Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
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Marzo - Aprile 2016 - Anno XVII n. 2
cari amici
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Luciano Temperilli CARI AMICI, Buona Pasqua. Il Signore ci conceda di vivere la sua Pasqua nella gioia e la fede ci aiuti ad intravvedere, nella speranza, la nostra Pasqua. Non solo quella lontana degli ultimi tempi ma l’altra quella che si intravvede nelle pieghe della nostra vita, nonostante tutto. Perché già viviamo nella sua luce. Viviamo nella luce della Pasqua ogni volta che ci rialziamo dal peccato attraverso il sacramento della misericordia. Viviamo nella luce della Pasqua ogni volta che il la fragilità non ci abbatte ma, umilmente, riprendiamo il cammino. Viviamo nella luce della pasqua ogni volta che non ci arrendiamo di fronte al rifiuto ma, con pazienza, ricominciamo il dialogo. Siamo nella luce della pasqua ogni vola che riceviamo e doniamo con gioia il perdono accettandoci ed amandoci così come siamo. Siamo illuminati dalla luce della Pasqua ogni volta che non ci vergogniamo della Croce di Cristo: quella che è scritta nella nostra esistenza, quella che è incarnata nei “crocifissi” e quella, infine, che portiamo nelle strade e nelle case come segno dell’amore di Dio. Vivendo la spiritualità della passione sappiamo bene come l’amore trasforma ogni cosa e apre sempre nuovi orizzonti di speranza semplicemente perché siamo coinvolti dall’Amore del Padre nel suo Figlio Gesù. Per questo motivo papa Francesco ci dice che il vangelo porta gioia che si deve manifestare sempre sia, dire con linguaggio sponsale, nella buona che nella cattiva sorte. Perché non c’è cattiva sorte chi vive nell’amore di Dio. “ Il vero amor di Dio fa parer piccolo e poco il patire che si fa per l’amante divino”dice il nostro Paolo della Croce. L’importante quindi è da una parte allargare gli orizzonti della speranza e dall’altra far illuminare il nostro quotidiano dalla Croce del Risorto ricordandoci, come ci ricordava papa Giovanni Paolo che “Cristo ha rivelato il Dio dell’Amore misericordioso, proprio perché ha accettato la croce come via alla risurrezione”. In que-
sta logica paradossale allora ogni aspetto illogico, fragile della vita diventa invocazione, caparra, come diceva l’apostolo Paolo, del futuro che Dio ci ha preparato. Con questa ottica io provo a guardare e vi invito a guardare anche le attuali difficoltà del movimento scorgendo nell’impegno degli amici, degli assistenti, nei nuovi iscritti, nella fatica nel costruire fraternità un’invocazione al Risorto. Ed è una vera preghiera, colma però di fiducia, quello che deve essere il nostro vivere, il nostro “oggi”, da “Amici di Gesù Crocifisso”. Infatti viviamo un po’ da orfani, un po’ dispersi, un po’ fragili. Ma non possiamo permetterci di avere paura . “Anche voi, diceva ad un incontro papa Francesco, parlavate della fragilità della fede, come si fa per vincerla. Il nemico più grande che ha la fragilità è la paura. Ma non abbiate paura! Siamo fragili, e lo sappiamo. Un bambino è fragilissimo ma con il papà, con la mamma è al sicuro! Con il Signore siamo sicuri. La fede cresce con il Signore”.
Ancora: “anche se attraversa epoche oscure e debolezze ecclesiali, la proposta cristiana non invecchia mai. Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade”. Allora coraggio e pazienza. Coraggio per testimoniare il Signore e pazienza per le nostre fragilità. Coraggio per ricominciare ogni volta e pazienza se non si vedono i risultati. Coraggio che ci deriva dal sapersi amati e pazienza se non sempre ce ne ricordiamo. Pazienza che non è disinteresse, coraggio che non è entusiasmo di un istante. E’ fedeltà. Quelle fedeltà che, come nella Maddalena, può trasformare il pianto in un incontro nuovo nel giardino del Risorto. Buona Pasqua. P. Luciano In copertina: Giotto - Cristo Risorto
Gesù volto della misericordia del Padre i. verso i Peccatori Gabriele Cingolani
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esù sa che i più bisogni della di misericordia sono i peccatori. Un’occasione privilegiata in cui egli manifesta interesse per loro sono i pranzi che volentieri accetta su invito dei farisei, o a cui egli stesso si invita per incontrare quelli che erano considerati peccatori pubblici, come i pubblicani. Così avviene il giorno in cui chiamò Matteo, Mt 9, 9-11, strappandolo al suo lavoro e aggregandolo al gruppo dei suoi apostoli. Seguì un pranzo, nel quale sopraggiunsero autoinvitati molti pubblicani e peccatori. Invece di festeggiare e ringraziare si mettono a criticare la scelta di Gesù di mangiare coi peccatori, sconveniente per un rabbi come lui. Per Gesù è l’occasione d’oro per proclamare: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori. Luca aggiunge: perché si convertano! Bella e consolante affermazione: è venuto a chiamare me. Così il peccatore ufficiale Matteo resta perdonato e trasformato, mentre giusti ufficiali restano peccatori reali, senza accorgersene. Analogo è il pranzo seguito all’incontro con l’altro pubblicano Zaccheo, Lc 19,1-10. Colui che cercava di vedere Gesù è cercato e visto prima da Gesù, che si invita a pranzo per incontrarlo. Tutto si svolge rapidamente. Zaccheo, scendi subito. Costui scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Gesù non dice una parola sulla situazione del pubblicano. Solo si interessa di lui, visto che s’era arrampicato sull’albero per senso di insoddisfazione esistenziale e curiosità per l’insolito. Zaccheo si scarica spontaneamente della zavorra che gli pesa addosso, secondo le esigenze che aveva sentito predicare da Gesù. Ecco io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno restituisco quattro volte tanto. Alle solite mormorazioni: È entrato in casa di un peccatore, Gesù ribadisce il suo consueto principio: Il Figlio dell’uomo è venuto per
cercare e salvare ciò che era perduto. Altra occasione per una più dettagliata lezione sulla misericordia fu il pranzo accettato da Gesù a casa di Simone il fariseo, dove una peccatrice famosa in città gli lava i piedi con un vaso di profumi, Lc 7,36-50. Ancora un pranzo tra i peccatori per annunciare la misericordia per i peccati. La misericordia di Gesù per i peccatori è espressa in modo toccante nel perdono alla donna colta in adulterio, Gv 8,1-11. Il caso è sottoposto a Gesù non per difesa della pubblica moralità, ma per tendergli un tranello. Se condanna distrugge la sua fama di maestro buono. Se assolve va contro la legge. Gesù schiva l’inghippo giuridico e prende tempo facendo segni per terra. Poi dà la risposta che non va contro la legge, né lede il suo stile di compassione e di misericordia: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei, v.7. Gesù non dichiara che la donna è senza peccato, ma fa emergere che tutti sono peccatori, forse altrettanto adulteri. Poi si rimette a scrivere per non guardarli neppure in faccia mentre se la squagliano alla chetichella. Il risultato è che restano soli Gesù e l’adultera. Bella coppia, icona della missione salvifica del Verbo incarnato. Stupendamente S. Agostino: Restano in due: la misera e la misericordia. Solo Gesù intuisce quel che deve passare nel cuore della donna. Vergogna, pentimento, determinazione a non ricaderci, speranza di essere perdonata perché amata da qualcuno.
Certo si aspettava una sentenza da parte di Gesù. Che è subito pronunciata: Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Nessuno, Signore. Neanche io ti condanno; va e d’ora in poi non peccare più. Dio infatti non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui, Gv 3,17. Nel cuore di Gesù riverbera l’amore misericordioso della Trinità verso la miseria umana. Altra parabola rivelativa della misericordia divina è quella del re buono e del servo spietato, Mt 18,21-35. Un re aveva un debitore di diecimila talenti, cifra simbolica per indicare impossibilità di saldare, dato che tanti soldi non esistevano neppure nell’intero bilancio della Palestina. Alle implorazioni del debitore, Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Subito dopo il servo perdonato rifiuta di perdonare a un debitore che gli deve solo cento denari. Tenta di strangolarlo e lo fa sbattere in prigione. Il punto di svolta della parabola è la compassione, a cui si appella il padrone quando viene a sapere la cosa. Qui con la variante aver pietà: Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? L’insegnamento è che il perdono di Dio è illimitato, come illimitato è il debito del peccato, cioè impossibile da saldare. Vi è un solo limite al desiderio di Dio di perdonare, e non è posto da lui, perché è la libertà umana che può chiedere o rifiutare il perdono sia nel rapporto con Dio che con i fratelli. Matteo conclude collegando la parabola a quanto Gesù ha già insegnato nella preghiera del Padre Nostro: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, 6,12. La misericordia verso gli altri è la condizione per ricevere la misericordia di Dio.
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Gesù volto della misericordia del Padre 2. Gesti e Parabole della misericordia
4 Aprile
Gabriele Cingolani
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’atteggiamento misericordioso di Gesù era inconcepibile per la mentalità ebraica, abituata alle minacce contro i peccatori che risuonano nei profeti e nei salmi. Del resto sulla stessa linea erano le sferzate che Giovanni Battista stava facendo rimbombare dal deserto: Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? La scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Il Venturo tiene in mano la pala per pulire la sua aia, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile, Lc 3,7.9.17. La scelta per lo stile di misericordia esplode in modo eclatante all’inizio del ministero di Gesù a Nazaret, Lc 4,16-30. Già s’era sparsa la voce questo paesano potesse essere il Messia promesso. Tutti si aspettavano accenti analoghi a quelli del Battista. Infatti il brano di Isaia 61,1-2a, consegnato a Gesù per commento omiletico, si prestava a questa impostazione, annunciando un messia inviato per proclamare anche il giorno di vendetta del nostro Dio, 61,2b. Ma Gesù non lesse quella frase. Si fermò alla prima riga del secondo versetto, presentandosi solo come consacrato con l’unzione, mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore. La “vendetta” di Dio ormai sarà solo nella misericordia. I capi però conoscevano il testo, e quella interruzione generò il sospetto di una manipolazione. Le cose peggiorano quando interpellano Gesù sulla sua identità e si sentono rispondere che l’amore di Dio è per tutta l’umanità, non solo per la loro nazione. Tant’è vero che durante la carestia il profeta Elia fuggì da Israele e fu accolto in Libano, dalla vedova di Sarepta di Sidone. E l’unica volta che nella storia antica Dio è intervenuto a guarire un lebbroso, non l’ha fatto per un israelita, ma per Naaman, il Siro, ai
tempi del profeta Eliseo. A questo punto quei fanatici nazionalisti lo cacciano fuori dalla sinagoga con l’intenzione di buttarlo giù dal monte del paese. Preannuncio della passione. Lo stesso Giovanni Battista resta confuso dal metodo pastorale di Gesù. Aveva annunciato un messia secondo le attese dei farisei, con la scure in mano e l’accetta alla radice degli alberi sterili, e sente dire che Gesù parla in tutt’altro tono. Perciò gli manda a chiedere: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? Lc 7,20. Gesù risponde agli inviati facendo l’elenco delle “opere di misericordia” che sta compiendo: I ciechi acquistano la vista (da Is 35,3; 61,1), gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E conclude enigmaticamente: Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo, Lc7,22-23. Fino alla croce, che sarà scandalo inammissibile per i farisei. L’atteggiamento di Gesù disorienta la fede di quanti, compreso il cugino precursore, hanno sacrificato la vita per meritare l’amore di Dio e ora si sentono dire che questo amore abbraccia anche chi non ha fatto nessuno sforzo e non ha alcun merito. Già, proprio questo è l’annuncio sconvolgente della misericordia. L’amore di Dio non si può meritare. Può essere uomo di Dio o diventare discepolo di Gesù anche chi non conosce la legge o non frequenta il tempio. Nella parabola del buon samaritano, Lc 10,30-37, Gesù presenta come uomo di Dio proprio uno
ritenuto scomunicato, paragonato ai pagani. Sentirsi additare come esempio un samaritano, fino al punto da farlo affermare dal maestro della legge che lo aveva interrogato, era insopportabile. Le tre parabole della misericordia, riportate dai Lc 15, offrono altra conferma della benevolenza del Padre nei casi-limite della situazione umana. Un pastore lascia da sole novantanove pecore per andare a recuperare quella smarrita, e tutto felice la riporta all’ovile. Una donna mette sossopra la casa per ritrovare la moneta o il gioiello smarrito, poi chiama tutte le vicine per condividere la gioia. Un padre riabbraccia il figlio minore che gli ha sciupato mezzo patrimonio, e cerca di convincere il figlio maggiore ad essere altrettanto felice. In questo capitolo Luca vuole accentuare che Cristo rappresenta l’immagine vera di Dio: un padre ricco di misericordia verso tutti, specie i più lontani. Padre di tutti, si commuove fino a sentire riverberare in sé il dolore dei figli. Ciascuna delle tre parabole termina con analoga folgorante rivelazione: Vi sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione, Lc 15,7. Presa letteralmente l’affermazione suona inaccettabile, perché Dio non può preferire il peccato alla santità, ma esprime con un paradosso la festa del perdonare e dell’essere perdonati. Chi è santo vuol dire che è stato già perdonato ed è già nella festa del cielo. Chi si converte entra nella festa del cielo e ne aumenta, per così dire, l’intensità. Se il Padre è così, devono esserlo anche i figli, non come il maggiore della parabola, che ovviamente allude alla pertinace chiusura dei farisei all’annuncio della misericordia. Perciò Luca sintetizza così il messaggio di Gesù sulla misericordia: Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso, Lc 6,36. Che è il motto del giubileo che stiamo celebrando.
meditiamo sulla risurrezione di Gesù la perenne testimonianza del discepolo amato (Gv 21, 20-25) Roberto Cecconi
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arissimi “Amici”, trovandoci ancora nel quadro della terza apparizione del Risorto, portiamo la nostra attenzione sulla finale del vangelo secondo Giovanni. Disponiamoci all’ascolto del testo biblico: 20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». 24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. le parole di Gesù sul discepolo prediletto Dopo che il Risorto ha esortato Pietro alla sequela (Gv 21,19), quest’ultimo si accorge che il discepolo prediletto li sta seguendo. Di lui vengono messe in evidenza tre caratteristiche: si dice che egli segue, è amato dal Signore, ha posato il capo sul petto
di Gesù durante l’ultima cena. Pietro domanda a Gesù quale futuro è riservato al discepolo amato: «“Signore, che cosa sarà di lui?”». Probabilmente, Pietro vuol sapere se anche colui che li sta seguendo è chiamato a testimoniare il Risorto fino all’effusione del sangue. La risposta di Gesù esorta Pietro a non interessarsi tanto della sorte del discepolo prediletto, quanto del suo cammino di sequela: «“Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”». Queste parole di Gesù sono oggetto di fraintendimento da parte della primitiva comunità cristiana. Essa infatti – prevedendo come imminente la seconda venuta di Gesù nella gloria – pensa che il discepolo amato non muoia finché quell’evento non si realizzi. Ma non è questo il senso della parola di Gesù, come ben testimonia l’Evangelista: «Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?”». Come bisogna intendere queste parole di Gesù? Certamente non nel senso che il discepolo amato non avrebbe mai assaporato la morte. Egli infatti ha già cessato di vivere quando il redattore finale dà l’ultimo ritocco a questo Vangelo. Le parole di Gesù sul discepolo amato che rimane fino alla venuta gloriosa del Signore alla fine dei tempi (Parusia) vanno interpretate alla luce di quanto affermato al versetto 24: «Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera». Il discepolo amato continua a rimanere nel mondo non tanto con la sua presenza fisica, quanto con le cose che ha scritto, mediante il Vangelo che ha stilato, e per mezzo del quale rende testimonianza alla rivelazione operata dal Figlio di
Dio. Dunque, l’opera scritta in un determinato arco di tempo, permette al discepolo prediletto di rimanere nella vita della Chiesa e di testimoniare il Cristo fino alla fine dei secoli. l’inesauribile profondità dell’opera di Gesù Il vangelo secondo Giovanni termina con una dichiarazione che troviamo anche nella letteratura antica: «Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere». Si tratta certamente di un’espressione iperbolica, che ha comunque il suo senso. L’Evangelista vuol lasciar intendere al lettore che il testo biblico, pur nella sua bellezza e profondità, non riuscirà mai ad esprimere tutta la ricchezza della persona e dell’opera del Cristo. Egli resta sempre il totalmente Altro, colui che va oltre ogni nostra capacità di comprensione ed espressione. la buona notizia Ogni battezzato è chiamato a seguire Gesù ovunque egli vada; sa di essere sempre amato, anche quando sbaglia o pecca; è esortato a vivere un’intima comunione con il Signore. Questa dinamica esistenziale trova nella testimonianza perenne del discepolo amato una luce che orienta questo pellegrinaggio terreno, una sorgente nella quale il Risorto continuamente si effonde nell’anima del credente, un fuoco che rende sempre vivo l’amore del battezzato. Ogni cristiano è dunque esortato ad accostarsi con fiducia al testo evangelico, il quale, pur non esaurendo il mistero del Signore Gesù, lo fa brillare sull’orizzonte della sua vita. robi.cp@libero.it
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santa Gemma GalGani e la divina misericordia
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Tito Paolo Zecca
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anta Gemma Galgani nasce il 12 marzo 1878 a Borgonuovo di Camigliano (Lucca), dal farmacista Enrico e da Aurelia Landi. Una serie di gravi rovesci finanziari e un impressionante elenco di morti premature costellano l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza di Gemma. La famiglia, già numerosa e benestante, si assottiglia di anno in anno e gradualmente sperimenta l’emarginazione, fino alla miseria più nera. La morte prematura del padre, nel 1897, segna il crollo definitivo della gestione famigliare. Questi lutti, l’indigenza e l’emarginazione sociale, non causano in Gemma ribellione, esasperazione o cinismo. Anzi, si sente sempre più ispirata a seguire con impegno e con fede adamantina la via della croce. L’angelo custode si prende cura di lei come un amico fraterno. La frequenza assidua dei sacramenti e la fervorosa vita di devozione fanno da scudo a tutte le sue traversie. Ammalatasi, le viene data a leggere la biografia di san Gabriele dell’Addolorata, che le appare e la conforta, insieme a santa Margherita Alacoque. Raccomandandosi a questi due santi Gemma guarisce in modo miracoloso dalle sue malattie che l’avevano condotta all’estremo.
nel Siamo 1899: è l’anno cruciale della vita di Gemma. A giugno, dopo la guarigione miracolosa, riceve “la grazia grandissima delle stimmate”, a luglio conosce i Passionisti durante una missione popolare, e infine viene accolta come una figlia nella numerosa famiglia Giannini tramite Cecilia, sorella di Matteo, farmacista e fortunato imprenditore. Cecilia e alcune nipoti, tra cui spicca Eufemia, assistono e documentano l’incredibile spiritualità della giovane stimmatizzata. E’ un crescendo di esperienze mistiche che la conformano sempre più all’Amore Crocifisso. Le immancabili prove e purificazioni, anche attraverso tormentose e incessanti vessazioni diaboliche, non le fanno mai perdere la speranza. Il suo più ardente desiderio, quello di entrare in un monastero passionista di clausura non viene esaudito. Per questo si può dire con verità che sia stata una santa laica consacrata, testimone privilegiata del soprannaturale. La salute purtroppo non l’assiste. Nel maggio del 1902 ella si ammala nuovamente e, tra alti e bassi, in mezzo a prove interiori durissime, muore l’11 aprile 1903. Prima di spirare, rivolta verso l’immagine della Vergine Maria, tenendo il crocifisso in mano, esclama: “Mamma mia, raccomando l’anima mia a te! Dì a Gesù che mi usi misericordia!”. Anche Gemma ha avvertito nella sua breve ma intensa esistenza, che ha toccato i vertici della vita interiore più alti per cui viene associata ai più grandi mistici di tutti i tempi, il dono della divina misericordia. In una lettera del 28
ottobre del 1901 al suo “babbo” spirituale, il venerabile p. Germano Ruoppolo, così scrive: “Io non ho voglia di scrivere; scriverò sempre quando lei vorrà: ci ho tante mai cose non di me, ma della misericordia di Dio, che esercita sopra quest’essere avvilito di Gemma”. Purtroppo Gemma non si dilunga su questo tema, davvero inesauribile, né in questa lettera e sembra, neppure in seguito. Padre Germano, le indirizzò, nel marzo del 1903, una lettera nella quale la esortava ad essere forte nelle ultime prove. Lei non si era ingannata a credere, sperare e amare Gesù e non aveva ingannato nessuno. “E poi, le dice, che forse Gesù ha cessato di essere quel caro Dio pietoso, misericordioso, appassionato delle anime nostre, qual fu sempre?”. Gemma certo nelle ultime settimane della sua vita avrà più volte riflettuto e pregato su quello che il suo padre spirituale le aveva scritto. Gesù è sempre Gesù, “caro Dio pietoso, misericordioso, appassionato delle anime nostre”. L’ultima preghiera, come abbiamo visto, rivolta a Maria Vergine, con le poche forze che ancora le restavano, sono come un lampo che illumina tutta la scena della sua vita mistica. Non si contano nella registrazione dei suoi colloqui estatici e nelle testimonianze di chi la conobbe di persona i riferimenti al nome ss. di Gesù. Si può dire che Gemma non pensasse, non pregasse, non respirasse quasi se non con Gesù, per Gesù e in Gesù. Eppure in questa ultima raccomandazione, prima di morire, non si rivolge più al suo amato Bene, ma alla Madre della misericordia. In quegli istanti supremi sente il bisogno di rivolgersi a Colei che è in eterno pietosa. In modo incomparabilmente più efficace delle sue preghiere Maria può implorare per lei il dono ultimo e definitivo della divina misericordia: l’ingresso nella Patria beata, dove ogni lacrima sarà asciugata e ogni lutto si muterà in gioia senza fine.
SAntA FAuStInA KowAlSKA:
l’Apostola della Divina Misericordia (1905-1938)
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O mio Gesù, ognuno dei tuoi santi rispecchia in sé‚ una delle tue virtù; io desidero rispecchiare il tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell’altra vita“ (Diario, p. 418) Santa Faustina nasce il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao,contadini del villaggio di Glogowiec in Polonia. Fin da piccola si nota la sua particolare sensibilità religiosa: a nove anni, ricevendo la prima Comunione, ha subito la consapevolezza della presenza del Signore nella sua anima; mentre già a sette sperimenta il desiderio della vocazione religiosa, desiderio che reprime per molti anni a causa della contrarietà dei suoi genitori. Il 10 agosto del 1925, dopo aver avuto una visione di Cristo sofferente, parte per Varsavia ed entra nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, dove trascorrerà tredici anni lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. La sua è stata una vita mistica straordinariamente ricca anche se all’esterno niente lo faceva intuire. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sé una profonda e straordinaria unione con Dio. Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della misericordia di
Dio sviluppano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collabora con la misericordia Divina nell’opera della salvezza delle anime smarrite e, rispondendo al desiderio e all’esempio di Gesù, offre la sua vita in sacrificio. Santa Faustina oggi è una santa molto conosciuta proprio per il grande messaggio che attraverso lei il Signore manda al mondo, come ha detto San Giovanni Paolo II alla sua canonizzazione, diffondere la conoscenza della grandezza della Divina Misericordia perché tutti gli uomini imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli. Il Signore l’aveva scelta come segretaria e apostola della sua misericordia: “Oggi mando te a tutta l’umanità con la mia misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al mio Cuore misericordioso“ (D., p. 522). La missione di Suor Faustina con-
siste in tre compiti: - Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sull’amore misericordioso di Dio per ogni uomo. Gesù invita ogni uomo a ricorrere al tribunale della Misericordia, inginocchiarsi con fede dal sacerdote e confessare la propria miseria, così il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo...Lo invocherete invano quando sarà troppo tardi! - Implorare la misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, anche attraverso la prassi delle forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l’immagine di Cristo con la scritta Gesù confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua istituita da San Giovanni Paolo II nel 2000, la coroncina alla Divina Misericordia e la preghiera nell’ora della Misericordia (ore 15). - Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Faustina. Suor Faustina, distrutta dalla malattia e da varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, muore a Cracovia il 5 ottobre 1938 all’età di appena 33 anni. Nel 1968 inizia a Roma il processo di beatificazione che si conclude nel dicembre del 1992. Il 18 aprile del 1993, sulla piazza di San Pietro a Roma, il Santo Padre Giovanni Paolo II l’ha beatificata e il 30 aprile 2000, anno del Grande Giubileo del 2000, l’ha canonizzata.
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MISSIonArI DellA MISerIcorDIA
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apa Francesco ha conferito l’incarico a centinaia di “Missionari della Misericordia” durante la messa del Mercoledì delle Ceneri, il 10 febbraio, nella Basilica di San Pietro in Roma. Nella Bolla con cui annunciava il Giubileo della Misericordia, il Santo Padre aveva scritto che i Missionari della Misericordia “Saranno un segno della sollecitudine materna della Chiesa per il Popolo di Dio, perché entri in profondità nella ricchezza di questo mistero così fondamentale per la fede”. I sacerdoti scelti per essere i
Missionari della Misericordia hanno inoltre ricevuto l’autorità di
perdonare “anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica”. Soprattutto, dice il Papa, saranno “segno vivo di come il Padre accoglie quanti sono in ricerca del suo perdono”. Tra quanti hanno ricevuto questo incarico in Vaticano c’erano diversi Passionisti: P. Fernando Taccone (MAPRAES), P. Tito Paolo Zecca (MAPRAES), P. Lorenzo Baldella (MAPRAES) e P. Francisco das Chagas da Silva Marques (CALV). In più, P. Gabriele Cingolani (MAPRAES) ha ricevuto l’incarico di “Missionario della Misericordia” in Canada.
dalle Fraternita’
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unedì 19 ottobre 2015 festa di San Paolo della Croce in cappella a San Giovanni in Venere c’è stata una bella celebrazione eucaristica in onore del nostro santo fondatore. Dopo la messa presieduta da padre Tito Zecca la fraternità di Fossacesia ha organizzato un’agape fraterna per salutare e ringraziare padre Marcello Pallotta, nostro assistente spirituale, e Padre Pino Simeoni per il loro servizio svolto nella comunità e per accogliere i nuovi padri Tito Zecca e Lorenzo Mazzoccante che li sostituiranno. Il primo guiderà la nostra fraternità e il secondo sarà il nuovo economo. Padre Marcello e Padre Pino saranno rispettivamente superiori al convento di Montescosso (PG) e a Montecosaro (RM). Sicuramente non dimenticheremo tutto quello che hanno fatto per noi, specialmente Padre Marcello sempre attento nella nostra formazione personale e di gruppo e ricambiaremo con la preghiera affinchè il Signore li sostenga e li guidi nei loro nuovi compiti. A tutti i nostri migliori auguri sia per chi parte che per chi arriva. ….. e grazie ancora a Padre Marcello. Amici di Gesù Crocifisso Fossacesia
corSo FAMIglIe teStIMonIAnZe Cari amici, per la prima volta abbiamo partecipato come coppie ad un seminario “ Tra spiritualità e psicologia” curato da p. Luciano Temperilli e da una coppia ( coniugi e genitori di sei figli) di esperti della “Casa della tenerezza” di Perugia. L’incontro si è tenuto alla Madonna della Stella. Arrivo la sera del 27 novembre. Partenza dopo pranzo del 29. È stato molto interessante scoprire che ci sono risposte diverse a certi comportamenti, dati proprio dalla diversità dall’essere uomo o donna. Sono stati trattati temi molto delicati e fondamentali riguardanti il rapporto marito e moglie e delle dinamiche che scattano a volte nel rapporto e che potrebbero allontanare pian piano i coniugi. Veramente illuminante! Il clima sereno e gioioso fra di noi , ha fatto sì che potessimo condividere i nostri pensieri belli e le nostre problematiche. L’accoglienza è stata ottima, come stare in una famiglia dove si respira il bene, il santuario ammirevole.... e poi tutti sotto la protezione della Madonna della Stella! Fiorella Padre Luciano carissimo,volevo ringraziare di cuore,quanti hanno promosso il seminario ,sulla fragilità della coppia che si é tenuto alla
Madonna della Stella alla fine di novembre.Gli esperti ,una giovane coppia di sposi, di Perugia genitori di ben sei figli ,ci hanno guidato in un viaggio (per così dire) nel mondo maschile e in quello femminile, tenendo in braccio per l‘intera giornata l’ultimo nato, uno splendido bambino di pochi mesi che tra una poppate, cambi e sonnellini ha allietato la bellissima conferenza. Marito e moglie alternandosi con una amorevole dinamicità ci hanno indicato possibili strade da percorre come coppie donandoci speranza è nuove consapevolezze arricchendoci sotto vari aspetti: fisici psicologici e spirituali... le loro parole mi hanno fatto pensare ad alcune che ripetiamo nel Credo ...Credo la chiesa una santa cattolica e apostolica. Spero tanto possano esserci altre possibilità di incontro come questa, perché anche a detta di altri partecipanti, fanno un gran bene. letizia a.G.c. civitanova
Padre Luciano abbiamo ricevuto la mail di Fiorella e lasciamo di seguito il nostro commento per il seminario a Madonna della Stella a cui abbiamo partecipato se lo ritiene interessante da inserire nel prossimo giornalino. “Il Signore ci ha chiamati al Santuario Madonna della Stella per il seminario sotto la guida di Padre Luciano. Con immenso piacere e cuore aperto abbiamo fatto tesoro della testimonianza di Paolo e Alessandra che sono intervenuti e riflettuto sui vari argomenti trattati. Come coppia ci è stato molto utile per individuare i piccoli nodi che anche se inconsapevolmente, si formano durante il cammino insieme devono essere sciolti prima che “CALCIFICANO”. Inoltre abbiamo compreso l’importanza di essere consapevoli della diversità tra uomo e donna per limitare i conflitti, ma molto di più riscoprire la TENEREZZA come linfa per ravvivare la gioia di sposi. Il nostro impegno come coppia in questo è molto importante ma nullo se non accompagnati da un cammino di fede. Ci affidiamo al Signore per farci avere la capacità di manifestare il nostro amore tutti i giorni e di rinnovarlo. “Grazie per la sua disponibilità e a presto torresi Fiorenzo e monia
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conSAcrAZIone A geSù crocIFISSo Madonna della Stella, 8 dicembre 2015 dell’Immacolata Solennità Concezione della Beata Madre Vergine Maria Giubileo della Misericordia – Apertura della Porta Santa sono i tre eventi celebrati in questo giorno, 8 dicembre. In questa perfetta triade si riscopre l’aspetto dogmatico: la Vergine Maria, immune dalla nascita dal peccato, concepisce verginalmente il Salvatore del mondo. L’aspetto principale della nostra Fede: la Misericordia di Dio, Amore Infinito verso tutte le sue creature. La Consacrazione al servizio di Dio che comporta il costante rinnovo dell’impegno battesimale seguendo Cristo Gesù crocifisso e risorto con la testimonianza della vita. Questi tre aspetti mirabilmente fusi hanno conferito in modo speciale alla nostra consacrazione a Gesù Crocifisso il segno più sublime dell’amore di Dio verso i suoi figli. antonio Ferraro Oggi è un giorno speciale!!! Si apre il giubileo della MISERICORDIA. E’ martedì, giorno in cui si meditano i misteri dolorosi. E’ l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Sarò consacrata per la terza volta agli A.G.C. Non nascondo l’emozione. Un grazie al Signore di averci donato questa giornata, frutto del SUO INFINITO AMORE. Un grazie a Padre
Luciano e Padre Gabriele che hanno celebrato la messa in una cappellina da poco ristrutturata, un gioiello di inestimabile valore artistico. Sotto il rintocco delle campane, siamo stati condotti in questa meravigliosa cappella: “ IL PARADISO IN TERRA”. In un primo momento, il mio sguardo è andato al soffitto dove nella volta celeste rinfrescata prorompe l’immagine della Madonna. Alle nostre spalle c’è raffigurata l’immagine di due cuori: quello di Maria, mamma di Gesù e mamma nostra e quello di SUO FIGLIO GESU’. Avanti a questa suggestiva immagine c’eravamo noi disposte a ferro di cavallo, di fronte all’altare, pronte a rinnovare la consacrazione agli A.G.C. Accanto a me, chiamata per il 3° rinnovo Neroni Gessica. E’ la più piccola del nostro gruppo.
Convinta, che sono i giovani, la SPERANZA del FUTURO, Gessica ne è l’esempio. Piena di iniziative e di proposte da avanzare ha realizzato per questa occasione, un originale sacro cuore di Gesù, sul quale vi erano affissi i nomi di coloro che oggi hanno rinnovato la consacrazione. Gessica, è stata chiamata per la conacrazione perpetua insieme a Tonti Marisa, Ferraro Antonio e D’ Alise Anna. Marisa è una bella signora che, amorevolmente ha donato la sua vita alla cura dei malati come infermiera. Anna e Antonio !!!... La loro voce mi riporta ad un clima familiare. Sono di origine napoletana come, lo sono i miei genitori. Alla fine della celebrazione, con Renata, responsabile del gruppo AGC della Stella, Marisa e Daniela ci siamo recati a Spoleto ad abbracciare Padre Adalberto. Da diversi anni ci ha seguito con profonda devozione, umiltà e affetto fraterno. E’ un miracolo vivente. Convive serenamente da diversi anni con un tumore. Si va spegnendo come una candela ed è per tutti una testimonianza di AUTENTICA FEDE vissuta con TENACIA, FORZA, CORAGGIO e la certezza che nulla ci separerà dall’AMORE in CRISTO SIGNORE maria noviello
SolennItà DellA pASSIone e peregrInAtIo crucIS civitanova - Morrovalle Il 05 febbraio 2016, a Civitanova Marche (Mc), presso la chiesa di San Gabriele, alle ore 21:30 tutte le fraternità delle Marche degli Amici di Gesù Crocifisso si sono ritrovate per celebrare la Festa della Passione. La messa è stata presieduta da Padre Piergiorgio Bartoli e con lui hanno concelebrato Padre Gabriele Panetta e Padre Bruno De Luca ed è terminata alle ore 22.45 circa. All’inizio della celebrazione della Santa Messa sono stati ricordati Padre Alberto e Padre Adalberto, che da poco ci hanno lasciato. Come ogni anno, da oltre 16 anni, alla fine della celebrazione Padre Piergiorgio ha benedetto i Crocifissi che i componenti del nostro movimento porteranno nelle famiglie, durante il periodo della Quaresima. Della nostra fraternità di Morrovalle ha partecipato un buon numero di persone, ma la cosa più toccante è stato il clima di condivisione che si è respirato durante tutta la celebrazione. *** È sempre una grande emozione partecipare a questa “Messa Solenne”, voluta da S. Paolo della croce, proprio il venerdì prima di carnevale. Non so perché, ma la sentiamo e la vivia-
mo proprio come la “nostra” messa, e la “grazia” della Peregrinatio Crucis che ha il via proprio in questa serata, va ad aggiungersi a tutto il resto. Padre Alberto ci esortava a pregare, affinché il passaggio di questi crocifissi nelle case, facesse sentire a tutti l’amore di Dio.... e di frutti ce ne sono stati tanti in questi anni! Lui ieri sera era lì con noi, anche se con gli occhi del corpo non abbiamo potuto vederlo, e sarà stato felice di vedere tanta partecipazione di persone e tanto impegno da parte dei cari passionisti, che, ne sono certa, ci aiuteranno a far fruttificare ciò che in questi anni è stato seminato! Grazie di cuore!!! Fiorella
Il giorno 11 febbraio, giorno successivo alle Ceneri, inizieremo la Peregrinatio Crucis in tutte le famiglie che ci vorranno ospitare per un’ora di preghiera insieme. Stiamo ricevendo diverse richieste, soprattutto da non iscritti al nostro movimento e questo ci riempie di gioia perché avremo modo di diffondere notizie sul nostro movimento laicale passionista a chi ancora non lo conosce o lo conosce in modo molto superficiale. Quest’anno però avremo un’attenzione particolare per tutti gli Amici che, per vari motivi, soprattutto di salute, non possono più partecipare agli incontri di Fraternità. la Fraternità di morrovalle
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SolennItà DellA pASSIone e peregrInAtIo crucIS Giulianova, Febbraio 2016 chiesa di san Gabriele Anche quest’anno il venerdì prima delle Ceneri, noi Amici di Gesù Crocifisso abbiamo celebrato la Solennità della Passione. Festa passionista che ci prepara per il periodo forte della Quaresima. La benedizione dei Crocifissi è la parte centrale della Solennità, come ha detto nell’omelia il nostro parroco don Ennio “La croce viene a trovare la tua famiglia”. Infatti i Crocifissi visiteranno le famiglie della zona e in modo particolare i malati, gli anziani e i sofferenti. Le letture proprie della Festa ci parlano del servo di Javhè. Quest’Uomo che soffrirà per amore del suo popolo. Si lascerà uccidere come agnello e poi vedrà la luce: questa è la foto di Gesù Cristo! Il cuore di tutte le profezie è Gesù, lui si è offerto al posto mio, tuo, come un parafulmine. Ora il Signore ci chiama ad amarlo. Ecco tua madre! La chiesa è Maria, non aver paura di stare qui in chiesa, resta nella casa di Dio! Ecco figlio mio prendi in consegna mia Madre, la Chiesa, la Parola di Dio! Io mi dono a te attraverso l’Eucarestia! La croce ci ricorda di quanto Dio ci ha amati. Saranno le nostre sorelle Teresa Casaccia e Olga Crucitti, strumenti di Dio, che con tanto impegno e amore porteranno in questi quaranta giorni i Crocifissi nelle famiglie.
testimonianze PereGrinatio crucis Giulianova accoGlienza della croce Anche quest’anno il Crocifisso è venuto a casa mia. Abbiamo condiviso con gioia un momento di preghiera con gli Amici di Gesù Crocifisso e con i miei familiari. Voglio raccontarvi un aneddoto che mi ha commosso tanto.Mio figlio non frequenta la chiesa da tanto tempo, ma quella sera della Peregrinatio Crucis è rimasto a casa, seduto in cucina da solo. Quando gli Amici sono andati via mi ha detto: “Mamma sai nel silenzio ho seguito tutta la preghiera”. Mi sono commossa fino alle lacrime...ho pregato tanto Gesù che lo possa riavvicinare a se. Grazie Signore Gesù, lode e onore a te Signore Gesù! eva La prima Peregrinatio Crucis nelle famiglie è dalla nostra amica aggregata vicina Lina. Una donna di Fede e piena d’Amore per Gesù, sempre presente agli incontri di Fraternità degli A.G.C. e a tutti gli incontri della Peregrinatio Crucis, di cui è stata responsabile per molti anni. Adesso a causa di alcuni problemi di salute non può più partecipare ma è sempre presente con la preghiera. Don Ruggero aiuto parroco della nostra parrocchia, è venuto con noi a portare il Crocifisso da Lina e ci ha aiutato a meditare la parola di Dio. Un’ora è passata velocemente e al momento dei saluti, Lina ci ha ringrazia-
to ad ognuno con un abbraccio e commossa ci ha baciato. Ringraziamo il Signore per averci fatto conoscere una donna speciale e una vera testimone di Gesù Crocifisso. a.G.c. di Giulianova P. Alberto è tornato alla casa del Padre da due mesi, ci manca molto, specialmente a tutti i suoi figli spirituali sparsi in tutta Italia. Ma c’è una ragazza di nome Tiziana a lui molto legata sin dall’adolescenza, la prima ad aderire e iscriversi agli A.G.C. Tutte le estati con P. Alberto andavamo a trovare Tiziana e la sua famiglia molto unita e forte grazie a Gesù . I genitori di Tiziana avevano fatto costruire una chiesetta vicino casa e lì P. Alberto celebrava la S. Messa. Tiziana è un mese che è ricoverata in ospedale, ogni volta che la vado a visitarla in ospedale si respira un’aria di serenità in quella stanza. Gesù con la Madonna sono presenti, ma sono convinta che anche P. Alberto è vicino a lei. Nelle mille difficoltà giornaliere che deve affrontare quando le chiedo come stai? Mi risponde sempre bene. Insieme a sua sorella Sr. Regina e le altre sorelle e fratelli e cognati abbiamo recitato la Promessa D’Amore e appena può prega il Santo Rosario. Chiedo una preghiera d’intercessione per Tiziana, la sua famiglia e P. Alberto.
AMIcI DI geSù crocIFISSo Palermo, 15 febbraio 2016
In data 15 febbraio 2016 si è tenuto il primo incontro della nascente Fraternità degli Amici di Gesù Crocifisso di Palermo. La riunione ha visto la presenza di 11 partecipanti. Dopo la preghiera iniziale, con il rinnovo comunitario della Promessa di Amore a Gesù Crocifisso, l’incontro si è aperto con una breve presentazione dei convenuti. L’assistente spirituale don Giuseppe Di Giovanni ha poi esordito con un breve profilo agiografico del fondatore della famiglia passionista San Paolo della Croce, la cui figura sarà approfondita nel corso dei successivi incontri, come auspicato da tutti i partecipanti all’incontro; ha quindi proseguito con una accurata presentazione della Famiglia Passionista Amici di Gesù Crocifisso, ripercorrendone la fondazione e il percorso di crescita, con particolare attenzione al ruolo di padre Alberto Pierangioli C.P. In seguito don Giuseppe di Giovanni ha voluto indirizzare l’attenzione dei presenti sul carisma della famiglia passionista, ovvero sulla sua spiritualità, indicata come spiritualità dell’amore. Lo spunto iniziale per tale riflessione è stato l’osservazione del segno distintivo della congregazione, di cui il nostro assistente spirituale ha voluto sottolineare il valore pregnante soprattutto per la società odierna, così dimentica del valore salvifico del sacrificio redentore compiuto da Cristo sulla croce. Dopo la presentazione di don Giuseppe, il coordinatore laico Valerio Aronica e gli altri partecipanti hanno avanzato delle proposte per lo svolgimento dei prossimi incontri. L’incontro si è concluso con la recita dei misteri dolorosi del Santo Rosario, per affidare alla Vergine Addolorata la nascente fraternità e le sue attività.
Il prossimo incontro si terrà in data 07/03/2016.
la memoria grata ULTIMO SALUTO A PADRE ALBERTO PIERANGIOLI NEL GIORNO DELLE SUE ESEQUIE A TRODICA DI MORROVALLE IL 23.12.2015 Un breve pensiero prima di concludere questa celebrazione funebre così intensa e piena di commozione per ognuno di noi. Non vogliamo salutare Padre Alberto, perché si saluta qualcuno, da cui ci si separa per un periodo più o meno lungo, mentre noi sentiamo che la memoria di questo religioso così buono rimane con noi, perché fa parte della nostra vita e delle nostre famiglie e avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore. La mia voce oggi è la VOCE di tutti coloro che sono qui, che sono venuti non per dovere, ma per amicizia, stima e soprattutto affetto e che sentono il desiderio forte di ringraziare infinitamente e con tutta l’anima per il grande bene, che hanno ricevuto. Carissimo Padre Alberto, Tu hai cambiato la nostra vita, perchè dallo stato di cristiani “un po’ all’acqua di rose “ come eravamo, ci hai portato ad iniziare un cammi-
no di approfondimento, che è stato per noi una vera crescita spirituale, fonte di gioia e di grande pace. Ci siamo conosciuti nel cammino del Rinnovamento dello Spirito e la Tua docilità proprio alle ispirazioni dello Spirito, Ti ha condotto a fondare un altro gruppo quello degli Amici di Gesù Crocifisso, la cui centralità è la continua, quotidiana meditazione della passione di Gesù. All’inizio anche Tu non sapevi dove si poteva arrivare e sicuramente non potevi immaginare che gli iscritti sarebbero stati così numerosi e che la spiritualità degli AMICI si sarebbe diffusa in tutta Italia. La prima cosa che ci hai fatto comprendere, in questo cammino è stata l’importanza della preghiera, ed infatti ci ripetevi che la nostra era una “scuola di preghiera e di meditazione”. Poi gradatamente il passaggio dalla preghiera vocale alla preghiera interiore, continua, incessante e con cuore umile e sincero. Ci incoraggiavi ad offrire ogni momento della giornata, anche nella sofferenza: OFFRIRE e SOFFRIRE perchè a volte il silenzio e la preghiera sono l’unico rimedio. Ed infine, quanto è stato bello scoprire il colloquio profondo con Dio, l’ascolto nel silenzio del nostro cuore della Sua voce, la Sua
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presenza d’Amore e di salvezza. Ci hai chiamati con affetto paterno a questa esperienza di Fede e noi Ti siamo infinitamente grati e mai finiremo di esserlo perchè i doni spirituali, che abbiamo ricevuto sono incommensurabili. In quest’anno, in cui è stato indetto il Giubileo della Misericordia, Tu eri molto felice perché spesso hai ripetuto che era meglio peccare per eccessiva misericordia piuttosto che per eccessivo rigore ed hai dato sempre tangibile testimonianza di carità verso tanti bisognosi, non solo nello spirito, ma anche nel corpo, specie in questi ultimi anni di difficoltà e crisi economica. testimonianza Non mi è facile parlare di Padre Alberto, come spesso accade quando ci riferiamo a qualcuno che ci è stato vicino per un tratto del cammino terreno e che come lui ha sempre fatto, insegnandoci a mantenere viva l’emozione di riscoprire la presenza di Dio in tutte le piccole e grandi situazioni del nostro quotidiano. Dopo il primo momento di sbigottimento e di incredulità hanno cominciato a risvegliarsi in me, in modo ricco, vivo e indelebile una folla di ricordi. Sono trascorsi ormai ventisei anni dal nostro incontro. Il 7 luglio n2014 celebrammo insieme il venticinquesimo della fondazione del M.L.P. “Amici di G. C.”; venticinque anni di testimonianze come lui li ha chiamati e documentati in un bellissimo libro ricordo, una memoria indelebile della nostra vita associativa. Mi è tuttora presente il giorno della celebrazione.
Era stanco e affaticato, ma volle essere presente per introdurre come faceva di solito i lavori della assemblea e rivolgerci il suo fraterno saluto. Purtroppo da quel giorno non ho avuto più la gioia di incontrarlo personalmente. Tuttavia, i
nostri rapporti sono sempre continuati periodicamente a livello telefonico e mediatico, favorendomi ugualmente la sua vicinanza ricca di consigli, di esortazioni e di incoraggiamenti, come la sua guida spirituale sapeva donarmi. “Affidarsi e offrire” era il suo binomio di consegna, che non dimenticherò, in quanto fa parte, ormai, della mia ragione di vita. Mi è caro e doveroso ricordare il costante aiuto ricevuto durante il mio compito in qua-
lità di responsabile della Fraternità di Madonna della Stella. Desiderava tanto che il nostro gruppo fosse un esempio, anche perché nell’agosto 1989, ivi era nata la proposta per la fondazione degli Amici di Gesù Crocifisso e noi dovevamo esserne orgogliosi e quindi veri testimoni di fede. Mi è impossibile ricordare in poche righe tanti episodi, tante occasioni di incontro, di insegnamenti e, per me, di crescita. Mi limito a riferirmi ai corsi annuali di esercizi spirituali, a cui teneva tanto, in quanto li giudicava indispensabili per una verifica e crescita di fede. Quello che più stupiva ed entusiasmava chiunque ascoltava le sue catechesi non era soltanto la sua preparazione dottrinale e la sua dote di relatore semplice e dotto, ma la sua fede passionista in Cristo _ crocifisso “l’amore senza fine” . Ogni relazione era una esortazione a vivere la lezione della Croce, per fare
notIZIe VArIe eSercIZI FAMIglIe 2016 ogni giorno un piccolo passo nel cammino di santità. A tal fine esortava continuamente tutte le Fraternità alla preghiera e alla meditazione quotidiana della passione di Gesù : “la più grande e stupenda opera del divino amore” come la chiamava S. Paolo della Croce; il riferimento di tutta la sua vita di pensiero e di azione. Nell’ottica del fondatore e di tutti i santi passionisti padre Alberto è stato una profusione indimenticabile di parola di Dio. Per noi tutti un maestro umile e sapiente, il buon pastore che ha tanto amato il gregge dei suoi figli prediletti, gli Amici di Gesù Crocifisso. Le sue parole e i suoi insegnamenti non sono caduti nel vuoto; avvalorati dal suo esempio sono rimasti nel mio cuore e in tutti gli Amici di G. C. per porvi delle radici profonde a plasmare lo stile di vita passionista. Non lo dimenticheremo, perché continueremo a sentirlo nostro maestro e compagno di viaggio anche se in una dimensione ormai più luminosa del difficile cammino della vita terrena. margherita Padovani
consulta diocesana delle aggregazioni laicali a Fermo Vogliamo informare tutto il movimento degli AGC che da quasi un anno nella diocesi di Fermo il Vescovo ha voluto e consentito che si ricostituisse una “ consulta diocesana delle agregazioni laicali “, composta da due rappresentanti di ogni cammino religioso presente nella diocesi presieduta da Don Giordano Trapasso. Don Giordano ci ha ricordato i criteri di ecclesialità, riportati nella “Christifideles Laici n°30”, sui quali si deve basare i fondamenti di un qualsiasi movimento religioso e sono i seguenti. 1-il primato dato dalla vocazione di ogni cristiano alla santità, 2-la responsabilità di professare la fede cattolica 3-la testimonianza di una fede salda e convinta in relazione filiale con il Papa, con il Vescovo e nella stima vicendevole fra tutte le formule di apostolato 4-la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa 5-l’impegno di una presenza nella società umana Altro punto affrontato è stato quello di voler approfondire insieme la “Evangelii Gaudium” cercando così di creare una vera comunione e unità diocesana. Ogni movimento della diocesi animerà una serata di preghiera comunitaria. Per gli AGC è prevista la
serata del 23 maggio 2016 alle ore 21.00 (appena avranno l’elenco completo di tutte le fraternità ce lo comunicheranno). Al momento degli avvisi noi degli AGC abbiamo presentato la festa del 19 marzo di San Giuseppe da noi organizzata e dedicata all’uomo, invitando tutta l’assemblea a partecipare e lasciando loro i volantini dell’evento. esercizi Per FamiGlie aGosto 2016 insieme al P. luciano ci sarà robert cheaib. e’ un docente incaricato di teologia presso diverse università e al “Centro di Teologia per laici“ che è una struttura al servizio della Diocesi di Roma. E’ un laico, sposato e padre di tre figli. Va dove chiama il Signore ad annunciare l’urgenza di una riforma cristiana che parte dal recupero dell’interiorità. In poche parole, tiene ritiri, conferenze, incontri per giovani e adulti su tematiche vitali della fede cristiana. Si occupa di teologia dell’amore, questioni di vita di coppia su diversi livelli: aspirazione comune alla felicità e all’amore, differenza uomo-donna in ambito emotivo, comportamentale, sessuale e la dimensione spirituale della vita di coppia. Cfr. www.theologhia.com
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Parrocchia di s. Gabriele a civitanova. 19 marzo, festa di s. Giuseppe “l’uomo giusto come Dio l’ha pensato”. Partirà la 2° edizione di “festa insieme”. Nel pomeriggio alle 15,00 catechesi con P. Luciano. Alle ore 18,30 messa solenne della Passione (domenica delle Palme). Cena comunitaria a seguire proiezione di un film, che ci proporrà padre Luciano. la festa di santa Gemma Galgani si terrà dalle monache passioniste a Loreto il 13 maggio 2016 alle ore 21,00 con padre Bruno.
rItIrI 2016 misericordiosi come il Padre ritiri mensili 2016 • 10 Gennaio • 14 Febbraio • 6 marzo • 3 aPrile • 8 maGGio • 12 GiuGno Giornata di sPiritualità • 3 luGlio • 8/12 aGosto esercizi sPirituali Per tutti • 16/20 aGosto esercizi sPirituali Per FamiGlie • 11 settembre • 2 ottobre • 13 novembre • 11 dicembre
meditazioni mensili 2016 • gennaio n. 1 un dio Fatto uomo • febbraio n. 24 il comandamento nuovo • marzo n. 13 oFFro la mia vita liberamente • aprile n. 3 lo sGuardo Fiso su Gesu' crociFisso • maggio n. 52 ecco tua madre • giugno n. 21 Questo e' il mio corPo dato Per voi • luglio n. 5 l’aGnello PasQuale: il sanGue che salva • agosto n. 59 la Pietà • settembre n. 63 riaPerte le Porte del cielo • ottobre n. 69 maria e l'obbedienza nella Fede • novembre n. 57 emise lo sPirito • dicembre n.19 li amò sino alla Fine: la lavanda dei Piedi
SOMMARIO 2. P. luciano temperilli 3. P. Gabriele cingolani 4. P. Gabriele cingolani 5. P. roberto cecconi 6. P. tito Paolo zecca 7. ***** 8. ***** 9. ***** 10***** 11***** 12. **** 13. ****
cari amici Gesù volto della misericordia del Padre i verso i peccatori Gesù volto della misericordia del Padre ii Gesti e Parabole della “misericordia” meditiamo sulla resurrezione di Gesù s. Gemma Galgani e la divina misericordia s. Faustina Kowaska: l’apostolo della divina misedricordia missionari della misericordia. dalle fraternità. corso famiglie: testimonianze consacrazioni solennità della Passione e peregrinatio crucis la memoria grata: testimonianze calendario amici
Marzo - Aprile 2016 – Anno XVII n. 2 Autor. trib. di Mc n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. post. D.353/2003 (l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, DcB Macerata. editoriale eco srl - c. c. p. 11558624 Dir. tonino taccone – red. p. l. temperilli Mad. d. Stella 06036 pg – 3336998356 - temperlu@libero.it http://www.amicidigesucrocifisso.org