mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Novembre - Dicembre 2014 - Anno XV n. 6
25 anni di testimonianza
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XI - LA FEDE È VIVERE NELLA CHIESA VISTA COME MADRE Novembre 2014
Luciano Temperilli
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Per me, la grande rivoluzione è andare alle radici, riconoscerle e vedere cosa hanno da dire al giorno d’oggi”.1 E’ la confidenza che il papa fa ad un giornalista di un giornale spagnolo. E’ papa Francesco un uomo che cerca l’essenziale sia nel rapporto umano che nell’annuncio del Vangelo.2 Si interroga, con i vescovi del Brasile sul perché la Chiesa oggi non sembra attirare più la gente. «Forse, risponde, è apparsa troppo debole, forse troppo lontana dai loro bisogni, forse troppo povera per rispondere alle loro inquietudini, forse troppo fredda nei loro confronti, forse troppo autoreferenziale, forse prigioniera dei propri rigidi linguaggi».3 Francesco mette sempre in guardia da una Chiesa autoreferenziale, quando cerca la funzionalità e si trasforma così in una ONG e smette di essere missionaria.4 Appunto per questo grida ai giovani brasiliani di condividere l’annuncio della fede con tutti “fino alle periferie esistenziali”5 e parla ai vescovi di conversione pastorale perché devono “essere vicino alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi Che non abbiano la psicologia da principi.6 Per questo, afferma, «Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto”. Questo perché «La Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ha salvato!”.mentre “i ministri della Chiesa devono innanzitutto essere ministri di misericordia.”7. In questa misericordia si fonda la maternità della Chiesa. Infatti la chiesa ci genera “non si diventa cristiani da sé, cioè con le proprie forze, in modo autonomo, neppure si diventa cristiani in laboratorio, ma si viene generati e fatti crescere nella fede all’interno di quel grande corpo che è la Chiesa. In questo senso la Chiesa è davvero madre, la nostra madre che ci dà vita in Cristo e che ci fa vivere con tutti gli altri fratelli nella comunione dello Spirito Santo”8. La chiesa accompagna il nostro cammino di crescita “Dal
giorno del battesimo, come mamma premurosa, ci fa crescere nella fede e ci indica, con la forza della Parola di Dio la strada da percorrere per vivere un’esistenza feconda di gioia e di pace. Illuminati dalla luce del Vangelo e sostenuti dalla grazia dei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia, noi possiamo orientare le nostre scelte al bene”9. La chiesa ci difende dal male. “La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa di dover difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza di satana nel mondo, per portarli all’incontro con Gesù. Una madre sempre difende i figli. Questa difesa consiste anche nell’esortare alla vigilanza: vigilare contro l’inganno e la seduzione del maligno. Perché se anche Dio ha vinto satana, questi torna sempre con le sue tentazioni. Satana viene «come leone ruggente» (1Pt 5,8), dice l’apostolo Pietro, e sta a noi non essere ingenui, ma vigilare e resistere con i consigli della madre Chiesa, resistere con l’aiuto della madre Chiesa, che come una buona mamma sempre accompagna i suoi figli nei momenti difficili”10. Tutti i battezzati sono Chiesa, contemporaneamente figli e madri. “Cari amici, dice ancora Papa Francesco, questa è la Chiesa tutti amiamo, questa è la Chiesa che amo io: una madre che ha a cuore il bene dei propri figli e che è capace di dare la vita per loro. Non dobbiamo dimenticarci però che la Chiesa siamo tutti! La Chiesa siamo tutti! E anche noi siamo figli, ma anche madri di altri cristiani”11. La Chiesa prolunga nel mondo e nella
storia la maternità di Maria “si pone proprio in continuità con quella di Maria. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre nell’ascolto della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore. La nascita di Gesù nel grembo di Maria, infatti, è preludio della nascita di ogni cristiano nel grembo della Chiesa, dal momento che Cristo è il primogenito di una moltitudine di fratelli. Guardando a Maria, scopriamo il volto più bello e più tenero della Chiesa; e guardando alla Chiesa, riconosciamo i lineamenti sublimi di Maria. Noi cristiani, non siamo orfani, abbiamo una mamma. Non siamo orfani! La Chiesa è madre, Maria è madre”12. temperlu@libero.it 1
Cfr. Avvenire 20 Ottobre 2014. Cfr. E.G. 35. 3 Cfr. Discorso ai vescovi brasiliani 28 luglio 2013. 4 Cfr. La rivoluzione della tenerezza di Gian Luigi Vecchi ed. Corriere della sera p. 51. 5 Ivi p. 41. 6 Ivi pag. 53. 7 Intervista alla Civiltà cattolica 19 settembre 2013; Cfr su Asia News 16.10.2014 articolo di Pietro Gheddo. 8 Udienza 3 settembre 2014. 9 Ivi. 10 Ivi. 11 Ivi. 12 Ivi. 2
In copertina: Natività, Ghirlandaio, 1482
XII - LA FEDE E LA CITTÀ TERRENA Dicembre 2014
Luciano Temperilli
U
n giornale americano, sottolineando le parole del papa sulla giustizia sociale, ha affermato che parlava come Lenin13 e anche un cardinale l’ha definito troppo di sinistra14. Un quotidiano di Roma ha presentato al papa queste critiche e lui, di rimando: “Io dico solo che i comunisti ci hanno derubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana. La povertà è al centro del Vangelo. I poveri sono al centro del Vangelo. Prendiamo Matteo 25, il protocollo sul quale noi saremo giudicati: ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato in carcere, ero malato, ignudo. Oppure guardiamo le Beatitudini, altra bandiera. I comunisti dicono che tutto questo è comunista. Sì, come no, venti secoli dopo. Allora quando parlano si potrebbe dire loro: ma voi siete cristiani» (ride)”15. Per la Chiesa, dice papa Francesco, “l’opzione dei poveri” prima di essere una scelta pastorale è “una categoria teologica”16 cioè è il luogo in cui si manifesta una particolare presenza di Dio, perché Dio si è fatto povero in Gesù.. Da qui parte la necessità che per ogni cristiano ad essere strumento di Dio per la liberazione e la promozione sociale del povero17. La fede, dice il papa, “possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore del vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno sociale”.18 E’ vero che tanti del pensiero laico e, purtroppo anche qualche credente, afferma che la fede è un è un fatto privato, di coscienza. E’ senz’altro anche questo. Però, dice papa Francesco “Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» . Ne deriva che la fede esige di riconsiderare «specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune»19. E ancora “Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di
lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra e la Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia»20. Da qui nasce la voce della Chiesa per la giustizia sociale che, pur non sposando ideologie economiche, rimane attenta all’agire politico ed esorta i cristiani ad agire nel sociale. In Brasile, terra di contrasti, Francesco ha mostrato questa attenzione visitando una favela ma anche spronando i poteri a fare qualcosa “Vorrei fare appello a chi possiede più risorse, alle autorità pubbliche e a tutti gli uomini di buona volontà impegnati per la giustizia sociale: non stancatevi di lavorare per un mondo più giusto e più solidale! Non è, non è la cultura dell’egoismo, dell’individualismo quella che costruisce e porta ad un mondo più abitabile ma la cultura della solidarietà”21. Una solidarietà che trova la sua radice in Dio perché salva non solo la distribuzione dei beni ma anche e soprattutto la dignità e la ricerca della felicità. “E’ necessario dare il pane a chi ha fame. Ma c’è anche una fame più profonda, la fame di una felicità che solo Dio può saziare. Fame di dignità. Non c’è né vera promozione del bene comune, né vero sviluppo dell’uomo, quando si ignorano i pilastri fondamentali che reggono una Nazione, i suoi beni immateriali: la vita, che è dono di Dio, valore da tutelare e promuovere sempre; la famiglia,
fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale; l’educazione integrale, che non si riduce ad una semplice trasmissione di informazioni con lo scopo di produrre profitto; la salute, che deve cercare il benessere integrale della persona, anche della dimensione spirituale”22. E’ difficile visto come va il mondo ma ” la dignità della persona ed il bene comune stanno al di sopra di alcuni che non vogliono rinunciare ai loro privilegi”23. Per questo ai giovani dice “non scoraggiatevi mai, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare, l’uomo può cambiare. Cercate voi per primi di portare il bene, di non abituarvi al male, ma di vincerlo con il bene24. E’ un invito che vale anche per noi. temperlu@libero.it
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Cfr. Il messaggero 29 giugno 2014. Cfr. la stampa (Vatican Insider) 3.10.2014. 15 Cfr. Il Messaggero 29 giugno 2014. 16 Cfr. EG n. 198. 17 Cfr .EG n. 187. 18 Cfr. n. EG. 177. 19 EG n. 182. 20 EG n. 183. 21 Discorso del Papa in visita alla comunità di Varginha 25 luglio 2013. 22 Ivi. 23 EG n. 218. 24 Discorso del papa o. c. 14
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VI - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙ I “luoghi” in cui il Risorto si rende presente (Lc 24,13-24) Roberto Cecconi CP
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arissimi Amici, “sostiamo” sulla seconda parte del racconto che ha per oggetto l’apparizione del Risorto ai discepoli di Emmaus. Cominciamo con la lettura-ascolto del brano evangelico. Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Gesù nelle Scritture e nel Pane Appena Clèopa — uno dei viandanti di Emmaus — termina di parlare, Gesù prende la parola per rimproverare i due discepoli di stoltezza e durezza di cuore nel credere alle parole dei profeti. Essi — contro ogni aspettativa popolare — avevano già annunciato, anche se velatamente, che il Cristo sarebbe morto e risorto (cf. Lc 18,31; 22,37). I discepoli tuttavia si mostrano incapaci di comprendere adeguatamente la parola di Dio e di
faranno esperienza coloro che, per dono di Dio, crederanno alla sua presenza nell’Eucaristia.
Gesù nella testimonianza dei suoi discepoli
aderirvi, ogni volta che essa manifesta il suo “volto” sconcertante. Dopo aver lasciato intendere che le sue sofferenze sono secondo le Scritture, Gesù, andando avanti nella sua esposizione, invita i discepoli a “leggere” la sua Passione da un punto di vista totalmente nuovo: Essa è stata la “via” che gli ha permesso di accedere alla sua gloria, quella della risurrezione. Un passo del Nuovo Testamento che può aiutarci a capire meglio questo brano è la lettera di S. Paolo Apostolo ai Filippesi, quando afferma: (Cristo Gesù), pur essendo nella condizione di Dio, […] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome (Fil 2,6.8-9). È interessante notare come Gesù, per aiutare i due discepoli a credere che egli è sì il Cristo, ma crocifisso e risorto, torni alle Scritture. La fede nasce sempre dalla proclamazione evangelica. Giunti nei pressi del villaggio, Gesù si accinge a lasciare i due viandanti. Essi però lo esortano a restare con loro, dato che ormai è giunta la sera. Mentre si trova a tavola con i due discepoli, Gesù prende il pane, recita la benedizione, lo spezza e lo dà ai suoi commensali. L’espressione spezzare il pane rimanda alla celebrazione eucaristica. È questo infatti il modo in cui essa viene indicata negli Atti degli Apostoli (At 2,42.46; 20,7). A questo punto gli “occhi” dei discepoli vengono aperti (da Dio) e riconoscono Gesù Ma il Risorto diventa per loro “invisibile”. Egli non scompare; semplicemente d’ora in poi si manifesterà in modo unico nel pane di vita eterna. Ne
I discepoli — dopo che il “Divino viandante” si è sottratto alla loro percezione sensibile — tornano con la mente al momento in cui Gesù ha camminato con loro e si rendono conto di come la sua interpretazione della Scrittura abbia avuto la forza di “accendere” i loro cuori. Detto in altri termini, la spiegazione di Gesù, oltre ad aver gettato una nuova luce sulle antiche Scritture, è stata una parola che ha riacceso la fiamma della speranza nell’anima dei discepoli. A questo punto essi, alzatisi, tornano a Gerusalemme. L’aver riconosciuto Gesù nella Scrittura e nella frazione del pane, fa sì che i due di Emmaus si riapproprino della loro identità di discepoli e si ricongiungano al resto del gruppo. Gli Undici e quelli che sono con loro stanno già parlando della risurrezione del Signore e della sua apparizione a Simone (Pietro). È lui, dunque, il primo ad aver visto il Risorto. È sulla sua testimonianza che il gruppo dei discepoli riprende vita. In questo contesto, i due di Emmaus narrano la loro esperienza.
La Buona Notizia L’evento della risurrezione non ha allontanato Gesù dalla nostra vita. Egli continua ad essere in mezzo a noi nella potenza della sua parola, nel pane eucaristico e nella testimonianza apostolica. Sono queste le sorgenti della nostra fede, della nostra fraternità e del nostro annuncio missionario. Quest’ultimo è veramente efficace se diventa riflesso della propria esperienza di Cristo. Solo così la parola del missionario “prepara la strada” all’azione vivificante dello Spirito Santo. robicp@libero.it
MOSCA MARIA TERESA La croce abbracciata con amore e per amore! Maria Grazia Coltorti
Il ricordo del coordinatore della Fraternità di Recanati:
Maria Teresa madre e moglie esemplare Maestra elementare, ha insegnato a più generazioni di bambini; operata al cuore per una stenosi delle valvole, ha ripreso l’insegnamento sino a quando non ha dovuto smettere per problemi cardiaci. Poco dopo il pensionamento si è ammalato anche il marito Giulio di una malattia della pelle che provoca delle piaghe su tutto il corpo. Lo ha assistito con grande amore sino alla fine. Con Giulio, è morta una parte di lei ed ha iniziato a dire che il suo desiderio più grande era di poterlo raggiungere il prima possibile. Ha intrapreso il cammino degli Amici di Gesù Crocifisso in memoria di Giulio, che avrebbe voluto farlo ma non ha potuto per la sua malattia; è stata davvero di grande esempio per tutti noi. La mattina presto, durante la buona stagione, prima di iniziare la sua giornata di assistenza alla madre cieca, la vedevo pregare seduta in giardino, con il libro degli Amici in mano. Partecipava attivamente a tutti gli incontri di Fraternità. Ammalatasi di cancro, ha accettato con grande fede la sua malattia, offrendo le sue sofferenze al Signore, fiduciosa di andare a raggiungere il suo Giulio. Si è spenta serenamente stringendo nella sua mano la Promessa di amore a Gesù crocifisso. Gianni Gelao
Nella mia vita è cambiato tutto: … La mia partecipazione alla giornata di spiritualità degli Amici di Gesù Crocifisso si è trasformata in qualcosa di ben più grande e importante. È stato un giorno indimenticabile; davanti all’urna del Santo, dopo aver ascoltato la catechesi e pregato con il gruppo degli Amici, ho compreso che dovevo approfondire la mia fede … Nella cripta, davanti a San Gabriele, una forza interiore ha pervaso tutto il mio
Maria Teresa Mosca
essere, riempiendomi di amore per Gesù Crocifisso. Sono tornata, dopo aver fatto la mia prima Consacrazione da Amica di Gesù Crocifisso, con la piena consapevolezza delle mie responsabilità e dei miei doveri verso i “crocifissi”. Riconosco i miei limiti e capisco che la strada da percorrere è piena di intralci. Cercherò di superarli con l’aiuto della preghiera. Gesù Crocifisso mi sprona ad andare avanti. Le sue sofferenze, sopportate per me, mi fanno comprendere sempre più il mio “Nulla” e mi attirano a Lui, facendomi capire e apprezzare sempre più il suo grande amore. ..Sono andata in sala operatoria con Gesù sacramentato nel cuore e prima di addormentarmi, il mio pensiero è stato questo: “Gesù, ti amo, fai di me quello che vuoi, io sono pronta a tutto”. Penso che non avrei avuto tutto questo coraggio se non avessi questo gruppo e la nostra guida spirituale, che con le sue catechesi e i suoi insegnamenti mi ha fatto comprendere come sia grande l’amore che Gesù Crocifisso ha per tutti noi.
Meditazione da un letto di ospedale: è giunto il mio momento… Aprile 2004. Sola, in una cameretta di ospedale, ho modo di riflettere e pensare alla mia vita. Apro il libro “Voi siete miei Amici” e medito “Gesù abbraccia la Croce”. Gesù
che soffre e offre tutti i suoi dolori per la nostra salvezza mi fa capire quanto sia grande il suo amore per me. È giunto il mio momento; anch’io dovrò dare in cambio qualcosa per Colui che ha dato se stesso in silenzio per me. Mi rivolgo a Lui con il cuore: “Signore, pietà, accetta con benevolenza le mie mancanze, la mia poca fiducia e soprattutto la mia paura”. Vorrei tanto saper ascoltare i consigli di Gesù; vorrei essere migliore, agire in modo giusto e saper ascoltare con più impegno ciò che finora non sono riuscita a fare. Capisco che il mio dolore è ben poca cosa, certamente non paragonabile a ciò che ha patito Gesù per me. Cerco rifugio nella preghiera, che mi dà forza e mi aiuta a comprendere che questa è una prova permessa dal Signore per rafforzare la mia fede. Il dolore, se accettato con amore e per amore, aiuta ad avvicinarci con più slancio e intensità a Dio, che ha voluto che il proprio Figlio arrivasse a dare la vita per amore di tutti gli uomini. Mi vengono in mente anche le parole di S. Paolo della Croce: “L’amore insegna tutto, perché la Passione con i suoi amarissimi dolori è opera di un amore infinito”. La mia vita è cambiata radicalmente in poco tempo. Mi sono risvegliata come da un incubo. Venire a conoscenza come una doccia fredda di essere affetta da un tumore maligno allo stomaco mi ha sconvolta; ma con la stessa velocità mi sono ripresa e mi sono rivolta a Gesù Crocifisso. Non ho chiesto grazie, ma la forza e il coraggio di sopportare il dolore e di accettarlo con amore senza lamenti. Ora sto meglio; mi mancano soltanto gli incontri in parrocchia e soprattutto i ritiri mensili a Morrovalle e le catechesi di P. Alberto. Anche se Gianni mi porta le registrazioni, mi manca la presenza degli Amici, il confronto con loro e il loro calore umano. Adesso ho iniziato a comprendere l’importanza dell’amore a Gesù Crocifisso, al quale rivolgo spesso questa preghiera: “Aiutami e dammi ancora un po’ di tempo per conoscerti meglio e amarti sempre più”. (Circa un mese dopo, Maria Teresa era con Gesù). Maria Teresa Colt.mgrazia@libero.it
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I TESTIMONI
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MARIA LETIZIA GALEAZZO a cura di Manuela Peraio
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Quella è una fascista», mormora un giovanissimo extraparlamentare, ammiccando verso una ragazzina in blue-jeans. «Un giorno o l’altro bisognerà darle una lezione».«Non è fascista», ribatte un altro extra stringendosi nelle spalle. «E’ una che ha le sue idee e non ne ha paura». La ragazzina si chiama Maria Letizia Galeazzo, per gli amici «Cilla». Ha un carattere deciso, saldo, e ha voglia di lottare. E’ nata il 18 agosto 1961. Quando aveva pochi anni, papà ha trapiantato la famiglia a Montemagno ,dov’è medico condotto. Per una decina d’anni Cilla è cresciuta tra le colline del Monferrato. Nella grande casa, Cilla ha fatto i primi giochi con il ricettario di papà. Strappava i foglietti bianchi,e li stendeva in terra in strisce lunghe. «Sono le strade», diceva. E per quelle strade galoppava con la fantasia. Un’anziana signorina le contò un giorno le storie dei missionari, e lei disse: «Quando sarò grande, farò la missionaria in cielo». L’anziana signorina sorrise. Tanti bambini dicono frasi così, chissà perché. Quindici a uno Poi papà comprò i cavalli da corsa. Cilla imparò a cavalcare, faceva le corse col fratello Cico. I contadini che tornavano con la vanga in spalla mormoravano tra i denti:«È figlia di signori, lei». La scuola media va a frequentarla ad Asti. Sono tempi di contestazione. Nella terza media che Cilla frequenta, quindici alunni si sono dichiarati comunisti. Gli altri sono stati zitti. Lei sola dice: «Io sono cristiana». Nelle assemblee si accendono discussioni terribili. Lei tiene testa fin che può, e torna a casa esausta. Si è proclamata cristiana, ma in un componimento confessa: «La religione io non la possiedo ancora con fermezza. Però ho tanto desiderio di dissipare questi dubbi che vorrei morire». Si innamora delle poesie del Pascoli. Dopo aver letto L’ora di Barga scrive: «Le stesse impressioni le può ricevere ognuno di noi, che almeno in un momento della vita è uscito dalla routine di tutti i giorni, e si è soffermato a contemplare un’ape, un fiore, e si è reso conto con smarrimento di quanto sia enorme la realtà che ci circonda, di quanta pace e serenità siamo circondati senza accorgersene».
Ottobre 1975. Cilla si iscrive all’Istituto Magistrale di Asti. E’ una splendida signorinetta ormai: la personcina svelta, il sorriso scanzonato, i capelli biondi a casco. Sulle prime pagine del diario scrive: «Voglia di vivere e di non essere più sola. Voglia di sentire una musica e di non piangere. Voglia di guardare il cielo e di entrare in un futuro migliore. Voglia di essere finalmente io». L’incontro che sconvolge tutto 24 ottobre 1975. Il primo tema che le viene assegnato è intitolato: «Gli aspetti del mio carattere che mi piacciono e quelli che non mi piacciono». Scrive: «Non mi piaccio neanche un po’. Molte volte mi pesa la solitudine che il mio carattere ha creato attorno a me. Sono molto nauseata del mondo che mi circonda, e nonostante la mia giovane età avrei voglia di uscirne nascondendomi magari nel più remoto angolo della terra». Eppure il suo carattere deciso, volitivo, le sta procurando molti ammiratori. Anche gli extraparlamentari che dichiarano scioperi e picchettano le entrate, che la chiamano «fascista», riconoscono in lei una ragazza che ha il coraggio delle sue idee, una coscienza limpida come il diamante. Novembre. Alcune amiche di scuola, iscritte al movimento Comunione e Liberazione, l’invitano a pregare con loro. Cilla ci sta. Pregano le «Ore» nei corridoi della scuola, dieci minuti prima delle lezioni. Poi Cilla accetta di partecipare a una «giornata dell’annuncio» a Torino. Scopre il movimento CL nella sua sostanza, «amicizia vissuta nella fede e nella Chiesa», e scopre la preghiera. Comincia la missione di Cilla. Sarà brevissima, nove mesi. Lei non lo sa, ma si spende con una generosità, un impegno, che sembrano presagire la fine imminente C’è. un forte temporale nell’aria. Qualcuno dice a Cico e a Cilla che è meglio aspettare. Ma loro decidono di andare: Cilla deve preparare i documenti per un viaggio in Polonia. Ci sono tante curve scendendo dalla collina. Cico cerca di prenderle con discrezione. Al termine, il motore può riprendere a rombare. Ma proprio lì, un camion sbuca dalla pioggia. Una frenata brusca, una sbandata, uno schianto. Al pronto soccorso di Asti
Maria Letizia Galeazzo
accorre anche il cappellano don Luigi Prato: «Sulla città imperversava un furioso temporale —ricorda. — Sul lettino della sala di medicazione vedo Cilla Galeazzo. Morta. Sembrava impossibile: non una scalfittura, non un ematoma, non una ferita. Frattura cervicale. Quel viso sereno, quel senso di pace, quel non so che di impercettibile, che si stampa nella mente e non si può dimenticare, quasi fosse passata a salutarci». C’era un popolo ai funerali. Gli «extra», con cui Cilla aveva discusso prima di partire, chiesero un po’ bruscamente ai ciellini di portare la bara fino alla porta della chiesa. Dispiace che dissero loro di no. Nel piccolo cimitero, che si srotola giù per la collina, c’era il vento, la gente e tanti fiori bianchi. I ciellini recitarono l’«Ora» accanto alla piccola fossa scavata nella terra rilucente. Il fossore piangeva come un bambino. Gli pareva la cosa più triste del mondo dover seppellire «quella ragazza bella». Anche la gente piangeva, e cantava.
DISCORSO DI PAPA FRANCESCO Per la conclusione del Sinodo dei Vescovi “Raccomando con grande premura un filiale affetto verso la S. Chiesa ed una completa sottomissione al Sommo Pontefice, per il quale si pregherà giorno e notte” (S. Paolo della Croce: Testamento spirituale). In questo spirito propongo una sintesi di quello che pensa il Papa sul recente sinodo sulla famiglia. Al di là di pareri più o meno illustri di teologhi, giornalisti, cardinali e opinionisti vari che in questi giorni hanno imperversato sui media. (PLT) Potrei dire serenamente che abbiamo vissuto davvero un’esperienza di “Sinodo” un “cammino insieme”. E come ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la meta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore. E poiché essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità: - una: la tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, e la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi- “tradizionalisti” e anche degli intellettualisti. - La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radi-
ci. E la tentazione dei “buonisti”, dei timorosi e anche dei cosiddetti “progressisti e liberalisti”. - La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in “fardelli insopportabili”. - La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio.
- La tentazione di trascurare il “depositum fidei”, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano “bizantinismi”, credo, queste cose... Cari fratelli e sorelle, le tentazioni non ci devono né spaventare e nemmeno scoraggiare, perche nessun discepolo è più grande del suo maestro. Personalmente mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni. Ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la “suprema lex”, la “salus animarum”. E questo senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indisso-
lubilità, l’unita, la fedeltà e la procreatività. E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini; che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. E’ la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani. La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l’incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste. Questa è la Chiesa, la nostra madre! E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare perche il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti. Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. Un anno per lavorare sulla “Relatio synodi. Il Signore ci accompagni, ci guidi in questo percorso a gloria del Suo nome con l’intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe! E per favore non dimenticate di pregare per me!
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CONSACRAZIONI
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Alberto Pierangioli
Consacrazioni a Castellano 13-9-14 Sono felice di fare la mia prima consacrazione. Mi sono sempre fidato di Gesù quando ci mette alla prova e con amore ci aiuta a superare le difficoltà della vita. Ringrazio tutti coloro che mi hanno indirizzato verso questo cammino della famiglia passionista, in particolare l’esempio di mia madre Annita e il responsabile della Frater-nità Nello. Lancillotti Massimo Ho rinnovato con gioia e profonda convinzione la mia consacrazione. La scelta l’avevo maturata già lo scorso anno. E’ stata proficua la partecipazione agli incontri svolti nel gruppo, certi i momenti sono stati di alto livello e lo Spirito Santo ha svolto la sua azione di riscaldare ed entusiasmare i cuori. Ho fatto tesoro di piccole esperienze, che sono piccole solo in apparenza perchè dentro ti danno un’energia veramente dirompente. Prega per farmi crescere nell’amore al Crocifisso. Luca Senesi Chiedo perdono al Signore, se, preso da impegni di famiglia e di lavoro. ho trascurato un po’ gli incontri della Fraternità. Mantengo l’impegno di rinnovare la mia consacrazione, perché sento che in questo modo Gesù mi aiuterà ad essere un suo assiduo discepolo. Lui che tutto può e tutto sa e che legge nel mio cuore mi aiuterà a mantenermi saldo nella fede, come desidero ardentemente. Leopoldo Zanini
Consacrazioni a Castellano (FM)
Questo anno per me è stato molto triste per la perdita improvvisa di mio marito e per le mie malattie. Dopo la mia prima consacrazione dell’anno scorso, è come se si fosse accesa una luce dentro di me, le mie sofferenze si sono alleviate, io avverto qualcosa vicino a me che mi dà forza e pazienza, e così riesco a fare molte cose e a partecipare agli incontri nella Fraternità a cui appartengo. Febi Graziella
Roccaraso, 19-9-2014: Consacrazione perpetua di Rucci Maria Teresa e Tetrarca Concetta
Concetta e M. Teresa consacrate perpetue a Roccaraso (AQ)
Consacrazione di Massimo con a fianco la madre Annita
A settembre farò la consacrazione perpetua, tappa fondamentale che mi farà entrare a titolo pieno nella famiglia passionista. Sono molto contenta di far parte degli AGC. In questi anni mi ha dato molto. Facendomi crescere spiritualmente: senza di questo cammino la mia vita sarebbe stata come una linea piatta priva di senso. Mi ha aiutato ad affrontare le difficoltà quotidiane, a rafforzarmi nelle prove della vita, mettendo al centro di tutto Gesù Crocifisso. Egli è la più grande testimonianza di amore fino alla morte per noi. Dobbiamo aiutarlo a portare la sua croce, alleviando così le sue sofferenze. Signore, fa che la mia fede cresca sempre più, aiutami a seguire e vivere i tuoi insegnamenti. Petrarca Concetta
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Consacrazioni a Sulmona: 20 settembre 2014. Prima consacrazione: Marinucci Francesca e Di Paolo Nella. Rinnovo: Donatelli Maria Luisa Carissimo padre, è già trascorsa una settimana dalla mia prima Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso a Sulmona. Non so dirti altro che “grazie” per la sua presenza, per la catechesi splendida con cui hai riportato le testimonianze più significative degli AGC che hai conosciuto, dei momenti trascorsi con noi a pranzo e per il pomeriggio con le confessioni e l’ora di adorazione. È stata una giornata importantissima: iniziata con un po’ di tristezza per l’assenza di mia madre, ma poi il Signore ha consolato il mio cuore, donando grande gioia e serenità. Infine durante la celebrazione ho sentito le letture in modo più profondo: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri”....”per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”. Spero di rispondere in ogni momento della mia vita alla chiamata di Gesù secondo la Sua volontà. Grazie per tutto quello che fai per noi insieme a P. Bruno. Francesca Marinucci
Consacrazioni alla Madonna della Stella PG: 28 settembre 2014 Giornata di grande festa per la nostra fraternità. E’ stata una cerimonia semplice ma molto sentita, presieduta da p. Luciano con p. Adalberto; nei volti di tutto il gruppo si leggeva tanta gioia: momenti molto forti che ci invitano a riflettere e a domandarci come abbiamo risposto alla chiamata e come stiamo vivendo la nostra consacrazione. La grazia ricevuta merita ogni nostro impegno per dare una adeguata risposta. Nella catechesi di sabato 27 ,
Consacrazioni a Sulmona (AQ) fratel Tommaso ci ha ricordato che è Dio che ci ha scelti per avere un rapporto di amore con Lui e che la nostra consacrazione è un’offerta d’amore a Gesù Crocifisso ed è uno dei momenti più forti del nostro cammino. Al termine della catechesi ci ha ricordato gli impegni che ci dobbiamo assumere aderendo al cammino del laico passionista. Ricordo i consacrati: Novello Maria Ferraro Antonio, D’Alise Anna, Tonti Marisa, Neroni Gessica. Abbiamo affidato la loro consacrazione alla Madonna della Stella perché guidi il lodo cammino passionista. Renata Magrini
potuto trattenere le lacrime. Ho pregato: “Signore, aiutami, accompagnami, stammi accanto!”. Per completare la mia gioia, Don Vito, mio parroco, mi ha proposto di diventare Ministro Straordinario dell’Eucaristia. In quel giorno di grazia, potevo solo dire: “SI”, “Eccomi, o Signore”. Era una conferma alla mia chiamata. Le grazie continuano ancora ad inondarmi: in questi giorni ho ricevuto le chiavi della chiesina del priorato, titolata alla Nostra Madre Maria Addolorata, in cui si celebra quotidianamente l’Eucaristia e si recita il Santo Rosario. Anche questo segno mi rafforza nella convinzione che Gesù mi vuole ancor più alla sua sequela. All’Adorazione del lunedì Gesù mi invita ad affidarmi a Lui. Io rispondo: “Sì, Gesù, io confido in Te. Tu sei il mio tutto”. Anna D’Alise Madonna d. Stella
Consacrato per sempre all’amore di Gesù
Il 16 novembre 2014 mi accingo a fare la mia Consacrazione perpetua Consacrata e negli Amici di Gesù Crocifisso. È ministro straordinario questo un momento della mia vita nel dell’Eucarisita quale sono pienamente consapevole di dire al Signore che lo amerò per semHo rinnovato la Consacrazione a pre, non solo, ma dovrò cercare di Gesù Crocifisso, mentre una grande farlo amare anche dagli altri. Dovrò pace inondava il mio cuore. Non ho cercare di crescere sempre più nella fede con la certezza che Lui è Amore e per questo devo amarlo e rispettarlo e cercare di metterlo al primo posto. So che non è facile riuscire a mettere in atto questo; ho capito però che la mia vita ora deve cambiare e tendere ad andare verso di Lui, solo così potrò trovare la risposta a ciò che ancora non riesco a comprendere. Grazie padre Alberto per avermi dato, nella semplicità del tuo esempio, una prova d’amore verso il prossimo. Domenico Di Eugenio Consacrazioni alla Madonna della Stella (PG) di Giulianova
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AMICI AGGREGATI a cura di Alberto Pierangioli
Grazie per avermi aggregato Caro padre, che bella sorpresa la tua ultima lettera! Grazie per avermi aggregato alla fraternità di Morrovalle! Confermo la mia volontà di essere un vero laico passionista Amico di Gesù Crocifisso. La sola cosa che mi spaventa è la mia indegnità, ma confido nella misericordia di Gesù Crocifisso. Compatibilmente con i miei impegni di lavoro, cercherò di unirmi a voi il secondo e ultimo martedì di ogni mese. Spero di giungere alla consacrazione. Sono iscritto dal 1992! Un abbraccio a te, a Laura e a tutti gli Amici. Pregate perché il Signore mi converta. Cristiano Capatti Aggreg. Morrovalle
Spero di poter fare anch’io la mia consacrazione Carissimo padre, ho ricevuto il libro che raccoglie le testimonianze di tante persone che hanno scoperto l’amore del Padre riversato e fatto carne in Gesù Crocifisso. Questa scoperta non è affatto scontata e, anche se si è consapevoli del fatto che Dio è amore, ciò non basta per cambiare veramente una vita. Per questo, mi ha molto colpito l’affermazione, che ricorre nella presentazione del tuo nuovo, splendido, libro, che si riferisce all’incontro vero e reale con Gesù crocifisso e risorto. Quanti di noi battezzati abbiamo veramente avuto un tale incontro? Anche i sacerdoti, a volte, danno per scontato che tutti coloro che andiamo a Messa abbiamo realmente incrociato gli occhi tersi di Gesù. Invece, capita che, pur dopo tante comunioni, la nostra vita sembra essere sempre la stessa. E’ toccante, allora, sapere che la vita di tanti nostri fratelli è stata trasformata da un incontro. Gesù cammina ancora per le nostre strade e si accompagna a ciascuno di noi per condurci al Padre. In questo cammino la nostra croce quotidiana non è un non senso o una male-
Festa del 25° di Amici di Gesù Crocifisso
dizione, ma è fonte di grazia e di benedizione se unita a quella di Gesù. Per questo, penso che appartenere alla famiglia laicale passionista sia un modo forte e bello di vivere in pienezza il nostro battesimo: l’appartenenza ci fa comprendere cosa significa che, con il battesimo, siamo diventati anche noi sacerdoti, in quanto chiamati ad offrire la nostra vita e a farlo con gioia. Ciò non è facile, ma è possibile, perchè - come tu ci insegni nell’altro tuo meraviglioso libro dedicato proprio agli “Amici di Gesù crocifisso”, la croce non è mai disgiunta dalla risurrezione e il Crocifisso è sempre il Crocifisso risorto. Con Lui tutta la nostra vita risorge. Mai è venuto meno in me il desiderio di appartenere alla famiglia passionista. Anzi va sempre più consolidandosi. Il dono ricevuto mi ha rincuorato molto. Ti abbraccio forte. Portami tu nel cuore come una pecorella che ha tanto bisogno di amore. Spero un giorno di poter fare anch’io la mia consacrazione e di poterti incontrare. Tanti cari saluti a tutta la Fraternità. Riccardo, Calabria, Aggreg. Giulianova
Gli Amici in Friuli Ho appena ricevuto la telefonata dei signori Vittorio e Donata di Bagnaria
Arsa UD! Anche loro nel cammino Passionista. Sono felice per come Gesù sta creando un gruppo qui da noi . Fino allo scorso anno, ero da sola, adesso Gesù sta creando veramente un qualcosa di meraviglioso. Io sono una povera peccatrice che si ritrova nella via della croce, la via più luminosa e grande che ci possa essere. Non avrei mai immaginato che potesse accadere questo. Siamo già un bel gruppetto che spera di camminare qui in Friuli a fianco di Gesù crocifisso. Ringrazio lei padre, per tutto quello che fa per noi. Adesso aspettiamo settembre che vengano su le suore da Firenze, per riunire tutte le persone che fanno parte di questo movimento. Ci troveremo per iniziare un cammino nuovo. Mariangela Udine
“Sarete miei testimoni” Grazie per quanto mi ha inviato. Ho quasi terminato di leggere il libro “Sarete miei testimoni”, non solo mi è di grande conforto in questo momento della morte di mia madre ma vi ho trovato molti spunti di riflessione e meditazione. Sono sempre più convinta che Gesù mi sia vicino, più la croce diventa pesante più riesco a sentire la Sua presenza. Valentina di Udine
FESTA DI ENZO ED ENRICA ma salute ed andavamo a fare delle passeggiate, se ci capitava di passare davanti ad una vetrina in cui erano Ancora una volta i nostri esposti gli abiti da sposa, io amici Enzo ed Enrica Ferretti ci mi fermavo e trattenevo mia hanno riempito il cuore di gioia. moglie dicendo: -Guarda Il 6 settembre ci siamo ritrovati quanto è bello te lo voglio nella loro casa più di 100 persovedere addosso e risposarti ne per celebrare il 65° compledi nuovo. Enrica mi vuoi anno di Enzo e il 40° di matrisposare?- E lei sorridendo monio. Il pomeriggio inizia con se ne scappava via risponil Santo Rosario, seguito dalla dendomi: -Noo!- Come Messa presieduta dal parroco sono contento Gesù, con il Don Lino e concelebrata da P. Tuo aiuto sono riuscito, Alberto, con il diacono nonostante tutto, anche in Giuseppe Fioretti. I ragazzi del questo. E il mio Grazie Festa a Enzo ed Enrica Ferretti G.A.M. hanno animato con diventa ancora più grande canti gioiosi tutta la cerimonia. perché sono un uomo feliIl momento più emozionante è stato cissimo e posso dire gridando, non con Insieme l’abbiamo coltivato imparanquando Enzo, dopo aver ricevuto la la voce, ma con l’espressione del mio do che non è una cosa da insegnare Comunione, ha ringraziato il suo viso che la vita è bellissima perché all’altro, ma da imparare dall’altro, Gesù, facendosi prestare la voce dal accanto a me c’è sempre lei e se anche nella quotidianità, con piccoli gesti suo amico Valentino. È stato un non posso offrirle una festa in grande, affettuosi, con una mano protesa quanmomento così forte di fede, che tutti i come spesso l’avevamo sognata, a do uno dei due si sentiva oppresso o presenti avevano il groppo in gola e causa di questo mio male, siamo conscoraggiato o quando prove molto gli occhi lucidi per l’emozione. Al tertenti tantissimo e penso di parlare dure ci sono capitate e ci siamo ritromine anche il P. Alberto ha ripercorso anche a nome suo perché, in le tappe di questa meravigliosa questa giornata testimoniacoppia all’interno del nostro no l’essenza del matrimomovimento. Poi una delegazionio: la preghiera, la condine di amici bersaglieri ha recitavisione, il ringraziamento. to la loro preghiera accanto al Grazie Signore Gesù. loro caro amico. La festa è conUn grazie grande va tinuata in allegria. anche a te, mia Enrica, per Montecchiari Nadia tutto quello che fai per me. Cipolletti Laura TI AMO! Tuo Enzo Io Enzo e noi tutti famiglia Ferretti ringraziamo tutti voi qui presenti per la viciRingraziamento nanza che ci dimostrate da di ENZO nel 40° quando su di noi è scesa una nube che a volte ci ha messo di matrimonio a dura prova. Non vi rendete I Bersaglieri festeggiano Enzo ed Enrica conto di quanto il vostro Gesù mio, ancora una volta affetto ci abbia aiutato a ti ho ricevuto nel mio cuore e ancora superare quei momenti. Grazie al vati abbracciati perché il dolore deluna volta mi faccio prestare la voce nostro parroco Don Lino, alla l’una lo era anche dell’altro. È proprio per dirti il mio Grazie. Per come, ultiComunità Passionista, agli Amici di vero, però, che molti matrimoni saltamamente, sono andate le cose, a volte, Gesù Crocifisso che ci hanno accolto no perché non si è preparati al sacrifiho dubitato di arrivare fino a qui. con la nostra Consacrazione Perpetua cio. Ebbene, Gesù, ti ringrazio anche Oggi compio 65 anni e ti ringrazio per del primo febbraio di questo anno. E per questo. La vita ci ha riservato il dono della vita. È proprio durante il poi un grazie a tutti quanti, perché ci anche tantissime gioie: prima fra tutte cammino di questa, che ho incontrato date la forza di andare avanti. i figli, questa stupenda famiglia, poi la mia amatissima sposa, ed oggi ci Anche io, Enrica, voglio ringraziatutti, ma proprio tutti, parenti e amici e ritroviamo qui per festeggiare il re il mio Gesù perché veramente mi poi non ci sono mancati i divertimenti nostro 40° anno di matrimonio. Per sento portata in braccio da Lui. E poi e tra questi il primo in assoluto sono me, questo è stato l’inizio più imporvoglio ringraziare te, Enzo, per la state le mie tante moto, ma nel tante di un lungo cammino insieme a nostra vita insieme e per tutto l’amore momento della prova, la mia Enrica lei. Ti dico Grazie, mio Gesù, perché che mi hai dimostrato durante il nostro mi è rimasta accanto perché il nostro insieme abbiamo espresso la bellezza cammino insieme. amore è talmente fuso l’uno nell’altra della vita coniugale con fedeltà e Buon anniversario, amore mio! che è stata una cosa quasi naturale. Mi unità, alimentando sempre la fiamma Ti amo tanto anch’ìo! Enrica ricordo, quando ancora godevo di ottidell’amore che Tu benedicesti per noi.
Festa con un malato di SLA
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XXV CONSIGLIO NAZIONALE: PROGRAMMA PER IL 2015 a cura di Alberto Pierangioli XXV CONSIGLIO NAZIONALE AGC Morrovalle - 11 ottobre 2014 Presenti: Sup. Prov. P.Piergiorgio Bartoli, P. Alberto Pierangioli A.N., Consiglio Esecutivo; Assistenti Sp.locali; P. Bruno De Luca, P. Luciano Temperilli, P. Marcello Pallotta, Don Giovanni Lorusso, Vito Serafino, Rucci Riccardo, Suor Emanuela Pas, Coordinatori e vice di Fraternità e Gruppo famiglie. Partecipanti: 42. L’incontro ha inizio alle ore 9,30 con la preghiera delle lodi presieduta dal P. Piergiorgio Bartoli: ricordando la novena di san Paolo della Croce ha invitato tutti a ricordare alcune frasi del Santo considerate molto utili per il nostro cammino spirituale. Ricordiamo l’amore di Dio morte in croce per noi e portiamolo nella vita, accettando tutto quello che egli ci manda. Coltiviamo l’unione con Gesù per essere pronti ad abbracciare con lui la croce, con gioia cristiana. Come per Gesù, anche per noi la gloria passa attraverso la croce accettata liberamente e con amore. Siamo pronti a questo? - Saluto del Presidente: ringraziando tutti per la partecipazione, ricorda l’utilità e la necessità di incontrarsi per riflettere sul nostro Movimento, almeno una volta l’anno. Ha ricordato la bellissima giornata del 25° degli AGC vissuta a luglio con fede e tanta gioia. Relazione introduttiva dell’Assistente P. Alberto: dopo aver fatto una breve storia dell’andamento della crescita degli iscritti negli anni, a partire dal 1990, ha invitato a riflettere sul perché del calo delle adesioni agli AGC in questi ultimi anni, specialmente in alcuni gruppi, e a non limitarci a spiegazioni ovvie. DISCUSSIONE DELL’ORDINE DEL GIORNO: 1. Analisi dell’andamento generale del Movimento e delle Fraternità: dopo le brevi esposizioni della vita e attività delle Fraternità, si sono notate delle costanti: dove il gruppo è più attivo in
XXV Consiglio Nazionale a Morrovalle parrocchia, con animazione eucaristica, adorazione, ministri straordinari eucarestia, catechismo, presenza nelle case di riposo, collaborazione con le missioni ecc, la Fraternità cresce; dove tende a chiudersi in se stessa, la vita è ferma, anzi regredisce. Le persone sono attratte al gruppo se questo si rende positivamente visibile. 2. Promma di formazione 2015: viene accolto da tutti il suggerimento ad approfondire il tema della famiglia, secondo le indicazioni del sinodo. Vi è stata molta partecipazione e vari suggerimenti: - Scegliere le tematiche tenendo conto dell’età del Movimento, rendendo più coinvolgenti gli incontri. - Annunciare il Vangelo della famiglia alle famiglie d’oggi. - La spiritualità passionista vissuta in famiglia. - Il disegno di Dio per la famiglia umana. - La testimonianza della famiglia cristiana. E’ stato anche distribuita una proposta di temi possibili sulla famiglia, invitando tutti a segnalare i più interessanti e ad aggiungerne altri, prima di riconsegnarla. Ore 12,30: Pranzo con la comunità Passionista
ORE 14,00 RIPRESA DEI LAVORI 4. Giornata di Spiritualità 2014: vista il senso che si vuole dare a questa giornata, come momento d’incontro tra tutti gli Amici e di condivisione forte, si decide che per ora l’unico posto adatto per posizione geografica e per capienza della struttura è il Santuario di San Gabriele, in una data da stabilire. 5. Corso di formazione per responsabili: Se ne crede l’importanza, per preparare nuovi responsabili. Il Consiglio Esecutivo farà una proposta che verrà poi sottoposta alle Fraternità. 6. Esercizi spirituali: si comunicano le date: Esercizi per le famiglie = 08 - 12 agosto Esercizi aperti a tutti = 12 -17 agosto 7. Varie ed eventuali: - Si pone il problema di rivitalizzare le fraternità, specialmente le più antiche. Ogni fraternità ne studi la possibilità, modalità e mezzi. - Esortazione e importanza di riunire con regolarità i Consigli di fraternità. - Per la rivista vengono inviate 1200 copie, più 200 in omaggio per la diffusione. Invito a sostenerla. Alle 16.30 si chiudono i lavori. (Sintesi del verbale della Segretaria N.)
“SARETE MIEI TESTIMONI” Eccomi! Da quando sono tornata a casa, dopo la mia consacrazione, ho ringraziato continuamente il Signore che mi ha dato la possibilità di rimanere più vicina a lui. Dopo una vita di preghiere e di studi di teologia, per approfondire la fede e voler comprendere di più la sua parola, ho coronato il mio desiderio, con quel ECCOMI quale risposta al suo richiamo di tutta una vita. Non si può descrivere l’emozione di ogni giorno, quando, come sempre, apro la bibbia per leggere poche righe e mi sembra che si siano trasformate in toni d’amore. Grazie per avermi dato questa possibilità e di avermi accompagnato fino a quel giorno. Confermo pienamente la mia promessa di Amore ora più di prima. Elena Pilloni Roma Voglio essere il Cireneo di Gesù Crocifisso Carissimo padre, dopo il nostro incontro a Roma, ho letto e pregato con il libro “Voi siete miei amici” e sempre di più ringrazio Dio per l’incontro. Credo che ciò rientra nei piani di Dio perchè la spiritualità che sento più vicina è appunto quella passionista. La gioia ha riempito il mio cuore nell’apprendere l’esistenza degli Amici di Gesù Crocifisso, perchè io mi ritengo indegnamente tale, o perlomeno il mio più grande desiderio è di essere amico del Crocifisso, ed essere suo cireneo. La meditazione della passione di Gesù Cristo ha riempito il mio cuore di amore e di sapienza, facendomi scoprire un mondo nuovo, una verità nuova purtroppo non a tutti conosciuta. Meditando la via crucis con gli scritti di P. Pio mi hanno colpito queste frasi: «Felici noi, che contro ogni nostro merito, già siamo per divina misericordia, sugli scalini del Calvario; già siamo stati fatti degni di seguire il celeste Maestro, già siamo stati annoverati alla beata comitiva delle anime elette; ed il tutto per un tratto specialissimo della divina pietà del Padre celeste. Non perdiamo di vista questa beata comitiva: teniamoci sempre stretti ad essa e non ci spaventi né il peso della croce che bisogna portare, né il lungo viaggio che bisogna percorrere, né l’irto monte a cui bisogna ascendere. Ascendiamo il Calvario carichi della croce, certi che la nostra ascensione ci condurrà alla celeste visione del nostro Salvatore”. (Ep. I, pag. 304). Ho avuto modo di
Consiglio Nazionale al lavoro leggere qualche testimonianza dal giornalino; quanti santi, quante persone veramente innamorate di Gesù crocifisso. Io voglio far parte di questa famiglia con tutto me stesso, io voglio consacrarmi per sempre a Gesù Crocifisso mio Amore. Alessandro Anelli Roma Accetto tutto per amore e offro tutto all’Amore Grazie, padre, per la sua risposta, esauriente come sempre. Io sto pregando più del solito, e tutto offro a Gesù. Le assicuro che in questo periodo sto mandando giù parecchi bocconi amari, ma tutto accetto per Amore e tutto offro all’Amore. Il crocifisso che ho ricevuto il giorno della consacrazione, è appoggiato sul mio letto, accanto a me di notte ma nel mio cuore durante il giorno. In ufficio invece, sulla mia scrivania c’è un piccolo crocifisso, messo in posizione strategica, così ogni volta che alzo gli occhi dal lavoro posso guardarlo e contemplarlo. In questo modo, quando mi sembra di affondare, guardo Gesù e mi aggrappo a Lui, che è la mia ancora di salvezza, anche se intorno a me tutto è buio. Lucia Papa Roma Grazie infinite per il dono del libro “Sarete miei Testimoni”. Mi è piaciuto tanto: sono stato invaso dai ricordi e che bei ricordi!!! A ritroso fino agli anni ’90: emozioni e memorie! Grazie ancora. Ho pregato e imparato
a pregare (forse), mi è stata data la possibilità di conoscere la persona di Gesù in un modo molto diverso; ho conosciuto nuove persone, fatto esperienze diverse, ho incontrato un bel gruppo di Amici di Gesù crocifisso ed è con loro che mi sento unito e con loro lodo il Signore e Lo ringrazio del suo gratuito amore. Ubaldo Peretti Civitanova “La custodia del creato” Mi piace la catechesi “la custodia del creato”. Il primo pensiero va al “Cantico delle creature” di S. Francesco, una preghiera profonda nei contenuti e negli aspetti simbolici, significativa e innovativa nel messaggio che coinvolge proprio tutti: la custodia del creato e delle creature, espressione dell’amore di Dio. Nessuno più riflette su questo problema perché non interessa, può essere scomodo, ci mette di fronte alle nostre responsabilità e allora, come direbbe Pascal nei suoi “Pensieri”, “l’uomo si è risolto a non pensarci”. Comprendo l’impegno che può averLe comportato enucleare delle linee-guida che potessero essere davvero sentite da tutti. Le auguro di cuore buon lavoro e una pronta guarigione con il rammarico di non esserLe vicina. Un carissimo saluto. Stefania Buatti Brescia Rinnovare la famiglia Ho gradito molto le tue catechesi sulla “famiglia’’. Sono proprio atti-
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nenti al tema che Papa Francesco vuole svolgere per tutte le famiglie del mondo, come lo è il libro che hai scritto “Sarete miei testimoni’’. Tutto mi sembra in sintonia con l’Amore di Dio, che ci richiama a metterlo al primo posto nella nostra vita. La Chiesa c’invita a essere testimoni dell’Amore tra Dio e l’uomo, come un’Alleanza sponsale, che c’invita ad imitare la Famiglia di Nazareth per ridare il vero senso alle nostre famiglie. Con il tuo insegnamento ci stai guidando a revisionare la nostra vita e a riaccendere la lampada della nostra fede ogni volta che la sua fiammella s’indebolisce. Illuminati dalla meditazione sulla Passione di Gesù e sui dolori di Maria, cerchiamo di vivere e di testimoniare con fede e con gioia la nostra vocazione matrimoniale e cristiana. Patrizia Marini Civitanova
Peregrinatio Crucis a Giulianova Una testimonianza commovente per tutti Caro Padre, avrei voluto dirtelo a voce, quello che ho provato quando ho ricevuto in dono il libro “Sarete miei Testimoni”, abbracciarti e ringraziarti. L’ho preso e stretto al mio cuore, ho pensato a te, a quanto amore ci hai messo per farlo per tutti noi. Ringrazio Gesù per tanta grazia. Leggendo tante testimonianze, mi commuove il vedere quanto bene il cammino continua a fare e come la vita cambia e si rinnova conoscendo e amando Gesù Crocifisso. Ho ripensato al mio cammino, alle tappe della mia vita passata, non con malinconia, ma con gioia, perché ogni giorno sono sempre più consapevole che senza l’amore di Dio non si vive, che la fede è un dono grandissimo di Dio, da custodire e alimentare ogni giorno. Dio ci ama, anche nelle prove, con la sua continua grazia. Ci attira sempre più a sé con la sua immensa dolcezza e misericordia. La consacrazione di amore a Lui è uno dei doni più grandi ricevuti da Lui. Non cambierei nulla nella mia vita senza l’amore di Gesù Crocifisso. Grazie, caro padre, che ci hai insegnato ad amare Gesù, ci hai insegnato ad amare la preghiera, a capire il valore della sofferenza, a capire specialmente la meditazione della Passione.. La mia meditazione la faccio al mattino presto, quando tutti ancora dormono, davanti al bel Crocifisso che tu ci ha donato quando ci siamo sposati. È meraviglioso, perché c’è silenzio. In un primo momento mi metto in adora-
zione, pensando a quando Gesù ha fatto per me e lo ringrazio con tutto il cuore. Poi leggo un brano della meditazione e quello che mi rimane più impresso cerco di portarlo nel mio cuore tutto il giorno. Poi offro tutto al Signore, la mia giornata, i miei cari, le loro difficoltà, tutti gli Amici del cammino di fede, le famiglie in difficoltà, chi è lontano dalla fede. La Promessa di Amore, più che recitarla, cerco di meditarla con il cuore. Ad ogni parola, è come se diventasse più viva, più vera, più meravigliosa. Ora ogni piccola parola nutre il mio cuore. Ogni sera la diciamo insieme in famiglia al termine del Rosario. Poi ricordiamo una intenzione particolare di preghiera, in questo momento, specialmente per la pace in Medio Oriente. Ringraziamo il Signore perché noi possiamo professare liberamente la nostra fede e preghiamo per chi è perseguitato. I nostri figli ci seguono con attenzione e amore. Grazie, padre, perché ci sei stato e ci sei ancora sempre vicino. Una mamma della prima ora. Emozioni dagli Esercizi spirituali Caro padre gli esercizi si sono appena conclusi e come ogni anno torniamo a casa carichi di nozioni ma soprattutto di emozioni. I giorni sono pochi ma intensi, si cerca di prendere il più possibile per quando torniamo a casa e prolungarne i frutti. Padre Luciano è stato eccezionale con il suo
modo piacevole e chiaro. Ringrazio anche te per le catechesi del primo corso, che ci hai proposto: sono veramente illuminate ed illuminanti. Sono stati giorni di grazia che ho avuto il piacere di condividere con molti amici vecchi e nuovi ed è sempre una grande emozione avere con noi tutti i nostri figli. Ti ringrazio per tutto quello che fai per noi. Sonia Gironelli Civitanova Esercizi spirituali: “boccate d’ossigeno” Carissimo padre, innanzi tutto voglio farti gli auguri per i tuoi 85 anni! Per quanto riguarda gli esercizi spirituali sono stati come sempre giorni di “boccate d’ossigeno”. Lontani dalla routine frenetica quotidiana, mi hanno ricaricato della consapevolezza che dovrei avere sempre e che perdo spesso per strada, cioè che Dio è l’unico bene e l‘unico “faro” che dobbiamo guardare. Ogni anno puntualmente vengo giù con l’intenzione di confessarmi per risanarmi e chiedere consigli su varie problematiche che mi assillano, e ogni anno, andando avanti con le catechesi, mi rispondo da sola che la colpa è mia perché ho perduto il “faro”… Mi servirebbe un corso al mese… Benedico Dio per la tua presenza ancora così forte e per il lavoro di P. Luciano che ci sopporta nonostante i nostri difetti di piccoli uomini. Simona Brugnini
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Festa a Morrovalle In occasione del compleanno di Padre Alberto, la fraternità di Morrovalle si è ritrovata presso il convento dei Padri Passionisti ed insieme ha partecipato alla Santa Messa delle ore 19, presieduta dallo stesso padre. Per chiudere in bellezza la serata ci siamo ritrovati tutti presso una vicina pizzeria e abbiamo avuto il piacere che oltre Padre Alberto si sono uniti a noi Padre Bruno e il Superiore Padre Gabriele. È stata una serata stupenda! Anche perché Padre Alberto non sapeva nulla di questa iniziativa. Ci siamo ritrovati in più di 50 persone intorno a lui, abbiamo concluso il tutto con una fantastica torta. Nadia Montechiari Voglio crescere nell’amore Carissimo padre, ho ricevuto la mia iscrizione agli ACG. Mi sono emozionata tanto da chiedermi quanto sarò gioiosa il giorno in cui potrò ricevere il Crocifisso. La mia iscrizione l’avevo soppesata durante gli incontri mensili a S. Nicolò ma è maturata nei giorni di ritiro spirituale fatti a S. Gabriele. Una esperienza di Vita Vera, di Libertà, di Vera Bellezza. Uso questi termini con grande umiltà e sincerità perché è davvero ciò che ho provato in quei giorni e in questo ultimo anno in cui il Signore mi ha accarezzata e richiamata. Se si è vissuti una vita non vera con legacci al cuore e bende agli occhi, riconosci e apprezzi subito la possibilità di vita che ti si apre seguendo Gesù. Mi sento la più “piccola”, quasi indegna di far parte degli Amici di Gesù Crocifisso, spaventata e imbarazzata dall’Amore che sento ormai da mesi come un abbraccio dell’anima ma anche desiderosa di seguire la Sua Via. È stato questo desiderio a farmi decidere per l’iscrizione. Gesù mi ha amata nella mia piccolezza ma insieme a voi voglio “crescere” nell’amore verso gli altri e verso Lui e il Padre. Lorena Pelusi Frat. S. Nicolò Senza la fede la famiglia si sbriciola In questi giorni di esercizi a S. Gabriele il padre ha parlato della famiglia. Ogni pomeriggio vi abbiamo riflettuto insieme e ognuno ha portato le sue esperienze. Io credo nella famiglia perché l’ho scelta. Nella famiglia c’è il bimbo, il giovane, l’anziano: bisogna capirsi, accettarsi, amarsi e soprattutto lasciarsi guidare dalla fede. Senza la fede, la famiglia si sbri-
Squarcio del 6 luglio
ciola. Se si prega insieme, le croci e i pesi sono più leggeri e la vita è più serena e più bella. Sono stati giorni molto belli, con diverse esperienze, ma tutti desiderosi di avere una famiglia cristiana. Rita Cardinali Morrovalle Il mio cammino nella spiritualità passionista Da due anni che seguo gli “AGC”, attirata a questa esperienza da alcune responsabili del gruppo. La formazione degli AGC è ricca di riflessioni sulla Fede. Padre Marcello ci aiuta a meditare la parola di Dio che diventa poi preghiera comunitaria. Ho intrapreso con gioia questo cammino secondo il carisma di San Paolo della Croce che ripeteva: “La Passione di Gesù è l’opera più grande e stupenda dell’Amore di Dio”. La parola “passione”, nei suoi vari significati, mi ha accompagnata sempre nella vita. Ho vissuto i miei anni di insegnamento con passione, come i miei impegni di madre e di nonna li vivo con gioia. Gli incontri mensili mi hanno fatto riflettere meglio sul termine “passione” che ora assume un significato nuovo: passione è contemplare Gesù Crocifisso, ma vedere, aldilà della sofferenza, la Luce di Eternità e l’Amore di Gesù per noi da riconoscere anche nei fratelli. La spiritualità passionista dà valore alla sofferenza, alla luce della fede che nasce dalla Croce, cioè dall’ Amore di Dio. Come laica passionista devo impe-
gnarmi a testimoniare che la fede porta l’impronta del Crocifisso risorto e che soffrendo e amando, si è allo stesso tempo “crocifissi e risorti”. Nelle prove della vita, consegno tutto a Gesù; sarà Lui a suggerirmi come superarle e come vivere concretamente la spiritualità passionista. M’impegno a prepararmi alla prima Consacrazione, con il cammino nella spiritualità passionista. Matilde Stante Ciampino. Carissimo P. Alberto, mi prendo qualche minuto per risponderti e ringraziarti degli auguri per il mio 25° di professione, accompagnati dal bel libro ricco di semplici e allo stesso tempo grandi testimonianze dell’Amore Crocifisso nella vita quotidiana. Il Signore continui a sostenerti e darti salute perché l’opera che porti avanti possa ancora svilupparsi e tanta gente possa trovare nel Crocifisso il vero senso della vita. Oggi per me è un giorno particolare: un anno dalla mia elezione! Tante cose ho vissuto e tante cose ho affrontato nonostante la mia piccolezza e inesperienza. La grazia di Dio non mi è mancata ed ecco perché l’anno è trascorso e grazie a Lui, posso dire di aver fatto del mio meglio! Mi affido ancora alle tue preghiere e a quelle di tutto il Movimento, perché tutto il mio essere sia solo uno strumento che lascia operare Dio! Rinnovo gli auguri anche a te per il tuo Giubileo! Una benedizione. Sr Francesca cp
ADDIO 2014 E BUON NATALE Carissimi, mentre ci prepariamo a scambiarci gli auguri di BUON NATALE, incominciamo a dare l’addio a un anno particolare, il 2014, l’anno del 25° degli Amici di Gesù Crocifisso, l’anno del grande incontro dei 600 a San Gabbriele, l’anno della giornata di ringraziamento a Dio per la chiamata di tanti laici a far parte della Famiglia Passionista. In questo anno, alla data attuale, il nostro registro è fermo al numero 3110. Si sono aggiunti circa 40 nuovi Amici, molti provenienti da regioni e province dove non abbiamo ancora Fraternità: Frosinone, Bologna, Cosenza, Bergamo, Udine, Roma, Novara, Isernia, Palermo, Verona…. È l’anno in cui Gesù Crocifisso e Risorto ci ha ripetuto forte: “Sarete miei Testimoni” e il bel volume del 25° è andato in migliaia di copie a portare questo annunzio in tutte le regioni. Ben 75 Amici hanno fatto la loro consacrazione nei vari gradi a Gesù Crocifisso. Di tutto lodiamo e ringraziamo il Signore. E ora anche tanti auguri di Buon Avvento, Buona preparazione ad accogliere il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio e di Maria che si fa uomo, si fa nostro fratello. Il Signore venga a portare pace al mondo, pace alla Chiesa, pace a tutte le famiglie. BUON NATALE e tante benedizioni a tutti. Padre Alberto Pierangioli
CALENDARIO DEGLI AMICI 2014 09 novembre: 14 dicembre 31 dicembre:
Ritiro mensile a Morrovalle di P. Gabriele Cingolani Ritiro mensile a Morrovalle di P. Gabriele Cingolani Fine anno a Morrovalle: - 22,00: Adorazione - 23,00: Messa - 24,00: Momento di festa
SOMMARIO 2. P. Luciano Temperilli 3. P. Luciano Temperilli 4. P. R. Cecconi 5. Coltorti M. Grazia 6. Manuela Peraio 7. Papa Francesco 8-9. Vari 10. P. Alberto 11. Vari 12. P. Alberto 13-15. Vari 16. P. Alberto
Fede è vivere nella Chiesa vista come madre Fede e la città terrena Meditiamo la Risurrezione di Gesù 25 anni di Testimonianza I Testimoni: Maria Letizia Galeazzo Discorso conclusivo al Sinodo dei Vescovi Consacrazioni Amici Aggregati Festa di Enzo ed Enrica XXV Consiglio Nazionale: Programma per il 2015 “Sarete miei testimoni” Auguri
RICORDIAMO AL SIGNORE I NOSTRI DEFUNTI Marrone Giovanni di Fossacesia, consacr. p., 02-09-2014 – Raffioni Anna di Mc, consacr. p., 04.09-2014 Accattoli Enzo di Recanati. Cons. p.: 11-10-14 – Palmioli Giuseppe di Trodica, 12-10-14
Novembre-Dicembre 2014 – Anno XV n. 6 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. L. Temperilli Mad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - temperlu@libero.it Amici G.C. P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org