rivista gennaio febbraio 2013

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Gennaio - Febbraio 2013 - Anno XIV n. 1


1 – La Porta della Fede

2 Gennaio 2013

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di P. Alberto Pierangioli

della fede cristiana e scrive: “La io ha creato l’uomo a sua “porta della fede” che introduce alla immagine e gli ha impresso nel vita di comunione con Dio e permette cuore il desiderio di conoscerlo l’ingresso nella sua Chiesa è sempre e di vivere in comunione con Lui. Per per la loro poca fede (Mt 17,20); Mt aperta per noi. Possiamo oltrepassare aiutarlo in questo cammino, Dio stesso 8,26); Mt 16,8-9…). Quando Gesù quella soglia quando la Parola di Dio è venuto incontro all’uomo, manifecammina sulle acque agitate del lago e viene annunciata e il cuore si lascia standosi a lui come a un figlio: è la raggiunge gli apostoli nella barca, plasmare dalla grazia che trasforma. rivelazione, fatta da Dio per mezzo accoglie la proposta di Pietro che Attraversare quella porta significa dei profeti e completata poi da Gesù vuole andargli incontro sulle acque. immettersi in un cammino che dura Cristo. Gesù stesso ci interpella: “ Voi Pietro cammina sulle acque. “Ma, tutta la vita. Esso inizia con il chi dite che io sia? ” (Mt.16,15). vedendo che il vento era forte e il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il L’uomo risponde alla rivelazione di mare agitato s’impaurì e, cominquale possiamo chiamare Dio con il Dio con la fede (CCC 142), con la ciando ad affondar e, gridò nome di Padre, e si conclude con il quale accoglie nella sua vita prima “Signore, salvami!”. Subito Gesù passaggio, attraverso la morte, fino Dio, nostro Creatore e Padre pieno di “tese la mano, lo afferrò e gli disse: alla vita eterna, frutto della risurrezioamore e poi Cristo, suo Figlio unigeniUomo di poca fede, perché hai dubine del Signore Gesù che, con il dono to e nostro Salvatore. tato?”. I discepoli fanno la loro prodello Spirito Santo, ha voluto coinvolLa fede è una virtù teologale fondafessione di fede: mentale, dono infuso da “Davvero tu sei Figlio di Dio nel Battesimo (CCC Dio!” (Mt 14,28-33)”. In 153). Pietro riconosciamo le Oggi la fede di tanti nostre paure e quelle di cristiani è una fede appanmolte comunità cristiane, nata o addirittura spenta; che vedono tanti fedeli per questo Benedetto lasciare i sacramenti e, di XVI, ha indetto “l’Anno conseguenza, la stessa della Fede”, con la fede. Come Pietro, abbiaLettera Apostolica “Porta mo paura del clima conFidei”, dall’11 ottobre trario e di tante sfide osti2012 al 24 novembre li. La salvezza proviene 2013. Egli invita l’uomo solo da Gesù. Solo Lui moderno a « varcare la può tenderci la mano aiuporta della fede» , per tandoci a conservare la ravvivarla, approfondirfede. Dobbiamo pregare la e viverla quotidianache sia vera anche per noi mente. L’Anno della fede la parola di Gesù a Pietro: è un impegno per tutta la “Io ho pr egato per te, Chiesa, impegno che deve perché la tua fede non iniziare dalla rilettura e venga meno. E tu, una conoscenza di due testi volta convertito, conferfondamentali della fede: ma i tuoi fratelli” (Lc Documenti del Concilio Le lampade della fede della Fraternità di Bari 22,32). Si apra davvero Vaticano II e Catechismo per tutti noi “la porta della Chiesa Cattolica . della fede” (At 14,27). Come AGC, accogliamo Insieme all’Anno della Fede, il Papa gere nella sua stessa gloria quanti crel’invito del Papa e dedicheremo all’apha voluto un Sinodo dei vescovi sul dono in Lui (cfr Gv 17,22). Professare profondimento della fede almeno due tema: “La nuova evangelizzazione la fede nella Trinità, equivale a credere anni, il 2013 ed il 2014. per la trasmissione della fede ”. I in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv Approfondiremo gli elementi essenfedeli e le comunità cristiane, con una 4,8): il Padre, che nella pienezza del ziali della fede su questa rivista e più fede rinnovata, dovranno dare un tempo ha inviato suo Figlio per la ampiamente negli incontri di nuovo impulso all’attività missionanostra salvezza; Gesù Cristo, che nel Fraternità, nei ritiri mensili e negli ria verso miliardi di uomini che ancomistero della sua morte e risurrezione esercizi spirituali. Il Padre addita a noi ra non conoscono Cristo e dovranno ha redento il mondo; lo Spirito Santo, il Figlio e ci dice:“ Questi è il Figlio essere vicini a tanti fratelli battezzati, che conduce la Chiesa attraverso i mio, l’amato: ascoltatelo!» (Mc 9,7). che si sono allontanati dalla fede e secoli nell’attesa del ritorno glorioso Siamo pronti ad accogliere e seguire la dalla pratica cristiana. La nuova evandel Signore (Porta Fidei,n.1). È davveparola di Gesù. gelizzazione deve essere rivolta ro una sintesi eccezionale. soprattutto ai fedeli scristianizzati, per “Accresci in noi la fede! ” (Lc far riscoprire loro la bellezza della 17,5). È la supplica degli Apostoli a Sintesi della fede fede e la gioia dell’incontro personale Gesù nel comprendere che solo con la con Gesù nella sua Chiesa, comunità fede potevano stabilire un rapporto Benedetto XVI, nella lettera di dei fedeli. personale con Lui ed essere all’altezza indizione dell’Anno della Fede, della vocazione di discepoli. “Porta Fidei”, ci dà una meravigliosa albertopier@tiscali.it Gesù rimprovera spesso “i Dodici” sintesi dei contenuti fondamentali


2 – La fede, dono fondamentale di Dio Febbraio 2013

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di P. Alberto Pierangioli

gono da Dio. Tanti a fede è la prima virtù grandi scienziati cristiana che regola il lo hanno dimostrato con la nostro rapporto con parola e con la vita. Dio. È la nostra risposta a Dio - La libertà della fede che si rivela e ci attira alla Perché la fede sia umana, comunione con Lui. Con la deve essere un atto libero, perfede noi crediamo in Dio e a ciò ogni uomo deve credere tutto ciò che Egli ha rivelato e liberamente, nessuno può che la Chiesa ci propone da essere costretto ad abbracciare credere, ci abbandoniamo in la fede contro la sua volontà. tutto nelle mani di Dio, per L’atto di fede è volontario e conoscerlo sempre più e fare la libero per sua stessa natura. sua volontà. « Il giusto vivrà Gesù quando ha chiamato mediante la fede» ci dice san qualcuno alla fede e a seguir Paolo (Rm 1,17). (CCC 1814). lo, premette: “Se vuoi”. Egli È perciò importante approfonattira a sé le sue creature con dire che cos’è la vera fede e le l’amore, bussa alla porta, non sue caratteristiche. sfonda la porta (CCC 160). - La fede è una grazia, un - Necessità della fede e dono di Dio. perseveranza finale. Quando Pietro confessa che “Senza la fede è impossiGesù è il Cristo, il Figlio del Dio bile essere graditi a Dio ” (Eb vivente, Gesù gli dice: «Né la 11,6), Perciò credere in Gesù carne né il sangue te l’hanno Cristo e in colui che l’ha manrivelato, ma il Padr e mio che dato per la nostra salvezza, è sta nei cieli » (Mt 16,17; CCC necessario per essere salvati. 183-184). La fede è un dono che “Chi crederà e sarà battezzaManifesto consacrazioni alla Stella, opera di Dio infonde come seme nel Gessica, piccola consacrata to sarà salvo, chi non cr ederà cuore dell’uomo per mezzo del sarà condannato” dice il Battesimo. Proviene da Dio e ha Signore (Mc, 16,16). E ancora: Dio come oggetto e come fine. divina camminando insieme. “Questa è la volontà del Padr e mio, Ma è un seme che dovrà essere coltivato, - La fede e l’intelligenza . Noi non che chiunque vede il Figlio e cr ede in custodito, alimentato. Per avere vera crediamo perché le verità rivelate appalui abbia la vita eterna ” (Gv 6,40). fede, è necessaria la grazia di Dio che iono vere e intelligibili alla nostra Nessuno conseguirà la vita eterna se previene e chiama e poi l’aiuto interiore ragione. Noi crediamo «per l’autorità non “persevererà in essa sino alla dello Spirito Santo, che apre il cuore e la di Dio stesso che le rivela, il quale fine” (Mt 10,22; CCC 161-162). mente a Dio e dà la grazia di credere a non può né ingannarsi né ingannare» La fede, dono gratuito e inestimaDio. La fede è un dono che noi possiamo (CCC 156). Perché la nostra fede sia bile di Dio all’uomo, purtroppo può e dobbiamo chiedere a Dio, perché ce la “conforme alla ragione”, Dio ha voluto essere persa. San Paolo, a questo prodia, l’aumenti e la conservi sempre nel che all’aiuto interiore dello Spirito posito, mette in guardia Timoteo: nostro cuore. Santo si accompagnassero anche Combatti «la buona battaglia con - La fede è un vero atto umano. È prove esteriori della sua rivelazione, fede e buona coscienza, poiché alcuimpossibile credere senza la grazia e come i miracoli di Cristo e dei santi , ni che l’hanno ripudiata hanno fatto l’aiuto interiore dello Spirito Santo. le profezie, la diffusione e la santità naufragio nella fede » (1 Tm 1,18Ma la fede è anche un vero atto della Chiesa, che «sono segni certissi19). La fede è un dono che va difeso umano. Non è contrario alla libertà e mi della divina rivelazione” (CCC con ogni mezzo, perché da esso dipenall’intelligenza dell’uomo il fidarsi di 156). La fede è certa, più certa di ogni de tutta la nostra eternità. Dio significa accettare le verità da lui conoscenza umana, perché si fonda - La fede è inizio della vita eterna . rivelate ed entrare in intima comuniosulla Parola stessa di Dio. Diceva san La fede vera ci fa gustare, come un antine con lui (CCC 154). Anche nelle Paolo della Croce: “ La fede, nella sua cipo, la luce e la gioia della vita eterna, relazioni umane dobbiamo dare fiduoscurità, è più chiara del sole, più sicuquando vedremo Dio « a faccia a faccia a una persona con la quale vogliara del fatto che la mia pelle è mia, per cia» (1Cor 13,12). La fede, quindi, è già mo entrare in comunione, come avvieché si basa su Dio, che non s’inganna e l’inizio della vita eterna (CCC 163). Una ne nel matrimonio, però con la dif fenon può ingannare; è l’unica garanzia delle esperienze più belle che auguro a renza che l’uomo può sbagliare o può contro gli inganni della natura e del voi, è la grazia di incontrare su questa ingannarci, mentre Dio non può sbademonio”. Anche se la fede è sopra la terra qualche santo vivente: il suo volto gliare e non può ingannare. Nell’atto ragione, non vi può essere mai diverirradia la luce e la gioia del cielo. di fede, la nostra intelligenza e la genza tra fede e ragione, tra vera fede albertopier@tiscali.it nostra volontà cooperano con la grazia e vera scienza, perché tutte e due ven-


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1 - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI GIOVANNI Gesù, il Signore che liberamente si consegna alla morte (Gv 18,1-1 1)

di P. Roberto CecconiCP

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arissimi Amici, durante questo anno vogliamo meditare la Passione del Signore secondo Giovanni. Il primo episodio che incontriamo sul nostro cammino è l’arresto di Gesù. Procediamo con la letturaascolto del passo evangelico. Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del tor rente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditor e, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accader gli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazar eno». Disse loro Gesù: «Sono io!». V i era con lor o anche Giuda, il traditor e. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cer cate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietr o, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’or ecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietr o: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

Gesù consapevole e libero… Giovanni, narrando quanto avviene dopo l’ultima cena del Signore, presenta, rispetto a Matteo, Marco e Luca (chiamati Vangeli Sinottici), una particolarità che merita di essere evidenziata. Questo Evangelista non ha il racconto della preghiera di Gesù al Getsemani, durante la quale Egli chiede al Padre che passi da lui il calice della Passione e solo dopo una prolungata orazione fa propria la volontà di Dio (Mt 26,36-46; Mc 14,32-42; Lc 22,39-46). Come mai tale omissione? Innanzitutto perché precedentemente ha già fatto menzione di un turbamento avuto da Gesù dinanzi all’ora della Passione: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padr e, salvami da quest’ora? Ma pr oprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». V enne allora una voce dal cielo: L ’ho glorificato e lo

Don Giovanni, assistente Fraternità di Bari si consacra all’amore di Gesù Crocifisso glorificherò ancora!» (Gv 12,27-28). Il secondo motivo per cui Giovanni non racconta l’agonia di Gesù è perché vuol dare ampio risalto alla sua chiara comprensione del progetto del Padre, nonché alla pronta libertà con cui vi aderisce (cf. Gv 18,11).

…dà la vita per amore del Padre Dopo la cena, Gesù, elevata la sua preghiera al Padre (Gv 17), si reca al di là del torrente Cedron ed entra con i discepoli in un giardino. Anche Giuda, il suo traditore, conosce quel luogo, visto che Gesù più volte vi si è recato con i discepoli. Come già accennato, il brano che stiamo meditando mette in rilievo il fatto che Gesù va incontro alla morte con piena coscienza e libertà. L’Evangelista segnala che Gesù, conoscendo tutte le cose che stanno per accadergli, va spontaneamente incontro a Giuda e a quelli che lo accompagnano muniti di torce, lampade e armi (Gv 18,4). Gesù domanda a costoro chi è che stanno cercando. Il gruppo capeggiato da Giuda risponde: «Gesù, il Nazar eno» (Gv 18,5). Egli replica: «Sono io» (Gv 18,5). Appena risponde in questo modo, coloro che sono venuti per prenderlo indietreggiano e cadono a terra (Gv 18,6). Cerchiamo di comprendere più approfonditamente il senso di questo accadimento. La risposta che Gesù dà a quelli che lo stanno cercando, nel testo originale greco suona così: «Io Sono!».

Questa espressione rimanda ad un episodio dell’Antico Testamento, in modo particolare al racconto della vocazione di Mosè (Es 3,1-4,17). Quando questi chiede al Signore qual è il suo nome, Egli risponde in questo modo: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”» (Es 3,14). L’espressione Io Sono lascia dunque trasparire la divinità di Gesù. Ecco perché, appena Egli la proferisce, tutti cadono a terra. Colui che va verso la morte è dunque il Figlio di Dio, dotato di un potere tale da sbaragliare i suoi avversari solo con la sua parola. Qui emerge la libertà di Gesù. Nessuno potrebbe mettere le mani su di lui se Egli spontaneamente non acconsentisse. Il motivo di questa libera consegna che Gesù fa di se stesso lo troviamo sulle sue labbra: «il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?» (Gv 18,11).

La Buona Notizia Gesù, se avesse voluto, avrebbe potuto benissimo evitare la morte: «Nessuno me la toglie (la vita): io la do da me stesso» (Gv 10,18). Egli tuttavia ha voluto af frontarla per amore del Padre: «bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco» (Gv 14,31). La croce non è segno dell’abbandono di Dio, ma manifestazione di un suo insondabile disegno di amore: «Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserva per la vita eterna» robi.cp@libero.it


XVIII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: Dio in tutte le cose

di Maria Grazia Coltorti

Non riempio io il cielo e la terra?” (cf. Ger 23,24)

L’universo è un tempio in cui si adora il Creatore e le creature sono altrettanti altari sui quali, il cuore che ama, eleva all’Altissimo continui sacrifici di lode. Per l’anima che ama diventa normale e come naturale vedere Dio in tutte le cose che esistono. La creazione produce questi ef fetti e tutto l’universo parla di Dio rivelando la sua grandezza, bontà, sapienza e amore, nel cuore dove dimora e vive l’amore. Chi possiede questo inestimabile tesoro sarà felice dovunque sia e dovunque vada, potendo godere sempre della sua continua presenza. Nulla mi manca. L’anima che vive in questo ambiente di amore, in questa abbondanza di vita in cui nulla manca, è forse un umile religioso, una povera e ignorante donna, che non attirano l’attenzione di nessuno. Se talvolta queste umili creature passano vicino ad alcuni di quei superbi che il mondo definisce grandi, li eccita al sarcasmo e al disprezzo. Ma come sono stolti quest’ultimi che, creati per la Verità eterna, per amare beni infiniti, per possedere una bellezza, una gloria, una bontà eterne, si contentano dell’apparenza e della menzogna, restando alla superficie delle cose, ammirando la bellezza di un’ora, senza cercare il bene eterno, la bellezza eterna che ognuna di esse racchiude. Aveva ragione l’Apostolo san Paolo di dire che “la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio” (cf. ICor 3, 19). L’UNIVERSO, ANNUNCIATORE DELL’AMORE. Imparate, o sapienti del mondo, la Voi, vera scienza, la vera grandezza. nelle bellezze che ammirate, non trovate altro che la soddisfazione di un’ora, e poi amarezza e tristezza... Al contrario, quelli che amano Dio trovano in esse un bene eterno, che si perfezionerà e non finirà con la morte, perché, amando le cose come Dio vuole che si amino, esse sono eterne. Tutto resta, niente passa per colui che ama Dio... Quelli che amano Dio, amano tutte le cose e in tutte leggono il suo grande amore e di tutte si servono per salire a Lui e amarlo di più. Non vi è libro che meglio insegni questa scienza divina che quello della natura. Essa parla a tutti, in ogni tempo e in ogni luogo, perché questo, e non altro, è il fine per il quale il Creatore la creò dal nulla: far sentire all’uomo la sua immensa grandezza, essendo insoddisfatto di ogni altra cosa, e farlo elevare a Colui che tutti i beni racchiude in sé per comunicarli a chi lo ama. Chi non sa leggere in questo libro scritto dalla mano di Dio, non sa nulla, perché non ha la scienza dell’amore: non sa amare!

Consacrati di Giulianova IL MONDO SPIRITUALE, MANIFESTAZIONE SUPREMA DELL’AMORE. Ma, oltre al mondo fisico, per l’anima che ama c’è anche un altro mondo infinitamente più grande dove apprende la grande scienza del divino amore: il mondo spirituale. Se il mondo materiale è per essa un tempio in cui vede Dio presente, la sua stessa anima è il Sancta Sanctorum (cf. Es 26, 34: “// Santo dei santi”). E’ qui che apprende la più grande sapienza che il mondo non può conoscere; lì si spiritualizza e si trasforma, facendosi una sola cosa con Colui che ama. “Chi si unisce al Signor e forma con lui un solo spirito” (cf. 1 Cor 6,17). Se al di fuori di sé lo vede nel sole, nell’acqua, nella luce, nella notte, nel fiore, nell’aria, nell’atomo, alla vista di tutte queste cose si ripercuote, nell’intimo dell’anima sua, le fa sentire Dio e gustare la soave impressione della sua presenza che tutto riempie con la sua immensità e il suo amore. Lo sente nei palpiti del suo cuore, nei suoi pensieri e desideri. Qui, più che altrove, sente la sua grandezza; qui Dio si unisce all’anima come con un bacio di amore. L’anima riposa in Dio e Dio in essa. Qui nascono e vivono gli atti eroici di fede, di speranza, di abbandono, sotto l’impulso e la grazia di Colui che opera in essa segretamente e glieli fa produrre. E così l’anima, pur non godendo dell’amore sensibilmente, si sente felice, e non vuole né desidera altro che amare. Queste sono le anime che danno gioia al Cuore di Dio, perché Egli vede in esse conseguito il fine che lo ha mosso a creare tutte le altre cose: perché servano all’uomo come mezzi per salire a Lui. Le anime fortunate che si trovano in questo stato si distinguono fra mille; pare che portino impresso un sigillo

divino. Il loro comportamento esteriore, le loro azioni, le loro parole, tutto in esse ispira rispetto e venerazione: si nota in esse qualcosa di grande, di maestoso. Queste persone si distinguono per la gravità e la compostezza del loro agire, per il rispetto e la venerazione verso persone e cose, perché le considerano come santificate dall’amore, anche verso quelli che sono imperfetti, difettosi o peccatori, perché sanno riconoscere in essi almeno la capacità di poter essere trasformati nell’Amore. Ma in modo speciale, questo rispetto e venerazione si manifesteranno nelle cose che si riferiscono direttamente a Dio e al suo culto. Quando vede un Crocifisso, sente subito che lì è dove l’Amore, col suo sangue e la sua morte, le aprì la porta dei tesori dell’amore che con tanta profusione essa gode. Come capisce che la Croce, le spine, i chiodi continuano ancora a tor mentare il suo Amore, poiché continua il peccato che ne fu la causa! Ama per consolare l’Amante offeso, e sempre le sembra che il suo amore sia insuf ficiente. Cerca altri cuori che lo amino, e ricorre alla Madre dell’amore per domandarle la tenerezza del suo Cuore amante. Maria, ella sola è il compendio di tutta la creazione, di tutte le opere divine... In Maria è la bellezza del firmamento, dei suoi astri, la grandezza e le ricchezze del mare, la bellezza e la fecondità della terra, con i suoi monti, i suoi fiori e i suoi frutti. In Maria si vede tutto. Per questo, quando, stanca delle cose esteriori, le sembra che non le basti più nulla né le serva per aiutarla nelle sue ascensioni all’Amore, l’anima amante va ai piedi di questa eccelsa Creatura, in cui Dio ha riassunto tutti i mezzi di cui le anime possono aver bisogno per salire a Lui e crescere nel suo amore. colt.mgrazia@libero.it

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L’ANNO DELLA FEDE: I testimoni

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Venerabile Rosario Livatino: il giudice ragazzino

di Manuela Peraio

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l 21 settembre 1990 un giudice mentre sta percorrendo, come fa tutti i giorni, la statale 640 per recarsi al lavoro presso il Tribunale di Agrigento viene raggiunto da un commando di quattro sicari e barbaramente trucidato. L’Italia scopre nel sacrificio del “giudice ragazzino” l’eroismo di un giovane servitore dello Stato che aveva vissuto tutta la propria vita alla luce del Vangelo. Di recente Mons. Carmelo Ferraro, vescovo di Agrigento, ha avviato la sua causa di beatificazione Un’ondata di commozione in quei giorni percorse allora il nostro Paese, nell’apprendere la sua storia dalle pagine dei giornali. L’Italia avrebbe scoperto nel sacrificio del “giudice ragazzino” l’eroismo di un giovane servitore dello Stato che aveva vissuto tutta la pr opria vita alla luce del Vangelo. Nato a Canicattì (Agrigento) il 3 ottobre 1952, il piccolo Rosario è un bambino mite, silenzioso, dolcissimo, dai grandi occhi scuri e vellutati. I suoi giochi preferiti: macchinine e soldatini; e poi c’è a riempirgli assai presto le giornate la passione precoce per la lettura. Un’infanzia serena, la sua, vissuta nella semplicità e nel decoro di una famiglia borghese, appartata e schiva, che lo segue con attenzione e tenero affetto. Negli anni del liceo Livatino è il ragazzo che scendeva di rado a fare ricreazione per restare in classe ad aiutare qualche compagno in dif ficoltà. Aperto ai bisogni degli altri, ma riservato su di sé, studia intensamente, inoltre s’impegna nell’Azione Cattolica. Per il liceale affascinato da Dio arriva infine il giorno fatidico della scelta: che cosa farà da grande? E non ha alcun dubbio: farà il giudice. Nel ‘78, a ventisei anni, può coronare il suo sogno. Sulla propria agenda quel giorno scrive con la penna rossa, in bella evidenza: “Ho prestato giuramento; da oggi sono in Magistratura”. E poi, a matita, vi aggiunge: “ Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige”. Livatino avverte infatti in maniera molto forte il problema della giustizia e lo assume ben presto come una vera

missione. Il dramma del giudicare un altro essere umano, di dover decidere della sua sorte, non è cosa da poco per chi senta profondo in sé il tarlo della coscienza unito a un sincero senso di carità. Sono valori che riecheggiano pure nella Christifideles Laici (1988), sulla vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, laddove si può anche leggere che “la carità che ama e serve la persona non può mai essere disgiunta dalla giustizia”(§ 42). Ma come si fa, noi ci chiediamo, ad esercitare il diritto in Sicilia?. E’ con questa difficile realtà che il giovane magistrato, fresco di laurea e di entusiasmo, dovrà fare i propri conti molto presto. Il 29 settembr e 1979 Livatino entra alla Procura della Repubblica di Agrigento come Pubblico Ministero. E’ abile, intelligente, professionale; comincia a diventare un punto di riferimento per i colleghi della Procura. Da Canicattì tutte le mattine raggiunge la sede del Tribunale, ad Agrigento, una manciata di chilometri percorsi con la sua utilitaria. Prima di entrare in ufficio, la visita puntuale alla chiesa di S. Giuseppe, vicino al Palazzo di Giustizia, dove si ferma a pregare; quindi, il lavoro indefesso al Tribunale fino a sera inoltrata. Nell’aula delle udienze aveva voluto un cr ocefisso, come richiamo di carità e r ettitudine. Un crocefisso teneva inoltre anche sul

suo tavolo, insieme a una copia del Vangelo, tutto annotato: segno che doveva frequentarlo piuttosto spesso, almeno quanto i codici, strumenti quotidiani del suo lavoro. Il suo sincero senso del dovere messo al servizio della giustizia ne fa una specie di missionario: il “missionario” del diritto. Per la profonda conoscenza che ha del fenomeno mafioso e la capacità di ricreare trame, di stabilire importanti nessi all’interno della complessa macchina investigativa, gli vengono af fidate delle inchieste molto delicate. E lui, infaticabile e determinato, firma sentenze su sentenze: è entrato ormai nel mirino di Cosa Nostra. Domanda che gli venga affidata una dif ficile inchiesta di mafia perché è l’unico tra i sostituti procuratori di Agrigento a non avere famiglia: con fiducia totale si affida nelle mani di Dio (“Sub Tutela Dei”, annota nella sua agenda). Ma Rosario non era un eroe: faceva semplicemente il suo dovere. E lo faceva coniugando le ragioni della giustizia con quelle di una incrollabile e profondissima fede cristiana. “Impegnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’eucaristia domenicale, discepolo del cr ocifisso”, sintetizzò nell’omelia delle esequie mons. Carmelo Ferraro, fotografandolo con pochi rapidi tratti. Uomo di legge, uomo di Cristo. Di Rosario molte cose si sono conosciute solo dopo la sua morte. Della sua carità, del suo amore per gli ultimi, per i poveri. Il custode dell’obitorio ricor dava allora con le lacrime agli occhi tutte le volte che lo aveva visto pregare accanto al cadavere di individui di cui egli ben conosceva la fedina penale, pregiudicati in cui si era imbattuto svolgendo il suo lavoro di sostituto procuratore al Tribunale di Agrigento, e ai quali aveva pure applicato la legge, ma che non per questo cessavano di essere suoi fratelli in Cristo nella sventura. “Un martire della giustizia e, indir ettamente, anche della fede…”, ha detto di lui Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993, in occasione della sua visita pastorale in Sicilia. A dieci anni dalla sua morte, la lezione morale che ci trasmette è quella di un testimone radicale della Giustizia, che in essa credeva profondamente, come progetto di fede e come esercizio di carità.


L’ANNO DELLA FEDE:

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La nuova evangelizzazione

di Manuela Peraio

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’umanità è chiamata, come si dichiara in Nostra Aetate, ed essere un’unica comunità “a formare il popolo di Dio…e si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli”(Lumen Gentium) “La nuova evangelizzazione ha come suo compito specifico quello di ravvivare in coloro che già sono cristiani e battezzati la consapevolezza di essere degli evangelizzatori. E solo a partire da qui è possibile raggiungere anche le persone che si dicono cristiane ma sono diventate indif ferenti, o le persone che non partecipano più alla vita della comunità cristiana, o alle persone che non hanno ancora conosciuto Gesù Cristo” (Mons Rino Fisichella). Solo con la consapevolezza di essere evangelizzatori possiamo realmente e concretamente essere chiesa. Nella mia mente immagino la Chiesa come una immensa nave, sconfinata, di quelle antiche, di legno. Essa naviga nelle acque tempestose del mondo; sull’albero maestro scintilla la luce del Vangelo. Ecco che in questo mare noi cristiani, noi chiesa abbiamo il compito di evangelizzare, di calare le scialuppe della salvezza di Cristo a quanti si accostano, con cuore e mente aperti al mistero della Redenzione, per formare in Cristo un’unica famiglia. “La Pentecoste obbliga i cristiani ad essere presenti nel mondo, e quindi ad essere presenti là dove vive l’uomo, per poter portare ad ogni uomo il Vangelo… l’annuncio è universale, va portato a tutti.. Certo, noi dobbiamo essere capaci di parlare il linguaggio dei nostri contemporanei, ma non possiamo dimenticare che il contenuto del nostro annuncio è sempre lo stesso: ieri, oggi e sempre. E non cambia. Ciò che è cambiato è la società, ciò che è cambiato è il modo di concepire la vita. Allora, noi dobbiamo essere capaci di entrare nella cultura secolarizzata, far comprendere anche i limiti di una cultura secolarizzata. Vivere nel mondo come se Dio non esistesse, non solo non ha portato una ricchezza nella cultura, ma ha impoverito l’uomo perché l’uomo, oggi, è profondamente in crisi.(Mons. Fisichella) Perciò è veramente attuale il grido dell’apostolo Paolo sulla necessità che ogni battezzato si faccia missionario. “«Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è una necessità che mi s’impone: guai a

me se non predicassi il vangelo!» (1 Cor 9,16). “Il perenne annuncio missionario della Chiesa viene oggi messo in pericolo da teorie di tipo relativistico.. Per questo l’enciclica Redemptoris missio ripropone alla Chiesa il compito di proclamare il Vangelo, come pienezza della verità: « In questa Parola definitiva della sua rivelazione, Dio si è fatto conoscere nel modo più pieno: egli ha detto

conduce chiaramente a termine la storia della salvezza.(Ad Gentes). La “nuova evangelizzazione però parte da noi stessi, dal nostro rappor to con il Signore. Nel messaggio conclusivo del Sinodo dei Vescovi viene detto: “Prima di dire qualcosa circa le forme che deve assumere questa nuova evangelizzazione, sentiamo l’esigenza di dirvi, con profonda convinzione, che la fede si decide tutta nel rapporto che instauriamo con la persona di Gesù, che per primo ci

all’umanità chi è. E questa autorivelazione definitiva di Dio è il motivo fondamentale per cui la Chiesa è per sua natura missionaria .(Dominus Jesus). “Coloro che accolgono con sincerità la Buona Novella, proprio in virtù di questo accoglimento e della fede partecipata, si riuniscono nel nome di Gesù per cercare insieme il Regno, costruirlo, viverlo. L’ordine dato agli Apostoli - «Andate, proclamate la Buona Novella» - vale anche, sebbene in modo dif ferente, per tutti i cristiani. È proprio per ciò che Pietro chiama questi ultimi «Popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose”(Evangelii Nuntiandi) L’attività missionaria non è altro che la manifestazione, cioè l’epifania e la realizzazione, del piano divino nel mondo e nella storia: con essa Dio

viene incontro. L ’opera della nuova evangelizzazione consiste nel riproporre al cuore e alla mente, non poche volte distratti e confusi, degli uomini e delle donne del nostro tempo, anzitutto a noi stessi, la bellezza e la novità perenne dell’incontro con Cristo. Vi invitiamo tutti a contemplare il volto del Signore Gesù Cristo, a entrare nel mistero della sua esistenza, donata per noi fino alla croce, riconfermata come dono dal Padre nella sua risurrezione dai morti e comunicata a noi mediante lo Spirito.” Da ciò deriva che saremo “nuovi evangelizzatori” se siamo discepoli che hanno incontrato il Signore nelle strade della vita e siamo contenti di raccontarlo agli altri perché il Gesù incontrato ha riscaldato il nostro cuore e ha dato senso al nostro cammino.


Messaggio al popolo di Dio del Sinodo dei Vescovi: “Signore dammi quest’acqua!”

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di P. Luciano

I

vescovi di tutto il mondo hanno riflettuto, nel mese di ottobre, su “la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. In data 26 ottobre hanno inviato un messaggio al popolo di Dio. Se la frequenza domenicale dovesse essere il termometro della fede e della trasmissione della fede certamente non siamo messi molto bene. Sempre meno gente si vede nelle nostre chiese e sempre persone anziane. I giovani latitano. Sembra che il discorso della fede a loro non interessi e, parlando con loro, ti chiedono a che cosa serve. Siamo in un mondo disincantato in cui si è perso l’orizzonte del cielo. Se poi quelli che, per professione, sono chiamati ad indicare l’azzurro del cielo si perdono nel suo riflesso fangoso ecco che la “fede” appare un esercizio del potere, di un potere sor passato e contraddittorio contrario alla libertà dell’uomo. E’ quanto costantemente e ossessivamente i media vanno facendo nei confronti della chiesa, delle sue indicazioni morali e dei peccati dei suoi figli, soprattutto dei suoi ministri. I vescovi si dimostrano ben consapevoli di queste realtà di fragilità e di peccato che ferisce la chiesa ed il suo messaggio e ne chiedono perdono a livello personale e di chiesa però si dichiarano convinti che “la nuova evangelizzazione” si fonda sulla certezza che “il male non avrà l’ultima parola, né nella Chiesa né nella storia”. Per questo però l’invito ad evangelizzare si “traduce in un appello alla conversione” ad ascoltare la Parola di Dio e ad af fidarsi alla forza dello Spirito Santo che ha sempre il potere di far nuove tutte le cose e di rispondere alle esigenze degli uomini e della storia. Invitano perciò ad af frontare le sfide del mondo con il coraggio della fede. Per i vescovi queste realtà come la secolarizzazione, la globalizzazione e le emigrazioni diventano occasioni di “diffusione della fede” “come è accaduto in passato”. Tutto ciò potrà accadere, affermano sempre i vescovi, se la fede del cristiano è frutto dell’incontro personale con Cristo vissuto nelle molteplici esperienze della Chiesa “spazio che Cristo offre nella storia”. I vescovi iniziano il loro messag-

gio “facendosi illuminare” dall’incontro di Gesù con la Samaritana. Nell’anfora vuota della samaritana vedono il desiderio più profondo del cuore di ogni uomo di “dare significato pieno all’esistenza”. Nel deserto della vita molti sono i pozzi che si possono incontrare ma ef fettivamente tanti pozzi contengono acque inquinate che producono solo delusioni rovinose e la nostra società occidentale ne ha assaggiato e ne sta assaggiando ancora gli effetti nocivi sotto l’aspetto della stanchezza e della mancanza di senso della vita. La società dei consumi che ci stiamo, forse!, lasciando alle spalle, il relativismo sull’ordine dei valori, le illusioni del progresso continuo hanno di fatto avvelenato la nostra vita dandoci l’illusione di una felicità a basso costo. La presunzione poi di fare a meno di Dio per risolvere “laicamente” i problemi del vivere civile ci hanno portato ad una deriva esistenziale dove non si trova un ancoraggio che dia stabilità a livello personale e sociale. I vescovi non chiedono, ovviamente, un atteggiamento integralistico e di condanna ma ci invitano a cogliere “nel mondo d’oggi nuove opportunità di evangelizzazione”. Da qui l’impegno che “ come Gesù al pozzo di Sicar, anche la Chiesa sente di doversi sedere accanto agli uomini e alle donne di questo tempo, per rendere presente il Signore nella loro vita, così

che possano incontrarlo, perché lui solo è l’acqua che dà la vita vera ed eterna. Solo Gesù è capace di leggere nel fondo del nostro cuore e di svelarci la nostra verità”. Da qui l’invito “sta a noi oggi rendere concretamente accessibili esperienze di Chiesa, moltiplicare i pozzi a cui invitare gli uomini e le donne assetati e lì far loro incontrare Gesù, offrire oasi nei deserti della vita. Di questo sono responsabili le comunità cristiane e, in esse, ogni discepolo del Signore: a ciascuno è af fidata una testimonianza insostituibile, perché il Vangelo possa incrociare l’esistenza di tutti; per questo ci è chiesta la santità della vita.” La Vergine santa rimane i segno di speranza e di consolazione anche nella nuova evangelizzazione. Concludono i vescovi: “La figura di Maria ci orienta nel cammino. Questo cammino, come ci ha detto Benedetto XVI, potrà apparirci un itinerario nel deserto; sappiamo di doverlo percorrere portando con noi l’essenziale: la compagnia di Gesù, la verità della sua parola, il pane eucaristico che ci nutre, la fraternità della comunione ecclesiale, lo slancio della carità. È l’acqua del pozzo che fa fiorire il deserto. E, come nella notte del deserto le stelle si fanno più luminose, così nel cielo del nostro cammino risplende con vigore la luce di Maria, Stella della nuova evangelizzazione, a cui fiduciosi ci affidiamo.”


VOCE DEGLI AMICI AGGREGATI

Saluto agli Amici Aggregati Ringrazio gli Amici Aggregati che ci mandano le loro riflessioni, perché cercano di seguire lo stesso cammino di una Fraternità lontana, con la quale sono legati spiritualmente, quando la Fraternità si riunisce per la meditazione della Parola di Dio o per approfondire la catechesi del mense. Con dicembre abbiamo terminato le riflessioni sulla spiritualità passionista. Nel 2013 riflettiamo sulla FEDE, per conoscerla meglio, viverla più seriamente e testimoniarla a tutti con amor e. Auguro che altri Amici Aggregati seguano questi esempi. A tutti gli Amici aggregati il mio saluto af fettuoso, l’assicurazione del ricordo quotidiano nella santa Messa e tante benedizioni. P. Alberto CP

Gesù è presente nel quotidiano Nella lettura della meditazione “Riaperte le porte del cielo” , ho riflettuto molto sul fatto che Gesù dopo la sua risurrezione, è tornato da coloro che lo hanno amato nella normalità quotidiana di sempre, mentre gli apostoli stanno a pescare inutilmente. Oggi, come allora, Egli ritorna in mezzo a noi ogni giorno, se lo amiamo. Mi chiedo: come si può vedere Gesù? Ricordo madre Teresa Di Calcutta, quando diceva che nel volto di tutti i sof ferenti cera il volto di Gesù. Anche Gesù ci dice: “Ogni volta che avr ete dato da ber e o da mangiare a qualcuno nel mio nome , lo avete dato a me” . Gesù è presente continuamente nella dimensione umana, nell’altro e l’altro siamo noi tutti. Elena

assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini… Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Cfr. Fil. 2, 6-8). Gesù si umiliò, diventando schiavo, simile agli uomini e facendosi obbediente al Padre fino alla morte in Croce. Noi che siamo Nulla, seguiamo l’esempio da colui che ci ha donato il più grande insegnamento di Amore e di umiltà. Elena

Gli anziani e le perle Invio le semplici considerazioni dal gruppo di preghiera degli anziani, che sono rimasti entusiasti della catechesi di settembre “pescare le perle”. Mi sono meravigliata per come hanno accolto questa meditazione. Pensavo che sarebbe stata dif ficile per loro e gliel’ho presentata come “esame di coscienza”, ed invece lo Spirito ha lavorato ed agito. È stato come un far riemergere gli entusiasmi spirituali giovanili ed all’unisono hanno detto “veramente il padre è tanto bravo”. Hanno detto anche che i pensieri di San Paolo della Croce, posti alla fine delle meditazione del libro “Voi siete miei amici”, rimangono attuali e parlano sempre alla persona che li legge e li medita. Marvì

“PRENDETE E MANGIATE QUESTO È IL MIO CORPO.” Nel giorno, nel quale io e mio marito abbiamo ricevuto il dono del

Ministero straordinario dell’Eucaristia, ho letto nella volta della chiesa di san Nicolò in Montecastrilli PG questa scritta che richiama il fedele al mistero eucaristico. Gesù ci invita alla mensa della Vita, di quella Vita che si fa piccola nel pane consacrato, per farci eterni anche con il nostro umano. Quando riceviamo l’Eucaristia, l’Eternità viene ad abitare in noi per fare luce. Gesù si è fatto eucaristia per noi! E“la luce splende nelle tenebre” del nostro peccato, per dire che non c’è tenebra che tenga di fronte alla sua luce. Gesù si degna di venire nella nostra umanità, per trasformarla col suo corpo eucaristico, affinché l’umano sia casa, tabernacolo umano del divino. Quando riceviamo il Corpo di Gesù, facciamoci suo luogo prediletto, rispondendo con il Si di Maria santissima e con una vita che si alimenta con il vangelo e i sacramenti. Vedremo, allora, cieli nuovi e terra nuova, per ché vedremo con gli occhi di Gesù. Accogliamolo come se fossimo la grotta di Betlemme, con la devozione degli angeli, la semplicità dei pastori che vennero a incontrarlo; accogliamolo nel nostro cuore con gli occhi di Maria e di Giuseppe. Lui sarà il nostro splendore e noi la sua gloria nel mondo! Pregusteremo, fin d’ora, il banchetto delle nozze dell’Agnello. Risplendi Gerusalemme! diceva il canto d’ingresso; lo diceva a tutti noi! Risplendi o creatura del suo amore, che solo può farti bella, come la Madre purissima, la Tota Pulchra! Diciamo sempre Sì al nostro Redentore, allo Sposo divino e avremo il Paradiso in noi! Manuela e Fabio Peraio

Il Nulla si tuffa nel Tutto Come può avvenire un incontro tra il Tutto di Dio e il Nulla dell’uomo? San Paolo della Croce ci dà la risposta: Dio incontra l’uomo attirandolo a sé con la forza dell’amore e l’uomo si avvicina a Dio “umiliandosi”. Scrive San Paolo ai Filippesi: “Abbiate in voi gli s tessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso

Fabio e Manuela, nuovi ministri straordinari dell’Eucaristia

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XXIII CONSIGLIO NAZIONALE AGC

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l 13 ottobre si è svolto a Morrovalle il 23° Consiglio Nazionale degli AGC, con la partecipazione di circa 40 aventi diritto. Hanno partecipato: P . Piergiorgio Bartoli Provinciale, P. Dario di Giosia assistente provinciale del MLP, Il Consiglio Esecutivo, Assistenti spirituali locali, Coordinatori e vice di Fraternità. L’incontro ha avuto inizio con la preghiera delle lodi presieduta dal P . Provinciale, che ha esortato tutti a vivere intensamente l’Anno della Fede per crescere davanti a Dio ed essere luce e guide per i nostri fratelli. Ha poi infor mato l’assemblea del recente 46° Capitolo generale passionista, tenuto a Roma, con circa 100 partecipanti provenienti da oltre 60 nazioni. Il capitolo ha riflettuto anche sui laici passionisti. I responsabili del MLP italiano sono stati invitati e ascoltati per un intero pomeriggio dal Capitolo. Il P. Provinciale ha poi letto un documento riguardante l’inserimento dei laici nella Famiglia Passionista, approvato dal Capitolo e che sarà inserito nei Regolamenti Generali della Congregazione. Discussione dell’ordine del giorno 1. La presidente Iucci Piera legge una relazione sulla situazione del Movimento e delle singole Fraternità, completata al termine da interventi dei coordinatori. P. Alberto ricorda che il nostro Movimento partecipa a varie Consulte diocesane dei laici, nelle diocesi dove siamo presenti. Ribadisce l’importanza di riunire regolarmente i Consigli di Fraternità. Le Fraternità devono crescere nella condivisione di vita e degli eventi significativi. Bisogna rendere più vivi gli incontri di preghiera e far sì che, chi arriva nei nostri gruppi, possa percepire la gioia dell’incontro con il Signore crocifisso e risorto. Circa la situazione generale si nota un certo calo delle presenze e in alcune Fraternità poche nuove adesioni; alcuni gruppi sembrano stanchi e bisogna capirne le cause. Si discute come animare gli incontri con canti, completando la meditazione con preghiere di lode, di ringraziamento e alla fine anche preghiere di intercessione. La presidente sottolinea che la cosa più importante è ricordare perché si partecipa agli incontri. La base della

XIII Consiglio Nazionale Amici G.C. nostra spiritualità è la meditazione della passione alla luce della risurrezione. Non deve essere la tristezza a guidare le nostre riunioni e attività, ma la gioia per quello che il Signore ha fatto per noi e in noi. 2 - Corso di formazione. Viene chiesto se si ritiene importante e necessario il corso di formazione, organizzato negli ultimi anni. La maggior parte dei presenti afferma che è molto importante, ma non assicura la presenza dei rappresentanti delle proprie fraternità. Sono fatte alcune proposte: - spostare l’attenzione su altri obbiettivi del movimento; - spezzare le tre giornate in più incontri; - riunire due o tre fraternità per volta. Sarà il Consiglio Esecutivo a decidere, in base alla discussione avvenuta, se, dove e quando fare il corso. Dopo il pranzo comunitario, offerto dalla Comunità Passionista, si sono ripresi i lavori. 3 - Programma di formazione. Accogliendo l’invito del Papa a vivere l’Anno della Fede, il Consiglio Nazionale decide di scegliere la FEDE come argomento di formazione dei prossimi due-tre anni. Il P. Alberto chiede suggerimenti per preparare una lista organica di ar gomenti sulla fede da approfondire. Sono fatte varie pro-

poste. Dato che tutte le proposte possono essere valide, ma non tutte realizzabili, P. Alberto decide che manderà a tutti una lista di possibili ar gomenti sulla fede, da riavere al più presto, integrata e divisa per anni.. 4 – Esercizi spirituali. I responsabili dell’organizzazione fanno una breve relazione dalla quale si evince una buona riuscita di ambedue i corsi. 5 – Giornata di Spiritualità Si propone quest’anno di cambiare destinazione, andando al Santuario del Beato Pio Campidelli a Casale di Rimini. Come data si sceglie il 7 aprile. Sarà animata dal P . Fernando Taccone,superiore del Santuario. 6 – Varie ed eventuali Suggerimenti per vivere comunitariamente l’Anno della Fede: - Approfondire, meditare e recitare ogni giorno il Credo apostolico, secondo il suggerimento del papa. - Consegnare nei gruppi schede/ libretto di riflessione sulla fede, il Vangelo di Marco…. - Accendere un lume durante gli incontri della fraternità, tenere acceso un lume nelle famiglie, portare un lume quando si va a visitare gli anziani o malati dei nostri gruppi. Alle 16.00 si chiudono i lavori. Sunto della Redazione


PASSIONISTI, CHIESA, SOCIETÀ di P. Lorenzo Mazzoccante

PASSIONISTI Aassemblee straordinarie In questo periodo si sono celebrate alcune assemblee straordinarie per l’elezione dei Consultori alla Vita Comunitaria e Spirituale e Formazione permanente (VCS-FP), delle Province CORM, DOL, e PIET. La prima si è resa necessaria dopo che il 46° Capitolo Generale ha eletto il p. Giuseppe Adobati (già provinciale CORM) a consigliere generale. Di fatto il primo consultore, p. Danilo Mazzoni, è diventato provinciale e restava vacante l’uf ficio Vita Comunitaria Spirituale e Formazione Permanente (VCS-FP), che l’assemblea ha af fidato al p. Luigi Vaninetti (già consultore generale). Diversa la situazione delle province DOL e PIET che hanno visto la rinuncia dei due consultori eletti dal capitolo provinciale. La provincia campana ha eletto il p. Pietro Boniello, mentre la nostra provincia ha eletto p. Marco Pasquali (già segretario personale del generale Ottaviano D’Egidio). L ’assemblea provinciale PIET ha anche eletto di nuovo il primo consultore il p. Daniele Pierangioli (VFS).

CHIESA

Condannato Paolo Gabriele È stata emessa la sentenza a carico del maggiordomo personale di Sua Santità, Paolo Gabriele, accusato di aver sottratto documenti ed oggetti dagli appartamenti pontifici. La sentenza si è rivelata articolata perché ha dovuto tenere conto di una

serie di aggravanti ed attenuanti. Tra le prime c’è l’abuso di fiducia, tra le seconde c’è il fatto di non avere precedenti penali, e di aver agito con la convinzione -benché erronea- di fare il bene del Pontefice. In sede processuale, poi, si è ritenuto particolarmente grave la sottrazione di documenti (anche originali), mentre si è data una rilevanza minore agli oggetti (pepita d’oro, assegno a nome del papa, ecc.). Ne è scaturita una sentenza di condanna a 18 mesi di reclusione più le spese processuali. La pena detentiva, mancando un accordo in materia fra Italia e Stato Vaticano, viene scontata presso le carceri vaticane.

Anche il papa entra su Twitter La Chiesa è già abbondantemente presente su internet ed i suoi siti sono all’avanguardia per grafica, tecnologia e sicurezza, eppure la convinzione per cui essa debba essere una presenza viva nell’agorà multimediale ha indotto il Santo Padre Benedetto XVI a compiere un nuovo passo nel mondo della comunicazione e della evangelizzazione delle generazioni digitali. Così all’inizio di dicembre è entrato sulla famosa piattaforma sociale con un preciso intento: rispondere alle domande più interessanti sul tema della fede. In realtà, l’incarico è dato ad un suo collaboratore che dovrà monitorare l’attività dell’account e postare previa approvazione del papa- le risposte alle domande selezionate. In pochi giorni, e ben prima dell’inizio ufficiale delle attività, l’account ha superato quota 500.000 followers. In realtà, però, come sempre avviene quando ci si trova di fronte a grandi assembramenti di persone (specie in ambito virtuale) molte sono persone che poco o nulla sono interessate alle attività della Chiesa e che manifestano una certa povertà ed aridità con messaggi spesso banali o rasentanti la blasfemia. Forse che questo ha scoraggiato il pontefice ad imbarcarsi in questo nuovo impegno? Nemmeno per sogno: non sono infatti i sani ad aver bisogno del medico, ma i malati . E d’altra parte, perché germogli la fede, occorre pur seminare il seme della Parola.

SOCIETÀ

Giovani esemplari Se da più parti i giovani di questi tempi vengono indicati come una categoria smarrita e priva di valori, di speranza e di fede, vale la pena prendere atto anche di alcune storie che rappresentano esempi di fede, e costituiscono un valido motivo di speranza per la Chiesa e la società del futuro. Tra questi vale la pena ricordare l’italiana Chiara Corbella (morta il 13 giugno 2012) e Asia Bibi (carcerata pachistana). La prima, Chiara, è stata madre di tre figli, due dei quali con gravi malformazioni e morti praticamente subito. Chiara e il marito Enrico sono rimasti aperti alla vita a dispetto di quanti consigliavano l’aborto anche nell’ultima gravidanza (dalla quale sarebbe nato l’unico figlio sano della coppia) durante la quale si era scoperta malata di un tumore che l’avrebbe portata presto alla morte. La giovane, paragonata da più parti ad una moderna Maria Giovanna Beretta Molla, ha scelto la vita, sempre!. La seconda, Asia, è madre di 5 figli. La legge pachistana contro la blasfemia l’ha portata in carcere ed ora è in attesa di essere messa alla forca. Di fronte alla possibilità di essere liberata dal carcere a condizione di abbracciare l’islam, questa donna fedele ha risposto di credere nell’amore di Dio al punto di essere felice di offrire la sua vita per Lui. È vero, il nostro tempo appare spesso povero. Sono però persone come queste, ricche di valori di umanità e di fede, a farci sperare in un futuro migliore.

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CONSACRAZIONI La consacrazione: arrivo al porto sospirato Il 10 novembre 2012, si sono celebrate le consacrazioni a San Nicolò a Tordino, la prima consacrazione della nostra amica polacca Elisabetta, dieci rinnovi e sette consacrazioni perpetue: tra queste la mia! Nei giorni che hanno preceduto il solenne evento ho avuto cura di prepararmi partecipando alla Santa Eucaristia e pregando per avere consapevolezza della scelta che mi apprestavo a vivere. Al momento della presentazione dei candidati, il mio “Mi hai chiamato, eccomi Signor e”, mi è venuto dal profondo del cuore. Si, eccomi, perché ora sono pronta a dire il Sì davanti a Te e a tutti per testimoniare la mia assoluta e incondizionata

sulla barca di Pietro; sicuramente ci saranno momenti di tempesta, di sconforto, di sfiducia! Sarei meravigliata del contrario! Questo mi ricorda le parole di un salmo: “Nelle angosce gridarono al Signore ed Egli li liberò dalle loro angustie. Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare. Si rallegrarono di vedere la bonaccia ed Egli li condusse al porto sospirato” (Sal 107, 28-39). Tiziana Di Giuseppe

La consacrazione: solo per amore Si! Per amore e riconoscenza per Gesù, che è stato il “Regista Divino”, che ha diretto la mia vita sempre verso

ma io, forte del tuo Amore e della forza che mi infondi, vado avanti con coraggio e prego San Paolo della Croce che mi infiammi sempre più di amore per Te. Ricordi, Gesù, quante volte ho desiderato di togliere dalla tua fronte quella corona di spine che preme così tanto e di avere la Tua mano sul mio capo, per infondermi coraggio! Perdonami, Gesù, non sono degna di desiderare ciò, ma vorrei tanto abbracciarti, io, il tuo Nulla. Pur avendo esperienze di un lungo cammino in Azione Cattolica e come catechista, la spiritualità passionista mi ha cambiata, mi ha resa più attenta ai bisogni del mio prossimo, ha aumentato in me il desiderio di pregare, di donarmi e offrire a Gesù ogni cosa, da quando apro gli occhi al mattino, fino a quando vado a letto la sera. Ogni consacrazione mi ha dato qualcosa di più, quindi anch’io voglio dare al mio Gesù sempre di più, un impegno per la vita. Ringrazio i padri che ci guidano e che con i loro consigli, mi hanno resa migliore, spronandomi a non aver paura di dire a Gesù quanto io desidero amarlo e donarmi a Lui, con un cammino di santità. Olga Orlando

Con la consacrazione, cresce ogni giorno la mia unione con Gesù.

San Nicolò fiducia in Te che sei la Luce della mia vita e hai vinto la morte per sempre, per me e per tutti. “Eccomi”, perché Tu mi hai regalato ancora una grazia “speciale”, da mettere a frutto per me, per la mia famiglia, per la famiglia Passionista, ma ancora di più per tutta la mia Comunità Parrocchiale. Eccomi, Signore, ad of frirti le mie umili preghiere e la mia collaborazione fattiva, per tutti coloro che sof frono, che si fanno un tutt’uno con Gesù Crocifisso. La mia consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso arriva proprio nell’anno della fede. Mi viene in mente dal vangelo l’immagine di Gesù

di Lui. Mi ha chiamata, sorretta e completata come cristiana e come figlia. Io non conoscevo l’af fascinante e profondo movimento degli AGC ma Gesù ha fatto in modo che io, in giro con la mia famiglia per tante città, venissi proprio qui, in Abruzzo, per conoscere la Fraternità di San Nicolò. Ne sono felice e con tanta fede partecipo assiduamente alle fruttuose catechesi, che mi permettono di conoscere ed amare sempre più la Passione di Gesù, mio grande amore. Ti amo, Gesù! Tu sai che nella vita ci sono tanti ostacoli che impediscono di dare di più; tanti ridicolizzano le scelte che si fanno per Te,

Anche quest’anno il Signore Gesù mi ha chiamata a sé e io ho risposto con la terza consacrazione al cuore adorabile del mio Signore, mio Dio e mio tutto; insieme a me anche tanti altri Amici di Gesù crocifisso. È grazie alla consacrazione che la mia vicinanza al Signore cresce giorno dopo giorno, come un sole che riscalda i cuori ed allontana l’inverno. Gesù, vorrei farti amare come io ti amo anche dalle persone a me care e dal mondo intero, anche se ogni mio sforzo per ora sembra vano, ma con il tuo amore io continuerò a pregare sempre per questo, a raccogliere le forze per andare avanti giorno dopo giorno, desiderando che moltitudini di persone aspirino a Te. Ti ringrazio infinitamente perchè faccio parte di questa grande Famiglia Passionista degli Amici di Gesù Crocifisso, che ti amano come io ti amo ed insieme i nostri cuori gioiscono per questo. Mio Dio, non mi stancherò mai ti adorarti ed amarti, e di ringraziarti per tutto quello che mi hai donato e che ancora mi donerai. Anna Maria Di Giandomenico


CONSACRAZIONI “Mia forza e mio canto è il Signore”. Sono le parole che spontaneamente ho ripetuto dopo la recita del salmo 117 insieme ai fratelli di Madonna della Stella e che mi hanno riportato con il ricordo al giorno della mia consacrazione perpetua, quando mi uscirono dalle labbra in un impeto di riconoscenza: ero arrivata a dire al Signore il mio “si”

trascorso una giornata ricca di emozioni e di gioia serena insieme ai consacrandi, ai tanti fratelli presenti, ai padri passionisti e al nostro assistente nazionale P. Alberto Pierangioli, che ci ha aiutato a capire meglio il significato della consacrazione, come presa di coscienza della consacrazione battesimale; una risposta d’amore da vivere con costanza e impegno. Sui volti di quanti ho avvicinato ho letto af fetto, gioia e condivisione. Una bella festa

l’impegno di seguire Gesù Crocifisso e Risorto e vivere la sua parola nella vita quotidiana. Ho avvertito la grandezza del Signore e la mia povera nullità, dicendo con commozione e gioia indicibile: “Eccomi, Signore”! Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno fatto conoscere gli AGC e mi hanno condotto a questa meta. Con il mio sposo Antonio, legati da 41 anni di matrimonio, abbiamo aderito alla chiamata, abbiamo percorso il cammino della spiritualità passionista, che ci ha portati alla consacrazione, davanti all’immagine della Madonna della Stella, Aiuto dei Cristiani. Lode al Signore Gesù Cristo, che ci sostiene nel cammino della vita. Anna D’Alise

Emozione e frutti della consacrazione

Consacrazioni Fraternità Madonna della Stella: 28-10-2012 per sempre. In questo ricordo del passato e nella gioia del presente ho vissuto la giornata della consacrazione degli AGC il 28 ottobre. È stato un giorno di grazia per tutti e per me un momento di verifica della mia fede. Ventuno anni di cammino! Non sono pochi e sembrano un soffio, ma sono le tracce che mi hanno bene avviato verso la meta suprema: l’eternità da conquistare nella santità secondo la spiritualità dell’Amore. È stato un cammino non sempre facile; una scalata di salite e discese, talora con qualche sosta di ripensamento; poi, la ripresa alla scuola del Crocifisso, il maestro, che guida la mia vita. In questa ottica di ricordi, ho

vissuta insieme; una preziosa esperienza di comunione e di fede per una carità costante e sempre nuova. Margherita Padovani

“Eccomi, Signore”!

È stato gratificante ritrovarsi con gli AGC e con i religiosi Passionisti al Santuario della Madonna della Stella, in una giornata di fede e comunione fraterna, fino a consumare il pasto in cordialità e gioia. Il momento più bello l’ho vissuto nella messa, con la Consacrazione, quando una grande pace è discesa nel mio cuore. La Consacrazione a Gesù Crocifisso si è svolta con la partecipazione dei fedeli che gremivano il santuario. Mi sono molto commossa quando P. Alberto mi ha consegnato il Crocifisso ed ho pronunciato la promessa di amore e santità, rinnovando l’impegno battesimale di donazione piena a Dio. Ho compreso la Antonio e Anna, Marisa e Clara profonda importanza si consarano a Gesù Crocifisso e la solennità del-

Caro padre, il 28 ottobre nella mia prima consacrazione alla Madonna della Stella ho provato la medesima forte emozione della mia Prima Comunione, avvenuta nel lontano 1949 ma ancora viva a tanta distanza di tempo. Mi sono sentito un fanciullo entusiasta d’incontrare Gesù come in quel tempo così lontano. Ti ringrazio insieme a mia moglie Anna per la missione che svolgi e che mi ha fatto riscoprire quanto sia bello seguire il Signore in ogni atto della nostra vita. Aggiungo una breve riflessione, come frutto della consacrazione. “Io in Dio, Dio in me. Rinunciando al mio dominio, accolgo Dio, Amore infinito. Dio resta in me. Abiuro al mio io che, predominando, mi allontana da Dio e dai miei fratelli e mi fa restare solo nel deserto dell’egoismo, preludio della “morte”. Dio ha donato il Suo Figlio prediletto per amore, che, per amore ed obbedienza al Padre, ha of ferto se stesso per me sulla croce. In questa visione, oso unire le mie piccole croci alla sua Croce, accettandole serenamente nella contemplazione della sua Croce, perché anch’io poi risor ga in Lui. Apro il mio cuore al Crocifisso Risorto, perché sia il mio compagno nel nuovo cammino, che mi ha portato a rinnovare gli impegni del battesimo, sotto lo sguardo di Maria. In questo cammino di fede m’impegnerò a leggere e meditare la Sacra Scrittura, per capire che cosa Dio vuole da me ogni giorno, pregando di avere un colloquio diretto con Lui e capire quanto desidera che io faccia, come viatico all’incontro personale con il Dio vivente. Antonio Ferraro

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CONSACRAZIONI

14 Consacrazioni a Giulianova: una giornata di grazie

Le consacrazioni degli AGC si sono svolte il 25 novembre. Il P .

Per tutti noi AGC è stata una giornata di grazie e di grande presenza del Signore. Abbiamo rinnovato l’impegno di mettere sempre al primo posto Gesù “Crocifissorisorto” perché sia il vero Signore della nostra vita. Insieme ai nuovi consacrati, abbiamo detto di

Consacrazioni a Giulianova Lido Alberto ha animato la giornata fin dal mattino con la preghiera delle lodi, ricordando la festa di Cristo Re, istituita da Pio XI in un tempo di grandi persecuzioni contro la Chiesa in paesi cattolici, come Messico e Spagna, nelle quali furono massacrati migliaia di fedeli cristiani, molti vescovi, sacerdoti, religiosi, anche circa 30 passionisti. Poi il padre ci ha preparati alle consacrazioni con alcune commoventi testimonianze di AGC che hanno fatto la loro consacrazione e la vivono con grande impegno e piena dedizione all’amore di Cristo e dei fratelli. Ci siamo ritrovati in chiesa alle 15.30 per un’ora di Adorazione e il vespro animati da P. Bruno. Durante la celebrazione eucaristica tre sorelle e un fratel-

nuovo a Gesù: “fai di me quello che vuoi”. Ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita della giornata. Pio Calvarese

La distanza dal Signore si sta accorciando

Dopo un anno dalla prima consacrazione, ho detto di nuovo sì al Signore! Posso dire che la mia distanza dal Signore si va sempre più accor ciando. Questo nuovo impegno assume un significato più forte, più tangibile: comincio a gustare il senso dell’amore del prossimo e a capire quanto è meraviglioso perdonare, ascoltare e soprattutto pregare. Sto imparando a rinunciare all’ira, a sorridere a chi ne ha bisogno, ma soprattutto a pregare per i sofferenti e i lontani da Dio. Signore, accresci la fede di questo tuo umilissimo discepolo. Ti ringrazio per avermi chiamato nella Famiglia Passionista e rinGioia e festa dopo la consacrazione grazio tutti quelli che mi hanno aiutato e continuano ad aiutarmi in questo lo hanno rinnovato la loro consacracammino. zione per un anno, mentre due sorelle Mimmo Di Eugenio hanno fatto la consacrazione perpetua.

Trovare gioia e forzaùnella consacrazione In un momento di grande prova e di grande sofferenza in famiglia, il mio rifugio è stato l’amore di Gesù Crocifisso e della Vergine Maria. Mi bastava guardare Gesù sulla Croce e pensare alla sua grande sof ferenza e subito mi tornava il coraggio di andare avanti. Dopo aver capito quanto è indispensabile per me ascoltare la parola di Dio e vivere alla sua presenza, ho rinnovato la mia consacrazione a Gesù Crocifisso per trovare in Lui la forza e la gioia. Romani Luigina

Ho assaporato il calor eùdell’amore di Gesù Caro padre, ti comunico la grande serenità e gioia provate il 25 novembre, rinnovando la Consacrazione a Gesù Crocifisso. Non ti nascondo di essere stata assalita dal timore di non essere capace di impegnarmi totalmente con Gesù Crocifisso e seguire il cammino degli AGC. Il mio timore è svanito piano, piano, durante la commovente celebrazione, con l’Adorazione Eucaristica e poi con la Messa. Ho assaporato il calore dell’amore di Gesù, con la presenza di tanti fratelli, venuti a sostenerci con la loro preghiera. Chiedo ogni giorno a Gesù di sostenermi nel cammino intrapreso, e di donarmi la forza di ricambiare il suo amore con una maggiore unione con Lui durante la giornata e con la fedeltà ai miei impegni quotidiani nella famiglia e nella vita sociale. Così non mi sentirò mai sola e sarò più forte nelle difficoltà, che non mancano mai. Olga Crucitti

Mi sono commossa pr ofondamente Il 25 novembre ho fatto con gioia la Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso. Quando ho ricevuto dal Padre Alberto il Crocifisso, lo Stemma Passionista e la per gamena mi sono commossa profondamente. Ho ringraziato Gesù perché mi ha aiutato e mi aiuta nel cammino di fede, dandomi serenità e pace interiore. Ringrazio Padre Alberto e Padre Bruno, gli Amici di Gesù della mia Fraternità e di altre Fraternità e i miei familiari che hanno partecipato e mi sostengono con la preghiera. Gloria Ciabattoni


CONSACRAZIONI Consacrazioni a Bari Giorni tanto attesi quelli del 17 e 18 novembre per la Fraternità AGC di Bari; è stata una gioia accogliere la visita di padre Alberto Pierangioli e la Presidente nazionale AGC Piera Iucci. Nella prima giornata abbiamo condiviso con loro il momento dedicato alla meditazione mensile accompagnati da uno spirito di comunione e preghiera straordinario e le parole di Piera “eravamo preoccupati per questa Fraternità… e abbiamo trovato Te, Gesù fra loro…” hanno fatto esplodere dentro di noi una fortissima emozione ed un desiderio maggiore di lode e ringraziamento per l’appartenenza alla Famiglia Passionista. Non possiamo che continuare a restare uniti nella preghiera alimentando la carità fraterna e la lampada consegnataci dalla Presidente nazionale ci accompagnerà idealmente nel cammino in questo Anno della Fede. Dedicato alle Consacrazioni ed alla catechesi il giorno seguente: le lodi hanno avviato una giornata di fraternità e di emozioni seguita dalla Adorazione Eucaristica af fidando a Maria il “si” di ognuno di noi, in modo particolare quello dei Consacrandi. Profonda partecipazione alla Santa Messa con canti e gioia per l’ammissione di Santina Giannattasio, inutile dire quanto grati siamo al Signore per la Consacrazione Perpetua di don Giovanni Lorusso, nostro assistente, che, avendo già conosciuto la spiritualità passionista attraverso eventi dolorosi della sua vita, in particolar modo gli ultimi 5 anni fatti di ostacoli, decide il “si” “all’amore doloroso e dolore amoroso”. Abbiamo apprezzato le parole umili e semplici di incoraggiamento del P . Alberto che ci hanno riempito il cuore. La sua testimonianza con episodi riguardanti la sua vita ci hanno fatto capire che l’amore per questa Famiglia deve essere caratterizzata dalla profonda passione per essa e che solo Dio è l’autore di questo bene. Un momento di convivialità ha suggellato la giornata e preceduto la par tenza di padre Alberto e Piera. Un grazie particolare al nostro fratello Mario per aver reso possibile il viaggio e aver condiviso con noi lacrime di gioia. Mi sono sempre chiesta in questi ultimi anni tanti “perché?”. Un libretto di “Amici di Gesù Crocifisso” trovato per terra mi indicava nel 2009 un per corso sconosciuto per poi dar senso al non-senso di quei giorni. Nella mia consacrazione ho visto il Suo Amore

Benedizione dei nuovi consarati a Bari per me come risposta ai miei quesiti; il mio “per sempre” mi ha catapultata nella Sua Misericordia. Alimenterò la mia lampada con l’olio della sofferenza scelta per amore del mio Gesù e dei miei fratelli, mi prenderò cura della Fraternità come una madre ha cura dei suoi figli perché non sia sciupato il dono più bello che Dio Padre mi ha fatto, ho consegnato nelle sue mani la mia vita, i miei af fetti e stringendo il

Crocifisso al mio petto non potevo che dimostrargli il mio amore af fidando a Lui con fiducia parte di me, i miei figli separati da me e innalzo la mia lode: “Che cosa ti r enderò, Signore, per quello che mi hai donato? Innalzo a te il mio cuore come calice di lode e con tutte le mie forze grido grazie, Gesù, per ciò che sei per me”. Prudenza Fallacara

Formazione 2013: la fede Gennaio La Porta della fede Febbraio Che cos’è la fede: dono di Dio e caratteristiche Marzo La fede e la ragione: le grandi domande dell’uomo Aprile Alimentare la fede Maggio La fede di Maria: “Anche a te una spada”: Fede e croce Giugno Vivere la fede: la fede e le oper e Luglio Difficoltà e prove della fede, Fede di Abramo Agosto La fede nei Vangeli: “La tua fede ti ha salvato”. (Esercizi spirituali) Settembre Fede è Speranza: fidarsi e affidarsi a Dio Ottobre Fede è Carità:Amare con il cuore di Dio. Novembre Testimoniare la fede. Fede personale e comunitaria Dicembre Credere passionista

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BUON ANNO 2013! Carissimi AGC, iniziamo il 24° anno delle prime adesioni al MLP “Amici di GesùCrocifisso”, iniziate a ricevere il 18 marzo 1990 e che ora sono 3040. Il 6 novembre 1990, a meno di 8 mesi dalle prime adesioni, che erano già 130, p. Floriano De Fabiis, superiore provinciale, approvava e benediceva il movimento AGC. Vogliamo prepararci a celebrare l’anno prossimo il 25° anniversario, per ringraziare il Signore per quanto ha operato con questo piccolo seme. Auguro a tutto il movimento un anno nuovo benedetto da Dio, e una crescita di quantità, ma soprattutto di qualità e santità. Prego perché l’Anno della Fede ci aiuti ad approfondire, vivere e testimoniare la nostra fede , per intensificare il cammino di santità e l’impegno apostolico per portare altri fratelli all’amore e alla sequela di Gesù Crocifisso Risorto. Anche noi siamo chiamati a partecipare alla nuova Evangelizzazione. L’8 febbraio celebreremo la festa della Passione, per iniziare la Peregrinatio Crucis: per le Marche, la faremo nella chiesa di S. Gabriele a Civitanova; altrove sarà fatta nelle chiese di ogni Fraternità. Assicuro il mio ricordo quotidiano al Signore per tutti voi e famiglie, nella preghiera e santa Messa, chiedo a tutti un ricordo per me davanti al Signore. Ringrazio e ricambio per gli auguri ricevuti. Auguro a voi e famiglie, vicini e lontani, un Felice Anno Nuovo pieno di benedizioni divine. P. Alberto CP

SOS RIVISTA - Il fondo per stampa e spedizione Rivista AGC piange. Nel 2012 meno della metà di coloro che la ricevono si sono ricordati di inviare un piccolo segno di gradi mento. Un grazie di cuore a tutti coloro che con la loro fedeltà e generosità ci danno la possibilità di andare avanti. pia

Calendario degli Amici 31 dic. 2012: 06 gennaio: 13 gennaio: 03 febbraio: 08 febbraio: 03 marzo:

Addio comunitario al 2012 a Morrovalle: 22,00-24,00: Adorazione, Messa, Auguri. Messa e festa alla casa di riposto di Montecosaro. Primo Ritiro mensile 2013 a Morrovalle MC, 09,00 – 17,00 Ritiro mensile a Morrovalle MC, 09.00 – 17,00 Festa della Passione, benedizione crocifissi. Inizio “Peregrinatio Crucis” Ritiro mensile a Morrovalle, 9,00-17,00.

SOMMARIO

2. P. A. Pierangioli La porta della fede 3. P. A. Pierangioli La fede dono di Dio. Caratteristiche 4. P. R. Cecconi Meditiamo con il vangelo di Giovanni 5. Coltorti M. Grazia XVII – La santità è amore 6. P. Luciano 7. P. Luciano 8. P. Luciano 9. Aggregati Voce degli Amici Aggregati 10. Segreteria Sunto Verbale del Consiglio Nazionale 11. L. Mazzoccante Passionisti, Chiesa, Società 12-15. Vari Consacrazioni e Testimonianze 16. Direzione: Auguri e Notizie Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Morlacco Senia di Civitanova: 7-11-12; Angeletti Argentina di Macerata, consacrata perpetua: 18-11-2012; Accorroni Pasquali Armandina di Civitanova, consacrata perpetua: 05-12-12. Gennaio-Febbraio 2013 – Anno XIV n. 1 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morr ovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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