1 15 ottobre 2021 teatro san carlo 16 – 18 ottobre 2021 teatro augusteo 16 – 22 ottobre online.artecinema.com2021
associazionetrisorio culturale via Riviera di Chiaia 215 80121 Napoli tel 081 www.artecinema.cominfo@artecinema.com414306
in collaborazione con: Goethe Institut Neapel Institut Français Napoli con il matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee media partner: Exibart con il patrocinio di: Senato della Repubblica Ministero della Cultura Regione Campania Comune di Napoli Consolato Generale degli Stati Uniti d'America Università degli Studi di Napoli Federico II Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa Accademia di Belle Arti di Napoli Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia
segreteria organizzativa: Lucia FabrizioHelgaValeriaTrisorioCacciapuotiSanitàTramontano redazione catalogo: Lucia Trisorio traduzione testi: Angela Federico art direction, identità visiva e comunicazione: Paolo Altieri Altieri associati srl visual design: Paola Cagnetta Paola Trisorio ufficio stampa: Maria EnricaBonmassarVigliano social media: Sara FabioFormisanoBergamo- EssereQui Paolo Altieri servizi tecnici: Isi Congress etraduzionesincrosottotitoli: Lab 80 film
medaglia del Presidente della Repubblica
immagine di copertina © Wolfgang Laib, Sifting Pollen from Hazelnut, 1989 Installation PhKunstverein,WürttermbergischerStuttgart,1989.CarolynLaib
con il contributo di: Ministero della Cultura. Direzione generale Cinema e audiovisivo Regione Campania - Film Commission main sponsor: Seda con il sostegno di: Grimaldi MetropolitanaLinesdi Napoli S.p.A Siremar. Caronte & Tourist Isole Minori S.p.A Bruno Generators
26o festival internazionale di film sull’arte contemporanea 15 — 22 ottobre 2021 napoli & online a cura di / curated by laura trisorio
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A Marisa Albanese, artista combattente, è dedicata l’apertura di questa edizione di Artecinema, un omaggio per sentire ancora tra noi la donna e l’artista sensibile che ha saputo tradurre nel suo lavoro l’attenzione ai temi sociali più attuali e che continuerà a parlarci attraverso la sua arte.
Ogni artista ci parla delle proprie esperienze personali e di come queste vengano trasformate attraverso l'arte. La giovane fotografa siciliana Roselena Ramistella ci parla del lavoro realizzato percorrendo la sua terra a dorso di mulo, indagando il fenomeno della mafia dei pascoli; Marina Abramović ci racconta della sua infanzia in Serbia sotto il regime di Tito e del difficile rapporto con la madre, affrontando il dolore nelle sue performance dove esplora i limiti del corpo e le potenzialità della mente; l'artista tedesco Wolfgang Laib ci parla di come gli studi in medicina abbiano influenzato la sua ricerca sull’essenza della vita. Ci soffermiamo sul tema del nudo femminile osservando le fotografie di Helmut Newton, considerate provocatorie e talvolta oggetto di contestazione, e ci interroghiamo su come il mistero dell’identità di Banksy abbia contribuito alla sua fama, rendendolo oggi uno degli artisti più ricercati dal mercato dell’arte.
Ma sono i registi che con il loro sguardo attento ci aprono le porte di un mondo altrimenti inaccessibile
Laura Trisorio svelandoci la parte più intima del lavoro di un artista: il dietro le quinte della creazione. E spesso sono loro i primi a rimanere sorpresi da ciò che può accadere davanti alla telecamera, perché a differenza del film di fiction, il documentario riflette la vita nel suo svolgersi, nella sua imprevedibilità. È questo il caso del film su Christian Boltansky, frutto di cinquant’anni di riprese da parte di Alain Fleischer che ha seguito l’artista sin dagli esordi testimoniando l’intero percorso artistico in divenire, o il film su Georg Baselitz ripreso nel corso di trent’anni da Heinz Peter Schwerfel che ci restituisce un ritratto inedito di grande intensità.
L’artista, attraverso l’opera d’arte, aspira a superare il proprio tempo in cerca dell’immortalità, e il festival racconta proprio questa tensione, rendendoci partecipi di un processo magico.
Artecinema ritorna con tutta la sua energia. La 26a edizione è caratterizzata da una pluralità di temi che spaziano dalla questione ambientale a quella dei migranti, da temi scottanti come lo sradicamento delle opere d’arte dai luoghi di origine per arricchire le collezioni dei musei internazionali, al lavoro che c’è dietro la gestione di queste grandi istituzioni. Vediamo l’evoluzione dell’arte negli anni Sessanta e Settanta, il ruolo dell’Italia come centro propulsivo e di avanguardia con la nascita dell’Arte Povera e l’influenza di movimenti come Fluxus in Europa e negli Stati Uniti.
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Laura Trisorio But it is thanks to the filmmakers whose gaze shows us a world that would otherwise be inaccessible, revealing the most intimate side of the artists’ works, the behindthe-scenes of creation. And often they are the first to be surprised by what can take place before the camera, because unlike fiction films, documentaries reflect life as it unfolds, in all its unpredictability. This is the case of the film on Christian Boltansky, the result of fifty years of filming by Alain Fleischer, who has followed the artist from the start of his career, bearing witness to his entire artistic journey as it evolved, or the film on Georg Baselitz, filmed over the course of thirty years by Heinz Peter Schwerfel, which gives us an unprecedented portrait of great intensity.
The artists, through their works of art, aspire to transcend their own time in search of immortality, and Artecinema relates this tension by allowing us to participate in a magical process.
The inauguration of this year’s Festival is dedicated to Marisa Albanese, a warrior artist, in a celebration of the woman and sensitive artist who was able to translate attention to the most pressing social issues of our times into her work and who, through her art, will continue to speak to us.
Artecinema is back in all its glory. The 26th edition is characterized by a multitude of themes spanning the gamut from environmental issues to the question of migrants and from heated topics such as the expropriation of works of art from their sites of origin by international museums, to the work involved in managing these large institutions. We observe the evolution of art in the 1960s and 1970s, the role of Italy as a propulsive and avant-garde center with the birth of Arte Povera, and the influence of movements such as Fluxus that developed in various forms in Europe and the United States.
Each artist describes their own personal experiences and how they are transformed through their art. The young Sicilian photographer Roselena Ramistella illustrates her work which was realized crossing her land on the back of a mule and tells us about the mafia of the pastures; Marina Abramović tells us about her childhood in Serbia under the Tito regime and describes the difficult relationship with her mother, facing pain in her performances where she explores the limits of the body and the potential of the mind; German artist Wolfgang Laib explains how his studies in medicine have influenced his research on the essence of life. We dwell on the theme of the female nude through the photographs of Helmut Newton, viewed as provocative and occasionally contested, and we ponder how the mystery of Banksy's identity has contributed to his fame making him one of the most sought-after artists on the art market today.
L'arte ci permette di staccarci dal presente e di intraprendere un intenso viaggio nel tempo. Art enables us to detach ourselves from the present and embark on an intense journey through time.
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In una visita alla biblioteca, il direttore Claudio Di Benedetto l'ha riassunto così: "È in qualche modo inquietante sapere con estrema precisione che le opere di cui ci occupiamo, per esempio i ritratti o altre pitture, ci guardano con sufficiente superiorità se non con disdegno, perché ci vedono affannati rispetto al Siamocontemporaneo".certamente intrappolati in noi stessi e nel presente, ma l'arte ci permette, proprio come il cinema,
Nei corridoi e nelle sale degli Uffizi, si sente che questo museo è anche una costante provocazione e un sovraccarico per quasi tutti i visitatori. In questa collezione, cresciuta nel corso di cinquecento anni, c'è in realtà troppo di tutto: troppi grandi artisti, capolavori, stanze, membri della famiglia Medici, secoli, scritti, domande, compiti per i dipendenti che "tengono in piedi la bottega", qui e ora.
Il nostro film è dedicato a loro, al personale. Parla degli sforzi di tutti loro, indipendentemente dalle strutture gerarchiche. Mentre seguivamo il custode, gli architetti, le guide, l'assistente, il restauratore, i pittori e il direttore tedesco Eike Schmidt nei loro compiti quotidiani, non abbiamo voluto perdere di vista gli spettatori. E così, come i flâneur delle grandi città, ci siamo mescolati ai visitatori. Attraverso il loro sguardo, abbiamo esplorato senza molte parole le opere di Leonardo da Vinci, Michelangelo, Botticelli, Artemisia Gentileschi, Caravaggio e Tiziano.
Prime forme di delcomeficacinematogra-narrazioneoilmuseomemoriatempo
di staccarci dal presente e di intraprendere un intenso viaggio nel tempo. Questo è ciò che ci distingue da altri esseri viventi. E che siano figurative o astratte, le opere d'arte danno alle nostre fantasie una forma, delle storie e un piano di proiezione. Il museo è quindi uno stretto alleato del cinema e padroneggia le forme narrative cinematografiche fin dalle pale d'altare medievali come nelle scene dalla storia della creazione alla resurrezione.
Il materiale della fine della Seconda guerra mondiale che abbiamo trovato nel grande archivio fotografico degli Uffizi, dimostra che è solo grazie a un grande
Ho sempre voluto fare un film su un museo e quando ho incontrato Enrique Sánchez Lansch a un simposio, ci siamo subito trovati d'accordo sull'avventura di realizzare un film sulle Gallerie degli Uffizi.
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Durante i nostri viaggi di ricerca e durante le riprese, siamo rimasti stupiti dal gran numero di giovani visitatori che si accalcavano davanti ai quadri e attorno alle sculture. Quando guardavano questi capolavori, nonostante la confusione tutt'intorno, c'era spesso nei loro occhi un senso di meraviglia e a volte anche di timore, come se incontrassero nei dipinti i loro stessi desideri e le loro stesse paure inconsce.
In quei momenti si aveva la sensazione che non solo gli spettatori stessero guardando i quadri, ma che anche i personaggi raffigurati nei quadri guardassero i visitatori. Questo scambio di sguardi, che scoprimmo nel montaggio del film, avviene ogni giorno nello spazio del museo. Da secoli qui si svolge un dialogo che l'artista Louise Bourgeois una volta ha definito "l'emozione di guardare ed essere guardati".
Corinna Belz, Enrique Sánchez Lansch registi
sforzo nazionale e internazionale e al coraggio e alla passione di molte persone che questa incomparabile, coerente collezione dei Medici esiste ancora dopo tanti cambiamenti di potere e le incursioni della Wehrmacht Latedesca.paceha regnato raramente in Europa e anche ora ci troviamo in tempi estremamente travagliati. Con questo ritratto del secondo museo più antico del mondo e del suo staff, vorremmo esprimere la speranza che nonostante la guerra, le epidemie e l'ignoranza, alla fine non è Marte ma è sempre Venere ad avere l'ultima Ringraziamoparola. Laura Trisorio che ci ha dato l’opportunità di mostrare il nostro film a questo meraviglioso festival.
Settembre 2021
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During our research and filming trips, we were amazed at the large number of young visitors who crowded in front of the paintings on the walls and around the sculptures. When they looked at the masterpieces with open eyes, there was often, despite the commotion around them, a sense of wonder, sometimes even fright, as if they were encountering their own longings and unconscious fears in the pictures.
I always wanted to make a film about a museum and when I met Enrique Sánchez Lansch at a symposium, we quickly agreed on the adventure of making a film about the Gallerie degli Uffizi.
At such moments, one had the feeling that not only the viewers were looking at the pictures, but the people depicted in the pictures were looking at the visitors. Here, this exchange of glances, familiar from the montage in film, is transferred every day into the museum space. For centuries, a dialogue has been taking place here that artist Louise Bourgeois once called "the thrill of looking and being looked at."
Early forms of timebuildingasthestorytellingcinematicormuseumastoragefor Corinna Belz, Enrique Sánchez Lansch directors
Now, in the corridors and halls of the Uffizi, one senses that this museum is also a constant provocation and overload for almost every visitor. In this collection, which has grown over the course of five hundred years, there is actually too much of everything: too many great artists, masterpieces, rooms, Medici family members, centuries, writings, questions, tasks for the employees who "keep the shop running", here and now.
Our film is dedicated to them, the staff. It is about the efforts of all of them, regardless of hierarchical structures. While we followed the caretaker, the architects, the guides, the assistant, the restorer, the painters and German director Eike Schmidt in their everyday tasks, we did not want to lose sight of the Andviewers.so,like the flâneur of the big cities, we mingled with the visitors again and again. Through their eyes, we explored without many words the works of Leonardo da Vinci, Michelangelo, Botticelli, Artemisia Gentileschi, Caravaggio and Titian.
We are indeed trapped within ourselves and the present, but it is art that enables us, just as cinema
On a visit to the library, the director Claudio Di Benedetto summed it up this way: "It is, in some way, disconcerting to become aware that the work we deal with, for example, portraits and other paintings, look at us with condescending superiority, if not disdain, because they view us as anxious with regards to the contemporary."
does, to detach ourselves from the present and embark on an intense journey through time. This is what makes the difference between us and other organisms. And whether representational or abstract, works of art give our fantasies a form, stories and a projection surface. The museum is thus a close ally of cinema and has mastered cinematic narrative forms since the medieval altarpieces such as scenes from the creation story to the resurrection.
September, 2021
We thank Laura Trisorio who gave us the opportunity to show our film at this wonderful festival.
Archival material from the end of the Second World War, which we found in the Uffizi's large photo archive, proves that it is only thanks to a great national and international effort and to the courage and passion of many individuals, that this incomparable, coherent collection of the Medici still exists at all after so many changes of power and the raids of the German Wehrmacht. Peace has rarely reigned in Europe and even now we find ourselves in extremely troubled times. With this portrait of the world's second oldest museum and its staff, we would like to express the hope that despite war, epidemics and ignorance, in the end it is not Mars but always Venus who has the last word.
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14 Filmare è una passione. E quando qualcuno mi chiede perché filmo, io rispondo: per vedere. Filming is a passion. And when someone asks me why I film, I respond: in order to see.
Se alcuni dei miei documentari sono progetti personali, molti sono commissioni, sempre su soggetti legati all'arte, agli artisti, a scrittori, architetti, ai musei. La commissione è un esercizio che richiede esperienza. In una commissione è importante rispettare la richiesta del cliente e rispettare sé stessi in quanto autore e cineasta, resistendo a compromessi inaccettabili. Mi piace pensare che anche se venissi paracadutato con la mia videocamera in un posto qualsiasi, per affrontare un
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Ci vuole molto tempo per avviare una produzione, a volte anni. Allora ho cominciato ad alternare produzioni di lungometraggi con documentari a basso costo. Alla fine sono arrivato a fare dei documentari di lungometraggio, come per il Museo del Louvre, che erano coproduzioni finanziate da emittenti televisive, sia francesi che straniere. La cosa principale per me è non smettere mai di filmare. Ed è per questo che sin dall’inizio ho sempre mantenuto una cinepresa da 16mm, che posso usare da solo, senza un produttore o un team tecnico, quella che una volta si chiamava "caméra stylo". Da qualche tempo, questo tipo di film è diventato ancora più facile grazie alla videocamera, alla sua leggerezza, alla sua economia.
Filmare è una passione. E quando qualcuno mi chiede perché filmo, io rispondo: per vedere. Ho iniziato a realizzare dei film documentari contemporaneamente a dei lungometraggi. Ma erano di quelli che noi chiamiamo "film d'artista", cinema indipendente, senza produttore (come per esempio il mio primo film con Christian Boltanski). L'economia del cinema di finzione è pesante e lenta.
soggetto qualsiasi, sarei sempre in grado di fare un film Neglidignitoso.ultimi anni la mia produzione di documentari è accelerata e aspetto pazientemente il momento di tornare alla fiction. Se la fiction permette di dare realtà a un immaginario personale, il documentario permette di scoprire e conoscere il mondo degli altri filmandolo. Non conosco modo migliore per comprendere intimamente il lavoro di un artista, di uno scrittore, di un architetto o le collezioni di un museo, che analizzandolo con i mezzi del cinema, attraverso il mirino di una cinepresa.
Filmare per vedere Alain Fleischer regista
in order to see Alain Fleischer director
Filming16
For the past few years, I have made an increasing number of documentaries, but I’m patiently waiting to return to full-length fiction. If fiction allows me to bestow reality on personal imagery, then documentaries enable me to learn about the world of others. I know of no better way to intimately understand the work of an artist, a writer, an architect, or the collections of a museum, than by analyzing them through the medium of film through the lens of a camera.
Filming is a passion. And when someone asks me why I film, I respond: in order to see. I began making documentary films and feature films at the same time. But they were, what we call, “art-house films", independent cinema, without producers (like my first film with Christian Boltanski). The economics of fictional cinema is cumbersome and slow.
It takes a long time, sometimes years, to start a production, which is why I began alternating full-length feature films with low-cost documentaries. Eventually, I ended up making feature-length documentaries, like the film about the Louvre Museum, which were co-productions financed by both French and foreign television stations. For me, the most important thing is to never stop filming which is why, since the very start, I’ve always kept a 16mm camera, which I can use by myself without a producer or a technical team, for what used to be called "caméra stylo". For some time now, this type of film has become even easier to make thanks to new generation, low-cost, light-weight video cameras.
If, indeed, some of my films are personal projects, others are commissioned works always associated with art, artists, writers, architects, and museums. Commissions are an exercise that require experience, it’s very important to respect the client’s requests and yourself as an author and a film-maker, and to resist unacceptable compromises. I like to think that even if I were to be parachuted with my camera anywhere, to deal with any subject, I would be able to make a decent film.
indice / film index
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Jean Dupuy Ypudu 32
John Wood and Paul HarrisonThe First Thirty Years 33
J’ai retrouvé Christian B. 31
Wolfgang Laib - Without Time, Without Place, Without Body 40
archittettura e design / architecture and design
Sguardo nomade - Viaggio nel lavoro di Marisa Albanese 37
Inside the Uffizi 30
Eugenio Tibaldi - Anthropogenic Connection 28
Homecoming - Marina Abramović and her Children 29
Aalto 44 Il treno di Sottsass 45 fotografia / photography
arte e dintorni / art and environs
Art21 – Guadalupe Maravilla & The Sound of Healing pag. 22 Art 21 – Michael Rakowitz: Haunting the West 23 Banksy Most Wanted 24 Bochner Boetti Fontana 25
Helmut Newton: The Bad and the Beautiful 48 Nino Migliori. La libera essenza della curiosità 49 Roselena Ramistella - L’isola delle femmine 50
La rivoluzione siamo noi - Arte in Italia 1967/1977 34 Moi, Georg Baselitz 35 Pino 36
Dürer vs Beuys – The Battle 26 Earth/Art 27
The New Bauhaus – The Life & Legacy of Moholy-Nagy 38 Un été à la Garoupe 39
arte e dintorni
nella produzione e realizzazione di cortometraggi sull’arte e sugli artisti contemporanei, hanno realizzato film per il Whitney Museum of American Art, la TATE, Arte TV, lo Storm King Art Center.
Sculptor, performer, and sound healer Guadalupe Maravilla combines his personal experiences as a formerly undocumented immigrant and cancer survivor with ancient, indigenous knowledge to create new rituals for healing. An in-depth look at Maravilla’s multifaceted practice and biography, the film follows the artist as he prepares his solo exhibition at Socrates Sculpture Park in Long Island City, and conducts healing sound performances for his community.
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Scultore, performer e guaritore, Guadalupe Maravilla combina le sue esperienze di vita, come l’essere stato un immigrato senza documenti e l'aver sconfitto il cancro, con antiche conoscenze indigene. Con uno sguardo approfondito al lavoro poliedrico e alla vita di Maravilla, il film segue l'artista mentre prepara una sua personale al Socrates Sculpture Park a Long Island City e mentre esegue performance sonore di guarigione per la sua comunità.
Ava Wiland e Rafael Salazar Moreno sono co-fondatori della RAVA Films e lavorano insieme dal 2012. Producono opere indipendenti per istituzioni, organizzazioni e società del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Specializzati
regia / direction rafael salazar moreno, ava wiland fotografia / photography rafael salazar moreno montaggio / film editing rafael salazar moreno, russell yaffe musica / music lowercase noises, saint mesa, young collective suono / sound pasquin mariani, ava wiland produzione / production art21
Art 21 –ofMaravillaGuadalupe&TheSoundHealing
Stati Uniti, 2021, 10’, inglese
Ian Forster è produttore e regista. Dal 2009 svolge un ruolo primario presso Art21, organizzazione no-profit di New York specializzata nella produzione di documentari sull’arte e sugli artisti. Ha iniziato collaborando alla realizzazione del film William Kentridge: Anything Is Possible, vincitore del Peabody Award, in seguito a cinque stagioni del progetto
Art in the Twenty-First Century. Dal 2012 ha supervisionato la serie digitale Extended Play e prodotto oltre cento brevi ritratti di artisti contemporanei tra i più acclamati e innovativi di oggi. I suoi film vengono proiettati in numerosi festival internazionali. Recentemente ha diretto gli episodi della serie London e Johannesburg.
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theRakowitz:MichaelHauntingWest
Art 21 –
Attingendo al suo patrimonio culturale iracheno-ebraico, lo scultore Michael Rakowitz denuncia gli abituali sistemi di espropriazione delle opere d'arte da parte dei musei internazionali dai luoghi di origine. L'artista ricorda quando da bambino sua madre lo portò a vedere i rilievi esposti nelle gallerie assire del British Museum e si pose la domanda sul perchè fossero lì. Questo episodio lo ha spronato a esplorare modi per sovvertire il ruolo imperialista dei musei.
Stati Uniti, 2021, 12’, inglese
regia / direction ian forster fotografia / photography jarred alterman, ian forster, andrew kemp, keith walker montaggio / film editing thomas niles musica / music blue dot sessions, nazem al-ghazali suono / sound rich pooler produzione / production art21
Drawing on his Iraqi-Jewish heritage, Michael Rakowitz critiques ongoing systems of colonization in his work. The artist recounts a formative memory from his childhood, when his mother took him to see reliefs depicting the lion hunt of Ashurbanipal in the Assyrian galleries at the British Museum and posed the question, "What is this doing here?". This episode stimulated him to explore manners in which the imperialist roles of museums may be subverted.
Aurélia Rouvier è una regista francese. È stata reporter per diversi programmi culturali trasmessi in Francia. Nel 2015 ha collaborato a una serie di otto documentari, Trésors volés, che ripercorrono le incredibili storie di famosi furti d'arte. Dal 2017 è coautrice di documentari sulle varie “coppie” nella storia dell'arte come: Nadia e Fernand Léger, Niki de Saint-Phalle e Jean Tinguely, Arman e Yves Klein, Edgard Degas e Mary Cassatt, Alberto Giacometti e André Derain. Banksy Most Wanted è il suo primo lungometraggio.
Stati Uniti, 2020, 82’, inglese, francese
Chi è Banksy? Grazie al suo anonimato, da oltre venticinque anni si continua a fantasticare su chi si nasconda dietro questo nome. Attraverso vere e proprie indagini investigative, il film rivela diversi aspetti della sua personalità, le sue idee politiche, il suo impegno per le cause ambientali e i rifugiati politici, i suoi legami con la scena musicale, il suo lato imprenditoriale.
regia / direction aurélia rouvier, seamus haley fotografia / photography joseph haley, mathias denizo, thibault delavigne, raoul seigneur montaggio / film editing seamus haley musica / music thomas carteron, editions makever music, parigo music suono / sound sébastien tete produzione / production cross borders films, scarlett production, canal+coproduction
Seamus Haley è nato nel 1980 ed è specializzato in montaggio cinematografico. Ha lavorato come montatore di documentari in film come Goldman Sachs: The Bank Which Rules the World diretto da J. Fritel; Casablancas, the Man who loved Women di H. Woroniecki e Hostages di M. Peyrard & D. Vercaemer. È anche co-fondatore di Ceresa Films, una società di produzione dedicata a documentari creativi mostrati e premiati a livello internazionale in festival come Visions du réel. Banksy Most Wanted è il suo primo lungometraggio.
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Banksy Most Wanted
Who is Banksy? Thanks to the anonymity he has maintained for over 25 years, people have been fantasizing as to exactly who is hiding behind this name. Through veritable investigations, the film unveils various aspects of his personality, his political ideas and his commitment to environmental causes and political refugees, his ties to the world of music and his entrepreneurial streak.
Bochner Boetti Fontana
sulle mostre o sul lavoro di artisti quali Carl Andre, Francesco Arena, Alberto Giacometti, Josef Albers, Michelangelo Pistoletto, VALIE EXPORT, Francesco Vezzoli, Pawel Althamer, Marinella Senatore, John Armleder e Anna Maria Maiolino. Collabora con Magazzino Italian Art (NY) fin dalla sua fondazione nel 2017 producendo documentari sulle diverse attività programmate.
regia / direction domenico palma fotografia / photography angelo vasta, domenico palma, alexa hoyer montaggio / film editing domenico palma musica / music meydän, jonathan haidle, chad crouch, david hilowitz produzione / production magazzino italian art foundation
This documentary provides a behind-the-scenes look into the exhibition Bochner Boetti Fontana, on view at Magazzino Italian Art in New York in October 2020. Curated by artist Mel Bochner in collaboration with Magazzino, the exhibition examines the formal, conceptual, and procedural affinities in the work of Mel Bochner, Alighiero Boetti, and Lucio Fontana and relates the artistic movements that simultaneously developed in the 1960s and 1970s: Spatialism and Arte Povera in Italy, Processual and Conceptual Art in the United States. The film features interviews with artist Mel Bochner, Magazzino Co-founder Nancy Olnick, and eminent art historians Bruno Corà and Laura Cherubini.
Questo documentario racconta il dietro le quinte della mostra Bochner Boetti Fontana presentata al Magazzino Italian Art di New York nell'ottobre 2020. Curata dall'artista Mel Bochner in collaborazione con Magazzino, la mostra esamina le affinità formali, concettuali e procedurali nel lavoro di Mel Bochner, Alighiero Boetti e Lucio Fontana e mette in relazione i movimenti artistici che si sono sviluppati contemporaneamente negli anni Sessanta e Settanta: Spazialismo e Arte Povera in Italia, Arte Processuale e Concettuale negli Stati Uniti. Il film contiene interviste con l'artista Mel Bochner, la co-fondatrice di Magazzino Nancy Olnick e gli storici dell'arte Bruno Corà e Laura Cherubini.
Domenico Palma, cineasta e docente di Storia delle arti visive e Storia del cinema, realizza documentari e film sull’arte contemporanea. Focus delle sue produzioni sono il racconto e la documentazione delle fasi della realizzazione di un’opera, in particolare opere site-specific, performance, installazioni e mostre. Collabora con numerosi musei, fondazioni, gallerie e artisti. Ha realizzato film
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Stati Uniti, 2020, 18’, inglese, italiano
is an imaginary dialogue between Albrecht Dürer and Joseph Beuys. While Beuys would have become 100 years in 2021, Dürer would have celebrated his 550th birthday. It’s an ironical battle between two great German artists and a humorous characterisation of the two egos. In addition there are quotes by Anselm Kiefer (who was a master student of Joseph Beuys), Erwin Wurm and Klaus Albrecht Schröder, the director of the Albertina Museum in Wien where the famous Dürer's Hare of is stored. The hare moderates the "fight" of the two giants with a humanistic attitude. The shortfilm is made with a technique that is similar to deepfake. While the actors interpreted the text, their faces and mimic were recorded. With a software the faces were matched with the faces of the artists then.
Germania, 2021, 7’, tedesco
Thepremi.film
Dürer vs Beuys –The Battle
regia e dialoghi/ direction and dialogues peter schiering beuys aljoscha stadelmann dürer e lepre / dürer and hare christian senger fotografia / photography christian haake, björn kathöfer montaggio / film editing florian conrad, philipp borgmann realtà estesa / extended reality maximilian werkhausen produzione / production 3sat matthias brandt, copyright ZDF 2021
Jankowsky, Erwin Wurm e John Bock. Ha realizzato un progetto cinematografico con Gregor Schneider sulla "Casa di Goebbels" a Mönchengladbach e ritratti di artisti come Ulay, Marina Abramović, Alice Aycock, Kaari Upson, Katharina Sieverding e Bunny Rogers. I suoi film hanno vinto numerosi
Peter Schiering è un regista berlinese nato nel 1967 e specializzato in arte, fotografia e musica. Dal 1996 lavora per l’emittente tedesca ZDF al programma Kulturzeit per cui ha ideato il format Aspekte als Kunswerk, una serie di episodi di 45 minuti creati direttamente dagli artisti come un’opera d’arte, tra questi Christian
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Il film imbastisce un dialogo immaginario tra Albrecht Dürer e Joseph Beuys ambientandolo nel 2021, quando Beuys avrebbe compiuto 100 anni e Dürer avrebbe festeggiato il suo 550° compleanno. È una battaglia ironica tra i due grandi artisti tedeschi e una caratterizzazione umoristica dei due ego. Troviamo citazioni di Anselm Kiefer, che è stato allievo di Joseph Beuys, di Erwin Wurm e di Klaus Albrecht Schröder, direttore dell'Albertina Museum di Vienna dove è conservata la famosa Lepre di Dürer. La lepre, in sembianze umane modera la "lotta" tra i due giganti. Il cortometraggio è realizzato con una tecnica simile al deepfake: mentre gli attori recitavano i testi, i loro volti e la loro mimica sono stati registrati e poi abbinati ai volti dei due artisti.
The film plays on a fusion of the words Earth and Art to describe how contemporary artists are addressing the issue of climate change. Through the testimony of already historicized artists like Michelangelo Pistoletto and Christo; of young artists who use the language of murals, like Pejac and Iena Cruz; technological designers including Alper Dostal, Studio Roosegaarde and the Accurat Group; as well as true ecologists like Olafur Eliasson; those who envision new forms of landscapes, such as Eugenio Tibaldi; or who examine the environment in relation to people such as Elena Mazzi and Amar Kanwar; or who break the law with a smile like Guerrilla Gardening, and viewed from the perspective of critics such as Germano Celant and Carolyn Christov-Bakargiev, we retrace some of the most significant works.
Italia, 2019, 51’, italiano regia / direction monica taburchi montaggio / film editing filippo gamen, loriana lucarini produzione / production rai cultura
Earth/Art
Il film gioca sull'unione delle parole Terra e Arte per raccontare come gli artisti contemporanei si pongono di fronte alla questione dei cambiamenti climatici. Attraverso le testimonianze di artisti già storicizzati come Michelangelo Pistoletto o Christo; di giovani che usano il linguaggio del murale, come Pejac o Iena Cruz; di designer tecnologici come Alper Dostal, Studio Roosegaarde o il gruppo Accurat; di veri ecologisti come Olafur Eliasson; di chi immagina nuove forme di paesaggio come Eugenio Tibaldi; di chi studia l’ambiente in rapporto alle persone, come Elena Mazzi o Amar Kanwar; di chi con il sorriso infrange la legge, come i Guerrilla Gardening, e con lo sguardo di critici come Germano Celant e Carolyn Christov-Bakargiev, ripercorriamo alcune delle opere più significative.
Monica Taburchi è autrice e regista televisiva. Ha realizzato molti documentari e programmi televisivi e ha lavorato per
Rai Cultura, tra gli altri per i programmi a.C.d.C. e Art Night.
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trasmessi dalle televisioni italiane ed europee e presentati nei principali festival di
Thesettore.documentary
Eugenio Tibaldi –ConnectionAnthropogenic Italia, 2020, 20’, italiano, inglese
narrates the genesis and the actualization of Eugenio Tibaldi’s sitespecific installation at the Zoma Museum in Addis Abeba. Curated by Meskerem Assegued and Adriana Rispoli, Anthropogenic Connection is composed of two works, Anthropogenic Bridge and Anthropogenic Herbarium: the former is a “non-bridge” which invites the viewer to interact while the latter is a special travel diary in the form of an herbarium. The project constitutes the last chapter of Under the Spell of Africa, a wide-ranging programme curated by Adriana Rispoli between 2019 and 2020 within the context of the Italia Cultura Africa promoted by the Ministry of Foreign Affairs.
Lorenzo Cioffi è produttore e regista specializzato nel documentario. Dal 2008 a oggi ha realizzato oltre trenta documentari
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Il documentario racconta la genesi e la realizzazione dell'installazione site-specific che Eugenio Tibaldi ha realizzato presso il Museo Zoma di Addis Abeba. Con la curatela di Meskerem Assegued e Adriana Rispoli, il progetto Anthropogenic Connection si è articolato nelle due opere Anthropogenic Bridge e Anthropogenic Herbarium: il primo è un "ponte-non ponte" che invita il fruitore all'interazione, il secondo un particolare diario di viaggio sotto forma di erbario. Il progetto costituisce l'ultimo capitolo di Under the Spell of Africa, progetto più ampio curato da Adriana Rispoli tra il 2019 e il 2020, nell'ambito del programma Italia Cultura Africa promosso dal Ministero degli Affari Esteri.
regia / direction lorenzo cioffi fotografia / photography amensisa ifa, shimelis tadesse, gianluca mamino, lorenzo cioffi montaggio / film editing andrea dal mare musica / music renato grieco produzione / production istituto italiano di cultura adis abeba, ladoc
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Serbia, 2020, 83’, inglese, serbo
Šnajder al Teatro Nazionale di Belgrado e messo in scena L’histoire du soldat di Stravinski. È stato direttore artistico dell'Eurovision Song Contest, uno dei fondatori del festival serbo MTS Visions e per molti anni direttore creativo della Televisione Nazionale della Serbia. I suoi romanzi, pubblicati dalla casa editrice Geopoetika, hanno vinto prestigiosi premi.
Il film è incentrato su The Cleaner, la retrospettiva itinerante di Marina Abramović con destinazione finale Belgrado, città natale dell’artista. La mostra contempla tutta la sua vita, soffermandosi sui dilemmi della sua giovinezza, gli amori sbagliati, il suo modo speciale di definire la solitudine. Viene esplorato inoltre il fenomeno della re-performance attraverso l’interpretazione delle sue celebri performance da parte di giovani artisti.
Homecoming –Marina Abramović and her Children
regia / direction boris miljković fotografia / photography andreja leko montaggio / film editing nikola purić musica / music petar antonović suono / sound petar antonović produzione / production akcija produkcija, LLC marina abramović
Boris Miljković è autore e regista. Negli anni ’80 ha realizzato numerosi film e programmi televisivi. I suoi video sono stati presentati anche al Museum of Modern Art e al Museum of Contemporary History di Huston. Negli ultimi decenni ha realizzato numerosi spot televisivi, video musicali e video per produzioni teatrali. Ha diretto lo spettacolo La sposa del vento di Slobodan
The film centers on The Cleaner, a traveling retrospective exhibition by Marina Abramović with its final destination in Belgrade, the artist’s hometown. It contemplates her whole life, including dilemmas from her youth, misguided love affairs, and her special way of defining loneliness. The phenomena of reperformance is explored through the interpretation of her celebrated performances by young artists.
Nel backstage della Galleria degli Uffizi, uno dei più antichi musei del mondo costruito nel 1561, ogni compito diventa un rito. Incontriamo l’appassionato staff del direttore tedesco Eike Schmidt, i suoi assistenti, gli architetti, i custodi, il portiere. Assistiamo a delicate trattative con l'artista inglese Antony Gormley per il posizionamento di una sua scultura. Nel frattempo siamo invitati a immergerci nelle opere di maestri come Piero della Francesca, Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Andrea Commodi, Tiziano. Scene di guerra e di un attentato mafioso subìto mostrano la storia dei pericoli affrontati e gli enormi sforzi perpetrati per proteggere e salvaguardare questa collezione unica per le nuove generazioni.
Inside the Uffizi
Il regista spagnolo-tedesco Enrique Sánchez Lansch vive a Berlino. Ha studiato musica classica, letteratura, filosofia e cinema. Tra i suoi film che hanno ricevuto numerosi premi ricordiamo: Rhythm is it!, 2004; The Reich Orchestra – The Berlin Philharmonics and National Socialism, 2007; Piano Encounters, 2010; A Symphony of Noise, 2021.
Corinna Belz è regista, produttrice e docente ed è una delle documentariste tedesche più note in Germania. Ha lavorato inizialmente come autrice radiofonica e assistente alla regia di Helga Reidemeister. Tra i suoi film ricordiamo: Life after Microsoft, 2001; Gerhard Richter Painting, 2011, che ha ricevuto il German Film Award; Peter Handke. In the Woods, Might be Late, 2016.
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Germania, 2021, 96’, inglese, italiano, tedesco regia / direction corinna belz, enrique sánchez lansch fotografia / photography johann feindt, thomas riedelsheimer montaggio / film editing anne fabini musica / music christoph kaiser, julian maas suono / sound andreas hildebrandt, filipp forberg produzione / production zero one film gmbh , thomas kufus
In the backstage of the Uffizi Gallery built in 1561, one of the oldest museums in the world, every task becomes a ritual. We meet the passionate staff of German director Eike Schmidt, his assistants, architects, custodians and the concierge. We witness sensitive negotiations with British artist Antony Gormley over the placement of one of his sculptures. Meanwhile, the film invites us to immerse ourselves into the works of old masters such as Piero della Francesca, Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Caravaggio, Artemisia Gentileschi, Andrea Commodi, and Titian. Wartime scenes and a Mafia bomb attack show the history of threats and the endless efforts to protect and maintain this unique collection for future generations.
J’ai retrouvé Christian B.
Questo film è il frutto di una collaborazione cinquantennale tra Christian Boltanski e il regista Alain Fleischer. Iniziato nel 1969 con l’interminabile progetto cinematografico Quelques activités de Christian B., è proseguito ovunque l’opera di Boltanski sia stata esposta in Francia o all’estero e rappresenta la storia di una lunga amicizia tra due artisti. Le riprese dell’ultimo episodio À la recherche de Christian B., sono state realizzate nel dicembre 2019 in occasione della retrospettiva al Centre Pompidou intitolata Faire son temps, poco tempo prima della sua morte avvenuta nel luglio 2021.
Francia, 2020, 90’, francese regia / direction alain fleischer fotografia / photography alain fleischer montaggio / film editing baptiste evrard musica / music siegfried canto suono / sound blandine tourneux produzione / production artline, le fresnoy, nowhere films
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Alain Fleischer è scrittore, regista, artista e fotografo. Ha diretto circa trecentocinquanta film di generi diversi come lungometraggi, film sperimentali, documentari d'arte. Ha pubblicato più di
cinquanta libri tra romanzi, racconti e saggi ed è il fondatore e direttore del FresnoyStudio national des arts contemporains, una scuola superiore per il cinema, i media e le arti digitali.
This film is the result of a fiftyyear exchange and partnership between Christian Boltanski and Alain Fleischer. Starting in 1969 with the never-ending film project Some Activities of Christian B., it has continued wherever Boltanski’s work has been shown in France and abroad and is the story of a long friendship between two artists. The last episode of In Search of Christian B. was filmed in December 2019 during the retrospective exhibition at the Centre Pompidou entitled Faire son temps, shortly before his death in July 2021.
into the life and work of Jean Dupuy, an artist with multiple lives: trailblazer in technological art, performer and organiser of artistic soirées in the effervescence of New York in the 1970-1980’s, who became a ‘graphologist’, hermit, tinkerer and anagrammer who withdrew at the end of his life to Pierrefeu, a village perched at the top of a mountain in the hinterland of Nice. The film intertwines in private conversations between Jean Dupuy and the film director, and personal testimony from various people who knew him. Most of the archive images are seen here for the first time, and enable viewers to follow Dupuy’s itinerary and place his actions in their historic and artistic context.
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TheValenciennes.filmdelves
Il film approfondisce la vita e l’opera di Jean Dupuy, artista dalle molteplici vite. Pioniere dell'arte tecnologica e animatore di eventi artistici nell'effervescente atmosfera della New York degli anni Settanta, ma anche grafologo, eremita, inventore di anagrammi che alla fine della sua vita ha scelto di ritirarsi a Pierrefeu, un villaggio arroccato in cima a una montagna nell'entroterra di Nizza dove è morto all’età di 95 anni. Il film intreccia conversazioni private tra Dupuy e il regista e testimonianze personali di vari personaggi che lo hanno conosciuto. Immagini d’archivio, per la maggior parte inedite, consentono agli spettatori di seguire il percorso di Dupuy e collocare le sue azioni nel loro contesto storico e artistico.
Nazionale di Architettura di Versailles. Dal 2010 al 2014 ha diretto il laboratorio di ricerca Memory at Work presso l'École Supérieure des Beaux-Arts di Avignone e dal 2016 al 2019 ha co-diretto il progetto trasversale LED (Digital Experiences) presso l'École Supérieure Rubika di
Jean Dupuy Ypudu
Francia, 2021, 52’, francese, inglese
regia / direction gilles coudert fotografia / photography damien faure, gilles coudert montaggio / film editing damien faure musica / music augustin dupuy suono / sound damien faure, gilles coudert produzione / production a.p.r.e.s production, vosges tv Gilles Coudert è autore, regista e produttore di film documentari. Da oltre trent’anni sostiene, documenta e analizza la creatività contemporanea. Ha realizzato numerosi film e diretto raccolte di DVD e libri sulle arti visive e l'architettura per le Edizioni a.p.r.e.s. Ha insegnato all'Università di Angers e alla Scuola
John Wood and Paul Harrison have worked together for thirty years making videos in which they are the protagonists of visually powerful, paradoxical actions. Their language is characterized by a conceptual and at the same time ironic approach. They are the only protagonists of their videos in which they give life to short actions that take place in carefully constructed studio scenarios.
Paul Harrison (1966) e John Wood (1969), lavorano insieme nell’ambito della videoarte dal 1993. Le loro opere sono nelle collezioni dei più noti musei internazionali come la Tate Gallery di Londra, il MoMA di
John Wood e Paul Harrison hanno lavorato insieme per trent’anni realizzando video in cui sono protagonisti di azioni paradossali, di forte impatto visivo. Il loro linguaggio è caratterizzato da un approccio concettuale e allo stesso tempo ironico. Sono gli unici protagonisti dei loro video dove danno vita ad azioni di breve durata che si svolgono in scenari accuratamente costruiti in studio. Il film mostra il backstage dei loro lavori ed è stato definito dagli artisti stessi “un documentario sul modo di lavorare, sull’invecchiare, sul fare errori, su come fare ogni tanto le cose giuste, sulle cose della vita di tutti i giorni”.
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New York, il Centre Pompidou, il Tel Aviv Museum, il New Museum e l’Art Gallery di Walsall, la Ludwig Collection di Aquisgrana, la Kadist Foundation di Parigi, la British Council Collection.
lloyd cole produzione / production
john wood, paul harrison fotografia / photography
The film showcases the backstage of their works and has been defined by the artists themselves as “a documentary on how to work, on growing old, on making mistakes, on how to occasionally do the right things and on the everyday things in life."
John Wood and Paul Harrison – The First Thirty Years Regno Unito, 2020, 37’, inglese
regia / direction
john wood, paul harrison montaggio / film editing
john wood, paul harrison musica / music
john wood and paul harrison
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La rivoluzione siamo noi –Arte in Italia 1967/1977
Tra il 1967 e il 1977 l’arte italiana vive un momento di gloria sulla scena artistica internazionale e diventa espressione del cambiamento sociale e politico. Galleristi e critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più audaci, come Joseph Beuys, Herman Nitsch o Marina Abramović, che trovano in Italia la possibilità di sperimentare liberamente linguaggi visionari e innovativi. Il film, nato da un’idea di Ludovico Pratesi e Ilaria Freccia, descrive il periodo in cui l’Italia era il centro internazionale.dell’avanguardia
documentari televisivi che hanno ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Dopo La rivoluzione siamo noi - Arte in Italia 1967/1977, sta realizzando il lungometraggio Wildfire e la serie a episodi Priceless Gift: The Life and Death of Jane Stanford Between.
1967 and 1977, Italian Art experiences a moment of glory on the international art scene and becomes an expression of social and political change. Gallerists and Italian critics open their doors to the boldest international artists, like Joseph Beuys, Herman Nitsch or Marina Abramović, who find in Italy the opportunity to freely experiment with visionary and challenging languages. The film, based on an idea by Ludovico Pratesi and Ilaria Freccia, describes a period when Italy was the centre of international avant-garde.
Ilaria Freccia ha lavorato come fotografa e filmmaker per la compagnia sperimentale Mabu Mines di New York. È stata produttrice associata della serie di documentari The Great Pleasure Hunt diretta da Elliott Erwitt per la HBO. Ha diretto e prodotto molti
regia / direction ilaria freccia fotografia / photography sabrina varani, giovanni zoppeddu montaggio / film editing patrizia penzo musica / music pietro freddi suono / sound marco furlani produzione e distribuzione / production and distribution istituto luce cinecittà
Italia, 2020, 83’, italiano
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Moi, Georg Baselitz
Heinz Peter Schwerfel è nato nel 1954, è regista e critico d'arte e vive tra Parigi e Colonia. Nel 1985 ha fondato la società Artcore Film, specializzata in documentari sull’arte e la cultura. I suoi film su Georg Baselitz, Rebecca Horn, Bruce Nauman, Alex Katz, Christian Boltanski sono stati presentati in varie retrospettive in musei di tutto il mondo. È fondatore e direttore artistico del festival internazionale di
Francia, 2019, 51’, francese
regia / direction heinz peter schwerfel fotografia / photography lionel jan kerguistel, nedjma berder, sélim bibi moreau montaggio / film editing philippe puicouyoul musica / music ulrich lask suono / sound patrick mauroy, noël morrow produzione / production schuch productions, centre pompidou
film d'artista Kino der Kunst di Monaco di Baviera. Tra i suoi film recenti: Fosse, un'opera concepita da Christian Boltanski, Jean Kalman e Frank Krawczyk nel parcheggio del Centre Pompidou; In Conversation with..., una serie di 12 film di 20-35' con artisti come Matthew Barney, Cao Fei, Sue de Beer, Shazeh Dawood, Isaac Julien.
Georg Baselitz, uno dei più noti artisti contemporanei, considera il suo lavoro come una sfida alla percezione convenzionale. Le sue opere sono esposte nei musei più prestigiosi del mondo e i suoi quadri sono molto richiesti sul mercato dell’arte. Per più di trent’anni il regista Heinz Peter Schwerfel lo ha filmato registrando le sue dichiarazioni ed esplorando il suo linguaggio artistico. Nell’ottobre 2021 il Centre Pompidou celebra il lavoro dell'artista attraverso una grande retrospettiva.
Georg Baselitz, one of the most well-known contemporary artists, sees his work as a challenge to conventional perception. His works are exhibited in the world’s most prestigious museums and his paintings are in great demand on the art market. For more than thirty years, director Heinz Peter Schwerfel filmed him recording his declarations and exploring his artistic language. In October 2021 the Centre Pompidou will celebrate the artist’s work through a major retrospective.
Pino
Roma, the summer of 1968. At the pinnacle of his artistic career, Pino Pascali died at a very young age in a motorbike accident. His death marks the passing of one of the protagonists of an extraordinary creative season in Italian art. Fifty years later, the Pascali Museum in Polignano a Mare, the artist's birthplace, bought and exhibited his work entitled Five silkworms and a cocoon. The story of the return to his origins provides the opportunity to reflect on Pascali in a narrative dimension in which space and time bend and vanish.
regia / direction walter fasano fotografie / photographs pino musi, pino pascali, claudio abate, elisabetta catalano, ugo mulas musica / music nathalie tanner voci / voices suzanne vega, alma jodorowsky, monica guerritore, michele riondino produzione / production passo uno
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Italia, 2020, 60’, inglese, francese, italiano
Roma, estate 1968. Pino Pascali, all'apice di un fulminante percorso artistico, muore giovanissimo in un incidente motociclistico. Con lui scompare uno dei protagonisti di una straordinaria stagione creativa dell'arte italiana. Cinquant'anni dopo, il Museo Pascali di Polignano a Mare, terra d'origine dell’artista, compra ed espone la sua opera Cinque bachi da setola e un bozzolo. Il racconto del ritorno nei luoghi delle sue origini è l'occasione per una riflessione su Pascali in una dimensione narrativa in cui spazio e tempo si piegano e si cancellano.
Walter Fasano è nato a Bari nel 1970. Attivo come montatore dai primi anni '90, nel 2013 ha diretto Bertolucci on Bertolucci assieme a Luca Guadagnino, di cui ha montato gran parte della filmografia. Fra gli altri, ha montato per Dario Argento, Park Chan-Wook, Ferzan Ozpetek, Maria
Sole Tognazzi, Igort, i Fratelli D’Innocenzo, Edoardo Gabbriellini, Chino Moya, Marco Ponti. Come sceneggiatore ha vinto con Guadagnino e James Ivory il David di Donatello per Chiamami col tuo nome, per cui è stato premiato anche con il Nastro d'Argento per il montaggio.
Marisa Albanese describes her creative process by addressing the issues of travel, migration and the interaction between vision and gesture. The artist accompanies us to her studio where she discusses her most recent exhibitions in which environment installations, sculpture and design are brought together. A manner of expression which always brings the limitations of one’s own vision into play.
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regia / direction fiamma marchione fotografia / photography fiamma marchione montaggio / film editing fiamma marchione
suono / sound kammermuzak, carlo di gennaro produzione / production artecinema produzioni
Sguardo nomade –Viaggio nel lavoro di Marisa Albanese
Fiamma Marchione nasce a Napoli. Dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte si trasferisce a Roma per frequentare un corso di Graphic Design che completa a Madrid. Nel 1994 gira il suo primo video Color pelle per l’artista Marisa Albanese, di cui è anche protagonista. Nel 2000 inizia a lavorare come assistente di produzione alla realizzazione di servizi fotografici per la rivista londinese Wallpaper. Nel 2001 si trasferisce a Milano dove completa la sua
formazione. Nel 2002 lavora al suo primo mediometraggio The Screen e dopo poco al suo primo cortometraggio intitolato Môrgh che viene selezionato al Festival del Cinema di Venezia. Ha così inizio un lungo percorso che la porterà a lavorare nel cinema, nel teatro e a collaborare con numerosi musei e artisti, in Italia e all'estero. Si specializza in documentari d’arte e nel 2019 Sguardo Nomade viene selezionato al FIFA di Montréal. Oggi vive e lavora a Napoli.
Marisa Albanese descrive il suo processo creativo affrontando i temi del viaggio, delle migrazioni e dell’interazione tra visione e gesto. L’artista ci accompagna nel suo studio e ci parla delle sue mostre dove convivono installazioni ambientali, sculture e disegni. Un fare espressivo che mette sempre in gioco i confini del proprio sguardo.
Italia, 2017, 18’, italiano
regia / direction alysa nahmias fotografia / photography petter ringbom montaggio / film editing Miranda Yousef musica / music dennis mcnany suono / sound elie aufseesser, paul keyworth, taron allison produzione / production opendox productions, ajna films
During the 1920s, the emerging artist László Moholy-Nagy (1895-1946) taught at the revolutionary Bauhaus School in Weimar. An innovator and a visionary, the approach he developed as a teacher became his work ethic: to train artists to live “happier lives in modernity”. Forced into exile during the Nazi regime, he moved to Chicago where, at the New Bauhaus and through the Institute of Design, he challenged students to create human-centric design. Objects which have become omnipresent in our culture, such as Dove soap, the Honey Bear bottle, and the cover of the first issue of Playboy, were designed by New Bauhaus students and alumni. Moholy’s production remained “relentlessly experimental”, with pioneering works which were realized in various media spanning the gamut from painting to photography, typography, collages, sculpture and films.
Alysa Nahmias si è laureata alla New York University e alla Princeton University ed è membro dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. È fondatrice e direttrice esecutiva di Ajna Films, una società di produzione con sede a Los Angeles. Il suo documentario di debutto, Unfinished Spaces, ha vinto un Independent Spirit Award nel 2012 e numerosi altri premi
ed è nella collezione del MoMA. I suoi film sono stati presentati al Sundance, SxSW, Sheffield Doc/Fest e alla Berlinale. Fa parte dell'American Institute of Architects, dell'International Documentary Association, dell’Independent Feature Project, di Women Make Movies. È membro del Sundance Momentum e consulente al Sundance Catalyst Forum.
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Negli anni venti, l'artista emergente László Moholy-Nagy (1895-1946) venne chiamato ad insegnare alla rivoluzionaria scuola Bauhaus di Weimar. Innovatore e visionario, si dedicò a formare artisti per vivere "vite più felici nella modernità". Costretto all'esilio dai nazisti, si trasferì a Chicago dove, al New Bauhaus e attraverso l'Institute of Design, sfidò gli studenti a creare un design centrato sull'uomo. Oggetti che ora sono onnipresenti nella nostra cultura, come la saponetta Dove, l'Honey Bear e la copertina del primo numero della rivista Playboy, sono stati disegnati da studenti ed ex alunni del New Bauhaus. La produzione di Moholy rimase "incessantemente sperimentale", con lavori pionieristici creati attraverso linguaggi diversi come pittura, fotografia, tipografia, collage, scultura e film.
The New Bauhaus –The Life & Legacy of Moholy-Nagy
Stati Uniti, 2019, 89’, inglese
regia / direction françois lévy-kuentz fotografia / photography olivier raffet montaggio / film editing christine marier musica / music michel portal suono / sound bruno lagoarde-segot produzione / production mélisande films, sophie faudel
Man Ray and his young partner Ady Fidelin, meet a group of friends at the hotel Vastes Horizons, in the village of Mougins in Provence. There are the poet Eluard and his wife Nusch, Roland Penrose and his future spouse Lee Miller, Picasso and Dora Maar. Man Ray films his friends with his camera constructing little sketches that accompany the story told in this film.
Estate 1937, Man Ray e la sua giovane compagna Ady Fidelin, incontrano un gruppo di amici all'Hôtel Vaste Horizon, nel villaggio di Mougins in Provenza. Ci sono il poeta Eluard e sua moglie Nusch, Roland Penrose e la sua futura sposa Lee Miller, Picasso e Dora Maar. Man Ray riprende i suoi amici con la telecamera costruendo i piccoli sketch che accompagnano la storia raccontata in questo film.
Un été à la Garoupe
François Lévy-Kuentz è nato nel 1960 a Parigi. Ha studiato cinema alla Sorbonne Nouvelle ed è autore e regista. Nel 1989 ha realizzato il suo primo film sull'arte, Man Ray, 2 bis rue Férou. In seguito ha lavorato tre anni alla rivista Ramdam TV, realizzando una cinquantina di ritratti di artisti e scrittori. Nel 1994, ha scritto e diretto Aux Arts etcaetera, un programma settimanale dedicato alle arti visive trasmesso su Paris Première. Da oltre
Summerinternazionali.1937,
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vent’anni si dedica prevalentemente ai film sull'arte, realizzando grandi monografie su artisti come Pascin, Marc Chagall, Man Ray, Yves Klein, Salvador Dalí, Piet Mondrian, Alexander Calder e documentari su vari movimenti artistici: Le scandale impressionniste; Quand l'art prend le pouvoir. Molte di queste monografie, scritte insieme al fratello Stéphan Lévy-Kuentz, sono state premiate in diversi festival
Francia, 2020, 52’, francese
Wolfgang Laib is internationally renowned for his minimal, powerfully symbolic works, realized with natural elements such as pollen, honey, milk, rice and beeswax. A spiritual artist both in his art and in his life, he merges the East with the West in his daily life as well as in his creative processes. The film retraces the passages which led to the realization of the Without Time, Without Place, Without Body exhibition, a truly singular project involving sites of extraordinary historical and artistic value of Florence such as the Basilica di Santa Croce, the Palazzo Medici Riccardi, the Rucellai Chapel and the San Marco Convent. The Renaissance magnificence of the art of Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Benozzo Gozzoli and Beato Angelico elicits discourse with minimalist works realised with natural materials.
regia / direction francesco cacchiani fotografia / photography francesco faralli, alessio lavacchi, davide castagnetti, francesco cacchiani montaggio / film editing francesco cacchiani musica / music salt of the sound, jon gegelman, michael vignola, kyle preston produzione / production MUS.E, museo novecento firenze
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Wolfgang Laib è noto nel mondo per le sue opere minimali di grande potenza simbolica realizzate con elementi naturali come il polline, il miele, il latte, il riso, la cera d’api. Artista dello ‘spirituale’ nell’arte e nella vita, unisce nel suo quotidiano e nella sua pratica creativa l’Oriente con l’Occidente. Il film ripercorre le tappe che hanno portato alla realizzazione della mostra Without Time, Without Place, Without Body, che ha coinvolto luoghi di straordinario valore storicoartistico di Firenze come la Basilica di Santa Croce, il Palazzo Medici Riccardi, la Cappella Rucellai e il Convento di San Marco. Vediamo la magnificenza rinascimentale dell’arte di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Benozzo Gozzoli e Beato Angelico dialogare con opere minimali realizzate con materiali naturali.
e reportage di mostre come: Human, Antony Gormley, 2015; Jeff Koons in Florence, 2015; Ai Weiwei Libero, 2016; Bill Viola. Rinascimento Elettronico, 2017; Marina Abramović. The Cleaner, 2018; Natalia Goncharova a Palazzo Strozzi, 2019; American Art 1961-2001 - Le collezioni del Walker Art Center. Da Andy Warhol a Kara Walker, 2021.
Italia, 2021, 42’, inglese, italiano, tedesco
Francesco Cacchiani è nato a Firenze nel 1976 e si è laureato in cinema e teatro al Dams di Bologna. Dopo aver fondato la Bunker Film, ha seguito la regia di spot pubblicitari, video industriali, cortometraggi e documentari. Negli ultimi anni si è concentrato in particolare sul mondo dell’arte, degli eventi e dei social network, realizzando e dirigendo varie tipologie di contenuti video, fra cui teaser
Wolfgang Laib –Without Time, Without Place, Without Body
earchitetturadesign
Virpi Suutari è nata nel 1967, vive e lavora a Helsinki ed è regista e produttrice. Membro dell’Accademia europea del cinema, Dottore honoris causa in lettere dell’Università della Lapponia, è nota per il suo stile cinematografico e narrativo
personale. I suoi film sono stati proiettati in tutto il mondo e hanno ricevuto vari premi. Tra questi: The Idle Ones, 2001; Auf Wiedersehen Finnland, 2010; Hilton!, 2013; Gardenlovers, 2014; Elegance, 2016; Entrepreneur, 2018.
Alvar Aalto (1898-1976), one of the leading exponents of international modernist architecture, was also an architectural theorist and an indisputable point of reference in Scandinavian design. He is especially known for his use of abstract form, in his glass vases as well as in his sinuous architectural structures permeated by light. The film retraces Aalto’s entire life and, through the use of never-beforeviewed archive material, unveils the extraordinary human and professional relationship between the Finnish architect and Aino, his first wife, which culminated in the foundation of the Artek company, a successful fusion of craftsmanship and technology for the standardized, accessible production of "everyday" objects.
regia / direction virpi suutari fotografia / photography heikki färm, jani kumpulainen montaggio / film editing jussi rautaniemi musica / music sanna salmenkallio suono / sound olli huhtanen produzione / production euphoria film
Finlandia, 2020, 103’, inglese, finlandese, francese, tedesco, russo, italiano, svedese
Aalto
Alvar Aalto (1898-1976), uno dei maggiori esponenti dell’architettura modernista internazionale, è stato anche un teorico dell’architettura ed è un riferimento imprescindibile del design scandinavo. È noto soprattutto per aver saputo valorizzare la forma astratta nei suoi vasi in vetro, come nelle sue strutture architettoniche sinuose permeate dalla luce. Il film ripercorre tutta la vita di Aalto e attraverso inediti materiali d’archivio racconta lo straordinario sodalizio umano e professionale fra l’architetto finlandese e la sua prima moglie Aino che ha portato alla fondazione dell’azienda Artek: una riuscita fusione tra artigianato e tecnologia per la produzione standardizzata e accessibile di oggetti di uso quotidiano.
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Il treno di Sottsass
Lo sconfinato universo creativo di Ettore Sottsass raccontato dall’artista stesso che ripercorre la sua vita, dall’infanzia libera tra le montagne tirolesi, ai viaggi in America dove ha scoperto la cultura industriale, ai poeti della Beat Generation che lo hanno ispirato, agli anni dell’Olivetti. Il film è arricchito da letture dei suoi scritti interpretati da giovani attori del Piccolo Teatro di Milano e da interviste a persone che lo hanno conosciuto.
Italia, 2017, 55’, italiano
Valeria Parisi è da oltre trent’anni nel mondo della comunicazione video. Dal 2002 collabora alla realizzazione dell’Enciclopedia dei diritti umani per 3D Produzioni e dirige alcune puntate della Storia della Prima Repubblica con Paolo Mieli per RAI3. È autrice e regista del film Grida del silenzio sulla storia del genocidio armeno e di innumerevoli documentari e reportage sui protagonisti dell’arte e della cultura mondiale. Nel 2007, partecipa alla
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nascita di Ultrafragola.tv, la prima web tv dedicata al design e all’architettura e per sei anni è co-autrice del programma De.sign. Tra le sue ultime regie: Monet, i capolavori dal Musée Marmottan di Parigi; Natalia Ginzburg, storia di una voce; Franco Albini, uno sguardo leggero; Fruttero&Lucentini –Basta il nome; Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie con il premio Oscar Jeremy Irons; Maledetto Modigliani; Venezia. Infinita avanguardia.
regia / direction valeria parisi fotografia / photography lorenzo giromini, mateusz stolecki montaggio / film editing elena luchetti, charlotte mager produzione / production sky arte, 3D produzioni
The infinite creative universe of Ettore Sottsass, narrated by the artist himself who traces his life, from his unbridled childhood in the Tyrolean mountains, to his travels to America where he discovered industrial culture, to the poets of the Beat Generation who inspired him and the Olivetti years exploring various expressive languages, is explained by the artist himself and embellished by readings of his writings interpreted by young actors from the Piccolo Teatro in Milan and by interviews with those who knew him.
fotografia
regia / direction gero von boehm
Nel 2000 è stata presentata una retrospettiva dei suoi film al Museo d’arte moderna di Francoforte. Dal 2011 è Cavaliere delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese e membro dell’Academy of Television Arts & Sciences di New York. Attualmente, con Sir Christopher Clark sta producendo la serie Terra X sul patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Helmut Newton: The Bad and the Beautiful
fotografia / photography pierre nativel, marcus winterbauer, alexander hein, sven jakob-engelmann montaggio / film editing tom weichenhain suono / sound elie aufseesser, marco zachalsky, moritz springer, hardy hergt produzione / production lupa film, felix von boehm
Helmut Newton è noto per aver esplorato l'universo femminile e il suo lavoro ha continuato a essere oggetto di culto anche dopo la sua tragica morte avvenuta in un incidente d'auto a Los Angeles nel 2004. Ha lavorato in tutto il mondo, da Singapore all'Australia, da Parigi a Los Angeles. Il suo modo unico di ritrarre le donne ha sempre posto una domanda: valorizzava i suoi soggetti o li rappresentava come oggetti sessuali? Attraverso alcune interviste ad attrici e modelle che hanno lavorato con lui e alla moglie June, il film indaga i temi centrali del suo lavoro.
Gero von Boehm è nato ad Hannover nel 1954. Vive in Francia e a Berlino. Nel 1975 ha realizzato il suo primo documentario televisivo e tre anni dopo ha fondato la società di produzione Interscience Film GmbH. È autore e regista di documentari per ARD, ZDF, ARTE, RAI, FRANCE 3 e la televisione svizzera. Insieme a Felix von Boehm ha fondato la società LUPA Film per lo sviluppo di fiction per la tv e il cinema.
Helmut Newton made a name for himself exploring the female universe. His cult status continues long after his tragic death in a Los Angeles car crash in 2004. Newton worked around the globe, from Singapore to Australia to Paris to Los Angeles. Newton's unique and striking way of depicting women has always posed the question: did he empower his subjects or treat them as sexual objects? Through candid interviews with actresses and models who had the opportunity to work with him and with his wife June, the film explores the central themes of his work.
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Germania, Stati Uniti, 2020, 89’, inglese, tedesco, francese
Nino Migliori. La libera essenza della curiosità
An interest in others, for what they have to say or can tell us and an openness towards everything that is out of the ordinary, that is not prepared or packaged is what characterizes the photography of Nino Migliori, a 95-year-old artist who is always attentive and curious to explore a constantly evolving reality.
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sviluppa la sua ricerca artistica di filmmaker e video artista curando progetti in ambito audiovisivo sia per organizzazioni pubbliche che private. Attualmente lavora in maniera indipendente e cura la rubrica bimensile della rivista Artribune dedicata ai video ritratti di fotografi.
L'interesse per le persone, per quello che possono dire o raccontare e l'apertura verso tutto quello che non è ordinario, che non è predisposto e confezionato, è ciò che caratterizza la fotografia di Nino Migliori, artista novantacinquenne sempre attento e curioso di conoscere una realtà in continua evoluzione.
Italia, 2021, 10’, italiano regia / direction giulia vannucci fotografia / photography giulia vannucci montaggio / film editing giulia vannucci produzione / production giulia vannucci
Giulia Vannucci si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Firenze e successivamente ha conseguito la laurea magistrale all’Accademia di Belle Arti di Venezia, frequentando la Scuola di Nuove Tecnologie per le Arti. Appassionata di arti multimediali, di pittura e di fotografia,
Sicilian photographer, Roselena Ramistella, discusses her most renowned projects in which she explored the most hidden parts of her land and the stories of her people, frequently focusing on female identity. In Deepland, which won the Sony Photo Award and the Vogue Italia Prize, she travelled the island far and wide on the back of a mule. She delved into the issue of “mafia of pastures” assisted by the testimony of brave women who have been threatened by a mafia family that wanted to take over their land and in the port of Mazara del Vallo she shot the wives of the fishermen who had been abducted and imprisoned in Libya. In Be Twins, she photographed a couple of twins and explored the sense of oneness that distinguishes them while in I giochi di Sofia, the lead character is a little girl who must come to terms with the separation of her parents.
Italia, 2021, 27’, italiano
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La fotografa siciliana Roselena Ramistella racconta i suoi progetti più noti nei quali ha esplorato la parte più nascosta della sua terra e le storie della sua gente, soffermandosi spesso sull’identità femminile. Per Deepland, che ha vinto il Sony Photo Award e il Vogue Italia Prize, ha percorso l‘isola in lungo e in largo a dorso di mulo. Ha indagato il tema della "mafia dei pascoli" raccogliendo le testimonianze di donne coraggiose che hanno subìto pesanti minacce da una famiglia mafiosa che voleva impossessarsi della loro terra; nel porto di Mazara del Vallo ha fotografato le mogli dei pescatori rapiti e incarcerati in Libia; per il progetto Be Twins ha ritratto una coppia di gemelle e si è interrogata sul senso di unità che le caratterizza, mentre nel film I giochi di Sofia la protagonista è una bambina che affronta la separazione dei genitori.
Roselena Ramistella –L’isola delle femmine
Francesco G. Raganato, nato nel 1978, è regista e autore di documentari, di spot e di programmi televisivi. Nel 2012 crea e dirige per SKY Arte la serie Fotografi, documentari monografici sui grandi fotografi italiani. Nel 2014 con il documentario girato in Eritrea Looking for Kadija, vince il Festival di Roma e, nel 2015, il Festival d’Africa e Asia di Milano.
Nello stesso anno gira per Sky Arts UK il docu-film monografico Raffaello. Nel 2016 dirige Digitalife, un docu-film sperimentale, interamente composto da filmati girati dagli utenti del web, poi prodotto da Rai Cinema e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018. Le fotografe è il suo ultimo progetto per Sky Original, in veste anche di autore e creative producer.
regia / direction francesco g. raganato fotografia / photography omar cristalli montaggio / film editing giulio “orochi” cristalli suono / sound giancarlo boselli produzione / production sky arte, terratrema film in collaborazione con seriously
Proiezioni presso il Carcere minorile di Nisida
screenings for inmates at the Youth Detention Centre in Nisida
Proiezioni presso l'Università Suor Orsola Benincasa screenings for students at Suor Orsola Benincasa University
Artecinema per il sociale
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screenings at the French Institute for secondary school students of the city and province of Naples
Vittorio Emanuele II - Garibaldi di Napoli
Proiezioni presso il Liceo classico
screenings for students at Axel Munthe High School in Anacapri
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Proiezioni per le scuole secondarie di Napoli e provincia presso l’Institut Français Napoli
Proiezioni presso l'Istituto di Istruzione Secondaria Axel Munthe di Anacapri
screenings for students at Vittorio Emanuele II High School in Naples
26o festival internazionale di film sull’arte contemporanea napoli & online artecinema.com2021
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con il contributo di
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Finito di stampare nell’ottobre 2021 presso Officine Grafiche Francesco Giannini & figli S.p.A., Napoli