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DOMENICA 7 OTTOBRE 2012 A N N O I X N . 36

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Beato Angelico, Annunciazione, 1450 ca, Firenze, Museo di S. Marco.

Per ricominciare + ARRIGO MIGLIO

lcune riflessioni sull’Anno della Fede e sul cammino pastorale della nostra diocesi per l’inizio di questo Anno della Fede. Vorrei iniziare con tre figure bibliche. La prima figura biblica è quella di Abramo, che è il padre della nostra fede. Abramo richiama l’attesa, richiama la strada, il cammino, la capacità di guardare la futuro e non è secondaria neanche l’età in cui Abramo è stato chiamato. Dunque supera un po’ i nostri schemi, giovani, vecchi ecc.. Abramo è diventato padre della Fede così. Mi pare importare che iniziamo l’anno della Fede sui passi di Abramo. La seconda figura è Maria, colei che ha creduto “Beata colei che ha creduto” dice Elisabetta a Maria. “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” dice Gesù alla donna della folla che fa l’elogio della madre. Sui passi di Abramo, con la fede di Maria. La terza figura mi pare debba essere quella di Pietro. “Allontanati da me che sono un peccatore” dice Pietro nel racconto di Luca al momento della chiamata. Pietro viene definito beato da Gesù ma due righe dopo viene definito “Satana”, colui che intralcia il piano di Dio. Pietro che dice a Gesù “Da chi andremo” alla fine del discorso sul pane di vita e che alla fine del Vangelo di Giovanni, al capitolo 21, dice a Gesù “Tu sai tutto. Tu sai che ti amo”. Credo che sarebbe bello camminare in quest’anno della Fede sui passi di Abramo, con la fede di Maria e con l’umiltà di Pietro.

A

Papa Benedetto XVI ci ha dato un testo “Porta fidei”, la “Porta della Fede”, che è una porta sempre aperta: l’invito a entrare è per tutti e da questa porta veniamo introdotti nella via della fede. Per vivere il nostro Anno delle Fede dobbiamo guardare a questa via della Fede. È una via che viene da lontano, viene da Abramo, e su questa via abbiamo una moltitudine di testimoni della Fede. Penso a quanto ci dice la lettera gli Ebrei, al capitolo 11, che elenca i testimoni più importanti ma poi ci parla di una moltitudine immensa di testimoni. Questo vale anche per noi, vale per questa nostra Diocesi, vale per questa nostra terra, per la fede di coloro che ci hanno preceduti, la fede dei Martiri. Sono colpito dal numero rilevante di martiri antichi che segnano la vita della Diocesi e delle varie parrocchie, a cominciare da Cagliari, dalla Cattedrale. Nell’Anno della Fede questi nostri martiri dobbiamo rimetterli in vista, all’attenzione di tutti. Mi pare sarebbe bello avere in Cattedrale, nel corso dell’anno, una memoria dei Martiri di questa terra. Alcuni per me erano sconosciuti, ma forse anche per molti dei nostri fedeli non tutti sono così conosciuti. Un terzo punto importante per inoltrarci nell’Anno della Fede è quanto ci dice il Papa nel Porta Fidei: l’Anno della Fede come occasione per ricominciare. È un’esperienza che io vivo e che mi porto dentro: ogni mattina devo ricominciare il mio cammino di fede. Prima di pensare a cosa devo fare come vescovo, come sacerdote, riscopro di dover rinnovare la mia fede come credente. Nell’Anno delle Fede è importante che noi viviamo questa sfida ma anche gioia, freschezza del

ricominciare ogni mattina. Riscoprirci credenti! Prima di tutto siamo dei credenti, tutti quanti, siamo chiamati a credere, poi viene tutto il resto. Quanta gente dà per scontati i discorsi di fede, crede di sapere e di conoscere: occorre ricominciare, riscoprire e riprendere slancio, riprendere entusiasmo. Ridiventare un po’ neofiti. Qualche volta ridiamo dell’entusiasmo dei neofiti, in tutti i campi. Quando uno è neofita è un po’ ingenuo, poi dopo diventa navigato, scafato e dunque sa già tutto. A volte è meglio essere neofiti, con il rischio magari di qualche ingenuità. Da questo punto di vista abbiamo un bel testo, il Prologo della Prima Lettera di Giovanni: “Ciò che abbiamo veduto, ciò che abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato, questo lo annunciamo a voi perché anche voi siate in comunione con noi e la nostra comunione col Padre è col Figlio suo Gesù Cristo. Questo vi scriviamo perché la vostra gioia sia completa”. Mi pare davvero la pagina che ci può aiutare ricominciare, a riscoprire, a ripartire. Ma in questo anno della Fede bisogna guardare al Concilio. L’Anno della Fede è stato indetto nel 50° dell’inizio del Concilio Vaticano II. Il Concilio è un segno di contraddizione, fonte di discussione, qualche volta di tensione e qualche volta di incomprensioni. Parlare di Concilio non è mai scontato, è un tema che ci anima. E allora come fare? A cosa guardare in questo 50° anno del Concilio? Dire di tornare a quelli che erano e sono gli obiettivi del Concilio. Abbiamo due testi che formano come un inclusione di questi 50 anni. Segue a pagina 16

SOMMARIO LAVORO

3

L’Ilva gioca a poker, ma i lavoratori non ci stanno SCUOLA

5

Il sostegno negato: stavolta parlano avvocati, sindacalisti e genitori CHIESA

13

Nuovo anno accademico per la Facoltà teologica della Sardegna INIZIATIVE

13

Gli esercizi spirituali della vita ordinaria, una proposta che chiama PAESI TUOI

A Serrenti fin dall’alba una folla di fedeli festeggia santa Vitalia

14


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