rivista Amici n. 3 anno 2013

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Maggio - Giugno 2013 - Anno XIV n. 3

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti. (papa Francesco)


5 – La fede di Maria

2 Maggio 2013

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di P. Alberto Pierangioli

a Vergine Maria realizza nel Figlio dell’Altissimo, il Signor e Dio modo più perfetto l’obbedienza gli darà il tr ono di Davide suo della fede. Accoglie l’annunzio padre, regnerà per sempre sulla dell’angelo Gabriele, credendo che casa di Giacobbe e il suo r egno non “nulla è impossibile a Dio” ed esclaavrà fine”? (Lc 1,33-34). Però Maria ma: “Sono la serva del Signor e, continua a credere. Il Concilio avvenga di me secondo la tua par oVaticano II af ferma che Maria ha la” (Lc, 1,37-38). Queste semplici «progredito» nella fede; ha creduto parole sono state il più grande atto di sempre, fidandosi di Dio. fede nella storia del mondo, come se Maria avesse detto a Dio: «Eccomi, sono un foglio bianco, puoi scriver e La fede e la kenosi di Maria ciò che vuoi” . Giustamente Elisabetta la può salutare così: “Beata te che hai Se tutta la vita di Maria è stata una creduto nell’adempimento delle vita di fede, è nella passione di Gesù parole del Signor e” (Lc 1,45). Per che la fede di Maria raggiunge la vetta. questa fede, tutte le generazioni la chiaL’esperienza della fede è sempre meranno beata (Cf Lc 1,48 - CCC 148). un’esperienza pasquale, perché comLa Chiesa riconosce in Maria la più grande realizzazione della fede (CCC 149). Il Concilio Vaticano II dice che «la beata Vergine, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce in sé e riverbera le grandi realtà della fede» (LG 65). Come madre, protegge la fede dei figli. Sorretta dalla fede, seguì Gesù sulla via del Calvario e presso la croce accettò e of frì la sua morte al Padre; con la luce della fede, credette che egli sarebbe risorto e atteIl sì nella fede di Maria (Beato Angelico) se la venuta dello Spirito Santo. Il primo grande porta un passaggio dalle nostre certezatto di fede di Maria avviene ze umane all’accettazione della volonnell’Annunciazione. Considerato tà di Dio. Credere è morire per vivere. superficialmente, può sembrare a noi È la “morte mistica” per arrivare alla un atto di fede facile e scontato. “divina rinascita”, come dice S. Diventare madre del Messia era il Paolo della Croce: un passaggio che sogno di ogni fanciulla ebrea. Maria se anche Maria ha dovuto fare. Oggi si ne sente indegna, ma accetta, anche se parla molto della kenosi del Figlio di intravede che questa scelta l’avrebbe Dio, partendo da san Paolo: “Gesù, portata fino al Calvario. Sul piano pur essendo Dio,… svuotò se stesso umano, come spiegare a Giuseppe la assumendo una condizione di servo, concezione di Gesù? Maria sapeva che, diventando simile agli uomini… secondo la legge, poteva essere rifiutata umiliò se stesso, facendosi obbedienda Giuseppe e condannata, come adulte fino alla morte e a una morte di tera, alla lapidazione. Tuttavia crede e croce” (Cfr. Fil 2, 6-8). Si può parlare si affida a Dio. La sua vita è stata un anche della kenosi di Maria : anche continuo atto di fede. Sul Calvario, avrà lei, Madre di Dio, si è svuotata, umipensato: liandosi, accettando la sua condizione che fine avevano fatto le assicuradi madre di un crocifisso e di madre zioni dell’angelo: “Il figlio che darai dei crocifissori del suo Figlio. Come alla luce sarà grande e chiamato tutta la vita di Cristo fu croce e marti-

rio, così anche la vita di Maria fu una continua crocifissione. La kenosi di Cristo e di Maria inizia per tutti e due dal fiat di Maria nell’Incarnazione. Il sì della Madre e del Figlio al piano di Dio è l’inizio del loro cammino verso la croce. Maria vive la concezione verginale del Figlio di Dio in intimità di fede e di amore, ma si mette in stato di solitudine dinanzi alla società e di iniziale imbarazzo di fronte a Giuseppe. Maria avrà informato subito il suo fidanzato circa il mistero avvenuto in Lei. Di fronte al timore di Giuseppe, Dio interviene con una speciale annunciazione per lui (Mt 1,18-25), che accetta di essere stato scelto come padre legale del Messia. La visita alla cugina Elisabetta, la nascita di Gesù a Betlemme, la presentazione di Gesù al tempio, l’esilio in Egitto, lo smarrimento di Gesù nel tempio, sono come nuove annunciazioni e tappe nella fede di Maria. Il Calvario è il culmine della fede e della kenosi di Maria. Lei sta accanto alla croce del Figlio, come sua madre, ma soprattutto come coinvolta nel mistero della salvezza (Gv 19 25-27). Vi sta senza parlare. È il silenzio della nuda fede. In questa presenza silenziosa, Maria sperimenta “la più profonda kenosi della fede della storia umana” ha detto il B. Giovanni Paolo II ( Red. Mater 18,3). Il culmine della kenosi del Figlio coincide con il culmine della kenosi della fede della madre. Le parole di Gesù in croce, “Ecco tuo Figlio, Ecco tua madr e”(Gv 19,26-27) sono l’ultima annunciazione a Maria. La prima venne da un angelo, l’ultima dal Figlio. Nella prima accettò di essere madre del Figlio di Dio, nell’ultima accettò di diventare madre di quanti fossero nati da quella morte. Anche noi dobbiamo capire che non ci è possibile dire i nostri “sì” a Dio senza Maria. La fede di Maria ci aiuta a capire l’importanza della fede e della grazia nella nostra vita. Grazia e fede sono i due pilastri della salvezza; come i due piedi per camminare o le due ali per volare. Invochiamo Maria come “Virgo fidelis”, “Vergine della fede, prega per noi”! albertopier@tiscali.it


6 – Vivere la fede: la fede e le oper e Giugno 2013

L’obbedienza della fede Possiamo chiamare «obbedienza della fede» la risposta a Dio da parte dell’uomo che accoglie la parola di Dio e la vive in pieno nella sua vita (ccc 142-144). La fede implica l’obbedienza a Dio, infatti, senza l’obbedienza non può essere unito a Cristo ed essere un membro vivo del suo corpo mistico. San Giacomo ci dice che «La fede senza le opere è morta ” (Gc 2,26)). Abramo e Maria sono considerati i più

di P. Alberto Pierangioli

credente non praticante? Non crede alla rivelazione di Dio, non crede a Cristo che parla nel Vangelo. Crede solo a se stesso, come un superuomo che fa a meno di Dio e decide lui ciò che è bene e ciò che è male, quale pagina di vangelo accogliere e quale rifiutare. L’uomo moderno si basa unicamente sulla scienza e sulla tecnica e con esse fa quello che vuole, fino a costruire anche la bomba atomica, con le conseguenze che conosciamo. Con il potere economico l’uomo trova ricchezza, piacere e potere che però danno una felicità ef fimera e lasciano

AGC celebrano la festa della Passione a Civitanova Marche grandi modelli di fede perché sono stati pronti anche a sacrificare il proprio figlio per obbedire a Dio. Per questa fede Abramo è stato chiamato “padre della fede” e Maria “madre dei cr edenti”. Ma l’esempio più grande di obbedienza nella fede lo ha dato Gesù stesso che fu “obbediente al Padr e fino alla morte di Croce” (Fil 2,8). Benedetto XVI, nella sua lettera apostolica “Porta fidei”, ritiene necessaria una “nuova evangelizzazione della fede”, per vincere le sfide della vita moderna, che ci allontanano da Dio, come l’eclissi del senso di Dio, la secolarizzazione, il r elativismo, la frattura tra Vangelo e vita cristiana.

I “Credenti non praticanti” e i veri credenti Oggi capita spesso di sentire da qualcuno: “Io sono credente, ma non praticante”. Ma a quale Dio crede un

solitudine, angoscia e soprattutto una vita senza senso. I veri credenti sono i santi di ieri e di oggi che hanno accolto Cristo, lo hanno messo al centro della vita e hanno sempre conformato la loro vita alla sua parola, riconoscendolo poi in ogni fratello. Uno di questi grandi è stato il nostro fondatore, san Paolo della Croce. “La fede” era la stella luminosa del suo cammino, “la volontà di Dio” era il centro della sua spiritualità, del suo insegnamento e della sua vita coerente. Dalla meditazione assidua della parola di Dio e della passione di Gesù, aveva appreso a mettere al primo posto la volontà di Dio. Come Gesù, ripeteva continuamente: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compier e la sua opera” (Gv 4,34). Negli eventi contrari esclamava con Gesù: “Così, Padre, è piaciuto a te, così piace anche a me”. Prima di ogni decisione, rifletteva, pregava, si consigliava per conoscere la volontà di Dio. Certo di questa volontà, andava avanti con

forza e nessun ostacolo umano poteva trattenerlo. Questa certezza di fede ha illuminato la sua vita densa di tante opere.

La fede e le opere La fede ci deve portare a una sequela piena e coerente. Scrive Benedetto XVI: “L ’Anno della fede sarà un’occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità. Ricorda san Paolo: “ Ora dunque rimangono queste tr e cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! ” (1Cor 13,13). Con parole ancora più forti, l’apostolo Giacomo af ferma: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le oper e? Quella fede può forse salvarlo? Così la fede se non è seguita dalle oper e, in se stessa è morta” (Gc 2,14-17). La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Molti cristiani dedicano la vita con amore a chi è solo, emar ginato, escluso, come il primo verso cui andare e sostenere, perché proprio in lui si riflette il volto di Cristo. Grazie alla fede possiamo riconoscere nel prossimo il volto del Signore risorto. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete atto a me” (Mt 25,40): queste sue parole sono un invito perenne a ridonare quell’amore con cui Egli si prende cura di noi. La fede ci fa riconoscere Gesù ogni volta che si fa nostro prossimo nel cammino della vita. (Porta Fidei n.14). Il cammino verso una fede più matura richiede di fare nostre - senza interpretazioni di comodo - anche le pagine difficili del Vangelo, cominciando da quelle delle beatitudini, del perdono, dell’amore del prossimo, dell’amore per i nemici. L ’amore vero non solo è frutto della fede, ma aumenta la fede. La Parabola dei talenti completa in modo pieno questo insegnamento del Signore: i doni di Dio vanno fruttificati. (Cfr. Mt 25,14-30). Gesù conclude con queste parole molto chiare: “Non chiunque mi dice: “Signor e, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padr e mio che è nei cieli” . (Mt 7-21): Come dire: “La fede senza le oper e è morta”! albertopier@tiscali.it


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3 - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI GIOVANNI Gesù, davanti a Pilato, rende testimonianza alla verità (18,28-38a)

di P. Roberto CecconiCP

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arissimi Amici, proseguendo il nostro cammino, siamo arrivati al brano in cui Gesù compare davanti a Pilato. Come di consueto, iniziamo la lettura-ascolto del Vangelo. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pr etorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pr etorio, per non contaminarsi e poter mangiar e la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposer o: «Se costui non fosse un malfattor e, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le par ole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pr etorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il r e dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto per ché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei r e?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono r e. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dar e testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

I sommi sacerdoti consegnano Gesù a Pilato Di buon mattino, le autorità giudaiche conducono Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio, la residenza uf ficiale del Prefetto romano. Non vogliono entrare per non contaminarsi e poter così mangiare la Pasqua. La menzione di questa festa ebraica (in cui si celebra la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana) come contesto in cui avviene la Passione di Gesù, fa di quest’ultima l’evento nel quale l’uomo viene af francato dall’oppressione di Satana, il principe di questo mondo che sta per essere gettato fuori (Gv 12,31; 16,1 1). Soffermiamoci un attimo sul fatto che i sommi sacerdoti si guardano bene dall’introdursi nel pretorio. All’epoca di Gesù, le case dei pagani erano considerate come possibile sorgente di contami-

Gli AGC meditano e onorano la Croce di Gesù nazione (cf. Mt 8,8; At 11,3). I responsabili del popolo giudaico, volendo evitare ogni impurità legale, soprattutto in prossimità della Pasqua, evitano di entrare nella residenza di Pilato. Ci troviamo dinanzi ad un esempio di “ironia giovannea”. I sommi sacerdoti, scrupolosi osservanti di norme rituali, non si curano del fatto che conducono alla morte un innocente. Il loro rispetto per la tradizione non è segno di fedeltà a Dio, ma ipocrisia. La doppiezza delle autorità religiose si manifesta anche durante il processo, portato avanti senza una ricerca sincera della giustizia. Le loro parole: «a noi non è consentito mettere a morte nessuno», lasciano intendere che essi hanno già uno scopo da raggiungere e si servono del potere politico solo per conseguirlo. Da segnalare il commento dell’Evangelista: Così si compivano le par ole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Se fosse stato condannato dal sinedrio, Gesù avrebbe subito la lapidazione. Condotto davanti a Pilato, Gesù va invece verso la crocifissione, alla quale aveva già fatto allusione dicendo che sarebbe stato «innalzato da terra» (Gv 12,32; cf. 3,14; 8,28). I sommi sacerdoti credono di avere in mano la situazione, senza rendersi conto invece che stanno conducendo la storia per quella via che Gesù aveva già previsto.

La regalità di Gesù In questa parte del processo emerge il tema della regalità di Gesù. Di essa, innanzitutto, viene rivelata la sua origine soprannaturale: «Il mio regno non è

da questo mondo» . Successivamente Gesù chiarisce in cosa consista la sua regalità: «rendere testimonianza alla verità». In altre parole, il Figlio si è fatto uomo, è venuto nel mondo per far conoscere all’umanità Dio (Gv 1,18; 14,8-9; 17,6) e l’amore infinito che nutre per essa (Gv 3,16). Da ultimo, Gesù afferma: «chiunque è dalla verità ascolta la mia voce», cioè mette in pratica il suo insegnamento. La domanda di Pilato: «Che cos’è la verità» , non mostra di essere una richiesta interessata. Egli infatti non dà a Gesù il tempo di rispondere, perché esce subito dal pretorio per rivolgersi ai Giudei (Gv 18,38b). Il seguito del processo confermerà quanto appena detto sul prefetto romano.

La Buona Notizia In Gesù, l’uomo ha potuto conoscere la carità di Dio. Egli «ha tanto amato il mondo da dar e il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Il “mondo”, rappresentato nel nostro brano dai sommi sacerdoti, con le sue macchinazioni vorrebbe sof focare la verità annunciata e incarnata da Gesù. Si tratta tuttavia di un tentativo velleitario, perché «il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni» (Sal 33,11). Dunque, le trame degli uomini non ostacolano il piano di Dio, che spesso si attua proprio in mezzo ad esse (cf. Gv 11,47-54). robi.cp@libero.it


XX - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci LA SOFFERENZA DELL’AMORE: lo zelo che consuma (1a parte)

di Maria Grazia Coltorti

Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (cf. Le 23, 34)

Espiazione - Quanto più un’anima è santa e perfetta la sua carità, tanto meglio sa notare e distinguere il peccato. Questa sensibilità verso il peccato mortale, con le debite proporzioni, si presenta pure per i difetti e le imperfezioni. Che si noti ciò che vi è di imperfetto nelle persone con le quali viviamo e trattiamo non è contrario alla bontà e santità; perché è proprio dell’amore possedere un “tatto spirituale” che riconosce subito ciò che si oppone all’amore stesso. La carità cerca di attenuare la gravità del difetto, scusando l’intenzione e compatendo il colpevole, come fece Gesù dalla Croce, pregando per i suoi carnefici e scusandoli presso Dio. Comunque Gesù li riconosce colpevoli, difatti implora per essi la misericordia e il perdono. Il Signore trova i puri di cuore capaci di unire la loro voce a quella della Vittima del Calvario, e li chiama ad intercedere ed espiare per i peccati degli altri. Il loro amore si purifica e si perfeziona nel crogiolo delle sofferenze intime causate dalla conoscenza della stessa cattiveria degli altri. La purezza dell’anima e l’intenso amore con cui amano Dio li fa essere sensibili al peccato e ne sentono un tale orrore che provoca loro dolori inspiegabili. L’anima, sapendo che Dio vuole la salvezza dei peccatori e che essa si santifichi, ascoltando il Salvatore implorare il perdono per essi si sente mossa a fare altrettanto. L’amore la spinge a servirsi degli stessi dolori e pene che i peccati le fanno soffrire, per riparare e implorare il perdono ai peccatori, affinché sovrabbondi la grazia proprio là dove abbonda l’iniquità. Per la gloria di Dio - Dove c’è il peccato non c’è amore: “Chi commette il peccato, viene dal diavolo” (cf. 1 Gv 3, 8). Dove ci sono difetti e imperfezioni c’è sempre diminuzione di amore. Il “tatto spirituale”, proprio dell’amore, è per l’anima che ama una delle cause principali delle sue sof ferenze. Chi non ha provato la pena causata dal vedere un padre, o un fratello o qualunque persona amata, essere causa, per i suoi peccati, di tanta amarezza per il Cuore di Dio, e di mali infiniti per le loro anime? Ma è certo che ciascuno prova questa pena con maggiore o minore intensità, secondo il grado di carità che possiede. E que-

Ezio, un “crocifisso” con Gesù, ringrazia il Signore per la sua croce, che gli ha accresciuto la fede sto si capisce bene perché non sono le anime a sentire così ma Dio che in esse dimora. Dio ci fa capire e sentire il peccato in questo modo, anche se la creatura mai potrà giungere a comprendere in tutta l’estensione la sua orribile malizia. Il peccato toglie, in certo modo, a Dio l’impero assoluto che ha sulle sue creature. Lo trattiene e gli rende impossibile operare nell’anima. Questi tristi effetti li produce non solo il peccato mortale, ma in propor zione anche qualunque colpa avvertita, per leggera che possa sembrare. Sentire con Cristo Gesù Se ci fosse concesso di penetrare nell’intimo di Gesù quando sulla Croce disse: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” (cf. Le 23, 34), potremmo capire l’intensità della sofferenza che l’offesa di Dio, il peccato e tutto ciò che si oppone alla sua giustizia e santità, genera in colui che ama. Erano passate poche ore dal momento in cui il Salvatore aveva elevato al Padre la preghiera, tenera e commovente: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi...Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato...Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità” (cf. Gv 17, 11.21.23). L’uomo, proprio nello stesso momento, con inaudita ingratitudine, si allontana e così, lo sforzo supremo che Dio fa per dare all’uomo l’abbraccio paterno in segno dell’amo-

re più tenero, è reso vano! Ma l’amore trionfa ugualmente e con quanta gloria! Scusa il colpevole e, nel momento del dolore, chiede per lui perdono e grazia. Ma chi potrà dirci quanto intensa sia la sofferenza di quel Cuore che così profondamente ama l’uomo, durante la preghiera che eleva per lui? La colpa commessa era così grande che nessuno avrebbe potuto meritare il perdono, e nessuno avrebbe potuto osare chiederlo, se non lo stesso Redentore, proprio quando offriva la sua preziosa vita per riscattare l’uomo dal peccato. Gesù sapeva tutto questo e, pur prevedendo che per tanti sarebbe stato inutile, rivolse la sua supplica al Padre per quelli che, incoraggiati dalla sua preghiera, avrebbero un giorno sperato di ottenere il perdono dei peccati. Fu questa intima sof ferenza dell’anima che fece dire a Paolo Apostolo: “Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anatema, per la salvezza dei miei fratelli” (cf. Rm 9, 2-3). Queste sofferenze sono state a volte tanto grandi in alcune anime sante che, ad imitazione di Gesù nell’Orto degli Ulivi, le hanno fatte agonizzare, patire dolori di morte, fino a sudare sangue, come successe varie volte a S. Gemma Galgani. Lo dichiarò lei stessa a chi le chiese il motivo di quello strano sudore: “E’ stato - rispose - per la grande sofferenza che ha provato il mio cuore al sentir bestemmiare”. Colt.mgrazia@libero.it

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L’ANNO DELLA FEDE: I testimoni

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SANDRA SABATTINI

di Manuela Peraio

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andra Sabattini nasce il 19 agosto 1961 nell’Ospedale di Riccione. La sua è una famiglia profondamente cristiana. Sandra è vivace e intelligente. Già a 10 anni inizia a scrivere un diario: «La vita vissuta senza Dio è un passatempo, noioso o divertente, con cui giocare in attesa della morte». Nell’adolescenza risolve tutti i suoi problemi facendo una scelta di fondo: « Cosa voglio dalla mia vita? Ovvero cosa vuoi T u dalla mia vita? Per ora posso dire solo questo: scelgo T e. ».Partecipa a tutte le attività del gruppo parrocchiale. A 12 anni, conosce don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Questo segna il cammino della sua vocazione e della sua spiritualità: seguire Gesù povero e servo, condividendo la vita degli ultimi. Partecipa ad un corso di formazione per adolescenti della Comunità ed ha un primo reale contatto con giovani disabili. Tornata a casa af ferma con decisione: «Quella gente io non l’abbandonerò mai». Sandra inizia così un serio cammino di ascesi, scavando in se stessa per eliminare difetti e limiti. «Signore sento che Tu mi stai dando una mano per avvicinarmi a Te; mi dai la forza per fare un passo in avanti. Accettarti io vorrei, prima però devo sconfiggere me stessa. Dio, mi sai accettare così come sono, piena di limiti, paure, speranze?». Nel periodo liceale, prenderà il diploma di maturità scientifica al Liceo di Rimini nel 1980. All’Università sceglie la facoltà di medicina, dopo aver verificato nella sua vocazione che quella era la modalità voluta per lei dal Signore, per seguire Lui e condividere la vita degli ultimi Tutto il tempo libero dagli studi è per i giovani ospiti di due Comunità terapeutiche di recupero. Anche le vacanze estive. Nel 1982 e nel 1983 passa tutta l’estate nelle Comunità di Igea Marina e di Trarivi, come Responsabile, condividendo la vita e il lavoro dei tossicodipendenti. I giovani si sentono amati di un amore puro e disinteressato e pian piano recuperano il senso della loro vita, perché l’amore di Sandra per il Signore si riflette in tutti coloro che vengono a contatto con lei: la sua persona emanava una gioia che portava a Gesù. Sandra ha i poveri nel cuore. Si sente toccata dalla beatitudine: «Beati i poveri, perché di essi è il Re gno dei Cieli». Ma questo amore per i poveri ha una profonda radice di fede. «Povertà è amore verso Gesù povero» e avverte che «non è sufficiente fare il

voto di povertà per essere veramente poveri». Sceglieva liberamente di vivere come i poveri. Non amava comprarsi vestiti nuovi, ma adattava per sé indumenti vecchi che trovava in casa. L’amore ai poveri era per lei una forza irresistibile: non poteva concedersi soste. Per la sua forte carica comunicativa, veniva invitata a tenere conferenze o a guidare incontri; ma più che con le parole Sandra convinceva col suo entusiasmo e per la testimonianza della sua vita. Le piaceva vivere in silenzio il suo rapporto con Dio, perciò si alzava presto di buon mattino, in meditazione al buio davanti al Santissimo «La verità è che dobbiamo imparare nella fede l’attesa di Dio, e questo non è un piccolo sforzo come atteggiamento dell’anima. Questo attender e, questo non pr eparare i piani, questo scrutare il cielo, questo far e silenzio è la cosa più interessante che compete a noi. Poi verrà anche l’ora della chiamata. La carità è la sintesi della contemplazione e dell’azione, è il punto di sutura tra il cielo e la terra, tra l’uomo e Dio». Nel suo rapporto con gli altri cerca sempre trasparenza e purezza . «Aiutami ad essere sincera, pura di cuore con i miei fratelli che condividono qui con me la vita. Devo essere pura dentro di me nel vivere questa esperienza perché, se no, rischio di boicottare anche le scelte già fatte. Essere pura vuol dire richiamarmi sempre che le cose le faccio per gli altri e quindi per Te.” In Comunità conosce un giovane, Guido, che ha i suoi stessi ideali e col quale condivide il lavoro verso gli ultimi; nasce una reciproca simpatia.

Scrive nel suo diario: «Quel sentimento sta diventando qualcosa di sempre più certo e rassicurante. Grazie, Signore». Il giorno del suo compleanno, 19 agosto 1982, scrive nel suo diario: «Potessero le mie ore essere una lode continua a Te. Ma come ringraziarT i se la voce con cui cantarT i non è mia, ma è un tuo dono, e così gli occhi con cui stupirmi e tutto il mio essere che tenta di innalzarsi a T e? Signore non posso che vederli come un miracolo gli anni di vita che mi hai dato finora. Grazie perché nonostante i miei limiti hai avuto pazienza di starmi vicino. Aiutami a fidarmi di Te, aiutami a non voler capire a tutti i costi quello che mi chiedi, perché questa è la mia superbia. voler misurarTi coi miei pensieri». Il 29 aprile 1984 si teneva a Igea Marina un incontro di tutta la Comunità Papa Giovanni. Sandra vi si reca in macchina assieme a Guido e un altro giovane. Appena scesa dalla macchina, in attesa di attraversare la strada, viene investita da una macchina pirata proveniente da senso contrario. Sandra viene colpita mortalmente alla testa: viene portata d’ur genza all’Ospedale S. Orsola di Bologna, dove muore, senza riprendere conoscenza, il 2 maggio 1984. Il funerale si tiene nella Chiesa di San Girolamo il 4 maggio 1984. Sandra viene sepolta in terra per sua espressa vo lontà, nel cimitero di S. Andrea in Casale. La pubblicazione del suo Diario ( Diario di Sandra, a cura di don Oreste Benzi, Ed. Ancora, 2003), ne ha portato la conoscenza in tutta Italia.. Dopo la sua morte molti hanno cominciato a pregarla e ad invocarla: molti giovani devono a lei la scoperta dei valori cristiani e del servizio ai poveri.


L’ANNO DELLA FEDE:

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La Vergine Maria modello del credente di Manuela Peraio

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l Catechismo della Chiesa cattolica afferma: “1814. La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la santa Chiesa ci propone da credere, perché egli è la stessa verità. Con la fede “l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente”(Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum,5). Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio. Il giusto vivrà mediante la fede (Rm 1,17). la fede viva opera per mezzo della carità(Gal 5,6)”. Quale creatura se non la Vergine Maria è icona di questa fede viva, ardente che si fa tabernacolo dell’Altissimo?. Con un inno dell’VIII/IX secolo la Chiesa chiama Maria “Stella del mare”, “ Ave maris stella. Perché la Vergine, nella navigazione tempestosa della vita, è la stella che indica il cammino come ai naviganti la stella indicava la via per raggiungere l’approdo. E’ il cammino della fede che Lei ha percorso in pienezza. Infatti “Maria è la creatura che in modo unico ha spalancato la porta al suo Creatore, si è messa nelle sue mani, senza limiti. Ella vive interamente della e nella relazione con il Signore; è in atteggiamento di ascolto, attenta a cogliere i segni di Dio nel cammino del suo popolo; è inserita in una storia di fede e di speranza nelle promesse di Dio, che costituisce il tessuto della sua esistenza. E si sottomette liberamente alla parola ricevuta, alla volontà divina nell’obbedienza della fede.”(Benedetto XVI) Maria diventa così modello e madre di tutti i credenti. L’uomo che sull’esempio di Maria, si mette nelle mani di Dio, non si allontana dai suoi simili, al contrario, con la fede il suo cuore si risveglia, inizia a palpitare umanamente e divinamente. Sa ascoltare, vedere, conosce il coraggio di rischiare con l’amore!. “Ma proprio colui che - come Maria – è aperto in modo totale a Dio, giunge ad accettare il volere divino, anche se è

misterioso, anche se spesso non corrisponde al proprio volere ed è una spada che trafigge l’anima, come profeticamente dirà il vecchio Simeone a Maria, al momento in cui Gesù viene presentato al Tempio (cfr Lc 2,35). Il cammino di fede di Abramo comprende il momento di gioia per il dono del figlio Isacco, ma anche il momento dell’oscurità, quando deve salire sul monte Moria per compiere un gesto paradossale: Dio gli chiede di sacrificare il figlio che gli ha appena donato. Sul monte l’angelo gli ordina: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito» (Gen 22,12); la piena fiducia di Abramo nel Dio fedele alle promesse non viene meno anche quando la sua parola è misteriosa ed è difficile, quasi impossibile, da accogliere. Così è per Maria, la sua fede vive la gioia dell’Annunciazione, ma passa anche attraverso il buio della crocifissione del Figlio, per poter giungere fino alla luce della Risurrezione.”(Benedetto XVI) Così accade anche per il cammi-

no di fede di ognuno di noi: ci sono momenti di luce, ma anche momenti in cui Dio sembra assente, lontano, il suo silenzio sembra come un macigno. Non comprendiamo la sua volontà. Qui il salto di qualità della fede; se ci apriamo a Dio riponiamo totalmente in Lui la nostra fiducia,come Abramo e come Maria, Dio che è un Padre ricco di misericordia ci aiuterà, farà maturare in noi il germoglio della fede. Con la sa grazia sapremo af frontare nella Sua pace ogni circostanza della vita. “Questo però significa uscire da sé stessi e dai propri progetti, perché la Parola di Dio sia la lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni. Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di ciò che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondità, si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. E’ l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore.”(BenedettoXVI)


La prima “enciclica” di papa Francesco

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Mons. Vittorio Peri, Assisi

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apa Francesco – il primo latino-americano sulla cattedra di Pietro, il primo papa gesuita e il primo a chiamarsi Francesco - la sua prima lettera enciclica l’ha scritta già, ed è stata subito letta e compresa da qualche miliardo di persone: cristiani e non cristiani, credenti e non credenti, dotti e analfabeti. Scritta non con l’inchiostro, ma con gesti e parole di travolgente forza comunicativa che si ricorderanno a lungo. Gli scritti si dimenticano presto, ma i segni visibili si raccontano, e restano impressi nella memoria per generazioni. L’ha presentata mercoledì 13 marzo, alle 22.20, appena un’ora dopo la sua elezione, dalla Loggia esterna della Basilica vaticana. Vi sono adombrati i fondamentali tratti della sua personalità e del ministero apostolico. Eccone alcuni: ►Il confidenziale “buona sera!” con cui ha sorpreso tutti, e forse anche sconcertato coloro che si aspettavano qualcosa di più solenne e… consono al ruolo. Buona sera? Ma non è il semplice saluto che al calar del giorno ci diamo incontrandoci per strada, soprattutto tra amici? Sì, è quello. Un saluto del tutto familiare. ►I destinatari del saluto, chiamati “cari fratelli e sorelle”, invece che “figli e figlie”. Per dirsi fratello anzitutto, prima ancora che padre. Per mettersi insieme alla gente, prima ancora che davanti ad essa, come secoli prima aveva scritto il grande sant’Agostino: “Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo”. ►Il riferimento ai cardinali che l’avevano appena eletto, chiamati non eminentissimi, ma fratelli. Quasi per dire: sarà la fraternità a connotare i nostri rapporti, non il distaccato stile manierato e formalistico; sarà il confidenziale “tu” a

sostituire il rituale “lei”. Quel tu che pronunciamo ogni giorno nella preghiera del Padre nostro, e che si usa tra fratelli e amici. ►L’originale, umilissima richiesta di essere benedetto, prima ancora che di benedire. Come per dire: ho bisogno anch’io della benedizione di Dio e di quella vostra, sul mio nuovo servizio alla Chiesa e al mondo. A

fonda il suo essere romano pontefice, capo del collegio dei vescovi e pastore qui in terra della Chiesa universdale. Una lezione teologica in perfetta coerenza con il concilio Vaticano II che ha integrato l’ecclesiologia universale del secondo millennio con l’ecclesiologia locale prevalente nell’epoca apostolica, patristica e nella tradizione orientale.

memoria d’uomo, una cosa mai accaduta. ►Lo stupefacente silenzio calato di colpo sulla piazza. Una folgorante e muta riflessione sulla necessità del silenzio: luogo ove fiorisce lo Spirito, finestra da cui Dio si af faccia sul cuore della persona umana. ►La modesta croce pettorale di ferro, invece che d’oro. Per dire a tutti che, diversamente, nessuno potrebbe leggere, senza arrossire, la celebre risposta di Pietro – il primo papa – allo storpio che gli chiedeva l’elemosina: “Non possiedo né oro né argento…” (Atti, 3 6). ►La sobria mantellina bianca, al posto della tradizionale “mozzetta” rossa. Il rifiuto del superfluo, di cui siamo ancora troppo ricchi. ►Il suo presentarsi, come vescovo di Roma – “la Chiesa che presiede nella carità tutte le Chiese” prima ancora che come papa. Per evidenziare che su questo titolo si

Parole e segni all’apparenza modesti. Ma la novità di una stagione ecclesiale attesa da molti è stata percepita immediatamente, e con inedita commozione, dal mondo intero. Sono in tanti a pensare che le sorprese continueranno, e che la “potenza dei segni”, anacronistici e spesso mondani, cederà il posto ai “segni della potenza” evangelica. Ma è giusto, poi, parlare di sor prese? E perché chiamare sorprese le cose normali? La vera sorpresa non è forse quella di vedere, in mondo in continuo cambiamento, che tutto resta come prima e che tante anacronistiche abitudini continuino a prevalere sulle esigenze del Vangelo e sulle istanze del Concilio, oltre che sulle attese del popolo di Dio? Deo gratias dunque, per questa enciclica non scritta e, naturalmente, anche a te, caro papa Francesco!


Preparazione alla Consacrazione a Gesù Crocifisso

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i preparo con gioia alla consacrazione perpetua

Sono trascorsi 12 anni da quando sono entrata a far parte degli “AG”. Con entusiasmo ho partecipato agli incontri mensili sulla Passione di Gesù Crocifisso. Ascoltando e meditando, ho cercato di prepararmi alla consacrazione a Gesù Crocifisso. Non mi sentivo in grado di accettare un dono così grande. Dicevo: “Che posso of frire a Gesù, io misera persona?”. Sono andata avanti così per anni, poi un giorno mi sono sentita chiamata fortemente a decidermi. Ora sono molto contenta di essermi consacrata a Gesù, ringrazio tanto il Signore che mi ha aiutata a fare questo passo. Prego il Signore che accetti questa mia scelta, mentre mi preparo con gioia a fare in ottobre la mia consacrazione perpetua. Strizzi Renata di Roccaraso

dispero più come prima. Sono ancora ai primi passi e ho ancora tanti interrogativi che solo con l’aiuto di Gesù riuscirò a superare. Per questo motivo desidero consacrarmi a Gesù Crocifisso, perché è solo grazie a Lui che sto trovando la forza per andare avanti. Ho deciso di affidare a Gesù la mia vita, sicura che non mi abbandonerà mai, specialmente nelle prove più difficili. Questa mia prima consacrazione coincide con l’anno della fede e questo mi testimonia che Gesù vuole che mi raf forzi e cresca nella fede, continuando la strada che ho intrapre-

sacrificio con gioia. È diverso avere rapporti con altri e compiere il proprio dovere per amore e non per semplice dovere. Grazie a tutti gli AGC e agli Assistenti che mi aiutano nel cammino. Laila di Morrovalle Rinnovando la consacrazione, mi ritengo un privilegiato, perché sperimento di più l’amore e la gioia che il Signore mi dona ogni giorno. Vedo i giovani come me che non fondano la loro vita sulla fede, vivono male e sono privi di speranza, mentre io ho

Sono arrivata alla consacrazione perpetua Sto aspettando con gioia e ansia il giorno della mia consacrazione perpetua all’amore di Gesù Crocifisso. Da quando feci la prima consacrazione mi sento diversa; prima di fare qualsiasi lavoro in casa o in parrocchia, rifletto sempre se quella cosa piace o meno al Signore. Sono diversa anche con le persone che mi stanno vicino. Per amore di Gesù cerco di non giudicare nessuno, dedico più tempo alla preghiera e alla meditazione, non vedo l’ora di partecipare agli incontri della Fraternità e alla Peregrinatio Crucis. Di tutto ringrazio il Signore. Loreta di Trasacco

Ho deciso di affidare a Gesù la mia vita Durante una confessione, ho conosciuto il MLP AGC. Da quel momento nel mio cuore è andato crescendo il desiderio di avvicinarmi sempre di più a Gesù, sia con la preghiera e sia con l’accettazione della mia croce. Questa scintilla che è scoccata in me ha fatto miracoli e pur avendo sempre nel mio cuore il grandissimo dolore per l’abbandono di mio marito, pensando alla sofferenza e al sacrificio che Gesù ha affrontato e accettato per noi, non mi

Amici di Gesù Crocifisso rinnovano la consacrazione nel 2012 so. Sono certa che non smetterò mai di cercarlo, perché solo quando penso a Gesù Crocifisso riesco a sentire la pace nel mio cuore, a togliere le lacrime dai miei occhi e a sorridere alla vita, a rendere sereni anche i miei figli, accettando la volontà di Dio anche quando non coincide con la mia. Voglio quindi impegnarmi sempre più ad amare Gesù Crocifisso e a farlo amare da tutte quelle persone che Egli metterà sulla mia strada, sia con l’esempio che con la mia parola. Cinzia da Corridonia MC Sono molto felice di rinnovare la mia consacrazione. In questo anno dalla prima consacrazione mi sono impegnata a vivere tutto ciò che ci veniva insegnato negli incontri, cercando di mettere sempre Gesù e la sua parola davanti a me. Così ho costatato così di vivere meglio e di fare ogni

fiducia nel conforto e nell’aiuto che Gesù mi dona. Ringrazio gli AGC e l’assistente che mi hanno insegnato a dialogare con Gesù e ad essere più vivo e in grazia di Dio. Paolo di Morrovalle Da 15 anni sono vedova, con un cammino molto difficile. Con due figli, la casa, il lavoro da portare avanti. Non mi fu facile accettare la morte di mio marito. Ero disperata, temevo di non riuscire a portare avanti la mia famiglia. Con la preghiera e l’amore di Dio la vita incominciò ad essere più facile. Pensavo: se Gesù ha portato la sua croce per me, anch’io devo portare la mia croce per Lui. Alcuni anni fa iniziai a partecipare al Cenacolo Mariano e poi agli AGC. Ora mi sto preparando con gioia alla consacrazione a Gesù Crocifisso e non voglio tradire mai Gesù. Rosella di Morrovalle

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PEREGRINATIO CRUCIS

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orrovalle. La Fraternità ha portato 5 Crocifissi nella Peregrinatio Crucis nelle famiglie di Morrovalle e Trodica, con visite anche a Monte S. Giusto,

abbiamo ripreso il pellegrinaggio della croce nelle famiglie. Il parroco, nell’anno della fede, ha deciso di portare il crocifisso nei quartieri popolari, dove le persone sono spesso più

Gabriele. Questo è il secondo anno che ho la possibilità di accogliere il Crocefisso nella mia famiglia e posso testimoniare che abbiamo condiviso nella mia casa uno splendido momento di preghiera, meditazione, riflessione e raccoglimento. Eravamo circa 14 persone, non solo membri del gruppo delle famiglie ma anche altre persone, parenti e amici, che si sono unite a noi nella preghiera. La ringrazio di questa bellissima iniziativa, perché è un momento che ci permette di riflettere e cercare di capire la parola di Dio, facendola nostra nella vita quotidiana; tutto questo ci da la forza di accettare le nostre croci piccole e grandi, come Gesù ha portato la sua. Manila Capodaglio

S. Atto TE. Esperienze della Peregrinatio Crucis nella zona di S. Atto (Te). In una famiglia, al termine dell’incontro, la figlia della padrona di casa mi si è avvicinata piangendo, per ringraziarmi perché era da tempo che non partecipava a una via Crucis Peregrinatio Crucis in casa di Ezio Ferretti così coinvolgente ed era vivamente commossa. L’ho rassicurata dicendoabbandonate e lontane da Dio, per Montegranaro, Corridonia. È stato un le che la Peregrinatio Crucis serve dare a loro la nostra testimonianza. Ha successo straordinario. In tante famiproprio a riavvicinarci a Cristo, rividato a noi l’incarico di or ganizzare la glie abbiamo constatato una grande vendo la sua passione. Un’altra bella Via Crucis in quei quartieri, dando sete di fede, di preghiera e di amore esperienza è stata in una famiglia da risalto al nostro movimento anche per Gesù. È stata la conferma del lavopoco trasferita in paese. Ha voluto durante la S. Messa. Ringraziamo il ro svolto lo scorso anno, che ha portainvitare tutta la Comunità della zona Signore per questi bei frutti che ci to l’aumento delle richieste di accoa pregare insieme alla sua famiglia. dona a gloria del suo nome. gliere il Crocifisso. Ci sarà anche di Mi ha fatto riflettere il fatto che lei ha Cinzia Agnitelli stimolo per migliorare il prossimo voluto il crocifisso per due giorni, anno. La maggioranza delle famiglie mentre tra le persone intervenute Civitanova M. Sono iscritta agli visitate erano al di fuori della nostra c’erano delle famiglie che non hanno AGC da un anno e faccio parte del spiritualità. Non sono mancati potuto accogliere Gesù nelle loro gruppo delle famiglie di Civitanova momenti toccanti nel visitare le famifamiglie. Gesù ha avuto anche le loro Marche nella Parrocchia di S. glie, in particolare nella famiglia di preghiere. È inutile dire quanto sono Ferretti Enzo. Siamo stati colti di sor stata contenta presa perché nella nostra presunzione di ciò. La eravamo convinti di portare conforto a Peregrinatio un padre di famiglia malato di S.L.A. Crucis contied invece è stato lui ad infondere a noi nua con l’aiufede e coraggio anche nei momenti to e il sostedifficili della vita, perché nella sua gno di Gesù preghiera spontanea ha ringraziato e Crocifisso. lodato il Signore per la sua malattia, Alla fine di che gli accresciuto la fede. ogni incontro Ringraziamo tutti coloro che hanno chiedo semcollaborato per la buona riuscita di pre alle famiquesta missione, in particolare i nostri glie di pregare assistenti, P. Bruno e P. Alberto, che ci per il Santo hanno accompagnato nonostante i loro Padre ora impegni. Il massimo finale è stato emerito e per sabato 23 quando in una famiglia si il nuovo Papa sono radunate più di 30 persone di cui Francesco che la maggior parte coppie giovani. il Signore ci Fraternità di Morrovalle ha donato. Olga Orlando Il Crocifisso è gioia a Trodica di Morrovalle Sulmona. Anche quest’anno


PEREGRINATIO CRUCIS

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iulianova. Dopo un’intensa preparazione, ci siamo ritrovati in circa 10 persone per la Peregrinatio Crucis. Oltre alla Croce e alla Luce abbiamo voluto mettere al centro del tavolo una sacra famiglia, simbolo proprio della famiglia cristiana e non a caso proprio ieri abbiamo festeggiato S. Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Insieme a famiglie vicine, abbiamo unito a noi spiritualmente anche le nostre figlie che sono lontane per motivi di studio. Abbiamo chiesto al Signore la benedizione per tutte le famiglie, pregando in modo particolare per i nostri giovani. Abbiamo recitato il Credo, per professare la nostra umile fede in questo anno della fede! Abbiamo pregato per Papa Francesco, per i nostri sacerdoti, perché siano sempre più strumento di fede e comunione per tutti noi pecorelle smarrite. Grazie, Signore Gesù, per questo momento di fratellanza Mimmo e Olga Trasacco AQ. Il 15 febbraio il parroco don Francesco, in collaborazione con le suore passioniste, ha inaugurato “La Peregrinatio Crucis” nel nostro paese. Il parroco ha adottato la peregrinatio come modello di apostolato per entrare in tutte le case e avvicinare i fedeli. Lo ritiene un mezzo molto semplice ma efficace per vivere bene la Quaresima, meditando la passione di Gesù e il suo grande amore per noi. Davanti al Crocifisso vediamo le persone ben disposte ad ascoltare le catechesi del parroco. C’è stata sempre tanta accoglienza da parte delle famiglie. Sta cambiando la storia del mondo e della chiesa. Non possiamo dimenticare gli insegnamenti del Papa Emerito Benedetto XVI. Papa Francesco, che ha conquistato subito i cuori di tutti, deve farci “rientrare in noi stessi”, per riportarci alla fede e all’amore, additandoci proprio Gesù Crocifisso. Sonia e Franca Giulianova. Un gruppo di donne iscritte agli AGC, che operano nella Caritas Parrocchiale, insieme ad altre di altri gruppi, si riunisce ogni venerdì in un locale della casa parrocchiale per pregare e fare dei lavori a mano per dare il ricavato in beneficenza. Queste donne hanno voluto il Crocifisso della Peregrinatio Crucis nel loro incontro e hanno vissuto insieme un momento

P. Bruno De Luca anima la Peregrinatio a Montegranaro d’intensa preghiera. Dinanzi alla Croce non puoi non pensare a quanto ha sofferto Gesù! Guardando il Crocifisso, sorgente di amore, s’impara cos’è l’Amore! Non ci si lascia sopraffare dalle angustie e sof ferenze di questo povero mondo: Gesù è con noi! Lasciamoci guidare da Lui. Il silenzio e il raccoglimento ci aiuteranno a metterci in ascolto della sua Parola e saremo capaci di pregare, di amare e di donare. Gruppo donne

provato una sensazione piena di gioia che non mi è facile descrivere, quella gioia che prima ti fa sorridere e poi ti porta alle lacrime, perché è talmente grande che il tuo cuore non riesce a trattenerla. Ho osservato sempre il Crocifisso e ad un certo punto mi sono immedesimata nei dolori di Gesù e non ho più sentito la mia croce, anzi sono stata invasa dall’immenso amore che Gesù ci dona in ogni istante della nostra vita, anche quando le cose non stanno andando come vorremmo; ho pensato con grande af fetto e compassione a mio marito, che si è allontanato dalla famiglia e ho pregato per lui. A distanza di una settimana sento ancora in casa la serenità e la pace di quella sera e non finirò mai di ringraziare chi mi ha dato questa grande opportunità. Cinzia Mosca

Corridonia MC. Sono inscritta agli Amici di Gesù Crocifisso da due anni, ma non avevo mai partecipato ad un incontro della Peregrinatio Crucis. Quest’anno, grazie alla disponibilità di alcune amiche del gruppo di Morrovalle, ho potuto accogliere il Crocifisso a casa mia. Nei giorni prima dell’incontro, ho invitato molte persone della mia contrada. Nessuno conosceva il nostro movimento e io non credevo in una grande partecipazione. Mi sono dovuta ricredere. Il giovedì sera, quando Padre Alberto è arrivato, accompagnato da Laura, Tiziana e Nadia e ha posizionato il Crocifisso al centro del tavolo ero emozionatissima; non mi sentivo degna di tanta “grazia”. Iniziata la preghiera, con immensa gioia ho notato che tutti, anche i più giovani, Gesù Crocifisso a Corridonia (Mc) erano molto attenti. Ho

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Giornata di spiritualità con il Beato Pio Campidelli

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zione non regge all’impegno serio per la vita di pietà e di studio. Nel 1888 si ammala di tubercolosi, la malattia di tanti giovani santi del tempo. Pio accetta sereno la volontà di Dio, “offrendo la propria vita per la chiesa, per il Papa, per la congregazione, per i peccatori, per la sua diletta Romagna”. Saluta la mamma che va a trovarlo, con queste semplici parole: “Coraggio, mamma! Ci rivedr emo in paradiso!”. Muore a 21 anni, in un’estasi d’amore, il 2 novembre 1889, esclamando: “Gesù… Maria… Ecco la Madonna che viene” . Era l’anno in cui esplode la santità di un altro giovane santo passionista, Gabriele dell’Addolorata. Il 17 novembre 1985, nell’anno internazionale della gioventù, il Beato Giovanni Paolo II° lo dichiara beato e lo propone come modello a tutti i giovani.

B. Pio Campidelli

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er la prima volta la giornata di spiritualità degli AGC si è spostata verso il nord, a Casale di S. Arcangelo di Romagna RM, nel Santuario Mariano della Visitazione, che racchiude le spoglie mortali di un giovane santo romagnolo passionista, il B. Pio Campidelli, nato il 29-041868 a Trebbio di Poggio Berni (RN). Figlio di contadini, è un ragazzo molto pio, che va a messa tutti i giorni, facendo cinque chilometri a piedi, fa catechismo ai coetanei. A 14 anni, entra tra i passionisti. Professa i voti religiosi a 16 anni. In convento trova il clima favorevole per sviluppare maggiormente l’intima unione con Dio e prepararsi al sacerdozio. Ha salute fragile, intelligenza normale; ma un impegno grande per dare il massimo di sé. Si fa apprezzare per il suo profondo raccoglimento, la sua modestia, l’obbedienza, la compostezza esterna ed interiore. Era devotissimo della Passione di Gesù, dell’Eucaristia, della Madonna. La sua fragile costitu-

Una giornata con il Beato Pio

programma svolto dal P . Taccone: Lodi e meditazione, Catechesi sulla Fede e ampio dialogo, Concelebrazione, con l’animazione del coro guidato da Laura Cipoletti di Morrovalle. Vogliamo sottolineare l’ottima e piacevole catechesi sul tema del mese: “Alimentare la Fede” . Dopo aver sottolineato il ruolo della fede, come grande dono di Dio, il P . Taccone ha approfondito come alimentare la fede da Passionisti, ascoltando e vivendo la Parola della Croce. Nel primo pomeriggio: Solenne Via Crucis, con testi dalla vita del B. Pio, seguita da un breve ma significativo video sulla Vita del B. Pio. Sulla via del ritorno, siamo passati a Corinaldo AN, per visitare l’umile casa di contadini dove nacque la piccola grande martire, S. Maria Goretti e la Chiesa Parrocchiale dedicata alla giovane santa martire. Tornando a casa, tutti hanno manifestato una grande soddisfazione, per lo svolgimento della giornata, per la grande accoglienza ricevuta e la buona organizzazione. A tutti i partecipanti è sta offerta una buona biografia del B. Pio Campidelli. Amici di Gesù Crocifisso

Il Consiglio N. degli AGC del 13 ottobre 2013 decise che la Giornata di Spiritualità degli AGC sarebbe stata celebrata il 7 aprile del 2013 a Casale di S. Arcangelo di Romagna, animata dal P. Fernando Taccone. Ci siamo ritrovati in più di 70 Amici, provenienti in gran parte dalle Fraternità delle Marche Marche e una ventina dall’Abruzzo (Fossacesia e Giulianova), per una giornata molto intensa, ben preparata dalla Comunità Passionista locale. A noi si è unito Amici di G.C. al santuario del B. Pio un bel gruppo del il 07-04-2013, al termine della Messa MLP di Casale. Ecco il

“LA PREGHIERA DELLE CINQUE DITA 1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone... di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è ‘un dolce obbligo ’. 2. Il dito successivo è l’indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, profess ori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere. 3. Il dito successivo, il medio, è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l’opinione pubblica … Hanno bisogno della guida di Dio. 4. Il quarto dito è l’anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi ins egnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da af frontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è lì per invitarci a pregare anche per le coppie sposate . 5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, “gli ultimi saranno i primi”. Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso … Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole nella giusta prospettiva”. Preghiera che Papa Francesco scrisse quando era vescovo di Buenos Aires


PASSIONISTI CHIESA E SOCIETÀ di P. Lorenzo Mazzoccante

PASSIONISTI

CHIESA

CEB. Prove tecniche di collaborazione. Dopo che il 46° Capitolo Generale ha deciso di far camminare la Configurazione CEB verso la fusione delle province sono già diverse le occasioni di incontro create dagli attuali provinciali. Dopo l’incontro dei giovani religiosi che ha preceduto il Capitolo Generale, ci sono stati altri momenti altamente formativi. Il primo, aperto a tutti, ha visto anche la partecipazione di alcuni AGC, è stato il corso sul “La fede in san Paolo apostolo” (promosso dai Consultori VCS-FP e guidato dall’esegeta prof. Romano Penna). Altro momento significativo è stato l’incontro dei responsabili della pastorale giovanile e vocazionale a San Gabriele (promosso dai consultori VFS). Nei prossimi mesi sono previsti esercizi spirituali a livello CEB (promossi dai consultori VCS-FP) in Italia, in Francia, e in Portogallo .

Gli AGC in ritiro davanti al B. Pio Campidelli Domenica 7 aprile un folto gruppo di Amici provenienti principalmente da varie fraternità marchigiane e da Fossacesia, sono venuti in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Casale - Beato Pio Campidelli per l’annuale ritiro. Il ritiro è stato sulla figura del giovane passionista Pio Campidelli ed è stato animato dal superiore della comunità locale p. Fernando Taccone. Dopo la preghiera del mattino e la catechesi sul beato, il gruppo si è radunato in Chiesa per la messa delle ore 12,00. Dopo il pranzo al sacco il p. Vincenzo Leone ha celebrato la via Crucis nella nostra Chiesa. Prima di ripartire c’è stato giusto il tempo di una visita alla camera del beato e poi ci si è mossi alla volta di Corinaldo per visitare il santuario e la casa natale di Santa Maria Goretti.

nale del lavoro (Oil) denuncia il pauroso aumento dei senza lavoro nei Paesi dell’Ue: 26 milioni e 300 mila nel febbraio di quest’anno, quando il tasso di disoccupazione - secondo dati Ocse - ha raggiunto il 12 per cento, crescendo ulteriormente rispetto all’11,4 per cento, registrato in media lo scorso anno dalla Banca Centrale Europea.

Animali meglio dei bambini CHI È IL NUOVO PAPA La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa il Card. Jor ge Mario Bergoglio assumendo il nome di Francesco. Nato in una famiglia di origini italiane il 17 dicembre 1936. E’il quarto di cinque figli. All’età di 21 anni, a causa di una grave polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. Laureato in chimica all’Università di Buenos Aires decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l’11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù. Si laurea in filosofia e teologia. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia Riceve l’ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969. .E’ stato superiore provinciale dell’Argentina dal 1973 al 1979. .Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires. Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino, Arcivescovo di Buenos Aires. Diventa così primate d’Argentina. Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II lo crea cardinale.

SOCIETÀ

Ue: lavoro a picco. Protestano i sindacati: attacco ai diritti sociali Allarme rosso per l’occupazione in Europa. L’Organizzazione internazio-

Un’indagine americana ha stabilito che la causa sociale più seguita nelle Reti è quella della salvaguardia dei diritti degli animali. L ’infanzia deve accontentarsi del secondo posto. Forse è il segno dei nostri tempi un po’ grami!

50° DELLA “PACEM IN TERRIS” Un «grande giorno» per la Chiesa e per tutta l’umanità. Così, monsignor Loris Capovilla, definisce l’1 1 aprile del 1963, giorno in cui Giovanni XXIII firmò la Pacem in Terris, l’Enciclica che ha chiamato tutta l’umanità ad impegnarsi per la pace e la collaborazione tra i popoli.

Minacce alla tradizione cristiana La notizia è di quelle destinate a far riflettere. In Inghilterra, il signor Adam Smith si è visto ridurre lo stipendio del 40% per aver scritto sul suo profilo di un popolare social network che “per la Chiesa il matrimonio è quello naturale tra uomo e donna”.La notizia è stata riportata solo dal giornale inglese Daily Mail. Secondo la giornalista che ha firmato il pezzo il datore di lavoro stava operando una censura della libertà di pensiero, oltre che una discriminazione religiosa. Per aver fatto questa denuncia la giornalista non solo non è stata elogiata ma ha ricevuto una serie di minacce di morte, tanto da privati che da associazioni omosessuali. Segno della “dittatura del relativismo”, simbolo della nuova libertà dell’Europa!

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TESTIMONIANZE

14 Grazie per i doni del Signore

Caro padre, con te ringrazio il Signore per il dono di Papa Benedetto, un papa che ci ha incoraggiati e ci ha messi in guardia dalle insidie del mondo. Ci ha parlato spesso di amore, di concordia, di perdono, di pace. Quante strade ci ha aperto, quanta santità emanava dalla sua persona! Saluto di cuore il nuovo Papa Francesco che il Signore ci ha dato. Vogliamo camminare con lui, non importa da dove viene e come sia; a me interessa che ci guidi nel cammino di fede in un tempo tanto buio, che ci parli di Gesù e di Maria, ci fortifichi nella fede. Caro padre, sono felice di averti conosciuto, di avermi istruita nella spiritualità passionista, di avermi insegnato a stare vicino alla croce di Gesù, dalla quale, anche se volessi, non potrei più allontanarmi. Padre, lei e i suoi sacrifici sono come un sigillo nelle anime dei figli che il Signore le ha affidato. Grazie. Virginia di Roccaraso

Solo la Croce può essere luce in un tempo di morte Caro padre, ti ringrazio e ti incoraggio nel tuo ministero sacerdotale e passionista, come guida del movimento degli Amici di Gesù Crocifisso. Nel tempo di incertezza e

decadimento di tanti valori umani e cristiani, questo movimento sia limpida testimonianza di come nella Croce e solo nella Croce l’uomo può trovare luce ai suoi passi, sollievo nel dolore, certezza limpida di essere amato di amore immenso e assoluto. Comprenderlo quando ci inchiniamo su un’umile mangiatoia per sorridere davanti a un presepio, cullati da dolci nenie di Natale, allora il cuore per un attimo sussulta perché c’è un bimbo che è venuto a nascere tra gli uomini per morire per essi, per donare al volto del mondo una dignità nuova, una lieta speranza, una nuova certezza che Dio ama i suoi figli e per essi ha donato quel Figlio. C’è un pensiero di morte che aleggia nel mondo ma si nasconde, o si rifiuta, o si legalizza con leggi di morte. Ma nel cuore di ognuno degli Amici c’è un grido che si leva come nel canto degli Angeli a Betlemme: che la morte è vita, che qualcuno è morto perché “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Che la Croce è mistero, ma anche gioiosa speranza. Sia questa la testimonianza che ogni Amico porti, attraverso ogni piccola o grande croce che è chiamato a portare come dono ricevuto e offerto. Auguro a te e a tutti la gioia ineffabile di sentirsi chiamati “Amici” e per questo essere pronti a offrire ogni piccolo sì a quel Dio Bambino che già poggia il campo sul duro giaciglio che è il legno della Croce che il Padre ha già preparato mentre lo tesse nel grembo della

Madre. Ella, offrendolo al Padre, l’ha offerto a ognuno di noi. Lei, Madre della Croce, vegli in questo nuovo anno su ognuno di noi, perché ogni nostro sì, sia limpido, totale e consapevole. Flora

Per sperimentare la Divina Rinascita Grazie padre, per le catechesi del 2012 sulla spiritualità passionista. Ti confido un mio stato d’animo sulla catechesi di dicembre su “La morte mistica e la Divina Rinascita” . Riguardo alla “morte mistica” penso di essere come un bambino che non sa ancora camminare e che riesce a fare i primi passi tenendosi per mano con la mamma. Quello che ho notato è che le poche volte che sono riuscito a fare delle piccole rinunce, ho sentito una grande gioia interiore, come se Gesù mi avesse sfiorato con un sof fio del suo Amore. Rinunciando a tanto poco si riceve una grande gioia. Spero di sperimentare la “ Divina Rinascita” quando riuscirò a fare ogni azione per amore, dicendo: “Ti voglio bene, Gesù” . Uno degli atteggiamenti che debbo cambiare di più è quello di essere più delicato con mia moglie. Quando ritorno a casa stanco dal lavoro, mi capita spesso di sfogarmi fino a farla arrabbiare, sentendomi legittimato a dire ciò che voglio. Questa mia cattiveria mi dispiace, ma purtroppo ancora non riesco a cambiarla. Spero, con l’aiuto di Dio e della Madonna di imparare presto a camminare, anzi a correre e vincere la gara. Fabrizio R.

Seguiamo a distanza il bellissimo cammino

Amici di G.C. in ritiro a Morrovalle

Caro padre, grazie di averci mandato il programma degli AGC per il 2013. Seguiamo a distanza dalla Svizzera il bellissimo cammino assegnatoci, pieno di impegni belli e ricchi di spiritualità passionista. I tuoi scritti ci appassionano e ci incantano, li leggiamo sempre piano, piano per addensarne il contenuto nel cuore ed imprimerlo in profondità! Antonella e Marco dalla Svizzera.


TESTIMONIANZE La fede: fare scorrere il vangelo nelle proprie vene.

prenderci. Vorrei che questo stupore non fosse solo momentaneo. Giacinto di Giulianova

Invio alcune riflessioni sugli interrogativi posti al termine della catechesi “La porta della Fede” . Gesù chiede di avere fede in Lui e in Colui che lo ha mandato. Non avrebbe senso la Rivelazione senza la nostra risposta di fede. La salvezza non viene dal mondo, ma solo da quello che rivela il Figlio di Dio. Lo scopo dell’anno della fede è quello di farci crescere nella fede e nella fiducia in Dio. In questo tempo tanto difficile, il Signore ci ripete: “Non abbiate paura”. Le dif ficoltà del cammino di fede sono tante, come per una donna lasciata sola con figli, perché la fede ti ha cambiato dentro e non puoi accettare la mentalità e i valori di coloro che seguono il mondo. Avendo scelto il Signore, non puoi più tornare indietro. Non è facile oggi fare scorrere il vangelo nelle proprie vene. M. Antonella di Palermo

Papa Francesco trasmetterà tanta fede e umiltà; guidato dallo Spirito Santo, riporterà tutti sulla strada del Signore. Ho sentito la sua elezione per radio e sono crollata a piangere, come se sapessi che era quello di cui aveva bisogno ora tutto il mondo, infatti è già amato da tutti. Patrizia di Monte S. Giusto Che impressione mi fa Papa Francesco! È come vedere Gesù che parla e consola la gente, e la gente lo cerca e lo segue. È commovente e toccante quanto dice. Ieri parlando con colleghe dicevo che è stato proprio opera dello Spirito Santo. Lorenza di Voghera

È stato appena eletto il nostro Santo Padre Francesco. Il nome già dice tutto, ci racconta una storia di amore, di umiltà, di unione nella diversità di razze, religioni, idee. La scelta del nome ci fa comprendere che questa volta lo Spirito Santo ha veramente mostrato tutta la sua potenza. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata la preghiera, quel rosario che Padre Alberto ci ha chiesto di fare ogni giorno fino all’elezione del nuovo Papa, e come me anche altri ci siamo fidati e af fidati a questa preghiera miracolosa. Devo dire che gli effetti sono stati proprio prorompenti! Grande Papa Francesco! Mi sono inginocchiata e ho pianto quando ha accennato ad un inchino e con il capo basso ha detto “pregate per me!”. Elena Roma

Echi di Papa Francesco Questo Papa è un grande dono per tutti noi, è quello che tanta gente lontana dalla Chiesa stava aspettando. Sandra di Morrovalle Condivido con tutti la gioia di aver potuto ascoltare le prime parole di Papa Francesco che sollevano l’animo e riconducono alla preghiera fraterna. Ne sono felice. Più ci vogliamo dimenticare che lo Spirito ci ama e più lo Spirito viene a sor -

Assunta prima centenaria degli AGC, festeggiata da figli, nipoti, pronipoti...

ASSUNTA PRIMA CENTENARIA AGC Il 17 marzo abbiamo festeggiato i 100 anni di nonna Angela Assunta Croce. E’stata una festa bellissima, piena di gioia, con una solenne Messa di ringraziamento. Assunta, nata a Trasacco nel 1913, da famiglia molto religiosa, ha fatto della fede la colonna portante di tutta la sua vita e della sua famiglia. Madre di tre figli, nonna di nove nipoti, bisnonna di 11 pronipoti e trisavola di 2 bimbi. Nella sua vita ha lavorato, pregato e combattuto un tumore maligno. Ha sempre ripetuto e ripete ancora “Tutto quello che Dio vuole” . Si af fida sempre alla Madre di Dio; non perde mai la messa quotidiana e i primi venerdì del mese. Insegna preghiere ai nipoti e li spinge a fidarsi sempre dell’amore di Dio perché tutto è per il loro bene. È stata una vera maestra di vita. Tutti ringraziamo Dio per averci dato questa donna speciale. Oddi Maria nipote

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Esercizi spirituali e Ritiro spirituale per AGC Centro Spiritualità S. Gabriele (Te) Tel. 0861.9772101

Esercizi spirituali per tutti: dal 9 agosto ore 16,00 al 14 agosto pranzo compr eso. Tema: La Fede nei Vangeli. Guida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno de Luca Quota: Camera singola: € 225,00 – Camera doppia: € 210.00. Ritiro spirituale per famiglie: dal 16 agosto, ore 16,00 al 20 agosto pranzo compr eso. Tema: La Fede e la famiglia Guida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto Pierangioli Quota: Camera singola: € 182,00 – Camera doppia: € 170.00. Per figli minori: quota a parte. Prenotazione: P. Alberto Pierangioli: P. San Gabriele 2- 62010 Morrovalle MC – C. 349.8057073 – albertopier@tiscali.it

CALENDARIO DEGLI AMICI 05 maggio: 16 maggio: 09 giugno: 22 giugno: giugno: 07 luglio:

Ritiro e consacrazioni a Morrovalle Festa S. Gemma a Loreto presso Monache Passioniste Ritiro mensile a Morrovalle Incontro dei Responsabili e Assistenti a Morrovalle Ritiro e consacrazioni a Trasacco Ritiro mensile a Morrovalle

SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli 3. P. A. Pierangioli 4. P. R. Cecconi 5. Coltorti M. Grazia 6. Manuela Peraio 7. Manuela Peraio 8. Mons. Vittorio Peri 9. Vari 10-11. Vari 12. Amici G. C. 13. P. L. Mazzoccante 14-15. Vari 16 Direzione AGC

La fede di Maria Vivere la fede: la fede e le oper e III - Meditiamo con il vangelo di Giovanni La santità è amore L’anno della fede: i testimoni L’anno della fede: la Vergine Maria modello del credente La prima enciclica di Papa Francesco Preparazione alla Consacrazione a Gesù Crocifisso Peregrinatio Crucis Giornata di spiritualità con il B. Pio Campidelli Passionisti Chiesa e Società Testimonianze Esercizi spirituali e Corso per famiglie

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Polsoni Giuseppe di Fossacesia: 15-2-2013. Croia Marina di Civitanova, consacrata perpetua: 22-02-13. Fazzini Concetta in Di Serafino di S. Nicolò a Tordino:8-3-13 Maggio-Giugno 2013 – Anno XIV n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morr ovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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