mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Settembre - Ottobre 2012 - Anno XIII n. 5
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9 – Pescare le perle nel mare della Passione Settembre 2012
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an Paolo della Croce, per fare capire meglio la grandezza del mistero della passione di Gesù, usa varie immagini, specialmente quella del mare e dell’oceano. Completa poi la comprensione dell’immagine, invitando a immergersi e a tuffarsi nel mare di amore e di dolore della passione di Gesù e, per arrivare al concreto, invita ad andare a “pescare” in questo mare le “ perle” preziose. Posta la passione di Gesù come centro del cammino spirituale, Paolo della Croce insegna una dottrina spirituale molto concreta ed equilibrata: da una parte insiste senza stancarsi sul raccoglimento interiore, sulla unione intima e mistica con Gesù Crocifisso, sulle “pene infuse”e sulla meditazione della passione, dall’altra chiede un serio esercizio delle virtù, suggerendo di pescare le loro perle preziose, nel mare della passione. Paolo intende parlare della comprensione e dell’esercizio delle virtù cristiane che più risaltano nella passione di Cristo.
La vera pesca nel mar e della passione Per il santo l’amore di Dio e del prossimo non è un semplice sentimento di benevolenza disimpegnata, ma è una forza che influenza decisamente il pensiero e la vita dell’uomo. Se uno si fa penetrare da questa forza basilare d’amore, si dedicherà necessariamente anche all’esercizio delle “virtù”. L’amore e l’ esercizio delle virtù cristiane sono inseparabili. L’amore dà alle virtù la “forza necessaria”; l’esercizio delle virtù diviene una “manifestazione necessaria” dell’amore. Un ef fetto essenziale dell’essere penetrati dalla passione di Gesù consiste nel risvegliare nell’uomo un forte desiderio di imitare le virtù del Signore sof ferente, che già all’inizio del ritiro di Castellazzo, il giovane Paolo sintetizza nel desiderio di “essere crocifisso con Gesù”..
di P. Alberto Pierangioli
Per farsi capire meglio dai suoi discepoli, il santo ricorre alle immagini dei pescatori che aveva visto tante volte all’opera alle falde del Monte Argentario: la pesca nel mare. Scrive a una suora di clausura, afflitta da varie malattie: “State nella stanza interiore del vostr o cuore; vestitevi delle pene di Gesù e abissatevi in esse. Amate e tacete . Oh sacr o silenzio di fede e di amor e! Vorrei ancora che qualche volta andaste a pescare. E come? Eccolo. La passione di Gesù è un mare di dolore e di amore. Dite al Signore che v’insegni a pescare in questo mar e. Immergetevi in esso fino a tr ovare il fondo.
Le corsie parallele della via della santità Per il santo, vita interiore ed esercizio delle virtù sono “corsie parallele” di un’unica via che conduce alla santità. In una lettera incoraggia la venerabile Lucia Burlini ad “essere umile, caritatevole con tutti, mansueta, paziente, aver buon concetto di tutti, fuor ché di voi stessa, amica del silenzio, di star ritirata, di fuggire l’ozio, ma lavorare e tacere, e dentro stare con Dio”. Dopo averle spiegato come sia fruttuoso immergersi nel mare della passione di Gesù, continua: “Rinata a nuova vita deifica e santa, lo Sposo Divino vi porta a pescare nel mar e della sua Passione; pescate pure, figliuola. Lasciatevi penetrare tutta dall’amore e dal dolore, e fate vostre le pene di Gesù. In questo gran mar e della Passione pescherete le perle di tutte le virtù di Gesù Cristo. Questa divina pesca si fa pur e senza partirsi dalla solitudine e dal silenzio interior e. Gesù v’insegnerà tutto, se sarete ben umile, e morta a tutto”. Germana si consacra a Gesù Crocifisso È l’amore che Dio per pescare nel mare della Passione concede a colui che si immerge nel “mare della passione di Gesù”, che muove l’uomo Lasciatevi penetrare tutta dall’amor e e gli dà la forza per imitare le virtù di e dal dolor e. Fate vostre le pene di Gesù sofferente (L.L. I, 302). Gesù. Pescate le perle delle virtù di Il tuffarsi nel mare della passione e Gesù. Questa pesca si fa senza parole; l’esercizio delle varie virtù che il la fede e l’amor e la insegnano. Chi è nostro fondatore invita a pescarvi si più umile è più bravo pescator e” (L. completano a vicenda e portano l’aniIII, p.515-6). ma a entrare pienamente nella mistica Così scrive a un’altra suora: della passione e nell’esercizio delle “Quando piace a Dio di concederle la virtù, per avere una vita santa. Tutto grazia del santo amore, non può fare a questo ci aiuta a capire sempre meglio meno di immer gersi tutta nel mar e che la passione di Gesù non è solo il della santissima Passione ed ivi far e punto centrale di tutto l’edificio spirigran pesca di perle e di tutte le gioie tuale, ma anche la sor gente da cui che sono le virtù dello Sposo divino devono scaturire tutte le virtù e gli appassionato, per adornarsi bene, per atteggiamenti particolari del cammino essere una vittima sacrificata in olopassionista. causto nel fuoco del Santo Amore” (L. albertopier@tiscali.it III,336s).
In copertina: Faro al tramonto con il logo dell’Anno della Fede . Esso rappresenta una barca, una immagine della Chiesa in navigazione sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le quali realizzano il trigramma di Cristo (IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole c he rimanda all’Eucaristia.
10 – L’uomo il “niente” che si tuffa nel “Tutto” Ottobre 2012
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di P. Alberto Pierangioli
della cognizione di Dio essere, niente avere, niente potere, no dei punti di partenza delche è “Tutto”, ma Padre niente sapere”. Bisogna avere due l’itinerario spirituale, propopieno di amore e di misericordia sguardi di fede: uno all’immensa sto da san Paolo della Croce, verso le sue creature. grandezza di Dio, l’altro al nostro è la presa di coscienza del NULLA, Solo alla luce di questa fede, la nulla. Occorre l’umiltà vera del che è l’uomo, e del TUTTO, che è visione della condizione umana non cuore, quale virtù fondamentale Dio. Può sembrare una constatazioporta alla sfiducia, all’inerzia, ma dell’edificio spirituale, perché, dicene ovvia, ma per il santo è “un’altisall’abbandono e fiducia in Dio. Più va il nostro santo, “un granello di sima verità”(L, I,257,488), tanto da saremo umili, più cambierà il nostro superbia getta a terra una montafarne un punto fermo del suo inseatteggiamento verso Dio e verso il gna di santità ”. Della cognizione gnamento e trovarlo continuamente nelle sue lettere di direzione spiritua- del proprio nulla e del vero tutto, che prossimo; acquisteremo non solo piena fiducia in Dio, ma anche è Dio, bisogna fare “lo studio primale. Secondo il santo, da qui bisogna coraggio nella vita: “Miri il suo rio della propria vita”, ripete spesso partire per fare un serio cammino niente e non si fidi di sé, ma si fidi nelle sue lettere (I, 258, 238…). verso la santità. di Dio e confidi in Dio”. Di questa nullità e indegnità Scriveva: “Per essere santo, ci San Paolo della Croce ebbe tanto dell’uomo, S. Paolo della Croce vuole una N e una T; la N sei tu, che coraggio nel portare avanti la sua granaveva una coscienza vivissima e una sei un orribile NULLA; la T è Dio, de missione, senza che è l’infinito appoggi e mezzi umani, TUTTO”(L, III, 747). E basandosi proprio sulla afferma che il “rimirare convinzione del proil proprio orribile nulla prio nulla e sulla granè la via più corta alla dezza, onnipotenza e vera unione con Dio e amore infinito di Dio. alla santità” (L,I,257). Diceva anche che il Il santo parlando Tutto attrae a sé il nulla, della creatura come di con la forza soavissima un “Nulla”, non fa del suo amore. Noi una speculazione filodobbiamo essere come sofica, ma parte dalla una goccia d’acqua che fede, dal rapporto brama perdersi nel Creatore-creatura, mare: il nulla si tuf fa visto alla luce della nell’immenso mare fede. In questa luce, il dell’infinito Tutto e in Creatore è veramente esso si inabissa. Come il Tutto, perché è l’ori“la farfalletta”, che si gine di tutto; la creatulascia attirare dalla luce ra è il niente, perché e dal calore della fiamniente sarebbe senza Lucia, Germana, Angela, Rita e Fabrizio ma e si lascia bruciare di Lui. Anzi, poiché la scelgono il Tutto che è Dio da essa, l’anima che si creatura umana è perde in Dio si realizza avvolta nel peccato, pienamente, perviene “è peggio dello stesso all’intima unione con Dio e nel divino convinzione profonda prima di tutto niente” perché il peccato “è peggio abbraccio rinasce a vita nuova. di se stesso. Nel diario e nelle lettere del nulla, è un orribile nulla”. Avviene allora una duplice nascita di troviamo numerose espressioni pitQuesta non è una visione pessiDio nell’anima e dell’anima in Dio. toresche, quasi irrepetibili, basti dire mistica dell’esistenza, né disprezzo Questa profonda intimità con Dio è che si riteneva degno solo di stare della creatura. È semplicemente una l’aspetto positivo della cognizione e sotto i piedi del demonio. Egli cercavisione realistica, anzi una visione accettazione del proprio nulla, è la va di inculcare questa profonda eminentemente biblica. La Bibbia vetta del cammino spirituale di san conoscenza di se stesso a tutti i suoi parla continuamente della povertà, Paolo della Croce, perché fa sgor gare discepoli, religiosi e laici. fragilità, impotenza e finitezza deldal cuore una illimitata, dolce, serena, l’uomo e della sua assoluta dipenfiliale fiducia nel Dio Tutto. denza dal Creatore per pervenire È come una vitale esigenza dalla all’essere e per rimanere nell’esiImmerso in Dio creatura nulla a sentirsi attratta irrestenza. Siamo nulla; se siamo qualsistibilmente dal divino Tutto per cosa, lo dobbiamo solo a Dio. “Che Questa “altissima verità” del diventare una cosa sola con Lui, fino cosa è l’uomo per ché ti ricordi di proprio nulla non deve rimanere solo ad essere divinizzata. Immersa in Lui?”, dice il salmo (8,5). teorica, ma deve portare ad accettare Dio, la creatura scopre la sua granPer questo san Paolo della Croce serenamente la radicale cognizione dezza di figlia di Dio, fatta partecipe insiste che bisogna sprofondarsi di creatura povera e peccatrice. della vita stessa di Dio sempre più nella cognizione del proQuesto “nobile e divino eser cizio” albertopier@tiscali.it prio nulla e “convincersi di niente va fatto alla luce della fede, alla luce
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V - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MARCO Gesù Crocifisso, la vita donata senza limiti (15,21-32)
di P. Roberto CecconiCP
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arissimi Amici, proseguendo la nostra meditazione sui racconti della Passione in Marco, siamo giunti alla crocifissione di Gesù. Procediamo con la lettura-ascolto del brano scritturistico. Costrinsero a portare la sua cr oce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne pr ese. Poi lo crocifissero e si diviser o le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladr oni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra lor o si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il r e d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Gesù si spoglia della propria dignità Mentre conducono il Signore verso il Calvario, costringono un certo Simone di Cirene a portare la croce di Gesù. Egli ha passato la notte precedente davanti al sinedrio dove, dopo aver confessato senza timore la sua identità messianica, viene dichiarato reo di morte (Mc 14,64), nonché umiliato e percosso dai suoi stessi giudici insieme ai loro servi (Mc 14,65). Al mattino compare davanti a Pilato, dove viene consegnato definitivamente alla morte (Mc 15,15). A questo punto viene flagellato (Mc 15,15) e ridicolizzato nella sua regalità con tormenti di vario tipo subiti dai soldati (Mc 15,16-20). Gesù, che veramente sta dando tutta la sua vita per la moltitudine (cf. Mc 10,45), è allo stremo delle forze. Giunti sul Gòlgota, gli offrono vino mescolato con mirra. Si tratta di una bevanda volta a stordire il condannato, al fine di attenuarne le sofferenze. Gesù la rifiuta; vuol bere il calice della Passione senza “sconti”, è deciso a dare
Amici di Gesù Crocifisso, con la consacrazione, s’impegnano a meditare la Passione di Gesù la sua vita a favore dei molti con piena coscienza, fino all’ultimo respiro. Dopo che Gesù è stato crocifisso, i soldati si dividono i suoi vestiti. Questo gesto costituisce un’allusione al Sal 22,19: «Si sono divise tra lor o le mie vesti, sul mio vestito hanno gettato la sorte». L’abito esprime la dignità della persona. Secondo Marco, le vesti di Gesù trasmettono la sua potenza guaritrice (Mc 5,28) e manifestano la sua divinità (Mc 9,3). Lasciandosi spogliare degli indumenti, Gesù cela il suo potere soprannaturale. Nella sua infinita sapienza, questa è la modalità con cui Dio ha deciso di salvare i suoi figli segnati dalla malattia e dal peccato. La scritta recante il motivo della sua condanna («il re dei Giudei») potrebbe essere letta ad un livello più profondo: Gesù è il re che dà la vita per il suo popolo inaugurando, nella sua persona, un nuovo modo di esercitare l’autorità.
La regalità di Gesù visibile nella fede I passanti insultano Gesù. Il termine usato da Marco, che scrive in greco, è «bestemmiare». Ogni parola di scherno o di insulto rivolta contro Gesù equivale ad una bestemmia, perché egli non è un uomo qualsiasi, ma il Figlio di Dio (cf. Mc 1,1.1 1; 9,7; 15,39). I passanti ironizzano su una falsa testimonianza usata contro Gesù nel processo davanti al sinedrio, secondo la quale egli avrebbe affermato di distruggere il tempio fatto da mani d’uomo per riedificarne, in tre
giorni, un altro non fatto da creatura alcuna (Mc 14,58). Nel vangelo di Marco Gesù non fa mai quest’affermazione. Tuttavia in queste parole blasfeme si può intravedere un riferimento alla risurrezione, attraverso la quale Gesù riedifica il tempio del suo corpo, tre giorni dopo la sua morte. È come se già nella sua morte iniziasse a germogliare una nuova vita (cf. Gv 12,24) . Similmente, i sommi sacerdoti con gli scribi si fanno beffe di lui, dicendo tra loro che se riuscisse a salvare se stesso scendendo dalla croce, loro, dopo aver visto questo, giungerebbero alla fede in lui. Gesù però non fa questo perché egli certamente è la manifestazione della potenza di Dio, ma, non dimentichiamolo, la forza di Dio spesso è misteriosa e si attua proprio sotto i segni della debolezza (cf. 2Cor 12,9).
La Buona Notizia Nel corso della storia l’uomo, spesso gravato dal fardello del male e dalla sofferenza, fa l’esperienza di un Dio che molte volte non interviene nelle vicende delle persone secondo le loro aspettative. In questo caso la fiducia dell’uomo nel Signore viene messa a dura prova. Tuttavia la verità più profonda delle cose è ben altra e la fede c’insegna che nulla è impossibile a Dio. Egli può portare a compimento il suo progetto di salvezza andando ben al di là del modo di pensare dell’uomo (cf. Mc 8,33). robi.cp@libero.it
XV - I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: Amore a Maria Santissima Madre M. Maddalena Marcucci
di Maria Grazia Coltorti
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Il vero amore a Maria.
Io sono la madr e del bell’amore (Sir 24)
Maria Santissima, esemplare di amore. In questo appuntamento con la Madre Maddalena ci accostiamo a considerare il ruolo fondamentale della Madonna nel cammino verso la santità. Maddalena, forte della sua esperienza personale, afferma che l’anima che veramente ama Dio, sente l’intima unione che c’è tra Dio e Maria, che fu scelta da Lui come madre; così anche lei può chiamare Maria madre e può andare a Lei a chiederle che le dia Gesù, che si è fatto nostro per mezzo suo. Quanto più si ama Dio, più si sente questa parentela divina con Gesù e Maria. Per amare Gesù è necessario amare Maria, ricorrere a Lei, invocare il suo patrocinio, poiché, come dicono tutti i santi, per le sue mani passano tutte le grazie, soprattutto quella che le contiene tutte: l’amore di Dio. Ma è anche certo che, per amare Maria, con amore ardente e sincero, è necessario amare Dio ed essere presi totalmente dal suo amore. Gesù vuole che noi ci rivolgiamo alla sua Madre, verso quella creatura che Egli ama di più e desidera vedere amata; soprattutto vuole che la contempliamo e compatiamo nelle pene e nei dolori che soffrì per noi. Amare Maria, la Madr e di misericordia e di clemenza, il rifugio degli sventurati, dei poveri, dei peccatori, è la cosa più consolante della nostra santa Religione. Infatti vediamo che, anche i cattivi cristiani che hanno dimenticato Dio e che hanno quasi per duto la fede, amano in qualche modo Maria. Non è certo molto buono il loro amore, a causa del peccato. Ma tuttavia la amano, hanno dei sentimenti che li muovono verso di Lei. In fondo al loro cuore, pochi sono i cristiani che restano insensibili all’amore di Maria, quando sentono parlare di Lei, della sua bontà, della sua clemenza di Madre. Dio stesso pare che abbia dato all’amore di Maria un non so che di particolare, di amabile, per poter esercitare su tutti indistintamente, giusti e peccatori, l’uf ficio di mediatrice fra questi e Lui. Non è quindi strano che tutti sentano nell’anima gli effetti dell’amore materno di Maria. Ma, se sentono questo i cuori morti alla grazia, che succederà nei cuori dove arde il fuoco sacro dell’amore di Dio? L’amore a Maria, all’Eletta del Signore, è tanto forte, potente e vivo, da non potersi esprimere.
Madre dell’amore
Profondità dell’amore di Maria. Maria, pur essendo una pura creatura, le supera tutte in potenza, santità e grandezza. Non si può paragonare a nessuna di esse; bisogna salire fino al trono di Dio e solo là considerare la sua eccelsa grandezza, di Madre, di Figlia e di Sposa di Dio. Misurare la grandezza di questa sua Eletta, solo Dio può farlo, come anche solo Lui può conoscere i misteri racchiusi nell’amore di Maria. Tutto ciò che si riferisce alla Ss. ma Vergine richiama l’attenzione e l’interesse delle anime sinceramente cristiane. A volte basta loro solo sentire o ricordare il suo nome o la parola “madre”, perché il loro cuore si commuova, il loro pensiero voli subito a quell’unica che di madre possiede con tutta perfezione il nome e l’amore. Amano considerarla santa, pura, senza macchia, fin dalla sua immacolata Concezione; ma poiché si sentono peccatrici, cariche di miserie e di colpe senza numero, hanno bisogno di considerarla anche come Madre di misericordia, rifugio dei peccatori e che non disdegna i poveri e miserabili. Amano considerarla nella gloria, elevata su tutti gli Angeli e i santi, in un trono inferiore solo a “Dio; ma vogliono anche tenerla vicina a sé, poiché Maria è la Mediatrice con Dio, da cui Ella può ottenere per loro il perdono e la misericordia. Per Maria, per la sua gloria, perché sia più conosciuta e amata, le anime amanti sono pronte a sacrificarsi, a perdere tutto, anche la vita.
In che cosa consiste il vero amore a Maria la vera devozione verso di Lei? Nell’amore di Dio. Dove c’è, Lui insegna tutto. Conforme a questo amore si modella e prende forma l’amore a Maria! Piuttosto che moltiplicare le pratiche di devozione, bisogna cercare di compiere con più fedeltà e diligenza le pratiche che già si fanno: non recitare preghiere imparate a memoria, senza quasi rendersi conto di ciò che diciamo, né fissarsi in pratiche esteriori abitudinarie e meccaniche, ma coltivare il sentimento intimo dell’anima, dove risiede la sostanza della devozione. L ’ amore a Maria consiste nelle disposizioni del cuore che è sempre pronto ad inclinarsi a ciò che è gradito a Lei, nel servizio di Dio e nel compimento dei propri doveri, indovinando i suoi più piccoli desideri; in un continuo ricordo della sua bontà e tenerezza, nel ricorrere a Lei spesso, anche col solo pronunciare il suo Nome; nel sentire sempre la necessità del suo aiuto, invocandola spontaneamente e con naturalezza, con la mente, con le labbra e con il cuore; nello sperare tutto da Lei, specialmente tutto ciò che riguarda la salvezza e la santificazione della propria anima, avendo nel suo amore come un pegno sicuro della propria predestinazione, a somiglianza di San Gabriele dell’Addolorata, il quale aveva tanta sicurezza su ciò che ripeteva spesso, e con lui lo vanno ripetendo tutti gli amanti di Maria: In te, Signora, ho sperato, non sarò confuso in eterno. A Maria vola il pensiero degli amanti di Dio quando il loro cuore desidera vederla nella patria celeste, perché sanno che Lei è la porta del cielo. A Maria accorrono quando soffrono, perché Lei è la consolazione degli afflitti; a Maria ricorrono quando il demonio li assale, perché Lei ha vinto il dragone infernale. E quando qualche pericolo li minaccia, o le passioni premono, e le tenebre oscurano lo spirito, a Maria, mistica Luna, si rivolgono, e non temono la notte, perché è anche l’Aurora della divina Luce. E al cadere delle ombre della morte, nell’ultimo giorno della nostra vita, Maria verrà a consolarci con la sua presenza. Per questo, in vita e in morte, ripetiamo con la più ferma fiducia: “Non
temerò alcun male,perché tu sei con me” (cf. Sai 22, 4).
colt.mgrazia@libero.it
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L’ANNO DELLA FEDE: L’annuncio
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di Manuela Peraio
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ell’ottobre 2012 nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II inizierà l’ “Anno della Fede” voluto da Benedetto XVI “per dare rinnovato impulso alla missione di tutta la Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con Cristo che ci dona la vita in pienezza” Ad annunciarlo è stato il Pontefice durante la Santa Messa celebrata a San Pietro a conclusione del primo incontro internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e poi nell’Angelus recitato insieme ai fedeli riuniti in piazza. “Questo “Anno della Fede” – ha spiegato – inizierà l’11 ottobre 2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re dell’Universo. Sarà un momento di grazia e di impegno per una sempre più piena conversione a Dio, per raf forzare la nostra fede in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo”. “Le motivazioni, le finalità e le linee direttrici di questo “Anno”, - ha aggiunto il Santo Padre – le ho esposte nella Lettera Apostolica “Porta Fidei”. Il Servo di Dio Paolo VI indisse un analogo “Anno della fede” nel 1967, in occasione del diciannovesimo centenario del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, e in un periodo di grandi rivolgimenti culturali. Ritengo che, trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio, legata alla felice memoria del Beato Papa Giovanni XXIII, sia opportuno richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria, nella prospettiva, appunto, della missione ad gentes e della nuova evangelizzazione”. L’Anno della fede, ha sottolineato Mons. Fisichella presentando il docu-
mento papale, anzitutto, intende sostenere la fede di tanti credenti che nella fatica quotidiana non cessano di af fidare con convinzione e coraggio la propria esistenza al Signore Gesù. La loro preziosa testimonianza, che non fa notizia davanti agli uomini, ma è preziosa agli occhi dell’Altissimo, è ciò che permette alla Chiesa di presentarsi nel mondo di oggi, come lo fu nel passato, con la forza della fede e con l’entusiasmo dei semplici. Questo Anno, comunque, si inserisce all’interno di un contesto più ampio segnato da
una crisi generalizzata che investe anche la fede. Sottoposto da decenni alle scorribande di un secolarismo che in nome dell’autonomia individuale richiedeva l’indipendenza da ogni autorità rivelata e faceva del proprio programma quello di “vivere nel mondo come se Dio non esistesse”, il nostro contemporaneo si ritrova spesso a non sapersi più collocare. La crisi di fede è espressione drammatica di una crisi antropologica che ha lasciato l’uomo a se stesso; per questo si ritrova oggi confuso, solo, in balia di forze di cui non conosce neppure il volto, e senza una meta verso cui destinare la sua esistenza. E’ necessario poter andare oltre la povertà spirituale in cui si ritrovano molti dei nostri contemporanei, i quali non percepiscono più l’assenza di Dio dalla loro vita, come una assenza che dovrebbe essere colmata. L’Anno della fede, quindi, inten-
de essere un percorso che la comunità cristiana offre a tanti che vivono con la nostalgia di Dio e il desiderio di incontrarlo di nuovo. E’ necessario, pertanto, che i credenti sentano la responsabilità di of frire la compagnia della fede, per farsi prossimo con quanti chiedono ragione del nostro credere”. E’ un percorso fatto nella fiducia in Dio perché, ricordava Papa Benedetto, citando l’apostolo Paolo: “Il nostro Vangelo non si dif fuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione”. “Questa parola dell’Apostolo delle genti – ha concluso – sia auspicio e programma per i missionari di oggi – sacerdoti, religiosi e laici – impegnati ad annunciare Cristo a chi non lo conosce, oppure lo ha ridotto a semplice personaggio storico. La Vergine Maria aiuti ogni cristiano ad essere valido testimone del Vangelo”. L’Anno della Fede ospiterà una gran quantità di eventi, di cui quasi una quindicina alla presenza del Santo Padre. Il Papa sarà presenta alla Giornata Mondiale della Gioventù, alla canonizzazione di sei martiri, alle giornate per i consacrati, le novizie, i novizi e i seminaristi, per i movimenti vecchi e nuovi, per il ‘vangelo della vita’ e un’adorazione eucaristica nel giorno del Corpus Domini, a livello globale. L’Anno della Fede che si tiene anche nel ventesimo della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ospiterà anche, il prossimo 5 maggio, un giorno dedicato alla fede nella pietà popolare.“La pietà popolare non può essere disprezzata, essa è una espressione molto importante della vita di fede”. .Giovanni Paolo II infatti ha af fermato che “sempre e dovunque, i Santuari cristiani sono stati o hanno voluto essere i segni di Dio, della sua irruzione nella storia umana”. Un luogo di incontro tra la domanda dell’uomo e la risposta di Dio.
L’ANNO DELLA FEDE: I testimoni di Manuela Peraio
Il Servo di Dio François-Xavier Nguyen Van Thuân (1928-2002)
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rançois Xavier Nguyen Van Thuân (il nome Thuân letteralmente significa “che è in armonia con la volontà (di Dio)” nasce il 17 aprile 1928 nella cittadina di Hue da una famiglia di alti dignitari dell’impero vietnamita, di salde radici cattoliche e con una folta schiera di martiri e confessori della fede. Si pensi solo che nel 1885 tutti gli abitanti del villaggio di sua madre erano stati bruciati vivi all’interno della chiesa parrocchiale perché cristiani. Il nonno, fuggito all’eccidio, glielo lo raccontava spesso. Sua nonna ogni sera era solita recitare il rosario per i sacerdoti. Da lei il giovane François imparerà a leggere le vicende umane secondo la misericor dia di Dio. L a figura fondamentale per la sua educazione cristiana è la madre Hiep. Ogni sera gli insegna le storie della Bibbia e si sof ferma sulle testimonianze dei martiri, specialmente dei suoi antenati. Soprattutto gli insegna a pregare. All’età di 13 anni entra nel seminario minore. A 25 anni,viene ordinato sacerdote. Dopo appena tre mesi di servizio parrocchiale gli viene diagnosticata una tubercolosi che rende necessaria l’asportazione del polmone destro. Poco prima dell’intervento i chirur ghi effettuano un’ultima radiografia e, con grande sorpresa, constatano che il polmone è completamente guarito. Per il giovane sacerdote è veramente un miracolo. Viene a Roma dove consegue il dottorato in diritto canonico. Al termine degli studi rientra in patria e inizia a lavorare come docente presso il seminario minore a Hue, di cui nel 1960 viene eletto Rettore. Il 1 novembre 1963 il Vietnam del Sud è vittima di un colpo di Stato. Il presidente Diem (zio di Van Thuân) viene assassinato dai suoi stessi generali. Il cuore del giovane sacerdote non può trattenere il risentimento e la rabbia. Comprende allora di essere appena all’inizio del cammino spirituale, occorrerà ancora molto tempo perché riesca a perdonare completamente . Nel giugno 1967 viene nominato vescovo. Il suo impegno è molto intenso perché consapevole della minaccia comunista che si profila all’orizzonte e perché prevede la fine della libertà della Chiesa, come in ef fetti avverrà.
Nel 1971 è nominato Consultore del Pontificio Consiglio per i laici. In tale funzione si reca più volte a Roma, dove conosce un altro componente di quell’organismo, l’arcivescovo-metropolita di Cracovia, Karol Wojtyla. Il 30 aprile 1975 le truppe comuniste del Nord (i cosiddetti ‘Vietcong’) conquistano la capitale Saigon, che diventerà da ora in poi Ho-Chi- Minh. Per Van Thuân è l’inizio del periodo più drammatico della sua vita. E’ stato
da poco nominato arcivescovo di Vadesi e coadiutore di Saigon da Papa Paolo VI quando il 15 agosto viene convocato nel palazzo presidenziale e subito arrestato e incarcerato con l’accusa di essere un infiltrato di un governo straniero e nemico della rivoluzione comunista. Resterà in carcere per 13 anni (fino al 1988), di cui nove in completo isolamento, senza mai essere processato. Messo agli arresti domiciliari inizia a scrivere una serie di messaggi alla comunità cristiana di cui continua a sentirsi pastore. Grazie a un bambino di 7 anni, che gli procura di nascosto dei fogli di carta sui cui scrivere, il progetto potrà realizzarsi. Da qui nasce il suo primo libro intitolato : Il cammino della speranza. Più tardi scriverà, sempre di notte e in segreto, altri due libri sempre sul “cammino della speranza”. Nel 1976 viene trasferito in un altro campo di prigionia e rinchiuso in una cella angusta senza finestre. Inizia l’incubo peggiore. Nessuno può avvicinarsi a lui e nessuno parla con lui, neanche
le guardie. Ben presto l’isolamento totale produce l’ef fetto desiderato dagli aguzzini: privato di qualunque segno di presenza umana, Van Thuân comincia ad avere terrore del vuoto e del silenzio attorno a lui. I carcerieri usano anche l’oscurità per tormentarlo. L’unico sollievo, ironia della sorte, è quando vengono a prelevarlo per gli interrogatori. Il fatto di vedere delle altre persone, di poter parlare, lo conforta. Segue poi un periodo di isolamento, durato nove anni. Due guardie ne seguono ogni movimento. Non può portare con sé la Bibbia. Allora raccoglie tutti i pezzetti di carta che trova e riesce a comporre un minuscolo libro sul quale trascrive più di 300 frasi del Vangelo. Per tutti questi lunghi anni l’unico suo sostentamento è la Santa Messa: la celebrerà ogni giorno ser vendosi del palmo della mano a far da calice, con tre gocce di vino e una goccia d’acqua. Il vino era riuscito ad averlo come“medicina contro il mal di stomaco”. Le briciole di pane consacrato le conserverà in pacchetti di sigarette che gli altri prigionieri cattolici riusciranno poi a portare nelle loro celle. La sua bontà instancabile, il suo amore anche e soprattutto per i nemici, colpiscono tutti. La sua liberazione avviene il 21 novembre 1988, festa della presentazione di Maria Santissima al tempio. Espulso dal suo Paese è costretto all’esilio. Si trasferisce a Roma. Nel 2001 è nominato,da papa Giovanni Paolo II, cardinale e Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace . Nel marzo del 2000 viene chiamato in Vaticano a predicare gli Esercizi spirituali al Papa e alla Curia romana. Muore a Roma il 16 settembre del 2002 al termine di una lunga e dolorosa malattia : ha 74 anni. A cinque anni dalla morte, il 17 settembre 2007 presso la Congregazione per le cause dei Santi è iniziata la causa di beatificazione.
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CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI
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artecipare a un e, nel “deserto”, ho posto al Signore corso di eserle mie domande e Lui mi ha dato le cizi spirituali Sue risposte. Ho passato una notte a non è soltanto un itipregare e a chiedermi se avrei sapunerario di ascolto, to fare ciò che Gesù vuole da me. Al ma è anche un mattino le mie paure erano ancora nuovo incontro con tutte lì! La questione era di fidarsi e Dio in un ascolto di avere fede, come fare un salto nel silenzio del mondo e vuoto, ma con la certezza che a del nostro cuore, che “prenderci” saranno le braccia di vuole parlare con Gesù. Ho deciso di fidarmi. Lui. Avevo ardente Quando mi sono inginocchiata desiderio di questo per pronunciare la mia promessa, ho incontro, per ritrosperato di riuscire a leggere fino alla vare la gioia di vivefine. Ero alle ultime frasi e all’imAmici di Gesù Crocifisso al corso di Esercizi re la mia avanzata provviso le campane del Santuario spirituali intorno a S. Paolo della Croce età. Le giornate hanno cominciato a suonare, un diventano tristi e i suono che ha raggiunto la mia momenti di sof feanima. La mia voce si è incrinata. mondo quali testimoni dell’Amore renza difficili da superare. Tante Era come se Gesù, con quel suono senza fine, Cristo crocifisso, il volte, li vediamo nell’ottica di una di campane, dicesse a me: “ora mi Risorto. Un impegno missionario fede inconsapevole. Che cosa è dunappartieni, finalmente!”. Una granurgente, che fa parte della nostra que la fede? È stata questa la tematide serenità è scesa dentro di me. vocazione, specialmente oggi; ca del corso: un ar gomento che il p. Sono tornata a casa serena. I probleun’esperienza di vera fede, dif ficile, Alberto Pierangioli, con invito illumi sono quelli di prima, nulla è ma ineguagliabile per il dono della minato, ha anticipato all’Anno della cambiato. Io sono cambiata. Non pace con noi stessi e della consapefede, indetto dal S. Padre Benedetto riesco a descrivere quello che sento volezza del nostro vivere. Solo nella XVI per il prossimo 1 1 ottobre. Si dentro: serenità, pace, gioia. In quefede è la gioia della vita. tratta di un percorso, che partendo sti giorni sto vivendo la mia vita con Margherita Padovani dal Concilio Vaticano II, la Chiesa una pace interiore che è come se mi vuole tracciarci per superare le sfide avvolgesse in un caldo abbraccio, da della secolarizzazione del nostro farmi sentire al sicuro, protetta. Consacrazione: un salto tempo, che vive una crisi di Dio, Sono cambiata, ma sono ancora la nelle braccia di Gesù camuffata da una religiosità vuota. In questo contesto, p.Alberto ha Dopo 4 anni svolto il tema in cinque catechesi: la sono finalmente porta della fede , alimentare la ritornata a fare gli fede, l’obbedienza della fede, testiesercizi spirituali. È moniare la fede, la fede di Maria e stata una settimana la nostra fede. L’icona della porta ci meravigliosa, vissuricorda la nostra comunione con Dio ta cuore a cuore con e l’ingresso nella sua Chiesa, che ci il Signore e in letiaiuta con la parola di Dio e i sacrazia con i fratelli. menti ad alimentare la nostra fede, Sono arrivata a S perché non si spenga. Fede significa Gabriele con il sottomissione libera alla parola cuore pesante, reduascoltata, per trasformarla nella vita ce da tanti problemi quotidiana in autentica testimoniane sono tornata a casa za sull’esempio della Vergine Maria. ricca! Non pensavo Le cinque catechesi ampie, profondi fare la de, da meditare alla luce quotidiana Lucia si consacra a Gesù Crocifisso Consacrazione, perdell’adorazione eucaristica, hanno ché non volevo aiutato tutti nella revisione del proprendermi un impeprio credere; un credere sviluppato creatura imperfetta di prima. gno così importante con il Signore, nell’ottica passionista, che è Confido nel Signore che mi ama, mi anche se dentro di me lo desideravo. “amore”. Ma l’amore è dif fusivo: o starà vicino e mi darà la forza di fare Il Signore però, mi ha “af ferrata” si diffonde o si spegne. Acquistare la Sua volontà, giorno per giorno. irresistibilmente ed io non potevo consapevolezza della propria fede Mi abbandono a Lui. Grazie, fare altro che dir gli di sì! È stata significa “intensificare la carità” e Signore, per questa mia Consacrauna settimana intensa, ho riflettuto per noi Amici di G.C. vuol dire zione. molto perché avevo paura di dire sì, diventare irradiazione di amore nel Lucia Papa
Echi del corso di formazione per famiglie
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al 15 al 20 agosto si è svolto presso il santuario di san Gabriele il corso di formazione per famiglie degli AGC, guidato da p. Luciano Temperilli con l’aiuto di p. Alberto Pierangioli. I
e rosari serali davanti all’urna di San Gabriele. Siamo grati al Santo per averci chiamati anche quest’anno a condividere questi momenti di fede e di gioia. Ringraziamo il nostro assistente p. Alberto che ci segue sempre
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nche quest’anno abbiamo avuto la grazia di partecipare al corso di formazione per famiglie a San Gabriele. P . Luciano Temperilli ci ha parlato sul tema “Educare alla vita buona del Vangelo”. Abbiamo cercato di mettere in pratica quanto ci ha detto, perché siamo stati insieme con i nostri fratelli nella semplicità e nell’amore fraterno, fatto di piccoli gesti di servizio e di amore, ai quali si dà a volte poco valore, ma che in effetti hanno una grande importanza. Siamo grati a Dio per averci chiamati a vivere questa esperienza insieme ai fratelli di diverse fraternità, alla luce della spiritualità passionista. Letizia G. e Riccardo R .
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Gruppo del corso delle famiglie intorno a S. Paolo della Croce
partecipanti sono stati 45 fra genitori, figli e altri Amici, più diversi pendolari. “Formazione e testimonianza” è stato il tema trattato da p. Luciano; le sue catechesi mirate alle relazioni familiari e all’educazione cristiana dei figli hanno avuto come riferimento l’unico vero insegnamento che è stato quello di Gesù. Questi sono i temi svolti dal P . Luciano: Educazione di Gesù Educare al Vangelo - Come educa Gesù - Educar e: un cammino di relazione - Chiesa, famiglia e società, per un’alleanza educativa. Il p. Luciano si è servito di power point per fare accogliere e seguire meglio le sue catechesi. In questo corso è stato dato spazio anche al tempo libero ed ai giochi fra genitori e figli; non sono mancati però, momenti importanti di preghiera e di riflessione per le famiglie avuti nelle celebrazioni eucaristiche, via crucis
con tanta dedizione e ringraziamo soprattutto p. Luciano per tutto il suo lavoro, apprezzato da tutti i partecipanti al corso. Mariella Menghini
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gni corso di esercizi è una rinascita. Grandi cose fa il Signore a chi si accosta alla sua parola, ai suoi sacramenti, a chi lo adora in povertà di spirito. Grazie Signore Gesù! Lo Spirito Santo opera in coloro che spendono tempo per insegnare qualcosa a noi famiglie bisognose di tanti consigli e ogni volta si raccolgono frutti copiosi. Chiedo al
l corso delle famiglie a San Gabriele, con l’eccezionale contributo di padre Luciano Temperilli, mi ha rivelato la natura cristiana dell’educare i figli e Gruppo delle famiglie in ascolto e preghiera di come sia importante, oggi più che Signore la grazia di poter conservare mai, seguire gli insegnamenti che questo prezioso bagaglio nel nostro nostro Signore ci ha indicati nel vancuore per potercene servire per far gelo, per vivere in serenità e da criconoscere Gesù ad altre famiglie. stiani, la crescita dei nostri figli. Fiorella Rosa Simoni Catinari
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ESERCIZI E RITIRI DELLE FAMIGLIE
“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’” (Mc.6.3). Ho risposto all’invito del Signore perché sentivo il bisogno di rimettermi in ascolto della sua parola. In questi esercizi ho capito sempre più che se l’eucaristia dà forza e vita, la parola di Gesù nutre la mente di fede e speranza. Ho riassaporato la gioia di vivere, l’entusiasmo di andare avanti, l’antidoto contro il pessimismo che assilla me e la mia famiglia. Le difficoltà che investono tutti noi a livello economico mettono a dura prova la nostra speranza e a rischio la nostra fede. Il tempo che mi è stato dato da vivere è l’unico tempo per la mia salvezza, diversamente i problemi mi schiac-
dienza: “Signore non capisco, ma mi fido di te e mi abbandono fra le tue braccia”. La fede, inoltre, va testimoniata con la vita e con la parola, per donarla ai fratelli, come hanno fatto i Santi. Come laico cristiano, chiedo ogni giorno al Signore di accrescere la mia fede, di dare nuovo slancio alla speranza e di darmi tanta generosità per esercitare la carità. Pio Calvarese
Ragazze del Gruppo Famiglie animano il Rosario davanti a S. Gabriele
Gruppo degli Esercizi in ascolto della catechesi sulla Fede
cerebbero e perderei insieme beni terreni e bene eterno. Abbiamo approfondito la fede. Dove attingiamo la nostra fede? Dalla rivelazione, dal catechismo, dai documenti della chiesa. Dai documenti del Concilio Vaticano Secondo possiamo riscoprire: Come prega un cristiano? (Sacrosantum Concilium). Da dove scaturisce la nostra forma di vita? (Dei Verbum). Che cos’è la Chiesa? (Lumen Gentium). Come ci si rapporta con il mondo attuale? (Gaudium et spes). Gli esercizi mi hanno ricordato dove attingere la fede. Mi è stato detto che la fede non si conquista una volta per sempre, ma che deve essere alimentata ogni giorno con i sacramenti, la preghiera e la Parola. La fede è anche obbe-
I giovani al corso del Gruppo Gamiglie
Gruppo del Canto
TESTIMONIANZA DI AMICA AGGREGATA
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lena Pilloni è una mamma di Roma, che in un momento di grande prova, ha trovato fiducia e coraggio nella fede e il 28 aprile 2012 ha aderito agli AGC come aggregata alla fraternità di Morrovalle. Ha preso sul serio la sua scelta. Ogni volta che il gruppo di Morrovalle si ritrova per la Lectio divina o per la catechesi, Elena da lontano si unisce spiritualmente al gruppo e poi invia subito la sua riflessione. Ne riporto qualche stralcio, come esempio per tutti gli Amici aggregati. P.A. 8-5-2 Maria e obbedienza nella fede. Invio le mie impressioni sulla lettura di questa sera. La frase che mi ha colpito profondamente è stata: “Maria era nel progetto di Dio fin dall’eternità”. Dio che è amore infinito, ha creato Maria perfetta nell’amore, per poter accogliere il figlio di Dio. Maria ha detto sempre sì a Dio, fino al “tutto è compiuto ” ai piedi della croce. Ho riletto le prime pagine della Bibbia quando Adamo, dopo il peccato, è spaventato e ha paura di Dio. E proprio in quel momento che Dio progetta Maria. Maria presente fin dalle prime pagine delle sacre scritture, ci accompagna per sempre nel più grande progetto di amore.
un gruppo di giovani: “ Che cosa fa Gesù nella Eucaristia” ? Nessuno seppe rispondere. Carlo Carretto scrive: “Cosa fa Gesù ridotto a un po’ di pane? Gesù non parla. Non ha gambe perché sono inchiodate, non ha mani perché è appeso alla croce”. Fratel Carlo afferma: “L’Eucaristia è davvero il silenzio di Dio. Gesù aspetta me, te, noi! Aspetta che noi e Lui siamo una cosa sola, perchè Gesù non ha mani, ha solo le nostre mani, non ha piedi, ha i nostri piedi, non ha voce, ha la nostra voce. Gesù aspetta ogni giorno con amore che mangiamo il pane che è il suo corpo e che il nostro cuore diventi il suo altare. Questa è la risposta che avrei dato a Pio XI”. Grazie, padre,
ogni dolore materiale è un nulla, per chè l’amore ci unisce a Gesù Crocifisso. L’amore con Gesù ci rende veramente liberi. La stessa morte, per chi crede in Cristo, è un passaggio alla vita senza fine. Dolore e Amore: non c’è vero amore senza dolore. Gesù Crocifisso può dire che ha tanto sofferto, perché ha tanto amato. Ma esiste un essere umano che ami tanto fino a dare la sua vita per amore? Sì! È l’amore di una mamma! Ogni mamma comprenderà il mio messaggio. Quante volte, quando un figlio sta male, noi mamme af fermiamo: “Avrei voluto questo dolore per me e non per mio figlio”. Questo è puro amore. Maria, madre di Gesù, sicuramente lo avrà desiderato. Lei ha sopportato in silenzio il più grande dolore. Grazie, padre, per le parole che scrive per noi. Aprono il cuore e lo rendono capace di accogliere l’Amore Crocifisso.
31-7-12 La volontà di Dio al primo posto . Uniti con voi in preghiera, ieri sera, nella lettura sempre meravigliosa, mi sono venite in mente due immagini bellissime e una breve riflessione. La prima immagine è quella di Gesù che prega in un luogo appartato in un momento più tranquillo e Elena e Lucia, di Roma, amiche aggregate in ginocchio dialoga con il Padre, come noi dopo 22-5-12. Ai piedi 2000 anni. La seconda della Croce c’è sempr e Maria. Unita a voi in preghiera, ieri immagine è quella della capanna della perché mi hai aiutato a conoscere sera mi trovavo a pregare nei giardini divina volontà e ho immaginato me Gesù più da vicino! vaticani. Mi ero preparata qualche ora dentro una capanna immersa nelprima la lettura proposta. In quei luol’amore, mi sono sentita tranquilla, 26-6-12 Meditazione a distanza ghi sembrava più bella di quella che serena, protetta, felice, come un bamsul mistero del dolor e. Lontana dal avevo letto qualche ora prima. La bino quando la sera va a dormire nella mio gruppo, ho meditato su un mistero frase che mi ha colpito di più è “Il sansua stanza sapendo che nella stanza tanto grande, “La partecipazione alla gue di Gesù e le lacrime di Maria sono accanto c’è la sua mamma, sempre passione di Gesù”, due pagine intense un oceano di dolore e amore”. Mi sono pronta a intervenire per qualsiasi cosa. sul mistero del dolore. Esistono due anche chiesta come ha fatto Maria a Accettare la volontà di Gesù è abbandolori, il dolore del corpo e il dolore non dire a Gesù “scendi dalla croce”. donarsi come un bambino a tutto ciò dell’anima, molto più forte e dif ficile Ogni mamma lo avrebbe fatto, ma Lei che Lui desidera per noi, perché è la da curare. La lontananza da Dio e la è rimasta fedele al suo sì fino all’ulticosa migliore. L’ultima è una riflessionegazione di ogni forma di dialogo mo. Queste meditazioni scritte per noi ne per capire quale è la volontà di Dio con Gesù porta l’uomo non alla libertà sono meravigliose. e quale è la mia volontà. ma alla più grande schiavitù dei nostri Personalmente quando dialogo con tempi. La libertà di non avere scelto 12-6-12 “Questo è il mio corpo Gesù e sento ciò che Lui desidera da Gesù è il grande infinito dolore. me, spesso la sua volontà non coincide Dolore profondo che nessuna medicidato per voi”. Unita con il gruppo in con la mia. Ma allora ripeto anch’io na può curare e che si manifesta con preghiera, ho letto il brano con attencome disse Lui al Padre: “Non come odio, solitudine, depressione: questa è zione. Mi è tornata in mente una pagivoglio io ma come vuoi tu”. la vera morte, la morte dello spirito. na di fratel Carlo Carretto, che riporta Elena Pilloni Quando siamo in comunione con Dio, una domanda fatta dal Papa Pio XI a
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PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DELLA STELLA
24 giugno 2012 – Una giornata splendida, che ha lasciato nel mio animo tracce indelebili di una folla di ricordi antichi, ma sempre nuovi. Ero profondamente commossa quando ho rivisto davanti alla Madonna della Stella tanti fratelli
anni fa in questo santuario, ispirò il nostro cammino di fede. Abbiamo percepito lo sguardo materno di Maria, che mostrandoci in braccio il Bambino Gesù, ci rassicurava della sua vicinanza, ripetendo a ciascuno, come al piccolo Righetto,
Pellegrinaggio degli AGC alla Madonna della Stella
di fede, un popolo di amici con cui ho vissuto tanti momenti belli di preghiera e di fraternità. Ventitre anni trascorsi in un cammino di fede, che riapparivano alla mia mente, mentre rivedevo i volti di tanti amici vecchi e nuovi. Ho ringraziato il Signore per questa gior nata di grazia, che mi donava nonostante la mia vetustà età. Con questi sentimenti di gratitudine ho partecipato alla S. Messa, presieduta dal superiore generale dei passionisti, P. Ottaviano D’Egidio, concelebrata con il padre provinciale P . Piergiorgio Bartoli e il nostro assistente nazionale P . Alberto Pierangioli. Eravamo tanti: religiosi, Amici di G.C. provenienti da varie regioni, fedeli; una grande famiglia ai piedi della Vergine “Auxilium Christianorum”, per chiederle aiuto e sostegno nelle difficoltà del tempo presente. In particolare noi AGC siamo venuti e ringraziare la Vergine Santa che 23
“sii buono”. Bontà: una parola che compendia tutto un itinerario di vita cristiana, orientata e or ganizzata alla luce del Vangelo. È quanto è emerso dalla dotta e chiara conferenza del rettore del Santuario P . Luciano Temperilli, che ne ha trasferito il senso in alcuni aspetti del cammino passionista per una specifica lezione mariana. Ai piedi della Croce c’è Maria; se si va dal Crocifisso c’è sempre sua madre, che come discepola del suo Figlio ci insegna l’alfabeto della vita cristiana: accoglienza della Parola, adesione totale, generosa e oblativa al divino volere. Nella spiritualità passionista Maria non è solo l’icona della Pietà, bensì madre della fede e della speranza, nostro aiuto e conforto. Siamo venuti nel suo santuario a ringraziarla e af fidarle la nostra vita, perché continui a guidarci nel cammino della santità. Margherita Padovani
Da tempo avevamo programmato per il 24 giugno di ritrovarci insieme al nostro Padre Generale, Ottaviano D’Egidio, presso il Santuario della “Madonna della Stella” nella ricorrenza dei 150 anni delle apparizioni. Anche dalle fraternità di Giulianova e San Nicolò a T. siamo partiti con un pullman alla volta del santuario. Siamo stati accolti dall’instancabile Padre Alberto, guida e anima degli AGC. Dopo il rinfresco offertoci dalla fraternità e dalla comunità dei Passionisti, P . Luciano Temperilli svolgeva una catechesi sulla Madonna della Stella e la spiritualità degli AGC, che nascevano qui nel 1989. P. Luciano sottolineava e applicava a noi il messaggio della Madonna al veggente: “Righetto: sii buono”. Le apparizioni a Righetto avvennero nel 1862, la costruzione e inaugurazione dello splendido Santuario nel 1881, l’af fidamento del santuario ai Passionisti nel 1884. Accanto al Santuario nasce il convento che diventa sede e casa di formazione degli studenti. Oggi è anche un’oasi per ritiri spirituali e incontri di preghiera. Il messaggio della Madonna a Righetto “Sii buono” è più che mai attuale, in una società dominata da egoismi e cattiveria. La Madonna ci è stata data da Gesù per madre sul Calvario nella persona di Giovanni e ora invita noi ad essere madre per ogni Giovanni che incontriamo nel nostro cammino. Solo così vivremo pienamente il nostro carisma passionista. Dopo la catechesi, abbiamo partecipato alla messa solenne presieduta dal padre generale, che nella omelia ci ha rivolto un ulteriore stimolo a vivere la vita buona del Vangelo. Dopo il pranzo, ci siamo recati per una breve visita a san Francesco d’Assisi per respirare anche la sua spiritualità, così originale e semplice e poi tornare a casa con un pieno di bontà da custodire nel cuore. Pio Calvarese
PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETÀ di P. Lorenzo Mazzoccante
PASSIONISTI XXXII Tendopoli: Giovane, questo mondo è per te. Questo è stato il titolo della XXXII Tendopoli di san Gabriele, la manifestazione che ogni anno raduna centinaia di giovani presso il santuario abruzzese. L’edizione di quest’anno si è aperta con i migliori auspici visto l’augurio del vescovo Seccia, che ha riconosciuto nel titolo anno un forte messaggio di speranza di cui, ha sottolineato, c’è grande bisogno nel nostro tempo. Interessantissimi e seguitissimi i relatori che si sono avvicendati sul palco: il prof. Dag Tessore, monaco, ed esperto in preghiera comparata nel mondo monoteista (cristianesimo, ebraismo, islam), che ha presentato una relazione dal titolo: “Giovane cerca la gioia, abita la terra, vivi con fede ”; il prof. Meluzzi che ha riflettuto sul tema: “Giovane, siete forti e avete vinto il maligno” (1Gv 2,13); S. E. Mons. Giuliadori col sig. Lorenzo Lattanzi (AIART di Macerata) che hanno provocato i giovani col tema “ Getta le reti, non cadere nella rete”. La chiusura è stata affidata al card. Angelo Comastri, che ha invece riflettuto sulla via della felicità portando l’esempio eminente si santi e beati di ogni tempo (Francesco di Assisi, Teresa di Calcutta, Gabriele dell’Addolorata e Giovanni Paolo II). La tendopoli è stata seguita in tempo reale sul sito ufficiale http://www.tendopoli.it .
Arriva il capitolo generale Il 46° Capitolo Generale della Congregazione, iniziato il 9 settembre, è stato preceduto dal rilascio di un nuovo sito dedicato allo scopo. Nato per rispondere all’esigenza di una comunicazione veloce e capillare che raggiunga tutti i confratelli ed i membri della famiglia passionista, ed accessibile a tutti gli interessati alla vita della Congregazione della Passione, il sito è in realtà una costola del sito passiochristi di cui è sotto-dominio: http://capitulum.passiochristi.org/. Classico nella grafica leggera e sobria, innovativo nelle interazioni tra i vari sistemi di social networking, prevede l’integrazione con Facebook,
Tweeter, Instagram ed è dotato di un sistema che ne semplifica l’integrazione e visualizzazione sui più moderni supporti digitali (smartphones, tablets, ecc.). Redatto nelle tre lingue uf ficiali della congregazione ha a disposizione anche un comodo sistema di newsletter che permette di ricevere gli aggiornamenti giornalieri o in tempo reale direttamente sulla propria casella di posta elettronica. Un sito di cui la famiglia passionista non potrà fare a meno!
implorata dal Santo Padre mentre già i suoi legali si defilano. La terza riguarda invece il ruolo: uno è un giornalista, l’altro un maggiordomo. Dal primo uno se lo aspetta, dal secondo invece ci si attende il massimo riserbo.
SOCIETÀ
CHIESA
Processo alle Agenzie di Rating.
Weakileaks VS Vatileaks Qualche anno fa un amico carabiniere che condivideva con me la passione e l’interesse per internet e i suoi meandri mi segnalò un sito a quel tempo ancora poco conosciuto, ma destinato a diventare un fenomeno di fama mondiale: wikileacks. Il suo creatore, Julian Assange (attualmente barricato nell’ambasciata ecuadoregna in Londra) era riuscito a violare i sistemi informatici di mezzo mondo ottenendo documenti segretissimi che, pubblicati nel suo blog, avevano generato imbarazzi a vari livelli. Qualcosa di simile è accaduto anche in Vaticano. Protagonista è il maggiordomo privato del papa, il Sig. Paolo Gabriele che avendo trafugato numerosi documenti privati dalle stanze del pontefice li aveva poi af fidati a qualcuno che ne aveva fatto un libro. Quali le dif ferenze fra i due casi? La prima riguarda il modo in cui sono stati trafugati i documenti: nel primo caso ci si era af fidati ad esperti navigatori del web, nel secondo ci si è affidati, piuttosto che alle zampette dei piccioni viaggiatori, alle grinfie di corvi e cornacchie.La seconda riguarda lo stato del processo perché mentre Julian Assange vive beato nell’ambasciata di un Paese che non è il suo eppure lo difende, Paolo Gabriele vive da mesi nelle carceri vaticane in attesa dell’amnistia
I lettori più attenti ricorderanno che già tempo fa (nr . 2/2012) scrissi una breve presentazione di cosa siano e come funzionino le agenzie di rating ed osservavo che non sembra giustificato dare loro tanto credito per qualcosa che è sotto gli occhi di tutti come è per il debito sovrano degli Stati. In quell’occasione insinuai che sembravano esserci interessi privati dietro valutazioni e svalutazioni apparentemente ingiustificate del debito pubblico del nostro Paese. Il tempo sembra avermi dato ragione. O almeno la pensa come me la procura di Trani che nello scorso mese di giugno ha accusato l’agenzia di rating Standard & Poor’s di aver causato “un danno patrimoniale di rilevantissima gravità” alla Repubblica italiana e aver “destabilizzato l’immagine, il prestigio e l’affidamento cr editizio dell’Italia sui mercati finanziari nazionali e internazionali” con cinque dirigenti indagati per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata. Il pm Michele Ruggiero, titolare del fascicolo, ha chiesto che sulla base dell’inchiesta la Consob valuti il blocco dell’operatività di Standard & Poor’s in Italia. Secondo l’accusa, infatti, in diverse occasioni dal 201 1 ad oggi la multinazionale avrebbe diffuso rapporti sul debito sovrano italiano dando informazioni tendenziose e distorte, “anche falsate” sulle iniziative di risanamento e rilancio economico del governo italiano, per non incentivare l’acquisto di titoli e deprezzarne il valore. E infatti negli ultimi mesi le agenzie di rating sembrano valutare meno generosamente le nostre banche, ma tacere sulla qualità del nostro debito pubblico.
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TESTIMONIANZE
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Una forte esperienza con il diacono Riccardo Carissimo padre, stavolta non le scrivo per conto di mamma ma in prima persona. Giovedì scorso, mia mamma mi ha invitata a partecipare al loro incontro alla Madonna della Portella di Rivisondoli. Dalla chiesetta proveniva una melodia celestiale: entrati, vedemmo due escursionisti, moglie e marito, che, in cerca di un po’di frescura, erano entrati in chiesa ed esprimevano con il canto il loro grazie alla Madonna. Ci hanno spiegato che fanno parte del coro del loro paese vicino a Milano. Non poteva esserci per il nostro incontro un inizio più bello di quello. Li abbiamo salutati e finalmente ho avuto il piacere di conoscere il diacono Riccardo, guida del gruppo degli AGC. Non sapeva che fossi la figlia di Maria e mi ha dato il benvenuto all’incontro, avvertendomi del fatto che il tema non sarebbe stato certo dei più semplici o piacevoli: si parlava della nostra partecipazione alla croce di Gesù. In ef fetti avrei preferito qualcosa di più leggero, ma mi sono “fatta coraggio” e ho chiesto allo Spirito Santo di rendere il mio cuore e la mia mente disponibili all’ascolto e alla ricezione. Dopo quasi un’ora (che è davvero volata) sono giunta alla conclusione che la croce può essere un carico leggero da portare, se si of frono le sofferenze, le tristezze, le tribolazioni a Dio e ci si immer ge nelle piaghe di Gesù. Riccardo è così profondo nelle sue riflessioni: semplicemente chiudendo gli occhi, si immer ge in un mondo suo, o meglio non suo, ma divino e ti ci porta con la mente e con il cuore. È stata un’esperienza di forte crescita spirituale: certo, su un tema del genere ci sarebbe ancora molto da riflettere e infatti per tutto quel pomeriggio e nei giorni seguenti, non ho fatto altro che rifletterci. La ringrazio per le sue catechesi, ultima quella di luglio. Invio i miei più cari saluti con quelli di mamma e di tutto il gruppo degli ACG di Pescocostanzo! Martina
La consacrazione, perché la vita valga la pena di essere vissuta. Caro padre, abbiamo atteso un po’ prima di scrivere questa testimonianza, per prendere maggiore consapevo-
Concelebrazione al Corso delle Famiglie con il P. Luciano, P. Alberto e il diacono Riccardo lezza del passo compiuto . La sensazione stupenda che abbiamo provato è stata quella di un Amore grande che conquista, avvolge e trascina e a cui è impossibile rimanere indif ferenti. Quando siamo tornati a casa e nei giorni seguenti, siamo stati pervasi da un senso di leggerezza, quasi fossimo svuotati, ma non si trattava di qualcosa di spiacevole, ma di nuovo. La mente era libera e serena, quasi che le preoccupazioni non avessero più peso, ci ritrovavamo a sorridere quasi senza motivo. Come lei ci diceva, la consacrazione non cambia da un giorno all’altro la vita, perché ci ritroviamo con le stesse dif ficoltà e i difetti di sempre, ma due cose sono subito emerse: una maggiore forza di volontà nel proseguire questo cammino e la scomparsa di ogni forma di paura. Paura perché l’avvicinarsi in profondità a Gesù Crocifisso incute rispetto, ma anche timore. Riflettevamo che oggi si tende a vivere in modo superficiale, senza riflettere sul significato della nostra vita, non perché non interessi ma perché spaventa, così come spaventa l’assunzione di ogni responsabilità. L’idea di non poter tornare indietro terrorizza l’uomo di oggi. Ma come si può aver paura quando c’è Colui che ci ha tanto amato da dare la vita per noi? Noi con la consacrazione abbiamo creduto che valeva la pena di rischiare, di abbandonarsi a Gesù Crocifisso, fidandoci di Lui senza riserve. Questa Verità, per il nostro intelletto quasi inconcepibile, è di una forza incredibile e da sola basta a dire che la vita valga la pena di essere vissuta. La nostra consacrazione, oltre a rinnovare le promesse del battesimo e a dichiarare con consapevo-
lezza di voler essere cristiani e aver fiducia nella Chiesa perché, rinnovandosi, possa portare luce e speranza nelle tenebre in cui siamo immer si. Grazie, padre, per questo movimento che ci aiuta a comprendere in profondità l’Amore che Cristo ha avuto per noi ed il significato della nostra esistenza. Questo ci dà la forza per af frontare la vita in modo nuovo. Ora a chi mi chiederà che vuol dire contemplare Cristo Crocifisso risponderò che Lui non mi incute paura e tristezza, ma dà una gioia e una pace infinita. E non si tratta di suggestione, come ci siamo sentiti dire tante volte, ma di Fede. Grazie, Signore Gesù, per la Fede che ci hai dato, fa che cresca e che ci accompagni sempre. Elia ed Emanuela Torresi
10 anni di vita di un gruppo d’intercessione Il nostro piccolo gruppo di inter cessione compie 10 anni! Sembra ieri, quando in tre, iniziammo a dire il rosario davanti al tabernacolo. Poco dopo, Giovanni Paolo Secondo indisse l’Anno del Rosario e noi decidemmo di continuare. Non mancavano richieste di preghiere, anche via email, soprattutto a padre Alberto, così nacque questo cenacolo che ancora oggi è per noi e per chi si affida alle nostre preghiere, forza e speranza. Abbiamo sperimentato che Dio ascolta chi lo prega con fede e che la fedeltà agli impegni presi è veramente importante! Fiorella
TESTIMONIANZE
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Le attenzioni affettuose di Dio anche nelle prove Caro padre, ringrazio il Signore per il prezioso movimento che hai saputo avviare e dirigere. Non sai quale sollievo provo nel ripensare ai tuoi insegnamenti (che sono poi di Gesù e di San Paolo della Croce) sulle piccole croci quotidiane: sicuramente sarei smarrito senza le tue parole sulla sofferenza. Sai, in una riunione di lavoro hanno notato l’immagine di Gesù crocifisso che tengo sul desktop, ed è nata una breve discussione in cui il Signore mi ha illuminato. Ho fatto presente ai partecipanti che davanti alla sofferenza umana esistono tre reazioni istintive: scappare, imprecare con tutta la rabbia del caso, o trovare conforto e ragione nella fede cristiana, perché ogni croce umana, anche la più pesante, diviene causa di redenzione e salvezza. Come dice San Paolo, la croce di nostro Signore è il più bel dono del suo Amore per noi. Grazie alla fede, si può capire la propria sofferenza, con la speranza di arrivare ad amarla perché diventi salvezza e gloria. Spero che tu sia contento di aver condotto un fratello ansioso e triste ad affidarsi alla Divina Provvidenza, e se dovrà fare ancora molta strada, sei riuscito a ridonarmi speranza e cercare di capire il significato della sof ferenza. Anche se spesso non riesco ancora a vedere la strada da percorrere e a capire i disegni di Dio, riesco a notare nitidamente le sue attenzioni di Padre affettuoso e premuroso e a sperare che anche Lui un giorno possa essere contento di me. Leopoldo
Bacio la Croce e consacro me stesso a Gesù Crocifisso Risorto. Anna, la nostra piccola martire, è sempre molto vivace e molto socievole e fa i suoi piccoli progressi. Giovanni sta finendo brillantemente la prima elementare; è un bambino molto sensibile e prega molto. La nostra vita si articola nell’illogicità manifesta, nel limite della medicina, in un costante e crescente vivere nel mondo senza sentirsi del mondo. E questa forse è la Grazia di Dio. Sembra che Dio - pur facendoci vivere su questa terra - ci voglia staccare progressivamente da ogni attac-
Gruppo Famiglie: gioia e fraternità anche a tavola camento terreno. Una richiesta, per così dire, a donarsi totalmente a Lui, giorno dopo giorno, pur sapendo quanto difficile sia vivere pienamente questa realtà. Che sia questo, caro padre, il vero miracolo? Prepararci davvero ad una vita non materiale da vivere fra le Sue braccia e nella Sua Gioia, immergendoci quotidianamente nel Suo Cuore trafitto, dal quale promana la Vita Eterna? Il fatto è che più vado avanti e più avverto questo messaggio nonostante i momenti di sconforto e di avversione al male in sé e per sé. Dono sempre i miei peccati a Gesù Crocifisso e gli chiedo sempre di accrescere la mia fede, di insegnarmi le vie della vita e di non abbandonarmi alla tentazione, come si dice nell’ultima versione del Padre Nostro. Non so più davvero cosa chiedere, perché umanamente non so cosa è bene e cosa è male, o meglio: “Ciò che sembra un male, è davvero un male?”. Con gli occhi dell’Amore dico di NO! Gesù ha indicato la Via della Croce, la strada stretta e scomoda e il deserto come luogo del silenzio, della tentazione e dell’incontro intimo con il Padre. L’avversario non perde l’occasione di “scodinzolare”, ma quello che sappiamo è che Gesù ha vinto la morte e che Satana è l’eterno sconfitto. Col cuore, con la mente e con la bocca bacio sempre la Croce e a Gesù Crocifisso e Risorto consacro me stesso, la mia vita e la mia famiglia ogni giorno. Ti saluto con grande affetto e prego Dio e la Vergine che
benedicano sempre il tuo prezioso ministero e tutta la Famiglia Passionista. Fabrizio – Firenze
Catechesi sulla Fede Ho letto con attenzione le catechesi degli esercizi spirituali di agosto: sono densi di approfondimento biblico. I riferimenti evangelici sono una completa catechesi sulla fede. Ritengo che abbiate posto bene l’accento sulla “mimetizzazione “ della fede dei cattolici oggi. Sono certo che un’ora settimanale di adorazione eucaristica sarebbe una grande grazia per ravvivare la fede nelle nostre famiglie. Ho pensato a Maria, madre e discepola di Gesù, che c’invita continuamente alla conversione, a farci umili, alla fede e fiducia nel Signore, a vivere da figli di Dio, come ci raccomandano tutti i santi, citati nelle catechesi. San Giacomo ci dice che la fede senza le opere non serve; io penso a quei cristiani che si definiscono tali ma che non compiono la volontà di Dio con la loro pessima condotta di vita, con gli scandali, con il loro egoismo sfrenato. Ritengo anche di particolare rilievo i riferimenti a san Paolo della Croce, fondatore della Famiglia Passionista, che ci dà continuamente stimoli sulla fede, con l’accettazione del “Divino Beneplacito”, anche nelle situazioni più dolorose. Le catechesi sono per noi una lezione magistrale. Grazie, padre. Gaetano Pugliese
La Fede di Tiziana Ormai da diversi anni è un appuntamento irrinunciabile andare a visitare nel mese di luglio una nostra aggregata della Fraternità di Giulianova, Tiziana e la sua splendida famiglia, insieme a P . Alberto. Tiziana ha un sorriso che riempie il cuore e lo regala a tutti coloro che hanno il privilegio di conoscerla ed è spontaneo volerle bene come ad una sorella. È circondata dall’af fetto del padre, dalla famiglia del fratello Domenico, Anastasia la moglie, i piccoli Rachele e Francesco e le sorelle di cui una è Suor Pia Regina Passionista. Tiziana appena laureata si ammalò di un terribile male, ma in sé aveva già un percorso di FEDE, poiché da ragazza, conobbe P. Alberto e si iscrisse agli A.G.C. così oggi con una pace del cuore accetta la volontà di Dio. Nell’omelia P. Alberto ha ricordato la mamma di Tiziana, Rachele, che prega dal cielo per la sua famiglia. Le foto di gruppo fatte con uno sfondo del nostro Gran Sasso e di seguito una festa fraterna preparata dalla famiglia. Rita e A.G.C. Giulianova
Calendario degli Amici 09 settembre: 02 ottobre: 04 ottobre: 05 ottobre: 13 ottobre 07 ottobre: 28 ottobre: 04 novembre: 10 novembre: 25 novembre:
Ritiro mensile a Morrovalle MC Consacrazioni a Sulmona Consacrazioni a Roccaraso Animazione a Trasacco Consiglio Nazionale Ritiro mensile a Morrovalle MC Ritiro e consacrazioni alla Madonna della Stella Ritiro mensile a Morrovalle MC Ritiro e consacrazioni a San Nicolò a Tordino TE Ritiro e consacrazioni a Giulianova Lido TE
SOMMARIO
2. P. A. Pierangioli Pescare le perle nel mare della Passione 3. P. A. Pierangioli L’uomo il “niente” che si tuffa nel “Tutto” 4. P. R. Cecconi V - Meditiamo con il vangelo di Marco 5. Coltorti M.Grazia XVI – La santità è amore 6. Manuela Peraio L’Anno della fede: Annuncio 7. Manuela Peraio L’Anno della fede: I Testimoni 8. Margherita – Lucia Esercizi Spirituali 09. Varie Echi del corso di formazione per famiglie 10. Pio Calvarese Esercizi e foto 11. Pilloni Elena Testimonianza di Amica Aggregata 12. Margherita e Pio Pellegrinaggio alla Madonna della Stella 13. P. L. Mazzocante Passionisti, Chiesa, Società 14-15. Testimonianze 16. Incontro con Tiziana Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Fusari Nazzareno di MC: 01-05.12 - De Carolis M.Laura di FM: 22-6-12. Di Battista Giuseppa di Roccaraso: 11-08-2012.
Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa Settembre-Ottobre 2012 – Anno XIII n. 5 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morr ovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org