della sua rappresentazione, ha uomini e alle donne che rivolgono creato una certa assuefazione. In a Dio i tanti perché della propria verità, il Crocifisso è l’immagine sofferenza e dei propri insuccessi. di un morente tra i tormenti e gli Si pensi alle esitazioni ed alle instrazi di un’agonia. La scandalocertezze dinanzi alle scelte difficili sità e la drammaticità di questo ed alle svolte impegnative della vievento di morte violenta vengono ta. Questi possono essere considequasi vanificate dall’abitudine delrati come tentativi di eludere la sola sua rappresentazione, che, investa che fa soffrire, di semplificare ce di narrare un evento di morte la complessità dei problemi esidisegna un’immagine artistica. stenziali. Ricordiamoci, però, che i Perciò, non è sempre immediatasamaritani della storia sono quelli mente evidente che cosa significhi che interrompono il loro viaggio e concretamente la croce per il crisi fermano per curare i malati. I lestiano e soprattutto per il non criviti o i ministri del culto sono colostiano. La “differenza cristiana” P. S. Breton con il P. Generale ro che non si fermano a soccorrere i del messaggio evangelico raggiunge malati, perché devono raggiungere in il suo culmine proprio nella rapprefretta il tempio. E così, essi al tempio dell’uomo, dimora sentazione della croce, perché essa denuncia e mette in vivente della Trinità, antepongono il tempio di pietra, tracrisi una visione della vita senza dolore fisico e senza dendone il senso profondo di un luogo dove Dio incontra sofferenza morale. Nelle religioni non cristiane gli dei gli uomini. Seguire lo stile di Gesù e quello di Dio signifipretendono il sacrificio dagli uomini, ma essi non parteca ascoltare il grido degli esuli, degli oppressi, dei poveri, cipano della sofferenza degli uomini. Il Dio cristiano è il dei peccatori, perché ogni peccatore è un santo in potenza. Dio che soffre con gli uomini e per gli uomini. La condizioLe fermate intermedie, contrassegnate dalla croce, sone del Gesù storico la si vede con gli occhi del corpo. La no negli ospedali, nelle carceri, nelle famiglie divise a condizione di Risorto la vediamo con gli occhi della fede. causa delle incomprensioni e delle intolleranze, nelle coscienze tradite, nel cuore inquieto dei senza futuro e senIl secondo modo è la contemplazione za speranza. Quanti crocifissi dimenticati nella storia di del Risorto. tutti i tempi, per la fretta di arrivare al sepolcro vuoto! l Crocifisso è il Risorto. Il Crocifisso e il RiNon è bene e non è soprattutto secondo lo spirito del vansorto non sono due diverse persone. Si tratta gelo eliminare le fermate intermedie. Occorre fermarsi ad della stessa persona umano-divina. In Gesù Cristo c’è esse per dare ragioni di speranza soprattutto a coloro che un’identità di vita e di morte anche cronologicamente, sono i più lenti nel cammino verso la meta, ma non per nel senso che Gesù non è prima il crocifisso e poi il risorquesto meno sinceri nel desiderare di raggiungerla. to. Egli è nello stesso tempo il crocifisso ed il risorto. La dimensione divina corrisponde alla luce dell’eterMa alla fine la morte è sconfitta nella morte, anche se nità che illumina le vicende della terra, alla presenza di non senza la morte. Gesù, infatti, ci salva nella morte e Dio che anima ogni epoca di storia umana. Il capolinea non dalla morte. Il Risorto non elimina ma dà un senso della vita umana è l’eternità. E’ dall’eternità che giunge alla croce, sia alla sua, sia a quella di tutti i crocifissi della luce necessaria per illuminare il cammino della stola storia. In ultima analisi, la croce diventa la croce di ria. E’ necessario educare lo sguardo a vedere le vicenun risorto, non di un crocifisso. de della sponda terrena dal versante della sponda eterna. Il cristiano è chiamato a costruire l’eternità con la stoCome tradurre e come vivere questo mistero di ria. Forse sarebbe più facile per lui saltare la storia, salvita e di morte di Gesù nella vita del credente? tare le fermate intermedie, e dirigersi subito verso la meta. Ma Gesù ha percorso tutte le stazioni della via l crocifisso corrisponde alla dimensione umacrucis, tutte le asperità della via dolorosa, è passato atna dell’esistenza, mentre il Risorto corrispontraverso le tenebre della morte, prima di arrivare all’alde alla dimensione divina della medesima esistenza. E ba della risurrezione. poiché queste due dimensioni stanno unite insieme, bisogna riscoprire, allora, la dimensione umana del divino e Prof. Mons. Ignazio Sanna la dimensione divina dell’umano, in altri termini, la diPro-Rettore della P.U.L

Il Signore che noi contempliamo è il Crocifisso.

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Amici di Gesù Crocifisso

La famiglia… la Chiesa abita qui

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a nostra società, oggi, è caratterizzata da una cultura individualista, attenta soprattutto a selezionare e promuovere l’uomo e la donna a seconda del bisogno e dei consumi. Stiamo vivendo un’epoca in cui al primo posto viene il mito del benessere e l’obbiettivo primo è la ricchezza. Le conseguenze sono che la società diventa sempre più inospitale e piena di egoismo esasperato. L’individualismo porta a scardinare le strutture sociali e quindi ad intaccare profondamente anche la famiglia, che è la cellula base del vivere sociale, e a svuotarla di quei valori che le sono propri, come l’amore, la convivenza, il rispetto, la fedeltà. I figli sono le prime vittime di tale situazione, privati del riferimento familiare. Ci chiediamo: com’è la famiglia nella mente di Dio? Se sfogliamo tutta la Bibbia non troveremo un progetto di famiglia inteso come complesso di norme e regole. Eppure ci accorgeremo che tutta la Sacra Scrittura, in realtà, è un progetto di famiglia, è un modello d’amore tra due persone. Tutta la Bibbia, si può dire, è la storia di un matrimonio: quello tra Dio e il suo popolo. Da questo matrimonio la famiglia, nata dal sacramento, trae il proprio progetto. Ci porgiamo ora una domanda, che può sembrare fuori luogo, ma è molto seria per noi cristiani: chi è nata prima la famiglia o la Chiesa? Dice San Paolo, rivolgendosi ai mariti cristiani: “Amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa”. La maggior parte degli ascoltatori conosceva il modo in cui ci si ama dentro una famiglia, mentre doveva ancora scoprire quanto Gesù aveva amato la Chiesa. Qualcuno conosceva già l’amore di Gesù che per gli uomini aveva dato la vita sulla croce. Così, mentre per i primi guardare la famiglia era un aiuto per comprendere l’amore disinteressato e totale di Gesù, per gli altri conoscere la radicalità dell’amore di Gesù era un invito a costruire famiglie ancorate su questo modello di amore sempre fedele e disponibile. E così guardando alla famiglia, comprendiamo l’amore di Dio; guardando a Gesù comprendiamo il progetto cristiano della famiglia, che oggi chiamiamo “piccola Chiesa domestica”. Osservando la Chiesa, nata da0ll’amore di Gesù, andiamo allora alla scoperta del disegno di famiglia che, nata da un sacramento, nel suo piccolo, nel dipanarsi

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Madonna della Stella. Tre coppie, una grande famiglia

Madonna della Stella. Conferenza di Padre Alberto: 30-11-2003

quotidiano della sua vita, è chiamata ad essere presenza viva del progetto d’amore e di vita di Dio sull’umanità. Si tratta di scoprire la ricchezza e lo spirito che animano il mistero della Chiesa, presenza di Dio nella storia. Ci dice l’evangelista Giovanni: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. La Chiesa è nata per questo, perché gli uomini conoscano l’unico vero Dio, il Padre, che Gesù ci ha rivelato. Essa è nata da questo amore di Dio per le sue creature, per questa vita eterna a cui il Padre vuole invitare ogni suo figlio. Nella volontà di Gesù la Chiesa diventa lo strumento per giungere alla perfetta conoscenza del Padre. I momenti fondanti sono l’istituzione dell’Eucaristia, la missione di evangelizzare gli uomini, la Pentecoste, ma tutti sono racchiusi in uno solo: la croce. Da questo eterno sacrificio nasce la comunità dei santi: il sangue e l’acqua che sgorgano dal costato di Cristo. Da una volontà e da un gesto d’amore nasce la Chiesa e la stessa non può esistere dove viene a mancare la disponibilità a vivere nell’amore. Amore che non è un sentimento ma che è sacrificio, dono di sé, immolazione, perdono, fedeltà, totalità, desiderio di vita. Con questo amore Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei. La famiglia, nel progetto di Dio, ha la stessa missione e gli stessi doni della Chiesa: rendere presente Cristo nel mondo accogliendo e vivendo la Parola, celebrandola nei sacramenti, vivendola nell’amore quotidiano. “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è come un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia…. Chiunque ascolta e non mette in pratica è come un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia” (Mt 7,24 ss). La casa del Vangelo è la nostra vita, da costruire sulla roccia solida; ma è anche quell’unica carne nata dall’unione dell’uomo e della donna nell’amore di Cristo. Non è semplice costruire una famiglia ancorata alla roccia che è Cristo, perché la insidie sono tante, ma proprio per questo se ne sente la necessità. Nata dal progetto divino e dai valori che la Parola fa emergere (amore fino al sacrificio di sé, fedeltà, accoglienza della vita, indissolubilità, perdono, trascendenza), nella Parola la famiglia trova nutrimento, stimolo, confronto per una continua verifica, perché non si spenga, ma piuttosto si accresca, quell’unione dell’anima e del cuore che fa di due una sola carne. M. Grazia


Amici di Gesù Crocifisso

Luigi Rocchi: un uomo per gli altri

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ra grande e grosso con una voce da popolano per salvarmi da un male crudele, hanno fatto sacrifici contento di vivere. Luigi era quasi immobile, immensi. E’ stata una vera via crucis per mamma vedervedeva il mondo da una finestra ma sapeva proiettare il mi disfatto dal male, ma è riuscita a darmi una fede chiasuo sguardo su orizzonti infiniti. ra e generosa. E’ lei che a sera inizia le sue preghiere Vogliamo iniziare a presentare la figura di un nostro con – Ti ringrazio, Signore! –”. conterraneo, Luigi Rocchi, nato a Roma il 19 febbraio Luigi ha vissuto solo 47 anni e tutti sono stati, almeno 1932, vissuto a Tolentino (MC) dall’età di 2 anni fino alla dal punto di vista fisico, fatica e dolore. Colpito in tenemorte avvenuta il 26 marzo 1979. Vogliamo conoscere la rissima età da distrofia muscolare progressiva, deve abvita di un “Servo di Dio”, per comprendere l’itinerario bandonare studio e lavoro, per rimanere immobile in un che egli ha percorso dentro il mistero pasquale di Cristo. letto per 28 anni, come un “crocifisso vivo”. Dopo anni La sua vita non deve restare nascosta, per la sua esempladi crisi e di ribellione, con l’esempio dei famigliari, sorità e per la nostra meditazione. Essa può essere un esemprattutto della mamma, con l’aiuto spirituale di movipio di fortezza e speranza cristiana per tanti “crocifissi menti religiosi: UAMM, UNITALSI, CVS, con i frevivi” sparsi nel mondo. Luiquenti pellegrinaggi a Loregino, con la sua vita e con to e a Lourdes, mediante la sua parola, ricorda a tutla voce di Rete “Radié Reti noi che “il male è semsch” di Pescara, supera la pre un attentato all’Amore “ lunga e fredda notte deldi Dio per noi. Però quanlo spirito”, comprende il do c’è, sta a noi farne un valore della sofferenza per mezzo di salvezza, trasforsé e per gli altri, scopre la mando la croce del dolore sua missione di dover esin croce dell’amore”. sere “un uomo per gli alRaramente egli nella tri”, “un amico dei malati, sua vita parla di sé; c’è un angelo dei sofferenti”, però un ricordo autobio“l’amico dei cestinati” e grafico della sua adoledei “ crocifissi vivi”. scenza molto significativo: Vive questa difficile “Vedi quel Crocifisso alla spiritualità ed esercita queparete? Era da otto anni sto difficile apostolato delche non ne potevo più. Ero la sofferenza mediante martoriato al limite della scritti, lettere (ce ne ha lasopportazione umana. sciate 1700), incontri, visiParlai con Lui. Parlai di te, telefonate. Chiuso tra Lui. Parlai di me…D’un quattro mura, immobiliztratto dal Crocifisso uscì zato in un letto o in caruna luce intensa che rozzella, è presente in tutta riempì questa stanza, e soItalia e all’estero, dove LUIGI ROCCHI - IL SERVO DI DIO prattutto penetrò nel mio giunge la sua parola di incocuore, portandomi una pace profonda e una serenità senraggiamento e di speranza e da cui gli vengono domande za uguali. Da quel giorno mi sembrò d’essere uscito, dodi aiuto e di consiglio. Dice di lui mons. Capovilla: “Era po tanto, da una foresta buia, priva di luce. Da quel giorun giovane uomo, non malato, ma un giovane uomo imno in me ho sempre provato una grande gioia interiore.”. pedito, la cui giornata si svolgeva veramente come se Questo è stato per Luigino il passaggio dalla Via Cruegli fosse al cospetto del Signore. Un giovane uomo che cis alla Via Lucis: l’inizio dell’itinerario verso la Pasqua. dopo aver tanto sofferto e continuato a soffrire, aveva Perché se la passione e morte avvicinano in modo mistemolto da dare all’umanità”. rioso Gesù all’uomo che soffre, la sofferenza acquista siScriveva Luigino: “Non mi sento né solo, né inutile, gnificato e fecondità nella resurrezione. Questo spiega perché ho amore per tutto e per tutti…La sofferenza mi come sia possibile che grandi santi e semplici credenti ha fatto capire che è dolce essere amati, ma essere capaabbiano mostrato, nella esperienza del dolore, gratuità e ci di amare e amare significa possedere la capacità di reamore senza confini, una dedizione ai fratelli capace di stare vivi e non di apparire vivi. La vera sofferenza, la trasmettere l’amore di Gesù che redime e guarisce. terribile sofferenza, quella che veramente mi fa orrore, è Vedremo così Luigino, nella sua esistenza semplinon essere più capaci di amare”. ce, dolorosa e insieme gioiosa, avvicinarsi agli altri, Il 25 aprile del 1995 si è chiusa a Tolentino la fase sani e malati, con senso di compassione e partecipadiocesana della causa di beatificazione di Luigi Rocchi e zione: proprio lui, ferito, ha parole e gesti di consolail 13 settembre si è aperto in Vaticano l’iter presso la zione e di speranza. Congregazione della Causa dei santi. Quest’anno si celeIl segreto sta tutto nella famiglia; scrive: “ Non voglio brerà il 25° della sua morte e il corpo verrà traslato dal rattristare nessuno, anzi, mi piacerebbe ridare la gioia cimitero di Tolentino nella Cattedrale di San Catervo. che Dio mi ha messo dentro. Sarebbe ingiusto se la tenessi tutta per me. Magari ti parlo dei miei genitori che, Maria Grazia

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Amici di Gesù Crocifisso

Testimonianze Per preparare l’VIII Convegno Nazionale del MLP, che si terrà nel Santuario di S. Gabriele dal 27 al 30 maggio 2004, è stata promossa una inchiesta a livello nazionale sulla situazione del MLP in Italia. Agli aderenti sono state rivolte queste tre domande: Come hai incontrato il Movimento Laicale Passionista? Aspetti positivi e negativi nel cammino del tuo gruppo; Cosa è cambiato nella tua vita dopo l’incontro con il M.L.P.? Molti Amici stanno rispondendo a queste domande. Pubblichiamo in questo e nei prossimi numeri della nostra rivista alcuni stralci delle varie risposte, alcune anonime, altre firmate.

Una “crocifissa” con il Crocifisso i chiamo Delia, anche se nel movimento degli A.G.C. mi conoscono tutti come Maria, e sono una persona invalida di 81 anni. Quando sono stata avvicinata dagli Amici di Gesù Crocifisso ero già da anni iscritta al Centro Volontari della Sofferenza e quindi avevo già “respirato” l’atmosfera della croce personale unita a quella di Cristo. Forse il Signore mi ha voluto aiutare ulteriormente nella mia situazione d’infermità dato che, col passare degli anni, la mia possibilità di muovermi da casa si è ridotta sempre più. Attualmente non posso più uscire di casa, e la mia infermità si è aggravata fino a rendermi quasi del tutto dipendente dalle cure dei famigliari. Il Signore mi ha voluto aiutare, perché nella mia casa abbiamo iniziato, da 6 anni, un Gruppo Famiglia degli Amici, che ora è ben consolidato e unito spiritualmente. Anni fa un’amica di Trodica, che mi veniva a trovare, mi propose di aderire a questo movimento passionista. Inizialmente ero incerta perché mi sentivo diversa dagli altri iscritti proprio perché sapevo che io non avrei potuto partecipare fisicamente agli incontri e alle liturgie del gruppo. Anche P. Alberto varie volte mi aveva sollecitato l’adesione, perché questo movimento passionista vuole avere una particolare attenzione per quelli che vengono definiti i “crocifissi” viventi, attorno ai quali ci si vuole riunire per pregare e portare sollievo alle varie solitudini. Quando mi è stato proposto di iniziare questo gruppo di preghiera nella mia casa, grazie anche all’aiuto di mia nipote che vive con me e mi accudisce, ho deciso di aderire agli Amici di Gesù Crocifisso. E’ iniziato così un cammino, insieme alle sorelle del Gruppo e a P. Alberto, che mi ha portato a ricevere un anno fa la Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso. Sono contenta di quanto il Signore mi ha dato con la preghiera di gruppo, le catechesi dei ritiri (che leggo sempre con interesse) e anche attraverso il giornalino dove trovo quello che sento dentro di me ma che non so esprimere facilmente. Continuo nell’esercizio giornaliero di offrire al Signore la mia sofferenza e di accettare la croce, che ogni giorno si fa sempre più pesante, unita a Lui. Un’altra gioia che gli Amici hanno portato nella mia casa è stata l’adesione al gruppo anche di mia nipote e la sua Consacrazione Solenne a Gesù

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Crocifisso. Sento che il Signore è veramente presente nella mia vita e nella mia famiglia, lo lodo e lo ringrazio per tutto quello che fa per noi e anche per aver portato i laici passionisti nella mia vita; so che perdonerà quei momenti di sconforto in cui cado sotto il peso della croce, ricordando come anche Lui è caduto sotto la sua (molto più pesante della mia!) e considerando anche la debolezza della mia umanità ferita fin dalla più tenera età. Ringrazio soprattutto P. Alberto per tutte le volte che, abbandonando i molteplici impegni, è venuto a pregare accanto a me e mi ha portato la gioia della presenza di Gesù Eucaristia, dono inestimabile per una malata costretta in casa lontana dalla chiesa. Maria Iommi

È iniziato per noi un uovo cammino di coppia ivendo la spiritualità della Passione sono cambiate molte cose nella mia vita. Il Signore mi ha fatto la grazia di saper accettare la croce con gioia, facendomi capire il suo valore e la sua bellezza. Ho compreso l’amore di Gesù che per me ha accettato la sua croce; ho imparato a capire le mie prove, a offrirle a Lui, unite alle sue sofferenze per la salvezza delle anime e per ottenere nuove vocazioni sacerdotali. Vicino al Crocifisso si trova la gioia, la forza, la luce per continuare il cammino. Ringrazio continuamente Gesù che mi ha aiutato a ritrovare la gioia. Nell’Anno Santo ho fatto la consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso, insieme a mio marito; è stata una grande grazia a gioia fare questo cammino di fede insieme a mio marito. In quel giorno è iniziato per noi un nuovo cammino di coppia verso l’amore per Gesù Crocifisso. Abbiamo partecipato con fedeltà agli incontri, ai ritiri mensili; siamo stati fedeli alla meditazione della Passione; abbiamo cercato di andare incontro ai fratelli crocifissi, aiutando famiglie bisognose e extra comunitarie, facendo nel nostro piccolo tutto quello che ci è possibile. Cerchiamo di trasmettere agli altri l’amore che Gesù ha messo nel nostro cuore. Comprendiamo sempre più che davvero “la Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera del divino amore”.

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Messa alla Fraternità di Giulianova: 4-12-2003

Giuseppina e Dino


Amici di Gesù Crocifisso Sono convinta, per averlo sperimentato personalmente, che senza una comunità è uesta testimonianza la chiamerei: La storia difficile seguire e conoscere, senza ingandella mia salvezza. Provo sempre grande no, il Signore; cerco di dare il possibile di gioia nel ricordare come il Signore mi ha cercata e risveme e della mia vita agli Amici passionigliata; mentre scrivo queste cose, il mio cuore trema e sti, e non solo a loro, nella certezza che palpita per l’emozione. E’ proprio una “storia d’amore” comunque sono sempre io a ricevere di quello che chiedi di raccontare… più, potendo incontrare e servire il Signore Dopo aver conosciuto i Passionisti in una missione ponei fratelli, in qualunque modo lo possa fare. polare, presto sono arrivata a Morrovalle, al convento di Naturalmente vivere nella Famiglia Passionista non quei frati che mi avevano aperto le porte che conducono mi ha fatto “uscire” dalla mia famiglia: sono una mamal Signore e lì ho incontrato gli AMICI DI GESÙ CROma di tre figli. Essere membro del M.L.P. mi fa sentire la CIFISSO; subito vi ho aderito sentendo per me questa l’unecessità di portare questa spiritualità soprattutto tra i nica via per giungere alla santità, a Dio. Il M.L.P. l’ho comiei cari, anche se non sempre ciò mi riesce con succesnosciuto frequentando gli Amici e in particolare parteciso; sono comunque tranquilla perché penso che sia fonpando al Convegno organizzato nell’anno del Giubileo. damentale, almeno per me, aver capito che siamo nelle Ho trovato molto bello che vi siano tante persone che conmani del Signore che ci ama talmente da essere morto dividono questo carisma passionista, che si applicano nelsulla croce per noi; quindi se cerchiamo di vivere semla meditazione della Passione di Gesù, che cercano di vipre più uniti a Lui, compiendo la sua volontà, non abbiavere secondo gli insegnamenti di San Paolo della Croce: mo nulla da temere. ho pensato che possiamo essere una comunità che, nel siNoi laici passionisti dobbiamo sempre più divenire in lenzio e nell’umiltà, può contribuire alla salvezza di tante questo mondo disperato, perché senza Dio, i portatori anime e può intercedere per questo nostro mondo che dell’annuncio di salvezza e di amore misericordioso che sembra sempre viene dalla più dimenticare croce di Gesù, le sofferenze e convinti che l’Amore del Situtti i mali gnore per ogni dell’uomo uomo. vengono dalLa croce, l’aver dimencome è stata ticato la croce fonte di salvezredentiva di za per me, deCristo, come ve essere saldiceva San vezza per tutti Paolo della gli uomini, e Croce. noi siamo chiaGli aspetti mati, ognuno positivi del nella propria nostro cammivocazione e no in parte li nel proprio ho già elencati luogo, ad essesopra. Senza re portatori del rendercene messaggio che conto cresciaemana dalla mo nella Fede Croce: dobbiae nella conomo riempirci scenza del Sidi Gesù Crocignore; è imfisso per porportante il tenGiulianova: 4-12-2003 tarlo a tutti. tativo di formare Cosa è cambiato nella mia vita dopo l’ingli animatori delle Fraternità e di coinvolgere attivamente contro con il M.L.P.? Direi tutto, nella mia vita ma anche sempre più gente nella vita del movimento. in me stessa. Anzitutto incontrare i fratelli e le sorelle È importante sottolineare che la nostra vuole essere una (laici e religiosi) passionisti, è stato per me il primo in“scuola di preghiera” e non un semplice gruppo di precontro concreto con Gesù, con quella comunione di spirighiera, e che non ci sono limiti di età per cominciare queto che c’è tra coloro che si amano in Lui e per Lui. E’ qui sta scuola. È importante fare incontrare tra loro gli Amici che imparo a pregare insieme ai fratelli, è qui che imparo delle varie Fraternità e gli Amici con altri laici e religiosi ad accogliere ed accettare tutti, simpatici e meno simpatipassionisti, per creare la comunione propria di una Famici, in nome di Gesù; è qui che sono stata spinta ad uscire glia, come vuole essere quella Passionista. dal “guscio” della timidezza e ad aprirmi e darmi senza Un aspetto sicuramente negativo è una certa apatia, o troppe riserve, con fiducia in tutti per amore di Gesù. pudore, che gli aderenti hanno nel far conoscere il MoviFrequentando i ritiri e gli incontri della Fraternità ho mento, delegando sempre decisioni e “attività apostolica” ricevuto quel catechismo che non ho avuto a suo tempo e alle solite persone, mentre invece dovrebbe essere quasi che ora penso di avere, almeno per quelle basi che deve una esigenza interiore quella di coinvolgere sempre più avere un cristiano che si voglia chiamare così. Mi ritrovo persone nel nostro cammino di fede. ad animare una piccola Fraternità nella mia Parrocchia, un Gruppo Famiglia degli Amici e a dare una mano anAmica di Gesù Crocifisso che nella vita del movimento.

La storia della mia salvezza

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Amici di Gesù Crocifisso Gioia e fede di una giovane mamma aro P. Alberto, non è stato semplice riuscire a spiegare quel fiume di pensieri ed emozioni che hanno accompagnato il mio cammino fino ad ora. Tu sai benissimo come il Signore ha disegnato e preparato la mia conversione e quella della mia famiglia. Conversione che non posso dire di aver vissuto in un momento ben preciso, ma che è avvenuta piano piano, silenziosa e non folgorante, ma non per questo meno convinta e chiara. Per questo ogni giorno lodo il Signore di avermi concesso la grazia di averlo potuto, non dico conoscere, ma incontrare prima del matrimonio, con la certezza quindi di aver fondato “la mia casa sulla roccia”. Non potevo immaginare quali e quante grazie aveva in mente per me il Signore: come quella di sposarmi con una persona che soltanto Lui poteva aver pensato per me ed avere in poco tempo tre splendidi figli. Riflettendo bene credo di non aver progettato mai niente di tutto questo ma, non so se riesco a spiegarmi, mi sono sentita guidare da quell’istinto che altro non era se non una cieca fiducia in Gesù. L’incontro con un M.L.P. non ha cambiato la mia fede, sebbene l’abbia educata, visto che grazie a te, che ho avuto e che sento come Padre della mia fede, gli insegnamenti e le basi sono state le stesse, ma è cambiato il modo di viverla. Ho imparato, con la spiritualità passionista, a vivere la passione di Gesù ogni giorno, meditandola e poi cercando di riportarla nella mia quotidianità, nei miei piccoli “dolori” o “fatiche” che incontro con i figli, con il rapporto con gli altri, in parrocchia; piccole cose ma che se vissute alla luce di Gesù possono aiutare a “cambiare la vita”. Inoltre il M.L.P. mi ha dato l’opportunità di poter vivere e crescere insieme non solo come coppia ma come famiglia. Secondo me è un sostegno grandissimo per noi genitori sapere che i nostri bambini possano ritrovarsi in un gruppo, per ora magari solo nel gioco, ma comunque accrescendo fra loro l’amicizia e l’unione, un domani saranno magari di stimolo l’uno dell’altro per cose più grandi, come sta accadendo ora a me con i miei amici, che sento parte integrante della mia crescita nel cammino cristiano e passionista. Queste parole scritte di getto, vogliono essere come una lode al Signore per le grandi cose che ha fatto per me e per la mia famiglia, prima fra tutte l’avermi dato dei punti di riferimento come te, Vito e Piera con cui mi sento al sicuro.

ono una persona anziana, vedova da 4 anni. Vivo con i miei figli, anche se in un appartamento da sola. I Passionisti, specie quelli del convento di Morrovalle, sono di casa da noi e da sempre ho amato San Gabriele dell’Addolorata ed ho affidato a lui le mie preghiere. La preghiera è sempre stata parte della mia vita, anche se devo dire che fino a pochi anni fa era forse troppo elementare, inconsapevole. Mia cognata mi ha invitato una sera a partecipare ad un incontro di preghiera a Montecosaro, dove si riunivano gli Amici di Gesù Crocifisso sotto la guida di P. Alberto. Sono stata molto felice di aver avuto questa opportunità che ha cambiato, e sta cambiando, la mia vita: cerco di non mancare mai agli incontri della Fraternità, frequento anche un Gruppo Famiglia a Trodica dove ci riuniamo una volta al mese per approfondire la spiritualità della Passione attorno a due sorelle malate e non manco mai ai ritiri mensili a Morrovalle. Ci tengo molto alla mia appartenenza agli Amici perché mi sono accorta che piano piano la mia fede sta maturando e che non è mai troppo tardi per conoscere meglio il Signore e il suo amore per noi. Anche le sorelle e i fratelli del gruppo mi sono molto cari e mi trovo bene con tutti e dovunque. La preghiera sta diventando la compagna preferita delle mie giornate, spesso passate in solitudine, quando tutti sono al lavoro, e mi accorgo che è diventata quasi il “respiro” della mia anima. Quando sono in strada, e cammino molto a piedi da sola, la corona e il Signore sono la mia compagnia, perfino la notte mi capita di svegliarmi mentre recito la corona: allora il cuore si riempie di gioia perché penso che sia il Signore che mi vuol far sapere che mi è sempre vicino, anzi, come ci ricorda spesso P. Alberto, che è nel mio cuore. Prego per tutti gli ammalati, per la mia famiglia, per i moribondi e per gli Amici. In ultimo, ma non per importanza, ricordo la mia Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso ricevuta con gioia ed emozione questa primavera a Morrovalle. Mi sono donata al Signore e Egli sicuramente mi aiuterà a portare avanti questo, che non è stata una mia scelta, ma un suo dono, un sostegno che trovo ogni giorno nella mia vita, in ogni piccola cosa, triste o felice che sia. Grazie Signore.

Gironelli Moscetta Sonia

Ferretti Ersilia

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Non è mai troppo tardi per conoscere meglio il Signore

Madonna della Stella: 30-11-2003

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Incontro Responsabili: Morrovalle 6-12-2003


Amici di Gesù Crocifisso

Amici News Giorno di letizia e di grazia alla Stella vostro movimento, pensando specialmente al gruppo delieni, Signore Gesù”. Così canta la Chiesa la “Madonna della Stella”, in provincia di Perugia, pernella prima domenica di Avvento: una inché nella zona vive una mia cognata e forse un giorno vocazione gioiosa di attesa, che ha echeggiato nei nopotrò venire a farvi visita; per adesso mi accontento di ristri cuori nella giornata di ritiro del 30/11/03, presso il cevere la vostra rivista e di considerarmi ausiliaria. Mansantuario della Madonna della Stella, PG. Tutta la frado una piccola offerta, sicura di ricevere presto vostre noternità si è riunita per una giornata di ritiro e consacratizie. Vi saluto cristianamente con affetto”. zioni, sotto la guida del P. Alberto Pierangioli. Dopo la preghiera delle lodi, il P. Alberto ci ha offerto un’ampia Maria Michela De Palma. catechesi sulla “santità- amore”, articolata particolarmente nell’aspetto di “amore cristiano”. Si tratta di un Incontro dei responsabili programma basilare ed efficace per un cammino di santità, un piano di lavoro per insegnare ad amare, non l 6 dicembre 2003, dalle 15,00 alle 18,00, si è a parole, ma con i fatti, come insegna l’apostolo Giosvolto a Morrovalle l’incontro dei Responsabivanni. Ci ha poi presentato il programma triennale di li e Vice delle Fraternità e Gruppi Famiglia. Dopo una formazione per gli Amici, basato sulla conoscenza, breve introduzione di P. Alberto, che ha sottolineato l’imamore e sequela di Cristo. portanza di vedersi tra i responsabili per verificare il Dopo l’ottima agape fraterna,consumata insieme a cammino che si sta facendo, ognuno h esposto gli aspetti un gruppo di fratelli, provenienti da altre fraternità delpositivi e negativi del proprio gruppo. Sono stati poi dile Marche e dell’Abruzzo, nel pomeriggio abbiamo scussi alcuni argomenti pratici. avuto un’ora di adorazione e poi la santa Messa, presie1. Rinnovo dei Consigli di Fraternità duta dal P. Alberto, Secondo lo Statuto, insieme al nostro le Fraternità sono assistente, P. Adalguidate per quattro berto Di Donato. anni da un ConsiNella Messa, quatglio di Fraternità di tro Amici hanno 5 membri. Saranno rinnovato la consarinnovati nei primi crazione solenne a mesi del 2004, con Gesù Crocifisso e questo calendario: Nizzi Marisa ha Lido di Fermo: 2 fatto la prima confebbaio. Morrovalsacrazione. Come le: 2 febbraio. sempre, questo è Montecosaro: 12 stato il momento febbraio. Porto S. più emozionante. Elpidio: 13 febPrima di salutarci, braio. Recanati: 18 ad ognuno è stato febbraio. Giulianoconsegnato un picva: 4 marzo. MaRitiro e consacrazioni. colo Gesù Bambicerata: 5 marzo. Madonna della Stella: 30-11-2003 no, con una riflesCivitanova: 24 sione profonda per aiutarci a comprendere il grande marzo. Il rinnovo avviene per elezione nelle Fraternità misero di amore dell’Incarnazione e imparare anche più grosse e in dialogo fraterno nei gruppi più piccoli e noi ad “amare con il cuore di Dio”, come ci ha ricordapiù recenti. Si devono individuxare persone capaci, ma to il P. Alberto. anche disponibili e presenti. Padovani Margherita 2. Corso di formazione a San Gabriele: 28 – 29 febbraio 2004. Nuova Amica di G. C. Si ascoltano varie proposte sull’argomento da trattare: emerge il desiderio di approfondire la nostra spiritualità, ammichele di Bari li 18 ottobre 2003. Carislo studio dello Statuto e avere indicazioni pratiche per simi Amici di Gesù Crocifisso, casualmente animare i gruppi e far conoscere anche ad altri la nostra mi è capitato di avere tra le mani una vostra pagellina e realtà. Entro la fine di gennaio si deve avere il numero subito mi sono detta che anch’io avrei voluto fare parte quasi completo dei partecipanti. del vostro gruppo. Sono una donna di 39 anni, sposata 3. Consacrazioni. con 3 figli e un marito che da 4 anni non lavora, prima Dove sarà possibile, le consacrazioni si faranno nelle chieper mobilità e poi niente. Sono molto credente e tutte le se dove si radunano i gruppi. Si dovrà stabilire al più predifficoltà della vita che mi sono accadute e continuano ad sto un calendario. I responsabili devono programmare diaccadermi le affronto con un “Amico” accanto che mi versi incontri per preparare i candidati, servendosi del testo aiuta, Gesù Crocifisso. Spesso sto male fisicamente, la“La Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso”. voro saltuariamente come bracciante e a volte sono tentata di scoraggiarmi. Nel paesino in cui vivo non vi sono movimenti ecclesiali; ho deciso allora di fare parte del La segretaria: Maria Grazia

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Amici di Gesù Crocifisso I LIBRI DEGLI AMICI Utili per approfondire la spiritualità passionista e camminare uniti: Potete richiederli alla nostra direzione. P. Alberto Pierangioli: “Voi siete miei Amici”: Meditazioni sulla Passione di Gesù e Preghiere. Ed. Ancilla 2002. Pag. 442 € 8,50 “è un volume di preghiere e di meditazioni preparato per gli “Amici di Gesù Crocifisso” da P.Alberto C.P., fondatore di questo caratteristico movimento di spiritualità, è uno strumento molto significativo ed opportuno per aiutare i singoli fedeli a raggiungere un alto grado di preghiera contemplativa... Le meditazioni proposte, frutto di esperienza, si snodano in concetti di intensa spiritualità con una dinamica semplice ed efficace utile a tutte le categorie di persone che intendono intraprendere un serio cammino di santità. Le preghiere, i pii esercizi della quarta parte del volume sono molto utili per alimentare la fede, in comunione con tanti altri fratelli e sorelle in Cristo”. (Dalla Prefazione di S. E. Mons. Nesti).

P. Alberto Pierangioli: “La Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso”: Ed. Eco, 2003. Pag. 56. € 2,00. “È un fascicoletto che spiega con chiarezza la spiritualità passionista e il suo adattamento al cammino del laico, come anche il senso della consacrazione solenne, per cui spero che chiunque la farà si senta coraggioso per lasciarsi imprimere nel cuore da Gesù il dolore e l’amore che erano nel suo cuore divino. In tal modo la persona “consacrata” sarà capace di rendersi solidale con Gesù ad ogni persona per aiutarla a dare senso alla propria vita” (Presentazione del P. Fabiano Giorgini).

Programma di formazione per il 2004 Ripartire da Cristo - VOGLIAMO CONOSCERE GESÙ Gennaio: Febbraio: Marzo: Aprile: Maggio: Giugno:

Voi chi dite che io sia? Il Verbo fatto carne: Gesù Dio e uomo Gesù è il Crocifisso Gesù è il Risorto Gesù è Cristo Signore Gesù è il Salvatore

Luglio: Agosto: Settembre: Ottobre: Novembre: Dicembre:

Gesù è il Maestro Gesù è il rivelatore del Padre Gesù è capo del Corpo Mistico Gesù è il re dell’universo Gesù è sempre con noi La Madre di Gesù

Calendario degli Amici - Ritiri mensili a Morrovalle: 11 gennaio, 1 febbraio, 7 marzo, 4 aprile, 9 maggio, 6 giugno. - 6 gennaio: S. Messa e festa con gli anziani della Casa di Riposo di Montecosaro MC - 20 febbraio: Civitanova: Festa della Passione e inizio della “Peregrinatio Crucis”. - 27 febbraio: Festa di s. Gabriele. Morrovalle: orario festivo. Ultima Messa ore 21,00. - 28-29 febbraio: Incontro di formazione per animatori a s. Gabriele - Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Il 2 dicembre 2003 Gesù Crocifisso è venuto a portare nella gloria del Cielo una grande “Amica Crocifissa”, Belvederesi Giovina di Civitanova, di anni 95, consacrata perpetua, cieca e paralizzata da tanti anni. Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

Gennaio-Febbraio 2004 – Anno V n. 1 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli P. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MC T. 0733.221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733.222394 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici


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