Giornalino Settembre-Ottobre 2010

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Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Settembre - ottobre 2010 - Anno XI n. 5

SOMMARIO 2 - A. Pierangioli Il sacramento dell’Ordine 3 - A. Pierangioli Sacerdote: un altro Cristo 4 - R. Cecconi Meditando il Vangelo di Luca 5 - L. Masnata Essere laici Passionisti 7 - M.G. Coltorti Solo con l’amore si lavora e progredisce 8 - L. Mazzoccante S. Paolo della Croce e Tommaso Fossi 9 - Echi degli esercizi spirituali 12 - Testimonianze 14 - Ricordo del Dott. Francesco Valori 16 - 30 settembre una giornata a Roma con il Fondatore


Sacramento dell’Ordine Sacro (CCC 1533- 1580)

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di P. Alberto Pierangioli

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sacramenti dell’iniziazione cristiana, Battesimo, Confermazione, Eucaristia, sono la base della vocazione di ogni cristiano alla santità e alla missione di evangelizzare il mondo e danno le grazie necessarie per raggiungere questo scopo (CCC 1533). L’Ordine e il Matrimonio sono sacramenti “sociali” e sono donati per la salvezza altrui; con il servizio alla Chiesa e alla vita operano anche la salvezza personale. Questi due sacramenti danno a coloro che sono stati già consacrati con il Battesimo e la Confermazione per vivere il sacerdozio comune dei fedeli, anche una consacrazione e missione particolare: chi riceve il sacramento dell’Ordine riceve il sacerdozio ministeriale per pascere la Chiesa in nome di Cristo; i coniugi cristiani con il matrimonio sono consacrati per vivere santamente la missione e la dignità del loro stato (CCC 1535).

L’unico sacerdozio di Cristo, sorgente di ogni sacerdozio Il sacerdozio dell’Antica Alleanza era trasmesso per generazione tra i figli di Aronne, era provvisorio e ha trovato il compimento in Cristo Gesù, “unico mediatore tra Dio e gli uomini” e quindi unico sommo sacerdote, con l’unico sacrificio della croce. Cristo non era sacerdote per gli Ebrei, perché non era discendente di Aronne. Cristo ha fatto della Chiesa “un Regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1,6). Tutta la comunità dei credenti è sacerdotale (CCC 1546). Il sacerdozio dei vescovi e dei sacerdoti e il sacerdozio dei fedeli, partecipano all’unico sacerdozio di Cristo, ma sono essenzialmente diversi tra loro. Il sacerdozio battesimale dei fedeli sviluppa la grazia battesimale, per vivere una vita di fede, di speranza e di carità e partecipare alla missione di salvezza di Cristo, ciascuno secondo la sua vocazione. Il sacerdozio ministeriale è al servizio del sacerdozio battesimale. Il sacerdozio di Cristo è l’unica sorgente del sacerdozio dei suoi ministri, che rendono presente continuamente sugli altari l’unico sacrificio della Croce. (CCC 1544-45). Per mezzo suo Cristo continua a santificare e guidare la Chiesa (CCC 15479. Quando i sacerdoti esercitano il loro ministero, Cristo stesso agisce per mezzo loro. Dice

Matteo, una umile creatura è innalzata a ministro di Cristo S. Agostino: «Malgrado la moltitudine dei ministri, santi o peccatori, che battezzano, la santità del Battesimo è da attribuirsi unicamente a Cristo. Battezzi pure Pietro, è Cristo che battezza; battezzi Paolo, è Cristo che battezza; e battezzi anche Giuda è Cristo che battezza». La presenza di Cristo non toglie purtroppo la debolezza umana, gli errori o anche il peccato dei ministri; ci sono stati e ci saranno sempre ministri santi e ministri indegni, ma il sacramento è sempre valido, perché è sempre Cristo che agisce. (CCC 1550-1551).

I tre gradi del sacramento dell’Ordine

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l ministero ecclesiastico istituito da Cristo comporta tre gradi: episcopato, presbiterato e diaconato (CCC 1536). Ogni grado è conferito mediante un rito chiamato ordinazione o consacrazione, che conferisce il dono particolare dello Spirito Santo per esercitare una “potestà sacra”, a nome di Cristo. Il rito è costituito, per tutti e tre i gradi dall’imposizione delle mani del vescovo, sul capo dell’ordinando e da una preghiera consacratoria che domanda a Dio l’effusione dello Spirito Santo e dei suoi doni necessari al ministero per il quale il candidato viene ordinato (CCC 1573). La salvezza, opera di Cristo, è da lui affidata agli Apostoli e da essi ai loro successori. Il sacerdozio ministeriale non solo opera a nome di Cristo di fronte all’assemblea dei fedeli, ma agisce anche “a nome di tutta la Chiesa” quando presenta a Dio la preghiera della Chiesa e quando offre il sacrificio eucaristico (CCC 1552; SC 33). É sempre Cristo che prega e si offre insieme al suo corpo mistico per mezzo dei ministri, che sono perciò chia-

Mons. M. Seccia, vescovo di Teramo, consacra sacerdote P. Matteo Piccioni mati ministri di Cristo e della Chiesa. (CCC 1553). Cristo continua a chiamare alcuni credenti per farli suoi ministri: “Dammi le tue mani per continuare a benedire, le tue labbra per continuare a parlare, il tuo corpo per continuare a soffrire, il tuo cuore per continuare ad amare gli uomini, miei fratelli». Il sacerdozio è un dono da accogliere con fede; è un bene comune, che i cristiani chiedono a Dio, che mandi operai alla sua messe, e susciti nella Chiesa numerose e sante vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. I chiamati ringraziano Dio per averli eletti a un così grande ministero: essere suoi amici e mettere la vita al servizio del Vangelo e chiedono la grazia di rispondere con generosità e con gioia a tale vocazione. albertopier@tiscali.it

In copertina: B. Grimoaldo Santamaria. Nato 4-5-1883, morto 18-11-1902. Beatificato il 29-1-1995 Profilo, vedi: “Un funaio mancato e un santo trovato”: Riv. Amici di G. C. dicembre 2004, pag. 7.


Sacerdote: un altro Cristo (CCC 1581-1600) di P. Alberto Pierangioli Le mani di P. Matteo sono consacrate per benedire a nome di Cristo Auguri, P. Matteo, tu sei sacerdote per sempre! to può essere conferito anche a uomini sposati e costituisce un importante arricchimento per la missione della Chiesa. Compete ai diaconi assistere il vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell’Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il matrimonio, proclamare il Vangelo, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità. Hanno come modello Cristo, fatto servo di tutti.

L’unico presbiterio intorno al vescovo

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bbiamo ricordato i tre gradi dell’Ordine sacro: episcopato, presbiterato, diaconato. L’episcopato è il primo grado, trasmesso dagli Apostoli ai loro collaboratori e da questi ai loro successori (CCC 15545-6). Esso conferisce la pienezza dell’Ordine sacro, con il potere di santificare, insegnare e governare la Chiesa. Da esso dipendono gli altri due gradi. I presbiteri sono consacrati dal vescovo, per predicare il Vangelo e celebrare il culto divino; dipendono dal vescovo nel loro ministero e formano con lui un unico presbiterio, ne condividono funzioni e sollecitudini, lo rappresentano nelle comunità locali e sono uniti tra loro da intima fraternità. La promessa di obbedienza e il bacio di pace al vescovo nel momento dell’ordinazione significano che essi gli devono obbedienza e che il vescovo li considera suoi intimi collaboratori, figli, fratelli e amici (CCC 1567). I presbiteri o sacerdoti svolgono il loro specifico ministero nella celebrazione dei sacramenti e principalmente dell’Eucaristia, nell’annuncio del Vangelo e nel guidare i battezzati alla santità. Essi rendono così presente in seno alla comunità cristiana Cristo Sacerdote, Profeta e Pastore della sua Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha ripristinato nella Chiesa latina il diaconato permanente, fiorente nelle prime comunità cristiane e sempre conservato nelle Chiese d’Oriente (CCC 1569 -71). I diaconi non sono consacrati per il sacerdozio, ma per il servizio che viene rafforzato con un sacramento (LG 29). Il diacona-

Condizioni per una valida ordinazione

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uò riceve l’Ordine sacro il battezzato di sesso maschile, secondo l’esempio di Gesù che ha scelto solo uomini come Apostoli e l’esempio degli stessi Apostoli che hanno fatto la stessa cosa nello scegliere i loro successori (CCC 1578). Tutti i ministri ordinati della Chiesa latina, ad eccezione dei diaconi permanenti, sono normalmente scelti fra uomini che intendono vivere da celibi e consacrarsi con cuore indiviso al Signore e alle “sue cose”, donandosi interamente a Dio e agli uomini. Nelle Chiese Orientali, i vescovi sono sempre scelti fra persone celibi, mentre i diaconi e presbiteri possono essere anche cristiani sposati. (CCC 1579-80). Come per il Battesimo e la Cresima, l’Ordine sacro viene conferito una volta sola in ciascuno dei tre gradi, perché imprime un segno (“carattere indelebile”) che li configura a Cristo (CCC 1582). Un soggetto ordinato validamente, per gravi motivi, può essere dispensato dagli obblighi e dalle funzioni connessi all’ordinazione o gli può essere proibito di esercitarli, ma non può più ridiventare laico in senso stretto, poiché il carattere impresso dall’ordinazione rimane per sempre.

La grazia dello Spirito Santo

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l sacramento dell’Ordine configura a Cristo Sacerdote, Maestro e Pastore il sacerdote, detto anche “un altro Cristo” e gli dà la grazia necessaria per imitare lo spirito di servizio del Signore. Il dono spirituale dato dall’ordinazione è espresso bene da questa preghiera del rito bizantino: “Signore, riempi di Spirito Santo colui che ti sei degnato di elevare alla dignità

sacerdotale, affinché sia degno di stare irreprensibile davanti al tuo altare, di annunciare il Vangelo del tuo Regno, di compiere il ministero della tua parola di verità, di offrirti doni e sacrifici spirituali, di rinnovare il tuo popolo mediante il lavacro della rigenerazione” (CCC 1587). Dinanzi alla grandezza della grazia del sacerdozio, i santi e maestri spirituali hanno scritto pagine stupende sulla santità del sacerdote, come S. Gregorio Nazianzeno: “Il sacerdote deve cominciare col purificare se stesso prima di purificare gli altri; deve essere istruito per poter istruire, deve divenire luce per illuminare, avvicinarsi a Dio per avvicinare a lui gli altri, deve santificarsi per santificare”. Il santo Curato d’Ars: “É il sacerdote che continua l’opera di redenzione sulla terra. Se si comprendesse bene il sacerdote qui in terra, si morirebbe non di spavento, ma di amore” (CCC 1589). I cristiani hanno il dovere di pregare non solo per avere da Dio nuove vocazioni e favorirle. ma anche pregare per la santificazione dei sacerdoti, affinché siano degni della loro grande vocazione. albertopier@tiscali.it

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V - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI LUCA L’intercessione e la salvezza operate da Gesù crocifisso (Lc 23,33-43) di P. Roberto CecconiCP

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arissimi Amici, proGesù, il Cristo seguendo il nostro che salva percorso nel vangelo chi confida in lui di Luca, eccoci arrivati alla Anche uno dei malfattori crocifissione di Gesù. bestemmia Gesù chiedendoIniziamo la nostra meditaziogli, dato che è il Cristo, di ne con la lettura-ascolto del salvare se stesso e loro due passo biblico. 33Quando giunsero sul che sono crocifissi con lui (v. 39). Le parole di questo luogo chiamato Cranio, vi condannato sono definite crocifissero lui e i malfattori, bestemmia. In questo modo uno a destra e l’altro a siniLuca mette in rilievo la divistra. 34Gesù diceva: “Padre, nità di Gesù. Insultare lui perdona loro perché non equivale a proferire bestemsanno quello che fanno”. Poi mie dividendo le sue vesti, le L’altro malfattore (conotirarono a sorte. 35Il popolo sciuto come il buon ladrone) stava a vedere; i capi invece invece, dopo aver riconolo deridevano dicendo: “Ha sciuto la propria colpevolezsalvato altri! Salvi se stesso, za e quella del suo collega, se è lui il Cristo di Dio, dichiara l’innocenza di Gesù l’eletto”. 36Anche i soldati (v. 41). Forte di questa conlo deridevano, gli si accostasapevolezza e animato da vano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: “Se tu sei il re profonda fede in Gesù, gli chiede di ricordarsi di lui dei Giudei, salva te stesso”. 38Sopra di lui c’era anche quando entrerà nel suo regno (v. 42). La sua umiltà, unita una scritta: “Costui è il re Crocifisso del Velasquez, crocifisso degli AGC alla profonda confidenza in dei Giudei”. 39Uno dei malGesù, gli valgono l’ingresso in paraSignore, pronunciate in tale contesto, fattori appesi alla croce lo insultava: diso (v. 43). Il buon ladrone si ritromostrano che in lui offerta della pro“Non sei tu il Cristo? Salva te stesso va giustificato, come il pubblicano al pria vita e intercessione sono come e noi!”. 40L’altro invece lo rimprovetempio (18,14). un’unica realtà. La morte di Gesù ha rava dicendo: “Non hai alcun timore Gesù dunque è il Cristo Signore dunque un valore sacro e questo di Dio, tu che sei condannato alla (cf. 2,11) che, mentre offre se stesso viene confermato dal fatto che essa stessa pena? 41Noi, giustamente, come vittima innocente, salva chi viene presentata da Luca come comperché riceviamo quello che abbiamo con umiltà si affida a lui. È il pimento di alcuni passi della meritato per le nostre azioni; egli Salvatore che, riportando la persona Scrittura. invece non ha fatto nulla di male”. 42E disse: “Gesù, ricordati di me alla comunione con Dio, la guarisce L’evangelista cita il Sal 22,19 totalmente. quando parla dei soldati che si diviquando entrerai nel tuo regno”. 43Gli rispose: “In verità io ti dico: dono le vesti di Gesù (v. 34); allude al Sal 22,8 quando afferma che i capi oggi con me sarai nel paradiso”. La Buona Notizia scherniscono Gesù (v. 35); fa riferiLe ingiustizie e le sofferenze che mento al Sal 69,22 quando narra dei L’offerta e l’uomo spesso deve subire non sono soldati che, deridendo Gesù, gli porsterili e prive di valore. Se offerte l’intercessione di Gesù gono dell’aceto (v. 36). In questi come intercessione per i peccatori Giunti sul luogo chiamato Cranio, salmi colui che soffre è una persona possono diventare mediazione di salcrocifiggono Gesù e con lui due malgiusta. Dunque Gesù è presentato vezza per molte persone. fattori, uno alla sua destra e uno alla come l’innocente che offre la vita per Non va però dimenticato che sua sinistra (v. 33). Gesù, mentre i propri discepoli (cf. 22,19-20) e per anche l’uomo più retto deve fare i dona se stesso sulla croce (cf. 22,19), tutti (cf. v. 34). I capi del popolo e i conti con il proprio peccato (cf. Pro dal Padre implora misericordia per i soldati sono del tutto estranei a que24,16). Tuttavia, nell’umile confessuoi carnefici (v. 34). La sua preghiesto mistero. I primi lo scherniscono sione delle proprie colpe e nella fidura è talmente accorata da presentare a perché come Messia non si sta dimocia in Gesù ogni persona di buona Dio una valida motivazione perché strando capace di salvare se stesso volontà trova la via che la conduce siano perdonati: non sanno quello che (v. 35); i secondi si fanno beffe della alla salvezza. fanno. Queste parole di nostro sua regalità (vv. 36-37). robi.cp@libero.it


II - ESSERE LAICI PASSIONISTI

5 di P. Leone Masnata

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l MLP è il modo con cui i laici che si rifanno alla spiritualità di S. Paolo della Croce intendono realizzare la loro vocazione, indipendentemente dal luogo, stato di vita e professione in cui vivono. S  i esprimono nella spiritualità della Passione come guida della propria vita personale, come gruppo impegnato sul territorio ma anche nella volontà di promuovere un’esperienza di vita, di formazione, di apostolato insieme alla Congregazione della Passione in un progetto missionario comune in Italia. I laici non li ha inventati la Chiesa e nemmeno la Congregazione passionista, esistono sin dagli albori del Cristianesimo. Il Vangelo si è diffuso in tutto l’Impero romano in breve tempo, grazie soprattutto ai “cristiani comuni”: nelle famiglie, tra i naviganti, tra i soldati. Nel Concilio si è spiegato che i fedeli laici sono Chiesa, tanto quanto i chierici o quelli che il diritto canonico definisce cristiani consacrati.

In quale ambiente lavoriamo e viviamo? L’Occidente si sta scristianizzando, ma si verifica nello stesso tempo un diffuso e confuso ritorno al sacro, mescolato e persino mascherato da idolatria pratica del piacere, del potere, del denaro, e nelle false sicurezze dell’occulto, magie, ecc. In questa situazione i cristiani, e specialmente i fedeli laici, non devono conformarsi al “tirare avanti” di tanti cristiani, ma hanno una missione da realizzare personalmente, insieme ad altre persone di buona volontà. Attraverso la loro coerenza tra fede professata e vita vissuta, la loro apertura al dialogo e la ricerca dell’amore e della giustizia, la loro partecipazione alla vita culturale e politica, al loro inserimento nella famiglia e nel mondo del lavoro, la loro attenzione particolare ai più bisognosi, i fedeli laici sono chiamati a vivificare tutte le realtà umane con lo spirito cristiano. Combattere le incoerenze come la ricerca del benessere ad ogni costo e l’attivismo sfrenato nel lavoro fino a dimenticarsi dei doveri nei confronti di Dio e dell’amore per il prossimo; la

P. Leone Masnata parla al MLP a Caravate

comodità nell’educazione dei figli e una vita familiare carente di “stile cristiano” per cui la casa non è più scuola di virtù umane e cristiane; il tempo libero trascorso senza ricordare Dio e gli altri, perdendo la sobrietà e le manifestazioni cristiane nella vita sociale, magari proprio nelle domeniche e nei giorni di festa, dimenticando che sono giorni dedicati a curare prima di tutto il rapporto con Dio (l’Eucaristia) e con il prossimo, iniziando dalla famiglia e dagli amici, senza dimenticare i più bisognosi.

Cosa fare in concreto? Un impegno personale, per non adagiarsi alla comodità di pensare che gli altri lo possono fare meglio di me. Il nostro tempo presenta urgenze che non ammettono disimpegni: l’appello di Gesù a lavorare nella sua vigna è attualissimo: “situazioni nuove sia ecclesiali che sociali reclamano oggi con forza particolare l’azione dei fedeli laici. Se il disimpegno è sempre stato inaccettabile, il tempo presente lo rende ancor più colpevole. Non è lecito a nessuno rimanere in ozio. Ecco una serie di urgenze: secolarismo, indifferenza religiosa, ateismo, il bisogno di Dio, la dignità umana e la vita calpestata ed esaltata, la sacralità della vita annullata, il bisogno di partecipazione, la conflittualità e il bisogno di pace” (Christi fideles laici 4-8). In forza del battesimo il fedele laico è

corresponsabile della missione della Chiesa (15) insieme al presbitero e alla persona consacrata ma in una modalità diversa che è quella dell’indole secolare, “implicati in tutti gli impieghi e affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta” (LG 31), facendo in modo che tutta questa realtà ordinaria e del mondo trovi in Cristo la pienezza del suo significato (cfr LG 48). Esprimiamo il cammino verso la santità, scopo ultimo dei laici passionisti, secondo la spiritualità della Memoria della Passione di Cristo, attraverso la triplice funzione: Profetica (con la parola), Sacerdotale (con la preghiera e i sacramenti), Regale (con la carità). 1. Profetica: annunciando il vangelo nel nostro ambiente. Aiutiamo le persone ad avere stima della vita propria e altrui, convincendole che sono amate dal Signore gratuitamente, nonostante i peccati. Così la vita è un dono, non un peso o una noia. Annunciamo che Dio vuole la nostra felicità anche qui in terra, ed impegna gli uni a farsi carico e difensori della felicità degli altri. Il Crocifisso è la sconfitta di tutti i nemici della vita, è la nostra beatitudine. Riscopriamo “l’anima sacerdotale” che è presente in tutti i cristiani. I laici devono sentirsi sacerdoti, ossia mediatori tra Dio e gli uomini, offrendo tutta la loro vita come lode e ringraziamento a Dio, come intercessione per le necessità del mondo, in riparazione dei peccati di tutti gli uomini. Il mondo è stato creato buono da Dio, ma è rimasto ferito dal peccato. Cristo lo ha redento consegnandosi alla Croce, i cristiani devono rendere attuale l’opera di Cristo nella loro vita. La sapienza più grande continua ad essere “la follia della croce”. L’immagine di Giovanni Paolo II, malato, abbracciato alla croce mentre cammina la Via Crucis al Colosseo, parla da sola. Giovanni Paolo II al termine del suo viaggio in Spagna nel 2003 diceva: “Si può essere moderni e profondamente fedeli a Gesù Cristo”. I cristiani laici possono proporre il Vangelo come il mezzo più efficace per risolvere i problemi delle persone


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Gruppo di Amici di Gesù Crocifisso negli Esercizi spirituali del 9-14-agosto 2010-08-28 e le crisi sociali del nostro tempo; come il mezzo migliore per trovare la pace e la giustizia nelle famiglie e tra i popoli; come il modo migliore per costruire la “civiltà dell’amore”. Mentre noi discutiamo, anche tra i cattolici crescono gli aborti, i divorzi, relazioni prematrimoniali, unioni libere, pornografia, furti, ingiustizie, i poveri, i gruppi esoterici, lo spiritismo, il satanismo, mentre molti abbandonano la fede e la pratica religiosa. Perché? Perché il linguaggio della croce rimane una stoltezza per coloro che si perdono (1Co 1,18a),e vari teologi sacerdoti, religiosi, dimenticano la croce e la risurrezione. La fede manca perché manca l’evangelizzazione vera; evangelizzare non avviene senza il martirio del nostro proprio io, senza l’unione con il Crocifisso. Infatti per coloro che si salvano, il Crocifisso è “potenza di Dio” (1Co 1, 18a). A noi manca la potenza! Continueremo a sperare di convertire con la forza dei miracoli, delle apparizioni, l’annuncio dei castighi, le profezie, ma rimangono attuali le parole di Paolo: “Mentre i giudei cercano miracoli e i greci cercano la sapienza, noi proclamiamo un Messia crocifisso: scandalo per i giudei, follia per i greci, però per quelli che Dio ha chiamato, giudei o greci, forza di Dio e sapienza di Dio” (1Co 1, 22-24). Essere laici cristiani significa combattere contro una ragione assoluta che diventa una forma di fideismo della ragione o di razionalismo della fede. Il

Dio cristiano non è solo verità, ma è anche amore. Il cristianesimo unifica la verità e la vita, non accetta la separazione tra verità e vita. La vera santità è essere uniti nell’amore per essere presenza nel mondo dell’amore di Dio. 4. Sacerdotale: la preghiera e, anzitutto l’Eucaristia, al centro e alla radice della vita cristiana dei fedeli laici, così come lo è per tutta la Chiesa. Contemplazione e azione. Due sono le tentazioni dei laici dopo il Concilio: dedicarsi troppo ai servizi e compiti ecclesiali tanto da giungere spesso al disimpegno nelle loro specifiche responsabilità nel mondo professionale, sociale, economico, culturale e politico, e la tentazione di legittimare l’indebita separazione tra fede e vita. I laici sono il “fermento” della santificazione del mondo. Sono chiamati alla santità che è la prima vocazione fondamentale di ciascuno nella sequela e nell’imitazione di Gesù nella vita professionale, sociale e familiare, e questo esige insieme contemplazione e azione, in unità di vita, ossia che la preghiera sia lavoro e il lavoro sia preghiera. Benedetto XVI direbbe: “Con i piedi per terra e gli occhi verso il cielo. Ambedue le cose ci sono date dal Signore: amare le cose umane e amare le bellezze della terra, non solo è molto umano, ma è anche molto cristiano. ognuno, secondo i suoi doni e secondo il suo carisma, amare la terra e le belle cose che il Signore ci ha dato” (25 luglio 2007 a

Lorenzago del Cadore). Fedeltà ai sacramenti, che portano il passaggio dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita, fanno passare in noi la vita di Cristo. che a nostra volta doniamo agli altri. Fedeltà alla preghiera per il consolidamento del Regno di Dio su questa terra, come insegna il Padre nostro: ”Venga il tuo regno” (Mt 6,10). Senza preghiera non risolveremo nemmeno i nostri problemi personali. Perciò l’amore al prossimo deve accompagnare sempre gli atti di culto. Abbiamo bisogno di una pietà “trascendente” e di una pietà di “solidarietà”: la nostra pietà è autentica nel vivere la solidarietà con tutti quelli per i quali Cristo è morto. La preghiera è bigotta se dimentica la solidarietà con i fratelli bisognosi e poveri. 3. Regale: Un impegno per gli altri, prima di tutto “in famiglia” e poi in seno all’intera famiglia umana. La carità concreta e la collaborazione con tutte le persone di buona volontà, particolarmente nel proprio ambiente, parrocchia, casa, fosse pure un’elemosina, un sorriso, un saluto, la visita a un malato, un consiglio, una buona parola, il buon esempio… se non possiamo di più. Un impegno con tutte le persone, soprattutto le più bisognose, quelle che soffrono nel corpo e nello spirito: i poveri, i malati, gli abbandonati e anche quelli che non sanno dare e ricevere amore, che sono i più poveri. (Continua) masleone@libero.it


VII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci SOLO CON L’AMORE SI LAVORA E SI PROGREDISCE di Maria Grazia Coltorti “Andate anche voi nella mia vigna.” (Mt 20,4.7).

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ncora una volta l’argomento è l’Amore perché, sostiene Madre Maddalena per averlo vissuto in prima persona, tutta la vita di ogni essere umano è fondata sull’Amore, sull’amare Dio e sull’essere amati da un Dio che ha dato la vita per noi, per averci con sé in un’eternità d’amore. Nello scrivere questi articoli la Madre Marcucci aveva ben presente lo scopo che era di rivelare alle anime la via semplice e dolce alla santità, cioè a Dio. Questa via è sintetizzata benissimo nel titolo del libro che stiamo leggendo: LA SANTITA’ E’ AMORE. Il Signore chiamandoci ad essere figli della santa Chiesa, mediante il Battesimo, ci ha assegnato anche un lavoro ben preciso da compiere e lo ha assegnato proprio a tutti, ognuno nel proprio ambito. E non dobbiamo perdere tempo nel riflettere per capire qual è questo lavoro! Il tempo di lavorare nella vigna del Signore presto finirà e, al tramonto del giorno di questa breve vita, che amara pena si proverà per non aver fatto nulla e per non aver più tempo per rimediare ad una perdita così grande! Ci chiediamo ora cosa dobbiamo fare…la risposta della nostra maestra è sempre la stessa, il lavoro assegnato a tutti è quello dell’amore: Dio ci chiede e ordina amore e lo fa come se ne avesse bisogno. Se lo amiamo ci perdonerà facilmente tutte le altre colpe che possiamo commettere nel servirlo. Ma se facciamo le cose senza amore avremmo solo perso tempo e il nostro faticare sarà stato senza alcun valore. Ci affatichiamo spesso lavorando dalla mattina alla sera, senza un minuto di riposo; ma in realtà facciamo poco o nulla se non facciamo sì che l’amore sia il movente di tutto. Alla fine della giornata esaminiamo ciò che abbiamo fatto e in che modo e ci rallegriamo se abbiamo fatto molto, ma dimentichiamo l’essenziale e cioè di verificare con quanto amore abbiamo lavorato, se ci ha accompagnato il pensiero di fare tutto per amore, per piacere a Dio, e se l’amore sia stato

Mariangela di Udine si consacra per sempre a Gesù Crocifisso nelle mani di P. Max Anselmi anche l’unica speranza della nostra ricompensa. La pace interiore farà da cartina di tornasole del nostro operare per amore. Chi opera per puro amore, pur non gustando dolcezze, sente sempre in fondo all’anima la pace e la tranquillità, senza che possano turbarlo i risultati sfavorevoli della sua attività. Chi ama esegue sempre tutto ciò che fa parte del proprio dovere con piacere e con la convinzione di dar gusto al Signore: l’amore tutto eguaglia e tutto fa grande. Inoltre l’amore lascia nell’anima come un dolce tormento, il timore di aver amato poco e anche una ferma fiducia che domani amerà di più. L’amore non va in cerca di dolcezze ma di piacere a chi ama. Come vorrei far capire, esclama spesso la Madre Maddalena, che la santità non è tanto difficile come si crede. Abbandonate il pensiero di giungere a questa o quella virtù, di essere perfetti, di fare opere e sacrifici eroici, di elevarvi ad un alto grado di orazione… state perdendo tempo! Senza preoccuparvi di ciò che siete e di ciò che dovreste essere, chiudete gli occhi per non vedere nulla e cercate l’amore. Amate e procurate che tutto ciò che fate sia accompagnato dall’amore e abbia come scopo l’amore. Per scoprire se ci muoviamo in quest’ottica dell’amore dobbiamo specchiarci nel modello perfetto: Gesù. Egli ci mostra in tutta la sua vita mor-

tale in cosa consiste l’amore: dedizione a colui che amiamo. “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”, e tutto ciò fino agli ultimi respiri sulla croce dove prega per i suoi crocifissori. E così anche sua Madre Maria che, accettando di essere nostra Madre, insegna quanto liberale, generoso e benigno è l’Amore. Non dobbiamo contentarci di un’intenzione generale fatta al mattino o di qualche atto di amore, isolato, durante il giorno: questo è molto poco. San Tommaso dice che il principale impegno è di fare tutto il possibile perché l’anima sia sempre unita a Dio con un amore attuale. Di solito si cerca l’amore in maniera indiretta: facendo il bene e ricercando le virtù. Questo è bene, ma meglio è tendere direttamente all’amore: amare e far piacere all’amato come principale obiettivo, poi l’amore produrrà spontaneamente le virtù e le opere buone. Tutti possono lavorare con l’amore, sempre e dappertutto: soffrendo e godendo, dormendo e vegliando, mangiando e digiunando. Tutti possiamo amare egualmente e solo così non perdiamo tempo nelle nostre giornate, qualunque sia la nostra occupazione, condizione o stato in cui ci troviamo. O anima che hai lasciato tutto e cerchi solo l’amore di Dio in tutte le tue cose, quanto beata è la tua sorte! Colt.mgrazia@libero.it

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V - La direzione spirituale di S. Paolo della Croce a Tommaso Fossi “Insegnamenti sulla preghiera” di p. Lorenzo Mazzoccante, cp

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ello scorso articolo ci siamo concentrati sulle indicazioni che san Paolo della Croce dava a Tommaso Fossi relativamente all’esigenza della vita spirituale armonica dei membri della famiglia. Si sono così osservate, da una parte la difficoltà di Tommaso a vivere nel matrimonio, dall’altra la necessità di un reciproco sostegno spirituale da parte dei coniugi. Ormai incamminati verso la fine di questo nostro percorso (il prossimo sarà l’ultimo articolo sull’argomento), immagino che più di qualcuno stia aspettando di sapere qualcosa in più circa il modo di pregare insegnato da san Paolo della Croce a questo suo figlio spirituale. Prima di addentrarci nei vari livelli di orazione, vale la pena di notare che san Paolo della Croce insegna a Tommaso a ritirarsi nella sua Cella Interiore (concetto mutuato dal mistico carmelitano san Giovanni della Croce che ne parla nel suo Cantico Spirituale, cf. Strofa 26). È qui che Tommaso, se vuole progredire nella via dell’orazione, deve ritirarsi e stare “pacificamente, raccolto, sereno, e senza inquietudini” (cf. LA, I, 238, 5 maggio 1743). Trascurando ora il criterio cronologico, ed andando piuttosto a considerare la pedagogia del nostro fondatore sulla preghiera, possiamo osservare alcuni livelli ben marcati di preghiera. I. La preghiera vocale. Di questa preghiera san Paolo della Croce non parla molto nelle sue lettere a Tommaso Fossi perché, da quanto leggiamo, ne avevano ampiamente discusso perso-

nalmente. Di certo, leggendo le lettere comprendiamo che per san Paolo della Croce non era importante che la preghiera fosse molta, ma che fosse ben fatta, ovvero fatta “senza alcuno sforzo di mente o di petto” (LA, I, 332, 24 dicembre 1759). Tra le forme di preghiera vocale, un posto d’onore spetta alle preghiere giaculatorie che sembrano marcare la linea di confine fra preghiera orale e preghiera mentale; talvolta le preghiere giaculatorie sono da preferirsi, secondo il santo, alle altre preghiere, perché le giaculatorie, costituite da brevi formulette, sono dotate della capacità di “tenere sveglio il cuore nel santo amore di Dio”(cf. LA, I, 318, 6 aprile 1758). II. La orazione mentale. Riguardo a questa forma di preghiera, il santo insegna a Tommaso le disposizioni (quelle di Taulero, che erano molto care al santo) di annichilimento, rifiuto delle proprie illusioni e diffidenza di sé. Paolo eleva la passione di Cristo a specchio per la vita dell’uomo, alla cui luce guardare se stesso per osservare il proprio cammino spirituale. In fondo, l’uomo non si appartiene, ma appartiene a Cristo ed anche il suo corpo è tempio dello Spirito Santo (1Cor 6,19) che va tenuto adorno ed accogliente come un altare adorno di fiori e lampade; nel tempio interiore devono trovare spazio i mazzolini di fiori spirituali e le lampade delle virtù teologali di fede, speranza e carità. III. L’orazione di quiete. Tra le forme di orazione, questa costituisce quella più originale e più alta a cui Paolo con-

Amici di Gesù Crocifisso in cappella nel primo corso di Esercizi spirituali a S. Gabriele

Foto di Tommaso Fossi duce l’amico Tommaso. L’orazione di quiete, infatti, suppone l’azione diretta e gratuita di Dio. In questo grado di orazione, infatti «l’anima riceve da Dio direttamente ciò che essa vuole raggiungere con altri mezzi e per altre strade». Si tratta quindi di una unione contemplativa che «non suppone un’alienazione della persona né un’eliminazione delle sue necessità ed espressioni vitali» (cf. E. PACHO, Quietismo, in L. BORRIELLO et al. (a cura di), Dizionario di mistica, ed. LEV, Città del Vaticano 1998, p. 1054). Questo tipo di orazione costituisce un dono di Dio che si riceve previa una disposizione dell’anima, quella di un cuore accogliente, disposto ad accogliere tutto da Dio come dono. Paolo fissa a Tommaso anche i tempi da dedicare all’orazione: 30 minuti al mattino e 30 la sera, sforzandosi di mantenersi sempre alla presenza di Dio (orazione continua), sorretto dai sacramenti, specie dell’Eucaristia. A conclusione di questo articolo, vale appena la pena di aggiungere che Tommaso, per contribuire alla crescita spirituale degli altri membri della sua famiglia, cercò anche di insegnare l’orazione di quiete ai figli, rimediando però un rimprovero del direttore spirituale per una leggerezza di voler insegnare lui questo esercizio particolare di orazione. San Paolo della Croce sostiene che, per nutrire i figli occorre distillare ed offrire loro solo il buon latte spirituale, adatto alla loro età e capacità (LA, I, 246, 13 luglio 1747), ovvero il meglio della propria vita spirituale, semplificato e reso accessibile e digeribile anche per i più semplici. http://direzionespiritualefossi.tk


Esercizi spirituali: 9-14 agosto 2010

Lui, con Lui, per Lui. E’ il programma che il corso mi ha consegnato per essere, come dice p. Alberto, “non buoni cristiani, ma santi”. Margherita Padovani

“Rivestitevi di Cristo”

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’ stato il tema degli esercizi spirituali, svolti a S. Gabriele dal 9 al 14 agosto 2010. Un argomento che poteva creare perplessità e che all’inizio ha suscitato in me un po’ di sgomento. Il “rivestirsi“ mi sembrava un’azione difficile da tradurre in un comportamento di vita. Ascoltando, però, le varie catechesi di P. Alberto, ne ho compreso il significato e mi sono resa conto che era necessaria tale tematica per un salto di qualità nel cammino di fede. Si è trattato di rivedere un percorso di quattro anni in una ottica non ripetitiva, ma di consapevolezza per vivere l’amore con Dio nel Figlio, ossia l’amore trinitario ricevuto nel battesimo. Vivere questo dinamismo d’amore significa rimanere in Cristo, radicarsi ogni giorno in Lui. Il “rivestirsi” di Cristo è la caratteristica del cristiano, che ne fa un comportamento di vita, uscendo dal proprio io,spogliandosi di sé,come il Crocifisso e partecipare alla ricchezza della sua risurrezione. Si tratta di una spoliazione che porta a dire al fratello: “non sono io che amo, ma è Dio che ti ama in me”. Questi concetti sono stati da me assimilati e vissuti in un itinerario meditativo di toccanti catechesi, che, partendo dal nostro battesimo, contemplando l’amore che è da Dio,ci ha condotto “dall’uomo vecchio all’uomo nuovo”, per portarci ad “amatevi gli uni e gli altri come io vi

Questi giorni di ritiro sono stati davvero una ricchezza

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Margherita Padovani, un grazie al Signore per i suoi 90 anni di vita e per i 20 anni di servizio tra gli Amici di Gesù Crocifisso. ho amato”, per contemplare, poi “Gesù come modello di preghiera” e giungere alla asserzione “non si può servire a due padroni”. A conclusione del cammino, siamo stati spinti a contemplare il perfetto modello di carità, incarnato da una creatura umana, la Vergine Maria, mentre vive i grandi avvenimenti della annunciazione, della visitazione e del calvario. Con lei abbiamo cantato anche noi il nostro “Magnificat” di lode al Signore che ha visitato il nostro cuore con la sua parola e con la sua continua presenza nell’Eucaristia. Fissare bene lo sguardo in Gesù, significa “rivestirci” di lui per vivere in Gruppo del primo corso di Esercizi spirituali 2010.

ingrazio il Signore per questi giorni di esercizi che sono stati un dono della sua Misericordia... Tornata a Sulmona, ho potuto sostare nella cappellina dei Salesiani per un’ora di adorazione eucaristica, così ho ripreso le catechesi e ho cominciato a rileggere e meditare la terza: “Amatevi gli uni gli altri...” . Questa catechesi e quella su “Gesù modello di preghiera”, sono quelle che hanno attirato di più la mia attenzione. Riflettendo alla luce di esse, ho fatto un approfondito esame di coscienza, e il Signore mi ha aiutata a “vedere” quali sono quegli “abiti vecchi” da togliere per poter essere così “rivestita dei sentimenti di Gesù”. Mi è stato di aiuto la giornata di “deserto” e lo “stare” davanti a Gesù Eucaristia. Gesù parla nel silenzio del cuore. Credo sia vitale prendersi questi spazi davanti al Sacramento perchè lì c’è “il Direttore dei direttori” come diceva la piccola Teresa di G.B. Questi giorni sono stati davvero una ricchezza, mi hanno permesso di fare un punto nel mio cammino spirituale e di proseguire con nuovo slancio interiore e fiducia nell’Amore di Gesù “che mi ha amato e ha dato tutto se stesso per me”. Alessia Fiore

Non ti ho amato per scherzo Ringrazio il Signore per avermi dato la possibilità di partecipare ancora una volta a questi esercizi. L’ascolto della parola di Dio mi ha dato una grande forza per proseguire il cammino intrapreso; Il tema “Rivestitevi di Cristo”, ha accentuato in me il desiderio di impegnarmi a spogliarmi dell’uomo vecchio e rivestirmi dell’uomo nuovo. Molte volte ho sentito parlare dell’uomo vecchio e dell’uomo nuovo, senza dare troppa importanza al vero significato delle parole, ora invece sento il bisogno di impegnarmi perché ciò avvenga. Dopo il battesimo, che è

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10 Ritiro del gruppo delle famiglie: 16-21 agosto

stato la mia nascita spirituale, lo Spirito di Dio mi aiuta ad essere una creatura nuova capace di amare di amore vero che è misericordia, pace e perdono, come Gesù fa con noi. S. Paolo ci dice: “Dovete deporre l’uomo vecchio e dovete rivestirvi dell’uomo nuovo, se morirete a voi stessi”; questo “dovete” e questo “se”, mi fa sentire libera di scegliere se voglio essere uomo nuovo o continuare ad essere sempre uomo vecchio, con tutti i miei difetti. Dalla nostra fraternità deve uscire amore, tanto da far dire agli altri: “vedete come si amano”| Questo è il mio principale obbiettivo. Ne sarò capace solo se il mio sguardo sarà fisso su Gesù Crocifisso, che dice a me come diceva alla beata Angela da Foligno: “non ti ho amato per scherzo”! Clara Guglielmi.

Lavoro di gruppo: luce dalla condivisione Uno dei momenti più interessanti nel corso di esercizi, è stato il dialogo a piccoli gruppi sulle catechesi. Veniamo da esperienze e sensibilità diverse, con alle spalle famiglie di sana cristianità, per cui il “rivestirsi dell’uomo nuovo” richiede un forte salto di qualità, cosa che un convertito ora fa con uno slancio generoso perchè si è innamorato di Dio. Quello che ci impegna a capovolgere le nostre sicurezze spirituali è l’esperienza del dolore che ci fa scoprire che paura, dubbi, soddisfazioni nell’aver pregato bene non sono servite a rinsaldare la nostra fede. Bisogna buttare via tutto e ricominciare con la mortificazione e la spogliazione. L’esempio di Michelangelo che in un masso informe di pietra vede nascosto “un bell’angelo” da tirar fuori a colpi di martello e scalpello, ha fatto scoprire e dire con entusiasmo ad una sorella del gruppo che senz’altro Dio ha messo dentro di noi quello che c’è di buono e di bello. Dobbiamo tirarlo fuori e migliorarlo; dobbiamo essere convinti che Lui ci ha fatto come un prodigio, un capolavro, perchè vuole albergare senza condizione nel nostro cuore. Dio stesso si ama in noi. Anche nel Cantico dei Cantici 8,7 si parla di que-

sto Amore che recita “le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo”; una sorella del gruppo ha confidato che in occasione del suo matrimonio volle consegnare agli amici questa frase. Gli incontri si sono svolti con il supporto di esperienze commoventi, tutti grati di aver conosciuto Cristo. Il Signore ci aspetta con pazienza perchè nell’innesto al tralcio della vite vive la pianta vecchia e la nuova, fino a far nascere l’uomo nuovo. Non sono mancati chiarimenti intorno al Battesimo e approfondimenti come “rivestirsi di Cristo con sentimenti di Misericordia”. Grazie, padre! Vorrei tanto darti qualche soddisfazione spirituale come riconoscenza del tuo “ammazzarti” per il Signore e per noi. Marvì

Esercizi spirituali: vitamina dello spirito Ho imparato a ringraziare il Buon Dio per i doni che continuamente mi elargisce... ma poco perso a coloro che sono i suoi collaboratori e ambasciatori. Qui, è quello che voglio fare. E’ la seconda volta che partecipo agli esercizi spirituali a S. Gabriele. Per me sono diventati la vitamina per rinforzare lo spirito, il corpo e la mente. Grazie, padre, per me è un avvicinarmi al Tabor. La vita, quando si lavora, è frenetica, e anche per gli impegni che si hanno in parrocchia e nella realtà in cui vivo, è poco il tempo in posso ritrovarmi a colloquiare con Dio e in mezzo alla natura e ai Santi. Grazie per tutto questo ed altro ancora. Maria Palma Vagnoli

Ritiro delle famiglie: un grande dono Dal 16 al 21 agosto si è svolto presso il centro di spiritualità di San Gabriele il corso annuale degli esercizi spirituali per famiglie animato da p. Luciano Temperilli e da p. Alberto Pierangioli. I partecipanti sono stati circa 60 più altre persone che sono state presenti anche solo per una giornata. I nostri ragazzi sono stati seguiti da p. Francesco Cordeschi e i bambini da suor Carmela. Le catechesi di quest’anno sulla famiglia hanno evidenziato lo stile che deve avere una vera famiglia cristiana e hanno toccato temi importanti quali le relazioni di coppia, l’emergenza educativa dei figli in risposta ai nuovi media come internet, telefonini, ecc.. Interessante e seguita l’ultima catechesi sul nostro fondatore San Paolo della Croce e la famiglia: abbiamo trovato molto attuali i consigli che egli dava ai laici sposi e genitori. Quest’appuntamento annuale, molto importante per la nostra formazione come famiglie, è un grande dono che ci viene fatto e ringraziamo il Signore perché anche questa volta abbiamo risposto alla sua chiamata a stare un po’ in disparte, alla sua presenza; lui solo ci conosce uno ad uno e sa parlare al nostro cuore, cura le nostre ferite e ci sprona ad andare avanti. Mariella Menghini

Tappa fondamentale nel cammino di laica passionista Gli esercizi spirituali sono una tappa fondamentale per il mio cammino di


11 Giovani Amici partecipanti al ritiro delle famiglie.

laica passionista e ogni anno mi danno una forte energia per vivere con più slancio la mia vita personale, familiare e comunitaria. La luce ricevuta in questi giorni di grazia mi accompagna e rinfranca il mio spirito, desideroso di voler realizzare il progetto di amore che Dio ha per ciascuno di noi e che trova compimento in tutti noi. Letizia Garbuglia

Una comunità di piccole chiese Desidero manifestare la mia gioia per aver partecipato anche quest’anno al ritiro spirituale delle famiglie a San Gabriele dal 16 al 21 agosto, con la guida di P. Luciano e P. Alberto, sul tema: “La famiglia, piccola chiesa”. Ringrazio il Signore per quanto ci è stato trasmesso. “Venite in un posto tranquillo e riposatevi un poco. Io vi ristorerò”. In una società che sta cercando in tutti i modi di distruggere la famiglia, voluta da Dio, una ventina di famiglie, genitori e figli, in tutto quasi settanta persone, hanno scelto la settimana centrale di agosto, che per tanti è solo ferie, per raccogliersi, ascoltare la parola di Dio e studiare come fare della propria famiglia “una piccola chiesa”. Tutto con gioia, come una grande festa, per i genitori e per i figli. É stata una comunità di tante piccole chiese. Con i tempi che corrono non è facile fare della famiglia una piccola chiesa. I figli, appena escono fuori di casa, sentono ben altra musica. I mas media hanno spesso un influsso molto negativo sui figli, distruggendo quanto di buono i genitori hanno seminato. La famiglia deve difendersi e immunizzarsi: non solo bisogna riportare la preghiera in famiglia, ma vi deve regnare sempre un vero clima di fede. Solo così i figli sono educati a quei valori di unità familiare e di preghiera che poi essi potranno e dovranno trasmettere ai loro figli. Problematiche complesse che con la parola e con video interessantissimi, Padre

Luciano, ha reso comprensibili a tutti. P. Alberto con brevi interventi ci ha esortati a lasciarci “Rivestire di Cristo”. Alla fine riparti con dispiacere, ma sai che nella fede comune sono sorte nuove amicizie per fare di tutti una vera comunità di famiglie. Riccardo

La famiglia Cesaretti Adalberto, Ileana e Benedetto di Trodica di Morrovalle, alla prima esperienza dei ritiri.

Esercizi: manna spirituale e fisica.

Hofatto un pieno di serenità

Ringrazio il Signore del dono di partecipare a questo corso di esercizi spirituali per le famiglie;è stata una manna spirituale e fisica,che il buon Dio ha voluto darmi per provarmi quanto mi ama. Le tue esortazioni “a rivestirci di Gesù Crocifisso e Risorto e acquisire il suo stile di vita”, le ho ben scolpite nella mente e nel cuore e desidero realizzarle nella vita quotidiana con l’aiuto della sua Grazia. L’amore alla vita non è quella che si canta con le chitarre, ma quella che si vive sotto la Croce con Gesù e la Mamma del cielo. Ringrazio il P. Luciano per le belle catechesi sulla famiglia. Non so come ringraziare il Signore e te, per il grande dono che mi state preparando per il 30 settembre con la “Consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso”. Che grande grazia! Soltanto il pensiero mi manda fuori di testa e non so come esprimere tutta la mia gratitudine e gioia. Penso che il grazie più gradito sia la mia risposta di amore e fedeltà a Gesù Crocifisso, che con la sua grazia mi impegno a testimoniare fino alla morte. Severino di Marco

Desidero inviarti un grande grazie e una mia piccola testimonianza sul ritiro che ho fatto a San Gabriele insieme alle famiglie degli AGC. É il secondo anno che vi partecipo; sono partita piena di entusiasmo, anche se le mie condizioni fisiche attuali sono relative. Tutte cose che abbiamo fatto hanno aumentato il mio entusiasmo: “Preghiere, incontri, dibattiti sulla famiglia e su come oggi un cristiano si rapporta con il mondo attuale, fatto solo di un grande vuoto di sentimenti e di valori”. Spero di aver fatto un pieno di serenità e anche di poter riuscire, almeno in parte, a comportarmi come Gesù ci ha insegnato. Aver incontrato il gruppo degli AGC per me è stato un grandissimo dono e credo che Gesù sa quando è ora che certe cose accadano. Un grande grazie a p. Temperilli per la sua grande disponibilità e pazienza; grazie a suor Carmela perchè è una suora fantastica, ma soprattutto grazie a tutto il gruppo che mi ha fatto sentire da sempre una sorella amata. Cervelli Anna.

Benedetta e Roberto, nuovi chitarristi del gruppo, sotto lo sguardo vigile e felice di Andrea e Luigi.


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TESTIMONIANZE

Una nuova Amica dall’Inghilterra Care sorelle, Olga e Giulia, sono un’amica italiana che vive in Inghilterra. Desidererei fare il cammino passionista e ho letto che proprio voi vi occupate dei fratelli e sorelle lontani. Mi affido a Gesù crocifisso che tramite voi, mi possa condurre passo, passo, alla sua piena volontà. Sono commossa del benvenuto che mi avete dato nella Messa di ringraziamento della Fraternità di Giulianova a S. Maria a Mare per il vostra Fraternità di Giulianova. matrimonio di Giorgini Simonetta, nipote del P. Fabiano Giorgini, con Lorenzo. Quaranta anime che condividono ficio della croce, perchè sa che la vera un santo cammino, questo è meraviglioUn programma di vita, libertà sta nell’imitare Gesù, nel metterso. Spero che p. Alberto mi voglia accetmeditando davanti al lo al primo posto e che solo con l’amore tare. Sono commossa, vedo la mano di Crocifisso scambievole il mondo andrà di nuovo Dio in tutto questo. Sono venuta in Ogni incontro con gli AGC ci insegna per il verso giusto. E la precarietà della Inghilterra nel 1984, vivo nel sud qualcosa di profondo che ci aiuta a comvita? É un’altra realtà che l’uomo dell’Inghilterra. Sono nata a Bergamo, prendere il “sì” della Madonna ai piedi dimentica spesso. É necessario ricorda49 anni fa. Sono sposata e mio marito è della croce del suo Figlio e il “sì” di re che non si deve perdere l’unica occainglese, fa il corriere e abbiamo tre figli. Gesù, che con la sua immolazione sione che Dio dà per convertirsi e salSono nonna ed ho tre nipotini. In Italia d’amore sulla Croce ci ha riconciliati varsi e non perdere la vera ricchezza, la ho ancora mia mamma. In Italia era difcol Padre. Davanti a lui riflettiamo sulla vita eterna in comunione con Dio. La ficile trovare lavoro. Ho fatto un po’ di vita di oggi. Perchè molti si sono allonmorte c’è per tutti e non ci sarà un’altra tutto nella mia vita. Mi unisco a voi in tanati dalla Chiesa? Perchè pochi cercavita terrena per capire l’unica verità e spirito nelle vostre riunioni. Mia no il Crocifisso? Io e mio marito ce lo cioè che “Gesù è la Via che conduce al mamma mi aveva dato dall’Italia un artistiamo chiedendo da tanto tempo e la Padre, la Verità che ci rende liberi, la colo su Santa Gemma. Cercavo se vi risposta ci sembra una sola: il denaro Vita che ci dona la vera gioia”. Il crifosse un gruppo passionista e vi ho troappaga la vita, quindi ben venga la ricstiano non può fare da solo questo camvato sul sito. Ho letto un po’ in generale chezza tanto desiderata, a qualsiasi mino, ma ha bisogno di un gruppo di sulla spiritualità passionista, S. Gabriele prezzo. Il progresso dà la capacità di fratelli per fare insieme questo cammidell’Addolorata e S.Paolo della Croce. potersi togliere ogni capriccio, per esseno e di una valida guida, per non smarCarissimo padre, con profonda gioia e re importanti agli occhi del mondo. rire la strada. Egli deve ascoltare le commozione ho letto la lettera di accetAlcuni di quelli che fanno televisione testimonianze degli altri e deve convintazione come aggregata alla Fraternità di sono pronti a dire o fare qualsiasi cosa cersi che nella fede non si finisce mai di Giulianova. Conserverò e leggerò tutto venga loro chiesta purché sia ben pagata imparare. Il lavoro ci impegna, è vero, con molta attenzione. Ho pregato Dio di e possa permettere quel superfluo che come è vero che ogni giorno ha la sua farmi la grazia di avere un padre spiripiace a tanti. Nessuno ricorda più l’epicroce, ma dobbiamo trovare il tempo tuale: ne ho molto bisogno, perché ho sodio del “Giovane ricco” (Mt 10,2) e per rivolgerci al Padre e ringraziarlo di cose che non posso capire da me sola e le parole dette da Gesù ai discepoli “...è quello che ci dona ogni momento. Ecco solo un uomo di Dio può fare luce su più facile che un cammello passi per alcuni pensieri che ci devono fare da questo sentiero alla santità. Grazie del la cruna di un ago piuttosto che un guida: “Dio è Amore, Egli ci chiama ricordo nella preghiera e S.Messa. ricco entri nel Regno di Dio”. L’uomo per nome, Egli conosce perfino il numeFaccio anch’io lo stesso, da quando ero di oggi è tanto superbo da voler sostituiro dei capelli del nostro capo; Dio ha nell’attesa dell’accettazione nella re Dio in tutti i modi: una cellula in tanto amato ognuno di noi da offrire il Famiglia Passionista laboratorio può diventare un uomo o un suo Figlio prediletto”. Meditiamo con Marina Bonetti Kohler animale, il computer può farci arrivare assiduità la Parola di Dio, per imparare ovunque; se quel cantante si droga lo a seguire e imitare Gesù, non facciamo Visita a Tiziana posso fare anch’io, se quell’attore ha agli altri ciò che non vorremmo sia fatto Nel pomeriggio del 31 luglio, accoglienpreso tante mogli, lo voglio fare a noi; riconosciamo e amiamo Gesù nei do l’invito di P. Alberto, 5 sorelle della anch’io. L’uomo pensa che Dio non c’è fratelli. Fraternità di Giulianova abbiamo ragperchè se ci fosse gli impedirebbe di Affidiamo la nostra vita al Crocifissogiunto Tiziana Malizia, nostra amica godersi la vita. Eliminarlo fa comodo, risorto, con la certezza che continuereaggregata, a Villa Brozzi Te. Siamo state rende liberi, ma si tratta di una libertà mo a vivere davvero con Gesù nella accolte con grande gioia da Tiziana e da effimera e dannosa. Il vero cristiano non nuova vita dopo la morte. tutta la sua bella famiglia, . Tiziana è una può essere così perchè conosce il sacriAnna Maria e Franco Caravaggio meravigliosa ragazza, laureata in legge,


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per Gesù nostro Signore! Spero tanto che la Mamma Celeste possa intercedere presso l’Altissimo affinché tutti questi figli che stanno andando allo sbando, Alcuni Amici di Giulianova si stringono intorno a lontani dalla fede in Dio, senza valori, possano e Tiziana, Amica aggregata consacrata perpetua. capire che l’unica strada ma con una grave malattia, che la e ancora di salvezza è soltanto lui! costringe in carrozzella, una croce Chissà se un giorno riuscirò da Bari a pesanti che porta sempre con il sorriso raggiungervi per gli incontri di ritiro spisulle labbra. In casa ci attendevano rituale, sono convinta che la mia anima anche diversi familiari, tra cui la sorella ne trarrebbe molto giovamento! Se lui Sr. Pia Regina Passionista. Accanto alla vorrà, tutto ciò accadrà prima o poi. casa è stata costruita una bella chiesetta, Anche tu sei nelle mie preghiere con con al centro un grande e bellissimo Don Giovanni, Prudenza e tutta la famiCrocifisso. Padre Alberto ci ha parlato glia degli Amici di Gesù Crocifisso che tante volte di Tiziana, tanto che sembrain poco tempo sta diventando sempre va di conoscerla, anche se avevo perlato più numerosa. Il mio cuore è colmo d’ con lei solo per telefono. P. Alberto ha Amore. Che il Signore possa sempre celebrato la messa nella chiesetta, con al mantenerti in speciale salute fisica e spicentro Tiziana, la sua famiglia con rituale per poter portare avanti questa Rachele e Francesco, i nipotini più picgrande missione che ti ha dato. É un coli di Tiziana e tutti noi. In questa famicompito molto importante il tuo; spero glia la Croce viene portata con grande che le nostre preghiere arrivino al cuore fede e Tiziana è la prima persona a cui di Gesù. tutti noi dovremmo guardare: per la Mariella di Bari forza d’animo, l’amore e il suo continuo “sì” al Signore! Siamo grati al Signore Mi sto preparando alla per aver messo sul nostro cammino consacrazione a Roma Tiziana che è una grande Amica consaCaro padre, con la presente chiedo di crata perpetua a Gesù Crocifissa, e la poter fare il 30 settembre la promessa una famiglia semplice e veramente crid’amore nelle mani del Padre Generale, stiana. Ottaviano D’Egidio. Per arrivare a queOlga Erasmi sta giornata ben preparata, sto programmando un ritiro con le altre sorelle del Quando trovo la tua posta, Movimento laicale passionista CORM e il mio cuore batte forte chiederò al responsabile provinciale Carissimo padre, quando trovo la tua padre Danilo di aiutarci nella preparaposta, il mio cuore batte forte di emoziozione per disporci pienamente consapene! La “promessa d’amore” la dico tutti voli a questo impegno. So quanto lei i giorni con sincero e profondo amore tiene a questa tappa e al fatto che menLa Fraternità di Giulianova festeggia gli 80 anni di Lesti Ivana, illuminandola con una stella.

silmente rinforza nelle sue catechesi questa promessa che poi ogni laico passionista rinnova ogni giorno nella recita della preghiera degli Amici di Gesù Crocifisso e nella vita di incontro e di aiuto ai nuovi crocifissi nelle realtà di vita di ognuno. Le chiedo pertanto di inviarmi per posta elettronica il materiale che ha predisposto per la preparazione a questo voto. Le assicuro la mia preghiera per la sua persona e per tutto quello che le sta a cuore e per la piena comunione dei gruppi degli Amici di Gesù Crocifisso agli ideali che lo Spirito Santo ha suggerito a lei e agli altri appartenenti. Anna Beretta MLP Corm

Consacrazione importante nelle mani del P. Generale Carissimo padre, scrivo per parlare della decisione che ho preso di fare la consacrazione presso la Tomba di San Paolo della Croce. Sento che debbo approfondire il senso di questo momento importante nella Casa Madre e nel cuore del Padre Paolo, tenendo presente tutto ciò che ho vissuto in provincia: la mia prima adesione e promessa del 21 Novembre 1990, quanto ho vissuto in modo solenne in un ritiro dei laici Passionisti con altre sorelle e fratelli nel Convento di Cameri nel settembre 1994, i ripetuti rinnovi comunitari e nella preghiera mia personale. Nella pace e nella gioia sento che Padre Paolo mi attende e attende questa mia consacrazione di Amore nelle mani del P. Generale, in modo particolare proprio ora che mi ha chiamata più da vicino a servire la spiritualità dell’Amore a livello nazionale. Quindi dopo essere stata confermata nella decisione dal mio Padre Spirituale, eccomi qui, Padre Alberto, a chiederle quali sono i passi personali che il Signore mi chiama a vivere in questo tempo per prepararmi al dono che vivremo il 30 settembre. Per ora ho la prospettiva di 4 giorni di esercizi spirituali Passionisti a Sezano Verona ma vorrei anche ricevere le schede che lei invia per la preparazione alla consacrazione. Attendo sue disposizioni da vivere in docilità. La Passione di Gesù e Maria sia sempre nei nostri cuori. Maria Rosa Fraccaro


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Francesco Valori un grande Amico di Gesù Crocifisso

Il ricordo dei figli

Francesco e Gabriella Valori ricevono il Crocifisso della consacrazione perpetua il 21 maggio 2000.

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ato il 02/04/1936 a Vastogirardi IS; scuola primaria e secondaria nelle Marche; laureato in medicina a Perugia; sposa Romagnoli M. Gabbriella; medico condotto a Morrovalle e in altri centri; specializzazione in neuropsichiatria a Modena; lavoro nell’ospedale psichiatrico di Macerata e in altri ospedali del maceratese; stimato libero professionista. Invitato da un’assistente sociale ad accompagnare i malati dell’Unitalsi, trova a Fatima il grande dono della fede, che segna profondamente la seconda parte della sua vita. Nascono tre figli, Nazareno, Alfonso e Andrea, che nel giugno 2009 gli dà la grande gioia di vederlo consacrato sacerdote nella Fraternità Francescana di Casa Betania BA. È morto il primo luglio del 2010 con il conforto di tutta la sua famiglia accanto. Francesco Valori parla al Consiglio Nazionale degli AGC

Ciò che le nostre mani hanno toccato e ciò che i nostri occhi hanno visto! Così San Giovanni inizia nel parlare della sua esperienza con Gesù, così anche noi vorremmo iniziare nel raccontare nostro padre. Anche i nostri occhi hanno visto e le nostre mani hanno abbracciato la grazia di Dio in nostro padre. Egli prima della conversione era un giovane medico pieno della sicurezza nei suoi mezzi, con lo scetticismo che un ambiente di derivazione comunista poteva instaurare in una persona riguardo al rapporto con Dio. Eppure si verificarono eventi che lo segnarono: un viaggio a Fatima e l’incontro con due frati. A Fatima andò in modo svogliato ma rimase colpito dalla sofferenza gioiosa che quei malati portavano nei loro volti, tanto da pensare: “Ma perché loro sono felici ed io no?”. Da quel momento iniziò a cambiare perché capì che quella gioia poteva venire solo da Dio e cominciò a conoscerlo e amarlo. Poi l’incontro con un frate cappuccino, p. Pancrazio Nicola Gaudioso e un Padre Passionista, p. Alberto Pierangioli, che colpirono nostro padre per la serenità e la dolcezza che i loro occhi sprizzavano e ne rimase quasi come folgorato. Da lì in poi la vita di nostro padre cambiò radicalmente perché non erano più le sue doti umane a dargli sicurezza e successo, sopratutto per la sua professione di medico psichiatra, ma era la grazia di Dio che lo ispirava e lo conduceva. È stato un buon padre per noi, ha sempre messo al primo posto la sua famiglia si è sempre sacrificato per i propri figli. Per prima cosa ci ha insegnato la strada del Signore fin da piccoli, lo ringraziamo per tutti i consigli che ci ha dato. Ha affrontato la malattia, nel silenzio e nella preghiera: ha nascosto a noi tutti quello che lui sapeva sin dall’inizio (in quanto medico), ha tenuto tutto dentro di se, solo sulle sue spalle per evitare che la famiglia cadesse nello sconforto. Non un lamento è uscito dalla sua bocca ma solo preghiere, fino all’ultimo

momento con in mano il crocefisso della sua consacrazione a Gesù Crocifisso, che ha voluto con sé nella bara. Dio ha operato un miracolo poiché è entrato nella vita di un uomo cambiandola e riempiendola di bellezza, e questa bellezza aveva ed ha il colore della speranza. la quale egli cercava sempre di iniettare nelle persone che incontrava. Grazie, babbo, per averci in segnato che Dio è amore e solo per questo amore vale la pena vivere. I tuoi figli

Un grande Amico di Gesù Crocifisso Ho conosciuto Francesco nel 1978 presso il P. Pancrazio Gaudioso cappuccino a Civitanova Alta. Poco dopo mi chiese di aiutarlo a iniziare il primo gruppo del RNS a Macerata, con un corso di catechesi, che tenni per diverse settimane a un gruppo di fedeli di Macerata. Quando nel 1989 nacque il MLP “Amici di Gesù Crocifisso”, vi aderì quasi subito il 21-1-1991, insieme a Gabriella. Il 28-2-1992 partecipò alla fondazione della prima Fraternità degli AGC a Macerata e ne fu il coordinatore fino al 2004. Nel 1995 trasformò in un voto la promessa di amore a Gesù Crocifisso. Nel 1997 fece parte con Gabriella dei primi 100 consacrati solennemente a Gesù Crocifisso. Fu presidente del Movimento, membro del Consiglio Nazionale ed Esecutivo, delegato degli AGC presso la Consulta Laicale della diocesi di Macerata. Dal gennaio 2003 al settembre 2008 fu fedele collaboratore della rivista degli AGC, con 38 profili di santi passionisti. Ha partecipato ai corsi di Esercizi spirituali preso la Madonna della Stella PG e ai primi a San Gabriele. Per me è stato un grande amico e confidente. Spesso mi mandava chi ricorreva a lui come medico, quando si accorgeva che aveva anche bisogno di un sacerdote. Anch’io spesso consigliavo di andare da lui a qualche fedele che aveva bisogno di un fidato psicoterapeuta. Per fare conoscere la sua vita interiore, riporto alcune sue riflessioni dagli Esercizi 1994 e 1995. P. Alberto Pierangioli


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Sono stato Crocifisso con Cristo Circa 60 amici di Gesù crocifisso hanno partecipato agli esercizi spirituali predicati da P. Alberto Pierangioli, dal 16-2/1/1994, presso il santuario della Madonna della Stella, sul tema: “Sono stato Crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,10), secondo la spiritualità di S. Paolo della Croce, nella ricorrenza del III° centenario della sua nascita. Cinque giornate, intercalate da una di deserto, piene di spiritualità, vissute nell’atmosfera di santità che sprigiona dal santuario, in uno scenario incantevole, nella fraterna condivisione di aria ed acqua pura, dell’ottima mensa ed amorevole accoglienza dei PP. Passionisti. E’ stato soprattutto edificante conoscere la spiritualità di S. Paolo della Croce, guidati dalla illuminata sintesi di P. Alberto, poiché, come si sa, il santo fondatore non ha lasciato un trattato sistematico del suo pensiero, che è stato invece desunto soprattutto dalle migliaia di lettere di guida spirituale. Cardine del carisma del fondatore è la passione di Gesù definita: “La più grande e stupenda opera del divino amore”. L’amore che guida l’uomoDio dalla sua incarnazione fino alla morte, deve dirigere il cammino di conversione dell’uomo dall’inizio fino alla santità. Come Cristo umiliò se stesso prendendo forma umana, l’uomo deve prendere coscienza del proprio nulla, che produce la vera umiltà, che guida alla verità e fa nascere il desiderio di immergersi nel Tutto. In questo abbraccio di amore con il suo Tutto la creatura ritrova la sua identità e la sua pace. Questo è un processo che dura tutta la vita. L’uomo deve morire a se stesso, deve rinunciare alla propria volontà, frenare le proprie inclinazioni, non essere sensibile alle suggestioni e al chiasso del mondo. Queste sono le operazioni che lo porteranno a raccogliersi tutto nel seno del Padre e pregustare la gioia del Cielo. E’ la morte mistica, che dura per tutta la vita, in maniera costante e progres-

siva; è denominata da S. Paolo “la vita moriente”, per indicarla appunto come condizione esistenziale che trapasserà nella vita eterna. Crocifiggere la propria carne crea sofferenza, però nella continua ricerca della volontà di Dio saremo sicuri di non essere ingannati e di correre diritti verso la santità. La sofferenza, per chi ama, non è disgiunta dalla gioia di essere salvati, dalla gioia di completare in noi quello che manca alla passione di Gesù, dalla gioia di essere suoi amici, dalla speranza poi di risorgere con Lui a vita nuova già da ora. Si avvera così la sua parola: “Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”. Francesco Valori

Non siamo tornati a mani vuote “Anche quest’anno si sono svolti dal 16 al 20 agosto 1995 gli Esercizi Spirituali per circa 60 Amici di Gesù Crocifisso, presso il Santuario di S. Gabriele, con questo motto: “Entraci con tutto te stesso, rimani con Lui solo, per trasformarti in Lui”. In questo cammino ci ha guidati con amore e sapienza il P.Alberto Pierangioli, sui sentieri sempre nuovi e suggestivi della Parola di Dio. La prima cosa infatti di cui siamo stati invitati a sbarazzarci è stata la tiepidezza, che impedisce la totale e incondizionata risposta all’amore di Dio, il quale “ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio

Francesco Valori anima una messa degli AGC a Morrovalle clima di fraternità e la fragranza di santità che emana dall’urna di S. Gabriele, specie di sera, quando, tutti insieme, noi soli, recitavamo il Rosario intorno ad essa. Ad evitare tentazioni ci ha pensato anche la pioggia, che scansava la tentazione di fare una capatina sul Gran Sasso, sempre maestoso e bello, quando si liberava delle nubi. Abbiamo compreso che “rivestirci di Cristo e trasformarci in Lui”, è un dono di Dio, ma un dono che Egli vuole fare a tutti noi. Siamo certi nella fede di non essere tornati a mani vuote; con sincerità di cuore abbiamo fatto buoni propositi; ci siamo sforzati di conoscerci e di conoscerlo di più, per poterlo amare di più. Ringraziamo di tutto Dio, la Famiglia Passionista e in particolare la nostra guida spirituale, e... arrivederci all’anno prossimo”. Francesco Valori

Francesco e la sua famiglia si stringono gioiosi intorno al figlio P. Andrea consacrato sacerdote 2009natunella Fraternità Francescana di Betania, suo”. Il raccoglimento eranel quasi sotto lo sguardo commosso rale per l’accoglienza generosa, il del P. Pancrazio Gaudioso.


Giornata di Spiritualità a Roma: 30 settembre 2010 Accogliendo il desiderio espresso da molti Amici, celebreremo la Giornata di Spiritualità degli AGC a Roma, presso la tomba del nostro Fondatore, San Paolo della Croce, il 30 settembre 2010, ripetendo la grande esperienza del 2006. 52 Amici faranno la consacrazione a Gesù Crocifisso nelle mani del Padre Generale, Ottaviano D’Egidio.

Programma di massima 09,00: 9,30-10,00: 10,00-10,45:

10,45: 11.00: 12,30:

Arrivo dei pullman a Roma, piazza Ospedale Militare del Celio. Per Via S. Paolo della Croce si arriva alla basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Circa 500 metri a piedi). Momento di preghiera. Conferenza del superiore generale, Ottaviano d’Egidio sulla spiritualità Laicale Passionista nel mondo. Intervallo Concelebrazione: 52 Consacrazioni a Gesù Crocifisso: presiede il P. Generale Intervallo, pranzo al sacco nel parco e visita a gruppi alla cameretta di San Paolo della Croce e al museo dei Santi Passionisti.

Pomeriggio: ogni pullman sceglie il suo programma: Visita a S. Pietro e Grotte Vaticane, oppure altro luogo interessante scelto autonomamente dal gruppo, che decide anche l’orario del ritorno. NOTA BENE Divisa di riconoscimento degli AGC, opera 1. L’invito è rivolto agli AGC di tutta l’Italia, compresi simpatizzanti e di Cinzia di Sulmona. familiari, in particolare agli iscritti di Roma e del Lazio. 2. Tutti gli Amici devono collaborare con i responsabili per poter riempire i pullman. 3. Si raccomanda la puntualità dell’arrivo: il 30 settembre è un giorno feriale e occorre più tempo per entrare a Roma. Sentire gli autisti per scegliere l’orario di partenza. 4. Entro il 25 settembre, le fraternità comunichino quanti sono i partecipanti, compresi coloro che vengono con mezzi propri.

Calendario degli Amici 12 settembre:

Ritiro mensile a Morrovalle

25 settembre: 30 settembre:

Consiglio Nazionale a Morrovalle. Spiritualità e Consacr. a Roma, davanti a S.Paolo d. Croce

03 ottobre: 04-06 ottobre: 07.09 ottobre:

Ritiro mensile a Morrovalle Incontri e consacrazioni a Roccaraso e vicini Incontri e consacrazioni a Trasacco

19 ottobre: O7 novembre:

Festa di S. Paolo della Croce a Morrovalle, ore 21,15. Ritiro Mensile a Morrovalle

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Dott. Francesco Valori di Macerata: 01-07-2010 – Ferraresi Leandra di Moricone: 29-7-10

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa Settembre - ottobre 2010 – Anno XI n. 5 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. G. Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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