A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
Settembre - Ottobre 2005 Anno VI n°5
Sommario Amore concreto Cingolani: Sperare Passionista Comastri: Lettera ai genitori Giovane coppia si confessa Valori: Il Moretto di S. Benedetto Sulla Croce con amore
Professione Perpetua: Un innamoramento Mons. Bruno Forte: Sacerdote per sempre Consacrazioni a Civitanova Testimonianze e notizie
Amici di Gesù Crocifisso
“Non amiamo a parole ma, ma coi fatti.
(1Gv 3,18).
Settembre 2005 a questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua v i ta per noi” (1Gv 3,16).
“D
L’amore di Gesù per noi è stato un amore concreto, fino alla fine, fino a farsi in tutto “simile a noi”, eccetto il peccato, fino a farsi mangiare da noi, fino a dare la vita, fino a lavarci continuamente con il suo sangue. Pur essendo onnipotente, Egli ci può dire: “Non ti potevo amare di più”. La creazione, l’incarnazione, la passione, l’eucaristia, la confessione, sono le prove dell’amore concreto di Dio per noi. In questo anno, mese per mese, stiamo approfondendo l’amore concreto di Gesù, contemplando soprattutto il Crocifisso e il Tabernacolo. Riflettendo seriamente sulla nostra vita, possiamo trovare tante prove concrete dell’amore personale di Gesù, dalla nostra nascita fino a questo momento. Pensiamo ai doni naturali e spirituali ricevuti; ai mali morali e fisici da cui ci ha liberati; alla pazienza e misericordia con cui ci ha sempre accolti; all’aiuto che ci dona continuamente per trasformare in grazia anche le prove della vita.
L’amore concreto
È importante capire che l’amore cristiano ha due dimensioni: è sempre lo stesso, è sempre l’amore di Dio riversato su di noi, per opera dello Spirito Santo, ma circola in due direzioni, verticale e orizzontale, verso Dio e verso il prossimo. L’amore concreto verso il Signore ci richiede soprattutto fedeltà, ascolto della sua Parola, accettazione piena della sua Volontà. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi Giustamente Gesù riama sarà amachiede anche a noi un to dal Padre amore concreto e geneS. Gabriele, 8/13-8-05, Esercizi Spirituali Amici mio e anch’io roso, com’è il suo lo amerò e mi maamzre per noi. Ci chienifesterò a lui” (Gv de di conformarci a Lui: “fate questo in me14,15.21). Gesù assicura che chi osserva la sua parola moria di me”, cioè come lo faccio io. San Giovanni costruisce la casa sulla roccia, altrimenti costruisce suldice: “Figlioli, non amiamo a parole né con la linla sabbia (Cfr. Mt 7,24 ss.). gua, ma coi fatti e nella verità (1Gv 3,18). E Gesù Allora è giusto chiederci spesso com’è il nostro amore per il Signore, quale rapporto di amore ci lestesso afferma: ”Non chiunque mi dice: Signore, ga seriamente a Gesù Crocifisso, quali sentimenti di Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che amore proviamo ai piedi del Crocifisso…. fa la volontà del Padre mio che è nei” (Mt 7, 21) E’ giusto chiederci che cosa portiamo a Gesù L’amore di Gesù è rivolto al Padre e poi si estende quando lo riceviamo nella Eucaristia, quale fede, a noi. Anche il nostro amore, che ha origine da Dio, quale purezza di cuore, quale fedeltà nei piccoli dodeve rivolgersi prima di tutto a Dio e poi concretizveri quotidiani gli presentiamo… Solo se riusciamo zarsi nell’amore del prossimo. a fare della nostra giornata una continua offerta di Le note dell’amore concreto elencate da san Paolo amore, possiamo dire che il nostro amore per Lui innel famoso inno alla carità (I Cor 13), in fondo sono i comincia a diventare concreto. valori dell’amore trinitario tradotti per noi in termini Poi la prova sicura e la misura del nostro amore umani perché ne facciamo l’esperienza: “La carità per il Signore sarà l’amore concreto del prossimo, è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la come approfondiremo nel prossimo mese. carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di P. Alberto Pierangioli rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira,
La nostra risposta
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non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 13,4-7). Non sono semplici atteggiamenti di filantropia, ma valori divini, perché così Dio ci ha amati e ci ama continuamente. Propriamente parlando, non è possibile realizzare questi valori nella nostra natura guastata dal peccato, senza un aiuto particolare che ci viene dalla nostra unione con Gesù Cristo, dal quale attingiamo la forza divina della grazia.
Amici di Gesù Crocifisso
“Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato” (Gv 15,12) Ottobre 2005
“Come io vi ho amato”
questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3, 16-18).
Gesù è vero modello del nostro amore verso Dio, ma è anche modello del nostro amore verso il prossimo. Egli ha amato tutti, senza escludere mai nessuno: ha amato piccoli e grandi, peccatori e santi, amici e nemici. Ha scusato e pregato per chi lo ha crocifisso. Ha amato sempre, anche nelle situazioni più difficili. Si è Una delle prove più grandi dell’amore concreto di Gesù dato sempre tutto a tutti. Ha amato concretamente, non per noi, dopo la croce, è l’Eucaristia: ci ama tanto da solo predicando e facendo miracoli, ma piangendo con farsi mangiare da noi. L’Eucaristia è il vero sacramento chi piangeva, gioiendo con chi era nella gioia, pieno di dell’amore di Dio e del prossimo, perché realizza la cocompassione per tutti, facendosi servo di tutti, fino a lamunione verticale con Dio, ma anche la comunione vare i piedi anche a Giuda, fino a dare la vita per tutti, orizzontale con i fratelli. San Paolo dice: «Il pane che anche per i nemici. noi spezziamo non è forse comunione con il corpo di Nell’ultima cena, dopo aver lavato i piedi agli apoCristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo stoli sbalorditi, può dire: “Sapete ciò che vi ho fatto? molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiaVoi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, permo dell’unico pane» (1 Cor10,1617). ché lo sono. Se dunL’Eucaristia è comuque io, il Signore e nione con il corpo il Maestro, ho lafisico e il corpo mivato i vostri piedi, stico di Gesù. anche voi dovete Nell’accostarci lavarvi i piedi gli alla Comunione, uni gli altri. Vi ho non possiamo didato infatti l’esemsinteressarci del pio, perché come fratello, non possiaho fatto io, facciamo rifiutarlo, senza te anche voi. Vi do rifiutare Cristo stesun comandamento so. Chi, nel fare la nuovo: che vi comunione, pretenamiate gli uni gli desse di essere piealtri; come io vi ho no di fervore per amato, così amateCristo, dopo avere vi anche voi gli uni appena offeso un gli altri. Da questo fratello, senza avertutti sapranno che gli chiesto perdono, siete miei disceposomiglia a uno che, li, se avrete amore Civitanova, 3-7-05 incontrando un gli uni per gli alSei coppie di Amici si consacrano a Gesù Crocifisso amico, si leva in tri” (Gv 13, 12-34). punta di piedi per baQuesto è il vero teciarlo in fronte e mostrargli tutto il suo affetto; ma non stamento di Gesù. Gesù perfezione quanto troviamo nel si accorge che, intanto, gli sta calpestando i piedi con V. T.: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19,18). Per Gesù il prossimo non è più solo il proprio scarpe chiodate! I piedi di Gesù sono le membra del popolo, ma tutti gli uomini, perché tutti fratelli. Sopratsuo corpo, specialmente quelle più povere e umili. Il tutto la misura dell’amore non è più “come te stesso”, Cristo che si dona a me nella comunione è lo stesso ma “come io ho amato voi”. Cristo che si dona anche al fratello che è accanto a me; L’amore cristiano deve essere generoso, universale, egli ci lega gli uni agli altri, nel momento in cui ci lega come l’amore di Dio, perché deve essere una circolatutti a sé. Quando il ministro ci dice: zione dell’amore trinitario. Quando ci amiamo con l’a“È il corpo di Cristo”, noi diciamo: “Amen”. Cioè more che viene da Dio, vi è una circolazione dello stes“Credo che questo è il Corpo di Cristo”. Ma diciamo so amore di Dio. E’ l’amore tra Padre, Figlio e Spirito anche: “Credo che questi fratelli sono Corpo di CriSanto che passa anche attraverso di noi. Dio si ama e ci sto”, anche se tra loro c’è chi non mi ama e mi fa sofama anche in noi e per mezzo nostro. frire. Il nostro amore, come quello di Gesù, deve essere un Quando vogliamo realizzare una comunione più amore concreto, fatto di disponibilità, di servizio, di saprofonda con Gesù, quando vogliamo ottenere una gracrificio, del dono di sé. Ed ecco la sintesi fatta dal dizia speciale, il modo migliore per ottenerla è accogliere scepolo dell’amore: Gesù nel nostro cuore insieme con “il fratello difficile”. “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha Questa allora è una vera comunione di amore. dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di P. Alberto Pierangioli
La comunione orizzontale
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Amici di Gesù Crocifisso
PENSIERO PASSIONISTA Settembre-Ottobre 2005
CREDERE PASSIONISTA
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tiamo riflettendo sul modo passionista di vivere le virtù teologali. Per utilità di catechesi parliamo separatamente di fede, speranza e carità, ma solo per seguire uno schema. Le tre virtù si praticano insieme perché si contengono e implicano a vicenda. Come la Trinità è tre persone ma lo stesso Dio, così le virtù teologali esprimono aspetti diversi ma sono operazioni dello stesso semplicissimo Dio in noi. La fede accentua l’aspetto conoscitivo. Dio ci partecipa la sua sapienza e intelligenza, e noi siamo in grado di pensare e valutare dal suo punto di vista e secondo la sua volontà. La speranza accentua l’aspetto operativo. Dio ci partecipa la sua potenza realizzando in noi e per mezzo di noi quel che da soli non potremmo mai attuare. Una coppia sterile, Abramo e Sara, diventa capostipite di moltitudini. Una vergine, Maria di Nazaret, concepisce e partorisce la seconda persona della Santissima Trinità, perché “nulla è impossibile a Dio”. Un morto sulla croce salva l’umanità.
Croce e Speranza
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La speranza cristiana è diversa dalla speranza psicologica. Questa è fondata sulle possibilità umane, quella sulla potenza divina. La speranza umana può fallire, quella divina è infallibile, cioè riesce sempre perché Dio mantiene le promesse e realizza i suoi piani. Si può sperare di superare un esame, avere un lavoro, fare bravi figli, stare bene in salute, vincere una partita, che ci sia bel tempo; ma tutte queste cose potrebbero anche non avverarsi. Possiamo pregare Dio perché queste speranze si avverino, ma Dio risponderà orientando le nostre attese verso beni più duraturi. Anche se non otteniamo questi favori sperati, Dio ci fa comprendere che vi sono altre vie per conseguire i beni supremi a cui tendiamo. Popolarmente diciamo che quando Dio chiude una finestra spalanca una porta. Peccato che noi continuiamo a fissare la finestra chiusa. La croce è la situazione tipica della speranza, perché dimostra che l’azzeramento della potenza umana è condizione per la manifestazione della potenza divina. Gesù muore non come fallito o disperato, ma come abbandonato al potere del Padre. Ha amato sino alla fine. Come uomo non poteva fare di più e non c’era altro da fare, perché le risorse umane erano esaurite. La nostra scienza e sapienza direbbero: tutto finito, una sconfitta senza appello. Invece sulla croce sfolgora la potenza di Dio, in cui l’uomo Gesù ha creduto e sperato con abbandono d’a-
more. La vita comincia mentre sembrava finita per sempre. Ciò che in termini umani era una follia risulta la via necessaria per consentire a Dio di manifestare la sua sapienza e potenza. Quando le cose erano andate così male che peggio non si poteva, è allora che sono andate talmente bene che meglio non si poteva. La risurrezione di Gesù non significa soltanto che Dio interviene per rimediare al disastro e per premiare suo Figlio, ma che Dio era già presente e operante mentre Gesù moriva, perché quella morte era l’atto supremo dell’amore divino che salva il mondo. La speranza cristiana, come la fede, è fondata sulla risurrezione di Gesù come frutto della sua morte d’amore, come ci ricorda la dottrina dell’unità inscindibile del mistero pasquale. Il Vecchio Testamento aveva offerto l’esempio della fede e speranza di Abramo, ma il popolo ebraico non lo capì mai, e molti cristiani lo capiscono riduttivamente ancora oggi. Dio aveva promesso al patriarca che sarebbe stato padre di una moltitudine di figli. Il senso di tale paternità non era se“Abramo ebbe fede condo la carne, ma sesperando contro condo la fede. Il vegliarogni speranza” do non se ne rendeva (RM 4,18) conto, ma intanto stava realizzando quella paternità perché continuava a credere. Crede quando scade il tempo di fecondità. Crede quando Dio gli chiede di sacrificare il figlio finalmente arrivato. Continua a credere e a sperare. “Ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto”, Rm 4,18. Arabi e ebrei rivendicano ancora la loro discendenza fisica da Abramo, gli uni tramite Ismaele, figlio della schiava Agar, gli altri tramite Isacco, figlio della consorte Sara. Ma il legame generazionale non era la cosa più importante che la promessa di Dio voleva realizzare. Abramo è il primo credente della rivelazione biblica. In questo senso è il padre nella fede, come Maria è Madre nella fede in quanto prima credente del Nuovo Testamento, e come Gesù è “autore e perfezionatore della fede”, Eb 12,2. Quando crediamo e speriamo dobbiamo essere in sintonia con il piano di Dio rivelato dalla sua parola e assimilato nel cammino spirituale della Chiesa, altrimenti confondiamo la fede con le nostre idee e la speranza con le nostre aspettative. Fede e speranza sono due aspetti della stessa realtà. Nessuna può esistere senza l’altra. In qualche senso si potrebbe affermare che, in pratica, la speranza è più importante della fede. Nella fede crediamo ciò che è oggettivamente vero, al di fuori di noi:
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Dio esiste, è Trinità, si è incarnato. Cristo è Figlio di Dio, morto e risorto. Esistono i sacramenti, la Chiesa, la salvezza, la vita eterna. Tutto questo resta vero anche se non ci crediamo. La speranza rende tutte queste realtà soggettivamente “mie”. Le fa diventare ragione della mia vita e tensione verso la mia personale pienezza. Non solo credo che esistono, ma spero che esse siano già all’opera nella mia vita e condurranno il mio essere alla sua piena realizzazione. Autore della speranza è lo Spirito Santo, che tiene viva in noi tutta la verità che Gesù ha rivelato e attuato, e ci fa crescere nell’esperienza di essa.
Che cosa speriamo? Contenuto della speranza cristiana è la salvezza eterna, dono che non possiamo conquistare da soli, ma ci è concesso per i meriti di Cristo. Speriamo di non perdere questo dono, il che può accadere se non ce ne curiamo durante la vita e moriamo nel peccato che è rottura con Dio. Speriamo di risorgere con Cristo e di essere uniti con lui per l’eternità. Speriamo di partecipare alla manifestazione gloriosa di Gesù alla fine dei tempi, come chiediamo ogni giorno nella messa. È la fase finale sia della storia umana che della vicenda personale di ognuno, perché in quel momento avverrà anche la risurrezione dei corpi, il giudizio, la manifestazione degli eletti e la consegna del regno al Padre da parte di Gesù. Quindi speriamo che si compia il disegno di Dio sull’umanità e sulle varie articolazioni su di essa: nazioni, chiesa, famiglia e ogni individuo. E Dio sia glorificato per la sua comunicazione ad extra, nella creazione, rivelazione e salvezza. In una parola, speriamo il paradiso.
Dinamismo quotidiano della speranza La speranza è il sostegno della vita cristiana. Il numero 1818 del Catechismo ci aiuta a percepirla come energia divina che pervade il nostro essere e fa palpitare in noi la vita divina, nella potenza dello Spirito Santo. Nella speranza Dio risponde al bisogno di felicità che ha posto nel nostro cuore. Come esseri umani cerchiamo la felicità e ci sentiamo fatti per essere felici. Ma l’esperienza dimostra che nulla ci soddisfa in pienezza. Vuol dire che la nostra vita non sarà felice finché Dio non occuperà lo spazio che ci si è costruito per sé. La speranza accoglie i desideri umani e li purifica per orientarli ai valori eterni. Ognuno organizza la propria vita secondo il valori in cui crede. La speranza guida alla scelta dei valori giusti e al distacco da quelli falsi. Illumina nel fare buone scelte a ogni livello, dai parlamenti delle nazioni alle famiglie e agli individui. Tutti hanno desideri, attese e progetti. Nella speranza riusciamo a far coincidere i nostri sogni con la volontà di Dio. La speranza ci difende dallo scoraggiamento. È inevitabile sentirsi talvolta sconfortati. Il nostro
tempo conosce la patologia di scoraggiamento permanente chiamato depressione. Questo avviene perché si tiene conto solo delle nostre forze, che non possono arrivare a tutto. Tipico della speranza è contare sulla potenza di Dio. Essa non sempre risolve i problemi materiali, ma moltiplica le nostre energie per affrontarli e viverli con dignità. La speranza ci sostiene nei momenti di abbandono. Oltre allo scoraggiamento, la solitudine è l’incubo della nostra società. La paura di restare soli conduce alla ricerca frenetica di compagnia e di evasione, specie i giovani. La speranza ci fa percepire la compagnia di Dio, presente nell’intimo del nostro essere. Egli è sempre in noi, ma noi siamo fuori, occupati altrove, e non sentiamo la sua presenza. La speranza ce la fa riscoprire, specie nella solitudine dell’incomprensione, degli insuccessi, delle malattie e della morte. La speranza ci fa percepire il palpito della vita eterna già presente in noi. L’aspetto più affascinante della speranza è farci sentire l’attualità della salvezza. Noi speriamo non solo che saremo salvati o che vivremo in comunione con Dio, ma speriamo di essere già salvati e che Dio è già con noi. Mentre siamo qui a riflettere, al lavoro, in famiglia, sul letto di dolore o dovunque, Dio ci sta già salvando, questa nostra vita è già comunione con lui. Non c’è luogo o situazione di vita che non possano essere salvifici o che Dio non possa raggiungere con la sua potenza. La speranza non ci permette mai di dire: tutto è perduto, non c’è più niente da fare. Dio ha sempre nuove sorprese perché la sua potenza è infinita. La speranza punta su di essa. La speranza libera dall’egoismo e conduce alla gioia della carità. Le virtù teologali confluiscono nella carità, di cui si sente l’attrazione nella fede e speranza. La speranza ci tiene rivolti su Dio piuttosto che su noi stessi, perciò ci rende disinteressati e generosi. Ci fa donare con gioia. Oggi è abbastanza normale condividere, specie in occasioni di grande necessià, ma è difficile farlo con gioia. Si capisce che è anche un dovere, quindi lo si fa da rassegnati. La speranza fa confidare in Dio e aumenta la gioia di spendersi per gli altri.
Sperare Passionista Vivere la spiritualità passionista vuol dire anche sperimentare e testimoniare la speranza. Dalla croce scaturisce la risurrezione, dalla morte la vita, quindi nella chiesa non c’è collocazione spirituale più favorevole alla speranza che vivere il carisma passionista. Nelle due lettere a Timoteo, Paolo apostolo parla ripetutamente di fede, carità e pazienza. Le tre virtù saranno in seguito schematizzate come fede, speranza e carità, ma solo per la speranza la terminologia oscilla tra pazienza, fortezza, costanza. Sperare vuol dire essere forti, costanti e pazienti nelle difficoltà. Vuol dire resistere nelle durezze e nei momenti estremi. Pazienza è la parola da cui deriva “passione”, il cui vertice è nella croce di Gesù. Speranza è la capacità di vedere e annunciare, oltre il chicco di grano che muore, la spiga che scoppia con cento chicchi di grano. Gabriele Cingolani cp
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IV - Lettera ai genitori Educhiamo i nostri figli
Io guardavo 1’ammalata, che parlava dal suo pulpito di dolore! Non osavo commentare, perché tutto era stupendamente e drammaticamente vero. L’ammalata aggiunse: “Padre, non è bella la mia vocazione?”. Annuii e dissi tra me: sono proprio queste le esperienze che mancano ai giovani. Esperienze che li possono rendere adulti! E’ necessario far incontrare i nostri giovani con la sofferenza (perché fa parte della vita) aprendoli a gesti di autentica dedizione al prossimo. Oggi molti genitori costruiscono tappeti sotto i piedi dei figli e così i figli amplificano 1’egoismo e atrofizzano i semi di generosità che hanno nel cuore: così diventeranno incapaci di vivere e di amare.
Bisogna orientare e accompagnare i figli verso esperienze che possano veramente introdurli nella vita adulta. Oggi molti giovani vivono una lunghissima adolescenza, restando in casa dei genitori fino ai trent’anni. È comodo fare così, ma li prepara alla vita? I genitori che amano i figli devono sentire la preoccupazione di stimolarli a crescere e ad assumersi responsabilità, orientandoli a vivere esperienze forti, che li aprano al dono di sé. Perché questa è la vita adulta: la vita di chi sa donare e donarsi. Alcuni anni fa, su una rivista tedesca, apparve una copertina che raffigurava un giovane che si guardava allo specchio e baciava la propria immagine riprodotta nello specchio, con questo commento: La società del futuro, la società dell’io! Cioè la società dell’egoismo, Madre Teresa di Calcutta ripeteva insistentemente: la società senza amore. Infatti molti giovani oggi cono“È necessario riportare la preghiera dentro la famiscono tutto del sesso e lo sanno praticare in tutte le forglia. Quando una famiglia prega, non crolla!”. Lo dime, ma non sanno affatto amare: per questo ceva con la convinzione di chi ne ha fatto motivo sono incapaci di volere un au1’esperienza. La famiglia di Madre tentico matrimonio, di vivere la belTeresa, infatti, fu segnata da prove lezza della paternità e della maindicibili. Eppure tutto fu supeternità, di restare fedeli all’arato; e nella famiglia regnò more. Non possiamo rassesempre la pace e la gioia di gnarci a questa situazione. vivere. Perché? La rispoNon molto tempo fa ho sta è una sola: perché in avuto un incontro indiquella casa restò sempre menticabile. Mi accosto accesa la lampada della ad una culletta sostenuta preghiera. dalle braccia robuste di Nell’estate scorsa ho un barelliere, ma non veincontrato a Loreto una do un bambino bensì una mamma con due figli handonna adulta: un piccolissidicappati mentali e mi sono mo corpo (58 centimetri!) con lungamente soffermato a saluun volto splendidamente sorridentarla, accarezzando i suoi figli. S. Gabriele 15/20-8-05 te. Tendo la mano per salutare, ma Ella mi ha detto con pudore, ma anPiccoli amici 1’ammalata con gentilezza mi risponde: che con fermezza: “Padre, sono miei figli e “Padre, non posso darle la mano, perché potrebbe per me sono i più belli del mondo. Prego la Madonna, fratturarmi le dita: io soffro di osteogenesi imperfetta affinché mi dia la forza di essere mamma per loro fino e le mie ossa sono fragilissime. Voglia scusarmi”. Rialla fine. Solo questo desidero”. Guardai la donna con masi affascinato dalla serenità e dalla dolcezza delammirazione e commozione. Sì, questa è la vera bell’ammalata e volevo sapere qualcosa di più della sua lezza. Quando in una famiglia si prega insieme, non si vita. Mi prevenne e mi disse: “Padre, sotto il cuscino prendono abbagli e non si commettono follie di abdella mia culletta c’e un piccolo diario. E’ la mia stobandono e infedeltà. ria! Se ha tempo, può leggerla”. Presi i fogli e lessi il Cari genitori, pregate insieme ogni giorno e sarete titolo: Felice di vivere! Tornai a guardare quel mistero la benedizione della casa. Pregate con i vostri bambidi gioia crocifissa e domandai: “Perché sei felice di vini e prendetevi voi 1’onore di introdurli al primo diavere?”. Ecco la risposta: “Padre, lei vede le mie condilogo con Dio. Oggi molti bambini non sanno neppure zioni... ma la cosa più triste è la mia storia! Potrei infare il segno della Croce: le case sono atee, cioè vuote titolarla così:abbandono! Eppure sono felice, perché di Dio; i genitori sono corpi eleganti, ma non hanno ho capito la mia vocazione! Io, per un disegno d’amo1’anima viva e luminosa. E i figli se ne accorgono. re del Signore, esisto per gridare a coloro che hanno Dobbiamo invertire la situazione. Per questo, a conla salute:”’Non avete il diritto di tenerla per voi, la clusione della mia lettera vi lascio un impegno: chiudovete donare a chi non ce l’ha, altrimenti la salute dete la lettera e prendete subito la decisione di pregare marcirà nell’egoismo e non vi darà la felicità”. Io esiinsieme questa sera per la vostra famiglia, per i vostri sto per gridare a coloro che si annoiano:”Le ore in figli. Vi assicuro che sentirete più bella la casa, vi cui voi vi annoiate mancano a qualcuno che ha bisoamerete di più e sarà più facile abbracciarvi e abbracgno di affetto, di cure, di compagnia; se non regalereciare i figli e guidarli nella via del bene. Fate così: sate quelle ore, esse marciranno e non vi daranno la ferete felici! Vi benedico! Mons. Angelo Comastri licità. Se non cambierete vita, non sarete mai felici!”.
La preghiera in famiglia
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Amici di Gesù Crocifisso
Una giovane coppia si confessa La fede e l’amore ci hanno sostenuto
re chiamandoci come famiglia a fare un cammino di fede! Mi sento così piccola, così piena di paura, così debole; ma mi sento un po’ quel cuore del mondo che batte insieme a quello di Gesù. Lo voglio amare e fare amare. Ecco la Consacrazione Solenne, ecco gli Amici di Gesù Crocifisso, ecco gli impegni di tutti i giorni: come mamma nella mia famiglia, ma anche nel quotidiano e nel movimento, con i fratelli che Gesù mi mette accanto. Mi sento veramente parte di questa famiglia e ringrazio Dio, la Vergine Maria e te, padre, che sei parte della nostra vita e ci dai tanto coraggio. Penso che ogni gruppo cristiano aiuta a crescere nella fede, specialmente all’inizio della conversione, perché ci sono le difficoltà che vengono dall’esterno, alle volte anche dalla famiglia stessa; allora il gruppo ti sostiene, ti incoraggia nelle cadute, nelle prove, nei dub-
La “Lettera alle famiglie” di Mons. Comastri mi ha fatto molto riflettere e mi ha spinto a scrivere questa modesta testimonianza. Siamo una famiglia di quattro persone; con mia moglie ho un rapporto bellissimo e senza di lei la mia vita non avrebbe senso, ma ancor di più non avrebbe senso se non ci fosse Gesù a guidarla. Il Signore ci ha donato due bei bambini, Alberto e Letizia, di 10 anni e di 18 mesi. Abbiamo incontrato molte difficoltà, ma l’amore di Gesù ha vinto ogni ostacolo. Il Signore ha messo dentro di noi la volontà di fare una scelta: sin dall’inizio del nostro matrimonio sentivamo che uno di noi due doveva stare con i figli, perché crediamo molto importante la presenza di un genitore in casa. E così d’accordo, mia moglie è rimasta a casa con i bambini ed io lavoro. Le difficoltà non sono mancate a livello finanziario, morale e spirituale; a volte ci sentivamo scoraggiati; ma Gesù è arrivato sempre in tempo a calmare la tempesta, e noi ci rialzavamo per andare avanti con il sostegno del Signore e con il consiglio della nostra guida spirituale. Un ringraziamento va anche ai nostri fratelli, Amici di Gesù Crocifisso, che ci hanno aiutato con la loro preghiera. Non ci è mancata la protezione della nostra Madre del Cielo. Un pensiero va al santo Padre Giovanni Paolo II che ci ha insegnato a portare S. Gabriele, 15/20-08-05 Esercizi Spirituali del Gruppo FamiglieAmici con grande fede la croce fino alla sua morte. Come pure al nuovo Papa Benedetto XVI che fin dall’inizio del bi; da sola non ce la faresti a superare tutto. Certo ocsuo pontificato non fa altro che alzare le braccia come corre umiltà e fiducia. se volesse abbracciare tutti. Ogni cammino di fede ha la sua caratteristica; uno Chiedo di pregare per la mia famiglia, perché resti deve scegliere dove Gesù lo chiama. Io sento forte nel sempre unita, come lo è ora, per mezzo della preghiera. mio cuore di seguire Gesù negli Amici di Gesù Crocifisso perché l’approfondimento della Passione di GeBasili Enrico sù mi fa sperimentare la grande misericordia che Dio ha per me; mi sprona a cambiare quello che non va, La grande, cara Famiglia Passionista mi fa prendere coscienza di quello che significa essere moglie e mamma cristiana. Finalmente sento forte nel cuore la gioia di fare parte Ho capito che nella Passione di Gesù non c’è niente di questa grande, cara Famiglia Passionista. Prima c’edi triste o pessimistico, ma c’è un grande messaggio rano molte incertezze… di luce, gioia e speranza; sta a noi viverli. Nel libretto “La Consacrazione Solenne”, ho letto: Chiedo a Gesù la grazia e ai fratelli tanta preghiera “la via per fare di Cristo il cuore del mondo è la affinché possa crescere sempre di più nell’amore a contemplazione assidua del Crocifisso; alla sua Gesù Crocifisso; soprattutto vorrei tanto far innamoscuola si impara ad essere apostoli e a proclamare rare le mie creature di questo amore a Gesù, perché lo stupore per la dignità dell’uomo, proprio perché questo conta di più nella vita. redento a caro prezzo”. Che privilegio, che dono grande ci ha fatto il SignoRoberta Cognigni in Basile
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Amici di Gesù Crocifisso
Il moretto di S. Benedetto
VEN. P. GIOVANNI BRUNI
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dopo circa un anno di permanenza nel seminario pasiacomo Bruni nasce a S. Benedetto sionista di Rocca di Papa, entra in noviziato a Soriano del Tronto (AP) da Giuseppe e nel Cimino (VT). Veste l’abito e prende il nome di Maria Antonia Marconi l’otto agoGiovanni. Il maestro scriverà di lui: “Ho diretto questo 1882. E’ l’ottavo di nove figli, 5 dei quali muoiosto giovinetto in tutto l’anno di noviziato e posso atteno in tenera età e la primogenita Maria, sarà suora stare di non aver avuto altro motivo che di lodare e nell’istituto delle Dorotee. E’ una famiglia modesta, benedire Dio per l’esemplarissima condotta”. timorata di Dio: il terreno ideale perché la giovane Al compimento dei 16 anni prescritti, emette la propianticella dia frutti di santità. Cresce normalmente, è fessione religiosa il dieci agosto 1898 a Morione sveglio, vivace e birichino. A tre anni frequenta l’asilo (RM). Si sposta in varie case religiose per motivi di delle suore Vincenziane. Entra nella banda comunale studio. I risultati sono ottimi. Ecco alcuni giudizi dei dove suona il clarinetto e bene inserito nella vita partestimoni: “Giovane di purezza singolare. Impegno rocchiale. Il canonico Don Pietro Panfili lo segue per non ordinario per l’acquisto della perfezione. Dedito quasi tre anni insieme ad altri ragazzi con inclinazione assai all’orazione e al raccoglimento di spirito. Affaal sacerdozio, curandone la preparazione scolastica, bilissimo. Mai fu visto malinconico. Nulla di esagecompreso l’insegnamento del latino. rato, nulla di affettato, ma tutto in lui era naturale, Giacomo è intelligente, volenteroso e i risultati sono spontaneo”. Alla conclusione ottimi. A dieci anni, in un pelledel processo di beatificazione grinaggio alla Madonna di Losi dirà: “La voce comune lo reto, confida: “Mentre pregadichiarava un santo simile a vo dinanzi all’altare mi sono S. Luigi Gonzaga, a S. Gainteso chiamare alla vita relibriele dell’Addolorata, a S. giosa ed ho risposto di si”. È Giovanni Berchmans”. assiduo nella confessione ed Mentre si prepara a diventauno dei confessori afferma: re sacerdote, si addensano al“Non mi sono mai più inconl’orizzonte le nubi minacciose trato con un fanciullo che si di una malattia subdola e ineconfessasse come Giacomino. sorabile: la tubercolosi. Il 4 Se un giorno questo giovinetto luglio 1904 a Roma ha una riceverà l’onore degli altari violenta emottisi. Confida ai vorrei essere io il primo a proconfratelli che lo assistono: strarmi davanti all’amabile sua “Vado a trovare la Madonna”. immagine”. Viene trasferito a S. Marcello Conosce i missionari del Sa(AN) alla ricerca di un clima cro Cuore e legge la loro rivista più favorevole, si riprende e “Annali di Nostra Signora del torna a studiare alla Madonna Sacro Cuore”. Legge anche il della Stella, dove l’anno dopo libro “L’opera di un soldo”, doè ordinato sacerdote a 22 anve apprende le problematiche ni. La gioia è immensa. Nella delle missioni e come raccomessa quotidiana trova forza mandato in esso, raccoglie un e sostegno. Ritornano le soldo per i missionari della emottisi e ritorna a S. MarcelNuova Guinea. Vuole entrare lo. Scrive: “La speranza non tra i missionari del Sacro Cuoabbandona mai i malati: ma re. Don Pietro si interessa, ma Ven. P. Giovanni Bruni (1882-1905) questo mio desiderio di guarire la risposta è che per l’accettazioè conforme alle disposizioni di Dio? In tale incertezne Giacomino deve pagare 500 lire; il papà Giuseppe, za, dopo aver sperato e pregato, mi getto nelle bracche fa il fabbro, non può. cia della divina Provvidenza certo che essa disporrà Viene a San Benedetto per una predicazione il paper il mio maggior bene”. dre passionista Basilio Viti; conosciuto il caso, E’ ammirevole anche nella malattia. Un giorno lo esclama: “Datelo a noi questo ragazzo. E non si partrovarono a piangere, ma lui si affretta a dire: “Non li di soldi”. Lui accetta, legge la biografia di S. Paopiango per me, ma per il fastidio che vi arreco”. Il lo della Croce, si prepara con penitenze a vivere da 12 dicembre 1905, ad appena un anno dalla sua orpassionista. Mamma Maria Antonia dice: “Questo dinazione sacerdotale, lascia questo mondo per anfiglio mi muore; fa penitenza, dorme sulle tavole, dare al Padre. mette le spine dentro il cuscino… se gli dico di non Nel 1932 le sue spoglie sono state portate nella farlo risponde che deve provare per vedere se riesce chiesa delle monache passioniste di Ripatranzone a diventare Passionista.” (AP). Dal 1985 riposa nella chiesa abbaziale di S. BeParte per Roma insieme a Don Pietro il 29 maggio nedetto del Tronto, sua città natale. È stato dichiarato 1896; all’arrivo lo accoglie il superiore generale, il venerabile il 9 giugno 1983. Beato Bernardo Silvestrelli, che lo chiama affettuosaFrancesco Valori mente il Moretto di S. Benedetto. Il 9 giugno 1897,
Amici di Gesù Crocifisso
Maria Greghini: sulla croce con amore Il 29 marzo il Signore ha chiamato a sé Maria Greghini, cugina del nostro P. Gabriele Cingolani, membro dell’Istituto Secolare Madre della Misericordia e dell’Associazione “Volontari della Sofferenza”. Dal 2001 era iscritta agli Amici di Gesù Crocifisso. Il 6 aprile 2003 aveva fatto con tanta gioia a Morrovalle la consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso. Pubblichiamo queste testimonianze, che certamente faranno del bene a tutti”. P.A. Il 29 marzo 2005 è tornata alla Casa del Padre la nostra sorella Maria Greghini. Era nata nel 1933. La sua vita, segnata dalla croce fin da bambina, è stata vissuta all’insegna della fede e della gioia. Maria era innamorata della vita e voleva viverla intensamente in tutte le sue manifestazioni. La comunione con gli altri era sempre serena e spontanea; aveva una grande capacità di dialogo e non era certo condizionata dai suoi limiti fisici. La sua gioia toccò l’apice quando il Signore le fece capire che voleva la sua vita totalmente consacrata all’avvento del suo Regno, associandola al suo Figlio Gesù. Entrò nell’Istituto Secolare “Ancelle della Madre della Misericordia” di Macerata e dopo il periodo di formazione fece la sua consacrazione a Dio il 6-11968. Era raggiante e così continuò ad essere in ogni momento, anche quando la sua croce si fece più pesante e la portò a vivere sull’altare della carrozzella e del suo letto. Nella sua semplicità aveva colto il cuore della nostra spiritualità adoratrice e riparatrice; voleva essere la compiacenza del Padre, vivere solo per Lui con Gesù, che era il suo Maestro, Amico, Fratello, Sposo. La carica interiore che le veniva dalla sua comunione con Gesù la portò a inserirsi e operare con i Volontari della Sofferenza e con gli Amici di Gesù Crocifisso. Aveva sviluppato un atteggiamento costante di sereno abbandono alla volontà di Dio; noi che abbiamo condiviso con lei gli ultimi anni della sua vita, l’abbiamo vista sempre in questo abituale atteggiamento di fiducia e di abbandono, anche quando la sua natura gemeva per il dolore e per la rinuncia alle varie iniziative a cui partecipava. Deponevamo nel suo cuore le situazioni più delicate della Chiesa, dell’Istituto e delle creature singole, e lei accoglieva tutti e ne faceva oggetto di preghiera e di offerta. Quintillini Mariolina Il 29 marzo all’ospedale Civile di Macerata, dopo tanti continui ricoveri, la nostra carissima Maria Greghini, membro dell’Istituto Secolare “Opera Mater Misericordiae” e guida carismatica del Centro “Volontari della Sofferenza” della zona pastorale della città, si è spenta per salire in cielo e abbracciare l’amato Gesù: era veramente fiera e felice di essersi donata al suo sposo Gesù che l’aveva riempita dei suoi immensi doni. L’ultima volta che l’ho incontrata le ho chiesto: “Maria, desideri alzarti un pochino?». Sorridendo, con la semplicità più schietta, mi ha risposto: “Ma
Gesù è tanto contento di come sto!». Una vita nella sofferenza. Da 25 anni apparteneva alla nostra Associazione del Centro Volontari della Sofferenza. Aveva scoperto l’immenso valore del dolore offerto come dono prezioso al Signore. “Da soli, -ci ripeteva-, la sofferenza può solo schiacciarci; ripiegati su noi stessi, possiamo solo soffrire; senza la fede, diventa un peso insostenibile, una maledizione. Solo se ci aggrappiamo a Gesù usciremo vincitori sulla nostra malattia; è guardando a Lui che potremo soffrire con la serenità del cuore”. La sofferenza è un mistero e solo con la fede possiamo accoglierla come,”dono”. Dobbiamo fin da ora credere che il Signore ci ama, è presente in tutte le nostre sofferenze e ci associa alla sua opera redentrice. Ho avuto la gioia di conoscere bene Maria, specie quando si partecipava agli Esercizi Spirituali tenuti a Re, in Piemonte. Le sofferenze per il viaggio si moltiplicavano ma lei, con quegli occhi sempre sereni e sorridenti, offriva tutto a Gesù con amore e diceva: “Niente vada perduto! Tutto per te, Gesù, per il bene delle anime, per il papa, i sacerdoti, i superiori, per l’Opera Mater Misericordiae, per il CVS”. Per gli associati al CVS, specialmente per noi sofferenti, Maria Greghini sia e rimanga un forte esempio da imitare e una guida da seguire, per la sua forza d’animo, la grande gioia di voler vivere, di essere coraggiosa in tutto, anche sopra le proprie forse martoriate. Amava molto la Madonna e la pregava continuamente. Stava volentieri a lungo davanti al Tabernacolo, con quella candida compostezza e quel sorriso luminoso da trasmettere agli altri la sua fede genuina. Gioanna Storani
06-04-03 Maria Greghini si consacra per sempre a Gesù Crocefisso
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Amici di Gesù Crocifisso
La Professione perpetua: un innamoramento
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l 2 agosto 2005, insieme a Marco, ho fatto arissimi Amici di Gesù Crocifisso, la professione perpetua dei voti religiosi rendo grazie a Dio per avermi fatto arripassionisti nel Santuario di S. Gabriele. vare al traguardo della professione perNon è possibile raccontare l’esperienza della petua che ho emesso il 2 luglio al Santuario di S. consacrazione religiosa senza prima rivolgere lo Gabriele. Sono entrato in convento nel settembre sguardo verso il Signore per lasciare sgorgare dal del 1998, dopo quasi un anno di discernimento cuore tanta gratitudine e riconoscenza per quanto sotto la guida di P. Daniele Pierangioli e P. FranEgli ha fatto: cesco Cordeschi. Otto anni fa era impensabile che Loda il Signore, anima mia: potessi consacrarmi al Signore per sempre nella loderò il Signore per tutta la mia vita, finché vifamiglia passionista. Avevo molti problemi ed ero vo canterò inni al mio Dio. (Sal. 145, 1-2). caduto in una profonda crisi esistenziale. Il Signore però, mi ha fatto uscire dalla crisi con maSto vivendo questa consacrazione religiosa cono potente e braccio teso, mi ha fatto crescere me una vita matrimoniale. Vi spiego questo mio umanamente e spiritualmente facendomi percorconfronto. C’è stato un’incontro con il Signore rere vie impensabili. L’incontro con Cristo è nell’aprile 1997; mi sono sentito amato e ho stato per me un fatto imprevisto e sentito subito il desiderio di contracimprevedibile, l’impatto con cambiare questo amore. Era una Presenza eccezionale come un fidanzamento. che ha cambiato Lui si lasciava conoprofondamente la scere tramite la Pamia esistenza. rola, l’Eucaristia e Mi sembra doi fratelli. Da veroso a questo quell’incontro proposito il mio cuore esprimere la ha ripreso a mia gratitubattere. Ben dine a P. Alpresto mi soberto, P. Nano accorto tale e P. Franche l’amore cesco perché, che desideraquando sono vo donare ad entrato in conuna ragazza vento, pieno di (ero lontano da dubbi e di paure, Dio e non pensaessi hanno creduto vo minimamente in me più di quanto io ad una vita in conzo non credessi in me stesso. vento!) non mi bastava, 02EnRingrazio anche la Tendopoli, 07-0 e perché sentivo la necessità di o rc 5, Pro fessione Perpetua di Ma che ho scoperto nel 2002 e che ha allargare gli orizzonti del cuore. contribuito a rinforzare e confermare la mia Cosi nel gennaio del 1998 entrai in convenvocazione passionista. Nel mio servizio alla Tento a Morrovalle come postulante. Giorno dopo dopoli posso affermare senza esitazione che è più giorno mi sono lasciato condurre da Lui. Non quello che ho ricevuto che quello che ho dato. posso negare di aver opposto resistenze, ma Lui Il confronto con i laici mi aiuta a vincere la tenriesce a scrivere diritto anche su righe storte. Protazione di perdere lo zelo apostolico e di vivere prio come una unione matrimoniale si regge e si da impiegato. Il giorno della mia professione ho fortifica grazie al dono reciproco dei coniugi, soricevuto delle straordinarie manifestazioni di stistenuto dalla grazia del Signore che unisce, così è ma, affetto e riconoscenza da parte dei miei amici e sarà la vita consacrata. La certezza che Egli sarà e dei miei parenti. Certo, non si deve vivere di sempre fedele col suo amore mi rinfranca e mi fa queste gratificazioni “terrene”, ma queste soddialzare lo sguardo per andare avanti. Concludo besfazioni mi fanno pensare che ho lasciato una nedicendo e lodando Dio per il suo immenso traccia importante nei cuori di queste persone e amore per ciascuno dei suoi figli. questo mi da’ fiducia che in futuro potrò fare bene Vi ringrazio, cari Amici di Gesù Crocifisso, nell’apostolato. perché so che mi siete stati vicini con le vostre Ora mi attendono l’ordinazione diaconale e preghiere, perché il mio “sì” fosse un’autentica quella sacerdotale. Sapendo del vostro profondo risposta d’amore al nostro Amato. Continuiamo a legame con la famiglia passionista, confido nelle ricordarci nelle preghiere giornaliere. Ciao e gravostre preghiere. zie ancora. Confr. Marco Cola. Vostro Enzo Di Clerico
Amici di Gesù Crocifisso
Sacerdote per sempre: amato e inviato ad amare (Sintesi dell’omelia di Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti, per l’ordinazione sacerdotale di P. Lorenzo Mazzoccante: Parrocchia dei XII Apostoli Chieti, 15 Luglio 2005) Carissimo Lorenzo, Cari Sacerdoti, Carissimi tutti! Il filo rosso che ha guidato Lorenzo nella scelta dei testi della Parola di Dio di questa liturgia è come mi ha detto lui stesso quello dello "sguardo del Signore". Si tratta di un motivo a lui così caro da spingerlo a sceglierlo come suo "cognome" religioso: si chiama infatti P. Lorenzo dello “Sguardo del Signore”. Lo sguardo è anzitutto lo splendore del volto: ce lo fa intuire Paolo nel testo della II Lettera ai Corinzi che abbiamo ascoltato. In ebraico volto si dice “panim”, parola plurale e duale al tempo stesso, che dice chiaramente sia la continua novità del volto nella fedeltà a se stessi, sia la reciprocità cui il volto rimanda. Sono i due sensi che Lorenzo ha colto nell’idea dello sguardo del volto del Signore: da una parte, è la percezione della continua novità del Suo amore, dall’altra, il volto contemplato dell’Amato ci rimanda ad essere per gli altri volto d’amore, dando gratuitamente quanto gratuitamente abbiamo ricevuto dal Signore. Peraltro, secondo la tradizione ebraica, il volto con le sue sette aperture non è che una "menorah", un candelabro a sette braccia, fatto per ardere alla presenza dell'Eterno: quando il cuore è pieno di luce, la "menorah" del volto è accesa e splendente, come avviene nel volto di Gesù; quando invece il cuore è un cuore di tenebra, il volto non ha alcuno splendore e si consuma nella prigionia della propria solitudine. Contemplando lo sguardo del Signore e lasciandosi contemplare da Lui, Lorenzo vuole essere volto e sguardo dell’Amato per tutti coloro cui Dio lo invierà e affiderà al suo cuore sacerdotale. , È il Vangelo scelto per oggi che ci fa capire che cosa si percepisce quando si accetta di stare sotto lo sguardo del Signore: “Come il Padre ha amato me afferma Gesù in Giovanni 15 così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. Lo sguardo di Gesù ci fa sentire amati, avvolti da un amore eterno, fedele e sempre nuovo. È questo amore che Lorenzo ha incontrato quando – in occasione di una missione tenuta dai Passionisti in questa Parrocchia nel 1991 – comprese per la prima volta profondamente che Dio è amore e che sola gioia nella vita è lasciarsi amare da Lui e amarlo, docili alla sua volontà, donati a Lui per lasciarci donare da Lui. Da allora, Lorenzo ha imparato a stare sempre più sotto lo sguardo del Signore, per piacere a Lui solo, ed ha sperimentato il frutto di questo riposare nell’amore sotto lo sguardo dell’Amato: la gioia. “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Lorenzo testimonia questa gioia e vorrebbe annunciarla con tutta la sua vita di religioso e di sacerdote. È la gioia che nasce ai piedi della Croce, dove si scopre di essere amati infinitamente da Dio e inviati ad amare. Perché questo è il terzo aspetto dell’incontro con lo sguardo di Cristo: da Lui ci si sente amati e inviati ad amare. "Questo è il mio comandamento:
24-7-05, Morrovalle Prima Messa di P. Lorenzo che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati". Questo è il Vangelo della Croce di cui Lorenzo da discepolo fedele di San Paolo della Croce vuole essere apostolo: il luogo del supremo tormento e dell'abbandono più totale, è inseparabilmente la rivelazione dell'amore più grande, dove impariamo a comprendere quanto Dio ci ha amati e quanto perciò possiamo e dobbiamo amare. È il mistero di una scelta gratuita che ci supera e ci incanta. È il comandamento nuovo, che cambia il cuore e la vita. Lo sguardo del Signore, facendoci sentire amati, ci colma di gioia e ci rende testimoni irradianti dell'amore ricevuto, che siamo chiamati a donare in piena gratuità e gioia. Proprio così, guidati dallo sguardo dell’Amato, riconosciamo il senso e la bellezza di una vita vissuta totalmente per amore. È la vocazione cui sei stato chiamato: sull’esempio e per l’intercessione di San Paolo della Croce sii sacerdote di Cristo per annunciare con la parola e con la vita intera la buona novella di cui hai fatto esperienza e che continuamente ti cambia il cuore, rimanendo sotto lo sguardo di Gesù. Sai come l’obbedienza di fede e di amore a questa chiamata produca miracoli: lo hai visto dalla gioia che il Signore ha saputo suscitare nei Tuoi cari nell’accoglienza della Tua vocazione, che inizialmente sembrava loro sconvolgere del tutto i progetti belli della Tua vita. Ora essi sono i primi fieri testimoni delle meraviglie che Dio ha operato in Te. Sostenuto dalla loro preghiera di Papà, di Mamma, ma anche dei Tuoi carissimi fratelli Giuliano e Maria Letizia, oltre che di tutti noi fatti con la vita testimone innamorato dell’amore di Cristo, abitando sotto lo sguardo di Lui per portarne a tutti il mistero di bellezza, di verità e di bene. “L’amore si esprime più col silenzio”, diceva il tuo e nostro San Paolo della Croce. E aggiungeva: “Una parola d’amore basta”. La Tua vita di sacerdote e religioso sia tutta questa parola d’amore, accolta e donata sotto lo sguardo del Signore. Mons. Bruno Forte
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Amici di Gesù Crocifisso
Ritiro e consacraz I
l 3 luglio abbiamo avuto una grande giornata di ritiro e consacrazioni nella nostra parrocchia di San Gabriele a Civitanova. Al mattino abbiamo ascoltato una profonda catechesi del P. Roberto Cecconi sul tema “La consacrazione battesimale base di ogni consacrazione”. L’ho seguita con attenzione e alcune riflessioni mi sono sembrate particolarmente chiare e profonde. Consacrazione vuol dire togliere dall’uso quotidiano ciò che è consacrato; per esempio il calice consacrato dal vescovo viene tolto dall’uso comune e diventa uno strumento che porta il sangue di Cristo. Cosi anche la persona consacrata nel battesimo diventa sacra e mezzo di salvezza per sé e per gli altri. Il Battesimo porta a una profonda intimità con Gesù e all’ascolto della sua parola, ci libera dal peccato e ci fa nuove creature. La consacrazione battesimale ci introduce nella Chiesa e nella sua missione. La nostra consacrazione a Gesù Crocifisso ci rende consapevoli del grande dono del battesimo. Dopo il pranzo, che molti abbiamo condiviso nei locali della parrocchia, il diacono Vito ha guidato in chiesa un’ora abbondante di adorazione al Santissimo Sacramento. È seguita la Messa, celebrata dal nostro assistente, P. Alberto, durante la quale c’e stata la consacrazione perpetua di tre coppie e il rinnovo di altre tre. È stato un momento emozionante vedere gli sposi in ginocchio insieme, come nel matrimonio, mentre i loro figli scattavano le foto ricordo dell’avvenimento! Avrei voluto essere al loro posto! Basare la vita di coppia nell’unione con Dio, vivere insieme esperienze di preghiera, fare insieme un cammino di fede deve essere veramente appagante! Ringrazio il Signore di avermi chiamato in questo cammino, perché anche se mio marito non mi segue, frequenta la parrocchia e cerca di essere un buon cristiano. Questa giornata è stata veramente stupenda, una giornata di festa con il Signore! Grazie a P. Alberto, a P. Roberto e tutti quelli che hanno contribuito alla sua buona riuscita! Olga Costanzo
La consacrazione: partenza per un cammino più maturo Civitanova, 3-7-05 Conferenza del P. Roberto Lecconi
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Civitanova 3-7-05 Consacrazione di Marco e Betta
Carissimo padre, scriverti le sensazioni che ha suscitato in me la consacrazione perpetua non è facile. Ho atteso il 3 luglio con emozione e gioiosa ansia, un po’ come quando da bambina aspettavo la vigilia di Natale per aprire i regali; da una parte la mia indegnità e superficiale preparazione a donare per sempre la vita a Gesù crocifisso e risorto, diventando parte della famiglia passionista a tutti gli effetti, dall’altra l’amore premuroso e paterno di Dio, che mi ha permesso di vivere momenti di preghiera intensi ed inaspettati, offrendogli le giornate e prestando attenzione alle sue proposte. L’atteggiamento che sentivo nel cuore è quello di chi non ha nulla e deve ricevere tutto da Lui. Ho capito che non devo tanto affannarmi, ma desiderare di essere unita a Gesù nel cuore e allora tutto il resto è conseguenza di questa intimità, è Lui che come Sposo fedele ed innamorato cerca l’anima infedele per impregnarla del Suo Spirito. Momenti di tensione e debolezza in famiglia sono contrapposti al desiderio di pregare insieme, iniziativa che viene spesso dalle nostre figlie. Mi sento privilegiata perché Marco si è consacrato perpetuamente con me e quindi abbiamo donato a Gesù Crocifisso il nostro matrimonio. In due si cammina meglio. So che questa consacrazione è la partenza per un cammino spirituale più maturo e responsabile, ma Gesù ha donato fino all’ultima goccia del Suo Sangue per noi, sarà Lui a guidarmi e sostenermi. Maria con tenerezza infinita sarà la nostra fortezza. Chiedo la tua benedizione e preghiera e ringrazio te, Piera, Vito, tutti gli Amici, in particolare quelli del gruppo famiglie e quelli venuti da posti lontani. Betta e Marco
Approfondire la spiritualità passionista Chiedo con tanta umiltà di poter rinnovare la consacrazione a Gesù Crocifisso. Sento di essere più matura e consapevole dell’anno scorso, quando feci la prima consacrazione; anche se ero stata preparate da te e da Vito, pensavo di non esserne all’altezza. In questo anno non mi sono mancate le prove e le cadute, ma ho imparato a sentire vicino a me Gesù e questo certamente è un frutto della prima consacrazione, Sento forte il desiderio di approfondire la spiritualità passionista e di trasmetterla agli altri. Per questa mia scelta, confido nella misericordia di Dio, nel sostegno di Maria e nelle preghiere degli Amici. Mariella Menghini Benaducci
Amici di Gesù Crocifisso
zioni a Civitanova Gesù vicino come mia mamma Carissimo padre, ti scrivo per confermarti la mia decisione di rinnovare la consacrazione a Gesù Crocifisso, presso la nostra parrocchia, il 3 luglio. Spesse volte ci hai invitato a parlarti dei motivi che noi abbiamo per fare tale scelta. Dopo due anni che frequento questo movimento, partecipando alle catechesi e ai ritiri, sento il bisogno di fare la consacrazione perché in essa trovo forza e come un punto fermo dove attingere energia. Il desiderio di conoscere Gesù mi ha condotto in questo cammino; sento il Signore vicino ogni volta che lo cerco. Pesando a Gesù, penso a mia madre, quando era in vita: ero l’ultima di sette figli e lei non aveva molto tempo da dedicare a me, ma sapevo che mi era sempre vicina e potevo contare su di lei. Questa sensazione ce l’ho con Gesù: sin dalla mattina quando mi alzo sento che non sono sola e questo mi dà tanto conforto. La scelta del carisma passionista è stata all’inizio un po’ sofferta perché pensavo sempre alla passione di Gesù e di conseguenza al dolore. Frequentando il gruppo, ho capito che il Signore, amandoci, si è sacrificato per noi ma poi è risorto e questo è gioia. Il Signore ci vuole liberi e felici. Presto manderà l’adesione anche mio marito. Pina
In attesa del quarto figlio Carissimo padre, anche se con un po’ di ritardo, inviamo la nostra richiesta per poter fare il tre luglio la consacrazione perpetua a Gesù crocifisso, consapevoli che questo passo ci dà la possibilità di rinnovare il proposito di vivere una vita veramente cristiana, mettendo Dio al primo posto in tutto ciò che facciamo, specialmente nella nostra famiglia. Non possiamo nasconderti che altre volte abbiamo fatto questi propositi ma non sempre li abbiamo seguiti; di una cosa però siamo certi che senza la presenza di Dio nei nostri cuori siamo poca cosa. Come sai la nostra famiglia aumenta, perché siamo in attesa del quarto figlio. Questo evento ha portato all’inizio qualche preoccupazione, soprattutto per la paura di togliere un po’ di tempo a Francesco, Samuele e Camilla, ma la tua lettera ci ha aiutato a capire che tutto ciò è grazia e gioia. Siamo certi che il Signore
Civitanova 3-7-05 Consacrazione di Mariano e Sonia
Consacrazione di Letizia e Sandro
ci darà tempo e forza per portare avanti tutti i suoi progetti, se noi ci affidiamo a Lui. Vogliamo cercare di indirizzare la nostra rotta verso Gesù, vivere nella nostra famiglia la spiritualità passionista ed essere parte attiva nel nostro gruppo. Ringraziamo il Signore per tutto quello che abbiamo fatto sino ad oggi. Possiamo affermare con certezza che gli incontri fatti, la partecipazione agli esercizi spirituali e l’apertura della nostra casa agli altri sono stati una crescita graduale verso la meta. Ti vogliamo ringraziare per la tua disponibilità e ti ricordiamo nelle nostre preghiere. Mariano e Sonia
Il sogno di fare il cammino con mio marito Sono trascorsi pochi giorni dalla magnifica giornata delle Consacrazioni a Civitanova Marche e ancora non mi sembra vero. Qualche anno fa quando vedevo due sposi iniziare un cammino di coppia, pensavo a quale grande dono avessero ricevuto dal Signore e a quanto mi sarebbe piaciuto poter fare lo stesso con mio marito. Ho sempre pregato perché questa grazia fosse fatta anche a me e a tutte quelle coppie che lo avessero desiderato. Partire per questo “viaggio” insieme ad altre coppie con figli è stato un vantaggio enorme, l’amicizia che ci legava da tempo è stata di un grande aiuto; la voglia di stare insieme, di aiutarci come famiglie ci ha dato una forte spinta iniziale; poi le catechesi, le messe vissute insieme, gli esercizi spirituali, la tua guida paterna, il sostegno di persone come Vito e Solidea, Piera, il ricordo di Bruna e Bruno e tutta la famiglia passionista hanno reso il mio sogno realizzabile. Domenica, stare li davanti all’altare in ginocchio con mio marito a fare la nostra Consacrazione, con tutti i nostri figli, gioiosi di partecipare a una festa straordinaria, è stata una gioia unica. Sono grata alla Parrocchia e ai sacerdoti per averci permesso di realizzare questa giornata indimenticabile; grazie ai fratelli di tutte le fraternità che ci sono stati vicini fisicamente e spiritualmente. A te, caro Padre, voglia il Signore donare il centuplo di quanto hai dato al nostro gruppo delle famiglie. Il tuo lavoro, unito al nostro offerto a Gesù e Maria, possa portare frutti abbondanti in tutto il mondo . Sandro e Letizia
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Amici di Gesù Crocifisso
Testimonian 17° Corso di Esercizi Spirituali Si è svolto presso il Santuario di S. Gabriele TE il 17° corso di Esercizi Spirituali per due gruppi di Amici di Gesù Crocifisso. Il primo corso (8-13 agosto) ha visto la partecipazione di 50 Amici ed è stato animato dal P. Alberto Pierangioli e dal P. Bruno De Luca, svolgendo il tema: “L’Eucaristia, pane di vita”. Vi hanno partecipato anche il coordinatore nazionale del MLP, Franco Nicolò e il P. Francesco Guerra, con alcune laiche del MLP di Rocca di Papa. Al secondo corso (15-20 agosto) hanno partecipato una ventina di giovani famiglie, genitori e figli, con circa 80 parteci-
re un amore che decide di donarsi in eterno e per primo, nonostante la nostra miseria e infedeltà. Questo amore, per noi inconcepibile, è ancora più evidente per il tipo di morte che Gesù ha scelto; infatti leggevo che l’analisi della Sindone ha mostrato che Lui è morto perché il Suo cuore si è letteralmente spaccato. L’ultimo pensiero è quello che mi ha maggiormente impressionata perché tante volte ho sentito la frase “Dio non poteva amare più di così”, ma mai l’avevo ascoltata nella dimensione dell’onnipotenza di Dio: l’Onnipotente, che può tutto, non avrebbe potuto amarci di più! In quest’ottica, l’invocazione “Tutto per tuo amore, Signore” è diventata uno dei miei pensieri favoriti nel corso della giornata, soprattutto quando ho qualche difficoltà. Essere chiamata “Amica” è davvero meraviglioso. Maria Laura Equizi
Un miracolo della fede e dell’amore
Civitanova, 3-7-05 Coppie Amici rinnovano la consacrazione
panti. Hanno partecipato anche 4 diaconi permanenti della diocesi di Fermo. Le coppie sono state animate dal P. Fernando Taccone e dal P. Alberto. I ragazzi e i giovani sono stati seguiti da Sr. Carmela Passionista e da C. Vincenzo di Clerico. Nella messa conclusiva del primo corso, hanno fatto la consacrazione a Gesù Crocifisso Fiorella Morlacco di Milano, Rosa Campanelli di Civitanova e Anna Maria Mariotti di Pescara. Il 19 Agosto ha fatto la consacrazione perpetua Antonella Valeriano di Formia. Nella messa conclusiva del secondo corso tutte le coppie hanno rinnovato l’impegno del loro matrimonio.
Come partecipare al cammino passionista da lontano Caro padre, grazie per averci mandato le riflessioni dei ritiri di questo anno; non sono certo dei poveri pensieri quelli che riescono a farci amare il Signore più profondamente; penso invece che davvero Gesù parli a noi laici attraverso di lei. Ho stampato tutte le meditazioni e le conservo insieme alla rivista per rileggerle quando ne ho necessità. Mi domandavo come partecipare spiritualmente da lontano al cammino passionista ed in particolare alle catechesi, un po’ come se fossi con voi. Ho pensato di mandarle delle brevissime riflessioni su quanto mi suscitano le meditazioni che fate, con l’unica pretesa di essere partecipe dei vostri incontri. Nella catechesi di giugno mi sono molto soffermata sui pensieri: -Ci ha amato fin dall’eternità e ci amerà per tutta l’eternità. -Un amore che si è fatto spaccare il cuore per noi .-Pur essendo onnipotente, Egli solo ci può dire: “Non ti potevo amare di più”.
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Ho riflettuto su quanto il pensiero di eternità sia estraneo all’ essere umano ed ancora di più immagina-
Scrivo in un momento di pace interiore, nonostante le gravi difficoltà di salute, che tu sai. Continuano visite, serie di analisi, controlli, una terribile dieta. Ma questa prova ha illimpidita la mia fede è mi ha aiutato a capire il senso più vero della croce espiatrice per me e per tutti i fratelli del mondo, per i più amati, quelli lontanissimi per geografia, cultura e inciviltà. Non ho rinunciato al mio volontariato alle Torrette di Ancona e alle varie associazioni a cui sono legata. Come non bastasse, il Signore ha voluto mettermi alla prova, alla luce della parabola del “Samaritano”, con l’accoglienza totale, illimitata di una parente dalla personalità non facile e per di più lontana da decenni dalla fede. Ogni riferimento a Cristo, alla Chiesa rischia di diventare diverbio e anche insulto. È veramente uno strazio, una pena interiore e in aggiunta, la difficoltà di trovare per me la libertà interiore, la possibilità dell’ora di preghiera, della pace. Una convivenza che diventava sempre più impossibile. Ma ecco il miracolo, dopo mesi di prova, che risolvevo in preghiera e in offerta di conversione: il Signore mi ha concesso una gioia interiore inattesa, che mi fa vivere oggi in modo nuovo questa limitazione di libertà e di armonia fraterna. Ora è come se avessi da accettare e da accudire il Signore stesso, vero, ferito e anche sofferente in questa creatura. Per questo ne rendo grazie a Dio. Non mi preoccupo per la mia salute e per ciò che verrà: metto tutto nelle mani del Signore e di Maria.
S. Gabriele, 14-8-05 Consacrazione di Fiorella, Rosa e Anna Maria
Amici di Gesù Crocifisso
nze e Notizie Non abbandono neppure il mio sogno di volontariato in Africa, per ora solo con l’aiuto e con la preghiera. Se il Signore vorrà (e me lo auguro) ci sarà ancora posto nel mio cuore per amare quei fratelli e quella terra che amo tanto, immensamente più della mia vita. Amica di Ancona
“La vostra afflizione si cambierà in gioia”
unione a S. Gemma e a S. Gabriele. Io vivo sola e sono fortemente acciaccata; operata al cuore e sottoposta a craniotomia, l’artrosi la fa da padrona. Non mi lamento, prego e offro; così, come dice S. Paolo, “adempio in me ciò che manca ai patimenti di Cristo a favore della sua Chiesa”. Sarò fedele agli impegni assunti; la mia giornata è fatta di preghiera, nella forma da lei descritta. Mi pare quindi di essere in sintonia con i Passionisti. Questo per me è motivo di gioia e di conforto. Mi considera “effettiva”. Anche lontana, sarò spiritualmente unita a voi. Sono contenta che mi abbia aggregata alla Fraternità di Morrovalle: sarò presente spiritualmente accanto a voi il secondo e ultimo martedì del mese, all’ora stabilita. Sento di avere in lei un padre spirituale e ne sono felice. Isabella Freri
Grazie, padre, perché le tue parole riescono ad infondermi coraggio per continuare senza lasciarmi andare. Stamattina, prima di andare in ufficio, mi sono soffermata sulla meditazione n. 64 del nostro libro, dal titolo”La vostra afflizione si cambierà in gioia”. Ho letto tante volte nel capitolo 16 del vangelo di Giovanni i versetti 20-23: “Voi ora siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”, però mai, come questa volta, avevo sentito come se Gesù stesse parlando proprio a me e volesse esortarmi a non Brescia. Caro Padre, non può immagiperdere di vista la “speranza”. La nare con quanta gioia ho ricevuto gioia di una nuova vita inizia la lettera con la quale mi cocol dolore. Solo Gesù può municava che mi considera trasformare tutto il mio “passionista effettiva”. dolore in grazia Mi è Che grande dono di stato insegnato a offriDio! La luce che ha re a Gesù le nostre letto sul mio volto la sofferenze quotidiamia mamma novanne, a sentirci preditenne, che custodiletti quando possiasco, deve essere stata mo offrirgli qualche così viva che mi ha croce, per sentirci più detto: “Ti sembra di vicini a Gesù Crocifisso. essere in Paradiso”! Sì, Dirò spesso a Gesù: “Somi sentivo abbracciata al S. Gabriele 20-8-05 stieni la mia fragilità, non laCrocifisso e nello stesso tempo Solenne concelebrazione sciare che soffra invano, unisci alla mi sentivo amata da tanti fratelli Tua Passione il mio dolore, anche se lo che non conosco. Gesù mi ha voluta vedo senza senso”. Non ho paura della sofferenza vicina a sé per condividere le sue sofferenze. fisica. È quello morale e psicologico che mi spaventa, Infatti sta permettendo grandi prove nella mia vita… perché appanna l’anima, toglie la ragione e la vita stesCercherò di tranquillizzarmi e di sentire il Cuore di Gesa diventa senza alcun senso. Oggi che la nebbia si è un sù vicino al mio. Non ho trovato il libro “Voi siete miei po’ diradata, chiedo a Gesù di non lasciarmi sola in Amici” in libreria: può mandarmelo? Sono certa che quei momenti, perché io sappia che Lui è con me, anpregherà per me e per la mia famiglia. Grazie per la che se non lo vedo e non lo sento. Prego soprattutto grande gioia che mi ha dato”. perché accetti l’offerta della mia sofferenza, perché serAnna Maria Fioravanti va non solo come riparazione dei miei peccati ma sia anche unita alla Sua opera di redenzione. Possa Lui trasformare in preghiera ogni mio dolore. Il giorno della Nelle mie preghiere sento il bisogno di pregare per mia consacrazione a Gesù Crocifisso desidero che la tutti, dai malati ai bambini, ma in particolare prego per mia anima si presenti davanti a Lui purificata, perché le sofferenze dei genitori per le difficoltà che hanno dai Lui stesso avrà preparato la Sua sposa. figli. Prego per loro, con la intercessione di S. Paolo Antonella della Croce, del B. Pietro Bonilli e di altri santi che hanno avuto tanto a cuore il bene della famiglia. Ma soprattutto prego la Vergine Santa, madre di Gesù e madre nostra. Dal mio cuore e dai miei occhi scaturiBrescia. Carissimo padre, ho ricevuto la tua lettera, scono molte lacrime, pensando al dolore e alle lacrime che ho divorato con gioia. Ora mi è chiaro il cammino della Madonna per la Passione del suo Figlio e per la da percorrere. La mia mamma amava tanto il Crocifiscattiveria di tutti noi, affidati da Gesù a Lei come figli. so, avuto in dono dai Passionisti in una missione in un Nel ritiro di maggio abbiamo riflettuto molto su Maria paesello del mantovano all’inizio del 1900. Mamma e e sui sentimenti provati da Lei nel portare in grembo nonna materna veneravano con tanta devozione quel Gesù e nel riceverlo nella Eucaristia. Crocifisso. Ora quel Crocifisso è appeso alla parete delClara Guglielmi la mia stanza. Io guardo, lo prego, lo amo tanto, in
“Ti sembra di essere in Paradiso”
Prego per le sofferenze dei genitori
Anche da lontano, sono unita a voi
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Amici di Gesù Crocifisso
AMICI NEWS Sister Leila Nella rivista di marzo pubblicammo l’addio affettuoso e gioioso di Giuggioloni Leila di Recanati che ci lasciava per entrare tra le suore di M. Teresa di Calcutta a Reggio Calabria. Il 12 giugno Leila è tornata a salutarci, nel ritiro di Morrovalle, per annunciarci che si trasferiva come postulante a Palermo e ci lasciava una bellissima testimonianza della sua esperienza vocazionale. Ci dispiace, ma rispettiamo il suo desiderio di non pubblicarla. Le facciamo tanti auguri e l’assicuriamo che l’accompagniamo con la nostra preghiera, certi che lei pregherà per tutti noi. p. a.
Incontro Apex Il 19.06.2005 presso il convento di Morrovalle, ospiti del P. Alberto e di tutta la comunità Passionista, si è riunito il direttivo Apex (Associazione Passionista Ex Alunni) allargato alla presenza degli amici residenti in quel di Macerata. Purtroppo la partecipazione è stata molto ristretta. Si è discusso sulla opportunità o meno del rientro dell’Apex nel M..L.P. Si è deciso di riprendere il discorso quando i soci presenti saranno più numerosi e sarà presente anche il nostro assistente spirituale, P. Piergiorgio Bartoli, che ci potrà aiutare a superare difficoltà che attualmente ci sembrano insormontabili. Abbiamo confermato l’impegno preso lo scorso anno nei confronti della Scuola Agraria della Missione Passionista in Bulgaria, come si può vedere sul sito dell’Associazione: www.apexpassionisti.it. La giornata è proseguita con la S. Messa celebrata da P. Alberto. E’ seguito il pranzo nel refettorio del convento, come sempre magistralmente preparato. Dopo il pranzo ci si è intrattenuti in piacevole conversazione nel giardino, con Calisto Pistarelli mattatore della giornata. Gino Cardellini
Appuntamenti 2005 11 settembre:
Ritiro mensile a Morrovalle
23 ottobre:
24 settembre: Consiglio Nazionale Amici a Morrovalle
Ritiro e Consacrazioni alla Madonna della Stella PG
30 ottobre:
Consacrazioni a Giulianova TE
25 settembre:
6 novembre:
Ritiro mensile a Morrovalle
20 novembre:
Consacrazioni a Montecosaro Stazione MC
11 dicembre:
Ritiro mensile a Morrovalle
31 dicembre
Messa Ringraziamento e festa fine anno
Consacrazioni al Lido S. Tommaso di Fermo
9 0ttobre:
Ritiro mensile a Morrovalle.
19 ottobre:
San Paolo della Croce, Messa solenne per gli amici a Morrovalle ore 21,15
Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Porzi Maria di Montecassiano Mc: 27-06-05 – Leonori Frascarelli Maria di Macerata: 1-8-2005 - Marchetti Aurelia di Civitanova: 5-8-2005 – Brunori Maria di Macerata: 17-8-2005
Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa. Settembre 2005 - Anno VI n. 5 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone - Red. P.A. Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 - 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici