SURFCORNER MAGAZINE
Thanks Iceland Di Alessio Mucciarelli, Antonio Lazzarini, Stefano di Lello
Il bianco, il nero e il silenzio. E l’odore del freddo che permea l’aria, ricordando all’uomo che in quelle terre selvagge comanda la natura. L’Islanda è ai confini del mondo, un blocco di ghiaccio e roccia che guarda il Circolo polare artico e non teme nulla. Quando ti presenti lì con la tavola sotto il braccio ascolti solo il silenzio, non c’è caos, non ci sono schiamazzi tipici delle session. Senti solo l’acqua e il respiro ovattato dal cappuccio della muta.
Il surf in Islanda non è conosciuto né reputato una potenziale attività sportiva. Si nota subito, da quando si cerca di prenotare il posto sacche con la compagnia aerea di bandiera. Ma in realtà il surf esiste anche in questa terra estrema e ha pure tanto da dire.
La Reykjavik peninsula è forse la zona migliore per il surf, sia per la sua posizione vicina all’omonima capitale, sia per l’accesso facile alla maggior parte degli spot. In questa zona se ne possono trovare una decina, ma stiamo parlando solo di una piccola parte di tutta la costa ancora inesplorata di cui gode questa terra.
Da Reykjavik ci siamo mossi alla volta di Hofn, passando per Vik. Pioveva e la traiettoria della macchina era continuamente modificata dal vento fortissimo. Poco dopo Skaftafell il paesaggio ha iniziato a cambiare radicalmente: le montagne, che dapprima si tuffavano direttamente nell’oceano, piano piano hanno lasciato spazio alle pianure alluvionali di origine glaciale. Quello che ti trovi davanti è il vero Nord.
L’islanda, lontana geograficamente e anche totalmente sconosciuta al mercato surfistico, non è di facile orientamento nella ricerca di spot. Per intenderci, se credete di essere a Bali e poter avere report dettagliati su ogni spot siete fuori strada.
Thanks Iceland
Non è il classico viaggio per fare surf. Ma esplorando in macchina questa terra puoi avere la fortuna di guardare l’orizzonte e scorgere un promontorio dove una strada sembra consentirti un facile accesso all’oceano e di qui scoprire in una baia di perfette sinistre del tutto paragonabili per bellezza e potenza alle più famose del pianeta, dove non esiste nessun elemento contrastante ed estraneo alla natura e dove in acqua puoi essere solo o magari accompagnato da qualche foca incuriosita. E improvvisamente vedere lo spruzzo altissimo di una balena e la sua colossale coda sparire in un attimo tra i blocchi di ghiaccio a pochi metri da te.
Dalla California, alla Costa Rica all’Indonesia, dopo aver viaggiato e surfato nei posti più belli del pianeta, finalmente ti ritrovi in un luogo isolato e davvero selvaggio. All’estremo nord, con i tuoi amici, e tutto ciò per cui hai sempre viaggiato è davanti ai tuoi occhi. Neanche il freddo è un problema se quell’onda puoi condividerla solo con le persone con cui hai deciso di intraprendere questa avventura. Neanche il ghiaccio e il fuoco sono ostacoli se hai seguito quel desiderio ancestrale ed istintivo di abbandonarti alla magia delle terre selvagge!
Thanks Iceland
ICELAND Reykjanes Peninsula 4970 km di coste ancora in gran parte da esplorare fanno dell’Islanda una delle poche destinazioni al mondo dove è ancora possibile surfare onde vergini circondati da paesaggi incredibili senza il problema dell’affollamento. Molti surfisti islandesi si limitano infatti a surfare nella penisola di Reykjanes, nei dintorni di Reykjavik, sulla costa sud ovest del Paese.
QUANDO ANDARE Il miglior periodo dell’anno per surfare in Islanda sono i mesi da settembre a novembre, quando le mareggiate cominciano a diventare via via più consistenti, una volta superata l’estate, la temperatura dell’acqua e dell’aria è ancora accettabile e le basse pressioni sono frequenti. Le mareggiate più consistenti arrivano durante l’inverno ma la mancanza di luce diventa un problema e rende complicato riuscire a far coincidere il momento migliore della swell con la luce del giorno. Per non parlare dei forti venti freddi, delle tempeste di neve e le ampie escursioni di marea.
COSA PORTARE Considerando la mancanza o la scarsità di equipaggiamento reperibile, è consigliabile portarsi tutto l’occorrente. Come muta, una 6mm con calzari e guanti da 7mm sono indispensabili vista la temperatura che può raggiungere valori molto vicini ai 0°C. In tarda estate tuttavia la temperatura può risalire anche fino a 12°C permettendo l’uso di una 4/3mm, talvolta senza guanti, quando il fattore “wind chill” lo permette.
INFO UTILI La maggior parte degli spot è su roccia lavica, principalmente point e reef break. Noleggiare un’auto è praticamente d’obbligo per spostarsi e andare a surfare. Il noleggio auto (età minima 21 anni) e l’accomodation è abbastanza costoso, ma da giugno a settembre si trovano anche sistemazioni in ostelli e campeggi a buon prezzo.
Thanks Iceland