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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Gennaio - Febbraio 2015 - Anno XVI n. 1


I - LA FAMIGLIA NEL PROGETTO DI DIO

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Gennaio 2015

L’annuncio del Vangelo della famiglia è parte integrante della missione della Chiesa, poiché la rivelazione di Dio illumina la realtà del rapporto tra l’uomo e la donna, del loro amore e della fecondità della loro relazione”1 afferma il recente Sinodo dei vescovi. E ancora “Nonostante i tanti segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del “villaggio globale”, il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda il “Vangelo della famiglia” che le è stato affidato con la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù”.2 Ancora “La famiglia è una risorsa inesauribile e una fonte di vita per la pastorale della Chiesa; pertanto, suo compito primario è l’annuncio della bellezza della vocazione all’amore, grande potenziale anche per la società”.3 Annuncio che il papa Francesco non si è perso l’occasione di ricordare all’Europa “Dare speranza all’Europa non significa solo riconoscere la centralità della persona umana, ma implica anche favorirne le doti …. Il primo ambito è sicuramente quello dell’educazione, a partire dalla famiglia, cellula fondamentale ed elemento prezioso di ogni società. La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro”.4 La famiglia, secondo Papa Francesco, dovrebbe far parte dei valori “inalienabili”5 di un’Europa che è portatrice non solo dei valori trascendenti della persona ma “anche di fede”.6 La Chiesa deve annunciare il Vangelo della famiglia perché tra “Le parole di vita eterna che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli comprendevano l’insegnamento sul matrimonio e la famiglia. Tale insegnamento di Gesù ci permette di distinguere in tre tappe fondamentali il progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia. All’inizio, c’è la famiglia delle origini, quando Dio creatore istituì il matrimonio primordiale tra Adamo ed Eva, come solido fondamento della famiglia. Dio non solo ha creato l’essere umano maschio e femmina (Gen 1,27), ma li ha anche benedetti perché fossero

Luciano Temperilli fecondi e si moltiplicassero (Gen 1,28). Per questo, «l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen 2,24). Questa unione è stata danneggiata dal peccato ed è diventata la forma storica di matrimonio nel Popolo di Dio, per il quale Mosè concesse la possibilità di rilasciare un attestato di divorzio (cf. Dt 24, 1ss). Tale forma era prevalente ai tempi di Gesù. Con il Suo avvento e la riconciliazione del mondo caduto grazie alla redenzione da Lui operata, terminò l’era inaugurata con Mosé. Gesù, che ha riconciliato ogni cosa in sé, ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale (cf.Mc 10,112). La famiglia e il matrimonio sono stati redenti da Cristo (cf. Ef 5,21-32), restaurati a immagine della Santissima Trinità, mistero da cui scaturisce ogni vero amore. L’alleanza sponsale, inaugurata nella creazione e rivelata nella storia della salvezza, riceve la piena rivelazione del suo significato in Cristo e nella sua Chiesa. Da Cristo attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia necessaria per testimoniare l’amore di Dio e vivere la vita di comunione. Il Vangelo della famiglia attraversa la storia del mondo sin dalla creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio (cf.Gen 1, 26-27) fino al compimento del mistero dell’Alleanza in Cristo alla fine dei secoli con le nozze dell’Agnello (cf. Ap19,9; Giovanni Paolo II, Catechesi sull’amore umano).7 La Chiesa ha riconosciuto nella famiglia “una comunità di vita e di amore” una “chiesa domestica” dove le relazioni di amore della fami-

Famiglia, credi ciò che sei

glia diventano “icona di Dio con il suo popolo” perché “ci si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità”8 e il “modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano”.9 Ecco allora che la Chiesa guarda con consolazione e gioia10 alle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del vangelo perché oggi la famiglia cristiana è “la via della Chiesa”11 “e costituisce un’urgenza per la nuova evangelizzazione”.12 temperlu@libero.it

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Instrumentum Laboris (IL) Sinodo Premessa; Cfr. Direttorio di Pastorale Familiare ai nn. 14-16. 2 Relatio Synodi (RS) n. 2. 3 RS Premessa. 4 Papa Francesco al Parlamento Europeo. 5 Ivi. 6 Ivi. 7 RS nn.14 e 15 Cfr. pure IL. nn 1- 3. 8 IL n. 23. 9 Cfr RS nn. 17-20 e IL 4-7. 10 Cfr. RS n. 23. 11 Cfr. RS n. 18 e IL n. 5. 12 RS n. 29.

In copertina: La Presentazione di Gesù al Tempio, Ghirlandaio, 1482


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II - IL MATRIMONIO COME SACRAMENTO Febbraio 2015

Luciano Temperilli

Famiglia, credi ciò che sei

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onviene ricordare che ” i sacramenti sono segni efficace della grazia istituiti da Gesù Cristo per santificarci”.13 Tutti i sacramenti toccano momenti importanti della vita cristiana e sono in ordine all’Eucarestia.14 “fonte e culmine della vita della Chiesa”15. L’ordine ed il matrimonio sono “al servizio della comunione e della missione della Chiesa. Contribuiscono in modo particolare alla comunione ecclesiale e alla salvezza degli altri”16. Quando parliamo del matrimonio ci si riferisce chiaramente solo al matrimonio tra uomo e donna. Infatti “la rivelazione di Dio illumina la realtà del rapporto tra l’uomo e la donna”17. “ Il libro della Genesi presenta l’uomo e la donna creati ad immagine e somiglianza di Dio; essi si riconoscono fatti l’uno per l’altro (cf. Gen 1,24-31; 2,4b-25). Attraverso la procreazione, l’uomo e la donna sono resi collaboratori di Dio nell’accogliere e trasmettere la vita. La loro responsabilità, inoltre, si estende alla custodia del creato e alla crescita della famiglia umana. Nella tradizione biblica, la prospettiva della bellezza dell’amore umano è specchio di quello divino”18. Con la venuta di Cristo il matrimonio si arricchisce di un significato più profondo in ordine alla redenzione. “Svelando pienamente la divina misericordia, Gesù concede all’uomo e alla donna di ricuperare quel “principio” secondo cui Dio li ha uniti in una sola carne (cf. Mt 19,4-6), per il quale – con la grazia di Cristo – essi sono resi capaci di amarsi per sempre e con fedeltà. Pertanto, la misura divina dell’amore coniugale, cui i coniugi sono chiamati per grazia, ha la sua sorgente nella «bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (EG 36)”19 Spiega l’Instrumentum laboris “Gesù,nell’assumere l’amore umano, lo ha anche perfezionato (cf. GS 49), consegnando all’uomo e alla donna un nuovo modo di amarsi, che ha il suo fondamento nella irrevocabile fedeltà di Dio. In questa luce, la Lettera agli Efesini ha individuato nell’amore nuziale tra l’uomo e la donna “il grande mistero” che rende presente nel mondo l’amore

tra Cristo e la Chiesa (cf. Ef 5,31-32). Essi possiedono il carisma (cf. 1Cor 7,7) di edificare la Chiesa con il loro amore sponsale e con il compito della procreazione ed educazione dei figli. Legati da un vincolo sacramentale indissolubile, gli sposi vivono la bellezza dell’amore, della paternità, della maternità e della dignità di partecipare così all’opera creatrice di Dio.”20 Il matrimonio è una vocazione e una via alla santità esistenziale ed è sacramento perché è invitato a rispecchiare l’amore di Cristo per la sua Chiesa nella vita personale e nelle relazioni. E’ l’esplicitazione del battesimo ed è una grazia che rende sostenibile le fatiche della vita. “Il dono reciproco costitutivo del matrimonio sacramentale è radicato nella grazia del battesimo che stabilisce l’alleanza fondamentale di ogni persona con Cristo nella Chiesa. Nella reciproca accoglienza e con la grazia di Cristo i nubendi si promettono dono totale, fedeltà e apertura alla vita, essi riconoscono come elementi costitutivi del matrimonio i doni che Dio offre loro, prendendo sul serio il loro vicendevole impegno, in suo nome e di fronte alla Chiesa. Ora, nella fede è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili mediante l’aiuto della grazia del sacramento. Dio consacra l’amore degli sposi e ne

conferma l’indissolubilità, offrendo loro l’aiuto per vivere la fedeltà, l’integrazione reciproca e l’apertura alla vita”21. Il credente vive di fede22 e la fede nel sacramento del matrimonio “costituisce quella roccia che da ai rapporti matrimoniali quella solidità che il sentimento non può dare. Perché il matrimonio non è solo analogia con la SS. Trinità, ma partecipa a questo mistero d’amore ( e lo esprime!). Il Libro del talmud afferma che l’unione tra un uomo ed una donna è un miracolo ancor più grande del Mar Rosso. Per noi cristiani si attua la parola di Cristo che se ‘il chicco di grano non muore, resta solo’ ma questa rinuncia a se stessi è possibile solo grazie al mistero della croce, cioè della Pasqua di nostro Signore 23”. temperlu@libero.it

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Cfr. CJC n. 840. cfr. CCC compendio 250. 15 Ivi 274. 16 Ivi 321. 17 IL Premessa. 18 IL 1. 19 IL 2. 20 Ivi. 21 RS 21. 22 Cfr. Rom 1, 17. 23 Da una conferenza di Xavier Lacroix. 14


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VII - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙ Il risorto si manifesta ai discepoli e ascende al cielo (Lc 24,36-53) Roberto Cecconi CP

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arissimi lettori, proseguendo il nostro cammino sulle “orme” di Gesù crocifisso e risorto, ci soffermiamo sul brano di Luca che narra del Cristo Signore che appare ai discepoli e ascende in cielo. Cominciamo con la letturaascolto del Vangelo. “Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

La gioia nasce dall’incontro con il Risorto Mentre i discepoli stanno parlando con i due di Emmaus sulla risurrezione

e gli eventi ad essa collegati, Gesù stesso si presenta in mezzo a loro dicendo: «Pace a voi!» (v. 36). La presenza del Risorto in mezzo ai suoi intimi è fonte di benedizione. Questo infatti significa la parola pace nel mondo biblico. Il termine non evoca tanto l’assenza di ostilità, quanto la pienezza di ogni bene proveniente da Dio. La reazione dei discepoli è caratterizzata da terrore e spavento. Pensano di trovarsi davanti ad uno spirito (v. 37). Gesù rivolge loro la parola per tranquillizzarli (v. 38) e, dopo averli invitati a guardare e tastare le sue mani e i suoi piedi, dice: «un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho» (v. 39). In tal modo, Gesù mostra che anche il suo corpo — proprio quello che è stato martoriato e trafitto sulla croce — è stato reso partecipe della signoria di Dio sulla morte. Nel cuore dei discepoli inizia a farsi largo la gioia. Essa tuttavia è ancora mescolata con l’incredulità. La visione a cui sono posti di fronte è talmente fuori dall’ordinario da non sembrare vera. Ecco allora che Gesù, per mostrare la realtà della sua risurrezione corporale, si fa dare qualcosa da commestibile e lo mangia davanti a loro (vv. 42s). Gesù, dopo aver rivelato l’autenticità della sua vittoria sulla morte, mostra il significato profondo della sua Passione e risurrezione. Esse non sono frutto di un incidente di percorso, bensì il compimento delle antiche profezie (vv. 44.46). Il mistero pasquale rientra in un disegno già prestabilito da Dio (cf. At 2,23), il quale non può

che essere un progetto di salvezza. Perché i discepoli possano capire questo è necessario però che Gesù apra la loro mente alla comprensione della Scrittura (v. 45). L’Antico Testamento può essere letto in tutta la sua portata solo se si è in relazione con Gesù, se gli si permette di disporre la propria mente all’intelligenza del testo sacro. Nelle antiche profezie rientra anche la predicazione apostolica, fatta nel nome di Gesù (vv. 47s). Essa ha per fine la conversione e la remissione dei peccati di tutte le genti. Prima di partire per la missione, i discepoli sono esortati a rimanere in città. Devono attendere che Gesù invii loro la promessa del Padre, la potenza dello Spirito Santo (v. 49), che li renderà capaci di annunciare a tutti la vita nuova nel Cristo Signore. Terminate queste parole, Gesù conduce i suoi discepoli fuori, in prossimità di Betania, e li benedice (v. 50). In tale frangente, viene portato verso il cielo (v. 51). I discepoli, con il gesto della prostrazione, confessano implicitamente la sua divinità (v. 52). La narrazione si conclude menzionando la grande gioia che alberga nel cuore di quanti hanno visto il Signore. Essa nata dalla consapevolezza che Gesù è vivo e con la sua parola comunica il vero bene, fa risuonare sulle labbra dei discepoli l’inno di lode a Dio (v. 53).

La Buona Notizia Gesù è il bene più grande della vita. L’incontro con lui non può che dare una svolta alla nostra esistenza. In Gesù, infatti, abbiamo il perdono dei peccati, nella relazione con lui la Scrittura diventa Parola viva che accende i cuori e apre alla testimonianza evangelica. Nel Risorto, anche noi, con tutta la nostra persona (anima e corpo), siamo chiamati ad una vita di eterna e gioiosa comunione con Dio e con l’immensa schiera dei fratelli e sorelle che, con perseveranza, hanno seguito Gesù per tutta la loro vita. robicp@libero.it


PEREGRINATIO CRUCIS NELLE FAMIGLIE QUARESIMA 2015 Maria Grazia Coltorti

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… Non esiste nessun uomo che non desideri la gioia, ma sono molti quelli che non vogliono pregare, che non vogliono prendere il mezzo per avere questa gioia più profonda. Voi conoscete la storia dei due discepoli di Emmaus, disperati dopo il Venerdì Santo. Tutta la loro vita si poteva compendiare in quello che loro hanno detto: « Noi abbiamo sperato: adesso niente ». Pensate a quella frase. Uno straniero si accompagna e incomincia a parlare con loro e questo straniero parla sulla sofferenza, sul Messia e così dimenticano le loro preoccupazioni e verso sera dicono: «Resta con noi ». E quando hanno spezzato il pane in questo straniero hanno riconosciuto Gesù. Io dico che se questi due avessero detto allo straniero: «Lasciaci in pace, abbiamo le nostre preoccupazioni, siamo disperati, siamo senza lavoro, senza soldi,… » non avrebbero avuto questa gioia, questo incontro che dà nuova forza. Pregare allora significa andare con Gesù, lasciarlo fare, lasciarsi spiegare anche la sofferenza, le difficoltà, sedersi con lui a spezzare il pane. Se facciamo solo un ciao, un piccolo segno di Croce, non possiamo avere questa

gioia di cui parla la Madonna». (Da una catechesi di fra Slavko Barbaric del 15/6/85) Dal 1999 gli Amici di Gesù Crocifisso hanno iniziato a organizzare la Peregrinatio Crucis nelle famiglie, per riportare la fede e la preghiera nelle famiglie. Ecco come ne racconta l’inizio Nello Fragola, coordinatore di Porto S. Elpidio. “ Nel gennaio 1999 venne a trovarmi un fratello della nostra Fraternità e mi disse che sarebbe stata una bella iniziativa portare un crocifisso in pellegrinaggio nelle famiglie per degli incontri di preghiera. Ne feci richiesta a Padre Alberto Pierangioli, nostro Assistente Spirituale, e lui ci procurò un crocifisso veramente bello. Lo stesso giorno fu portato in una famiglia che organizzò due incontri di preghiera invitando anche i vicini di casa. Capimmo subito che l’iniziativa veniva dal Signore ed era un grande dono! Da

Nello Fragola guida la peregrinatio a Castellano FM

quel giorno il crocifisso ha continuato a passare di casa in casa fino ad oggi. Il Signore opera, in coloro che partecipano alle serate, cose grandi e porta tanta gioia e grande fede.”. Questa testimonianza di Nello ci ricorda l’origine della “PEREGRINATIO CRUCIS”, come un appuntamento fisso di preparazione quaresimale di tutto il nostro Movimento Amici di Gesù Crocifisso. Ormai da 15 anni le Fraternità degli Amici nella Messa della Solennità della Passione (venerdì prima delle Ceneri ) fanno benedire i crocifissi che, durante la Quaresima, passeranno a visitare i cuori di quanti li vorranno accogliere. Diversi parroci da qualche tempo hanno adottato questa forma di preparazione alla Pasqua per i propri fedeli e affiancano gli Amici nel compito di predicazione dell’Amore Crocifisso. Quest’anno le Fraternità degli Amici di Gesù Crocifisso svolgeranno questa grande missione nella Chiesa di Dio portando più di 60 Crocifissi nelle famiglie per una o più sere, per un incontro di preghiera e di riflessione, in molte zone delle Marche e dell’Abruzzo, fino a Bari. Perché la Peregrinatio Crucis? Per portare a tutti l’annuncio e la conoscenza della parola e, in particolare, della parola della croce, per capire cosa significa essere cristiani e a quali scelte e compiti è chiamato il cristiano. Per comunicare ai nostri fratelli e sorelle quanto il Signore ci ha amati e ci amerà sempre fino alla fine del mondo! Forse per questi motivi la Peregrinatio si sta diffondendo sempre di più e sono quasi tutte le Fraternità degli Amici a compiere questa missione quaresimale nelle proprie Parrocchie con gioia e disponibilità. Non sempre è facile dialogare su argomenti che ci interpellano direttamente, ma proprio per questo motivo risulta ancora più importante il nostro compito di aiuto per approfondire il mistero di Cristo nella Passione e la sua relazione con noi. Quello che colpisce negli incontri è constatare come, non di

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rado, riesca difficile vedere le sofferenze del Signore come una dimostrazione d’amore per noi e poi portare questa esperienza nella nostra vita, confrontandoci con i vari “attori” della Passione per verificare dove ci troviamo noi e qual è la nostra risposta alla richiesta d’amore di Dio. Quello che a noi Amici sembra un fatto scontato, dovuto probabilmente alla spiritualità che ci appartiene e che cerchiamo ogni giorno di vivere più o meno coerentemente, non è così di immediata comprensione alle persone in genere. Si tocca con mano che, come diceva il nostro San Paolo della Croce, la gente vive dimentica della Passione del Signore e in questo modo non c’è neanche una forte consapevolezza del suo amore per ognuno di noi. Manca lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso e quindi non riesce facile poi, nel momento opportuno, ricorrere alla sua misericordia per avere aiuto e salvezza, o per lodarlo e ringraziarlo. Gli argomenti che si pongono in discussione in questi incontri a volte sono scottanti e, se non si riesce ad inquadrarli nell’ottica della Croce, si rischia di scadere nel qualunquismo e nella chiacchiera inutile. La Peregrinatio è necessaria proprio a noi cristiani, che ci crediamo tali perché andiamo sempre a Messa e ci accostiamo ai Sacramenti, ma che poi nella vita di tutti i giorni, posti continuamente di fronte a delle scelte, non siamo capaci di distinguere il bene dal male. Stiamo perdendo il senso del peccato perché non abbiamo bene in mente il sacrificio d’amore consumato sulla Croce da Gesù. Se riusciremo a fissare e ad aiutare gli altri a fissare lo sguardo su Gesù Crocifisso coglieremo la nostra miseria ma, allo stesso tempo, la grandezza del suo amore. Cresceremo anche noi nell’amore vero, quello che dà la vita. Allora riusciremo a capire cosa significa l’amore cristiano nella famiglia cristiana e a portarlo nelle nostre case e nelle case dei fratelli.

Peregrinatio Crucis a Fossacesia

Peregrinatio Crucis a Trodica

Le Fraternità intere sono sempre invitate a seguire con costanza lo svolgersi della Via Passionis presso le famiglie che vogliono accogliere il crocifisso e sicuramente ciò sarà fruttuoso per loro e per la crescita dei gruppi. Ringraziamo il Signore che ci chiama anche quest’anno a questa sua

opera. Gli chiediamo anche di donarci la forza, la fede e la carità necessari per predicare il suo amore crocifisso. Speriamo che le tante sere passate insieme a meditare il Signore crocifisso/risorto lascino tracce feconde nei cuori di tutti. Colt.mgrazia@libero.it


LETTERA APOSTOLICA per l’Anno della vita consacrata

Luciano Temperilli al 28 novembre 2014 al 2 febbraio 2016 si celebra l’Anno per la Vita Consacrata. In data 21 novembre, festa della Presentazione di Maria Vergine al Tempio, il papa ha indirizzato una lettera a tutti i consacrati sottolineando la felice coincidenza con il Sinodo delle famiglie: “Benedico il Signore per la felice coincidenza dell’Anno della Vita Consacrata con il Sinodo sulla famiglia. Famiglia e vita consacrata sono vocazioni portatrici di ricchezza e grazia per tutti, spazi di umanizzazione nella costruzione di relazioni vitali, luoghi di evangelizzazione. Ci si può aiutare gli uni gli altri.” Pubblico brani della lettera perché interroga ed impegna, non solo le famiglie ma anche “la famiglia carismatica” cioè quei laici che si rifanno allo stesso carisma di un Istituto, appunto come gli A.G. C.

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I – Gli obiettivi per l’Anno della Vita Consacrata 1. Il primo obiettivo è guardare il passato con gratitudine. Ogni nostro Istituto viene da una ricca storia carismatica. Alle sue origini è presente l’azione di Dio che, chiama alcune persone alla sequela di Cristo, a tradurre il Vangelo in una particolare forma di vita, a leggere con gli occhi della fede i segni dei tempi. 2. Quest’Anno ci chiama inoltre a vivere il presente con passione. Vivere il presente con passione significa diventare “esperti di comunione”, di quel “progetto di comunione” che sta al vertice della storia dell’uomo secondo Dio. 3. Abbracciare il futuro con speranza vuol essere il terzo obiettivo di questo Anno. Conosciamo le difficoltà cui va incontro la vita consacrata nelle sue varie forme. Proprio in queste incertezze si attua la nostra speranza nel Signore della storia che continua a ripeterci: «Non aver paura ... perché io sono con te» (Ger 1,8).

II – Le attese per l’Anno della Vita Consacrata 1. Che sia sempre vero quello che ho detto una volta: «Dove ci sono i religiosi c’è gioia». Che tra di noi non si vedano volti tristi, persone scontente e insoddisfatte, perché “una sequela triste è una triste sequela”. 2. Mi attendo che “svegliate il mondo”, perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia. Il profeta riceve da Dio la capacità di scrutare la storia nella quale vive e di interpretare gli avvenimenti. Mi attendo dunque non che teniate vive delle “utopie”, ma che sappiate creare “altri luoghi”, dove si viva la logica evangelica del dono, della fraternità, dell’accoglienza della diversità, dell’amore reciproco. 3. Mi aspetto pertanto che la “spiritualità della comunione” diventi realtà e che voi siate in prima linea nel cogliere «la grande sfida che ci sta davanti: fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione. 4. Attendo ancora da voi quello di uscire da sé stessi per andare nelle periferie esistenziali. C’è un’umanità intera che aspetta. Non ripiegatevi su voi stessi non rimanete prigionieri dei vostri problemi. 5. Mi aspetto che ogni forma di vita consacrata si interroghi su quello

che Dio e l’umanità di oggi domandano.

III – Gli orizzonti dell’Anno della Vita Consacrata 1. Con questa mia lettera, oltre che alle persone consacrate, mi rivolgo ai laici che, con esse, condividono ideali, spirito, missione. Di fatto attorno ad ogni famiglia religiosa, come anche alle Società di vita apostolica e agli stessi Istituti secolari, è presente una famiglia più grande, la “famiglia carismatica”, che comprende più Istituti che si riconoscono nel medesimo carisma, e soprattutto cristiani laici che si sentono chiamati, proprio nella loro condizione laicale, a partecipare della stessa realtà carismatica. Incoraggio anche voi, laici, a vivere quest’Anno della Vita Consacrata come una grazia che può rendervi più consapevoli del dono ricevuto. Celebratelo con tutta la “famiglia”, per crescere e rispondere insieme alle chiamate dello Spirito nella società odierna. In alcune occasioni, quando i consacrati di diversi Istituti quest’Anno si incontreranno tra loro, fate in modo di essere presenti anche voi come espressione dell’unico dono di Dio, così da conoscere le esperienze delle altre famiglie carismatiche, degli altri gruppi laicali e di arricchirvi e sostenervi reciprocamente. FRANCISCUS

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I TESTIMONI:

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Servi di Dio ROSETTA FRANZI e GIOVANNI GHEDDO

Famiglia, diventa ciò che sei

a cura di Manuela Peraio osetta nasce a Crova (Vercelli) nel 1902. Si diploma maestra elementare nel 1918, cura l’asilo ed è sostituta nelle scuole del paese. Impegnata a servizio della parrocchia, alla sera istruisce gli adulti analfabeti. Giovanni nasce a Viancino (Vercelli) nel 1900, diplomato geometra nel 1918, partecipa alla prima guerra mondiale. Apre uno studio a Tronzano (Vercelli) ed è segretario del “Distretto irriguo ovest Sesia” per la distribuzione delle acque del canale Cavour alle risaie. Rosetta e Giovanni venivano da famiglie molto religiose, ambedue membri dell’Azione cattolica, giovani di Messa quotidiana. Sposandosi nel 1928, volevano formare una famiglia allietata da numerosi figli, nella quale potessero fiorire vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa; una famiglia aperta al prossimo, ai poveri. La missione di Rosetta fu quella della maternità, cercata ed accolta con gioia come dono di Dio. Ebbe tre figli: Piero (1929), ora missionario del P.I.M.E., Francesco (1930) e Mario (1931); poi due aborti spontanei e il 26 ottobre 1934 due gemelli nati prematuri che morirono con lei, ammalata di polmonite. Il parroco di Crova, celebrando la Messa di suffragio indossò i paramenti bianchi dichiarando ai fedeli: “Conosco Rosetta da quand’era bambina, sono stato il suo confessore e l’ho confessata poco prima che morisse. Era un angelo ed è già in Paradiso. Non celebriamo la Messa da morto, ma cantiamo la Messa degli Angeli”. Giovanni è ricordato a Tronzano “il geometra dei poveri”. Impegnato in varie opere parrocchiali, per la sua indiscussa autorità morale era chiamato come conciliatore quando succedevano litigi nelle famiglie: si appellava alla Divina Provvidenza e portava la pace. Sei anni dopo il matrimonio accettò con fede la terribile prova della vedovanza con tre figli piccoli. Era esente dal ser-

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Rosetta e Giovanni

vizio militare, ma è mandato in guerra in Urss per il suo noto antifascismo. Muore il 17 dicembre 1942 durante la grande offensiva sovietica. Avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi militari, ma lascia questa opportunità al suo giovane sottotenente scegliendo

di restare lui con i feriti intrasportabili. Per questo gesto di eroica carità venne premiato con medaglia di bronzo alla memoria. Ci sono molte e commosse testimonianze della santità di Rosetta e Giovanni, in una normale vita di famiglia, soprattutto nella carità ai poveri. Nella loro semplicità e “ingenuità” evangelica, dimostrano che tutti i battezzati sono chiamati alla santità. Il segreto della loro vita è quel che diceva spesso Rosetta: “Quel che conta è fare la volontà di Dio”. Senza nessuna rivelazione, né miracoli, né misticismi, hanno vissuto pregando assieme e accettando dal Padre Eterno le gioie e i dolori, le incertezze, le prove, i successi e gli insuccessi della loro breve esistenza. La causa di beatificazione di Rosetta e Giovanni l’ha iniziata il 18 febbraio 2006 a Tronzano mons. Enrico Masseroni, arcivescovo di Vercelli.

Padre PIERO GHEDDO P. Piero Gheddo è un missionario italiano noto per la sua attività di missionario-giornalista e per le sue prese di posizione contro la guerra in Vietnam e contro i no-global. Ha proposto di boicottare le Olimpiadi in Cina del 2008 per liberare il Myanmar. Figlio di Giovanni Gheddo e Rosetta Franzi, e primo di tre fratelli, ha frequentato il seminario diocesano di Moncrivello, in provincia di Vercelli, poi è entrato nel Pontificio Istituto Missioni estere (PIME) nel 1945 ed è stato ordinato sacerdote nel 1953. È stato fra i fondatori dell’Editrice Missionaria Italiana (EMI) e di Mani Tese. E’ direttore dell’Ufficio storico del PIME a Roma. Ha diretto la rivista Mondo e Missione, è stato fondatore e direttore dell’agenzia d’informazione Asia News, ha anche diretto la rivista per i giovani Italia Missionaria. Padre Gheddo ha collaborato con numerosi giornali italiani. Il 18 febbraio 2006 ha avuto inizio la causa di beatificazione dei genitori di Padre Gheddo, Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo.


MISSIONE VERSO I DIVERSAMENTE POVERI arissimo padre, ti ringrazio per avermi reso partecipe di alcuni dei punti più importanti della tua vita. È per me una vera e grande ricchezza. Ringrazio e ho sempre ringraziato il Signore per te, e in questi anni sei sempre stato nelle mie preghiere. Così continuerò a fare. Sono rimasto commosso per come mi hai trasmesso i tuoi sentimenti e i tuoi stati d’animo attraverso quanto hai espresso a proposito della tua vocazione e Ordinazione Sacerdotale; per la gioia tenera e profonda di tua madre alla quale Dio ha concesso di vedere in te un Suo prodigio; per le lacrime versate quando hanno baciato le mani a Voi neo sacerdoti. Mi immagino anche di vederti nel 1942, in partenza per la tua vocazione, giovanetto tredicenne sul treno di soldati in un momento storico, decisamente duro e delicato per la nostra patria. Un giovanetto, “SOLDATO” fra soldati, Soldato di Cristo e MISSIONARIO, anche se in modo diverso da come avresti voluto tu.

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I poveri-ricchi difficili da aiutare Nell’immaginario collettivo viviamo il concetto di missione come solitamente ci viene raccontato o come lo vediamo recandoci in loco, o guardando certi films; ma esistono anche “missioni speciali”, difficili a comprendere, che escono dai nostri desideri e dalle nostre aspettative; missioni che non chiediamo, ma che ci vengono date, proprio perché a monte, abbiamo dato una disponibilità totale a Cristo Signore. Se ci pensiamo bene, proprio questa è l’unica grande, vera missione: SERVIRE GESU’ CROCIFISSO RISORTO fra i crocifissi, e spesso, ci troviamo di fronte a persone crocifisse senza che queste ne abbiano le sembianze. Pensa a tanti managers, funzionari, dirigenti, persone facoltose, ricche

Fabrizio Firenze si consacra a Gesu` Crocifisso per conto in banca, ma povere dentro. Si potrebbe fare un elenco interminabile. A volte dà molta più soddisfazione aiutare coloro che sono “poveri socialmente riconosciuti tali”, tutti coloro che rientrano nella grande area dell’emarginazione sociale. Tuttavia c’è un elenco infinito di poveri in giacca e cravatta, di poveri che fanno parte di clubs, associazioni di potere e lobbies varie, poveri-ricchi difficili da aiutare sia perché si sentono troppo grandi per farsi soccorrere, sia perché noi stessi abbiamo difficoltà a riconoscerli tali. Come ti dissi quando ci siamo visti al Piazzale Michelangelo, la vita - per dirla semplicemente - è strana, incomprensibile: un vero e proprio mistero del quale le esperienze terrene non sono altro che esercitazioni realistiche necessarie per essere inoltrati nella dimensione della Vita Divina. Credo che tali esperienze siano come transenne più o meno pesanti che dobbiamo spostare per aprirci dei varchi. Arrivata l’ultima transenna, siamo al traguardo: questo paletto è Dio stesso che ce lo toglie attraverso la morte fisica.

Ricordando la propria consacrazione Ti ringrazio tanto per tutto quello che mi hai detto riguardo alla tua vita. Un grande aiuto per me e per la situazione che sto vivendo, anche se ora le cose vanno un po’ meglio. Ripenso sempre con grande piacere a martedì 15 aprile quando ci siamo visti a Firenze e poi a Tavarnuzze per la consacrazione. Sono veramente contento e mi sembra di essere rinato. La consacrazione perpetua mi ha dato e mi sta dando una rinnovata forza. Purtroppo siamo lontani, altrimenti avrei frequentato molto volentieri la Comunità. La dimensione della consacrazione è qualcosa che ti abbraccia dall’interno e facendoti sentire un calore realmente speciale. Ti ringrazio di cuore per la disponibilità che hai sempre avuto nei miei confronti. Dio ti benedica con tutto il cuore. Continuiamo a camminare insieme verso la Gloria di Dio, sostenendoci con la preghiera reciproca ed incessante. Dio ti benedica e la Vergine Maria ti tenga sempre sotto il Suo Sacro Manto! Un forte abbraccio nel Signore! Fabrizio – Firenze

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CONSACRAZIONI Alberto Pierangioli no di vita cristiana ho sentito subito la presenza del Signore, che ha risposto nella sua Il 25 ottobre 2014 la Fraternità di misericordia alle mie San Nicolò a Tordino ha vissuto un mille invocazioni, per momento di grande Fede e testimotrovare nella sua paronianza, con la prima consacrazione di la un messaggio cinque sorelle e la terza di un’altra, d’amore, fiducia e nelle mani di P. Alberto e P. Bruno, gioia. Con l’insegnanella messa parrocchiale delle ore mento di P. Lorenzo, 19.00, presieduta dal nostro parroco nostro assistente, don Giovanni D’Annunzio, in un nella famiglia passioclima di raccoglimento e commozionista, posso approfonne. Dopo alcuni anni di cammino con dire ogni giorno quegli Amici di Gesù Crocifisso, anch’io sta esperienza, perho avuto questa grande grazia. Ho mettendo a Gesù di compreso che la Consacrazione, prima Consacrazioni a San Nicolo` (Teramo) essere sempre più predi essere un impegno personale, è un sente nella mia vita dono che Cristo mi offre. Solo accoquotidiana. Così la gliendolo nel cuore posso riconoscere mia fede acquista maggiore intensità e La giornata più e servire Gesù Crocifisso in particolaconvinzione, sentendo Gesù sempre importante per gli AGC re nei disabili psico-fisici che ogni più vicino e crescendo anche nella giorno assisto presso la Piccola Opera comunione fraterna. Ho bisogno di La giornata più importante per gli Charitas di Giulianova, cercando di aprire il mio cuore alla gioia e all’amoAGC è il giorno delle Consacrazioni. dare un valore alla sofferenza e di fare re per il Padre che per mezzo di Maria, Tutti i battezzati sono consacrati nel della mia vita una continua offerta ci ha donato il suo unico Figlio Gesù. Battesimo, ma noi che abbiamo ricevud’amore. Con questa Consacrazione Laicale to la grazia del Battesimo da piccoli, Maria Paolini San Nicolò negli AGC desidero impegnarmi semnon ne eravamo coscienti; ora da adulti pre più a testimoniare Gesù crocifisso possiamo dire liberamente e consapee risorto che mi ha presa per mano, per volmente il nostro “sì” a Gesù; un “sì” sostenermi e ridarmi speranza nei Da consacrata, che dovrà essere il continuo “sì” della momenti difficili della mia vita. Con la fede della nostra vita. Gesù ci chiede di voglio testimoniare meditazione della sua Passione ha riscoprire gli impegni del nostro sempre più Gesù riempito il mio cuore di amore per Lui. Battesimo, di lasciarci invadere dallo Maria, madre mia dolcissima, con la Spirito Santo per essere credenti che Grazie ad alcune amiche e soprattua materna intercessione, aiutami ad hanno il coraggio di andare alle “peritutto ad una sorella, ho avuto la possiessere sempre fedele a questa promesferie”, per portare il Suo messaggio di bilità di conoscere e partecipare agli sa di amore a Gesù. pace, d’amore…”periferie” che spesso incontri degli AGC. In questo cammiSandra Di Francesco San Nicolò sono vicine a noi, addirittura nelle nostre stesse famiglie. Il 16 novembre è stata una giornata straordinaria a Giulianova, ricca di emozioni che sono iniziate alle 9,30 con la recita delle Lodi; il Salterio ci ha chiamati a lodare e ringraziare Dio insieme a tutto il creato, per tutti i Suoi doni, cominciando dal dono della vita stessa. Padre Alberto, nostro padre spirituale, con il suo carisma ci ha ben introdotti nella giornata con una semplice ma profonda catechesi e tante testimonianze. Nel pomeriggio ci siamo ritrovati in chiesa per l’Adorazione Eucaristica presieduta da P. Bruno che ci ha fatto riflettere su come il Signore chiama ogni consacrato ad “Amare e far amare Gesù Crocifisso”, con una cosciente “rinascita dall’alto”,cioè un modo nuovo di amare, credere, ragionare, guardare, vivere. Durante la Messa Tiziana ha rinnovato la terza consacrazione, Domenico ed Olga si sono consacrati per sempre. Da dieci anni viviamo Consacrati di S. Nicolo` con il parroco Don Giovanni nella nostra Fraternità questa giornata

La consacrazione è un grande dono di Gesù


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di grandi emozioni che toccano il cuore. Poi un momento di festa ha concluso questa straordinaria giornata! Santina Taglieri Giulianova

Mi sono consacrata, avendo accanto mio marito Nel cammino passionista ho imparato che la Croce di nostro Signore non è soltanto dolore, ma è anche amore immenso ed inizio di vita nuova. Spesso mi sento “un cristiano annacquato”, come dice Papa Francesco, ma cerco di lottare e pregare per accrescere la mia Fede e incamminarmi sulla via della santità che è impervia, lunga e dura quanto la mia vita su questa terra. Le difficoltà mi fanno spesso cadere, ma il Signore mi assiste, mi ama e mi dà la forza di rialzarmi ed offrire a Lui le pene quotidiane. Ora è arrivato anche per me il giorno della consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso. La parola perpetua mi intimoriva, ma il sedici novembre tutto è svanito ed è stata la giornata delle emozioni indimenticabili. Ho offerto la mia vita a Gesù ed ho avuto accanto mio marito, che non è un cattolico molto praticante. Nella celebrazione ho avvertito il sostegno amorevole dei fratelli, di lei padre Alberto, di padre Bruno e del nostro parroco don Ennio. Quanto amore ho ricevuto! Amare Gesù Crocifisso e farlo amare è la priorità. In questi anni di cammino ho capito che il Signore mi ha amato “da sempre”, mentre il mio cuore è stato molte volte chiuso. Gesù mi aiuti ad accettare gli avvenimenti belli e brutti della vita. Grazie a chi mi ha invitata e mi aiuta a seguire questo cammino, grazie alla

fraternità di Giulianova che mi ha fatto scoprire l’amore infinito di Dio, che ha cambiato la mia mente ed il mio cuore. Chiedo la grazia a Gesù di darmi la capacità di testimoniarlo con le parole e con la vita. Olga Crucitti Giulianova

Consacrato per sempre!

Consacrati Giulianova (Teramo) Una gioia grande, ma ora anche una grande responsabilità! Il Signore mi ha chiaIl Signore non ci ha mato ad essere sempre più attento a abbandonato nella prova quello che ci chiede con la sua Parola. Essere sempre leale, amorevole e sinLa Fraternità mi ha invitata a dare cero con il prossimo è il compito più la mia testimonianza in occasione delle difficile che il Signore mi potesse afficonsacrazioni. Sono sposata con dare, ma lo amo e per questo cercherò Antonio da 52 anni, abbiamo avuto due figli, ma un figlio lo abbiamo di essere fedele alla promessa fatta. perso per una disgrazia. Con quella Chiedo al Signore di aiutarmi in quedisgrazia, sulla mia famiglia scese un sto cammino di fede, ma prego anche buio totale, una disperazione senza che aiuti tutti coloro che ci sostengono fine, ma il Signore con la sua miseriin questo cammino. cordia ci venne in aiuto. Il Signore non D’Eugenio Mimmo Giulianova ci ha mai abbandonato, ci è stato sempre vicino soprattutto nel momento del dolore. In quei giorni chiesi al Signore Grazie, Gesù, di aiutarmi a tenere unita la mia famiglia e grazie a Lui, al cammino nel per i doni che mi fai movimento, la mia Fede non ha mai vacillato e soprattutto la mia famiglia è Ringrazio il Signore perché mi rimasta unita. Da diversi anni sono concede la grazia di Rinnovare la volontaria nella Caritas Parrocchiale, Consacrazione per il Terzo anno. Con questo servizio lo svolgo con tanto il suo aiuto spero di essere all’altezza amore e umiltà. Cinque anni fa su invidi questo impegno. L’amore di Gesù to di un’amica, cominciai a frequentaCrocifisso sia sempre presente nella re la Fraternità degli Amici di Gesù mia vita. Grazie, Gesù, per tutti i doni Crocifisso, dove fui accolta con tanta che mi fai nella mia vita. gioia e mi resi conto quanto è bello Menghini Tiziana Giulianova camminare insieme ai fratelli ed alle sorelle. Il giorno della prima Consacrazione, il mio cuore si riempì di gioia nel ricevere da Padre Alberto il Crocifisso, lo strinsi forte a me e gli chiesi perdono per tutte le volte che l’avevo offeso e avevo dubitato del suo amore. Due anni fa ho avuto la grazia di fare la Consacrazione Perpetua, la mia Fede si è rafforzata e mi ha donato la forza di allontanare dalla mia bocca la parola “Io”: io sono, io faccio, io io io... Ho capito che il Signore con la sua infinita bontà mi guida, mi ama, mi aiuta ad essere più paziente, donandomi pace e serenità. Penso spesso che il Signore mi ha donato tanto, per questo non mi stanco di ripetere ogni giorno: “Grazie, Signore Gesù”. Fraternita` Giulianova (Teramo) Gloria Ciabattoni Giulianova


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AMICI AGGREGATI Alberto Pierangioli

Consacrazione commovente di una vedova emigrata in Australia Carissimo padre, ho qui davanti a me la tua lettera, che mi dà tanta gioia e coraggio. Ti ringrazio per tutto quello che mi scrivi e per quello che mi hai mandato. Per me è tutto prezioso e me lo tengo molto caro. Sono felice, anche se vivo sola in questa terra lontana; non desidero altro, mi basta l’amore di Dio. Ti racconto la mia consacrazione a Gesù Crocifisso, fatta il 4 Ottobre, festa di S. Francesco. Mi sembra un sogno. Come mi avevi suggerito per telefono, sono andata alla messa e dopo aver ricevuta la santa Comunione, mi è venuto forte il desiderio di fare subito la Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso: ho invocato la Madonna, l’angelo Custode e i miei santi Patroni Passionisti che porto nel crocifisso con le loro reliquie e mi sono donata per sempre tutta a Gesù Crocifisso. Come mi avevi suggerito, ho preso il libro “Voi siete miei Amici” e ho letto la Consacrazione stringendo il Crocifisso che mi avevi mandato. Quel giorno ho sposato Gesù Crocifisso e Madonna Povertà, vivendola davvero di corpo e di spirito. Con l’aiuto dei miei santi Patroni, mi sono distaccata dalle cose materiali, per vivere di quelle spirituali ed essere sempre più unita al mio Sposo Gesù. Metto tutto nelle mani della Madonna, che mi guiderà in questo nuovo cammino. Tutto per Gesù, con Gesù e in Gesù, per le mani di Maria. Coraggio, carissimo padre, portiamo lo stendardo della santa Croce fino ai confini della terra, perché tutti amino questo Dio tanto offeso, portiamo con amore la croce ogni giorno come la permette il Signore. Le sante piaghe del Signore sono il nostro rifugio, le braccia di Gesù sono l’ascensore che ci fa salire al cielo. La mia mente è sempre con il Signore. Mi sento il cuore pieno di amore per il mio Amore Crocifisso. Poi c’è la Madonna, me la sento tanto vicina, mi dà tanto coraggio specialmente quando sono triste per i miei 2 figli sposati, ai quali non mancano problemi; io li affido tutti alla nostra Mamma celeste, con la recita quotidiana delle quattro corone del rosario. Chiudo la lettera oggi, 19 ottobre, festa

esclusiva tra i membri delle varie Confraternite. Forse gli uomini pensano più all’importanza sociale del loro operato e meno al puro spirito di servizio e forse hanno solo meno tempo libero. La donna è fondamentale nella trasmissione della fede alle generazioni future, fa da ponte tra quelle presenti e quelle dei cristiani futuri. Il suo esempio influenza quasi totalmente la spiritualità e il rapporto con il divino dei suoi figli e nipoti… sia positivamente che negativamente.

Cosa può fare di più la donna nella Chiesa? Crocifisso della consacrazione di Giuseppina di San Paolo della Croce, nostro santo fondatore. Ho acceso una candela davanti alla sua immagine e l’ho pregato tanto, tanto, come una figlia, chiedendo il suo aiuto, perché qui sono sola in questo cammino passionista. Mi aiuti a crescere nell’amore per Gesù Crocifisso e mi aiuti ad essere sempre più unita a voi, membri della Famiglia Passionista. Vorrei rinchiudere il mio spirito in tutti i conventi passionisti del mondo. Vorrei essere una missionaria per incendiare il mondo di amore a Gesù Crocifisso. Giuseppina Romagnoli

Che cosa pensi del ruolo della donna nella vita della Chiesa? (Risposta alla catechesi di maggio). Nelle parrocchie è evidente una maggiore presenza femminile alle celebrazioni religiose e spesso anche agli eventi che le parrocchie organizzano per la catechesi degli adulti, le meditazioni di preparazione al Natale e alla Pasqua. Anche nelle attività di servizio è maggiore la presenza femminile, almeno qui da me. Qui è tutto femminile: il Gruppo Liturgico, a stragrande maggioranza la presenza femminile nel volontariato Caritas, tra i catechisti, tra i coristi. La presenza maschile aumenta tra i Lettori ed è

Io credo, che come tutti i laici, anche le donne debbano ampliare la propria conoscenza della Sacra Scrittura, la conoscenza e partecipazione alla discussione teologica poiché non credo che al giorno d’oggi la sola testimonianza verbale del proprio sentimento religioso possa bastare alle sfide della nuova evangelizzazione. La testimonianza nel vissuto deve esserci e deve esser coerente il più possibile, ma non si può pensare di lasciare la testimonianza al solo sentimento personale visto che ci troviamo sempre più davanti persone che esaltano il razionalismo e totalmente escludono la possibilità del trascendente. Tutti siamo chiamati a unire queste testimonianze.

Che cosa pensi del ruolo della donna negli AGC? Mi riallaccio alle domande precedenti, come donna Amica Di Gesù Crocifisso credo di avere responsabilità maggiori nella mia testimonianza personale di aderenza al Vangelo e del mio personale rapporto con la S. Trinità, i Sacramenti e la preghiera. Questo nella famiglia e in ogni altro ambito del mio vissuto che mi pone in contatto con i fratelli. Anch’ io, come Maria, desidero meditare nel mio cuore la Parola, vivere ogni avvenimento alla luce del disegno di Dio, donargli la mia totale fiducia e mostrarmi sensibile ai bisogni delle persone che incontro. Barbara Baffigo di Ovada Al, aggregata a Giulianova


“SARETE MIEI TESTIMONI” a cura di Alberto Pierangioli

“La giovane novantenne”, sempre testimone

Eco del messaggio del P. Generale

Caro padre, il 9 novembre nel partecipare all’incontro della nostra Fraternità ho ricevuto la rivista celebrativa del 25° di fondazione degli AGC: una pubblicazione commemorativa encomiabile; un bel ricordo che insieme al libro “Sarete miei testimoni”, resterà la memoria viva e indelebile della nostra storia, suffragata da un coro di voci, ricche di fede, che ci accompagnerà nella ripresa del nostro cammino. Nell’osservare le bellissime foto ho provato un momento di gioiosa commozione, un turbamento diverso da quello provato nella giornata celebrativa. Ora, libera dalla preoccupazione della testimonianza, ho guardato con commossa serenità i volti dei tanti amici presenti, ne ho ricordato le voci piene di affetto e una folla di ricordi ha invaso il mio animo per esplodere in un inno di grazie al Signore per quanto ho ricevuto di bene nei tanti anni di cammino passionista. Ho sorriso nel vedermi nella foto: “La giovane novantenne”, come lei gentilmente mi chiama; una vetusta sorella maggiore con tanta pace nel cuore e gratitudine verso Dio e verso i fratelli. “La vecchiaia”, nota Papa Francesco, “è un tempo di grazia nel quale il Signore ci chiama a custodire e trasmettere la fede, a pregare, specialmente a intercedere e ad essere vicino a chi ha bisogno” (Festa dei Nonni 28 settembre). È un insegnamento ad essere testimoni in qualsiasi età, perché “La carità non avrà mai fine” (1 cor. 8); una testimonianza che per ogni cristiano significa coerenza nella fede e per noi Amici di G.C. anche coerenza nella nostra vocazione. Sarà questo il nostro traguardo da perseguire nel futuro e una meta che ci prepariamo a raggiungere con coraggio e fiducia, perché le radici del passato sono solide e non temono le bufere del presente. Con questi sentimenti interrompo il mio silenzio ininterrotto dalla preghiera per lei e per tutti gli Amici. Con affetto in Cristo. Margherita Padovani di Spoleto

Ho appena letto il messaggio del Padre Generale, Joachim Rego, inviato per la festa del nostro padre fondatore San Paolo della Croce. Ho riflettuto molto su questo messaggio che richiama al nostro cuore ed alla nostra mente il perchè della nostra appartenenza ad un gruppo chiamato a fare continua Memoria della Passione di Gesù Cristo. Per me non c’è nulla di più sublime di quella tristezza che diventa gioia e che ci unisce a vivere la Passione di Gesù Cristo vicino ai nostri fratelli crocifissi. Dobbiamo guardare a Lui Crocifisso e camminare con loro crocifissi su un tappeto irto di difficoltà ma nello stesso tempo cosparso di rose e di serenità che LUI espande con abbondanza sul nostro cammino verso di Lui. Grazie, Padre Generale, grazie Famiglia Passionista. Rucci Riccardo Roccaraso

Noi e la Chiesa madre: eco dall’Inghilterra Caro padre, che bella catechesi mi ha mandato per: “Fede è vivere nella

Margherita Padovani Chiesa vista come madre”! Proprio in questo tempo meditavo sulle parole nel nostro libro degli Amici che dice che ai piedi della croce un gruppo sperduto e impaurito di persone erano i primi vagiti della Chiesa partorita nel dolore da Cristo e da Maria. Meditavo la presenza di Maria ai piedi della croce e provavo tenerezza e profondo amore per un piccolo gruppo di persone sperdute e ferite dal dolore sul Calvario, per la morte di Gesù e poi riunite nel Cenacolo, per celebrare con gioia la risurrezione di Gesù e la nascita della Chiesa. La Chiesa è Madre perché la Madre Maria era presente nel suo inizio e l’ha sempre accompagnata, nonostante gli errori commessi nei secoli. La Chiesa è stata sempre madre, come ogni madre, anche quando i figli si ribellano e la lasciano ma poi ritornano perché sanno che saranno sempre accolti a braccia aperte, come dice Papa Francesco. Ringrazio sempre Dio per Papa Francesco. La sua presenza era necessaria per guarire tante ferite lasciate aperte troppo a lungo. Questo è verissimo, ma dobbiamo partire anche da una presa di coscienza del nostro ruolo di battezzati che possiamo fare di più verso i fratelli in difficoltà e verso la Chiesa stessa. Ho meditato anche sulla chiamata alla vocazione dei sacerdoti e sulla presa di coscienza che dobbiamo avere noi battezzati: un compito sublime ed una chiamata veramente bella: essere figli e anche madre della Chiesa. Marina Kohler Inghilterra

Perché la consacrazione Dopo 4 anni di “lotta personale” per avere conferme se fare la consacrazione a Gesù Crocifisso, ad un tratto mi sono ritrovato con un animo tranquillo. Sono una persona abbastanza razionale, per questo ho aspettato a dire sì. Ora sono contentissimo di aver detto sì, di accettare la sua croce, ma non come sofferenza, come dolore, ma come gioia e amore. Sento che la gente si ricorda di Lui solo quando ha problemi, dolore. Invece ho una missione particolare, quella di amare Gesù non solo nella sofferenza, ma anche nell’amore e nella gioia. Amare Gesù è un sentimento profondo, vero, soprattutto “libero”. Scegliere la Famiglia passionista è stato fondamentale, perché ho imparato cose che non conoscevo: la preghiera e il rispetto per Dio che è sempre in mezzo a noi. Gaetano Bonasia Frat. Bari

Chiedo il terzo rinnovo della Consacrazione Caro padre, chiedo di rinnovare la mia consacrazione a Gesù Crocifisso. In questo cammino spirituale da passionista, ho conosciuto più a fondo

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l’amore di Dio ed è solo stando crocifissa con Lui, distaccandomi da tutto, che ho assaporato in pieno il suo amore, la gioia che provo nel mio cuore e la forza che mi da nei momenti di difficoltà. Solo stando con Lui vedi la vera luce. Amo molto la spiritualità passionista e desidero ardentemente rinnovare la mia consacrazione. Filomena Cerini Frat. Bari

Una vedova: dall’angoscia alla gioia e all’amore È difficile spiegare perché desidero rinnovare la Consacrazione. Quando sono entrata a far parte di questa grande famiglia, ero insicura, triste e sola. Una parte di me stessa non c’era più: mio marito era volato in cielo. Rispettavo la volontà di Dio per la mia vedovanza, ma ero triste, mi mancava l’altra parte di me stessa che m’integrava e mi rendeva felice. Combattere con la solitudine, anche alla presenza di figli, non era semplice, non avevo più la grinta di andare avanti. Ero piena di paura per ogni cosa. Poi incominciai a inserirmi nella fraternità: gli incontri di preghiera e le catechesi mi davano forza per affrontare la vita. Ho compreso che il mio vero sostegno è Dio! Lui mi sorregge in ogni momento. Basta invocarlo con fede e amore, dialogare con Lui fa cominciare a sentire la pace. La preghiera, la meditazione riempie il mio cuore, mi sento rinfrancata, amata e sento una gioia, un amore incontenibile e un raccoglimento che permane anche dopo la preghiera. È bello stare con Lui, ma non è semplice, perché ho i miei limiti e non sempre, anche se mi sforzo, rispetto i suoi insegnamenti. Questo è il mio cruccio chiedo a Gesù di farmi capire quando sbaglio, perché voglio essere sempre più vicina al suo cuore. Le sofferenze si affrontano se c’è Lui che ci sorregge e ci dà la forza. Concetta Longo Frat. Bari

Consacrazione per dare più spazio a Gesù Chiedo di rinnovare le mie prime promesse per conformarmi sempre di più a Gesù Crocifisso, morendo a me

Consacrazioni a Bari

stessa, per dare più spazio in me all’amore e misericordia di Gesù. “Mio cibo è fare la volontà del Padre mio”. Sicuramente porta sofferenza, ma è solo così che mi sento amata da Dio e solo così giorno dopo giorno, prova dopo prova, cerco di avvicinarmi a quella perfezione tanto attesa, sperando che quando Dio mi vorrà con sé io sia tanto pura da poterlo toccare e lodarlo con i suoi angeli, i suoi santi e con Maria nostra Madre. Anna Rita Parisi Frat. Bari

Rinnovo Consacrazione: Gesù nel cuore Chiedo fermamente, di poter rinnovare la mia promessa d’amore a Gesù Crocifisso. Ormai è entrato nel mio cuore, ci ha impresso il sigillo del suo Amore ed io non posso più far a meno di Lui! Grazie padre, grazie per tutto quello che farà per questa nostra grande famiglia unita tutta ai piedi della Croce. Che Dio possa custodirla, proteggerla, guidarla e benedirla sempre. Mariella Pirro Frat. Bari

La Fraternità mi fa crescere come cristiana Vivo la fraternità A.G.C. come un dono del Signore. La fraternità, con

l’insegnamento e il sostegno delle nostre guide spirituali e l’unione con gli Amici mi fa crescere come cristiana. Riconosco sempre più nella mia vita Colui che tanto ci ama. Il Suo amore è luce che rischiara il dolore e mi soccorre quando mi perdo. Io sono Sua, desidero stringere con il Signore un patto d’amore e per questo chiedo di rinnovare le mie promesse e di accompagnare con le sue preghiere il mio cammino verso la santità. Anna Maria Vendola Frat. Bari

Nella Fraternità come dono di Dio La fraternità è un dono dell’ immenso amore di Dio per noi. In essa trovo tutto quello che desideravo: l’amore, la fratellanza, il dono di sé per l’altro e soprattutto l’opera di Dio che si realizza in ognuno di noi. Ho incontrato il Signore nella sofferenza, sperimentando il Suo amore vivo, dando così un senso a tutta la vita e alla sofferenza stessa, visto il frutto ricevuto. Spero di poter continuare a fare con gli Amici di Gesù Crocifisso questo cammino sempre più profondo della conoscenza di nostro Signore Gesù Cristo. Mariella Esempiobuono Frat. Bari


LUCE POETICA PASSIONISTA a cura di Pier Luigi Mirra

TORNA, SIGNORE!... Barche sbattute dal vento nel mare di notte, richiamano voci di terra poche ascoltate. Tuguri di gente senza più patria che tende la mano a passanti distratti. Anche l’altare appare una mensa in rovina, e i leviti salgano con passi sempre più lenti. Ma il grido di speranza nel giorno va oltre la voce che grida nell’ora di notte, e non vuole arrendersi al buio che cade e di tristezza sembra colorare la terra. Luce chiediamo ad un bimbo innocente, che tende la mano che sembra lontana, ma offre un sorriso che rompe le tenebre. Torna, Signore, su questa terra assettata di cose che vanno oltre le spire del tempo. Vieni, Signore, nel tuo presepe di sempre, che tu riempi d’una grande forte presenza. Natale, oggi, domani, oltre i vasti orizzonti, da luce e gioia ad una storia un po’ stanca.

E CRISTO SPIRO’! Si scuote la terra dei sassi, e l’urlo del vento attizza l’aria del Golgota rosso di sangue. L’umanità sente il respiro ultimo del condannato innocente che muore. La paura prende al volto la gente che corre inciampando tra le pietre, e i soldati, frastornati e sorpresi, si stringono nei loro rossi mantelli. Ai piedi della Croce, Maria, la Madre, Giovanni ed altre donne versano lacrime, quasi avvinghiati al legno funesto, forse timorosi che l’urlo del vento porti via la croce di morte, diventata ora il trono del mondo. E Gesù china il capo stanco, il cielo ne raccoglie il respiro e un brivido passa nel cuore dei santi, mentre il centurione con forza gridava “Costui davvero era Figlio di Dio!” (settimana Santa 2012)

A EDITH STEIN (Santa Teresa Benedetta della Croce.) L’ultimo canto Piegato nel dolore, il tronco ebraico vacilla ansante, sotto l’onda del destino. Lontano, la ciminiera fuma al vento e annulla vite di gente senza nome. Grida di bimbi e mani senza forza cercano la veste logora della donna “santa”. Poi, d’un tratto, il buio nero della notte, e ogni stella, anche la davidica, si spegne. Acqua di gelo cade sulla pelle nuda, un acre odore di morte, e poi più nulla. Mentre nel fumo sale sù, la donna ebrea intona un canto, l’ultimo suo salmo, pioggia di rugiada sulla bruciata terra, e offerta di perdono anche al tiranno.

FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE E 25° DI NOZZE A GIULIANOVA La fraternità di Giulianova il 18 ottobre ha celebrato, con un giorno di anticipo, la festa di San Paolo della Croce. La messa è stata presieduta dal nostro parroco Don Ennio Di Bonaventura e animata da noi AGC. Nella messa, la nostra 25° Matrimonio di Teresa e Paolo sorella Teresa e il marito Pasquale hanno festeggiato il 25° di matrimonio. Nell’omelia Don Ennio ha ripercorso la vita di San Paolo della Croce e ne ha descritto lo spirito passionista, ispiratogli dall’apparizione della Madonna vestita di nero con il segno passionista sul suo petto. I Passionisti, religiosi e laici, sono chiamati a vivere il lutto per la Passione e Morte di Gesù. Il lutto del passionista è il lutto per i peccati, le ingiustizie, la povertà, le lacrime degli innocenti, la sofferenza di tutta l’umanità. Ma accanto al lutto per Gesù crocifisso, c’è sempre l’amore di Maria, madre di Gesù e Madre nostra, che ha partecipato pienamente alla passione del Figlio. Dopo la messa, abbiamo partecipato tutti alla festa di Teresa e Pasquale. Giulia Di Pompeo

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BUON ANNO NUOVO 2015 Carissimi, Buon Anno Nuovo 2015! Auguro a tutti gli Amici di Gesù Crocifisso un anno pieno di benedizioni divine, per crescere nella fede, nell’amore, nella santità passionista, in particolare ai 40 nuovi aderenti nel 2014, mentre ricordiamo al Signore i 17 Amici che nel 2014 hanno raggiunto il cielo. Seguendo gli insegnamenti di Papa Francesco e del Sinodo, nel 2015 approfondiremo il tema della famiglia anche nella sua missione di testimonianza ed evangelizzazione. Per aiutare le Fraternità a crescere spiritualmente unite, organizzeremo un corso di formazione per responsabili e volenterosi, guidato da P. Fernando Taccone, il 6-8 febbraio e una giornata unitaria di spiritualità il 5 luglio presso il santuario di S. Gabriele, un corso di esercizi spirituali per le famiglie (08-12 ag.) un corso di esercizi spirituali per tutti (13-17 ag.) a S. Gabriele. Il 13 febbraio celebreremo in tutte le Fraternità la Festa solenne della Passione, con la presentazione e benedizione di oltre 60 Crocifissi che faranno la Peregrinatio Crucis nelle famiglie durante la Quaresima. Tanti auguri e benedizioni a tutti. Padre Alberto Pierangioli

CALENDARIO DEGLI AMICI 2014 06 gennaio 11 gennaio: 6-8 febbraio 13 febbraio

27 febbraio 01 marzo

Portiamo luce e gioia ai fratelli “crocifissi” della Casa di Riposo” di Montecosaro Ritiro mensile a Morrovalle Corso di formazione per responsabili e volenterosi con P. Fernando Taccone Festa della Passione: Benedizione dei Crocifissi per la Peregrinatio Crucis quaresimale. Per le Marche: Chiesa di San Gabriele dell’Addolorata a Civitanova M., ore 21,15. Festa liturgica di San Gabriele dell’Addolorata: a Morrovalle, Messe orario festivo. Ritiro Mensile a Morrovalle

SOMMARIO 2. P. Luciano Temperilli 3. P. Luciano Temperilli 4. P. R. Cecconi 5.-6. Coltorti Maria Grazia 7. P. Luciano Temperilli 8. Manuela Peraio 9. Fabrizio Firenze 10.-11. Vari 12. P. Alberto 13.-14. Vari 15. P. Pierluigi Mirra 16. P. Alberto

La famiglia nel progetto di Dio Il matrimonio come sacramento Meditiamo la Risurrezione di Gesù Peregrinatio Crucis Lettera apostolica per l’anno della vita religiosa I testimoni: Rosetta e Giovanni Gheddo Missione verso i diversamente poveri Consacrazioni Amici Aggregati Testimonianze Luce Poetica Auguri e programma per l’anno nuovo.

RICORDIAMO AL SIGNORE I NOSTRI DEFUNTI Giustozzi Fabrizi Lina di Civitanova, Cons. Perp. 05-11-2014 – Bussolo Berardino di Fossacesia, 07-11-2013 Frinconi Terzo di Macerata: 15-11-2014 – Dichiara Palmioli Giuseppina di Morrovalle: 26-11-2014 Mattiacci Franco di Morrovalle, Cons. Perp.: 01-12-2014 – Cingolani Mandina di MC, Cons. Perp.: 03.12-2014

Gennaio-Febbraio 2015 – Anno XVI n. 1 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. L. Temperilli Mad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - temperlu@libero.it Amici G.C. P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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