C1/5539/2011 Periodico della società Volontaria di Soccorso Pubblica Assistenza Livorno - Aut. Tribunale n° 15449 del 23/10/1984 - COPIA OMAGGIO “Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in A.P. - L. n. 46/2004 - Art.1 comma 2 (Tab Onlus) - Numero 2 Anno 2007 - Aut. DIR/CBPA/CENTRO1 valida dal 11.05.2006”
N°1 – 2011 ANNO XXVII
notiziario della
Il futuro del volontariato
IL PRESIDENTE
ANPAS
L’EDITORIALE Gent.mo la mia richiesta è stata esaudita nel modo migliore; non conosco il nome del ragazzo e della ragazza che hanno trasferito ed accompagnato mia madre (87enne che al momento non cammina) alla visita di cui aveva necessità ma vorrei ringraziarli ancora e dire, a loro ed a voi, che sono stati splendidi: competenti e affettivi ed anche velocissimi. Che dire? Ho incontrato ‘qualcosa’ che funziona: bene ed offrendo alle persone comuni percorsi di accesso semplici e chiari. Per mia fortuna solo ora incontro i problemi che derivano dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla non autosufficienza: è confortante sapere che c’è un punto di riferimento come la SVS. Sono una dipendente comunale e mi occupo di servizi (all’infanzia); so com’è complesso e impegnativo progettare, organizzare, gestire ed erogare servizi di sostegno alle persone anche quando si ha la “certezza” (in questi tempi vanno messe le “ ” ) delle risorse e immagino quanto lo sia di più quando i servizi sono fondati sul volontariato… Grazie ancora, a tutti. Cordialmente P.S. Mi sono iscritta e ‘propagando’ l’iscrizione a tutti quelli che conosco. Nel panorama tragico che caratterizza oggi il nostro paese sotto il profilo etico, economico e sociale, di fronte a politici che sembrano aver perso di vista la propria “mission”, che dovrebbe essere indirizzata ad agire per il bene della comunità, occupandosi solo della propria sopravvivenza; di fronte alla disgregazione sociale che desertifica il mondo delle relazioni comunitarie, un filo di speranza ci deriva da esperienze della società civile i cui protagonisti continuano a esprimere concretamente solidarietà, altruismo, tensione verso gli altri, al cui servizio dedicano, disinteressatamente, parte del proprio tempo libero. Lettere come quella riportata in apertura costituiscono per noi la spinta ad andare avanti, il carburante per continuare a spendere quotidianamente il patrimonio di umanità e dedizione che caratterizza l’azione concreta del volontariato; il riconoscimento della comunità che serviamo rappresenta la più importante gratificazione che ciascuno può desiderare per il proprio impegno. È con vero piacere che, nella mia veste di Presidente pro-tempore della SVS – Pubblica Assistenza di Livorno, introduco questo numero de ”il Volontario”; si tratta di un numero che più che mai nasce da un lavoro collettivo cui hanno partecipato numerosissime persone tra volontari, dirigenti, consiglieri del Comitato Direttivo, tutti animati dal desiderio di rappresentare la propria realtà operativa, di trasmettere alla città in cui operiamo il massimo di informazioni rispetto a ciò che siamo, a ciò che facciamo, alle idealità che muovono tante persone che, in modo del tutto disinteressato, impiegano parte della loro vita al servizio della comunità cittadina e non solo… Il filo che unisce le varie sezioni è costituito dal futuro del volontariato, tema di grande attualità alla luce delle trasformazioni profonde che va subendo, nel nostro paese, l’assetto del welfare state, sempre più ridimensionato, sempre più asfittico: ne consegue che le associazioni del volontariato sono sempre più chiamate a ruoli di supplenza, che se da un lato ne esaltano la vocazione solidaristica, dall’altra rischiano di mortificarne le aspirazioni alla innovazione creativa, al protagonismo progettuale, ad un ruolo significativo nella progettazione sociale. Un importante contributo in apertura tematizza questi aspetti: quello di Fausto Casini, Presidente Nazionale dell’ANPAS, che ha aderito con piacere al nostro invito, inviandoci un articolo che fa il punto sullo stato del movimento, ne approfondisce le questioni principali, individua lucidamente
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LE FUTURE SFIDE DEL VOLONTARIATO L’INTERVENTO DI FAUSTO CASINI PRESIDENTE NAZIONALE ANPAS
Il Presidente della SVS Vincenzo Pastore
le direzioni di marcia. Lo ringraziamo sinceramente per la sua partecipazione e per la rilevanza del testo, che certamente ci aiuterà nel nostro impegno. Si diceva del tema trasversale: esso si svilupperà a partire dal resoconto delle attività svolte, di cui saranno messe in evidenza luci ed ombre e prospettive, così da rendere massima la trasparenza della nostra organizzazione, nel tentativo di rendere conto di tutto ai tanti soci che costituiscono la nostra forza, ai generosi volontari che quotidianamente operano al servizio della comunità, alla comunità tutta che generosamente ci è vicina e ci sostiene, alle istituzioni che costituiscono interlocutori fondamentali, a tutti coloro con cui interagiamo, a vario titolo, per lo svolgimento delle nostre attività. Buona Lettura
Dott. Vincenzo Pastore Presidente SVS
notiziario della
Presidente: Vincenzo Pastore Direttore Responsabile: Antonella De Vito Grafica: metodoadv.com Stampa: Centro Stampa Quotidiani Via dell’Indutria 52 (BS)
Il 2011 è un anno importante per l’ANPAS, per le Pubbliche Assistenze, per il volontariato e il terzo settore italiano. Nel 150° dell’Unità d’Italia le organizzazioni nazionali stanno riflettendo sulla propria identità e sul valore dell’unità nazionale; in questo anno si celebra anche l’anno europeo del volontariato. un’occasione importante per verificare la nostra capacità di stare in Europa e per dare significato a questa appartenenza. Può sembrare un po’ velleitario ma credo che essere Pubblica Assistenza e il significato che la nostra storia ha costruito attorno a questa idea, sia un modello di partecipazione che riesce a coniugare allo stesso tempo: la vicinanza alla gente con l’essere soggetto politico; la costruzione dell’unità nazionale con la propulsione di una nuova idea di Europa; le attività di servizio complesso e continuativo con l’essere luogo di volontariato; l’erogazione di servizi con il riflettere per una nuova cittadinanza attiva. Queste parole sintetizzano quello che vediamo crescere nelle persone che incontriamo nelle Pubbliche Assistenze, ma rischiano di essere proclami se non le si coniuga con le sfide di tutti i giorni e con la definizione di ruoli tra volontari, associate e rete di secondo livello zonale, regionale e nazionale. Il 2011 è l’anno dei Congressi Regionali e Nazionale in cui ogni associata deve svolgere il suo ruolo nell’individuare ed indirizzare l’azione dei nuovi quadri dirigenti volontari che dovranno guidare il Movimento nel prossimo triennio. Provo ad aiutare la riflessione che ci dovrebbe accompagnare responsabilmente in questi mesi. Parto dalla visione di società che la nostra laicità ci impone che è quella delle responsabilità e dei diritti costituzionali. L’ANPAS e le Pubbliche Assistenze non possono convivere serenamente con le logiche di spartizione e di de-responsabilizzazione delle Istituzioni pubbliche e ogni volta che tentano di farlo finiscono con il sottostare al concetto che il fine giustifica i mezzi, un’idea che è antitetica alla libertà che distingue il volontariato. Le nostre associazioni, passati gli entusiasmi giovanili, si sono organizzate per trovare il giusto equilibrio tra garantire qualità e continuità di servizi essenziali e il bisogno di spontaneità e libertà dell’azione volontaria. Nel caso di molte realtà toscane l’identità popolare, sancita dall’alto numero di soci, rafforza la componente di responsabilità verso la comunità locale, costruendo un modello partecipativo di cui non si sono comprese le potenzialità rispetto alle attuali sfide. Attraverso la crescita delle Associazioni abbiamo sviluppato l’autonomia dalle Pubbliche Amministrazioni, dai partiti e dai sindacati; la consapevolezza di questa autonomia non può significare separatezza né suddivisione dei luoghi di competenza ma ci pone come soggetto rilevante e rappresentativo, portatore di soggettività politica in grado di agire la sussidiarietà nella rigenerazione e nell’arricchimento dei beni comuni. Qual è allora il ruolo delle nostre Pubbliche Assistenze e dei loro dirigenti? Cosa possono fare e come si può giudicare la loro qualità in un processo di cambiamento sociale in linea con i nostri ideali? Le idee, le riflessioni, le energie non mancano, ma oggi la frustrazione deriva dalla distanza fra le potenzialità e i risultati. Ogni dirigente animato dallo spirito volontario vive questa distanza con disagio e apprensione. I modelli di riferimento sono cambiati. Nel passato i dirigenti di secondo livello si misuravano per la loro capacità di individuare i riferimenti istituzionali e di influenzare le attività decisorie sulle politiche pubbliche. Oggi l’autoreferenzialità della politica e l’impostazione individualistica ha reso questa attività assolutamente caotica e casuale sia nelle interlocuzioni che nei risultati. L’avanzare di questi modelli decadenti dal centro verso le periferie ha poi vanificato la spinta federalista che si basava sull’idea di avvicinare responsabilità politiche a territori e comunità locali. La decadenza dei partiti non è un fattore isolato. L’invecchiamento in condizione di opulenza degli italiani ha fertilizzato tutte le dinamiche negative. L’individualismo e la paura di perdere ciò che si ha stanno portando a disgregare la vecchia idea di Stato, di pubblico e di privato, e falsano il sistema capitalistico allontanando le rendite dal lavoro e dalle risorse materiali verso quelle finanziarie e speculative. Ma com’è stato possibile arrivare a questo punto? Sicuramente le idee prevalenti di benessere, sviluppo e progresso, associate a una continua sedazione data dal cocktail mediatico e consumistico, hanno fatto la loro parte. L’inevitabile processo di autoconservazione degli apparati pubblici
e la forte conflittualità hanno poi aumentato a dismisura i processi deresponsabilizzanti delle burocrazie pubbliche vanificando i processi di semplificazione e aumentando l’indefinitezza dei ruoli. Ma noi abbiamo fatto la nostra parte? Le nostre associazioni, le storie dei nostri volontari, dei giovani in Servizio Civile (a partire dagli obiettori) sono continua testimonianza che esistono alternative umane e inclusive, che la sobrietà può essere gioiosa e non austera, che l’altro non è un avversario ma un possibile collaboratore e che i conflitti possono avviare sviluppi positivi e non sempre passano per
Casini al centro con un gruppo di volontari SVS
l’eliminazione di uno dei due contendenti. Sulle crescite personali abbiamo fortemente seminato ma essere un Movimento significa molto di più: significa essere sincronizzati, essere consapevoli della propria forza, essere uniti nell’affrontare le sfide. Sfidare le dinamiche sociali è azione faticosa e innesca processi di cui forse vedranno i risultati i nostri figli. Ma l’individualismo, con le sue armi più affilate che sono l’invidia e il protagonismo, ha spesso fatto perdere alle nostre associazioni la capacità di collaborare, di migliorarsi e di far crescere l’albero delle Pubbliche Assistenze praticando continue mutilazioni. Le sfide del prossimo triennio saranno le stesse che l’SVS sta incontrando in questi giorni: si va dalle necessarie riforme del quadro legislativo per valorizzare l’azione volontaria nell’ambito dei servizi complessi, allo sfuggire alla forte pressione che ci schiaccia in basso chiedendoci di supplire alle carenze di risorse e all’irresponsabilità di chi esercita ruoli istituzionali; dalla differenziazione degli ambiti di attività di prevenzione nella protezione civile, alla sopravvivenza del servizio civile; dalle normative sui pedaggi autostradali, alla definizione del profilo di autista soccorritore o alle limitazioni di peso delle autoambulanze. Su queste sfide quotidiane dobbiamo costruire quadri dirigenti e strutture capaci di fare azioni di lobbies, misurando su questo le differenti capacità e qualità. Partendo da queste pratiche ANPAS dovrà crescere come Movimento, costruire alleanze nel privato sociale, con le fondazioni ma anche con il privato profit e con le università per cambiare in positivo l’Italia. La vera sfida è l’invenzione di nuovi modelli di partecipazione democratica anche per la gestione di servizi essenziali, di selezione dei quadri dirigenti e della valutazione del merito, ma soprattutto è la capacità di costruire scenari e climi positivi con l’approccio umile che deve avere chi sa di essere proprietario di una grande ricchezza culturale e con la pazienza di chi ha una lunga storia. ANPAS ha ricevuto un contributo per l’archivio storico. Si fa un gran parlare di memoria, ma in realtà anche l’azione archivistica si basa sul concetto che il vero arricchimento, oltre alla conservazione di testimonianze documenti e reperti, deriva dall’azione di ricordare e riportare alla luce importanti contributi “memorizzati” facendoli incontrare con l’essere contemporanei. Anche su questo tema ANPAS può dire la sua. Per ora ringrazio chi mi ha messo a disposizione questo spazio, l’SVS di Livorno e i lettori che hanno avuto la pazienza di provare con me ad atterrare nella realtà partendo da molto alto e senza conoscere le dimensioni del paracadute! Fausto Casini
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I VOLONTARI
I VOLONTARI
NON CI SONO LIMITI DI ETÀ, QUELLO CHE CONTA È LO SPIRITO E LA MOTIVAZIONE FRANCESCO CANTINI SPIEGA COME SI PUÒ DIVENTARE VOLONTARI L’area di azione della SVS è così ampia che chiunque può trovare al suo interno uno spazio per fare volontariato e donare a chi ha bisogno un po’ di tempo e di aiuto e ricevere in cambio, come assicurano tutti coloro che il volontariato lo fanno già da anni, tanta umanità e gratificazione. Per entrare nel mondo del volontariato SVS c’è una guida d’eccellenza che ha fatto di questo mondo la sua incondizionata passione, una passione che riesce a trasmettere a chiunque si avvicina al grande portone di via San Giovanni, sede storia dell’associazione. Stiamo parlando di Francesco Cantini, responsabile della segreteria Volontari che oltre a gestire i turni del servizio sanitario ordinario e d’urgenza accoglie tutti coloro che vogliono diventare volontari. “Il mio compito- afferma Francesco è quello di spiegare a chi si avvicina alla SVS per la prima volta che tipo di servizi facciamo e qual è lo spirito con il quale li affrontiamo, in modo che chiunque possa scegliere il settore più adatto a lui. Chiedo anche di riempire una scheda con i dati anagrafici e poi aspetto che la persona, dopo aver riflettuto, ritorni per comunicarmi a cosa vuole dedicarsi. Praticamente non c’è età per fare il volontariato, da 14 anni in poi ci si può dedicare a vari settori. Se uno sceglie il sociale lo presento e lo affido ai volontari più esperti in modo che gradualmente possa acquisire la pratica necessaria a condurre l’attività. Chi invece si sente portato per operare nel sanitario inizia frequentando il corso di livello base che come obiettivo principale ha quello di formare i volontari dando loro nozioni di base di pronto soccorso, barellaggio e trasporto degli ammalati. A 18 anni un volontario di livello base può iscriversi al corso di formazione per soccorritori livello avanzato per prepararsi ad affrontare il servizio di emergenza – urgenza dopo aver superato, naturalmente, un esame finale. Anche per la Protezione Civile, è necessario prima seguire dei corsi, fare tirocinio e sostenere degli esami. Un percorso indispensabile per prepararsi ad affrontare situazioni che possono essere anche molto difficili, dove in gioco ci sono delle vite. In questi casi bisogna essere un po’ più grandi, infatti, si può accedere al sanitario ordinario e alla Protezione Civile a partire da 16 anni, mentre l’emergenza sanitaria, sempre per legge, richiede i 18 anni. Ma attenzione, non ci sono limiti superiori, a fare volontario si può continuare anche fino a 100 anni, magari scegliendo ruoli meno operativi e faticosi, ma sempre importantissimi per portare avanti la nostra opera di servizio ai cittadini in difficoltà”. I corsi sono molti, ed ognuno può decidere cosa frequentare. Si comincia, come abbiamo detto, con il corso base nel sanitario, che permette poi di accedere al livello avanzato e dà quindi la possibilità di salire sull’autoambulanza per le emergenze sia con medico a bordo che senza. C’è poi la Protezione Civili con i suoi corsi base e le sue specializzazioni nell’antincendio boschivo, nelle emergenze e nelle maxi emergenze. Ci si può poi specializzare e partecipare ad un corso per diventare caposquadra oppure per fare l’autista nei servizi ordinari o nelle emergenze. Possiamo dire che ce n’è per tutte le caratteristiche e tutti i gusti, basta avere la predisposizione giusta, quella che ti porta a sentire vivi i cinque concetti ai quali la SVS si ispira da quando è nata: solidarietà, umanità, carità, soccorso e abnegazione.
Prova pratica attrezzature e strumenti
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PROVA PRATICA PER IL LIVELLO AVANZATO DI SOCCORSO SANITARIO
QUANDO GLI ESAMI
NON FINISCO MAI…
I NUOVI VOLONTARI RACCONTANO COME E PERCHÉ SALGONO SULLE AUTOAMBULANZE
I numeri del volontariato sanitario nel 2010 I volontari sono 393 Le ore di servizio svolte sono
119.227
Suddivise in: Ambulanza emergenza 118 - 26.208 Ambulanza soccorso e servizi ordinari da via San Giovanni 18.900
Ambulanza Ardenza emergenza 10.368
Ambulanza Ardenza servizi ordinari 27.836 Ambulanza Quercianella Centrale operativa 220
480
Servizio Sociale 7.591 Capraia Isola 12.960 Iniziative varie 4.800
Sono emozionati come si confà ad un esame, ed anche se superare questa prova pratica non li cambierà la vita, il loro impegno è al massimo. Del resto dimostrare di sapere cosa fare con chi non dà segni di vita, anche se in terra ci sono solo dei manichini, fa sempre un certo effetto emotivo. Siamo andati ad assistere all’esame pratico del corso di livello avanzato del settore sanitario, quello che ti permette di salire in ambulanza e gestire un’emergenza sia con medico a bordo sia senza. Gli esaminandi vengono da un corso impegnativo di due mesi, da molte ore di tirocinio e la sera prima hanno già sostenuto l’esame teorico, adesso devono dimostrare di poter essere anche operativi, di saper decidere in fretta come operare e di saper gestire una squadra di volontari rapidamente, perché il più delle volte il tempo è determinante per salvare una vita. A controllare che svolgano tutto alla perfezione c’è la direttrice sanitaria dei corsi di formazione per il soccorso, la dottoressa Agata Conti e il dottor Francesco Pupi delegato della Centrale Operativa 118, con loro naturalmente tanti volontari più esperti, pronti a ricostruire le situazioni più difficili. Le prove pratiche sono quattro e riguardano la rianimazione cardiopolmonare su adulto e bambino con l’aiuto di manichini, la prova sull’attrezzatura e la strumentazione e quella sul trauma, dove un volontario si presta a fare il ferito e una squadra arriva con la barella e tutto il materiale occorrente per soccorrerlo. E così si creano situazioni difficili con chi mette in scena una caduta dalle scale con poli-fratture, un incidente stradale o un infortunio sul lavoro. Dunque non c’è da meravigliarsi dell’emozione pre-prova e neanche della soddisfazione e dei sorrisi che cogliamo fra chi ha terminato l’esame con una buona votazione. A due di questi nuovi “volontari dell’emergenza” chiediamo di raccontare
I volontari hanno garantito: • Ambulanza 118 un equipaggio di 3 persone 24 ore al giorno per 365 gironi all’anno • Ambulanza soccorso un equipaggio di 3 persone ha garantito in media 12 ore giornaliere su tutto l’anno • Ambulanza sede di Ardenza ha garantito un equipaggio di 3 persone per 10 ore giornaliere • Ambulanza Ordinari con 8 volontari per 12 ore giornaliere da lunedì al sabato • Servizio Sociale ha garantito la presenza di 5 Volontari per 6 ore al giorno per 310 giorni • Antincendio boschivo ha garantito la presenza di un equipaggio di 2 volontari per 61 giorni, e la disponibilità alla reperibilità di 3 volontari per 61 giorni • Servizio Quercianella – ha garantito la presenza di 3 Volontari per 60 ore di servizio.
Prova di rianimazione su adulto BLS (supporto vitale di base su paziente adulto)
Prova di rianimazione su neonato (supporto vitale di base su paziente pediatrico)
VUOI DIVENTARE
UN VOLONTARIO DELLA SVS? Il tuo punto di riferimento sarà sempre FRANCESCO CANTINI Puoi chiedere di lui recandoti direttamente alla sede di via SAN GIOVANNI 30 A LIVORNO Puoi contrattarlo telefonicamente allo 0586/888888 Oppure per e-mail scrivendo a info@pubblicaassistenza.it o segreteriavolontari@pubblicaassistenza.it Puoi iniziare a fare volontario: a 14 anni nel sociale a 16 con il trasporto ordinario in autoambulanza e nella Protezione Civile a 18 nelle emergenze con o senza medico a bordo dell’autoambulanza
Luca Profumo
Daniela Neri
la loro storia con la SVS. Iniziamo con Luca Profumo, che a 59 anni si è appassionato al servizio di emergenza. “Ho cominciato a fare volontariato da poco più di un anno, da quando cioè sono andato in cassa integrazione ed ho avuto tanto tempo libero a mia disposizione. Ho due figlie e la più grande è volontaria da 12 anni, prima ha portato in SVS la sorella più piccola e adesso ha trascinato anche me. Ho provato e mi sono trovato subito bene, così dal servizio ordinario ho voluto fare anche il corso avanzato per le emergenze”. A Luca piace stare con i ragazzi e aiutare la gente e ci assicura: “Alle persone della mia età dico di venire a fare volontariato perché è una cosa bella e fa bene anche a chi lo fa. Si può fare a qualsiasi età con la volontà giusta, io ne sono l’esempio”. Daniela Nieri invece ha 24 anni e fa la commessa in un negozio di telefonia, anche lei ha iniziato da circa un anno con il corso di base e poi si è dedicata a quello avanzato. “Non pensavo mai di fare la volontaria in un’associazione di questo tipo, perché sono sempre stata molto impressionabile, ma ad un certo punto ho deciso con la mia amica di fare il corso base per superare le paure e imparare cosa fare in caso di emergenza per aiutare chi sta male. Ho capito che aiutare gli altri è una cosa molto importante”. Daniela concilia il suo impegno alla SVS con il lavoro in base ai suoi turni. “In questo anno l’esperienza più bella è aver accompagnato una partoriente in ospedale, è un servizio bello perché sta per nascere un bambino. Ma ogni situazione ha un aspetto che ti rimane più impresso e non dimentichi. Consiglio a tutti di provare, è un servizio che si può gestire bene in base al proprio lavoro e posso assicurare che si hanno molte soddisfazioni”.
Non ci sono limiti superiori d’età. Puoi essere volontario anche a 90 anni Francesco è il responsabile della segreteria volontari e ti accoglierà spiegandoti tutti i servizi svolti dalla SVS in modo che tu possa scegliere dove desideri fare volontariato. Ti farà compilare una scheda con i dati anagrafici Ritroverai Francesco all’inizio dei corsi di formazione quando farà una presentazione generale dell’associazione. Francesco ti seguirà durante il tirocinio e sarà sempre a tua disposizione per qualsiasi dubbio o problema.
Francesco Cantini
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120° ANNIVERSARIO
120° ANNIVERSARIO
ANNIVERSARIO SVS
120 ANNI DI VOLONTARIATO: UNA STORIA DI IERI, DI OGGI E DI DOMANI
La messa al Santuario di Montenero dedicata ai 120 anni della fondazione, con il vescovo di Livorno monsignor Giusti e la deposizione dello Stemma Sociale nella galleria degli ex voto
DAI PIÙ GIOVANI LE BASI PER IL FUTURO DELL’ASSOCIAZIONE
La festa al parco Sandro Pertini con i ragazzi delle scuole che hanno raccontato con i disegni come vedono l’attività dei volontari della SVS
La SVS, non poteva trovare modo migliore per festeggiare i 120 anni di fondazione se non il suo stesso rinnovamento. Un rinnovamento che è partito dal ridisegnare il logo ed ha visto l’inaugurazione di nuove ambulanze e nuovi mezzi adibiti alla protezione civile e alla ricerca dei dispersi; il tutto naturalmente distribuito all’interno del 2010, anno che ha accolto numerosi festeggiamenti organizzati dai volontari per il raggiungimento del traguardo dei 120 anni di attività della SVS. Il filo conduttore dei festeggiamenti sono stati i giovani, coloro che possono rappresentare la continuità e garantire il futuro del volontariato, ed allo stesso tempo possono apprendere dalla memoria di questa lunga storia che è sempre stata radicata con la vita della città. “Nel 1893 –spiega il presidente Vincenzo Pastore- dalla fusione di due associazioni, la Croce Verde e la Società del Mutuo Soccorso, nasceva la Società Volontaria di Soccorso Pubblica Assistenza. Un felice incontro fra quella che all’epoca era la borghesia illuminata e il ceto popolare, che ha accompagnato la storia e lo sviluppo della Svs”. Recuperare la propria memoria è doveroso, ed infatti, la SVS è partita proprio da qui, dal ricostruire le sue radici e raccoglierle in un volume curato da Marco Di Giovanni in occasione del centenario, e ripubblicato con gli aggiornamenti dovuti, per il 120° anniversario. Si legge nella premessa dell’autore: “Associazione per sua natura interclassista, la SVS si sarebbe rivelata punto di confluenza di diverse esperienze e pratiche associative, e terreno di sviluppo, a sua volta, di nuove e più caratterizzate identità collettive. Accentuati i propri connotati ‘popolari’ con l’espansione del nuovo secolo, essa avrebbe assunto una funzione specifica ed un forte radicamento nella società livornese in trasformazione […]”. Ma torniamo all’oggi e ai giovani. In particolare a quelli dell’Istituto Colombo che hanno partecipato al concorso per ridisegnare il logo della SVS, vinto da Ambra Saviozzi della 3B dell’indirizzo Grafico Pubblicitario. Un disegno moderno, stilizzato che riprende i colori e i simboli dall’associazione, visto da occhi giovani e proiettato verso il futuro, come ha detto Maria Pia Cammilli responsabile del gruppo Nati per Comunicare: “Questo logo ci sarà ancora fra 120 anni”. I giovani di ogni età a partire dalle scuole elementari fino alle superiori sono stati i protagonisti di un progetto che li ha visti impegnati a rappresentare, con mezzi da loro scelti, dal disegno ai video, l’attività della SVS. Una manifestazione finale al parco cittadino Sandro Pertini ha raccolto, esposto e premiato i lavori dei partecipanti, in una giornata di festa tutta dedicata al volontariato dell’associazione e alla sua storia. Ed ancora grazie ad una festa si sono ritrovati gli abitanti e soprattutto i ragazzi di piazza XX Settembre, luogo riconquistato all’incontro e alla socializzazione, per riscoprire i giochi del passato, costruiti con legno e poco altro e divertirsi in libertà, mentre genitori e nonni li guardavano e qualcuno, più “grande di età”, ha anche potuto raccontare dei tempi in cui quelli stessi giochi erano in voga.
L’arrivo di nuovi mezzi è di per sé sempre un grande momento perché le potenzialità dell’associazione crescono, così come la sua professionalità e le possibilità di intervento. È quindi stato importante iniziare a ricordare i 120 anni della SVS con l’inaugurazione di un nuovo veicolo per la Protezione Civile, di un’autoambulanza fuoristrada, di un pulmino per il trasporto di persone e di un’autoambulanza veterinaria per l’unità cinofila che permette di condurre in sicurezza i cani per la ricerca dei dispersi, ed eventualmente affrontare emergenze su questi utilissimi animali, che spesso sono trasportati nei boschi ed in zone impervie e devono affrontare situazioni anche difficili. I mezzi sono stati inaugurati alla presenza del presidente della Provincia Giorgio Kutufà. Sempre per non dimenticare le radici, la SVS ha aperto i suoi archivi fotografici per allestire una mostra alla Fortezza Nuova nel periodo estivo, durante la quale lo scultore Giancarlo Battaglia ha donato all’associazione un bassorilievo con i simboli della Pubblica Assistenza. I festeggiamenti sono proseguiti con il clou delle iniziative che ha visto i volontari impegnati alla Rotonda d’Ardenza nell’allestimento e la gestione di Ballo Sotto le Stelle, l’annuale festa dedicata a chi ama danzare. Un momento particolarmente importante dell’edizione 2010 è stata l’inaugurazione di sei nuove ambulanze dedicate al servizio d’emergenza condotto dalla SVS al servizio dei cittadini.
La mostra sulla storia della SVS alla Fortezza Nuova
Al centro Ambra Saviozzi della 3B dell’indirizzo Grafico Pubblicitario autrice del nuovo logo della SVS
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La festa in piazza XX Settembre con i ragazzi del quartiere alla scoperta degli antichi giochi
L’inaugurazione delle nuove autoambulanze a Ballo Sotto le Stelle
Ad ottobre i volontari si sono raccolti al Santuario di Montenero per una messa dedicata ai 120 anni della fondazione, con il vescovo di Livorno monsignor Giusti e la deposizione dello Stemma Sociale nella galleria degli ex voto, come omaggio alla Madonna e richiesta di protezione. Un gesto che viene da un’associazione laica come la SVS e che ha l’intento di valorizzare ogni anima dell’organizzazione e si colloca, inoltre, nella più antica tradizione labronica degli ex voto. Il lungo anniversario si è concluso alla fine dell’anno con un convegno sulla storia della SVS dedicato ai ragazzi delle scuole superiori, con la partecipazione del professor Giangiacomo Panessa; con la presentazione del libro a cui abbiamo già accennato, alla presenza del sindaco Alessandro Cosimi e con la premiazioni di 63 nuovi volontari che hanno ricevuto l’attestato di Protezione Civile al termine di un corso e del superamento di un esame. Non poteva essere più completo ed intenso il 2010, con le molte iniziative che hanno voluto attirare l’attenzione di tutti i cittadini sulla storia e sul ruolo attuale della SVS, senza perdere mai di vista il futuro che l’attende e che sarà coltivato dai giovani.
Il Presidente della Provincia Giorgio Kutufà al taglio del nastro
Inaugurazione dei mezzi della Protezione Civile
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PREMIAZIONE SOCI
PREMIAZIONE SOCI
UNA FESTA PER I VOLONTARI E I SOCI PREMIATI CON MEDAGLIE D’ORO, DI BRONZO E D’ARGENTO
L’assemblea sociale è anche un’occasione per ritrovarsi insieme ai soci e ai volontari e festeggiare l’impegno che ognuno a suo modo e a secondo delle sue possibilità ha dedicato alla SVS, affinché, possa essere quell’associazione di assistenza ai cittadini, che tutti oggi conoscono nella sua efficienza e professionalità. Francesco Cantini responsabile della Segreteria Volontari racconta come si è svolta la premiazione: “Il 25 giugno abbiamo voluto dedicare un momento di festa per quanti negli anni hanno partecipato alla vita dell’associazione in modo più attivo. Per prima cosa sono stati premiati i soci più ‘fedeli’, quelli che sono iscritti da 50 anni, per passare poi ai volontari che negli ultimi 4 anni hanno offerto maggior tempo all’associazione nei diversi settori”. I volontari sono stati premiati per i bienni, 2007-2008 e 2009-2010, e divisi in otto categorie a seconda degli anni di servizio prestati: da 1 a 4 anni, da 5 a 9, da 10 a 14, da 15 a 19, da 20 a 24, da 25 a 30 da 30 a 49 e oltre i 50 anni di attività. I premiati, in base alle ore di servizio svolto, hanno ricevuto medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. Questo naturalmente è valso per tutte e tre le aree di intervento della Svs che sono costituite dal sanitario, dal sociale e dalla protezione civile. Un premio speciale è andato alle squadre di notte, quelle che più delle altre hanno sacrificato il sonno per garantire il servizio di emergenza alla città. Le premiate sono state, per entrambi i bienni, la squadra 14 con la medaglia d’oro, la 25 con l’argento e la 29 con il bronzo. Un grande applauso e tanti abbracci sono andati a Giuseppe Lombardi per la sua croce d’oro che ha premiato 50 anni di servizio, dimostrando non solo la sua grande affezione all’associazione, ma anche la sua capacità di comprendere fin da giovanissimo i valori che la SVS porta avanti da 120 anni, cambiando mezzi, ammodernando tecniche e servizi, ma restando sempre fedele ai suoi valori di umanità, solidarietà, carità, soccorso e abnegazione.
Una croce d’oro al merito per i 50 anni di attività Ma i riconoscimenti non si sono fermati qui, infatti, attestati per il lavoro svolto sono andati ad Odette Volpi, che dal 2006 al 2009 ha avuto l’impegnativo ruolo di presidente della SVS e al medico Agata Conti direttrice sanitaria dei corsi di formazione per il soccorso: due donne che con il loro impegno hanno dato e stanno dando grande valore al mondo del volontariato. Una festa per i soci e i volontari intorno ai quali si sono stretti i consiglieri, i dirigenti e lo stesso presidente Vincenzo Pastore, tutti a loro volta volontari, perché non si può prescindere da questo valore basilare se si vuol far parte della SVS.
La dottoressa Agata Conti premiata dal Presidente Vincenzo Pastore
Cinirio Paoletti premiato dal Presidente Vincenzo Pastore
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Valentina Locanni premiata dalla consigliera Maria Pia Cammilli
Corrado Arbulla volontario da quasi 60 anni, premiato dalla Consigliera Maria Pia Cammilli
Capo Squadra Giuseppe Destino premiato dalla Vice Presidente Mini Alessandra
LA MEDAGLIA D’ORO
PIÙ GIOVANE Ciro Balloni e il suo impegno nel volontariato
Ciro Balloni ha 18 anni, ma il volontario lo ha iniziato a fare ad appena 15 anni. Un esempio da seguire per i giovanissimi, una strada da incentivare perché come ci spiega Ciro: “Aiutare le persone che stanno male ci fa capire tante cose. Ho cominciato perché degli amici più grandi mi raccontavano il loro servizio in autoambulanza, e così ho voluto provare anch’io. Ho iniziato con il sociale e poi a 16 anni sono salito sulle autoambulanze per i servizi ordinari, ed infine, a 18 anni sono approdato alle emergenze: la cosa che ho sempre desiderato”. La medaglia d’oro l’ha avuta nella categoria di anzianità compresa fra 1 e 4 anni, grazie alle numerose ore che ha speso come volontario: ben 1728 nel 2009 e 2010. Ciro ci racconta l’esperienza che più lo ha segnato: “C’era una signora che accompagnavo in dialisi e che era sempre contenta di vedermi, si chiamava Cosetta ed era molto anziana, ma con me scherzava sempre e mi faceva tanti complimenti, perché ero molto giovane e secondo lei era bello che mi dedicassi al volontariato. Purtroppo è morta, con lei avevo fatto veramente amicizia, parlavamo molto e bonariamente mi prendeva in giro”. “In famiglia sono molto contenti della mia scelta –conclude Ciro- anche per l’ambiente che ho trovato, infatti, ho fatto diverse amicizie, qui ci sono molte persone da prendere ad esempio, ma più di ogni altro naturalmente la mia ammirazione va a Francesco Cantini”.
Massimiliano Antonelli premiato dal Consigliere Fabio Allegri
Alessio Cortopassi premiato dalla Consigliera Michela Pellegrini
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PREMIAZIONE SOCI FRANCESCO FALLENI E STEFANIA SALANI UNA “COPPIA DA VOLONTARIATO”
PREMIAZIONE SOCI MEZZO SECOLO DI VOLONTARIATO GIUSEPPE LOMBARDI PREMIATO CON LA CROCE D’ORO
PARTICOLARMENTE IMPEGNATI NELLA PROTEZIONE CIVILE SENZA DIMENTICARE IL SERVIZIO SULLE AUTOAMBULANZE
“Poter dare qualcosa agli altri (...)” Lui è stato premiato con la medaglia d’oro e lei con quella d’argento per Stefania: “Poter dare qualcosa agli altri. Anche durante il servizio ordinario l’impegno dedicato al servizio nella Protezione Civile, senza dimenticare in autoambulanza capita spesso di renderti conto quanto le persone siano però il volontariato sulle autoambulanze, che hanno continuato a portare contente di vedere dei volontari che non sono obbligati ad essere lì in quel avanti. Nella vita sono marito e moglie e dal 30 maggio di quest’anno sono momento per motivi di lavoro, ma solo perché desiderano dare un aiuto e anche la mamma e il babbo della bellissima Giulia. questo spesso crea un bel rapporto con le persone che assistiamo”. Stiamo parlando di Francesco Falleni e Stefania Salani una “coppia da vo- Il ricordo più bello? lontariato” come ce ne sono altre all’interno della SVS, ma a loro va il meri- Stefania: “Il campo al terremoto dell’Aquila. È stata un’esperienza che mi to di aver dedicato molte ore ai servizi, anche a poche ore dal lieto evento. ha segnato molto, ad esempio, scoprire la dignità di una mamma che pur Gli abbiamo incontrati tutti e tre alla sede storica di via San Giovanni, dove non avendo da mangiare non voleva chiederci niente, perché aveva già la stessa Giulia è di casa, essendo diventata socia a soli tre giorni dalla avuto il latte per la figlia e questo per lei era già abbastanza”. nascita. Francesco: “In genere l’esperienza più bella è la prima e per me è stato Quando e come avete iniziato l’incendio del ’90, ma anche l’ala fare volontariato nella SVS? luvione in Piemonte nel ’94 e la Francesco: “Ho iniziato nel 1989 missione Arcobaleno nel ‘ 99 nata quando avevo 18 anni. Furono gli per aiutare i profughi kosovari fugamici a convincermi. Ho provato giti in Albania allo scoppio della e mi sono appassionato. Il mio guerra, un’operazione che viene iter è stato piuttosto classico, ho additata come un fallimento, ma iniziato con il corso di primo livelper me invece è stata molto imlo, poi quello di secondo ed infine portante perché abbiamo potuto quello per caposquadra. Dopodiaiutare persone terrorizzate, con ché mi sono avvicinato alla Prola paura negli occhi, che scappatezione Civile e all’antincendio vano dall’odio razziale, arrivavaboschivo, sempre in compagnia no al nostro campo dopo giorni e degli amici. Dopo un anno di vogiorni di cammino, con i soli vestiti lontariato ho avuto subito modo che indossavano. Abbiamo cercadi provare la mia preparazione to di ridarli un po’ di serenità con con il grande incendio del ’90 che un lento lavoro psicologico, basato distrusse le colline livornesi. Un sull’amicizia, ma non è stato facile, battesimo del fuoco in tutti i senun po’ c’era la difficoltà della lingua si, durato 5 estenuanti giorni che e un po’ erano frenati dalla paura, ci hanno messo a dura prova. Questa esperienza mi ha segnaad esempio, non c’era modo di diFrancesco Falleni e Stefania Salani durante l’alluvione in Versilia del 2009 to e da allora mi sono dedicato in videre i nuclei familiari, anche se modo particolare alla Protezione Civile e all’antincendio, pur non trascu- non entravano tutti in una tenda, non volevano assolutamente separarsi”. rando il servizio in autoambulanza, anche se l’ho un po’ sacrificato. Ho Il servizio che non vorresti mai fare? partecipato a tutte le stagioni di prevenzione e mi sono specializzato anche Stefania: “Quando sono in autoambulanza è dura soccorrere persone da nelle maxiemergenze e come autista. rianimare e scoprire che ormai non c’è più niente da fare e in Protezione Stefania: “Nel 2003 è stato Francesco che mi ha convinto a provare. Io veCivile vedere i corpi senza vita estratti dalle macerie. Nell’ultimo corso abnivo da altre esperienze di volontariato, ma qui mi sono trovata subito bene ed ho continuato facendo anch’io i corsi per il sanitario e la Protezione biamo anche inserito delle lezioni con uno psicologo proprio per imparare Civile, compreso antincendio e maxiemergenze. Adesso che è nata Giulia a gestire le persone che incontriamo, ma anche per imparare a controllare è un po’ più difficile essere operativa, così mi sono ritagliata un ruolo più le nostre emozioni”. burocratico, occupandomi della segreteria. Con Francesco mi interesso Francesco: “In ambulanza quando devi soccorrere qualcuno che conosci, anche della formazione dei volontari e cerchiamo di mantenere vivo il loro perché potresti perdere la lucidità. Per l’antincendio non vorrei mai dover interesse e la loro motivazione anche nei periodi in cui c’è meno attività, riaffrontare un disastro come quello del ’90 che ha deturpato il nostro terricome quello invernale, dove ovviamente l’antincendio non ha bisogno del- torio che ci ha messo a dura prova, per quanto riguarda la Protezione Cila stessa operatività richiesta durante l’estate”. vile il terremoto è sicuramente la situazione più difficile, perché non riesci Cosa fate per mantenere vivo l’interesse dei volontari durante il pea prevederlo e ti fa sentire impotente, credo sia l’emergenza più brutta in riodo invernale? “Cerchiamo di fare delle riunioni per analizzare la stagione e vedere cosa assoluto”. può essere migliorato e pianificato per l’estate successiva. Organizziamo i Un sogno per il futuro della SVS? nuovi corsi e le giornate formative che ci servono per tenerci in allenamen- Stefania: “Avere un bel gruppo di Protezione Civile è già un sogno che si è to e per ricordarci come usare determinate attrezzature, che magari da un realizzato, per il resto vorrei che continuasse ad esserci sempre, in ognuno di noi, la stessa passione che abbiamo il primo giorno”. po’ di tempo non abbiamo avuto l’occasione di utilizzare”. Francesco: “Veder crescere sempre più la SVS mantenendo il ruolo di Ci sono difficoltà per una donna che fa antincendio? Stefania: “Negli ultimi anni sono aumentate le donne nella Protezione Civi- protagonista che oggi ha nel portare aiuto alla popolazione con lo spirito di le, un po’ perché ci sono ruoli diversi, adatti a tutti e poi perché la tecnolo- sacrificio e volontariato”. gia ha reso più facile il compito, prima era necessaria una maggiore forza Secondo voi qual è la scelta più coraggiosa che ha fatto la SVS? fisica, adesso possiamo fare tutto. Come donne non viviamo nessun tipo “La scelta più coraggiosa sarà quella di lasciare la sede storica di via San di discriminazione né da parte dell’associazione né dei ragazzi che fanno Giovanni: a livello emotivo sarà doloroso, dal punto di vista operativo no, parte del gruppo”. perché in questi locali ormai diventa difficile rispettare le esigenze di opeCosa vi affascina di più del volontariato? ratività per essere al servizio dei cittadini”. Francesco: “Riuscire durante una calamità a riportare le persone alla nor- E per concludere? malità. Mi rendo conto che spesso quello che facciamo è una goccia in un “Vogliamo ringraziare Sergio Calloni, uno dei fondatori dell’antincendio mare, ma so anche di dare tutto quello che posso con il massimo dell’im- boschivo, un vero e proprio pioniere, che ci ha insegnato tanto e ancora pegno”. continua a stare al nostro fianco, se pur in modo diverso, e a sostenerci”.
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“Un parto in ambulanza. Andò tutto bene, fu bello vedere nascere un bambino” Giuseppe Lombardi ha 68 anni e da più di 50 anni è volontario della SVS. A lui è andato un riconoscimento speciale con la Croce d’Oro consegnatali dal presidente Vincenzo Pastore durante l’assemblea sociale. Possiamo definirlo un volontario Doc, uno di quelli che non ha mai dimenticato lo spirito dell’associazione pur passando attraverso vicende lavorative e familiari, che naturalmente di anno in anno ti cambiano l’organizzazione della vita e ti caricano di sempre maggiori impegni e responsabilità. Ma Giuseppe ha saputo passare anche attraverso le trasformazioni della società e di conseguenza della stessa SVS e del suo modo di fare volontariato per adeguarsi ai tempi. Di servizi Giuseppe ne ha svolti tanti e di sofferenze e bisogni ne ha visti moltissimi, ma per lui non c’è quello più o meno importante, nessun tipo di graduatoria, ogni attività l’ha svolta con lo stesso impegno e credendo sempre nella sua importanza. E forse il segreto del volontario sta proprio in questo sentire ogni cosa come prioritaria, nel vivere ogni richiesta d’aiuto, ogni disagio con la stessa dignità. Ascoltiamo da lui la storia che lo lega alla SVS: “Da bambino abitavo accanto al carcere dei Domenicani, sugli Scali del Rifugio, ed un giorno mio fratello di 10 anni ebbe una brutta colica. Un vicino, unico a possedere il telefono nella zona, chiamò la SVS che in poco tempo arrivò, caricò mio fratello su una lettiga e in autoambulanza lo portò in ospedale. Avevo 16 anni e la cosa mi colpì molto, così decisi di andare alla sede dell’associazione a chiedere se anch’io potevo farne parte. Mi chiesero quanti anni avevo, guardarono quanto larghe fossero le mie spalle e mi fecero prendere subito servizio”. Nessuna prova attitudinale? “No, a quel tempo il servizio di emergenza non era quello di oggi. Contava avere la forza per alzare una barella e caricarla in autoambulanza, cosa oggi non più determinate grazie alla tecnologia che abbiamo, sempre pronta ad aiutare il volontario sotto ogni punto di vista”. Quali erano i mezzi dell’epoca? “Era appena stata inaugurata un’ambulanza nuova, un 1.400 di quelli con i fanali in fuori, ma c’era anche un 1.100 grigio. Le macchine all’epoca venivano adattate, non esistevano ambulanze costruite appositamente per lo scopo”. Quali furono i tuoi primi servizi? “Appena entrai mi assegnarono ad una squadra di notte, la numero 11 il cui capo squadra era Angelo Quaglierini, con il quale facevamo anche i servizi di giorno. Andavamo al corpo di guardia ad aspettare che ci chiamassero per un’emergenza. Il corpo di guardia è ancora oggi al solito posto, solo che al tempo c’era una cabina di legno con il telefono e quando suonava poteva rispondere solo il caposquadra e se non c’era lui, il compito spettava al milite più anziano, agli altri era severamente proibito. All’epoca non c’erano i turni, noi restavamo in sede il tempo che volevamo e quando era richiesto un servizio partiva, a rotazione, la squadra che era al completo. Facevamo anche i servizi funebri, invece di andare a prendere un ferito, si andava a prendere un morto”. Le divise? “Ci assegnavano un camice marroncino chiaro e noi ce ne procuravamo uno bianco per le manifestazioni, il berretto lo compravamo dalla guardia di finanza”. Che tipo di servizi ai fatto? “Prevalentemente in autoambulanza. Nel ’59 frequentai il corso organizzato dalla SVS che a quel tempo dava il titolo di infermiere e ti permette-
Giuseppe Lombardi con la croce d’oro consegnatali dal presidente Vincenzo Pastore
va anche di entrare a lavorare in ospedale, io però non lo finii perché mi fidanzai con quella che poi è diventata mia moglie. Di belle esperienze ne ho fatte molte, ad esempio nel ’60 andai a Savona per partecipare ad un concorso riservato ai soccorritori. Vincemmo la Barella d’Oro, sbaragliando tutti gli altri concorrenti. Il mio compito era quello di fare il ferito, e avevamo una squadra di infermieri veramente bravi. Quando ho iniziato a lavorare ho dovuto rallentare i ritmi e soprattutto ho smesso di fare servizio la notte. Negli anni ’80 con la cassa integrazione ho nuovamente avuto tanto tempo libero e così insieme ad altri due volontari rifacemmo tutto l’impianto elettrico della sede, che si stava ampliando e rinnovando. Ho poi voluto terminare il corso che da giovane interruppi e che oggi si chiama di secondo livello: era una soddisfazione che volevo prendermi. In seguito sono diventato anche autista. Ancora oggi quando c’è necessità, ogni tanto vado ancora in autoambulanza, ma il mio compito prevalente è quello di fare il magazziniere e consegnare le divise ai volontari. Mi sono dedicato molto anche al trasporto ordinario con i diversamente abili, un servizio molto coinvolgente che mi ha dato più di qualsiasi altra attività. Ai giovani solitamente piace l’emergenza, ma consiglio loro di provare anche il sociale perché può dare veramente molto”. Il momento più bello? “Un parto in ambulanza. Andò tutto bene, fu bello vedere nascere un bambino”. L’esperienza più brutta? “La cosa più sconvolgente mi è capitata durante uno dei primi servizi, quando dovemmo andare a recuperare il corpo di una persona finita sotto il treno”. Il servizio che non vorresti mai fare? “Soccorrere un bambino quando non c’è più niente da fare, fortunatamente non mi è mai capitato. Bisogna stare attenti in questi casi, perché si rischia di perdere la freddezza”. Cosa vuol dire fare volontariato? “Il volontariato dà un senso al tuo tempo libero. Con l’inizio della pensione la SVS è stata per me un’ancora di salvezza: la mattina vengo qui, consegno le divisa, faccio qualche servizio, cerco di rendermi utile. Che senso avrebbe chiudersi in casa? Chi si impegna nel volontariato trova tanti amici e tanta motivazione, a qualsiasi età”. La scelta più coraggiosa che ha fatto la SVS? “È stata quella di ingrandirsi e di impegnarsi finanziariamente in modo non indifferente, riuscire a raggiungere il pareggio di bilancio e costruire la sede di Livorno Nord al Picchianti”.
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SOCIETÀ MUTUO SOCCORSO
SERVIZIO AMBULANZA 118
TORNA LA MUTUA I dati delle autoambulanze nel 2010
La società di Mutuo Soccorso promossa dalla SVS è nata 3 anni fa. È una società separata con una sua ragione autonoma rispetto alla SVS Pubblica Assistenza. Il suo scopo è quella di dare servizi di mutualità ai soci ma anche ai non soci. Una lunga storia quella delle Mutue di Soccorso che risale al 1890 andate poi per la maggior parte a perdersi nel corso del tempo, ma oggi si ricomincia a sentirne il bisogno e sempre di più sono i cittadini che ne hanno richiesto la formazione. La Società di Mutuo Soccorso “L’Assistenza” è una mutua sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Non si pone fini di lucro e si basa sui principi della solidarietà, della partecipazione, della mutualità volontaria e dell’equa ridistribuzione dei servizi in base al fondi finanziati con il contributo dei Soci. Per il ulteriori informazioni visita il sito www.smsassistenza.it
COSA SIGNIFICA ESSERE SOCI DELLA MUTUA Essere previdenti senza affrontare grossi esborsi annui, infatti, si può usufruire di un fondo che provvede a tutte le necessità di Prevenzione diagnostica e di cure sanitarie. Avere i rimborsi delle spese sanitarie sostenute. Per i Soci aventi diritto sia in caso di ricovero, sia per prestazioni specialistiche ambulatoriali e per coloro che sottoscrivono piani di assistenza specifici. Disponibilità di usufruire di una rete di centri sanitari convenzionati tra i più qualificati in Toscana ed in Italia per ottenere prestazioni in forma diretta e indiretta in tempi brevi. Risparmiare. Non avendo la Mutua scopo di lucro, opera ai sensi della legge e quindi i contributi versati dai Soci sono fiscalmente detraibili. Essere assistiti per tutta la vita: non ci sono limiti di età per rimanere all’interno della mutua, questi sono presenti solo al momento dell’iscrizione e prevedono che non si possa procedere a questa oltre gli 80 anni e per alcune categorie a 75. Essere garantiti da un’assistenza sanitaria integrativa con il miglior rapporto qualità – prezzo.
SANITÀ INTEGRATIVA NEI LUOGHI DI LAVORO Il datore di lavoro può attivare per il proprio personale prestazioni integrative così come il lavoratore potrà richiedere il pagamento della quota mediante delega mensile. Il versamento aziendale: è deducibile dal reddito d’impresa paga un contributo di solidarietà del 10% all’Inps o alla relativa cassa di previdenza non entra nella retribuzione pensionabile non viene inserito nella retribuzione Il versamento dipendenti: viene assoggettato a contribuzione Inps il contributo versato alla Cassa è deducibile dal reddito con risparmio fiscale pari all’aliquota Irpef marginale
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Emergenza 118 Numero ore: 26.208 Ambulanza Soccorso e Ordinario Sede via San Giovanni ore: 18.900
TORNA LA MUTUA ecco cosa puoi ottenere
Con un contributo sociale annuo di 25 euro + 5 euro per i familiari del proprio nucleo si può ottenere l’assistenza base che comprende: AMBULANZA GARANTITA RIENTRO SANITARIO DA OSPEDALI FUORI ZONA SERVIZIO INFERMIERISTICO AMBULATORIALE CONSEGNA TEMPORANEA MATERIALE SANITARIO (LETTI, STAMPELLE, SEDIE A ROTELLE) SCONTO RIABILITAZIONE FISIOTERAPICA SCONTOSERVIZIO DENTISTICO SVS SCONTO SU SERVIZI FUNEBRI SCONTI A STRUTTURE SANITARIE NAZIONALI CONVENZIONATE (OLTRE 700 CENTRI FRA AMBULATORI E CLINICHE) CONSULENZA MEDICA TELEFONICA (TRAMITE IMA ASSISTANCE) MEDICO A DOMICILIO (TRAMITE IMA ASSISTENZE) INVIO MEDICINALI ALL’ESTERO (TRAMITE IMA ASSISTENZE) SPESA A DOMICILIO (TRAMITE IMA ASSISTENZE) MONITORAGGIO RICOVERO OSPEDALIERO (TRAMITE IMA ASSISTENZE) ASSISTENZA AI FAMILIARI (TRAMITE IMA ASSISTENZE) ASSISTENZA AI MINORI (TRAMITE IMA ASSISTENZE) RIENTRO ANTICIPATO (TRAMITE IMA ASSISTENZE)
ISCRIVITI via San Giovanni dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12 ed il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 15 alle 18 telefonare allo 0586/896040 tasto ufficio relazioni e richiedere la documentazione a domicilio
Visita il sito www.smsassistenza.it
La centrale operativa
Una della autoambulanze in servizio
UN’AUTOAMBULANZA PER LE STRADE DELLA CITTÀ Il servizio di autoambulanza non va pensato solo come quello di emergenza legato alle chiamata del 118, ma si estende su un arco molto più ampio. Adiamo per ordine e chiediamo al responsabile della Centrale Operativa Piero Tomei di spiegarci il funzionamento. “Il nostro servizio si divide fra l’emergenza e l’ordinario. Quest’ultimo sta diventando sempre più importante perché le degenze in ospedale tendono ad essere più brevi e i pazienti dimessi sono richiamati per fare medicazioni, visite di controllo, esami e terapie. Non tutti sono nelle condizioni di poter tornare in ospedale e negli ambulatori territoriali autonomamente e così interviene l’autoambulanza. Il servizio è convenzionato con l’Asl e per essere autorizzato ad usufruirne il paziente deve procurarsi la richiesta del medico curante”. Ma il trasporto ordinario non si ferma qui. “Naturalmente no, c’è quello del trasporto disabili e anziani sempre in convenzione con la Asl o il Comune. Rimborsi che, ci tengo a dirlo, coprono appena il 30%, il resto è tutto a carico dell’associazione che riesce a farvi fronte grazie all’aiuto dei cittadini e dei soci che ci sostengono e naturalmente grazie all’impegno dei volontari”. C’è poi un servizio al di fuori di ogni convenzione. “Sì, ci sono dei servizi non riconosciuti dalla Asl che noi svolgiamo gratuitamente, perché il fine della nostra associazione è quello di aiutare le persone più deboli. Fra questi vi è il servizio che noi chiamiamo Ascensore Solidale che ci permette di aiutare disabili o anziani che vivono reclusi in casa, in quanto le barriere architettoniche del palazzo dove risiedono impedisce loro di uscire. Facciamo poi, sempre per la fascia più debole, il trasporto per chi deve andare a sostenere la visita fiscale e non ha l’autonomia per farlo da solo. Anche questo servizio non è riconosciuto dalla Asl, ma è molto importante perché risolve tanti casi difficili”. Come riuscite a sostenerlo? “Accettiamo solo donazioni libere da chi vuole e può permetterselo. Per il resto, come già detto, senza i volontari e il sostegno dei cittadini non potremmo andare avanti, e tutti questi servizi resterebbero scoperti. Le richieste che riceviamo sono molte e concordandole per tempo cerchiamo di accontentare tutti, ma la gestione non è semplice”. Ci sono poi le emergenze. Come funzionano?
“Le chiamate del 118 arrivano alla nostra Centrale Operativa, ma spesso ci chiamano direttamente i cittadini che hanno bisogno di aiuto Noi dobbiamo rimandare la chiamata al 118 che si riserva di accertare di quale codice si tratta e poi ci rimanda il servizio. Le chiamate dirette dei cittadini sono in aumento e questo ci fa molto piacere, perché vuol dire che la SVS è radicata nella città, cresce il rapporto di fiducia, la cittadinanza ha capito che da noi, oltre al servizio di soccorso, può trovare quel ‘più’ di umanità, che non è così scontato avere oggi”. Quanti servizi al giorno fate? “Di media dai 120 ai 130 servizi ordinari con 14 automezzi. Poi ci sono le emergenze che svolgiamo con due autoambulanze dalla sede e una dalla sezione di Livorno Sud in via Ricci. Siamo un punto medicalizzato 24 ore su 24 e quindi abbiamo sempre un’autoambulanza con il medico a bordo pronta a partire per i codici rossi e un’altra senza medico per quelli gialli e verdi”. Tutto il personale è volontario? “Non tutto. Molti autisti sono regolarmente assunti. Questo perché dobbiamo garantire una continuità del servizio e non è facile farlo esclusivamente con i volontari, soprattutto nella fascia mattutina, quando questi sono a lavoro o a scuola. Da circa un anno fortunatamente ci aiutano molti ragazzi del servizio civile, ma poi il resto è tutto volontariato e fra questi vi sono anche degli autisti”. Qual è la tua soddisfazione maggiore? “Le soddisfazioni sono quotidiane, nonostante le difficoltà mi rendo conto di riuscire a dare risposte a tante situazioni difficili. Sempre di più le persone sono anziane, sole e si affidano a noi. Spesso non chiedono solo il servizio di trasporto, ma anche una umanità e una comprensione che chi ci conosce sa di poter trovare alla SVS”. Cosa ti piacerebbe che la città riconoscesse alla SVS? “La città ci riconosce già, e ce lo dimostra con il 5x1000 e con tutte le donazioni e il sostegno che ci fornisce. Senza questo aiuto non potremo mai farcela, come spiegato i servizi in convenzione sono coperti solo parzialmente, le autoambulanze dobbiamo comprarle noi, il materiale deve essere sempre efficiente e funzionante, il costo del gasolio è sempre in aumento e i servizi gratuiti sono molti”.
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OFFERTE E DONAZIONI
BALLO SOTTO LE STELLE
l’Autoambulanza donata alla SVS in memoria di Federico prematuramente scomparso
ABBIAMO BISOGNO
DI TUTTI VOI
Un grazie
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alla SVS Pubblica Assistenza I modelli per la dichiarazione dei redditi CUD, 730 e UNICO contengono uno spazio dedicato al 5x1000, nella sezione relativa al “sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (...)”, in cui puoi firmare ed indicare il codice fiscale della SVS Pubblica Assistenza di Livorno
a tutti coloro che si sono impegnati per rendere sempre più bella la nostra festa sotto le stelle del cielo d’estate
collegati al sito www.pubblicaassistenza.it seguendo le indicazioni puoi effettuare il versamento in tutta sicurezza
Nella prossima dichiarazione inserisci questo numero:
80004600492
Puoi aiutare il volontariato della SVS Pubblica Assistenza con una offerta o una donazione, in base alle tue possibilità. Un gesto che contribuirà a sostenere il lavoro di assistenza che quotidianamente l’associazione porta avanti grazie all’impegno di tanti volontari. PER LA CAUSALE NELLE DONAZIONI - “Erogazione liberale - offerta ad ONLUS D.Lgvo 460/97” specificando anche eventuale ulteriore indicazione quale “In memoria di ....” “il Condominio, l’Azienda, il Circolo,.....” “per la Campagna ......” ecc AIUTARE IL VOLONTARIATO ED ESSERE AGEVOLATI DAL FISCO Con la recente legge n° 80 del 2005 è stato convertito il decreto legge n° 35 sempre del 2005 con il quale sono state ampliate le possibilità per privati ed aziende di sostenere l’opera delle Associazioni di Volontariato come la SOCIETA’ VOLONTARIA di SOCCORSO Pubblica Assistenza Livorno. Attenzione! L’agevolazione fiscale è consentita solamente se l’offerta è versata all’Associazione di Volontariato tramite banca, posta, carta di debito o credito, carta prepagata, assegno bancario. ALTRI SOSTEGNI ALL’OPERA DEL VOLONTARIATO SVS: LASCITI Lasciare un perenne segno alla comunità della propria esistenza e della condivisione ai valori di solidarietà con un lascito alla Associazione di Volontariato, è il dono più bello che si può fare alla città. Questo segno si può tradurre con un lascito testamentario. La SOCIETÀ VOLONTARIA di SOCCORSO offre un servizio di consulenza e assistenza legale per sostenere il donatore in questo prezioso gesto. Il donatore, ed eventualmente i suoi eredi, potranno seguire sempre da vicino l’efficacia della donazione e la corrispondenza alle finalità di solidarietà. DONAZIONE DI BENI IN NATURA Qualsiasi bene destinato all’attività dell’Associazione oppure per essere ceduto al fine di ricavarne offerte per finanziarne le attività può essere sostenuto fiscalmente. In considerazione che questa modalità è articolata con precise disposizioni fiscali invitiamo i donatori a contattare la nostra Associazione. TEL. 0586/88.88.88 fax 0586/83.88.07 info@pubblicaassistenza.it
ATTENZIONE AI LIVORNESI QUANDO SONO AL BAR… POSSONO FAR MORIRE DAL RIDERE! Tutto cominciò in un bar livornese, quello di Enrico Faggioni che per ben 11 anni ha avuto la pazienza di appuntarsi battute e storielle simpatiche ascoltate dai suoi clienti fra un caffè e un ponce. Nel 2005 decide di raccoglierle in un libro che ha intitolato appunto Livornesi al Bar e di donarne 2.000 copie alla SVS. Il libro naturalmente ha un gran successo, i lettori si divertono moltissimo a leggerlo e questo induce Enrico a scriverne un altro. Orami è diventato un esperto di vernacolo ed ha acquisito anche la “mentalità labronica” che lo induce ad inventare nuove situazioni originali. E così nel 2010 veda la luce anche la sua seconda opera intitolata Livornesi al Bar 2, e siccome l’amicizia con la SVS in questi anni è cresciuta, anche questa volta non manca di donarne alcune copie all’associazione. Nel frattempo c’è stata anche la realizzazione del Cd con sottofondo di chitarra suonato dallo stesso autore con barzellette e stornelli letti e cantati da Enrico, da Marco Conte, da Laura Petracchi e da Lorena Luxardo. “Con i proventi delle offerte ricevute per avere il libro è stato acquistato un defibrillatore –ci spiega Enrico- per me è stata una bella soddisfazione e spero che sia un gesto che serva da esempio ad altri”. Non resistiamo alla curiosità e gli chiediamo a quale storia è più affezionato. Enrico deve pensarci un po’ perché sono veramente tante, ma alla fine ci racconta: “Una volta al bar si parlava di matrimoni e una signora anziana con orgoglio disse che lei aveva più di 70 anni ed era sposata felicemente da 50. Allora le chiesi quanto anni aveva il giorno del matrimonio e lei mi rispose che non lo ricordava perché era passato troppo tempo…. Ma non posso dimenticare neanche il caffè scaffeinato, macchiato con il latte sgrassato e lo zucchero dietoico”.
TREDICESIMA EDIZIONE DI BALLO SOTTO LE STELLE Anche quest’anno la 13a edizione di Ballo Sotto le Stelle ha riscosso gran successo di pubblico, che numeroso ha trascorso le serate di agosto alla Rotonda d’Ardenza, a pochi passi dal mare, per gustare il buon menù dei volontari SVS e dedicarsi poi al ballo. Numerosissimi i volontari che hanno prestato il loro tempo e il loro impegno in cucina e al servizio ai tavoli, per rendere piacevole la serata di tutti gli ospiti, che hanno scelto di cenare sotto il grande tendone allestito per l’occasione. Una manifestazione che ha voluto portare fra la gente anche due nuove auto mediche che sono state inaugurate con la benedizione di don Placido fra un ballo e l’altro, insieme alla premiazione degli ultimi volontari che hanno superato gli esami del corso avanzato di soccorso sanitario, proprio per ricordare il valore del servizio che la SVS svolge durante tutto l’anno. Il ricavato della manifestazione andrà al progetto della nuova sede.
Il direttore Fabio Cecconi al lavoro nella cucina
Le auto mediche inaugurate durante una serata di ballo
Le volontarie in cucina
Piero Tomei in cucina
Il momento dell’inaugurazione con il direttore Fabio Cecconi e don Placido
Enrico Faggioni a Ballo Sotto le Stelle con il Direttore Fabio Cecconi
CONTO CORRENTE POSTALE n° 11623576 intestato a SOCIETA’ VOLONTARIA di SOCCORSO Livorno CASSA RISPARMI LUCCA-PISA-LIVORNO CONTO CORRENTE BANCARIO n° 000000182800 ABI 6200 CAB 13900 CIN S IBAN IT IT 54 E 06200 13900 000000182800 MONTE DEI PASCHI DI SIENA n° 0000009885.36 ABI 01030 CAB 13905 IBAN IT 30 T 01030 13905 000000968536 codice filiale 03714 BIC/SWIFT PASCITM1W99 BANCO POSTA IBAN IT40S0760113900000011623576
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Il cuoco volontario
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LA SEZIONE DI ARDENZA
LA SEZIONE DI ARDENZA PIÙ DI 100 ANNI DI STORIA PER
LA SEZIONE SVS DI ARDENZA UN LUNGO CAMMINO CHE PASSA ATTRAVERSO VICENDE ALTERNE DETTATE DAGLI AVVENIMENTI DEL ‘900
Il gruppo dei volontari della sezione d’Ardenza
LA RINASCITA DELLA SEZIONE DI ARDENZA IL RESPONSABILE ROBERTO PAOLETTI CI RACCONTA L’IMPEGNO DEI VOLONTARI Fulcro della sezione SVS di Ardenza è Roberto Paoletti, non solo perché due anni fa il consiglio direttivo gli ha affidato la responsabilità della sede di via Ricci, ma soprattutto perché in questo breve periodo è riuscito a dare nuova vita alla sezione. “Prima – ci spiega Roberto- la sezione era aperta due volta alla settimana nel pomeriggio e due o tre volte la sera, adesso con l’aiuto di alcuni collaboratori come Patrizia Ratti, Rita Benedettelli e Benedetta Ruberti dalle 14 fino alla mezzanotte abbiamo sempre a disposizione una squadra di volontari, mentre il venerdì e il mercoledì abbiamo anche la seconda squadra per i servizi ordinari e due sere alla settimana le squadre al servizio della cittadinanza per le emergenze diventano due. Inoltre, c’è un nutrito gruppo di giovani, attualmente dedicato ai servizi ordinari, che presto farà il corso avanzato di secondo livello e questo ci permetterà di aumentare ancora di più la nostra attività. Com’è iniziata la tua storia con la SVS? “Mio padre fu uno dei ricostruttori della sede di via san Giovanni dopo la guerra. Io sono iscritto dal ’51, ma già prima frequentavo l’associazione con il suo bar e la sala da ballo, dando una mano dove c’era bisogno.
A 18 anni feci il corso infermiere e poi quello per caposquadra, sono sempre stato nel consiglio di amministrazione come consigliere o nella commissione disciplinare o ancora nei probiviri. Ho operato soprattutto con i giovani, con loro ho un buon rapporto e cerco di non farli abbandonare il volontariato quando crescono”. La cosa più importante del volontariato? “Aiutare il prossimo senza lucro”. L’esperienza più brutta e quella più bella? “La più brutta è stato il soccorso ad un marittimo sopra una nave, ci avevano detto che si era rotto una gamba, in realtà quando siamo arrivati sul posto abbiamo visto che era praticamente stato tagliato in due da un cavo di traino spezzatosi. È stato più di sei ore in sala operatorio, e fortunatamente si è salvato. L’esperienza più bella invece è stato un parto in autoambulanza mentre correvamo verso l’ospedale. Nella mia vita non avevo mai assistito alla nascita di un bambino, neanche a quella dei miei figli: è stata un’esperienza veramente molto bella”. Cosa ti piacerebbe vedere nel futuro della sezione di Ardenza? “Il riconoscimento come punto d’emergenza da parte del 118, che aspettiamo ormai da moltissimo tempo”.
DALLA SCUOLA AL VOLONTARIATO: STUDENTI DELLA STESSA CLASSE INSIEME PER AIUTARE GLI ALTRI LA STORIA DELLA 5a N DEL LICEO SCIENTIFICO ENRIQUES Sono giovanissimi e molto impegnati nel volontariato. La loro è una storia particolare perché appartengono tutti alla 5a N del Liceo Scientifico Enriques ed insieme hanno deciso di dedicare una parte del loro tempo ad aiutare gli altri. Gli abbiamo incontrati a Ballo Sotto le Stelle dove hanno dato la loro disponibilità a servire ai tavoli, mentre fra una battuta e l’altra sfrecciano con i vassoi in mano, unendo divertimento e volontariato, dimostrando che le due cose possono coincidere. Tutto è cominciato con Martina Avallone 17 anni, Giorgio Giusti 18 e Simone Ferri 17 che per primi hanno iniziato ad avvicinarsi all’associazione, ma appena hanno proposto ai compagni di classe di unirsi a loro, hanno ricevuto consensi entusiasti, ed il gruppo è cresciuto con Tommaso Bachechi 17, Elisa Carpei 18, Benedetta Brandonisio 18, Erica Caracuzzi 18, Elisa Orlandi 17 e Valentina Menici 17. Praticamente hanno iniziato tutti insieme circa due anni fa e come raccontano: “Siamo diventati i giovani della sezione di Ardenza, siamo stati accolti strabenissimo e siamo sempre stati considerati come gli altri volontari più grandi ed esperti”. Un gruppo di amici compatto che si autogestisce: “Se qualcuno di noi deve saltare il turno per un impegno ci troviamo da soli la sostituzione, tanto siamo sempre insieme e ci vediamo continuamente. Durante la scuola il turno di sei ore spesso è troppo lungo per abbinarlo con lo studio e allora abbiamo deciso di dividerlo fra due squadre diverse. Adesso facciamo i codici bianchi, i servizi sociali e gli osservatori sull’autoambulanza, ma ap-
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Agli inizi del ‘900 il soccorso nel sobborgo di Ardenza veniva garantito dai militi della Società Volontaria di Soccorso (nata pochi anni prima), che dalla vecchia sede di via della Banca raggiungevano di corsa con lettighe manuali il quartiere. I militi dovevano attraversare la città ed anche una parte di campagna (dalla piazza Roma fino ad Ardenza) per raggiungere gli infortunati e gli ammalati e trasportarli al vecchio ospedale allora situato dove sorge ora il palazzo del Governo. Per ridurre i tempi del soccorso e le fatiche dei militi la SVS decise di costituire, una sezione sul posto per garantire i servizi di pronto intervento verso l’ospedale. Nel 1898 nasce la sezione della SVS di Ardenza ed inizia ad operare il 23 gennaio del 1901. La sede scelta fu quella di via della Gherardesca dove oltre agli ambulatori si potevano trovare spazi per la sosta dei militi, della squadra giovanile, dei Soci e di tutto il materiale necessario per il soccorso. L’attività della sezione prosegue incessantemente e nel 1910, considerato il notevole sviluppo della Società, la SVS concorda con i Soci della sezione la nascita di una Associazione autonoma: la SLS SOCIETÀ LAICA di SOCCORSO di Ardenza. Nel 1911 le squadre dei militi della SLS portano il loro aiuto in favore delle vittime dell’epidemie coleriche; il Municipio di Livorno consegna nel 1913 un attestato di benemerenza per l’opera. I numerosi interventi a favore della popolazione che plaude all’iniziativa, fan sì che i cittadini consegnino nel 1923 una medaglia d’oro di riconoscimento in occasione del 25° anniversario della fondazione. Gli eventi storici compromettono il proseguo dell’opera della SLS; negli anni ‘30 con decreto fascista sottoscritto dal Re, le Pubbliche Assistenze non riconosciute IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza) devono essere sciolte ed i loro beni e le attività passate alla Croce Rossa Italiana. La SVS di Livorno viene salvata proprio da questa ragione sociale acquisita nel 1931 e le Misericordie, grazie al concordato tra il governo fascista e la santa sede. La SOCIETÀ LAICA di SOCCORSO di Ardenza viene così sciolta e tutti i beni passati al Comitato provinciale della Croce Rossa il quale detiene tutt’ora l’utilizzo della sede di via della Gherardesca, dove al suo interno si trovano le lapidi commemorative della Società. Il problema del soccorso nella zona Sud della città si presenta nuovamente nei primi anni ‘50; la SVS apre una sezione a Montenero dove, oltre a svolgere i servizi di soccorso, vi è una attrezzatissimo ambulatorio medico. Dopo cinque anni di attività la sezione chiude. La rinascita L’esperienza di Montenero non preclude gli intenti della SVS di garantire
Ambulanza Ardenza 10.368 Interventi al mese 165
un soccorso immediato nella zona Sud; nel 1974 dopo alcuni incontri la SVS riceve dal Comune un locale posto nella zona delle nuove abitazioni del quartiere di La Rosa. Nel 1975 da via De Sanctis (nei locali della ex scuola elementare) riprende il servizio della SVS dopo la chiusura nel periodo fascista della SLS. Alla sezione viene consegnata un’ ambulanza per il soccorso e si organizza un poliambulatorio che servirà tutto il quartiere. Nel 1985 si riorganizza il servizio di soccorso dotando la sezione di una nuova ambulanza attrezzata e con il Medico a bordo dello SPAMU (Soccorso di Pubblica Assistenza con il Medico per le Urgenze). Il gran numero degli interventi pone il problema di una nuova localizzazione dei locali della sede; la SVS chiede al Comune una struttura più adeguata. Dopo qualche anno, durante i quali vi sono proteste anche da parte dei militi della sezione, l’amministrazione Comunale assegna nel 1991 un fabbricato in via Ricci, dove attualmente opera. Il 2 febbraio 1993 la SOCIETÀ VOLONTARIA di SOCCORSO ritorna nel quartiere di Ardenza. L’attività La zona di intervento della sezione di Ardenza comprende oltre al quartiere omonimo e della Rosa, la zona Fabbricotti, Coteto, Salviano, La Leccia, Scopaia, Valle Benedetta fino a Quercianella e litorale. Il servizio è garantito da 75 militi e 23 autisti volontari in turni di 24 ore. Tra le attività oltre al soccorso in ambulanza vi è anche la Protezione Civile ed il servizio sociale. Da quattro anni la sezione organizza nel periodo estivo un distaccamento a Quercianella con l’obiettivo di aprire nel quartiere periferico una sezione permanente. Attualmente il parco auto è composto da due ambulanze attrezzate e si attende l’arrivo di un terzo mezzo. Ad oggi la sezione non è stata ancora inserita, pur avendo rivolto richiesta sin dall’inizio, nel sistema 118. Questo ha comportato una diminuzione degli interventi, anche di zona, dirottati su altre associazioni.
…MA IL 118 NON RICONOSCE LA SEDE DI ARDENZA!
I giovani volontari a Ballo Sotto le Stelle. Da sinistra Tommaso Bachechi, Simone Ferri, Martina Avallone ed Elisa Carpei.
pena compiuto i 18 anni, fra brevissimo, faremo il corso per soccorritori di livello avanzato e potremo affrontare il servizio di emergenza”. Anche se giovanissimi hanno già avuto le loro soddisfazioni: Elisa: “Per me la cosa più importante è aver superato le mie paure, la prima volta che sono salita in autoambulanza e ho visto il sangue sono quasi svenuta, ma adesso sono diventata perfino donatrice”. Martina: “La soddisfazione più importante è essere riuscita ad aiutare mio padre, senza perdere la freddezza necessaria, quando ha avuto un’emorragia interna”. Tommaso: “La cosa più bella sono i ringraziamenti sinceri delle persone che aiutiamo, per loro siamo dei punti di riferimento, hanno fiducia in noi”. Simone: “Anche per me è molto gratificante scoprire, soprattutto fra gli anziani, quanta fiducia hanno in noi, anche se siamo molto giovani”. Giorgio: “La cosa più bella in assoluto è il sentirmi parte di una squadra sulla quale poter contare in ogni istante della mia giornata, anche al di fuori del contesto SVS”. Erica: “La soddisfazione più grande è arrivare a fine giornata ed essere consapevoli di aver fatto qualcosa di importante per gli altri”.
I dati di Ardenza
Sezione di Ardenza La Rosa - LIVORNO SUD Via Ricci 2 - 57128 Ardenza (Livorno) Tel. 0586/505011 - fax 0586/505022 per urgenze chiamare 0586 88.88.88 livornosud@pubblicaassistenza.it
Da quando è nato il 118 la sede di Ardenza non è mai stata riconosciuta, e per ciò non vi è alcuna motivazione. Tante promesse, tanti incontri sui tavoli locali e regionali, ma in tanti anni non si è mai arrivati a sciogliere il problema, perché il 118 non ha la volontà di risolverlo. Non si tratta di una questione burocratica, ma molto pratica, che la gente rischia di pagare sulla propria pelle. La sede di Ardenza, infatti, permette l’intervento di soccorso in quell’area, molto più velocemente di quanto possa fare un’autoambulanza che deve arrivare dalla città: rapidità d’intervento che spesso è determinante per salvare una vita. Il fatto che la sede di Ardenza non sia un’associazione autonoma non vuol dire che non può operare, e questo è dimostrato dal fatto che altre situazioni simili sono state risolte positivamente. Rivendichiamo l’attività di Ardenza sia per la sua storia che per il suo ruolo e il suo importante lavoro sul territorio e chiediamo che finalmente il 118 riconosca l’opera della sezione.
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CAPRAIA
PROTEZIONE CIVILE
ANCHE IN CAPRAIA IL VOLONTARIATO DURA 365 GIORNI
COME NASCE LA PROTEZIONE CIVILE
UN CAMMINO DI OLTRE DIECI ANNI HA PORTATO L’ISOLA AD AVERE UN’EMERGENZA SANITARIA E UNA PREVENZIONE ANTINCENDIO SEMPRE PRESENTI Perla del mediterraneo per i suoi paesaggi mozzafiato, l’isola di Capraia nasconde qualche insidia per i residenti e per i turisti che in estate decidono di trascorrerci un periodo di vacanza. Niente in confronto alla situazione di dieci anni fa, quando Adriana Casini non aveva ancora organizzato il servizio antincendio e quello di emergenza sanitaria. “Mi sono avvicinata alla Svs –racconta Adriana- nel 1999, quando per motivi di studio mi trovavo a Livorno. Nel 2000 nacque il primo progetto di prevenzione antincendio per il periodo estivo. L’anno seguente ampliammo il servizio comprendendo nei due mesi estivi anche il soccorso sanitario, che poi con il passare del tempo si è esteso a tutto il corso dell’anno”. Dove trovate i volontari per il periodo estivo? “Abbiamo invitato tutte le associazioni d’Italia a venire a Capraia per fare una settimana di volontariato – vacanza. I volontari naturalmente devono essere certificati e devono aver superato il corso avanzato per le emergenze sanitarie. Il loro servizio è molto impegnativo per le caratteristiche dell’isola, ma resta sempre un po’ di tempo per visitare Capraia e per fare un po’ di mare”. Ed in inverno? “Ci sono dei volontari che hanno fatto i corsi di formazione e portano avanti l’associazione praticamente autonomamente ed ottimamente. Si tratta di Alessandro Garau e Giovanni Ciurli, ultimamente si sono aggiunti anche Marina Campion e Davide Garau. Nel servizio antincendio c’è anche Mitia Della Rosa. Questo è il gruppo forte, quello che manda avanti l’attività per tutto l’anno”. Quanti sono gli abitanti di Capraia? “In inverno ci sono 365 residenti anche se in realtà quelli che vi vivono stabilmente sono circa un centinaio, mentre in estate arriviamo a 4.500 – 5.000 presenze che si alternano settimanalmente”. Tu di cosa ti occupi? “Per motivi di lavoro non vivo sull’isola, anche se ci vado spesso. Mi occupo delle problematiche che i volontari possono avere e faccio da collegamento con Livorno, inoltre, lavoro al potenziamento estivo inviando e-mail a tutte le associazioni, raccogliendo le adesioni, i certificati e organizzando la parte burocratica”. Quanti mezzi avete? “Un’autoambulanza ed un mezzo antincendio”. Utilizzate anche l’elisoccorso? “Sì, lo chiamiamo quando ci sono i casi gravi. In 20 - 25 minuti è sull’isola, ma purtroppo questo non è sufficiente e la situazione resta sempre a riLa sede della SVS a Capraia
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I dati di Capraia nel 2010 Servizi ambulanza 103 interventi Pattugliamento antincendio boschivo 270 Elisoccorso 9 interventi Orari Volontari: presenza attiva 12.960 ore reperibilità 13.200 ore Associazioni intervenute nel periodo estivo 8 Interventi antincendio boschivo 3 Interventi in mare con guardia costiera 2
Elisoccorso
schio, perché a Capraia non vi sono presidi ospedalieri. Quest’estate abbiamo fatto 62 servizi di urgenza di cui 9 in elisoccorso. Fino a due anni fa non avevamo i vigili del fuoco, adesso vengono per 20 giorni nel periodo estivo, quindi noi ci troviamo a fare un po’ di tutto, anche a spengere incendi in appartamento. Ci prodighiamo anche per aiutare chi non è autosufficiente e non può raggiungere autonomamente Livorno, cosa che capita spesso perché a Capraia non è possibile farsi neanche l’analisi del sangue”. Quali altri soccorsi vi trovate a fare? “Tutto quello di cui c’è bisogno. Ad esempio, quando occorre, facciamo soccorso anche in montagna ed in mare, in collaborazione con i carabinieri che hanno i mezzi fuoristrada e ci possono portare nelle zone impervie e con la Capitaneria di porto che ci trasporta nelle insenature dove si può arrivare solo via
mare”. Come vedono questo servizio gli abitanti dell’isola? “Inizialmente sono stati un po’ diffidenti, credevano che in estate i volontari venissero solo per fare le vacanze, ma con il tempo hanno capito che non è così. C’è chi ha avuto bisogno del nostro intervento o chi ci ha visto operare e questo è servito perché comprendessero che non stiamo perdendo tempo o risorse economiche. Adesso sono molto contenti, ci ringraziano con il cuore e si sono anche affezionati ai volontari che di anno in anno ritornano nel periodo estivo”. Qual è la soddisfazione più bella che hai avuto in questi anni? “Avere avuto la possibilità di assistere al mutamento dell’atteggiamento degli abitanti dell’isola e vedere oggi la loro gratitudine per il lavoro che facciamo”. Oltre naturalmente alla SVS di Livorno chi vi ha aiutati a realizzare il progetto? “Gaetano Garente il sindaco attuale e Maurizio Della Rosa il sindaco uscente. Abbiamo sempre avuto il loro aiuto e sostegno, entrambi si sono sempre resi conto dell’importanza del nostro volontariato”. Per ulteriori informazioni capraiaisola@pubblicaassistenza.it
Il volontariato di Protezione Civile negli ultimi anni si è molto esteso su tutto il territorio nazionale. Il fenomeno è nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall’alluvione di Firenze del 1966 con i volontari che furono chiamati gli “Angeli del Fango” fino ai terremoti del Friuli e dell’Irpinia. Con questi eventi si verificò una grande mobilitazione di cittadini di ogni età e condizione, arrivati a migliaia nelle zone colpite da calamità per mettersi a disposizione, per dare una mano a chi era stato colpito dall’evento. Si capì allora che quello che mancava non era la solidarietà della gente, ampliamente dimostrata, ma un sistema pubblico capace di organizzare, impegnare e valorizzare questi generosi volontari. Nasce così il Dipartimento della Protezione Civile, organo nazionale che in Italia si occupa della previsione, prevenzione e gestione degli eventi straordinari e si serve di tutte le forze già esistenti sul territorio fra cui sono compresi naturalmente i molti volontari formati e qualificati, che rappresentano in caso di necessità, una grande fonte di risorse umane e professionali.
Alcuni dati della Protezione Civile SVS I Soci sono 102 Vengono organizzati due corsi all’anno Ogni corso dura 20 ore Interventi nel 2010 gennaio: esondazione Arnaccio e esondazione Cornia agosto: funerali Monsignor Ablondi novembre: esercitazioni Terex 2010 dicembre: emergenza neve
Esercitazione della Protezione Civile SVS
VUOI DIVENTARE UN VOLONTARIO DELLA SVS DI PROTEZIONI CIVILE?
I passi da compiere sono gli stessi di coloro che vogliono fare i volontari nel settore sanitario: Il tuo punto di riferimento sarà sempre FRANCESCO CANTINI Puoi chiedere di lui recandoti direttamente alla sede di via SAN GIOVANNI 30 A LIVORNO
Puoi contrattarlo telefonicamente allo
PROTEZIONE CIVILE: VOLONTARI SEMPRE PRONTI AD INTERVENIRE Un aspetto importante per chi fa parte della Protezione Civile riguarda la preparazione e gli aggiornamenti, che rendono i volontari sempre più organizzati nell’affrontare situazioni di emergenza. Simone Scateni coordinatore della direzione operativa della Protezione Civile sottolinea. “Organizziamo due corsi l’anno con lo scopo di preparare i volontari e spiegare loro i valori della SVS”. Il corso dura 20 ore e viene solitamente svolto la sera o nei fine settimana, in modo che tutti possano partecipare liberi da impegni lavorativi e di studio. I docenti dei corsi sono geologi, Vigili del Fuoco, personale della Provincia e gli stessi volontari della SVS che da più anni svolgono questo servizio e hanno accumulato una notevole esperienza. Ci sono poi le prove pratiche dove si impara a montare le tende e ad utilizzare l’attrezzatura. Il corso si conclude con un esame teorico e uno pratico. Chi opera nella Protezione civile non è un eroe e non vuole essere identificato come tale, ma semplicemente vuole essere considerato come una persona capace di dare il proprio aiuto. “Un aiuto -continua Simone- che può andare dalla drammatica estrazione di feriti o morti da sotto le macerie, ad un ruolo di supporto come quello di portare un pasto caldo a chi è bloccato dalla neve da molte ore, come è avvenuto nel dicembre 2010 alla stazione ferroviaria di Livorno, dove un treno ha sostato per otto ore, lasciando i viaggiatori senza alcuna possibilità di mangiare o bere. Un evento quest’ultimo che coinvolge meno emotivamente, ma utilissimo dal punto di vista dell’assistenza ai cittadini che si trovano in difficoltà”. I referenti per questo settore sono Alberto Guerrazzi, Alessio Griselli, Fran-
0586/888888
Oppure per e-mail scrivendo a info@pubblicaassistenza.it o segreteriavolontari@pubblicaassistenza.it Dopo aver frequentato il corso di Protezione Civile potrai anche decide di specializzarti nell’Antincendio Boschivo o nelle Maxiemergenze con altri corsi professionali organizzati sempre dalla SVS.
cesco Falleni e Stefania Salani, che svolgono anche il ruolo di formatori e punto di riferimento per i volontari. La SVS stabilisce dei turni di reperibilità nelle ore più critiche dalle 20 alle 8 del mattino, quando rintracciare una squadra sarebbe più difficile. Così i volontari a rotazioni si rendono disponibili ad una reperibilità che gli obbliga ad arrivare nel giro di 30 minuti alla sede di via delle Corallaie dove sono ricoverati i mezzi della Protezione Civile e a partire per l’emergenza richiesta. Durante il giorno invece si procede a costituire direttamente la squadra d’intervento. Bisogna considerare che spesso si tratta di emergenze che durano nel tempo, i terremoti, le alluvioni dopo il primo intervento hanno bisogno di azioni pianificate nel tempo che danno la possibilità di una programmazione. Ma chi attiva la Protezione Civile? “La richiesta -conclude Simone- arriva dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione o direttamente dalla sede nazionale, dipende dalla gravità dell’emergenza e da quanto è estesa. Con il Comune di Livorno abbiamo una convenzione che ci sostiene per un ¼ dei costi, mentre a livello provinciale e regionale c’è un coordinamento che ci permette di intervenire, insieme ad altre associazioni, in modo organizzato per ottenere il massimo dei risultati nel minor tempo possibile”.
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PROTEZIONE CIVILE EMERGENZA NEVE:
ALBERTO GUERRAZZI RACCONTA UNA GIORNATA DA VOLONTARIO DELLA PROTEZIONE CIVILE “... in Abruzzo, dove ho scoperto Una nevica e la città è in tilt. Così è andata a dicembre del 2010 quando una umanità e una solidarietà Livorno si è trovata ad affrontare il blocco delle strade e la mancanza di mezzi adeguati ad un’emergenza di questo tipo. Per fortuna la Protezione che credevo non potessero Civile della SVS di mezzi adeguati e volontari preparati ne ha molti, ed è così potuta intervenire in soccorso. Abbiamo chiesto ad Alberto Guerrazzi, che oltre ad essere soccorritore di secondo livello, autista e caposquadra esistere più...” è anche uno dei referenti della Protezione Civile, di raccontarci com’è andata la lunga giornata del 17 dicembre. “Sono stato attivato la mattina alle 7.30 e subito ho iniziato facendo servizio sull’autoambulanza fuoristrada che ha affrontato benissimo la neve, ed ha potuto così sostituire le autoambulanze tradizionali fino a quando non hanno montato le catene. Abbiamo poi affrontato, sempre con il fuoristrada, le situazioni più difficili come quelle nelle campagne, ad esempio siamo andati a Colognole per soccorrere un ferito con frattura che da molte ore aspettava i soccorsi, ma nessuno riusciva ad intervenire. Lo abbiamo portato fino al Limoncino dove una nostra autoambulanza lo ha portato in ospedale. Siamo intervenuti anche su un blocco stradale dove abbiamo portato le medicine ad un camionista che soffriva si diabete. Alle 20.30 siamo stati attivati per organizzare la distribuzione dei pasti ai passeggeri di un treno fermo alla stazione da 8 ore. La cucina della Asl, con sette persone, in poco tempo hanno preparato 250 pasti e noi li abbiamo trasportati alla stazione e distribuiti. Si era creata una situazione difficile, perché i viaggiatori erano stati lasciati senza notizie, completamente abbandonati a se stessi. L’arrivo del cibo gli ha un po’ tranquillizzati, sono rimasti sorpresi del nostro servizio e ci hanno ringraziato molto. Con noi a distribuire cibo e acqua c’era il sindaco Alessandro Cosimi, ed anche questo ha suscitato lo stupore dei passeggeri del treno diretto a Torino. Fra loro vi era anche un viaggiatore che aveva bisogno di adrenalina, quindi, sempre grazie ai nostri mezzi fuoristrada, siamo andati all’ospedale a prendere il farmaco e lo abbiamo portato in stazione. Dopo la partenza del treno abbiamo continuato fino alle 4 di notte a distribuire cibo alle persone rimaste bloccate per strada, io per esempio sono andato sull’Emilia dove un camion uscito
di strada bloccava dalla mattina la viabilità”. Un’emergenza quella della neve che ha dimostrato la buona organizzazione, l’efficienza dei mezzi e la preparazione e disponibilità dei volontari della SVS. Alberto fa volontariato con la SVS da 12 anni e in questo periodo di servizi ne ha fatti molti, per questo motivo gli abbiamo chiesto di raccontarci ancora alcune delle sue esperienze, quelle che in qualche modo gli hanno lasciato un ricordo più vivo delle altre. “Di soddisfazioni ne ho avute molte –continua Alberto- come l’intervento su un dializzato con rottura di sistola, una situazione tragica, lo abbiamo trovato in un lago di sangue, stava perdendo conoscenza e i familiari erano nel panico. Agendo con coordinazione siamo riusciti a fare l’intervento al meglio, a tranquillizzare i parenti e risolvere la situazione trasportando in ospedale il paziente. Stessa cosa si è verificata in un grosso incidente avvenuto a Stagno dove siamo intervenuti con due autoambulanze, anche in questo caso il buon coordinamento che c’è stato fra noi ci ha permesso un intervento rapido ed efficiente. Ma l’esperienza che più ha inciso, che maggiormente mi ha cambiato è stato il terremoto in Abruzzo, dove ho scoperto una umanità e una solidarietà che credevo non potessero esistere più. Vivere il terremoto mi ha fatto capire veramente quanto siamo deboli rispetto alla natura e quanto c’è da fare per aiutare gli altri, ecco perché quando siamo ritornati da quell’esperienza ho accettato di essere uno dei referenti della Protezione Civile, ed ho cominciato anche ad andare nelle scuole per spiegare ai giovani la nostra attività e invogliarli ad unirsi a noi, perché di lavoro da fare ce n’è moltissimo.
MAXIEMERGENZA Mezzi moderni e volontari preparati per affrontare al meglio un’improvvisa situazione critica con molti feriti
Esercitazione Maxiemergenza
LE MAXIEMERGENZE NON FANNO PIÙ PAURA Si ha una maxiemergenza quando insorge improvvisamente una situazione critica caratterizzata da una grande quantità di feriti che necessitano di cure sanitarie immediate. Solo il nome mette una certa inquietudine, pensare a qualcosa di “maxi” già ti fa venire in mente la difficoltà di dover far fronte ai vari problemi che si possono presentare. Ma non è più così per la SVS che grazie ad anni di esperienza e lavoro ha saputo preparasi adeguatamente ad ogni evenienza. Questo settore della Protezione Civile ha cominciato a svilupparsi dopo l’attacco alle Torri Gemelle che ha purtroppo dimostrato quanto grande può essere un’emergenza e quanti feriti da soccorrere in breve tempo possano esserci. Certo, terremoti e alluvioni avevano già dato un significato al termine, ma l’attentato terroristico a New York ha determinato ancora di più la consapevolezza di quanto sia importante organizzare e coordinare i soccorsi. Così negli ultimi anni si è lavorato per eliminare quel senso di inadeguatezza che solo una buona preparazione degli uomini e dei mezzi appropriati può far superare. Su questo fronte la SVS ha sempre lavorato molto per dotarsi dei mezzi e della strumentazione più moderna e nel preparare e tenere sempre aggiornati i volontari. Infatti, anche in questo settore sono previsti corsi con esami pratici e teorici e esercitazioni dedicate a tutti i volontari. Squadre sempre
reperibili per le emergenze sono strutturate in modo da poter fare una veloce valutazione della situazione creatasi ed informare correttamente la centrale operativa. Si passa poi alla valutazione dei feriti, mentre un’altra squadra monta in zona sicura un PMA ovvero un Punto Medico Avanzato, dove i feriti possono essere trasportati per essere soccorsi. Una struttura gonfiabile, montabile in pochi minuti e di grande utilità, perché permette di dare il massimo dell’assistenza accogliendo i medici e i sanitari che prestano i primi soccorsi. Dall’esame dei feriti si riesce a smistare chi ha bisogno dell’ospedale e chi può essere aiutato direttamente sul posto senza che vada ad intasare i vari Pronto Soccorso della zona. Il compito dei volontari delle maxiemergenze però non si esaurisce qui, infatti, vengono allertati anche quando sono in programma eventi che prevedono la presenza di una grande folla. Un caso esemplificativo sono stati i funerali del Papa a Roma che hanno richiamato persone da tutto il mondo. In questo caso è necessario allestire preventivamente dei punti PMA pronti a soccorrere persone con malori, svenimenti o patologie più serie, in modo rapido e efficiente. I referenti per questo settore sono Carlo Monzani, Andrea Rocchi, Francesca Menicucci responsabili anche dei corsi di preparazione e di aggiornamento e sicuro punto di riferimento per tutti i volontari.
Esercitazione della Protezione Civile SVS
Esercitazione della Protezione Civile SVS
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Alcuni mezzi della protezione Civile SVS
Esercitazioni di maxiemergenze
Un trasporto della SVS al volo sanitario
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ANTINCENDIO
IDROAMBULANZA
UN’ESTATE SOTTO IL SEGNO DELL’ANTINCENDIO BOSCHIVO PREVENZIONE, AVVISTAMENTO E INFORMAZIONE: LE TRE PAROLE D’ORDINE Più le estati sono calde e più il rischio d’incendio aumenta. I livornesi ricordano benissimo quanto può essere distruttivo il fuoco e quanti migliaia di ettari di colline sono bruciati in seguito al grande incendio del ’90. Si può fare qualcosa per evitare che un simile catastrofico evento si ripeta? Lo abbiamo chiesto a Simone Scateni responsabile della Protezione Civile della SVS di Livorno. “La prevenzione, l’avvistamento e l’informazione sono fondamentali. Queste attività vengono svolte a pieno regime durante il periodo di massimo rischio che va dalla metà di giugno alla metà di settembre. In questo arco di tempo mettiamo ogni giorno a disposizione un mezzo con dei volontari che pattugliano la zona a noi assegnata. Il loro compito è quello di avvistare principi d’incendio, fumo o altre situazioni sospette. Si interviene subito per verificare di cosa si tratta e poi si allerta la centrale operativa. Prevenire vuol dire anche fare informazione, infatti, spesso il fumo avvistato è stato originato da un contadino che sta bruciando sterpaglie o da turisti che vogliono fare un barbecue. Noi interveniamo spiegando che nella stagione calda non è possibile praticare queste attività, mostrando i gravi rischi che possono derivare e informando anche che tale comportamento è passibile di multa. Il nostro intervento nella stagione a rischio è garantito anche a livello operativo, infatti, assicuriamo la presenza di una pattuglia di 4 uomini dotata di mezzi antincendio pronta a partire nell’arco di 30 minuti, sia di giorno che di notte”. Trascorsi i mesi d’emergenza i volontari hanno modo di incontrasi per fare il punto della situazione, per confrontarsi, per partecipare a corsi di aggiornamento, ad esercitazione ed essere così pronti al meglio per affrontare la stagione successiva. “Una volta all’anno –continua Simone- facciamo un corso antincendio e di difesa ambientale per i nuovi volontari che vogliono entrare a far parte di questo gruppo. Il corso è di 14 ore ed è tenuto da docenti che appartengo al Corpo Forestale dello Stato, ai Vigili del Fuoco, al personale della Provincia e ai nostri formatori dotati dell’attestato regionale, a quest’ultimi è affidato il compito di mostrare operativamente tutto ciò che è stato detto durante il corso, spiegando anche quali sono i mezzi della SVS e come li adoperiamo. Le lezioni terminano con un esame scritto e una prova pratica di simulazione, dopodiché i nuovi volontari possono entrare in servizio affiancando operatori più esperti”. Attualmente i volontari di questo settore sono 90 e naturalmente tutti hanno superato la visita della medicina del lavoro che li rende abili ad operare nell’antincendio, infatti, quando si deve affrontare il fuoco, lo stress e le difficoltà ambientali sono molte: cuore, attività respiratoria ed altri parametri devono essere adeguati al tipo di lavoro. Referenti per questo settore sono Francesco Falleni, Stefania Salani, Alberto Guerrazzi e Alessio Griselli. A questo gruppo si aggiunge Riccardo Nannoni che è formatore regionale. “Annualmente –conclude Simone- la Regione Toscana organizza dei corsi di aggiornamento ai quali, a rotazione, partecipano i volontari, in modo che tutti abbiano l’opportunità di salire sugli aerei adibiti allo spegnimento dell’incendio. Infatti, si ritiene importante che anche chi opera sul terreno abbia l’occasione di vedere dall’alto il campo d’azione con le difficoltà che incontrano gli operatori degli aerei quando devono sganciare l’acqua sul fuoco. Una delle cose fondamentali, ad esempio, è che l’area individuata per scaricare l’acqua sia bonificata, ciò vuol dire che non deve essere presente nessuno sulla superficie prestabilita, e liberare la zona è un compito che spetta ai volontari che sono a terra; ecco perché è importante che abbiano una visione anche dall’alto”.
I numeri del servizio prevenzione e repressione incendi boschivi ZONA DI COMPETENZA Dall’inizio dell’attività di prevenzione incendi la SVS ha curato la sorveglianza della zona collinare a Sud della città estesa lungo il Litorale (fino alla località Chioma nel Comune di Rosignano) percorrendo il circuito di Montenero, transitando dal Castellaccio fino ad Antignano. Tale circuito permette il controllo delle Colline del Semaforo, del Romito, della Cala Sonnino, di Quercianella, della località il Gorgo-Nibbiaia (sia dalla zona di Quercianella che del Castellaccio), del Castellaccio, di Montenero, di Valle Benedetta (dal circuito di Montenero), di Pian della Rena. La percorrenza avviene a condizioni di traffico scorrevole in circa 55 minuti. DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ 2010 Ore reperibilità Volontari 2.420 Giorni di allarme 77 Ore di presenza attiva 496 Km percorsi 5.840 Media giornaliera 90 Numero avvistamenti 3 Numero interventi zona di competenza 1 Numero mezzi 3 Giornate con pioggia 6 Volontari 39
L’droambulanza
Quella della idroambulanza è una storia che viene da lontano e merita di essere raccontata. Il responsabile Simone Scateni ci aiuta a ricostruirne tutti i passaggi: “Il soccorso per mare è un settore presente all’interno della SVS già da molto tempo, anche se per un periodo non è stato operativo per motivi economici. Abbiamo ricominciato l’attività con l’idroambulanza dal 2008 grazie ad un progetto del Comune di Livorno realizzato con il coordinamento della Guardia Costiera, che prende il nome di Estate sicura. L’importante progetto, che coprirà un arco di sei anni, è finanziato oltre che dal Comune, dal Demanio, dagli stabilimenti balneari e dai porticcioli, cioè da tutti coloro che con il mare ci lavorano durante la stagione estiva. Attivo da giugno a settembre il progetto si suddivide, per la nostra associazione, in tre parti”. La prima riguarda la postazione sul litorale di un mezzo mobile adibito ad ambulatorio, posizionato nel parcheggio di fronte al ristorante Il Romito, in modo che sia ben visibile, grazie anche a delle bandiere che ne attirano l’attenzione. I due volontari della postazione hanno il compito d’informare i turisti, spiegando dov’è possibile accedere alla costa senza rischi, utilizzando i sentieri resi praticabili dal Comune e bonificati prima dell’inizio della stagione estiva. I volontari sono anche impegnati a spiegare i pericoli che si possono incontrare in mare e sulla costa e distribuiscono gli opuscoli appositamente preparati allo scopo. Tale postazione è rimasta attiva in tutti i weekend da giugno a settembre, mentre nella settimana di ferragosto è stata quotidianamente in funzione. Naturalmente il presidio funge anche da piccolo ambulatorio per piccoli infortuni come pinzi da meduse, graffi sugli scogli ecc. La seconda parte del progetto riguarda la presenza di un’autoambulanza a Quercianella pronta ad attivarsi su chiamata del 118 e ad intervenire rapidamente sulla zona, evitando così il traffico che nel periodo estivo intralcia il litorale. Ed infine, la terza parte coinvolge il lavoro dell’idroambulanza che pattuglia
la costa da Chioma ai Rex e oltre. I giorni di servizio di questo efficiente mezzo sono anche in questo caso i weekend e tutta la settimana di ferragosto. L’idroambulanza entra anche negli stabilimenti del litorale per distribuire i depliant sulla sicurezza in mare ai bagnanti. “Purtroppo anche l’estate appena conclusa –spiega Simone- ci ha mostrato l’utilità di questo mezzo, che ha partecipato attivamente alle ricerche in mare del ragazzo disperso, strappato alla scogliera del Romito durante una mareggiata. Purtroppo in questo caso si tratta di un episodio conclusosi tragicamente e causato dal non aver seguito le regole della sicurezza, che consigliano di stare lontani dalla riva quando il mare è mosso. Ma l’idroambulanza si è mostrata utilissima anche in altri casi, infatti, non ci dobbiamo mai dimenticare che la nostra costa è piuttosto spiovente e se da una parte è facile l’ingresso in mare, dall’altro è difficile risalire, soprattutto quando il mare è mosso. In questo caso è importante allontanarsi dalla costa per evitare di essere sbattuti sugli scogli e aspettare i soccorsi dal mare. Chi è a riva dovrà allertare la Capitaneria di Porto telefonando al 1530 che interverrà proprio dal mare. L’idroambulanza ci ha permesso anche di soccorrere persone che si erano fatte male sugli scogli, causandosi fratture e che solo con l’intervento dei Vigili del Fuoco avrebbero potuto risalire la ripida scogliera, per raggiungere la strada ed essere caricati sull’autoambulanza. Con l’idroambulanza si può evitare tali difficoltà e con molta più rapidità, fattore indispensabile nelle emergenze, si può trasporta-
IDROAMBULANZA: QUANDO IL SOCCORSO ARRIVA DAL MARE
re il ferito in un punto più accessibile della costa, dove un’autoambulanza può arrivare agevolmente e trasportare il ferito in ospedale. Con questo mezzo abbiamo poi affiancato diverse manifestazioni sportive in mare, e siamo intervenuti anche durante il palio, ad esempio quando una vogatrice è svenuta. Insomma, in una città di mare non è pensabile non avere il soccorso direttamente in acqua, e l’esperienza, purtroppo non sempre risoltasi bene, ci ha dimostrato il grande valore dell’idroambulanza”. La SVS ha investito molto su questo mezzo anche in termini economici, infatti, fino all’anno passato era in servizio un gommone adibito al trasporto dei feriti, ma grazie ai contributi dei cittadini quest’anno è stata inaugurata una vera idroambulanza, studiata e nata proprio pensando al trasporto dei feriti. “Con un motore ad idrogetto, cioè senza eliche –sottolinea Simone- i volontari lavorano in sicurezza ed il ferito sulla toboga può essere issato a bordo direttamente da dietro, grazie all’abbassamento delle spallette, rendendo tutta l’operazione più facile. L’equipaggio della idroambulanza è composto dal comandante dell’imbarcazione con patente nautica, un volontario con il brevetto di bagnino che sappia muoversi bene in acqua e un volontario di livello avanzato. Durante occasioni specifiche, se richiesto, c’è anche il medico. Ricordiamo che l’idroambulanza fa anche pattugliamento antincendio, infatti, dal mare si osservano bene le colline livornesi e quando viene avvistato un fumo l’equipaggio avverte subito la pattuglia presente sul territorio, che va immediatamente a controllare. Insomma, un mezzo rivelatosi utilissimo, ed il nostro obiettivo è quello di potenziare sempre più il suo servizio”.
IServizio dati del 2010 Idroambulanza e Autoambulanza Quercianella Interventi al presidio 67 Interventi ambulanza 49 Ore di servizio presidi fissi 261 Ore di servizio ambulanza 828
Ore di servizio mezzo nautico 153 Manifestazioni sportive 6
Ore servizio manifestazioni sportive 25
Volontari e mezzi antincendio in azione
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Il presidente della Svs Vincenzo Pastore con l’assessore comunale Valter Nebbiai
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RICERCA E SOCCORSO DOG IL CANE DA RICERCA:
GRANDE FIUTO E OTTIMO RAPPORTO CON IL PADRONE AMARE IL PROPRIO ANIMALE E METTERLO AL SERVIZIO DEGLI ALTRI Sarebbe bello anche ascoltare l’opinione dei cani e scoprire come vivono questa esperienza della ricerca, ma visto che, per ovvi motivi loro non possono farlo, dobbiamo ripiegare sulle spiegazioni dei loro padroni. Mattei Carrai è il responsabile del settore cinofilo del gruppo Soccorso e Ricerca nato dalla fusione con SVS, UCS Livorno e TNT. “Il nostro gruppo si chiama Unità Cinofila da Soccorso Livorno ed abbiamo 5 cani: un Labrador, un Golden Retriever, un Bloodhound, un Pastore Tedesco e un meticcio. Non è, infatti, la razza a determinare la predisposizione alla ricerca, ma l’appartenenza alla specie, quella canina che ha questa
Quanto tempo può lavorare un cane? “Dobbiamo distinguere due condizioni: la taglia del cane ed il clima. Con una taglia medio piccola e con un clima fresco 30-40 minuti, inoltre dipende anche dal terreno. Poi lo si deve far riposare, altrimenti rischia di prendere un colpo di caldo e morire. Purtroppo è capitato a padroni di cani avventati, di altri gruppi cinofili. Ecco perché in alcuni periodi si preferisce effettuare le ricerche con i cani in orari particolari, ma con un clima più fresco”. Che tipo di brevetti devono avere? “Per fare ricerca i cani devono avere almeno un brevetto dell’Enci, ottenuto
Chi volesse intraprendere questa incredibile forma di volontariato, chi semplicemente volesse entrare in contatto con noi, chi desidera venirci a trovare con il proprio amico a quattro zampe o semplicemente per stare all’aria aperta in nostra compagnia al centro di addestramento, può chiamare o scrivere a: Matteo Carrai, responsabile tecnico del gruppo tel 3337767021 ucslivorno@yahoo.it Matteo Carrai responsabile tecnico del gruppo con il suo cane
dote innata in tutti i suoi appartenenti. Difatti la mucosa olfattiva del cane è di 50 cmq, con circa 225 milioni di cellule, contro i 5 cmq dell’uomo con circa 15 milioni di cellule, per cui essendo ampiamente più sviluppata di quella umana, e capace di percepire odori a noi indifferenti. Il Bloodhound, segugio Belga anche noto come segugio di St. Hubert, è un cane con un naso particolare, che anche per dimensioni morfologiche supera la media appena citata, ponendosi al vertice dei cani con grandi capacità olfattive e per questo utilizzato, soprattutto all’estero, per la ricerca molecolare e di tracce ematiche”. Quanti tipi di ricerca si possono fare con i cani? “Diversi: su traccia o su testimone, se ho la certezza che la persona è passata da quel punto da non molto tempo oppure ho un indumento dello scomparso, posso indurre il cane a seguire quella traccia di odori, ma questo è un caso piuttosto raro, perché la ricerca degli scoparsi generalmente avviene dopo un certo periodo, gli stessi familiari prima di dare l’allarme aspettano alcune ore, in attesa di capire se si può veramente parlare di scomparsa. Quindi generalmente applichiamo la ricerca comunemente chiamata a scovo, in cui dividiamo la zona da perlustrare ed assegniamo ad ogni cane una porzione di terreno. Lui sfruttando le sue doti esamina aria e suolo e ci fa capire se ci sono persone o se la zona è libera. Oggi comunemente la si sente definire come ricerca molecolare, il nome, molto tecnico e scenografico, fa riferimento alle migliaia di molecole perse dalla nostra pelle che si depositano sul suolo, sulle piante, sugli oggetti e che il cane è capace di individuare e addirittura di distinguere da quelle degli animali”.
dopo un corso e un esame. Distinguiamo due tipi di ricerca, quella di superficie che prevede un primo brevetto attitudinale ed un secondo operativo; per iniziare a fare ricerca in Toscana basta il primo. C’è poi la ricerca su macerie ed anche in questo caso vi è un primo brevetto attitudinale ed un secondo operativo. Durante gli esami devono essere superate prove di ricerca, di obbedienza e di palestra”. Quanti anni devono avere i cani per poter fare ricerca? “Non si possono sostenere gli esami se il cane non ha almeno un anno e mezzo e lo si ritira dalla ricerca quando raggiunge i dieci anni”. Cosa fa il cane quando trova un disperso? “A seconda del cane: può abbaiare fino a quando il conduttore non arriva oppure fare la spola fra disperso e conduttore fino a portarli sul posto del ritrovamento”. Chi conduce il cane? “Prima credevo che fosse un’altra persona appositamente preparata, ma quando ho scoperto che è il proprietario ad addestrare il suo cane e a condurlo nelle ricerche, ho deciso di partecipare a questo tipo di volontariato”. Ma questi cani devono stare chiusi in gabbiotti per essere più efficienti al momento della ricerca? “Assolutamente no. Il mio cane sta in famiglia con i miei figli, fa la vita di tutti i cani da compagnia”. Com’è cambiato il cane dopo l’addestramento? “Ho cominciato ad addestrare il cane perché mia moglie si lamentava del fatto che a lei non dava ascolto. Adesso è diventato obbediente, ma soprattutto abbiamo rafforzato il nostro rapporto, mi basta anche solo uno sguardo per fargli capire che cosa voglio”.
RICERCA E SOCCORSO DOG RICERCA E SOCCORSO DELLE PERSONE SCOMPARSE IL NUOVO GRUPPO NATO DALLA FUSIONE DELLE COMPETENZE DEI CINOFILI, DEI CARTOGRAFI E DEI SOCCORRITORI SANITARI Sono molteplici i motivi che possono aver causato la scomparsa di una persona. Questa pluralità di elementi rende molto complesse la ricerca, proprio perché deve tener conto di tanti aspetti e deve mettere insieme molte competenze. A superare al meglio tutte le possibili difficoltà ci hanno pensato SVS, un’associazione di cinofili ed una di softair, esperti in cartografia, che unendo forze e competenza hanno creato un gruppo chiamato Ricerca e Soccorso. La loro forza sta proprio nella collaborazione, intesa nel senso più ampio, perché l’obiettivo è comune a tutti e nessuno dimentica che la cosa più importante è ritrovare il disperso. La SVS mette a disposizione i suoi volontari specializzati nel soccorso sanitario ed i mezzi più indicati al diverso luogo di ricerca, fra questi una jeep fuoristrada e l’autoambulanza veterinaria, seconda in Italia, adeguata al trasporto dei cani e ad un eventuale loro soccorso in caso di difficoltà, i cinofili forniscono i cani addestrati e i volontari capaci di condurli, mentre il terzo gruppo mette in campo le competenze cartografiche. Matteo Carrai fa parte di un’associazione chiamata UCS Livorno (Unità Cinofila da Soccorso Livorno), mentre Francesco Gambacciani fa parte di un gruppo che si chiama TNT Seal Team Livorno che si occupa di softair. Insieme ci introducono all’attività del Gruppo Ricerca e Soccorso, costituito con SVS. Da quanto tempo fate volontariato? Matteo: “Da diverso tempo come gruppo cinofilo e da tre anni con la SVS”. Francesco: “Io ho iniziato tre anni fa con la SVS”. Presentateci le vostre associazioni e raccontateci come è nata l’idea di formare il Gruppo Ricerca e Soccorso. Matteo: “Come gruppo cinofili eravamo già iscritti da tempo alle liste regionali delle associazioni di volontariato Onlus e più volte avevamo incontrato la SVS in operazioni di ricerche. Dopo esserci conosciuti abbiamo deciso di mettere insieme le nostre forze per essere ancora più completi”. Francesco: “La nostra è una associazione sportiva dilettantistica che si occupa di softair e per esercitare la nostra attività abbiamo bisogno di saper leggere e realizzare carte topografiche, inoltre, siamo abituati a gestire e coordinare più gruppi operativi contemporaneamente. Siamo nati nel ’92 e abbiamo circa una trentina d’iscritti, ed una decina di noi hanno aderito al Gruppo Ricerca e Soccorso. Tre anni fa ci siamo chiesti se la nostra specializzazione poteva essere utilizzata in campo sociale. Ci siamo rivolti alla SVS e abbiamo scoperto che stavano cercando delle persone proprio
con le nostre caratteristiche e così ci siamo costituiti come gruppo. Fra poco saremo affiancati anche da un altro gruppo di amici che fanno parte dell’associazione Tigri Livorno, così da aumentare il numero dei volontari con le nostre competenze”. Quanti sono i gruppi come i vostri in Italia? “Per trovare realtà simili alle nostre dobbiamo andare in Canada o in Australia. Adesso forse qualcosa si sta cominciando ad organizzare anche da noi, ma per ora siamo l’unico gruppo così formato”. Che differenza c’è con gli altri tipi di organizzazioni? “Normalmente il cane è accompagnato solo dal suo conduttore a perlustrare una zona. Noi partiamo con una squadra più ampia. Prima c’è il cane che per motivi legati alla ricerca olfattiva va avanti a tutti, infatti, le tracce possono confondersi se transitano dal luogo più persone. Lo segue il condutture, che mentre impartisce le istruzioni al cane, guarda anche lui la zona, segue poi un volontario esperto in cartografia che guida il gruppo nell’area assegnata, traccia con il GPS il percorso fatto e mantiene le comunicazioni radio. Praticamente un cane e due persone battono la stessa zona con una efficienza e sicurezza maggiore rispetto alle unità composte solo da un cane e dal conduttore. Il team così formato può fornire il primo soccorso al disperso, il volontario esperto di cartografia in caso di ritrovamento può dare al posto di comando le indicazioni precise per il raggiungimento del luogo in tempi rapidi per il soccorso sanitario che sarà guidato da un altro esperto nell’orientamento, e nel caso in cui gli apparati radio non funzionassero nella zona del ritrovamento può anche tornare indietro, essendo sicuro di non sbagliare strada e di percorrere sempre la via più rapida, per richiedere il soccorso sanitario. Ad ogni evento naturalmente c’è sempre la supervisione delle forze di polizia e dei Vigili del Fuoco che assumono il comando e si servono dei volontari per allargare l’area delle ricerche”. Come vi preparate? Matteo: “Come gruppo cinofilo addestriamo il cane e ci alleniamo con lui 3 volte alla settimana. Il nostro campo è alla Puzzolente”. Francesco: “Noi facciamo corsi specifici di cartografia e ci troviamo una volta alla settimana per allenamenti propedeutici alle gare di softair”. E come Gruppo Ricerca e Soccorso? “Abbiamo esercitazioni comuni e tutti abbiamo fatto un corso specifico alla SVS per la ricerca delle persone, dove apprendiamo tutti i metodi di ricerca e i protocolli per gestire l’emergenza, ci sono poi lezioni sui supporti logistici a nostra disposizione, sulla cartografia, sul primo soccorso, su come comportarsi quando il cane lavora e come aiutarlo, come operare quando il cane non può essere impiegato nella ricerca e lezioni pratiche di orientamento”. Cosa vi dà fare volontariato? Matteo: “Spesso mi chiedono perché lo faccio, qualcuno mi dice che perdo tempo, quando invece potrei utilizzarlo con i miei due figli piccoli. Io rispondo che spero che non mi capiti mai di perdermi, ma se ciò avvenisse vorrei che ci fosse qualcuno ad aiutarmi. E quindi al momento che sono sano fisicamente ed ho un cane ad oggi addestrato, mi chiedo, al contrario, perché non dovrei farlo. Inoltre, quando ritroviamo un disperso la soddisfazione mi ripaga di tutto l’impegno e il tempo impiegato. Credo che questa società dovrebbe avere più persone dedicate al volontariato, di qualsiasi tipo, molti prenderebbero maggiore coscienza dei problemi veri della gente, crescerebbero, migliorerebbero i rapporti umani e quindi la stessa società”. Francesco: “Concordo con Matteo, e spero che il nostro esempio serva d’incoraggiamento ad altre persone, perché possano dedicarsi al volontariato”.
Una nuova realtà del volontariato
altamente specializzata Il gruppo Ricerca e soccorso in azione
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Francesco Gambacciani esperto di cartografia
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DONATORI SANGUE PER NON DIMENTICARE… IL GRUPPO DONATORI SANGUE SVS AFFILIATO ALL’AVIS
Per un volontario della SVS essere donatore di sangue è quasi naturale. Fra le mille problematiche con le quali si confrontano ogni giorno c’è anche quella relativa alla necessità di sangue per le trasfusioni e per la produzione di emoderivati. Ed infatti, il gruppo dei donatori affiliato all’Avis è molto numeroso come ci spiega il suo responsabile Rosario Santoro. “Siamo circa 82 donatori attivi e 70 dormienti, cioè persone che per il momento non possono fare donazioni perché sono in maternità o hanno patologie che lo impediscono. Nel 2010 abbiamo raggiunto le 180 donazione, ma quest’anno alla fine di agosto eravamo già a 130, quindi possiamo dire tranquillamente che nel 2011 supereremo il dato dell’anno passato”. Quando hai iniziato a seguire il gruppo dei donatori? “Tre anni fa, ereditandolo dal precedente responsabile. La prima cosa che ho fatto è stata quella di presentarmi all’Avis e stringere con loro una collaborazione che ci ha visto insieme in numerose iniziative di promozione”. Raccontacene qualcuna. “Mi piace ricordare la Festa dei Popoli organizzata in piazza XX Settembre. È stata veramente molto bella. Insieme all’Avis abbiamo promosso la donazione di sangue che in estate purtroppo è carente. Essendo inseriti in quel contesto abbiamo voluto anche lanciare un messaggio contro il razzismo, ricordando che il colore della pelle può essere diverso a seconda della razza, ma quello del sangue è uguale per tutti. Sono state molte le associazioni coinvolte in questa iniziativa, noi abbiamo portato le nostre autoambulanze, quella dei cinofili per la ricerca e il soccorso dei dispersi e lo stand di Nati per Comunicare. A febbraio abbiamo fatto anche la prima giornata del donatore SVS. Una domenica del mese siamo andati in divisa a fare la donazione, eravamo in 33. A novembre la rifaremo”.
Qual è la difficoltà più grossa? “La sensibilizzazione dei donatori e ricordare loro di fare la donazione. Ogni mese, puntualmente, l’Avis mi mandano una lista con i nomi di tutte le persone che hanno donato. Io ne faccio un volantino con i ringraziamenti e lo metto alla sede di via San Giovanni, a Livorno Nord e ad Ardenza, in modo che oltre ad essere un riconoscimento pubblico, serva anche d’esempio agli altri. È importante che aumentino il numero dei donatori, basta pensare che per un trapianto di fegato occorrono 45 sacche di sangue”. Come fai a convincere una persona a donare sangue? “Oltre a spiegare l’importanza sanitaria di avere sangue a disposizione negli ospedali, cosa di cui tutti possiamo avere bisogno, spiego anche che donare fa bene allo stesso donatore, perché ogni volta vengono eseguite le analisi complete di laboratorio, e questo permette un controllo costante dell’individuo, che in caso di anomalie può intervenire subito per corregge i suoi valori ematici. È più difficile convincere a fare la donazione chi ha paura degli aghi, ma anche questo lentamente può essere superato, io ci sono riuscito con un mio collega”. Chi può partecipare a questo gruppo? “Tutti quelli che hanno voglia di sostenerci, non è necessario essere soci e neanche volontari. Tutti possono farne parte”. Tu sei un volontario? “Sì, dal 1976. Mi avvicinai causalmente a 14 anni, quando vidi soccorrere un mio vicino di casa che si era sentito male. Ancora oggi, a distanza di 35 anni presto il mio servizio sulle autoambulanze”. Come vi trovate al centro trasfusionale dell’ospedale di Livorno? “Molto bene, il centro è bello e l’equipe che vi lavora è molto professionale e simpatica. Per qualsiasi dubbio ci si può rivolgere anche all’Avis che a loro volta sono molti bravi e disponibili a qualsiasi informazione”.
UN GRAZIE AI SOCI E AI VOLONTARI CHE HANNO DONATO Gennaio Bartolozzi Stefano, Bicchielli Giulia, Canterini Alessio, Fiori Fulvia, Forti Roberto, Ghiozzi Michele, Merli Federica, Minelli Francesco, Morini Andrea, Pasquini Daniele, Persichino Giuseppe.
Giugno Adimari Rosalba, Baldasseroni Leo, Bartolozzi Stefano, Fiori Fulvia, Forti Roberto, Minelli Francesco, Razzauti Carlo, Stefanini Stefania, Tagliaferri Nicola, Terreni Iuri.
Febbraio Adimari Rosalba, Allegri Chiara, Avallone Ilaria, Bartolozzi Stefano, Benedetti Carlo, Benni Cosetta, Canterini Alessio, Casprini Marino, Chistoni Stefano, Cordano Nadia, Cristiano Michele, Delfino Fabrizio, Di Bianco Maila, Fedi Alessio, Ghimenti Maurizio, Ghiozzi Michele, Griselli Alessio, Lenzi Fabiano, Mannocci Mairo, Morini Andrea, Occhipinti Marco, Paolini Claudio, Pelletti Nedo, Raffaele Francesco, Rastelli Patrizia, Rocchi Andrea, Rugiadi Roberto, Sanchioli Alessio, Sanchioli Enzo, Santoro Rosario, Scarselli Daniele, Stefanini Stefania, Vallecchi Moira.
Luglio Bartolozzi Stefano, Bocchi Ilario, Casprini Marino, Chistoni Stefano, D’Aurizio Eva, Dellambra Dario, Faccin Alessandra, Ghimenti Maurizio, Lombardi Giuliano, Moretti Nicola, Morini Andrea, Orsini Massimo, Parrello Giancarmelo, Pelletti Nedo.
Marzo Baldasseroni Leo, Bartolozzi Stefano, Bigoni Claudio, Fiori Fulvia, Lombardi Giuliano, Morini Andrea, Naitana Paolo, Orsini Massimo, Parrello Giancarmelo, Pellegrini Michela, Tramonti Leonardo, Vallecchi Moira.
Agosto Bartolozzi Stefano, Chistoni Stefano, Cristiano Michele, Delfino Fabrizio, Di Bianco Maila, Faraoni Alessandro, Ghiozzi Michele, Giusti Giorgio, Lombardi Giuliano, Masullo Paolo, Moretti Nicola, Morini Andrea, Naitana Paolo, Paoletti Mauro, Pasquini Daniele, Vaccai Massimo.
Aprile Badari Luca, Bartolozzi Stefano, Canterini Alessio, Chistoni Stefano, Cortopassi Alessio, De Memme Vincenzo, Ghiozzi Michele, Merli Federica, Moretti Nicola, Morini Andrea, Occhipinti Marco, Paoletti Mauro, Rossi Cesare, Vaccai Massimo. Maggio Bartolozzi Nicola, Bartolozzi Stefano, Casprini Marino, Cecchini Moreno, Chiriatti Walter, Cordano Nadia, Cristiano Marco, Cristiano Michele, Delfino Fabrizio, Dellambra Dario, Gucci Raul, Mannocci Mairo, Morini Andrea, Orsini Massimo, Pagni Fabio, Santoro Rosario, Terreni Iuri.
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Rosalba Adimari e Alessio Griselli
MATERIALE SANITARIO TELEFONO AMICO MATERIALE SANITARIO: UN SERVIZIO PER AIUTARE AD AFFRONTARE LA MALATTIA La frattura di un arto, un anziano che si inferma, un’immobilità anche solo permanente possono cambiare la vita di una famiglia sia a livello organizzativo che economico. Aiutare queste situazioni difficili è uno degli obiettivi della SVS e farlo con materiale sanitario adeguato è uno dei servizi contemplato dall’Associazione Pubblica Assistenza. Responsabile di questo servizio è il volontario Manlio Vivaldi, che puntualissimo ogni mattina dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12 è alla sede di via San Giovanni pronto ad accogliere le persone che hanno bisogno di materiale sanitario. “Ormai da molti anni la SVS fornisce gratuitamente, a chi ne ha bisogno, carrozzine sia di quelle chiudibile sia di quelle fisse che chiamiamo comode, ci sono poi i letti tipo quelli degli ospedali con schienale reclinabile, stampelle, deambulatori, porta flebo, alza spalla”. Il tutto viene dato gratuitamente? “Noi diamo il materiale per due mesi a offerta libera, chi ha gravi problemi economici non dà niente. Il ricavato viene investito per comprare nuovo materiale sanitario. Cerchiamo di risolvere i problemi di tutti. A chi ha bisogno di più tempo rinnoviamo il prestito, chi per motivi di lavoro non può venire la mattina può prendere un appuntamento specifico, c’è poi una ditta che a prezzi modici porta i grossi materiali, come il letto, a domicilio”. Chi maggiormente richiede questo servizio? “Molti anziani, ma capitano anche i giovani e qualche volta i bambini, per-
MATERIALE SANITARIO
Manlio Vivaldi, il volontario responsabile del materiale sanitario
ché rompersi una gamba ed aver bisogno di stampelle o di una sedia a rotelle può capitare a tutti”. Da quanto svolgi questo servizio volontario per la SVS? “Ormai sono oltre dieci anni e mi piace farlo perché si sta a contatto con la gente, si comprendono quali sono i veri problemi delle famiglie. Purtroppo ci sono anche episodi spiacevoli, come le persone che non riportano il materiale e bisogna impegnare un sacco di tempo per rintracciarli e sollecitarli, ma fortunatamente non è sempre così, molti ringraziano con tutto il cuore per il servizio che offriamo e che in parte può aiutarli ad affrontare la difficile situazione che stanno vivendo”. Ed il telesoccorso? “Anche questo lo consideriamo materiale sanitario e quindi me ne occupo io con l’istallazione e la manutenzione. Si tratta di un apparecchio che viene collegato al telefono dell’anziano che ne fa richiesta. In dotazione vi è anche un pulsante che la persona porta sempre al collo per poterlo schiacciare in caso di bisogno. L’apparecchio, infatti, è collegato alla nostra centrale operativa e quando suona, l’operatore telefona per verificare cosa sta succedendo e prestare soccorso, se non risponde nessuno partiamo subito con l’autoambulanza ed andiamo sul posto a controllare come sta la persona”.
Per informazioni si può telefonare al numero 0586/888888
Nel 2009 sono stati prestati 1.239 oggetti Nel 2009 sono stati prestati 1.250 oggetti
PROGETTO LINEA AMICA PER AIUTARE GLI ANZIANI SOLI ANCHE GRAZIE AL TELEFONO Una voce ed un orecchio amico per ascoltare e pronunciare anche poco parole, ma utili ad affrontare una giornata difficile. Gli anziani soli sono in aumento, anche chi vive in famiglia spesso deve rimanere per molte ore chiuso in casa senza poter vedere nessuno. Ed allora lo squillo del telefono può far ritornare il sorriso. A raccontarci come si svolge questo servizio, chiamato Linea Amica, sono due volontarie di ‘lungo corso’ come Donatella Campi e Francesca Gubetti che da molto tempo si occupano di questo settore. “Abbiamo cominciato nella seconda metà degli anni ’90 incoraggiate dall’allora vice presidente Odette Volpi, diventata poi presidente della SVS. Abbiamo iniziato affiancando il telesoccorso radio: a quel tempo due volontari seguivano sia l’istallazione sia la manutenzione delle apparecchiature e nel contempo chiedevano agli anziani se desideravano essere chiamati una volta alla settimana per parlare telefonicamente. Oggi il servizio è diverso, ci sono i moderni apparecchi del telesoccorso e a noi i casi da seguire telefonicamente sono indicati direttamente dal Comune”. Quali sono i maggiori bisogni che rivelate telefonicamente? “Il disagio più grosso è la solitudine mentre il desiderio più frequente è il poter rivedere luoghi che frequentavano da giovani. Così abbiamo pensato di realizzare il progetto Passeggiando insieme che consiste nell’organizzare gite. Ad esempio, a maggio siamo andati a prendere il gelato al bagno Vittoria a Tirrenia, molti di loro volevano vedere come si è trasformato il luogo ed avere l’occasione di passare un pomeriggio diverso, in compagnia. Ad agosto invece li abbiamo portati a cena a Ballo Sotto le Stelle, dove si sono divertiti tantissimo. Naturalmente non tutti partecipano a queste iniziative, ci sono quelli che gradiscono la telefonata, ma non vogliono uscire con gli altri. Durante l’anno abbiamo diverse occasioni per organizzare pranzi insieme come Natale, Carnevale e primavera”. Attualmente quanti sono gli anziani e quanti i volontari? “Oggi siamo una decina di volontari con una settantina di anziani. C’è stato
un periodo in cui ne seguivamo anche 200, ma c’erano circa 25 volontari e facevamo anche 30 telefonate al giorno”. Prevalentemente di cosa vogliono parlare gli anziani? “Conducono sempre il discorso sulle loro malattie e ci fanno molte domande su questo argomento. Noi cerchiamo di distrarli facendoci raccontare qualche episodio della loro vita, è uno strattagemma che funziona perché parlano volentieri del loro passato e si distraggono per un po’. Altro discorso gradito sono le ricette di cucina e i programmi televisivi”. Si fidano di voi? “All’inizio non è facile perché non ci conoscono, bisogna telefonicamente conquistare la loro fiducia. Per un periodo abbiamo fatto una campagna promozionale perché fossero loro a chiamare, ma nessuno lo faceva, gli anziani si lasciano andare alla depressione e non chiamano mai loro per primi, così abbiamo capito che dovevamo essere noi a farlo. Con il tempo abbiamo anche compreso che è meglio che lo stesso operatore faccia le telefonate sempre alla stessa persona, in modo da creare più facilmente e velocemente un rapporto fiducia”. Da sinistra: Donatella Campi e Francesca Gubetti
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SERVIZIO CIVILE
NATI PER COMUNICARE
UN ANNO DI SERVIZIO CIVILE PER CRESCERE
GRUPPO OPERATIVO SVS NATI PER COMUNICARE
STORIE DIVERSE PER UNO STESSO ENTUSIASMO
SENZA COMUNICARE NON VI È MONDO
Occasione di lavoro, occasione di impegno nel sociale, occasione per operare in gruppo e fare nuove amicizie. Insomma, una vera e propria occasione! Così definiscono l’esperienza di servizio civile i dodici ragazzi che da quasi un anno prestano servizio alla SVS. Lasciamo ad alcuni di loro la parola. Linda Iermanò ha 20 anni si è diplomata lo scorso anno allo scientifico Cecioni all’indirizzo Pedagogico. “Non ho voluto continuare a studiare e ho cominciato a cercare lavoro. Era già volontaria della SVS da due anni e conoscevo già l’ambiente. Ho scelto di fare il servizio civile non solo per un discorso economico, per avere un po’ di soldi, ma perché credo che sia giusto aiutare gli altri e mi piace molto farlo. Ogni giorno ci sono esperienze belle da vivere, che derivano dal rapporto che instauriamo con le persone che trasportiamo, con le quali facciamo molte chiacchierate e qualche volta diventiamo amici”. Valentina Locarini ha 23 anni, il diploma di scuola media inferiore ed è volontaria della SVS da 8 anni. “Quando mio nonno si sentì male, mi piacque il modo di operare della squadra che gli prestò soccorso, mi sembrarono molto professionali e così decisi anch’io di dedicarmi al questo tipo di volontariato. Mi piace molto fare il servizio ordinario perché è più tranquillo, permette di conoscere meglio le persone con le quali veniamo in contatto”. Benedetta Cosimi ha 20 anni ed è diplomata al liceo Isis Palli all’indirizzo Scienze della Formazione. “Ho iniziato l’università, ma volevo anche lavorare un po’ ed aiutare gli altri, così ho fatto la domanda per il servizio civile. Ho scelto la SVS perché mi piaceva l’ambiente, mio padre è autista delle autoambulanze ed anche mia mamma e mia zia sono state volontarie. È un’esperienza che mi è piaciuta tantissimo e la rifarei mille volte, sono cresciuta e maturata molto, perché a 20 anni non sai com’è veramente la vita. Quando ho cominciato mi faceva impressione vedere il sangue e non sopportavo gli anziani, adesso sono entusiasta, farò anche il corso di secondo livello e rimarrò come volontaria alla SVS”. Sara Rossini ha 24 anni ed è diplomata al liceo scientifico Cecioni “Ho deciso di fare il servizio civile in un momento di crisi universitaria. Faccio Lettere Moderne e sono prossima alla laurea. Dopo tre anni di studio mi sono resa conto che non era quello che volevo fare nella vita. Questa esperienza mi ha cambiato, ho instaurato un bellissimo rapporto con i ragazzi del gruppo ed anche con i malati, in questo anno ho capito che vorrei lavorare nel settore sociale. Sono anche diventata volontaria, ho fatto il corso di secondo livello e adesso faccio le emergenze. L’esperienza più bella che ho avuto è stata quando abbiamo rianimato una persona e le abbiamo salvato la vita. Consiglierei a tutti i giovani di fare il servizio civile perché ti offre l’occasione di lavorare su se stessi a 360 gradi e aiuta a conoscerti. Anch’io resterò come volontaria alla SVS”. Alessio Sanchioli ha 23 anni e da sei anni è volontario. “Avevo avuto già altre esperienza lavorative, ma il servizio civile mi ha dato l’occasione di capire veramente cosa vuol dire inserirsi nel mondo del lavoro, avere uno stipendio fisso, dei turni, dei colleghi con i quali confrontarsi. In questo anno ho imparato ad apprezzare anche i servizi ordinari, prima facevo solo le emergenze, ma adesso posso dire che anche gli altri settori sono molto gratificanti”. Melissa Paoli ha 23 anni ed è diplomata all’Iti all’indirizzo Chimico Biologico. “Terminata la scuola ho iniziato a cercare lavoro, ma non ho avuto molto successo. Ho fatto un corso di 400 ore alla Confcommercio come assistente alle vendite con stage incluso, che ho svolto in una farmacia, ho fatto anche un mese di tirocinio come commessa in un negozio di calzature. Quando è uscito il bando per il servizio civile ho deciso di parteciparvi, ed ho scelto la SVS perché facevo già la volontaria. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere tantissimo, in modo particolare mi hanno arricchito i rapporti che si sono creati con i pazienti che andiamo a prendere,
Il gruppo dei ragazzi del servizio civile
anche quando stanno attraversando gli ultimi giorni di vita si capisce dai loro occhi che sono riconoscenti, che sono felici di vederci, si sentono tranquillizzati. Tutti i ragazzi dovrebbero dedicarsi a questa occupazione perché ti fa crescere molto a livello umano, ma anche sociale perché si conoscono tante nuove persone”. Davide Maule ha 19 anni. “Ho lasciato gli studi per geometra perché non mi piacevano. Ho avuto altre esperienze di lavoro come parrucchiere, commesso e altro. Da due anni sono volontario ed ho cominciato dopo aver avuto un brutto incidente, dal quale sono sopravvissuto solo grazie alla professionalità dei volontari della SVS che mi rianimarono. L’esperienza del servizio civile mi ha fatto capire quanto forte può essere la coesione all’interno di un gruppo, inizialmente non ci conoscevamo, adesso siamo diventati amici e ci vediamo anche al di fuori del lavoro. La cosa più bella dell’essere volontario è il rapporto di fiducia che si instaura con i compagni e con il medico dell’autoambulanza: anche se sei giovani e non sei un infermiere gli altri sanno che puoi affrontare quel servizio e non mettono mai in dubbio le tue competenze”. Diego Rossi ha 24 anni ed ha studiato fino al secondo anno di biologia all’università. “Ho fatto anche diverse esperienze lavorative, sono stato bagnino, ho fatto volantinaggio, ho lavorato al McDonald’s. Sono volontario da 7 anni, alla SVS mi sono avvicinato quando frequentavo le scuole superiori insieme a dei miei amici. La cosa più bella che posso trarre da questo anno di servizio civile è il far tesoro di tante esperienze di vita, che senza un lavoro di questo tipo, non avrei mai conosciuto. Ti fai un po’ carico della vita di chi accompagni e questo ti fa diventare più ricco”. Claudio Nardi ha 21 anni. “Sono socio della SVS da quando sono nato perché mio padre mi iscrisse subito, e volontario da 7 anni. La soddisfazione più bella è aiutare gli altri, vedere il loro sorriso, ma anche l’unità che si è creata nel nostro gruppo. In questo anno ho rivalutato anche il servizio ordinario, anche se preferisco sempre svolgere l’emergenza, però ho capito quanto sia importante accompagnare i malati e quanta soddisfazione possa dare”. Alessandro Grillo ha 28 anni ed ha lavorato nelle onoranze funebri a chiamata: “Per rimanere dentro l’ambiente SVS ho deciso di fare il servizio civile, ed in questo anno sono maturato molto, non avrei mai pensato di poter salire su un’autoambulanza ed aiutare le persone che soffrono. Invece sono riuscito anche a superare gli esami del corso avanzato e fare le emergenze. Per me è stato un anno speso bene che mi ha fatto maturare”.
Claudio Nardi
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Linda Iermanò
Alessandro Grillo Melissa Paoli
Benedetta Cosimi Valentina Locarini Sara Rossini
Alessio Sanchioli Diego Rossi
Antonella De Vito
Davide Maule
C’era una volta (1994), e c’è ancora, un gruppo di volontari formati da ex insegnanti e neo-diplomati dell’Istituto ISIS Niccolini Palli che operano nelle scuole fornendo sostegno ai bambini e ai ragazzi stranieri. Dal 2005 la loro attività viene svolta, oltre che nelle scuole, presso la sede storica della Società Volontaria di Soccorso di via S. Giovanni. Da quella data la denominazione del gruppo “Nati per comunicare” è cambiata in “Gruppo operativo volontari SVS Nati per comunicare”. È stata una scelta importante per dare un senso di legalità alla nostra collaborazione all’interno delle scuole cittadine, ma soprattutto per avere un punto di riferimento con un ente come la Società Volontaria di Soccorso e con i suoi principi umanitari e di solidarietà nei confronti dei più deboli e continuare così la strada che intraprese negli anni ’50, con i corsi di alfabetizzazione agli italiani analfabeti che in quegli anni erano un gran numero, oltre a favorire ulteriormente i rapporti con vari Enti cittadini. Nel terzo millennio si continua a registrare un aumento del flusso di emigrazione dai paesi meno ricchi a quelli più ricchi. Come altre nazioni del sud Europa, l’Italia, che fu per lungo tempo un paese di emigrazione, dalla metà degli anni ’80 è diventata una terra di immigrazione. Dobbiamo fare una significativa differenza di inserimento: c’è una parte di immigrati che sono nati in Italia o che sono arrivati da piccolissimi, specialmente nella scuola, ed hanno meno difficoltà di coloro che si sono ricongiunti a un certo punto della loro vita ai genitori emigrati. La scuola italiana si trova quindi ad affrontare una nuova sfida e a dover promuovere una politica scolastica adeguata per accogliere questo tipo di alunni. Se la scuola pubblica vuole rimanere coerente con i suoi principi costituzionali di democrazia, garantendo a tutti pari opportunità di formazione e successo scolastico, è necessario elaborare strategie e percorsi linguistici di educazione interculturale. Con la Circolare Ministeriale n. 205 del 1990 “La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale” entra nella scuola italiana l’educazione interculturale, che stabilisce il carattere specifico fra diverse culture di cui sono portatori gli alunni. Questa indicazione ha portato alla limitata conoscenza delle diverse culture e nello stesso tempo al confronto di esse. Nel parlare di diversità e tolleranza viene fuori l’etnocentrismo, che è insito nella mentalità del paesi “sviluppati”: giudicare le altre culture confrontandole con le nostre. Solo il rispetto reciproco delle differenze, e non la tolleranza, può essere la base di una società multiculturale. Ma una cultura per essere rispettata deve essere riconosciuta come tale. Un rapporto interculturale comporta una inter-relazione, infatti la comunicazione interculturale implica l’accettazione dell’altro nella sua differenza. L’atteggiamento verso l’altro può essere d’interesse o di rifiuto. La curiosità verso l’altro cessa nel momento in cui si trasforma nel timore di doversi mettere in discussione, di dover mutare qualche cosa di sé. Una trasformazione è inevitabile, ma non dovrebbe essere percepita come una minaccia che annulla o impoverisce la nostra identità, ma come un arricchimento e una crescita. Con questa convinzione si possono difendere i valori fondamentali del Paese ospitante e proteggere contemporaneamente quelli dei nuovi venuti. Il progetto educativo del nostro gruppo si è formato sugli ideali d’uguaglianza, allo scopo di fornire a tutti gli studenti gli stessi strumenti conoscitivi. L’uguaglianza nasce come aspirazione dell’individuo ad essere considerato, nella sua diversità, uguale agli altri. La forma di lavoro è il gruppo in cui si attua l’aiuto reciproco, i ragazzi che seguiamo entrano svantaggiati nel nostro sistema scolastico e la scuola si rende conto che non sempre è possibile attuare flessibilità di programmi e metodi, trasversalità di apprendimenti, in sostanza tradurre sul terreno scolastico certi principi etici-umanitari e riconoscere l’importanza dell’apertura alle proposte di istruzione informale. Ma anche dare loro sicurezza, fiducia nelle loro capacità e nelle loro competenze. Nei primi sei mesi dell’anno corrente abbiamo seguito 80 ragazzi di 15 nazionalità diverse, coinvolte 47 insegnanti, 1 tirocinante e 11 scuole, dalle elementari all’università. Le dispersioni scolastiche sono state rare, la causa maggiore è dettata dalla necessità di lavorare per aiutare la famiglia, segue il ritorno al proprio Paese e per ultimo il trasferimento altrove. La primaria esigenza formativa degli studenti stranieri che studiano nelle nostre scuole è lo sviluppo della conoscenza della lingua italiana per la necessità di potersi istruire per aspirare, in seguito, ad attività lavorative qualificate. La comunicazione è indispensabile. Fin dai tempi remoti gli uomini per comunicare tra loro hanno sempre usato la comunicazione verbale che avviene attraverso le parole, i segni e la scrittura. È la conversazione la forma più semplice: l’uomo parla e l’altro risponde. Durante il colloquio i pensieri dell’uno o dell’altro possono modificarsi, in tal caso qualcosa
A cura di Mariapia Cammilli
dell’uno passa all’altro, in ciascuno possono formarsi idee che prima non avevano. Non si possono raggiungere conoscenze se non si è in grado di imparare. La trasmissione della cultura ha come effetto il processo di socializzazione che avviene sulla base di un continuo interscambio, di una relazione di reciprocità. È assai diffusa la persuasione che l’unico linguaggio espressivo sia quello che si fonda sulla parola, bisogna renderci conto che esiste una molteplicità di linguaggi espressivi nell’arte. Fra questi linguaggi i più conosciuti sono la poesia, la musica, la pittura: sono tutti mezzi per trasmettere le proprie emozioni, ma anche un modo per chiarire a noi stessi il nostro pensiero nel momento stesso in cui viene fissato sulla carta. Un esempio per far capire quanto sia semplice comprendere lo stato d’animo di un ragazzo con quattro righe scritte in forma poetica: Mi piace il mare di Livorno A Livorno ho solo amici cinesi A Livorno non so dove andare a giocare Non ho tempo per giocare col mio amico perché lui lavora sempre Anche io lavoro tanto e studio italiano Per ora sto sempre zitto perché capisco poco. (Q. – Cina) Non c’è bisogno di spiegare quanto la mancanza di comunicazione renda soli e tristi. Sono linguaggi che uniscono tutti i popoli: nel momento in cui leggi una poesia, guardi un quadro, ascolti la musica e dentro di te affiorano delle sensazioni, non ti domandi la nazionalità dell’autore o dell’interprete, né che religione pratichi e tanto meno il colore della sua pelle. Per i più piccoli un linguaggio che supera il tempo sono i Burattini: nelle rappresentazioni si trova fantasia, musica, poesia, risata, riflessione. Che cosa c’è di più bello che vedere un bambino ridere, ammiccare con quello accanto, anche se è straniero, molte volte il bambino italiano spiega la trama al compagno e si danno “un cinque” sempre sorridendo. Questo è lo scopo del linguaggio, sentirci tutti uguali. Il nostro gruppo non è soltanto alfabetizzazione ma usiamo questi tipi di linguaggi nei nostri corsi, che si svolgono sia nelle scuole che presso la SVS. Per ribadire il fatto che non seguiamo i ragazzi solo nelle scuole e nei corsi, abbiamo pensato di far conoscere la loro nuova città attraverso visite guidate al Museo di Storia Naturale, al Museo Fattori o con la gita lungo i fossi; abbiamo capito quanto sia importante, per la socializzazione, l’aspetto ludico e per questo cerchiamo di partecipare ad alcune feste organizzate da noi o da Enti cittadini. In questi giorni la gioventù si incontra con la tradizione, la musica, lo sport e viene a conoscenza di realtà sociali complesse. I nostri ragazzi hanno saputo relazionare con i coetanei con un unico scopo: stare insieme, giocare, ridere e… parlare, parlare parlare. In una di queste feste è stato installato un pannello che rappresenta una grande bandiera realizzata con un collage di tutte le bandiere del mondo con uno scopo preciso: l’appartenenza alla terra e, allo stesso tempo, la ricerca dell’unione all’interno della distinzione. In queste occasioni è stato possibile avvicinare molte persone alle tematiche del volontariato, sia soffermandoci a parlare con i genitori, sia offrendo al pubblico materiale illustrativo. A conferma che la SVS è sempre presente sia nel settore del pronto soccorso che nel sociale, ma in particolar modo nei confronto dei giovani, anche perché i giovani di oggi, sicuramente, saranno i volontari di domani. Un altro momento di aggregazione molto importante è stata la partecipazione al “pranzo con i nonni” organizzato dai volontari di “Linea Amica” in cui si sono incontrate due generazioni e vedere come i ragazzi, anche se di nazionalità diversa, si sono rapportati ai meno giovani, ci ha fatto capire che la strada intrapresa, per la ricerca dell’integrazione a tutto campo, era quella giusta. Nel 2010 i nostri sforzi si sono rivolti soprattutto a ricordare ai giovani che la Società Volontaria di Soccorso è nata ben 120 anni fa, lo abbiamo fatto cercando di coinvolgere nelle nostre iniziative le scuole di Livorno, i ragazzi, le loro famiglie e i cittadini. Se siamo riuscite, magari in parte, a far capire l’importanza del volontariato vuol dire che il nostro lavoro non è stato vano e questo lo dobbiamo anche alla loro collaborazione. Grazie. Non dobbiamo dimenticare che la nostra attività è rivolta soprattutto alle esigenze di bambini e adolescenti immigrati, spesso in difficoltà, per i quali questo spazio rappresenta l’unico strumento per migliorare l’apprendimento della lingua italiana e iniziare un percorso di integrazione.
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NATI PER COMUNICARE PREMIAZIONE A conclusione di un anno denso di eventi per festeggiare degnamente i 120 anni dalla fondazione della Società Volontaria di Soccorso, sono stati premiati molti volontari che hanno prestato la loro opera con impegno e abnegazione perché convinti che ciò che fanno sia utile al cittadino. I tre componenti premiati del nostro gruppo sono anche quelli che hanno contribuito alla nascita del gruppo stesso. La medaglia d’oro è stata consegnata ad Anna Tura La medaglia d’argento ad Marispina Cinquina La medaglia di bronzo a Caterina Ingrasciotta Poco tempo fa è stato consegnato un riconoscimento ad Anna Boccardi per il suo assiduo e infaticabile lavoro svolto fin dall’inizio.
SPETTACOLO DI BURATTINI AL TEATRINO “CELESTINA DONATI” “S.STORIA - V.VERNACOLO - S.SONETTI”
CONVEGNO “COMUNICARE PER INTEGRARSI. IN VIAGGIO CON TANTI POPOLI” Lo scopo del convegno è stato quello di cercare, non solo di capire, ma riuscire a spiegare la complessità, alla luce della situazione nazionale ed internazionale, dell’integrazione degli stranieri. Sono intervenuti: l’assessore alle Politiche Educative Carla Roncaglia e l’assessore alle Politiche Sociali Maria Pia Lessi, Giuseppe Faso del Centro interculturale Empolese Valdera con una relazione su “L’accoglienza nelle scuole”, Ilaria Possenti, docente di pedagogia sociale all’università di Pisa con “Attesi imprevisti. L’educazione alla luce dell’intercultura”, Udo Enwerenzor, formatore di tecniche di mediazione interculturale con “La comunicazione interculturale e la mediazione”, Maria Grazia Vitale con “La Comunità Musulmana a Mazara del Vallo”, Alessandra Salvati di Prato con “Gli alfabeti della cittadinanza”, Nati per Comunicare SVS con “Interrelazione e accettazione tra culture diverse”, Giuseppe Carovani presidente Commissione Immigrazione del Consiglio provinciale di Firenze con “Essere adolescenti in Toscana nel tempo libero”, Luciano Lessi referente provinciale per l’integrazione alunni stranieri con “Tutti uguali tutti diversi: la sfida per una nuova scuola”, Fahria Aidis mediatrice con “Essere migranti nella società” e Lamberto Giannini con la conclusione e la Sintesi dei lavori. Rosa Orlando la citiamo per ultima, ma solo perché vogliamo ricordarla come era quel giorno: con quanta passione ha presentato “Modelli integrativi in Europa”, tu che hai insegnato in Francia, in Germania, in Inghilterra ci hai spiegato le differenze dell’integrazione nei diversi Paesi, le difficoltà la serietà con cui vengono affrontati i problemi che sorgono giorno per giorno e quanto, in fondo, siamo tutti uguali. Grazie Rosa ora non ci sei più, ma per molti di noi sei rimasta nel cuore per la tua cultura, la tua semplicità e il tuo amore per quello che facevi. Ognuno dei partecipanti ha portato le proprie esperienze.
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Per festeggiare degnamente i 120 anni dalla fondazione della SVS i nostri burattinai Carlo e Liliana Giorgi, coadiuvati da Assad, Lorenzo, Tommaso e dal piccolo Claudio hanno proposto, a modo loro, la storia di Livorno partendo dal 19 marzo 1606, quando da villaggio viene elevata a rango di città con episodi illustrati da voce narrante, sonetti e brevi scenette, accompagnati dalla musica di Mascagni. Il programma prevedeva le seguenti scenette: • Homo liburnensis • Santa Giulia • Il libeccio • Pisani e Genovesi • Una fogliata di torta • La Madonnina di Montinero • Tutti addosso a Livorno • Quer cencio con la scritta • Le leggi livornine • 19 Marzo 1606: Livorno è città • Ir caffè nero • Un servizio della SVS Il tutto in rigoroso vernacolo livornese Quella di Carlo e Liliana Giorgi è una passione che nutrono da molti anni, e molti sono stati i riconoscimenti per la loro bravura e fantasia, ma soprattutto perché, con il loro lavoro, avvicinano grandi e piccoli riuscendo ad unire la musica lirica con personaggi, anche se di legno, rendendo più semplice, specie per i più giovani, la comprensione di un’opera. Mascagni ringrazia e anche noi.
Il teatro dei burattini
NATI PER COMUNICARE TESTIMONIANZE VISTE DA DUE DIVERSE REALTÀ Un esempio di integrazione La mia esperienza insieme ad Anna, Monica, Tania, Silvia ecc. è stata bellissima. Io, quando sono arrivata a Livorno, parlavo un italiano tutto mio, cioè per niente precisio, usavo una pessima grammatica e, tante volte, quando parlavo, gli italiani non capivano. Poi ho conosciuto Anna e Monica insieme ad altre due ragazze che si erano offerte di aiutare me e le mie sorelle a studiare e ad imparare l’italiano. Noi abbiamo accettato subito con entusiasmo perché a scuola, a causa dell’italiano, non riuscivamo a prendere un voto sufficiente, tranne in matematica che è sempre stata il nostro forte. Abbiamo iniziato lo studio con loro nell’estate del 2000: durante quell’estate ho imparato tante cose. Le lezioni sono state molto divertenti; infatti loro per renderle più interessanti ci portavano tanti documenti sulla Cina e certe volte noi le raccontavamo un po’ della nostra cultura, ma con grandissima fatica, visto che non riuscivamo ad esprimerci come volevamo e con una pronuncia precisa, credo che anche loro abbiano avuto tanti problemi per capirci! Io ho continuato con loro fino alla fine della terza media, quando ho cominciato a parlare un italiano quasi perfetto (infatti sono passata con distinto
alla fine dell’esame). Durante tutto questo lungo periodo andavo sempre da loro per studiare e fare la lezione di scuola ma, soprattutto, per capire meglio il significato dei libri di storia, di scienze ecc.. Loro mi spiegavano sempre con tanta pazienza senza infuriarsi mai. Avevano una grande fiducia in me e nelle mie sorelle; insieme a loro ho imparato anche a leggere i libri, perché mi ricordo che durante un’estate ci avevano portato a studiare alla Villa Fabbricotti, dove c’è una piccola biblioteca e da lì ho cominciato a leggere dei libri. Loro sono anche molto disponibili perché, basta che le chiamo, e sono sempre disposte a fissare un tempo e un luogo per aiutarmi. Devo molto a loro: infatti anche adesso, se avessi un problema, potrei benissimo rivolgermi a loro. Con loro noi abbiamo un rapporto stupendo, loro, oltre ad essere insegnanti, sono anche delle ottime amiche. Da loro non abbiamo imparato solo l’italiano, ma ci hanno insegnato anche il modo di vivere con la gente, con tanta gentilezza, tanta fiducia e tanta pazienza. Per cui voglio veramente tantissimo bene a ognuno di loro. L. (Cina)
L. oggi sta frequentando con successo l’università di Pisa
Il contributo di Clara Quando avevo quindici anni ho iniziato a sentire il bisogno di fare qualcosa per gli altri. Sentivo di dovermi impegnare in qualche modo per dare il mio contributo e ho cominciato così a valutare le varie possibilità. I miei fratelli avevano prestato servizio volontario sulle ambulanze della SVS, ma conoscendo i miei limiti mi sono resa conto che non sarei mai stata adatta e di nessun aiuto in situazioni in cui ci si trova davanti alla malattia e alla sofferenza fisica. Uno di quei luoghi più importanti per lo sviluppo di una società giusta, democratica e rispettosa delle differenze è la scuola e quindi ho pensato di poter fare qualcosa di buono nel consiglio studentesco. Mi sono però resa conto molto presto che in molti casi questa prima forma di impegno politico è solo il modo per mettersi in mostra, per diventare dei “personaggi” conosciuti e popolari. Le poche persone che si impegnavano davvero per avere risultati seri spesso non erano apprezzate ne’ dai coetanei che le ritenevano pesanti e noiose, ne’ da adulti e insegnanti che le confondevano con la parte più confusionaria. Ho pensato allora che non sarebbe valsa la pena di durare fatica, spendere tempo e energie per poi ottenere poco o niente, ma ero ancora convinta di dover puntare sulla cultura e sull’istruzione. Sono cresciuta con l’idea che la conoscenza di una persona è l’unica forma di ricchezza che non fa distinzioni di etnia o classe sociale e che potrà mai essere portata via con la forza e la prepotenza. Inoltre, uno dei temi della società contemporanea che mi ha sempre interessato è quello dell’immigrazione e dell’integrazione razziale. Ho deciso quindi di mettere insieme le due cose con l’insegnamento ai bambini e ragazzi stranieri. È vero che avevo solo quindici anni, ma è anche vero che tutti hanno qualcosa da insegnare e per di più per ragazzi che hanno difficoltà con la lingua; certe volte avere la possibilità di studiare insieme a una persona vicina a loro per età può essere più semplice, rispetto al doversi relazionare con la figura classica dell’insegnante. Scelsi di unirmi al gruppo di volontari “Nati per comunicare” principalmente perché, a differenza della maggioranza delle associazioni della mia città, non aveva alcun orientamento politico ed era laico. Credo che sia fondamentale che esistano delle forme di volontariato del tutto neutrali, perché in caso contrario si ha spesso l’impressione che in cambio dell’aiuto prestato si voglia ottenere il maggior numero di consensi e di sostenitori alla propria ideologia. Mi sono presentata alle organizzatrici delle attività di “Nati per comunicare”
nel giugno del 2004 e mi è stato detto che il successivo settembre avrei iniziato a seguire negli studi alcuni bambini di scuole elementari e medie. La mia prima esperienza è stata quella di affiancare una volontaria nel sostegno scolastico a tre fratelli di Santo Domingo. Si chiamavano Josè, Pedro e Lucy rispettivamente di quattordici, dodici e dieci anni. Negli anni in cui ho fatto volontariato la prima esperienza è stata forse la più bella perché con i tre bambini si era instaurato un rapporto di affetto. Mi hanno raccontato di episodi di violenza e di attentati a cui hanno assistito nel loro paese, penso che per loro parlare di questi fatti e cercare di spiegarne le cause a una quasi coetanea italiana, sia stata una delle migliori forme di integrazione. L’anno successivo mi è stato affidato il compito di seguire un ragazzo albanese di prima media, compito facilitato dalla collaborazione con le insegnanti della scuola che in passato erano state anche le mie professoresse. Sulle prime questa seconda esperienza mi è sembrata più dura della precedente, un po’ perché mi sono trovata a svolgere in prima persona il ruolo di “insegnante” e non più solo quello di affiancare una persona esperta, un po’ per via del carattere molto riservato del ragazzo. Tuttavia con il passare del tempo è stata l’esperienza che mi ha dato più soddisfazioni sia perché ho seguito il ragazzo tutti i tre anni delle medie, fino ad aiutarlo a superare dignitosamente l’esame sia perché durante l’ultima lezione ho ricevuto sentiti ringraziamenti del tutto inaspettati dal ragazzo e dalla sua famiglia. Lo scorso anno, infine, ho aiutato negli studi Sorin, un ragazzo rumeno di dodici anni, e ancora una volta è stata un’esperienza del tutto nuova e diversa dalle precedenti. Ciò che mi è piaciuto è che nonostante le difficoltà scolastiche legate alla lingua, Sorin sembrava sempre interessato a capire il perché delle cose e non solo a impararle meccanicamente cosa gli venivano insegnate. Mi sono trovata così a dover parlare, nell’italiano più semplice possibile, di argomenti complessi e a volte anche delicati. Se oggi mi venisse chiesto di dire che cosa mi hanno dato queste esperienze risponderei che il trovarsi di fronte a culture diverse, ma anche a caratteri diversi, mi ha aiutato a ritrovare un po’ di quel senso di appartenenza all’umanità che ai giorni nostri sembra essere perduta. Penso inoltre che aver iniziato l’attività volontaria molto giovane e aver scelto il campo dell’insegnamento, in cui la comunicazione svolge un ruolo fondamentale, mi abbia fatto capire che tante tensioni potrebbero, almeno in parte, essere risolte se imparassimo a conoscerci e a capirci a vicenda.
Clara oggi sta frequentando con successo l’università di Pisa
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NATI PER COMUNICARE
NATI PER COMUNICARE CONCORSO PER LE SCUOLE: “REALIZZA IL LOGO DEI 120 ANNI DALLA FONDAZIONE DELLA SVS”
CONCORSO “VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀ” D’intesa con il Dirigente Scolastico Provinciale e con l’Assessore alle politiche Educative del Comune di Livorno, per sensibilizzare e informare gli studenti a proposito delle problematiche inerenti il volontariato rivolto alla solidarietà, all’integrazione, all’ambiente, la SVS ha bandito un concorso a premi per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Il tema del concorso poteva essere sviluppato attraverso linguaggi diversi: tecnologia, disegno, poesia, prosa, manipolazione grafica, ricerca storica. Sono stati assegnati tre premi per ogni ordine e grado di scuola, uno per ogni linguaggio. Scuola d’Infanzia:
La Rosa - Collage Cayes - Pittura Munari - Poesia
Scuola Primaria:
Carducci – 5a B - Poesia Rodari - 1a A - Disegno Albertelli – 3a A e B - Collage
Scuola Secondaria I Grado:
Borsi 1a C - Poesia (Parossini Claudia) Borsi-Pazzini 2a E - Disegno Micali 1a M - Elaborazione grafica
Scuola secondaria di II Grado: ISIS Niccolini Palli 5a ASO - Poesia con supporto digitale (Camilla Chelli) Cecioni – 2a A Linguistico -Pittura (Arianna Orsini) A conclusione i lavori dei vincitori sono stati esposti presso il Parco Pertini dove è stata organizzata, prima della premiazione, una mattina con musica e spettacolo. Carlo e Liliana Giorgi hanno intrattenuto i bambini con uno spettacolo di burattini; dalla parte opposta l’orchestra della Scuola Borsi ha accompagnato i ragazzi con un concerto; il mercatino della solidarietà della scuola Borsi e infine l’Officina della Comunicazione ha installato un prato di fiori costruiti con materiale riciclato dai ragazzi delle scuole di diverse nazionalità sotto la guida di Francesco Papini. Hanno fatto da contorno i mezzi di soccorso della SVS tra cui la nuova ambulanza per il trasporto degli animali feriti e la protezione civile. Erano presenti il presidente della SVS Vincenzo Pastore, la Past President Odette Volpi e alcuni volontari che hanno premiato i ragazzi e le scuole con targhe e premi in denaro. Una mattinata piena di colori, di voci, di musica, di divertimento e tanta solidarietà.
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La giornata finale del concorso “Volontariato e solidarietà” organizzata al parco Sandro Pertini
EFFETTO VENEZIA
Dal 30 luglio al 7 agosto 2010 si è svolta la nuova edizione di Effetto Venezia, chiamata così perché si svolge nel rione “La Venezia” che tra la fine del ‘600 e il ‘700 era il centro mercantile di Livorno: nei suoi canali si svolgeva, infatti, la vita commerciale di Livorno. Oggi nonostante i cambiamenti dei tempi moderni, mantiene intatto il suo fascino. In questi giorni presso la Fortezza Nuova, costruita tra il 1500 e il 1600 a protezione della città, la Società Volontaria di Soccorso, per festeggiare i 120 anni dalla sua fondazione ha allestito una mostra fotografica con esposizione dei presidi di soccorso storici facendo rivivere gli anni passati unendoli al presente, perché lo scopo è sempre lo stesso. Al successo della manifestazione hanno contribuito i volontari del gruppo SVS “Nati per comunicare” con un programma denso di musica, danza, teatro burattini, disegno, giochi, inoltre sono stati installati dei pannelli con i lavori delle scuole vincitrici del concorso “Volontariato e solidarietà”, sono stati esposti i lavori dei ragazzi realizzati durante l’inverno nel corso de: “L’officina della comunicazione visiva”, e tutte le sere il mercatino della solidarietà delle scuole Borsi. La partecipazione ha superato le nostre aspettative, ma il vedere bambini e genitori disegnare, giocare insieme, comunicare è la cosa che ci ha reso più orgogliosi di quello che facciamo, infatti noi siamo… Nati per comunicare
Molti sono stati i disegni che i ragazzi delle scuole cittadine hanno realizzato dimostrando creatività e estro artistico. Difficile è stata la scelta, ma fra tutti si è distinta Ambra Saviozzi – 3a B dell’Istituto Professionale Colombo – corso per operatori di grafica pubblicitaria, che è stata premiata con una targa. La premiazione si è svolta nell’aula magna dell’Istituto, era presente la dirigente scolastica, alcune insegnanti, oltre che all’intera classe 3a B, premiata con una targa e delle magliette con riprodotto il logo, una targa è andata anche alla loro insegnante Paola Danesi commossa e orgogliosa dei suoi allievi. I volontari hanno raccontato in breve i 120 anni della SVS, le tecniche del
soccorso ed alcune esperienze più importanti. Vedere il lavoro grafico realizzato con tanto impegno dai ragazzi, accompagnare il logo storico è stata una bella emozione per tutti noi. Una storia, quella della Società Volontaria di Soccorso, che da oltre un secolo ha potuto e potrà ancora per molto tempo usufruire dell’apporto dei volontari perché senza di loro non sarebbe una tra le associazioni più stimate dai livornesi. Anche in questo caso si è vista la numerosa partecipazione delle scuole a dimostrazione che i giovani desiderano avvicinarsi al mondo del volontariato ed è anche segno che sono sensibili e attenti a ciò che li circonda.
CONFERENZA: “DALLE ORIGINI DELL’ASSISTENZA NELLA LIVORNO DELLE NAZIONI”
GARIBALDO BENIFEI: UN ESEMPIO DI VITA
Le scuole superiori hanno partecipato, presso il Centro culturale diocesano di via delle Galere, annesso alla Chiesa della Madonna, alla conferenza tenuta dal professor Giangiacomo Panessa, console onorario della Grecia, con l’intento di approfondire la conoscenza di Livorno dalla fine del Cinquecento al Risorgimento. L’incontro è iniziato con un contributo ai 120 anni dalla nascita della SVS più nota come Pubblica Assistenza frutto di un’elaborazione laica e di una visione del progresso dell’uomo sviluppato dall’Illuminismo, che trovò nel clima cosmopolita di Livorno un fertile terreno di sviluppo su più fronti: uno di questi fu appunto quello dell’assistenza, specie per i ceti meno fortunati. Panessa ha spiegato il significato del termine assistenza che col tempo ha assunto le più svariate valenze, ma che storicamente riguarda gli interventi sulle emergenze della salute degli individui, in questo caso gli appartenenti alle Nazioni costituiti, oltre che dagli stanziali, da una pluralità di gente di mare. Furono costruiti molti luoghi di culto, ma la chiesa di via della Madonna, fu l’espressione della nazione ellenica senza distinzione confessionale. Di queste Nazioni ne facevano parte la Comunità Americana, Armena, Ebraica, Francese, Greca, Inglese, Musulmana, Olandese, Siro – Maronita e Valdese. Al termine, dopo aver risposto alle domande che gli venivano poste, Panessa ha portato i ragazzi, in una visita guidata, all’interno della chiesa soffermandosi davanti alla splendida iconastasi. Come eri bella Livorno, quanta cultura, quanta tolleranza, quanta voglia di dare e fare; guardati indietro e cerca di prendere il meglio di quei tempi che furono, pur con una concezione moderna e altruistica per un tuo futuro migliore.
Non era possibile festeggiare degnamente i 120 anni dalla fondazione della SVS senza avere un incontro con Garibaldo Benifei, al quale abbiamo invitato i ragazzi delle scuole superiori, che hanno accettato con entusiasmo. Garibaldo Benifei, un ragazzo del 1912, un partigiano, un politico, un antifascista e un meraviglioso volontario. La sua vita è stata piena di momenti difficili, pericolosi, ha conosciuto la prigione dove entrò in contatto con Sandro Pertini, indimenticato Presidente della Repubblica. Un giorno incontrò Osmana, partigiana come lui, l’ha presa per mano e ancora oggi quella mano non si è staccata. Ha lavorato come operaio ma non si è mai allontanato dalla politica, dal volontariato con la Società di Soccorso e l’Ente Comunale di assistenza, ricoprendo vari incarichi. Ha sempre cercato la via della giustizia, della democrazia, dell’unità nazionale e soprattutto della libertà. Il 25 luglio 2007 gli fu conferita la Livornina d’oro a dimostrazione di quanto i livornesi siano riconoscenti e orgogliosi di quello che ha fatto nel corso della sua vita. Quando Garibaldo ha preso la parola i ragazzi sono stati trasportati nel tempo, quasi cento anni di storia raccontata senza retorica, cercando di far capire loro che il futuro sarà migliore se prenderanno coscienza delle difficoltà di oggi e cercheranno di superarle come parte attiva, con idee non egoistiche ed avendo fiducia in loro stessi. I ragazzi, dopo un attimo di riflessione, hanno iniziato a fare molte domande interessanti per approfondire le tematiche affrontate e lui, con pacatezza e saggezza ha risposto a tutti. Alla fine è nato spontaneo l’applauso. Grazie Garibaldo per quello che hai fatto e che farai per molti anni ancora.
PARTECIPAZIONE A FESTE, CORSI E MANIFESTAZIONI “La solidarietà e la tenerezza tra i popoli” è stata una giornata dove le varie etnie si sono incontrate manifestando la loro gioia di stare insieme attraverso la musica; i nostri ragazzi hanno cantato la canzone “Che sarà, che sarà”, non solo in italiano, infatti, nel ritornello ognuno ha usato la lingua di appartenenza. “La Festa di Primavera” è organizzata dalla circoscrizione 2. In questi giorni i bambini riescono ad esprimere, attraverso le attività manipolative e grafico-pittoriche, le loro potenzialità, i loro desideri, i loro sogni e i loro problemi, dimostrando fantasia, voglia di relazione con lo scopo di stare insieme “Tante nazioni – una sola bandiera”. Abbiamo, inoltre, partecipato ad un corso organizzato dalle Acli Solidarietà Livorno sul tema “Insieme per accompagnare - formare Volontari per la Promozione dei diritti di cittadinanza” con una lezione su “Comunicare fra culture”. È stato un piacere aver avuto questa opportunità di confronto con i giovani. A Villa Letizia
siamo state invitate a partecipare al Settembre Pedagogico che quest’anno ha avuto come tema “L’accoglienza e l’interazione tra culture diverse: Le risposte del sistema educativo formale e informale” In quell’occasione abbiamo presentato un piccolo volume a conclusione della mostra fotografica “…Già via…”. La nostra intenzione è stata quella di far conoscere la storia di Livorno attraverso le sue strade, mediante foto e relazioni i ragazzi hanno spiegato ai livornesi perché una via prima aveva un nome, che poi invece è stato cambiato, chi era il personaggio o il motivo della denominazione della via e chi è il nuovo personaggio: la sua vita, le sue opere ecc.. Questo lavoro ha avuto una particolarità: è stato fatto “a quattro mani”, nel senso che i genitori hanno fatto da assistenti ai propri figli dall’inizio alla fine. Questi genitori con la loro collaborazione hanno condiviso lo spirito del nostro lavoro: far crescere l’amicizia tra italiani e “nuovi italiani”, la comprensione tra generazioni e la voglia di aiutare gli altri.
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NATI PER COMUNICARE PIAZZA XX SETTEMBRE:
IL CIRCOLO RICREATIVO DELLA PUBBLICA ASSISTENZA
GRANDI E PICCOLI INSIEME PER FESTEGGIARE I 120 DELLA SVS Un pomeriggio all’insegna del divertimento, ma anche un momento di riflessione. Nel sopralluogo ha colpito il degrado del monumento dedicato a Canapone, ci siamo domandati come mai in una piazza così bella restituita finalmente alla cittadinanza ci sia un monumento così imbrattato. Allora è venuto spontaneo ai ragazzi, seguiti da Francesco Papini, lanciare un forte messaggio decidendo di foderare con un nailon trasparente la base della statua e con i pennarelli riassumere la storia del Granduca e dello scultore Paolo Emilio Demi da una parte e, non contenti, dall’altra parte hanno lasciato dei messaggi, in tantissime lingue, contro coloro che deturpano la vera arte. Non è mancata la musica con il coro dei bambini della scuola elementare Benci, il mercatino di solidarietà con oggetti creati dai ragazzi delle scuole Borsi. Che cosa ha attirato di più i ragazzi, e fatto tornare indietro con gli anni i meno giovani? Sono stati i giochi del passato. Chi è quel signore che spiega ai ragazzi come si usano, come sono stati riprodotti, la passione che mette nel ricostruirli? Come gli è nata l’idea? “Un giorno Ciro Coppola, nato nel 1927 a Resina, ora Ercolano (NA), si è trovato, dopo tanti anni di lavoro, in pensione; che fare? Con il suo amico
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE LA SOLIDARIETÀ LA PRESIDENTE ALESSANDRA MINI RACCONTA LA STORIA E L’ATTIVITÀ
vanno al mare con altri, ma dopo poco si ritrovano soli perché gli altri sono andati a giocare nel gabbione, era il 1985, allora l’amico gli chiede: Ciro perché non si gioca a ghiné. A questo punto è scattata l’idea di costruire anche la trottola, il monopattino, il carretto così i bambini potevano divertirsi e scoprire come si giocava una volta. Nel 1995 è entrato nelle scuole, e c’è tutt’ora, apprezzato da tutti, cercato dai bambini; è presente in molte manifestazioni, i giornali hanno parlato di lui. Nel suo racconto ho percepito un po’ di rammarico per non essere stato capito dalle alte sfere. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha consegnato alle classi di terza media di tutte le scuole opuscoli della costituzione, dell’inno nazionale e de: “La città possibile. I segni delle comunità straniere a Livorno”. Erano presenti: ambulanze con i volontari pronti a dare tutte le risposte alle domande incalzanti dei ragazzi, l’unità cinofila così importante per la ricerca dei dispersi, i bambini si avvicinavano ai cani con un po’ di timore, ma subito dopo accarezzandoli. È così che dovrebbe essere una piazza, piena di bambini, giovani e meno giovani, di colori, di musica, di giochi, sicuramente un momento meraviglioso di aggregazione. A presto.
PROGETTI ED INIZIATIVE FUTURE Abbiamo preparato un cd rom da inviare a tutte le scuole di ogni ordine e grado intitolato: “Percorso educativo scuole: Chi siamo… Volontari”. Alla sede di Livorno Nord in via delle Corallaie, verranno presentati il libro “…Già via…” e il libro di “Poesie” alla presenza, oltre che delle scuole partecipanti alla realizzazione dei due libri, i genitori. Presentazione degli elaborati dei corsi di Autobiografia e poesia dedicato agli adulti. Ci sarà la lettura delle poesie accompagnata da pianoforte.
Per le scuole di secondo grado
Corso di autobiografia - Corso di poesia: In questi corsi verranno utilizzati sia il linguaggio autobiografico che poetico per potenziare la comunicazione espressiva; promuovere un processo di comprensione che diventi capacità di sperimentare per aprirsi al nuovo e dialogare con le differenze; incoraggiare la socializzazione e l’interesse per le attività culturali e artistiche; promuovere momenti di lavoro comune tra giovani e adulti. Incontri con il professor Giangiacomo Panessa per continuare il percorso iniziato con la conferenza “Dalle origine dell’Assistenza nella Livorno delle Nazioni” e scoprire le testimonianze di un periodo storico fecondo per la nostra città. Sono previste visite guidate presso i luoghi di maggior interesse.
Per le scuole di primo grado
“La Livorno che non si vede”: vista la grande partecipazione e interesse del progetto “…Già via …” quest’anno, per approfondire la conoscenza del territorio dal punto di vista storico e architettonico, proponiamo una Caccia al tesoro a conclusione del progetto. L’obiettivo è far scoprire luoghi e particolari della nostra città, a cui di solito non prestiamo attenzione, utilizzando foto e racconti di fantasia. Dopo un’attività svolta in classe ci sarà un’uscita per scattare foto e raccogliere notizie. Alla fine verrà organizzata una giornata di festa con Caccia al Tesoro a premi. “Autobiografia e linguaggio non verbale” – destinatari - Scuola “Borsi” – terza media. Lo scopo è quello di stimolare i ragazzi, attraverso la stesura di un diario o di brevi racconti personali, a prendere confidenza con il proprio vissuto, ad ascoltare la propria storia e quelle degli altri, a riflettere. Per le scuole primarie Costruzione e animazione burattini. Oltre alla gioia di costruire burattini,
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CIRCOLO
inventare una storia per loro, stare insieme e avere un approccio al linguaggio musicale nei suoi vari aspetti, la possibilità di rappresentare il loro lavoro ai genitori e agli insegnanti. Progetto italiano lingua due – Intercultura. Il gruppo SVS Nati per Comunicare collabora con le scuole Benci a questo progetto. Convegno: Porti a confronto: Trieste – Venezia – Livorno - Relatore e coordinatore il professor Giangiacomo Panessa – con la presenza di illustri relatori in rappresentanza dei tre porti così lontani e così vicini, in special modo Venezia e Livorno, e la partecipazione di studiosi della storia dei porti. La sede dovrebbe essere la sala delle conferenze della Compagnia Lavoratori Portuali, sia il titolo che la data è da definire. Progetto Trool: è un progetto promosso dalla Regione Toscana e realizzato dall’Istituto degli Innocente di Firenze, è un portale dedicato ai ragazzi per conoscere il mondo di Internet e per una navigazione sicura nel mondo del Web. E’ un modo sicuro per scambiarsi idee, riflessioni, sogni ecc. “Spazio di ascolto” in questo spazio viene presa in esame l’attività grafica di chi lo richieda. La consulenza si propone di ampliare la percezione che i giovani e gli adulti hanno in sé nelle relazione interpersonali, di individuare le abilità cognitive allo scopo di potenziarle, di ricevere il segno di un possibile disagio, anche attraverso l’ascolto empatico e di fornire utili indicazioni per le scelte di studio o di lavoro.
Per gli adulti:
Corso di poesia: la poesia si rivela uno strumento di ricerca e riflessione in una società come la nostra, che tende a uniformare, omologare e disperdere. Verrà distribuita una dispensa che conterrà suggerimenti per un excursus poetico dal mondo antico fino ai giorni nostri, aperto ai suggerimenti e alle sollecitazioni del gruppo. Osservazioni relative alla forma, cenni di metrica, tecniche di scrittura. Corso di autobiografia: il corso Inizia con la lettura collettiva di testi autobiografici, come momento di condivisione e di apporto esperienziale da cui attingere idee; è necessario non trasformare il lavoro autobiografico in sedute di tipo psicoanalitico, di cui esistono altri ambiti di competenza; privilegiare, per quanto è possibile, una impostazione di tipo storico sociale, perché, con il contributo dei partecipanti, verranno evidenziati situazioni sociali che, collocate in un determinato momento ed in un determinato ambiente, siano la realizzazione di quello che intendiamo: “La vita è il nostro libro più vero”.
Non è proprio possibile separare la SVS dal ballo. I soci più anziani raccontano ancora con entusiasmo quando da giovani alla sede di via San Giovanni in una grande stanza sul retro avevano allestito, con i pochi mezzi del dopoguerra, una pista da ballo e tutti i sabati sera era grande festa. C’è poi il tradizionale Ballo Sotto le Stelle diventato ormai un appuntamento fisso di ogni estate dove, alla Rotonda di Ardenza, si possono applaudire ballerini di tutte le età e le capacità. L’Associazione di Promozione Sociale La Solidarietà, chiamata più semplicemente il Circolo Ricreativo della SVS, ha ripreso questa tradizione per continuare a coltivarla in tutto l’arco dell’anno, nel rispetto della sua tradizione. Sarà che il ballo è una passione che ha da sempre animato le feste di ogni ceto sociale o dipenderà dal fatto che permette di socializzare e di fare nuove amicizie, ma le serate danzanti organizzate dal Circolo fanno sempre il pienone. Lasciamo la parola all’instancabile presidente del Circolo Alessandra Mini, anche vice presidente della SVS, che ogni sabato sera è alla sede in via Delle Corallaie per organizzare cena e ballo, e questo per tutto l’arco dell’anno, ad esclusione di un paio di settimane durante l’estate. “Il 13 marzo 2008 –ci spiega Alessandra- nasce per volontà del comitato direttivo SVS l’Associazione di Promozione Sociale La Solidarietà o più comunemente chiamata Circolo Ricreativo della Pubblica Assistenza, con lo scopo di favorire la socializzazione sia all’interno che all’esterno della nostra associazione, attraverso attività ricreative e socio culturali. Siamo partiti con pochissimo sia come strutture che a livello economico, ricordo ancora il piccolo prestito di circa 1000 euro che SVS ci fece, somma che dovevamo restituire nel giro di poco tempo e la cosa ci preoccupava molto. Ma grazie ad un gruppo di volontari che ha creduto nel Circolo e che ha avuto tanta voglia di lavorare abbiamo potuto far crescere la nostra realtà al punto che oggi possiamo vantare 200 iscritti e un flusso settimanale di circa 150 persone che transitano all’interno del circolo. Persone che tutti
COME PARTECIPARE ALLE SERATE DANZANTI E ALLE ALTRE ATTIVITÀ DEL CIRCOLO Ingresso Ballo e consumazione: 8 euro Cena e ballo senza consumazione: 16 euro L’ Associazione Promozione Sociale la Solidarietà ha sede in via delle Corallaie 10 Livorno. Per informazioni: circolo@pubblicaassistenza.it - www.pubblicaassistenza.it Facebook: La Solidarietà Circolo SVS Telefono 348/8516861 Ricordiamo che il Circolo Ricreativo la Solidarietà aderisce al movimento Arci Nuova Associazione, quindi in base alle leggi sulle associazioni di promozione sociale, come la nostra, e allo statuto Arci i circoli in possesso di autorizzazione amministrativa per il bar, conseguita con licenza Arci, non possono stampare e distribuire le proprie tessere, ma devono adottare per i soci la tessera nazionale che rappresenta l’associazione nei confronti del Ministero degli Interni. La tessera Arci conferisce al socio il diritto elettorale attivo e passivo nell’ambito del circolo di appartenenza; la possibilità di frequentare tutti i circoli Arci e di usufruire di sconti previsti da apposite convenzioni stipulate a livello nazionale o locale.
A luglio 2011 sono state rinnovate le cariche sociali dell’Associazione di Promozione Sociale La Solidarietà Il nuovo Consiglio di Amministrazione è composta da: Alessandra Mini - Presidente Fabio Allegri - Vice Presidente Erika Bordolesi - Segretaria Ferdinando Avanzoni - Consigliere Daniele Lelli - Consigliere
i sabati sera partecipano alla nostra attività principale ed hanno formato una vera e propria famiglia, avvicinandosi così alla SVS per condividerne i principi e i valori”. Il nome del circolo non è casuale, infatti, la sua attività è proprio incentrata sulla Solidarietà, come dimostrano i vari contributi e sostegni che sono stati destinati ad altre associazioni nel corso del 2010. “Grazie alla nostra attività –conclude Alessandra Mini- abbiamo offerto circa 1.000 euro di oblazioni ad associazioni Onlus, abbiamo contribuito alla ristrutturazione del corpo militi SVS nella sede di via San Giovanni e nella sede di via Ricci, con il supporto del Moto Club Livorno abbiamo organizzato un pranzo sociale che ci ha permesso di finanziare alcuni defibrillatori per la SVS, abbiamo collaborato al reperimento dei finanziamenti per la costruzione di una scuola a Kitete in Tanzania, ogni anno organizziamo gratuitamente la festa di carnevale per i bambini, sempre gratuitamente prepariamo per la SVS il pranzo sociale con gli anziani del Telefono Amico e tante altre cose ancora”.
MASCHERE, GIOCHI E SPETTACOLI: ARRIVA IL CARNEVALE DEL CIRCOLO
Carnevale fra maschere, recite, giochi e dolci. Una giornata tutta dedicata ai bambini che il Circolo della Pubblica Assistenza organizza ogni anno per festeggiare l’evento. Le risate e gli occhi felici dei bambini ripagano l’impegno dei volontari che organizzano con cura la recita di una fiaba che rappresentano sul palcoscenico in costume. Negli anni sono stati interpretate le favole di Peter Pan, Biancaneve e i Sette Nani e Shrek. Dopo lo spettacolo i bambini si tuffano nei giochi e nella merenda appositamente preparata per loro, festeggiando così in allegria il loro carnevale.
Festa di carnevale
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INCONTRO CON LA REGIONE LA COMMISSIONE SOCIO SANITARIA DELLA REGIONE TOSCANA IN VISITA ALLA SVS Un incontro all’insegna della collaborazione In Toscana il rapporto fra mondo del volontariato e Regione, intesa come istituzione, è da sempre molto stretto. Del resto il “fenomeno volontariato” come viene chiamato, in Toscana rappresenta la realtà più grande e diffusa nel panorama nazionale. In questo clima di collaborazione non poteva mancare la visita della Commissione Socio Sanitaria della Regione alla SVS, considerata l’associazione di volontariato sociale e sanitario più grande della Toscana. La delegazione della commissione regionale arrivata a Livorno era composta dal presidente Marco Remaschi, dal vicepresidente Stefano Mugnai, dalla segretaria Maria Luisa Chincarini e dal consigliere Marco Carraresi. A ricevere gli ospiti il presidente della SVS Vincenzo Pastore, il direttore Fabio Cecconi, la vice presidente Alessandra Mini e alcuni membri del consiglio. L’incontro avviene all’interno del programma di visite al mondo del volontariato che la Commissione Socio-Sanitaria sta svolgendo in vista della stesura del Piano sanitario e sociale integrato 2011-2015. Il presidente Marco Remaschi ha sottolineato quanto la realtà del volontariato nella nostra regione sia difficilmente rappresentabile alla Comunità europea proprio per la sua unicità. Come ha ricordato il consigliere Marco Carraresi: “Il sistema toscano delle emergenze è il più efficiente e quello che ha costi minori, e ciò e possibile grazia al volontariato. Nella situazione livornese siamo di fronte all’eccellenza, basta vedere l’impressionante parco automezzi che la SVS ha a disposizione, ricordando che tali veicoli sono stati finanziati dalla stessa associazione con investimenti molto importanti”. La visita della commissione si è svolta all’interno dello storico palazzo di via San Giovanni partendo dal garage dove sono stati mostrati una rappresentanza dei veicoli a disposizione della SVS come le nuove auto mediche per il trasporto sangue ed organi, l’autoambulanza veterinaria utilizzata per il trasporto dei cani nella ricerca e soccorso delle persone o per aiutare animali feriti, i mezzi della Protezione Civile e uno dei fiori all’occhiello, in quanto attualmente unico in Italia, rappresentato dall’autoambulanza per il trasporto bariatrico ovvero per soccorrere i grandi obesi (vedi servizio a pag 39). L’incontro è proseguito con la visita ai locali dove operano Nati per Comunicare e agli ambulatori del Polo della Salute per concludersi con un briefing in sala riunioni, dove grazie a delle slide è stata presentata l’attività della SVS nel suo complesso. Naturalmente il colloquio non poteva non toccare l’argomento di maggior attualità che è la gara del trasporto sangue ed organi, che la SVS si è aggiudicata con un’Ati costituita con Croce Italia Marche, che ha suscitato polemiche all’interno del mondo del volontariato. Il presidente Marco Remaschi e l’automedica per il trasporto sangue e organi
La commissione mentre esamina l’autoambulanza per il trasporto bariatrico
Da sinistra: Il vicepresidente Stefano Mugnai, la segretaria Maria Luisa Chincarini, il presidente Marco Remaschi e il consigliere Marco Carraresi
A questo proposito il presidente Vincenzo Pastore ha ricordato come il presidente della Regione Enrico Rossi, quando era assessore alla sanità avesse ben spiegato a tutte le associazioni, che si era ottenuto dalla Comunità Europea la possibilità di lasciare il trasporto delle persone al mondo del volontariato, spiegando come il rapporto umano che si instaura fra chi svolge il servizio volontariamente e l’utente, rappresenti quel valore aggiunto che lo rende di una qualità tale, che un servizio affidato a privati difficilmente avrebbe potuto garantire. Naturalmente lo stesso concetto non poteva essere valido per il trasporto sanitario non legato alle persone, quindi inevitabilmente la Comunità Europea ha imposto l’affidamento a privati, tramite gara, del servizio di trasporto sangue ed organi.
STORIA SVS LA SVS PROTAGONISTA DELLA STORIA La nascita della SVS si colloca nel periodo posto alla fine del XIX secolo dove, sull’onda dei pensieri Mazziniani, vi è un fiorire di associazioni di mutuo soccorso laiche che vanno subito a contrapporsi con quelle d’ispirazione religiosa, presenti alcune già dal medioevo, quali le Misericordie. L’idea del “reciproco aiuto” fra le persone bisognose e la “mutua assistenza” fra gli artigiani, gli operai e le altre classi di lavoratori, rafforza il concetto di fratellanza anche al di fuori delle confessioni religiose; nascono le Società di Mutuo Soccorso, le Fratellanze, le Croci, che trasformano così il pensiero di “aiuto” in un’azione concreta. Nei primi anni del 1880 è presente a Livorno una “Associazione fra gli Assistenti ai Malati” con lo scopo di aiuto reciproco fra i Soci; quest’Associazione fu sciolta dopo pochi mesi. Nel 1885 nacque la prima Associazione con veri intendimenti di Pubblica Assistenza per il soccorso ai bisognosi, si chiamerà “CROCE VERDE” e si costituisce ufficialmente nel 1886. Nel 1889 risorse nuovamente la “Associazione di Mutuo Soccorso fra gli Assistenti ai malati – Pubblica Assistenza” la quale si pose subito in concorrenza con la già presente “Croce Verde”. Tale contrapposizione crea subito dei malumori in città ed accesi dibattiti soprattutto in Associazioni di uguale ispirazione, nelle Logge Massoniche, nei partiti politici ed alle Autorità e cittadini influenti. Ai dirigenti ed ai Soci delle due Associazioni di Pubblica Assistenza non resta che accelerare l’accordo a seguito delle pressanti richieste di “una sola Pubblica Assistenza cittadina”. Nel 1890 con la fusione della Croce Verde e della Pubblica Assistenza nacque le Società Riunite “SOCIETÀ VOLONTARIA di SOCCORSO”. Nell’estate del 1893 la SVS fu chiamata a partecipare ai soccorsi per il colera che colpì Livorno; con questa partecipazione poté acquisire la prima sanzione di un ruolo pubblico riconosciuto in città. Gli anni che precedono il conflitto mondiale vedono una fiorente attività della SVS che con i suoi Soci e soprattutto i suoi Militi porta il proprio aiuto ai bisognosi ed alla città, aiuto riconosciuto con elogi pubblici ricevuti anche da alte cariche dello stato ed in prima persona dal Re. Il Senatore Luigi Orlando, già fondatore dei cantieri navali omonimi, è Presidente onorario della Società. Un valido contributo è dato, prima dalla Croce Verde e poi dalla SVS, per la nascita della Federazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze, per soddisfare il bisogno di organizzazione delle numerose associazioni laiche sorte. La Federazione fu costituita dopo circa sei anni e precisamente nel 1904 La SVS ha la sua prima sede in un edificio appartenente al vecchio ospedale; l’Associazione è ancora giovane e non dispone di molti materiali e fondi quando scoppia la prima epidemia di colera nel 1893. L’opera dei militi è incessante. Nel 1908 con solenni festeggiamenti, come riportato dalla stampa dell’epoca, s’inaugura il primo palazzo in Italia appartenente ad una Pubblica Assistenza l’attuale sede di via San Giovanni, costruito grazie alle numerose offerte della popolazione, delle Istituzioni e del Re elencati nelle lapidi presenti all’interno dell’edificio. Scoppia la guerra e molti giovani militi sono chiamati al fronte; l’opera della SVS continua grazie allo sforzo dei militi anziani; molti inviati sulle linee di guerra non torneranno mai più. Il dopoguerra vede una ripresa dell’atti-
Per ricordare i 120 anni di storia la SVS ha realizza un libro e un Dvd. Chi è interessato può farne richiesta alla sede di via San Giovanni 32
vità dell’Associazione, questa viene però subito ostacolata dagli avvenimenti politici. Il fascismo soffoca le Associazioni laiche di Pubblica Assistenza; la SVS era giornalmente invasa da squadristi che con minacce, intimidazione e violenze cercano di distruggere e di allontanare il corpo dei militi. I danni sono ingenti; la paura costrinse molti volontari a lasciare la Società ed una sola squadra rimane a garantire il servizio. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo di via S. Giovanni viene distrutto dai bombardamenti e la SVS si vede costretta a proseguire l’attività in una sede provvisoria. Come si può immaginare le difficoltà sono notevoli sia sotto il profilo economico che quello organizzativo e numerico; pur tuttavia l’opera di soccorsi ed aiuti di varia natura continua. Il fascismo è caduto, la guerra è finita ma la volontà di proseguire la sua opera è troppo forte, così la Società Volontaria di Soccorso usa, come mezzo di comunicazione alla cittadinanza, un manifesto datato 3 Ottobre 1945: “Cittadini, Consoci! La Società Volontaria di Soccorso è risorta. La Pubblica Assistenza, come voi amate chiamarla, la popolare istituzione creata dal popolo, che la guerra aveva travolto nel suo gorgo sanguinoso e distruttore, da oggi riprende in pieno la sua opera soccorritrice. La nuova Sede non avrà lo splendore del suo bel palazzo che, eretto totalmente col vostro contributo, era il nostro e il vostro orgoglio, non avrà la dovizia del suo materiale, non avrà né la vastità né l’importanza dell’arredamento dei vecchi ambienti, ma tuttavia è una Sede decorosa nel cuore della nostra straziata città. […] Oggi per la vostra generosità, o cittadini, per il valido e il fattivo appoggio delle Autorità […] ed il sacrificio di un gruppo di Soci che, costituitosi in Comitato di ricostruzione, ha lavorato instancabilmente per giungere a questi risultati, abbiamo gettato le solide fondamenta del futuro edificio della carità civile. Da oggi le nostre autoambulanze torneranno a solcare le vie della nostra città, per portare a chi soffre un pronto e fraterno soccorso, mentre già da tempo nella nostra sede funziona una poliambulanza gratuita. Ma tuttavia lunga e faticosa sarà la strada che dovremo ancora percorrere, che altri compiti ci attendono: la Sezione Giovanile, il Plotone Ciclistico e i Corsi di Infermieri. […] Il giorno 7 corrente alla presenza delle autorità e delle rappresentanze delle Associazioni ed Enti, verrà inaugurata ufficialmente la nostra Sede provvisoria di via Verdi. […]”
La commissione con il direttore della SVS Fabio Cecconi mentre presenta il parco mezzi
Un’antica barella per il trasporto dei feriti
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Mostra fotografica sulla storia della SVS
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STORIA SVS
SRL
Via!
La storia della svs è stata piena di avvenimenti, perchè non si può vivere se non all’interno della storia stessa, a volte ci sono stati periodi tragici e si aveva l’impressione che la svs non sarebbe riuscita a rinascere, che nulla sarebbe stato come prima, invece siamo sempre presenti, perchè in tutti questi anni c’è stato un unico denominatore comune: il costante e generoso impegno a prestare soccorso nelle molteplici necessità, ad essere sempre vicini ai nostri concittadini ed è anche grazie a loro che questa è e resterà
una grande
al trasporto sangue e organi
società volontaria di soccorso
A dimostrazione del desiderio di ricominciare il 10 novembre 1946 oltre alla inaugurazione di una nuova ambulanza sono stati consegnati i nuovi vessilli: uno offerto dal popolo livornese alla nostra società, l’altro offerto dall’Unione Donne Italiane al Plotone ciclistico. Nel 1947 fu istituito un posto di soccorso a Montenero, si aprono gli ambulatori nella sede di via S, Giovanni, che tornerà a ospitare anche gli uffici con la fine del mese di luglio. Viene inaugurata la nuova sede nel popolare quartiere di Sciangai dove sarà avviato il servizio ambulatoriale e più tardi verrà aperto anche un ambulatorio medico chirurgico. Pochi mesi dopo sarà la volta della sezione di Montenero (1948). Nel 1952 viene inaugurata la motobarca per consentire il servizio di Pronto soccorso costiero della sezione nautica. Nel 1959 viene istituito il Gruppo di donatori di sangue Nel 1975, presso il rione La Rosa, viene inaugurata la sottosezione alla presenza del Sindaco Bino Raugi, successivamente, nel 1993, cambierà sede e diventerà sezione Ardenza – La Rosa. Nel 1978 viene deliberata la pubblicazione regolare di un giornalino che illustri l’attività della Società e ne sancisca il ruolo di primo piano acquisito in ambito cittadino. Nel 1981 si istituisce il Servizio di Protezione Civile antincendio che proseguirà nel corso degli anni fino ad oggi, grazie anche all’acquisto di mezzi appositi di intervento. Il 27 settembre 1983 finalmente la ristrutturazione della sede di via S. Giovanni è terminata, nei nuovi locali verranno attivati i primi servizi ambulatoriali interni. L’Assemblea Generale dei Soci –20 novembre 1988– ha confermato il ruolo della Società come promotrice di un servizio indispensabile per la società civile; non solo un servizio per le emergenze e il pronto soccorso dunque, ma un’apertura alle emergenti nuove esigenze sociali: dagli anziani, agli handicappati, alla protezione civile. Si punta anche a uno sviluppo dei servizi diagnostici offerti alla cittadinanza (Ecografia, ecodoppler).
Una srl per rispondere alle nuove esigenze del mercato e aiutare il mondo del volontariato
Mostra fotografica sulla storia della SVS
L’apertura al complesso dei bisogni espressi trova conferma nella nuova formulazione proposta per lo Statuto, secondo la quale, la Società, oltre al trasporto e al soccorso curerà: -prestazioni di assistenza domiciliare ad anziani e portatori di handicap -prestazioni di assistenza e riabilitazione fisica, fisioterapeutica, medica e paramedica -prestazioni di prevenzione e spegnimento incendi boschivi -attività sociali, culturali ed educative -attività di intervento e soccorso di protezione civile -onoranze funebri -altre attività indirizzate a forme di solidarietà umana e di partecipazione popolare. Non dobbiamo dimenticare i nostri interventi a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni come: nel Polesine, in Toscana, a Genova, o i grandi terremoti avvenuti nel Friuli e nell’Irpinia; o ancora nelle tragedie locali: presso lo stabilimento ITALSO dove molte squadre si prodigarono nel corso della notte per salvare i tre operai ustionati e recuperare le salme delle tre vittime; come non ricordare il 10 aprile del 1991 quando il centralino della SVS viene allertato per un incidente in mare: è la tragedia del “Moby Prince”. L’ambulanza n.30 trasporta in ospedale l’unico superstite del traghetto. Nella giornata successiva vene allestito un ospedale da campo. La SVS è successivamente impegnata, insieme alla Misericordia, nel trasferimento delle salme ai luoghi di origine. Che il nostro lavoro sia a tutto campo lo dimostra il servizio di teleassistenza (telesoccorso, Telecompagnia, Telemedicina), la solidarietà internazionale (ad es. l’impegno in alcune zone della ex Jugoslavia); l’integrazione dei ragazzi stranieri attraverso l’insegnamento della lingua italiana e non solo. Importanti sono anche i corsi di formazione professionale, tra le novità più recenti il servizio di Pony Sociale (volontari in scooter per l’assistenza agli anziani) ed il servizio di soccorso in mare. E non meno importante l’unità cinofila, così necessari per la ricerca delle persone scomparse.
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Una società in crescita che raccoglie 4 rami d’impresa: Onoranze funebri, Formavol, Polo della Salute e il trasporto di sangue e organi. Il presidente della Società Gestione Servizi SVS è Fabrizio Matteucci e ci spiega: “Le attività svolte dalla SVS non sono di volontariato, ma attività commerciali con personale professionale pagato sulla base dei contrati nazionali delle categorie. La Srl è una vera e propria società commerciale con il suo bilancio d’impresa. Gli unici volontari sono i due consiglieri Fabio Cecconi e Fabio Tamberi ed io come presidente”. La costituzione della srl è stata una scelta obbligata per presentarsi sul nuovo mercato e poter partecipare a gare che affidano, solo a privati, l’appalto di alcuni servizi che fino a poco tempo fa erano del volontariato. “Grazie a questa scelta –continua Matteucci- abbiamo potuto costituire una Ati con Croce Italia Marche e partecipare alla gara regionale per l’as-
segnazione del trasporto sangue e organi, che abbiamo vinto” “Dovevamo rispondere per forza alle esigenze del mercato che si sta evolvendo -sottolinea Matteucci- non dobbiamo però dimenticarci che l’obiettivo con cui si è costituita la Srl è quello di realizzare un utile che poi viene devoluto alla Svs per svolgere il servizio di volontariato, che per essere sempre più efficiente e professionale ha bisogno di molti investimenti”. Da pochi giorni il trasporto organi e sangue è entrato in pieno regime: “Siamo partiti dal 1° di ottobre -conclude Matteucci- con questo nuova attività che ci ha visto impegnati nell’acquistare e nella messa a punto di 67 auto per il trasporto di sangue e organi. Abbiamo anche assunto 67 persone a tempo determinato che alla guida delle vetture, dotate di tutti i sistemi richiesti, dovrà essere sempre puntuale ed efficiente”.
Fabrizio Matteucci presidente della Srl
Conferenza stampa di presentazione della convenzione per il trasporto sangue e organi. Da sinistra: Valter Nebbiai assessore comunale, Maria Teresa Sposito assessora provinciale, Alessandra Mini vice presidente SVS, Fabrizio Matteucci presidente della Srl e Enrico Pari direttore di Croce Italia Marche
I mezzi per il trasporto sangue e organi foto di Fulvio Amidei
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POLO DELLA SALUTE
POLO DELLA SALUTE
POLO DELLA SALUTE:
UN POLIAMBULATORIO PER TUTTI SPECIALISTICHE E CONVENZIONI PER PREVENIRE E CURARE Un Polo della Salute che mira alla qualità professionale dei suoi specialisti, ma anche ad instaurare con i pazienti un rapporto umano e di fiducia, perché chi si reca negli ambulatori di via San Giovanni possa sentirsi accolto e in un certo qual modo protetto. Chi ha bisogno di un medico generalmente ha già un disagio da dover affrontare è quindi importante che non abbia altri problemi e che il suo percorso di visite e terapie sia il più possibile agevolato. Responsabile operativo del Polo della Salute è Francesco Cantini, mentre la direttrice sanitaria è la dottoressa Giuse La Mesa. “La storia del poliambulatorio –spiega Francesco Cantini- risale ad oltre dieci anni fa. Come molti sanno la nostra attività iniziò con la fisioterapia e la medicina del lavoro. Due cavalli di battaglia che ci hanno fatto conoscere alla città e che ci hanno condotti ad avere oggi un Polo della Salute completo di tutte le specialistiche più importanti”. Ma il poliambulatorio di via San Giovanni non è come tutti gli altri e questo lo si capisce appena si entra nella sala d’attesa dove troviamo due cassette contenenti diversi moduli, una è destinata al questionario di gradimento, che i pazienti possono riempire per esprimere la loro opinione su come si sono trovati al Polo della Salute, com’è stata la qualità del servizio e sug-
gerire possibili miglioramenti, l’altro invece è destinato a eventuali reclami. “Devo sottolineare -continua Francesco – che i reclami sono sempre stati pochissimi e questo lo si deve alla vocazione della SVS verso il sociale, che gli fa mettere sempre al primo posto il paziente con le sue esigenze. C’è poi da ricordare che il nostro è un poliambulatorio sociale, con tariffario accessibile a tutti, strutturato in varie specialistiche. I soci, inoltre, hanno delle agevolazioni del 10% su tutte le prestazioni, ed uno sconto più consistente una volta all’anno su un servizio scelto da loro. Gli appuntamenti sono dati rapidamente e siamo molto flessibili per eventuali spostamenti, proprio per favorire il più possibile il paziente”. In dieci anni di lavoro le specialistiche che si possono trovare al Polo della Salute sono tantissime e veramente molti gli utenti: “Una lunga lista –conclude Cantini- che comprende il servizio dentistico ed odontoiatrico, la cardiologia, l’otorinolaringoiatria, la logopedia, l’ortopedia, la dermatologia, la fisioterapia, la riabilitazione, la fisiatria, l’attività fisica adattata, la medicina del lavoro, la medicina dello sport, la psicologia, la dietologia, il servizio infermieristico, le certificazioni mediche Inps, le visite per il rilascio e rinnovo patente ed un servizio prenotazioni per Rx, Tac e Risonanze Magnetice”.
CURA E PREVENZIONE DELLE MALATTIE DEL CUORE
MEDICINA SPORTIVA NON SOLO PER L’ATTIVITÀ FISICA
I CONSIGLI DEL CARDIOLOGO OSVALDO ROCCELLA
GIOVANNI MERICO E LA SUA ATTIVITÀ AL POLO DELLA SALUTE, ACCREDITATO PER IL RILASCIO DEI CERTIFICATI SPORTIVI
Uno dei compiti della cardiologia, oltre alla cura, è sicuramente quello della prevenzione. Osvaldo Roccella, uno dei cardiologi del Polo della Salute ci spiega che la prevenzione si ha con il controllo dei fattori di rischio e con la corretta applicazione del regime di vita. “I fattori di rischio -afferma Roccellasono molti e quasi tutti di origine ereditaria. Ad esempio, il diabete, l’ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, l’obesità, i disturbi della tiroide. Poi, naturalmente, c’è lo stile di vita con l’alimentazione, lo stress, i ritmi quotidiani che possono superare la nostra tolleranza abituale. Tutte condizioni che in parte si possono eliminare, ad esempio non introducendo sale in eccesso nel cibo, non eccedendo con i grassi animali, gli alcolici, ed evitando il fumo. Un altro fattore di grave rischio è l’uso di droghe che purtroppo si vanno facendo sempre più comuni, sia le più leggere che le più pesanti e le sintetiche”. Importante non trascurare i controlli medici e le analisi specifiche che variano a seconda dell’età e dello stato di salute. “Una persona sana –continua Roccella- ogni due anni dovrebbe fare un elettrocardiogramma basale, ed uno sottosforzo, più un controllo di laboratorio per verificare l’assetto lipidico, la funzionalità renale e gli elettroliti plasmatici. Al momento che questi esami fanno scaturire delle patologia o anche solo dei sospetti allora è necessario procedere ad un approfondimento con un ecocardiogramma, una scintillografia miocardica, un holter sia cardiaco che pressorio”. Ci sono poi delle situazioni climatiche che possono essere di disturbo a seconda della patologia: “Le stagioni possono influire –conclude il cardiologo del Polo della Salute- in estate, ad esempio, bisogna evitare la disidratazione, ma anche la superidratazione. Il caldo spesso provoca un abbassamento della pressione, quindi la terapia va rivista con l’aiuto del medico, così come nel periodo freddo, quando al contrario la pressione tende a salire, non essendoci più una sudorazione naturale causata dal caldo.
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Giovanni Merico è lo specialista della Medicina dello Sport che, dopo aver collaborato con la SVS Gestione Servizi per la presentazione dei documenti, affinché questa specialistica fosse accreditata dalla Regione, attualmente opera, insieme al collega Leonardo Tocchini, al Polo della Saluta come specialista del settore, che comprende anche la visita per l’abilità sportiva e conseguente certificazione. “A Livorno –ci spiega- c’era un grande bisogno di un altro centro accreditato per il rilascio di questi certificati, perché fino all’anno passato potevano essere fatti solo all’Asl e allo Stadio, due centri efficienti, ma insufficienti in una città come Livorno, dove l’attività sportiva è molto alta. Attualmente al Polo della Salute siamo in grado di fornire il certificato al massimo entro una settimana e questo evita a molti sportivi lunghe attese o l’eventualità di andare a Pisa, come accadeva fino a qualche tempo fa a chi aveva urgenza del certificato, cosa piuttosto frequente nel periodo di massima attività del nostre settore, come agosto e settembre quando la maggioranza delle società sportive ricominciano l’attività”. I certificati sportivi sono di due tipi: gli agonistici e i non agonistici, che prevedono due tipi di visite diverse. Ogni disciplina stabilisce un’età per l’inizio delle gare, ad esempio, per il calcio sono i 12 anni, per il nuoto gli 8. Quando poi si supera un’altra fascia di età, anche questa diversa a seconda della disciplina, generalmente sono i 40 anni, ma il calcio ha anticipato ai 35, le visite e gli accertamenti strumentali sono ancora diversi, perché devono tenere conto anche dell’età.
TUTTE LE FACCE DELLA SALUTE
IL POLO DELLA SALUTE
Ambulatori della S.V.S. Pubblica Assistenza Livorno Reparto fisioterapia e riabilitazione completamente rinnovato con nuove apparecchiature per il trattamento di patologie osteoarticolari e sportive, dolori reumatici per una moderna ed efficace riabilitazione
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Specialistiche autorizzate • Cardiologia (ecocardio-holter pressorio e cardiaco-ecg semplice e da sforzo) • Odontoiatria (anche prestazioni domiciliari di base) • Medicina sportiva e dietologia (con servizio ecografico) • Oculistica - Neurologia • Medicina del lavoro • Ortopedia – Fisiatria • Otorinolaringoiatria - Logopedia • Psicologia - Dermatologia • Servizio prenotazione per radiologia (rx, tac, risonanza magnetica) • Prestazioni infermieristiche
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POLO DELLA SALUTE
AMBULANZA PRIVATE
LE TANTE POSSIBILITÀ DI CURA OFFERTE DALLE SPECIALISTICHE Per conoscere ogni “segreto” di questa attività della SVS Gestione Servizi Srl abbiamo scelto ben due “cicerone”. Stiamo parlando delle infermiere professionali, Giulia Cantini e Chiara Allegri che gestiscono il servizio dal punto di vista della segreteria, dell’organizzazione degli ambulatori e naturalmente sotto il profilo infermieristico. La nostra visita comincia con la stanza dedicata alla logopedia, dove qualche pupazzo colorato allieta l’ambiente, infatti, fra questi pazienti vi sono molti bambini ed a loro è dedicata un’attenzione maggiore. Poco dopo troviamo l’ambulatorio di odontoiatria che offre ai pazienti una prima visita di consulenza gratuita. “Fra le specialistiche –sottolinea Chiara- troviamo la dermatologia, che grazie ad un dermocoagulatore può effettuare anche piccoli interventi in ambulatorio, c’è poi la cardiologia dove si possono eseguire esami molto specializzati”. Non manca certo l’otorino con l’opportunità di effettuare visite audiometriche e la dietologa che con l’ipertenziometro può calcolare la massa magra, quella grassa e la quantità di liquidi presenti nel corpo; la dieta viene elaborata e fornita entro tre giorni dalla visita, dopodiché la specialista rimane a disposizioni per eventuali dubbi del paziente, prima di procedere con le visite di controllo. “Il podologo –spiega Giulia- come il dentista, svolge la prima visita gratuitamente, e su richiesta può realizzare plantari su misura. Poi abbiamo la possibilità di effettuare le visite per il rinnovo patenti, la Medicina del Lavoro per l’idoneità e la Medicina Sportiva con i certificati richiesti dalle società sportive, con le quali abbiamo fatto un accordo per favorire gli atleti. Infatti, chi fa da noi la visita sportiva ha poi diritto a tre prestazioni gratuite di fisioterapia e al 10% di sconto su radiografie e visite ortopediche, inol-
MANI E MACCHINE PER UNA FISIOTERAPIA MODERNA PAOLO PIAGNERI E ALESSANDRO VELLUTINI SPIEGANO COME TOGLIERE IL DOLORE E FARE RIABILITAZIONE Uno dei fiori all’occhiello del Polo della Salute è indubbiamente il reparto di fisioterapia, sia per i lunghi anni di attività sia per il gran numero di utenti che quotidianamente ne usufruiscono. Due gli operatori, Alessandro Vellutini e Paolo Piagneri entrambi con laurea di primo livello in Fisoterapia e specializzati in educazione posturale globale, secondo il metodo Souchard. Paolo, il più anziano per attività, spiega: “Svolgiamo attività di fisioterapista e ci occupiamo della riabilitazione, per problemi muscolari, ossei e tutto ciò che a questo è inerente. I nostri pazienti sono di tutte le età, è infatti un luogo comune pensare che sia più frequente la riabilitazione fra gli anziani, invece abbiamo un 50% al di sotto dei 50 anni, spesso anche molto al di sotto, naturalmente con problemi diversi rispetto agli anziani. I giovani sovente hanno difficoltà legate alla scoliosi, dolori dovuti all’errata postura, e poi ci sono traumi sportivi, strappi muscolari ecc”. Lo spazio dedicato alla fisioterapia è suddiviso in box in modo da assicurare la privacy di ogni paziente e da una palestra per varie attività riabilitative. Il nostro punto di forza –continua Paolo- è l’aver basato i nostri trattamenti anche sull’aspetto manuale facendo l’educazione Posturale Globale, secondo il metodo Souchard. La riabilitazione può essere fatta con i macchinari, ma c’è anche l’aspetto manuale che non può essere trascurato, noi siamo convinti che quello che fanno le mani, le macchine non lo possono fare. Certo le usiamo e sono un valido aiuto, ma a completezza del trattamento interveniamo anche con le manipolazioni. La validità del nostro metodo ci è dimostrata dai pazienti stessi, dalla loro soddisfazione e dal loro tam tam che ci ha fatto aumentare tantissimo il numero di persone che si rivolgono a noi, e questa è una grande soddisfazione”. Naturalmente ciò non vuol dire che al centro fisioterapico del Polo della Salute non vi siano macchine, anzi, ve ne sono molte e soprattutto fra le più moderne. Infatti, fra le classiche Tens, elettroforesi, ultra suoni, e tutte
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tre, forniamo anche il rientro a casa in autoambulanza, sempre gratuito, in caso d’infortunio. Cerchiamo di essere sempre disponibili con i genitori dei ragazzi che devono sostenere la visita sportiva e con gli adulti in generale, mandando loro, se lo desiderano, i questionari da riempire preventivamente anche per e-mail o per fax, in modo da perdere meno tempo possibile”. La lista degli specialisti continua con l’ortopedico, le psicologhe, la psicoterapia di sostegno alle famiglie che hanno avuto un lutto. “Come Polo della Salute –afferma Chiara- abbiamo stipulato un accordo con l’assicurazione Taddia che accoglie tutte le persone che hanno subito incidenti, hanno avuto problemi sul lavoro o hanno subito prestazioni sanitarie non corrette, e che hanno bisogno d’interventi medici o fisioterapici, anticipando le spese che sosterranno al nostro poliambulatorio e che saranno poi risarcite dal paziente una volta terminata la causa, che la stessa assicurazione segue con i suoi avvocati”. “La fisioterapia -spiega Giulia- usufruisce dello spazio più grande comprendente una palestra dove si svolge anche l’attività Afa cioè l’Attività Fisica Adattata, per chi vuole fare ginnastica dolce, senza affaticarsi. Per accedere al servizio è necessario passare una vista all’Asl, in questo modo chi frequenterà i corsi spenderà solo 2 euro a seduta e sarà assegnato ad un gruppo specifico, di non più di 15 persone, con problemi simili ai suoi”. Grazie ad un accordo con una clinica di Lucca, entro 72 ore si può ottenere un appuntamento per effettuare Rx, Tac e Risonanze Magnetiche. Al Polo della Salute è anche possibile ottenere la certificazione medica per l’Inps con trasmissione telematica del certificato d’invalidità. “Naturalmente c’è anche il servizio infermieristico –conclude Giulia- che può essere svolto in ambulatorio o a domicilio, se la persone è impossibilitata a muoversi. Quindi possiamo somministrare terapie, mettere e togliere holter e tutto quello che compete la nostra professione”.
le attrezzature per la terapia antalgiche troviamo le nuovissime Horizontal Therapy per una nuova concezione della terapia antalgica e la Tecar, che serve per togliere i dolori, ma anche per accelerare processi di guarigione in caso di strappi, traumi sportivi, stiramenti, grandi edemi. “Il rapporto che in questi anni si è creato con i nostri pazienti –conclude Paolo- è molto bello. Qui arrivano persone di tutte le età, di tutti i ceti sociali e i livelli culturali. Mi dà molta soddisfazione aiutare la gente a migliorare la qualità della vita togliendo i dolori che spesso limitano funzioni anche basilari, come l’andare in bagno o uscire di casa per una passeggiata. E i pazienti ci ricompensano con i loro sorrisi e i loro ringraziamenti”. Il Polo della Salute è una struttura autorizzata dal Comune di Livorno dove si effettuano prestazioni non convenzionate con il Servizio Sanitario Regionale. Il Poliambulatorio è coordinato da SVS gestione Servizi srl e si trova in via San Giovanni 30 a Livorno Per prenotazioni e informazioni Dal lunedì al venerdì telefonare allo 0586/896040 Oppure scrivere a info@polosalute.it o segreteria@polosalute.it
Il fisioterapista Alessandro Vellutini
I mezzi della SVS Gestione Servizi Srl. Le foto sono di Amedei Fulvio
I SERVIZI PER CHI SI RIVOLGE ALLE CURE PRIVATE 3 AUTOAMBULANZE, UN PULMINO E PERSONALE SPECIALIZZATO ANCHE PER LA SVS GESTIONE SERVIZI SRL Non sempre i servizi possono rientrare nella convenzione con l’Asl perché c’è anche chi desidera rivolgersi a cure private. Per continuare ad assistere chi fa questa scelta e rimane escluso dalla convenzione e quindi dai servizi offerti dal volontariato, la SVS ha deciso di dare vita alla SVS Gestione Servizi Srl, che è una società completamente separata, con dei mezzi a disposizione e personale specializzato e regolarmente retribuito come stabilito dal contratto nazionale della categoria. Il coordinatore ai servizi sanitari della società Simone Scateni spiega. “Abbiamo fatto questa scelta per adeguarci ad una normativa che ha stabilito il divieto di svolgere servizi a pagamento da parte di volontari. Con le nostre
tre autoambulanze ed il pulmino sociale per il trasporto di persone diversamente abili, siamo in grado di rispondere ai servizi richiesti dai cittadini. “Un altro importante servizio –continua Scateni- che svolgiamo come Srl riguarda la collaborazione con le agenzie e le assicurazioni private che operano soprattutto con i turisti. Capita che uno straniero in viaggio su una nave da crociera o altro si senta male e desideri tornare a casa. Noi operiamo il trasferimento anche all’estero o in aeroporti dove un volo sanitario con medico e personale specializzato può trasportare il paziente”. Per richiedere i servizi della SVS Gestione Servizi Srl è necessario telefonare al numero verde 800073 330.
BARIATRICO OVVERO IL TRASPORTO DEI GRANDI OBESI È successo più volte di dover trasportare un paziente gravemente obeso in autoambulanza per ricovero o per effettuare analisi di routine, dovendo affrontare barriere architettoniche come scale e spazi ridotti, ma anche attrezzature non adeguate al servizio. Purtroppo i dati indicano un aumento dei pazienti obesi con conseguente aumento delle malattie connesse. Date le grosse difficoltà che questo servizio ha dimostrato di presentare sia per il paziente che per gli stessi operatori sottoposti a rischi non indifferenti, la SVS ha deciso di adeguare, già da tempo, i suoi strumenti ed usare al meglio quello che la tecnologia oggi offre in queste situazioni. Il servizio prende il nome di Mobilità Pazienti Bariatrici, è dedicato ai grandi obesi e può essere svolto in regime di convenzione o privatamente, a secondo del caso. Il trasporto avviene su un’autoambulanza utilizzata per i lunghi percorsi, più grande e comoda rispetto a quelle utilizzate nelle emergenze cittadine. La barella e molto più grande, più alta e dotata di maniglioni anteriormente e posteriormente per rendere più facile e meno faticoso il trasporto all’operatore. Vi sono, inoltre, maniglie laterali estraibili per la sicurezza del paziente in modo che gli operatori possano accompagnare la barella quando viene caricata sull’autoambulanza grazie ad un cavo di traino e a due pedane che ne permettono lo scivolamento senza sforzi. Naturalmente questi sistemi sono dotati di tutti i dispositivi di sicurezza necessari, con bloccaggi e controlli in ogni fase.
Il trasporto bariatrico
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FORMAZIONE
FORMAZIONE
LA QUALIFICA PROFESSIONALE CON FORMAVOL Formavol, l’agenzia formativa della SVS Gestione Servizi srl è ormai considerata una delle più grosse realtà livornesi del campo della formazione. Una formazione che guarda al futuro del mondo del lavoro e alle nuove professionalità che sempre più sono richieste dalla società. Ed infatti, la lista dei corsi organizzati, tutti riconosciuti dalla Provincia e rilascianti attestato regionale finale, è molto lunga. Ad introdurci nel mondo della formazione è Stefania Chiari responsabile di Formavol: “Tutti i nostri corsi vengono realizzati rispettando gli stan-
I numerosi corsi di formazione con certificazione regionale
dard formativi e seguendo le procedure richieste dalla Formazione Professionale della Provincia di Livorno per cui sono da questi riconosciuti e certificati”. Quali sono i corsi che organizzate? “Molti. I nostri corsi possono essere suddivisi in tre gruppi tematici: area sicurezza, area sociale e area informatica”. L’area sicurezza cosa comprende? “Organizziamo corsi di addetto al primo soccorso aziendale e il conseguente aggiornamento, addetti all’antincendio in aziende a rischio elevato, medio e basso; rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; responsabile del servizio prevenzione e protezione r.s.p.p. datori di lavoro; haccp per addetti all’attività alimentari complesse e semplici, e conseguente aggiornamento; responsabile dei piani di autocontrollo di attività alimentari complesse e semplici; formazione obbligatoria per operatori addetti alla produzione e somministrazione di alimenti senza glutine; formazione obbligatoria per accesso alle attività commerciali nel settore merceologico alimentare (c. a. a.); formazione obbligatoria per addetto ai servizi di controllo attività di intrattenimento e spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi; per bagnino di salvataggio e per assistenza dentistica”. E l’area sociale? “Qui abbiamo corsi per addetto all’assistenza di base – Osa; per l’assistenza al malato di Alzheimer, per l’assistenza di chi ha subito abuso e disagio in età evolutiva; per mediatore culturale e linguistico per immigrati”. Ed infine l’area informatica. “Sì, abbiamo anche il settore informatico con i corsi di alfabetizzazione e di preparazione alla patente europea Ecdl con sessione mensile di esame patente; corsi di Cad per la grafica computerizzata di primo livello 2d ed il corso di Cad di grafica computerizzata di secondo livello 3d”. Qual è la vostra filosofia? “Formavol fa propria la mission della SVS Pubblica Assistenza che fin dai primi del ‘900 è stata impegnata nell’assicurare ai cittadini una formazione nei settori sanitari e sociali. Oggi la nostra attività mira a diffondere la cultura della formazione in ambito socio sanitario e della sicurezza aziendale, offrendo un servizio di alta qualità a costi contenuti”. Come siete strutturati? “Abbiamo un direttore, un responsabile del coordinamento, della segreteria, del sistema gestione qualità, dei coordinatori didattici delle aree formative e dei tutor. Il nostro punto di forza è rappresentato dal corpo docente altamente qualificato, che assicura un’eccellente formazione”. L’agenzia è accreditata dalla Regione? “Certo, dal 2002 è Agenzia formativa accreditata presso la Regione Toscana, inoltre Formavol è accreditata anche con Aica, come Test Center accreditato per lo svolgimento degli esami da sostenere per ottenere la patente europea Ecdl e mensilmente vengono attivate le sessioni di esame. Inoltre, siamo l’unica sede a Livorno ad essere accreditata per Ecdl Health”. Che cos’è l’Ecdl Health? “L’Ecdl Health è una certificazione indirizzata agli utenti dei Sistemi Informativi Sanitari, comprendendo in questo il ruolo sanitario, tecnico, professionale e amministrativo ed a studenti universitari della Facoltà di Scienze Mediche. La certificazione è motivata dalla crescente importanza che sta assumendo a livello internazionale, l’informatica in ambito sanitario, ed il conseguente miglioramento di efficienza che questo produce. Il corso e la certificazione hanno lo scopo di garantire le conoscenze specifiche dell’ambito medico, necessarie per utilizzare in modo sicuro le applicazioni Ict che trattano d’informazioni dei pazienti, senza mai perdere di vista l’im-
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Stefania Chiari responsabile di Formavol
portante componente di sicurezza e riservatezza”. Cosa intendi quando dice che la certificazione ha un’importanza internazionale? “Lo studio che ha portato all’elaborazione di questo programma è stato messo a punto da una commissione di esperti di vari paesi e successivamente adattato alla specificità dei diversi sistemi sanitari. Le prime sperimentazioni e validazioni del programma sono state fatte in Italia, in Inghilterra e negli Stati Uniti”. Le caratteristiche di questo corso? “È un corso di 32 ore, in base ad un accordo stipulato con l’Università Campus Biomedico di Roma e rilascia oltre alla patente Ecdl Health anche 48 crediti”. Corsi informatici molto specializzati. “Sì, rispondiamo alle esigenze specifiche di chi lavora al computer, ma facciamo anche corsi di base e di livello avanzati, per aiutare coloro che vogliono sviluppare competenze in campo informatico, necessarie per mantenere la capacità di utilizzare le tecnologie sempre più diffuse nel mondo del lavoro”. Avete acquisito anche certificati di qualità? “Dal gennaio 2005 l’agenzia Formativa ha conseguito il certificato Uni En Iso 9001:2000 trasformato a febbraio in Uni En Iso 9001:2008 relativo all’attuazione e al mantenimento di un sistema di gestione qualità conforme alla norma nelle attività di progetto ed erogazione di attività formative”. E per quanto riguarda la qualifica di Oss? “Organizziamo un corso integrativo che potrà essere frequentato solo dalle persone già in possesso della qualifica di Addetto all’Assistenza di base (O.S.A.). Frequentando questo corso verranno acquisite le competenze da integrare a quelle derivanti dalla formazione precedente per cui, successivamente, potrà essere richiesta la certificazione delle competenze relativa alla figura professionale di Operatore Socio Sanitario (O.S.S.) . Ci sono agevolazioni per i pagamenti dei corsi? “Sì. I corsi possono essere pagati in più rate e comunque con sistemi molto agevolati, mentre i disoccupati hanno la possibilità di frequentarne alcuni gratuitamente. Infatti, alla fine del 2010 la Provincia di Livorno ha istituito un catalogo nel quale vengono inseriti determinati corsi di formazione, che potranno essere frequentati gratuitamente dalle persone a cui viene assegnato voucher formativo. I corsi entrati nel catalogo sono stati selezionati fra quelli presentati dalle agenzie formative, noi abbiamo proposto ed è stato inserito il corso per Addetto all’Assistenza di base: il nostro fiore all’occhiello. Un corso che è stato introdotto non solo nel catalogo per Livorno, ma anche per Piombino e Cecina. Per la nuova agenda presenteremo altre due proposte”.
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ONORANZE FUNEBRI
CREMAZIONE
PER UN SERVIZIO FUNEBRE COMPLETO, DI QUALITÀ E TRASPARENZA Non è facile affrontare la morte di un parente o di un amico. Momenti di do- Geova, protestanti e in modo particolare, per chi desidera il rito Cristiano lore che ognuno desidera vivere in modo diverso, ma sicuramente nessu- abbiamo redatto con la Diocesi un accordo che ci permette di metterci no ha la voglia, e qualche volta neanche la forza, di affrontare i preparativi direttamente in contatto con i parroci, in modo da poter stabilire la data del di un funerale. Considerando i molteplici aspetti a cui si deve pensare in funerale nell’immediato e poterla così inserire nell’annuncio da pubblicare questi momenti, abbiamo voluto strutturare il nostro servizio in modo com- sul giornale. Naturalmente la SVS svolge i servizi funebri in tutti i cimiteri pleto, per poter assistere in ogni dettaglio le diverse esigenze. regionali ed extra regionali, in quelli comunali e in quelli privati come la Siamo naturalmente disponibile anche di notte ed in tutti i giorni festivi, il Purificazione, Santa Giulia, La Misericordia, La Cigna, Salviano, Ardenza, personale è stato appositamente qualificato per il ruolo che deve svolgere, Valle Benedetta, quello israelitico ecc., organizzando direttamente dall’uffrequentando corsi a Firenze. ficio l’orario d’arrivo del feretro. Nel nostro ufficio delle Onoranze Funebri si possono scegliere cofani, urne Anche i giorni successivi al funerale, non sono sempre facili, e le cose di e accessori a seconda di cosa si desidera, è poi possibile usufruire del cui occuparsi continuano ad essere tante, ecco perché il nostro servizio si servizio di pratiche mortuaria su Livorno o fuori comune e passaporti mor- estende anche al dopo, con la possibilità di avere una consulenza fiscale tuari per i paesi esteri. Sempre nei nostri uffici è poi possibile predisporre gratuita, in accordo con la Cgil. I parenti del defunto possono così ottenenecrologi su diversi giornali come Il Tirreno, La Repubblica, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno, L’Unità, Il Giornale. In modo particolare siamo diventati filiale del Tirreno e di La Repubblica e soprattutto, possiamo allo stesso prezzo, inserire gli annunci funebri direttamente sul loro portale, anche il sabato e la domenica, quando sono chiusi ed offrono solo il servizio telefonico. Per quanto riguarda i fiori abbiamo stipulato un accordo con la Confcommercio che ha selezionato circa 20 fiorai che a turnazione si rendono disponibili per il servizio 24 ore su 24 in qualsiasi giorno dell’anno. Anche in questo caso non abbiamo voluto avere un rapporto preferenziale con uno o due esercenti, ma per trasparenza abbiamo preferito accordarci con la Confcommercio che ha fissato un listino dei prezzi uguale per tutti e fa da garante, infatti, qualora un servizio si rivelasse inadeguato il fioraio in questione sarebbe tolto dalla lista predisposta. Chi lo desidera può anche incaricarci di stampare e affiggere i manifesti funebri o predisporre ricordini portafoto o biglietti di ringraziamento per il lutto, da inviare I mezzi delle Onoranze Funebri con una parte del personale dopo il funerale. Coloro che scelgono la cremazione avranno la possibilità di eseguire di- re la cessazione della pensione o la reversibilità della stessa, e procedeverse pratiche nella nostra sede, grazie ad un accordo stipulato con So- re con altre accortezze alle quali difficilmente si pensa, ma che sono di crem, che vuol evitare alla persona il gravoso compito di doversi recare grande utilità come, ad esempio, ricordarsi di comunicare il decesso del in più luoghi senza perdere quel tempo, che in questi momenti, desidera familiare per avere la riduzione della Tia. Tutte procedure burocratiche che sicuramente impegnare in altri modi. A questo abbiamo aggiunto, per chi lo possono essere effettuate con l’aiuto della persona dedicata al servizio e a desidera, il servizio con cerimonia per la dispersione in mare delle ceneri. disposizione nella nostra sede. Stiamo, inoltre, lavorando per offrire un servizio psicologico per l’elaboraPer i soci Socrem sono previsti degli sconti Organizziamo riti funebri con ogni rito religioso: israelitici, testimoni di zione del lutto, ed aiutare così i familiari a ricomporre la loro vita dopo la perdita di una persona cara.
NEL MOMENTO DEL DOLORE QUALCUO POTREBBE APPROFITTARE DI VOI!
LE ONORANZE FUNEBRI ENTRANO NELLA SVS GESTIONE SERVIZI SRL
Non lasciatevi indurre da estranei che si offrono per aiutarvi. Scegliete liberamente il soggetto che vi dovrà assicurare il servizio funebre, Concedetevi maggior tempo per la scelta del servizio consultandovi anche con i vostri familiari più stretti. Non fidatevi di estranei o di personale delle strutture o servizi che consigliano alcune imprese. Diffidate delle imprese che disprezzano la concorrenza. Richiedete sempre un preventivo dei costi. Non ascoltate chi vi sollecita la composizione della salma e vi dice che non è possibile attendere un’impresa distante dal luogo dove è avvenuto il decesso. Tutte le imprese assicurano funerali con cerimonia religiosa. Tutte le imprese sono abilitata a qualsiasi attività.
Anche per le Onoranze Funebri il 2010 è stato l’anno del cambiamento. Il servizio è infatti stato trasferito alla SVS Gestione Servizi Srl, società partecipata interamente dalla SVS Pubblica Assistenza di cui si mantengono i valori. Il servizio funebre oggi è demandato in via esclusiva a personale qualificato e retribuito nel rispetto dei contratti della categoria, infatti, l’adeguamento alla normativa europea non permetteva più di far svolgere le estreme onoranze dai volontari, come veniva fatto in passato fin dalla nascita del servizio, con azioni solidali fra cittadini. Ma la SVS portando avanti un’azione di solidarietà nei confronti delle classi più disagiate e credendo nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini ha organizzato il servizio favorendo una funzione calmieratrice dei prezzi, garantendo, oltre ad una prestazione dignitoso e di qualità, la piena trasparenza del suo operato. Attualmente il servizio di Onoranze Funebri è svolto da otto operatori che dispongono di 3 carri funebri e due mezzi.
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LA SOCIETÀ PER LA CREMAZIONE DI LIVORNO STORIA E ATTUALITÀ La prima Società per la Cremazione di Livorno, denominata “Società per la cremazione dei cadaveri” fu fondata nel marzo 1882 da un gruppo politicamente eterogeneo che comprendeva esponenti della sinistra Crispina, come Nicola Costella, a lungo Sindaco della città, militanti della democrazia radicale e repubblicana come Carlo Mayer, eletto deputato nel 1876, e l’avvocato Adolfo Mangini, giornalisti fra cui Alceste Cristofanini. Era presieduta da Federico Wasmuth e raggiunse circa 200 soci; nel giugno 1885 inaugurò un Tempio Crematorio all’interno della “Cappella di angolo dalla parte della Cigna” dei porticati del Cimitero Comunale della “ Cigna “ che fu concesso, anticipando le norme della legge Crispi, da una delibera approvata durante una seduta del Consiglio Municipale il 24 Luglio 1883 confermata dalla Giunta nella seduta del 24 novembre 1883. Il forno Crematorio e l’arredo della Cappella furono opere eseguite a cura e spese della giovane società che nei primi nove anni di esercizio incenerì i cadaveri di 120 uomini e 21 donne. Fu allora, all’inizio del 1893, che maturò la decisione di cedere l’impianto al Municipio con l’impegno da parte di quest’ultimo di cremare gratuitamente tutti i membri effettivi della Società esistenti a quella data, di esigere una tassa di 40 Lire per i nuovi soci e di 50 Lire per i non iscritti. Il Comune accettò tali condizioni ed anzi, su richiesta del Consigliere Socialista Foraboschi, si impegnò, inoltre, a mantenere la gratuità della cremazione per i cittadini poveri. Nel 1910 invece fu adottata la soluzione inversa, vale a dire il ritorno della proprietà della Cappella Crematoria nelle mani dell’Associazione. Ciò fu provocato dalla nascita di una seconda Società e dalla successiva fusione con la precedente e dal grande sviluppo del fenomeno cremazionista in città, sia in termini di aumento delle cremazioni eseguite che di crescita degli associati, tanto da fare di quello labronico un caso assolutamente anomalo sul piano nazionale e meritevole di adeguate attenzioni. Solo dopo alcuni anni fu realizzato il Grande Tempio Crematorio cittadino concepito secondo criteri che tenevano conto sia degli aspetti estetici sia di quelli funzionali. L’area fu individuata nella zona di ampliamento del Cimitero e contemporaneamente fra il Comune e la Società per la Cremazione furono stipulate due convenzioni che ufficializzarono la cessione gratuita da parte del Municipio alla Società del terreno per la costruzione del Tempio. Inizialmente, con la prima convenzione datata 27 settembre 1913 e sottoscritta dal Presidente della Società per la Cremazione Ezio Foraboschi e dal Sindaco di Livorno Rosolino Orlando, fu ceduta una porzione di terreno pari a 700 metri quadrati che furono raddoppiati con la seconda convenzione stipulata il 24 aprile 1914 e sottoscritta dal nuovo Sindaco Giovanni Targioni Tozzetti e dal Presidente Foraboschi. I lavori iniziarono immediatamente ed il primo lotto terminò nel 1916 perché è l’anno che appare in rilievo al centro del frontone che sovrasta la struttura centrale, mentre la costruzione delle due ali laterali risale rispettivamente al 1925 ed al 1957.
Alla fine degli anni cinquanta la Società di Cremazione di Livorno elesse a sua sede i locali, gentilmente offerti dalla SVS, al secondo piano della Pubblica Assistenza SVS di via San Giovanni, ricevendo ospitalità gratuita fino al 2006. La Socrem labronica, in quell’anno ricevette i fondi necessari per acquistare la nuova sede, che da vincolo testamentario di una sua socia, doveva acquistare una sede posta a piano terra, così recitava il testamento, per agevolare le persone anziane e desiderose di iscriversi alla Società di Cremazione, ma tale sede doveva essere vicina al centro. Così la Socrem si trasferì nei locali di via San Fancesco al numero 71. Nel 2007 la Socrem Labronica si è totalmente rinnovata acquistando due nuovi forni, con alta tecnologia, che giornalmente rispondono alle richieste in continuo aumento, attualmente è in attesa di poter avviare il nuovo impianto, il terzo forno, che servirà alla cremazione anche di salme di notevole dimensione, problema sempre più sentito a livello nazionale. La sala del commiato, aconfessionale viene offerta gratuitamente ai cittadini che ne fanno richiesta ed è adibita al rito del commiato. La sala è dotata di impianto video per poter assistere, qualora richiesto all’introduzione della salma all’interno del forno crematorio. La struttura del Tempio Cinerario, dotata di 7.500 celle può ospitare fino ad un massimo di circa 30.000 urne cinerarie, sorge su un terreno donato in concessione perpetua da Vittorio Emanuele II nel lontano 1908. In ambito nazionale la Socrem si attesta tra le più importanti Società di Cremazione italiane sia per l’alto grado di professionalità che per la velocità di restituzione delle ceneri, fatto che riveste una notevole importanza psicologica per i familiari che hanno risposte veloci alla risoluzione del dolore del lutto. Tutto l’edificio crematorio, scevro dalle aggiunte recenti di nuove strutture dove si trovano i moderni ed attrezzati forni e la “Sala del Commiato” è costituito da una imponente galleria su due piani dove sono incastonate nella cortina muraria le piccole cellette per il deposito delle urne cinerarie e che corrisponde in pianta ad un unico grande locale rettangolare con al centro ed ai lati delle strutture aggettanti il Tempio. “Antistante il tempio, un giardino fiorito accoglie il cinerario comune e un cippo marmoreo in onore dei partigiani cremati, che i cittadini visitano ogni anno per il 25 aprile. Su alcune piccole colonne in pietra, frasi di scrittori e poeti invitano il visitatore a meditare sul senso della vita e della sua perdita. Oggi, comunque, nella nostra città è molto frequente il rito della dispersione delle ceneri e, come ovvio, la gran parte dei livornesi vuole tornare a quel mare che ha tanto amato e che è stato lo sfondo prezioso di tutta la sua vita. Insieme al Comune, però, abbiamo deciso di offrire anche un’altra opportunità, all’interno del cimitero, per coloro che chiedono di disperdere le proprie ceneri e per i loro familiari. Abbiamo, infatti, cofinanziato la trasformazione di un bosco di sughere e lecci in un “giardino del ricordo”, dove le ceneri potranno essere dilavate su una base di rocce che ne favoriranno l’assorbimento nel terreno circostante. Sarà un luogo particolarmente accogliente, adeguatamente illuminato e con un impianto di diffusione di musica, per salutare il caro estinto e favorire il raccoglimento e il ricordo.
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INIZIATIVE E MANIFESTAZIONI
CURE PALLIATIVE E GIORNATA DEL MALATO Aldo e Giovanni con i volontari
A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE CURE PALLIATIVE
ERA FACILE PERDERSI DI UMBERTO VIVALDI UN LIBRO CHE RIPERCORRE UNO SPACCATO DELLA STORIA DI LIVORNO
UN FLASH SU ALCUNE
INIZIATIVE E MANIFESTAZIONI DEL 2010
Che si possa ridere e piangere nello stesso tempo lo ha dimostrato Umberto Vivaldi con il suo libro Era facile perdersi. Un lavoro che possiamo definire prima di tutto coraggioso, perché l’autore racconta una vita vissuta senza nascondere niente. Per lui non esistono “motivi d’opportunità” per omettere episodi; per Umberto Vivaldi esiste solo la vita vissuta, così come si è presentata ai suoi occhi di bambino abbandonato dalla madre, in una città distrutta dalla guerra dove povertà e fame erano la quotidianità. Un’infanzia vissuta nelle baracche ad escogitare ogni metodo e tranello per procurarsi un po’ di cibo e risparmiare almeno qualche crampo di fame allo stomaco. Anche il prostituirsi, il mercato nero e qualche furberia, in quei momenti avevano una logica diversa e non vi è nessuna vergogna in Umberto, che si racconta e racconta gli altri senza veli. Certo di coraggio ce n’è voluto, un coraggio che raramente si incontra tra chi scrive del passato. Si piange per le sofferenze, le misere condizioni che l’autore e gli altri popolani erano costretti a subire, ma si ride per il modo in cui Umberto racconta episodi ed aneddoti, in quel livornese così schietto e simpatico che ti trasmette tutta quell’energia e quella forza racchiusa nella gente che voleva emergere dalla povertà e sperava in un futuro migliore. Certo, come dice il titolo, c’è chi si è perso, chi è scivolato in una strada che lo ha portato in carcere e a solcare la strada dell’illegalità. Nessuno avrebbe scommesso una sola lira sul futuro di Umberto e dei suoi fratelli, “Chissà che fine faranno quei bambini” diceva la gente quando li vedeva passare per strada, vestiti di pochi stracci e sempre in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Ma non è stato così. Umberto ce l’ha fatta e con soddisfazione ripensa a quella frase che lo ha accompagnato nella crescita e forse qualche volta lo ha aiutato a non fare le scelte sbagliate. In alcune pagine il dolore dell’abbandono da parte della madre, sovrasta qualsiasi sofferenza, compreso i morsi della fame o il freddo patito la notte per mancanza di coperte e di una casa calda. Ma con il tempo, il ritrovare
e perdonare il padre, permette alla sofferenza di trovare una sua collocazione nella crescita e parzialmente viene superata. La figura paterna, con il suo affetto, rientra nella vita di Umberto e ne diventa un caposaldo, un’ancora di salvezza, non solo dall’orfanotrofio dove rischiava di crescere, ma anche da un tracollo psicologico. Un libro che ha venduto quasi 4.000 copie, il cui ricavato è totalmente andato alle Cure Palliative, di cui l’autore è uno dei fondatori a Livorno. Il libro lo si può trovare, oltre che nelle librerie cittadine, anche in molti negozi, bar e punti vendita di vario genere che hanno aderito al progetto che l’autore sta portando avanti per poter allargare il servizio di assistenLa copertina del libro di Umberto Vivaldi za domiciliare con un coordinatore, ed ulteriori medici e infermieri. La SVS che da sempre collabora con l’Associazione Cure Palliative ha appoggiato il progetto aiutando a diffondere il testo. L’autobiografia è stata più volta presentata a Livorno ed in modo particolare ha avuto come padrino Paolo Hendel che, da grande stimatore del libro di Umberto, ne ha anche recitato alcune parti in diversi spettacoli teatrali.
LA GIORNATA DIOCESANA DEL MALATO La Festa dei Popoli in piazza XX Settembre
Premiazione al Trofeo Accademia Navale
Martedì 7 giugno, nella chiesa del Sacro Cuore, con la celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo, si è svolta la consueta Giornata Diocesana del Malato che ha visto la partecipazione di oltre 170 malati/ anziani tra cui una quindicina di disabili in carrozzina. Nell’omelia Mons. Giusti, ha sottolineato come questa giornata sia occasione propizia per riflettere sul mistero della sofferenza e, soprattutto, per rendere più sensibili le nostre comunità e la società civile verso i fratelli e le sorelle malati. Il sofferente e il bisognoso di cura devono essere al centro della nostra attenzione, perché nessuno di loro si senta dimenticato o emarginato.
Al termine della celebrazione Eucaristica, tutti i presenti si sono spostati nel cortile dove si è svolto un rinfresco servito dai giovani della parrocchia. Un doveroso ringraziamento va alla SVS di Livorno che insieme alle altre associazioni di volontariato, ognuno secondo le proprie disponibilità di mezzi, si sono fatte veramente “in quattro” perché il trasporto dei malati dagli istituti e dalle abitazioni alla chiesa dei Salesiani e viceversa, si svolgesse nei modi e nei tempi stabiliti e, devo dire che ci sono riusciti. Agli ammalati presenti, la gioia di un giorno diverso, vissuto in compagnia, con la consapevolezza di non essere soli nel tortuoso cammino della sofferenza.
Don Placido
Festa di Volontamici
Festa di Santa Rita
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150 anni dell’Unità d’Italia
Don Placido con Don Razzauti
Giornata Diocesana del Malato
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CURE PALLIATIVE
CARITAS
HO IL CANCRO, MA VORREI UNA VITA NORMALE ANNA LISA E LA SUA CORAGGIOSA LOTTA CONTRO LA MALATTIA Cara Anna Lisa… No, non è così che s’inizia un articolo, piuttosto sembra il principio di una lettera ad un’amica. Eppure se anche ci siamo incontrate per non più di venti minuti sento di doverti scrivere “Cara Anna Lisa”. Sarà per il tuo sorriso, che pur nella sofferenza restava splendente o per il messaggio di speranza, forza e coraggio che ci hai dato o forse per quel tuo modo di mettere a proprio agio le persone che ti stavano accanto, ma mi sento di trattarti in modo diverso da come solitamente si fa con una “normale” intervistata, perché diverso è stato il nostro incontro. Nei tuoi ultimi giorni di vita hai parlato con tantissimi giornalisti, perfino la Bbc ti ha telefonato per intervistarti e le domande sono state le più varie, dalla malattia alla tua vita privata, al matrimonio in ospedale il giorno di ferragosto, ma tu soprattutto volevi parlare, senza veli, del cancro che ti ha costretto a cambiare vita e che infine quella vita che tu tanto amavi te l’ha tolta. Riporto la chiacchierata che abbiamo fatto insieme e che tu non hai potuto vedere pubblicata sul nostro giornale perché quella “bestiaccia”, come la chiamavi tu, quel tempo te lo ha tolto. “L’importante per me - racconta Anna Lisa- è che se ne parli, perché non lo si fa ancora abbastanza, invece bisogna parlarne il più possibile e in modo semplice. Troppo spesso si ha paura di pronunciare la parola cancro o tumore, ed allora la si sostituisce con ‘male inguaribile’ o ‘brutto male’. Ed invece è importante parlare in modo vero e schietto, senza nascondere tutto il malessere che c’è dietro questa malattia”. Come si affronta una diagnosi di tumore? E cosa devono fare o dire gli amici e i parenti che stanno vicino all’ammalato? “È una diagnosi che spaventa tutti, chi la subisce ma anche i parenti e gli amici, facendo diventare tutti un po’ vittime. Ognuno ha reazioni diverse, ed è normale che sia così. Ci sono persone che fuggono davanti a questa notizia, io stessa ho degli amici che non ho più visto, c’è poi chi continua a comportarsi sempre nello stesso modo e chi si attacca di più all’ammalato, impara a volergli più bene. Qualsiasi reazione va bene, perché siamo umani, il cancro è qualcosa di molto più grosso di noi, è naturale che spaventi e susciti reazioni diverse”. Cosa consigli a chi vuole stare vicino ad un malato di cancro? “Il malato di cancro ha bisogno di persone che gli stiano vicine, ed il modo per farlo è quello di mettersi in ascolto. Ascoltare la paura, i pianti, i silenzi, gli sfoghi, i movimenti. Capire che cosa la persona vuole, magari solo un po’ di compagnia per andare a fare la chemioterapia o una persona amica che si sieda accanto e rimanga in silenzio, bisogna stare vicino al malato di cancro per come lo desidera lui. Niente di più”. Anna Lisa, dove trovi tutta questa forza per parlare della tua malattia, per ricevere tante persone e continuare a sorridere? “Ma quale forza? Tre ore fa piangevo come una disperata”.
Sarebbe strano se tu non lo facessi, ma nonostante la sofferenza tu ci stati dando un grande messaggio che grazie anche al tuo blog su La Stampa è arrivato a migliaia di persone. Forse non ti rendi conto quello che stai facendo, ma il tuo coraggio si sta moltiplicando nel cuore di tante altre persone. “Il blog mi ha fatto bene, io la chiamo la mia blog terapia. Oltre a tutti i medicinali e le chemioterapie una cosa che mi ha permesso di andare avanti è stato proprio lo scrivere e il condividere con gli altri la mia malattia. È stato un po’ come scaricare in parte il cancro fuori di me, alleggerirmi di lui. Inoltre, il blog mi è servito come bollettino medico, gli amici mi chiamavano continuamente per avere notizie e io non ce la facevo, non avevo la forza fisica per ripetere le stesse cose più volte al giorno, invece scrivendole sul blog loro hanno potuto leggere ed essere sempre informati, ed io li ho sentiti comunque sempre vicino a me”. Com’è andata l’incontro con La Stampa? “Una signora che non conosco ha notato il mio blog e lo ha segnalato al direttore Mario Calabresi, lui ha avuto il tempo di leggerlo ed ha deciso che dovevo avere uno spazio sul sito del suo giornale. E così è stato. In seguito ci siamo anche conosciuti personalmente, è veramente una persona speciale, molto bravo, ed io gli sarò eternamente grata per avermi data questa opportunità”. C’è un aspetto positivo nella malattia? “Sto per dire una cosa che può sembrare assurda, ma a me la malattia ha dato tanto. Mi ha permesso di capire quale sono le persone e le cose più importanti nella mia vita, prima davo valore ad altro, adesso ho imparato ad apprezzare le cose che sembrano le più piccole, ma in realtà non lo sono,
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a partire da quei gabbiani che la mattina si fermano sul davanzale della mia camera alle Cure Palliative per svegliarmi. La malattia mi ha dato al possibilità di continuare a scrivere il blog, di vederlo crescere, diffondere e apprezzare da molti”. L’aspetto più terribile della malattia? “Vorrei avere una vita normale, quella di una semplice trentenne, vorrei andare a casa mia, avere un lavoro, vorrei poter fare le cose da sola, vorrei poter fare la doccia senza l’aiuto di nessuno, vorrei poter camminare senza stare sempre attaccata all’ossigeno. Vorrei una vita normale, la malattia invece mi ha portato via tutto, sempre di più, giorno dopo giorno. Questo mi dà fastidio, rivorrei la normalità che mi è stata tolta”. Grazie Anna Lisa, conoscerti è stato un privilegio, da oggi, ogni volta che vedrò volare un gabbiano in cielo penserò a te, alla tua forza e a quanto ci hai saputo insegnare.
Antonella De Vito
Anna Lisa al centro con il libro di Umberto Vivaldi. A destra il marito Andrea e a sinistra Umberto Vivaldi
L’Associazione Cure Palliative onlus di Livorno è nata nel gennaio 2003 per fornire sostegno all’Unità Funzionale Cure Palliative (Hospice), aperta dall’Azienda USL 6 l’anno prima e destinata alla cura ed all’assistenza dei pazienti affetti da malattie di natura oncologica in fase avanzata. L’Associazione organizza e finanzia l’assistenza domiciliare, promuove la conoscenza delle Cure Palliative, contribuisce con corsi, convegni ed altro alla formazione di personale medico, infermieristico e di volontari, allo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza offerta ai malati alla fine della vita. Grazie ai fondi raccolti con numerose e varie attività promozionali e alle generose donazioni ricevute, l’Associazione ha potuto svolgere tutte le proprie attività e servizi per i malati oncologici della città di Livorno GRATUITAMENTE. (Le Cure Palliative hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita del malato in fase terminale, liberandolo dal dolore e da altre sofferenze e aiutandolo a conservare la sua dignità. Con molta attenzione si praticano trattamenti che possano essere gestiti dai familiari o dallo stesso paziente, per consentire la permanenza a domicilio, luogo privilegiato di cura. Vi è un grande riguardo anche per gli aspetti psicologici, sociali e spirituali per le difficoltà e bisogni delle famiglie. Quando non è possibile prendersi cura del paziente a domicilo, l’Hospice lo accoglie come una seconda casa). Sede dell’Associazione: Hospice Ospedaliero 1° Padiglione 2° Piano Viale Alfieri 36 - 57124 Livorno Segreteria: Lunedi - Mercoledì - Venerdì ore 9:00/12:30 Tel/Fax 0586 223363 cellulare 393 9960464 Contatti utili: Assistenza Domiciliare Tel: 0586 223462 -per chiamate urgenti 24 ore su 24- per consigli e spiegazioni Hospice: 0586 223062 info@curepalliativelivorno.it m.savelli@nord.usl6.toscana.it
COME NASCE LA CARITAS E QUALI SONO I SUOI OBIETTIVI La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Ha lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Fondamentale il collegamento e confronto con le 220 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell’animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di ascolto, Osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, Centri di accoglienza, ecc.
Solidarietà a tutto mondo
I compiti
Educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, corresponsabilità sono anche le linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo. Negli interventi internazionali vale il principio della sussidiarietà, nel senso di integrare gli sforzi che primariamente spettano a ciascuna Chiesa locale dei Paesi colpiti da calamità o in cammino verso lo sviluppo. Si cerca anche di creare le condizioni di intervento per le Caritas diocesane disponibili ai gemellaggi, preziosa occasione di reciprocità. Costante è il collegamento con le altre Caritas nazionali, direttamente e attraverso la “rete” di Caritas Internationalis, che raccoglie in federazione 162 organizzazioni. Ne riunisce 48, invece, Caritas Europa. Ci sono poi i microprogetti di sviluppo, di piccola entità ma significativi per l’autopromozione locale, proposti dalle stesse comunità del Sud del mondo e divulgati dalla Caritas. Sono finanziati da parrocchie, scuole, associazioni, famiglie che così entrano direttamente in contatto con chi riceve per uno scambio di valori. www.caritasitaliana.it
• Collaborare con i Vescovi nel promuovere nelle Chiese particolari l’animazione della carità e il dovere di tradurla in interventi concreti; • curare il coordinamento delle iniziative e dei servizi di ispirazione cristiana; • indire, organizzare e coordinare interventi di emergenza in Italia e all’estero; • in collaborazione con altri organismi di ispirazione cristiana: - realizzare studi e ricerche sui bisogni per aiutare a scoprirne le cause; - promuovere il volontariato e favorire la formazione degli operatori pastorali della carità e del personale di ispirazione cristiana impegnato nei servizi sociali; - contribuire allo sviluppo umano e sociale dei paesi del Sud del mondo anche attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
LA COLLABORAZIONE FRA SVS E CARITAS PIENA SINTONIA SUGLI OBIETTIVI SOCIALI La copertina del libro di Umberto Vivaldi
A Livorno dal dicembre 2010 suor Raffaella è presidente della Fondazione Caritas e vicedirettrice della Caritas Diocesana. Fin dal suo arrivo ha intessuto relazioni con il mondo del volontariato: “Ho voluto conoscere subito il direttore della SVS –spiega suor Raffaella- con il Vescovo sono andata ad incontrare anche la Misericordia, perché insieme siamo le tre realtà più incisive del territorio locale, ed è quindi importante unirci per realizzare insieme alcuni progetti, sia per vivere meglio e in sinergia il servizio sociale sia per essere un segno ancor più forte nella città”. “Ho subito trovato grande disponibilità –continua suor Raffaella- da parte della SVS, ad esempio per portare a domicilio 30 pasti, in alternanza con la Misericordia, a persone in difficoltà che ci sono state segnalate dal Comune. Insieme collaboriamo al progetto Rom che è in fase iniziale, e vede la partecipazione anche di Misericordia, Caritas, Salesiani, l’associazione Don Nesi, il Centro Mondialità. La nostra intenzione è quella di diventare interlocutori del Comune per farci portavoce della situazione dei Rom”. Le occasioni di collaborazione sono state molte: “Quando ho avuto delle difficoltà ed ho chiamato la SVS ho sempre avuto la massima disponibilità –conclude suor Raffaella- ad esempio mi hanno aiutato a trasportare dei pacchi alimentari che dovevo mandare alle nostre missioni, sono sempre stati disponibili ad accompagnare i nostro assistiti in ospedale, e tante altre cose ancora. La nostra non è una semplice collaborazione che mira ad un reciproco aiuto, ma abbiamo affinità comuni negli obiettivi che ci poniamo. Su questo ci troviamo in piena sintonia”.
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IL CORAGGIO DI FRIDA MISUL
MATRIMONI E NASCITE
FRIDA MISUL:
UN NOME CHE CI RICHIAMA ALLA TOLLERANZA, ALLA LIBERTÀ, AL RISPETTO E ALLA SOLIDARIETÀ Dalla prigionia ad auschwitz alla sua livorno, sempre tenendo alta la bandiera della democrazia A Livorno, zona Porta a Terra, scendendo dal cavalcaferrovia che dalla zona stazione porta verso il rondò di via degli Acquedotti per poi integrarsi con via delle Sorgenti, girando subito a destra in direzione nuovo Palasport e Ipercoop percorriamo una via che porta un nuovo nome, come relativamente nuova è del resto la zona, non un nome altisonante, non il nome di uno scienziato o di un ricercatore o di un vecchio sindaco di Livorno, neppure il nome di un personaggio storico, semplicemente si chiama via Frida Misul. Proseguendo si trovano poi via Giotto Ciardi, via Dino Frangioni, via Nelusko Giachini ed altri. Personaggi non vissuti nel 1700 o 1800, ma personaggi del secolo trascorso, del ‘900, personaggi che hanno magari poca risonanza a livello nazionale, che non hanno fatto la storia d’Italia, ma certamente hanno contribuito a scriverla con il sangue e il dolore, personaggi che molti livornesi ancora viventi hanno conosciuto. Per tutti prendiamo ad esempio il primo che troviamo: Frida Misul. A molti che hanno dimestichezza con i nomi e con le tradizioni labroniche il cognome Misul dice molto, innanzitutto che si tratta di una famiglia di origine ebraica, figurarsi poi per chi l’ha conosciuta direttamente o indirettamente cosa significa Frida. La sua storia inizia nel 1919, quando nasce a Livorno da un’umile famiglia di religione ebraica, una Livorno tollerante, accogliente, solidale, forse una Livorno che oggi piano piano và scomparendo, ma che comunque cerca ancora a fatica di mantenere saldi certi ideali, quelli che sotto il Granduca Leopoldo avevano portato nella nascente città gente martoriata e perseguitata da tutti i continenti, che qui si era amalgamata e aveva dato vita ad una nuova cultura a un nuovo popolo che niente aveva, e che forse ancora poco ha a che fare, con gli altri toscani. Ma ritorniamo a noi, a tempi relativamente recenti. Negli anni ’20 del secolo scorso l’Italia precipita nel buio della ventennale dittatura fascista; 1938-1939 Mussolini promulga le leggi razziali, agli ebrei viene tolta la cittadinanza italiana e con essa ogni diritto: diritto ad insegnare, diritto a possedere una casa, diritto a possedere altri beni e ad esercitare le libere professioni, esclusione dalle scuole pubbliche ecc. ecc. Non domandiamoci il perché, la risposta sarebbe lunga e non fa parte di questo articolo, ci porterebbe molto lontano. Dopo la caduta del fascismo, 8 settembre 1943, l’Italia viene militarmente occupata dalle truppe tedesche e divisa in due: a sud di Roma il regno del Sud con gli alleati che avanzano, al nord di Roma la Repubblica Sociale Italiana del governo fantoccio di Mussolini completamente asservito ai nazisti, e insieme scateneranno una delle più tremende guerre civili e fratricide che la storia del nostro Paese ricordi. Al seguito delle truppe tedesche i famigerati reparti delle SS che danno la caccia ai partigiani, ma in particolare agli ebrei per sterminarli. Anche Frida Misul, poco più che ventenne, cade in-
TANTI AUGURI A…
Frida Misul
genuamente in una trappola e viene arrestata per essere deportata prima al campo di concentramento di Fossoli (Modena) e poi smistata nel campo di eliminazione di Auschwitz (Polonia), l’accusa: essere di religione ebraica, simpatizzante comunista e cugina di un comandante partigiano che agisce tra la Garfagnana e gli Appennini, Gino Misul. Tralascio la feroce parentesi della prigionia, per arrivare all’8 maggio 1945 quando viene liberata dalle truppe dell’esercito sovietico, pesava 30 chili, e dopo innumerevoli traversie riportata nella sua Livorno. Quelle esperienze non le dimenticherà più, girerà scuole e quartieri, sezioni di partiti, piazze per narrare a tutti cosa vuol dire provare sulla propria pelle il razzismo, la mancanza di libertà, la mancanza di solidarietà verso chi soffre. Molti la ricorderanno anni dopo, prima della sua morte avvenuta nel 1992, quando fino all’ultimo, anziana tra gli anziani, nel quartiere Garibaldi-San Marco-Pontino continuerà la sua opera di volontariato a favore dei più sfortunati, di quelli più anziani e più malati di lei, mostrando con incredibile dignità e fierezza il suo braccio sinistro dove per oltre un anno era stato impresso a fuoco il suo nuovo nome nel campo di Auschwitz: AX5383… per tanto tempo era stata solo un numero marchiato a fuoco sulla pelle. Oggi con la via dedicatale viene ricordata generalmente alla fine di ogni mese di gennaio, nel Giorno della Memoria, sotto quella lapide che segna la via e la sua storia, sotto quella lapide dove io insieme alla mia seconda famiglia, quella della SVS di Livorno amiamo incontrarci in un’occasione davvero speciale. Io sono suo figlio, cosa mi è rimasto di lei? Tante, tantissime cose e insegnamenti: la tolleranza, la libertà di vivere e di culto (lei ebrea aveva sposato un cattolico), la libertà di parola, il rispetto per gli altri di qualunque colore sia la loro pelle e qualunque sia il loro credo politico-religioso, ma soprattutto la voglia di aiutare gli altri, di dare una mano a chi soffre e ai più sfortunati. Grazie mamma. Roberto Rugiadi
Sarah Cortopa Il padre è Ales ssi, nata a Livorno, il 1° lug sio Cortopass i e la Mamma lio del 2011 alle 16:28. Pe è Cristina Ditra savo 3.710 kg . ni.
. alle 7.55le ni aggio 2011 o il 30 mdr ncesco Fal rn ra F vo è Li e a ta pa na Il ni g. le K al 0 Giulia F ita pesava 3,22 alani Alla nasc ma è Stefania S e la mam
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La commemorazione di Frida Misul nel Giorno della Memoria
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PATRONATO E MEDIAZIONE IL RAPPORTO TRA SVS E INTERVISTA A IL PATRONATO INCA FLAVIO CROCE Come è nato il servizio Il servizio di Patronato è nato dalla necessità di offrire un servizio completo ai soci e ai cittadini che si rivolgono alle onoranze funebri. L’SVS intende offrire un servizio ottimale a tutti coloro che lo desiderano, che gli permetta di sbrigare tutte le pratiche all’interno di un’unica struttura senza dover girare di ufficio in ufficio. Da qui è nata l’esigenza di collaborare con un Patronato per l’espletamento delle pratiche di reversibilità, chiusura pensione, consulenza, ecc… che ha dato vita al rapporto tra SVS e CGIL, da sempre vicine e sempre in campo per aiutare le classi più deboli e bisognose. Inizialmente questa collaborazione è nata solo per svolgere le pratiche correlate al servizio onoranze funebri, successivamente, con gli anni il servizio si è allargato ed attualmente il Patronato, all’interno delle strutture SVS, svolge molte delle pratiche che gli competono. Come si accede al servizio L’ufficio lavora su appuntamento, per informazioni è possibile rivolgersi al numero 0586/888888 chiedendo della Signora Sara.
La responsabile del servizio Patronato
DI COSA SI OCCUPA IL PATRONATO INCA • PENSIONI: l’INCA CGIL tutela tutti i lavoratori per le prestazioni previdenziali (verifica posizione assicurativa, controllo contribuzione, riscatto e ricongiunzione dei periodi assicurati, controllo del diritto alla prestazione, calcolo e domanda di pensione, pensioni di reversibilità, orientamento e assistenza per l’accesso alla previdenza complementare, ecc.). • INVALIDITÀ CIVILE E DISABILITÀ: L’INCA CGIL tutela i diritti dei cittadini disabili (riconoscimento invalidità civile, congedi straordinari per accertamento disabilità, benefici della legge 104/92, ecc.). • INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI: L’INCA CGIL dispone di medici-legali convenzionati altamente qualificati che garantiscono la migliore tutela per quanto riguarda l’indennizzo degli infortuni, il danno biologico, le malattie professionali, ecc. • DISOCCUPAZIONE E MOBILITÀ: l’INCA CGIL fornisce assistenza ai lavoratori per le pratiche di mobilità, domande di disoccupazione ordinaria, agricola, requisiti ridotti, disoccupazione in edilizia, ecc. • SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA: l’INCA CGIL cura la tutela assistenziale delle famiglie (maternità, paternità, congedo parentale, assegno al nucleo familiare, ecc.). • CITTADINI STRANIERI: l’INCA CGIL tutela i diritti dei cittadini stranieri verso l’integrazione sociale e lavorativa (pratiche per l’ottenimento dei permessi di soggiorno, prestazioni regolate dalle convenzioni internazionali, ecc.) • ASSISTENZA LEGALE: l’INCA CGIL fornisce assistenza legale tramite avvocati convenzionati (è richiesta per legge una quota di partecipazione alle spese legali da parte dell’assistito).
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RESPONSABILE DEL COSTITUENDO ORGANISMO DI MEDIAZIONE “SVS UFFICIO DI MEDIAZIONE”
Ci può spiegare in sintesi che tipo di attività svolgerà il vostro Organismo? “Il costituendo Organismo SVS Ufficio di Mediazione svolgerà tutta una serie di attività disciplinate dalla recente normativa e dal Regolamento dello stesso Organismo, per assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole, con riferimento ad una controversia che li riguarda, sia nella formulazione di una proposta per risolvere la medesima controversia. Dall’inizio alla fine del procedimento, l’Organismo assisterà le parti, in ogni fase dell’attività di mediazione, offrendo non soltanto la competenza di mediatori professionisti qualificati, ma anche una struttura di segreteria che aiuterà e sosterrà le parti durante tutti i passaggi formali e sostanziali del percorso di mediazione”. Chi sono i vostri mediatori e che tipo di formazione hanno ricevuto? “I mediatori di SVS Ufficio di Mediazione sono tutti abilitati secondo i criteri stabiliti dalla disciplina vigente in materia. Occorre tuttavia sottolineare che il nucleo fondativo del gruppo di mediatori proviene dalla scuola dell’Università di Pisa del Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace, dove lo strumento della mediazione è ormai da parecchi anni studiato e promosso a tutti i livelli, prima ancora che venisse obbligatoriamente imposto dalla legge”. Qual è il vostro punto di forza? “Da sempre, dunque da tempi non sospetti, crediamo nello strumento della mediazione, che studiamo e pratichiamo con convinzione. Il valore aggiunto del nostro Organismo e del nostro gruppo di mediatori pensiamo possa essere il fatto di coniugare competenze scientifiche a livello accademico con la pluriennale esperienza sul campo in tema di mediazione, ancor prima che il legislatore prevedesse l’obbligatorietà dello strumento mediativo. La tradizione di impegno solidaristico di SVS rappresenta inoltre una garanzia per i cittadini livor- Flavio Croce nesi e riteniamo che anche la mediazione debba essere uno strumento ed una possibilità per tutti e alla portata di tutti”.
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ABBIAMO BISOGNO
DI TUTTI VOI
ALCUNI INFORMAZIONI UTILI SULLA MEDIAZIONE
Cos’è la mediazione? La mediazione è l’attività professionale svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa. Chi è il mediatore? Il mediatore è un professionista che svolge la mediazione rimanendo privo, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio medesimo. Quali sono le tipologie di mediazione? La mediazione può essere: - facoltativa, e cioè scelta dalle parti; - demandata, quando il giudice, cui le parti si siano già rivolte, invita le stesse a tentare la mediazione; - obbligatoria, quando per poter procedere davanti al giudice, le parti debbono aver tentato senza successo la mediazione. Che valore ha l’eventuale accordo raggiunto tra le parti? L’accordo raggiunto con la collaborazione del mediatore ha valore di un contratto stipulato tra le parti. Su richiesta di parte il giudice può omologare l’accordo, che acquista così valore di titolo esecutivo. Il mediatore può fare una proposta di risoluzione della controversia? Nel caso di mancato accordo il mediatore può fare una proposta di risoluzione della lite che le parti restano libere di accettare o meno. Il mediatore è obbligato a fare una proposta se le parti la richiedono concordemente. Quali garanzie di riservatezza sono previste rispetto alle informazioni rese al mediatore? Tutte le informazioni rese al mediatore sono riservate e sono in ogni caso inutilizzabili in ogni successivo ed eventuale processo. Nessuna dichiarazione o informazione data da una parte solo al mediatore può essere rivelata alla controparte, e ogni violazione viene sanzionata. Tutte le parti presenti sono vincolate all’obbligo di riservatezza.
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