rivista maggio - giugno 2012

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Maggio - Giugno 2012 - Anno XIII n. 3

SOMMARIO 2. P. A. Pierangioli 3. P. A. Pierangioli 4. P. R. Cecconi 5. Coltorti M. Grazia 6. Manuela Peraio 7. Manuela Peraio 8. P. L. Temperilli 9. Pia 10. P.L. Mazzoccante 11. Isabella Bomboi 12-13. Vari 14-15 Vari

Ai piedi della Croce c’è sempre Maria Partecipare alla passione di Gesù III - Meditiamo con il vangelo di Marco XVI – La santità è amore di M. Maddalena Marcucci VII incontro mondiale delle Famiglie: Santi sposi VII incontro mondiale delle Famiglie: il lavoro come vocazione Il segno del sepolcro P. Candido Amantini Esorcista di Roma Passionisti- Chiesa e Società Coppia consacrata in Sardegna Peregrinatio Crucis Testimonianze


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5 – Ai piedi della Croce c’è sempre Maria Maggio 2012

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di P. Alberto Pierangioli

ono due le icone più frequenti Presentazione al tempio di Maria, dà con cui la pietà e l’arte cristial’addio alla sua famiglia e a lei dedina rappresentano maggiormencherà il primo convento dei Passionisti te la Vergine santa: la prima è l’Icona e delle monache passioniste. Già nel della Tenerezza, Maria che porta in ritiro di Castelazzo contempla Maria braccio Gesù Bambino. L’altra è che prega il Padre per il felice risultato l’Icona della Pietà: Maria ai piedi della “santa ispirazione”. Davanti della croce contempla il Figlio morenall’immagine di Maria della basilica di te, impietrita dal dolore, oppure strinS. Maria Maggiore a Roma, Paolo fa il ge tra le braccia il corpo martoriato del “voto della passione” e inizia la fonFiglio, deposto dalla croce. dazione della famiglia passionista. San Paolo della Croce ha contemPaolo trova Maria “soprattutto ai piedi plato tutte e due queste immagini, che della Croce”. Se la passione rivela il poi ha compendiato nella immagine supremo grado dell’amore di Gesú al della Madonna della santa Padre e al mondo, la contemplazione Speranza: la Vergine che stringe tra le di Maria Addolorata ci fa ammirare la braccia Gesù Bambino, che mostra vera grandezza della Regina dei con la manina una croce, mentre Maria con una mano stringe il Figlio, con l’altra gli sorregge la croce. E’ l’annuncio del grande mistero del Calvario. Per approfondire la spiritualità passionista, andiamo anche noi, con san Paolo della Croce, sotto la croce, accanto a Maria, condividendo la sua partecipazione alla croce e la sua speranza. È lì che Maria diventa la Madre della Fede e della Santa Speranza. Ci accompagna il vangelo di Maria ai piedi della Croce Giovanni: “Stava presso presso la famiglia Menecozzi a Trodica la croce di Gesù sua madre. Gesù, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo Martiri, accesa di uguale amore verso che egli amava, disse alla madre: « il Padre e verso gli uomini, partecipe Donna, ecco il tuo figlio! ». Poi disse quindi della stessa opera di salvezza, al discepolo: « Ecco la tua madre!” tanto che Paolo poteva dire che “il (Gv 19, 25-27). dolore di Maria è come il «Se si va dal Crocifisso, c’è semMediterraneo, dal quale si passa pre la sua Mamma». all’oceano sterminato della Passione Paolo aveva appreso dalla sua di Gesú”. I due mari formano un solo mamma Anna Maria, una grande grande oceano di dolore e di amore. Il devozione alla Vergine santa, che si figlio e la madre appaiono inseparabili prese subito cura di lui, salvandolo da dalla culla alla croce. una caduta nel fiume Tanaro, una graPaolo suggerisce di offrire al Padre zia che Paolo non dimenticò mai. il sangue di Gesù e le lacrime di Anna Maria parlava al figlio soprattutMaria; perché solo nel martirio di tutti to del Crocifisso, sottolineando che e due egli ripone ogni speranza di salaccanto alla Croce c’era sempre sua vezza. Per questo non cessa di auguramadre. La devozione mariana divenne re che « la Passione di Gesú e i dolori una componente essenziale della spiridi Maria siano sempre nel nostro tualità del santo. La sua vita è piena di cuore». Esortava a «mischiare le pene riferimenti, coincidenze, date e incondi Gesú con i dolori di Maria», a farne tri mariani. Il 21 novembre, festa della un solo «fascetto di mirra», da offrire

al Padre. La spiritualità di Paolo conserva una grande unità d’indirizzo: porta a Dio per mezzo del Verbo incarnato, crocifisso e risorto, Figlio di Maria, elevata, come madre, a una unione unica ed essenziale con Dio. Maria nel Mistero Pasquale Maria è presente nei tre momenti fondamentali del mistero cristiano: l’Incarnazione, il Mistero Pasquale e la Pentecoste. In particolare, Maria ha vissuto il Mistero Pasquale di Gesù, fatto di morte e di vita, di umiliazione e di gloria, nel modo più profondo e più intimo di tutti. Maria era presente sul Calvario con un gruppo di donne, ma lei era lì come «sua madre» e questo cambia tutto e la pone in una situazione diversa dalle altre donne. A lei fu chiesto qualcosa di molto più difficile: accettare e offrire al Padre il sacrificio del Figlio. Ella accettò l’immolazione del Figlio e come sacerdote della Nuova Alleanza, offrì al Padre la Vittima divina. Quando sentì il Figlio che diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34), ella capi che il Padre chiedeva anche a lei di dire le stesse parole e ripeté queste parole: perdonò e offrì. Questo ci fa capire l’importanza teologica e spirituale della presenza di Maria Addolorata nella spiritualità passionista. Maria è stata sempre “modello, aiuto e conforto” a tutti i santi passionisti, religiosi e laici per vivere la spiritualità passionista: deve essere la stessa cosa anche per noi AGC. Come la spiritualità passionista non può essere solo “devozionale”, ma “pasquale”, così deve essere la nostra spiritualità mariana. Maria deve essere ispirazione e modello nel nostro cammino di fede, mediatrice di grazia, sostegno nelle difficoltà, dall’inizio del cammino alle porte del cielo. albertopier@tiscali.it

In copertina: Sepolcro vuoto del Beato Angelico


6 – Partecipare alla passione di Gesù Giugno 2012

di P. Alberto Pierangioli

Il dolore e il Crocifisso Dio, creando l’uomo come essere libero, gli ha dato la libertà di accettarlo o di rifiutarlo. Rifiutando Dio, l’uomo non fa male a Dio, ma solo a se stesso, perché introduce nel mondo ogni male, fino alla morte fisica e spirituale. Ma Dio che, per amore, non ha potuto evitare il male umano, ha fatto molto di più; ha spinto il suo amore fino a farsi uomo in Gesù per prendere su di sé le conseguenze del peccato, fino alla morte, dando a noi la grazia sia per evitare il peccato che per viverne le conseguenze in modo positivo. Questo è il senso del Crocifisso, che trasforma il dolore e la morte in una scelta libera e in un atto d’amore. Gesù, per amore, ha accettato una vita piena di sofferenze, fino alla morte in croce (Gv 10,17-18). Questo è uno dei misteri più grandi della nostra fede. (Confr. Gabriele Cingolani: “Soffrire passionista” in Riv. AGC, n.2 2005). Il merito maggiore di san Paolo della Croce è avere scoperto che “il mistero della croce è la via maestra della santità”. Nessuno, come lui, ha sottolineato tanto che la santità implica la conformazione al Crocifisso, per “completare nella propria carne quello che manca ai patimenti di Cristo per la salvezza dell’uomo” (confr Col 1,24). Già nella prima pagina del suo diario a Castellazzo, Paolo parla della comunione con il Cristo crocifisso: «Per misericordia del nostro caro Dio desidero solo d’esser crocifisso con Gesù». Questo è il programma e la chiave per interpretare la sua vita e il suo pensiero. Anch’egli può ripetere con l’apostolo Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo. Vivo, ma non io, vive invece Cristo in me» (Gal 2,19-20). La partecipazione alla passione di Gesù, come conformazione al Crocifisso, è il tema centrale del diario e di tutta la sua vita. Il motivo più forte che lo spinge ad accettare il dolore fisico e spirituale è il deside-

Festa della Passione a Civitanova

rio di diventare sempre più simile al Signore crocifisso, che «in tutta la sua vita non ha fatto altro che patire». Il desiderio di partecipare alle pene di Gesù è talmente forte che teme che le sue sofferenze possano finire e prega Dio di «non levargli mai i patimenti». Il mistero della nostra partecipazione alla croce di Cristo si basa sul mistero del corpo mistico di Cristo: se siamo membra del corpo mistico di Cristo non possiamo non partecipare alla croce del nostro capo.

Dolore e amore Non è in sé il dolore che unisce l’anima a Dio, ma è l’amore con cui esso è vissuto. Il dolore è la «prova più profonda e più convincente dell’amore». Di questa unione intima tra dolore e amore il santo parla continuamente nel suo diario e nelle lettere. Il dolore non è per lui una disgrazia, ma la possibilità di manifestare l’amore al Signore crocifisso, per diventare una cosa sola con Lui e partecipare alla sua opera di salvezza. Egli accetta gioiosamente la croce, perché è la croce del suo Signore. Scrive: «So che dico al mio Gesù che le sue croci sono le gioie del mio cuore». La funzione purificatrice del dolore e la possibilità di aiutare Gesù a portare la croce sono i motivi che spingono il santo a scrivere: «Vorrei dire che tutto il mondo sentisse la grande grazia che Dio fa, quando

manda da patire, e massime quando il patire è senza conforto, perché allora l’anima resta purificata come l’oro nel fuoco e diviene bella e leggera per volarsene al suo Bene». Il desiderio di «essere crocifisso con Gesù» è il motivo più profondo per sopportare ogni specie di dolore. Nella maturità, quando parla del dolore, sottolinea di più la meta alla quale arrivare per rassomigliare al Cristo paziente. Completa così una celebre frase di Santa Teresa: «Credo che la Croce del nostro dolce Gesù avrà posto radici più profonde nel vostro cuore e che canterete: “Patire e non morire”; oppure: “O patire o morire”: o ancora meglio: “Né patire né morire”, ma solamente la totale trasformazione nel divin beneplacito». La partecipazione alla Passione di Gesù non è né masochismo, né un dolorismo senza senso: essa consiste nell’accettare con serenità e fiducia la croce di ogni giorno, come croce di Cristo. Come Cristo con la croce è entrato nella gloria del Padre e ha salvato il mondo, così il cristiano, partecipando alla «croce di Cristo», raggiunge la perfetta unione con Dio e partecipa alla salvezza di tutti. E’ questo uno dei punti centrali della spiritualità passionista. “Per crucem ad lucem”. Preghiamo il Signore che ci doni i panni secondo il freddo. Ci aiuti ad accettare con amore ogni sacrificio e a non vedere mai nella prova un castigo di Dio, a sentirci amati anche quando siamo chiamati a partecipare alla passione di Gesù. Il passionista aspira all’unione piena con Dio in Cristo iniziata nel battesimo e, per questo, accetta le sue sofferenze con amore, come sofferenze di Cristo. Si sente, come santa Gemma, “frutto della passione di Gesù, un germoglio delle sue piaghe”. E spera di poter portare gli stessi frutti delle piaghe di Cristo, che ora non sono più dolorose, ma gloriose. albertopier@tiscali.it


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III - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MARCO Il rinnegamento che la Parola trasforma in pentimento (14,66-72) di P. Roberto CecconiCP

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arissimi Amici, proseguendo la nostra meditazione sulla Passione del Signore in Marco, siamo giunti al rinnegamento di Pietro. Procediamo con la letturaascolto del brano scritturistico. Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

Pietro rinnega Gesù per salvarsi Nel vangelo di Marco, il rinnegamento di Pietro viene presentato come un evento che accade mentre Gesù si trova dinanzi al sinedrio. Il secondo Evangelista mette dunque in forte contrasto l’atteggiamento di questi due personaggi: nel momento in cui Gesù confessa apertamente la sua identità messianica e la sua figliolanza divina (14,61-62), Pietro nega di conoscere «quell’uomo». Mentre l’apostolo si trova nel cortile a scaldarsi, viene visto da una serva del sommo sacerdote. Essa, fissatolo attentamente, gli dice: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». All’affermazione della donna segue puntualmente la negazione di Pietro: «Non so e non capisco che cosa dici». Il verbo usato per il rinnegamento del discepolo è praticamente sinonimo di quello che troviamo in 8,34. In quel passo, Gesù, dopo aver annunciato per la prima volta ai discepoli la propria morte e risurrezione (8,31), dichiara loro (e alla folla) che chiunque voglia andare dietro a lui deve essere disposto a rinnegare se stesso, a prendere la propria croce e a seguirlo. In quel contesto, rinnegare se stesso significa prendere le distanze da sé, non pensare a se stesso. Solo così ci si può far carico della croce e seguire il Signore

ovunque vada. In questo episodio, Pietro fa esattamente il contrario. Anziché rinnegare se stesso per seguire il Cristo fino in fondo, rinnega Gesù per salvare la propria vita. A questo punto esce verso l’atrio, segno che comunque si sente in pericolo… Da segnalare il primo canto del gallo che avviene proprio ora. Questo avrebbe potuto già risvegliare in Pietro la predizione di Gesù circa il suo rinnegamento (14,30), ma egli non se ne accorge neppure. È troppo chiuso in se stesso; interessato solo a divincolarsi dalla situazione imbarazzante in cui si è venuto a trovare. Nonostante Pietro si sia allontanato, la serva non demorde ed ora lo mette veramenIl rinnegamento di Pietro te in imbarazzo. Non si rivolge più al primo dei Dodici, ma ai presenti e ripetutain cui era piombato e la sua attenzione mente dice: «Costui è uno di loro!». passa dall’ansia di salvare la propria Pietro rinnega di nuovo e lo fa più vita alla parola che Gesù gli aveva volte. Alle ripetute dichiarazioni della detto precedentemente: «Prima che il donna seguono le replicate negazioni gallo canti due volte, tre volte mi rindi Pietro. negherai» (14,30). Pietro dunque si La situazione ora sembra precipitare ricorda della parola di Gesù, si rende perché sono i presenti che si rivolgono conto di quanto si sia allontanato da all’apostolo dicendogli: «Veramente sei lui e piange a lungo. Nelle sue lacrime uno di loro». Sono pressoché sicuri che possiamo scorgere non solo il dolore sia lui, anche perché hanno riconosciuto dell’apostolo, ma anche un primo la sua provenienza galilaica. A questo passo verso una rinnovata comunione punto Pietro reagisce in modo ancora con il Signore. più forte rispetto alle due precedenti occasioni. Inizia ad imprecare, cioè ad invocare su di sé la maledizione divina La Buona Notizia qualora non dica la verità. Poi, non soddisfatto, giura, afferma cioè la verità Nel cammino del cristiano può sucdelle sue dichiarazioni facendo appello cedere di trovarsi in situazioni in cui alla testimonianza di Dio. Pietro affervivere il vangelo fino in fondo può proma di non conoscere «quell’uomo». vocare qualche forma di persecuzione, a Prende tutte le distanze da Gesù e manivolte anche violenta. In questi momenti festa fino a che punto sia incapace di può subentrare la paura che può condurcondividere il suo cammino. Segue il re a prendere le distanze dal Signore e a secondo canto del gallo. rinunciare a confessare apertamente il suo nome. Quando il battezzato cede a questa tentazione non viene abbandonaLa parola di Gesù suscita to da Dio. La sua parola può illuminarlo su quanto si sia allontanato da Gesù (Sal il pianto di Pietro 119,105) e ricondurlo alla comunione con lui (cf. Es 19,5). È in questo momento che il nostro robi.cp@libero.it protagonista si “sveglia” dal “torpore”


XV - “LA SANTITÁ É AMORE” di Madre M. Maddalena Marcucci I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: amore a Gesù Crocifisso di Maria Grazia Coltorti Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici” (Gv 15,13)

Il fuoco del vero amore si accende nell’anima di quella persona che ascolta e constata questa verità ai piedi della Croce, da dove Cristo continua a ripetere che il suo amore per noi è giunto al massimo, di più non si poteva. Solo Gesù ha dato la vita per ognuno di noi e l’amore non può essere ripagato se non con l’amore, un amore che non avrà riposo finché non giungerà a dare tutto per Lui. La Madre Maddalena Marcucci, ci fa notare che Gesù ha confermato con la sua morte l’affermazione dell’amore grande che è un Lui, questo perché non si debba dubitare del fatto che siamo proprio noi uomini, l’oggetto del suo immenso amore. La Madre giunge a sostenere che le anime che hanno compiuto imprese eroiche, per la gloria di Dio, lo hanno potuto fare perché si sono intrattenute a contemplare il Crocifisso, nella solitudine di una cappella, dove la presenza di Gesù Sacramentato sembra dar vita all’immagine che lo rappresenta inchiodato in Croce, come vivo nell’Ostia, per immolarsi continuamente per noi. Contemplando gli occhi di Gesù morto per amore, anche le nostre opere si purificano e divengono opere compiute solo per amore, per suo amore! Quante lotte possiamo vincere se nel cuore è acceso l’amore verso il Dio del Calvario! L’anima che ama veramente Dio conosce tutte queste verità per esperienza e si sente istintivamente attratta verso la fonte di tutte le sue energie: Gesù pendente dalla Croce. É come se una forza segreta l’attirasse verso di Lui: Quando sarò innalzato sulla croce, attirerò a me tutti cuori (Gv 12,32). Quando vediamo anime divenire

La crocifissione di Gesù

da tiepide fervorose, da fervorose a sante, senza neanche accorgersene, l’unica spiegazione è che tutto ciò può avvenire solo ai piedi di Gesù Crocifisso. Solo le pieghe di Gesù c’insegnano come si deve amare!

La croce, riposo dell’anima Maddalena Marcucci ci suggerisce di sedere tranquillamente a riposare all’ombra di questo sacro albero, letto dove ha riposato l’Amore dopo aver compiuta la sua missione, e ai cui piedi ha riposato anche Maria Santissima, nel suo supremo dolore. Prima però di potersi riposare si dovrà salire là dove la natura non trova né attrattiva, né incoraggiamento. Non si deve turbare l’anima per nessuna cosa perché tutto ciò che le servirà lo troverà in Gesù Crocifisso. Non servono libri e parole, l’anima amante preferisce stare ai piedi di un Crocifisso, il libro dei libri dai

cui si ascolta la voce del Maestro dalla sua cattedra di dolore; dove c’è sacrificio e sangue non c’è bisogno di parole: quanta efficacia e fecondità ha il silenzio ai piedi di Cristo morto per amore degli uomini! Chi è giunto a questo punto vorrebbe far conoscere a tutti che soltanto qui si trovano i beni che le creature non possono mai darci. Lontano dalla Croce l’amore sarà sempre poco e avrà sempre un qualcosa di individuale. Quando invece un cuore arde di amore per il Dio del Calvario, scompare tutto ciò che è imperfetto o sa di egoismo. L’anima apre le braccia e accoglie tutti, perché vede che tutti valgono lo stesso prezzo: il Sangue di Cristo! Molti si meravigliano nel vedere chi si sacrifica, col sorriso sulle labbra, per far giungere a tutti, senza eccezione, la loro carità; ma coloro che hanno incontrato l’amore del Dio del Calvario, capiscono subito tutto. Gesù Crocifisso comunica, alle anime che lo contemplano con assiduità e amore, la sapienza della croce che è la più alta scienza. Nel Crocifisso si estingue la sete di sapere. Quella che insegna Gesù immolato per noi, è una scienza viva che penetra, convince, illumina e opera meravigliose trasformazioni.

La Croce è il prezzo delle anime La morte del Figlio di Dio ci rivela il valore dell’anima nostra, con tutte le ricchezze che contiene in sé. Considerando quanto vale un Dio, si capisce quanto vale l’anima nostra, comprata col suo sangue e la sua morte. Questo grande mistero di bontà lo ha capito colui che ama e che per questo disprezza tutto: gli basta il Crocifisso. colt.mgrazia@libero.it

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VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

SANTI SPOSI di Manuela Peraio Breve memoria di alcune coppie che con la loro testimonianza ed il loro sangue hanno testimoniato Cristo e costruito la Chiesa.

CLAUDIO e ILARIA sposi, e figli Claudio, Ilaria ed i figli Giasone e Mauro sono tutti celebrati dal ‘Martirologio Romano’ il 3 dicembre. Claudio era un tribuno dell’esercito, che mentre interrogava dei cristiani condannati, alla vista di un miracolo da loro operato, si convertì al cristianesimo insieme alla moglie Ilaria i figli e 70 soldati. Informato dell’avvenimento, l’imperatore Numeriano (283-284) dispose che Claudio fosse gettato in mare con una pietra al collo, mentre i due figli Giasone e Mauro con i 70 soldati, furono condannati alla decapitazione. Affranta dal dolore Ilaria, non poté recuperare il corpo del marito, ormai perso in mare e mentre si accingeva a seppellire i corpi dei suoi figli, venne arrestata e prima di essere uccisa, ottenne di fermarsi a pregare; durante la preghiera fu martirizzata. I sepolcri di Ilaria, Giasone e Mauro esistevano nel VII secolo

sulla via Salaria. Queste poche note, forzatamente raccontano solo la fine cruenta ma fulgida, di una famiglia cristiana nell’epoca delle persecuzioni romane, nulla sapendo della loro vita vissuta nella società imperiale.

MARCELLINO e MANNEA e CONPAGNI I coniugi Marcellino e Mannea patirono il supplizio con il figlio Giovanni presso l’odierna Costanza in Romania, sulle rive del Mar Nero. Diciassette membri della comunità cristiana vennero denunciati al governatore, essendosi opposti al decreto imperiale che imponeva loro di sacrificare agli idoli. Tra i cristiani oggetto di denuncia ci furono il tribuno Marcellino, sua moglie Mannea e due loro figli. Tutti furono condotti in catene dinnanzi al governatore a Tomi. Questi tentò di persuaderli ad obbedire alla legge, ma al loro rifiuto vennero condannati ad essere gettati in pasto alle fiere nell’arena. Il governatore tentò un ultima volta di salvare loro la vita domandando: “Non vi vergognate di onorare un uomo messo a morte e seppellito centinaia di anni fa per ordine di Ponzio Pilato?”. Questa provocazione non ebbe però alcun effetto sui condannati anzi suscitò una esplicita professione di fede nella divinità di Gesù Cristo. Così gli intrepidi cristiani vennero decapitati Marcellino e Mannea non sono che una della miriade di coppie di sposi che nella storia dell’umanità hanno scalato le vette della santità, anche se spesso si tratta di casi poco noti al grande pubblico.

AURELIO e NATALIA, FELICE e LILIOSA Natalia visse durante l’occupazione musulmana a Cordova, centro del califfato ommiade (7561091). Cristiana di fede, sposò Aurelio giovane dalla solida formazione cristiana. Essi vivevano da perfetti cristiani ma senza farsi

riconoscere dai musulmani. La testimonianza di fede dei cristiani perseguitati ed uccisi per la fede suscitarono in loro il desiderio di subire anch’essi il martirio per Cristo. Ma c’era un impedimento all’ardore di fede dei due coniugi, le due piccole figlie di cinque e otto anni, che rimaste sole sarebbero diventate musulmane, secondo la legge. Allora decisi, le portarono ad un monastero ‘lasciando denaro a sufficienza per il loro mantenimento. C’era anche un’altra coppia cristiana, che aveva gli stessi ideali, Felice e Liliosa, tutti e due figli di genitori, mori di razza, ma cristiani di religione, a loro si aggiunse un diacono Giorgio, monaco di S. Saba di Gerusalemme, giunto in Spagna per chiedere elemosine per il suo monastero Anche Giorgio sentì il desiderio di dare la propria vita per Cristo; i cinque si accordarono affinché le due donne andassero nella moschea a viso scoperto, facendosi così riconoscere come cristiane;. Furono tutti arrestati e mentre le due coppie spagnole furono condannati a morte, Giorgio essendo straniero, venne rilasciato. Ma non era quello che desiderava. Allora si mise ad offendere Maometto e quindi venne decapitato insieme agli altri quattro, il 27 luglio dell’852 a Cordova.


VII INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

Il lavoro come vocazione di Manuela Peraio l lavoro è un diritto-dovere che va garantito ad ogni uomo. La qualità della convivenza civile dipende dalla capacità di garantire questo diritto -dovere a ciascun cittadino. Il valore della fatica quotidiana, non si esaurisce nel perseguire un utile per sé (il servo infingardo) ma aprirsi a tutti quei valori che fanno del lavoro anche un impegno di giustizia e solidarietà sociale, verso i colleghi, la famiglia, le categorie più deboli, in altre parole un servizio. «Tornerà ad onore della società rendere possibile alla madre, senza discriminazioni psicologiche o pratiche, di dedicarsi alla cura e all’educazione dei figli secondo i bisogni differenziati della loro età» (GIOVANNI PAOLO II, Laborem exercens, n. 19.)

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Fare il possibile perché il lavoro diventi un’esperienza umanizzante e non idolo, diventi una vocazione. Nel lavoro c’è un’ “impronta divina”, in esso continua il mistero della Creazione (il Padre), è presente una dimensione pasquale, la perseveranza nelle difficoltà (il Figlio), è mezzo più comune per santificarci perché con esso contribuiamo all’opera dello Spirito per trasformare il mondo nel regno di Dio.

«La competenza professionale, da migliorare ogni giorno, così come il prestigio derivante da un lavoro ben fatto, sono modi per testimoniare la forza e l’attrattiva del Vangelo. Ma la competenza rimarrebbe sterile se non fosse accompagnata da un grande spirito di servizio. Scriveva Escrivá: “Lavoriamo, e lavoriamo molto bene , senza dimenticare che la nostra arma migliore è l’orazione... Dobbiamo essere delle anime contemplative in mezzo al mondo, che cercano di trasformare il mondo

in orazione”» (MARDEGAN S., Verso la santità attraverso la professione) C’è l’ “impronta della persona”, è la persona che dà dignità al lavoro e non viceversa. Il valore di una persona dipende da ciò che è e non da quello che fa. «Dio non conferisce ad Adamo ed Eva soltanto il potere di procreare per perpetuare nel tempo il genere umano, ma affida loro anche la terra come compito, impegnandoli ad amministrare le risorse con responsabilità. In questo compito l’uomo e la donna hanno sin dall’inizio, uguale responsabilità. A questa unità dei due è affidata da Dio non soltanto l’opera della procreazione e la vita della famiglia, ma la costruzione stessa della storia» (GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle donne) C’è infine l’ “impronta della famiglia umana”. Nel lavoro è inscritto il profilo della solidarietà: “nel” lavoro e “con” il lavoro e la fatica di ogni uomo. La solidarietà spinge a farsi carico del bene di tutti, del superamento del grande divario tra ricchi e poveri; oltre ogni egoismo individuale; oltre la tentazione di pensare a se stesi lasciando che gli altri si aggiustino.

La famiglia al centro della Via Crucis del Papa al Colosseo In occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie quest’anno le meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo sono state scritte da due coniugi. Si chiamano Danilo e Anna Maria Zanzucchi, focolarini, iniziatori del movimento Famiglie Nuove. Nel testo che introduce le quattordici stazioni i due parlano più volte dei problemi della famiglia e delle croci che giorno dopo giorno noi tutti siamo chiamati a portare. Quella del Santo Padre di quest’anno è una via crucis che tocca da vicino l’intera umanità e la quotidianità di ogni uomo. “Come ogni cristiano, anche ogni singola famiglia ha la sua via crucis – si legge nell’introduzione -: malattie, morti, dissesti finanziari, povertà, tradimenti, comportamenti immorali dell’uno o dell’altro, dissensi con i parenti, calamità naturali. Ma ogni cristiano, ogni famiglia, in questa via di dolore, può rivolgere lo sguardo fisso a Gesù, UomoDio”. Una riflessione particolare viene dedicata ai tradimenti. Come Gesù il coniuge tradito vive nel cuore “le ferite della fiducia tradita, della confidenza smarrita, della sicurezza svanita”. E allora non resta che chiedere al Signore “quella forza che permette di non giudicare a mia volta, di non soccombere”. Ma Gesù con il suo patire ci ha salvato e ora tocca a noi non cadere vittime della “nostra superbia”. “Vogliamo sempre aver ragione, umiliamo chi si sta vicino, anche chi ha legato la propria vita alla nostra”. Non solo: “viviamo spesso anestetizzati dal benessere, senza impegnarci con tutte le forze a rialzarci e a rialzare l’umanità. Ma possiamo rialzarci, perché Gesù (dopo essere caduto per la terza volta – IX stazione) ha trovato la forza di rialzarsi e riprendere il cammino”. Gesù viene inchiodato sulla croce davanti agli occhi di sua madre e “sulla croce ci ha insegnato ad amare”. “Guardandoti lassù sulla croce – si legge nella meditazione alla XI stazione – anche noi come famiglia, sposi, genitori e figli stiamo imparando ad amarci e ad amare, a nutrire tra noi quell’accoglienza che dona se stessa e che sa essere accolta con riconoscenza”.

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IL SEGNO DEL SEPOLCRO

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di Luciano Temperilli

iviamo sotto il segno del sepolcro. Sia esso tumulo o fornetto, il cimitero è il luogo della nostra memoria dove rinverdiamo affetti, perdono o rancori. E’ il luogo ove ritroviamo la nostra identità le nostre radici, o parte di esse. E’ il luogo del rispetto sacro o del disprezzo barbarico dell’altro, del diverso, del nemico. Qualcosa di simile doveva essere il sepolcro di Gesù la sera di quel venerdì dove il suo corpo era stato sepolto. Per i nemici era il luogo dell’ultimo possibile imbroglio del rabbi di Nazareth. Per gli amici era il luogo in cui la memoria degli anni trascorsi col maestro si era piegata alla più cupa disperazione. I primi infatti mettono le guardie per evitare spiacevoli sorprese i secondi si allontanano sapendo che al corpo martoriato non avevano potuto rendere nemmeno l’ultima cura: la pulizia del corpo. Maria e le altre donne che quella mattina dopo il sabato si recano al sepolcro vogliono soltanto svolgere l’ultimo atto di pietà di una storia vissuta intensamente ma tragicamente terminata, l’attimo ultimo per curare il luogo della memoria in cui ritornare per ripercorrere gli anni vissuti con Gesù Nazzareno. Escono di fretta spinte dal desiderio di fare quell’ultimo gesto di amore. Escono anche disorganizzate. C’è di mezzo quella enorme pietra che chiude il sepolcro. Chi potrà toglierla? Ma nel silenzio della notte tutto è già accaduto. Dio si è ripreso il suo spazio nella storia dell’uomo: il sepolcro è vuoto!. Hanno rubato il corpo, pensano, stranamente come i nemici farisei. Quest’ultimi per paura di una profezia realizzata e di un potere che nuovamente vedono in pericolo. Loro, le donne, forse pensano ad un ultimo sfregio fatto dai nemici per togliere di mezzo definitivamente Gesù, detto il Cristo, anche alla pietà degli amici. Arrivano Pietro e Giovanni e si rendono conto che il corpo non è stato trafugato. Ci sono quel sudario e

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quelle bende accuratamente piegate a parte che dicono di qualcuno che è uscito spogliandosi e quasi ripiegando quei inutili e pietosi vestiti di morte. Pietro sembra interrogarsi sorpreso su questi segni incomprensibili, solo Giovanni, il discepolo che Gesù amava, a quel punto crede. Quel sepolcro vuoto diventa per lui l’evidenza che appunto il sepolcro è vuoto perché il Cristo è vivo. Gesù è vivo. Appare a volte con chiarezza ai discepoli, a volte confondendosi con i personaggi del vivere quotidiano: il giardiniere, il pellegrino, l’uomo sulla riva del lago. Appare a chi lo cerca, come Maria di

genda. Ma, si obietta, come poteva essere leggenda un fatto che poi, nella predicazione sarà annunciato con forza dagli apostoli ed essere quindi a conoscenza di tutti? Ecco allora che quel sepolcro vuoto diventa segno per intravedere qualcosa di “Altro” e di “Oltre” per chi si interroga sull’orizzonte della vita. Per chi ama come Giovanni e come Maria di Magdala. Per chi ricerca un senso che appaghi la sete di infinito, come i discepoli di Emmaus. Chi si rassegna al momento presente cercherà una risposta che acquieta e non turba, anche se si rende conto che non soddisfa appie-

Magdala. Appare anche a chi non lo cerca come i discepoli di Emmaus. Non appare, almeno il vangelo non lo dice, a chi, di fronte all’interrogativo di quel sepolcro vuoto, ha preferito la risposta sbrigativa e menzognera: “i discepoli l’hanno portato via di notte”. Spiegazione possibile ma era l’unica spiegazione che sapevano falsa. Non si sono lasciati interrogare da quell’assenza, da quella sorpresa, da quel mistero. Hanno preferito riportare tutto nella banalità dell’ovvio esistenziale, delle piccole furbizie di modesti imbroglioni. Non hanno fatto spazio alla sorpresa di Dio. Quel sepolcro vuoto lascia ancora interrogare la storia dell’uomo. Qualcuno pensa che, prima o poi, quel corpo trafugato sarà riscoperto da qualche archeologo. Qualche altro crede che il sepolcro vuoto sia leg-

no. Chi vuole interrogarsi sul serio ascoltando invece i desideri del proprio cuore può comprendere che ci è data una possibilità imprevista ed imprevedibile di speranza perché si apre un nuovo orizzonte, quello della vita. Misteriosa, ma desiderata. Invisibile ma reale. Il sepolcro allora diventa non solo il luogo della memoria degli affetti o dei rancori troncati diventa il luogo della memoria di un sepolcro che si svuota perché dirà S. Paolo “si semina materiale, rinasce spirituale”. Il sepolcro è solo un grembo che si apre alla vita. E non è soltanto una fantasia del cuore perché quello che si spera è già successo. Basta leggere i segni del sepolcro vuoto di Gesù: il Vivente. (temperlu@libero.it)


Un famoso esorcista di Roma

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P. Candido Amantini Passionista. di Pia

l 21 marzo 2012, i resti mortali del passionista padre Candido sono stati traslati dal Cimitero romano del Verano al Santuario della Scala Santa, con una celebrazione solenne presieduta da mons. Marcello Bartolucci, Segretario della Congregazione per le Cause dei santi. Padre Candido è il “famoso esorcista di Roma” e grande direttore spirituale. Nacque a Bagnolo GR, il 31 gennaio 1914 da Giovanni Battista e Diolinda Fratini. Fu battezzato il 7 febbraio e gli fu imposto il nome di Eraldo. Conobbe i Passionisti durante una missione da loro predicata a Bagnolo e se innamorò. A dodici anni entrò nel seminario minore dei Passionisti a Nettuno (Roma). Nel 1929 frequenta il noviziato sul Monte Argentario, sotto la guida di un santo maestro, il venerabile P. Nazareno Santolini. Prende il nome di Candido dell’Immacolata e alla fine del noviziato fa i voti religiosi. Consegue la licenza in Teologia presso la Pontificia Università “Angelicum”. Ordinato sacerdote il 13 marzo 1937, frequenta il Pontificio Istituto Biblico per la licenza in sacra Scrittura. Dotato di buona intelligenza e di un’ottima conoscenza del greco, aveva imparato l’ebraico, il sanscrito e il tedesco. Dal 1941 al 1945 insegna ebraico e Sacra Scrittura agli studenti passionisti. È un insegnante molto apprezzato e ricercato, per cui dal 1947 al 1960 viene trasferito nella casa generalizia di Roma per insegnare nello studio internazionale dei Passionisti. Nel maggio del 1961 la sua salute ebbe un crollo, dovette sospendere l’insegnamento e subire un lungo ricovero ospedaliero. Si riprenderà, ma cambierà completamente attività. Mentre era insegnante, saltuariamente affiancava il confratello P. Alessandro Coletti, esorcista nella diocesi di Arezzo, facendo i primi esorcismi sotto la sua guida. Iniziò ad avere anche contatti con padre Pio da Pietrelcina. Dal 1961 alla morte resta nella comunità della Scala Santa svolgen-

I

Madonna era profondo e sentito e lo manifestava soprattutto con la recita del rosario. Ne è testimonianza l’unico libro che ha scritto, “Il mistero di Maria” (Ed. Dehoniani 1971). Le caratteristiche di P. Candido erano il sorriso, la serenità che manteneva anche mentre esorcizzava e l’inalterabile pazienza che aveva con le folle che volevano avvicinarlo. Nel 1986, su insistenza del cardinal Ugo Poletti, P. Gabriele Amorth, oggi conosciuto in tutto il mondo, si mise alla scuola di P. Candido per apprendere ed esercitare il ministero dell’esorcistato. Negli ultimi anni della sua vita, la salute andò sempre più P. Candido esorcista verso gli altari peggiorando e furono necessari frequenti ricoveri ospedalieri. Sentiva la morte ormai do il ministero di esorcista. Per vicina e ne parlava con serenità. lungo periodo fu l’unico esorcista di Passava lunghi momenti immerso Roma. A lui ricorreva un gran numenella preghiera e assente da tutto. ro di persone che facevano la coda Assistito dai confratelli, morì santaper essere accolte, incominciando a mente alla Scala Santa, il 22 settemmettersi in fila fin dalle prime ore bre 1992. dell’alba. Alla profonda dottrina È stata effettuata la traslazione univa quei carismi di cui il Signore e ricognizione canonica dei resti lo aveva arricchito con abbondanza. mortali del P. Candido in vista delAveva un grande discernimento per l’inizio del processo canonico per capire le persone e ciò di cui avevala sua beatificazione. Durante queno bisogno. Spesso con le sue presta ricerca, si procederà a raccoghiere ed il carisma di preveggenza gliere le testimonianze di tanti di cui era dotato, aiutava chi ricorrefedeli che lo hanno conosciuto e va a lui anche per situazioni materiaseguito, per provare se effettivali disastrose. mente P. Candido ha vissuto in P. Candido era ricercato sopratgrado eroico le virtù cristiane. tutto come padre spirituale, una Tutta la vita del servo di Dio è guida di anime che purtroppo oggi stata costantemente rivolta verso manca spesso, mentre si parla molto Cristo e la Madonna. Il frutto di quedi psicologia e poco di anima. La sua sto amore lo manifestava nella sua parola tranquilla e sicura, era attesa direzione spirituale di tante anime con grande avidità e seguita da molti bisognose che si rivolgevano a lui. con fedeltà. Insegnava agli altri un Era noto che dei tanti fedeli che cammino cristiano generoso e fedevenivano da lui solo il 2% aveva le, come lo viveva lui stesso. davvero bisogno di esorcismi. La La sua preghiera andava assai al grande maggioranza aveva bisogno di là delle prescrizione della regola di una sicura guida spirituale, per del passionisti. Nella notte si recava fare un sereno cammino di fede. in cappella per fare un’ora di adoraPer questo il P. Candido potrà essezione eucaristica. I fedeli si accalcare esempio e guida non solo degli vano per assistere alla sua messa esorcisti, ma di tutti i sacerdoti. mattutina. Il suo amore alla


PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETÀ

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di P. Lorenzo Mazzoccante

PASSIONISTI

laici che «potranno rendere testimonianza con le scelte personali e nella vita familiare e nel lavoro» (il testo integrale del messaggio del p. Generale è disponibile sul sito).

SOCIETÀ

CHIESA II Marò: una vicenda sempre più complicata.

150° anniversario della morte di San Gabriele Ricorre quest’anno il 150° anniversario della morte di san Gabriele e siamo tutti chiamati ad una particolare preghiera al nostro santo. Presso il Santuario i festeggiamenti andranno avanti per l’intero anno e sono previste numerose manifestazioni. Tra queste vale la pena segnalare l’inaugurazione, lo scorso 10 marzo, della nuova biennale di arte sacra della Stauròs dal titolo “di annuncio in annuncio”, alla presenza del card. Gianfranco Ravasi; la festa della famiglia Passionista (il 2 giugno), la festa del Pellegrino (il 13 luglio), la festa per il 100 anniversario della fondazione dell’Eco di San Gabriele (il 1 settembre). Per questo anno anniversario, poi, la Penitenzieria Apostolica ha concesso la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni, per tutti coloro che visiteranno il santuario e parteciperanno ad un’azioneliturgica. I festeggiamenti in onore del nostro santo riguardano tutto il mondo passionista. In particolare ricordo la tendopoli venezuelana dal titolo “Questo mondo è per te?” e l’ordinazione del p. Raffaele nella nostra parrocchia di S. Matteo a Varsavia (il p. Raffaele è noto ai passionisti italiani per aver completato gli studi a Roma, nello studentato teologico interprovinciale (STIP). Pasqua 2012. Gli auguri del generale In occasione della Pasqua, il p. Ottaviano D’Egidio, superiore generale ha indirizzato una lettera di auguri all’intera famiglia passionista nella quale ci esorta ad essere testimonianza della Sua verità che è amore, sia con le parole che con le scelte personali e comunitarie. Questo messaggio è diretto anche ai

Il Messaggio di Benedetto XVI per la quaresima 2012 “Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: è il tema scelto da Benedetto XVI per il Messaggio della Quaresima 2012. Il papa, partendo dall’osservazione della società attuale, così segnata dall’individualismo e dall’egoismo sottile di chi chiama rispetto della riservatezza il disinteresse dai bisogni del prossimo, sviluppa il suo messaggio attorno a tre punti chiave: l’attenzione all’altro: perché si annunci a questa società che “il bene esiste e vince”; la reciprocità: poiché la nostra esperienza “è correlata a quella degli altri”; il cammino di santità: che si realizza facendo a gara “nella carità, nel servizio e nelle opere buone” (il testo integrale del messaggio è disponibile sul sito). Gli attentati di Pasqua: tra religione e politica. Nuovi attentati in Nigaria, contro la minoranza cristiana. La motivazione però non va ricercata soltanto nell’intolleranza religiosa, ma anche nel timore che i leader mussulmani hanno di una potenziale perdita dell’identità religiosa del Paese governato dal presidente Goodluck Jonathan, cristiano. Gli attentati quindi non solo sono un colpo inferto agli infedeli, ma anche un colpo inferto al governo, che si vorrebbe sovvertire.

Si complica la vicenda di due marò italiani che, chiamati a garantire le nostre imbarcazioni da possibili aggressioni di pirati, avrebbero aperto il fuoco su un’imbarcazione ritenuta ostile in acque internazionali, e che sarebbero stati accusati di aver sparato su pescatori indiani all’interno delle loro acque territoriali. Dove sta la verità? Fino a qualche tempo fa si riteneva che fosse una manovra del governo per dimostrare di avere una politica forte verso i governi stranieri. Ora però spuntano gli studi balistici sull’imbarcazione dei pescatori e le armi dei nostri marò che sembra costituiscano prova inequivocabile della colpevolezza dei militari italiani. Appare quindi sempre più remota la possibilità di un processo in Italia. I rimborsi elettorali e la Crisi della Lega. La Lega nord è nell’occhio del ciclone per la questione dei finanziamenti pubblici dei partiti. E già c’è chi si scandalizza e chiede di abolire tali rimborsi. In realtà, come sottolineato da Crozza nella trasmissione Ballarò del 10 aprile 2012, questi rimborsi erano stati aboliti nel 1993. In seguito furono reinseriti perché il capitale investibile nella campagna elettorale di un imprenditore come Berlusconi era decisamente superiore a quello di altri leaders politici. Quindi il rimborso tutto sommato contribuisce al pluralismo politico tipicamente italiano. Tuttavia non si spiega come siano effettuati rimborsi di oltre 35 milioni a fronte di spese documentali di 3,5 milioni (è il caso della Lega). E mentre cadono le teste dei leaders storici del carroccio e si sfalda il cerchio magico, viene da chiedersi se il “super-rimborso” abbia riguardato solo questo partito, o si siano verificati casi simili anche in altri. In questo caso potremmo sperare che Monti recuperando tali denari e li usi per abbassare l’IMU.


CONSACRAZIONE ECCEZIONALE DI UNA COPPIA IN SARDEGNA Isabella Bomboi e Davide Naso il 9-12-2011 si sono consacrati per sempre a Gesù Crocifisso, nella loro chiesa parrocchiale di Siniscola (NU) in Sardegna, per mezzo del P. Antonio Annechino passionista, autorizzato dal P. Alberto. Avevano iniziato la consacrazione agli esercizi spirituali del 2006, a S. Gabriele insieme a Sofia di 5 anni. Poi l’arrivo di Gemma e di Zelia ha impedito di tornare agli esercizi. A fine mese sta per arrivare la quarta stella, Agnese Maria. Prima della consacrazione, Isabella ha letto ai presenti la seguente testimonianza. “Benedico il Signore perché, nella vita della nostra famiglia, si è fatto conoscere secondo una sapienza “strana” al nostro modo di pensare: nel 2003 io mi sono ammalata e, nella sofferenza, ho scoperto come dono grande, la grazia di potermi “offrire” al Signore. Ho sperimentato l’abbraccio di Gesù crocifisso, che mi ha fatto scoprire il desiderio di rispondere al dono di Gesù con il dono della mia vita e poi ho scoperto la presenza e l’aiuto di due angeli particolari: S. Gemma Galgani e S. Gabriele dell’Addolorata. Insieme con loro ho imparato a percorrere la strada dell’Amore che si dona e, per questo, risorge, un Amore che non si spaventa della croce, ma è capace di assumerla, trasfigurarla in salvezza e condividerla con tutti coloro che l’accolgono. Mi ha molto aiutato in questo desiderio passionista, la preghiera di lode e adorazione che avevo incontrato e fatta mia nel RnS. Per diversi anni “l’amore che si offre” e “la lode che benedice” mi hanno istruito e guidato pur attraverso molte difficoltà e sofferenze. Attraverso di esse, Gesù mi ha aiutato a riconoscerlo presente ed operante, la sua parola mi ha illuminato e sostenuto, approfondendo in me il desiderio di essere dono. Qualche anno dopo, P. Alberto, poi mio padre spirituale, mi ha aiutato a concretizzare un atteggiamento ed una consapevolezza sempre più simili a quella di Gesù, nell’affrontare e vivere la quotidianità con tutte le sue difficoltà e sofferenze. Tante volte il Signore, pur in momenti delicati, ha rallegrato me e Davide nel farsi scoprire nostro sostegno nelle difficoltà e nella sofferenza. Per questo abbiamo cominciato a fidarci di Lui, di questa “via nuova” che si apre davanti a noi, come Amici di Gesù Crocifisso. Nel luglio del 2006 una bimba che attendevamo è volata in cielo e abbiamo di nuovo sperimentato la sofferenza e la morte ma al tempo stesso anche l’invito chia-

ro a lasciarsi plasmare dall’amore di Gesù. A g o s t o 2006: la data della mia prima consacrazione a Gesù crocifisso, negli esercizi spirituali presso il santuario di S. Gabriele e poi la grande gioia della nascita di Gemma prima e di Zelia poi. Con quello che il Signore ha permesso nella La gioia della consacrazione di Davide e Isabella nostra vita, con il P. Antonio Annechino posso testimoniare che la mia salute fisica, un tempo molto fragile, è re crocifisso e risorto. Ringraziamo molto migliorata e quella spirituale è ognuno di voi per la vostra presenza, molto più attenta e disponibile a scorvi chiediamo di ricordarvi di noi nelle gere, nelle prove di ogni giorno, la vostre preghiere… noi lo faremo per presenza misericordiosa del Signore voi. che sostiene, consola, perdona, libera Isabella e Davide e guarisce tutti coloro che in qualche modo si rivolgono a Lui. Adesso io e Davide siamo qua, consapevoli della “Mio carissimo padre, inizialmengrazia che ci è stata concessa e dispote non ero contenta di fare la consacranibili a vivere pienamente il nostro zione qui in Sardegna e sopratutto battesimo come cristiani, collaboratori senza di te, ma poi il Signore mi ha di Gesù, ai piedi della sua croce e nella fatto capire diversamente. Non è stato comunità della Chiesa. Ci fa coraggio dato nessun annuncio in parrocchia; la consapevolezza dei nostri limiti e hanno partecipato alla consacrazione delle difficoltà di ogni giorno ma che circa 40 persone, da noi invitate, tutte sentiamo riempite e risolte, portate a profondamente commosse. Io e perfezione dal suo amore misericorDavide eravamo molto emozionati, dioso. In questa gratuità che stiamo con la sensazione di essere dei veri scoprendo sempre più, vogliamo privilegiati, scelti da Dio per la sua anche noi offrire la nostra vita e chiegrande misericordia. Io ero più emodere di essere ancora di più consacrati zionata e consapevole del giorno del a Gesù. Siamo certi che ci aiuterà la nostro matrimonio. Padre Antonio è sua grazia e la presenza di tutti coloro stato bravissimo in tutta la celebrazioche sono e giungono ai piedi dell’amone preparata con tanta cura, dalle letture ai canti. È molto difficile narrare quegli attimi, posso solo augurare a tutti quelli che si accingono a fare la consacrazione perpetua quello che abbiamo provato noi. Sopratutto auguro che tutti gli Amici di Gesù Crocifisso, che hanno il grande privilegio di partecipare regolarmente agli incontri (non come noi così lontani) capiscano il grande dono e si impegnino a santificarsi ed essere di esempio a tanti altri. A te chiedo preghiera perchè possiamo essere dei veri passionisti, attivi dove e come vuole il Signore. Da parte nostra per ora ci stiamo impegnando a rendere viva la spiritualità passionista sopratutto nelle nostre bimbe, Sofia, Gemma, Zelia e Agnese, Isabella con Sofia, Gemma, che sta per arrivare a fine mese! Zelia in attesa dell’arrivo di Agnese Maria Isabella

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LA PEREGRINATIO CRUCIS NELLE FAMIGLIE

Gesù Crocifisso accolto a Sulmona

Quaresima impegnato. È stato meraviglioso, se si pensa che fino a poco tempo fa questo era quasi impensabile a Sulmona. Rendiamo grazie a Dio. Ho gravi difficoltà di salute per seguire la Peregrinatio ma ci tengo tanto e non ho il coraggio di lasciarla! La cosa che conta di più per me è di portare Gesù Crocifisso nelle case dei fratelli più bisognosi di luce e conforto. Cinzia Agnitelli

Gesù Crocifisso non mi lascia mai sola

Linda e Silvana accolgono il crocifisso per Sulmona

Quest’anno abbiamo dato vita alla Peregrinatio Crucis anche noi a Sulmona. Abbiamo comprato un crocifisso, che è stato portato all’altare in processione dagli AGC e messo al centro dove è stato benedetto dal parroco ed è restato per tutta la messa. Mi ero prodigata tanto per questo evento ma il Signore mi ha chiesto di rinunciarci perchè a letto con una grande febbre. Don Magloire mi ha detto che questa Quaresima iniziava bene per me! Ma io mi sono sentita come se, dopo aver partorito, mi avessero portato via il bambino. Comunque ho offerto tutto con gioia al Signore. Abbiamo iniziato poi la Peregrinatio Crucis nella casa di Lucia che ci ha accolto con fede e grande ospitalità. È stato un incontro di profonda riflessione sul significato di essere cristiani oggi e sul significato stesso della Croce. Tutti hanno portato un contributo: il parroco, don Carmine, il viceparroco, don Magloire, le suore, che hanno animato i canti con la chitarra e un gruppo di laici. Tutti uniti ai piedi della Croce. Dopo qualche titubanza iniziale e i ripetuti inviti del parroco, la gente ha cominciato ad aprirci le porte e adesso abbiamo tutto il tempo di

giovani come comportarci nella Fraternità e come capire l’importanza della preghiera. Era responsabile della Peregrinatio Crucis e ci diceva: “Siamo in quaresima, dopo la preghiera dobbiamo andare via in silenzio e dire alle famiglie che ci accolgono di non offrirci niente”. La seconda è Concettina, una donna buona e umile. Era sempre la prima ad arrivare agli incontri anche con il freddo. Ogni anno attende con gioia il giorno che le portiamo il Crocifisso. Siamo felici di avere queste sorelle così esemplari: non siamo noi a donare loro qualcosa, ma sono loro che donano a noi fede, speranza e tanta carità. AGC

Lina stringe a sé Gesù Crocifisso

Peregrinatio presso le “colonne” di Giulianova

Ringrazio Gesù Crocifisso che anche quest’anno è venuto in casa mia. Nella quaresima il Crocifisso viene a visitare le nostre famiglie, risveglia e riscalda i nostri cuori. Accogliere il Crocifisso è sempre una grande gioia, anche se la mia fede è debole in confronto del grande amore di Gesù per noi. Ho pregato Gesù di accrescere la mia fede e di accogliermi così come sono. Provo serenità, quando lo portano via, perché so che Lui è sempre con me, se io faccio tutto con LUI, per LUI, in LUI. Pina Mastropasqua

Dopo la Solennità della Passione i due Crocifissi d e l l a Peregrinatio Crucis hanno iniziato a visitare due sorelle anziane, colonne della Fraternità, che non possono più partecipare agli incontri per motivi di salute. La prima è Lina, che è sempre unita a noi con la preghiera. È stata lei a inseGli AGC di Giulianova ricevono il Crocifisso dal parroco Don Ennio Di Bonaventura gnare a noi più


TESTIMONIANZE

A tu per tu con Gesù Crocifisso per la prima volta Sono Cinzia, la ragazza che suona l’organo nella chiesa di santa Maria a Mare a Giulianova. Quest’anno, per la prima volta, ho accolto nella mia casa il Crocifisso. Un’emozione indescrivibile! Quando il Crocifisso è stato sistemato al centro della stanza, sono stata ferma ad osservarlo: ho pensato a tante cose belle e brutte della mia vita, ma ho pensato specialmente a Gesù che nei momenti brutti mi è stato vicino e mi ha aiutato a superarli. Durante la preghiera, osservavo il Crocifisso che sembrava illuminarsi e con la sua luce ci circondava di amore infinito. Eravamo immerse nella preghiera, con un trasporto mai provato. Abbiamo pregato per persone bisognose, in particolare per mio nipote Samuele, affetto

Gesù Crocifisso da Cinzia

da un ritardo neurologico. Il Crocifisso è rimasto con me tutta la notte illuminato da un cero.Era bellissimo.Quel cero sembrava la fiamma della vita! Gesù è la nostra vita ed è lui che ha dato la sua vita per noi. Quella notte, ero sola a casa; per la prima volta non ho avuto paura, perché con me c’era Gesù! Ringrazio con tutto il cuore Pina e gli AGC che mi hanno dato la possibilità di avere il Crocifisso in casa mia. Cinzia Ferrigni

Germana di Civitanova accoglie Gesù Crocifisso

Adesso finalmente sono serena Caro padre, ho provato grande gioia nel ricevere Gesù Crocifisso nella mia casa. Desideravo da tanto tempo questo incontro di preghiera nella mia famiglia. Grazie alla famiglia passionista ho rinnovato la mia fede, che mi fa scoprire la bellezza della vita. Senza la fede, vediamo tutto buio, con essa vediamo la vera luce che nessuno può descrivere e capire. Con il cammino passionista ho visto la luce vera che Gesù ha messo nel mio cuore. Adesso sono serena, anche quando nel mio cuore non mancano le prove. Annita

Piccoli gesti che ci cambiano Caro padre, il martedì non lavoro, per questo posso fare qualcosa in più per gli altri; così una sera, dopo aver partecipato alla messa insieme a mio marito, sono andata a visitare Rosa, una vicina di casa molto malata e le ho chiesto se voleva pregare con me la via crucis, perché siamo in Quaresima. Ha accettato subito e abbiamo pregato in 4 persone. Alla fine lei piangeva di gioia e mi ha invitato a tornare. Un’altra sera sono andata da Maria, un’altra malata

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vicina di casa. Anche con lei abbiamo pregato la Via Crucis e poi piena di gioia anche lei mi ha invitato a tornare. Poi con mio marito sono andata all’incontro del gruppo degli AGC a Fossacesia. Ho voluto comunicare queste piccole esperienze perché ho capito che, aiutando gli altri, aiutiamo anche noi stessi a crescere nell’amore e nella fede. Maria Loreta

Il Crocifisso abbatte ogni divisione Nella parrocchia di San Gabriele a Civitanova, abbiamo avuto due bellissimi incontri di preghiera davanti a Gesù Crocifisso, uno con il gruppo del RNS e l’altro con il gruppo Ancilla Domini. Noi AGC abbiamo pregato e meditato insieme a loro, scambiandoci le nostre emozioni davanti alla Croce. Abbiamo sentito che Gesù dall’alto della sua Croce ci abbracciava tutti. Ci siamo sentiti protetti, amati e uniti come se fossimo un cuor solo e un’anima sola. Si respirava una pace e un amore che solo lo Spirito Santo poteva dare. In un tempo di divisioni e di lotte, la preghiera davanti al Crocifisso ha annullato ogni divisione e diversità. Pina Bara

Amici di Civitanova davanti al Crocifisso con altri fratelli


TESTIMONIANZE

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Ricordando Giuseppe, uomo di grande fede Giuseppe Palmieri di Fratta di Montefalco PG è deceduto l’11 aprile 2012, dopo lunga sofferenza. Già novizio passionista, faceva parte degli AGC dal 7-08-1991, consacrato perpetuo a Gesù Crocifisso il 28-042002. Uomo di grande fede, era impregnato di spiritualità passionista.

di calda tenerezza di un bimbo, che è la Vita e non nasce per vivere ma per dare la vita. Anche nella nostra famiglia i momenti di ansia e di angoscia si sono addensati intorno alla gioia di un bimbo che nasce. Ma tutto è grazia e Cristo ci insegna che la vita è un dono e che il dono di amore più grande passa attraverso il dolore. Senza il dolore sofferto nelle proprie carni non comprenderemmo mai quella croce piantata sul Golgota e quel grido al

Amici di Gesù Crocifisso di Trodica, intorno al Crocifisso

Per il nostro gruppo era e rimane una colonna portante. Più volte l’ho chiamato al telefono e gli chiedevo preghiere per il gruppo e per le necessità di ogni componente. Rispondeva che già lo faceva sempre. Quando era in ospedale sono andata a trovarlo: parlando del Crocifisso aveva gli occhi lucidi. Ha sofferto molto in questi ultimi anni, ma da vero amico di Gesù Crocifisso. Giuseppe era proprio una bellissima figura; spero che non si stanchi mai di pregare per noi dal luogo dove si trova, che non può essere che il paradiso. Renata

Questo è essere Amici di Gesù Crocifisso Caro padre, san Paolo della Croce ha posto Gesù Bambino adagiato su una croce, come hai messo sul numero di dicembre della rivista. E’ così che dobbiamo vivere quel momento

amore dei fratelli. Questo, penso, è un po’ essere Amici di Gesù Crocifisso. Avere una piccola parte della croce di Gesù è il dono più bello che forse che Gesù poteva farci. Flora

Amici di Gesù Crocifisso nel Trentino Caro padre, ho ricevuto il materiale che ha inviato per iniziare l’incontro del nostro piccolo gruppo per la lectio divina passionista. In breve facciamo così. Diamo la priorità al vangelo del giorno e poi leggiamo la meditazione mensile dal libro “Voi siete miei amici”. Ci sono momenti di silenzio; poi facciamo la condivisione e consegniamo al Signore le preghiere che lo Spirito Santo ci suggerisce e che tante persone ci chiedono. Sarebbe bello che il nostro gruppetto diventasse passionista. Il Signore ci chiama a una grande missione per la famiglia. Per quanto riguarda la consacrazione a Gesù Crocifisso, mi rimetto ai tuoi consigli. Ho letto sulla rivista che sarà chiarita la posizione degli Aggregati. Ringrazio il Signore che mi ha fatto conoscere questa strada, dove Gesù mi fa scoprire sempre più il suo amore e mi indica la strada per giungere alla piena fede. Ti affido questo gruppetto dedicato a s. Gemma, perché ci aiuti a fare nascere ciò che Dio vuole da noi. Sarebbe bello che i Passionisti fossero conosciuti nel Trentino. Franca

Padre di Colui che dal seno del Padre è uscito a unire sulla croce la vita e la morte, la gioia e il dolore, la dolcezza del natale e l’obbrobrio di un petto squarciato. Siamo parte di quella croce ogni giorno e nel legno che, conficcato a terra, svetta verso l’alto, è l’anelito del dolore del nostro cuore verso il cielo. Quella croce di Gesù è anche il nostro legno, dove, confitti per amore, anche noi spalanchiamo le nostre braccia al mondo intero, per offrire anche il nostro Amici di Gesù Crocifisso pezzetto di al Centro sociale di Cascinare FM croce a Dio per


TESTIMONIANZE

della centralità del mistero pasquale nella nostra vita di ogni giorno sia la più grande Grazia che possiamo ricevere. Riccardo Scerbo

Insieme verso la consacrazione Il cammino con gli AGC mi ha convinto che senza Gesù non saprei più vivere. La mia conversione avvenne portando sulle spalle l’urna di San Gabriele quando venne a Fossacesia; mi sembrò un segno del cielo quando fui invitato a far parte degli AGC. Piano, piano, ho compreso il sacrificio di Gesù Crocifisso e il mio compito di amarlo e farlo amare, amando il prossimo. Ho ancora tanti difetti, ma ringrazio il Signore se ora mi sto preprando a fare la terza consacrazione. Franco Caravaggio Ho sempre amato Gesù, ma avevo timore della Croce e quando vedevo la statua dell’Addolorata provavo una tanta tristezza. Oggi mi dico che non avevo capito niente. Grazie agli AGC della fraternità di Fossacesia, stringo a me la Croce con tanto amore per Gesù che ha dato la vita per me e mi preparo alla terza consacrazione con mio marito, seguendo la spiritualità passionista. Anna Maria Di Clemente

50 anni di vita insieme La fraternità di Giulianova ha festeggiato con Gloria e Antonio un

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I primi 10 consacrati a Bari

Teresa e Vittorio per 50 anni insieme

traguardo molto importante, il 50° anniversario di matrimonio, in una bellissima celebrazione Eucaristica. Il nostro parroco D. Ennio ha ribadito che è una grazia di Dio essere ancora insieme dopo 50 anni! Le difficoltà non mancano mai nella vita ma ogni croce portata sulle spalle insieme al Signore diventa più leggera! Non sono mancati gli auguri inviati da padre Alberto, letti da Gloria con tanta emozione e gioia indicibile. Non poteva mancare un ringraziamento al Signore perché ha chiamato Gloria negli Amici di Gesù Crocifisso e quest’anno con la consacrazione perpetua aderirà pienamente al carisma passionista. Olga Erasmi

Finalmente anche la Fraternità di Bari ha avuto il 22 gennaio 2012 il suo primo gruppo di 10 consacrati nelle mani del nostro assistente Don Giovanni Lorusso, delegato dal P. Alberto. I giorni passano ma le emozioni di quel momento sono vive e ben scolpite nei nostri cuori. È come se qualcuno avesse posto il suo sigillo. Siamo giunti al giorno della consacrazione con tanta sofferenza nel cuore per le prove che la vita ci presenta ogni giorno, ma dinanzi a Gesù tutto è svanito. La nostra anima è stata pervasa da una gioia immensa, che ha colmato tutto il vuoto lasciato dalla sofferenza. Oggi la vita scorre serena

Un vero Amico Aggregato

Gloria e Antonio nel 50° di matrimonio

Carissimo padre, sono l’amico di Gesù Crocifisso Riccardo, dalla Calabria. Purtroppo, la lontananza fisica rende difficoltoso il rapporto, ma non ha, naturalmente, la forza di sminuire l’unione di spirito. Ed allora, proprio in forza di tale «unione», io intendo confermarti esplicitamente la mia adesione al Movimento “Amici di Gesù Crocifisso” in qualità di «aggregato», con grandissima gioia. Ringrazio il Signore di avermi fatto conoscere la spiritualità passionista. Ritengo che la «riscoperta»

Prime 10 consacrazioni a Bari

come prima, con i suoi problemi, ma oggi sentiamo di avere una marcia in più. Sentiamo la presenza del Signore più costante, che vigila, cammina e vive con noi e noi con Lui. È una sensazione bella che ci fa sentire protetti, sicuri e ci sprona nel cammino. Lorenzo e Mariella


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I corso: Guida: II Corso:

6 agosto (Ore 16,00) – 11 agosto (Pranzo): per tutti. Tema: La Fede. P. Alberto Pierangioli e P. Bruno de Luca 15 agosto - (Ore 16,00) – 20 ag.: per famiglie Tema: Formazione e Testimonianza P. Luciano Temperilli e P. Alberto Pierangioli Guida: Prenotazione: P. Alberto Pierangioli: P. San Gabriele 2- 62010 Morrovalle MC – C. 349.8057073 – albertopier@tis-

Madonna della Stella PG: 24 giugno 2012 Nel 150° delle apparizioni della Madonna della Stella al piccolo “Righetto”, gli Amici di Gesù Crocifisso vanno a ringraziare la Vergine santa, che nell’agosto 1989, nel suo santuario, ispirò l’inizio del MLP Amici di Gesù Crocifisso. Gli Amici di G.C. si prenotano presso il proprio coordinatore. Riferimento: P. Alberto Pierangioli. Programma: Ore 8,30: Arrivo al santuario – Preghiera delle Lodi. Conferenza del P. Luciano Temperilli, rettore del Santuario. Ore 11,00: Messa presieduta dal Superiore Generale, P. Ottaviano D’Egidio. Pranzo al sacco – Pomeriggio: Visita ad Assisi.

Calendario degli Amici 06 maggio: 16 maggio: 10 giugno: 24 giugno:

Ritiro e consacrazioni a Morrovalle S. Gemma Galgani: Monache Passioniste Loreto, ore 21,00 Ritiro mensile a Morrovalle MC Pellegrinaggio degli AGC alla Madonna della Stella PG

RIVISTA E POSTINI. Le poste ci rimandano a pagamento le riviste non recapitate. I nuovi postini appena manca qualcosa nell’indirizzo, rimandano indietro la rivista, con scritta: Sconosciuto, indirizzo inesatto. Se il nome e cognome sulla rivista non è uguale a quello della porta di casa, respingono la rivista. È una doppia spesa inutile e perdita di tempo, per avere chiarimenti, con telefono, lettere, messaggi…. Vi prego di aiutarmi, controllando bene l’esattezza dell’indirizzo. Se è tutto esatto, parlate e protestate con il responsabile dell’ufficio postale locale. Grazie. P. Al Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Palmieri Giuseppe, Madonna della Stella, 11-03-12, consacrato perpetuo. P. Paolo Podda Passionista, Scala Santa Roma: 24-3-2012, guida e amico dei laici passionisti.

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa Maggio-Giugno 2012 – Anno XIII n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano Temperilli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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