mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
Maggio - Giugno 2008 - Anno IX n.3
SOMMARIO † L’anno liturgico: Anno di Cristo † La liturgia delle Ore † Il Crocifisso propulsione d’amore † Un uomo della Provvidenza † Gli spazi della famiglia † Nennolina verso gli altari † Testimonianza di Magdi Cristiano Allam † Lettere al Direttore † Amici News † La vita della Chiesa † Raduno dei Responsabili Madre della Santa Speranza
† Testimonianze
L’ANNO LITURGICO: ANNO DI CRISTO Maggio
LA LITURGIA DELLE ORE di P. Alberto Pierangioli
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on la prima domenica di Avvento inizia l’anno liturgico, cioè l’anno cristiano, incentrato su Cristo. Scandisce le tappe della storia della nostra salvezza, operata da Cristo, ieri e oggi. Tutto l’Anno Liturgico è una “epifania”, una manifestazione dell’amore di Dio per noi per opera di Cristo. Comprende tre cicli: 1. Tempo natalizio: Avvento-Natale, preparazione e manifestazione del Verbo che si fa carne. 2. Tempo pasquale: Quaresima-Pasqua-Pentecoste: è la realizzazione del progetto di Dio. 3. Tempo ordinario: è la presenza di Dio per mezzo di Cristo nella vita ordinaria; cammino e attesa dell’ultima epifania di Dio, quando Egli sarà tutto in tutti. Cristo ci raccoglie nella sua Chiesa e ci guida nel cammino di santità, con i suoi insegnamenti, con il dono della grazia, con la guida dello Spirito Santo. Ricorda il cammino misterioso del Popolo Ebreo verso la Terra Promessa, guidato da Dio nella nube. Aspetti comuni alle tre tappe: 1. Mistero: Dio sempre presente, ma nascosto nella “nube”: solo la fede può penetrarla. Dio nascosto e manifestato nel Bambino, nel Crocifisso, nel Risorto, nella Chiesa. 2. Attualità: non è solo ricordo di avvenimenti passati; ma un riviverli oggi. Oggi Cristo è nato, oggi la stella appare, oggi Cristo muore, risorge. Cristo non ha finto di manifestarsi nella Chiesa, in noi. Egli vive sempre: oggi associa le sue membra alla sua vita, oggi ci trasforma in Lui, oggi ci salva e ci santifica. Lo scopo dell’anno liturgico è la progressiva manifestazione di Cristo in noi e la nostra trasformazione in Lui. 3. Impegno: l’anno liturgico non è uno spettacolo. Ogni tappa richiede impegno personale e comunitario di tutti. Presentandoci la vita di Cristo, ci ricorda che dipende da noi la manifestazione piena di Cristo in noi e nel mondo.
di P. Alberto Pierangioli
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risto Gesù, Figlio di Dio, prendendo la natura umana, ha introdotto sulla terra la liturgia del cielo, cioè la lode continua alla Trinità. In questa lode, Egli unisce a sé il suo corpo mistico per mezzo dei sacramenti e dell’Ufficio Divino, detto anche Liturgia delle Ore (LO), perché è una preghiera che aiuta a santificare tutte le ore del giorno e della notte. Quando la celebrano debitamente i sacerdoti e i religiosi, deputati dalla Chiesa a pregare a nome di tutta la Chiesa, o i semplici fedeli che pregano insieme secondo le forme approvate, allora è veramente la preghiera che Cristo eleva al Padre insieme al suo corpo mistico.
pastori d’anime che le Ore principali, Lodi e Vespri, siano celebrate in chiesa, dando a tutti la possibilità di parteciparvi, specialmente nei giorni festivi. La LO non è la preghiera solo del clero e dei monaci, ma di tutti i battezzati. É consolante vedere milioni di fedeli che hanno accolto il dono del Concilio. Queste sono le parti della LO. Le Lodi. Sono la preghiera del mattino; sono ordinate a santificare l’inizio della giornata. Rievocano la risurrezione di Cristo, avvenuta all’alba; lodano Cristo come “sole nascente”, che illumina il mondo e guida le attività della giornata; sono il “sacrificio della lode” e l’offerta a Dio di tutta la giornata.
Amici di G. C. alla veglia pasquale nella cattedrale di Fermo. La Liturgia è opera di Cristo che la celebra continuamente in cielo con la Madre di Dio e tutti i santi e sulla terra con noi suoi fedeli. La Chiesa, nell’anno liturgico, presenta tutto il Mistero di Cristo, dall’Incarnazione e Natività fino all’Ascensione, alla Pentecoste, all’attesa della speranza del suo ritorno. Facendo poi memoria della Madre di Dio e dei santi, manifestiamo di essere uniti alla Liturgia celeste; ringraziamo Cristo perché ha glorificato i suoi eletti e ci dato il loro esempio e la loro intercessione come aiuto nel cammino verso il Padre. Elementi e svolgimento dell’anno liturgico La Pasqua non è semplicemente una festa tra le altre: è la “Festa delle feste”, è il centro dell’anno liturgico: il tempo che la precede è una preparazione ad essa, il tempo che la segue ne è un frutto; è il cammino verso la pasqua eterna, con la guida degli insegnamenti di Cristo. La domenica, “giorno del Signore”, della sua risurrezione, è il giorno principale della celebrazione dell’Eucaristia. É il giorno per eccellenza dell’assemblea liturgica, il giorno della famiglia cristiana, il giorno della gioia e del riposo dal lavoro. É il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico. La celebrazione liturgica richiede azioni e simboli umani, come luce,
Giugno (CCC 1174-1178)
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pane, vino, olio, incenso, segno di croce, genuflessione ecc. Questi oggetti e riti umani diventano portatori di salvezza e di santificazione, solo se fatti con vera fede. La Liturgia della Parola è una parte integrante della celebrazione. Il significato di ogni celebrazione viene manifestato dalla Parola di Dio proclamata e dalla fede che ad essa risponde. Il canto e la musica sono strettamente connessi con l’azione liturgica. I criteri del loro uso e della loro valida utilizzazione dipendono dalla bellezza espressiva delle parole, dalla partecipazione comunitaria dell’assemblea e dal carattere sacro della celebrazione. Le sacre immagini, presenti nelle nostre chiese e nelle nostre case, hanno la funzione di risvegliare e nutrire la fede nella presenza di Cristo. Attraverso le immagini, è lui che noi adoriamo, mentre veneriamo le persone sante che in esse sono rappresentate. Gli edifici sacri, o “chiese” sono i luoghi dove i fedeli si radunano comunitariamente: sono immagini della celeste Gerusalemme verso la quale siamo in cammino. Vanno rispettate e tenute con fede, come luoghi della presenza di Dio e casa comune della comunità. In esse celebriamo il culto pubblico a Dio, ascoltiamo la Parola di Dio, cantiamo le sue lodi, riceviamo i sacramenti, offriamo il Sacrificio di Cristo.
Gruppo Famiglie di Civitanova in pellegrinaggio alla Madonna della Stella: 24-03-08
Nel celebrare la LO ci uniamo alla preghiera incessante e universale di Cristo, Uomo Dio, che glorifica la santissima Trinità e implora il dono dello Spirito Santo sul mondo intero, mediante la preghiera dei salmi, la meditazione della Parola di Dio, la preghiera dei cantici e delle benedizioni. Preghiera di tutto il popolo di Dio. Questa preghiera ci fa adempiere l’esortazione di Gesù: “pregate in ogni momento” (Mc 13,33) e di san Paolo: «Pregate senza interruzione» (1 Ts 5,17). Essa costituisce la “preghiera pubblica della Chiesa”, nella quale i fedeli, chierici, religiosi e laici, esercitano il sacerdozio regale dei battezzati. Il concilio Vaticano II raccomanda ai
I Vespri. Sono la preghiera della sera, a conclusione del giorno, per ringraziare Dio della giornata e di quanto abbiamo compiuto. É anche richiesta di perdono per il male fatto durante il giorno. Ufficio delle letture. É una preghiera più ampia, composta di salmi, letture bibliche e di autori ecclesiastici. É il tempo di ascolto di Dio che parla e momento di meditazione sulle verità della fede. Può essere celebrato in qualsiasi ora del giorno e della notte. Ora media. Si chiama così perché intermedia fra Lodi e Vespri. Può essere celebrata verso le nove e si chiama Ora terza, verso le 12 e si chiama Ora sesta, verso l5 e si chiama Ora nona. Compieta. È una preghiera breve che prepara al riposo notturno, apre il cuore alla confidenza in Dio. Ha anche
carattere penitenziale perché inizia con chiedere perdono a Dio dei peccati della giornata. Come Simeone espresse la gratitudine a Dio per aver incontrato Cristo così fa il cristiano al termine del giorno. Disposizioni necessarie Non basta però recitare fedelmente la LO, occorre che il cuore e la mente accompagnino le parole. Occorre anche una conoscenza più profonda della Liturgia e della Bibbia, specialmente dei salmi. I Salmi e i cantici costituiscono il cuore della Liturgia delle Ore. Essi trasformano in colloquio con Dio i sentimenti e le situazioni dell’uomo di tutti i tempi: il dolore, la gioia, la paura, la fiducia, la domanda, la lode, il ringraziamento. Manifestano la condizione dell’uomo di fronte alla malattia, alla persecuzione, alla morte, ai pericoli, al bene e al male. Riflettono le più intime aspirazioni del cuore umano. Molti salmi sono “cristologici”, manifestano i sentimenti più intimi di Cristo, Uomo Dio. Sono preghiere ispirate dallo Spirito Santo, usate da Cristo, dalla Vergine, dagli apostoli e dai fedeli di tutti i tempi e di tutte le lingue. La preghiera dei salmi è sempre personale: è Cristo che prega e noi preghiamo con Lui, facendo nostri i sentimenti espressi dai salmi. Non va ignorata la difficoltà per capire e fare propri tanti salmi, composti con una mentalità e sensibilità molto diversa dalla nostra; ma il fatto che fedeli di tutti i tempi li hanno usati con gioia e con frutto, è una prova che con l’impegno si può trovare in essi un grande nutrimento spirituale. Nella LO ai salmi sono uniti 38 cantici biblici, dei quali 26 dell’AT e 12 del NT. Salmi e cantici sono accompagnati da antifone, che, con il canto o la semplice recita, aiutano a capire meglio la preghiera liturgica. Per ricavare maggior frutto dalla Liturgia delle Ore, sono consigliati momenti di silenzio che favoriscono la risonanza dello Spirito Santo nei cuori, nella recita comunitaria e personale. La LO è la “laus perennis” che congiunge cielo e terra e anticipa la lode che canteremo per sempre davanti a Dio.
IL CROCIFISSO NOSTRA GIUSTIFICAZIONE Pensiero Passionista - Maggio/Giugno 2008
LA CROCE POLITICA DI DIO
di Gabriele Cingolani cp
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oi non siamo giusti ma giustificati. Non siamo puri ma purificati. La nostra bontà, anche fino alla più alta santità, non è risultato delle nostre forze ma dono di Dio in virtù della morte di Cristo in croce e dell’opera dello Spirito santo in noi. I peccati non possono essere riparati dalle nostre opere, ma sono oggettivamente perdonati nell’amore con cui il Crocifisso ha amato il Padre al nostro posto, anche se non ne siamo consapevoli. Perché tale perdono ci renda giusti e puri soggettivamente bisogna però riconoscere di essere peccatori e chiedere il perdono. Questa è una verità fondamentale della fede cristiana e un punto centrale della lettera di san Paolo ai Romani. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata d Cristo Gesù”, Rm 3,23.24. I cristiani sono nati due volte Paolo scrive ai cristiani di Roma verso la fine del 56 d.C. mentre sta svernando a Corinto in Grecia. Da tempo sta cullando nell’intimo il sogno di varcare i confini, per lui ormai troppo stretti, del Medio Oriente, per approdare a Roma e proseguire poi verso la Spagna, limite geografico del mondo allora conosciuto. Sa che nella capitale dell’impero il cristianesimo è stato impiantato fin dagli anni 49-50 e sta crescendo rigoglioso. Non è storicamente chiaro quando e come l’annuncio cristiano sia rimbalzato a Roma. Forse fu ad opera di laici che trattavano affari nella capitale, prima ancora che Pietro vi trasferisse la sua sede. Paolo non intende istallarsi colà, perché la sua vocazione non è di catechizzare dove altri hanno evangelizzato, ma di dissodare il terreno con il primo annuncio del Cristo morto e risorto. Si dice impressionato e felice perché la fama della fede dei romani si espande in tutto il mondo, 1,8. Ne ringrazia Dio e la condivide con entusiasmo. Nell’indirizzo di saluto e di presentazione annuncia che essere cristiani significa essere nati due volte, cioè dalla carne come figli dei nostri genitori e dallo Spirito come figli di Dio. Infatti così è di “Gesù Cristo nostro Signore, nato dalla
stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti”, 1,3-4. Il Vangelo annunciato da Paolo riguarda il Cristo in sé e il Cristo in noi, il mistero compiuto in Cristo e prolungato nei credenti. Come uomo, concepito dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, Gesù Cristo nasce dalla stirpe di Davide secondo la carne. Come uomo non significa “come corpo”, ma nella totalità della sua esistenza di Verbo incarnato, persona divina nella carne umana. In quanto tale l’uomo Gesù muore, la sua vita secondo la carne finisce come per tutti noi. Ma rinasce in una nuova vita. Risuscitandolo, il Padre lo costituisce Figlio anche nella sua umanità, integrandola nella dimensione divina per la potenza dello stesso Spirito che aveva costituito il Verbo come Figlio dell’uomo. L’umanità di Gesù passa, per così dire, per una doppia nascita: quella dell’incarnazione e quella della risurrezione. Analogamente a Gesù, anche per il cristiano la vita secondo la carne – quella dominata dal peccato – non dovrebbe esistere più. Non si deve vivere in un mondo di peccato come prima che il mistero pasquale di Cristo fosse diventato anche nostro per mezzo del battesimo. Per il cristiano il peccato è morto. Non esiste più. Anche se ci dovesse cadere ancora, può esserne sempre purificato attingendo al perdono del Crocifisso. La vita nello Spirito è l’esistenza cristiana come nuova creazione che parte dal battesimo, è fortificata nella cresima, si nutre dell’Eucaristia, della parola, dell’esperienza di fede, speranza e carità in ogni frangente della vita. Il mistero dell’incarnazione e della pasqua, della vita e della morte si richiamano e s’intrecciano, in Cristo e nei cristiani. Giustificazione Redenzione Espiazione La nostra assimilazione al Signore crocifisso e risorto non è però un diritto che si possa rivendicare. Tutti siamo peccatori, senza scampo, eccetto l’Immacolata perché preservata. All’inizio della lettera, 1,18-32, Paolo descrive in modo sconcertante le degenerazioni
Amici davanti al Crocifisso
della corruzione umana. La lugubre panoramica si applica appieno anche ai nostri tempi, con l’aggravante che alcune di quelle nefandezze sono oggi ritenute conquiste della dignità umana e progressi della civiltà. Ma nel Crocifisso Dio ha proclamato che la sua misericordia è più grande di ogni abominio umano. In Cristo la misericordia s’è fatta visibile e può essere accolta nella fede. È la soluzione alla disastrosa condizione umana. La salvezza non dipende dalle opere della legge ma dalla fede in Cristo. Questo intervento di Dio si chiama GIUSTIFICAZIONE. Dio rende giusti gratuitamente con la sua grazia. Ai peccatori offre in dono un’esistenza nuova. Il che non è umiliante, perché il dono è accettato nella fede, che è abbandono totale di sé a Colui che si è donato per primo come perdono. Chi crede di salvarsi con le proprie forze non si rende conto né dell’abisso in cui è precipitato
Pensiero Passionista - Gennaio/Febbraio 2008
di Gabriele Cingolani cp
verso il Gran Sasso né dell’amore misericordioso che Dio gli offre nel Crocifisso. Il concetto di giustificazione è collegato con quello di REDENZIONE. Siamo “giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù”, 3,24. Che questa opera divina si chiami anche redenzione deriva dalla prassi del tempo. Per la liberazione dei prigionieri di guerra si doveva pagare una data somma come riscatto, che si chiamava redenzione. Cristo l’ha pagato per noi, divenendo “sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”, 1Cor 1,30. Quando crediamo e speriamo queste cose ci leghiamo a Cristo, perché in lui il Padre ci accoglie. L’evento grazie al quale siamo giustificati e redenti è la morte di Gesù in croce. Ai concetti ci giustificazione e di redenzione Paolo aggiunge quello di ESPIAZIONE. Dio ha prestabilito che
Cristo servisse “come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia”, Rm 3,25. La scelta delle parole insinua che sulla croce Dio avrebbe esposto in pubblico il suo Figlio come spettacolo dimostrativo della sua misericordia. La morte del Crocifisso espia in luogo di coloro che non sarebbero stati capaci di riparare al male commesso. L’impostazione non sorprende, perché Gesù stesso ha presentato la sua morte in questo senso nell’ultima cena istituendo l’Eucaristia. Anche Paolo lo riferisce, avendolo “ricevuto dal Signore”, 1Cor 11,23-25. Questa impostazione era familiare alla comunità primitiva, dato che ritorna spesso nel linguaggio del Nuovo Testamento. Siamo “giustificati per il suo sangue”; “riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo”, Rm 5,9-10. “Dio lo trattò da peccato in nostro favore perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”, 2Cor 5,21. L’idea di sacrificio per l’espiazione non piace molto alla sensibilità odierna. Come pensare che il Padre abbia fatto del Figlio il capro espiatorio dell’umanità peccatrice? Ma non è detto che la rivelazione intenda espiazione solo in senso legale, pur includendolo dato il ragionare del tempo. Da parte di Dio non si tratta di giustizia vendicativa ma di esigenza dell’amore, nell’ordine della grazia che perdona nella misericordia. Per la fede in Gesù crocifisso, il Padre libera il credente dal peccato, cioè lo rende giusto. Il Crocifisso è la novità umana nella quale il Padre accoglie l’umanità liberata dal peccato che la teneva lontana da Dio. Il mistero si sviluppa più o meno così: nel suo amore il Padre dona il Figlio per noi. Nel suo amore il Figlio si dona al Padre per realizzare la salvezza umana. La morte è la manifestazione logica dell’amore trinitario che si dona nella totalità. Tutto ciò è inconcepibile alla mente umana, ma una volta rivelato è accettabile nella fede. Le opere della fede L’interpretazione del ruolo della fede nella giustificazione ha provocato la più dolorosa spaccatura nella chiesa di Cristo: la riforma protestante. I protestanti sostengono che per essere giustificati, quindi salvati, basta la sola fede,
mentre i cattolici affermano che la fede deve produrre opere di risposta all’amore divino, altrimenti non esiste o non è autentica. Paolo apostolo sviluppa qui il discorso con un’asserzione che sembra dare ragione ai riformatori, tant’è vero che Lutero si fece forte soprattutto con quella frase per sostenere la propria posizione: “Noi riteniamo che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge”, Rm 3,28. Lutero insegna che siamo giustificati solamente per grazia, per Cristo, per la fede. Tuttavia l’affermazione dell’Apostolo va compresa nell’insieme del discorso che sta facendo e nel contesto dell’insegnamento suo e di altri scritti del Nuovo Testamento. Egli parla di “legge delle opere e legge della fede”, 3,27. La legge della fede consiste nel credere. È impressa nel cuore, non nelle tavole. Essa “opera per mezzo della carità”, Gal 5,6. Dunque esiste un operare della fede che non è come l’operare della legge del vecchio testamento, ma è pur sempre un operare, l’operare della carità. Bisogna capire che cosa intende Paolo per fede. È certo l’unica via di salvezza, perché le forze umane non possono presumere di attingere da sole un destino eterno, una comunione con Dio che ci eleva alla condizione di figli e ci fa partecipi della natura divina. Ma credere implica osservare il Vangelo e ubbidire a Cristo, il quale chiede cose concrete da mettere in pratica: il comandamento nuovo, seguire lui portando la croce ogni giorno, pregare senza stancarsi, rinnegare se stessi, fare l’Eucaristia e spendere la vita in sua memoria. Eccetera. Il tutto confermato da affermazioni inequivocabili come: “Non chi mi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”, Mt 7,21. L’amore trinitario che si dona nel Crocifisso per la salvezza umana attende d’essere creduto con risposte d’amore, che sono appunto le opere della fede. È vero che siamo giustificati solo per mezzo della fede, perché quel che otteniamo è superiore alle nostre possibilità. Ma una volta giustificati per la misericordia divina accettata nella fede bisogna cooperare rispondendo all’amore.
UN REGALO DELLA PROVVIDENZA
GLI “SPAZI” DELLA FAMIGLIA
Ven. Francesco Condra
F
rancesco nasce il 5 marzo 1910 a Libana de Arrieta, Paesi Baschi (Spagna), da famiglia numerosa e timorata di Dio. Familiarmente è chiamato Aita Patxi, in lingua basca. Ha la fortuna di frequentare la Chiesa fin da tenera età. A undici anni si reca dai Passionisti di Angosto per assistere alla professione religiosa del fratello Eusebio. Là gli viene chiesto se vuole farsi anche lui passionista come il fratello; la risposta è no. L’anno seguente va in pellegrinaggio al santuario di Manuas e mentre canta la Salve Regina, sente un qualcosa nell’intimo, scoppia a piangere e decide di farsi sacerdote. Il papà è poco convinto, ma vista la serietà della scelta, acconsente. A 12 anni entra nel seminario passionista di Gabiria. È intelligente ed ha un carattere fermo e deciso. Nell’ultimo anno di seminario viene rimproverato dal direttore per una lieve mancanza; lui, pentito e umiliato, assicura il direttore che vuole essere santo e che non gli avrebbe dato più nessun dispiacere e così sarà. La sua sarà una vita coerente con il carisma passionista, di completa dedizione a Dio e non facile per il particolare momento storico. Lui stesso la definisce bene in alcuni appunti autobiografici dal titolo: “Odissea passionista”. Veste l’abito passionista nel 1926 e professa il 9 settembre 1927. Nel 1931 la nuova situazione politica di crescente anticlericalismo, specialmente da parte dei partiti di sinistra, spinge i superiori ad inviare Francesco ed altri cinque studenti in Francia, a Montaigu. Nel 1933 per ultimare la preparazione al sacerdozio torna in Spagna nel convento di Deusto - Bilbao. Il 29 settembre 1935 viene ordinato sacerdote a Irùn. Comincia ad esercitare il suo ministero sacerdotale, ma il 18 luglio 1936 scoppia la guerra e Francesco deve partire come cappellano militare nell’esercito basco. Con la caduta di Bilbao, viene fatto prigioniero dagli spagnoli e portato prima in campo di concentramento e
poi viene condannato ai lavori forzati. Svolge un prezioso apostolato nel battaglione di lavoratori al quale appartiene, comportandosi amabilmente con tutti, al di là del loro credo politico e religio-
di Francesco Valori
di Adele Caramico Stenta
presenta ai confratelli che lo accolgono con gioia.
verso l’esterno. E’ il rapporto col mondo circostante, l’apertura alle altre famiglie ma anche, in generale, l’apertura agli altri. Se la famiglia si chiudesse solo nelle sue quattro mura perderebbe l’opportunità di arricchirsi interiormente, ma anche quella di donare la propria esperienza, il proprio amore ad altri, con il proprio esempio. Poi c’è lo spazio delle attese e dei progetti. Nessun uomo potrebbe vivere una vita vera se non progettasse sempre qualcosa, se non avesse una meta da raggiungere. Nella famiglia avviene la stessa cosa. Ci sono vari progetti e varie attese che insieme si creano ed insieme si cerca di realizzare. Sono il cammino della famiglia, il suo proiettarsi nella vita e verso il futuro, verso orizzonti che non sono mai il termine di qualcosa ma il trampolino di lancio per altro ancora. É la famiglia che cammina, che va avanti, che cresce insieme. Se mancassero progetti ed aspettative la vita scorrerebbe senza scopi, sarebbe ‘piatta’, andando così a ledere lo stesso rapporto coniugale e familiare. Progettare insieme con il Signore dà poi la garanzia che non si sta andando verso mete futili, ma verso la Meta alla quale dovrebbe anelare ogni battezzato in Cristo. E la famiglia ci va insieme perché insieme è stata voluta da Dio!
In settembre è nominato vicemaestro dei novizi e si trasferisce ad Angosto dove rimarrà fino al 1954. insegna anche la lingua francese e non disdegna di passare in giro per la questua per il convento. Nel 1954 viene trasferito a Duesto - Bilbao, al santuario passionista di S. Felicissimo. Francesco è infaticabile; visita gli infermi dell’ospedale civile e di quello degli incurabili della città; confessa in vari collegi e comunità religiose; predica le missioni popolari. È cappellano volontario dell’adorazione eucaristica. Davanti all’eucaristia vive come in un’estasi. Dice: “Cerco di viver sempre unito al santissimo sacramento”. Nel settembre del 1966 viene trasferito ad Angosto.
Ven. P. Francesco Condra so. L’ambiente è facilmente immaginabile: imprecazioni, volgarità, lazzi. Lui china la testa triste e amareggiato, oppure si mette a pregare con la corona del rosario in mano e gli altri capiscono. È un testimone di fede e di speranza, infonde coraggio a tutti, comunica l’amore di Dio, invita a guardare il Crocifisso, a pregare la Madonna. Un compagno di prigionia lo ricorda così; “La sua presenza era gradita a tutti, inclusi miscredenti e comunisti; incoraggiava con il suo sorriso abituale, con parole piene di bontà e di consolazione”. Per ben due volte offre la sua vita al posto di un condannato a morte e sta per essere fucilato. Il comandante si commuove di fronte a tale altruismo e ordina di sospendere l’esecuzione. Nell’aprile del 1939 termina la guerra civile ma non la prigionia; è costretto a lavorare come spazzino nella stazione di Atocha (Madrid). Alla fine di luglio riacquista la libertà e parte immediatamente per Duesto - Bilbao. Appena arrivato in convento, va in chiesa a ringraziare il Signore, veste poi l’abito e si
Anche qui una vita totalmente donata e consumata dallo zelo per le anime. Non conosce orari, riceve sempre quelli che vanno a chiedere un consiglio o una parola di conforto. Quando non lo trovano in convento è perché è fuori a coltivare la vigna del Signore. Non teme né il caldo afoso, né la pioggia o la neve. A volte torna in convento completamente zuppo o con i piedi sanguinanti. Ma fa tutto con gioia. È sempre accogliente e gentile con tutti. Intanto si diffonde in giro la sua fama di santo. Tutti lo cercano, i semplici fedeli e anche i confratelli. Alla fine soltanto una malattia grave come la leucemia riesce a fermarlo. Nel luglio del 1974, viene ricoverato a Bilbao. Nella malattia dimostra pazienza, abbandono alla volontà di Dio e coraggio. Muore il 6 agosto 1974. La lapide della tomba lo ricorda come “religioso osservante della sua Regola, immagine viva di Gesù Crocifisso, apostolo instancabile del Rosario. Consumò la sua vita al servizio dei sofferenti”. Ora riposa nel san tuario di S. Felicissimo di Deusto - Bilbao. È stato dichiarato venerabile il 17 marzo 2008.
50° di Matrimonio di Fausto e Giuliana Torretti Catini, Civitanova: 27-09-07
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gni famiglia ha un suo spazio psicologico nel quale sono contenuti tutti i suoi processi di comunicazione, tutte le sue attese e tutti i suoi progetti. Ma c’è anche contenuto uno spazio di delimitazione che altri non possono, e non devono, oltrepassare. Forse più che di spazio psicologico, sarebbe più giusto parlare di ‘spazi’ che si intersecano fra loro, creando un insieme di azioni e reazioni che caratterizzano una famiglia da un’altra. Cominciamo dall’ultimo ‘spazio’, quello delle delimitazioni. In effetti possiamo considerarlo la sfera più intima e più interna del nucleo familiare. Quell’ambito della coniugalità che è talmente intimo e particolare che è solo della coppia, che lo ha costruito come vuole, con l’amore reciproco,
con la donazione reciproca, con l’organizzare la propria famiglia in un certo modo, basandola su determinate scelte e valori, fatte tutte di comune accordo fra i due sposi. Potremo definire questo ‘spazio’ come il cuore del matrimonio, dove sono poggiate le fondamenta di tutta la famiglia. C’è, poi, lo spazio della comunicazione che è interna, prima di tutto. Se mancasse questa, la famiglia non potrebbe andare avanti. E’ importante saper dialogare in casa, fra i coniugi innanzitutto e poi fra genitori e figli. La comunicazione fra tutti i membri che costituiscono un nucleo familiare, è lo strumento che aiuta a camminare e crescere insieme, ad essere più famiglia. Ma c’è anche un altro tipo di comunicazione che dall’interno deve andare
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Il Vangelo della famiglia “Oggi occorre annunciare con rinnovato entusiasmo il Vangelo della famiglia. La famiglia è il mattone fondamentale della società e svolge un ruolo essenziale nel tramandare la fede cristiana. Il matrimonio e la famiglia svolgono un ruolo insostituibile nell’educazione dei giovani, combinando autorità e sostegno affettivo, e trasmettendo ai giovani quei valori indispensabili allo sviluppo della persona e del senso del bene comune, che costituiscono i punti di riferimento necessari alla vita sociale. Il matrimonio e la famiglia sono minacciati dal fenomeno della secolarizzazione e dalla pressione di leggi ingiuste che ignorano i relativi diritti fondamentali.
La missione dei genitori spesso riceve scarso aiuto dalle società contemporanee. Nell’insistere sulla necessità di dare sostegno alla famiglia, la Chiesa non impone alcuna dottrina o morale cattolica. Si tratta piuttosto di verità elementari che riguardano la nostra comune umanità. É un grave errore oscurare il valore e le funzioni della famiglia legittima fondata sul matrimonio, attribuendo ad altre forme di unione impropri riconoscimenti giuridici, dei quali non vi è, in realtà, alcuna effettiva esigenza sociale”. Benedetto XVI
I - SACRIFICIO E REDENZIONE
DALL’ISLAM ALLA FEDE CRISTIANA
Esperienza della croce di Antonietta Meo (Nennolina) di Maurizio Buoni CP
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ella rivista di marzo abbiamo annunciato che Antonietta Meo, di sei anni e mezzo, è stata dichiarata venerabile e presto sarà beata. Diversi Amici ci hanno chiesto di parlare ancora di lei, magari ripubblicando lo studio del P. Vanzan, pubblicato a puntate nel 2000. Siamo grati al giovane studioso passionista, P. Maurizio Buioni, che ci ha fatto dono di un suo studio sull’aspetto fondamentale della spiritualità della piccola Antonietta Meo, la sua partecipazione redentiva alla passione di Gesù. Lo pubblichiamo a puntate in questa rivista, sicuri di fare un dono a tutti, piccoli e grandi, ma in particolare ai genitori, che possono vedere a quali altezze può arrivare la grazia di Dio nei cuori innocenti dei piccoli, se c’è la collaborazione piena e generosa di genitori veramente cristiani.
Alcuni anni fa, mentre sfogliavo una rivista edita dall’Azione Cattolica Italiana, mi imbattei in due occhi dolci, sereni, gioiosi e profondi nello stesso tempo. Erano gli occhi di una bambina che mi guardavano da una fotografia. Iniziai a leggere l’articolo che parlava di questa bambina, Antonietta, detta Nennolina, e subito fui folgorato dalla sua esperienza spirituale e mistica. A quel tempo riuscivo appena a intravedere quale grande sapienza e profondità, nascondesse l’esperienza del tutto umana, ma nello stesso tempo anche del tutto straordinaria, di questa bambina di appena sei anni, che senza tentennamenti ha saputo, per amore del prossimo e primariamente di Gesù, saper accogliere la croce che le veniva affidata, e di come il Signore le concedesse di partecipare alla sua azione redentiva. Scoprii in questa bambina “una vicenda profondamente segnata dalla croce di Cristo, abbracciata nella gioiosa convinzione dell’adempimento paolino - “Completo in me quanto manca alle sofferenze di Cristo” (Col 1,24) - e costellata di fatti straordinari” (P. VANZAN, Antonietta Meo, detta Nennolina: una mistica di sei anni, in “La Civiltà Cattolica”, Vol. IV, quaderno 3587, 1999, 466-476. Antonietta Meo fu toccata dal Signore da una grazia speciale, come dice padre Vanzan, che ha scritto vari articoli su di lei, e ha curato l’edizione dei Ricordi della madre di Antonietta, Maria Meo,
“grazia tremenda e fascinosa”, alla quale rispose fino a toccare vette inaudite, addirittura mistiche. Ciò avvenne soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, segnata dall’amputazione della gamba sinistra. Molte cose sono state scritte su questa bambina, ma noi terremo conto in questo studio, solo delle fonti più recenti e dirette, quali “Le lettere di Nennolina” e il Diario dei ricordi della madre. Anche se ci sarebbe molto da dire sulla sua espe-
Nennolina rienza di Dio, cercheremo in particolar modo di sottolineare, in modo particolare, il suo rapporto stretto con il Gesù Crocifisso, e come lei abbia voluto e desiderato con tutte le sue forze, stare sul Calvario con Lui. Cenni biografici Antonietta Meo nasce il 15 dicembre 1930 in una famiglia benestante di Roma. È l’ultima di quattro figli, due dei quali morti in tenerissima età. Venne battezzata il 28 dicembre, nella festa dei Santi Innocenti, in Santa Croce in Gerusalemme, chiesa parrocchiale della famiglia. Mai data e luogo furono più carichi di significato alla luce di quanto successe poi a questa bimba. Antonietta
Testimonianza di Magdi Cristiano Allam
è una bambina non diversa dalle altre, vivace, un po’ birichina, qualche volta vanitosa, di intelligenza precoce e di sensibilità certamente superiore alla sua età. Dal racconto che ne fa la madre siamo trasportati ad un clima di normalità, di vita quotidiana e familiare, fatta di gioie e dolori, di slanci e di contrarietà, in una Roma degli anni 30, al quartiere Appio - S. Giovanni in Laterano, nel fervore di un intenso slancio apostolico nell’Azione Cattolica e in innumerevoli esperienze religiose presenti a Roma in quel momento storico. A tre anni viene iscritta all’asilo tenuto dalle Suore. I suoi primi anni scorrono tranquilli e nella più totale normalità. Ma prima ancora di compiere i cinque anni, i suoi genitori notano un rigonfiamento al ginocchio sinistro. Dopo diagnosi e cure sbagliate, si arriva alla dura sentenza: osteosarcoma. L’unica soluzione per salvare la vita della bimba è quella dell’amputazione della gamba. L’operazione avvenne il 25 aprile 1936. Superato il primo duro periodo, nonostante l’intervento e le difficoltà provocate dall’apparecchio ortopedico molto pesante, Antonietta continua la sua vita di sempre: i giochi, la scuola. I suoi genitori intanto decidono di anticipare la data per la sua prima comunione; la mamma si prende l’impegno di prepararla. Da questo momento Nennolina comincia a dettare alla madre o alla sorella Margherita, e poi a scrivere le sue letterine che ogni sera erano messe sotto una statuina di Gesù bambino ai piedi del suo lettino, in modo che Lui potesse leggerle. La madre racconta che la cosa iniziò per gioco, volendo semplicemente scrivere la lettera alla madre superiora delle sue suore educatrici, per avere il permesso di fare la prima comunione nella loro cappella la notte di Natale. Ogni sera la bimba prese l’abitudine di dettare alla madre le sue “poesie”, come chiamava le sue letterine, che la madre trascriveva su dei fogli di fortuna. Così inizia la sua preparazione alla prima comunione, che ricevette la notte dì Natale del 1936. Dalle letterine che ci sono pervenute, possiamo vedere con quale attesa e gioia tale evento è stato voluto dalla nostra Antonietta. Ma poco era il tempo che le era rimasto da trascorrere su questa terra. (Continua)
Sintesi da A. Bergamini
N
ella Veglia Pasquale del 22 marzo 2008, Magdi Allam, musulmano, vice direttore del Corriere della Sera, ha ricevuto i sacramenti della iniziazione cristiana da Benedetto XVI nella basilica di S. Pietro. Ecco alcuni stralci della sua bellissima testimonianza di fede.
“Cari Amici, sono particolarmente lieto di condividere con voi la mia immensa gioia per questa Pasqua di Resurrezione che mi ha portato il dono della fede cristiana. Ieri sera mi sono convertito alla religione cristiana cattolica, rinunciando alla mia precedente fede islamica. Ho così finalmente visto la luce, per grazia divina, il frutto sano e maturo di una lunga gestazione vissuta nella sofferenza e nella gioia, tra la profonda e intima riflessione e la consapevole e manifesta esternazione. Sono particolarmente grato a Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha impartito i sacramenti dell’iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima e Eucaristia, nella Basilica di San Pietro nel corso della solenne celebrazione della Veglia Pasquale. E ho assunto il nome cristiano più semplice ed esplicito: “Cristiano”. Da ieri sera dunque mi chiamo Magdi Cristiano Allam. Per me è il giorno più bello della vita. Acquisire il dono della fede cristiana nella ricorrenza della Risurrezione di Cristo per mano del Santo Padre è, per un credente, un privilegio ineguagliabile e un bene inestimabile. A quasi 56 anni, nel mio piccolo, è un fatto storico, eccezionale e indimenticabile, che segna una svolta radicale e definitiva rispetto al passato. Il miracolo della Risurrezione di Cristo si è riverberato sulla mia anima liberandola dalle tenebre di una predicazione dove l’odio e l’intolleranza nei confronti del “diverso”, condannato acriticamente quale “nemico”, primeggiano sull’amore e il rispetto del “pros-
simo”, permettendomi di aderire all’autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà. Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero e unico Dio, che è il Dio della Fede e Ragione. La mia conversione al cattolicesimo è il punto d’approdo di una graduale e profonda meditazione interiore a cui non avrei potuto sottrarmi, visto che da cinque anni sono costretto a una vita blindata, con la vigilanza fissa a casa e la scorta dei carabinieri a ogni mio spostamento, a causa delle minacce e delle condanne a morte inflittemi dagli estremisti e dai terroristi islamici, sia
Battesimo di Magdi Allam quelli residenti in Italia sia quelli attivi all’estero. Mi sono chiesto come fosse possibile che chi, come me, si è battuto strenuamente per un “islam moderato”, assumendosi la responsabilità di esporsi in prima persona nella denuncia dell’estremismo e del terrorismo islamico, sia finito poi per essere condannato a morte nel nome dell’islam. Parallelamente la Provvidenza mi ha fatto incontrare delle persone cattoliche praticanti di buona volontà che, in virtù della loro testimonianza e della loro amicizia, sono diventate man mano un punto di riferimento sul piano della certezza della verità e della solidità dei
valori... soprattutto, monsignor Rino Fisichella che mi ha personalmente seguito nel percorso spirituale di accettazione della fede cristiana. Ma l’incontro più straordinario e significativo nella decisione di convertirmi è stato quello con il Papa Benedetto XVI, che ho ammirato e difeso da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e ragione come fondamento dell’autentica religione e della civiltà umana, e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi nel compimento della missione che Dio mi ha riservato. Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita, nella consapevolezza che la conversione al cristianesimo mi procurerà certamente un’ennesima, e ben più grave, condanna a morte per apostasia. Hai perfettamente ragione. So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo. É ora di porre fine all’arbitrio e alla violenza dei musulmani che non rispettano la libertà di scelta religiosa. In Italia ci sono migliaia di convertiti all’islam che vivono serenamente la loro nuova fede. Ma ci sono anche migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sono costretti a celare la loro nuova fede per paura di essere assassinati dagli estremisti islamici che si annidano tra noi. Prego Dio affinché questa Pasqua speciale doni la risurrezione dello spirito a tutti i fedeli in Cristo che sono stati finora soggiogati dalla paura. Buona Pasqua a tutti. Cari amici, andiamo avanti sulla via della verità, della vita e della libertà con i miei migliori auguri di successo e di ogni bene.
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LETTERE AL DIRETTORE
1. “Chiedo una preghiera per la mia famiglia, dove c‘è la pace, ma non c’è la fede. Forse è colpa mia: non riesco a farmi capire e a spiegare che cos’è la vera fede. Spesso posso solo stare in silenzio e pregare”. M.G. Carissima M. G., comprendo la tua amarezza per la freddezza nella fede che incontri anche tra persone care. Conoscendoti, penso che non hai nulla da rimproverarti. Hai dato sempre l’esempio di una mamma piena di fede, di amore e di pazienza. In famiglia, tu e tuo marito avete dato sempre esempio di genitori cristiani, pieni di fede, di amore, di sacrificio. Purtroppo il demonio e il mondo sanno fare meglio di noi nell’allontanare le anime da Dio. Tu continua a dare buon esempio e soprattutto a pregare per i tuoi cari. Il resto lo deve fare il Signore. Io penso che le preghiere di una mamma non vanno mai perdute.
2. “Ho trascorso un periodo molto difficile, come un elastico che tiri e molli e dici: Ora si spezza. In questo momento sto meditando sul “comandamento nuovo”, il comandamento dell’amore. Capisco ciò che mi chiede Gesù, ma in questo momento mi è molto difficile e tu sai il perché. Mi fa male il cuore anche fisicamente... I miei pensieri in questo tempo mi fanno davvero paura”... AGC Carissima, che dirti? Stai sulla croce, ma stai sulla croce con Gesù. Il maligno ti tenta, ma ti assicuro che Gesù ti sta vicino per aiutarti a vincerlo. Non far caso ai pensieri tristi che ti vengono contro la carità. É la reazione umana della natura umana. Ti ripeto: non fare caso di questi pensieri, che non possono essere i pensieri di Gesù. Appena te ne accorgi, ripeti con il cuore: “Gesù, ti amo… Gesù, per amor tuo”. E poi continua a comportarti serenamente; continua a sorridere, continua a salutare, continua a pregare per chi ti fa soffrire. Questa deve essere la reazione cristiana, l’amore vero di Gesù. Un giorno Gesù ti dirà: “Quello che hai fatto a lei, lo hai fatto a me”. Se sei attaccata, per carità, non rispondere: sorridi e allonta-
nati. “Non possiamo comportarci come coloro che non hanno fede”, ci dice san Paolo. Continua ad attingere forza nella Parola di Dio, specialmente nella meditazione della Passione di Gesù, che ha amato fino alla fine, fino a scusare e pregare per i suoi crocifissori. Stai ogni giorno un po’ di tempo ai piedi di Gesù Crocifisso. Lì prega, lì chiedi, lì bussa, lì sfogati, lì rinnova l’impegno quotidiano. Non giudicare, non condannare. Chi può sapere perché quella persona si comporta così?... Forse potrà credere di comportarsi bene. Ma tu hai la luce di Gesù e sai che cosa Gesù vuole e si aspetta da te.
3. “Dal Sud Africa: 17-2-2008. Non sai con che ansia aspetto l’incontro del nostro piccolo gruppo di Amici. La preghiera sta veramente riempiendo la mia giornata. Come ho due minuti di tempo, è come se Gesù mi chiamasse e mi ritrovo a pregare: il cuore mi si riempie di serenità e di gioia. Dopo la consacrazione perpetua, riesco a comunicare con Gesù sempre più facilmente. Non so come è successo, ma mi sento finalmente completa”. 3 Marzo 2008. Debbo darti una brutta notizia. Ti ricordi quella brutta tosse di mio figlio Mario, di 17 anni? Purtroppo è una cosa molto ma molto seria: si tratta di leucemia. Cosa posso dirti? Ho tanta voglia di pregare; sento Gesù vicino. Mi auguro che questa sicurezza non mi abbandoni. Chiedo a te e a tutti gli Amici di pregare… Sento la presenza di Gesù tra noi e questo mi dà molta forza. I miei amici sono il libro degli Amici e la corona…”. Anna Carissima Anna, ricordo la tua grande
AMICI NEWS
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di P. Alberto Pierangioli
di P. Bruno De Luca
gioia per la consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso. Sembrava che avessi toccato il cielo con un dito. Dopo appena qualche settimana, la notizia di una croce tanto grave e tanto pesante per tutta la famiglia, in particolare per una mamma. Ti confesso che trovo difficile dirti qualcosa, trovare parole adatte per dirti una parola buona, una parola di fede. Il Signore ti ha fatto il dono della consacrazione per prepararti ad accettare con tanta fede la tua croce pesante. Ho sempre ammirato la tua grande fede. Sono certo che essa non verrà mai meno, neppure in questa prova così grande. Metti Mario nelle mani del buon Dio e aiuta il figliolo a fare altrettanto. Lo devi fare anche per lui, che ha tanto bisogno di vederti serena e piena di fiducia, perché anche lui continui ad avere speranza. Ripeti con fede la Promessa di Amore: “Mi abbandono fra le tue braccia: fa di me quello che Vuoi”. Tutti gli Amici vi sono vicini e pregano per voi.
La Quaresima: un tempo di scelte. Con questo il tema, la Fraternità della Stella ha tenuto il 2 Marzo scorso un ritiro guidato dal viceassistente P. Luciano Temperilli. Abbiamo riflettuto sulla Quaresima, tempo di “mortificazione” che sarebbe meglio chiamarla “vivificazione” poiché ogni astinenza è fonte di nuova vita. Si è lavorato poi a piccoli gruppi, Gruppo di intercessione Amici di Civitanova, in preghiera davanti al Santissimo. mettendo infine in comune le riflessioni elaborate. E’ seguita Gruppo delle famiglie in pellegridel rosario e fummo spronate a contil’agape fraterna insieme ai Padri, semnaggio nuare; iniziammo in tre. Qualche mese pre cordiali. Nel pomeriggio abbiamo dopo P. Alberto sentì l’esigenza di forIl lunedì di Pasqua il gruppo delconcluso con la S. Messa, nella quale mare un piccolo gruppo d’intercessione le famiglie degli AGC di Civitanova si abbiamo commemorato S. Gabriele; la per le urgenti richieste di preghiera che è recato in pullman al santuario della sua scelta di consacrarsi è stata per noi gli arrivavano anche via e mail e volle Madonna della Stella PG, accolto calouno stimolo per un cammino di fede. affidare a noi questo compito. Da allora, rosamente dalla comunità passionista manteniamo questo impegno quotidia(Margherita Padovani) e dalla Fraternità degli Amici. Alle ore no e via via si sono aggiunte altre perso11,00 c’è stata la messa, presieduta da P. ne, soprattutto donne. Concludiamo il Luciano Temperilli e concelebrata dal P. rosario con la promessa d’amore a Gesù Alberto. Dopo la Messa, il P. Fernando Crocifisso. Ogni secondo giovedì del La Veglia Pasquale nella cattedraTaccone ha intrattenuto il gruppo con mese, preghiamo in modo particolare le di Fermo, con il nostro Pastore. una interessante conferenza sull’amore per le vocazioni. Invitiamo le altre fraconiugale rinnovato. Il pranzo tenuL’Arcivescovo Mons. Luigi Conti, ha ternità a formare questi piccoli cenacoli tosi in un ristorante, è stato anch’esso invitato una rappresentanza dei vari davanti al tabernacolo, per crescere nelun momento di condivisione, concluso movimenti della diocesi a partecipare la fede e nella comunione. Gesù disse con un omaggio pasquale per ciascuno, alla Veglia Pasquale. Era presente analla Beata Alexandrina Maria da Costa, da parte degli Amici di Madonna della che un bel gruppo di AGC di Civitanoapostola dell’Eucaristia: “Dì, in mio Stella. Il gruppo si è poi recato a Monva Marche, Morrovalle, S. Tommaso. I nome, che a quanti passeranno un’ora tefalco, presso il monastero di Santa gruppi hanno animato la Veglia partedi adorazione davanti al mio tabernacoChiara della Croce, grande mistica, che cipando alle varie liturgie. Nell’omelia, lo, in intima unione con me, prometto aveva impressi nel cuore i segni della il vescovo ha ringraziato i vari gruppi il cielo”. passione. Una giornata di grazia e di intervenuti. “E’ tempo di conoscerci -ha grande comunione. AGC detto- per riconoscere insieme il Signore nel quale siamo stati battezzati. Questa (M. Letizia). notte il Signore ci ha chiamati perché ha bisogno di testimoni per evangelizzare, Raduno Consiglio. c’è urgenza di far conoscere la carità del Vangelo”. Ha concluso dicendo di NON Davanti al tabernacolo. Il 15 marzo 2008 si è radunato a TEMERE e di annunciare Gesù Cristo Morrovalle il Consiglio Esecutivo con Dal 1° ottobre 2002 ci ritroviamo a chi ancora non lo conosce. La partei Coordinatori delle Fraternità, i Vice ogni mattina alle 9.30 a pregare davanti cipazione alla Veglia Pasquale dando coordinatori, gli Assistenti Spirituali. Si al tabernacolo della nostra parrocchia anche noi una testimonianza del nostro sono trattati vari argomenti la vita del di Civitanova Marche, dedicata a San carisma di laici passionisti, è stata una movimento e in particolare gli appuntaGabriele dell’Addolorata. La nostra inibellissima esperienza, nella notte in cui menti e impegni di questo anno. Si può ziativa fu pensata allora solo per onola Luce ha vinto le tenebre. leggere una sintesi del verbale in una rare la Madonna nel mese di ottobre, delle pagine seguenti. (Mariella) che è il mese del rosario. Poco dopo il papa Giovanni Paolo II indisse l’anno
Mario Boschetti, Sud Africa.
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LA VITA DELLA CHIESA
INCONTRO RESPONSABILI AMICI DI G. C.
Mons. Martino Elorza
Novembre di Maria di Francesco Grazia Coltorti Valori
Il 14 marzo 2008 è morta Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari, una donna che ha basato la sua vita, la sua spiritualità e il suo apostolato sull’amore di Dio, contemplato soprattutto nel Getesemani. Una spiritualità aperta al dialogo con altre Chiese, con altre religioni del mondo, un cristianesimo per il nostro tempo. In tutta la sua vita, Chiara ha parlato di unità, ha costruito la comunione, ha lottato con tutte le forze perché la Chiesa sia sempre di più quella casa di comunione che propugnava anche Giovanni Paolo II. I “Focolarini” oggi sono diffusi in tutto i mondo.
Suor Maria Laura Mainetti verso la beatificazione: la Congregazione delle Cause dei Santi il 20 marzo ha riconosciuto come martirio l’uccisione della suora durante un rito satanico. Suor Maria Laura è stata uccisa “in nome di satana”, “in odio alla fede”, nella notte fra il 6 e il 7 giugno 2008, da tre ragazze minorenni che la attirarono in una trappola per aggredirla e accoltellarla 19 volte. La colpirono anche con sassate incuranti delle implorazioni e del perdono che la suora, in punto di morte, invocò su di loro.
21 marzo, Roma – Via Crucis al Colosseo: Quest’anno le preghiere e le meditazioni del Venerdì per la Via Crucis al Colosseo santo sono state affidate al Cardinale di Hong Kong, Joseph Zen Ze-kium. Il tema ha posto l’attenzione soprattutto sui ‘martiri viventi’, i cristiani perseguitati in tutto il mondo. “Essi
più di noi oggi hanno vissuto nel loro corpo la Passione di Gesù. Nella loro carne Gesù è stato nuovamente arrestato, torturato, deriso, schiacciato sotto il peso della croce ed inchiodato su quel legno come un criminale”. Il Papa ha sottolineato come “tanti, anche nella nostra epoca, non conoscono Dio e non possono trovarlo nel Cristo crocifisso. Tanti sono alla ricerca di un amore o di una libertà che escluda Dio. Tanti credono di non aver bisogno di Dio. Cristo offre la pace che cerchiamo, la gioia cui aneliamo, l’amore che colmi il nostro cuore assetato di infinito” .
21 marzo, Via Crucis sul Ponte di Brooklyn a New York: iniziata nel 1996 da uno sparuto gruppetto di ‘ciellini’, è diventata un evento straordinario annuale, seguito da migliaia di persone. Persino il sindaco della città ha riconosciuto questo momento nel suo significato civile. Quest’anno più di duemila persone, seguendo la croce di Gesù in commovente raccoglimento, hanno attraversato la baraonda di New York City attraverso il distretto finanziario di Wall Street fino a Ground Zero: la Via Crucis più grande che si sia mai vista in questa metropoli. “In questo mondo pieno di tristezza, e senza mèta, noi seguiamo la croce di Gesù, ha detto il Vescovo Ausiliare di Brooklyn, e nel farlo nel cuore della città il nostro atto di fede diventa testimonianza portata a tutto il mondo”.
22 marzo: il Papa ha battezzato sette adulti, nella solenne veglia pasquale, amministrando loro anche gli
Peregrinatio Crucis a Macerata
altri due sacramenti dell’iniziazione cristiana: confermazione e comunione. Tra queste persone di diversa nazionalità, dopo il necessario cammino di catecumenato, ha avuto una grande rilevanza mediatica la presenza di Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera, convertitosi al cristianesimo dopo diversi anni di revisione profonda sulla sua appartenenza alla religione musulmana. Nella sua omelia il Papa ha spiegato che la conversione consiste nel “volgersi della nostra anima verso Gesù Cristo e così verso il Dio vivente, verso la luce vera”. Da parte sua, Allam, che nel battesimo ha assunto il nome di Cristiano, ha scritto in una lettera al Direttore del Corriere: “Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero ed unico Dio, che è il Dio della Fede e della Ragione”.
23 marzo. Messaggio di Benedetto XVI per la Pasqua. Tra l’altro il papa ha detto: “La morte e risurrezione del Verbo di Dio incarnato è un evento di amore insuperabile, è la vittoria dell’Amore che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e della morte. Grazie alla morte e risurrezione di Cristo, anche noi oggi risorgiamo a vita nuova, e proclamiamo di voler restare per sempre con Dio. Fissando lo sguardo nelle piaghe gloriose del suo corpo trasfigurato, possiamo capire il senso e il valore della sofferenza, possiamo lenire le tante ferite che continuano ad insanguinare l’umanità anche oggi”.
30 marzo. Giovanni Paolo II e la Divina Misericordia: “Apostolo della Divina Misericordia”, così Benedetto XVI ha sintetizzato l’eredità spirituale di Giovanni Paolo II. Il Papa ha ricordato come il suo amato predecessore sia morto proprio il 2 aprile 2005, quando la liturgia stava già celebrando la seconda domenica di Pasqua, dichiarata da lui nel 2000 Domenica della Divina Misericordia. “La misericordia è il nome stesso di Dio. Dalla misericordia divina, che pacifica i cuori, scaturisce poi l’autentica pace nel mondo, la pace tra i popoli, culture e religioni diverse”.
Dott.ssa Adele Caramico Stenta
Il
15 marzo 2008 si è svolto a Morrovalle un raduno dei responsabili degli AGC, per valutare la situazione delle Fraternità e organizzare meglio gli avvenimenti più importanti del 2008. Ecco una breve sintesi del verbale dell’incontro. 1. Informazione sulle Fraternità: Ogni Fraternità descrive brevemente la propria situazione. Da ciò emerge un dato: nei gruppi di vecchia data, in particolare delle Marche, l’età media dei partecipanti è piuttosto alta e ciò porta, soprattutto nei mesi invernali, problemi per l’assiduità nella frequenza, Invece nelle nuove Fraternità, c’è una buona partecipazione dei persone di mezza età e anche di coppie di sposi. Macerata, Montecosaro e Recanati presentano una stasi nella crescita numerica, Civitanova riceve un buon impulso dal Gruppo delle famiglie. Molti dei componenti sono impegnati in parrocchia e svolgono vari ministeri come catechisti, ministri straordinari dell’Eucaristia, organizzazione feste patronali ecc. É significativo anche il Gruppo di intercessione che ogni mattina si ritrova davanti al tabernacolo della Chiesa di San Gabriele a Civitanova Marche. La Fraternità di Macerata, che ha un solo incontro al mese, si ritrova però spesso in quattro Gruppi di Preghiera, di cui uno di intercessione. Nella Fraternità di Fossacesia stanno arrivando forze nuove e giovani. Anche alcuni di loro sono molto attivi in parrocchia. Giulianova ricorda che dopo un momento di
sbandamento, c’è stata una buona rima della data stabilita. La prima consapresa e il lavoro prosegue anche in parcrazione può essere fatta solo dopo due rocchia. Va abbastanza bene la nuova anni di iscrizione. Fraternità di San Nicolò a Tordino. Il 5. La Rivista: P. Alberto chiede con P. Alberto presenta brevemente le altre forza collaboratori costanti e sicuri per Fraternità. A Roccaraso ora c’è più serenità e speranza con l’arrivo del nuovo parroco, anche se la frequenza non è molto alta, in confronto al numero degli iscritti. Meglio il gruppo di PescocoSolennità della Passione: Croci della Peregrinatio Crucis stanzo-Rivisondoli. Il gruppo di Pescosansonesco si poterla portare avanti. è ora ripreso bene con l’arrivo di nuovi - P. Bruno De Luca preparerà le testipartecipanti dal vicino paese di Corvamonianze e notizie degli Amici, aiutato ra. Anche Trasacco ha avuto una buona da Mariella Menghini. ripresa da quando ha trasferito gli in- P. Sandro Pippa raccoglierà notizie contri nella casa delle suore passioniste. della Famiglia Passionista. Moricone sta acquistando sempre più la fisionomia di Fraternità passionista da - Maria Grazia Coltorti preparerà le quando ha avuto il nuovo assistente nel notizie dalla vita della Chiesa. P. Tito Paolo Zecca. 6. Consiglio Nazionale: si riunirà il 2. Peregrinatio Crucis: Si è svolta in 27 settembre 2008 a Morrovalle e rintutte le Fraternità delle Marche e a Giunoverà i membri del C. E. lianova. Ovunque ha avuto una buona 7. 2 giugno 2008: Giornata della Fapartecipazione. miglia passionista a San Gabriele, con 3. Esercizi Spirituali: Si svolgeranla partecipazione di una rappresentanno a San Gabriele il 4/9 ag. per tutti e il za per ogni realtà passionista, sia laicale 17/23 ag. per le famiglie. che religiosa. 4. Consacrazioni 2008: Le doman8. 5 ottobre 2008: Giornata di spiride di ammissione alla Consacrazione tualità degli Amici di Gesù Crocifisso a devono essere fatte almeno tre mesi priSan Gabriele (TE).
Testimonianza da gridare al mondo intero! 22 marzo 2008. Buon Sabato Santo! Mi chiamo Cinzia, sono sposata da quasi 12 anni e mamma di tre bambini: l’ultima di 14 mesi. Le scrivo perché da molto leggo il vostro sito e vorrei sapere come è possibile frequentare una vostra fraternità. Io vivo a Sulmona e qui non sono presenti. Vorrei mi desse qualche informazione, perché la vostra è anche la mia spiritualità e la vorrei davvero approfondire. 2 aprile 2008. Carissimo padre, ho contattato il Prof. Rucci, il quale è stato molto disponibile. Abbiamo parlato della fraternità, mi ha spiegato tutto benissimo ed ha intenzione, sempre con la grazia di Dio, di creare una fraternità anche qui a Sulmona. Io le do conferma della mia volontà a fare parte degli Amici di Gesù Crocifisso come Amica aggregata, per ora, alla fraternità di Roccaraso. Pensi che il vostro libro “Voi Siete Miei Amici”, io l’avevo già, quindi ho potuto iniziare da subito ad unirmi spiritualmente alle preghiere del gruppo. Sono così felice che a stento riesco a non gridarlo al mondo intero. Sono catechista conosco molti in parrocchia e come promettiamo ogni giorno, ci impegniamo ad amare e fare amare il nostro adorato Crocifisso! Ringrazio con tutta la gratitudine di cui sono capace per avermi accolto tra voi. Cinzia Carrà Agnitelli
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TESTIMONIANZE
Testimonianza e martirio nella famiglia
Novembre
di P. Alberto Pierangioli
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iceviamo da Genova una testimonianza di Giuli, che ha conosciuto gli AGC da qualche anno per mezzo di internet. Ne facciamo una sintesi per gli AGC. L’inizio di una vita nuova: l’acquisto di un Crocifisso. Carissimi, parlare della fede, di ciò che il Signore dona a ciascuno, è molto difficile. Lo faccio però con immensa gioia, per rendere “tangibile” l’infinito amore di Dio, che si manifesta attraverso Gesù, Maria, i santi ed i fratelli e le sorelle che Lui ci fa incontrare. Possa il Signore, attraverso questa semplice testimonianza, far trovare a coloro che sono già in cammino e a coloro che sono ancora alla ricerca di Colui che solo può dare Pace, Speranza e Amore, ciò che cercano da tempo, anche senza saperlo. Chi vi scrive non era per niente una cattolica praticante, ma una persona che “camminava” senza meta, alla ricerca di qualcosa o meglio di “qualcuno” che puntualmente si è fatto trovare. Infatti, Egli nel Suo infinito amore per noi, sta continuamente alla porta del nostro cuore, bussando e ribussando, fino a quando noi liberamente ci apriamo alla Sua Grazia e al Suo Amore, dopo aver percorso, magari per molti anni, anche strade buie, strade lontane da Lui. A volte, proprio toccando il fondo, troviamo la Grazia, la gioia di sperimentare una nuova vita, magari diversa da quella che avremmo immaginato di vivere e pensato di incontrare. Per ognuno Dio ha un cammino unico, originale, secondo tempi e luoghi speciali. Più vado avanti, dal 1990, più mi accorgo quanto solo Dio conosce veramente in profondità i nostri desideri e il nostro cuore. Pur avendo frequentato una scuola cattolica, vivevo la fede come un’imposizione ed ero indifferente e lontana non solo da Lui ma anche dalla Santa Messa e dai Sacramenti. Ripensando al mio passato, non cambierei la mia vita attuale per nessuna cosa al mondo, perché so di avere scoperto e trovato la perla più preziosa e unica capace di appagare e rendere felice la mia vita, anche in mezzo a mille difficoltà: Colui che ha vinto il mondo e si é addossato per amore tutti i nostri peccati, scegliendo di morire sulla Croce per noi, perché avessimo la vita e l’avessimo in abbon-
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Novembre
P. Roberto benedice le Croci per la Peregrinatio nella Quaresima. danza. Ogni cosa, vissuta alla luce di Cristo, ha un senso diverso, anche la sofferenza. Mai smetterò di ringraziare il Signore per quanto mi ha dato. Tutto é grazia: anche le esperienze negative, le persone che abbiamo incontrato e che ci hanno deluso. Il Signore, per farsi conoscere, si é servito di un’infermiera, conosciuta durante le mie tante permanenze in ospedale e non avevo mai più rivisto. Una sera del giugno 1990 suonò al mio citofono, perché venuta a trascorrere le vacanze con la sua famiglia nel mio paese. Cominciò a parlarmi di Papa Giovanni XXIII (ora beato) e, non so nemmeno io perché, da quel momento ho iniziato a credere in una vita diversa, una vita non più vuota, perché piena dell’Amore di Dio. Quel Dio tanto nominato a scuola, e tanto da me allontanato, si stava facendo trovare proprio attraverso il racconto di una persona a me molto cara. La prima cosa che feci il giorno successivo fu di comperare un crocifisso e di farlo benedire dai frati cappuccini della mia cittadina, senza sapere che avevo trovato la più grande sorpresa per la mia vita. Incontrai, infatti, colui che poi é diventato il mio padre spirituale e che mi ha seguito per 10 anni e che dal 12 ottobre 2001 continua a seguirmi dal Cielo. Lui é stato ed é per me non solo una guida discreta ed amorevole, ma anche un padre, un fratello, un amico, un confidente. Non mi ha mai spinto verso strade particolari, ma ha sempre lasciato che il Signore agisse in me per mezzo del Suo Spirito. La santità di Dio, l’amore di Gesù e di Maria io l’ho vista
in questo santo frate cappuccino. Nel 1992, ad Assisi, incontrai le Clarisse e la vita contemplativa. Provai una grande pace, mai avvertita prima e pensai che avevano trovato la libertà e la pace vera, anche se agli occhi del mondo poteva sembrare il contrario. In occasione dell’ottavo centenario di Santa Chiara, conobbi poi coloro che sono diventate parte stessa della mia vita: le monache clarisse di Città della Pieve. Camminando con loro, ho compreso quanto sia bella la vita nella condivisione piena di se stessi, in particolare con coloro il Signore ti pone continuamente accanto, e l’importanza e l’efficacia della preghiera per tutti. Vivendo esperienze di vita contemplativa, si comprende perché il Signore nel silenzio ti parla intimamente al cuore, che la vita la trovi proprio spendendoti per gli altri, dimenticando te stesso. Cercando di condividere e vivere la fraternità comprendi che forse i rapporti familiari, tra fidanzati e sposi, tra le persone e tra i popoli, non funzionano proprio perché non si cerca tanto il bene degli altri, ma solo quello personale. Spesso si vive insieme, ma come se si vivesse da soli. Certamente é un cammino lungo e faticoso, che richiede un continuo mettersi in discussione! Possa che legge questa testimonianza capire che non è solo al mondo e che, oltre le nubi del Cielo, stanno un Padre ed una Madre che ci amano e sono sempre pronti ad intervenire in nostro soccorso. Giuli
di P. Alberto Pierangioli La grazia di ministro dell’Eucaristia Martedì scorso per la prima volta ho esercitato il ministero di ministro straordinario dell’Eucaristia alla clinica Villa Pini. É stato un momento molto forte per me e per la mia guida spirituale che si è trovata li proprio nel primo momento che alzavo il Corpo di Cristo avanti alla malata che vado ad assistere. Ho pregato molto prima di andare, chiedendo scusa al Signore della mia inadeguatezza, nelDon Ginesio, parroco di Cascinare AP, celebra l’Eucaristia durante la Peregrinatio Crucis. lo stesso tempo ringraziandolo del dono che mi ha fatto. Guardare gli altri dalla Croce di memoria!), ripetuta più volte, sopratMi sono poi affidata allo Spirito Santo, Gesù. tutto nei momenti più bui, quando le lasciando fare a Lui. tenebre erano pronte a sopraffarmi. Ho Carissimo padre, scrivo oggi giorno Domenica, nella messa delle Palme in offerto il mio dolore e le mie angosce a della Passione di nostro Signore, giorno parrocchia, il diacono Vito mi ha inviGesù e Maria. Più pregavo e più sentipieno di buio, ma che lascerà posto alla tato di nuovo a distribuire l’Eucaristia vo venire la pace nel mio cuore. Le tue grande luce della resurrezione. Ieri sera e anche qui e stato un momento molto parole e i tuoi insegnamenti riechegho partecipato alla messa per la Cena intenso, alla presenza di mio marito, dei giavano come un’eco continua nel mio del Signore nella mia parrocchia e vorrei figli e diversi amici. Ho riflettuto sulla cuore, donandomi fiducia e speranza. I riportare alcune parole che il sacerdote grande responsabilità di essere un teproblemi sono rimasti ancora e spesso ha pronunciato, secondo me molto belle. stimone credibile. Confido molto nella la ragione vuole averla vinta sul cuore: Noi dobbiamo essere piccoli e guardare misericordia del Signore. Ringrazio tanè un continuo combattimento! Ho bisogli altri dal basso. Guardare dal basso il to te, caro padre, di tutto l’aiuto e incogno delle tue preghiere, ho bisogno di povero, guardare dal basso il malato, il raggiamento che mi dai ed anche tutti alzare gli occhi al cielo, verso Colui che sofferente, il bambino, il nostro nemigli amici del nostro gruppo. In alcuni ha sofferto tanto per noi e offrirgli i miei co. Bisogna stringere in mano la parola in maniera particolare vedo il volto di smarrimenti, le mie incertezze, le mie umiltà. Come Tu Signore sei stato umile Gesù: nella loro semplicità e dolcezza preoccupazioni. Ho bisogno di riempire e piccolo per noi. Ma possiamo anche trasmettono una grande spiritualità, diil mio cuore d’Amore, affinché non ci sia guardare dall’alto quando siamo con Te ventando così per me dei punti fermi . più spazio per le inquietudini, le esitasulla croce perchè da quella croce hai Ma tutto questo genera nella mia anima zioni e i dubbi. abbracciato il mondo per salvarlo dai dei momenti di pienezza talmente grannostri peccati. Aggiungo anche che per Giulia de che ne sento tutto il peso. Attraverso me la croce è la gioia della vita perchè anche dei momenti talmente bui che mi è il momento di più intensa presenza di danno molto dolore. Prego e cerco di Peregrinatio a Cascinare di S. ElGesù accanto a noi. Che la Passione del seguire le indicazioni che tu ci hai dato pidio a Mare Signore sia sempre nel nostro cuore. in questo periodo di Quaresima, dalle La peregrinatio Crucis è venuta in Mariangela Udine Lodi alle meditazioni. Vado spesso a Quaresima anche nella mia famiglia. pregare in chiesa, da sola, ma anche con Ringrazio il nostro parroco Don Ginemio marito per pregare insieme. Prego Nella prova ho trovato conforto sio Cardelli che ha celebrato la santa il Signore che questo impegno non finella Promessa di Amore Messa nella nostra casa e ringrazio tutti nisca mai. Prima avevo meno impegni, coloro che vi hanno partecipato. É stata Carissimo padre, mi stavo preparanero molto più leggera e più facile, ma una serata di preghiera e di pace, che ha do tanto bene per la Santa Pasqua… quanto vuoto c’era! Dio ci lascia liberi reso sempre più unita la nostra famiglia. Poi all’improvviso il vento è cambiato, di scegliere, ma la pienezza, il vero senAuguro a tutte le famiglie di sperimenportando nella mia famiglia tanta sofso della vita riusciamo ad attingerlo solo tare la serenità e la felicità che porta la ferenza, con piccole e grandi tribolazioda Lui ed io non voglio rinunciarci. Lui presenza di Gesù. Questa foto ricordi a ni. Dopo un primo momento di smarci ha dato tanto e io voglio donargli la noi Amici di Gesù Crocifisso la missiorimento, ho sentito nel mio cuore che mia vita e la volontà di amarlo e di affine che ci è stata affidata di amare e fare non dovevo smettere mai di pregare. Ho darmi totalmente a Lui. amare Gesù Crocifisso. trovato grande conforto nella Promessa Pina d’Amore (e finalmente l’ho imparata a Vagnozzi Annita
GABRIELE DELL’ADDOLORATA di Tito Paolo Zecca, passionista. Edizioni Paoline. Il P. Tito Paolo Zecca, fecondo scrittore di spiritualità e agiografia, assistente spirituale degli Amici di Gesù Crocifisso di Moricone, Rm, ci ha regalato una nuova biografia del Santo del Sorriso, per il centenario della sua beatificazione. Una biografia snella, bene ambientata nel tempo vissuto dal santo, con uno stile vivace e originale. La consigliamo agli Amici. La possono trovare nelle librerie cattoliche.
ESERCIZI SPIRITUALI AMICI G.C. E LAICI IMPEGNATI Sede: Centro di Spiritualità San Gabriele TE Tel. 0861.97721
Tema: “La Preghiera Liturgica”
I Corso: II Corso:
Inizio e fine: Quota adulti: Prenotazione:
4-9 agosto 2008. Per tutti. Guida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno De Luca CP 18-23 agosto 2008. Per famiglie. Guida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto dal pomeriggio del lunedì al pranzo del sabato. Camere doppie: € 200,00 - Singole: € 210,00 Bambini e ragazzi: condizioni a parte. P. Alberto Pierangioli – P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc Tel. 0733/221273 – Cel. 349. 805.7073
CALENDARIO AMICI 2008 11 maggio: 16 maggio.: 02 giugno: 08 giugno: 6 luglio:
Ritiro Mensile e consacrazioni a Morrovalle Veglia in onore di S. Gemma Galgani presso monache passionista a Loreto,ore 21,00 Giornata della Famiglia Passionista a S. Gabriele: Religiosi, Suore e Laici Ritiro Mensile a Morrovalle Ritiro Mensile a Morrovalle.
Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Cruciani Amorina di Macerata: 31-3-08 - Del Medico Mary di Civitanova: 02-03-2008. Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa
Maggio - Giugno 2008 – Anno IX n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Redazione: P. A. Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc Tel. 0733.221243 - Fax 0733.222394 - C. 349.8057073 http://www.amicidigesucrocifisso.org