rivista maggio - giugno 2014

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Maggio - Giugno 2014 - Anno XV n. 3

25 anni di testimonianza


V - FEDE E IL POSTO DELLA DONNA NELLA CHIESA

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Maggio 2014

Padre Luciano Temperilli

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a questione femminile che emerge nella società si fa presente anche nella Chiesa. Il papa Francesco è stato subito sollecitato nell’intervista in volo in ritorno dal Brasile1 in cui pur ribadendo, secondo l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo, il “no” definitivo all’ordinazione sacerdotale, ripete che “la Madonna, Maria, era più importante degli apostoli, dei vescovi e dei diaconi e dei preti. La donna nella Chiesa, è più importante dei vescovi e dei preti” manca però, afferma, una esplicitazione teologica di questo. Afferma infatti che “Una chiesa senza le donne è come il collegio apostolico senza Maria”. Il ruolo della donna nella chiesa non può ridursi soltanto alla maternità e la partecipazione della donna a fare la chierichetta, o la presidentessa dell’Azione cattolica.. “C’è bisogno, afferma sempre il papa,di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa” e “nei luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella chiesa che nelle strutture sociali”.2 Ai vescovi brasiliani diceva: “le donne hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere la fede e costituiscono una forza quotidiana in una società che la porti avanti e la rinnovi. Non riduciamo l’impegno delle donne nella Chiesa, bensì promoviamo il loro ruolo attivo nella comunità ecclesiale. Se la Chiesa perde le donne …rischia la sterilità” 3. Un segno forte di questa mentalità di papa Francesco si è rivelato nella nomina della Commissione vaticana per la Tutela dei Minori composta da quattro uomini e quattro donne tra cui una donna irlandese, Marie Collins, abusata da un sacerdote all’età di 13 anni.4 D’altra parte il papa conosce la situazione attuale della chiesa forte della presenza femminile nelle parrocchie, negli studi teologici, nella frequenza della chiesa, nelle opere di assistenza. Di fronte ai 400 mila sacerdoti ci sono settecentomila religiose nel mondo inserite in tutti campi del sociale e del pensiero teologico. Bisognerà ricordare, tra le donne del nostro tempo che hanno espresso un carisma forte nella Chiesa, Madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Il papa ha esplicitato in maniera più or ganica il suo pensiero sulla donna in due udienze. Il 12 ottobre 20135: “Tante cose possono cambiare e sono cambiate nell’evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto

Chiara Lubich con Giovanni Paolo II che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere”. Tuttavia, ha avvertito, “ci sono due pericoli sempre presenti, due estremi opposti che mortificano la donna e la sua vocazione”:“Il primo è di ridurre la maternità ad un ruolo sociale, ad un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale. E, come reazione a questo, c’è l’altro pericolo, in senso opposto, quello di promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizza”. Nell’udienza al Centro Italiano Femminile il papa af ferma6 che l’’apporto del genio femminile nel lavoro e nella sfera pubblica è “importante” ma il ruolo della donna nella famiglia è “insostituibile”. “A questo punto - ha detto il Papa - viene spontaneo chiedersi: come è possibile crescere nella presenza ef ficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo

del lavoro e nei luoghi dove vengono adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere una presenza e un’attenzione preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia?». Risponde: “E’ qui è il campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante”. E conclude: “E’ nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei sacramenti, che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione”.

1 Cfr. Gian Guido Vecchi Francesco La rivoluzione della Tenerezza Corriere della Sera pp. 139.142 2 E. G.n. 103; cfr.Jorge Bergoglio Abraham Skorka Il cielo e la terra Biblioteca di Repubblica L’espresso p.97 3 Discorso ai vescovi brasiliani 27 luglio 23013 (cfr. o.c. p. 64) 4 “La stampa” vatican Insider 5 Udienza XXV anniversario della Mulieris Dignitatem 6 Udienza al C:IF 25.01 2014

In copertina: Icona della Pentecoste. Una chiesa senza le donne è come il collegio apostolico senza Maria (Papa Francesco)


VI - FEDE È TESTIMONIARE CON GIOIA GESÙ CRISTO Giugno 2014

Padre Luciano Temperilli

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ll’allora Card. Ber goglio il giornalista che sottolineava l’atteggiamento penitenziale della Chiesa come via della santità il futuro papa rispondeva: “la vita cristiana è dare testimonianza di fede con allegria, come faceva Gesù. Santa Teresa di Avila diceva che un santo triste è un triste santo” 7. Nella visita ad Aparecida, 24 luglio 2013, in Brasile, invitava ad avere uno sguardo positivo sulla realtà, a lasciarsi sorprendere da Dio a vivere nella gioia. “Il cristiano è gioioso, non è mai triste. Dio ci accompagna. Abbiamo una Madre che sempre intercede per la vita dei suoi figli. Gesù ci ha mostrato che il volto di Dio è quello di un padre che ci ama.”8. Stesso pensiero aveva af fermato la domenica delle palme del 2013 quando aveva invitato a non essere uomini e donne tristi perché “un cristiano non può mai esserlo perché la nostra non è un gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato una persona :Gesù” 9. E’ questo atteggiamento di fondo frutto dell’incontro con Gesù che riempie il credente di una “gioia nuova” 10 e grazie a questo incontro si possono superare gli schemi ed i pregiudizi nei confronti degli altri, frutto invece della cultura dell’esclusione.11 Recentemente12 il papa ha spiegato che questo incontro è possibile se sia ascolta l’appello alla conversione, se ci si riveste dell’uomo nuovo che nasce nel battesimo e se si rimane nell’amore ricevuto. In questo caso “A quanti incontrerete potrete comunicare la gioia di ricevere il perdono del Padre”13. Quanto il papa Francesco va dicendo nelle omelie e nei discorsi trova la sua esposizione pastorale, quasi una programmazione, nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, scritta in conclusione dell’anno della fede. Il papa avverte che il mondo di oggi è afflitto da una “tristezza individualista” (n. 2) per cui l’invito ad ogni cristiano di “rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù” (n.3). Solo grazie a questo incontro siamo riscattati dal nostro isolamento perché abbiamo raggiunto il centro del nostro essere, abbiamo ricevuto il senso della vita: l’amore di Dio.(n. 8). Solo così si possono superare le tentazioni delle “scuse e recriminazioni” (n.7) o i momenti duri della vita perché rimane ferma “la certezza personale di essere

infinitamente amato, al di là di tutto”. (n. 6). Questo gioioso incontro diventa l’anima dell’evangelizzazione perché “il bene tende sempre a comunicarsi” (n.9). Ma qui, sottolinea il papa, sta la vera realizzazione personale perché “la vita cresce e matura nella misura in cui doniamo la vita per gli altri”(ivi). Allora la gioia del vangelo diventa una gioia “missionaria” (n. 21) che invita a prendere l’iniziativa, ad uscire verso l’umanità ferita ed invitare gli esclusi (n. 24) alla festa della salvezza. Il cristiano, la comunità cristiana che quotidianamente opera il suo cammino 14 di conversione (n.25 ss.) non si lascia scoraggiare dalle sfide del mondo attuale (n. 52 ss.), dalle tentazioni degli operatori pastorali (n.76 ss.) per cui i forti inviti: “non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario”, (n. 80) “la gioia dell’evangelizzazione”(n. 83); “la speranza” (n.86); “la comunità” (n.92) “il vangelo”(n. 97); “l’amore fraterno” (n.101). “Le sfide- diceesistono per essere superate. Siamo realisti, ma senza perdere l’allegria, l’audacia e la dedizione piena di speranza” (n.109). Papa Francesco si dice convinto che l’annuncio gioioso del vangelo non ha un compito solamente individuale ma un vera e propria dimensione sociale perché “si tratta di amare Dio che regna nel mondo”

(n.180) per cui “tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali” (ivi). “Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra” (n. 182). Infatti non si può più af fermare che la religione deve limitarsi a pensare solo al cielo ma anche alla terra perché “la terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli” (183).

Jorge Bergoglio Papa Francesco, il nuovo papa si racconta Corriere della sera p. 39 8 Gina Guido Vecchi Francesco la rivoluzione della tenerezza Corriere della sera p. 98 9 Omelia domenica delle palme 24 marzo 2013. Sito vatican.va 10 Cfr. Discorso al movimento apostolico ciechi 29 marzo 2014. Cfr. Angelus 23 marzo 2014 Sito vatican.va 11 Ivi “ “ 12 Omelia celebrazione della penitenza 28 marzo 2014. Sito vatican.va 13 ivi 14 Cfr. discorso 26 marzo 2014. Sito vatican.va 7


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III - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙ La chiamata di tutte le genti al discepolato (Mt 28,16-20)

di P. Roberto CecconiCP

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arissimi Amici, continuando la serie delle nostre meditazioni sulla risurrezione di Gesù, siamo giunti all’episodio in cui il Signore si mostra agli undici discepoli e li invia in tutto il mondo. Procediamo con la lettura-ascolto del brano evangelico. Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitar ono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni poter e in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando lor o a osservar e tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Il Risorto chiede un’adesione libera Dopo la risurrezione, gli undici discepoli si recano in Galilea, al monte indicato loro da Gesù. Non si parla più dei Dodici Apostoli perché Giuda, preso dal rimorso per aver consegnato Gesù, si è impiccato, uscendo definitivamente dalla scena (27,3-5). Da notare che, con l’azione di recarsi in Galilea, i discepoli rivelano di aver aderito a due precedenti inviti: Il primo è quello che l’angelo presso la tomba aveva rivolto loro per mezzo di Maria Maddalena e l’altra Maria: «Ecco, vi pr ecede in Galilea, là lo vedrete» (28,7). Il secondo è quello che, ancora una volta per la mediazione di queste due donne, Gesù stesso indirizza ai suoi seguaci: «Andate, annunciate ai miei fratelli che vadano in Galilea, là mi vedranno» (28,10). È l’obbedienza alla parola del Signore lo sfondo su cui si colloca l’esperienza del Risorto. Avendo visto Gesù, i discepoli si prostrano (in greco prosekýnēsan). Il verbo proskynéō veniva utilizzato nell’antichità per designare l’abitudine di prostrarsi davanti a divinità o a persone particolarmente ragguardevoli, baciando il loro piede, l’orlo della loro veste o il terreno. Nel vangelo di Matteo questo verbo ricorre spesso in riferimento a Gesù quando viene riconosciuto come re messianico (2,2.1 1; 20,20), Figlio di Dio (14,33) e Signore risorto (28,9). I discepoli, dunque, con il gesto della prostrazione, rivelano di aver compreso di non essere davanti

ad un fantasma (cf. 14,26; Lc 24,37.39), ma di trovarsi al cospetto del Cristo, del Figlio di Dio, vincitore della morte. La visione del Risorto lascia tuttavia nel cuore dei discepoli qualche domanda in sospeso. In greco abbiamo una frase (hoi dè edístasan) che a volte viene tradotta con: alcuni però dubitavano (Bibbia CEI 1974), altre volte con: essi però dubitarono (Bibbia CEI 2008). Lasciando in sospeso la questione se siano stati solo alcuni o tutti i discepoli ad avere delle perplessità, possiamo dire che l’esperienza del Risorto non s’impone fino al punto da sopprime la libertà dell’uomo. L’adesione di fede, l’abbandono fiducioso al Signore che si manifesta, resta sempre una scelta eminentemente personale. L’amore non si impone, si propone.

L’autorità di Gesù e la missione dei discepoli A questo punto Gesù si fa vicino ai discepoli e rivolge loro la parol a, dichiarando di aver ricevuto da Dio ogni potere in cielo e sulla terra. La storia, segnata da sof ferenze e gioie, non è nel caos. Tutto, nonostante le apparenze, è nelle mani del Signore, l’unico a saper trarre il bene perfino

dal peccato dell’uo mo. Gli Undici vengono successivamente esortati ad andare in tutto il mondo per introdurre nella dinamica del discepolato tutte le nazioni. I seguaci di Gesù sono chiamati innanzitutto a coinvolgere tutte le genti nella loro stessa esperienza. Questo si attua in primo luogo mediante il battesimo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. “Nel nome” significa “nella persona”. L’apostolo è colui che introduce quanti incontra nella relazione con il Figlio, colui che, nella potenza dello Spirito Santo, introduce l’uomo nella relazione filiale con il Padre. All’amministrazione dei sacramenti s’intreccia la comunicazione dei contenuti della fede, l’insegnamento di quanto Gesù ha comandato ai suoi seguaci. Gesù termina assicurando ai discepoli di stare con loro tutti i giorni, fino alla fine del tempo. Essi dunque non sono soli. La loro comunione ed il loro apostolato possono contare sulla sua presenza potente.

La Buona Notizia Il brano su cui ci siamo sof fermati aiuta a comprendere alcuni aspetti del sacramento che sta a fondamento della vita cristiana. Il verbo “battezzare” (in greco baptízō) significa “immergere”. Dunque il battesimo è un entrare nell’ambito della “Famiglia Trinitaria”. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci accolgono nella loro vita intima e ci rendono partecipi dell’interscambio di amore che avviene in loro. Ricevere il battesimo significa anche attraversare le vie della storia mettendo in pratica la parola di Gesù, l’unica capace di dare stabilità alla nostra vita (cf. 7,2425). Allo stesso tempo il battesimo apre alla missione universale, tramite la quale tutte le genti sono chiamate a diventare il popolo di Dio. robicp@libero.it


Orlanda Castignani - Una grande amica di Gesù Crocifisso di Maria Grazia Coltorti

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rlanda Castignani, vedova Giosuè, è nata il 07-11-1915 ed è morta a Morrovalle il 12-091999. E’ stata una donna di grande fede e di continua preghiera: impegnata per tanti anni nell’Azione Cattolica e poi nel RNS; iscritta agli Amici di Gesù Crocifisso fin dal 1991 e consacrata a Gesù Crocifisso il 24-6-99. Era una persona viva, piena di iniziative, in famiglia, nei gruppi, nella società; ha organizzato tanti pellegrinaggi ai luoghi di fede; ha animato gruppi di preghiera; ha perfino partecipato con successo anche ad un quiz televisivo sulla Bibbia, con Mike Buogiorno. Orlanda non aveva figli. Morto il marito, si prese cura per diverso tempo di un fratello del marito, rimasto anche lui solo. Non era praticante e questo dispiaceva tanto a Orlanda; ma lo trattò sempre con molto rispetto e attenzione. Quando Orlanda si ammalò, fu il cognato a prendersi cura di lei. Quando portavo la comunione a Orlanda, il cognato mi apriva rispettosamente la porta e poi se ne usciva di casa. Qualche tempo dopo, incominciò a rimanere e, dopo la confessione di Orlanda, assisteva rispettoso mentre le davo la Comunione. Così sino alla fine. Qualche tempo dopo la morte di Orlanda, celebrando la messa alla Casa di Riposo di Montecosaro, vi trovai con sorpresa questo cognato e la mia sorpresa fu davvero grande quando lo vidi venire a ricevere l’Eucaristia. Pensai subito: “Questo è un miracolo di Orlanda”. Conservo diverse lettere di Orlanda, prima dell’aggravarsi della sua malattia. Stralcio da queste lettere alcuni pensieri, che ci fanno conoscere la profonda spiritualità passionista di questa umile grande Amica di Gesù Crocifisso, vera laica passionista. P. Alberto Pierangioli

Quello che faccio è pregare tanto e offrire “Carissimo padre, vorrei dirle tante cose, ma la parola non è il mio carisma. Quello che faccio è pregare,

forza di sorridere, pregare, ringraziare, soffrire e offrire. Voglio pensare solamente alla vita che mi aspetta e dimenticare completamente le cose di questo mondo. Giorno e notte la mia meditazione è la croce di Gesù, perché senza la croce, la porta del paradiso non si apre. Quando vorrei alzare la testa, il Signore mi aiuti ad abbassarla, pensando a Gesù Crocifisso, che come un umile agnello ha sopportato tutto, senza parlare. Il sacrificio di Gesù e i dolori della Vergine Addolorata mi tengano sempre con loro sotto la croce.

Ripetere e meditare la Promessa di amore, parola per parola Orlanda Castignani pregare tanto e of frire per la salvezza dei miei cari, per la pace del mondo, per i missionari e i padri passionisti, per i postulanti, che sono i miei figli adottivi e porto sempre nel cuore, per il RNS, per gli Amici di Gesù Crocifisso. Il mio pensiero è per i miei cari. Per loro non chiedo nulla, se non la fede, la speranza, l’amore, l’abbandono in Dio, che trasformi la sofferenza in amore. Ma io che cosa posso offrire per ricambiare l’infinita bontà di Dio e la passione e morte di Gesù? Posso solo perdonare tutti, umiliarmi e abbandonarmi alla misericordia divina, sopportare senza lamentarmi i miei mali, offrire le mie preghiere e le mie notte insonni e poi meditare …

Programma: Sorridere, pregare, ringraziare, soffrire e offrire La malattia mi crea nuovi problemi. Io mi sono messa completamente nelle mani del Signore: faccia quello che Lui vuole, come Lui vuole, solo gli chiedo di darmi tutto ciò che posso sopportare da sola, senza dare fastidio a chi mi sta vicino. Devo trovare la

Voglio ripetere ogni gior no la Promessa di Amore a Gesù Crocifisso, meditandola parola per parola, perché entri nel mio cuore. E’ sufficiente questo per essere Amica di Gesù Crocifisso e ausiliare Passionista? E’ vero, ci sono giorni di tanta gioia, pieni di pensieri che mi riempiono di meraviglia, specialmente quando medito i misteri dolorosi; non mi sembra vero ed esclamo: “Come è bello!”, Quello che mi manca ora, per le mie indisposizioni, è l’Eucarestia; cerco di supplire con le comunioni spirituali. Quello che mi conforta è la recita della liturgia delle Ore, specialmente delle Lodi, del Vespro e Compieta. Allora tutto sembra un paradiso. Ma non è sempre così, perché ci sono giorni in cui sembra di stare in un deserto, senza via di uscita; sembra che tutto crolli. Allora invoco aiuto, piango dirottamente e guardo Gesù e Maria senza parlare.

Voglio imitare e vivere la vita di S. Gemma Vorrei chiederle la vita di S. Gemma: voglio imitarla, vivere la sua vita, voglio che mi accompagni con lei sotto la croce e morire come la sua

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morte. La vita di S. Gemma mi fa tanto meditare; vorrei tanto imitare le sue virtù: Quando vengo a confessarmi le spiegherò a voce quello che faccio, quello che provo, quello che sento. Voglio salvarmi e salvare le anime dei miei cari e dell’intera umanità. Cerco con tutte le mie forze di non offendere il cuore di Gesù e di Maria e di non disgustarli. Tutte le cose del mondo mi sono indif ferenti; desidero solo l’amore di Dio e del prossimo. Desidero il paradiso; il resto nulla conta. Cercherò con tutte le mie forze di arrivare a questo ideale: pregare, pregare, pregare 24 ore su 24 ore, la mia mente sia sempre rivolta al Signore. Quando mi disse di pregare 24 ore su 24 ore, mi sembrò una cosa assolutamente impossibile. Ora, diminuendo tante cose, come la televisione, letture e chiacchiere inutili ecc., vedo che si può, senza tralasciare le faccende domestiche. Vorrei essere il riflesso vivo del Signore, cioè guardare tutto con i suoi occhi. Lo scopo della mia vita è vedere tutti salvi in paradiso, l’inferno spopolato, Satana sconfitto. Da molto tempo, tutti i mercoledì, alle ore 16, con un gruppetto recitiamo il Rosario e la Promessa di Amore a Gesù Crocifisso. Ora ho dovuto smettere, per la mia salute; ma spero di riprendere presto. La giornata di 24 ore non mi è sufficiente per pregare, dire a Gesù tutto quello che vorrei, mi sento lontana dalle cose del mondo, voglio donarmi tutta a Gesù, voglio che mi renda umile, umile. Come S. Francesco, non cerco di essere amata, compresa, consolata, ma cerco di amare, comprendere e consolare.

Voglio essere una vera passionista Anche a casa voglio fare la vita passionista, con la preghiera, con il vestire povero, con il mangiare povero, con piccole penitenze. Alla mia morte vorrei essere vestita da Passionista. Lo scapolare e il segno passionista vorrei averli adesso, per metterli insieme agli altri oggetti che ho già pronti. Non è che voglio morire per ché sono stanca della vita, no; ma aspetto la morte come una festa. Ci

Orlanda Castignani e amica penso spesso e sorrido al pensiero che vado a raggiungere Gesù e Maria. Mettendo a posto i miei scritti, ho trovato lettere dei miei direttori spirituali, da quando ero ragazza e giovane sposa. Sono loro che mi hanno preparata a questa vocazione di Amica di Gesù Crocifisso e ausiliare passionista. Come è grande e infinito l’amore di Gesù! Ho ricevuto finalmente il Segno passionista e lo scapolare della Passione: li ho messi tra le cose preparate per le mia morte, con il mio testamento spirituale. Padre, si prenda cura della mia anima, mi aiuti a camminare nella via che Gesù vuole da me; io mi sento un nulla; mi guidi sulla via che conduce alla città di Dio, per occupare il posto che Gesù ha preparato per ciascuno di noi”.

Lo scopo della mia vita: vedere tutti salvi in paradiso “Non sono venuta più a confessarmi e ne avrei bisogno. Ma la mia malattia si sta aggravando e mi pro-

cura continui dolori alla spina dorsale e alle gambe. Il Signore penserà Lui a risolvere tutto; io mi sono messa completamente nelle sue mani: quello che vuole Lui, come vuole Lui. Solo gli chiedo di darmi tutto ciò che posso sopportare da sola, senza dare troppo fastidio a chi mi sta vicino. Soffro e a volte piango, non per il dolore, che pure è forte, ma perché mi sembra di non saper of frire. Nei momenti di calma sono più serena e mi ricordo che tutto quello che sto passando io l’ho chiesto al Signore: sofferenze, incomprensioni, non essere calcolata, non essere amata, anche dalle persone che mi stanno vicino. Allora abbasso la testa e dico: “Signore, hanno ragione loro; io te l’ho chiesto. Debbo ringraziare e pregare ancora di più per loro che mi danno l’occasione di ripetere: “Grazie, Gesù, Grazie, Maria”. Debbo trovare sempre la forza di sorridere, pregare e ringraziare. Se ricevo lodi e ringraziamenti per quello che faccio, avrei ricevuto la ricompensa su questa terra e non avrei nulla per il cielo. Aiutami: voglio pensare solo alla vita che mi aspetta e dimenticare completamente le cose di questo mondo. Debbo amare ciò che il Signore ci ha comandato e desiderare ciò che ci ha promesso: il resto non conta nulla, è solo polvere. Cercherò con tutte le mie forze di raggiungere questo ideale. Pregare, pregare, pregare 24 ore su 24 ore, con la mente sempre rivolta al Signore. Voglio salvarmi e salvare. Umiltà e amore con tutti; chiudere gli occhi alle contrarietà, essere il riflesso vivo di Gesù Crocifisso, cioè guardare tutto e tutti con i suoi occhi, vedere tutto ciò che è bello nell’anima del mio prossimo: guardare tutti con amore, parlare con amore, avere per tutti una parola di conforto di amore. Se non potrò mostrare il mio amore con le azioni e con le parole, perché non ne sono capace, potrò fare tutto almeno con l’amore, con un sorriso, con la preghiera. Lo scopo della mia vita: vedere tutti salvi in paradiso”. Orlanda Castignani Colt.mgrazia@libero.it


LE RADICI E LE ALI DELLA SPERANZA

7 Manuela e Fabio

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ensavo e ripensavo al tema dell’indissolubilità del matrimonio cristiano, e a come proporre il tema al corso dei fidanzati della nostra parrocchia di Avigliano Umbro. Poi piano piano, attraverso la preghiera e il dialogo con mio marito Fabio è venuta l’idea . “L’aquilone sì!!” ho pensato. Da bambina ne costruivo di belli e che voli!!!!. Guardate il disegno che ho realizzato al computer. La struttura centrale è costituita da una croce dove il punto di congiunzione tra i coniugi è Gesù. Con Lui, e cioè con la Messa e la confessione, con i sacramenti e con l’esempio di Maria ss. ma, che è rappresentata dalla vela azzurra dell’aquilone e dalla M disegnata sopra, possiamo costruire l’intelaiatura esterna, crescere nelle virtù. Ma tutto questo può avvenire solo se l’aquilone della chiesa domestica è unito alla corda tenuta dalla mano di Dio, che è la Chiesa universale. Provate a sciogliere il fiocco che tiene unito l’aquilone alla corda. Al primo vento forte l’aquilone o si schianta o si impiglia da qualche parte e li rimane. Non c’è più Gesù in quella realtà familiare, ma un idea personale di Dio. Facile quindi cadere nei tranelli dei maghi, delle sette, dell’individualismo…. L’indissolubilità del matrimonio si costruisce ogni giorno.. Non esistono infatti isole felici, ma con Gesù, riceviamo luce all’intelletto e forza interiore per poter af frontare le tempeste che inevitabilmente arrivano. Con Gesù tutto si può!!. L’amore che governa l’aquilone della chiesa domestica passa attraverso una gerarchia d’amore che

Dio dona per aiutare e sostenere la famiglia. Tutta la Chiesa è una grande famiglia, nella quale d al Papa ai fedeli laici e consacrati l’Amore di Dio procede e si manifesta in una multiforme ricchezza di doni. Il rannodo che vivifica e sostiene tutta la nostra realtà di chiesa domestica è la virtù dell’obbedienza. Con essa ogni cristiano stringe la propria alleanza d’amore (l’arcobaleno) con Gesù. San Cipriano afferma infatti che:” Non può avere Dio per Padre chi rifiuta di avere la Chiesa per Madre.” Noi siamo Chiesa domestica perché abbiamo deciso di tenere le nostre mani unite a quelle di Cristo, attraverso i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione che la Chiesa ci dona, e scaturiti dal sacrificio d’Amore di Cristo. In questo vincolo d’Amore, nella grande famiglia della Chiesa abbiamo sempre ricevuto aiuto e stretto amicizie vere, capaci di

superare i limiti umani di ogni persona. Quanti amici fra i sacerdoti e fra coloro che hanno abbracciato la Vita consacrata!!. Sceglietevi una guida spirituale fra i sacerdoti e lasciatevi condurre nelle altezze dello Spirito; lasciate a Dio il compito di far volare sempre più in alto l’aquilone delle vostre Chiese domestiche!!! Coraggioso è colui che riconoscendo i propri limiti e accettandoli si affida con Amore filiale a coloro che Dio per Amore gli ha posto accanto. L’Eucaristia domenicale e la confessione sono le braccia di Gesù tese verso ogni famiglia. Non c’è libertà senza le ali della Verità che è Cristo!!!!. Il Vangelo è la luce che dà sapore alla nostra vita, e ci insegna a leggere ogni evento con fiducia e speranza. Nei documenti del Magistero della Chiesa e nel Catechismo della Chiesa Cattolica ci viene consegnato da Dio il bauletto, il deposito della nostra fede di cristiani, nella sua attuazione pratica. Lasciamo condurre a Dio l’aquilone della famiglia: è più entusiasmante, gioioso, ci fa crescere come uomini e donne responsabili e amanti della vita. L’altro pezzo della nostra famiglia è in Africa: il piccolo Ronaldino con il suo papà e la nonna. Quanti bimbi ci sono senza mamme o con famiglie in dif ficoltà, aiutateli, sono nostri fratelli e figli: il volto umano di Gesù nel mondo.!! Allora che ne dite ? questo Volto lo volete scoprire?. La Speranza è il Volto di Gesù. Buon volo con il Risorto ….. nella Chiesa!!!.


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AMICI AGGREGATI di P. Alberto Pierangioli

Una giovanissima si fa da tramite della mamma e approfitta delle catechesi Carissimo padre, ho ricevuto con molta gioia le due catechesi, ricche di insegnamenti e consigli. Voglio affidarmi realmente alla fede nel Signore, poiché Lui può dare conforto anche nei momenti più dif ficili, oltre ad una rinnovata fiducia verso la vita. Pregherò sempre. Sono contenta che preghi per noi, ne abbiamo bisogno. Anche noi preghiamo per te nelle nostre preghiere. Sono molto contenta per i tuoi 60 anni di sacerdozio; sarai stato e sarai sempre un aiuto e una guida per molti come lo sei per noi della Sardegna. Si, sarei davvero felice che il mio messaggio, pubblicato, possa aiutare altri giovani. So, infatti, che anche altri giovani affrontano delusioni o dif ficoltà, ma la luce del Signore può illuminare il loro cammino e risollevarli da tutte le difficoltà. Ho letto con grande attenzione e gioia le catechesi, ne sono rimasta molto colpita e ho reso partecipe anche mia madre di questa esperienza. Mi hanno dato un senso di pace e di maggiore tranquillità; avevo delle insicurezze e dei dubbi, ma leggendo ho trovato alcune risposte. Le catechesi mi hanno portato ad una riflessione, che dovrò completare in questi giorni. Non sempre mi è capitato di riflettere su qualcosa di tale importanza, e per me è davvero speciale avere tale possibilità. Non ho pensato molto all’importanza della comunità e dell’aiuto reciproco, infatti tendo spesso a isolarmi anche se ho bisogno, come tutti, nei momenti delle difficoltà, di un consiglio, di un aiuto. Soprattutto in questo momento ho bisogno di affidarmi maggiormente alla fede, poiché sto attraversando un momento difficile. Ti ringrazio molto. Paola Deroma

di cambiarlo. Senza l’aiuto dello Spirito Santo non ci sarei mai riuscita… Ancora oggi, a causa del mio carattere ansioso, mi capita alle volte di farmi prendere dall’agitazione per il futuro, di volerlo programmare e determinare; il non completo controllo su tutto certe volte mi spaventa, ma quando riesco a lasciare con fiducia tutto nelle mani del Signore, sono più felice e serena. Questa capacità che ho chiesto e sto acquisendo è un mio modo di sacrificarmi al Signore. Tutto questo tentare di vivere seguendo solo il Suo disegno, godendo solo di ciò che Lui ci dona, non desiderando altro che fare ciò che Lui vuole, non solo è importante per me, per il mio cammino spirituale, ma mi è utile anche per testimoniare la mia fede ai fratelli, per non essere di cattivo esempio. Barbara Baffico

Un diacono permanente da Volla NA Carissimo padre, è straordinario quello che tu fai per noi; ti ricordi di portarci sull’altare di Cristo, inserendoci nel Calice con i tuoi confratelli, uniti al sangue di Cristo, per la reden-

zione nostra e di tutta l’umanità. “Che cosa renderò al Signore per il bene che mi ha fatto?”. Noi con grande stupore ogni gior no sperimentiamo la Sua misericordia; sperimentiamo con forza la potenza della Sua ombra. Mio figlio Don Pasquale ha concluso gli esami per la licenza in teologia pastorale, per i giovani. Lui è incardinato nella Diocesi del Cairo,(Egitto) essendo stato ordinato per il rito copto in “Fidei Donum”; poi il nuovo Patriarca lo ha mandato a Roma, per la specializzazione, entro maggio dovrà discutere la tesi e poi ritornare al Cairo. Ti invio una foto scattata proprio in questi giorni, quando il nuovo Patriarca della Chiesa Coopta è venuto a Roma e ha celebrato una solenne liturgia in segno di comunione col Papa. Grazie ancora per le catechesi, utilissime per gli incontri col gruppo che ho avviato anni fa. Spero di vedere Riccardo in primavera, se Dio vuole faremo una visita a Roccaraso, per partecipare con lui ad un incontro con il suo gruppo degli AGC. Grazie per avermi reso partecipe del programma degli AGC. Don Antonio Piccolo, diacono p.

Riflessione sulla meditazione n. 4: Il sacrificio di Isacco In passato l’idea di “dipendere” dal disegno di Dio su di me mi era quasi intollerabile. Pian piano, crescendo nella conoscenza e nella fiducia dell’Amore di Dio, quel mio sentimento e atteggiamento ho cercato

Festa messa della Passione, benedizione delle Croci. Presiede P. Francesco Di Feliciantonio: chiesa di S. Gabriele a Civitanova M. 28-02-2014


PEREGRINATIO CRUCIS 2014 Giulianova Ogni anno iniziamo la Peregrinatio da Lina, prima responsabile della Peregrinatio a Giulianova, ora anziana e bloccata a casa. Ci accoglie a braccia aperte, si commuove e prega con noi, piena di fede e di amore. Poi andiamo da Lorella, una giovane mamma crocifissa da una caduta, vive da più di un anno tra ospedale e carrozzina. Ci accoglie facendo coraggio a noi e ci rassicura: “Io sto bene, Gesù mi aiuta e San Gabriele prega per me”. Bassan Teresa, una nuova iscritta agli Amici, ci accoglie dicendo: “V i benedico e ringrazio Dio, perchè da quando vi ho conosciuti la mia vita è cambiata. Ho ritrovato la speranza, ritrovando Gesù Crocifisso, ora voglio dare speranza

Peregrinatio da Lina tutti quelli che incontrerò. Guardando Gesù in Croce a casa mia, penso a quanto mi ha amata e ha sof ferto per me. Con le amiche qui presenti abbiamo non solo pregato ma anche meditato la Parola di Dio. La croce portata con Gesù non ci fa sentire mai soli”. Di famiglia in famiglia, sembra che noi portiamo qualcosa, mentre riceviamo molto di più. Ci sentiamo presi per mano da Gesù che ci guida e bussa alle porte di tante famiglie. Teresa Casaccia

Sulmona Il nostro parroco e assistente don Carmine ha proposto di portare la croce soprattutto a casa dei malati della parrocchia che ne fanno richiesta. Guidati da lui, in ogni casa meditiamo i misteri dolorosi del Rosario o

Baciando il Crocifisso mi hanno ringraziata commossi, certi che il Signore non sarà più assente nel loro cuore e riprenderanno la partecipazione ai Sacramenti. Olga Orlando

Peregrinatio a Volla Napoli Caro padre ti comunico le cose belle accadute nel nostro gruppo. Non avevamo un buon Crocifisso per la Peregrinatio Crucis; ne parlai con Riccardo di Roccaraso, che ce l’ha provveduta. In una famiglia il Crocifisso è rimasto tre giorni; lì c’era una ragazza avversa alla Chiesa; la invitai a partecipare alle celebrazione, ma per due giorni rimase

Alessandro e Chiara fanno la guardia davanti a Gesù Crocifisso un episodio della Passione di Gesù e concludiamo l’incontro con la Promessa di Amore. Al termine, diamo alla famiglia che ci ospita qualche informazione sui Passionisti e sugli AGC. I malati vivono tutti i giorni la passione di Gesù; in questa quaresima, essere vicino a loro, è come accompagnare Gesù sulla via del Calvario. Ho avuto il Crocifisso in casa mia e l’ho accettato con gioia. A casa nessuno sapeva che io sarei tornata con questo dono e quando mi hanno vista i miei figli mi hanno chiesto: “Ora che facciamo?”. Ho spiegato loro che per noi era una grazia stare vicino a Gesù e pensare a quanto ha sof ferto per noi. Abbiamo sistemato la croce su un piccolo altare con una statua della Madonna e tre angioletti ai piedi della croce. Nel tempo che il Crocifisso è rimasto con noi, ho avuto occasione per parlare ai miei figli Alessandro e Chiara della Passione di Gesù. Poi abbiamo portato il Crocifisso a casa di Cinzia, che aveva Simona malata. Eravamo tristi per il distacco, ma pensando a Simona, abbiamo avuto la forza per lasciare Gesù Crocifisso alla piccola malata. Francesca Marinucci

San Nicolò, Sant’Atto Questa Peregrinatio Crucis è stata piena di buone sorprese. Guardando i volti commossi delle persone presenti alla celebrazione, si capisce che la fede assopita riaffiora nei cuori. Mi ha colpito molto l’atteggiamento di una famiglia che a fatica aveva accettato il Crocifisso, ma poi al termine della celebrazione i componenti della stessa sono scoppiati in pianto e mi hanno manifestato il dispiacere per la fine dell’incontro e sono ansiosi di ripetere l’esperienza.

Il diacono Don Antonio guida la peregrinatio a Volla (NA) chiusa nella sua camera; il terzo gior no, con grande sorpresa di tutti, partecipò all’incontro. Io guidavo il Rosario e poi iniziai una catechesi sulle sette Parole di Gesù in croce. Quando parlai del Signore che af fida Sua Madre a Giovanni, non ricordo quello che il Signore mi suggerì per questa ragazza, ma vidi che il suo volto divenne sereno, disteso; alla fine pregò per la sua famiglia, dalla quale si era allontanata. Partecipò poi con tutto il gruppo al trasferimento della Croce fatto in processione per le strade del quartiere. Ora partecipa alla Messa domenicale, ogni sera recita le preghiere con la nonna, con la quale vive. Abbiamo avuto molti altri segni di persone lontane che sono ritornate a Messa la domenica. Lodiamo il Signore. Antonio Piccolo, diacono

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PEREGRINATIO CRUCIS 2014 Fossacesia Finalmente anche noi iniziamo la Peregrinatio Crucis, guidata da Padre Marcello, per avvicinare altri cuori a Gesù Crocifisso. La prima tappa, delle sei previste, si è svolta a casa mia. Abbiamo accolto il Crocifisso con una trentina di persone tra familiari, parenti e amici. Con fede abbiamo recitato il rosario e meditata la Via Crucis di San Paolo della Croce usata da Paolo VI al Colosseo nel 1975. Alla fine Padre Marcello ha indicato un impegno pratico da prendere per questa quaresima. Paola De Simone

sono luminosi, come sono splendide le loro accorate esternazioni di lode. Ognuno di noi può testimoniare la bellezza di questo straordinario cammino che è la Peregrinatio Crucis. Sono loro, gli “infermi”, che hanno l’ultima Parola di evangelizzazione con la loro testimonianza di vita. Prudenza Fallacara

Morrovalle

Cipolletti Laura

Roccaraso Il Crocifisso continua la sua Peregrinatio nelle case ed hotel. Accolto con fede da tutti. Riporto alcune parole sgorgate dai cuori. Bice di Battista: “Guardo il Crocifisso e mi viene da piangere. Guardo i chiodi che lo tengono inchiodato al legno e li sento come tanti pungoli di dolore nel mio cuore”. Luigina del Castello: “Caro Gesù, non sono degna di riceverti a casa mia, ma ho bisogno di avere da Te le benedizioni necessarie per me e la mia famiglia, per vivere nella fede e nella pace”. Emilia, Hotel da Remo: “Caro Gesù, finalmente sei nella nostra casa, dove potrò stare in silenzio dinanzi a te, per pregarti ed adorarti senza che alcuno mi disturbi. Sono certa di ricevere da Te tanto Amore. Grazie Gesù”. Parole semplici, ma scaturite dai cuori. In ogni stazione abbiamo approfondito una catechesi sulla fede. Rucci Riccardo

Abbiamo portato il Crocifisso in casa di un mio familiare. Eravamo una decina di persone. Dopo l’intronizzazione del Crocifisso, abbiamo svolto la “Via Crucis della famiglia”, molto appropriata per le persone presenti, tutte molto impegnate nel lavoro e attività varie, quindi con poco tempo per riflettere e pregare seriamente. Per di più ricorreva il 25° di matrimonio di una coppia. Quale occasione migliore per riflettere sulla famiglia cristiana? Tutti sono La Fraternità di Fossacesia, rimasti coinvolti da questa con P. Marcello, inizia la peregrinatio preghiera ed hanno partecipato con Da Bari commozione. Abbiamo concluLa nostra Peregrinatio Crucis, dal so l’incontro con Mercoledì delle Ceneri si svolge presla “Promessa di so fratelli infermi, nei paesi limitrofi a amore a Gesù Bari, con collaboratori in ogni paese: Crocifisso”. Mi Annarita Parisi per Bitonto, Mariella ha colpito molto Esempiobuono per Rutigliano, vedere uno dei Mariella Pirro per Bari, Giovanna giovani presenti Borracci per Noicattaro, accompapregare con noi gnando tutto con l’evangelizzazione, con attenzione, per mezzo della Parola che trasforma, senza l’insoffenutre e vivifica. Ognuno di noi porta renza di molti giocon sé emozioni e senso di gratitudine Il parroco Don Ennio benedice il Crocifisso vani in queste nel momento in cui si ritorna dai fradella peregrinatio occasioni. telli per “ritirare” Gesù. I loro volti

Papa Francesco ha proclamato Venerabile la Serva di Dio Maria Maddalena Marcucci, monaca passionista; nata a San Gimignano-Ponte Moriano (Lucca) il 24 -41888 e morta a Madrid (Spagna) il 10-2-1960. Mentre celebriamo il 25° degli AGC, è una grande gioia per noi AGC, apprendere che Madre Maria Maddalena è stata proclamata Venerabile, perché, con i suoi scritti, in particolar e con la sua opera “La Santità è Amore”, è stata l’ispiratrice del nostr o movimento, come abbiamo ricordato a lungo sulla nostra rivista. Ringraziamo il Signor e e pr eghiamo la nuova Venerabile perché animi tutte le nostre Fraternità nel cammino di Santità, che è amor e.


Consacrazioni a Bari: 01-03-2014

Amare e far amare Gesù Crocifisso…” è questa una delle espressioni salienti della Consacrazione degli AGC; “amare”, ecco l’esperienza e la testimonianza di Gesù Signore che la Consacrazione invita a fare proprie nella vita quotidiana familiare, sociale ed ecclesiale; a vivere l’esperienza della Croce come momento in cui posiamo stare sempre alla sua presenza, accogliendo con generosità il suo amore per noi. Da questo amore accolto e co rrisposto nasce il “far amare Gesù Crocifisso”, frutto di un incontro con Cristo che guarisce per rendere autentici discepoli e testimoni. Particolare gioia ha suscitato l’esperienza di Gaetano Bonasia, sposo di Annarita Parisi, giovane vice-responsabile della nostra Fraternità. Il suo cammino alla “scoperta” del Crocifisso ha visto uno sviluppo dell’amore per la Croce lento ma inarrestabile; una bellissima testimonianza della potenza della Croce e del Crocifisso: “O Crux, ave, spes unica”! Il cammino che ha portato alle Consacrazioni del 1° marzo è stato molto intenso ed ha portato ad un “nuovo inizio” per la vita della nostra Fraternità di Bari, un ripartire con la solidità di una Consacrazione preparata con impegno da coloro che l’hanno vissuta e fonte di nuovo slancio per tutti. Il mese di febbraio è stato dedicato alla preparazione immediata alle Consacrazioni. Oltre il ritiro spirituale del 23 febbraio, sono stati molto utili anche alcuni incontri di formazione cristiana con specialisti. L’augurio di divenire ogni giorno sempre più… Amici Gesù Crocifisso a Gaetano Bonasia e Giuseppina Vendola alla loro Prima Consacrazione; a Giovanna Borracci, Filomena Cerini, Emilia Maria Cerini, Mariella Esempiobuono e Nicola Lorenzo Gassi, Concetta Longo, Giovanna Lasorella, Annarita Parisi, Mariella Pirr o e Annamaria Vendola, nel loro rinnovo. Don Giovanni Lorusso, AGC Assist.Sp.

Pensieri dei consacrati Dopo 4 lunghi anni di “lotta personale”, di paura di dire sì a Gesù, ora sono contentissimo di aver detto sì, di accettare la sua croce, non come

La Fraternità di Bari è una fraternità di consacrati

dolore, ma come gioia e amore. Sento nel mio cuore che tanti si ricordano di Lui solo quando hanno problemi e dolore. Invece ho una missione particolare, quella di amare Gesù soprattutto quando c’è positività e non negatività. Gesù va amato non solo nella sof ferenza, ma anche nell’amore e nella gioia. In fondo amare Gesù è un sentimento profondo, vero, ma soprattutto “libero”. Scegliere la Famiglia Passionista, è stato fondamentale, perché ho imparato cose che non conoscevo: la preghiera e l’amore di Dio, perché Lui è sempre in mezzo a noi. Gaetano Bonasia Chiedo di rinnovare la mia consacrazione a Gesù Crocifisso. In questo cammino passionista, ho conosciuto più a fondo l’amore di Dio ed è solo stando crocifissa con Lui, distaccandomi da tutto, ho assaporato in pieno il suo amore, la gioia che provo nel mio cuore e la forza che mi da nei momenti difficili. Solo stando con Lui vedi la vera luce. Amo molto la spiritualità passionista e desidero ardentemente rinnovare la mia consacrazione. Filomena Cerini Quando sono entrata a far parte della grande famiglia passionista, ero

triste e sola. Una parte di me stessa non c’era più, mio marito era volato in cielo da Gesù. Pur accettando la volontà di Dio per la mia vedovanza, ero triste, mi mancava l’altra parte di me stessa che m’integrava e mi rendeva felice. Ero piena di paura per ogni cosa. Non era facile combattere con la solitudine, anche alla presenza di figli, non avevo più grinta per continuare ad andare avanti. Poi pian, piano mi sono inserita in questa fraternità: gli incontri di preghiera, le catechesi mi davano sempre più forza per affrontare la vita. Dio è nel mio cuore, mi sorregge in ogni momento. Basta invocarlo, lodarlo, ringraziarlo, dialogare con Lui che incominci a sentire una grande pace. La riflessione, la preghiera, la meditazione riempiono il mio cuore, mi sento rinfrancata, amata e percepisco gioia e amore incontenibili e un raccoglimento che rimane, anche dopo la preghiera. E’ così bello stare con Lui, anche se rimangono i miei limiti. Chiedo a Gesù di farmi capire quando sbaglio, perché voglio essere sempre più vicina al suo cuore. Le sofferenze si af frontano meglio se c’è Lui che ci sorregge e ci dà la forza. Concetta Longo

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PASSIONISTI CHIESA E SOCIETÀ ***

PASSIONISTI

CHIESA

SOCIETÀ

Il P. generale passionista sotto i ferri Dal Segretario generale abbiamo ricevuto “Giovedì 3 Aprile il P . Joachim è stato sottoposto a intervento chirurgico di bypass al cuor e. A circa quattro giorni dall’intervento chirurgico, è migliorato di molto. Ora può stare seduto a letto, ha molta più energia e può conversare molto più liberamente. P. Joachim pr obabilmente farà ritorno ai SS. Giovanni e Paolo poco dopo Pasqua.” Gli A.G.C. fanno i migliori auguri al Padre per un a rapido ristabilimento al servizio della famiglia passionista.

Assemblea Straordinaria Piet Dall’’12 al 13 marzo a S. Gabriele si è tenuta l’Assemblea straordinaria dei religiosi Piet “per confrontarci – come diceva la lettera di indizione – sulla legislazione della nuova pr ovincia CEB”. Hanno partecipato circa 50 religiosi che hanno pregato e si sono interrogato sul loro prossimo futuro che prevede la riunione delle province italiane più altre realtà in un’unica confederazione.

La partecipazione di un Passionista nella Maratona di Roma Il 23 marzo 2014 - P. Dominic Jeon Jin, C.P. (MACOR) dalla Corea del Sud h partecipato alla maratona di Roma. E’ arrivato al traguardo. L’importante, nella vita come nello sport, è partecipare.

loro missione pastorale, che è quella di assistere «spiritualmente» gli uomini e le donne che servono lo Stato in armi.

Sacerdote ucciso in Siria Il sacerdote olandese, il gesuita Frans Van der Lugt, in Siria dal 1964, è stato ucciso da uomini armati. Era l’ultimo religioso rimasto ad Homs. Il religioso, che risiedeva in una delle zone assediate più a rischio, aveva rifiutato di lasciare il quartiere per essere accanto alla popolazione locale. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha detto che “muore così un uomo di pace. Dove il popolo muore muoiono con lui anche i suoi fedeli pastori.

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014 saranno canonizzati da Papa Francesco. Lo ha annunciato lo stesso Bergoglio nel suo primo concistoro con i cardinali presenti a Roma. Nella stessa occasione, quasi otto mesi fa, Benedetto XVI aveva annunciato al mondo la sua intenzione di rinunciare al pontificato. La data scelta dal Papa argentino per elevare agli onori degli altari i suoi due predecessori non è casuale. Il 27 aprile del prossimo anno, infatti, la Chiesa celebrerà la festa della divina misericordia istituita proprio da Giovanni Paolo.

Addio stipendi e pensioni ai cappellani militari “Costano troppo”. La Santa Sede disponibile all’accordo. Grazie anche al nuovo corso francescano della Chiesa, si sente aria nuova anche all’ordinariato militare. L’arcivescovo Santo Marcianò, giunto al vertice dell’ordinariato nell’ottobre 2013, ha fatto capire, nei colloqui con il ministero della Difesa, che i cappellani potrebbero anche rinunciare ai gradi. Purché sia garantita l’essenza della

Anniversario genocidio in Ruanda “Ricordare, unire, rinnovare”: è fatto di tre parole il manifesto delle commemorazioni delle vittime del genocidio che nel 1994 in Ruanda fece quasi un milione di morti. Le cerimonie andranno avanti per cento giorni, a ricordare i cento giorni che vent’anni fa, tra aprile e luglio, scatenarono un’orgia di sangue e di atrocità nella sostanziale indifferenza della comunità interna. Papa Francesco ha espresso la propria vicinanza al popolo rwandese, incoraggiandolo a continuare il processo di riconciliazione e di ricostruzione, spirituale e sociale, del paese.

Auto Negli Stati Uniti la Mazda ha un problema con la natura: la casa automobilistica giapponese dovrà richiamare circa 42mila esemplari della Mazda6 a causa di un ragno. L ’aracnide in questione si chiama Cheiracanzio, noto anche come «il ragno dal sacco giallo» per il suo colore. Attirato dall’odore della benzina, il ragno costruisce il proprio nido nella canalina del sistema di ventilazione di questo modello col rischio di innescare un incendio.

I giovani? “Il quadr o è meno fosco di quanto non si voglia far credere” Il cardinale Angelo Scola ha sottolineato l’importanza che lavoro e famiglia assumono tra i giovani. Dai dati del Rapporto Giovani dell’istituto Toniolo “emerge con forza l’importanza radicale che famiglia e lavoro continuano ad avere tra i nostri giovani. La famiglia è effettivamente per la grande maggioranza dei giovani, un luogo affidabile”.


TESTIMONIANZE

Ernesta Falcetta: una donna di grandissima fede Nonna ci ha lasciato a Macerata il 02 marzo 2014 a 96 anni. Una donna più volte in gravi dif ficoltà nella vita ma con una grande voglia di vivere, di rialzarsi e di amare. Ogni giorno si af fidava alla Fede, alla recita del Rosario, all’Eucaristia. Nell’ultimo periodo, non potendo andare in chiesa, ascoltava la Messa alla televisione o alla radio. Una donna, moglie, madre, nonna, amica e parente fantastica, ironica, simpatica, estroversa, sempre con la risposta pronta e vivace. Ogni giorno ha costruito il suo tassello di vita intensa accompagnata dalla fede e dall’amore, fino all’ultimo momento di vita, quando ci ha abbracciato e si è fatto il

Falcetta Ernesta

segno della croce, per volare poi al cielo. Ricordava a noi parenti gli incontri di preghiere del suo gruppo “Amici di Gesù Crocifisso”, al quale apparteneva da circa 20 anni, come consacrata perpetua, sempre fedele agli incontri della sua Fraternità di Macerata, ai ritiri mensili a Morrovalle, agli esercizi spirituali al

santuario di San Gabriele. Aveva chiesto ogni giorno al Signore una morte serena, senza aiuto di medici, ma solo con l’amore e le cure dei suoi cari; e soprattutto affidandosi alla Fede, che viveva quotidianamente attraverso l’ascolto di Radio Maria, la lettura di libri e riviste religiose, in particolare gli Amici di Gesù Crocifisso. Il Signore ha ascoltato le sue richieste e teneramente la fatta salire al cielo, dopo averci abbracciato e fatto il segno della croce. Roberta Falcetta

Il frutto di un cammino di fede Le fede è la cosa più importante nella nostra vita; senza la fede non siamo nessuno. Ho riflettuto sul pensiero del papa: “Chi crede vede”. Credendo non vediamo subito, ma poi pian piano la fede ci illumina e ci fa vedere. Ringrazio il Signore che mi fa sempre ricominciare e andare avanti. Grazie a Dio, non so più che cosa sia l’odio, le cattiverie. Ho pregato tanto per la pace nella mia famiglia, che si stava sgretolando. Il Signore mi ha ascoltato e abbiamo trascorso l’ultimo Natale insieme nella pace, come non accadeva da tanti anni. E’ stato il frutto del nostro cammino di fede. Apriamo le nostre famiglie all’amore di Gesù e di Maria; trasfor miamo i nostri cuori in una culla per accogliere Gesù con tanto amore e preghiamo per tutti coloro che hanno chiuso il loro cuore a Gesù e Maria. Quando la famiglia è riunita in preghiera, il Signore è in mezzo a loro. Grazie, Gesù, per il dono della fede. Rita Cardinali

Grazie a chi mi ha portato agli AGC Ringrazio il Signore e tutti coloro che in maniera consapevole o meno mi hanno indirizzato verso questo carisma e questa grande e bella famiglia passionista. Compirò questo cammino con entusiasmo e impegno. Il Signore mi ha ridato la possibilità di amarlo e

viverlo in maniera intensa dopo che, anni addietro, ho abbandonato a metà strada il sogno di una consacrazione totale. Tantissimi auguri per i suoi sessant’anni di sacerdozio! Che il Signore Le stia sempre vicino perché Lei possa continuare a lungo questa meravigliosa opera. Vedere un consacrato dopo sessant’anni che ha conservato l’entusiasmo e si dedica tanto e in tante direzioni, infonde coraggio e contagia col desiderio della santità. La ringrazio molto padre caro, per l’accoglienza e per la vicinanza, per il vostro entusiasmo che contagia. Spero che questo cammino insieme porti i suoi frutti. Grazie per l’apprezzamento del mio blog; lo metto a sua disposizione. La gioia che provo per la possibilità di camminare insieme a voi è immensa. Che il Signore benedica sempre lei ed il suo operato. Andreea Chiriches di Cosenza

Amici anche in Friuli Carissimo padre, scrivo per farti sapere quanto Gesù ci è vicino e ascolta i nostri desideri, se conformi ai suoi! Sai che da anni io ero l’unica indegna Passionista laica in Friuli! Da circa tre mesi sono venuta a conoscenza di due signore del posto che sono in contatto con la spiritualità Passionista attraverso le suore di Firenze. Io, tramite il viceparroco della mia parrocchia, le ho conosciute! Il percorso è molto in salita e pieno di ostacoli. Il mio e il loro parroco non accettano gruppi di preghiera e la nostra spiritualità. Noi cercavamo un padre che potesse seguirci ma incontriamo dif ficoltà… Comunque oggi, per la prima volta, ho pregato in chiesa assieme ad una di queste signore seguendo il libro “Voi siete miei amici”. E’ un primo debole passo ma sapere di non essere sola è già una gioia grande. Ti chiedo di inviarmi due copie del nostro libro per pregare poi con loro. Piano, piano le cose vanno avanti, mettiamo tutto ai piedi della Croce e che questa sia per noi sempre fonte di luce e di vita! Cismondi Mariangela Udine

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TESTIMONIANZE

14 Preghiera di un consacrato malato di SLA

amorevoli figli e l’amore della casa, la nostra nipotina Alessia. Ti voglio lodare anche per questo mio male, perché ho avuto così tanto amore da parte di tutti, persino da chi non mi sarei mai aspettato. Spero di poter toccare qualIl primo febbraio, Enzo Ferretti e la che cuore indurito, testimoniando il moglie Enrica, si sono consacrati per mio amore per Te sulla via del sempre all’Amore di Gesù Crocifisso, Calvario. Ora non posso non ricordare nella Messa celebrata nella loro casa da i miei nonni, ma soprattutto i miei genitori, ringraziandoli per l’insegnamento ed i sani valori che mi hanno impresso. Gesù mio, il grazie più grande che Ti rivolgo è per avermi fatto incontrare nella vita la mia amatissima Enrica: insieme abbiamo gioito, insieme abbiamo pianto, ma sempre insieme siamo andati La peregrinatio da Enzo ed Enrica circondati da tanti AGC avanti. Ora più che mai è per me il Cireneo che Tu incontrasti sulla via del Calvario, è la mia voce, le mie P. Alberto, come abbiamo riferito nella mani, i miei piedi, il mio dottore, la precedente rivista. Enzo è malato di mia infermiera, il mio tutto e con lei SLA in una forma molto avanzata. La vorrei arrivare fino alla fine della mia celebrazione è stata animata da Elia con vita. Grazie Signore Gesù”. la tastiera, Laura con la chitarra e con le Ferretti Enzo voci di alcune sorelle. Tanti sono stati gli amici e parenti che si sono uniti a questa celebrazione. Vedere la gioia e la commozione nei loro volti è stato un La Croce, motivo in più per darci forza nel nostro la consacrazione, cammino. Erano presenti molti membri della nostra Fraternità. Quando un grupla preghiera vera po è unito si possono raggiungere molti obiettivi e il risultato è garantito. Per Carissimo padre, le tue parole mi descrivere le emozioni vissute in quel arrivano come la voce stessa di Dio, pomeriggio ci vorrebbero ore, ma nienche comprendendo la mia situazione, te si potrebbe aggiungere dopo aver mi ha già consacrato, proprio come letto la lode di Enzo rivolta a Gesù, traaffermi tu. Comunque, ti sono infinitascritta da Enrica, perché Enzo non può mente grato per la tua disponibilità a più parlare. Riportiamo questa stupenda trovare il modo di poter fare la mia preghiera: è il ringraziamento a Gesù di consacrazione a Gesù Crocifisso qui a Enzo Ferretti, appena ricevuta la Santa Firenze. Comunione. Lode a Te, Signore Gesù. Mi consola una grande realtà: chi Nadia e Laura vive una vita crocifissa si trova già nell’ottica e nella realtà della “Gesù mio…ora sei nel mio cuore Resurrezione. Chi sof fre, offrendo ed io voglio ringraziarti di questo tutto a Dio, è già consacrato e risorto grande dono… Io non posso parlare anche se non ce ne rendiamo conto. ma a Te le parole non servono, perché L’importante è rimanere ancorati alla sai leggere dentro di me. Voglio farmi Croce di Cristo offrendo a Lui, in tutti aiutare da questo mio amico perchè i momenti del giorno e della notte, sé voglio testimoniare quello che provo. stessi e tutta la propria vita. Solo allora Voglio ringraziarti di tutte le gioie che si arriva ad una preghiera-unione che ho vissuto, prima fra tutte questa mia va ben oltre le parole. La preghiera splendida famiglia, mia moglie, due vocale è importante, costituisce il

primo incontro con Dio, ma dopo questo livello si entra in una preghiera di disposizione sempre più profonda con Dio e le parole servono sempre meno, poiché lasciano il posto a livelli di interiorità sempre più profondi. Si tratta di esperienze reali di consapevolezza, di coscienza in cui senti tangibilmente lo Spirito di Dio che è dentro di te, fuori di te, intorno a te. Per esprimersi con parole umane e decisamente limitate, si tratta di un campo vibrazionale, infinito, sottile, forte e delicato al tempo stesso, che ti abbraccia, ti solleva, ti guida, non sai neanche verso dove, quanto, quando e perché. Ma sai che il mistero - razionalmente inconoscibile, - esiste, e con chiarezza di coscienza ti fa attraversare dimensioni dello spirito sempre nuove e diverse. E’ come se si attraversassero varie porte che ti si aprono al momento giusto per farti avanzare nel cammino. Caro padre, io sto vivendo tutto questo: mi sento - non nel senso negativo - fra la vita e la morte. Ma per me questa morte, non è quella che temono la maggior parte della persone; per me è solo una di queste porte (che non è una porta), ma è Cristo stesso che chiama con i suoi tempi e con i suoi modi. Ciò che desidero dirti è che mi sento vivere contemporaneamente sia nell’al di là, che nell’ al di qua. Non fraintendermi. Non c’è niente di patologico in tutto questo. Forse con parole più semplici, il vecchio catechismo insegnava che Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo. Io ho solo cercato di spiegare questa semplicità. Prima ho detto che mi sento fra la vita e la morte, ma più precisamente devo affermare che mi sento fra la vita e la “VITA”. Fabrizio di Firenze

Un grido di amore e speranza da lontano Sono vedova e vivo sola in Australia, ma il mio cuore arde di tanto amore per il mio amato Gesù Crocifisso, vorrei fare tanto per farlo amare da tutti, vorrei essere un’anima riparatrice per fare compagnia al mio Gesù e consolarlo. Caro padre, aiutami a capire che significa essere vittima e come deve essere un’anima riparatrice. Le sof ferenze non mancano mai nella vita e anch’io ho sof ferto molto. Oramai non mi interessa più nulla in questa vita. Voglio vivere di fede e di speranza. Giuseppina Romagnoli


Maria Morlacco (08-01-1918 - 01-02-2014)

M

aria Sordoni, vedova Morlacco, di Civitanova Marche, è stata una delle prime iscritte agli “Amici di Gesù Crocifisso”, consacrata perpetua il 2105-2000, sempre presente agli incontri di Fraternità, ai ritiri mensili, a tutti i corsi di esercizi spirituali. Così la definisce un’Amica responsabile: “Maria era sempre sorridente, aperta al dialogo e al confronto, una persona limpida, molto buona e rispettosa degli altri”. Era soprattutto una donna umile, di grandissima fede e pietà. Aveva le tre figlie sposate in tre regioni diverse. Lei preferiva rimanere sola nella sua casetta, per non lasciare le sue abitudini di preghiera e gli incontri della Fraternità. Quando qualcuna delle figlie se la portava via per qualche settimana, mi avvertiva subito che non sarebbe stata presente all’incontro e telefonava appena era di ritorno. Ha lasciato un grande rimpianto in tutti. Per me come se avessi perso di nuovo una mamma. Alcune testimonianze ce la faranno conoscere meglio. P. Alberto CP

Maria mi ha detto subito di sì. Anche le figlie sono state contente di questa scelta. E’ stato il suo primo atto di generosità nei miei confronti. Pian piano si è creato tra noi un grande legame di affetto tanto da considerarmi una quarta figlia e per me lei era una seconda mamma. La sua vita era scandita dalla preghiera del mattino, l’ora media, il rosario alle ore 18 e la Messa e comunione. Maria era stata maestra elementare; tanti alunni e amiche venivano a trovarla perché era generosa, accogliente e gentile con tutti. Dopo una sua grave caduta, le figlie mi hanno chiesto di occuparmi a tempo pieno di lei. Era stanca per i suoi 96 anni e chiedeva a Gesù di portarla con sé; io le facevo presente che non era giusto, ma lei mi rispondeva: “io glielo chiedo, poi sarà Lui a decidere …..che sia fatta la sua volontà” . Offriva al Signore le sue sofferenze, lo ringraziava per avermi come aiutante e pregava per le sue figlie lontane. Gli ultimi tempi li ha vissuti nella fede e nell’amore per Gesù Crocifisso. Sono stata contenta di averla accudita in vita e anche dopo la morte! Ringrazio Gesù di averla incontrata e per come mi ha tenuto nel suo cuore. Non la dimenticherò mai! Clara Guglielmi

Orgogliosa di appartenere agli Amici

Maria Morlacco

La quarta figlia Ho conosciuto Maria nel 1993 nel gruppo del RNS. e poi negli AGC. In un momento difficile della mia vita, ho avuto bisogno di una casa e mi sono rivolto a Maria, che aveva un appartamento libero vicino al suo.

“Comprendo sempre più che Gesù è la vera luce della nostra vita, allontanando la falsa luce del mondo. Per me è determinante la presenza di Gesù Crocifisso; lo sento vicino e mi dà la forza di sperare nella sua misericordia. Spesso mi domando se merito tanto amore e perdono delle mie debolezze, ma mi riprendo e ho la certezza che Egli mi ama, mi aiuta a vincere le mie paure, la solitudine, il mio silenzio; non mi stanco di ringraziarlo di tanti benefici. Affido tutto alle sue Sante Piaghe, perché guariscano i miei timori e riesco quasi sempre a superarli. Trovo molto conforto nel ripetere la Promessa di Amore e non trascuro la meditazione della Passione, fermandomi di più sulle parole che più utili al mio stato d’animo,concludo ripetendo: “Gesù, ti amo; affido a te la mia vita; sia fatta sempre la tua Volontà”. Gesù è fonte di amore e di speranza. Sono orgogliosa di appartenere agli Amici di Gesù Crocifisso”. Maria Morlacco

Maria Morlacco con il Crocifisso nella sua casa

“Patire, tacere, offrire” “Leggendo le lettere di san Paolo della Croce, mi ha colpito molto questa massima: “Patire e tacer e”. Le sofferenze non mancano mai ed è tanto difficile accettarle con amore. La fede aiuta a of frire le croci al Signore e dà la forza per accettarle. Spesso è difficile “tacere”. A volte vorrei gridare, avere spiegazioni, ma poi penso che è meglio accettare in silenzio le risposte del Signore nella preghiera. Tu, padre, ci hai poi insegnato ad aggiungere ai due verbi “patire e tacere”, anche “offrire”, come Gesù, che, ha accettato in silenzio la sua passione e l’ha of ferta al Padre per noi. Debbo imitare Gesù, avere maggiore pazienza e sperare nella sua misericordia. Ho momenti di scoraggiamento, ma ho anche momenti di pace, in cui riesco a mettere tutto nelle mani di Gesù, certa che Egli mi sta sempre vicino”. “Partecipo con interesse ai ritiri a Morrovalle, facendo parte degli AGC fin dal 1990. Maria Morlacco

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Programma 25° Amici Gesù Crocifisso 6 luglio 2014 Santuario S. Gabriele TE

08,30: 09,15: 10,00:

12,00: 15,30:

Arrivi Lodi nella Cripta, davanti all’urna di San Gabbriele, guidate dal P. Provinciale, P. Piergiorgio Bartoli Nel salone, saluto di Pio Calvarese, presidente degli AGC P. Alberto Pierangioli: breve ricordo della nascita e dei 25 anni di cammino degli Amici di Gesù Crocifisso. Quattro dei primi Amici testimoniano come hanno visto e vissuto questi 25 anni. Solenne concelebrazione nel nuovo santuario Al termine foto ufficiale e poi pranzo al sacco. Nel salone del Santuario: Proiezione di un filmato su San Paolo della Croce.

Al termine, dono a tutti del volume: 25 anni di testimonianze.

CALENDARIO DEGLI AMICI 2014 04 maggio: 11 maggio: 16 maggio: 25 maggio: 08 giugno: 14 giugno: 06 luglio:

Ritiro mensile e consacrazioni a Morrovalle Ritiro e consacrazioni a Fossacesia S. Gemma Galgani, presso monache Passioniste di Loreto, ore 21,00 Ritiro e consacrazioni a Civitanova Marche Ritiro mensile a Morrovalle Ritiro e consacrazioni a Trasacco AQ Giornata di testimonianza e ringraziamento per il 25° AGC a San Gabriele

SOMMARIO 2. P. Luciano Temperilli Fede e il posto della donna nella Chiesa 3. P. Luciano Temperilli Fede è testimoniare con gioia Gesù Cristo 4. P. R. Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù 5 – 6. Coltorti M. Grazia 25 anni di Testimonianza 7. Manuela e Fabio Peraio Le radici e le ali della speranza 8. P. Alberto Amici Aggregati 09-10 Vari Peregrinatio Crucis 11. Vari Consacrazioni a Bari 12. **** Passionisti Chiesa e Società 13. Vari Testimonianze 14. Vari Preghiera di Enzo Ferretti 15. Vari Maria Morlacco 16. Programma 25° Amici di Gesù Crocifisso

Ricordiamo al Signore i nostri defunti Falcetta Ernesta di Macerata, consacrata perpetua 2-3-2014; Foresi Umberto di Morrovalle: 06-04-2014

Maggio-Giugno 2014 – Anno XV n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morr ovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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