SCOOP || PAROLE SOCIALI ||N.0

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sCoop

Shantaram

A

bbiamo scelto questo nome qualche Vuol dire lavorare con il territorio, per la soanno fa, per la nostra prima pubblicietà, saperne raccogliere i bisogni e raccazione aziendale. contarne le storie. Che assomigliasse davvero tanto ad un E le storie, si sa, sono di tutti. giornale scolastico, e che Il nostro primo numero è i suoi lettori fossero escludedicato al cambiamento. Il nostro primo sivamente i nostri colleghi Perché abbiamo scelto di poco importava: sCoop era numero è dedicato al cambiare le nostre abiil nostro primo strumento tudini, di uscire dai nostri cambiamento. di comunicazione interconfini. Perché “Se non na, cresciuto e coccolato cambiasse mai nulla non come uno di famiglia. esisterebbero le farfalle”. Ci ha accompagnato per tre anni, ricorE allora buona lettura, è tempo di cambiadandoci ogni mese che lavorare per una mento, è “TEMPO DI FARFALLE”. Cooperativa Sociale vuol dire anche ricordarsi compleanni e conoscere gusti letteLa redazione. rari e gastronomici, gioire per un successo Barbara Coaro, Chiara Giordani e scoprire che è possibile galleggiare sui Cristina Sabino momenti critici, sfruttando la potenza propulsiva dell’onda e non la sua capacità distruttiva. Poi abbiamo deciso di smetterla, con il giornale interno. E di far incontrare sCoop cam•bia•mén•to/ anche a chi non lavora con noi. sostantivo maschile La sua sostanza non cambia. Cambiano i contenuti, questo si. C’è la privacy da rispetSostituzione o avvicendamento che tare e il delirio di onnipotenza da evitare. riguarda in tutto o in parte Ma l’anima è quella. È che essere parte di la sostanza o l’aspetto di una Cooperativa Sociale non vuol dire solo qualcosa. portare a casa lo stipendio.

cambiamento

Conoscersi raccontando. Raccontare per conoscersi

Cristian in una casa a schiera a due piani; vive con la mamma. Bisogna andare a Quargnenta per trovare l’abitazione di un altro nostro amico, Domenico. In una casa dei primi del ‘900 con un cortile a disposizione: vivere con la sorella è una bella scelta sia per la compagnia che per il tempo vissuto assieme. Un flusso di pensieri nato da un Da Quargnenta si scende la valle a Trisesercizio di emersione narrativa degli sino dove vive Emanuele, fra casa antica utenti del nostro Centro Diurno “Il Faro” e casa moderna, unite e divise allo stesso tempo. Abita con mamma e fratello. e sCoop ci dà una occasione noi la Giù verso Lonigo in zona Meledo vive raccogliamo e attraverso le nostre Alessio, in un piccolo condominio di otto parole trasmettiamo a voi che ci legappartamenti degli anni ‘80; lui risiede al gete il racconto narrato, reale e semplice, quarto piano e dall’alto domina la campadelle case che abitiamo. gna attorno. La casa, dimora, abitazione, e tutti i sinoRitorniamo spediti a Valdagno per andare nimi che volete aggiungere, è il luogo della nella zona di nord-ovest dove gli ultimi tre del sicurezza, della tranquillità, del riposo orgagruppo hanno la propria abitazione: Alessannizzato e del riposo semplice e non strutdro con i genitori ed il fratello in un bel condoturato. È il luogo dove passiamo più tempo minio color amaranto al quarto piano. e dunque dove, con le dovute differenze e E dopo aver raccontato le nostre case, ci varietà, siamo più a nostro agio. siamo lanciati in esercizi di fantasia per L’itinerario è volutamente casuale, non vi è manifestare sogni come fossero desideri; uno schema. se ne avessimo la possibilità dove vorremVia Lelia a Recoaro è collina inoltrata e pamo avere la nostra casa? ese organizzato. Francesco abita sopra un Dove vorremmo vedere trascorrere il nonegozio in solitudine, ma non si sta male stro tempo ancora? da soli se sappiamo stare con le persone in I voli pindarici hanno portato Cristian a altri luoghi. La casa è dei primi del ‘900 ed Los Angeles nel centro dell’industria cialcune decorazioni lo dimostrano. nematografica e della città fascinosa della Per Davide abitare nei week end in FavoCalifornia. Puntate al mare in Harley Darita, sotto le colline valdagnesi in una casa vidson per Alessandro. Emanuele è rimamoderna con i genitori ed una cagnetta, fa sto a casa sua, ma con la possibilità della comodo per le belle passeggiate attorno ristrutturazione della parte antica. Miriam al parco. Quando poi durante la settimadesidera il mare come luogo paradisiaco na Davide fa vita comune con altre nove in genere, va bene anpersone in una comunità la che Rimini! Francesco più varietà lo arricchisce. L’itinerario è specificatamente vorrebCosì come Recoaro, anche volutamente casuale, be essere in barca in CoCastelgomberto permette Smeralda! Massimo in l’amenità di un paese d’altri non vi è uno schema, sta montagna in Trentino, ma tempi con l’organizzazione presso un paese. L’amico ma, appunto, del paesotto che è. Nella Marco B. vorrebbe trascorvilletta degli anni ’80 a due un racconto. rere il tempo in una casa piani, con Marco B. dimora isolata su uno dei nostri anche la mamma e guai a monti. Giuseppe punta ad un lago svizzero, chi pensi che le tartarughe non fanno comtipo Lucerna; Davide ama le passeggiate pagnia! sulle colline valdagnesi e più di tanto non La villetta a due piani è un classico delle cambierebbe. Domenico non ha dubbi: sta periferie; anche Massimo, un altro dei nobene dove sta! Alessio sogna una fattoria stri amici, ci abita, ma con un cane e con di dove poter lavorare la terra e stare con gli fronte un grande frutteto. La costruzione è animali. simile a quella di Marco B., ma a Spagnago: del resto in quegli anni dai ‘60 agli ‘80 molMiriam, Marco B., Francesco, Massimo, te sono state le casette singole o a schiera Giuseppe Cristian, Davide, Alessio, costruite nel nostro territorio. Alessandro, Domenico ed Emanuele. Ci spostiamo di qualche chilometro ed in cenCon Marco Maraschin e Mariano Sandri. tro a Cornedo, al terzo piano di un palazzo, ha la sua dimora Giuseppe che vive con Jonas. Essere nati a Sant’Urbano e vivere con altre persone in una casa famiglia a Montecchio dove si sta benissimo e alla sera si a•bi•ta•zió•ne/ mangia in tanti è una cosa serena e vivifisostantivo femminile cante. Miriam quando ne parla ha gli occhi che tramettono serenità. Luogo o costruzione dove l’uomo risiede. Alla periferia nord di Montecchio abita

S

abitazione

Soprattutto si è fatto del male. Poi per una serie di congiunzioni astrali fortunate arriva in una terra tanto magica uesta recensione nasce dal desidequanto crudele, tanto ricca quanto povera, rio di condividere cosa sia il camtanto spirituale quanto razionale. Mette i biamento, come possa manifestarsi piedi in India, il paese che più sa essere sila trasformazione, in quale misura sia posnonimo di contraddizione e in questo luogo sibile l’evoluzione. dalle mille sfaccettature inizia finalmente a Il titolo è arrivato all’istante: nella mia menconoscere se stesso. te è apparso Shantaram di Gregory David Incontra persone meravigliose che hanno Roberts. molto da insegnare su cosa sia l’amore Con Shantaram ho sentito da subito le farfalpuro. le nello stomaco, si me ne sono innamorata. Incontra persone perdute che hanno molto Ho davvero vissuto il processo dell’amore! da insegnare su cosa sia l’amore malsano. Prima le farfalle e poi la paura, perché In queste mille e duecento pagine trovementre leggi Shantaram ti chiedi se davverete la storia di un uomo che ha deciso di ro avrai il coraggio di viverlo (leggerlo) tutto. crescere e di migliorarsi, che ha deciso di Ti spaventa perché è come se decidessi di rispettarsi, che ha deciso di perdonarsi. fare un viaggio, un po’ come quando viaggi La conoscenza di sé e la voglia di camin un amore. biamento sono i capisaldi È un libro che ti permetdel meraviglioso concetto E questo cos’è, se non socratico epimèleia hete di creare e approfondire un numero infinito autoù: aver cura di sé. Vi l’incredibile capacità di pensieri. È una lettura assicuro che tra queste umana di saper che crea un processo. pagine sentirete la forza Che non termina nemmedi questo fondamentale evolvere? no all’ultima pagina, anzi: pensiero dell’antica Greforse proprio in quel francia. Amarsi ci permette di gente ne inizia uno nuovo. E questo cos’è, essere fino in fondo noi stessi. se non l’incredibile capacità umana di sa“La saggezza è solo intelligenza svuotata per evolvere? della sua forza.” dice Gregory David RoGregory è un uomo che ne ha berts. combinate tante. Ha comPer chi come me (noi) lavora nel campo messo un numero imdell’educazione questa frase diventa uno portante di reati, ha spunto, uno strumento di lavoro. oltrepassato ogni Per essere nella possibilità di trasmettere limite, ha fatto il bene all’altro, per poter stare in una relamale. zione di cura, prima di tutto è necessario aver cura di sé, saper stare nella saggezza. Leggere Shantaram è un’esperienza indimenticabile, perché ti permette di vedere quanto puoi osare se inizi a conoscere la meraviglia che è dentro te. Evviva le esperienze. Buona lettura.

Q

Il nostro primo numero è dedicato al cambiamento. Perché abbiamo scelto di cambiare le nostre abitudini, di uscire dai nostri confini

Vanessa Di Giorno Responsabile Servizi Educativi Area Infanzia Minori e Giovani

evoluzione

e•vo•lu•ziò•ne/ sostantivo femminile Svolgimento, sviluppo graduale e completo.

Come una farfalla

Giovanni affronta la scuola con impegno, è un bambino brillante. A volte mi sorprende e interviene con una maturità superiore riGiovanni è il mio Leone. spetto ai suoi coetanei di otto anni. È un bambino senza scudo e senza corazza. Alcuni giorni, a scuola, è un continuo sban“Come una farfalla”. dare, alla ricerca di aiuti e di strategie che E la mente vola a fiabe di principesse. possano aiutarlo a stare meglio. Ma GioMa se la nostra realtà vanni tenta con immensa quotidiana fosse una favolontà di farcela con le è essere vola, sarebbe di quelle sue forze, senza arrendersi. zeppe di pericoli. ogni giorno il suo scudo, Stargli accanto è un priGiovanni è il mio Leone, vilegio, un continuo imla sua corazza per la forza che mostra parare. È un’esperienza mancante. ogni giorno in classe e in complessa, nella quale un cortile, la nostra giungla piccolo gesto di gratitudipersonale. ne vale mille traguardi raggiunti. Essere la sua assistente scolastica non Giovanni è il mio Leone, perché stargli viciè solo dargli supporto educativo, è esseno insegna ad apprezzare le piccole cose, re ogni giorno il suo scudo, la sua corazza in un mondo che oggi difficilmente si acmancante. contenta. È inventare modi e tempi, studiare ogni piccola reazione. Far diventare me stessa, Ingrid Tregnago ogni giorno, un po’ più farfalla, trovando quelAssistente Scolastica - Servizio di la delicatezza di cui Giovanni ha bisogno. Integrazione Scolastica ULSS 8 Berica Giovanni ha una malattia, l’epidermolisi bollosa. Che è il nome vero, quello scientifico e brutto. Quello che si nasconde dietro alla fra•gi•le/ delicatezza della definizione di bambino aggettivo farfalla. Perché questi bambini non si possono toccare, la loro pelle è fragile e deSoggetto a spezzarsi con facilità licata.

fragile


Il Welfare dopo la crisi

ecco cosa ci è accaduto. Le fondamenta del nostro sistema sociale hanno tremato, il sisma ha crepato tutti i livelli della stratificazione sociale, anche quelli che prima erano stabili. o letto un articolo in rete, un po’ di E ora? tempo fa. Parlava dell’aumento del I dati di chiusura del 2017 restituiscono numero di persone vulnerabili nella l’immagine di un paese in recupero: Il PIL nostra società. Non ricordo come il disagio è cresciuto dell’1,5 %, il debito diminuivenisse computato, né come fosse definito to (di poco in realtà, solo dello 0,5 %), la il campione sociale, ma non è questo che pressione fiscale ridotta (anche qui, solo mi ha colpito. L’autore giocava con un lesdi un punto percentuale). Tuttavia, stando sico fatto di frazioni. Sosteneva che negli alle stime invernali della anni ’90 la nostra comuCommissione Europea, nità era costituita per i l’Italia uscirà dai prossimi La disuguaglianza 2/3 da ceti agiati, mendue anni con la consueta tre al momento attuale la diminuisce mediocrità: niente aumenporzione di privilegiati si ti, forse qualche diminucon la crescita è ridotta ad 1/5. In altre zione. In pratica: sì, siamo collettiva. parole: prima della crisi si usciti dalla crisi, ma la costava male uno su tre, ora perta continua ad essere si sta bene uno su cinque. E insomma: mi corta e le risorse gestite in maniera inasono trovato d’accordo. deguata. Per la verità le stime sulle fette di torta E i vulnerabili? sociale non mi hanno convinto, ma la senCome se la caveranno? sazione di vulnerabilità, quella sì. RiflettiaLa disuguaglianza diminuisce con la cremoci: cosa rimarrà a memoria del periodo scita collettiva, dice un famoso assunto. storico appena trascorso? Proviamo ad esL’uguaglianza promuove evoluzione, dico sere realistici, senza fare tragedie. La magio. Il Welfare è uno strumento di innovagioranza di noi ha un lavoro meno sicuro zione, azzardo. Una società matura dovrebdi quanto lo sarebbe stato in passato, una be incoraggiare l’attenzione alle sue classi retribuzione con minor potere d’acquisto, deboli, non tanto per un principio civile di una rete sociale (servizi e offerte territosolidarietà, quanto perché solo un livello riali) più incerta, incombenze lavorative e diffuso di benessere garantisce la possibicomunitarie più schizofreniche, una vita più lità di progredire. Meno dobbiamo occuparincasinata. Qualcuno è spaventato dal fuci di sopravvivere ai nostri disagi (che siano turo, qualcun’altro trae vantaggio dalla prefisici, mentali o economici), più saremo in carietà, ma nessuno si sente tutelato come grado di promuovere una riflessione sul fuun tempo. Ci siamo ritrovati più “fragili”, turo. Più forte (sì, anche numericamente)

è tale visione, più sarà possibile che nuovi scenari si concretizzino. Meglio stiamo, più in avanti riusciremo a guardare. Diciamolo ancora: non è sussidiarietà, è un vantaggio collettivo, un bene comune. Definizioni di cui non ricordiamo il significato? La tagliola economica dei tempi recenti ci ha costretto a salvare il nostro orto. Cittadini, istituzioni, aziende pubbliche, terzo settore: tutti affannati a far quadrare bilanci e tenere in piedi la baracca, a costo di buttar via il bambino coi panni sporchi. Ci siamo messi paura e abbiamo (comprensibilmente) agito in nome di un principio di sopravvivenza: il Welfare si è ridotto alla scelta di cosa “togliere”, in virtù di un approccio poco incardinato su principi di efficacia, molto di più su logiche di potere, economie, abitudini consolidate. Ecco, parliamo di abitudini, di quelle da imparare. I segnali di ripresa sono confortanti, ma starà a noi confezionare antidoti alle ristrettezze, per invertire il meccanismo della guerra fra poveri. Sto parlando di condivisione, di co-progettazione fra enti, di evitare gli scarica barile, di concepire un sistema sociale dove le parti abbiano il coraggio di scegliere il loro ruolo senza riluttanze (se non nell’esborso monetario almeno nella presa in carico di responsabilità). Condividere non è cosa semplice: significa dare fiducia, sacrificare il proprio punto di osservazione, cedere poteri decisionali, consenso. Il Welfare dovrebbe manifestarsi in un apparato di servizi che consideri i vulnerabili una propria responsabilità e si faccia carico della loro cura, che non li immagini contenitori vuoti su cui “buttare” una qual-

che forma di contenimento, ma soggetti portatori di risorse, indispensabili come gli altri (forse di più) all’evoluzione collettiva. Il disagio non è un malanno da rimuovere, ma un’opportunità di esprimere le proprie energie latenti, di riprendere l’iniziativa, di trovare spazi di autonomia. Ma chi trasformerà quel disagio se il sistema, lui per primo, non riesce a dismettere una pratica che non è più efficace? Chi riuscirà a modificare i ruoli all’interno della scacchiera e a riposizionarli? Come si può educare al cambiamento, se chi educa sfugge all’autocritica, alla spartizione equa delle risorse, al confronto col diverso, alla condivisione? L’inclusione è una dinamica virtuosa, ancor di più quando i soldi non bastano. Affrontare un periodo di crisi senza ammettere sacrifici delle parti più deboli fortifica il sistema e lo esercita a non sottrarsi alle proprie responsabilità, ad apprendere dalle scelte sbagliate, a farlo assieme ai suoi cittadini. La crisi è finita. Il terremoto, quello forte, è passato. È ora di uscire dai nostri rifugi e scegliere quale mondo vogliamo ricostruire.

Tempo di farfalle

nostra vita non è sempre piena di luce e bellezza, ci costringe a fare i conti anche con il buio e la sofferenza, che nel cammino di ognuna prende una forma diversa. La prima reazione è sempre quella di limitarsi a sopravvivere, tornare sui propri passi, arrendersi. Ma quando una donna ha il coraggio di andare avanti scopre che il suo animo può trarre degli importanti vantaggi e insegnamenti dai periodi in cui sembra che nulla abbia senso, i giorni in cui ci pare di non poter più riuscire a vedere la fine delle tenebre. Il lavoro della crisalide è trasformativo in senso radicale: quando una donna affronta il dolore, lo rende materiale vivo del proprio cambiamento.

Come il paziente bruco, possiamo concederci la possibilità di attendere che le cose cambino, accettando la sfida di riuscire a fendere il bozzolo, schiudendo il prezioso tesoro che custodisce e, che al solo vederlo, commuove e ricorda l’incanto della rinascita.

H

L’energia che portiamo dentro sfugge a qualsiasi incasellamento o necessità definitoria. A volte è qualcosa che si svela con llo sportello DonnaNuova ci occupudore, altre volte esplode all’improvviso, piamo delle donne: con un servizio altre ancora necessita di stimoli per esgratuito di ascolto e orientamento al sere riconosciuta. Di un lavoro paziente e tema della violenza fisica e psicologica, ma discreto, perché troppo a lungo è rimasta anche con conferenze e corsi tematici di inespressa. prevenzione e promozione del benessere. Ma ogni donna è in grado di riconoscerUno dei nostri corsi più la quando si svela al moamati è quello sull’automento opportuno: quell’estima. L’energia che portiamo nergia c’è sempre stata, Riflettendo sul tema di fa parte di quel bagaglio dentro sfugge a questo articolo mi è veancestrale che ci porta a nuto in mente ciò che ac- qualsiasi incasellamento essere quelle che siamo: cade nello spazio di queesseri sensibili e intuitigli incontri serali, dove le o necessità definitoria. vi, con una grande forza donne entrano metaforie capacità di resistenza, camente sotto forma di bruco e ne escono adattamento, curiosità e creatività. Accofarfalle. glienti e comprensive, ma anche coraggioSi tratta di una alchimia che solo un gruppo se e temerarie. Libere, protettive e curatrici, al femminile riesce a creare. portatrici di vita. Gli ingredienti sono il coraggio di guardarsi Ascoltando molte storie di donne, ho impadentro, lo svelamento di sé, qualche timore, rato che la piena realizzazione di sé passa i racconti, lacrime e risate, la condivisione, sempre per un periodo che potremmo pal’accoglienza di quello che siamo, senza ragonare a quello della crisalide: perché la giudizio.

A

rinascita

ri•nà•sci•ta/ sostantivo femminile

Andrea Rilievo Presidente Cooperativa Sociale Studio Progetto

welfare

sostantivo maschile Abbreviazione di welfare state. Qualsiasi iniziativa diretta a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini.

Virginia Cioni DonnaNuova: lo spazio per donne a Valdagno. Informazioni, consigli, risposte, consulenza legale e psicologica gratuita alle donne.

Il rinascere, il rifiorire, l’essere restituito a nuova vita

grafica > www.studioprogetto.org

sCOOP ll

Parole sociali

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n. 0

Poi i primi raggi del sole baciarono la mia crisalide, e io mi ersi, e presi vita. - Emily Dickinson -

persone e territori in evoluzione

Studio Progetto Soc. Coop. Soc. via Monte Ortigara, 115/B 36073 Cornedo Vic.no (VI) tel. +39 0445 404629 - fax +39 0445 480022 www.studioprogetto.org

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tempo di farfalle

Primavera 2018


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