Amici gesù crocifisso n5 / 6 2015

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Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Settembre - Dicembre 2015 - Anno XVI n. 5-6


cari amici

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Luciano Temperilli CARI AMICI, sto scrivendo questo pezzo dopo la strage di Parigi e sto vedendo come sta cambiando il mondo intorno a noi. Vengono messe in crisi le nostre certezze ed il nostro modo di vivere. Ci sentiamo più fragili, più arrabbiati, più impotenti. Questi sentimenti invadono la nostra vita ed il nostro cuore. Però bisogna andare avanti, la vita deve andare avanti, non dobbiamo farci prendere né dalla paura né dalla rabbia impotente ma ricostruire ogni giorno la nostra vita. La nostra vita, intesa come routine esistenziale, di fatto viene sconvolta non soltanto da questi fatti eclatanti ma da tutto un insieme di cambiamenti che ci fanno perdere i nostri orizzonte di riferimento: basta guardare la famiglia, l’immigrazione, la scuola ecc... Sta cambiando un’epoca, ricorda spesso papa Francesco e troppo spesso non abbiamo i parametri né per affrontarla né per capirla. Questo cambiamento, a volte lento a volte tumultuoso, sta travolgendo anche noi la nostra vita passionista. L’unione delle province religiose in un’unica grande provincia accende entusiasmi creativi e sperimenta fragilità operative. Anche gli AGC sono stati travolti, in questi ultimi mesi, da questi avvenimenti, partecipi, come sono, non solo della spiritualità ma anche della vita. La malattia poi del P. Alberto ha reso necessario un cambiamento rapido a livello di dirigenza e organizzazione non solo per cercare di dare un futuro a quanto il caro padre Alberto ha creato in questi anni con passione e tenacia, ma soprattutto per rendere ancora vivo quel carisma di Paolo della Croceche negli Amici di Gesù Crocifisso ha trovato accoglienza generosa. Il “fare memoria” della risorsa irrinunciabile per dare senso alla propria vita, alle relazioni sociali e al cambiamento tumultuoso del nostro mondo. L’amore di Dio che si manifesta nel Crocifisso-Risorto ci assicura la perenne fedeltà di Dio, la sua misericordia e la sua grande risposta alle nostre domande sull’esi-

stenza, sulla vita, sulla morte, sul bene e sul male, sulle sofferenze del momento presente e sui nostri fallimenti. E allora bisogna andare avanti perché la vita va a vanti, perché si presentano sempre nuove situazioni, nuove ingiustizie e nuove sofferenze che hanno bisogno di essere guarite. Lo sappiamo che non basta la legge, il bel ragionamento logico, il richiamo morale per cambiare avvenimenti e persone e soprattutto per cambiare noi di fronte ad avvenimenti e persone. Abbiamo bisogno della Croce di Cristo che ci offre, come dice Papa Francesco, “la certezza dell’amore e della vita nuova”. Il Natale che si avvicina ricorda a noi passionisti il Gesù che dorme sulla Croce. L’immagine cara a S. Paolo che vi vedeva l’umiliazione del Figlio che procura la divina natività dell’uomo, cioè l’inserimento nel mistero pasquale di

morte e resurrezione. E la Vergine Addolorata, che ai piedi della croce, “attesta che la misericordia di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno”, ci sostenga nel cammino. Perché è vero che la vita va avanti ma è bene andare avanti insieme perché la famiglia passionista, come recitano le Costituzioni, “con la potenza della croce tende ad illuminare e rimuovere le cause dei mali che affliggono gli uomini”. Riscopriamo la divina natività che ci vuole persone nuove, persone nate a nuova vita. Persone che, citando papa Francesco, vivono nell’amore e nella misericordia perché “come ama il Padre, così amano i figli”. A questo punto posso augurare a tutti Buon Natale, veramente un Buon Natale. In copertina: Ghirlandaio - Natività


meSSaGGio Per l’avvento Del

PaDre Generale alla famiGlia PaSSioniSta

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Cari Fratelli, Sorelle e Amici della Famiglia Passionista, l’inizio del tempo liturgico dell’Avvento ci ricorda che la festa importante e preziosa del Natale si sta avvicinando. Il messaggio che ci viene rivolto è pertanto: PREPARATEVI! Ma “preparare cosa?”… “preparare come?”… L’Avvento è piuttosto il tempo dell’ “attendere”, del “desiderare ardentemente”, della “aspettare”. L’Avvento è quel tempo liturgico e orante che ci invita a compiere una preparazione interiore e spirituale, non per qualcosa che sia importante, ma per qualcuno che è speciale: Gesù, il nostro redentore e Salvatore. Mi ricordo che un anno un’amica mi chiese che cosa volessi per Natale ed io risposi: “Nulla! Non preoccuparti di comprarmi nulla, perché davvero non ho bisogno di niente”. Ovviamente sapevo che lei sarebbe comunque rimasta della sua idea e mi avrebbe comprato qualcosa! Ma la sua domanda mi spinse a fermarmi a riflettere dentro di me e a pormi, più tardi, la stessa domanda: “Che cosa davvero voglio per Natale quest’anno?”. La qual cosa poi mi condusse a pormi la domanda più importante dell’Avvento: “che cosa bramo, che cosa desidero ardentemente?”. Riflettendo su tale domanda, giunsi a comprendere che i miei “desideri ardenti” davvero non riguardano quelle cose esteriori che possono esser acquistate così facilmente; i miei desideri, piuttosto, son rivolti per quei doni più profondi, più sani, che sono quella pace, quella gioia, quella misericordia e contentezza che solo Dio può dare e che Dio davvero dona, se lasciamo entrare Dio. Il filosofo ebreo Martin Buber racconta una storia valida anche per i cristiani: Un Rabbino chiese una volta a un gruppo di persone istruite che erano andate a visitarlo: “Dov’è il luogo dove abita Dio?”. Loro si misero a ridere. “Ma che domande fai?” – gli dissero – “L’intero mondo non è forse pieno della gloria di Dio?”. Allora il Rabbino rispose alla sua stessa domanda dicendo: “Dio abita ovunque la gente Lo lasci entrare”. Questo è il nostro scopo ultimo: lasciare entrare Dio. Mentre tutto il mondo è impegnato nel “fare”, la nostra prima preoccupazione come gente di fede riguarda il “lasciare”: lasciare entrare Dio, lasciare che Dio operi. Nel bel mezzo della preparazione dell’Avvento, quest’anno, il Santo Padre Papa Francesco ha proclamato l’inizio di un Giubileo Straordinario della Misericordia, un anno santo che ci invita ad aprire, con maggiore decisione e fiducia, le porte dei nostri cuori per lasciare entrare Dio. È un’occasione e un momento di conversione! Accogliamo con gioia e senza paura. Il messaggio dell’Angelo ai pastori spaventati, alla nascita di Gesù, fu: “Non abbiate paura. Ecco, vi porto la notizia di una grande gioia, una gioia che è per tutto il popolo … un Salvatore è nato per voi, che è il Cristo Signore” (Lc 2, 10-11). Gesù ci salva e ci ama con la misericordia di Dio, che noi Passionisti contempliamo nella Passione di Gesù. Quel Bambino che è nato a Maria e Giuseppe, avvolto in fasce e che giace nella mangiatoia di Betlehem è qualcuno speciale: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth.” (n. 1) Pertanto, nel meditare sull’evento del Natale quest’anno, accogliamo l’invito del Santo Padre a “contemplare costantemente il mistero della misericordia” che, come dice, “È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza” (n.2). A tutti auguro ogni benedizione dal cielo nella preparazione, contemplazione e celebrazione di questo tempo di Avvento e Natale. Che la vostra ardente attesa possa produrre frutti di gioia, serenità e pace. P. Joachim rego cP Superiore Generale

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entrIAmo nel gIubIleo DellA mISerIcorDIA

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Gabriele Cingolani

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’otto dicembre prossimo si apre l’anno giubilare della misericordia. Celebrando colei che la misericordia di Dio ha preservato dal peccato –l’Immacolata – entriamo nell’ambito della stessa misericordia che vuole liberare il mondo da ogni peccato. Concluso l’anno dominato dall’attenzione sulla famiglia e mentre è ancora in corso l’anno della vita consacrata, s’innesta l’anno tematico della misericordia, la cui atmosfera tuttavia permea già il clima ecclesiale fin dagli inizi del ministero di papa Francesco. Ufficialmente è stato indetto l’undici aprile scorso con la Bolla pontificia Misericordiae vultus (Cristo “Volto della misericordia”), ma i presagi risuonavano chiari tra le pagine del primo documento di Francesco, Evangelii Gaudium. Il confessionale non dev’essere una sala di tortura, bensì il luogo della misericordia del Signore, 41. La misericordia è la più grande delle virtù, 37. Lo stesso motivo ritorna sempre più frequente nelle sue omelie quotidiane a Santa Marta e nei gesti e interventi da Roma o in giro per il mondo. Il complesso discorso che ha inchiodato per due anni la riflessione della chiesa sulla famiglia è stato avvolto nel contesto della misericordia. Il primo dovere della chiesa non è quello di distribuire condanne o anatemi, ma di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza

(discorso conclusivo). Le situazioni di miseria e di conflitto sono per Dio occasioni di misericordia. Oggi è il tempo di misericordia (omelia conclusiva). L’anno giubilare durerà poco meno di dodici mesi, perché si concluderà il 20 novembre 2016, festa di Cristo Re e fine dell’anno liturgico. L’inaugurazione è sotto lo sguardo della Regina Madre di Misericordia, e nel 50.mo dalla chiusura del Vaticano II, il cui promotore Giovanni XXIII disse che voleva presentare una chiesa che oggi preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità (discorso di apertura). La conclusione sarà sotto lo sguardo di Cristo Re e Signore che giudica la storia dal trono della croce, lui volto della misericordia del Padre, che giudica dalla croce per dirci che il suo è un giudizio di amore. Dio ci giudica amandoci. Avrà carattere sia centrale che locale, perché la purificazione dal peccato (indulgenza) può essere attinta non solo nel pellegrinaggio a Roma ma anche in varie sedi di ogni diocesi, a partire dalla cattedrale. Nei primi cinque giorni l’unica porta santa aperta sarà quella di san Pietro in Vaticano, a indicare l’unità e la comunione nel centro di scaturigine della grazia, di cui il Vicario di Cristo accorda l’effusione su tutto il mondo. (Ora il papa ha deciso che aprirà una porta santa in Africa una settimana prima, il 29 novembre, mentre si troverà in visita

nel continente). La domenica seguente sarà aperta la porta santa nelle altre basiliche romane e in tutte le chiese locali secondo le indicazioni dei vescovi. Desidero che gli anni avvenire siano intrisi di misericordia per andare incontro a ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio, MV 5. Come clima spirituale permanente, il papa propone la beatitudine beati i misericordiosi, Mt 5,7 e il motto misericordiosi come il Padre, Lc 6,36, che deve diventare lo slogan o il mantra del nostro pensare e agire, MV 9, 13, 14. Come dinamismo operativo siamo richiamati all’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale. Il numero 15 di MV ne riporta l’elenco tradizionale completo, come non faceva più neppure il Catechismo della chiesa cattolica (cfr. 2447). Esse rappresentano le periferie esistenziali verso le quali uscire, e le ferite da curare, perché in esse è presente Cristo stesso. La sua carne diventa visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga. Un punto culminante di iniziative giubilari sarà la quaresima 2016, con l’invio dei missionari della misericordia, la riflessione sulla Parola di Dio, l’appello al sacramento della riconciliazione e le 24 ore per il Signore, MV 17 Lo scopo del giubileo non è quindi principalmente renderci conto a livello di informazione e di fede che tutta l’opera salvi-


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fica e tutto il bene diffuso nel mondo per mezzo degli esseri umani è frutto dell’amore misericordioso di Dio, ma capire che la nostra vita deve essere modellata dal dinamismo della misericordia. Il nostro pensare, giudicare gli altri, metterci in rapporto con le persone e con gli eventi deve essere improntato alla misericordia. Come passionisti e Amici di Gesù Crocifisso siamo invitati ad accogliere questa grazia che papa Francesco ha voluto spalancare sul mondo. Sembra un nuovo grido della sete del Crocifisso, volto misericordioso del Padre che arde dal desiderio di effondere lo Spirito perché tutti gli esseri umani siano salvi, abbiano la vita eterna, e nessuno vada perduto. Non ci faremo prendere dall’ansia di compiere uno o più pellegrinaggi romani, o di correre a collezionare tutte le indulgenze possibili varcando la porta santa della chiesa più vicina alla nostra casa, ma umilmente invocheremo la potenza dello Spirito perché davvero ci guidi a sradicare il peccato dalla nostra vita. L’anno giubilare sarà una nuova occasione per sperimentare la nostra spiritualità radicata nel Crocifisso Risorto, e per testimoniarla nella dedizione a curarne le piaghe nei crocifissi che ci sono accanto. L’impegno non è acquisire nuove nozioni

sulla misericordia, ma diventare anche noi misericordia. Come il Padre. Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell’Anno giubilare. Nel motto

Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr.

Lc 6,37-38). Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito ed indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo tanto da cambiargli la vita. Il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo sguardo l’amore del Padre. La scena si colloca all’interno della mandorla che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.


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anno Santo Della miSericorDia nei Santuari PaSSioniSti Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è verbo viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericodiosi con gli altri come il Padre lo è con noi. (n. 14 Misericordiae Vultus)

il pellegrino trova nei nostri santuari occasione di riscoperta della fede, di accesso alla confessione e alla direzione spirituale. alcuni nostri Santuari sono stati nominati Santuari Giubilari:

Madonna della Stella Perugia

Monte Argentario Grosseto

Scala Santa Roma

S. Maria Goretti Roma

Madonna di Casale Rimini

Nostra Signora delle Rocche Alessandria

Santuario Romitello Palermo

Madonna della Catena Cosenza

Santuario San Gabriele Teramo


Il SInoDo DellA fAmIglIA Ciro Benedettini

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l giudizio, forse il più indovinato, sul Sinodo dei vescovi sulla famiglia l’ha pronunciato il Cardinal Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna: “E' stato un grande, convinto ‘sì’ alla famiglia”. Troppo poco? E’ molto invece, anche se non è tutto. E’ molto perché, a differenza della società che la trascura e maltratta, la Chiesa considera la famiglia “bene primario della società” e la pone al centro della sua attenzione e del suo impegno pastorale. E’ stato un Sinodo particolare con due sessioni, a distanza di un anno l’una dall’altra, e con la più ampia consultazione che sia mia avvenuta nelle diocesi, interpellate almeno tre volte. Il Sinodo è un’assemblea, consultiva non deliberativa, di vescovi ed esperti. E’ un consiglio allargato del Papa, al quale sono consegnati i risultati, in passato sotto forma di “proposizioni”, a partire dalle quali, in genere, il Pontefice preparava un documento detto “Esortazione apostolica”. Questa volta i Padri Sinodali hanno consegnato al Papa una Relazione finale o Documento sinodale, composto di 94 paragrafi, approvati tutti a maggioranza qualificata. Papa Francesco ha detto che sta meditando su questo documento. Perciò il vero risultato finale del Sinodo è ancora da venire e porterà la firma del papa. Purtroppo i media hanno fuorviato la comprensione di questo Sinodo concentrando la loro attenzione solo su due aspetti critici: la possibilità di accedere alla comunione per i divorziati risposati e il cosiddetto “matrimonio” per gli omosessuali. Il Documento sinodale invece è un’ampia, realistica considerazione sulla famiglia in tutti i suoi aspetti, belli, meno belli, difficili, fallimentari, per far risplendere su di essa la luce e la misericordia di Cristo, che “è entrato nel mondo in una famiglia”, ha voluto provare la tenerezza di una madre e l’amore e l’autorità di un Padre sia pure putativo. “Grembo di gioie e di prove, la famiglia è la prima e fondamentale scuola di umanità”. La Chiesa si schiera con decisione a fianco della famiglia per comprenderla, aiutarla, difenderla dagli attacchi ideologici e relativizzanti, illuminarla con la luce del Vangelo, curarne le ferite se necessario. In atteggiamento di amicizia annuncia il progetto creativo di Dio, il vangelo della misericordia, di Colui che è venuto non per condannare ma per salvare. Il benessere della società e della Chiesa passa attraverso la famiglia, prima cellula della società e della Chiesa; se si logora e disgrega la famiglia, sono la società e la Chiesa che si ammalano e disgregano. La famiglia è una “piccola Chiesa”: La crisi della piccola Chiesa comporta, in qualche modo, la crisi della grande Chiesa. Il documento parte dalla situazione concreta, una situazione di crisi culturale, sociale e religiosa, con tensioni e conflitti, ma dove non mancano aspetti positivi: Il matrimonio e la famiglia godono ancora di un una grande stima da parte dei giovani…. come porto sicuro dei sentimenti più profondi, ma l’individualismo, la paura di impegni definitivi, la mancanza di lavoro, la rivoluzione sessuale, la cultura del cosiddetto gender (nega differenze e reciprocità fra uomo e donna, annullando la diversità biologica) l’hanno resa fragile, ne minano la solidità e anche la natura stessa. Ma la Chiesa conosce la forza risanatrice del Vangelo.

AlcunI puntI Del Documento SInoDAle • Uno dei compiti più gravi e urgenti della famiglia è “custodire il legame fra le generazioni per la tra smissione della fede e dei valori fondamentali della vita”. “l’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque”. • “i bambini sono una benedizione di Dio e devono essere una priorità nell’azione pastorale della Chiesa”. Da come sono trattati i bambini si giudica una società… i bambini ci ricordano che siamo sempre figli, … la vita non ce la siamo data ma l’abbiamo ricevuta. • la donna: ”Ogni persona umana deve la sua vita a una madre e la madre custodisce la memoria e il senso della nascita per una vita intera. La maternità deve essere sostenuta e protetta, come anche la dignità della donna deve essere promossa e difesa da violenze, discriminazioni, nuove pratiche connesse alla procreazione (utero in affitto, mercato dei gameti). Deve essere maggiormente valorizzato il ruolo della donna nei processi decisionali della Chiesa. Å • l’uomo. Il ruolo del padre è essenziale nella famiglia per la protezione della sposa L’assenza del padre segna

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gravemente la vita familiare, l’educazione dei figli e il loro inserimento nella società. San Paolo: “Il marito deve amare la moglie come il proprio corpo”.(Ef. 5,28) i giovani. “Molti continuano a vedere “il matrimonio come il grande anelito della loro vita e il progetto di famiglia propria come la realizzazione delle loro aspirazioni”, ma sono vittime di ideologie che svalutano il matrimonio e la famiglia, bloccati dall’esperienza di fallimento di altre coppie, dal timore di impegnarsi per sempre , da motivi economici, lavorativi, di studio... “La Chiesa guarda con apprensione alla sfiducia di tanti giovani verso il matrimonio e soffre per la precipitazione con cui tanti fedeli decidono di porre fine all’impegno coniugale per instaurarne un altro”. “L’amore tra uomo e donna si illumina pienamente solo alla luce dell’amore di Cristo Crocifisso”. Il modo di amare di Dio è misura dell’amore umano fra gli sposi. L’amore familiare è “principio di vita nella società: “Diventa perciò una necessità sociale, e perfino economica, proporre ancora alle nuove generazioni la bellezza della famiglia e del matrimonio”. Il matrimonio cristiano è una vera chiamata di Dio, non una semplice tradizione o convenzione. Occorre un’adeguata catechesi prematrimoniale che aiuti i futuri sposi a comprendere che l’alleanza matrimoniale si compie “nel Signore”. Le parrocchie devono preparare percorsi formativi e di accompagnamento delle coppie, soprattutto durante i primi anni di matrimonio che sono i più delicati. Coppie esperte devono porsi a servizio di quelle più giovani. • La vita umana è sacra e inviolabile. E’ compito della famiglia, sostenuta dalla società intera e dalla Chiesa, accogliere la vita nascente, prendersi cura di essa, e soprattutto educare la prole, un compito impegnativo e complesso nella nostra società in cui hanno una grande influenza i media. Le persone con tendenza omossessuale devono essere “rispettate nella loro dignità, e accolte con rispetto” evitando “ogni marchio di discriminazione”, ma non corrisponde al disegno di Dio il progetto di equiparare le unioni omosessuali al matrimonio. L’esperienza del fallimento matrimoniale è sempre dolorosa e deve diventare occasione di riflessione, conversione e affidamento a Dio, presa di coscienza delle proprie responsabilità. I divorziati risposati devono essere integrati nella comunità, evitando lo scandalo: La chiesa “li accoglie, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del vangelo”. “C’è differenza fra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il proprio matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente e quanti per loro grave colpa hanno distrutto il matrimonio”. Per coloro che hanno intrapreso una nuova unione è necessario “un percorso di accompagnamento e discernimento che orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio. Il colloquio con il sacerdote in foro interno concorre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere”. La famiglia è un tesoro della Chiesa, purtroppo in “vasi di creta”, come afferma S. Paolo (2 Cor 4,7). Per questo le famiglie devono approfondire la dimensione spirituale della vita familiare, riscoprendo la preghiera insieme, l’ascolto in comune della parola di Dio e soprattutto la partecipazione all’Eucarestia. La famiglia è soggetto della pastorale, deve evangelizzare, cominciando con la testimonianza dell’unione feconda degli sposi, l’educazione dei figli, la preparazione delle altre coppie al matrimonio, l’accompagnamento amichevole delle coppie e delle famiglie in difficoltà. Tre parole e tre atteggiamenti suggeriti da Papa Francesco per la vita in famiglia: permesso, scusa, grazie.


S. pAolo DellA croce e lA DIVInA mISerIcIrDIA

9 Tito Paolo Zecca

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ell’esperienza spirituale di san Paolo della Croce (1694-1775), il tema della misericordia divina è di capitale importanza. Egli è vissuto in un’epoca nella quale era ancora prevalente, nel sentimento religioso diffuso, più il timore dei castighi divini, della inesorabilità del giudizio di Dio, che l’accoglienza dello smarrito di cuore. Gli effetti devastanti della ideologia giansenistica che occupò la riflessione teologica e gli interventi del magistero ecclesiastico per larga parte del secolo precedente, ancora si avvertirono per tutto il Settecento. Il giansenismo aveva raggelato le coscienze dall’aprirsi con fiducia alla misericordia divina per l’asserita ineluttabilità della colpa a stento debellata dalla grazia vittoriosa sulla pervicace volontà umana sempre protesa al male. Il giansenismo irrigidiva le anime nel rivolgersi con fiducia e sereno abbandono all’amore di Dio. Il crocifisso era visto come la vittima designata che placava lo sdegno divino per la malizia umana. Così l’accesso all’eucaristia era consentito solo a persone che avevano già conseguito un livello di vita moralmente ineccepibile. Il sacramento della confessione era fruito soprattutto come accesso ad un tribunale dove il penitente poteva sperare di placare i rimorsi per i peccati commessi, minuziosamente elencati, piuttosto che celebrare la festa della riconciliazione e del perdono nell’abbraccio del Padre misericordioso. L’esperienza interiore di Paolo, sostenuta da grandi grazie mistiche e celesti illuminazioni, individua invece nell’Amore misericordioso di Dio la ragione ultima della Passione e della Morte del Verbo incarnato. E’

ben nota, per i cultori del pensiero di Paolo, l’espressione ricorrente nel suo insegnamento: “La Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera del divino Amore”, ossia essa rivela, manifesta e stabilizza nell’amore divino il mistero della croce. “Vexilla regis prodeunt, fulget crucis mysterium” (Si fanno avanti i vessilli del re vittorioso, rifulge il mistero della croce). La colpa di Adamo è stata superata in modo sovrabbondante dal dono del Salvatore e Redentore misericordioso.

mostravano molta diffidenza del perdono, il servo di Dio, dopo averli confessati, alfine di animarli e incoraggiarli alla confidenza in Dio, soleva dir loro: “Orsù, state di buon animo, non temete, non dubitate. I peccati fatti fino a questo tempo presente, me li prendo io sopra le spalle; pensate all’avvenire, che al passato ci penso io”». Sempre il Cioni ricorda che un giorno, mentre Paolo stata pregando davanti al Ss. Sacramento, sentì dirsi dal diavolo che avrebbe pagato

In Paolo è ben evidente la sottolineatura della misericordia divina esercitata soprattutto verso i peccatori. «Della confidenza in Dio – leggiamo nella testimonianza resa dal p. Giammaria Cioni al processo di canonizzazione di Roma – servivasi per ridurre i peccatori più traviati dal retto sentiero, come quelli che, cogl’altri eccessi, sogliono per ordinario accoppiare quello della disperazione. Dopo di avere pertanto illuminati, e compunti questi tali peccatori, gli poneva sotto gli occhi l’infinita misericordia del Signore. E siccome i poverelli alla vista di tante innumerabili colpe, alle volte

tutte le conseguenze davanti al giudizio di Dio essendosi caricato dei peccati degli altri. Al che il santo immediatamente affidò il peso di quelle colpe sulle spalle di Gesù Cristo. «Senza avvedersene, ne fece persino l’atto esteriore, quale suol essere quello, che suol farsi colla spalla, nel scaricarsi la propria soma sopra le spalle di un'altra persona» (Processi, I, 123). Per questa testimonianza, e per tanti altri episodi e insegnamenti che troviamo nella biografia del santo, egli fu chiamato dai suoi contemporanei, “mamma della misericordia”.


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meDItIAmo SullA rISurrezIone DI geSù Guidata dal risorto, la chiesa si volge a tutte le genti (Gv 21,1-14) Carissimi “Amici”, in questo numero vogliamo meditare sulla terza apparizione di Gesù ai discepoli, dopo la sua vittoria sulla morte. Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

l’apparizione di Gesù e la pesca sovrabbondante Il racconto inizia con la menzione di Simon Pietro e di altri sei discepoli che si recano a pescare. Questa loro iniziativa, tuttavia, contrasta con quanto il Risorto aveva detto loro la sera di Pasqua: «“Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi… A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”» (Gv 20,21.23). Gesù invia i suoi nel mondo come ambasciatori della sua misericordia, ed essi se ne vanno a pescare, come se nella sera di Pasqua non fosse successo nulla! Si può intravedere in questo episodio una certa resistenza da parte dei discepoli a mettere in pratica la parola del Signore. Durante quella notte tuttavia non pescano nulla. Non poteva andare diversamente, visto che non era stato questo il mandato del Risorto… Sul far del mattino, Gesù – senza essere riconosciuto – appare sulla riva del lago ed invita i discepoli a gettare la rete sul lato destro della barca. La destra solitamente era una posizione di buon auspicio. I discepoli gettano e pescano una grandissima quantità di pesci. In quest’occasione essi mostrano una notevole fiducia in questo personaggio di cui ancora non conoscono l’identità. Infatti non si pescava di mattino, ma durante la notte. Inoltre, la rete non si gettava sul lato destro, ma su quello sinistro. Con il braccio destro, infatti, era più facile lanciare la rete verso sinistra piuttosto che a destra. Questa loro fiducia viene premiata da una pesca abbondante. A questo punto, il discepolo amato riconosce la presenza del Risorto. Pietro si getta subito in acqua per andare verso di lui. Poco dopo arrivano anche gli altri e

notano un po’ di pesce sulla brace e del pane. Gesù prende la parola ed invita i discepoli a portare un po’ del pesce che hanno appena pescato. Simon Pietro va e trae a terra la rete che, benché piena di centocinquantatré grossi pesci, non si spezza. Come mai Giovanni è così interessato a comunicarci il numero dei pesci catturati? Si nasconde forse qualche significato dietro tale cifra? Probabilmente sì. Si ritiene infatti che i naturalisti antichi conoscessero centocinquantatré differenti specie di pesci. Il testo evangelico potrebbe dunque alludere alla Chiesa, chiamata ad accogliere in sé tutte le persone, a qualsiasi cultura o razza appartengano. Inoltre, la rete, benché piena di pesci, non si spezza. Con questo dettaglio, l’Evangelista allude alla comunità ecclesiale che, pur allargando le sua braccia al mondo intero, conserva intatta la sua unità. la Buona notizia Ogni volta che la Chiesa stenta ad essere attrattiva nei confronti del mondo, deve interrogarsi non tanto sulle proprie strategie apostoliche, quanto sulla sua fedeltà alla parola di Gesù. È in essa che i cristiani trovano il fondamento della loro unità e danno sapore al loro apostolato. Questo è il principio vitale che rende la compagine ecclesiale luminosa e significativa per l’uomo di tutti i tempi.


teStImonIAnze e conSAcrAzIonI

Carissimo Padre Alberto invio notizie sulle Consacrazioni a Roccaraso. Questa volta con la presenza delle tre Fraternità di Roccaraso, Pescocostanzo e Rivisondoli e sotto la guida di Padre Bruno, il giorno 19 settembre, la nostra sorella Rita Antonelli di Roccaraso ha potuto pronunciare la sua consacrazione: “Mi hai chiamato eccomi Signore”. La Santa Messa è stata allietata dai canti del Coro parrocchiale, diretto dal maestro Francesco Romito di Castel di Sangro . Dopo la cerimonia, tutti i presenti Amici ed altri fedeli si sono riuniti insieme per consumare l’agape fraterna. riccardo Sabato 19 settembre è stata una giornata importante per gli A. di G. C. di Sulmona perché giorno di consacrazione solenne a Gesù Crocifisso per Gina, Lucia e rinnovo per Nella. La giornata si è aperta con la catechesi di Padre Bruno. Anche il caro parroco Don Carmine ci ha raggiunto ed è riuscito a trascorrere con noi anche i momenti conviviali e fraterni della giornata. Sono seguite le confessioni e l’adorazione comunitaria alla quale ha partecipato anche l’amico Riccardo di Roccaraso francesca. La consacrazione solenne mi ha fatto sentire più pronta e desiderosa di

Consacrazione Solenne di Michele M.

“Nel giorno dell’angoscia, io cerco il Signore”. Carissimo P.Alberto, dopo di tanto mi faccio sentire, mi scusi del silenzio. Non sempre i giorni della vita sono sereni. Le nubi del dolore, della paura, della nostra debolezza si addensano sul capo, e cado nell’angoscia, vedo tutto nero. Con tutto ciò tengo la mia casa sulla roccia e cosi non cado; dopo tutta la tempesta ne esco fortificata, e torna il sereno. Tutto dipende dalla nostra fede. Le cose non sono cambiate, i problemi ci sono, ma l’amore è più forte del dolore, “tutto posso in Colui che mi dà forza. Giuseppina romagnoli. Sydnei. australia Consacrazione Rita Antonelli Roccaraso accrescere questo mio incontro spirituale con Gesù, questo perché mi dà tanta forza per andare avanti e sopportare con amore i dolori e le difficoltà che questa vita mi presenta quotidianamente Di fronte al grande AMORE GESU', mi sento ancor più piccola di una formichina, e mi fanno sentire di non essere meritevole neppure della sua amicizia. Ma in cuor mio sento che Lui mi ama "sempre e comunque. febi Graziella

Il 10 ottobre, è stato un giorno felice e meraviglioso. Ancora non so quali sono i piani di Dio su di me ma desidero portare avanti, nella spiritualità passionista, il cammino della vita, sino a quando Il Signore vorrà. franca retico consacrata Perpetua il 10 ott. 2015 a roccaraso Grazie ad alcune amiche e soprattutto ad una sorella, ho avuto la possibilità di conoscere e partecipare agli incontri spirituali; e in questo cammino di vita cristiana ho sentito fin da subito la presenza del Signore che ha risposto, nella sua misericordia, alle mie mille invocazioni. Ora il mio intento con la Consacrazione è di impegnarmi ogni giorno sempre di più nel ringraziamento e nella testimonianza di Gesù risorto che mi ha sempre presa per mano e sostenuta nei momenti più difficili della mia vita, ridonandomi la speranza. Savina virginia da S. nicolò

Ho fatto la terza Consacrazione a Gesù Crocifisso, con sommo piacere, perché il Crocifisso è stato ed è il mio compagno di viaggio. L’esempio di un bravissimo padre Passionista della mia fanciullezza mi ha sempre colpito perché parlava di Gesù e dell’amore per l’Eucaristia. Noi che facciamo parte degli AGC, vogliamo fare qualcosa in modo che il gruppo degli AGC aumenti? Dobbiamo prendere pian piano coscienza, e con la collaborazione di tutti , dobbiamo emergere da questo fossato in cui siamo adesso. Non basta la preghiera, bisogna muoversi, parlare, dire la verità. Persechino antonio Consacrazioni a S. Nicolò (TE) morrovalle

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teStimonianze Da Bari Sono molto cambiata da quando faccio parte degli Amici di Gesù Crocifisso. Sono più riflessiva. La cosa più importante è l’approccio verso Dio che è diventato più vicino con un amore più intenso. longo concetta Consacrarsi oggi in questa società non è facile in quanto gli ostacoli, le tentazioni minacciano il cammino rendendolo non semplice. Essere tutta del Signore è uno status importantissimo. mariella. Consacrarmi per sempre a Gesù Crocifisso è un’emozione grande. Questi anni di cammino spirituale da Passionista, sono stati molto importanti per me. Le mille difficoltà, cadute e sofferenze, mi hanno aiutata a non distogliere mai lo sguardo da Gesù. cerini filomena. In questi anni di cammino spirituale nella famiglia passionista ed in particolare negli Amici di GC., ho potuto sperimentare l’amore che Dio ha avuto per noi. Nel guardare il Crocifisso riconosco la stupenda opera che Dio ha fatto per noi. Non riesco a staccare lo sguardo dalla sua croce. Mi dà forza nei momenti difficili. Parisi anna rita.

teStimonianze Da morrovalle Il ricordo di mia madre ancora oggi trova spazio nel mio cuore. Non posso dimenticare il Rosario che teneva stretto tra le dita, lo sguardo rivolto all’immagine di S. Gabriele. Un brutto giorno vidi mia madre lasciar cadere il Rosario e, pur piangendo, pensai alla sua nascita al cielo. Fu cosi che incontrai un’altra Madre. Compresi che la vita è un dono straordinario, da donare e da conservare con equilibrio. Con questo cammino di fede, voglio lottare, credere e sperare di arrivare in cima e lì trovare ad attendermi, a braccia aperte, la Madre delle madri, insieme al Figlio suo Gesù. campetella maurizio (Prima consacrazione) In questa Fraternità mi trovo bene, come in famiglia. Per questo vengo tutte le volte che posso.. Ringrazio Dio che ancora mi permette di fare parte di questo gruppo. formentini Giuseppina (Prima consacrazione)

Grazie, Gesù, perché mi hai scelta a fare questo cammino. Mi rendo conto, dopo anni di queste varie esperienze, che ora sto bene, qui trovo la pace e sono sempre più convinta che questo cammino sia quello giusto. Procaccini luciana (Secondo rinnovo) E’ passato già un anno dalla mia prima Consacrazione e sono molto contenta del mio cammino di Fede che mi aiuta tanto ad affrontare le difficoltà che si presentano nella vita di tutti i giorni. Spero di continuare questo cammino e di accrescere sempre di più la mia Fede. Pievaroli lucia (Secondo rinnovo) Sono quattro anni che frequento questo gruppo AGC. Ora mi sto preparando per rinnovare la seconda consacrazione a Gesù Crocifisso. Io sono vedova e mi manca tanto l’amore di mio marito, ma l’amore di Gesù (che è infinito) mi rende felice perché so che è sempre presente nella mia vita. Scoponi rossella (Secondo rinnovo) Il mio cammino in questo Movimento è iniziato nel 2011 e, dopo quattro anni, sento che ho ancora molto da imparare e ho tanto bisogno di sentirmi sorretta da persone che condividono il mio stesso Carisma Passionista. Gesù mi sta dando la forza di lottare, testimoniare il suo amore e portare la mia croce con gioia. Sono riuscita ad accettare la mia sofferenza, offrendola a Gesù per la salvezza della mia famiglia e di altre famiglie in difficoltà. Ora riesco ad amare, con un amore nuovo, chi è la causa di tanto mio dolore. mosca cinzia (terzo rinnovo) Credo che la Consacrazione Perpetua sia un momento molto importante e forte, non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Prego Gesù di aiutarmi ad impegnarmi sempre di più ed amare e far amare Gesù Crocifisso. La pace e la serenità dell’anima la provo sempre quando partecipo agli incontri con gli Amici e con Padre Alberto. Ho sperimentato che solo nel momento di incontro con Gesù sento una grande pace, un amore verso Lui e per tutti, e non desidero altro che abbandonarmi tra le sue braccia per fare la sua volontà. castignani laila (consacrazione Perpetua) Durante questo anno nuovo di cammino sono cambiate diverse cose. Ho iniziato a dare sempre meno importanza alle cose futili e quotidiane della vita. Prima o poi tutto finisce. Ciò che realmente ti rimane

e che protrae all’infinito, è soltanto una cosa: l’amore del nostro Signore Gesù. Spesso do troppa importanza alle cose materiali, tralasciando i veri valori e le vere gioie della vita...l’amore. L’amore non finisce mai, riesce a rendere qualsiasi persona felice; non stanca mai e può essere usato dappertutto, a partire dai semplici gesti quotidiani con qualunque persona che mi sia vicino. vitali Paolo (consacrazione Perpetua)

teStimonianze Da Giulianova Nella nostra Fraternità di Giulianova il 15 novembre 3 sorelle si sono preparate a ricevere la Consacrazione. Domenica Mancini e Tiziana Giancroce hanno fatto la prima Consacrazione, mentre Tiziana Menghini ha fatto la Consacrazione perpetua. Con grande nostro stupore e gioia alle 15.00 è arrivato il carissimo Padre Alberto che, nonostante tutte le difficoltà, ha voluto partecipare, accompagnato da due fratelli della nostra Fraternità, Antonio e Valerio, introducendo il Rito con qualche notizia riguardo San Paolo nostro fondatore e un augurio alle Consacrande. La liturgia è stata presieduta da Padre Bruno, e concelebrata da don Ennio e padre Vito. Da qualche anno, nel rito delle Consacrazione, abbiamo inserito la testimonianza di qualche Amico di Gesù che è iscritto da più tempo, e questa volta è stata Teresa Casaccia, iscritta da più di 10 anni che con parole semplici e tanta emozione, ha saputo raggiungere i nostri cuori con il racconto della vita vissuta cercando di seguire la Spiritualità passionista, con umiltà e tanto impegno.


peregrInAtIo crucIS (gv 4,5 ss) corrISponDenzA PreGrinatio cruciS 2015 Anche quest’anno siamo arrivati al termine della Peregrinatio Crucis che ha avuto l’obiettivo di raggiungere principalmente famiglie non appartenenti al nostro movimento. Quello che ha reso particolarmente bello questo cammino quaresimale è stato il fatto che abbiamo collaborato tra noi in maniera molto intensa, tanto da poter raggiungere famiglie anche fuori dalla zona che abitualmente visitavamo. Ci sono stati momenti molto toccanti, perché durante le meditazioni e le riflessioni, persone che non avevano mai avuto l’occasione di ritrovarsi a parlare insieme ad altri, hanno sentito il bisogno di esternare il loro dolore, confidando in un nostro aiuto. Possiamo veramente dire di aver visto in loro Gesù sulla via del Calvario, carico di amore per i suoi fratelli. nadia e cinzia fraternità di morrovalle.

corriSPonDenza Carissimo Padre Alberto, ti ringrazio tanto per il tuo pensiero e per le tue preghiere. Continuiamo, uniti nel Signore a rendere la nostra vita un'incessante preghiera viva, affinché la Scintilla Divina che è in noi possa irradiarsi fino alla più piccola cellula del nostro corpo, anzi, fino al più piccolo atomo che vibra dentro di noi, ricordandoci sempre che siamo fatti a Sua Immagine e Somiglianza e che tale splendore può essere manifestato in modo sorprendente attraverso una semplice preghiera di ringraziamento che mi sgorga dal cuore. Te la scrivo per condividerla con te e con chiunque

Consacrazioni a Castellano (SElpidio)

tu desideri a tua volta indirizzarla, se la riterrai cosa buona. "Grazie Signore per la vita che mi hai dato; Grazie per la Tua Vita che hai alitato in me; Grazie per il Tuo Amore, che sempre concorre al Bene supremo oltre ogni mio egoismo; Grazie per avermi fatto a Tua Immagine e Somiglianza, perché questo mi ricorda in ogni istante che mi hai voluto, mi hai amato, mi hai accettato così come sono e non per quello che io avrei voluto essere. Grazie, perché non mi hai mai dato compiti che non fossi in grado di assolvere, e quando ho sbagliato, Tu, invece di punirmi, mi hai abbracciato e mi hai reso la forza, il coraggio, la dignità che col peccato avevo perso cadendo nella separazione da Te e dalla parte divina che è in me, opera delle Tue Mani. Davvero mi hai fatto come un prodigio ed oggi ti offro me stesso, le persone che incontro, la vita che vivo, come atto d'amore, di speranza certa, di fede che dal Tuo Cuore brilla e si irradia nel mio. Grazie per avermi istruito e per avermi

fatto comprendere che anche nel nucleo del più piccolo atomo, proprio là dove la scienza parla di campo energetico, di energia viva e invisibile, ci sei TU, Sommo Amore che tutto mantieni in vita, chiamando a mistiche nozze l'anima da Te voluta e creata. Grazie Signore, Luce, Amore, Vita, Uno e Trino, Eterno Dio mio e mio Tutto. Grazie!Grazie! Grazie! Amen!". Dio ti benedica e ti accompagni sempre la dolce presenza di Maria! fabrizio Carissima Piera, essendo ora disoccupato, provo a scrivere qualcosa come risposta del tuo messaggio di molto tempo fa, anche se non ho nessuna spinta a scrivere. Oramai sono chiuso per sempre in questo riformatorio. Se sapessi come è triste guardare avanti, per vedere solo il buio, senza una speranza di Luce. Avevo chiesto di passare alla comunità grande di S. Gabriele, addetto a qualche lavoro compatibile, come alcune ore di confessionale..... Mi è stato risposto di no ... Non me lo

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aspettavo e ci sono rimasto malissimo, come un disoccupato a vita!.... Facciamo la volontà di Dio e affidiamoci a Lui, preparando il viaggio definitivo... Prega a fa pregare per me.... Di voi non posso dimenticarmi, ma in questa situazione, che cosa posso fare? Un caro saluto e un forte abbraccio a tutti. P. alberto Carissimo P. Alberto, le tue lettere mi addolorano molto perché tante cose che tu mi dici già me le figuro. Certo, conoscendoti da tanti anni, mi rendo conto che il rinunciare a tornare a fare tutto quello che facevi, per te è di grande sconforto e ti senti prigioniero dei tuoi limiti. Non è la stanza dove sei o quello che gli altri ti dicono a farti sentire "prigioniero", ma non avere le forze per organizzarti con un nuovo modello di vita. Sono sicura che chi ti circonda e ti limita lo fa perché vede che le tue forze, fisiche ed intellettive, sono diminuite e non vuole che ti succeda di peggio. Io non credo che tu non possa trovare un modo anzi, tanti modi, per riempire le tue giornate. Sono ancora tante le persone che avrebbero bisogno di una tua parola buona, di confidarti i propri problemi ecc... io sono tra quelle. Capisco che puoi non sentirtela perché concentrato sui tuoi problemi e non riesci a guardare a lungo a quelli degli altri. Io me ne accorgo quando in consultorio, anche se sono piena di problemi, devo pensare a quelli degli altri, ma spesso, dopo una gran fatica iniziale, dimentico i miei che a volte sono più piccoli e penso a quelli della persona che ho di fronte. Carissimo P. Alberto, io penso che è inutile che tu ti arrovelli perché non puoi più fare quello che facevi prima, Pensa invece a riempire le

Consacrazioni S. Gabriele

tue giornate, a riorganizzarle diversamente e fidati se qualcuno ti dice che non puoi fare questo o quello, lo fa per affetto e rispetto nei tuoi confronti. Vedo che adesso sei tornato a scrivere molto bene al computer, programmati un tempo per essere di consolazione agli amici aggregati o a chi, come me, vorrebbe raccontarti le vicende della propria vita, un altro tempo per andare in giro per il santuario, qualche confessione penso tu possa farla, arrampicarti per prendere i libri della biblioteca invece penso proprio non sia il caso. Non rammaricarti più per le sorti del movimento, mi sembra che tutti, specialmente i tuoi confratelli, si stiano dando da fare per supplire a ciò che facevi tu. Coraggio P. Alberto! Nessuno pensa di abbandonarti o di costringerti a fare cose che non ti piacciono. Continuiamo a farci l'augurio vicendevole di essere capaci di abbandonarci alla volontà del Signore, perché è l'unica cosa che può darci la forza di andare avanti. Ti abbraccio con grande affetto. Piera Carissima Piera, sorella e amica carissima, che cosa posso dirti per quanto mi hai scritto, con il cuore in

mano? Aspettavo da qualcuno una lettera così, una lettera di conforto, ma nella verità. Hai descritto bene il mio stato interiore, ma anche il mio stato fisico. Quando il P. Dario, provinciale regionale, dopo l'incontro Nazionale degli AGC a Morrovalle, mi ha detto in modo chiaro, la mia situazione fisica, psichica, tipo quella di quando più che camminare, barcollo, quando per alzarmi dalla sedia, ho bisogno più volte di aiuto...Sto prendendo una decina di vari medicinali da altrettanti specialisti... nulla. Gli AGC avrebbero bisogno di incoraggiamento, aiuto. Ma non ho più nessuna forza. Ti prego: cerca tu di fare qualcosa di quello che avrei voluto e potuto fare io per il nostro movimento, il Signore ti ricompenserà con abbondanza. Vorrei fare tante cose, scrivere ecc. ma non ho forza per fare nulla. Anche il computer mi è difficile, perché le mani m tremano e battono dove vogliono. Stamperò la tua lettera, con la mia povera risposta. Mi saranno di luce e conforto nei momenti più bui... Preghiamo ogni giorno scambievolmente. P. alberto


eSercIzI fAmIglIe 2015 La vita secondo lo Spirito è stato il tema degli esercizi di quest'anno e devo dire che molti sono stati gli spunti sui quali mi sono soffermata a riflettere, in questi giorni di grazia, di preghiera e di testimonianza vissuta di tanti fratelli e sorelle che hanno condiviso questa esperienza con me. Attraverso i doni dello Spirito Santo si vive una vita densa di Dio e del Suo Amore per noi, con noi e tra noi. Un amore che non si ferma e che rigeneramenti e cuori, ogni giorno, in una dinamica tutta da vivere che ci fa lodare e ringraziare Dio per tutti i suoi doni che sono per tutti, nessuno escluso e che producono frutti di vita eterna. Padre Alberto, P. Luciano, P. Bruno e P. Alessandro sono stati i nostri maestri di vita nello Spirito in questi giorni di grazia e con loro abbiamo intravisto altezze meravigliose pur restando con i piedi, ben piantati in terra. m. letizia gruppo famiglie civitanova marche Carissimi P. Alberto, P. Luciano e P. Bruno, grazie per averci dato la possibilità di partecipare per la seconda volta al ritiro spirituale per le famiglie. Un caloroso grazie anche a P. Alessandro che ci ha introdotto con grande profondità al tema “La vita secondo lo Spirito”. Abbiamo sentito da subito che tutto sarebbe stato un gran tesoro da custodire e meditare giorno per giorno; abbiamo parlato dei 7 doni dello Spirito Santo e su ognuno ci siamo soffermati a riflettere e capire come viverli. Lo Spirito Santo è essenza di Dio, è un compagno di strada Attraverso di esso riusciamo a scindere il bene dal male perché ci fa guardare dentro noi stessi e ci libera da tanti impedimenti. Prima di ogni incontro o nelle difficoltà giornaliere, è bene invocare lo Spirito Santo che ci predispone i cuori e le menti

all’ascolto della Parola e ci fa capire cosa è meglio per noi in un momento particolare. Tutto ciò che abbiamo vissuto è stato un grande dono: momenti semplici di comunione e condivisione fraterna, momenti di grandi considerazioni, momenti di allegria con il film” Se Dio Esercizi S. Gabriele Agosto 2015 vuole” che seppur comico è stato zeppo di riflessioni e insegnamenti, momenti intensi di preghiera davanti a Gesù Eucarestia accompagnati da canti bellissimi! Auguriamoci quindi di portare nelle nostre famiglie, nelle nostre fraternità, sul posto di lavoro, a chiunque il Signore ci mette sulla Esercizi S. Gabriele Agosto 2015 nostra strada,gioia e serenità, quella stessa che noi abbiamo ricevuto in questi giorni affinchè tutti siamo consapevoli che seppur peccatori abbiamo incontrato la Misericordia di Dio e questo ci rende diversi dal resto del mondo perché “ lo Spirito Santo ci fa sentire come bambini nelle Esercizi S. Gabriele Agosto 2015 braccia del suo papa’ “. Lo Spirito Santo ci Un abbraccio fraterno a tutti: grandi e dà il coraggio di testimoniare Dio e piccoli, grazie perché insieme abbiamo vivere una vita con Gesù e i fratelli; la gioito con il Signore, nel Signore e per preghiera, la piccola giaculatoria e il il Signore! pensiero rivolto al Signore deve essere mimmo e olga una continua offerta!

il Primo novemBre, nella Parrocchia Di S. carlo Borromeo Di civitanova marche, la noStra amica anna aGoStiniani cervelli, ha PreSentato la Sua autoBioGrafia, Dal titolo “Perché”. l’imPatto con queSto liBro è molto forte Perché la Sofferenza Dell’aBBanDono viene raccontata in tutta la Sua cruDezza ma l’amore incontrato camBia raDicalmente la Sua vita, mettenDola a DiSPoSizione Dei BamBini aBBonDonati.

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Calendario degli amiCi diCembre 2015-gennaio 2016 13 dicembre 31 dicembre

06 gennaio 10 gennaio

ritiro mensile a morrovalle fine anno 2015 a morrovalle ore 22,00 adorazione ore 23,00 messa ore 24,00 momento di festa epifania del Signore alla casa di riposo Gatti di montecosaro: ore 15,00 messa ore 16,00 festa con la Befana ritiro mensile a morrovalle

rItIrI 2016 misericordiosi come il Padre ritiri menSili 2016 • 10 Gennaio • 14 feBBraio • 6 marzo • 3 aPrile • 8 maGGio • 12 GiuGno Giornata Di SPiritualità • 3 luGlio • 8/12 aGoSto eSercizi SPirituali Per tutti • 16/20 aGoSto eSercizi SPirituali Per famiGlie • 11 SettemBre • 2 ottoBre • 13 novemBre • 11 DicemBre

meDitazioni menSili 2016 • gennaio n. 1 un Dio fatto uomo • febbraio n. 24 il comanDamento nuovo • marzo n. 13 offro la mia vita liBeramente • aprile n. 3 lo SGuarDo fiSo Su GeSu' crocifiSSo • maggio n. 52 ecco tua maDre • giugno n. 21 queSto e' il mio corPo Dato Per voi • luglio n. 5 l’aGnello PaSquale: il SanGue che Salva • agosto n. 59 la Pietà • settembre n. 63 riaPerte le Porte Del cielo • ottobre n. 69 maria e l'oBBeDienza nella feDe • novembre n. 57 emiSe lo SPirito • dicembre n.19 li amò Sino alla fine: la lavanDa Dei PieDi

Sommario 2. P. luciano temperilli 3. P. Joachim regoi 4. P. Gabriele cingolani 6. **** 7. P. ciro Benedettini 9. P. tito Paolo zecca 10. P. roberto cecconi 11. **** 13. Peregrinatio crucis 13. corrispondenza 15. anna cervelli 15. **** 16. ****

cari amici messaggio per l’avvento entriamo nell’anno della misericordia Santuari Passionisti della “misericordia” il Sinodo sulla famiglia S. Paolo della croce e la divina misericordia meditiamo sulla resurrezione di Gesù testimonianze, consacrazioni e corso formazione Perché esercizi famiglie 2015 calendario amici

Settembre Dicembre 2015 – Anno XVI n. 5-6 Autor. trib. di mc n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. post. D.353/2003 (l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, Dcb macerata. editoriale eco srl - c. c. p. 11558624 Dir. tonino taccone – red. p. l. temperilli mad. d. Stella 06036 pg – 3336998356 - temperlu@libero.it Amici g.c. p. S. gabriele 2 – 62010 morrovalle mc t. 0733/221273 - c. 349.8057073 - fax 0733/222394 e-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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