Landtagsklub.
Sudtirolo, 20 febbraio 2018.
Egregio Signor Presidente, come si è appreso dai media, il 7 marzo 2018 la Corte costituzionale si occuperà del ricorso presentato dal Governo italiano contro la legge provinciale del 14 settembre 2018 sulla toponomastica in Sudtirolo. In seguito all'appello dell'Accademia della Crusca all'opinione pubblica e in particolare alla Corte costituzionale per il mantenimento di tutti i macrotoponimi e microtoponimi italianizzati introdotti forzatamente sotto il fascismo, alcuni autorevoli scienziati e personalità di spicco della società civile sudtirolese e altri cittadini hanno deciso di indire una petizione contro questo provvedimento di stampo nazionalista nonché ostile alle minoranze. Fino ad oggi sono state raccolte in Sudtirolo più di 4000 firme con le quali la popolazione chiede l'abolizione dei decreti fascisti sulla toponomastica. Non è possibile che un paese con un ricco patrimonio culturale, quale è l'Italia, basi la toponomastica su leggi razziste che risalgono al fascismo. Questa andrebbe invece disciplinata secondo criteri scientifici, non nazionalistici. Perché mai in Sudtirolo non si dovrebbero usare macrotoponimi e microtoponimi storicamente fondati, come già avviene in Valle d'Aosta? Un approccio scientifico distingue tra il bilinguismo applicato ai nomi comuni e quello applicato ai nomi propri: mentre i nomi comuni trasportano un significato e possono quindi essere tradotti, i toponimi designano e come tali non si prestano a un'operazione di traduzione capillare. Nel caso concreto del Sudtirolo, ciò significa che "l'obbligo del bilinguismo nella toponomastica" non va interpretato come obbligo del bilinguismo nel senso di un binomismo delle località. Nel contesto del bilinguismo, quindi, l'obbligatorietà ha senso soltanto per i toponimi italiani storicamente fondati, non certo per quelli frutto di traduzioni forzate che risalgono ai tempi del fascismo. Alleghiamo una deliberazione del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano e la petizione contenente le firme raccolte fino ad ora, e La preghiamo di tener conto di tali informazioni affinché confluiscano nella Sua decisione. Cordiali saluti Dott.Ric. Cristian Kollmann.
C.P. Sven Knoll.
C.P. Bernhard Zimmerhofer.
C.P. Myriam Atz Tammerle.
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Landtagsklub.
Süd-Tirol, 20 Februar 2018.
Verehrter Herr Präsident! Wie wir Medienberichten entnommen haben, befasst sich das Verfassungsgericht am 7. März 2018 mit dem Rekurs der italienischen Regierung gegen das Süd-Tiroler Ortsnamengesetz vom 14. September 2012. Nachdem einige Vertreter der Accademia della Crusca in einem Appell an die Öffentlichkeit und im Speziellen an den Verfassungsgerichtshof den Erhalt aller unter dem Faschismus zwangseingeführten italianisierten Orts- und Flurnamen fordern, haben sich eine Reihe von namhaften Wissenschaftlern und Persönlichkeiten aus der Süd-Tiroler Zivilgesellschaft sowie weitere Bürger dazu entschlossen, eine Petition gegen diese minderheitenfeindliche und nationalistische Maßnahme ins Leben zu rufen. Bis heute wurden in Süd-Tirol bereits mehr als 4.000 Unterschriften gesammelt, mit welchen die Bevölkerung die Abschaffung der faschistischen Ortsnamendekrete fordert. Für eine an Kultur so reich gesegnete Nation wie Italien dürfen rassistische Gesetze des Faschismus nicht die Grundlage der Ortsnamengebung bilden. Vielmehr sollte diese anhand von wissenschaftlichen und nicht nationalistischen Kriterien geregelt werden. Wo ist das Problem, wenn in Süd-Tirol, genau so wie im Aostatal, nur die historisch fundierten Orts- und Flurnamen verwendet werden? Aus wissenschaftlicher Sicht gilt es, zwischen Zweisprachigkeit von Wörtern und Zweisprachigkeit von Ortsnamen zu unterscheiden, da Wörter bedeuten und somit übersetzt werden können, während Ortsnamen bezeichnen und nicht einfach flächendeckend übersetzt werden können. Im konkreten Fall bedeutet dies für Süd-Tirol, dass die „Verpflichtung zur Zweisprachigkeit in der Ortsnamengebung“ nicht als Verpflichtung zu einer Zweisprachigkeit im Sinne einer Zweinamigkeit von Orten interpretiert werden darf. Italienische Ortsnamen können im Sinne der Zweisprachigkeit nämlich nur dort verpflichtend sein, wo diese historisch fundiert sind und keine faschistischen Zwangsübersetzungen darstellen. Anbei übermitteln wir Ihnen einen Beschluss des Süd-Tiroler Landtages sowie die Petition mit den bisher gesammelten Unterschriften und ersuchen Sie, diese Erkenntnisse in Ihre Entscheidung mit einfließen zu lassen. Mit freundlichen Grüßen Dr. Cristian Kollmann.
L.-Abg. Sven Knoll.
L.-Abg. Bernhard Zimmerhofer.
L.-Abg. Myriam Atz Tammerle.
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