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“Voi siete miei Amici” Gv 14,15
AMICI DI GESU’ CROCIFISSO N. 66 Novembre 1997 SESTA PAROLA: "Tutto è compiuto” (Gv 19,30) “Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto, posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!» (Gv 19,28-30). "Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" (Gv 4,3 4). “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato” (Gv14,31). "Padre, Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare" (Gv 17,4).
Per la comprensione - Solo Giovanni riferisce la sesta parola di Gesù in croce: “E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!» (Gv 19,30). - E’ forse questo il “forte grido” di cui parlano gli altri evangelisti. Gesù, con uno sforzo enorme e con lo strazio più indicibile, riesce a sollevarsi un poco, facendo forza sui chiodi dei piedi, per poter respirare ancora e lasciarci le sue ultime parole. - S. Giovanni collega strettamente il "sitio" di Gesù, con il suo grido: "Tutto è compiuto". Gesù pende da diverse ore sulla croce, sente che ora la vita gli sfugge. Ordinariamente i crocifissi, dopo qualche ora di martirio, perdevano la conoscenza; Gesù pende dalla croce da diverse ore, è ancora nel pieno dei suoi sensi e comprende che la sua missione sulla terra è compiuta: tutte le profezie del V. T. riguardanti il Messia sono state adempiute; il progetto di Dio è stato portato a compimento; all’uomo peccatore è stata riaperta la via della salvezza. Per questo può gridare la sua vittoria.
Rifletti - Gesù, nell’atrocità dell’agonia, si rende conto che la missione avuta dal Padre è stata compiuta pienamente; allora all’angoscia dell’abbandono, che poco prima gli aveva fatto gridare: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, subentra la fiducia, per la consapevolezza che la sua missione di “Messia”, di salvatore del mondo è compiuta. Per questo il grido di Gesù non è un grido di disperazione, ma il grido di vittoria dell'atleta che ha conquistato il traguardo. - Al momento della morte, la grande opera di Gesù sta per essere compiuta: le porte del Cielo sono state riaperte; la terra è stata ricongiunta al Cielo, l’uomo è stato riconciliato con Dio, il peccato del primo Adamo è stato riparato dal nuovo Adamo, la via della salvezza è aperta a tutti gli uomini. - Quanta gratitudine debbo al Signore per tutto quello che ha fatto per me, dalla sua nascita alla morte! Compiere l’opera della mia salvezza ha significato per Gesù nascere povero in una stalla, condurre una vita di povertà e di stenti, essere perseguitato dagli uomini, diventare l’uomo dei dolori, l’obbrobrio degli uomini, l’abiezione dello plebe, morire desolato e straziato sul legno della croce, come l’ultimo degli schiavi. - "Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera": Fare la volontà del Padre; portare a compimento il suo progetto di amore: questa è stata la missione di Gesù; per questo è venuto nel mondo, per questo ha lavorato, per questo ha speso tutte le sue energie, tutta la vita. Ecco il primo grande insegnamento che Gesù mi dona al termine della sua vita: la volontà del Padre al primo posto, la volontà del Padre ad ogni costo. In ogni mia azione, in ogni scelta, debbo desiderare sempre di compiere l’opera di Dio.
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- Nella sua “Preghiera Sacerdotale”, al termine dell’ultima Cena, quando sta per iniziare la sua passione, Gesù può rivolgersi al Padre e dire: "Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare". Anch’io ho avuto dal Padre la missione “di compiere un’opera”: è la mia vocazione, è il progetto di Dio su di me. Se fossi ora al termine della mia vita, potrei dire con Gesù: “Tutto è compiuto”? O forse vedrei tanti vuoti da colmare, tanti buchi da riempire, tante colline da spianare, tante strade da raddrizzare?...
Confronta - L’esempio di Gesù deve aiutarmi a saper riconoscere il piano di Dio, anche nei momenti più difficili della vita, nel tempo della prova e della croce. Ma bisogna che io impari a stare ai piedi della Croce di Gesù, non con i sentimenti della folla che guarda curiosa o deride e insulta, o con la indifferenza e la freddezza dei soldati, ma con la fede e l’amore di Maria, di Giovanni, delle pie donne. Solo così posso comprendere il mistero del dolore e delle prove, che, accettate in unione a Gesù Crocifisso e come compimento della sua passione, mi portano al compimento dell’ opera di Dio. - Se sarò stato un vero discepolo di Gesù Crocifisso, al termine della mia vita, quando apparentemente tutto sarà “finito” e non avrò più appoggi e speranze umane, potrò affermare che proprio allora si compie pienamente in me il piano del Padre e si attua concretamente in me l’opera della salvezza. - Signore, fammi comprendere che la piena realizzazione della mia vita dipende dalla piena realizzazione del tuo piano di amore su di me; aiutami a riconoscere questo tuo piano e ad attuarlo generosamente nella mia vita.
IL CAMMINO DEGLI AMICI La Preghiera Passionista Questa riflessione sulla “preghiera passionista” vuole essere un completamento di quanto detto nel numero 59 di marzo 1997 e un aiuto per tutti gli Amici, ma specialmente per coloro che in questo mese faranno la Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso e si impegnano a meditare ogni giorno la passione di Gesù. San Paolo della Croce riceve da Dio un nuovo cammino spirituale, centrato sulla Passione di Gesù. Fonda una Congregazione contemplativa e apostolica, con una intensa vita spirituale, in case solitarie, chiamate “ritiri”, dove i religiosi trascorrono lunghi periodi di silenzio e di preghiera, per prepararsi ai piedi del Crocifisso a essere suoi apostoli. Egli inculca questa spiritualità contemplativa e attiva anche ai laici da lui diretti. Prende e insegna quello che c'è di meglio nella preghiera della Chiesa e nella tradizione monastica: i Salmi, cantati in piedi, in tono penitenziale, il Rosario, le novene, ma al primo posto inculca la meditazione, specialmente sulla Passione di Gesù, perché per fare bene l'orazione, "bisogna passare sempre per la porta, che è la santissima vita, passione e morte di Gesù". Il suo sforzo era tutto intento a portare i fedeli alla santità ed egli vede nella meditazione della Passione la via migliore per giungervi. Scrive: "Sopra tutto prego il dolce Gesù che imprima nel suo cuore la continua, tenera e devota memoria della sua SS. Passione, che è il mezzo più efficace per essere santo nel suo stato. Per questo supplico il Signore che le conceda la grazia di non lasciare passare giorno senza meditare qualche mistero della SS. Passione per mezz'ora, o almeno un quarto, poiché per questo mezzo, l’assicuro che conserverà l'anima sua monda di ogni peccato e ricca di virtù". Nella direzione spirituale dei laici egli parte dalla preghiera vocale, per guidare poi all'orazione discorsiva e affettiva e alla contemplazione. Per meditare la passione di Gesù, S.Paolo usa i metodi tradizionali, vivificati però dalla sua forte esperienza personale, che lo porta a guidare le anime verso l'unione mistica con il Crocifisso. Solo con i principianti inculca la meditazione discorsiva della passione storica di Gesù. Una delle caratteristiche che troviamo nel suo "metodo" sono i "colloqui" con il Signore sofferente; li troviamo nel suo Diario spirituale, li praticò nelle missioni e li inculcò alle anime da lui dirette: "Se non può meditare la Passione di Gesù, ne parli con il Signore con qualche colloquio amoroso: “Oh, amore mio! Come stava il vostro cuore in quell'orto! Oh, che pene! Oh, quanto sangue! Oh, che amara agonia! E tutto per me... ". Fatto questo, seguiti il suo riposo amoroso in Dio in pace, in sacro silenzio".
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Nel Diario spirituale il Santo narra che spesso si sente spinto a "fare il racconto doloroso e amoroso dei suoi tormenti al mio Gesù... Questa grazia non la so spiegare; sappia che nel raccontare le pene al mio Gesù, alle volte come ne ho raccontate una o due, bisogna che mi fermi così, perché l'anima non può più parlare e si sente liquefarsi". Dalla meditazione della Passione il Santo insegna a passare alla mistica della passione e del raccoglimento, perché la meditazione della passione è la "porta che conduce l'anima all'intima unione con Dio, al raccoglimento interiore e alla più sublime contemplazione". Scrive: "La Passione di Gesù Cristo è opera di amore. Un semplice sguardo di fede a qualche mistero particolare o a tutta in genere, può tenere l'anima in alto raccoglimento, con quella vista di fede. o attenzione amorosa a Dio". La meditazione assidua della passione di Gesù produce mirabili effetti nell’anima fedele, soprattutto l’abbandono del peccato e l’introduzione alla contemplazione. Ma S. Paolo della Croce descrive un altro effetto importante, cioè la partecipazione ai dolori di Gesù, come speciale dono mistico: “l’anima si sente penetrata di amore e di dolore, cosicché i dolori di Gesù diventano i dolori propri”. Sono "le pene infuse", o "l’impressione della passione di Gesù nell'anima". Chi medita con fedeltà e con amore la Passione del Signore riceve il dono di vedere infusi nella sua anima i dolori stessi di Gesù e diventa così più capace di comprendere il mistero infinito della passione del Signore e quindi di amare maggiormente Dio e gli uomini, specialmente i "crocifissi" e nello stesso tempo ottiene maggiore forza per accettare la propria croce. Ma con grande equilibrio, S. Paolo della Croce chiede anche la pratica di tutte le virtù. Perciò un effetto essenziale della contemplazione di Gesù Crocifisso deve essere un forte impegno per imitare le sue virtù Scrive: "Quando piace a Dio di concederle la grazia, non può non immergersi tutta nel mare della Santissima Passione ed ivi fare gran pesca di perle, che sono le virtù dello Sposo divino appassionato, per adornarsi bene, affine di essere sempre vittima sacrificata in olocausto nel fuoco del Santo Amore". Alla Ven. Lucia Burlini scrive: "In questo gran mare della Santissima Passione pescherete le perle di tutte le virtù di Gesù Cristo. Questa divina pesca nel gran mare delle pene dei Figliolo di Dio si fa senza partirsi dalla solitudine e dal silenzio interiore. Gesù vi insegnerà tutto, se sarete ben umile e morta a tutto". I Santi e l’esperienza quotidiana ci insegnano che il progresso o il regresso spirituale va di pari passo con il progresso o il regresso dell’esercizio dell’orazione. Ogni Amico di Gesù Crocifisso deve trovare “il suo spazio quotidiano” per stare ai piedi di Gesù Crocifisso e meditare la sua Passione. Deve fare delle pene di Gesù come “un mazzetto di fiori”, da portare con sé, per odorarlo tutto il giorno. Deve fare della sua vita una continua “offerta di amore” a Gesù Crocifisso e come frutto di questo amore, deve impegnarsi a fare conoscere da tutti l’Amore Crocifisso, promuovendo tra i fedeli “la grata memoria della Passione di Gesù”.
I GRANDI AMICI DEL CROCIFISSO LA MADRE DEI CROCISSI Madre Teresa di Calcutta (1910 - 1997) Madre Teresa, nome che si identificherà per sempre alla città indiana di Calcutta, nacque il 27 agosto 1910 a Skopje, città musulmana, oggi capitale della Macedonia, da benestante famiglia albanese cattolica. A 18 anni entra in un istituto religioso irlandese consacrato alla Madonna di Loreto. Madre Teresa si trasferisce giovanissima a Calcutta, sconvolgente megalopoli indiana, dove il suo ordine gestiva un liceo. Per 20 anni insegna, medita, prega, mentre un muro di cinta la ripara e separa dai fetori e dagli orrori di Calcutta. E’ molto stimata. Diventa direttrice del collegio, frequentato dalle ragazze di buona famiglia. Ma la miseria e la sofferenza di quella città non le danno pace. Il 10 settembre1946, mentre viaggia in treno, riceve una illuminazione che così racconta: "Davanti a me scorrevano i sobborghi: montagne di rifiuti, gente che non aveva neppure una capanna, bambini dal ventre gonfio. Decisi che il mio posto non era più nella scuola".
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II giorno dopo si presenta al Vescovo e chiede d'aprire un istituto che si occupasse degli "ultimi". Il prelato le nega l’autorizzazione. L’anno dopo la suora si rivolge direttamente alla Santa Sede: “Chiedo mi sia concesso di servire gli indiani poveri, vivendo come loro. Mi è doloroso lasciare l’istituto, dove ho emesso i primi voti; ma devo compiere questo passo in nome di Dio, che mi chiede un radicale cambiamento di vita. Voglio fare la Sua volontà ad ogni costo e raccogliere intorno a me anime disposte a cercare i poveri. Sono milioni i poveri che vivono qui in India in condizioni abominevoli, lontani dalla grazia di Dio e di Cristo. Chiedo il vostro aiuto per poter obbedire alla mia chiamata”. E’ il programma della sua nuova vita. Pio XII concede il permesso. Iniziò subito all'aperto, in un cortiletto trasformato in scuola: prese 4-5 bambini e cominciò a lavarli, a curarli e a insegnare loro l’igiene. Crebbero presto di numero. Adesso, al posto di quelle baracche c'è un istituto modello con 500 ragazzi. Con un carretto incomincia a percorrere i bassifondi di Calcutta, per raccogliere i moribondi lasciati a morire tra la spazzatura. I1 municipio le assegna un ostello in rovina, annesso ad un tempio indù dedicato alla Dea Kalì. Madre Teresa vi raccoglie malati e moribondi di ogni genere. Un moribondo le sussurra, stringendole la mano: “Sono vissuto come una bestia, ora muoio come un angelo”. I sacerdoti indù si ribellano, indignati per quello che consideravano un sacrilegio. Il responsabile sociale del comune si dice pronto a togliere i locali a Madre Teresa, se qualcuno è disposto a prendere il suo posto: nessuno si fa avanti.. "A Calcutta la gente muore anche sui marciapiedi., circondata dall'indifferenza generale. Volevo pulire le loro ferite, lavarli, far vedere che l’amore non si ferma davanti alla morte”. E’ il programma che Madre Teresa ha seguito giorno per giorno per 50 anni. Quante migliaia di handicappati, lebbrosi, malati, orfani, siano stati amorevolmente accuditi dalle sue mani è impossibile saperlo. Del resto l'unica preoccupazione che l’animava era quella di trasmettere a questi fratelli abbandonati, sia pure in molti casi per un solo attimo prima di morire, la consapevolezza e la certezza dell'amore di Dio per ciascuno di loro. Presto M. Teresa non è più sola: una schiera di ragazze si unisce a lei. Sorgono le “Missionarie della Carità”, che oggi sono 4500, presenti in 120 nazioni; quindi i “Missionari della Carità”, e una associazione di “Laici consacrati”. Per quasi vent'anni M. Teresa restò con fervore in prima linea, poi iniziò a viaggiare sempre più spesso, per correre da per tutto, in paesi cristiani, musulmani, comunisti, dovunque c’è da portare solidarietà e amore, dove ci sono nuove miserie fisiche e morali. E’ lei che apre la prima casa per malati di Aids negli Statu Uniti. Nel 1979 le viene conferito il premio Nobel per la pace: la Madre si presentò a Oslo, davanti a un’assemblea rigidamente luterana, per ritirare il premio, con la grande corona del rosario stretta tre le mani. Nessuno osò obiettare. Così alle Nazioni Unite, così davanti al papa, così davanti ai piccoli e ai grandi della terra. Dopo aver dato tutto a tutti, il 5 settembre, l’angelo della morte, che M. Teresa aveva reso amabile per tanti disperati, venne a prendere improvvisamente anche lei. "Non riesco più a respirare", furono le ultime, semplici parole. Come Gesù, ha lasciato al mondo un unico bene materiale personale: una delle 2 sole vesti bianche che possedeva, l'altra è diventata il suo sudario. Ma quale è stato il segreto di questa piccola suora che ha sbalordito il mondo credente e non credente? Il suo grande amore per Gesù., adorato nell’Eucarestia, pregato per almeno 4 ore ogni giorno, contemplato nella sua Croce. Un episodio rivelatore: viaggiava un giorno in treno, quando non era ancora conosciuta da tutti. Un tale le chiede se è sposata. Risponde subito di sì e tira fuori il Crocifisso, per mostrare il suo sposo all’interlocutore. Nel 1990 M. Teresa chiede al P. Generale di Passionisti un religioso per la cura spirituale delle sue suore in Russia, “perché - scrive - la spiritualità della Passione e della Croce è molto forte nella sua Congregazione e i Passionisti possono aiutare in un aspetto tanto importante coloro che si consumano al servizio dei poveri”. Ecco il segreto: dal Crocifisso ai “crocifissi”. Sorella Nirmala, la nuova superiora delle Missionarie della Carità, ha notato che M. Teresa ha servito i più poveri dei poveri, tutti i sofferenti, perché sono l’immagine vivente di Gesù che sulla croce patisce la sete e ogni dolore. Madre Teresa ha basato la sua vita sulle parole del Vangelo: “Ciò che avete fatto all’ultimo dei miei fratelli, l’avete fatto a Me”.
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“La storia di M. Teresa - ha detto il cardinale Sodano, nel discorso funebre, davanti ai grandi della terra e a milioni di telespettatori, non è solo una mera impresa umanitaria, è una storia di fede biblica, è un amare e servire Gesù Cristo nell’immagine sofferente dei più poveri tra i poveri, sia spiritualmente che materialmente. M. Teresa ha acceso una fiamma di amore: il mondo ha grandemente bisogno della luce e del calore di quella fiamma”.
TESTIMONIANZE
Dalle “domande per la Consacrazione Solenne” “Carissimo padre, le chiedo di essere ammessa alla Consacrazione solenne a Gesù Crocifisso. In attesa di questo momento così significativo per il nostro movimento, sto preparandomi con un maggior impegno nella meditazione quotidiana della Passione di Gesù. Ringrazio e lodo il Signore di aver conosciuto questo movimento laicale della Famiglia Passionista e di farne parte; mi aiuta ad affrontare e vivere le difficoltà quotidiane in una dimensione nuova. Comprendo che le sofferenze umane non sono altro che il prolungamento della croce di Cristo nell’oggi. La mia partecipazione alla Passione di Gesù che redime l’uomo, mi rende disponibile e serena nell’accettare la mia croce, quale espressione della volontà di Dio. “Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode”: così ora posso cantare, perché il Signore si è avvicinato a me, mi è venuto incontro, per farmi gustare la gioia del suo amore e la bontà della sua misericordia. Mi ha preso per mano, perché vincessi ogni tristezza e vivessi la letizia del suo abbraccio paterno”. “Dopo tanto riflettere, ho deciso di voler far parte della Famiglia Passionista e per questo le chiedo di ammettermi alla Consacrazione solenne a Gesù Crocifisso, per poterlo amare di più e capire sempre meglio il suo Sacrificio. Cerco di impegnarmi di più a pensare a Gesù Crocifisso e a seguire i suoi insegnamenti, anche se dentro di me ho sempre la paura di sbagliare e di offendere Gesù. Da quando sono Amica di Gesù Crocifisso sono in grado di portare la mia croce di donna sola senza rammarico e qualche volta anche con gioia, per amore di Gesù Crocifisso.... Gesù mi ha dato molto; non posso raccontarti cose grandi, perché non ce ne sono, ma so che Gesù mi sta sempre vicino; anche se nel mio cuore c’è quasi sempre deserto, cresce in me il grande desiderio di volerlo amare sempre di più”. “Ho atteso qualche giorno a scriverti, dopo gli esercizi spirituali, per avere modo di pensare bene a quello che volevo decidere per la Consacrazione solenne a cui ci hai chiamati. Da un profondo esame di coscienza, ho potuto capire che la mia mente, il mio cuore, il mio desiderio, il mio volere e il mio vivere sono per il Signore, che amo sopra ogni cosa: ci ha chiamati ad essere suo Amici. Amicizia significa amore, affetto, benevolenza, intimità, disinteresse, generosità: solo Dio ci può donare tutto questo. Voglio vivere una profonda intimità di amore con Gesù Crocifisso, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Questo è tutto ciò che il mio cuore prova. Sono certa, con il suo aiuto, di mantenere per sempre quanto prometterò pubblicamente a Gesù Crocifisso. Voglio diventare veramente “Passionista” e fare parte della grande Famiglia Passionista”. “Ti invio la mia adesione alla Consacrazione solenne a Gesù Crocifisso, per vivere più profondamente la spiritualità passionista e gli insegnamenti di S. Paolo della Croce. Mi spinge il desiderio di una profonda intimità di amore con Gesù Crocifisso. Ringrazio il buon Dio di avermi dato questa grande gioia, indicandomi la strada della santità. Gesù mi ha amato di un amore infinito; ma anch’io lo amo con tutto il mio cuore e non vorrei più offenderlo, o farlo soffrire. Non trovo le parole adatte per ringraziarlo per avermi cercata quando io stavo ancora avvolta nelle tenebre: mi ha preso per mano e mi ha portata sulla via della salvezza”.
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“Con tanta gioia nel cuore, io e mio marito desideriamo fare la Consacrazione solenne a Gesù Crocifisso. Con le tue catechesi negli incontri e nei ritiri mensili, quanta grazia Gesù ha voluto trasmettere nei nostri cuori! Grazie a Gesù, che ha illuminato i nostri cuori e ci ha insegnato ad amare Lui, che è l’Amore. Ci ha insegnato ad amare la croce, a portarla insieme a Lui. Prima spesse volte eravamo nello sconforto e ci domandavamo: perché, Gesù, questa croce? Non riuscivamo a capire e guardare neppure le sofferenze degli altri. Ora camminiamo insieme a Gesù con la nostra croce, che non è più pesante, ma leggera, perché Gesù ci ripete che questa è la scaletta per arrivare a Lui”. “Trovarmi davanti a Gesù Crocifisso e sapere che Lui è morto per me, mi dà molto da pensare: pensare alla grandezza del suo amore, pensare alle poche cose che noi, nella nostra povertà, facciamo per Lui!... Non è facile conciliare Cristo con il mondo che ci circonda. Ciò che prevale intorno a noi non è carità o amore per gli altri, ma egoismo ed orgoglio. Certa della grandezza dell’Amore di Dio, anch’io vorrei fare qualcosa per Lui. Per questo avrei il desiderio di fare la Consacrazione a Gesù Crocifisso, anche per entrare a far parte della grande Famiglia Passionista”. COMUNICAZIONI I. Ritiri Mensili a Morrovalle: 9 e 23 novembre - 14 dicembre - 11 gen. - 01 febb. - 01 mar. - 05 apr. - 10 mag. - 07 giugno.
II. 23 novembre: Consacrazione a Gesù Crocifisso 09,30: Preghiera 10,30: Catechesi 12,00: Adorazione 12,30: Pranzo 14,00: Preparazione alla Consacrazione 14,30: Messa e Consacrazione. Tutti gli Amici sono invitati a partecipare a questa giornata di grazia. P. Alberto Pierangiol
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Carissimi Amici di Gesù Crocifisso, eccovi anche in questo anno il calendario della Tendopoli e degli Amici, che vi porta i nostri auguri sinceri, il programma delle iniziative degli Amici e della Tendopoli e le attività vocazionali della nostra Comunità di Morrovalle. Vi trovate inserite anche le ricorrenze dei Santi e Beati passionisti e delle commemorazioni liturgiche che noi passionisti facciamo durante l'anno, per potervi unire più intensamente al nostro cammino spirituale. Insieme a voi, desidero ringraziare il Signore per quanto ha operato in noi e per noi nel 1997: abbiamo avuto 131 nuovi iscritti; abbiamo avuto due incontri dei responsabili delle Fraternità, che formano il Consiglio Nazionale degli Amici; si sono consolidate le Fraternità già esistenti; è sorta la nuova Fraternità di Trasacco AQ, che si è aggiunta alle Fraternità di Macerata, Porto S. Elpidio AP, Morrovalle MC, Civitanova Marche MC, Madonna della Stella PG, Palmanova UD, Pescosansonesco PE, Pretoria (Sud Africa),. Sono cresciute e consolidate diverse Fraternità familiari. Ma il 1997 sarà ricordato soprattutto come l’anno della prima Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso: il 23 novembre, festa di Cristo Re, durante la solenne concelebrazione, 96 fratelli e sorelle si sono impegnati davanti a Dio e ai fratelli a vivere pienamente la spiritualità passionista, secondo lo statuto degli Amici di Gesù Crocifisso, hanno ricevuto il Crocifisso e il Segno Passionista degli Amici e sono così entrati a titolo pieno a fare parte della grande Famiglia Passionista. E’ stata una vera giornata di grazia, che non sarà facile dimenticare. Per altri 11 iscritti, impediti di essere presenti il 23 novembre a Morrovalle, per malattia, o altro grave impedimento, troveremo presto il modo di raggiungere la stessa meta. Dobbiamo ora portare avanti con impegno il nostro cammino di santità, approfondendo sempre più la nostra spiritualità. Il 1995 fu l’anno del cammino di santità, per Cristo, con Cristo, in Cristo. Nel 1996 abbiamo approfondito la spiritualità dell'amore, appresa dal Crocifisso, nelle due dimensioni inseparabili, verso Dio e verso il prossimo. Nel 1997, abbiamo seguito l'indicazione del Santo Padre, per prepararci al grande Giubileo del 2000, approfondendo la conoscenza di Gesù, nell'ottica della nostra spiritualità, specialmente nei ritiri mensili. Inoltre nelle Pagine degli Amici su Tendopoli abbiamo approfondito gli aspetti fondamentali della nostra spiritualità, soprattutto come aiuto ai fratelli che si preparavano alla Consacrazione Solenne. Vorrei pregare tanto tutti gli Amici a conservare e rileggere spesso queste pagine, per comprendere sempre meglio il cammino che il Signore ci chiama a percorrere, Il 1998 deve essere l’anno del consolidamento del nostro Movimento: rinnoveremo l’organizzazione a livello generale e a livello locale; inoltre un altro folto gruppo di fratelli e sorelle si preparerà alla Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso. A fine giugno parteciperemo anche il V Congresso del Movimento Laicale Passionista, che si terrà a Paestum (Salerno). Il 1998 è anche l’anno dello Spirito Santo, secondo le indicazione del Santo Padre, per prepararci al grande Giubileo del 2000. Fedeli all’insegnamento e all’esempio di S. Paolo della Croce, approfondiremo il ruolo dello Spirito Santo nel nostro cammino, riflettendo che è dono di Gesù che “emette lo Spirito” sulla Croce: “l’ultimo respiro di Gesù sulla croce, fu il primo respiro della Chiesa”, come nota profondamente il P. R. Cantalamessa. Questo lo faremo soprattutto nei Ritiri Mensili a Morrovalle. Secondo questo spirito, proponiamo i seguenti temi per i Ritiri Mensili del 1996-1997: 1. 10 ottobre 1997: Lo Spirito Santo è il Signore e dà la vita. L’anno della Speranza 2. 09 novembre 1997: Lo Spirito Santificatore e i suoi doni I doni delle Spirito ci santificano 3. 14 dicembre 1997: Lo Spirito di Gesù ci porta all’intimità con Gesù 4. 04 gennaio 1998: Templi dello Spirito Santo, che abita in noi. 5. 01 febbraio 1998: Lo Spirito Santo è l’Amore 6. 01 marzo 1998: Lo Spirito Santo nella preghiera. E’ pregato da noi, prega in noi, prega per noi. 7. 05 aprile 1998: Lo Spirito S. anima la Chiesa e dona la comunione con i suoi carismi 8. 10 maggio 1998: Lo Spirito Santo viene per Maria Maria modello di vita nello Spirito
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9.
07 giugno 1998:
17-22 agosto 1998:
Lo Spirito Santo e la missione, anima e guida della nuova Evangelizzazione.
Esercizi spirituali al Santuario di S. Gabriele.
Mi auguro che numerosi Amici possano partecipare alle giornate di ritiro e in particolare agli Esercizi Spirituali, perché sono giorni di grazia, che ci aiuteranno a conoscere meglio Gesù, ma anche a conoscerci meglio tra noi, per sostenerci nel cammino di santità. Aiutiamoci a vicenda con la preghiera scambievole. Vi chiedo anche una preghiera continua per le vocazioni passioniste, perché il Signore ci doni "operai fervidi, dotti, santi e zelanti" (S. .Paolo della Croce). Invio a tutti gli AUGURI più cari di BUON NATALE e santo ANNO NUOVO, con tante benedizioni. P.Alberto Pierangioli