Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”
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Novembre - Dicembre 2010 - Anno XI n. 6
SOMMARIO P. Alberto P. Unzione degli infermi P. Alberto P. Sacramentali P. Roberto C. Meditiamo il Vangelo di Luca P. Leone M. Essere Laici Passionisti Coltorti M. G. La santità è amore P. Lorenzo M. S. Paolo della Croce e Tommaso Fossi Sunto da Zenit Halloween e le zucche vuote Coltorti M. Grazia Sunto Verbale del Consiglio N. Vari Giornata di spiritualità a Roma Vari Testimonianze P. Alberto P Auguri Notizie dal Noviziato e Postulato
L’unzione degli infermi (CCC 1499-1532)
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di P. Alberto Pierangioli
La malattia nella vita umana a malattia e la sofferenza sono sempre state tra i problemi più gravi della vita umana. Nella malattia l’uomo fa l’esperienza dei propri limiti e fragilità. La malattia può allontanare da Dio, ma, se compresa e accettata, avvicina a Dio. I Vangeli descrivono la compassione di Gesù verso i malati e le numerose guarigioni di infermi di ogni genere da lui operate. Gesù ha il potere di guarire l’uomo tutto intero, anima e corpo. Lui è il medico di cui i malati hanno bisogno (Mc 2,17. La sua compassione verso i malati lo spinge fino a identificarsi con loro: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36). Da Gesù usciva una forza che sanava tutti” (Lc 6,19). Chiedeva solo fede. Commosso da tante sofferenze, Cristo non soltanto si lascia toccare dai malati, ma fa sue le loro miserie: “Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie” (Mt 8,17). Non ha guarito però tutti i malati. Le sue guarigioni erano “segni” che annunciavano una guarigione più radicale: la vittoria sul peccato e sulla morte attraverso la sua Pasqua. Sulla croce, Cristo ha preso su di sé tutto il peso del male e ha tolto il “peccato del mondo” (Gv 1,29). Gesù ha dato un senso nuovo alla nostra sofferenza, perché la unisce alla sua passione redentrice. Il sacramento degli infermi Cristo partecipa ai suoi discepoli il suo ministero di guarigione: “Partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano” (Mc 6,12-13). Il Signore risorto rinnova agli apostoli questo potere, ma non dà a nessuno il potere di guarire tutte le malattie. Così san Paolo comprende che le sofferenze del credente “completano ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24). La Chiesa ha ricevuto dal Signore il carisma di “guarire gli infermi!” (Mt 10,8) e cerca di attuarlo sia con le cure che presta ai malati, sia con la preghiera di intercessione, sia con un sacramento speciale, detto “Unzione degli infermi”. Tutti i sacramenti sono in qualche modo sacramenti di guarigione, in particolare l’Eucaristia, pane che dà la vita eterna.
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Unzione dei malati
Con l’unzione degli infermi la Chiesa raccomanda i malati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, mentre li esorta a unirsi alla passione e morte di Cristo, per contribuire al bene del popolo di Dio [Conf. LG, 11]. La Chiesa apostolica già conosce un rito specifico per gli infermi, accennato da Marco e raccomandato ai fedeli da San Giacomo [Mc 6,13; Gc 5,14-15]: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati”. É “l’Unzione degli infermi” il sacramento destinato in modo speciale a confortare i malati. Nel corso dei secoli, l’Unzione degli infermi si chiamava “Estrema Unzione”, perché era conferita esclusivamente a coloro che erano in punto di morte. Il sacramento dell’Unzione degli infermi viene conferito oggi ai malati colpiti da grave malattia, ungendoli sulla fronte e sulle mani con olio debitamente benedetto, dicendo una sola volta: “Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo, e liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi”. Non è più l’estrema unzione come s’intendeva una volta. Può riceverla
ogni fedele per una seria malattia o per vecchiaia. E’ opportuno ricevere l’Unzione degli infermi prima di un intervento chirurgico rischioso. Ne sono ministri i vescovi e i presbiteri. Sacerdoti e fedeli incoraggino i malati a ricevere questo sacramento, li aiutino a prepararsi a riceverlo con buone disposizioni. Può aver luogo in famiglia, all’ospedale o in chiesa, per un solo malato, per chi si ritenga bisognoso di guarigione o per un gruppo. Secondo le circostanze, la celebrazione del sacramento può essere preceduta dalla Confessione e seguita dalla Eucaristia. In quanto sacramento della Pasqua di Cristo, l’Eucaristia dovrebbe sempre essere l’ultimo sacramento del pellegrinaggio terreno, il “viatico” per il “passaggio” alla vita eterna. Il dono principale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà della malattia grave e della vecchiaia. É un dono dello Spirito Santo che rinnova la fede in Dio, aiuta a superare l’angoscia della morte e fortifica chi lo riceve contro le tentazioni del maligno. La grazia del Signore porta il malato alla guarigione dell’anima, ma anche del corpo, se è volontà di Dio. Inoltre, secondo S. Giacomo, “se ha commesso peccati, gli saranno perdonati“ ( Gc 5,15 ). albertopier@tiscali.it
In Copertina: B. Eugenio Bossilkov: nato 16-11-1900 in Bulgaria, ucciso 11-11-1952, Beatificato 15-3-1998. Profilo: vedi “Un martire dei nostri giorni”, Rivista “Voi siete miei Amici”, gennaio 2004, pag. 6.
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I Sacramentali (CCC 1667-1690) di P. Alberto Pierangioli
sacramentali, secondo il Concilio Vaticano II, sono “segni sacri istituiti dalla Chiesa, per mezzo dei quali, a imitazione dei sacramenti, sono significati e, con la preghiera della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita” (SC, 60). Sono istituiti dalla Chiesa per santificare alcuni ministeri ecclesiastici, alcuni stati di vita, circostanze varie della vita cristiana e l’uso di cose utili all’uomo. Secondo le disposizioni dei vescovi, possono anche rispondere ai bisogni, alla cultura e alla storia propria del popolo cristiano, di una regione o di un’epoca. Richiedono sempre una preghiera, spesso accompagnata da un segno, come l’imposizione della mano, il segno della croce, l’aspersione con l’acqua benedetta che richiama il Battesimo. Essi derivano dal sacerdozio battesimale: ogni battezzato, anche laico, è chiamato ad essere una “benedizione” e può dare alcune benedizioni. I sacramenti conferiscono la grazia per se stessi, per opera di Cristo, indipendentemente dalla santità di chi li amministra; i sacramentali preparano a ricevere la grazia, sempre come dono di Dio, ma anche secondo la fede di chi li compie. Dice ancora il Concilio: “Ai fedeli ben disposti è dato di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal Mistero pasquale di Cristo, dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali” (S.C. 61). Il segno di croce è uno dei sacramentali più comuni. Può ottenere una grande grazia, se fatto con vera fede; altrimenti è uno scaccia mosche. Le varie forme di sacramentali Fra i sacramentali ci sono prima di tutto le benedizioni di persone, della mensa, di oggetti, di luoghi. Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni. Alcune benedizioni hanno una portata duratura, come la consacrazione delle persone a Dio e di oggetti e luoghi riservati
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Un sacramentale: Via Crucis a Morrovalle: 3 ottobre 2010 all’uso liturgico. Fra quelle che sono destinate a persone, figurano la benedizione dell’abate o abbadessa di un monastero, la consacrazione delle vergini e delle vedove, il rito della professione religiosa e le benedizioni per alcuni ministeri ecclesiastici (lettori, accoliti, catechisti, ecc): qui possiamo aggiungere anche la consacrazione laicale a Gesù Crocifisso degli AGC. Tra le benedizioni degli oggetti, si può segnalare la benedizione di una chiesa o di un altare, la benedizione degli olii santi, dei vasi e delle vesti sacre, delle campane, ecc. Non si deve confondere la benedizione con l’esorcismo, che è una preghiera solenne fatta dal sacerdote autorizzato dal vescovo, perché un oggetto o una persona sia liberata dall’influenza del Maligno. Gesù lo ha praticato e ha dato alla sua chiesa il potere di farlo. Occorre molta prudenza per non confondere una malattia specialmente psichica con la presenza diabolica (CCC 1673). Uno dei sacramentali più comuni e più importanti nella vita cristiana sono le esequie cristiane, che aiutano a vivere il senso cristiano della morte e a celebrare la Pasqua di ogni fedele, alla luce della pasqua di morte e risurrezione di Cristo. Il popolo cristiano saluta il fedele che muore in Cristo
Gesù e “va in esilio dal corpo per andare ad abitare presso il Signore” (2Cor 5,8). É il compimento della nuova nascita cominciata con il Battesimo. La religiosità popolare La Chiesa tiene conto anche della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano si è sempre espresso in varie forme di pietà che circondano i sacramenti della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la “via crucis”, le danze religiose, il rosario, le medaglie, il segno della Croce ecc. Sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, con la quale devono essere in armonia e derivare da essa e condurre ad essa. Occorre un discernimento pastorale dei vescovi per favorire e purificare la religiosità popolare, secondo le norme generali della Chiesa. La religiosità popolare unisce il divino e l’umano, Cristo e Maria con i santi, lo spirito e il corpo, la persona e la comunità, la fede e la patria, l’intelligenza e il sentimento. É un umanesimo cristiano che afferma la dignità di ogni figlio di Dio, instaura una fraternità universale e aiuta a vivere nella gioia e nella serenità, anche nelle difficoltà della vita. albertopier@tiscali.it
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VI - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI LUCA Gesù muore manifestando la sua comunione con Dio (Lc 23,44-49) di P. Roberto CecconiCP
arissimi Amici, nel quadro del nostro cammino all’interno del vangelo di Luca ci soffermiamo questa volta sulla morte di Gesù. Iniziamo la nostra meditazione con la lettura-ascolto del testo biblico.
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44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo, spirò. 47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”. 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
Gesù vive la morte come un abbandonarsi al Padre Il racconto della morte di Gesù inizia con la menzione delle tenebre che ricoprono la terra dal mezzodì fino alle tre del pomeriggio (v. 44). In questo modo l’Evangelista vuol mettere in rilievo che il decesso di Gesù in apparenza sembra essere la vittoria dei suoi avversari, l’ora delle tenebre (cf. 22,53). Tutta la terra dà l’impressione di essere in lutto per quanto sta accadendo. Perfino il velo del tempio si squarcia in due, preludio della sua distruzione dovuta all’incredulità d’Israele (cf. 19,44). In questo contesto, nel quale il male sembra trionfare scatenando conseguenze distruttive, Gesù prega (v. 46). Si rivolge al Padre servendosi della Scrittura, in modo particolare del Sal 31,6: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Gesù vive questo momento così drammatico mantenendo salda la sua comunione con Dio. È su questo sfondo che la morte stessa è vissuta come un abbandonarsi tra le sue braccia, divenendo così preludio della risurrezione.
Consacrazione perpetua di Amici di Gesù Crocifisso a Roma 30-9-10
La morte di Gesù manifesta la sua giustizia Alla morte di Gesù il centurione dà gloria a Dio, dichiarando giusto l’uomo che ha appena visto morire (v. 47). Nel vangelo di Luca le persone glorificano Dio ogni volta che ne intravedono la presenza nei prodigi operati da Gesù (5,25.26; 7,16; 13,13; 17,15; 18,43). Vedendo il modo straordinario in cui muore nostro Signore — il quale prega per i suoi crocifissori (23,34), promette il paradiso al ladrone pentito (23,43), muore consegnandosi al Padre (v. 46) — questo soldato romano intuisce non solo l’innocenza di Gesù, ma anche la profonda comunione con Dio che lo contraddistingue. Anche le folle, convenute per questo spettacolo, se ne tornano indietro battendosi il petto (v. 48) in segno di pentimento (cf. 18,13). Si ha l’impressione che le folle non solo, come il centurione, abbiano riconosciuto l’innocenza del Crocifisso, ma si siano anche rese conto che l’aver sostenuto i sommi sacerdoti nella loro battaglia contro Gesù (23,4; cf. 23,13.18.21.23) sia stato un mettersi dalla parte delle tenebre. Tra i presenti vengono segnalati anche i conoscenti di Gesù e le donne che lo hanno seguito dalla Galilea (v. 49). Costoro stanno ad osservare queste cose da lontano, cioè in maniera passiva. Tra i conoscenti di Gesù alcuni studiosi sostengono che forse si potrebbero intravedere anche i suoi
discepoli. In effetti Luca li presenta come coloro che sono rimasti con Gesù nelle sue prove (22,28) e non menziona, come fanno invece Matteo e Marco (Mt 26,56; Mc 14,50), alcuna fuga da parte loro al momento del suo arresto. Se questa interpretazione fosse corretta, l’essere presenti alla morte di Gesù renderebbe i discepoli testimoni veritieri di entrambi gli aspetti del mistero pasquale: la morte e la risurrezione del Signore. In questo brano, la morte di Gesù lascia intravedere tutta la sua portata salvifica: il centurione scorge nel Crocifisso la potenza di Dio che opera nel Giusto sofferente, le folle battendosi il petto mettono in atto un passo essenziale per giungere ad una vera conversione, i conoscenti di Gesù osservano tutto ciò per estendere nello spazio e nel tempo la potenza della Croce.
La Buona Notizia In questo testo evangelico Gesù ci mostra il modo in cui bisogna attraversare il tunnel della sofferenza e della morte, a volte rese più atroci perché ingiuste: pregando il Padre, specialmente con l’aiuto della Scrittura. Anche le tenebre, qualunque esse siano, se affrontate così, diventano luogo di incontro con Dio, abbandono tra le sue braccia, testimonianza della potenza di Dio, capace di trasformare in luce anche i momenti più bui. robi.cp@libero.it
III - ESSERE LAICI PASSIONISTI
5 di P. Leone Masnata
Qualche indicazione strategica e sofferenze attuali del MLP sono molteplici: il mancato sogno di avere un solo grande unico gruppo MLP, il non decollare di vari gruppi attuali fossilizzati sempre nelle stesse persone, con scarsità di presenza di giovani, gruppi in difficoltà a trovare uno spazio nel proprio ambiente sociale ed ecclesiale che dia il senso della propria identità di gruppo. La disunione anche tra gli animatori spirituali, la non libertà interiore di lasciar camminare i gruppi verso l’unità, pur nel rispetto delle diverse identità, non aiuta i laici più aperti al dialogo e all’incontro con tutti i gruppi di spiritualità passionista. Sarebbe bello avere un solo grande gruppo di MLP che raccolga i diversi gruppi laicali passionisti, rispettandone l’identità. In una conferenza alla Provincia LAT di moti anni fa, riflettevo: “La realtà laicale passionista è molto viva e diversa nelle varie Province italiane. Esistono molti gruppi con caratteristiche proprie e che s’ispirano alla nostra spiritualità e sono guidati dai nostri assistenti spirituali. Possiamo elencarne qualcuno: Movimenti ex Alunni passionisti, Confraternite o Associazioni della Passione, Giovani in preghiera, Tendopoli, Amici di Gesù Crocifisso, ecc. Ogni gruppo ha una propria autonomia provinciale e propri Statuti. Ultimamente si sta cercando di coordinare questi vari gruppi in un Movimento nazionale che, salvaguardando e sviluppando la spiritualità passionista in ognuno di essi, ne rispetti però le proprie caratteristiche specifiche: questo è il Movimento laicale passionista”. Ma non è andata così, almeno per ora!
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La Famiglia Passionista É bene prendere atto di ciò e considerare i vari gruppi che non si rifanno al MLP di pari dignità e valore, sotto il tetto dell’unica FAMIGLIA PASSIONISTA, perché in tutti i Gruppi vi è come punto d’incontro e d’identificazione la grata Memoria della Passione del Signore, secondo la spiritualità di San Paolo della Croce. La “Famiglia Passionista” è l’ombrello sotto cui ci siamo tutti. Si tratterà di studiare un’essenziale e minima struttura che permetta un incontro tra tutte le componenti della Famiglia, con
Gruppo del MLP riuniti a Caravate VA, per un incontro di preghiera e riflessione.
incontri tra i vari responsabili dei diversi gruppi, favorendo come incontro generale la Festa della Famiglia Passionista annuale, almeno nelle singole Province. Ora tutte le Province organizzano la Festa della Famiglia passionista: è un buon passo, sia per ricuperare il “volto di festa” della Memoria Passionis (è già una notevole maturità la comprensione del Mistero Pasquale), sia per camminare più uniti tra noi. Il responsabile di ogni Gruppo deve far parte di un gruppo di coordinamento della Famiglia Passionista a livello provinciale per programmare attività formative e altro tra i vari Gruppi.
Presento alcune scelte concrete a. Centralità della Memoria della Passione ed entusiasmo per il carisma Il carisma a livello teologico è dono di Dio, è una chiamata che richiede una risposta. Sono doni per costruire il Regno, ed esigono di essere “ridonati agli altri e non solo usati
per la propria autorealizzazione” (Suenens). Non può essere attuato come ritorno alle forme del passato, ma come dono dello Spirito per la gente di oggi. Un dono del passato può non essere più utile alla vita di oggi, e può essere sostituito da altri doni o chiamate di Dio, più necessari. Ma il carisma è “condizionato” anche da leggi sociologiche, specie riguardo al suo passaggio da un modello di incarnazione ad un altro, passaggio che spesso avviene tra esaltazioni e tensioni, creatività e reazioni. Il problema della trasmissione del carisma è come alimentare nel tempo il “dinamismo iniziale”, come esso può passare ai seguaci. E’ il problema della continuità che richiede lo stesso entusiasmo iniziale per conservare il “dinamismo” necessario per trasformarsi di fronte al cambiare delle situazioni della società, e la contemporanea necessità di istituzionalizzarsi, modernizzarsi, senza affievolire l’entusiasmo degli inizi. Dobbiamo riappropriarci il contenuto del carisma, l’entusiasmo iniziale, la “spontaneità primitiva” e viverli nel presente “reale”, a servizio della gente di oggi, aperti a forme nuove: il
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carisma infatti è elemento permanente, ma appare sotto forme nuove: “dobbiamo essere sensibili alle nuove forme”. Dalla parabola dei vignaioli omicidi si rileva che il Figlio fu mandato dal Padrone della vigna ai vignaioli come “ultimo” rimedio per la salvezza della vigna e dei vignaioli stessi, per cui possiamo sicuramente pensare che l’ultimo rimedio per la salvezza del mondo sia proprio il Crocefisso.
Promessa della Memoria della Passione Il MLP si deve rendere conto della grandezza e importanza del carisma di fare Memoria della Passione del Signore: deve gestire (pregare e testimoniare) l’ultimo ed estremo rimedio di Dio per la salute dell’umanità. E indispensabile che ogni membro del MLP faccia la Promessa della Memoria della Passione, magari rinnovandola personalmente ogni giorno e insieme al Gruppo ogni anno. Ciò che ci unisce, religiosi e laici, è il medesimo Fondatore e la stessa spiritualità e apostolato, pur in forme molto diverse. “Radicarsi nell’esperienza spirituale e apostolica di Paolo della Croce e “andare avanti nell’unità e nella collaborazione”: queste le condizioni per essere unica Famiglia Passionista, e senza affannarsi, per ora, in una strutturazione rigida di forme e leggi” per cui “l’esperienza principale e comune a tutta la Famiglia Passionista è quella della Memoria della Passione e della Risurrezione di Gesù Cristo, verificate nell’oggi“ (Intr. Atti del IV Convegno dei Laici passionisti, 1996, a Poestum). Se vogliamo che il Gruppo cresca in ogni senso, deve sentire un’identità forte, favorita dalla serietà e dalla chiarezza degli impegni formativi spirituali e culturali, dall’azione caritativa ed apostolica delle singole persone e di ogni singolo gruppo, dalla fedeltà ai momenti che caratterizzano il cammino scelto. Non si deve chiedere quello che un laico non può dare, ma quel poco sia serio e continuato. L’input di questo orientamento mi è stato dato da un ex passionista che si auspica “l’elevazione del Movimento a Terz’ordine Passionista, con un semplice e solo “voto” da parte degli aderenti, quello di “Ricordare e propagare la devozione al Crocifisso” come insegnato da San Paolo della Croce.
Responsabili del MLP riuniti a Roma, per il Consiglio Nazionale. Forse non c’è bisogno di arrivare a tanto, ma l’accenno alla Memoria della Passione è importante e valida. Dovremmo delineare insieme il contenuto e le modalità della Memoria della Passione nella vita di un Laico passionista, secondo la spiritualità di S, Paolo della Croce: cosa significa Memoria della Passione nella propria vita spirituale, e come la si rivive in famiglia, nella Chiesa (parrocchia) e nella società. Chi appartiene al Movimento sa che prima di tutto deve essere missionario nella propria casa, nella propria parrocchia, con i sofferenti che lo attorniano. b. Maggiore comunione tra i diversi gruppi. Si continui a favorire i gruppi di spiritualità passionista che tentano di unirsi e di coordinarsi in un Movimento organico e coordinato, radicato nell’esperienza di S. Paolo della Croce che ha visto la radice dei mali del mondo nella dimenticanza della Passione del Signore. La collaborazione reciproca tra religiosi e laici è il futuro della Congregazione passionista. La nostra Congregazione è sicura che la collaborazione con i laici è sostanziale alla propria vita e missione: “laici, non come semplici servitori nostri o esecutori delle nostre decisioni, ma compartecipi dei nostri progetti e delle nostre attività, come soggetti di evangelizzazione” (P. J. A. Orbegozo), non in forma teorica, ma vitale. Conoscere e meditare Dio attraverso la Passione del Figlio per superare tutte le sfiducie e le paure, gli ingenui ottimismi umani, il crollo delle ideologie, gli individualismi, ad accettare senza paura la Kenosi, intesa come “abbassamento” per amore, come via stabile
per donarsi alla Chiesa, per fare spazio agli altri, a favore del regno di Dio, a comunicare e testimoniare a tutti la più bella notizia, ossia l’amore di Dio, per porre le basi di una società fondata sull’amore. c. Un Progetto Laici che faccia parte del Progetto formativo della Provincia. I Religiosi hanno un loro Progetto formativo annuale: in certi momenti, in certe iniziative e a certe condizioni è bene aprirlo anche ai Laici. Per es. programmare la Lectio Divina in tutte le nostre comunità religiose, magari sulla Parola di Dio della domenica successiva, invitandovi i Laici vicini alla comunità. d. Un Progetto Laici che faccia parte del Progetto apostolico della Provincia. Dobbiamo convincerci che noi Religiosi non possiamo evangelizzare da soli e abbiamo bisogno della collaborazione laicale, sempre salva la prima finalità del Laico passionista che è quella di testimoniare l’amore del Crocefisso nel proprio stato, nel proprio ambiente e nel proprio lavoro. e. Aprirci d una maggiore accoglienza nelle nostre comunità (tempi e spazi) per poter pregare, dialogare, collaborare, studiare, insieme… ai nostri Laici. f. Creare circuiti comunicativi tra noi, per favorire una maggiore comunione nella Famiglia passionista: non possiamo e non dobbiamo convivere sempre insieme, ma possiamo comunicarci in tanti modi, antichi e moderni. Sarebbe auspicabile un foglio informativo e formativo. masleone@libero.it
VII - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci L’AMORE E’ LA MONETA CON CUI SI COMPRA DIO di Maria Grazia Coltorti “Ha molto amato.”( Lc 7, 47).
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ove c’è amore c’è ricchezza. Tutti possiamo essere ricchi abbastanza da poter comprare l’unico tesoro che ci fa completamente felici e ci appaga di tutto: Dio, sommo Bene, ricchezza incomparabile. Poiché abbiamo tutti nel petto un cuore per amarlo, possiamo, quando vogliamo, essere “padroni” di Dio! La nostra cara Madre Maria Maddalena Marcucci ci ricorda che ogni cosa, pensiero, azione, anche la più piccola ed insignificante, è grande se ci mettiamo tutto l’amore che possiamo, perché con l’amore si compra Dio. Quante volte una sola parola, un semplice sospiro di puro amore ha dato in un istante il possesso di Dio ad un’anima che era priva della sua grazia! Queste grazie, prodigi del divino amore, non sono tanto rare come si pensa. Noi pensiamo che per avere qualche grazia dal Signore sia necessario fare molte opere buone, preghiere e penitenze; ciò è buono ma non basta. Le grazie sono concesse dal Signore per la sua bontà infinita e la sua misericordia. Pensiamo al Vangelo di Luca che ci narra l’episodio della Maddalena che lava i piedi di Gesù con le lacrime e li asciuga con i suoi capelli. Questi gesti non sarebbero bastati ad ottenerle il perdono dei peccati e la salvezza. Lei ha molto amato – dice Gesù ai commensali – cioè la fede che la Maddalena ha avuto nell’amore di Gesù l’ha salvata. Questo può e fa l’amore! Dio è amore e dove c’è amore, non può non compiacersi, rallegrarsi nel vedere lì la sua somiglianza, così si china verso quell’anima che lo attira con il suo amore. Chi a Dio non dà amore, non dà niente! Ripensiamo al racconto del Vangelo (Lc 21, 3-4) in cui si vede Gesù osservare come la gente deponeva le offerte nel tesoro del Tempio, e gioire nel vedere la povera vedova deporvi le due monetine e lasciarvi con esse il suo cuore e il suo amore. Ora Gesù ci rivela come possiamo conquistarci il cuore di Dio. La Madre sottolinea, a questo punto, come questo passo del Vangelo simboleggi molto bene quello che avviene tutti i giorni fra i fedeli cristiani. Deponiamo con le buone opere ricchezze nel tesoro della Chiesa. Purtroppo pochi,
Nuove consacrate di Trasacco AQ, con il nuovo parroco, Don Francesco e P. Alberto 08.09.10 molto pochi sono quelli che meritano lo sguardo di compiacenza del Signore, perché deponiamo solo la nostra offerta, con poco o niente amore, mentre è unicamente l’amore che dà valore alla nostra offerta e la rende degna di merito. Il Signore non guarda all’offerta ma all’amore che l’accompagna, mentre forse noi pensiamo più a moltiplicare le opere, le preghiere e i sacrifici, piuttosto che a cercare di compiere la volontà di Dio con puro e semplice amore verso di Lui. Anzi, siccome non riflettiamo su queste verità, attribuiamo spesso poca importanza alle cose piccole e agli insignificanti particolari della nostra vita quotidiana, mentre queste piccole cose farebbero crescere molto più l’amore in noi, ponendoci su un terreno solido e sicuro per camminare verso la santità. Per questa trascuratezza moltissime anime, ci assicura Madre Maddalena, si privano della santità. Quanto sia grande questa perdita lo sapremo solo nell’eternità. Molte persone pie e religiose, praticano virtù grandi e eroiche, hanno una grande purezza di coscienza, lavorano per la gloria di Dio alla salvezza delle anime, ma malgrado tutto questo, non sono sante, né mai brillerà sul loro capo quell’aureola di santità che tanta gloria dà a Dio, guadagnando al suo amore molte altre anime. Hanno perduto la
santità per gli abituali difetti sia nel parlare con poca mansuetudine e umiltà, sia nelle opere, non moderando l’eccessiva attività, affanno e impazienza anche nelle minime cose; per la poca comprensione con gli altri e per le piccole mortificazioni nelle cose usuali, come il mangiare, il vestire ecc.. Tutte queste cose che siamo soliti definire piccole, e che in realtà sono grandi, impediscono l’unione dell’anima con Dio e non le permettono di udire la sua voce interiore che santifica più di tutte le opere esteriori. La grande dignità di Dio non gli permette di fissare lo sguardo, né di dire parola di compiacenza all’anima che si dirige a Lui non per amore, per essersi dissipata, occupandosi solamente in cose materiali esteriori. Chi vuole dare a Dio qualcosa degna di Lui, deve presentare le sue offerte sempre unite all’amore. E, quando non avrà niente da offrire, dia solo amore e se ne stia tranquillo, poiché nell’amore c’è tutto. Il dono più grande che può fare un’anima a Dio è offrirgli l’abisso del suo vuoto, perché Egli possa riempirlo del suo amore. Allora, solo allora, potrà l’anima offrire al suo Creatore un dono perfetto, tutto il suo tesoro, “tutto quanto aveva per
vivere” (Lc 21, 4), perché ha dato il suo amore!
Colt.mgrazia@libero.it
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VI - La direzione spirituale di S. Paolo della Croce a Tommaso Fossi Generare la vita spirituale dei figli e comclusioni di p. Lorenzo Mazzoccante, cp
n questo breve ciclo di articoli sulla direzione spirituale di san Paolo della Croce a Tommaso Fossi in ambito familiare, abbiamo cercato di fare un percorso: dopo aver presentato il laico Tommaso, ed aver preso coscienza della situazione spirituale di questo buon uomo, ci siamo soffermati sul discernimento che il santo fa con Tommaso circa la natura della sua vocazione. Ne avevamo tratto un insegnamento che è stato il filo conduttore di tutto il nostro percorso: il matrimonio è la via di santificazione dei coniugi che a tal fine sono chiamati al reciproco sostegno e ad alimentarsi con la preghiera. Ma un percorso sulla famiglia non poteva non tenere conto della grande sfida di educare i figli. In questo articolo quindi ci soffermeremo anzitutto su questo aspetto, cercando di trarre delle conclusioni. Trattando della questione della educazione dei figli, tema peraltro sfiorato in varie circostanze, mi pare che a questo punto sia appena il caso di fare alcune semplici sottolineature. Anzitutto va detto che Tommaso, consapevole del suo dovere di educare cristianamente la prole, e percependo la difficoltà di questa missione domanda sovente consiglio al suo santo direttore. Ne ottiene lumi interessanti anche per le famiglie del nostro tempo. Infatti, sebbene Paolo della Croce non ebbe mai l’ardire di indicare una particolare condotta (dare direttive vincolanti sarebbe stato un po’ sostituirsi alla missione educativa dei geni-
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tori), piuttosto raccomandava che gli insegnamenti impartiti ai figli fossero veicolati da un sorriso o altro atteggiamento gioviale in modo che il tutto risultasse loro il più possibile gradevole (cf. L, 306, 16 giugno 1756). Raccomanda inoltre che Tommaso viva il suo percorso spirituale privatamente, senza cioè far gravare la sua grandezza sopra i figli, magari pretendendo di insegnar loro alcune forme troppo alte di raccoglimento, ciò che san Paolo della Croce paragona chiaramente ad un pretendere di “farli volar senz’ali” (cf. L 256, del 14 maggio 1749). Naturalmente non possono mancare anche per i figli la vita sacramentale e la preghiera di meditazione, specie quella, diremmo, “imboccata” dai genitori. L’immagine che il santo ci offre è quella del santo latte dell’educazione (cf. L 245, del 13 luglio 1747), ovvero di qualcosa di estremamente semplice e nutriente, adatto quindi ai fanciulli, e che proviene dai genitori che, dopo aver generato e nutrito i figli nella carne, sono ora chiamati a farlo nello spirito. Paolo promuove anche, previo discernimento operato dai genitori, l’iscrizione dei figli ad alcune confraternite (oggi diremmo la partecipazione a gruppi) in cui i fanciulli si trovino a fare a gara nel progredire nella vita spirituale e nell’impegno nella vita cristiana con altri della loro età. Ma Paolo, come sappiamo, era anche direttore spirituale dei figli di
Roma 30-9-2010 solenne concelebrazione
Tommaso Fossi Tommaso e si rivolge anche a loro, raccomandando di essere sempre impegnati ed irreprensibili (nella scuola, come nella condotta morale), e doverosamente rispettosi dei genitori che indica come persone esemplari e quindi meritevoli di tutta la stima ed il rispetto. Comprendiamo quindi come il santo fondatore stimasse il matrimonio come una vocazione santa e santificante. Ed appare chiaramente, quindi, come, per Paolo della Croce, la santificazione dei coniugi sia complessa solo nel senso di articolata, dovendo essi puntare alla perfezione non individualmente ma nella loro realtà comunitaria: quella della famiglia. Successivi documenti del magistero diedero conferma di questa persuasione del nostro fondatore. In conclusione, quindi, il nostro santo indica alle famiglie da lui dirette (di cui la famiglia Fossi è certamente il caso più significativo) il Crocifisso come chiave di lettura della loro condizione e per questo li incoraggia ad una dedizione verso la propria famiglia come di Cristo per la Chiesa (cf. Ef 5,32) senza mai incoraggiare, anzi dissuadendoli rispetto alla possibilità di assumere impegni che andassero oltre tale vocazione. I coniugi cristiani, cioè, sono chiamati a farsi santi nella via del matrimonio e della famiglia. Provocatoriamente, ma solo al fine di esaltare la dignità che il santo riconosceva a questa speciale vocazione, permettetemi di osservare come san Paolo della Croce non cercò mai di formare dei laici passionisti, quanto piuttosto dei laici appassionati di Cristo e della sua volontà; non creò mai una consacrazione laicale, ma incoraggiò ciascuno a riscoprire la ricchezza della consacrazione ricevuta nel sacramento nuziale, con cui si erano uniti davanti a Dio, alla scuola del Crocifisso. http://www.direzionespiritualefossi.tk
Halloween e le zucche vuote
’occasione dell’imminente festa cristiana di Ognissanti, ormai per popolarità superata dalla più democratica e politically correct festa di Halloween, ci offre l’opportunità di andare al di là dell’immagine ironico grottesca delle zucche dipinte e di cercare di esplorarne l’interno. Ci aiuterà il critico francese Damien Le Guay, di cui è appena uscita una interessante pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio “La faccia nascosta di Halloween” (ed. Elledici) significativamente sottotitolata “Come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi!”. La prima considerazione che viene spontanea è che nell’attuale risvegliarsi, in Europa, di una cultura caparbiamente laicista, che rifiuta, forzando perfino la storia, di riconoscere le proprie origini cristiane, non meraviglia il fatto che una festa di arcane origini paganeggianti, miratamente trasformata in occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l’originaria festa cristiana non a caso fatta coincidere con essa. Vi è un esempio ancora più chiaro di questo processo di sovrapposizione tra mondo paganeggiante e cristiano: il Natale, che, da secoli, è il “dies natalis” di Gesù, è ora insidiato dalle renne di babbo natale e dagli alberi colorati, con annesso tutto l’indotto consumistico che ha relegato il francescano presepe, in rassegne artistiche più attente a rendere l’effetto meccanico di mulini e cascate piuttosto che a ricordare la nascita del Salvatore! Ma tornando ad Halloween, ciò che insospettisce è innanzitutto la pressoché totale indolenza e passività con cui la maggioranza della gente ha
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in pochi anni dapprima timidamente tollerato, poi sempre più accettato tale sorpasso festaiolo, secondo la logica del “in fondo che c’è di male?”. Giornalisti e sociologi, per la verità, hanno tentato interpretazioni più filosofiche, affermando, per esempio, che “Halloween è una nuova educazione alla vita e alla morte” (editoriale di “Le Monde” del 1° novembre 2000), articolo nel quale l’autore interpreta la grande diffusione della festa e la relativa ostilità dei cristiani come una rottura del monopolio cristiano sui riti e sulla simbologia nella società occidentale. Ma da dove viene in realtà Halloween? Diciamo subito che il nome è già una sorta di malcelato acronimo inglese di “Ognissanti”; si tratta poi di una arcaica e mitizzata tradizione celtica, con tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni! Per scacciare i medesimi spiriti, pare che fuori dalle case venissero appese zucche e lampade. Chi pensasse che si tratti di una delle tante rivalutazioni folcloristiche di culture arcaiche, viene smentito dall’apprendere che fu il frutto di una autentica pianificazione consumisticocommerciale su scala mondiale operata da una società (Cesar) nel 1992.
Halloween e le Zucche vuote!
Essa individuò il periodo “a metà strada tra l’inizio dell’anno scolastico e Natale” e lanciò la festa con maschere (di cui era produttrice), teschi e costumi da strega; poi, grazie ad una mirata pubblicità mass-mediatica e all’apporto di grosse multinazionali dello svago (da Disney a McDonalds), raggiunse la diffusione che conosciamo. Il paradosso di Halloween e delle sue bizzarrie è quello di essere insieme moderna (nel modo di presentarsi) ed iperarcaica (nelle idee), e rappresentare il massimo della credulità in un mondo – per dirla con Chesterton – che ha smesso di credere in Dio. Nell’attuale cultura, rigorosamente aconfesionale, si spiega il facile successo della penetrazione sociale di Halloween, emblema e icona del vuoto, delle zucche ma specialmente delle teste che in esse si perdono. Per quanto riguarda l’ambito scolastico, poi, mentre la tendenza imperante, dai programmi ai testi adottati, è quella di evitare o ridurre al minimo ogni accenno a riferimenti religiosi - e in particolare cristiani - assistiamo, per occasioni come Halloween, ad una vera e propria adozione laica universalmente accettata. Ma la differenza tra Halloween e Ognissanti è sostanziale e totale. La più genuina tradizione popolare metteva giustamente in guardia: “scherza con i fanti…!”. (Sunto da Zenit, 27-10-2009) Da Ufficio comunicazioni sociali, Diocesi di Fermo (Achille Natali): “I mandanti di questo «carnevale di fine ottobre» sono gli stessi «che stanno cercando di bombardare la religione e quella cattolica in particolare». Ovvero, «esoterismo, lobby politiche e filosofiche» che «lavorano per svitare il senso del sacro e il rispetto che gli si deve». La sua offensiva, particolarmente veemente, non è l’unica: nei giorni scorsi vescovi e sacerdoti sono scesi in campo contro la festa, o hanno invitato a celebrarla in modo cristiano: immagini di santi invece di zucche illuminate. Afferma mons. Tarcisio Bertone “Io vorrei che i genitori, i parenti e le famiglie usassero lo stesso dispendio di energie, di tempo e di soldi dedicato ad un evento insensato come quello di Halloween per educare ai valori veri, come quelli della comunione dei santi e dei defunti”.
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VERBALE XX CONSIGLIO NAZIONALE (Sunto)
Morrovalle 25 settembre 2010 Presenti: P. Piergiorgio Bartoli Provinciale; P. Alberto Pierangioli Assistente Nazionale; P. Aurelio D’Intino Assistente Prov. Piet; Consiglio Esecutivo e Cassiere generale; Assistenti spirituali: P. Natale Panetta, P. Marcello Pallotta, P. Bruno De Luca, P. Adalberto Di Donato, Don Giovanni Lorusso, Serafino Vito, Rucci Riccardo; Coordinatori e vice di Fraternità e Gruppo delle famiglie, in tutto 40 partecipanti: sono rappresentate tutte le Fraternità, compresa la nuova Fraternità di Bari in formazione. L’incontro ha inizio alle ore 9,30 con la preghiera delle lodi presieduta dal Superiore Provinciale P. Piergiorgio Bartoli che ci ha donato una breve e profonda meditazione sulla lettura breve 2Pt 1,10-11: “Cercate di rendere sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione”. La presidente Piera Iucci, introduce i lavori e fa riflettere che per superare le difficoltà del cammino, è importante approfondire la nostra vocazione e vivere quanto affermiamo nella Promessa di Amore. L’Assistente P. Alberto ricorda quanto dice lo statuto sul Consiglio N., ribadisce l’importanza dei Consigli di Fraternità per la crescita e la vitalità delle Fraternità. I laici devono essere sempre più responsabili nel Movimento, perché i religiosi sono sempre meno numerosi e sovraccarichi di impegni. Discussione dell’ ordine del giorno: 1. Programmazione 2011: l’ultimo Coordinamento del M.L.P., svoltosi a Roma, ha suggerito come argomento di formazione unico per i laici passionisti italiani lo studio di San Paolo della Croce. Dopo la lettura delle relazioni delle Fraternità, è emerso il desiderio di approfondire bene la figura del nostro Fondatore nel 2011, inquadrata nel suo tempo storico e culturale. Negli anni seguenti si approfondirà la spiritualità passionista in riferimento ai laici, la spiritualità della passione e la storia della vita passionista nel nostro tempo É importante che ogni AGC legga una biografia del Santo per conoscere le basi della spiritualità passionista. 2. Corso di formazione: Dopo l’ottimo corso del febbraio 2010, presso il Santuario di San Gabriele, si decide di programmarne un altro possibilmente
nel febbraio 2011 al Santuario S. Gabriele, svolgendo anche il tema della “evangelizzazione”. Vengono anche richieste indicazioni per svolgere meglio la preghiera nei gruppi, un vademecum per gli Assistenti e i coordinatori di Fraternità. Si approfitterà del corso per un incontro informativo di tutti i coordinatori delle Fraternità. Piera invita i coordinatori a tenersi in contatto tra di loro durante l’anno per non sentirsi soli nello svolgere i propri compiti e si è detta disponibile ad ascoltare quanti vorranno contattarla anche per non sovraccaricare l’Assistente P. Alberto. 3. Ritiri Mensili: Si fa una breve storia dei ritiri mensili a Morrovalle e dei cambiamenti avvenuti in questi anni. Ora il ritiro ha inizio alle ore 10.00 e prevede le Lodi e la catechesi con dialogo. Dopo la sosta del pranzo, si riprende con l’adorazione o la Via Crucis, poi un sunto breve della catechesi del mattino e Messa. Al mattino i presenti sono più numerosi, ma molti hanno difficoltà a rimanere anche al pomeriggio. Alcuni vengono solo al pomeriggio. L’orientamento è di iniziare alle 9 del mattino, sospendere alle 12, riprendere alle 14,30. La messa sarà alle 16,30 e nel periodo invernale alle 16,00. Si chiede di incentivare, con l’aiuto degli Assistenti Spirituali, qualche giornata di ritiro presso le Fraternità che per lontananza non possono intervenire a Morrovalle. 4. Esercizi spirituali: i due corsi del 2010 sono riusciti bene anche se preoccupa il calo di presenze al primo
corso e, soprattutto, l’assenza di rappresentanti di diverse Fraternità. Per alcuni il periodo del ritiro coincide con l’intensificazione del lavoro, ma c’è anche chi non ha compreso l’importanza di partecipare. P. Alberto esorta i coordinatori a coinvolgere di più i fratelli che potrebbero partecipare, facendo comprendere la necessità degli Esercizi spirituali per il cammino personale di santità e per la crescita spirituale delle Fraternità. Se qualcuno ha problemi economici per partecipare, è la fraternità che dovrebbe attivarsi per aiutare nelle spese. 5. Giornata nazionale degli AGC 2011: è una giornata di spiritualità e di festa di tutte le Fraternità. Occorre un posto significativo per i passionisti, che possa accogliere 300 e più persone, per questo di solito viene preferito il santuario San Gabriele. Alcuni hanno proposto altri luoghi come il santuario di Santa Gemma a Lucca o in un luogo di San Paolo della Croce come l’Argentario e Vetralla, naturalmente la visita richiede 2 giorni di tempo e la possibilità di essere alloggiati. 6. Collegamento fra Centro e Fraternità: le Fraternità devono inviare alla segreteria nazionale, alla Presidente e all’Assistente Nazionale ogni comunicazione, notizia, variazioni, ecc. 7. Varie: Lamberto Mingarelli, tesoriere con Nello Fragola, comunica la situazione della cassa AGC. Alle 17.00 la riunione si conclude con la santa Messa. La segretaria Maria Grazia Coltorti
Consiglio nazionale AGC, Riunito a Morrovalle il 25 settembre 2010
ROMA 30-9-10: GIORNATA DI GRAZIA
La Consacrazione di fronte alla comunità va fatta con amore e piena donazione. In questa stupenda giornata 50 fratelli e sorelle hanno fatto la Consacrazione nelle mani del Padre Generale, durante la solenne concelebrazione. La Consacrazione passionista è ricordo e accettazione della consacrazione battesimale, è missione, è accettazione piena del Carisma Passionista se è fatta con amore! Abbiamo continuato la giornata in questa scia di santità, con la visita a S. Pietro e alle tombe dei papi, con una sosta particolare in quella di Giovanni Paolo II Pio Calvarese e Olga Erasmi
Una giornata speciale come nel 2006 Il 30-9-2010 gli AGC hanno celebrato la giornata di spiritualità a Roma, nella Basilica dei SS. Giovanni e Paolo, presso la tomba di San Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti. Questo appuntamento annuale per noi è sempre stato particolare, ma recarsi alle sorgenti del nostro carisma (sia nel 2006 che nel 2010) è stato veramente speciale. Noi di Giulianova ci siamo uniti agli amici di S. Nicolò e a P. Bruno, che ci ha animato sul pullman con la recita delle lodi, rosario, canti e riflessioni. La grande e luminosa Basilica sul Celio, che sembra il trionfo dello Spirito, è stata riempita da circa 300 Amici di Gesù Crocifisso. Guidati dal P. Alberto, abbiamo salutato e pregato San Paolo della Croce, ascoltando con commozione i suoi ultimi ricordi ai Passionisti. Poi ci ha accolti il P. Ottaviano D’Egidio, superiore generale, che ha ringraziato P. Alberto per il suo impegno, come guida per gli AGC e ci ha parlato della spiritualità laicale passionista, invitandoci a pregare molto per conservare e accrescere il carisma passionista nel mondo. Carisma passionista significa essere amministratori di un grande dono dello Spirito Santo, mettendo al centro la Passione di Gesù, perché da essa viene la salvezza del mondo. Nelle prove della vita, la nostra arma è la preghiera, guardando al Crocifisso sempre e ovunque, nel nostro quotidiano, in famiglia, nel lavoro… Padre Ottaviano ricorda la preghiera passionista nel cuore della notte nella sua gioventù e la passeggiata solitaria prescritta dalla Regola, per meditare e sentire la presenza di Cristo! La spiritualità passionista è più che mai attuale. La missione affidataci da Gesù parte dalle nostre famiglie, per estendersi poi a tutti. La solidarietà maggiore c’è stata sulla Croce e l’esaltazione di essa è la realizzazione di un amore che non ha confini; infatti i laici e i religiosi passionisti sono presenti in 60 nazioni, tra cui le ultime arrivate: Filippine, Indonesia, Cina, Angola, Nigeria, Mozambico, India ecc. La croce, per noi laici passionisti, rappresenta il massimo dell’annientamento di sé, ma anche la massima manifestazione di amore. Noi non possiamo evitarla, perché fa parte della condizione umana. Ma essa sparisce nel sepolcro vuoto illuminato dalla risurrezione, che spazza via tutti i dubbi e ridona a tutti la speranza. Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di speranza. La speranza è l’approdo a tutto quello che ci serve, ma essa sca-
Il P. Ottaviano D’Egidio,superiore generale parla agli AGC. turisce dalla scuola della croce, dove si impara ad amare Dio e il prossimo, dove si dona senza chiedere nulla in cambio, dove ci si spoglia di sé per conformarsi a Cristo. Ci vuole tempo, perché bisogna lavorare su di noi ogni giorno. Ci vuole pazienza, per non cadere nello sconforto quando vediamo che il cammino è lento e faticoso. Ci vuole forza, ma sappiamo di avere i mezzi che la Chiesa ci dona. Dobbiamo condividere la fede con i fratelli, partecipando alla vita della comunità e dei gruppi di cui facciamo parte; il resto lo faranno Gesù e la Madonna. Pensiamo alla Madonna, ai suoi “si”, soprattutto a quello ai piedi della Croce. Il cammino che stiamo facendo ci aiuterà a fare altrettanto. La nostra Consacrazione a Gesù Crocifisso è in armonia con la Consacrazione Eucaristica sull’altare!
Giornata di grazia Benedetto XVI, nella catechesi di mercoledì scorso ci esortava a riconoscere i molti segni e grazie, che Dio mette nelle nostre mani per raggiungere la salvezza. Una di queste grazie datami dal Signore è stata la consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso e Risorto. Mi ha dato una forza nuova per seguire Gesù, nel mio stato di salute, lungo la via del calvario e mi ha aperto una nuova strada anzi un’autostrada per raggiungere la casa del Padre. Oh! se potessi comprendere appieno l’immensità del dono di appartenere totalmente a Gesù Crocifisso e Risorto e alla Mamma del cielo e realizzare la morte dell’uomo vecchio e rivestire l’uomo nuovo Gesù, davvero diverrei perla preziosa agli occhi di Dio, come ci esortava ad essere il nostro p. Generale. Ringraziando, auguro a tutti che, contemplando Gesù Crocifisso, possiamo
La Basilica dei SS. Giovanni e Paolo gremita di AGC.
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comprendere sempre più quanto Dio ci ama e quanto siamo preziosi ai suoi occhi. Severino di Marco Mettere Gesù al primo posto Il 30 settembre circa trecento persone ci siamo ritrovati a Roma nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo per partecipare a 50 consacrazioni. Per me era la prima volta che partecipo a questa giornata fondamentale per noi AGC. Le parole di p. Alberto e del p. Generale ci invitano a perseverare nel cammino intrapreso con l’obbiettivo di mettere Gesù al primo posto. La visita a San Paolo della Croce e la lettura delle sue ultime raccomandazioni ai confratelli sono stati due momenti toccanti per tutti. Grazie a quanti hanno reso possibile questa giornata! Cesaretti Adalberto, Morrovalle Il traguardo anche per Esterina Ho partecipato alla giornata di spiritualità a Roma del 30-9-2010 con la Fraternità di Fossacesia. C’era con noi anche Del Negro Esterina. Era partita per l’America e lontana dal gruppo, ma era rimasta legata a noi e desiderava fare la Consacrazione Perpetua che era stata sospesa. Dopo tante difficoltà la nostra amica ha raggiunto il traguardo davanti all’urna del nostro Fondatore. Ringraziamo il Signore per i doni che ci da. La consacrazione, come ha detto il Generale, P. Ottaviano, è una missione e non tutti rispondono a questa chiamata. É una perla rara che abbiamo scoperto ma che ora dobbiamo custodire. Nel viaggio di ritorno abbiamo ascoltato varie testimonianze; Esterina soprattutto ci ha commossi con le sue lacrime, lacrime di gioia naturalmente. Con noi hanno partecipato anche diversi giovani che hanno espresso il desiderio di seguire la spiritualità passionista, avendone subito il fascino. Il Signore sicuramente condurrà per mano chi vorrà iniziare il cammino. Paola De Simone Un giorno con S. Paolo della Croce Per essere a Roma il 30 Settembre è stato necessario prendere un giorno di ferie e lasciare le prime lezioni all’università. La scelta è stata un po’ discussa ma poi siamo partiti. Il risveglio al mattino è stato duro, tutti assonnati ci siamo diretti alla fermata del pullman con zaino sulla spalla. La
Gruppo dei nuovi consacrati a Roma il 30-9-2010 giornata si prospettava bella; a darle inizio ci ha pensato P. Alberto con le lodi in onore di S. Paolo della Croce, che andavamo a visitare. Arrivati alla Chiesa dei Santi Giovani e Paolo siamo stati colpiti dalla bellezza della chiesa, una delle più antiche di Roma, risalente al 398, che ancora conserva qualche segno dell’antica basilica paleocristiana. É sembrato un po’ come staccare la spina e tornare indietro nel tempo, dove il cristiano di ieri era vicino a quello di oggi. Il tempo però è sembrato fermarsi al cospetto di S. Paolo della croce, che sul letto di morte aveva voluto una corda al collo, in segno di penitenza, ma che sembrava sorridere, come per dirci che la più grande fonte di dolore e di sofferenza rappresenta anche la nostra più grande gioia. Una giornata che porteremo nel cuore perché densa di profumo mistico ma anche di festa e comunione con le 50 consacrazioni a cui abbiamo assistito. Elia ed Emanuela Torresi Una giornata commovente a Roma Grazie per la commovente giornata che abbiamo trascorso a Roma il 30 settembre. Questa esperienza mi ha molto toccata. Da Moricone eravamo in sette persone; parlandone tra noi, siamo uscite arricchite dalla bella esperienza delle consacrazioni e speriamo di poter realizzare anche noi questo sogno. Molto bella e profonda anche la catechesi del P. Ottaviano D’Egidio che finora non avevamo avuto l’onore di conoscere. La cerimonia, seppur toccante, è stata sobria e ben organizzata e questo grazie all’impegno in primis tuo, di Piera e di tutti quelli che hanno collaborato.
Purtroppo non abbiamo potuto condividere il pranzo al sacco, perchè ho dovuto svolgere nel pomeriggio gli orari di due ambulatori e lavorare fino a tarda sera, ma con tanta serenità e gioia nel cuore. Grazie anche per l’accoglienza che ci è stata riservata al Consiglio Nazionale. Intanto le do una bella notizia: questa mattina P. Tito ha detto che giovedì prossimo ricominceremo gli incontri. Vi penso con tanto affetto e prego per tutti voi.. M. Antonietta Servili Giornate di comunione Noi “Amici di Gesù Crocifisso” di Giulianova insieme agli Amici di San Nicolò a Tordino, abbiamo partecipato al solenne rito di Consacrazione presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Roma, in una splendida giornata del 30-9-2010. Uniti in fraterna esultanza nel ricordo di San Paolo della Croce, abbiamo rivolto i nostri cuori a Dio Padre, perché riversi su di noi l’abbondanza delle sue grazie. Ai momenti di preghiera si sono uniti momenti di festa fraterna. Ritengo molto utili queste occasioni di incontro, che ci accomunano nei nostri limiti, nelle nostre capacità, nelle nostre speranze. Il Crocifisso non è “espressione” di dolore ma è “amore e forza” nella nostra vita. Annamaria Incontri di comunione Con tanti AGC ci siamo ritrovati a Roma, presso la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo e la Tomba di San
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Paolo della Croce, abbiamo partecipato al rito solenne di Consacrazione ed è stato emozionante riviverlo. Ogni Consacrazione a cui partecipo rafforza la mia. L’omelia del P. Generale dobbiamo concretizzarla nella vita di ogni giorno. Questi incontri di unità e preghiera con gli altri fratelli ci aiutano a crescere. Pina Mastropasqua Fai di me quello che vuoi A Roma, ai piedi di S. Paolo della Croce, ho riflettuto molto su queste parole: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Ho sentito che Gesù Cristo ci chiama ad essere suoi figli e che ci ama sopra ogni cosa. Ho desiderato tanto partecipare a questa giornata! Non mi stancherò mai di ringraziare il Signore e ripeto tutti i giorni: “Mi dono totalmente a Te e mi abbandono fra le tue braccia. Fai di me quello che vuoi”. Mastrilli Iva “Vivete la vostra vocazione con serenità e fedeltà” A Roma abbiamo vissuto uno degli eventi più belli degli AGC: la giornata di spiritualità presso la tomba di San Paolo della Croce. Eravamo oltre 300, giunti con vari pullman, provenienti da tutte le fraternità. E’ stata una giornata intensa di emozioni, P. Alberto ci ha letto gli ultimi ricordi di San Paolo della Croce. La Concelebrazione Solenne è presieduta dal Padre Generale, Ottaviano D’Egidio: nelle sue mani 50 Amici hanno fatto la Consacrazione a Gesù Crocifisso. Nell’omelia il P. Generale ci ricorda che Gesù nell’ultima cena anticipa la sua Croce e che noi siamo parte dell’acqua e del sangue che versa sulla Croce. Sull’altare si ripete “il suo Sacrificio”. Poi ci pone la domanda: “Posso essere fedele a questa Consacrazione?” Ci assicura che è possibile, perché il Signore è il nostro compagno che ci chiede solo Fede. Con la Consacrazione, diamo a lui tutto il nostro amore. Lui ci ha chiamato e noi abbiamo risposto “Mi hai chiamato, eccomi Signore”; un “sì” che dobbiamo ripetere ogni giorno, nella gioia e nella prova. Il P. Generale conclude: “Vivete la vostra vocazione con serenità e fedeltà”. Il pranzo al sacco nel giardino della casa generalizia, ci ha uniti sempre più. Poi la visita alla Basilica di San Pietro, alle tombe dei Papi e al Santuario della Divina Misericordia. Nel viaggio di ritorno, belle testimonianze e canti.
. Il superiore generale posa con alcuni AGC partecipanti alla giornata di spiritualità a Roma Grazie al Padre Generale e a tutta l’organizzazione. Rita Maraessa La salita della Scala Santa di Gesù e nostra La giornata a Roma è stata emozionante, innanzitutto per i tanti fratelli che si sono consacrati, poi per la catechesi di P. Generale. Mi ha colpito la sua osservazione su Gesù che mentre accetta la morte che è la massima improduttività e staticità, realizza la più grande produttività e creatività, perché nella sua morte completa l’incarnazione, assume la nostra morte e la risuscita per l’eternità. Così il Re salva il suo popolo morendo! Il pomeriggio mentre salivo la Scala Santa in ginocchio, sentendo il dolore, pensavo a Gesù che l’aveva salita flagellato, legato e con la corona di spine. Allora mi sono vergognata del mio dolore alle ginocchia e di tutti gli altri che mi affliggono, Non potevo che lodarlo per l’amore infinito che mi ha donato e che continua a donarmi. Olga Costanzo Il grazie del P. Generale Caro padre, l’esperienza vissuta il giorno del rinnovo della mia Consacrazione, insieme a tante sorelle. nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo e davanti alla tomba di san Paolo della Croce, è stata stupenda. Con gioia ho ascoltato le parole del Padre Generale Ottaviano D’Egidio, che ti ringraziava per aver creato il Movimento degli AGC. É stata una giornata di spiritualità e fratellanza che ci ha accompagnati per tutto il
giorno. Ho capito che il Signore ha messo nel nostro cuore un piccolo seme d’amore verso i nostri fratelli: che questo meraviglioso dono rimanga sempre in noi! Gloria Ciabattoni L’emozione di ricevere il Crocifisso Con gioia e commozione, ho fatto la mia prima Consacrazione a Gesù Crocifisso, insieme a tanti altri fratelli e sorelle, in un giorno bellissimo. Un momento molto forte per me è stato quando il Padre Generale, Ottaviano D’Egidio, mi ha consegnato il Crocifisso, che ho baciato e stretto forte a me. Ho ringraziato Gesù, per tutto l’amore che ha per me e l’ho pregato che mi aiuti a mettere in pratica quello che gli prometto ogni giorno, con la “Promessa D’Amore”. Luigina Romani “Non tardare!” Sono iscritta agli Amici di Gesù Crocifisso di Roccaraso da quasi 10 anni. Ho sempre pensato alla Consacrazione a Gesù Crocifisso, ma, pensando e riflettendo, il tempo passava. Un giorno indimenticabile, ho sentito una voce dentro di me che mi diceva: “Non tardare”! Mi sono decisa e, con grande impegno, ho emesso a Roma la mia prima Consacrazione. Al termine della funzione, con gioia ed emozione mi sono recata nella Cappella di S.Paolo alla Croce, per ringraziare Gesù in Croce e San Paolo e pregarli di darmi la forza di perseverare in questo cammino. Strizzi Renata.
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TESTIMONIANZE
Il misterioso progetto di Dio per una famiglia in croce Carissimo padre, colgo l’occasione per salutarti e informarti sulle ultime notizie della nostra piccola Anna di cerca 3 anni, mediamente ogni 30 giorni deve andare a Roma per farsi le
forto e di dolore che non sono stati risparmiati neppure alla Vergine. Non so cosa Dio voglia da me e dalla mia famiglia, ma so che c’è davvero un progetto immenso non comprensibile alla mia povera mente umana. Intravedo solo una luce, un faro che mi guida e ringrazio Dio per i miracoli che continuamente ci sta facendo. Il fatto che Anna per quattro volte si sia
momenti di atroce dolore interiore (a volte mi sembra di essere inchiodato su una sedia elettrica con continue scosse più o meno intermittenti), ma davanti ho sempre Gesù Crocifisso e RISORTO. Ricordiamoci che il male è già stato sconfitto. Gesù ha fatto la Sua parte e noi dobbiamo fare la nostra. Per amore e solo per amore, senza bisogno di avere tante certezze né consolazioni. Se oggi siamo crocifissi, domani saremo risorti con Cristo e in Cristo nel Suo Regno. Fabrizio - Firenze
Fare conoscere questo meraviglioso movimento
La fraternità di Fossacesia festeggia Luigi e Nadia sposi novelli.
dilatazioni esofagee. In un anno e mezzo non vi è stato nessun miglioramento in merito a questo restringimento (stenosi), che sistematicamente si riproduce…. L‘11 agosto scorso, ha avuto un’altra emorragia massiva per perforazione dell’arteria succlavia. trasferita con l’elicottero al Bambin Gesù, è stata operata in emergenza. I medici l’avevano data per persa, ma Anna ha avuto un super recupero…. Al momento sta bennino, ma vi sono gravi ritardi, in parte dovuti alla eccessiva ospedalizzazione e alle continue anestesie totali per le dilatazioni. A giugno scorso sono andato con mia moglie, e i figli Giovanni ed Anna a Medjugorje. Abbiamo pregato per l’unità familiare e per capire sempre quale sia la Volontà di Dio per noi. Medjugorie è stata molto più che una semplice esperienza o una dolce consolazione del momento. E’ una realtà viva che ci è rimasta dentro come un flash di Resurrezione che inizia già su questa terra senza aspettare di essere morti fisicamente. Ho sperimentato in diretta e in vivo l’Amore materno di Maria e l’intima certezza che Dio ci ama a tal punto da sostenerci nonostante i momenti di flessione, di scon-
affacciata sull’al di là e sia rimasta con noi facendoci condividere in profondità questa realtà soprannaturale, dimostra che la situazione di bidimensionalità che stiamo vivendo - fra esperienza terrena ed esperienza pre - morte, costituisce un’introduzione a quel posto preparato per noi, del quale Gesù ci parla nel Vangelo. La morte è solo e davvero un passaggio, una porta che si apre su una luce infinita per chi si rivolge a Dio accettando la Sua Misericordia. Non bisogna assolutamente temere la morte e bisogna sfatare tutti i luoghi comuni che ne fanno un evento spaventoso. Una cosa è la tristezza e il dolore affettivo del distacco, altra è lo spavento ingiustificato o comunque giustificato solo per la non conoscenza o per l’inferno che purtroppo tante persone si creano con le loro stesse scelte di vita. L’inferno esiste, ma siamo noi a sceglierlo se rifiutiamo l’amore di Dio. Ecco perché si rende più che necessario pregare per le conversioni. La sofferenza degli innocenti, lungi dall’essere ingiusta come umanamente pensiamo, è solo la prosecuzione della Passione di Gesù per noi e per la nostra salvezza. Stare sulla croce è duro e non mancano i
Caro padre, ho ricevuto le mail con le catechesi degli esercizi al Santuario di San Gabriele. Le ho iniziate a leggere e bisogna farlo con calma perché sono dense di parole colme di ricchezza. Io continuo, nel mio piccolo…. a cercare di far conoscere questo meraviglioso ed immenso Movimento degli AGC. Alla parola Crocifisso la gente tentenna sempre!! Ma sembra che siamo di essere distanti migliaia di anni luce dal capire l’infinito amore che Gesù ci dimostra attraverso la Sua Croce. Volevo chiederle una sua opinione ed un suo parere riguardo alla proposta del Cardinale Tettamanzi di voler far costruire una moschea a Milano. Secondo me, questo non è compito della Chiesa , ma è suo compito far conoscere Gesù, almeno in una nazione così detta Cristiana, come è l’Italia. Se hanno difficoltà enormi i cristiani dei paesi islamici, perseguitati per il loro credo, non è che aprendo anzi spalancando le porte all’Islam il cristianesimo ci guadagna!!! Ho utilizzato appositamente le parole di Giovanni Paolo II il quale esortava ad aprire le porte a Cristo. Mariangela. Udine
La rivista: una boccata di aria fresca. Mi arriva regolarmente la rivista “Amici di Gesù Crocifisso” che leggo tanto volentieri. Essa è per me una boccata di aria fresca nella fede di Colui che ci ha tanto amati e un ricordo costante delle belle giornate trascorse a San Gabriele negli anni passati. Prego il Signore che ti conservi ancora a lungo perchè tu possa continuare la tua opera di apostolato. Settembri Luigi diacono
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Esercizi spirituali da lontano Sono molto dispiaciuta di non essere stata presente agli esercizi spirituali; Teresa mi ha fatto avere le pagelline giorno per giorno, le ho lette più volte e vi ho riflettuto molto. Con il battesimo, sono una creatura nuova, rivestita di Cristo che vive in me. Vivere da cristiana, significa: fare la volontà di Dio, seguire gli insegnamenti di Gesù. essere umile, fare penitenza, perdonare per essere perdonata, frequentare la Santa Messa, ricevere l’Eucaristia, pensare ai dolori di Maria e alla passione e resurrezione di Gesù. Morani Delia Nuova fraternità in formazione di Bari partecipa alla giornata di spiritualità a Roma
Grazie, perché mi tieni informato Caro P. Alberto, ti ringrazio vivamente perché mi tieni sempre informato sulla vita e le iniziative degli Amici di Gesù Crocifisso. Ma soprattutto ringrazio Dio che opera nel Movimento e si serve di esso per la diffusione del Regno di Dio e per promuovere l’amore e l’imitazione di Gesù Crocifisso. In comunione di preghiera. P. Floriano De Fabiis, CP
14 settembre: Adorazione della Croce Il 14 settembre, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, la Fraternità
di Civitanova, ha voluto fare un’Adorazione alla Croce nella parrocchia di S. Gabriele che ospita il nostro gruppo. Si è unito a noi il gruppo Ancilla Domini che si riunisce nella stessa parrocchia. Eravamo molti, tutti riuniti in preghiera davanti alla croce. Aiutati dal nostro diacono Vito Serafino, abbiamo chiesto allo Spirito Santo di farci comprendere sempre meglio il miracolo della nostra salvezza e che un Dio, fatto uomo, ci ha meritato morendo in croce per noi. All’ingresso abbiamo distribuito a tutti un foglio con le lettere di S. Paolo della Croce (2, 825, 1 275.277) in cui il Santo spiega in che modo si festeggia la solennità; consigli facili da leg-
gere, ma difficili da attuare. Il nostro Fondatore, oltre che chiedere di festeggiare in letizia, ci dice di vivere le nostri croci nel silenzio, senza appoggio di alcuna creatura umana, “con volto ilare e sereno” perché le nostre pene siano conosciute solo dal Signore, in perfetto abbandono a Lui. La 1° lettura del giorno dal Libro dei Numeri, commentata da Vito, ci ha invitati a guardare al serpente innalzato da Mosè nel deserto per guarire dai morsi velenosi, così noi dobbiamo guardare al Figlio dell’uomo innalzato sulla croce per poter essere sommersi nel mare del divino amore. Piera
Buon Natale e Santo Anno Nuovo Carissimi, desidero inviare a tutti voi, vicini e lontani, gli auguri più sinceri di Buon Natale e Santo Annuo Nuovo. Ve li rinnoverò ogni giorno del tempo sacro di Avvento e Natale, soprattutto quando stringo tra le mani il Verbo di Dio fatto carne. Per comunicarla a voi, vorrei la fede di S. Paolo della Croce, grande innamorato e apostolo del Crocifisso, ma non meno innamorato di Gesù Bambino, che amava contemplare mentre dorme sopra una croce e scriveva: “Bramo che anche lei dorma con Lui nella culla della Croce, e alla divina canzonetta che canterà Maria santissima, lei si addormenti col divino Bambinello, ma fatta un solo cuore con esso. La canzonetta di Maria sarà: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”. L’altra strofetta sarà: “Operare, patire, tacere”. La terza sarà: “Non ti giustificare, non ti lamentare, non ti risentire!”. Imparate e cantate bene questa canzonetta,dormendo sopra la croce e praticatela con fedeltà: vi assicuro che vi farete santa” (L. III, p .604). In questo anno 2010 abbiamo celebrato il Ventunesimo anno della nascita degli AGC soprattutto in due grandi giornate di grazia: il 2 giugno a S. Gabriele e il 30 settembre a Roma. Per il 2011-2012, come formazione, il C. N. ha scelto di approfondire la conoscenza di S. Paolo della Croce e la Spiritualità Laicale Passionista. Presto vi manderemo il programma dettagliato. In questo anno il Signore ci ha mandato più di 60 nuovi fratelli e sorelle, avvicinandoci alla meta dei 3.000 iscritti. Abbiamo anche avuto 36 nuovi consacrati a Gesù Crocifisso; 38 rinnovi e 17 consacrati perpetui. Ringraziamolo di cuore per questo dono e siamo per loro veri amici e guide sicure nel cammino passionista. Per il nuovo anno vorrei raccomandare una maggiore partecipazione agli incontri e alle iniziative delle Fraternità, come la Peregrinatio Crucis, al corso di formazione in febbraio e agli esercizi spirituali in agosto a S. Gabriele. Chiedo scusa se non sempre riesco a rispondere ai vostri gesti di affetto e generosità. Vi assicuro che prego per voi e famiglie e vi metto ogni giorno nel calice del Signore. Anticipo tanti auguri ai Superiori, ai Parroci, agli Assistenti e a tutti voi e famiglie, con tante benedizioni. P. Alberto Pierangioli
Notizie dal Noviziato Con grande gioia il 7 settembre, insieme a Salvatore Viola, sono stato accolto presso la casa Passionista di San Zenone degli Ezzelini (TV), per trascorrere l’anno di Noviziato. Lodo il Signore per i tre anni vissuti nel convento di Morrovalle, dove grazie al direttore P. Roberto Cecconi e all’esempio della comunità tutta, ho maturato la decisione di consacrarmi al Signore seguendo l’esempio di san Paolo della Croce. Il maestro P. Max Anselmi, dal 27 settembre al 7 ottobre, ci ha condotti a Castellazzo Bormida (AL), per sostare nei luoghi che hanno visto il nascere della Congregazione Passionista. Il contatto con questi posti e ascoltare dai testi gli eventi accaduti in essi, hanno suscitato nei nostri cuori un ardente desiderio di accogliere la Voce di Dio per poter compiere la sua volontà. Vi ringrazio, miei cari “Amici”, per la vostra preghiera per noi giovani passionisti in formazione. Continuate senza stancarvi, perché questo anno sia ricco di grazie per noi novizi e per tutta la Congregazione Passionista. Federico novizio passionista
Novizi Federico e Salvatore con il maestro P. Max e il vice maestro, P. Alessandro Foppoli
Il nuovo Postulato passionista di Morrovalle Presentiamo il nuovo gruppo dei postulanti passionisti a Morrovalle, con il direttore P. Roberto Cecconi e il vice direttore P. Sandro Pippa. I postulanti sono: Alberto Sorcinelli di Marotta AN, Stanimir Vladv della Bulgaria, Luca Tarsi di Marina di Montemarciano AN, Paolo Gazzola di Bassano del Grappa VI, Michele Messi di Macerata. Alberto, Luca e Stanimir sono prepostulanti, seguono alcuni corsi a Fermo e la scuola interna. Michele e Paolo sono al terzo anno di postulato. Ringraziano gli Amici di Gesù Crocifisso che pregano per la loro vocazione. Conferenza del p. Gabriele Cingolani, tenuta alla Festa della Famiglia Passionista, il 2 giugno 2010, presso il Santuario di S. Gabriele Te. Stampata nel settembre 2010. Argomento: “Testimoniare il Crocifisso Risorto, in una società dalla fede a rischio”.
Calendario degli Amici 7 novembre: 13 novembre: 21 novembre:: 12 dicembre: 31 dicembre:
Ritiro mensile e acune consarazioni a Morrovalle Mezza giornata di Ritiro e consacrazioni a San Nicolò a Tordino Ritiro e consacrazioni a Giulianova Ritiro di preparazione al Natale Morrovalle: Veglia di fine anno: adorazione e Messa: ore 22-24. Poi momento di festa Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Iavarone Carmine e Antonietta di Foligno: settembre 2010
Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa Novembre - Dicembre 2010 – Anno XI n. 6 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. G. Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org