M01 - Magazine per Destination Marketing

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Magazine per il Destination Marketing in Alto Adige G E N N A I O  /  F E B B R A I O  /  M A R Z O 2 0 1 2

PAESAGGIO & ARCHITETTURA L’Alto Adige è atteso da una grande sfida: sviluppare una propria cultura edilizia


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fabbricati nuovi sono stati realizzati nel 2010 nella ComunitĂ comprensoriale Val Pusteria

Âť Nello stesso anno la ComunitĂ comprensoriale di Bolzano ha visto nascere solamente 7 nuovi fabbricati. (Fonte: astat 2010)


EDITORIAL

Costruire pensando al futuro Se pensiamo che solamente il 6% del territorio altoatesino è insediabile, si capisce molto bene quanto sia importante intaccare il meno possibile, e solo nella misura strettamente necessaria, il paesaggio e il verde. Limitare la frammentazione edilizia e sfruttare al meglio le costruzioni esistenti: ecco due degli obiettivi che la BLS si è posta. Per raggiungerli servono iniziative come il programma di sviluppo della localizzazione come location economica (STEP), che vede coinvolti comuni nell’individuazione e nella gestione di zone produttive sovracomunali, oppure attraverso l’elaborazione di nuovi standard di qualità per le zone produttive nonché il rispetto della direttiva “utilizza l’esistente prima di costruire il nuovo”, che viene sostenuta grazie a diverse misure. Qui si tratta di capire dove e come costruire nel paesaggio altoatesino e dove realizzare le zone produttive. Un territorio che fa del paesaggio il proprio capitale più importante non può permettersi passi falsi in questo campo. C’è da dire che la sensibilità verso l’inserimento dolce di una costruzione nel paesaggio naturale e urbano è fortemente aumentata, e poco tempo fa, in un Premio alla Committenza, è stato premiato l’esempio positivo di Nova Levante. D’altronde l’Alto Adige è sulla strada giusta: noi siamo pionieri e leader in Italia nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, come dimostra “CasaClima”. Oggi l’aggettivo “green” è il leit motiv che accomuna progresso e conservazione, business e ambiente. E qui il piccolo Alto Adige – grazie anche alle oculate scelte politiche – ha delle grandi opportunità. La location economica Alto Adige può e deve diventare il modello di come fare edilizia, nel futuro e per il futuro. Ulrich Stofner, direttore di BLS

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Sommario COPERTINA: Paesaggio & Architettura

MARKETING

8 Alla ricerca della cultura edilizia In Alto Adige la sintonia tra architettura e paesaggio diventa sempre più indispensabile.

25 Tutti pazzi per la vacanza naturale Inchiesta sulle preferenze turistiche e sull’immagine dell’Alto Adige che hanno tedeschi, italiani e svizzeri.

13 Una nuova casa per il vino Architetti e vignaioli formano una coppia perfetta. E le cantine firmate fanno aumentare clienti e fatturato.

3 0 L’importante rete di partner creata da EOS Anche le aziende più piccole possono scalare i mercati più esotici. Ecco un caso esemplare.

14 Il felice rapporto tra il vecchio e il nuovo L’architetto Susanne Waiz spiega perché è necessario costruire con orgoglio e senza fretta.

MATERIALI

1 6 Il patrimonio culturale della Val Casies Dai granai alle staccionate in legno: tanto è andato perso, ma molto può ancora essere salvato.

32 Lunga vita al legno Elogio delle tante virtù della più tradizionale materia prima dell’Alto Adige. EVENTI

17 Un territorio sotto tutela Ecco come viene utilizzato il territorio altoatesino e quanta superficie è ancora insediabile.

34 Quattro vincitori, una grande serata di gala L’11/11/11 sono stati assegnati per la prima volta gli Alto Adige Award dell’Economia.

18 Bella terra, buona architettura Quattro esempi significativi dimostrano che l’Alto Adige è un fervido laboratorio di architettura. Rubriche 20 Cooperazione invece di campanilismo Il futuro urbanistico si chiama Step: i comuni collaborano e ragionano in termini di spazi funzionali. 22 Strade protagoniste e chiese che diventano ville Alcuni esempi di come il tema dell’architettura viene affrontato e risolto all’estero da privati e istituzioni.

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mailbox made in alto adige L’opinione menti nell’occhio dei media mercato

BLS – Business Location Alto Adige Spa, Passaggio Duomo 15, 39100 Bolzano EOS – Organizzazione Export Alto Adige, via Alto Adige 60, 39100 Bolzano SMG – Alto Adige Marketing Scpa, piazza della Parrocchia 11, 39100 Bolzano TIS – innovation park, via Siemens 19, 39100 Bolzano Direttore responsabile: Reinhold Marsoner | Caporedattore: Barbara Prugger | Redazione: Maria C. De Paoli, Philipp Gonzales, Bettina König, Eva Pichler, Cäcilia Seehauser, Gabriela Zeitler Plattner | Coordinamento: Ruth Torggler | Traduzioni: Paolo Florio | Layout: Lukas Nagler | Design-Consult: Arne Kluge Fotografie: Studio di architettura Gamper, Arch. Arnold Gapp, Arno Balzarini/Keystone, Hubert Bernard, Alex Filz, Bundesdenkmalamt Innsbruck, Martina Jaider, Max Lautenschläger, Ernst Lorenzi, Laurin Moser, Helmuth Rier, René Riller, Othmar Seehauser, Shutterstock, Tappeiner, Ludwig Thalheimer, Alessandro Trovati | Prestampa: typoplus, via Bolzano 57, 39057 Frangarto | Stampa: Karo Druck, Pillhof 25, 39057 Frangarto Per non ricevere più questa rivista è sufficiente inviare una mail con il proprio indirizzo a m@suedtirol.info Registrazione presso il Tribunale di Bolzano n. 7/2005 del 9 maggio 2005

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MAILBOX

La rivista on line ora è anche su iPad

MARKETING. “DaVivere” è un magazine multimediale dedicato all’Alto Adige che sfrutta tutti i tools del web: animazioni, video integrati, musica, social media e dati georeferenziati convivono accanto a box di testo e reportages. La rivista è inviata quattro volte l’anno a ben 48.000 indirizzi e-mail di clienti residenti in Italia, Germania, Austria e Svizzera, ma anche chi visita il sito turistico ufficiale www.suedtirol.info ha la possibilità di abbonarsi gratuitamente al magazine. “I quattro minuti di lettura media della rivista indicano che i contenuti e il layout sono apprezzati”, commenta Martin Bertagnolli della direzione Management di mercato. Da poco il magazine on line è disponibile anche come applicazione per iPad e si può scaricare gratis da iTunes. Anche le aree vacanza utilizzano “DaVivere” inviandolo ai propri clienti assieme ad altre pagine personalizzate. www.suedtirol.info/davivere

INCONTRI

I produttori si incontrano a Bolzano FILM. “Tre nazioni. Due lingue. Un unico evento”: ecco il motto del secondo Meeting della coproduzione, che la BLS organizza dal 19 al 22 aprile 2012 nell’ambito del Festival Bolzano Cinema. Con que-

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TELEFONA LE TUE IDEE

INNOVAZIONE. Non sprecare le buone idee: questo l’obiettivo del nuovo servizio “Telefona le tue idee” attivato dal TIS innovation park. Chiunque abbia una idea di business, purché sia innovativa e già strutturata, può chiamare il numero verde dedicato. Per telefono verranno dati i primi input, successivamente un

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Linea diretta per progetti innovativi design © falzone.eu

DAVIVERE

team di esperti del TIS valuterà l’idea elaborando soluzioni individuali. Ogni tipo di idea è ben accetta, anche se certi settori hanno potenzialità maggiori di altri. “L’Alto Adige ha determinati punti di forza come le energie rinnovabili, la competenza alpina e i settori alimentazione e salute. Qui siamo veramente bravi e proprio in questi campi sono esperti anche i collaboratori del TIS”, spiega la responsabile del progetto Michaela Kozanovic. Nel momento in cui un’idea riceve il via libera dal team di esperti che collabora con l’istituto di futurologia “Max Horx”, Al passo coi tempi: la rivista multiessa viene sviluppata in maniera conmediale dedicata all'Alto Adige giunta con la possibilità di realizzare prodotti o servizi concreti. Il progetto “Telefona la tua idea” è finanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE). sto evento nato nel 2011, il reparto film lun-ven, ore 10 – 12 e 14 – 16 dell'Agenzia di marketing territoriale BLS intende promuovere la cooperazio- Tel. 800 892 872 ne transfrontaliera nel settore cinematografico e al contempo consolidare il VINI ALTOATESINI NEGLI USA Grazie ad un programma della UE posizionamento dell’Alto Adige come posto ideale per girare film. Al meeting vengono invitati produttori e finanziato- EXPORT. A ottobre 2011 è decollato oltreoceano il programma di promozione ri di cinema e televisione provenienti da Italia, Austria e Germania. Durante l’in- PROVINUS, autorizzato dalla UE e desticontro vengono presentati e trattati pro- nato a far conoscere i vini altoatesini doc negli Stati Uniti d’America. Il mezzo migetti concreti; i contenuti sono scelti secondo le esigenze dei par- lione di euro complessivamente messo a tecipanti che hanno l’oppor- disposizione sarà impiegato entro la fine tunità di raccogliere infor- del 2012 per far capire a consumatori, mazioni sulle ultime produ- negozianti, importatori, ristoratori e stampa specializzata il significato del zioni e sulle possibilità di marchio europeo e convincerli della finanziamento, scambiarsi esperienze, sviluppare nuo- bontà del vino di casa nostra. Tra le varie ve prospettive di collabora- iniziative, ad aprile del 2012 si svolgerà il Grand Tasting Tour da San Francisco a zione ma anche discutere di progetti già avviati. Nell’oc- Portland e Seattle, che sarà affiancato da azioni di PR e pubblicità sui media statucasione i partecipanti al laboratorio di scrittura creativa RACCONTI #1 presen- nitensi. www.eos-export.org (gzp) teranno i loro lavori, avendo così l’opportunità di trovare un produttore interessato. www.bls.info Telefona le tue idee

innovation park

Hai un’idea innovativa? Telefona al TIS e un team di esperti ne valuterà le potenzialità


MADE IN ALTO ADIGE

LA SCHEDA

Oggetto: MMM Ortles

Committente ������������������������������������������ Reinhold Messner Architetto ����������������������������������������������������� Arnold Gapp Dati ���������������������������������������������� si trova a 1900 m. a Solda �������������������������������������������������������������� ed è sotterraneo Apertura ���������������������������������������������������������������� 2004 Situato appena sotto i ghiacci dell’Ortles, il museo MMM disegnato dall'architetto venostano Arnold Gapp è parte stessa del pendio, formando un tutt’uno con il paesaggio e dando l’impres-

sione di essere lì da sempre. La simbiosi con la natura viene ulteriormente esaltata dall’illuminazione: il museo dell’Ortles infatti prende la luce naturale dall’alto, attraverso una fascia vetrata che incide la collina come il crepaccio di un ghiacciaio. Di giorno le stanze sono illuminate da fasci di luce, la sera si crea un effetto saetta. I locali espositivi in cemento a vista sono dedicati al tema del ghiaccio, dallo sci all'arrampicata ai viaggi al Polo. Il museo è come una grotta ed il visitatore entra letteralmente nel ventre della montagna. www.messner-mountain-museum.it

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COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Cultura edilizia

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ALLA RICERCA DELLA CULTURA EDILIZIA L’Alto Adige si è posto un traguardo ambizioso: diventare la regione europea dove si vive meglio. Un obiettivo decisamente impegnativo, e per raggiungerlo giocano un ruolo decisivo architettura e paesaggio. Testi: Maria Cristina De Paoli Illustrazioni: Isabella Fabris/Lupe

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l forte di Fortezza ridisegnato da Markus Scherer e Walter Dietl, la futuristica centrale di teleriscaldamento di Bressanone progettata dallo studio di architettura MODUS architects, un complesso residenziale in zona Bivio a Bolzano creato da Christoph Mayr Fingerle e il nuovo headquarter europeo della Salewa, sempre a Bolzano, frutto dello studio milanese Cino Zucchi: ecco i quattro progetti – più di ogni altra regione italiana – che l’Alto Adige ha presentato nel 2010 alla Biennale di architettura di Venezia. Le opere sono state selezionate da Luca Molinari, curatore del padiglione italiano all’Arsenale e grande ammiratore dell’architettura contemporanea altoatesina. “Una generazione di architetti di talento, una società che cerca nell’architettura una sorta di auto-rappresentazione, un’economia forte e, non da ultima, una solida tradizione artigianale”: ecco quali sono, secondo l’architetto e professore universitario meneghino, i requisiti che hanno permesso all’Alto Adige di diventare negli ultimi anni “il laboratorio d’architettura più fervido e ricco di idee d’Italia”. E quando gli si fa notare che non tutto ciò che viene costruito in Alto Adige piace a tutti, Molinari risponde senza pensarci un attimo: “Siete una regione viziata”.

La conferma che l’Alto Adige, dal punto di vista architettonico, stia vivendo una fase di risveglio, arriva dall’architetto e pubblicista Andreas Gottlieb Hempel, nativo di Dresda ma residente a Bressanone. “Nella ricerca di sé stessi, per lungo tempo si è rimasti ancorati all’edilizia rurale”. Il risultato? Un misto di Costa Brava ed eleganza mal interpretata. Ma questo succedeva una volta. Adesso il territorio può fregiarsi di gioielli architettonici come il residence “Pergola” a Lagundo o il “Vigilius Mountain Resort” su Monte San Vigilio, entrambi disegnati da Matteo Thun.

Onore ai committenti Da tempo ormai “la svolta aldilà del Brennero”, come è stata definita dall’autorevole quotidiano “Süddeutsche” di Monaco, è stata scoperta dai media nazionali ed esteri. In autunno la “Neue Züricher Zeitung” ha dedicato un ampio reportage - intitolato “Le grotte del vino e i templi-museo” - al “fervido movimento” del nostro territorio, con parecchi esempi per effettuare un tour architettonico tra Passo Resia e Salorno. A Vienna “Der Standard” celebra le perle dell’architettura altoatesina, in Italia “La Repubblica” pubblica con regolarità articoli sull’Alto Adige e sui suoi architetti. »

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COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Cultura edilizia

Se secondo Molinari i motivi del boom dell’architettura contemporanea altoatesina sono svariati e pressoché di uguale importanza, per l’architetto venostano Werner Tscholl invece il segreto del successo è da attribuire in primis ai committenti. “Io non credo che gli architetti di una volta fossero peggiori di quelli di oggi”. Quello che è cambiato sono i committenti. E si vede. “Io posso anche avere 1.000 bravi architetti, ma non faranno mai nulla se non c’è qualcuno che glielo chiede”. Tscholl descrive la nuova generazione di committenti come persone aperte, che viaggiano molto e “soprattutto hanno soldi a sufficienza”. Tscholl esclude inoltre in modo categorico che il livello esigente delle nuove costruzioni in Alto Adige sia da ricondurre ad un forte dialogo tra l’architettura e il paesaggio: “Questa è solo un’opinione di chi osserva”. Una tesi che Tscholl confuta rapidamente con un esempio: “Io credo che non ci sia niente di più integrato nel paesaggio e più bello di quei vecchi bunker della seconda guerra mondiale. Chiedete però ad un reduce di guerra, magari rimasto ferito, se quelle costruzioni gli piacciono”.

Tra i primi esempi di armonia tra vecchio e nuovo: l’azienda vinicola Manincor di Caldaro 1 0   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

A introdurre nella discussione un altro elemento ci pensa Andreas Gottlieb Hempel. “L’Alto Adige non ha finalmente più paura dell’architettura moderna, che per troppo tempo è stata messa al bando ideologico in quanto ritenuta estranea e minacciosa”. Con la conseguenza che ci si aggrappava ancora più saldamente alle proprie radici: “Le baite sulle malghe crebbero in maniera smisurata”, afferma Christoph Hölz, direttore dell’archivio di architettura dell’Università di Innsbruck. A far superare queste paure, secondo Hempel, sono stati soprattutto alcuni giovani architetti che hanno studiato all’estero.

Carenza cronica di spazi In Alto Adige però non esistono solo – giusto per fare qualche esempio – la Merano Arte di Thomas Höller e Georg Klotzner, la cantina sotterranea nella tenuta vinicola Manincor di Caldaro disegnata da Walter Angonese (vedasi anche l’articolo dedicato), gli uffici della Selimex a Laces firmati da Werner Tscholl o ancora la stazione a monte della funivia di San Martino in Monte realizzata da Arnold Gapp. Ci sono anche parecchi esempi negativi e alcune problematiche. Un tenziali acquirenti che vennero poi porfattore importante è rappresenta- tati in pullman in Alto Adige. E chi aveva to dalla cronica carenza di spazi. acquistato un pezzo di terreno fu omagMalghe e prati ricoprono il 28% del giato di una sosta a Passo Carezza e una territorio, montagne e ghiacciai il serata con proiezione di diapositive con 17%, il 42% è bosco, il 7% è destina- Luis Trenker. La scarsa lungimiranza di to all’agricoltura per cui gli inse- allora ha lasciato sul territorio profonde diamenti abitativi sono appena il ferite, ancora oggi visibili a tutti. Basta 6%. Non c’è da stupirsi quindi se salire d’estate (in inverno la neve nasconogni fazzoletto di terreno diventa de la realtà) in seggiovia al Rifugio Paolioggetto del desiderio di chi vuole na: dall’alto si può capire meglio quanta costruirsi una casa, di imprendito- densità edilizia sia sorta ai piedi del Catiri ma anche di speculatori. Per de- naccio. Le case vacanza sono strette l’una cenni, all’insegna del motto “di all’altra, a schiera come fosse un camnatura ce n’è abbastanza in mon- peggio, con qualche larice a separarle. “Il tagna, a valle bisogna lasciare spa- caso di Carezza ed altre vergogne edilizie zio a case e affari”, si è costruito e ai danni della natura hanno fatto sì che deturpato. dal 1966 in tutta la provincia si cominciò A questo riguardo gli aneddoti ad istituire i piani urbanistici, destinati più incredibili si sprecano. “Come ad arginare la crescita selvaggia dei cenquando, ai primi anni Sessanta, si tri abitati e la frammentazione del paedecise di rianimare il turismo a saggio”, conclude Susanne Waiz. Passo Carezza”, racconta l’architetto bolzanino Susanne Waiz. I Ferite profonde prati attorno al Grand Hotel furono parcellizzati, furono spedite “Non importa come si costruisce: comunlettere all’estero per cercare po- que sia, il paesaggio sarà modificato”:


Il fabbricato che ospita la Cooperativa frutticoltori domina il panorama di Silandro

questo il commento lapidario di Peter paesaggio vengano occupati e per di più la, se la gente ci va solo per parcheggiare Kluska, architetto di Monaco, che solle- senza la benché minima cultura edilizia. e dormire?” va la questione della sostenibilità del “Questa è una tendenza pericolosa, perAppare quindi sempre più necessapaesaggio. “Solo in Baviera vengono edi- ché dopo è pressoché impossibile rime- rio analizzare seriamente gli errori comficati 20 ettari di terreno al giorno. L’in- diare al disordine e alla devastazione”. messi e le loro cause, “perché ogni zona tensità di utilizzo è enorme”. In Baviera L’architetto paesaggista bavarese è d’ampliamento è destinata a modificare come in Alto Adige. Giusto per fare un quindi infuriato contro gli opuscoli im- per sempre l’aspetto di un paese o di una confronto: secondo l’istituto provinciale mobiliari “che mostrano sempre il pae- città”. Scolari si auspica soprattutto un di statistica Astat, nel 2002 sono state ri- saggio che si vede dalla costruzione, e maggiore coinvolgimento di tutti gli atlasciate in tutta la provincia concessioni mai il contrario”. Per un cambio delle tori e più tempo per la pianificazione: edilizie per un totale di 6,3 milioni di me- prospettive si batte anche Lilli Lička, di- “Solo così un progetto può essere comtri cubi. Un picco al quale è seguita una rettrice dell’istituto per l’architettura preso da tutti correttamente”. costante contrazione della cubatura an- paesaggistica dell’Università di Scienze L’esempio di come un’idea originanualmente concessa, che nel 2010 co- agrarie di Vienna. Certo il panorama sul- ria possa poi essere distorta arriva da munque si attestava ancora oltre i 4 mi- le montagne fa piacere, ma bisognereb- Walter Dietl e riguarda la zona residenlioni di metri cubi. be tenere conto anche di quello che si ziale “Widumacker” a San Genesio: “A Nel suo ragionamento Peter Kluska vede dalle montagne. metà degli anni ’90 venne bandito un parte dal presupposto che un paesaggio concorso di idee e la scelta cadde sul mio rovinato non fa piacere a nessuno: “Ecco concetto. Il progetto prevedeva la nascita Zone di ampliamento allora che diventa importante analizzare di un secondo centro del paese con tanto criticamente lo sviluppo ma anche pren- Se Peter Kluska lancia strali contro i par- di piazza, con una elevata densità sulla dersi delle pause che consentano di ela- chi produttivi, l’architetto bolzanino Lu- falsariga dei vecchi paesini di montagna borare nuove visioni”. Il cruccio più gran- igi Scolari – dal 2005 al 2011 presidente ed un ottimale collegamento viabile al de di Kluska è rappresentato dalle zone della Fondazione dell’Ordine degli ar- centro storico”. produttive, che “noi erroneamente chia- chitetti altoatesini – pone anche la queDietl elaborò delle linee di attuaziomiamo anche parchi produttivi”. E così stione delle zone di ampliamento. ne molto rigorose, che descrivevano nel capita troppo spesso che pezzi pregiati di “Come ci può essere vita sociale su un’iso- dettaglio persino il paesaggio dei tetti. G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   1 1


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Cultura edilizia

Egli inoltre, prima di ogni decisione del- ge. “Per troppo tempo siamo stati condila commissione edilizia, doveva espri- zionati da un grande equivoco, credendo mere un parere, “che comunque non era di sapere quello che i turisti si aspettano vincolante”. Il progetto sviluppò così di trovare, anche dal punto di vista archiuna propria dinamica forte, i richiedenti tettonico, quando vengono da noi. E noi però avevano fretta e fecero pressione gli abbiamo fatto trovare quello. Un sisui politici locali. Per vari motivi allora le mile atteggiamento porta per forza di linee guida furono allentate, la densità cose in un vicolo cieco”. Alcuni architetti diminuita, le previste strutture del ter- però sono usciti dal solco tracciato. ziario non furono autorizzate mentre il “Sono quelli che hanno capito che il turicollegamento con il resto del paese fu sta spesso ha un occhio più critico di noi realizzato solo in parte. Il fatto che poi stessi e non vuole farsi rifilare una Diogni casa sia stata disegnata da un archi- sneyland qualunque”. Dorothea Aichner tetto diverso, ha completato il pasticcio. quindi invoca un ripensamento radicale. San Genesio peraltro non è l’eccezione “Noi dobbiamo avere cura della nostra “ma piuttosto la regola di come si sia la- cultura edilizia, e quando qualcosa ci vorato qui”, precisa l’architetto di Silan- piace, piacerà anche ai nostri ospiti, dro. “E la cosa più grave è che solo in come ha detto un sindaco del Vorarlpochi vedono questo caos come tale”. berg”. Oggi gli esempi di grande architetLuigi Scolari l’ha appena detto: “L’Alto tura non mancano in Alto Adige. “Negli Adige ha bisogno di maggiore cultura ultimi dieci anni – sostiene l’architetta edilizia”. di Brunico – sono stati realizzati parecchi progetti interessanti. Tuttavia ho la sensazione che la creatività espressa si Ripensare il turismo rispecchi nei singoli edifici. Manca anco“Anche nell’architettura turistica”, sotto- ra l’idea di totalità, l’interazione tra case linea Dorothea Aichner, presidente e paesaggio. Da questo punto di vista c’è dell’Ordine degli architetti dell’Alto Adi- ancora tanto da fare”.

PIAT TAFORMA INTERNET ALPITECTURE

Alpitecture: si chiama così la piattaforma internazionale messa in piedi nel 2009 da Organizzazione Export Alto Adige (EOS) per favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze relative ad Alpi, tecnologia e architettura. L’iniziativa offre ai rappresentanti dell’economia locale l’opportunità di presentarsi in maniera unitaria e di incontrare ­architetti di spessore internazionale. Alla manifestazione nel 2011 hanno partecipato 30 architetti esteri e 10 a­ ltoatesini. L’edizione di quest’anno si svolgerà dal 22 al 25 marzo. Il programma prevede la mostra "L’architettura moderna in Alto Adige 2006-2012" a Merano Arte e un congresso degli Ordini degli architetti dell’arco alpino, il 23 marzo nel centro congressi KiMM di Merano. www.alpitecture.com

Zin Senfter a San Candido: 21 appartamenti vacanza ricavati in quattro fabbricati di stile moderno con tanto di piazza per creare atmosfera 1 2   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Vino

Una nuova casa per il vino Vignaioli e architetti formano una coppia perfetta. Un’architettura che attira l’occhio, porta alla cantina interesse, visitatori e soprattutto fatturato. "GLI ANNI OTTANTA furono i tempi cantina interrata che porta la firma di stesso Walter Angonese. Gli approcci dell’edilizia abitativa. Negli anni ’90 sem- Angonese. Dal 2004 questo brillante tuttavia sono stati diversi. “Ci sono brava che ognuno dovesse costruirsi un progetto è stato citato in tutto il mondo committenti che cercano l’edificio spetmuseo. Oggi tocca ai vignaioli e alle can- più di 120 volte. E nello stesso arco di tacolare, ma ce ne sono altri che dicono: tine”. Per l’architetto caldarese Walter tempo oltre 60.000 persone hanno visi- visto che non faccio vini di grido, allora Angonese anche l’architettura ha le sue tato la cantina. “L’enorme effetto pub- non voglio neanche un’architettura urepoche e le sue tematiche periodiche, blicitario ha fatto sì che per diversi anni lata. Da parte mia sono dell’opinione con le quali si confrontano anche gli ar- la cantina non ha dovuto spendere soldi che un progetto debba essere sempre chitetti di grido. in pubblicità”. credibile”, dice Angonese. Il quale ha “L’architettura vinicola è un trend a Angonese racconta anche di poca stima sia per quei vini Chardonnay livello mondiale”, dice Angonese, che cita un’intesa particolare, una sorta di affini- “omologati” che hanno lo stesso gusto in la regione spagnola della Rioja con le sue tà elettiva tra architettura e viticoltura. California e in Australia così come in “Bodegas Ysios” disegnate da Santiago Ca- “Quando i vignaioli parlano di terroir, in- Nuova Zelanda e Sudafrica, sia per lo latrava, la tenuta “Adega Mayor” di Alvaro tendono la perfetta integrazione tra vite, stile architettonico vinicolo globale. Siza ad Alentejo (Portogallo) o ancora il terreno e lavorazione. Noi architetti par- “Ogni vignaiolo ha una propria filosofia “meraviglioso progetto” di Valentin Be- liamo di contesto e con questo intendia- del vino, che si dovrebbe riconoscere arth e Andrea Deplazes per i celebri vigna- mo le relazioni esistenti in un luogo, una nei vini ma anche nell’architettura delioli svizzeri Daniel e Martha Gantenbein situazione, uno spazio”. le cantine”. a Fläsch. Ma parla anche di Bordeaux, A dare il via a questa tendenza in Alto dove l’elvetico Mario Botta ha progettato Adige è stato nei primi anni Novanta L’architettura rende alcuni anni fa la nuova cantina “Château Alois Lageder, che incaricò gli architetti Faurèges”. “In questi esempi di architet- Heiner Schnabl e Zeno Abram di proget- L’architettura porta clienti al viticoltore tura vinicola non si parla solo di soddisfa- tare la sua cantina di Magrè. Poco dopo e turisti al territorio. Recentemente la re la pretesa culturale di un committente. fu innalzata la torre del vino di Hofstät- rivista svizzera Neue Züricher Zeitung Qui l’architettura funge da catalizzatore”. ter a Termeno, seguita dalle Cantine ha proposto ai lettori un lungo reportasociali di Nalles/Magrè, San Michele, ge sulla “fervida architettura altoatesina Colterenzio e Termeno, solo per citare moderna”. Una sorta di tour attraverso Affinità elettive alcuni esempi. Dopo aver investito nella l’Alto Adige con tanto di itinerari e parecPer spiegarsi meglio, Walter Angonese coltivazione e nella tecnologia, le azien- chie deviazioni, come ad esempio – a cita l’esempio dell’azienda Manincor di de vinicole hanno puntato sull’architet- Termeno – il bistrot “Le verre capricieux” Caldaro. Quasi 8 anni fa, la tenuta vini- tura affidandosi al talento di architetti della tenuta Elena Walch progettato dal cola con 400 anni di storia alle spalle ha locali come il meranese Markus Sche- giovane architetto gardenese David Studato il via ad un rilancio aziendale realiz- rer, il venostano Werner Tscholl, lo stu- flesser, oppure al Winecenter di Caldaro zando sotto un vigneto una spettacolare dio BergmeisterWolf di Bressanone e lo opera di Feld72. (mdp) G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   1 3


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | L’intervista

Costruire con orgoglio. L’architetto austriaco Susanne Waiz parla della

moderna architettura regionale, dell’affascinante rapporto tra vecchio e nuovo e del tempo necessario che ci vuole per fare le cose per bene.

SUSANNE WAIZ Susanne Waiz, nata nel 1958 a Vienna, architetto libero professionista e autrice, vive a Bolzano. Le tematiche più ricorrenti del suo lavoro sono “L’architettura e i ricordi” e “Regionalismo e identità”.

Architetto Waiz, cos’è l’architettura regionale? In linea generale tutto quello che sta bene in un determinato luogo ed è facile da realizzare: non dimentichiamo che il fattore economico è sempre stato importante. Questa è la base di un’architettura regionale, che è fortemente condizionata dalla topografia e dal clima, dalla società e dall’economia ma anche da circostanze contingenti. Ci può fare un esempio? Prendiamo il centro storico di Lasa con le sue stalle in pietra. Il 4 dicembre 1861 un enorme incendio distrusse il paese quasi per intero. La catastrofe obbligò la popolazione a trovare una soluzione, in quanto avevano bisogno delle stalle prima del nuovo periodo di raccolta. Allora i venostani fecero arrivare dei muratori lombardi e la loro maestria edile si può ammirare ancora oggi. Il fatto poi che le nuove costruzioni fossero prive di sporgenze del tetto, non fu tanto dovuto allo stile degli operai “forestieri” quanto piuttosto alla paura di un altro incendio. L’architettura regionale è anche quella che sa imparare dalle esperienze. E cosa si intende per architettura regionale moderna? Non si tratta di una contraddizione? Io non ci vedo alcuna contrapposizione. D’altronde l’architettura regionale ha sempre dimostrato di non chiudersi di fronte al progresso. E sa anche perché? Quando spuntano nuove tecniche, vengono subito utilizzate. Trovo inoltre as1 4   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

solutamente positiva questa combinazione tra vecchio e nuovo, questo intreccio che viene generato. Non credo che qualcuno si scandalizzi se metto un divano moderno in una vecchia stube. A patto però, beninteso, che siano entrambi dello stesso livello. Solo la qualità può stare vicino ad un’altra qualità. Altrimenti non funziona. Questo discorso vale pure per i materiali? Qui bisogna stare un po’ attenti. Per tradizione l’architettura regionale si avvale di materiali locali. Adesso la situazione è cambiata, e allora bisogna fare delle distinzioni. Ci sono mode, come l’impiego di acciaio e vetro, delle quali ci si stanca in fretta. Anche perché non hanno molto senso. Il vetro – giusto per fare un esempio – non avrà mai le qualità di una costruzione massiccia. E ci sono altri esempi molto più preoccupanti. Se io utilizzo del legno esotico, questo non ha nulla a che fare con l’architettura regionale ed è inoltre ecologicamente grave, perché si potrebbe utilizzare del legno locale con le stesse caratteristiche. Qual è il rapporto tra architettura locale e paesaggio? Da sempre il legame tra costruzioni e paesaggio è stato molto stretto. Oggi però ci si pone la domanda di chi debba occuparsi della preservazione del paesaggio. L’agricoltura non è più in grado di assumersi da sola questa responsabilità. Se prima c’erano famiglie, braccianti e serve a dare una mano, oggi non è più possibile. Nessuno ha più tempo di occuparsi di muri a secco e staccionate in legno. E allora bisogna cercare nuove strade per preservare questo patrimonio culturale. Lo stesso ragionamento comunque si potrebbe fare per l’architettura e l’urbanistica. Se oggi un committente va dall’architetto, gli interessa sapere quanta cubatura può edificare. L’aspetto architettonico è secondario. Questo è il risultato delle forti speculazioni degli ultimi decenni,

e in molti casi ormai non si può più tornare indietro. Io però credo che la sensibilità verso queste tematiche oggi sia molto più forte di 20 anni fa. Lei una volta ha dichiarato: “Si dovrebbe costruire senza troppa fretta e con orgoglio”. Ma quanto orgoglio e quanto tempo ha oggi un committente? Il management di progetto consente di comprimere i tempi di costruzione, e questo crea stress. Io sono invece del parere che la pressione non sempre paga. Incidenti sul lavoro e qualità scadente ne sono le conseguenze. Se faccio l’intonacatura di una casa nel momento sbagliato, ben presto l’intonaco verrà giù a pezzi. Se non lascio seccare i muri per il tempo necessario, dovrò mettere in conto la formazione di muffa e i relativi costi di intervento. Questo capita spesso nel settore alberghiero. L’hotel deve essere assolutamente aperto a Natale e allora tutti i lavori vengono eseguiti nel minor tempo possibile. Con il risultato che nelle stanze appena rinnovate entra acqua dalle finestre. E non c’è da meravigliarsi, perché un buon lavoro artigianale richiede i suoi tempi. A mio parere parecchi committenti dovrebbero riscoprire questa consapevolezza, nonché l’orgoglio di costruire qualcosa di pregiato piuttosto che appariscente. Questo processo di “apprendimento” potrebbe essere accelerato dall’attuale restrizione del credito? Sarebbe auspicabile che questo momento storico venisse sfruttato come un’occasione per riflettere su determinati valori. Un’ultima domanda: cosa non è architettura regionale? Il kitsch alpino, che reputo sconsiderato e superficiale, una perversione di quelle forme che in origine avevano un senso. Lo stile “Lederhosen” è la morte dell’architettura regionale.


“Solo la qualità può stare ­vicino ad un’altra qualità”. Susanne Waiz, architetto


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Sensibilizzazione

C’è ancora tanto da salvare. L’iniziativa “Kulturerbe Gsies” cerca

un vasto consenso per salvaguardare piccoli beni culturali ed elementi paesaggistici della Val Casies. Il finanziamento però è possibile solo tramite un progetto europeo. Storia di un tentativo.

ANTICHI FORNI, granai, harpfen (sistemi per l’essiccazione del fieno), mulini e canali di irrigazione, ma anche siepi, steccati e muri a secco: questi beni culturali ed elementi paesaggistici sono alla base dell’iniziativa “Kulturerbe Gsies” (il patrimonio culturale della Val Casies). “Gran parte di tutto ciò è già andato perso”, dice Andreas Kronbichler, agronomo di Brunico. Ragion di più per valorizzare tutto ciò che ancora esiste e merita di essere conservato. Kronbichler, l’ispettore forestale Stefan Burger ed Alois Schwingshackl della stazione forestale di Monguelfo sono i promotori di questa iniziativa, presentata per la prima volta nel novembre 2010. “E con nostra sorpresa, devo dire che l’interesse è stato abbastanza grande”, racconta Kronbichler. Uno dei motivi del successo è da ricondurre alla scelta dell’approccio. “Ci siamo accorti che la gente ascolta volentieri quando le decisioni non vengono calate dall’alto”. E come esempio porta le tradizionali siepi. “Se la coltivazione meccanica non viene

messa in discussione, allora i contadini non hanno nulla in contrario a curare le vecchie siepi o addirittura a piantarne di nuove, cosa peraltro già accaduta. Perché ciò avvenga però serve una lunga opera di sensibilizzazione e il dialogo con i diretti interessati”. Proprio quello che il gruppo di lavoro intende fare in futuro e con qualche “secondo fine”, come spiega Kronbichler: “Si potrebbero assumere part time dei disoccupati che lavorerebbero sotto la guida dei forestali. Questo è un aspetto sociale importante, al quale si associa anche una prospettiva culturale”. Gli antichi mestieri artigianali potrebbero essere riportati in vita e documentati. “Per la precisione bisogna dire che tutto nasce da una precedente iniziativa sulla malga Versell”, spiega il sindaco di Casies Paul Schwingshackl. “Alcuni anni fa un’omonima società d’interesse rese nuovamente produttivi alcuni campi abbandonati e risanò delle costruzioni tradizionali, soprattutto fienili in legno tondo”. Ma se a Versell le cose sono andate per il

M O S T R A I T I N E R A N T E S U L L A

N U O VA E D I L I Z I A R U R A L E

“Chi ha fatto questo?”, si chiede Christoph Hölz nella sua prefazione al catalogo della mostra “Nuova edilizia nelle aree rurali”. L’incredulità del direttore dell’archivio di architettura dell’Università di Innsbruck si riferisce all’immagine di copertina. Una foto del 1979 mostra una piccola casa contadina di Kleinsöll, nel Tirolo del Nord, schiacciata senza pietà tra la stalla già finita e il rustico della nuova abitazione. Il clamoroso esempio fornisce a Hölz lo spunto per una riflessione sulla “perdita e la conservazione dell’architettura rurale nelle Alpi”, come recita il sottotitolo del catalogo e della mostra. Entrambi sono il frutto di una cooperazione transfrontaliera tra l’archivio di architettura, le Belle Arti di Innsbruck e Bolzano e altre istituzioni. Attualmente l’esposizione sta girando per le scuole agrarie austriache, e proprio questo è il punto: "Sono proprio i contadini giovani a dover capire che i vecchi masi non sono un peso, ma un patrimonio prezioso", dice Christoph Hölz.

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verso giusto, non è detto che si ripetano in valle. “Le misure da intraprendere sono troppo costose. Perciò dobbiamo chiedere un finanziamento tramite i canali contributivi pubblici e i fondi sociali esistenti o ancora ricorrere a progetti europei come Leader o Interreg. E questo lo può fare solo un’associazione riconosciuta”. Ecco perché il progetto è ora in mano al Comune. “L’iniziativa “Kulturerbe Gsies” diventerà presto un’associazione”, dice il sindaco, che vede in questa nuova realtà non un’antagonista dell’Heimatpflegeverband o dell’ufficio provinciale per la tutela paesaggistica, ma una risorsa complementare che vuole collaborare con tutti. La questione dei costi è sollevata anche dall’assessore provinciale Hans Berger. “Sono totalmente d’accordo con le motivazioni dell’iniziativa della Val Casies, ammirevole e degna di elogio. I costi però sono elevati e soprattutto duraturi”. Secondo Berger il progetto di Casies può essere finanziato solo attraverso i progetti europei: “In questo caso la mano pubblica provinciale può fare ben poco”. (mdp)


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Infografica

Fonte: Astat 2007, BLS 2010 / Infografica: www.cursiva.it

L’utilizzo del territorio in Alto Adige

bosco (42%)

malghe & prati (28%)

montagne & ghiacciai (17%)

Un territorio sotto tutela Il contesto alpino costringe ad avere un approccio riguardoso nei confronti del territorio. Dei 739.953 ettari di terreno dell’Alto Adige, il 59,7% si trova sopra i 1.600 metri di quota ed è quindi posto automaticamente sotto tutela come prevede la relativa legge. Anche i sette parchi naturali ed il Parco nazionale dello Stelvio, boschi, laghi e corsi d’acqua sono protetti.

agricoltura (7%)

popolato (2,85%)

insediabile (3,15%)

Togliendo le altre zone non idonee agli insediamenti abitativi come le aree minacciate da valanghe e frane nonché le linee ferroviarie, le strade pubbliche e quelle consorziali, rimane ben poco: appena il 6% della superficie altoatesina (poco più di 44.000 ettari) è potenzialmente insediabile. Ad oggi gli ettari popolati sono 21.000. Nel 2010 la BLS ha rilevato che l’8,64% della superficie utilizzata è adibita a zona produttiva. Ne consegue che gli insediamenti produttivi in Alto Adige occupano un quarto di punto percentuale dell’intero territorio. G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   1 7


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Gli esempi da seguire

Bella terra, buona architettura Gli architetti Boris Podrecca, Luca Molinari e Luigi Scolari e il direttore dell’Agenzia CasaClima Norbert Lantschner esprimono un giudizio sulla nuova architettura altoatesina. Ecco quali sono le loro opere preferite.

NORBERT LANTSCHNER | Cassa Raiffeisen a Castelrotto Nel 2002 ha visto la luce il progetto tutto altoatesino CasaClima, nel 2006 è stata fondata l’omonima Agenzia che da allora è diventata un punto di riferimento per l’edilizia nostrana. Norbert Lantschner, direttore dell’Agenzia CasaClima, cita a modello di costruzione ad alta efficienza energetica la nuova sede della Cassa Raiffeisen di Castelrotto: “Oltre ad essere una CasaClima A, la costruzione è anche gradevole, a dimostrazione che è possibile combinare un’architettura esigente con concetti come l’efficienza energetica e la sostenibilità”. Progettando la nuova Cassa Rurale, gli architetti Paul Senoner e Lukas Tammerle sono riusciti a tenere conto in ugual misura di paesaggio, tradizione e cultura locale.

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In qualità di presidente della Fondazione dell’Ordine degli architetti, nel 2010 il bolzanino Luigi Scolari ha fatto parte della giuria della prima edizione del Premio alla committenza Alto Adige, un riconoscimento alla buona architettura nelle zone produttive istituito dalla Fondazione assieme alla Business Location Alto Adige (BLS). Il primo premio è andato alla Zona produttiva di Nova Levante. “Qui non siamo di fronte ad un’architettura spettacolare, ma ad un concetto che coinvolge l’intera zona”, dice Scolari. “Si tratta di una soluzione compatta e unitaria, che ha sì lasciato ampi margini di libertà alle singole aziende, contenendole però entro precisi confini. Il parco produttivo si integra alla perfezione nell’ambiente e inoltre è stato garantito un buon collegamento con il paese. Un esempio di come si dovrebbe sempre fare”.

LUIGI SCOLARI | Zona produttiva di Nova Levante

LUCA MOLINARI | Centrale di teleriscaldamento di Bressanone

BORIS PODRECCA | MMM Firmian a Castel Firmiano “Con un vestito su misura variabile per la città”, sono parole sue, l’architetto Boris Podrecca (di origine italo-slovena, oggi vive a Vienna) ha vinto nel febbraio dello scorso anno il concorso di idee per la ristrutturazione dell’areale ferroviario di Bolzano, sbaragliando concorrenti del calibro di Daniel Libeskind e Ben van Berkel. Come esempio di buona architettura altoatesina Podrecca cita l’albergo “Ambach” sul lago di Caldaro del maestro Othmar Barth, la cantina della tenuta Manincor di Walter Angonese, vari progetti di Oswald Zöggeler a Bolzano ma anche l’impegnativa trasformazione di Castel Firmiano nel Messner Mountain Museum operata da Werner Tscholl. “In quest’opera apprezzo soprattutto la moderatezza e l’omogeneità dei materiali nonché l’asciuttezza delle forme, che si armonizzano con il paesaggio circostante”. Degno di nota è anche il gioco con la verticalità, “come se il museo dovesse essere scalato”.

Nel 2010 è stato curatore del padiglione italiano alla Biennale di architettura di Venezia, che ospitava anche 4 progetti altoatesini. E proprio nell’ambito di questo prestigioso incarico, l’architetto e professore universitario milanese Luca Molinari ha avuto intensi contatti con le novità architettoniche nostrane. “L’Alto Adige ­rappresenta oggi il laboratorio di architettura più fervido e ricco di idee d’Italia”, sintetizza Molinari. Se gli si chiede di citare un progetto in particolare, cita la centrale di teleriscaldamento di Bressanone. “Di solito strutture del genere sono relegate in periferia e non consentono di vedere all’interno”, dice Molinari. Lo studio di architettura brissinese Modus ha invece dato vita ad una interpretazione completamente nuova di un edificio industriale. “Trovo semplicemente eccezionale l’idea di fare del tetto della centrale di teleriscaldamento un luogo di incontro per la ­popolazione, realizzandovi uno skatepark. Siamo di fronte ad una reinterpretazione dello spazio pubblico”.


copertina: Paesaggio & Architettura | Zone produttive

Cooperazione invece di campanilismo. Capita

sempre più spesso che i comuni uniscano le risorse per fornire servizi alle aziende. Il programma Step (Progetto di sviluppo della localizzazione) crea spazi funzionali e sta raccogliendo riscontri positivi.

L’ECONOMIA dell’arco alpino deve conNel 2001 la Tmg fu coinvolta nella frontarsi con svariati problemi: la forte nascita della prima cosiddetta Inkoba a concorrenza dei comuni vicini, l’emigra- Grieskirchen. inkoba sta per “Interkomzione della forza lavoro qualificata, le munale Betriebsansiedlung” (insediascarse potenzialità di sviluppo anche del- mento d’impresa intercomunale): ciò le imprese già insediate, la carenza di significa che più comuni lavorano allo terreni a disposizione e la forte immagi- sviluppo di insediamenti produttivi e ne turistica sono solo alcune delle sfide promuovono unitariamente le loro zone che bisogna vincere per assicurare un fu- produttive”, spiega Aigenberger. Oggi turo al proprio polo economico. Per un quasi la metà delle aziende dei comuni singolo comune diventa difficile farcela dell’Alta Austria lavora in cooperazione da solo. Parecchie amministrazioni alpi- nello sviluppo delle location economicne hanno dovuto quindi prendere atto he. Dopo la inkoba sono arrivati altri 21 che per tenere in vita l’economia risulta consorzi, uno sta per nascere e altri 8 necessario collaborare con il paese vici- sono stati pianificati. no piuttosto che farsi concorrenza. “Dobbiamo smetterla di pensare ai problemi Non si può essere bravi ovunque dei singoli comuni e ragionare invece in termini regionali”, dice Dietmar Aigen- “Al momento di insediarsi in un posto, berger della società austriaca di tecnolo- un’azienda tiene conto di molti fattori. gia e marketing Tmg. La Tmg è l’agenzia Ma nessuno può essere bravo ovunque. di innovazione e di insediamento d’im- Ecco allora che, se invece dei singoli presa dell’Alta Austria, che tra le altre comuni, è un’intera regione a proporsi cose si occupa di sostenere lo sviluppo sul mercato, la qualità dell’offerta inseeconomico della regione. Fondata a metà diativa aumenta e le chances dell’offedegli anni ’90, l’agenzia offre assistenza rente aumentano in maniera esponena quei comuni che hanno deciso di in- ziale”, afferma l’esperto in insediastaurare una collaborazione. menti aziendali.

Attorno a un tavolo per collaborare: ecco i rappresentanti dell’Alta Pusteria all’incontro Step 2 0   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

Fusioni di questo tipo portano vantaggi all’intera economia locale: cresce il valore aggiunto, vengono mantenuti – o persino creati – posti di lavoro, si risparmiano risorse e gli interventi sul paesaggio regionale si mantengono nei limiti.

Alta Val Venosta

Bassa Val Venosta

Media Val Venosta

Ultimo

L’Alta Austria non è l’unica regione ad avere riconosciuto i vantaggi dello sviluppo intercomunale degli insediamenti produttivi. Ad esempio nella Rheintal, in Vorarlberg, è nata “Vision Rheintal”, un concetto di sviluppo che abbraccia una vasta area. “In questo progetto la regione del Vorarlberg è partner di 29 comuni della Rheintal, che stanno lavorando collegialmente allo sviluppo comune”, spiega Lorenz Schmidt dell’ufficio per la pianificazione urbana del Land Vorarlberg. La pianificazione non si limita all’aspetto economico ma va ben oltre. Partendo da un’analisi precisa sono state elaborate le linee guida per la Rheintal del futuro. La visione, come si può leggere sul sito austriaco, è quella di creare un “insediamento ricco di verde con una eccellente qualità della vita e dell’economia”. La colonna portante di questa visione è uno sviluppo econo-


Valli di Tures e Aurina Alta Val d'Isarco Brunico e d'intorno

Val Passiria Bressanone Val d'Isarco Merano e d'intorno Salto

Alta Val Pusteria

Bassa Val d'Isarco

Val Badia Val Gardena

Val d'Adige Bolzano e d'intorno

Nei 20 spazi funzionali individuati dal progetto Step sono destinate a sorgere delle zone produttive intercomunali. Nella foto: la zona produttiva di Lana

Sciliar

Oltradige

Bassa Atesina

mico sostenibile. In alcune location particolarmente adatte dovrebbero nascere delle zone produttive attraenti, in grado di offrire alle imprese delle condizioni ottimali nonché dei vantaggi importanti grazie all’utilizzo comune delle infrastrutture. “Il risultato più importante di questo progetto è a mio parere la “Conferenza della Rheintal”, nella quale avviene la comunicazione incrociata tra comuni e rappresentanti dei vari livelli decisionali”, afferma Lilli Lička, responsabile dell’Istituto di pianificazione del pae-

saggio presso l’Università per la cultura del territorio di Vienna, coinvolta nello sviluppo di “Vision Rheintal”.

20 spazi per l’Alto Adige Anche in Alto Adige si sta lavorando ad un progetto che dovrebbe indirizzare lo sviluppo della localizzazione nella giusta direzione: si chiama Step ed è stato creato nel 2010 dall’assessore provinciale Thomas Widmann. Il progetto coinvolge la Provincia ed il Consorzio dei comuni ed è operativo tramite la Business Location Südtirol-Alto Adige (BLS). Nella prima fase sono stati raccolti e analizzati i dati principali sulla localizzazione, nella seconda sono stati effettuati sondaggi rivolti a Comuni e imprenditori per poi suddividere l’Alto Adige in 20 spazi funzionali intercomunali, che tra di loro sono affini dal punto di vista economico e geografico. La terza fase, at-

tualmente in corso di svolgimento, prevede che in ogni spazio funzionale venga organizzato un workshop per elaborare una strategia comune in tema di posizionamento della localizzazione e di gestione dei terreni. “Per quanto riguarda l’apprestamento delle aree produttive – sottolinea l’assessore provinciale all’economia Widmann – in futuro le aree più grandi non potranno fare a meno di ricorrere alla pianificazione. Parecchi servizi e prestazioni dovranno essere concepiti e organizzati a livello sovracomunale: è giunto il momento di ragionare per spazi funzionali”. I primi workshop sono già stati svolti ottenendo riscontri positivi presso i partecipanti, che concordano nel vedere in questo progetto ottime opportunità e grandi potenzialità. La quarta e ultima fase prenderà il via non appena sarà ultimato il giro di workshop e prevede la messa in atto di misure concrete. (bk) G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   2 1


COPERTINA: Paesaggio & Architettura | Uno sguardo oltre i confini

Come gli altri trattano il tema architettura

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IN VACANZA SUGLI ALBERI Architettura svedese in quota

Gli svedesi sono solitamente persone con i piedi per terra. Quelli del Circolo polare però stavolta si sono lasciati andare e hanno costruito, nei boschi attorno al fiume Lulea, un albergo che non ha ancora uguali al mondo. Consiste in 5 “stanze” realizzate prevalentemente in legno, incastrate tra i rami ad un’altezza variabile tra i 4 e i 6 metri, che possono ospitare da 2 a 4 persone. Sempre in quota inoltre sono state costruite una sauna e una sala riunioni per 12 persone. Ogni abitazione è stata progettata da un architetto differente ed è totalmente diversa dalle altre. La cosa che le accomuna è la loro integrazione con la natura, come ad esempio la stanza a nido d’uccello o quella rivestita di specchi che replicano gli alberi circostanti. Per capire meglio visitate il sito www. treehotel.se. Ecco cosa ha scritto il Financial Time: “Nel profondo Nord, dove le cime degli alberi toccano il cielo, esiste un posto in cui si respira amicizia ed il design si fa magia, perfezione e purezza”. Le stanze sugli alberi appartengono al “Brittas Pensionat”, un albergo che in origine era una casa di riposo. Morale: la cara vecchia casetta sull’albero è stata completamente reinterpretata.

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STRADE PROTAGONISTE In Norvegia va in scena il paesaggio

Le strade panoramiche norvegesi coniugano architettura e paesaggio in maniera estremamente naturale. Le strade “inscenate” fanno parte di un concetto turistico destinato a essere completato nel 2020. Gli itinerari predisposti al di fuori delle grande arterie stradali mostrano ai viaggiatori il lato migliore del paesaggio norvegese, nonché elementi architettonici di rilievo come punti 2 2   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

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panoramici e aree di sosta. In questi luoghi il panorama spazia dai dolci giardini rocciosi e dalla campagna fertile agli aspri detriti ed alle rocce a strapiombo, passando per i profondi fiordi. Al proposito vi consigliamo di visitare il sito www.turistveg.no. Nei prossimi anni altri moderni progetti architettonici sorgeranno sull’itinerario panoramico Ryfylke, tra i quali un monumento – progettato dall’architetto svizzero Peter Zumthor – che documenta l’antica miniera di zinco nella gola di Allamannajuvet. Morale: qui architettura e paesaggio si incontrano e si fondono alla perfezione.

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HIGHTECH & DESIGN Stazioni funiviarie con trasparenze

Una costruzione filigranata, dalla pelle sottilissima, che si confonde con le montagne: con la funivia Gaislachkoglbahn il turismo tirolese ha segnato un grande passo in avanti. La soluzione scelta per realizzare le tre stazioni – a valle, intermedia e a monte – richiama la leggerezza e l’eleganza senza tempo di un’enorme molla a spirale distesa per lungo. Saldamente ancorata, la struttura si adagia alla roccia e sembra sospesa nel vuoto del maestoso paesaggio. Ma la cosa più incredibile di questa opera è il materiale scelto dall’architetto Johann Obermoser per ricoprire le sue stazioni: un foglio completamente trasparente e sottilissimo (appena 0,25 millimetri), in grado di resistere agli incendi ma anche alle forti nevicate. “Questo materiale è stato utilizzato come imbottitura per la Allianz Arena di Monaco, io invece lo uso come copertura”, spiega l’architetto. Sembra vetro, ma è tutt’altro. Grazie alla struttura filigranata ed all’incredibile trasparenza della sua copertura, la stazione è oggi diventata un’attrazione del posto. Morale: talvolta i nuovi materiali sono di già per sé una rivelazione.

CENTRO STORICO PREMIATO In un paesino vinicolo svizzero

Per far fronte alla costante urbanizzazione del paesino vinicolo di Fläsch, nella Churer Rheintal , qualche anno fa l’amministrazione comunale ha intrapreso una radicale revisione del piano urbanistico. Le linee guida che ne sono scaturite prevedono la tutela della struttura del paese e la salvaguardia dei numerosi frutteti e vigneti. Le aree da tutelare sono state zonizzate e in parte acquisite dal Comune, che in cambio ha dato ai proprietari un terreno di pari valore in un’altra zona. Ai margini est e ovest del paese sono state individuate delle aree edificabili con un indice di occupazione più elevato, che consente di controllare la crescita e di mantenere inalterato l’aspetto originario del paesino. “Il concetto prevede la concentrazione ai margini del centro abitato e non, come al solito, nel cuore del paese”, spiegano i responsabili. Queste zonizzazioni mirate ad uno sviluppo qualitativo dell’immagine di una località sono uniche in Svizzera, tanto da aver ricevuto nel 2010 il Wakkerpreis da parte dello Schweizer Heimatschutz, l’equivalente elvetico di Italia Nostra. Morale: la buona politica ha consentito di salvaguardare la tipicità di un paese.

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IERI CHIESA, OGGI CASA Reinterpretata e rinnovata

Dall’esterno la chiesa di San Giacomo a Utrecht, con la sua facciata in terracotta e la croce sopra il portale, sembra quella di sempre. Ma non appena si apre la porticina d’ingresso, si entra in un ambiente ultramoderno. Questo perché, a causa della carenza cronica di fedeli, questa chiesa – come tante altre in Olanda – è stata sconsacrata e venduta alla studio di architettura Zecc. Il quale ha reinterpretato radicalmente l’edificio aggiungendo frontoni di vetro alle antiche finestre, realizzando piani intermedi da cui sono stati ricavati grandi spazi inondati di luce che ricordano l’atmosfera dei loft. La villa-chiesa è in vendita, chi volesse acquistarla può farsi un’idea sul sito www.woonkerkxl.nl. Morale: da chiesa a casa, da stalla a parcheggio, da... (gzp)


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COPERTINA: Paesaggio & Architettura | L’opinione

Or | di | na |men |to |ter |ri |to |ria |le; ordinamento pianificato, sviluppo e messa in sicurezza di grandi aree per garantire un utilizzo ottimale degli spazi vitali. I fondamenti scientifici si basano sulle conoscenze della ricerca spaziale. L’obiettivo dell’ordinamento territoriale è la sistematizzazione dello sviluppo locale tramite l’ausilio di modelli di pianificazione.

Come se ci fosse ancora ordine

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rdinamento territoriale.Ci sono parole che sembrano appartenerci. Noi sudtirolesi lo pensiamo ad esempio di parole come autonomia, tutela delle minoranze e anche ordinamento territoriale. Siamo convinti che ci appartengano. Che le abbiamo inventate o, con un pizzico di presunzione in meno, che siano state inventate per noi e ne abbiamo il diritto brevettuale. Così come solo noi siamo una vera minoranza linguistica che si merita l’autonomia, per lo stesso motivo solo noi possediamo un ordinamento territoriale. O quantomeno uno degno di questo nome. Se esistesse una classifica delle parole più altoatesine, ordinamento territoriale sarebbe ai primi posti, subito dopo – se non sullo stesso gradino di – autonomia e tutela delle minoranze. Nella nostra provincia l’ordinamento territoriale ha un nome: Alfons Benedikter. Non importa se pensiamo all’uno o all’altro, per noi sarà sempre l’uno e l’altro. Con Benedikter l’ordinamento territoriale, e con l’ordinamento territoriale il Benedikter. E con questo l’abbiamo fatto intendere: stiamo parlando di qualcosa che è già successo, quindi di storia. A beneficio di quelli che sono nati dopo: Alfons Benedikter è stato un uomo politico potente – per alcuni persino onnipotente – dei primi anni dell’autonomia altoatesina. Oltre ad essere vicepresidente della Giunta provinciale, era “assessore all’urbanistica”, alias ordinamento territoriale. Alfons Benedikter fu un despota eletto dal popolo e la sua barra di comando fu l’ordinamento territoriale, che negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso rappresentò l’unica competenza primaria significativa della nostra provincia autonoma. E così l’Alto Adige fu governato tramite l’ordinamento territoriale. Anzi, sarebbe meglio dire: ammaestrato. Chi conosce solo l’Alto Adige dell’era Durnwalder, non ha la minima idea di cosa sia stato capace di fare l’ordinamento territoriale; di come i paragrafi della legge urbanisti2 4   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

ca possano non solo incatenare gli spazi geografici, ma anche addomesticare chi ci vive dentro. Lo chiamarono ordinamento territoriale, ma in realtà gli scopi perseguiti erano le politiche etniche, economiche, sociali, culturali e – inevitabilmente – insediative. Politica identitaria attraverso l’ordinamento territoriale, ecco di cosa si trattava. E poiché ordinare il territorio equivaleva a risparmio del territorio, l’urbanistica era in fin dei conti una politica del risparmio. Detto senza eufemismi: politica di prevenzione. Limitare i danni, evitare rischi, prevenire gli imprevisti, consolidare l’esistente. In Alto Adige insomma si fece ordine. E allora è giunta l’ora di dire che si trattò di un grande ordinamento territoriale. Certo non tutto fu mosso da nobili cause, ma quasi tutto ciò che traeva origine da cattive motivazioni, ebbe comunque esiti positivi. Le leggi urbanistiche altoatesine furono spedizioni punitive con effetti collaterali positivi. Si disse basta al trend delle conoscenze. Con i trend funziona come sul treno: se viaggia nella direzione sbagliata, è meglio stare nell’ultimo vagone. Però se il treno inverte la marcia, allora da ultimi ci si ritrova in testa al convoglio. Per l’Alto Adige la legge urbanistica fu una fortuna, ancorché “imposta” da Alfons Benedikter. Tutto questo ormai è storia. Benedikter fu depotenziato, sono trascorsi quasi 25 anni da allora, l’anno scorso è morto e oggi l’ordinamento territoriale si chiama “sviluppo del territorio”. Una furbata, a voler pensar male, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il territorio si sviluppa. E inevitabilmente in maniera alquanto disordinata. Perciò, chi oggi parla di “ordinamento territoriale”, di solito ha la voce carica di nostalgia e di denuncia contro lo “sviluppo” dominante: si stava meglio quando c’era l’ordine. La trasfigurazione del passato, però, è un sintomo della vecchiaia. Florian Kronbichler, 60 anni, è giornalista free lance a Bolzano. I suoi editoriali e commenti vengono pubblicati su giornali in lingua tedesca e italiana.

Illustrazione: Isabella Fabris/Lupe

Florian Kronbichler parla dell’indissolubile legame tra l’ordinamento territoriale dell’Alto Adige e il potente uomo politico Alfons Benedikter. Oggi questo strumento politico di controllo si chiama semplicemente sviluppo del territorio. Senza più ordine.


MARKETING

Anche in inverno l’Alto Adige viene definito dai conoscitori tedeschi come il "Tirolo italiano"

Tutti pazzi per la vacanza naturale. Ogni tre anni

SMG testa l’immagine turistica dell’Alto Adige. Il risultato? Tedeschi, italiani e svizzeri non solo hanno esigenze diverse in fatto di vacanza, ma percepiscono anche l’Alto Adige in maniera differente. IL MARCHIO DI DESTINAZIONE così come lo conosciamo oggi è nato nel 2005. La creazione di un marchio ombrello è un processo in divenire, soggetto a continue correzioni. Ma anche lo spirito dei tempi e le esigenze dei vacanzieri cambiano nel corso degli anni. Per questo motivo SMG commissiona regolarmente ricerche per individuare le tipologie di vacanza preferite e l’immagine del marchio sui mercati principali di Germania, Italia e Svizzera. “Queste indagini ci aiutano a capire se stiamo procedendo sulla strada giusta e quali contenuti e messaggi sono adatti ai vari gruppi target”, spiega il direttore di SMG Christoph Engl.

Germania: natura e gusto Riassumendo si può dire che per i tedeschi l’Alto Adige è collegato essenzialmente a due concetti: la vacanza nella natura e il piacere del gusto. C’è peraltro

da dire che il savoir vivre mediterraneo che il turista tedesco associa volentieri all’Alto Adige, è maggiormente radicato nelle menti dei potenziali turisti. Grazie alla sua cucina locale, l’Alto Adige si è creato una propria immagine culinaria, che viene fortemente associata ai piatti mediterranei ed ai vini di grande qualità. Per i tedeschi una vacanza nelle Alpi è sinonimo di attività sportive a stretto contatto con la natura, soprattutto in inverno. Le regioni alpine vengono inoltre sentite come ricche di tradizioni e genuinità, con l’Alto Adige che per i conoscitori diventa il “Tirolo italiano”. Per i turisti potenziali, quelli quindi che non ci sono mai stati, le regioni dell’arco alpino sono tutte simili. “Ecco perché è ancora più importante, nella nostra comunicazione, mettere l’accento sull’aspetto meridionale”, fa notare Martin Bertagnolli: solo così ci si può differenziare dagli altri.

Un concetto di prodotto e di destinazione che voglia essere vincente deve quindi cercare di dare anche alla vacanza invernale una nota mediterranea, italiana. Per dirla tutta: in futuro oltre ai soliti canederli, Kaiserschmarrn e birra, sulle piste da sci i turisti dovranno trovare aperitivi italiani, sfiziosità mediterranee e atmosfera da riviera ligure. Dal sondaggio condotto in Germania emerge che i tedeschi giudicano la loro vita sempre più frenetica. Non c’è quindi da meravigliarsi che in vacanza il turista germanico voglia evitare ogni tipo di stress. Attenzione però a non confondere il gusto con la passività: quando pensano al relax, i tedeschi hanno in testa un’attività fisica moderata e delle esperienze tranquille nella natura. La classica vacanza wellness è importante solo per un ristretto numero di persone, che peraltro ne danno una valutazione estremamente positiva. G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   2 5


MARKETING

Le preferenze dei turisti tedeschi, italiani e svizzeri

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Valutazione dei turusti

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Vacanza & salute

Vacanza culturale

Vacanza & divertimento

Vacanza & gusto

Vacanza nella natura

Vacanza in famiglia

Vacanza wellness

Vacanza attiva

Viaggi organizzati

Vacanza relax

Vacanze in città

Vacanza invernale sulla neve

Natura e gusto, ecco le motivazioni principali I simboli nei quattro quadranti mostrano la valutazione che i turisti tedeschi, italiani e svizzeri assegnano ai vari tipi di vacanza. Tutte le tipologie di vacanza raffigurate nei due quadranti in alto sono valutate molto positivamente dagli intervistati. Tutto ciò che invece si trova nei quadranti in basso è attualmente giudicato come meno attraente. “Si vede chiaramente come per germanici ed elvetici, ma anche per gli italiani, il tema della natura sia quello più apprezzato. C’è una grande ricerca di contatto con la natura, non solo come sfondo per le varie attività ma proprio come esperienza da vivere”, si può leggere nella relazione conclusiva formulata dall’istituto di ricerca Sturm und Drang. 2 6   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

Ed è quindi in questo ambito che l’Alto Adige ha le migliori chances di farsi apprezzare da ospiti reali e potenziali. Sorprende l’alto punteggio che i tedeschi assegnano alla vacanza wellness, seppur si tratti solo di una piccola percentuale. Il discorso cambia quando si parla di vacanze all’insegna del gusto o della natura, che vengono giudicate “ideali” da gran parte degli intervistati. Da notare anche che la vacanza con la famiglia è amata praticamente da tutti gli italiani; tra gli svizzeri invece è ben vista solo da chi ha bambini, e pure tra i tedeschi le ferie con familiari e figli non godono di grande popolarità, come si può notare dalle valutazioni assegnate alla vacanza in famiglia. Quest’ultima quindi, per attrarre i germanici, dovrà necessariamente proporre valide offerte per le famiglie.

Fonte: Astat 2011 / Infografica: www.cursiva.it

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La vacanza attiva invece ha sì una grossa schiera di sostenitori, ma viene ritenuta più stressante e pertanto rimedia delle valutazioni leggermente più basse. I voti peggiori i tedeschi li danno alle visite guidate nelle città e alle vacanze in famiglia, che vengono associate alla fretta e ad un forte dispendio organizzativo. Martin Bertagnolli, della direzione di mercato di SMG, commenta: “I tedeschi hanno un grande bisogno di fare una vacanza in famiglia, ma allo stesso tempo la ritengono molto stressante. Spetta a noi proporre offerte che coinvolgano tutti i componenti della famiglia togliendo loro un peso. Per questi gruppi target esistono già delle offerte mirate, come quelle dell’associazione dei Familienhotels Südtirol e quelle di alcuni agriturismi che si sono specializzati nella vacanza per le famiglie”.

Cosa pensano gli italiani Per gli italiani le regioni alpine sono più o meno tutte uguali e sono solitamente associate ad una vacanza invernale, imperniata sulla vita e sull’attività in mezzo alla natura. L’Alto Adige viene percepito come un territorio ricco di tradizioni, ma anche straniero, poco affabile e freddo. La vacanza preferita dall’italiano è quella naturale e con la famiglia, laddove famiglia è sinonimo di stare uniti, divertirsi,

fare cose insieme. La vacanza all’insegna del gusto ottiene delle valutazioni molto positive, ma in questi tempi di crisi è importante solo per un piccolo gruppo di intervistati. Nella vacanza godereccia giocano un ruolo preponderante le esperienze sensoriali, soprattutto quelle culinarie ma anche il rilassamento del corpo e della mente. Le vacanze collegate alla cultura sono invece valutate in maniera meno positiva, in quanto gli italiani le associano a ritmi frenetici e stress. “Dopo aver constatato il buon riscontro ottenuto presso i turisti italiani, in futuro punteremo maggiormente su una vacanza familiare associata alle esperienze nella natura. E metteremo ancor più l’accento sul plurilinguismo, perché abbiamo visto che crea interesse”, dice Martin Bertagnolli anticipando le prossime strategie di marketing. Il che significa che si dovrà cercare di prendere i turisti italiani per il verso giusto, offrendo loro una vacanza quanto più possibile spensierata e all’insegna del gusto.

Svizzeri sportivi e curiosi Per gli svizzeri lo sport rappresenta il cuore della vacanza, mentre il "dolce far niente" non viene citato praticamente da nessuno degli intervistati. La vacanza in famiglia viene vista in maniera molto positiva, ma a menzionarla sono in pochi.

Interessante anche il fatto che gli elvetici sono gli unici, tra quanti passano le vacanze nelle Alpi, ad apprezzare i tour organizzati. Inoltre, a differenza di tedeschi e italiani, gli svizzeri sono già stufi delle vacanze all’insegna del benessere e della salute: per i nostri vicini le ferie ideali sono invece quelle trascorse nella natura, godereccie e sulla neve. Per vacanza naturale gli svizzeri intendono per lo più la scoperta della natura facendo attività fisica, mentre in una vacanza attiva la natura viene vista come uno sfondo ideale per vere e proprie attività sportive. Quando pensano alle Alpi, gli svizzeri pensano innanzitutto allo sci e ad altri sport invernali che si possono praticare in montagna. Le zone alpine vengono generalmente associate all’idea di tradizione. Per alcuni degli intervistati l’Alto Adige viene percepito come diverso, con una colorazione mediterranea, sia nella mentalità che nella gastronomia. “In futuro punteremo maggiormente sullo stile di vita mediterraneo dell’Alto Adige, perché così potremo essere più vicini all’ideale di vacanza in montagna che hanno gli svizzeri”, commenta Martin Bertagnolli. La proposta giusta potrebbe quindi essere una vacanza attiva all’insegna del gusto o anche una combinazione di offerte culinarie e culturali, come ad esempio i safari del vino o i classici “Törggelen", due iniziative dalle ottime potenzialità. (gzp)

I L S O N DA G G I O

La vacanza preferita dagli italiani: con la famiglia alla scoperta di cose autentiche

SULL’IMMAGINE

L’agenzia amburghese di sondaggi d’opinione Sturm und Drang ha effettuato una serie di interviste lunghe da 30 a 40 minuti a 200 persone selezionate di Germania, Italia e Svizzera. Una parte degli intervistati consisteva in turisti "effettivi" che negli ultimi 24 mesi avevano passato almeno un periodo di vacanza in Alto Adige, ulteriormente suddivisi tra turisti estivi e invernali. Poi c’era un gruppo di potenziali ospiti (ovvero persone che pensano di trascorrere le ferie in Alto Adige nei prossimi 12 mesi) e infine un gruppo di intervistati che negli ultimi 2 anni hanno fatto una vacanza in una regione alpina diversa dall’Alto Adige.

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MENTI

La custode. Andrea Leitner è l’anima del moderno Centro visite del Parco naturale Puez-

Odle. La biologa ha il potere di affinare l’attenzione dei visitatori per la natura e gli animali, avvincendo allo stesso modo i bambini e gli adulti. Testo: Philipp Gonzales Foto: Max Lautenschläger

LE BASTA FARE appena tre ampi passi sopra il massiccio del Sella, il gruppo del Puez e le Odle per arrivare in Val di Funes. Tutto facile, insomma, per Andrea Leitner. Almeno sulla grande fotografia aerea sulla quale sta camminando e che si trova proprio nel suo posto di lavoro: il nuovo Centro visite del Parco naturale Puez-Odle a Santa Maddalena di Funes. Andrea Leitner, capelli neri, occhi scuri, camicia grigio-verde, 27 anni, è la responsabile della struttura che dall’inizio dell’anno riceve e accompagna classi scolastiche, associazioni, turisti e residenti per spiegare loro il meraviglioso mondo delle Dolomiti.

la mise di fronte ad un grande dilemma: “Ero innamorata di un ragazzo, e quando durante un’escursione lo vidi gettare una lattina nel bosco, rimasi senza parole. Malgrado fossi molto innamorata di lui, lo rimproverai duramente”. Laureatasi nel 2008 in biologia all’Università di Innsbruck, da due anni Andrea Leitner fa da guida ai visitatori nel Centro visite, mostra loro i computer degli infopoint che illustrano la storia del Parco, la grande fotografia aerea su cui si può camminare e che informa, con testi in italiano, tedesco e ladino, sulle innumerevoli curiosità del parco come ad esempio la presenza di “quattro coppie di aquile”.

“Noi dobbiamo solo preservare ciò che abbiamo. Perché qui nel Parco naturale non c’è proprio nulla da migliorare”. Il Centro visite del Parco si trova dal dicembre del 2009 in mezzo all’idilliaco paesaggio di S. Maddalena e, sebbene non tutti i paesani vadano pazzi per questo moderno cubo a due piani in cemento color papiro con inserti neri, è ormai diventato parte integrante della vita culturale locale. “Capita sempre più spesso che i bambini del paese arrivino qui con ogni sorta di ritrovamento e mi chiedano di cosa si tratta”, racconta Andrea. La rapida integrazione del cubo è anche merito suo. Lei è “una del posto”, è cresciuta in un maso che si trova accanto al Centro visite, è andata a scuola a S. Maddalena ed ha sempre avuto un rapporto particolare con la gente, la natura e le montagne di casa sua. Un rapporto che una volta, quando era adolescente, 2 8   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

“Le Dolomiti vengono definite, tra le tante cose, anche il libro di storia della terra, e chi viene qui capisce perché”, ci dice Andrea Leitner mentre si trova nello spazio espositivo interattivo “Toccare le montagne”, davanti ad alcuni massi descritti come “Bellerofonte e la piattaforma porfirica atesina”. Il primo piano invece è dedicato interamente alla fauna del parco: in mostra ci sono penne di aquila reale e nidi d’uccello, uova e pellicce, corna e ossa, custoditi in cassetti e vetrine in legno di larice che Andrea Leitner presenta con un misto di orgoglio e passione. “Il mio intento – dice Andrea – è di affinare l’attenzione dei visitatori, perché se si possiede una certa sensibilità per la natura, allora quando si passeg-

gia nel parco si notano molte più cose. Io ad esempio, quando faccio una camminata, quasi sempre riesco a vedere un’aquila”. Purtroppo subito dopo aggiunge: “Però non so neanch’io come funziona esattamente la cosa”. Dopo alcuni attimi di riflessione comunque indica il momento giusto: “Chi va in un parco naturale con l’intenzione di vedere gli animali, dovrebbe andarci la mattina presto o a tarda sera. In quei momenti è molto più probabile avvistare camosci, marmotte e persino aquile”. La nostra visita si conclude davanti alla grande vetrata panoramica. Da qui si vedono la scuola e i bambini che giocano, il rio Funes, i masi del paese, i prati, la fitta e scura foresta, i candidi campi innevati e infine, dall’alto dei loro 1.700 metri di altezza rispetto a dove ci troviamo ora, le maestose cime delle Odle, il simbolo del Parco. “Secondo me le Odle sono le montagne più belle di tutte le Dolomiti. E forse del mondo intero”, azzarda Andrea Leitner. La responsabile del Centro visite ora è accanto alla parete in cemento a vista, sotto la scritta “Nostalgia”, e assieme ai suoi visitatori guarda in alto, verso le montagne. È giunto il momento di andare a scoprirle.

PA R C O N AT U R A L E PUEZ-ODLE S. Maddalena 114/a 39040 Funes tel. 0472 842 523 info.pg@provincia.bz.it www.provincia.bz.it/natura


Andrea Leitner è cresciuta in un maso vicino all’attuale posto di lavoro


MARKETING

Informazioni di mercato di prima mano. EOS cura

relazioni con partner in oltre 50 nazioni. Ogni mese alcuni di questi partner arrivano in Alto Adige per fornire preziose consulenze alle aziende interessate.

CON 72 MILIONI di abitanti, una posizione strategica tra Europa ed Asia e il suo avvicinamento all’Unione Europea, la Turchia rappresenta la 16a potenza economica mondiale e la sesta a livello europeo. La crescita del mercato turco è costante e rende questa nazione interessante dal punto di vista economico. Tuttavia le differenze culturali, linguistiche e normative rappresentano ancora un grosso ostacolo per i partner commerciali occidentali. Proprio per superare nel migliore dei modi questi ostacoli, le aziende altoatesine possono contare sulla rete di relazioni con l’estero creata da EOS. Si tratta nello specifico di un pool di esperti in export ma anche in import di cui fanno parte organizzazioni come le Camere per il commercio estero di Germania e Italia, gli ex uffici dell’ICE (Istituto per il commercio estero) nonché aziende di consulenza private. 3 0   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

Tra queste ultime figura la FMConsulting di Istanbul diretta da Peter J. Heidinger, imprenditore di origine tedesca che vive e lavora in Turchia. Dopo aver creato la rete di distribuzione in Turchia per la sua ex azienda, 10 anni fa ha fondato una propria ditta di consulenza che oggi conta già 16 collaboratori e offre servizi ad aziende straniere che vogliono accedere o ampliare la presenza sul mercato turco. 3 febbraio 2011, 8.30 del mattino, via Alto Adige 60 a Bolzano: in programma c’è la “Colazione con l’export/Il settore edile in Turchia”. Heidinger illustra in maniera esaustiva la situazione economica in generale e del settore edile in particolare nonché le possibilità di mettere in piedi una rete di distribuzione nel quadro delle condizioni culturali turche. Dopo la relazione i partecipanti hanno avuto modo di acquisire, tramite colloqui individuali, informazioni di mercato

specifiche per le proprie aziende. Il fatto che al convegno abbiano partecipato imprese di respiro internazionale come Rubner e Wolf System, già provviste di uffici dedicati all’export, non deve stupire vista la particolarità del mercato in questione. Ed è anche sempre più frequente che anche le piccole aziende riescano a conquistare i mercati. Come ad esempio la TTM.

Un esempio vincente La ditta TTM di Prato allo Stelvio c’era già nel 2008, alla prima giornata di consulenza con Heidinger. La TTM si è specializzata nella produzione e nella distribuzione in esclusiva di diversi prodotti per l’isolamento tecnico come rivestimenti, nastri adesivi e materiali isolanti. Dopo una ricerca di mercato, il responsabile per l’export Leo Berger decise di affacciarsi sul mercato turco facendosi


I partner di EOS si trovano prevalentemente in Europa, ma alcuni provengono da Paesi decisamente esotici

assistere, tramite EOS, dalla FMConsulting. Il viaggio aziendale effettuato nel dicembre 2008 assieme ad altri imprenditori, però, portò più disillusioni che allettanti prospettive di vendita. Ma poiché gli esiti della ricerca di mercato erano stati così promettenti, Berger decise comunque di fare un secondo tentativo, e nel marzo del 2009 volò nuovamente alla volta di Istanbul. Stavolta i contatti allacciati si rivelarono decisamente interessanti, e le trattative d’affari decollarono. Il primo ordine consegnato in Turchia porta la data del maggio 2010. “Le ricerche iniziali e l’intermediazione di EOS nella ricerca di contatti sono state per noi un grande aiuto, senza il quale non avremmo osato affacciarci su questo nuovo mercato”, dice Berger oggi. Markus Walder, direttore del­l ’In­ ternational Trade Support di EOS, si rallegra del successo di TTM: “Questo non è l’unico caso in cui abbiamo seguito un’azienda lungo tutto il percorso, dal lavoro sul mercato alla presa dei contatti

fino alla prima consegna. FMConsulting si è rivelato un partner competente, ma anche TTM ha dimostrato di essere capace di sbarcare su un mercato per noi ancora esotico”.

I partner? Vengono in Alto Adige Per consentire a un numero sempre maggiore di aziende di affrontare il mercato estero, EOS organizza quasi ogni mese incontri informativi su uno o più Paesi. Gli aderenti alla rete di relazioni vengono invitati a Bolzano, consentendo così alle aziende interessate di prendere un primo contatto senza impegno e di informarsi sulle condizioni generali del mercato di riferimento. I mercati più gettonati sono quelli vicini, ovvero Germania, Austria e Svizzera, in quanto particolarmente adatti ai neofiti dell’export. Ma capita regolarmente di invitare ospiti da altri Paesi europei o extra-continentali, offrendo alle aziende locali l’opportunità di raccogliere informazioni di pri(cs) ma mano su mercati lontani.

G I O R N AT E D I CONSULENZA

Per sapere quando si svolgono le Giornate di consulenza e gli eventi informativi sui Paesi esteri, consultate il sito www.eos-export.org nella sezione Manifestazioni.

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MATERIALI

Lunga vita al legno. Un materiale che non tramonta mai: il legno ha ottime

proprietà tecniche ed è garanzia di comfort abitativo. Ecco perché designer e architetti non sbagliano quando lo scelgono.

IL LEGNO significa tavoli, armadi e sedie, fa da combustibile per il forno, diventa carta da disegno e da giornale e perfino gelato: il legno è dappertutto, anche là dove non pensiamo possa esserci. E non è tutto: con il legno si possono costruire interi grattacieli e ponti. Insomma, tanti buoni motivi per osservare da vicino i tanti vantaggi del legno.

Tutti i vantaggi del legno Il legno è ecologico, perché ricresce. Nei boschi dell’Alto Adige è stato deciso di adottare un comportamento sostenibile, tagliando meno di quanto si riproduca. Il legno risulta inoltre essere a emissione zero, in quanto una volta impiegato non rilascia più l’anidride carbonica

assorbita durante la crescita della pianta. Il legno fa risparmiare energia, perché il suo impiego ne richiede un utilizzo ridotto. Il legno è anche sicuro nei casi di incendio, perché si conosce quali sono le sue reazioni e ci si può comportare di conseguenza. Il legno è a prova di terremoto, possiede ottime proprietà statiche, è flessibile e in edilizia rappresenta pertanto un’eccellente alternativa a cemento e mattoni. Il legno è anche economico, perché possiede un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il legno resiste alle intemperie ed è garanzia di lunga vita per le abitazioni. Nell’ambito di uno studio condotto dalla cattedra di Strutture lignee dell’Università di Innsbruck e dal cluster Legno & Tecnica del TIS, sono state

analizzate numerose abitazioni in legno di larice e abete realizzate in Val Passiria dal 1250 a oggi. Il risultato: il legno è eccezionalmente resistente nel tempo. Oltre a tutte queste ottime proprietà tecniche, il legno è anche e semplicemente, accogliente, caldo e vitale. Noi non ce ne rendiamo conto, ma il suo influsso benefico è noto: il legno contribuisce a creare un clima piacevole, regolando l’umidità dell’aria degli ambienti e trattenendo a lungo il calore. L’utilizzo del legno nell’edilizia e nell’artigianato ha una lunga tradizione. Laddove c’era legno a disposizione, lo si è sempre utilizzato. Anche l’artigianato in legno è profondamente radicato in molte zone dell’Alto Adige. Al contra-

ANCHE QUI C'È UN'ANIMA DI LEGNO Fibre di legno: le fibre di legno pressate si caratterizzano per l'elevata resistenza alla flessione e alla rottura e si trovano tra l'altro in: • scarpe • vestiario • tappezzerie • colle Xilitolo (Zucchero del legno): viene estratto dalla corteccia degli alberi e usato anche nella produzione di: • birra

• alcol industriale

Cellulosa: additivo alimentare dagli svariati utilizzi, che viene impiegato nell'industria alimentare e farmaceutica come antiagglomerante, distaccante o agente di rivestimento. • succhi • pillole Il legno è vivo, caldo e contribuisce a creare un accogliente clima abitativo 3 2   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2

• gelati • chewing gum


rio di altri materiali da costruzione, per lungo tempo la volontà di innovazione in materia di legno – per usare un eufemismo – è stata alquanto scarsa. Soprattutto l’edilizia e il design hanno preferito rivolgersi a cemento, vetro e plastica. Negli ultimi anni però le cose sono radicalmente cambiate, e oggi il legno gode di una ritrovata diffusione in parecchi settori. Le cause sono da ricondurre alla crescente consapevolezza della salute, al bisogno di individualità e autenticità nonché ai vari trend di sostenibilità, coscienza ambientale e stili di vita e architettonici più rispettosi dell’ambiente. Anche nel settore edile il legno sta vivendo un vero e proprio boom. “Costruire con il legno è semplice e complicato al tempo stesso, e dona ad architetti, designer e operai la sensazione di stare lavorando con un materiale vivo e amico dell’uomo”, afferma Paolo Bertoni del cluster Legno & Tecnica del TIS. Ed è soprattutto nell’edilizia abitativa che il legno tiene testa al suo concorrente principale, il cemento. Qui infatti i suoi

vantaggi non si limitano all’aspetto ecologico o ai tempi ridotti di costruzione: le case in legno sono a risparmio energetico, hanno buone proprietà statiche e rispettano le disposizioni antincendio al pari dell’edilizia convenzionale. Le case in legno insomma non sono lo spauracchio dei pompieri: in caso di incendio infatti le travi portanti in legno reggono più a lungo dell’acciaio, il quale si scioglie con il calore e si frantuma senza preavviso.

Chic sì, ma ecologico “In materia di risparmio energetico il legno è doppiamente più conveniente”, dice Bertoni. “La prima volta nella fase di costruzione, cominciando dalla materia prima per arrivare alla tipologia e alla progettazione. Ma anche il funzionamento e la conservazione delle case in legno sono energeticamente più convenienti, basti pensare al fabbisogno di aria calda o fredda, al consumo di corrente elettrica, alla manutenzione e alla

durata di vita”. Il legno quindi, è bene ripeterlo, aumenta l’efficienza energetica di una costruzione. C’è poi da dire che oggi le case in legno sono anche chic, e parecchi architetti scelgono il legno come materiale da costruzione. Ponti, edifici industriali ma anche palazzi di 8 piani: oggigiorno l’uso del legno non ha praticamente più confini. E anche i designer si sono accorti dell’esistenza del legno, lanciando sul mercato non solo mobili ma anche telefoni cellulari, laptop, occhiali e borse in legno. Sfruttare maggiormente queste enormi potenzialità: ecco l’obiettivo di un progetto Interreg IV che il cluster Legno & Tecnica sta curando attualmente. Il “laboratorio del design” offre ad artigiani e stilisti dell’arco alpino la possibilità di incontrarsi per scambiarsi esperienze e realizzare assieme prodotti nuovi, “affinché anche i designer imbocchino la strada del legno”, conclude Bertoni. (ep)

L’azienda "Pichler Legnami" di Ega ha usato a piene mani il legno per la realizzazione della nuova sede


EVENTI

Premiati e padroni di casa (da sinistra): Hubert Hofer (direttore del TIS), Christina Zuenelli (Loacker), Ulrich Stofner (direttore di BLS), Thomas Kohl (Kohl Obsthof Troidner), Christoph Engl (direttore di SMG), Heiner Oberrauch (Salewa), Markus Prugger (Nordpan), Roberto Bizzo (assessore provinciale all’innovazione), Thomas Widmann (assessore provinciale all’economia) 3 4   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2


Dopo la premiazione, i 700 invitati del mondo dell’economia, della politica e della società si sono riversati nel foyer del Teatro Comunale di Bolzano

Un’indimenticabile serata di gala. Che succede quando

economia e arte si incontrano? L’11 novembre scorso sono stati in 700 a scoprirlo, in occasione della grande serata di gala che ha concluso la prima edizione degli Alto Adige Award dell’Economia.

L

’anno scorso la Giunta provinciale ha deciso di accorpare in un’unica manifestazione – gli Alto Adige Award per l’appunto – i quattro premi che fino ad allora venivano assegnati: il TIS Innovation Award, l’EOS Export Award, l’SMG Marketing Award ed il neonato Investment Award della BLS. “L’Alto Adige ha delle grandi potenzialità e delle ottime aziende, delle quali dobbiamo essere fieri”, ha detto il presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder aprendo la serata. Quasi 60 imprese hanno presentato la propria candidatura, e alla fine le 4 categorie del concorso hanno incoronato altrettante vincitrici: nella categoria Marketing si sono imposti i succhi di mela di montagna Kohl del maso Obsthof Troidner di

Renon, il premio per l’Export è andato alla Loacker ancora di Renon, l’Innovation Award è stato appannaggio della Nordpan di Valdaora mentre l’Investment Award ha visto trionfare l’impresa bolzanina Salewa. Gli Award sono stati consegnati dagli assessori provinciali Thomas Widmann, Roberto Bizzo e Hans Berger. Il premio, opera del designer altoatesino Harry Thaler, riproduce i confini geografici dell’Alto Adige e rappresenta innovazione, dinamismo e apertura verso il mondo. La serata, condotta dal presentatore e film maker Gustav Hofer, è stata impreziosita da magici giochi di luce durante le premiazioni e da alcune avvincenti scene tratte dallo spettacolo di danza Dolo­mytica.

L’Alto Adige Award, l’Oscar di casa nostra, è rifinito in alluminio e riproduce i confini geografici della nostra provincia G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   3 5


EVENTI

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1 | Gerhard Comper, Cellina von Mannstein e Michael Grosser 2 | Jasmin Mathà, Christine Lasta, Verena Lazzeri 3 | Alex Ploner, Michael Gaiser 4 | Erwin Lanzinger, Dado Duzzi e compagna 5 | Conte Michael Goëss-Enzenberg, Contessa Sophie Goëss-Enzenberg 6 | Karin Niederfriniger, Andreas Tschurtschenthaler, Tanja Mair 7 | Florian Pichler, Giuseppe Mele, Stephan Malfertheiner, Angelo Mele 8 | Heinrich Riffesser, Isabella ­S chwienbacher 9 | Michael Falk, Eleonora Corazza, Harald Plieger

Nel corso della cerimonia di premiazione, che ha ricordato la magica atmosfera degli Oscar, c’è stato spazio per alcuni applauditi intervalli con scene tratte dallo spettacolo di danza Dolomytica, una produzione del Teatro Comunale di Bolzano

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NELL’OCCHIO DEI MEDIA

Ecco cosa scrivono di noi. L’Alto Adige raccontato da giornali e riviste:

i protagonisti di turno sono le Dolomiti, sci & wellness, l’architettura locale a basso consumo energetico e le arti culinarie. Inghilterra: Good Housekeeping Rivista femminile – La rivista femminile a grande tiratura dedica all’Alto Adige due pagine molto intense. “Qui la qualità della vita è la più alta al mondo”: si conclude così, il resoconto della giornalista britannica entusiasta del soggiorno trascorso in Val di Funes tra arrampicate, degustazioni di specialità e relax nella Spa. Edizione giugno 2011

Inghilterra: Glamour Magazine di moda - La rivista in formato tascabile consiglia l’Alto Adige come ideale luogo di villeggiatura invernale, suggerendo i paesini come San Vigilio, la tradizione dei bagni di fieno, le terme e Sesto Pusteria. Per la parte culinaria vengono consigliati lo speck di Merano, gli gnocchi e i dessert alla moda. Edizione novembre 2011

Italia: Io Donna/Corriere della Sera Rivista femminile – Un articolato reportage tratta il tema della ricerca di un’architettura a risparmio energetico per la settimana bianca, citando 5 esempi sparsi per il mondo. Uno di questi è altoatesino ed è il Residence Lagaciò di San Cassiano, definito esempio di bio-architettura. Edizione del 26 novembre 2011

Belgio: Grande Italie Rivista di viaggi – Il magazine dedicato all’Italia riserva 12 pagine all’Alto Adige, con foto a grande formato che fanno venir voglia di trascorrere una vacanza all’ombra delle Dolomiti. Grande risalto viene dato alla gastronomia locale, partendo dal dato di fatto che l’Alto Adige è la provincia italiana con il maggior numero di stelle Michelin. Edizione autunno 2011

Germania: Lust auf Genuss Rivista di gastronomia - Oltre a splendide immagini di piatti tipici e paesaggi di montagna, il mensile dedicato all’Alto Adige propone una serie di eccezionali foto che fanno “sentire” l’accogliente atmosfera degli alberghi e la nobile eleganza dei ristoranti. Edizione settembre 2011 G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2 | M   3 7


MERCATO

Il vincitore dell’Award Kjetil Thorsen, dello studio di architettura Snohetta di Oslo, conversa con Michael Purzer della Frener & Reifer di Bressanone

B A R C E L O N A , S PA G N A CHE SI DICE IN GIRO, CHI È PIÙ AVANTI? Al World Architecture Festival (WAF) di Barcelona si danno appuntamento i migliori architetti del mondo; mostre, presentazioni di progetti e seminari si susseguono. Il cuore del festival è rappresentato dai WAF Awards, gli ambiti “Oscar” dell’architettura. Ad entrare nella ristretta schiera dei selezionati su 700 candidati ce l’hanno fatta anche due studi di architettura altoatesini: Monovolume di Bolzano e BergmeisterWolf di Bressanone. “Il WAF non è interessante solo per i nostri architetti, ma anche per le aziende altoatesine di respiro internazionale per l’avvio di trattative d’affari”, spiega il vicedirettore di EOS Markus Walder, promotore del viaggio a Barcelona assieme all’Ordine degli architetti. 3 8   M | G E N N A I O, F E B B R A I O, M A R Z O 2 0 1 2


“L’architettura rispecchia sempre un umore, una visione della vita”. Alain De Botton Filosofo di origine svizzera, *1969



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