A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
Maggio - Giugno 2007 Anno VIII n°3
SOMMARIO † Testimoniare Cristo e non noi stessi † Testimoni culturalmente attrezzati † La croce e la cena † Un nuovo santo passionista † La famiglia e S.Paolo della Croce † Comunità Cristiana e divorziati risposati † Festa della Passione † Dieci anni di consacrazione † Consacrazioni a Fossacesia † Vita di Famiglia e Testimonianze
Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
Testimoni culturalmente attrezzati
Testimoniare Cristo e non noi stessi
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quello del suo gruppo. “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3,30) San Paolo della Croce richiedeva dai missionari addetti alla predicazione tanta umiltà e retta intenzione, La testimonianza del cristiano è collegata con il marricercando solo la gloria di Dio e il bene delle anime. tirio, non solo perché può arrivare sino all’effusione Prescriveva: “Terminata la missione, non domandidel sangue, ma anche perché il testimone sa che deve no a nessuno se la missione fu gradita, ma contenti di scomparire perché si riveli Gesù Crocifisso Risorto e il aver fatto quanto hanno saputo, stiano umili, né cersuo amore per noi. C’è sempre in agguato la tentazione chino altro, fuorché la gloria di Dio e la salute dei di testimoniare se stesso, di mettersi in mostra, di porprossimi. Terminata la missione, la mattina partiranno tare avanti i propri pensieri e valori o quelli del mondo. di buonora” (Reg, cap. XXIV, n.V). La testimonianza allora non ha più come fine Cristo ma diventa un mezzo per glorificare se stesso. La testimonianza deve essere fatta con tanta umiltà, con retIl vero teta intenziostimone deve ne, cercando conoscere solo la gloria perfettamendel Signote Cristo, per re e il bene annunziare delle anime, quello che tanta umiltà Lui ha fatto, e semplicicome lo ha tà. Prescrive fatto, quali ancora san insegnamenPaolo della ti e valori ci Croce: ha lasciati. “Non sia Giovanni Portatori di Gesù Crocifisso lecito a nesBattista, risuno di Congregazione di predicare con stile tanto eletenuto il Messia dal popolo, poteva essere tentato di vato che si renda oscuro alla povera gente; ma spezziaccreditare questa stima, per averne maggiore gloria no il pane della divina parola con modo chiaro e inteldavanti a tutti. Invece proclama fortemente: “Io non ligibile, perché sia più efficace a promuovere la gloria sono il Cristo; sono solo suo amico, per questo io devo di Dio e la salute delle anime” (Regola, Cap. XXIII). diminuire, mentre lui deve crescere; a lui dovete rivolgervi” (Cfr. Gv 3,28-30).. Il santo voleva che i Passionisti lasciassero ad altri le prediche solenni di Quaresima nelle grandi chiese, L’apostolo Paolo diceva con coraggio ai suoi oppocome si usava in quel tempo; scegliessero invece i luositori: «Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo ghi umili, dove nessuno voleva andare a predicare. Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù» (2Cor 4,5). Il passionista – religioso e laico – contempla Gesù Crocifisso e ispira a Lui la sua vita, per attingere da Giovanni Battista si professa un semplice amico dellui la luce e la forza per essere un testimone umile e lo sposo, che è Cristo da festeggiare; Paolo si dice un coraggioso. La tentazione di fare bella figura, di essesemplice servitore dei fedeli, per amore di Cristo. Quere accettati più facilmente da chi ci ascolta, può porsti sono i modelli dei veri testimoni. tare ad addolcire il messaggio del Cristo Crocifisso, che è “scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani” Testimoniare (1Cor 1,23). Dobbiamo annunziare Cristo che dall’alto con i sentimenti di Cristo della croce ci attira a sé, ci riconcilia con il Padre e ci Per essere veri testimoni e apostoli di Cristo, bisogna indica la strada della salvezza. avere i suoi sentimenti, conoscere i segreti del suo cuoE’ la sapienza della croce che dà un volto nuovo alla re. San Paolo confessava con amarezza: «Alcuni previta e alla sofferenza. Una sapienza divina che contradicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, sta con quella umana, è la sapienza del chicco di grama altri con buoni sentimenti. Questi lo fanno per no che muore e dona la vita. L’idea di un Dio che si amore…. quelli invece predicano Cristo con spirito fa uomo, condivide la nostra condizione e muore sulla di rivalità, con intenzioni non pure» (Fil 1, 15-17).. croce contraddice ogni logica umana. Le grandi eresie La tentazione di annunziare Cristo con spirito di risono sorte dalla tentazione di eliminare questa contradvalità è stata spesso presente nella Chiesa. Pensiamo dizione che ripugnava alla logica umana. Il Crocifisso alle difficoltà dei missionari che annunciano Cristo ai che tanto ripugnava a certe intelligenze ha affascinato non cristiani, quando si trovano a competere con altri miliardi di anime, confermando la predizione di Gesù: cristiani appartenenti a varie chiese, ognuna delle quali “Quando sarò innalzato, attirerò tutti a me”. Rinannunzia un Cristo in contrapposizione alle altre. Quegraziamo Dio che diffonde per mezzo nostro il profusto può avvenire anche all’interno della stessa Chiemo della sua conoscenza nel mondo intero! sa, quando vari gruppi annunziano un Cristo di parte, P. Alberto Pierangioli quando ognuno pretende di annunciare il vero Cristo,
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vero cristiano sente il dovere e l’urgenza di esdi conseguenza nella legislazione, si diffonsere testimone di Cristo, ma sa che testimoniare dono prese di posizione lontane dal Vangelo e in Cristo oggi non è facile. Veniamo da una tradinetto contrasto con la tradizione cristiana, come i prozione in cui tutto era naturalmente cristiano, almeno in blemi del rapporto tra lo Stato e le formazioni sociali apparenza e in superficie. In Italia il 99 per cento del– in primo luogo la famiglia –, dell’economia e delle la popolazione era battezzata; era rarissimo incontrare migrazioni dei popoli, sia in merito alla visione della una persona che si diceva apertamente atea. Erano rari sessualità, della procreazione, della vita, della morte e anche i seguaci di altre religioni. Nei piccoli paesi si della facoltà di intervento dell’uomo sull’uomo. Non si additava una persona che la domenica non andava a può poi tacere che è avvenuta una vera e propria eclissi messa. del senso morale. Oggi più che mai su questi temi è richiesta a ogni cristiano un’autentica vigilanza profeOggi, in una società tica: la sua testimonianmultietnica, sempre più za e il suo annuncio delaicizzata, non è più così. vono essere conformi al Oggi in tanti ambienti si Vangelo”(nn. 40-41). addita una persona che ancora va a messa. AbMentre vediamo con biamo seguaci di diverse gioia crescere la cultureligioni in casa nostra. È ra umana e scomparire più facile che dei cristiain Italia gli analfabeti, ni diventino musulmani, vediamo crescere anche buddisti, seguaci di sette l’ignoranza religiosa e gli più strane che il rovescio. analfabeti del vangelo. Il laicismo ateo si diffonPerciò è necessario essede sempre più, specialre culturalmente attrezzamente tra i giovani. Una ti per essere testimoni efbuona nonna cristiana che ficaci di Cristo in questo si prende cura dei nipoti contesto socio-culturale. Incontro di riflessione e preghiera a Fossacesia orfani, esortando il nipoOccorre una fede seria, tino di 12 anni a partecipare alla Messa, si è sentita con solide basi culturali, pronti a “rendere conto a dire: “Nonna, ancora credi a queste favole!”. Il rifiuto tutti della propria fede” (Cfr. 1 Pt 3,15). di riconoscere “le radici cristiane” dell’Europa, non Ogni cristiano deve sentire una forte esigenza di forè solo un peccato contro la luce, ma anche un segno mazione spirituale, teologica, culturale, umana, per eschiaro del laicismo assoluto che domina in Europa. sere testimone e missionario e comunicare in modo Per testimoniare Cristo in modo serio oggi non baadeguato ed efficace Cristo agli uomini di oggi, presta più il catechismo della prima comunione. Certo ci sentando Cristo come il Figlio del Dio vivente, fonte di sarà sempre la buona e anziana mamma di famiglia, gioia e di speranza per tutti (Cfr. CEI, ib. n. 44). che non sa molto di teologia, non legge molti libri, non Oggi la Chiesa mette a disposizione dei fedeli laici ha molto tempo e possibilità di partecipare a incontri tanti mezzi efficaci per aiutarli ad acquistare una seculturali e formativi, non legge molti giornali e non ria formazione cristiana, come corsi di teologia e di ha tempo per guardare molta televisione; ma vive siformazione biblica, incontri di formazione spirituale, lenziosamente e generosamente la sua umile e grande culturale, morale ecc. Anche i vari movimenti ecclemissione, frequenta la chiesa, prega e lavora. A modo siali si fanno promotori di incontri e corsi per tutte le suo è una grande testimone di Cristo e della sua fede: fasce di età e di cultura. È importante trovare il tempo c’è da ammirarla e da ringraziarne il Signore. necessario e la volontà per poterne approfittare. Alcune Ma non possono accontentarsi di questo tanti cristiamamme dei nostri gruppi mi hanno chiesto consiglio ni, che avvertono il rischio di lasciare i loro figli in una se accettare l’invito del parroco ad essere catechiste società atea, governata da leggi sempre più anticristiadei propri figli che si preparano ai primi sacramenti. ne e sentono quindi il dovere di impegnarsi per essere Ma ci può essere una missione più bella di questa? È testimoni convinti della fede nel Dio della vita, mentre un dono e una grazia e sarebbe una grave responsabiliimperversa la cultura della morte. tà rifiutarsi, senza un gravissimo motivo. Un importante documento dei vescovi italiani, “CoOgni cristiano che ha a cuore la conservazione e municare il Vangelo in un mondo che cambia”, nota: l’accrescimento della propria fede e il l’impegno di “I rischi e i problemi che riscontriamo oggi nel nostro trasmetterla ai propri figli, deve sentire il bisogno di paese sono tanti. In primo luogo, le persone che si diessere un “missionario del Vangelo”, con l’esempio e cono «senza religione» sono in aumento; vi sono poi la parola, inserito sempre più profondamente nel campersone disposte a riconoscere un certo riferimento a mino della comunità cristiana. Cristo, ma non alla Chiesa; non mancano le conversio(Cfr. anche: Taccone: I segni della cultura della morni dal cristianesimo ad altre religioni. Ciò che tuttavia è te, Febbraio 2007). più preoccupante è il crescente analfabetismo religioP. Alberto Pierangioli so delle giovani generazioni. Nella mentalità comune e
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Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
PENSIERO PASSIONISTA – Maggio / Giugno 2007
LA CROCE E LA CENA
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a vita della comunità cristiana è caratteriznità fin dall’inizio, vedono la luce in redazione scritta zata fin dall’inizio da gesti coinvolgenti. più o meno entro l’ultimo quarto del primo secolo. Da Non solo credere alla parola ascoltata, ma tutti i racconti risultano chiare due cose. cambiar vita con la decisione radicale chiamata conPrima: nella cena Gesù lascia alla sua chiesa il saversione. Non solo aderire alle nuove verità annunciacrificio di sé che consumerà l’indomani sulla croce. te – kerigma – ma farsi battezzare e ricevere lo Spirito Vivo nella sua natura umana, egli si anticipa morto in Santo. Non solo ascoltare il racconto della passione, forma sacramentale nei segni del pane e del vino, cosa morte e risurrezione del Signore, ma riviverne la realtà possibile solo all’onnipotenza divina. Così come oggi, nel rito che Gesù stesso aveva stabilito, che chiamavavivo soprannaturalmente nella sua risurrezione, si pono Frazione del Pane o Cena del Signore. sticipa morto in forma sacramentale negli stessi segni La descrizione della vita dei primi cristiani, ripedel pane e del vino: cioè ripresenta dopo, ciò che è avtuta diverse volte negli Atti degli Apostoli dice: “I fevenuto prima. deli erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Il significato delle parole di Gesù non lascia alcun apostoli, nella frazione del pane e nelle preghiere”, At dubbio. Il pane è il suo corpo dato per noi. Il vino è il 2,42. L’apostolo Paolo la compie soprattutto la domesuo sangue versato per tutti, a fondamento della nuova nica, che per questo si chiamerà giorno del Signore, At e eterna alleanza. 20,4-12. Una volta la celebra persino su una nave col Seconda: bisogna “fare questo” in sua memoria. Rimare in tempesta, At 27,33-38. petere il gesto di Gesù significa entrare nel suo gesto Gesù non aveva detto soltanto: “Chi vuol venire died’amore che lo conduce alla morte come dono di sé al tro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni Padre per la salvezza del mondo. giorno e mi segua”, Lc 9,23-24, ma nell’ultima cena Il papa Benedetto XVI ce lo ricorda nella sua recenaveva lasciato te esortazione il proprio saapostolica sulcrificio nelle l’Eucaristia: mani della sua “L’Eucaristia chiesa, con uno ci attira nelspeciale sacral’atto oblativo mento, e avedi Gesù. Non va comandato: riceviamo il “Fate questo Verbo Incarnain memoria di to solo in modo me”. Cioè la statico, ma vesua croce doveniamo coinvolva diventare un ti nella dinamitutt’uno con la ca della sua docroce dei suoi Festa della Passione a Civitanova nazione. Egli ci seguaci. attira dentro di Lui aveva preso la sua croce e l’aveva portata con sé” (Sacramentum Caritatis 11). amore sino alla morte. Il suo gesto non era destinato a Per la mentalità ebraica questo era già chiaro dal conrestare nella storia come un esempio da ammirare, ma testo del banchetto e dalle parole sul pane e sul vino. come un immenso abbraccio vivo e aperto ad accogliePer i semiti mangiare insieme significa condividere la re le croci e le morti quotidiane di quanti si sarebbero vita e bere allo stesso calice significa condividere lo messi alla sua sequela. stesso destino. Ma Gesù ha voluto rinforzare tale significato aggiungendovi il concetto di memoriale, che La Cena fa assimilare la Croce non è un ricordare psicologico, ma un’azione divina che rende presente la realtà ricordata. Dopo l’ascensione di Gesù al cielo cominciarono subito a circolare nella comunità almeno quattro racconti Dunque non solo prendete e mangiate, né solo fate del gesto compiuto da Gesù nella cena di addio. Più questo, ma anche in memoria di me. Fate, non allude tardi saranno messi per iscritto da Paolo apostolo e dasolo al rito ma anche al suo contenuto. D’altra parte il gli evangelisti Matteo, Marco e Luca. Di un quinto raccontenuto, in quanto sacrificio di Cristo Capo, può esconto si hanno tracce nel vangelo di Giovanni. sere fatto solo da lui, e non può essere più ripetuto perché resta in eterno nella sua pienezza infinita. Cristo San Paolo è il primo a mettere per iscritto la sua verchiede che al suo sacrificio uniamo il nostro sacrificio. sione del gesto di Gesù nel cenacolo. Lo fa nella prima Vuole che vivendo e morendo ogni giorno uniti a lui lettera ai Corinzi, scritta tra il 56-57 d.C. Ma non è detin forza del battesimo portiamo la nostra vita e morte to che la sua formulazione sia la più antica. Anzi, alcuquotidiana nell’Eucaristia. Così la nostra esistenza si ne sfumature della lingua semitica fanno capire che i conforma all’esistenza d’amore oblativo di Cristo per racconti di Marco e Matteo sono anteriori. quanto possibile in questo mondo. I resoconti dei vangeli, pur essendo usati dalle comuCome nostro capo egli non può aggiungere nulla al
suo sacrificio perché ha valore infinito. Ma come corpo mistico formato da tutti noi egli soffre e muore ancora in noi. Per questo ha lasciato la sua passione e morte come sacrificio vivo e aperto a accogliere la nostra storia. Grazie alla frazione del pane, la comunità ha talmente capito il senso della croce, che la prima forma di santità cristiana è stata la piena conformazione anche fisica al crocifisso tramite il martirio. Con il comando fate questo in memoria di me Cristo ha saldato la sua croce alla nostra, il suo sacrificio al nostro, la sua vita alla nostra, quasi dicendo: fatecome-me-insieme-a-me. Da questa visione si deduce che l’Eucaristia è il punto terminale del piano salvifico della Trinità e che il mistero pasquale non si esaurisce nella morte e risurrezione di Cristo o con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, ma si prolunga nell’Eucaristia e nella chiesa. Da questa impostazione emergono anche alcuni aspetti sbalorditivi circa l’unicità e incomparabilità della fede cristiana. Non siamo chiamati solo a credere in un Dio e a obbedirgli, ma a diventare un solo corpo con lui. Il nostro Dio non ci offre solo aiuto e protezione, ma condivide con noi la sua vita. Il nostro redentore non ci ha lasciato in ricordo di sé un’immagine, come un quadro o una fotografia, ma vuole vivere in noi, essere la nostra vita, prolungare la sua presenza nel mondo per mezzo di noi. Davvero il punto d’arrivo della Trinità nel suo piano d’amore verso l’umanità era di poter dire sull’esistenza di ogni essere umano: questo è il mio corpo, questo è il mio sangue.
benessere materiale: Comanda che queste pietre diventino pane.. Non accetta la proposta del prestigio dei gesti sensazionali: Buttati giù, Dio manderà gli angeli a proteggerti. Respinge drasticamente la prospettiva del potere: Tutti i regni saranno tuoi se prostrato mi adorerai. Sono le tentazioni del messianismo temporale e politico che inseguiranno Gesù ogni giorno del suo ministero e lo incalzeranno fin sotto la croce. Ci insisteranno gli apostoli con le loro insinuazioni, le folle con le loro aspettative, i capi con le loro provocazioni. Ma Gesù non ci cadrà. Come l’intimità del suo rapporto divino col Padre è solo amore, nello Spirito Santo, così la graduale maturazione della sua coscienza umana lo conferma nella scelta dell’amore come unica via per attuare quel che il Padre e l’umanità aspettano da lui. La conclusione per la nostra vita concreta scaturisce spontanea. Se per salvare il mondo Dio non ha escogitato nulla di diverso e non ha trovato nulla di meglio che l’amore, vuol dire che l’amore è l’unica via per risolvere i problemi umani. Sia quelli della società a vasto raggio – la pace, la giustizia, la discriminazione, il terrorismo, l’inquinamento – sia quelli a livello delle nostre nazioni, famiglie e individui. Quando dinanzi a un problema concreto della vita gettiamo la spugna gridando che è impossibile, è bene domandarsi fino a che punto siamo capaci di amare. Infatti: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada? Ma in tutto questo noi stravinciamo in forza di colui che ci amò”, Rom 8,35-37. Gabriele Cingolani cp
La Croce e la Cena rivelano l’identità di Dio La Passione e morte di Gesù in croce e la permanenza sacramentale di questo mistero nella storia rivelano in modo inconfutabile che Dio è amore, e che per salvare il mondo non ha scelto altra via che quella dell’amore. L’evangelista Giovanni e l’apostolo Paolo sono i primi cantori di questa rivelazione. “Dio è amore”, 1Gv 4,8.16. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito. Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per gli amici”, Gv 3,16; 13,1; 15,13. “Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me”, Gal 2,20. “Vi ha amato e ha dato sé stesso per noi in sacrificio”, Ef 5,2. La scelta dell’amore per salvare l’umanità pervade le pagine della bibbia, ma spicca specialmente nel modo in cui Gesù compie la missione affidatagli dal Padre. La vittoria sulle tentazioni nel deserto, ove il diavolo cercò di dissuaderlo dalla via della croce, dimostra con quale determinazione il Figlio ha scartato ogni alternativa e ogni altra possibile strategia per attuare il mandato del Padre. Non sceglie la via dell’abbondanza nel
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Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
SPIRITUALITA’ PASSIONISTA
Un nuovo santo Passionista
SAN CARLO HOUBEN
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santi sono autentici imitatori di Cristo e san confessionale. A questo ministero della RiconciliazioCarlo Houben fu uno di questi. Così ne parla ne padre Houben dedicò le sue doti e forze migliori, riPierluigi di Eugenio: “Passò benedicendo, riportando nel sacramento della Penitenza innumerevoli sanando e perdonando. Sempre pronto ed affabile. Pofedeli a riconciliarsi con Dio e con gli altri uomini. Asvero tra i poveri, fece della sua vita un dono ai soffesiste i moribondi, benedice i malati con la reliquia di renti. Tutto di Dio, tutto del prossimo. I bisognosi nelsan Paolo della Croce, accompagnando la benediziol’anima e nel corpo non lo lasciavano riposare neppure ne con commoventi preghiere composte da lui stesso. un attimo. Profondamente affezionato alla famiglia e Ha la fama di taumaturgo. Ogni giorno circa trecento alla patria, lavorò per più di quarant’anni lontano dalpersone, provenienti da tutte le parti dell’Irlanda, dall’una e dall’altra, trovando nei sofferenti i propri fratell’Inghilterra, dalla Scozia e perfino dall’America acli e nella terra d’Irlanda la sua patria”. correvano a lui, attratte dalla fama della sua santità. Trovavano un cuore disponibile e tenero. Medici ed Giovanni Andrea nasce a Munstergeleene in Olanda, infermieri di Dublino, di fronl’11 dicembre 1829, quarto di te a casi disperati, consigliavadieci figli, in una famiglia beneno di chiamare padre Carlo. E stante. Cresce in sapienza, età e Carlo accorreva nelle case e negrazia. Il fratello Giuseppe dirà gli ospedali, portando spesso il di lui: “Conosceva solo due stradono di una guarigione inspede, quella della chiesa e quella rata e sempre un sorso di sedella scuola”. Conosce i Passiorenità. Con amore preparava i nisti, da poco portati in Olanda moribondi al grande passo, indal B. Domenico Barberi e a 24 ginocchiato in preghiera vicino anni, il 5 novembre 1845, entra al loro letto. Portava sempre in in noviziato ad Ere in Belgio e mano un crocifisso per ricordaveste l’abito col nome di Carlo. re continuamente la Passione di Durante il noviziato è irreprenGesù. Lo chiamavano il ‘Santo sibile. Questa è la testimonianza di Mount Argus’; di lui si può di un suo compagno: dire quello che si dice di Gesù: “Mi sentivo molto edificato “passò facendo del bene a tutti”. davanti alla sua grande santità. Per farlo riposare un po’, i suEra esemplare, pieno di fede e periori più volte gli fanno camdi pietà, esatto, osservante delbiare convento, ma poi devono le regole, semplice, amabile e riportarlo a Dublino. di carattere dolce. La sua pieIn comunità era esemplare, tà e la sua naturale allegria gli pieno di fede e di pietà, sempliguadagnarono la stima e l’affetce ed affabile. Nonostante le octo di tutti”. Il 21 dicembre del cupazioni, passa lungo tempo in 1850 viene ordinato sacerdote. adorazione davanti al tabernaS. Carlo Houben Nel 1852 è inviato in Inghilterra colo. Lo trovano spesso in estadove i Passionisti erano da dieci si, specialmente durante la messa. A volte l’inserviente anni. Lavorò con grande entusiasmo, così da divenire è costretto a scuoterlo perché prosegua nella celebraun “Apostolo dell’Ecumenismo”, adoperandosi per il zione. bene delle anime e per l’unità dei cristiani. Negli ultimi anni della sua vita soffre molto per una Si stabilisce prima ad Aston Hall, in Inghilterra; dove cancrena ad una gamba e altri mali. Sopporta tutto con si prodiga a favore degli immigrati irlandesi che svolpazienza, seguitando a svolgere il suo apostolato. Ogni gono il duro lavoro delle miniere. Questa esperienza giorno continua a salire e scendere una scala di 59 grasarà utile nella sua successiva permanenza in Irlanda. dini, anche un centinaio di volte, per ricevere e benediSi dona tutto a loro, s’interessa dei loro problemi, della re le persone che vengono a lui. loro salute. Conforta, aiuta, guarisce, mentre continua Muore serenamente il 5 gennaio 1893. Per cinque a lavorare per la congregazione e per la chiesa. giorni, prima della sepoltura, riceve onoranze funebri Nel 1857 è trasferito in Irlanda, a Dublino / Mount dovute ad un re, con gente proveniente da tutta l’IrlanArgus, dove i Passionisti si sono da poco insediati. Si da. È stato detto il san Pio da Pietrelcina del suo temdeve costruire il convento e le chiesa, Padre Carlo si po. Giovanni Paolo II l’ha elevato agli onori degli altarivela provvidenziale. Il popolo irlandese, che lo ha viri come “beato” il 16 ottobre 1988, mentre Benedetto sto al suo fianco con tanta sollecitudine, si mostra geXVI lo dichiara “santo” il 3 giugno 2007. La festa relineroso. Si costruisce il convento e una bella chiesa, degiosa è al 5 gennaio. dicata a San Paolo della Croce. P. Carlo, senza saperlo, (Cfr. Pierluigi Di Eugenio: Sotto la Croce appassioprepara il suo santuario. natamente”, II ed. San Gabriele). Carlo non sarà mai un grande predicatore, soprattutFrancesco Valori to per la difficoltà della lingua, ma passa ore e ore al
La famiglia nel pensiero di S. Paolo della Croce
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an Paolo della Croce visse per circa 27 anni nel“La maggior perfezione di un’anima consiste la sua famiglia come primogenito di 15 figli e in un vero abbandono di tutta se stessa nelle mani del quindi in grado di rendersi conto dell’ambiente Sommo Bene. Questo abbandono abbraccia una perfamiliare, della spiritualità che animava i genitori e che fetta rassegnazione alla divina Volontà in tutti gli evenessi insegnavano con la parola e con l’esempio. Fece ti che ci accadono. Sicché quando si sente insorgere l’esperienza di una famiglia molto unita e serena, noqualche desiderio o altra cosa che dà qualche scossa al nostante la difficoltà economica che dovette sperimencuore, mettendolo in sollecitudine di fare quello che per tare per le circostanze sociali in cui visse e le pene per allora non è in nostro potere, bisogna subito farlo mola morte di molti bambini. Per questa esperienza Paolo rire nella santissima Volontà di Dio; insomma, quando pensò sempre la famiglia come un luogo di serenità e si accorge che il cuore s’allontana un tantino da quella di pace per fomentare buone relazioni fra le persone e pace che nasce dallo stare l’anima con viva fede alla con Dio. Nel suo apostolato cercò di animare i laici a divina presenza, esamini subito quietamente la causa, formare famiglie serene e a impegnarsi per custodire la e ritrovando che è per sollecitudine o di casa o di figli, pace, cercare la riconciliazione quando qualche discuse che per allora non è in sua mano il rimedio, subito si sione aveva rovinata la buona relazione. affidi a Dio, s’aiuti con giaculatorie come sarebbe: O cara Volontà del mio Dio! O dolcissima Volontà, voi Nella sua famiglia aveva sperimentato il valore della siete il mio cibo, la mia gioia, il mio riposo” (L. ai laici preghiera personale e familiare, la forza interiore che N. 133). proviene dalla memoria di Ai coniugi Gesù Crocifisso egli ricorda che che la mamma sono chiamati presentava ai fiad essere santi, gli quando doma devono vivevano superare gilare per non qualche difficolentrare in agità. Per l’espetazione e manrienza in famitenere il cuore glia e per quanin pace alla preto sentiva dalle senza di Dio (L. persone che riai laici N. 66). correvano a lui Al Fossi, paper consiglio, dre di otto figli, era convinto che scriveva: “Lei mantenere la fadeve porre ogni miglia in pace è studio di essere La famiglia Piancatelli di Macerata intorno al Crocifisso frutto di grande fedele nella vofede in Dio, di grande pazienza per superare le difficolcazione in cui Dio lo ha posto, procurando d’attendere tà della salute propria e dei familiari, per affrontare la con ogni diligenza al buon governo della sua famiglia, preoccupazione per l’economia, per l’educazione e il tanto nello spirituale, che temporale, mantenendo una futuro dei figli, per mantenere relazioni serene tra i coimperturbabile pace in casa; usando ogni più caritateniugi, con i suoceri e con altri vicini. Nelle sue lettere vole attenzione per mantenere contenta in Dio la sua consorte e i figli, procurando, che tanto nel vestito, che ricorda con frequenza che la vita spirituale va vissuta in ogni altra cosa vadano secondo il loro stato; lei deve nella pace del cuore e questa pace va diffusa nella fafare solamente quelle elemosine che porta lo stato premiglia, nell’ambiente di lavoro e dove si vive. La pace sente, per non dare motivo ai familiari di lamentarsi è frutto della Passione di Gesù, che ha distrutto le iniper quello che può mancare ad essi. Così, mantenenmicizie nel suo corpo sulla croce, per rendere possibile dosi in pace, saranno più disposti ad attendere alle cose la comunione fraterna con tutti (cf. Ef 2, 14-18). spirituali secondo lo stato in cui sono, mentre non tutAlla marchesa Dal Pozzo scriveva: “Per ricevere tutti possono, né sono chiamati a vita straordinaria” (L. to con rassegnazione e soffrire con fortezza bisogna ai laici N. 309). Allo stesso raccomandava di “guidare andare spesso a cibarsi della santa orazione, a cibarsi, santamente la famiglia, senza pretendere vita straordidico, di quella manna nascosta che Dio dà a chi persenaria dalla medesima, ma procurare in tutti il timor di vera in questo santo esercizio” (L. ai laici N. 130). La Dio, l’osservanza della divina legge, con la devota fremeditazione che Paolo promuove è a un riflettere sugli quenza dei Sacramenti, e l’orazione secondo lo stato e eventi della vita quotidiana, cioè la casa, la famiglia, spirito di ciascuno dei suoi familiari”. il lavoro alla luce della pazienza e della carità con cui Possa Paolo della Croce aiutare le famiglie ad avere Gesù ha vissuto la propria vita. Gesù vive la sua pasuna vita di alta qualità umana, un profondo senso di sione per compiere la volontà del Padre e il cristiano è solidarietà e pace per essere lievito di una vita sociale chiamato a vivere la sua vita con piena sottomissione secondo il progetto di Dio. alla divina volontà. P. Fabiano Giorgini In una lettera alla marchesa Dal Pozzo, Paolo scrive:
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COMUNITA’ CRISTIANA E DIVORZIATI-RISPOSATI
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a diffusione delle separazioni e dei divorcostitutiva, sono membri del popolo di Dio, anche se zi è in notevole espansione, nell’arco di non si trovano nella pienezza della comunione. Propoco più di un decennio è quasi raddoppiaprio in virtù della loro appartenenza alla Chiesa devota. Questa realtà viene ad investire un numero sempre no sentirsi oggetto di attenzione e anche soggetto di più crescente di cristiani e spesso ci sentiamo chiedere partecipazione significativa. il perché della posizione della Chiesa verso questi fraLa comunità ecclesiale, tenendo sempre presente telli che, in un particolare momento della loro vita, si l’indissolubilità del matrimonio ispirata dal Vangelo, trovano a vivere situazioni di sofferenza. deve farsi accoglienza ed amore in tutte le circostanze. L’esperienza del fallimento matrimoniale coinvolge Dobbiamo fare chiarezza sull’espressione “divorziaormai coppie di ogni età, anche quelle che si ritenevati–risposati”, che racchiude situazioni molto diverse. no solide e ben attrezzate contro ogni difficoltà, copVi sono persone che hanno provocato volutamente la pie che hanno compiuto articolati e robusti cammini fi ne del rapporto e sono felici nel nuovo stato di vita e di preparazione al matrimonio cristiano, persone impenon si pongono il problema né umano, né religioso. gnate nella vita ecclesiale a vari livelli, nella catecheVi sono persone che hanno subito questa situazione si, nei Consigli pastorali, nell’animazione dei percorsi senza poter far nulla per evitarla. formativi per fidanzati. Vi sono persone che già da In principio la tempo avevano separazione può abbandonato la essere vissuvita della comuta come un monità ecclesiale mento di liberae continuano a zione da una sinon sentirne il tuazione ormai bisogno. insostenibile, poi la solitudine Vi sono pera cui si va inconsone che desidetro fa emergere rano partecipare dubbi e inceralla vita eccletezze sul futuro. siale e soffrono Un nuovo matrila lontananza monio a questo dalla vita sacrapunto può essere mentale. visto come l’anOra parliamo cora di salvezza dei divorziache mette fine ti-risposati che all’insicurezza e desiderano con alla sofferenza e sincerità contiapre la prospetnuare a vivere tiva di “rifarsi Giovani sposi, Danilo e Marisa , si consacrano a Gesù Crocifisso la vita cristiana una vita” e di rie che desideratrovare fiducia e serenità. no ancora partecipare alla vita della Chiesa. L’espresUn’altra sensazione possibile, dopo momenti di disione “situazione irregolare” che si adopera in questi sorientamento esistenziale e religioso, è il bisogno di casi non esprime un giudizio sulle persone, ma definiritornare nella comunità cristiana per vivere la fede in sce dal punto di vista oggettivo: lo stato di vita di quei maniera maggiormente partecipata. A questo punto battezzati (conviventi, divorziati risposati, sposati solo non riescono a capire come mai la Chiesa “punisca” la civilmente) che vivono una relazione coniugale in conloro decisione, a prima vista più che mai ragionevole, trasto col sacramento del matrimonio. di risposarsi e chieda, al contrario, una fedeltà che può Il Magistero della Chiesa afferma che questi fedeli significare solitudine, frustrazione, insicurezza. divorziati si trovano in una situazione che contraddice Un altro aspetto che non si comprende facilmente è oggettivamente l’indissolubilità del matrimonio, verità l’impossibilità di far parte in pienezza della comunità cristiana che risale all’insegnamento stesso di Gesù e ecclesiale, dovendo rinunciare alla comunione eucarinon ad una definizione della Chiesa. Una nuova unione stica, nonostante siano stati accolti con affetto e comcivile non può sciogliere il precedente vincolo matriprensione. Questi fedeli tendono così a percepire la moniale sacramentale. Chiesa come una madre dura e inflessibile, incapace di Dare i sacramenti ai divorziati risposati significhemisericordia e incurante della salvezza dei suoi figli. rebbe porre in atto una situazione sacramentale che I divorziati-risposati non sono esclusi dalla comunità è contraddetta da quella esistenziale. Nell’Eucaristia ecclesiale perché, in quanto battezzati, ne fanno parte Gesù Cristo sigilla la sua indissolubile alleanza d’amo-
re con la Chiesa; come ammettere alla comunione piena il cristiano che, per aver infranto il segno dell’unione di Cristo con la sua sposa, si trova in una situazione stabile di rottura con la Chiesa? Gesù Cristo ha elevato il Matrimonio cristiano alla dignità di sacramento, per conferire agli sposi cristiani la grazia necessaria per viverlo santamente e ne ha fatto segno del suo amore indissolubile per la Chiesa, cioè per ciascuno di noi: “Voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa” (Ef 5,25). Chi rompe l’indissolubilità del matrimonio sacramento, rompe la comunione con Cristo (Cfr Compendio CCC, n. 341). Anche la penitenza, che ha un duplice significato di conversione e di riconciliazione, esige non solo il pentimento ma anche il proposito di cambiare vita. Non è possibile da parte di questi fedeli una vera riconciliazione con Dio e quindi avere il suo perdono, se continuano nella loro condizione di vita di rottura con la legge di Dio. Il Papa Giovanni Paolo II, nella “Familiaris Consortio”, ha sottolineato che c’è anche un preciso motivo pastorale per adottare questa scelta. Infatti se chi vive in condizione di vita irregolare fosse ammesso alla comunione eucaristica, gli altri fedeli sarebbero indotti in confusione ed errore circa la dottrina della Chiesa in materia di sacramenti e ciò arrecherebbe evidenti danni alla comunità tutta, soprattutto in questi tempi dove c’è una forte confusione tra i cristiani. Quindi non è la Chiesa “matrigna” ad emarginare o a discriminare, ma è il Vangelo di Cristo a essere il termine di confronto e di giudizio fra gli uomini. Dati questi presupposti, l’unica possibilità di essere riammessi ai sacramenti per questi nostri fratelli e sorelle è l’interruzione della convivenza o, se questo per gravi motivi (figli, o età avanzata) non è possibile, ci deve essere l’impegna a trasformarla in una vita come tra fratello e sorella. La condizione posta dalla Chiesa della separazione fisica per la riammissione in privato ai sacramenti è giustificata come prova concreta della conversione. Proprio per questa situazione di disagio esistenziale, Giovanni Paolo II nella F.C. invita la comunità ecclesiale ad agire in modo tale che i fedeli divorziati–risposati siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spi-
rito e le opere della penitenza per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio. Inoltre egli esorta la Chiesa a pregare per loro, ad incoraggiarli e a dimostrarsi madre misericordiosa, sostenendoli nella fede e nella speranza (FC 84). Nel gennaio 1997, alla XII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il Papa aveva sottolineato l’urgenza di una pastorale di preparazione e di tempestivo sostegno alle coppie nel momento della crisi. Una vicinanza sincera, tesa a far comprendere a questi cristiani che non si deve mai disperare della grazia di Dio. Con questa serie di osservazioni ci invita a riflettere sulla necessità di mettere in atto una pastorale che vada oltre il discorso della partecipazione ai sacramenti. È necessaria molta comprensione; bisogna imparare ad attendere, sostenere, consigliare, senza però disattendere la posizione della Chiesa. La comunità cristiana non solo si deve astenere dal condannare, ma deve disporsi in un atteggiamento di sincera accoglienza. La persona deve essere aiutata a prendere coscienza della natura del suo problema. L’accoglienza non significa dare ragione, ma comprendere la sofferenza dell’altro per aiutarlo a convivere con tale sofferenza: non esprimere giudizi e stare vicino sono disposizioni fondamentali. L’esperienza personale carica di dolore deve spronare le coppie cristiane a riflettere sul proprio matrimonio, sulla propria realtà, sulle piccole e grandi incomprensioni. Accogliersi peccatori significa essere pronti a mettersi in discussione come coppie e a sapersi perdonare ogni giorno.. Il peccato più grande per una comunità cristiana è quello di sentirsi troppo a posto, troppo giusta, lasciando il problema a chi lo vive già sulla propria pelle. La fine di un legame coniugale non è sempre il risultato di processi volontari e intenzionali. Il fallimento di un matrimonio è appunto un fallimento, non vince nessuno, tutti perdono. La comunità ecclesiale deve impegnarsi per alleviare le sofferenze di queste persone ma, essendo chiamata anche a portare vita e salvezza, deve rimanere sempre la città sul monte, la lampada sul moggio, il sale della terra e non può venir meno a questo suo compito, perché se la lampada si spegne, chi darà luce? E se il sale perde il suo sapore, con che cosa si salerà?
Coltorti Maria Grazia
Carissimo padre, abbiamo voluto festeggiare San Valentino da coppie cristiane. È stata una serata diversa, con il desiderio di festeggiare l’amore tra coppie e di rivalutare sempre più, con l’aiuto del Signore, la gioia di essere uniti. Tutto é trascorso in una luce diversa. È stata grande gioia e grazia anche per qualche coppia che ha dei problemi. Pina
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Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
FESTA DELLA PASSIONE
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16 febbraio 2007, nella chiesa di San Gabriele a Civitanova, abbiamo celebrato per la settima volta la festa della Passione, festa della Famiglia Passionista. La messa è stata presieduta da Don Giordano Trapasso, parroco di Morrovalle e concelebrata da P. Alberto e altri Passionisti, con i diaconi P. Sandro e Vito Serafino. Diverse centinaia di Amici hanno partecipato dai vari gruppi delle Marche. Don Giordano ci ha rivolto una bellissima omelia, partendo dall’ esortazione del Papa per la Quaresima 2007, che sembra proprio una lettera scritta agli Amici, per spiegarci il nostro programma!
Amici in ogni Quaresima una grande missione: portare il suo amore nelle famiglie. Olga Costanzo
La gioia del Crocifisso in casa Carissimo padre, anche quest’anno abbiamo avuto la grazia di ricevere il Crocifisso in casa nostra e con lui la possibilità di avere momenti di preghiera veramente intensi. Abbiamo meditato la quarta stazione: Gesù incontra la Madre. La gioia e la pace che il Signore ci ha fatto sperimentare ci dà tanta fiducia, anche se nella vita quotidiana le difficoltà non mancano. Ringrazio il Signore per tutte le persone che hanno potuto unirsi alla preghiera. Penso agli Amici Aggregati e a quanto sarebbe bello anche per loro sperimentare in famiglia e con i vicini a ritrovarsi in preghiera davanti al loro crocifisso, per muovere insieme i primi passi insieme nella spiritualità passionista. Letizia Garbuglia
Don Giordano presiede la festa della Passione
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Siamo invitati a guardare Cristo trafitto in croce; è Dio stesso che mendica il nostro amore, perché contemplando il Crocifisso, vediamo nel suo sacrificio l’amore di Dio per noi, non un amore platonico, ma una vera passione: Dio è innamorato follemente delle sue creature. Noi siamo invitati ad accogliere questo amore e a ridonarlo ai nostri fratelli. Amati da Gesù, scelti, chiamati ad accogliere e vivere il suo amore. Ma l’amore deve portare alla testimonianza. Dobbiamo testimoniare a tutti l’amore di Gesù, specialmente ai giovani ed essere in prima fila per l’Agorà dei giovani, che si svolgerà a settembre a Loreto, alla presenza del Papa. Non dobbiamo solo commemorare la passione di Gesù, ma parteciparvi, come insegna S. Paolo della Croce, che parla di un intreccio di Amore doloroso e di dolore amoroso. In questo modo anche la nostra sofferenza deve diventare un dono d’amore. E’ importante che l’amore sia sempre alla base di tutte le esperienze della nostra vita. Essere Amici di Gesù Crocifisso significa diventare missionari e testimoni dell’amore di Dio. Dobbiamo metterci in ascolto delle nuove generazioni e testimoniare con gioia che la croce di Gesù porta gioia e salvezza. Al termine della Messa sono stati portati davanti all’altare e benedetti circa 50 Crocifissi, che durante la Quaresima faranno la “Peregrinatio Crucis” nelle famiglie di quanti vorranno accoglierli. Gesù affida agli
Alzare gli occhi al Crocifisso per attingere forza e amore Meditando la Passione di Gesù comprendo le parole di san Paolo della Croce: “Nel mare della Passione di Gesù pescherete le gioie delle sante virtù..”. Come sono vere queste parole! Così durante la vita, quando sentirò l’aridità nell’anima dovuta al peso della mia croce, alzerò gli occhi al Crocifisso e lì troverò l’acqua viva che trasformerà l’arsura della mia anima; quando mi sentirò sola e abbandonata da tutti, alzerò gli occhi a Gesù abbandonato dagli Apostoli durante la sua Passione e la mia solitudine si trasformerà in dolce compagnia divina; quando la croce mi farà sperimentare paura ed angoscia, mediterò Gesù agonizzante che suda sangue nell’orto degli Ulivi e lì troverò la forza per dire al Padre “Sia fatta la Tua volontà”; quando non riuscirò a perdonare coloro che mi fanno del male, mi soffermerò sulle parole di perdono di Gesù sulla Croce e troverò la forza per essere apostolo del perdono fraterno anche nel dolore della croce; quando mi sembrerà di essere abbandonata anche da Dio, mediterò l’abbandono che Gesù stesso ha voluto sperimentare sulla Croce, quando ha detto “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbando nato?”. Tutte le volte che il peso della croce mi sembrerà troppo grande, alzerò gli occhi al Crocifisso e vi attingerò forza e amore. Rita Mancini
DIECI ANNI DI CONSACRAZIONI
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arissimi Amici, il 23 novembre 1997, dieci nuare a sperare, a credere fermamente che anni fa, 107 “Amici”, dopo una lunga preparala croce è un dono, una ricchezza, per guardare, zione, fecero la prima consacrazione solenoltre il Calvario, la gloria della risurrezione?… Signone a Gesù Crocifisso presso il convento passionista re Gesù, voglio donarmi totalmente a Te e vivere da di Morrovalle. Da allora, le consacrazioni si sono ritua vera amica crocifissa. Gesù, ti amo e voglio amarti petute ogni anno in quasi tutte le Fraternità del nostro ogni giorno più, con forza e fedeltà”. movimento. “Non ho aderito a un gruppo, ma a una Persona Il Consiglio Esecutivo degli Amici ha deciso di riconcreta, che è l’Amore donato gratuitamente. Il pricordare e festeggiare questi primi 10 anni di consacramo sentimento che provo è una grande gratitudine, per zioni, con una giornata di spiritualità, il prossimo 20 il dono che mi è stato fatto di partecipare, in modo più maggio presso il santuario di S. Gabriediretto, alla Passione di Gesù. Ringrale. L’avvenimento sarà significativo per zio Gesù perché, meditando, ho cotutti, ma in modo particolare, per i 310 minciato a capire che il Crocifisso è un “Amici” che hanno già fatto la consaVivo che chiama e propone di fare ciò crazione perpetua, compresi i 31 che che Lui ha fatto come Buon Samaritaparteciperanno alla festa dal paradiso. no. Contemplando il Crocifisso, sento il bisogno di amare di più i miei fraTutti gli Amici di Gesù Crocifistelli”. so sono invitati a partecipare a questa grande giornata per ringraziare il SiFacciamo nostri questi sentimenti gnore del cammino che ci ha fatto fare Teresa riceve il Crocifisso a Fossacesia e prepariamoci al grande giorno con in pochi anni, per festeggiare i consagioia e con tanto amore. crati perpetui, per implorare l’aiuto del Invito tutti i consacrati, specialmente Signore sul nostro movimento. Sarà perpetui, a dare lode al Signore invianuna giornata intensa e piena di gioia. do una testimonianza sul cammino Ho una raccolta di molte testimonianfatto con la consacrazione. Saranno ze commoventi di coloro che hanno fatraccolte tutte in un fascicolo che sarà to la consacrazione in questi 10 anni. poi donato a tutti. Per poter preparare Spesso, nel leggerle, mi sono commostutto in tempo, le testimonianze mi doso profondamente e ho ringraziato il vranno arrivare entro la fine di aprile. Signore che ha voluto fecondare in un Spero che ogni vero Amico farà del modo straordinario il piccolo seme che tutto per non mancare alla più grande Tina si consacra a Gesù Crocifisso ha rinnovato e cambiato tanti cuori. e bella manifestazione del nostro moRiporto due testimonianze, per farvi partecipi della vimento. Tutte le Fraternità saranno presenti alla granmia gioia. de festa: invitate anche familiari e conoscenti. Il pranzo sarà comunitario, prenotato per tutti presso un dit“Il mio cuore vorrebbe dire tante cose, far parteta specializzata. Per questo è indispensabile avere dai cipi tutti delle meraviglie che il buon Dio ha compiucoordinatori l’elenco preciso dei partecipanti entro il to e compie ogni giorno nella mia vita… Una cosa è 30 aprile. certa, che dall’aprile del 1991, quando conobbi il movimento, prima con la pagellina d’iscrizione, poi con Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti degli gli incontri mensili e gli esercizi spirituali, ho accetauguri di Buona Pasqua, assicurandovi che prego per tato le varie vicende dolorose della mia vita, vedenvoi ogni giorno e molto più l’ho fatto nei giorni sacri do nella croce un mezzo di purificazione, accettandodel tempo pasquale. la con pace, abbandonandomi all’AMORE, lodando il Un abbraccio a ciascuno e a tutti e tante benedizioni Signore per avermi chiamata ad essere sua amica, per a voi e alle vostre famiglie. vivere le mie piccole sofferenze con Lui, per Lui, con P. Alberto Pierangioli Lui. Diversamente dove avrei attinto forza per conti-
Carissimo padre, la ringrazio per la lettera d’invito e chiedo venia per non averla contattata prima. Esprimo tutta la mia felicità alla notizia che 300 fratelli sono consacrati a vita per una causa della massima importanza. La chiesa cattolica sta subendo un inaudito attacco concentrico da parte di lupi rapaci ammantati da pecore, che con le sirene del relativismo etico, della modernità, del primato della ragione, stanno rendendo l’uomo schiavo di falsi bisogni indotti. L’ordine dei passionisti rappresenta nella chiesa un baluardo della originale fede cristiana, che si vorrebbe annegare in una religiosità banale ed effimera e la sua vitalità è essenziale per salvaguardare l’identità cristiana dei popoli. Se tali affermazioni le fa il sottoscritto, che per lungo tempo fu traviato dai nemici della Chiesa, vuol dire che le cose stanno proprio così! Un grazie di cuore a lei, a tutti i passionisti, a Santa Gemma, sposa di Cristo e formidabile intercessore di tutti i peccatori, per aver disperso le tenebre che mi avvolgevano. Alessandro
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Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
CONSACRAZIONI A FOSSACESIA
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l 25 di marzo abbiamo avuto le prime consacrazioni del 2007 nella Fraternità di Fossacesia CH: 3 nuovi consacrati, 3 rinnovi e una consacrazione perpetua. È stata una giornata di grande spiritualità e di grande comunione, iniziata il 24 pomeriggio con incontri personali con il P. Alberto venuto appositamente e poi dopo cena, con l’incontro del padre con i consacrandi, per approfondire la propria scelta e preparare la grande giornata di consacrazioni. La mattina del 25, dopo la preghiera delle lodi, c’è stata una grande catechesi del P. Alberto sul significato della consacrazione a Gesù Crocifisso, seguita dalle confessioni e dal pranzo comunitario. Nel pomeriggio, dopo l’ora di adorazione, c’è stata la messa solenne con la consacrazioni. È seguito un momento di festa e di fraternità. Ringraziamo il Signore per questi giorni di grazia che continua a donarci. Cronista
Voci da Fossacesia Da tempo ero alla ricerca di un cammino di fede, che mi aiutasse a crescere nella vita cristiana, e arrivare a consacrare al Signore la mia vita di mamma. In un sogno misterioso sentii per due notti ripetere: “San Paolo della Croce”. Ne parlai con il mio parroco, che mi disse di rivolgermi ai passionisti di S. Giovanni in Venere. Qui mi parlarono degli Amici di Gesù Crocifisso e potei iniziare il cammino desiderato, che mi ha portato a consacrarmi a Gesù Crocifisso. Il mio cuore trabocca di gioia, di amore e di gratitudine al Signore. So che non ameremo mai abbastanza il Signore e che non saremo mai come Lui ci vuole. Inginocchiata davanti all’altare, ho detto al Signore: “O Gesù, voglio consacrarmi a te, accetta questa tua figlia e plasmala come desideri. Fa che io ti possa amare e ti faccia amare”. Tina Il 25 marzo rinnoveremo la consacrazione a Gesù Crocifisso. Ringraziamo il Signore che ha fatto nascere questa comunità. Ci troviamo molto bene con gli Amici di Gesù Crocifisso, riusciamo ad approfondire la nostra fede; le riunioni che facciamo ci danno gioia e fiducia. Quando stiamo davanti al Signore, riconosciamo meglio i nostri sbagli e sentiamo il bisogno di rimediarvi, il nostro cuore si apre di più verso coloro che soffrono e verso i poveri. Ringraziamo la comunità passionista che ci dà la forza di amare tutti, anche chi non ci ama. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di fare parte della Famiglia Passionista. Francesco e Graziella
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Il 25 marzo è stato per me un grande giorno. Seguo il gruppo degli Amici da cinque anni e la mia fede è cresciuta molto. All’inizio mi sembrava di non farcela, invece, strada facendo, sentivo che Gesù mi stava sem-
VITA DI FAMIGLIA
Consacrazioni a Fossacesia
pre vicino, per sostenermi e proteggermi, insieme alla mia famiglia, ai miei tre figli sposati e sette bellissimi nipoti, che ho affidati al Signore. Teresa Caro padre, sono stata molto contenta di aver fatto la mia consacrazione a Gesù Crocifisso. Gesù ha messo nel mio cuore una grande desiderio di aiutare i fratelli e sorelle che hanno bisogno e di aiutare nella fede i miei familiari, perché aprano il loro cuore all’amore di Gesù Crocifisso. Esterina Finalmente è arrivato anche per me il grande giorno della consacrazione. Sono felicissima ed emozionata. Chiedo a Gesù che mi dia la forza a la volontà di andare avanti e che diventi sempre più forte l’amore per Lui e per il prossimo. Il Signore mi aiuti a rimanere sempre lucida e decisa, per proseguire questo cammino di santità. Rina
Consacrazione consapevole Grazie, padre Alberto, per la lettera ricevuta; io e Luigi pensiamo di fare la consacrazione più avanti, per avere più tempo per riflettere e per vivere i momenti forti, come la Pasqua, in maniera diversa di come lo è stato per tanti anni, per assaporare fino in fondo la grazia che noi stiamo ricevendo e così prepararci con più responsabilità alla consacrazione perpetua che vorremmo fare ad agosto. Ascoltando tutte le catechesi abbiamo capito che in fondo quando ci siamo sposati non eravamo così responsabili, perché non conoscevamo bene i vincoli e le responsabilità di un matrimonio cristiano. Ora che il Signore ci ha chiamati a fare questo cammino di fede e una seria promessa di amore, cerchiamo di rifletterci il più possibile, per migliorarci ogni giorno più con il nostro impegno e con la preghiera. Un ringraziamento a te, padre, e a tutti gli amici di Gesù Crocifisso. Comunque il 20 maggio a San Gabriele noi ci saremo . Pina e Luigi
l nostro angelo, Stefano Dichiara, disabile di anni 14, di Porto S. Elpidio, ha subito un intervento difficile alla colonna vertebrale in una clinica di Milano. Ora che si sta riprendendo, ci ha mandato questa testimonianza commovente, racStefano festeggiato di Piccoli Amici colta e trascritta dalla sua mamma Daniela. Lo ringraziamo e gli vogliamo tanto bene. P. A.
Il canto misterioso nella camera intensiva Carissimi P. Alberto e Amici di Gesù Crocifisso, mi scuso se non mi sono fatto sentire prima, ma purtroppo le conseguenze del difficile intervento non mi hanno dato la tranquillità per ringraziare tutti voi per quello che avete fatto per me. Ho vissuto un momento difficile della mia vita: ho sentito il dolore dei chiodi conficcati nella mia testa e nella colonna vertebrale; per qualche giorno mi è sembrato che mi avessero spezzato tutte le ossa. Ma ho sentito anche la forza di tutte le vostre preghiere. Posso confermarvi che ho sentito la presenza viva di Gesù che era accanto a me ed è rimasto vicino a me in tutto il tempo che sono rimasto in camera intensiva, mentre sentivo continuamente il canto: “Alza gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto”. In un primo momento quel canto ha destato in me preoccupazione, perché nella mia parrocchia viene cantato per i funerali; allora dissi a mio padre: “Papà, sono morto?”. Poi dissi a mia madre: “Mamma, dì ai dottori di fare togliere quel canto”, perché pensavo che fosse una cassetta. Ma non era una cassetta. Allora veramente compresi che Gesù stava lì con me e mi teneva in braccio. Tutto questo grazie alle vostre preghiere. Grazie! grazie! Grazie! Siete sempre nel mio cuore e nelle mie piccole preghiere. Un forte abbraccio a tutti. Dichiara Stefano
“Andate e fate memoria di me” È stato questo il tema del ritiro del 25 febbraio, giorno in cui la nostra Fraternità della Madonna della Stella PG ha celebrato la festa di S. Gabriele. Nel ricordo del santo, veniva riproposto a noi Amici di Gesù Crocifisso l’impegno d’amore a Colui che ci ha amato “fino alla fine”.
Amare e far amare Gesù Crocifisso non fu forse il voto di S. Gabriele, mentre contemplava la Passione di Gesù nel cuore addolorato di Maria?. P. Fernando Taccone, animatore del nostro ritiro, iniziava la sua catechesi con le parole di Gesù:”Fate questo in memoria di me”. Un invito stimolante a conformarci a Cristo nel dono totale di noi stessi, quale offerta d’amore. Una conformazione che esige una consegna:”Andate in tutto il mondo ed annunciate il mio Vangelo ad ogni creatura”. È il compito missionario, che, come discepoli del Crocifisso, ci veniva ricordato di promuovere la memoria della Passione con la vita e con la parola. Il mondo ha bisogno d’amore e il dono più grande che possiamo offrire è “la consegna gioiosa di Gesù amore.” L’amore cristiano, però, non si improvvisa; è un esercizio costante di preghiera, di meditazione, di quotidianità vissuta all’ombra del Tabernacolo. Allora l’Eucaristia diventare il centro della vita di ogni cristiano, specialmente del passionista. Occorre essere una comunità eucaristica e quindi missionaria. È stata una esortazione che ci ha portato a fare memoria della vita di S. Gabriele, il giovane santo del sorriso, che amava ripetere:”la mia vita è un continuo godere”. Con queste parole il santo vuole dirci che anche nella difficoltà di imitare Cristo, si prova tanta gioia nell’abbandonarci, da figli, al suo infinito amore. Un messaggio che ha permeato di tanta fiducia e letizia la nostra giornata, vissuta insieme ai padri passionisti, che gentilmente e fraternamente ci hanno voluto ospiti a pranzo. È stata una esperienza gratificante, che ci ha fatto esclamare:” Che bella famiglia!”. La giornata si è conclusa la sera con la celebrazione della Santa Messa nel santuario insieme ai parrocchiani, ai catechisti e ai bambini, che hanno festeggiato S. Gabriele, esponendo anche i loro disegni e scritti sulla vita del santo. È stato, ancora una volta, un concreto esempio di una bella famiglia cristiana. Margherita Padovani
Gentile Padre Alberto, mi chiamo Lucia e vivo a Roma. Oggi mi sono imbattuta in un file, scaricato qualche settimana addietro da un sito cattolico, che parla del vostro gruppo. Sono rimasta colpita, a cominciare dal nome del gruppo e dal tipo di preghiera; per questo le chiedo cortesemente, se possibile, di avere informazioni più dettagliate sul gruppo. Vorrei anche informazioni sul libro di meditazioni: “Voi siete miei amici”. La ringrazio fin d’ora per la sua risposta. Lucia Papa
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Amici di Gesù Crocifisso
Amici di Gesù Crocifisso
TESTIMONIANZE Il mio rapporto con il Crocifisso
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Ora da pensionato, sono segretario della mia parrocchia, vado a messa tutti i giorni, partecipo all’Adorazione Eucaristica, alle funzioni della comunità; ma non vorrei fare questo per abitudine, ma vorrei farlo con tanta fede e tanto amore. Aiutami a diventare davvero un buon Cristiano, un vero Amico di Gesù Crocifisso. Franco
Caro padre, desidero parlarti del mio rapporto profondo con Gesù Crocifisso. Quando ero in servizio militare, dove ho svolto attività pericolose (paracadutismo, alpinismo, sci) nei momenti di maggiore difficoltà ricorrevo sempre a Gesù Crocifisso. Una volta, mentre frequentavo un corso per Istruttori di alpinismo e compivo la scalata alla via direttissima del monte Bernina (4050 metri), una parete di ghiaccio di oltre 850 metri, per l’immane fatica cominciarono a La mia testimonianza venirmi meno le forze; ero proprio disperato, quando, Ringrazio per la lettera del Papa che ci ha inviata. La in un momento di sosta, mettendo la mano nella tasca mia rifl essione sul testimoniare Gesù Crocifisso considella giubba a vento per cercare un pezzo di cioccolata ste nel mettermi in ginocchio davanti a Lui e chiedere o una zolletta di zucchero, ho toccato il Crocifisso della forza di guardare prima dentro di me, per capire la la collanina che portavo al collo; l’ho stretto con formia croce, abbracciarla e tenerla stretta perchè essa è za e ho detto: “Signore, sono in difficoltà, Tu solo mi la testimonianpuoi aiutare”! za dell’amoAppena rivolta re di Dio per questa supplica, me. Molte volmi sono sentito te mi trovo in come rinascere, grande difficolda non sentire tà e come se il più né stanchezmale cercasse za, né fame. Ho di prendermi, portato a termicon i problemi, ne l’ascensione i contrasti conricevendo anche tinui, l’ateismo i complimenti che domina nei del direttore del Capitolo Provinciale posti di lavoro. corso. Ogni tanto chieDurante i campi invernali, che si svolgevano sempre do a Gesù: “Dove sei”? Ma Lui è dentro di me con la al di sopra dei 2000 metri, nei giorni di sosta arrivava sua croce e il suo amore misericordioso. Purtroppo nel il Cappellano per celebrare la messa al campo, ed io, mondo vuoto, Gesù è spesso solo un nome: pensa che quale Comandante della squadra Esploratori, ero inuna maestra mia collega ha paragonato la quaresima al caricato della costruzione dell’Altare. Lo realizzavaramadam! Cerco di testimoniare che Gesù Crocifisso è mo con blocchi di neve preparati la sera precedente e la sola via che può condurci al Padre e alla salvezza. bagnati con acqua perché durante la notte con tempeMariangela rature al di sotto dei 20° si raffermassero; al mattino successivo bastava metterli uno sull’altro come blocchi di cemento. Particolare cura era dedicata alla realizzazione della Croce. Adoperavamo due pezzi di taLa catechesi: vola inchiodati che venivano ricoperti di neve bagnata e battuta, come i blocchi per l’Altare. una manna discesa dal cielo Quando vedevo un Crocifisso all’aperto - nei sentieri Carissimo padre, desidero ringraziarti per la catechedi montagna dell’Alto Adige se ne incontrano di fresi di questa sera che per me è stata come una manna quente - rivolgevo un pensiero di supplica e di ringradiscesa dal cielo. Ho trovato nelle tue parole le rispoziamento a Gesù che mi ha sempre sostenuto. ste a tante domande che da tempo affollavano la mia mente; ho compreso il valore di tanti momenti vissuti Un momento prima di ogni lancio con paracadute, nella mia vita, come figlia, come moglie, come madre, appoggiavo la mano sul Crocifisso che ho sempre porcome amica. La mia esagerata emotività mi ha cautato al collo, col risultato che... sono ancora qui!. sato non poche sofferenze, perchè ho sempre vissuto Leggendo però a pagina 89 del libro “Voi siete miei ogni attimo della mia vita con grande passione; queAmici”, scopro che forse mi identifico con chi ha sesto mi ha provocato una particolare sensibilità verso guito Gesù per interesse e faccio questa considerazioGesù crocifisso e verso i crocifissi, specialmente quelli ne: “Se Gesù per me è solo un Dio lontano, al quale più indifesi. Tutta la mia vita è stata un susseguirsi di mi rivolgo solo per risolvere i miei problemi, non farò morti e risurrezioni, ma non ne ho mai avuto coscienmolto cammino con Lui. Alla prima delusione lo svenza “piena”. Solo oggi comincio a capirci qualcosa e derò, anche per meno di trenta denari”, peggio di Giuringrazio Dio per la sua infinita pazienza, delicatezza da, che almeno trenta li ha avuti!
con qualche catechesi l’importanza della vita consacrata a Dio, il significato del sacerdozio, che tanti dicono purtroppo “una vita sprecata”. Dopo prove forti nella mia famiglia, ho scoperto il significato del dono della vita consacrata: I ritiri mensili: sentirsi dono di Dio, sentirsi un lavaggio amata da Qualspirituale cuno, che ci è Partecipo ai ritiri mensili a sempre accanMorrovalle con entusiasmo: to, non sentirè come un lavaggio spirituale si mai soli, la da tutte le distrazioni e incerMariannina festeggia il compleanno con il gruppo di Macerata consapevoleztezze del mio vivere cristiano za di affrontare e quando ne esco è come se ne fossi rigenerata; entuqualsiasi prova, senza aver paura di amare anche chi siasta e piena di fede, il mio spirito pare che voli. Mi non ci ama, vivere ogni attimo alla presenza del Signosento più vicina a Dio e mi pare di averlo tanto conre, che ci conduce alla pace, alla sicurezza e ci dona creto d’avere la forza di “evangelizzare”. Una gioia luce e forza nei momenti più duri. Dimorare in Dio. La radiosa, intima, fortificata e coraggiosa mi porterebpreghiera mi aiuta a non dimenticarmi di Dio. La dibe a gridare forte e con gioia “io sono cristiana”, “io menticanza è il peccato più grande. Iniziare e terminasto dalla parte di Gesù”. Quando ascolto l’argomento re la giornata senza ricordarci che c’è una “Presenza” dell’incontro mensile, io lo faccio mio e partecipo alcontinua nella nostra vita, una Presenza che ci fa batl’ascolto come se tu parlassi solo a me; dentro di me lo tere il cuore, che dà gusto alle cose di ogni giorno, che rielaboro, per cui gli interventi che faccio per me sono ci fa vedere con occhi diversi la solita giornata, una solamente un dialogo con te. Presenza che dà senso alla nostra vita, ai nostri perché, vivere con Lui, per Lui, in Lui. Maria Vittoria Sono sicura che il Signore vuole da me qualche missione importante; Lui mi è vicino; nella sofferenza mi appoggio di più a Lui. Ho il libro della “Imitazione di Il grande dono della fede Cristo”, che mi incoraggia, dicendomi di mettermi al di sotto di tutti, in umile obbedienza, sull’esempio di Grazie agli Amici di Gesù Crocifisso ho imparato a Gesù, perché chi si sottrae all’obbedienza, si sottrae pregare. La mia preghiera è il dono totale della mia anche alla grazia: Abbiamo dei talenti da fruttificare, vita a Dio, fiducia piena in Lui, e abbandono totale alla Voglio capire e fare la volontà del Signore. La mia vita sua volontà. In questi ultimi tempi la mia vita non è ha una meta da raggiungere. La santità. Non importa a stata facile, ma grazie al dono che il mio Signore mi ha che età si muore, ma come si muore. fatto, ho potuto e posso andare avanti. Il grande dono di Dio è stata la “fede”. Cosa sarebbe stata la mia vita Mamma di 4 figli senza la fede? La fede per me è la luce che mi permette di vedere Dio, mio amore e Signore, anche nei momenti più bui e difficili della mia vita. È la forza che mi permette di andare avanti, è la mia speranza, è la Il libro “Voi siete miei Amici” certezza che Lui è sempre con me, giorno e notte. In Nelle bellissime meditazioni sulla Passione, dal libro questi giorni il mio dolore si fa sentire più forte, e con “Voi siete miei Amici”, io e la mia famiglia troviamo le lacrime agli occhi ringrazio il mio Signore Gesù Crila forza per essere sempre più vicini a Gesù che ha sofsto che mi consola sempre”. ferto tanto per noi e a Maria che ha detto il suo sì fidanLidia dosi pienamente del progetto del Signore. Non nascondo che spesso la preghiera ha il suo peso, le sue distrazioni a causa delle mille preoccupazioni che affollano la mente. Ma ora, grazie alle meditazioni e preghiere, Vita illuminata il nostro rapporto con Gesù e Maria ha acquistato un significato più forte. Tant’è vero che ogni volta ci comda una grande fede moviamo. Manifesto questi sentimenti, perché non riePenso al sacerdote, ogni volta che ricevo Gesù nelsco a contenere la mia grande gioia. Ho passato l’iml’Eucaristia; per me il sacerdote ha un significato immagine di Gesù Crocifisso con la Promessa di Amore portante, sia per il suo ministero nella Chiesa di Dio, e il programma degli Amici a persone mie conoscenti, sia per i carismi particolari ricevuti da Dio. Il sacerdote così, se vorranno aderire, sapranno come fare. è un testimone più vicino a Gesù, in lui si sente la preAnna Carotenuto senza viva di Gesù. Sarebbe importante approfondire e misericordia nei miei confronti. Grazie, perchè ci aiuti a capire l’amore di Gesù e di Maria, Madre della Speranza. Letizia.
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Amici di Gesù Crocifisso Nuovo Consiglio Provinciale, eletto il 9 marzo 2007:
Da sinistra: P. Piergiorgio Bartoli, provinciale, P. Natale Panetta, responsabile per la vita comunitaria; P. Ottaviano d’Egidio, superiore generale; P. Daniele Pierangioli, responsabile per le vocazioni e studi; P. Vincenzo Fabri, responsabile per l’economia, P. Aurelio D’Intino responsabile per l’apostolato Gli Amici di Gesù Crocifisso augurano buon lavoro al P. Provinciale e suo Consiglio.
20 maggio: tutti gli Amici a S. Gabriele per la grande festa dei consacrati 08,30: Arrivo e accoglienza 09,00: Presentazione dei gruppi e dei consacrati perpetui. 09,30: Lodi, riflessione dell’Assistente spirituale e preghiera. 10,30: Catechesi del P. Luciano Temperilli passionista sul significato della consacrazione. 12,00: Solenne concelebrazione in Basilica, presieduta dal P. Provinciale, P. Piergiorgio Bartoli. 13,00: Foto ricordo e pranzo comunitario. Pomeriggio di festa insieme. 17,00: Vespro, lettura di alcune testimonianze, rinnovo della consacrazione. 18,00: Saluti e partenze.
Calendario Amici 06 maggio: 10-12 maggio: 16 maggio: 20 maggio: 10 giugno:
Ritiro mensile Morrovalle Ritiro e consacrazioni a Roccaraso S. Gemma Galgani, patrona del MLP (Loreto) Giornata dei Consacrati perpetui al Santuario di San Gabriele Ritiro mensile a Morrovalle
Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Fiecconi Giovanni di Macerata, 25/03/07; Cacciavillani Dora di Fossacesia CH, 20/03/07; Odoardi Grazietta di Pescosansonesco, 16/04/07.
Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa Maggio - Giugno 2007 – Anno VIII n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Redazione: P. A. Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 http://www.amicidigc.it E-mail albertopier@tiscali.it