AmiciGesùgennaio2011

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Gennaio - Febbraio 2011 - Anno XII n. 1

SOMMARIO 2. P.A.Pierangioli 3. P.A.Pierangioli 4. P.R.Cecconi 5. M.G. Coltorti 7. A.Caramico 8. F. Cortigiani 10. P.O.D’Egidio 11. P.L. Temperilli 12. P.A.Pierangioli 13. Vari 15. Direzione:

S. Paolo d.C.: 1 - Chiamata a una grande missione S. Paolo d.C.: 2 - Solo con Dio: Esperienza del Castellazzo I – Meditiamo con il Vangelo di Matteo VIII – La santità è amore Carta dei diritti della famiglia Maria, madre dell’Eucaristia e della Passione I Laici nel Sinodo della Congregazione Passionisti all’onore della Cronaca Lettere al Direttore Testimonianze Programma di formazione 2011


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1 – S. Paolo della Croce: chiamata a una grande missione Gennaio 2011

aolo Francesco Danei, detto poi della Croce, nacque in Ovada (Al) il 3-1-1694 e morì a Roma il 18 – 10-1775. Fu il primo dei sei figli, su 15 nati, che sopravvissero alla mortalità infantile. Alto m. 1,75, era di forte costituzione, per cui, nonostante una vita molto penitente e gli attacchi di varie malattie, giunse a quasi 82 anni di età, mentre la media della vita si aggirava allora sui 35/40 anni. Visse una parte importante della vita sul promontorio dell’Argentario (GR), che formava lo “Stato dei Presidi”, una piazzaforte militare di prim’ordine, contesa tra Spagnoli e Austriaci. Vide 4 guerre e spesso vi fu coinvolto, esercitandovi la sua eroica carità. Così lo descrive il suo primo biografo s. Vincenzo M. Strambi: “Fu di presenza grave e maestosa. Amabile. Alto di statura. Di volto sereno e naturalmente modesto. Di occhio vivo e sereno. Di fronte elevata e spaziosa. Di voce chiara, sonora e penetrante. Di maniere piene di affabilità e rispetto. Il suo temperamento era sanguigno ed assai sensibile”. Per questo carattere, sentiva fortemente ogni avvenimento gioioso o doloroso ed era esposto a molte sofferenze psicologiche. Era nota a tutti la sua affabilità, la gentilezza nel trattare con garbo ogni persona. Era considerato e chiamato “la mamma della comunità”. Univa grande prudenza e una forte decisione nel compiere quanto deciso. Nella sua formazione fu rilevante l'influsso dell'ambiente familiare, in cui i genitori, Luca (+ 1727) e Anna Maria Massari (+ 1746), davano esempio di una grande fede in Dio, di una sincera devozione a Gesù Crocifisso da cui attingevano il coraggio per una dedizione senza limiti ai figli. Paolo attinse molto dalla devozione a Gesù Crocifisso della mamma; aiutò per tanti anni il babbo nel commercio, unica fonte di sostentamento per la famiglia. Intraprese a questo scopo anche molti viaggi. Un valido aiuto formativo egli lo trovò anche nelle confraternite, che raccoglievano i laici migliori e li impegnavano nella vita di fede e nelle opere di carità. Si dedicò agli studi secondo le possibilità che gli offrirono i continui trasferimenti della famiglia. Dotato di buona memoria e ottima intelligenza, poté acquistare una buona cultura generale e teologica. Nel 1713, sui vent’anni, Paolo ascoltando un discorso del parroco, fu talmente

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di P. Alberto Pierangioli

folgorato interiormente dalla grandezza e dall’amabilità di Dio da vedere in modo totalmente nuovo la sua vita. Ebbe il dono di una contrizione tanto grande dei suoi difetti che fece una confessione generale, battendosi il petto con una pietra e proponendo di «darsi ad una vita santa e perfetta». L'effetto immediato di questa «conversione», come lui la chiama, fu scoprire Dio come «il suo Dio», «il suo Amato Bene», come «l'Immenso», “il Tutto”, «l'Infinita Bontà». Capì che doveva aderire a Dio passando per il mistero pasquale di Cristo, che divenne per lui “l’Amore Crocifisso”. Questo evento segnò l'inizio di un profondo cambiamento interiore, che lo rese disponibile ad accogliere la vocazione particolare San Paolo della Croce (1694 – 1775). che Dio gli donava. In questo clima anime il santo timore di Dio». Nell'estate maturò il desiderio del martirio per difendel 1720 ebbe l'illuminazione decisiva. dere la fede, per cui accolse l'invito lanciaMentre tornava a casa da una messa, vicito ai cristiani da Clemente XI, nel 1715, no alle mura del paese, si vide interiormenperché si arruolassero come crociati per te vestito di un abito nero su cui spiccava aiutare Venezia a difendere dai Turchi l'ocun cuore col nome di Gesù e l'indicazione cidente cristiano. Mentre si trovava a della sua passione, con una croce sopra il Crema per l'arruolamento, il 20 febbraio cuore. Comprese che doveva vestire così 1716, entrò in una chiesa per adorare il SS. per ricordare la passione di Gesù e proSacramento esposto per le quarantore e muoverne la «memoria» nei fedeli. «Dopo comprese che non era chiamato alla difesa la visione della santa tonica con il ss.mo armata della fede cattolica. Tornò in famisegno, mi ha dato Dio maggior impulso di glia continuando ad aiutare il babbo mencongregare compagni e, con il permesso di tre sviluppava la sua vita spirituale riceS. Madre Chiesa, fondare una vendo particolari illustrazioni interiori sui Congregazione intitolata: “I Poveri di misteri della fede. Gesù”. Il mio Dio m'ha fatta restare infusa Nel 1717 ricevette la prima illuminanello spirito la forma della Regola santa da zione circa la sua vocazione: si sentì inteosservarsi dai Poveri di Gesù e da me» (L. riormente spinto a ritirarsi in solitudine per IV,219). Ora era chiara la strada da percorfare «vita penitente con altissima povertà». rere per passare dal commercio alla grande Entro il 1718 ebbe un'altra illuminazione missione di apostolo del Crocifisso. interiore di «radunar compagni per stare albertopier@tiscali.it poi uniti assieme per promuovere nelle

In Copertina: Roma, basilica dei Santi Giovanni e Paolo 30-09-10: Concelebrazione presieduta dal P. Generale, Ottaviano D’Egidio, per la giornata di spiritualità AGC


2 - Solo con Dio: Esperienza del Castellazzo Febbraio 2011

aolo Francesco Danei aveva capito che Dio lo chiamava ad essere l'innamorato e l'apostolo del Crocifisso. Presto incominciò a firmarsi come “Paolo della Croce”. Per seguire questa vocazione rinunciò a proposte di matrimonio e a una eredità lasciatagli dallo zio sacerdote. Il discernimento lo continuò durante il 1720 con il vescovo di Alessandria, mons. Francesco A. di Gattinara (+ 1743). Questi, dopo averne ascoltato la confessione generale ed averci parlato a lungo, si assicurò della credibilità di quanto il giovane affermava. Scrive Paolo: “Io tutto confidavo con lui, che con benignità mi sentiva e mi faceva porre in carta quanto mi passava per la mente, e quello che era mirabile, piangeva anche lui di contentezza”. D’accordo con il vescovo, la sera del 21 novembre 1720 Paolo fa una scelta dolorosa: dà l’addio alla famiglia, superando tentazioni, contrasti, desolazioni interne, aridità, paura di non farcela, compassione per la famiglia che lasciava in grandi bisogni (Cfr Lt. I,411). Il 22 novembre 1720, giorno di venerdì, il vescovo lo riveste di un abito nero di penitenza come un eremita. I 40 giorni di Castellazzo Per avere poi un pieno discerni-

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di P. Alberto Pierangioli

visse giorni di grandi prove spirituali, ma anche di profonde esperienze mistiche, specialmente circa la Passione di Gesù e l’Eucaristia. Grazie all’ordine del vescovo, abbiamo avuto il Diario spirituale dei 40 giorni, un documento eccezionale di esperienza mistica, che permette di conoscere l'altezza spirituale del santo a 27 anni. In esso troviamo quei principi che saranno il fulcro della sua spiritualità e del suo insegnamento: la comprensione della partecipazione alla passione di Gesù come norma di vita cristiana; la percezione di Dio come «l'Immenso» in cui immergersi passando per la passione di Cristo, il valore della sofferenza come dono divino per meglio condividere la sorte di Gesù crocifisso e RISORTO. Il resoconto, quasi quotidiano, dei quaranta giorni passati da Paolo nella celletta di Castellazzo presenta i suoi stati d’animo, continuamente oscillanti tra desolazione e consolazione, i cardini del suo cammino spirituale (la Messa e la Comunione, l’orazione mentale e l’adorazione eucaristica, la Liturgia delle Ore) e le penitenze (digiuno, lavoro, poco sonno). Dal 2 al 7 dicembre 1720, scrive anche le Regole per la nuova Congregazione.

Amici di Gesù Crocifisso presso la chiesa di San Carlo a Castellazzo Bormida AL. mento vocazionale, il vescovo gli chiese di ritirarsi per 40 giorni nella chiesa di san Carlo a Castellazzo (Al), di annotare ogni giorno quanto passava nel suo spirito e scrivere la regola per la progettata congregazione. Paolo

Così confidava Paolo stesso a un confratello: “Il 22 novembre, venerdì, giorno in cui fui vestito dal Vescovo, mi ritirai sotto il campanile della chiesa di S. Carlo, a Castellazzo, e quivi stetti quaranta giorni, facendo tre ore

d’orazione continua e quotidiana avanti il SS. Sacramento e poi scrivevo subito in sagrestia le regole e le scrivevo con tale prestezza, come se vi fosse stato qualcuno a dettarle! Oh, quanto ero contento mentre mi trattenevo in quel tugurio! Campavo di elemosina, ed il mio cibo era un poco di pane ed acqua, dormendo su poca paglia” (Proc. 3, 2054,315). L’esperienza del Castellazzo fu per Paolo come i 40 giorni di Gesù nel deserto, dove fu tentato dal diavolo ed ebbe la compagnia degli angeli. I mezzi sono gli stessi: solitudine, penitenza e preghiera. In quaranta giorni passati nella contemplazione divina, Paolo raggiunge la piena consapevolezza dell’amore di Dio che ha la sua massima espressione nella Passione di Cristo: medita, raccontando a Gesù la sua Passione, fino a sentire in sé gli stessi dolori che Gesù ha patito sulla Croce. Già nel primo giorno scrive: “Non desidero altro che d'esser crocifisso con Gesù”. Sente l’urgenza della salvezza delle anime, Il 4 dicembre scrive: “Desidererei esser scarnificato per un'anima; mi pareva languire vedendo la perdita di tante anime, che non sentono il frutto della passione del mio Gesù”. Prima di iniziare a scrivere la Regola, vede in cielo i santi Fondatori che stanno pregando per la nuova congregazione. Dopo anni di purificazione, in breve tempo Paolo scala le vette più alte della mistica cristiana. L’esperienza di Castellazzo sfocia il 1° gennaio in “una divina natività” di Paolo, che esce da essa come “uomo nuovo”: entrato nella celletta come un “novizio”, ne esce “Fondatore”! Viene consigliato di rivivere questa esperienza a chiunque vuole approfondire e vivere sul serio la spiritualità passionista, religiosi e laici, da solo o in piccoli gruppi, ma è necessario ricreare anche il clima di fede e disposizioni interne ed esterne vissute a Castellazzo da S. Paolo della Croce. albertopier@tiscali.it.

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I - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MATTEO L’istituzione dell’Eucaristia, memoriale del sacrificio di Cristo (26,26-29) di P. Roberto CecconiCP

arissimi Amici, in questo nuovo anno meditiamo insieme alcuni brani del vangelo di Matteo che ci aiutano a conoscere e ad amare Gesù più profondamente, così da seguirlo giorno per giorno, nel percorso che, passando attraverso il rinnegamento di sé e la croce, conduce alla salvezza. Iniziamo con la lettura-ascolto del racconto dell’istituzione dell’Eucaristia. 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”. 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio”.

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Gesù, vita e riconciliazione dell’uomo… Il brano che stiamo meditando è di fondamentale importanza, perché getta una luce sulla morte di Gesù, aiutandoci a comprenderne, almeno in parte, il significato più profondo. Gesù benedice e ringrazia il Padre per i doni della creazione (vv. 26-27) i quali diventano, per la potenza della sua parola, segni efficaci della grazia. Il dono della sua vita, attuato sulla croce (cf. Mt 20,28), diventa, sotto il segno del pane, nostro nutrimento, vita della nostra vita. La sua immolazione sull’altare della croce diventa, sotto il segno del vino, alleanza, remissione dei peccati. L’alleanza a cui si fa riferimento è quella di Es 24,8. In quel contesto il sangue dell’alleanza, versato metà sull’altare (Es 24,6) eretto da Mosè e metà sul popolo (Es 24,8), suggella l’adesione di quest’ultimo al libro dell’alleanza (Es 24,7), contenente tutte le parole del Signore (Es 24,4). Alla luce di questo passo possiamo dire che il sangue che Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), versa sull’altare della croce dà compimento alla comunione ristabilita

Ultima Cena: il dono dell’Eucaristia.

tra Dio e l’uomo sin dal momento dell’incarnazione. Il sangue di Gesù, riconducendo l’uomo a Dio, gli ottiene anche la remissione dei peccati. Secondo l’evangelista Matteo, il nome Gesù esprime qual è il nucleo della missione del Figlio: salvare il suo popolo dai propri peccati (Mt 1,21). Dunque la morte in croce di Gesù, lungi dall’essere un fallimento, dà compimento alla sua missione. È lì che si attua quella salvezza per la quale il Figlio si è fatto uomo, è li che l’uomo viene riscattato, cioè liberato (cf. Mt 20,28) dai legacci del peccato (Mt 26,28). Il tutto avviene nella cornice della cena pasquale (Mt 26,17-19) per significare che nel mistero pasquale, attuato ogni volta che si celebra la Cena del Signore, avviene la redenzione dell’uomo, l’edificazione del popolo del Signore.

…nella prospettiva di una comunione senza limiti Nel contesto dell’istituzione dell’Eucaristia, Gesù dà anche l’addio ai suoi discepoli: da quel momento non gusterà più del frutto della vite (v. 29a). Tuttavia vi sarà un giorno in cui lo berrà nuovo con loro nel regno del Padre suo (v. 29b). Con queste

parole Gesù allude alla propria risurrezione, fondamento di quella comunione tra lui e i suoi discepoli che varcherà le soglie di questa esistenza terrena per trovare compimento nella vita eterna. Già in un altro passo del Vangelo Gesù parla della comunione definitiva che vige tra i suoi fedeli nel regno dei cieli con l’immagine del banchetto (Mt 8,11). In questo modo l’Eucaristia, oltre che essere memoriale della morte e risurrezione di Gesù, diventa prefigurazione, cioè anticipo della comunione gioiosa che l’uomo avrà con lui nel tempo che verrà.

La Buona Notizia L’immolazione di Gesù sulla croce rappresenta per l’uomo l’inizio della vera vita, caratterizzata dalla comunione con Dio e dalla purificazione dei peccati. L’Eucaristia, rendendo presente il sacrificio della croce, fa sì che la salvezza operata da Cristo raggiunga l’uomo di ogni tempo nella situazione concreta in cui si trova, facendogli sperimentare sin da ora la gioia ultraterrena. Tutto ciò non può che trasformare il cristiano, rendendolo sale della terra e luce del mondo (Mt 5,1314), a gloria di Dio Padre (cf. Mt 5,16). robi.cp@libero.it


VIII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci L’AMORE ESIGE LA FEDE di Maria Grazia Coltorti

“Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi” (Gv 4,16). redere nell’Amore! É possibile non credere all’amore di Dio dopo averlo visto morire per noi? Mangio tutti i giorni la sua Carne, quella carne divina che è stata torturata per amore mio, per le mie iniquità; bevo il suo Sangue, quel Sangue che mi ha lavato dai miei peccati e che si offre in redenzione perpetua per me sull’altare: come è possibile che io non creda al suo amore?...eppure non è così, ci svela Madre Maddalena Marcucci, il Signore soffre e lamenta che non si crede al suo amore e soprattutto da parte di coloro che si dicono a Lui fedeli e che, proprio nel momento della prova della loro fede, vacillano e mostrano di dubitare della presenza del loro Dio e del suo amore per loro. Credere nell’Amore! E che cos’è l’Amore se non Dio stesso? Dio ama gli uomini e si occupa di loro. Un Dio - bambino che piange! Un Dio che si stanca camminando in cerca delle sue creature! Un Dio che si dà in cibo! Un Dio morto per l’uomo! Scende dal cielo e nell’Ostia si fa anche più piccolo di un bambino. Si stanca in cerca di cuori che gli ricambino amore. Dispone, ordina, regola ogni cosa per prendere le anime nelle reti del suo amore. Se consideriamo tutto questo non può sembrarci strano che Gesù soffra un martirio di amore più doloroso di quello del Calvario, a causa di quelli che non credono o dubitano del suo amore. Quando attribuiamo gli avvenimenti della vita al caso o alle circostanze ordinate dagli uomini, e non guardiamo a Dio che tutto dispone con peso e misura (Sap 11,20), dimostriamo di non credere al suo amore per noi. L’anima fedele che non dubita dell’amore del suo Dio non deve far altro che occuparsi di credere e corrispondere all’Amore. Amare e credere di essere amata. Dalla mattina alla sera ci si presentano mille occasioni in cui possiamo mancare di fede e di amore di Dio, se solo ci dimentichiamo che ci accompagna sempre, come Padre amoroso, Colui che tiene il conto anche dei capelli del nostro capo e non ne lascia cadere neanche uno senza il suo volere. Quanto rare, esclama la nostra maestra, sono le anime che in ogni circostanza della loro vita giornaliera credono all’amore di Dio e non vedono né considerano altro che l’agi-

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Morrovalle: 07-11-10: Quattro Amici si sono consacrati all’amore di Gesù Crocifisso re dell’amore per loro. In particolare più dolorose sono le mancanze di fede nell’amore da parte delle anime che, felici di stare con Gesù nel tempo della consolazione, quando sopraggiunge il tempo della notte dell’anima, sembra loro di aver perduto tutto. E’ proprio questo il momento in cui l’anima ha bisogno di aver fede nell’Amore! Certo, ora, costa di più! E’ bene ripetere al Signore la nostra fermezza nel restare ai suoi piedi, se questo Lui vuole, e continuare ad amarlo e chiedere la grazia di poter ripetere sempre – Dio mio, ti amo e credo nel tuo amore per me! Gesù si nasconde, ma il suo amore non cambia. Dio non cambia. Il suo amore infinito anche per le anime piene di peccato non cambia. L’anima che si trova immersa nelle sofferenze, se crede di essere amata da Dio, viva pure serena e contenta e allontani da sé ogni tristezza. E’ dono dell’amore divino far gioire nella sofferenza; è la gioia dell’amore che si purifica, si prepara e si dispone a godere l’Amore. Sono queste sofferenze tranquille, gioiose, che non ammettono altro conforto che quello dell’amore che tormenta. Dio ci mette alla prova ma Gesù prima prega per noi affinché non venga meno la nostra fede; se ci viene a mancare la fede nel suo amore è per colpa nostra.

Bisogna credere senza vedere. Quando cioè le cose sembrano andare in direzione contraria al fine a cui aspiriamo. Quando le contraddizioni degli uomini distruggono i nostri piani, fatti con rette e sante intenzioni. Quando le anime buone non trovano più per la cura del loro spirito ciò che sembra loro necessario…in questi frangenti siamo sulla buona strada se riusciamo a continuare, con slancio e serenità, a credere nell’amore di Dio anche se non lo vediamo e sentiamo. Perché inquietarsi se tutto è quantificato, regolato dalle mani benedette di Colui che desidera la nostra santificazione? Egli ci metterà, a suo tempo, nel luogo e con le persone giuste. Se tarda o non lo fa è perché vede che noi ci occupiamo troppo di noi stessi, mentre dovremmo abbandonarci alla sua Provvidenza. La santità è frutto di energici atti d’amore. Chi vuole che Dio operi in lui e per lui, deve lasciare tutto nelle sue mani, con completo abbandono: “Getta sul Signore il tuo affanno, ed Egli ti darà sostegno” (Sal 54,23). Se possiamo dire con fede: “Credo che Dio mi ama!” dobbiamo allontanare da noi ogni tristezza. DIO MI AMA!: queste parole racchiudono tesori di infinite ricchezze, meditatele attentamente nell’ora della prova. colt.mgrazia@libero.it

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CARTA DEI DIRTTI DELLA FAMIGLIA di Adele Caramico siste un Documento della Santa Sede che forse è poco conosciuto. Si tratta della Carta dei diritti della famiglia del 1983. La Chiesa, quale madre e maestra, ha sempre avuto una particolare attenzione per la famiglia umana, per i suoi bisogni e per le sue sofferenze e difficoltà. Ma non tutti conoscono quanto viene fatto e quanto viene anche scritto su di essa. É un documento molto breve, costituito da soli 12 articoli preceduti da una Introduzione e da un Preambolo. Leggiamo nell’Introduzione: “Il documento non è un'esposizione di teologia dogmatica o morale sul matrimonio e la famiglia, sebbene esso rifletta il pensiero della Chiesa in materia. Né è un codice di condotta per persone o istituzioni interessate al problema. La Carta differisce anche da una semplice dichiarazione di princìpi teoretici riguardanti la famiglia. Essa mira, piuttosto, a presentare a tutti i nostri contemporanei, siano essi cristiani o no, una formulazione - la più completa e ordinata possibile - dei fondamentali diritti inerenti a quella società naturale e universale che è la famiglia”.

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Silvio e Gabriella di San Nicolò a Tordino hanno detto il loro Sì a Gesù Crocifisso il 13-11-10

Si mette quindi subito in risalto quale sia l’intento di questo Documento, e chi ne siano in effetti i destinatari. Non si può prescindere dal considerare la famiglia nella nostra società. Senza famiglia non ci sarebbe proprio la società stessa! La famiglia, culla della vita dell’uomo, ormai sta diventando il “punto di attacco” da parte di tutti. Televisione, giornali, riviste varie, internet e altro ancora, non fanno che mettere in discussione quei principi fondamentali che sono la base per costituire una famiglia buona, forte e unita. Sembra quasi che sia passata di moda. Quando chiedo a qualche coppia da quanti anni sono sposati…. sentirsi dare come risposta 20 o 30 anni appare come “uno scandalo”. Eh sì! Tutto si è invertito. La famiglia che regge alle intemperie della vita sembra essere qualcosa di “anormale” mentre la mentalità comune fa passare per più “normale” (mentre non lo è) una unione passeggera, temporanea, soggetta ai mutamenti dell’umore e delle scelte da fare. Leggiamo, sempre nel Documento citato prima: “La famiglia è fondata sul matrimonio, unione intima di Aurelio e Marina si consacrano per sempre vita nella complementarità tra a Gesù Crocifisso a Morrovalle il 13-11-10.

un uomo e una donna, che si costituisce con il legame indissolubile del matrimonio liberamente contratto e pubblicamente espresso, ed è aperta alla trasmissione della vita” Da sole queste parole basterebbero a delineare l’importanza dell’ambito familiare, l’importanza di questa unione così speciale che è stata elevata alla dignità di sacramento. Un sacramento veramente grande e speciale visto che unisce per sempre un uomo e una donna e da loro le grazie proprie per andare avanti. Nella gioia o nel dolore i coniugi devono sempre andare avanti, educare i figli che il Signore ha loro donato, rafforzarsi in questo vincolo d’amore. Ma senza l’aiuto del Signore ogni nostro sforzo è inutile. Forse per questo molte famiglie crollano alle prime difficoltà: non aprono la porta del loro matrimonio a Gesù e non gli permettono di entrare nella loro vita. Come si fa? Semplice: pregando insieme, dialogando, leggendo una pagina di Vangelo in famiglia, ringraziando il Padre per i doni che ci manda ogni giorno. I genitori debbono essere da esempio per i figli. L’amore può regnare solo dove si permette all’AMORE di entrare e prendere possesso della propria vita. E questo “Amore” con la “A” maiuscola non può essere se non Colui da cui tutto viene, a cui tutto va, per cui tutto esiste. www.bioeticaefamiglia.it


MARIA, MADRE DELL’EUCARISTIA E DELLA PASSIONE

7 di Fabrizio Cortigiani

Diamante o grafite? Come AGC, meditiamo la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Spesso, questa meditazione si riduce ad una rievocazione storica della Passione vissuta oltre duemila anni fa. Sfugge purtroppo, nonostante l’invito alla riflessione, il significato nascosto, squisitamente eucaristico, già presente nella Passione storica. “Se non sarete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”. E’ proprio così. Leggere la Passione con ricchezza di particolari teologici è una realtà più accademica che un’esigenza della Chiesa orante, viva, attenta al cuore dell’uomo che soffre, si angoscia, si dibatte, piange, si dispera nelle difficoltà della vita. Leggere le frasi del Vangelo della Passione senza farle penetrare nel cuore (inteso come insieme degli affetti, dei sentimenti, dei pensieri), è come avere in mano un diamante pensando che sia un semplice sasso. Si tratta di un errore molto comune. Infatti, il diamante appena estratto assomiglia ad un sassolino bianco. Sappiamo che il diamante viene poi tagliato ed in base alla tecnica usata si parla ad esempio di taglio brillante. Questo meraviglioso taglio, con le sue molteplici sfaccettature crea quell’insieme di angoli di riflessione e di rifrazione tanto amati dall’occhio umano. Ma c’è di più. Se guardiamo la sostanza, il diamante è solamente carbonio cristallizzato allo stato cubico che si forma ad una certa profondità e sotto una particolare pressione geologica. A profondità e a pressione diversa, lo stesso carbonio diventa grafite, quel materiale con il quale vengono fatti i lapis.

Fare proprie le sofferenze di Cristo Il parallelismo da fare è proprio questo. A quale profondità del mio cuore e con quale pressione d’amore faccio penetrare dentro di me la Passione di Cristo? Leggo solo un passo storico, fermandomi al mio essere semplice grafite o interiorizzo e faccio mie le sofferenze del Cristo, come insegna S. Paolo della Croce ? Scelgo di essere grafite o diamante? Uomo vero o sepolcro imbiancato? Certo, posso accontentarmi di essere anche una bella tomba tenuta bene con la lucina perpetua sempre spolverata, oppure mi illudo che avere

Franco, responsabile Fraternità di S. Nicolò, sceglie per sempre Gesù Crocifisso

una bella cappella di famiglia sia quanto di più bello possa esserci. Questione di gusti. Tanto dentro la bara c’è sempre liquame putrefatto. Cristo ci offre un’alternativa. Ci domanda se vogliamo diventare diamanti; ci chiede se vogliamo resuscitare uscendo dalla tomba di una vita spenta; ci domanda se vogliamo continuare ad essere schiavi del denaro, della carriera, del prestigio, o se invece preferiamo diventare gestori liberi del denaro e del successo. Ma come fare per immergersi nelle sofferenze del Cristo? Non si tratta certo di farci venire le stigmate; piuttosto è doveroso rileggere la nostra vita, con i suoi alti e bassi, con le delusioni, le sconfitte, la paura, la rabbia, la perdita delle persone care, l’insuccesso professionale, le malattie, gli aborti, le separazioni, i divorzi per prendere atto delle ferite ancora aperte nel nostro cuore. Una volta individuata la ferita purulenta si ricorre a Gesù Medico, Guaritore, Liberatore. “Per le Sue Piaghe siamo stati guariti”. Si donano a Dio le nostre sofferenze e i nostri peccati; si ripete questa forma di meditazione/preghiera fino a quando troviamo spontanea l’amicizia e la confidenza con Gesù. Non dobbiamo pensare al “povero Gesù crocifisso”, con lo spirito di una madre che compatisce le sofferenze del figlio.

Non è questo l’approccio corretto, anche se può essere commovente e squisitamente umano. Gesù è il Cristo Redentore, il Dio fatto Uomo, Colui che ha sconfitto il Male e il Maligno: Satana. Non deve essere visto come un pover uomo andato in croce, ma come il Figlio di Dio, che offre Se stesso sulla Croce per amore nostro. Quando offriamo le nostre sofferenze a Gesù Crocifisso, offriamo noi stessi: in quel momento, mediante il nostro atto di volontaria offerta, apriamo le porte del cuore per far entrare la Grazia Santificante in noi; in quell’istante, la sofferenza e il peccato vengono trasformati da Dio in prolungamento della Passione di Cristo; in quel contesto, veniamo assimilati al Cristo sofferente, mediante il cosiddetto Battesimo di sangue. Questo significa “farci pane”, “farci prossimo”. Questo significa farci Eucaristia.

Guardare a Maria sul Calvario Il percorso viene facilitato dall’affidamento a Maria, che nulla trattiene per se stessa, ma che tutto dona al Cuore del Figlio, attraverso il Suo Cuore Immacolato. Osserviamo Maria durante tutta la dolorosa Passione del Figlio; segue i


8 fatti nel silenzio più profondo e più doloroso, prega, piange, spera, stordita da una crocifissione iniziata con l’agonia del Getsemani, continuata con la flagellazione, la coronazione di spine, il Calvario e la croce vera e propria. Ogni tappa di Gesù è un passo di Maria nel Sangue del Figlio. Vibra all’unisono col Dio fatto Uomo. Come all’Annunciazione, grazie al Suo “FIAT” fu fecondata dallo Spirito Santo, durante la Passione la stessa Donna viene fecondata dal Sommo Dolore: resta in silenzio, crocifissa nel cuore di mamma, di donna, di figlia, di sposa dello Spirito Santo. Tutto il Suo essere è crocifisso con Cristo. Se Dio ha sempre vissuto dentro Maria, adesso, Ella stessa è crocifissa spiritualmente. Per questa vibrazione di amore e sangue, come le corde di un’arpa, vibra tutto l’essere di Maria. Ora più che mai, affogata nel Sangue del Figlio, congiunge le mani mentre il Figlio le allarga; è lo stesso movimento vissuto in circolarità: l’abbraccio totale dell’umanità redenta. Dalla Croce, Gesù affida Giovanni, ed in lui tutti noi, alla Madre, mentre conferisce alla Donna –Sposa di Dio, la Maternità Celeste di tutto il genere umano; una maternità iniziata con l’Annunciazione. Nel momento in cui Gesù rimette il Suo Spirito nelle mani del Padre, tutto si compie. Il Sangue umano di Gesù viene trasformato in Sangue spirituale; la

sostanza vitale umana creatasi nel seno di Maria, diventa per Volontà del Padre sostanza umana elevata a regale dignità divina. La redenzione è compiuta. Le porte del Cielo si sono aperte per sempre all’umanità decaduta, la quale, adesso può proclamare il suo “Sì “ come fece Maria.

Imitare il “sì” di Maria per vincere l’egoismo. L’uomo è ora in grado di scegliere liberamente se salvarsi o dannarsi. L’uomo è stato ulteriormente privilegiato in questo. Già prima che Gesù morisse, l’esempio dei due ladroni parla chiaro: uno si danna, l’altro si salva. É sufficiente riconoscere che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio Vivente con un atto di umiltà. Ma è proprio questa che manca. Questo è il motivo per il quale tante persone non riescono a riconoscere Gesù, il Cristo. L’orgoglio acceca e anche una brava persona può prepararsi la dannazione, cioè, la mancanza di salvezza, con le sue stesse mani. Maria ha accettato l’annuncio, pur con grande difficoltà: “Com’è possibile, non conosco uomo”. Ma accetta, con un atto di fiducia incondizionata in Dio. Maria non è una dea, sebbene sia stata creata senza il peccato originale, per diventare la Madre di Dio, è una creatura umana, nata come siamo nati noi. Quindi se ha detto “Sì” Lei, lo

Amici di Gesù Crocifisso di Giulianova dicono il loro “Sì” a Gesù Crocifisso il 21-11-10

possiamo fare anche noi. Si tratta di volere o non volere andare verso Dio. Non esistono se, ma, però, o altre dotte disquisizioni (vorrei credere, ma non ci riesco….sono cose che non stanno in piedi….); esiste solo l’arroganza e l’orgoglio di credere di bastare a sé stessi rifiutando l’Amore. Stoltezza, vuoto, tiepidezza, superficialità….portano al tradimento, ben più grave del rinnegamento. Pietro rinnega per paura, ma non reca danno se non a sé stesso e in misura limitata e temporanea; Giuda tradisce “per denaro”, ma soprattutto, perché l’avidità, la stoltezza dell’empio che non vuole accettare il Bene, lo portano a vivere la “negazione di Dio”, recando grave danno, cosciente e deliberato nei confronti di Dio e di sé stesso. Giuda ha scelto di eleggersi Dio di sé stesso: il denaro lo acceca, l’egocentrismo lo ripiega su sé stesso. la morbosità per il successo gli procura la corda con la quale si impiccherà. E in questo bisogna riconoscere che l’uomo è un asso, un vero campione nel mettersi il cappio al collo. La sconcertante disinvoltura con la quale i malati di egoismo si auto condannano credendo di vivere intensamente nella loro superficialità fatta di salotti, nei quali ciascuno parla di sé e nessuno ascolta, crea nella mente e nel cuore un effetto di superpotenza, un ego che si gonfia come un palloncino fino a scoppiare “di sé stesso” nella più assoluta stupidità. L’uomo stolto si identifica col proprio successo professionale, col proprio conto corrente bancario, con la propria cerchia di pseudo-amici “in”; vive di tendenze, distorsioni e perversioni (non solo in senso sessuale), annegando in uno squallore che lo illude di essere nell’oro. In una frase molto semplice: “capovolge la Croce di Cristo firmando la propria condanna”. Tante persone gridano con il loro comportamento, più che con le parole, la morte di Dio (Nietsche), vivono i disvalori come valori assoluti, cadono nel relativismo edonista, nel vivere alla giornata, nell’estenuante e spasmodica ricerca del piacere fine a sé stesso; si costituiscono come schiavi di Satana al servizio dell’imbecillità. Corrono, saltano, giocano, lavorano e producono per assistere alla distruzione di tutto ciò che hanno fatto. Il messaggio sinistro è: “Fai quello che vuoi e goditi la vita…, così la perderai”. Il messaggio della Croce è l’opposto: “Ama e fai ciò che vuoi”, come dice Sant’Agostino. Cortigianif@alice.it


I LAICI NEL SINODO DELLA CONGREGAZIONE

al 22 al 31 ottobre 2010 si è tenuto a Roma il Sinodo generale della Congregazione che ha avuto come tema: “Solidarietà per una nuova vita e missione. Nella introduzione al Sinodo, il Superiore Generale, P. Ottaviano d’Egidio, ha parlato della posizione dei laici nella Congregazione, esplicitando quanto aveva anticipato agli AGC il 30 settembre nella basilica dei santi Giovanni e Paolo. Riportiamo il pensiero del P. Generale, con un sunto della lettera da lui inviata alla Congregazione per il festa di S. Paolo della Croce e inviata direttamente anche agli AGC. P. Alberto

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I Laici passionisti nella legislazione della Congregazione I movimenti laicali passionisti nel mondo, con diverse denominazioni, stanno sempre più prendendo coscienza della loro chiamata al nostro carisma e missione. Esistono, sono impegnati nella formazione e nella collaborazione e al loro interno sta aumentando il numero dei consacrati alla Passione come laici. S. Paolo della Croce scrisse numerosissime Lettere ai laici e laiche che tutti conosciamo, fiducioso nella loro capacità di vivere la spiritualità della Passione. Ma né le Costituzioni, né i nostri Regolamenti Generali fanno accenno ai laici che sono chiamati al nostro carisma. Credo che ormai sia maturo il tempo di un loro inserimento, come aggregati alla Congregazione, nelle Costituzioni e nei Regolamenti Generali. Una piccola commissione ha proposto di inserire nelle Costituzioni il seguente testo che è di base e di studio e quindi modificabile: « Vi sono persone che si sentono attratte dal carisma della Passione e desiderano viverlo in comunione con la Congregazione passionista. Quando

Il superiore generale, p. Ottaviano D’Egidio, posa con gli AGC a Roma: 30-09-10

esse vengono associate formalmente alla Congregazione, secondo le norme stabilite nei Regolamenti Generali, fanno parte integrante della stessa, in quanto Famiglia passionista ».

Lettera per la festa di S. Paolo della Croce (Sunto) Carissimi fratelli della Congregazione e sorelle e fratelli della Famiglia passionista, è una gioia ringraziare con voi Dio per averci dato per Padre e Fondatore, S. Paolo della Croce, del quale oggi celebriamo la festa. Il Signore ci infiammi dello stesso ardore missionario e ci conceda di essere animati dal suo esempio e sostenuti dalla sua protezione per ottenere con i nostri fratelli i frutti della redenzione. La festività di questo anno è prossima all’inizio del Sinodo Generale della Congregazione che inizierà il 22 e terminerà domenica 31 ottobre; sarà preceduto da una giornata di formazione permanente con riflessioni e studio sulla Giustizia, Pace e Integrità del Creato. É lo stesso S. Paolo della Croce che aprirà il Sinodo e lo presiederà in modo invisibile con

Saluto del Superiore Generale agli Amici di Gesù Crocifisso Caro P.Alberto, un saluto carissimo da Roma a lei e a tutti gli Amici del Crocifisso. Sono occupatissimo con la Relazione in preparazione al nostro Sinodo ormai prossimo, pertanto invierò i primi giorni della prossima settimana quanto detto nell'incontro del 30 settembre che ricordo con molta gioia e fraternità. Spero di poter inserire i laici della famiglia passionista nelle Costituzioni e/o nei Regolamenti Generali cp. S.Paolo della Croce ci benedica. P. Ottaviano D'Egidio cp.

l’affetto di padre e con la sapienza della Croce meditata, vissuta e annunziata nei suoi numerosi anni di vita; è antico e contemporaneo per lo stesso carisma che viviamo. Noi ci dissetiamo alla sua stessa fonte. Egli è stato un grande contemplativo e missionario, con una decisa opzione per i poveri, i sofferenti, per le popolazioni abbandonate e per grandi peccatori come i briganti. Quando nella vita di S. Paolo delle Croce leggiamo che vedeva il nome di Gesù scritto sulla fronte dei poveri non leggiamo una frase poetica, ma una sua convinzione spirituale e umana che gli faceva vedere in essi il Cristo povero. Il suo apostolato iniziava ai piedi del Crocifisso nell’orazione, nella solitudine, nel silenzio, nella povertà e nella vita in comunità fraterne e si completava con l’annuncio della Passione di Gesù e l’attenzione ai “crocifissi” che vedeva intorno. L’esperienza di S. Gallicano a Roma dove per circa due anni si prese cura degli incurabili, fu profonda. Il cuore del carisma passionista batte con due pulsazioni continue: a) contemplare la Passione di Gesù vivendo in comunità fraterne e povere, possibilmente, in solitudine; b) annunciare la parola della Croce contemplata privilegiando luoghi abbandonati, riconoscendo Gesù nei sofferenti e nei poveri. Nel Sinodo approfondiremo i valori della vita passionista per discernere cosa chiede oggi Dio alla Congregazione. Invito tutti, religiosi, religiose e laici che con noi vivono il carisma dell’Amore Crocifisso, a pregare al Signore per il buon esito del Sinodo. Fraterni e gioiosi auguri a tutti. S. Paolo della Croce, nostro comune Padre, ci benedica. P. Ottaviano D’ Egidio Superiore Generale cp

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PASSIONISTI ALL’ONORE DELLA CRONACA… di P. Luciano Temperilli ’ veramente difficile trovare una cronaca “onorevole” o che ci faccia onore. Anche perché il bene non fa notizia e quando, per eventi straordinari, la fa passa veloce dai grossi titoli al dimenticatoio. Eppure ci sono storie che non sono eventi ma l’espressione eroica di una straordinarietà ordinaria. Qui ne voglio accennare due che fanno “onore” appunto alla famiglia passionista e sono una esplicitazione splendida del nostro carisma. Sta scomparendo dai teleschermi e dai titoli dei giornali la tragedia di Haiti. Si parla raramente delle conseguenze di quel terremoto distruttivo del 12 gennaio. Ebbene dalle macerie di quella

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distruzione è emerso, per noi e per quasi tutti, la straordinaria figura del passionista newyorchese P. Richard Frechette, sacerdote e medico chirurgo, che lì lavora da oltre venti anni. Lavora lì perché dice “Ho deciso di vivere la mia chiamata ad Haiti dove nella sofferenza e nella miseria di quella popolazione, ma soprattutto in quella dei bambini, ogni giorno contemplo la Passione di Cristo”. E’ un tipo energico il p. Richard

perché lì ad Haiti c’è da correre proprio fisicamente per soccorrere i bambini che sono in gravi condizioni. Ed è questo l’allenamento che gli permette di correre alla maratona di New York. E’ un tipo deciso perché, dopo aver visto le povertà dei bambini e le malattie, decise di diventare medico perché bisognava curare, oltre alle anime, anche i poveri corpi di quella povera gente. Ora dirige l’ospedale pediatrico. P. Frechette è tornato recentemente sulla cronaca dei giornali italiani perché il 29 settembre ha presentato, a Milano, il libro “Haiti” edito da Rizzoli. Il p. Rick è al servizio di N.P.H. (Nuestros Pequenos Hermanos, rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava: www.nphitalia.org) . Nel sito si trova la sua storia, la storia dell’organizzazione N.P.H. e la posssibilità di ordinare il libro. Comprando il libro si aiuta il progetto “Francisille – città dei mestieri”. Una struttura per insegnare un mestiere e dare un lavoro ai ragazzi di Haiti. Per chi capisce l’inglese e per avere altre notizie può andare su http://thepassionists.org Per aiutare si può utilizzare quanto la Curia Generale dei passionisti ha indicato: Le coordinate per un bonifico sono le seguenti: SEGRETARIATO SOLIDARIETA' E MISSIONE BANCA POPOLARE DI SONDRIO Conto corrente N°: 2650 / 35 IBAN: IT68U 05696 03224 000002650X35 SWIFT: POSO IT 22 Banca Popolare di Sondrio Agenzia 24 di Roma Via San Giovanni Laterano, 51 A00184 Roma (RM) Italia. Un altro nostro “fratello” passionista perché oltre al servizio dei poveri lotta contro l’ingiustizia, è il p. Mario Bartolini, solido marchigiano di 72 anni di cui 35 in Perù. Vive tra gli indios. Ha portato la fede nella foresta non solo ma difende anche la dignità di quel

popolo la cui terra fa gola a grosse compagnie petrolifere. Perché lì sotto c’è il petrolio e per lo stato è una manna. Per la gente non solo è inquinamento ma espropriazione della propria terra. Ci sono state proteste nel 2009 e ci sono stati anche dei morti per la repressione della polizia. Il P. Mario è stato accusato di fomentare i disordini. Una prima volta è stato assolto. Si aspettava questo secondo giudizio per il 26 ottobre. Uno sciopero ha rimandato tutto. La richiesta del pm è durissima: 12 anni di carcere e l’espulsione. Tanti giornali ne hanno parlato rilevando la sua opera di mediazione e sottolineando come, citando un articolo di Avvenire del 28 ottobre, “il Perù dei piccoli sfida i giganti del petrolio”. Sta avendo sostegno internazionale dai media, dalle organizzazione umanitarie ed ecologiste, dalle organizzazioni missionarie. I passionisti, attraverso una lettera del P. Generale, firmata dai superiori passionisti di tutto il mondo, e resa pubblica ha preso le sue difese. Ora aspettiamo. Per chi vuole solidarizzare con il p.Mario può andare su www.jpicpassionist.org. Per avere informazioni e video basta cliccare Mario Bartolini su google. temperlu@libero.it


LETTERE AL DIRETTORE

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1. Come svolgere i nostri incontri Caro padre, parlando con i responsabili del consiglio di fraternità, ci è sembrato opportuno cominciare i nostri incontri riflettendo su un brano della lettera ai Corinzi per esaminare il nostro cammino di AGC. Che ne pensi? É meglio leggere tutta una catechesi degli esercizi spirituali o il brano della lettera ai Corinzi? Oppure fare come sempre la meditazione del libro degli Amici? Carissime, Rispondo al vostro quesito, perché è importante. Lo statuto spiega il significato dei due incontri mensili: 1. Imparare a pregare e meditare nel primo incontro. 2 Approfondire la fede nel secondo incontro. I suggerimenti dati per eseguire questi due impegni sono “suggerimenti”. I mezzi per attuarli possono essere diversi: Gli Assistenti, con i Responsabili, scelgano i mezzi più adatti al gruppo. Altri sono i mezzi per un gruppo nuovo, altri per un gruppo che cammina da decenni. L’importante è che si scelgano mezzi seri e veramente adatti alla maggioranza. Avere dei mezzi fissi può aiutare i nuovi, chi è all’ABC del cammino spirituale, specialmente per quanto riguarda la meditazione. Si possono però fare cambiamenti temporanei o fissi, secondo l’utilità. In diversi gruppi, se non ci fossero dei mezzi fissi, non si farebbe nulla. In altri c’è da vedere. Purché, ripeto, si tenga conto di tutti e non solo di alcuni. Nel primo incontro, per es, ci si deve preoccupare molto di imparare a meditare e trasformare in preghiera la parola di Dio. Nell’iniziare il cammino degli AGC si partì come primo impegno dal pensiero di insegnare agli aderenti a meditare la parola di Dio. Sappiamo quanto il nostro Fondatore ha raccomandato questo impegno ai Passionisti, anche con fedeli semplici. Lo statuto prevede anche che qualche incontro sia dedicato a una revisione del cammino e questo si fa troppo poco. Questo punto è importante per conoscere le esigenze di tutti, nuovi e vecchi, giovani e meno giovani.

2. Dire si al parroco per il catechismo? Caro padre, ho bisogno del tuo consiglio. Il parroco mi ha chiesto di dare un aiuto per il catechismo dei ragazzi. È tutta la settimana che ci penso. Mi trattiene la mia pochezza e la situazione della mia famiglia di ori-

Antonietta Giovannetti di Civitanova celebra con gli Amici i suoi 94 anni il 07-11-10. gine che è molto complicata e che porto sulle mie spalle. Carissima, per quanto mi chiedi, ti dico senza esitazione che devi dire di sì a Gesù che ti chiede aiuto per mezzo del parroco. Sarà una fatica per te, ma anche una grazia per te e per la tua famiglia. Se nella Chiesa non si impegna chi fa un cammino di fede, chi si impegnerà? L'opera buona che compi gioverà in qualche modo anche ai tuoi genitori e fratello. Ringrazio il Signore per questo nuovo dono e ministero che ti affida. Non guardare la tua pochezza. Quando Gesù chiama, si dice sì e basta. Solo motivi personali e di famiglia veramente gravi potrebbe consigliare di rifiutare l’invito.

3. Mi sento un sacerdote non ordinato Carissimo padre, rinnovo sempre la consacrazione a Gesù Crocifisso, offrendo tutte le prove che tu conosci per il mio cammino di conversione. Ieri sera ho visto con mia moglie il film sulla vita del medico S. Giuseppe Moscati. Non era un sacerdote come lei, ma in qualche modo era sacerdote anche lui. Senza paragonarmi certamente a questo Santo, anch’io mi sento un sacerdote non ordinato. É una percezione particolare e "strana". Sento che Gesù mi ha chiamato ad una forma di assimilazione alla Sua Croce.

In certi momenti, come uomo, ho avuto un po' di timore, ma una forza irresistibile mi ha chiesto di abbandonarmi completamente all'amore concreto della Croce senza alcuna riserva. Così ho fatto e così rinnovo sempre la mia offerta a Gesù Crocifisso. Vorrei una sua luce su questa mia realtà. Carissimo, grazie del messaggio. Ti sono tanto vicino e prego per te e famiglia. Il Signore ti attiri sempre più a sé, per essere un "sacerdote santo", "un sacerdote regale", come dice S. Pietro (1Pt, 2, 5 ss.). Purtroppo si conosce poco e si parla poco di questo sacerdozio che il Signore dona a tutti i fedeli. In molte cose è più importante del sacerdozio ordinato! Il sacerdozio ordinato è per gli altri; il sacerdozio battesimale è per santificare chi lo riceve e poi, come conseguenza, diventa un dono per tutti, a servizio di tutti, come la santità dei Santi è un beneficio per tutta la Chiesa. Anche il fedele, come sacerdote battesimale, deve offrire continuamente se stesso e tutto quello che fa, come sacrificio gradito a Dio. Nei nostri gruppi tutti sanno che la parola da usare di più, il gesto da compiere continuamente è "offrire". Questo il Signore vuole da te, questo ti sta facendo sentire e capire. Poi tutto quello che si offre con amore e per amore vale di più e costa di meno! Coraggio, fratello caro. P. Alberto Pierangioli


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CONSACRAZIONI

Consacrazioni San Nicolò a Tordino TE: 13-11-10 Quest’anno a San Nicolò abbiamo avuto, nei vari gradi, 20 consacrazioni, 3 a Roma il 30 settembre e 17 nella nostra parrocchia. Per me è stato il primo rinnovo che ho vissuto profondamente! Per grazia di Dio, non sono mai mancata agli incontri e ho cercato di prepararmi per comprendere bene il momento che stavo per vivere. Molte cose sono molto cambiate per me!Ho riscoperto il senso profondo di essere cristiana, l’amore di Dio, la sua infinita Misericordia… Infine l’incontro con gli AGC, la guida del P. Lorenzo Baldella, che ci ha portato alla riscoperta, anzi alla “scoperta” dei Sacramenti, sinora vissuti con leggerezza,come un obbligo da assolvere il prima possibile. Le catechesi sulle varie sfaccettature soprattutto dell’Eucaristia ci hanno incantati!Tutto ciò mi ha dato una forte spinta alla consapevolezza che il Signore ci vuole tutti Santi! Per questo dal profondo del cuore ho risposto alla sua chiamata: “Eccomi Signore”. Con queste certezze, seguendo la spiritualità passionista, mi impegno ad “amare e fare amare Gesù Crocifisso, a riconoscerlo in tutti i Crocifissi che incontro”. Tiziana Di Giuseppe É difficile descrivere l’emozione provata nella messa di consacrazione presieduta dal P.Alberto, con altri 4 sacerdoti. La consacrazione a Gesù Crocifisso ci ricorda la consacrazione battesimale, ci impegna a conoscerla e viverla coscientemente nel proprio stato, seguendo la spiritualità passionista che è la spiritualità dell’amore. Il Signore chiede a chi fa la consacrazione di vivere sul serio gli impegni del Battesimo e della Promessa di Amore che rinnova ogni giorno; è convincersi che gli aderenti alla “Famiglia Passionista”, non fanno parte di un semplice gruppo di preghiera, ma di un “Gruppo di consacrati, votati” all’amore di Cristo Crocifisso e del prossimo, specialmente dei “crocifissi”. Per me che ho fatto la Consacrazione Perpetua, è stato come il ritorno del Figliol Prodigo nella casa del Padre, dalla quale mi ero allontanato nel 1943 quando, da alunno passionista, insieme a P. Alberto, tornai in famiglia. La bella omelia di P. Alberto ha conquistato tutti. Il coro degli Scout di San Nicolò, ha brillantemente animato questa indimenticabile serata,

“Consacrati, cioè Santi”. Un continuo tornare al battesimo, nel quale Dio ci ha resi sacri, cioè santi, separati dal mondo e riservati a sé. Poi la nostra risposta alla chiamata di Gesù: “Mi hai chiamato, eccomi Signore”, come offerta d’amore a Gesù Gruppo di AGC di San Nicolò a Tordino consacrati Crocifisso, donana G. C. il 13-11-10 do la nostra vita che la comunità Parrocchiale ha gradiper tendere con Lui alla santità. Nel to moltissimo. Grazie al Signore e tutti pomeriggio l’Adorazione Eucaristica coloro che hanno collaborato per la e la solenne Concelebrazione sua buona riuscita. Eucaristica presieduta da P. Alberto, Franco Campanelli Don Ennio e il diacono Riccardo di Roccaraso. Le consacrazioni mi hanno ricordato la mia consacrazione e le Consacrazioni Fraternità paure che avevo nel prendere cosciendella consacrazione battesimale e di Giulianova: 23-11-2010 za del cammino di santità. Ora sento la responsabilità di essere anche sale e Il 21 novembre ho ricevuto la graluce per altri. L’agape fraterna ha conzia della mia terza consacrazione. cluso la giornata nella comunione fraQuell’eccomi, ogni anno assume per terna, anche con altri membri di vari me un significato sempre più profongruppi ecclesiali. do, si carica di un immenso senso di Rita Maraessa eternità. Comprendo così che nulla della mia vita è insignificante agli La giornata di consacrazioni resta occhi di Dio, che mi ama e vuole che scolpita nel mio cuore, come una nessun granello della mia esistenza gemma di grande valore. Davanti a vada perduto. Quell’”eccomi” mi preGesù Crocifisso e Risorto e a tutta la para come soldato al combattimento, Fraternità degli AGC ho rinnovato la per sconfiggere le tenebre del mio mia consacrazione, impegnandomi ad cuore. Mi dà luce per crescere nella amare sempre Gesù Crocifisso. Per la fede. Il segno passionista posto sul grande commozione, quasi non vedemio cuore mi ricorda che Gesù è vo le parole che leggevo. Prego la morto anche per me. Nella sua doloroVergine Santa che mi aiuti a prepararsa passione, ha amato anche me, fino mi alla consacrazione perpetua, per ad affidarmi alla sua santissima questo rinnovo con gioia ogni giorno Madre. Maria, ti chiedo di soccorrermi la mia Promessa d’Amore. sempre con la tua grazia, affinché io Marzi Maria possa perseverare in questo cammino di santità . Giulia Di Pompeo Il 21 novembre Lorella e Tiziana hanno emesso la Promessa solenne di Amore a Gesù Crocifisso, mentre Giulia e Maria l’anno rinnovata, confermando la loro adesione al cammino di Fede nella S p i r i t u a l i t à Passionista. La giornata, iniziata con le lodi di Cristo Re, ha proseguito con la catechesi

Consacrazione di Amici a Giulianova:21-11-10


TESTIMONIANZE

Amiche di G. C. da Bari all’Africa Caro padre, scrivo in breve la mia esperienza in Africa che ho vissuto con Prudenza dal 16 agosto al 3 settembre 2010. Tutto ha avuto inizio il 02 gennaio del 2010, quando mi incontrai con Prudenza, che mi confidò il suo grande desiderio di andare in Africa nella prossima estate. Mi parlò del Villaggio della Gioia di Padre Fulgenzio passionista, informandomi che su internet avrei trovato la storia di questa opera. Dopo aver letto la storia di P. Fulgenzio e del suo Villaggio della Gioia, cresceva in me il desiderio

spaventata mi dicevo: “O mio Gesù, dove mi trovo?”. Poi in poco tempo mi sono immersa completamente nella realtà dell’Africa, molto umile e semplice, annullando del tutto l’Italia. Ho lavorato molto, con tanto amore e sofferenza. Ma per me il lavoro non era sacrificio o fatica, era preghiera, tutto era preghiera, anche l’aria che respiravo. Mi sentivo sempre in intima unione con Dio e molto libera, sentivo molto la sua vicinanza che mi sosteneva sempre e mi dava forza nel corpo e nello spirito. I bambini, con i loro occhi pieni di amore, la loro semplicità, i loro sorrisi, il loro modo di ballare e la gioia che emanavano quando gli davi un “pipi” (una caramella),

Prudenza e Filomena nel “Villaggio della Gioia” in Tanzania.

e lo spavento di partire. Confrontandomi con Prudenza capii che dovevo vivere questa esperienza. Alle ore 17,15 del 16 agosto 2010 siamo a Dar Es Salama, capitale della Tanzania. Appena fuori dall’aeroporto mi sono trovata immersa in una realtà totalmente diversa dalla nostra. Nel tragitto dall’aeroporto al villaggio, vedevo tanta povertà, gente ai bordi della strada con delle piccole bancarelle che vendevano qualsiasi cosa, delle piccole capanne dove c’era gente che viveva con pochissimo, per non dire quasi niente, i bambini che correvano per la strada sorridenti, un modo di vivere tanto diverso dal nostro: tutto questo mi ha commossa e rattristata profondamente. E difficile spiegare cosa ho provato in Africa, dove mi sono sentita catapultata in un mondo completamente nuovo ma tanto affascinante. Quando arrivai al villaggio inizialmente ero

mi riempivano il cuore, Quando i bimbi venivano a sedersi sulle mie ginocchia mentre vedevamo un film insieme o si addormentavano tra le mie braccia, provavo una forte emozione. Non mi chiedevano niente di materiale ma solo affetto, in cambio loro mi riempivano di amore. Erano dolcissimi. In Africa ho amato tutto, i suoi profumi, i colori, la natura, il cielo, le stelle, il sorriso della gente , i benvenuti… É come il paradiso! In Africa ho respirato l’amore di Dio. In Africa ho sentito la presenza viva di Dio che mi sosteneva e mi guidava. E’ stata un’esperienza molto forte che mi ha arricchita dentro, mi ha dato tanto ed ha rafforzato ancora di più la mia unione con Dio. L’Africa ora è dentro di me e sono in attesa di ripartire nuovamente se Dio lo vorrà. Asante, Africa! Grazie, Africa! Filomena Cerini

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“Non dimenticare tanti suoi benefici”. Prego spesso il salmo 103: “Benedici il Signore, anima mia; non dimenticare tanti suoi benefici”. L’ho scritto in un biglietto che tengo appeso alla parete della mia camera. Lo leggo spesso, lo prego e vi rifletto. Mi ricordo anche di te, caro padre, alla cui scuola ho imparato ad aprire e conoscere la Bibbia. Quanti anni, quanti incontri, quanti stati d’animo della mia storia sono stati illuminati dalla “Parola”, che ha lasciato il segno.Non so ora se sono cambiato in meglio, ma lo spero.La meta che ci hai sempre additata, “la santità”, non è facile. Ma in questo passo della Scrittura trovo un duplice stimolo: 1° Dio mi ama sempre ed è fedele. 2° In me lo Spirito ha il sopravvento sulla carne. Mi incoraggia, quando per limiti umani si ha a che fare con le tentazioni e la sofferenza: “Su, che ce la fai! Guarda il Crocifisso! Se Egli ti ha chiesto tanto, ti ha dato molto di più, con tanti suoi benefici”. Così riprendo a camminare, anche se con lena affannata. Silvano Perticarini

Tu mi porti fra le tue braccia Circa tre anni fa, la mia amica, Maria Pia, con la quale ho condiviso un periodo di dolore e di amore, mi ha proposto di partecipare con lei ad un incontro di preghiera. Lì ho incontrato un padre passionista, con il quale mi sono sentita subito legata al gruppo, tanto più che mio padre mi parlava spesso dei Passionisti di Morrovalle, dove lui spesso andava a messa. Mi diceva: “Mi riconciliano con il mondo”. Così ho iniziato il mio cammino fatto di riflessioni, meditazioni Ho ancora tanto da imparare, ma con umiltà e l’aiuto di Gesù Crocifisso, sempre presente nel mio cuore, ho fatto la prima consacrazione a Roma il 30 settembre. Grazie, Gesù, per la tua presenza nei momenti difficili e per avermi aiutato a capire che tu sei parte essenziale della mia vita e quasi mi porti fra le tue braccia. Nadia Corsalini Civitanova


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TESTIMONIANZE

Un nuovo Amico: Ora la Croce non mi fa più paura Caro padre, mi chiamo Riccardo, ho 42 anni e sono un avvocato. Coniugato, sono padre di due bellissimi bambini, gemelli di cinque anni. Questi bambini sono stati un immenso dono, che il Signore ha voluto farci per dimostrarci, ancora una volta, quanto grande sia il suo Amore per noi. Ho avuto dei genitori che sono stati per me un esempio, per i valori che mi hanno trasmesso: l’onestà e la fede. Mia mamma, soprattutto, ha sempre pregato: io la ricordo sempre con la Corona del Santo Rosario in mano; il suo esempio ha lasciato in me un segno profondo. Penso a tanti momenti difficili che abbiamo vissuto e nei quali, insieme, abbiamo pregato la Vergine Maria, ricevendone sempre grande consolazione. Mio padre è stato sempre – ed è – una persona profondamente onesta. Ancora oggi i miei genitori mi sono molto vicini. Ho avuto la chiamata al matrimonio, ma, insieme, ne ho avuto un’altra: quella di andare “in disparte” e di “stare un pò nell’intimità di Gesù”. Per me stare un po’ in disparte con Gesù è un’esigenza molto forte. Le dico la verità: pur frequentando molto i Sacramenti, ho sempre avuto “paura” della Croce e mai avrei creduto, fino a poco tempo fa, di poter amare così tanto i Passionisti, che io conoscevo poco e male. Sono stato sempre consapevole del fatto che siamo stati salvati a gran prezzo proprio con la Croce benedetta, che è la fonte della nostra pace, ma tale consapevolezza è sempre rimasta quasi come un evento “esterno” a me e non mi ha portato a “comprenderla” profondamente e ad amarla… Qualche domenica fa, nella mia vita spirituale c’è stata una svolta. Eravamo all’oratorio parrocchiale, in un locale della piccola casa in cui vive una comunità di tre Suore Passioniste, nel mio paesino. Guardando alcuni libri, conservati in uno scaffale, sono stato attratto da taluni opuscoletti di spiritualità passionista. Ho portato a casa una breve biografia di Santa Maria Goretti, scritta da Padre Piero Greco, della Comunità Passionista di Cirò Marina KR e il libretto “Nell’ora di Gesù la mia ora – Orologio della Passione”. All’ultima pagina di tale opuscoletto ho avuto modo di leggere una bellissima preghiera: la PROMESSA DI AMORE A GESU’ CRO-

Severino di Marco con altre Amiche si consacra per sempre a Gesù Crocifisso: Roma:31-09-10 CIFISSO. Ho poi “divorato” anche una biografia di San Paolo della Croce, scritta da Padre Piero e sono rimasto affascinato dalla santità e dalla persona del fondatore dei Passionisti, al punto che mi è nato un amore del tutto nuovo, improvviso, inaspettato, forte per la Santissima Passione di Gesù, che prima avevo sempre letto con “distacco” e senza “partecipazione”: la recita, poi, della Promessa di Amore ha fatto nascere in me un amore grandissimo – è come un fuoco!- per la Croce di Gesù, che, ora, non mi fa più paura. Al contrario, mi “immergo” in essa e ne sperimento tutta la dolcezza, che mi inebria di una grandissima pace e di un profumo soave. Voglio, perciò, pur restando nello stato in cui Dio mi ha chiamato, diventare “Passionista”: non solo nel cuore, ma anche in modo “formale”. Le chiedo, pertanto, di ammettermi nel movimento “AMICI DI GESU’ CROCIFISSO” e di accompagnarmi nel nuovo cammino, aiutandomi sapientemente a conoscere e amare sempre di più e sempre meglio la Passione di Gesù. Le chiedo di mandarmi quelle stampe che mi possono aiutare in questo nuovo cammino. Grazie, padre! Nuovo AGC

Il sacramento degli infermi fonte di grazie Carissimo padre, a conferma della bella catechesi sul sacramento dell'Unzione degli infermi, voglio ringraziare il Signore per avermi fatto sperimentare quanto Lui è vicino a chi

soffre e confida in Lui. Dovevo affrontare un rischioso intervento chirurgico; per questo mi sono recato nella chiesa dei frati dell'Immacolata; dopo la confessione e la Messa, ho chiesto di ricevere l'Unzione degli infermi. É stata una esperienza bellissima; mentre si svolgeva il rito, sentivo dentro di me grande gioia e pace e la presenza di Gesù guaritore, sempre più forte, come se la voce e le mani del sacerdote che mi ungeva la fronte e le mani fossero quelle di Gesù, quando guariva tanti malati, mentre sentivo la certezza e la gioia di essere liberato dal peccato É stata una sensazione sconvolgente. Il Signore sta tessendo con me una storia che non avrei mai immaginato! Nella mia malattia, me lo sento così vicino, che a volte mi sembra una favola bella quello che sto vivendo. La mia malattia si sta trasformando in una fonte di grazia e di benedizione del Signore che non so se chiedergli la guarigione o di seguitare a soffrire con amore per riparare i miei peccati e per il bene di tutti. La sofferenza e i momenti di scoraggiamento sono addolciti e illuminati da una presenza viva e tangibile del Signore, che sento sempre vicino a me, mentre mi incoraggia, mi sprona e mi ripete: "Non avere paura, perchè io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me avrà la vita eterna". Per il momento l'intervento è stato rinviato e a me rimane la gioia e la grazia di aver ricevuto un sacramento che in ogni momento della giornata mi fa sentire la presenza del Signore e di Maria così forte che mi aiuta a vivere una vita gioiosa e serena, pur tra tanti dolori. Severino Di Marco


PROGRAMMA DI FORMAZIONE

MEDITAZIONI MENSILI 2011 Dal libro: “Voi siete miei Amici” Gennaio Febbraio Marzo N. 16 Aprile N. 7 Maggio N. 62 Giugno N. 23 Luglio N. 5 Agosto N. 68 Settembre Ottobre N. 65 Novembre Dicembre

N. 10 Il Buon Pastore N. 14 Rifiutato dal suo popolo Pianto su Gerusalemme Il servo del Signore: l’uomo dei dolori Le piaghe gloriose Fate Questo in memoria di me L’agnello pasquale: il sangue che salva La Passione di Gesù continua N. 52 “Ecco tua madre” Non c’è amore più grande N. 60 La sepoltura N. 55 Sesta parola: Tutto è compiuto

FORMAZIONE A.G.C. 2011 Argomento: San Paolo della Croce Gennaio

S. Paolo d. Croce: chiamata a una grande missione Febbraio Solo con Dio: esperienza del Castellazzo Marzo Fallimento a Roma e voto della Passione Aprile Lunga peregrinazione e discernimento Maggio Fondatore Giugno Apostolo del Crocifisso Luglio-Agosto Paolo mistico della Passione Settembre Direttore spirituale Le sue lettere Ottobre Boom di ritiri e vocazioni: “Lascio la Congregazione ben fondata” Novembre Passionista al Femminile Dicembre Uomo tutto di Dio: il vero Paolo della Croce

CALENDARIO AGC 2011 06 gennaio Messa Casa Riposo Montecosaro, ore 15,00 09 gennaio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,30 06 febbraio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-1730 11-13 Febb. Corso di Formazione a S. Gabriele 04 marzo Solennità Passione, Benedizione Crocifissi Peregrinatio Crucis. Civitanova, ore 21,15 06 marzo Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,30 03 aprile Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.30 10 aprile Giornata spiritualità AGC a S. Gabriele 22 aprile Venerdì Santo: É il nostro giorno 08 maggio Ritiro Mensile e Consacrazioni a Morrovalle: 16 maggio S. Gemma, patrona MLP: Loreto: ore 21,00 02 giugno Festa Famiglia Passionista a S. Gabriele 12 giugno Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,30 03 luglio Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,30 08-13 ag. I corso Esercizi sp. S. Gabriele per tutti 16-21 ag. II corso Esercizi sp. S. Gabriele x famiglie 11 settemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17,30 24 settemb. Consiglio Nazionale a Morrovalle 02 ottobre Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.30 19 ottobre S. Paolo della Croce: Morrovalle 21,15 06 novemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.30 11 dicemb. Ritiro Mensile a Morrovalle: 9,00-17.30 31 dicemb. Fine anno a Morrovalle: ore 22--24,00

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CONSACRAZIONE SOLENNE A GESU’ CROCIFISSO 2011 Morrovalle Macerata Fossacesia: S. Tommaso, P. S. Elpidio Civitanova: Roccaraso, Sulmona, ecc Trasacco: Madonna della Stella: S. Nicolò a Tordino: Giulianova:

08-maggio 22 maggio 17 settembre 02 ottobre 5 ottobre 08 ottobre 23 ottobre 12 novembre 20 novembre

FESTE PASSIONISTE 2011 05 gennaio: S. Carlo Houben 27 febbraio: S. Gabriele dell’Addolorate 04 marzo: Festa della Passione (Civitanova ore 21,15) 06 marzo: Gesù prega nel Getsemani 06 maggio: Piaghe gloriose di Gesù Cristo 16 maggio: S. Gemma Galgani (Suore Loreto. Ore 21,00) 12 giugno: B. Lorenzo Salvi 01 luglio: Preziosissimo Sangue 06 luglio: S. Maria Goretti 09 luglio B.V.M. Madre della s. Speranza 23 luglio: B. Niceforo e compagni martiri della Spagna 26 agosto: B. Domenico Barberi 14 settembre Esaltazione della S. Croce 15 settembre B.V. Maria Addolorata, patrona Famiglia P.. 24 settembre: S. Vincenzo M. Strambi 06 ottobre: B. Isidoro de Loor 09 ottobre: S. Innocenzo Canoura Arnau martire Spagna 19 Ottobre: S. Paolo della Croce a Morrovalle (21,15). 03 novembre: B. Pio Campidelli 05 novembre: Ricordo defunti della Famiglia Passionista 13 novembre: B. Eugenio Bossilkov 18 novembre: B. Grimoaldo Santamaria 21 novembre Presentazione di Maria SS. al Tempio 09 dicembre: B. Bernardo M. Silvestrelli

CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILI e per chi intende impegnarsi maggiormente negli AGC Oasi di S. Gabriele 11-13/2/2011 Guida: P. Fernando Taccone Prenotazione: Iucci Piera: Tel. 0733890553 - C. 339.1626796 Email: piera.iucci@libero.it


AUGURI di Felice Anno Nuovo a tutti gli AGC, pieno di benedizioni del Signore. Se ci sarà l’impegno di tutti, nel 2011 raggiungeremo il traguardo dei 3000 Amici. Ci terrà continua compagnia S. Paolo della Croce, del quale in tre anni approfondiremo la vita, la spiritualità e gli insegnamenti. Ogni Amico cerchi di leggere una sua biografia. Avremo questi appuntamenti al santuario di S. Gabriele: 11-13 febbraio corso di Formazione - 10 aprile giornata di spiritualità - 2 giugno giornata della Famiglia Passionista. 8-13 e 15-20 agosto: esercizi spirituali. Poi giornate locali di Consacrazione. BUONA NOTIZIA: Con il numero di marzo – aprile 2011 la nostra rivista avrà un nuovo direttore e redattore: P. Luciano Temperilli, che la porterà a nuovi traguardi con la sua competenza e piena dedizione. Lo ringrazio sinceramene a nome di tutti gli Amici per la sua grande disponibilità. SOS RIVISTA. Circa la metà di coloro che ricevono la rivista non ha inviato un piccolo aiuto per la sua sopravvivenza. Alcuni non si sono fatti più vivi da molti anni. Mentre ringraziamo coloro che con la loro generosità ci danno la possibilità di andare avanti, avvertiamo che, dopo questo numero, la rivista sarà sospesa a coloro che da molti anni non fanno sapere se desiderano riceverla ancora. P. Alberto

UN UMILE GRANDE AMICO DI GESÙ CROCIFISSO Il 29 ottobre un umile grande Amico ci ha lasciato: Giandomenico Enrico di Macerata. Era stato uno dei primi iscritti agli AGC, il 31 gennaio 1991, insieme alla sua sposa, Petetta Mariannina. Una vita impegnata nel lavoro per la sua famiglia, sempre illuminata dalla fede; poi circa 20 anni sulla croce. Scrive Mariannina: “Gli ultimi 20 anni di vita del nostro caro Enrico sono stati anni di tanta sofferenza, ma anche di tanta preghiera; dalla sua bocca non è uscito mai un lamento, ma solo preghiera”. A chiunque lo visitava Enrico Giandomenico consacrato e gli chiedeva come stesse, rispondeva subito: “Bene!”. Ma si perpetuo in casa il 25-06-2001. capiva che soffriva molto. Negli ultimi mesi quasi non parlava più; ma se Mariannina iniziava il Padre nostro, l’Ave Maria o la Promessa di Amore, immediatamente Enrico riacquistava la parola e pregava speditamente. Il 25 giugno 2001 aveva fatto la consacrazione perpetua in casa. Ringraziamo il Signore per avercelo dato”. P. Alberto

Calendario degli Amici 31-12-10: 06-01-11: 09-01-11: 06-02-11: 11-13/2/11: 04-03-11: 06-03-11:

Ultimo dell’anno a Morrovalle: Adorazione, Messa, Festa: ore 22,00-24,00 Messa e festa alla Casa di Riposo di Montecosaro: ore 15,00 Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00-12,00; 14,30-17,00. Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00-12,00; 14,30-17,00. Corso di formazione a S. Gabriele con P. Fernando Taccone Festa Passione. Benedizione Crocifissi x la Peregrinatio Crucis: Civitanova 21,15 Ritiro Mensile a Morrovalle: ore 09,00 – 12,00: 14,30-17.00.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Giandomenico Enrico di Macerata: 29-10-10 – Lattanzi S. Teresa di Civitanova: 4-11-2010, tutti e due consacrati perpetui – Laura Sabatini di Roccaraso: 28-11-2010.

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa Gennaio - Febbraio 2011 – Anno XII n. 1 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. G. Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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