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SETTIMANALE DIOCESANO
DI
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CAGLIARI
Per il bene comune VITTORIO PELLIGRA*
i conclude con questo articolo la serie che Il Portico ha voluto dedicare al tema dei beni comuni (commons). Un tema che solo a prima vista può sembrare un po’ tecnico e tutto sommato marginale rispetto ai grandi temi di attualità economica e politica, che riguardano di questi tempi la nostra regione. Chi la pensasse così, sarebbe però clamorosamente fuori strada. Per almeno due ragioni: la prima è che oramai, ce ne siamo accorti o meno, viviamo nell’”era dei beni comuni”, che non rappresentano più, come un tempo, un’eccezione in un sistema dominato dai beni privati, ma la regola. La seconda ragione ha a che fare con la contiguità del concetto di beni comuni con quello più generale di Bene Comune. Non si può dare, infatti, Bene Comune, inteso come “il bene di tutti e di ciascuno”, senza abbondanza di beni comuni. Così come il Bene Comune non è dato da una somma di interessi, ma piuttosto da una sottrazione di egoismi, analogamente - lo abbiamo visto in queste settimane - la tutela e la valorizzazione dei beni comuni si fonda su una rinuncia al massimo sfruttamento individuale in funzione di un benessere superiore per tutti. Questa logica infine rimanda ancora alla natura più profonda del legame sociale, del perché le
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comunità stanno insieme e non si disgregano miseramente, a ciò che ne costituisce il cemento e cioè l’essere ciascuno cum-munus, dono e obbligo reciproco. Comunità, beni comuni e Bene Comune, dunque, rappresentano una triade inscindibile, lo sfondo su cui il nostro discorso si è articolato. Eppure i beni comuni sono tanto importanti quanto fragili. La loro “tragedia” appare quasi ineluttabile. Per questo spesso ci sembra che l’ambiente naturale, quello sociale e civile siano soggetti a un costante e sistematico degradamento. Se la delega allo Stato o al privato della gestione dei commonsspesso si rivela inefficace nel contrastare tale tendenza, non di meno esistono esempi illuminanti di forme di gestione comunitaria certamente più efficaci. Una comunità stabile e coesa può farsi capace di imbrigliare la foga dell’interesse individuale. Abbiamo poi accennato al ruolo che possono avere differenti forme di “punizione altruistica”. Sentirsi coinvolti, responsabili e non indifferenti e per questo reagire alla distruzione dei commons con il biasimo e lo stigma verso i non-cooperatori, può aiutare alla tutela del bene e dei beni. E poi c’è la dimensione etica individuale che dirige l’azione incondizionatamente verso la loro tutela e valorizzazione. Anche quando ci si sente soli, esigua minoranza. La decisione di agire così, come minoranza, ma
“minoranza profetica”, messa in atto prima da poche persone e poi da gruppi sempre più numerosi, può determinare fenomeni di contagio sociale: come abbiamo visto due settimane fa, è capitato nel caso del buco nell’ozono. Operare tale contagio che passa dai singoli alle istituzioni, è oggi, attraverso forme di partecipazione sempre più diffuse grazie alla Rete, meno complicato che nel passato. E infine c’è un’ultima possibilità, quella che produce l’accensione di quell’interruttore che smette di farci ragionare come tanti “io” e ci porta a considerarci come un “noi”. Questo cambiamento di quadro concettuale, dall’io al noi, è l’ultimo ingrediente fondamentale che può portarci ad una gestione oculata dei beni comuni, materiali e immateriali: dagli oceani alla fiducia istituzionale, dalle foreste al civismo, dai fiumi alla tradizione. In definitiva, però, ogni forma di reazione all’erosione del bene comune deve partire da una scelta inividuale, la cui responsabilità non può essere demandata ad altri. Se vivremo, quindi, e lasceremo in eredità ai nostri figli una terra ricca di beni comuni o un arido deserto naturale e sociale, questo dipenderà da ciascuno di noi, dal posto che decideremo di occupare nella nostra comunità e dal ruolo che in essa sceglieremo di avere: “minoranza profetica”, o massa indistinta? * ricercatore di Economia politica Università degli Studi di Cagliari
SOMMARIO ECONOMIA
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Salvare gli esodati? È possibile anche tagliando la spesa SOCIETA’
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Parla Salvatore Usala: “Così continuiamo la nostra battaglia” CAGLIARI
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Mediazione penale, convegno organizzato dalla Caritas diocesana PAESI TUOI
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In mostra a Settimo la bellezza e la gioia di essere cristiani DIOCESI
Scuola per catechisti, a Sestu un nuovo anno di incontri formativi
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IL PORTICO DEL TEMPO
IL PORTICO
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Lavoro. Non è necessario aumentare l’Irpef di alcune categorie per riparare i danni della riforma Fornero.
E se per poter finanziare il costo degli esodati ora pensassimo a tagliare la spesa pubblica? Sarebbe sufficiente ridurre il numero dei parlamentari per ottenere le stesse cifre: qualcuno, però, preferisce parlare di contributo di solidarietà e far pagare più imposte
Classe di reddito Contribuenti Reddito medio Da 150.000 a 200.000 74.798 170.670 Da 200.000 a 300.000 45.605 238.840 Oltre 300.000 30.590 574.320 (fonte Ministero Finanze - Irpef del 2011 riferita al 2010)
SANDRO BRUSCO* N RECENTE emendamento in Commissione Lavoro alla Camera ha proposto di aumentare la spesa pensionistica per aiutare i cosidetti ''esodati'', quei lavoratori che hanno perso il posto o si sono dimessi dal lavoro in attesa di andare in pensione e sono rimasti spiazzati dai nuovi requisiti pensionistici della riforma Fornero. L'emendamento, proposto da tutti i partiti, propone di finanziare l'aumento della spesa con un aumento dell'Irpef di 3 punti per i redditi superiori a 150.000 euro per gli anni 2013 e 2014. Non voglio entrare nella questione di quali sono i modi più opportuni per aiutare gli esodati. Voglio fare due conti su quanto può rendere l'aumento dell'Irpef e chiedere se veramente non ci sono altri modi per reperire questi soldi. Cominciamo guardando quanto renderà questa tassa addizionale (o ''contributo di solidarietà'' come viene chiamato dai nostri politici privi di senso dell'ironia). Il Dipar-
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timento delle Finanze del Ministero dell'Economia ha meritoriamente iniziato a rendere disponibili on line i dati sulle dichiarazioni dei redditi. Nella tabella trovate la distribuzione dell'Irpef dichiarata nel 2011, facente riferimento all'anno 2010. Ci interessano in particolare i redditi sopra i 150.000 euro. Quanti sono i contribuenti in questa categoria e quanto dichiarano in media? Abbiamo raccolto la risposta nella tabella che pubblichiamo. I contribuenti che hanno dichiarato più di 150 mila euro sono (curiosamente) poco più di 150 mila e rappresentano circa lo 0,37% del totale dei contribuenti. Quanto si ricava da questi signori aumentando l'aliquota del 3% per i redditi superiori
a 150 mila euro? Occorre prendere il reddito medio di ciascuna classe, sottrarre 150.000, moltiplicare per il numero di contribuenti nella categoria e poi applicare il 3%. Si somma il tutto per le tre classi di reddito e si ottiene il totale. Per esempio, i contribuenti che hanno dichiarato un reddito tra 150.000 e 200.000 euro hanno in media un reddito di 170.670 euro, per cui pagheranno l'aumento di tassa su 20.760 euro. Il 3% di tale cifra è 620 euro. Moltiplicando per 74.798, numero dei contribuenti in questa classe di reddito, si ottengono circa 46 milioni. Facendo lo stesso per le altre due classi di reddito e sommando alla fine si ottengono 557 milioni. Non sappiamo se una cifra del genere (per i due anni 2013
e 2014) sarebbe sufficiente a coprire le maggiori spese richieste dall'emendamento, dato che su questa faccenda degli esodati i numeri e i costi non sono mai stati chiari. Sembra poco a dir la verità (e se così fosse vorrebbe dire che la copertura è fasulla), ma non è di questo che vogliamo discutere. Vogliamo invece porre una semplice domanda: veramente non era possibile trovare l'equivalente di 557 milioni per due anni tagliando altre spese? Se ai parlamentari manca la fantasia, ecco un semplice suggerimento. Stimando che, a occhio, un parlamentare costi circa 200mila euro l'anno si potrebbe ridurre il numero di senatori a 100 e il numero dei deputati a 200. Si passerebbe così da 915 (630 deputati e 315 senatori, senza contare quelli a vita) a 300 parlamentari. 200mila per 615 significa un risaparmio di 123 milioni l'anno. In due legislature il risparmio sarebbe di 1.230 milioni, più del gettito generato dalla sovratassa per due anni. Per i sofisticati si possono anche fare i conti scontando i risparmi futuri (e allungando l'orizzonte), la faccenda cambia di poco. Oppure, sempre a occhio, si possono eliminare completamente i contributi ai partiti e alla stampa. Altre idee simili sono facili da trovare, per cui non insistiamo. Ci risparmino quindi i signori parlamentari la stucchevole retorica sul ''contributo di solidarietà''. Se vo-
gliono essere solidali sul serio sanno cosa possono fare veramente. E non lo stanno facendo. Un punto finale. Senza dubbio ci sono quelli che trovano sempre e comunque una buona idea ''aumentare le tasse sui ricchi'', per cui non vedono la necessità di tagliare le spese. A costoro faccio presente una cosa elementare: il livello di progressività dell'imposta sul reddito può essere deciso indipendentemente dal livello di spesa da finanziare. Per essere più chiari: se vi piace l'idea di aumentare le tasse pagate dai più ricchi (sempre e comunque?), fatelo pure a prescindere dalle spese che vanno finanziate, e tagliate al tempo stesso le tasse per i meno abbienti. Lo si può fare in molti modi: abbassando l'Irpef pagata dai redditi più bassi, riducendo l'IMU sulla prima casa per valori sotto una certa soglia, diminuendo l'IVA sui beni di prima necessità, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Immaginate quindi che quei 557 milioni li tirino fuori i meno abbienti, ai quali non viene scontata la tassa in più pagata da chi guadagna più di 150 mila. Sono quindi loro che finiscono per finanziare non gli esodati ma i partiti, i giornali o i parlamentari in più. E chiedetevi ora di nuovo quanta “solidarietà'' ci sia in quel contributo che i parlamentari impongono ad altri. *Associate Pofessor of Economics State University of New York at Stony Brook
Dialogo tra scienza e fede urgente e necessario Benedetto XVI: “L’universo non è il risultato del caos” I. P. ELLEVOSTRE DISCUSSIONI avete cercato di esaminare, da una parte, la corrente dialettica della ricerca scientifica in costante espansione, i metodi e le specializzazioni e, dall'altra, la ricerca di una visione onnicomprensiva dell'universo nel quale gli esseri umani dotati di intelligenza e di libertà, sono chiamati a comprendere, amare, vivere e lavorare". Lo ha detto il Santo Padre Benedetto XVI ricevendo nei giorni scorsi i partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, svoltasi sul tema: "Complessità e analogia nella scienza: aspetti teorici, metodologici ed epistemologici". "Tale approccio interdisciplinare alla complessità mostra anche - ha
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proseguito il Papa - che le scienze non sono mondi intellettuali scollegati l'uno dall'altro e dalla realtà, ma piuttosto sono collegate e volte allo studio della natura come una realtà unificata, intelligibile ed armoniosa nella sua indubbia complessità. Tale visione ha proficui punti di contatto con la visione dell'universo della filosofia e della teologia cristiana, con la sua nozione di essere partecipato, nel quale ogni creatura individuale, possessore della sua propria perfezione, condivide anche una natura specifica e ciò entro un cosmo ordinato che ha origine nella Parola creativa di Dio. È precisamente questa organizzazione intrinseca 'logica' ed 'analogica' della natura che incoraggia la ricerca scientifica e stimola la mente umana a scoprire la partecipazione orizzontale fra esseri e la partecipazione trascendente del Primo essere".
L’incontro tra il Papa e l’Accademia delle Scienze.
"L'universo non è caos o il risultato del caos, piuttosto, appare sempre più chiaramente come una complessità ordinata che ci consente di elevarci, mediante l'analisi e l'analogia comparativa, dalla specializzazione verso una visione più universale e vice versa. Mentre i primissimi momenti del cosmo e della vita ancora eludono l'osservazione scientifica, la scienza tuttavia si ritrova a meditare un ampio raggio di
processi che rivela un ordine di evidenti costanti e corrispondenze e serve come essenziale componente di creazione permanente". “Nella grande impresa umana di cercare di schiudere i misteri dell'essere umano e dell'universo, sono convinto dell'urgente necessità del costante dialogo e cooperazione fra il mondo della scienza e quello della fede nel costruire una cultura del rispetto dell'uomo, del-
la umana dignità e libertà, del futuro della nostra famiglia umana e dello sviluppo sostenibile a lungo termine del nostro pianeta. Senza questo scambio, le grandi questioni dell'umanità lasciano l'ambito della ragione e della verità, e sono abbandonate all'irrazionale, al mito, o all'indifferenza, con grave danno per l'umanità stessa, per la pace del mondo e il nostro destino ultimo”.
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IL PORTICO DEGLI EVENTI
IL PORTICO
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In lotta per la vita. Parla Salvatore Usala, il segretario del Comitato 16 novembre.
blocnotes
“Ci hanno tagliato i fondi per vivere, ma il nostro resta un Paese solidale”
Non ci sono soldi, ma si continua a spendere
tecnici? Non esiste un Governo dei tecnici, le leggi le fa il Parlamento, quello stesso che ci ha portato in questa situazione. Senza voler fare un trattato di economia, nel 2008 la spesa sociale ammontava a 2500 milioni, nel 2013 sarà di 200 milioni: come si fa a definire l'Italia un Paese civile? Questo Governo ha fatto tagli lineari, di equità non c’è nemmeno uno spillo. C'è un dramma sociale, ed i partiti non hanno vergogna dei loro privilegi che tengono ben stretti, tutti indistintamente danno la caccia ai fasi invalidi, parlano di altri 450mila accertamenti. Che pena... Cosa le sta insegnando, personalmente, questa vicenda? E come vive questi momenti della sua
esistenza? Mi insegna che l'Italia è un Paese dove la solidarietà regna incontrastata: abbiamo, purtroppo, una classe dirigente inadeguata e corrotta, con pochi distinguo. Ricordo che quando Eluana Englaro stava morendo in tanti ipocriti, per mania di protagonismo, hanno preso posizione pro vita: sono gli stessi che hanno azzerato il fondo della non autosufficienza. Per me la vita è finita al momento della diagnosi, ora vivo una vita diversa, ma comunque ricca di positività e gratificazioni. Che effetto le fa essere finito sulla ribalta nazionale? Non sono un eroe, ma un uomo molto determinato che nella sofferenza ha riscoperto i valori veri della vita: amore per gli altri, solidarietà, altruismo, giustizia e civiltà. Che consiglio dà alle persone che scoprono di soffrire della stessa patologia? Li aspetta una gran sofferenza, soprattutto psicologica. Bisogna avere grande forza: fatevi aiutare, non piangetevi addosso. La vita è bella perchè ci riserva molte sorprese. Anche alletati e paralizzati si hanno gratificazioni, diverse dal correre in un prato, ma ugualmente belle. Come dice il mio amico Luca, io guarirò, potete contarci.
I promotori dell’iniziativa assicurano che lo scopo della raccolta firme non è certamente economico, ma mira a difendere un importante valore sociale. La chiusura di numerosi negozi dicono alla Confesercenti - causa “città sempre più vuote e meno sicure, minore servizio di vicinato, maggiori difficoltà per gli anziani, in una parola in una desertifica-
zione del territorio”. E in tutta Italia l’iniziativa riscuote un discreto successo, perchè mira a tutelare il valore della domenica ma anche la dignità del lavoro. Non mancano iniziative originali, come quella di chi ha compilato e diffuso con tutti i mezzi possibili una speciale lista bianca con l’elenco dei negozi e dei supermercati che rimangono chiusi alla domenica.
Continua la mobilitazione per il ripristino del fondo per la non autosufficienza: “Abbiamo una classe politica inadeguata, l’Isola è un esempio virtuoso. La vita riserva sorprese” SERGIO NUVOLI
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Salvatore Usala con la moglie.
ALVATORE USALA ha 59 anni,
è nonno dal 17 ottobre scorso, e da otto anni convive con la SLA, una malattia che lo costringe a letto. Da sempre porta avanti, da segretario del Comitato 16 novembre, la battaglia - balzata anche agli onori della cronaca nazionale - per il ripristino del Fondo per la non autosufficienza. Volentieri, dal suo letto da cui parla al mondo solo muovendo gli occhi, risponde alle domande de Il Portico. Dpo la visita e le rassicurazioni dei ministri per un loro "impegno personale", il Ministro Grilli sembrava aver fornito una risposta positiva, salvo poi accorgerci che non era così. Quali sentimenti vivete in questi giorni? Il Ministro Grilli conosce molto bene la comunicazione mediatica, ha tagliato il fondo Letta (art.23, comma 8, legge 135/2012, spending review) di 631 milioni dove c'erano sicuri 350 milioni per disabili gravissimi. Il Ministro mente spudoratamente, vuole dare un fondo non finalizzato per la non autosufficienza che le regioni utilizzerebbero per altri scopi, non ci sta bene. Quant'è difficile stare in contatto tra voi ammalati, e vivere un'effettiva solidarietà tra voi? I contatti tra noi avvengono tramite
mail, facebook, forum, per chi muove solo gli occhi è obbligatorio l'uso del comunicatore. Le azioni di protesta le propongo normalmente io che ho un'esperienza sindacale trentennale. In seguito discutiamo nel direttivo ed affiniamo la strategia. Alla fine discutiamo con tutti e con tutti i mezzi. Sono scelte ponderate e democratiche. Tutti gli ammalati si sentono abbandonati dalle istituzioni, tranne pochi casi: la Sardegna è un esempio virtuoso, bipartisan. Che idea si è fatto sul vero motivo per cui tarda ad arrivare una soluzione? E' difficile dirlo in poche parole, potrei scriverci un libro: comunque è un problema economico. Lo Stato non fa nulla per rispettare la Costituzione: molti malati rifiutano la tracheostomia per non pesare sulla famiglia e muoiono per crisi respiratoria, una vera eutanasia di Stato. C’è inoltre il business delle residenze sanitarie, RSA, che costano 20 miliardi al servizio sanitario. Uno come me costa allo Stato 90mila euro in RSA: noi chiediamo un terzo per assisterli in casa, purtroppo ci sono lobby di affaristi spregiudicati. Infine, pensi al mercato degli ausili o alla ricerca fasulla: tutti mercenari della sofferenza. Che giudizio dà sul Governo dei
“Libera la domenica” arriva in tutta Italia Cei e Confesercenti per difendere il riposo lavorativo ANTONELLA PILIA ONFERENZA EPISCOPALE Italiana e Confesercenti insieme per restituire la domenica al riposo lavorativo. I rappresentanti dei commercianti hanno lanciato la campagna “Libera la domenica”, una raccolta di firme per inviare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare che abolisca la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali introdotta dal decreto “Salva-Italia” («non ha portato benefici, anzi 80 mila imprese stanno per chiudere», denuncia il
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presidente di Confesercenti, Marco Venturi) e possono contare, nell’iniziativa, sul sostegno convinto dei vescovi italiani. “Non si tratta di difendere solo un valore religioso - ha spiegato mons. Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per i Problemi sociali e i Lavoro - ma una intera dimensione antropologica e sociale che viene ad essere compromessa. La domenica, e non un giorno qualunque, - sottolinea - è il tempo del riposo, della famiglia, del raccoglimento spirituale che restituiscono dignità alla persona e al lavoro”.
SCENE DA FINE IMPERO
Un’indagine a tutto campo sulle spese “disinvolte” dei gruppi consiliari avviata dalla Procura della Repubblica nei giorni scorsi, per accertare il corretto utilizzo dei fondi attribuiti - in una postilla della busta paga - negli ultimi 10 anni a ciascun consigliere regionale. Una mobilitazione, indetta dai sindacati per il 24 novembre (come la settimana scorsa hanno spiegato su queste colonne Mario Medde ed Enzo Costa) per chiedere risposte ad una classe politica sempre più incerta e spaesata. I sindaci in piazza in questi giorni, con l’Anci a chiamarli a raccolta. Un assessore regionale alla Programmazione annuncia che, senza soldi, un bilancio non si può fare. Anzichè protestare con il Governo, l’esponente della Giunta Cappellacci (pare all’insaputa del Governatore) scrive una lettera e la fa recapitare da un comune amico non al Presidente del Consiglio, nè al Ministro dell’Economia, ma al segretario del suo partito, il quale è impegnato nell’intricata successione a Berlusconi. Lo fa mentre il consigliere Roberto Capelli lo invita a dimettersi e Pietrino Fois, presidente della commissione Bilancio che di fatto gli ha riscritto le ultime due finanziarie, fa spallucce. Nel frattempo - mentre La Spisa dice sostanzialmente “Bambole, non c’è una lira” - altri assessori continuano ad inaugurare mostre in mezzo mondo con il marchio “Sardegna” in bella vista. Non ci permettiamo di dire chi ha ragione nel patetico scenario appena descritto, ma non c’è da stare allegri. La sensazione di confusione è sovrana, e tra la gente cresce in modo preoccupante il disgusto per certa politica sempre più autoreferenziale. In via Roma spiegano di essere paradossalmente fortunati. Prendete il Pdl: i consiglieri potranno attendere con relativa serenità gli esiti delle elezioni politiche per poi riorganizzarsi in vista delle regionali. Nel frattempo, ognuno potrà riposizionarsi in uno dei mille pezzi in cui andrà il partito con le primarie (di partito, e non di coalizione). Del Pd abbiamo già parlato: nell’Isola Bersani è nettamente maggioritario tra i big del partito. Immaginatevi cosa succederebbe se, alle primarie di domenica prossima, vincesse Renzi. A guardare resta una parte sempre più numericamente importante dell’elettorato, senza bussola nè riferimenti sicuri. A parte l’astensione, l’esercizio in queste settimane più utile è comprendere dove si scaricherà il malcontento che - a livello nazionale sta premiando il movimento fondato da Beppe Grillo. Da tempo sosteniamo che la fascia dal Psd’Az agli indipendentisti più naif ha un’occasione storica: creare, magari con l’aiuto delle menti più raffinate (e non ce ne sono tantissime), un contenitore credibile in grado di elaborare una proposta seria per lo sviluppo della Sardegna. E vedere cosa succede.
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IL PORTICO DEL TEMPIO
IL PORTICO
Il Papa. Benedetto XVI ha invitato a promuovere una sorta di “pedagogia del desiderio”.
“È ancora possibile un cammino verso l’autentico senso religioso” ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS IL SANTO Padre si è soffermato sulle figure delle vedove che si incontrano nella prima lettura (1 Re 17,10-16) e nel Vangelo (Mc 12,38-44) della liturgia della XXXI Domenica del Tempo Ordinario: «da questi due episodi biblici, sapientemente accostati, si può ricavare un prezioso insegnamento sulla fede. Essa appare come l’atteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in Lui. Quella della vedova, nell’antichità, costituiva di per sé una condizione di grave bisogno. Per questo, nella Bibbia, le vedove e gli orfani sono persone di cui Dio si prende cura in modo speciale: hanno perso l’appoggio terreno, ma Dio rimane il loro Sposo, il loro Genitore. Tuttavia la Scrittura dice che la condizione oggettiva di bisogno, in questo caso il fatto di essere vedova, non è sufficiente: Dio chiede sempre la nostra libera adesione di fede, che si esprime nell’amore per Lui e per il prossimo. Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa. E infatti entrambe le nostre vedove di oggi dimostrano la loro fede compiendo un gesto di carità: l’una verso il profeta e l’altra facendo l’elemosina. Così attestano l’unità inscindibile tra fede e carità, come pure tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo». In settimana Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti ad un incontro promosso dall’Associazio-
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pietre INDIA
Violenza e morte su ragazzine cristiane Orrore e sdegno nella comunità cristiana dell'Orissa. Due ragazze cristiane di 13 anni sono state stuprate e una delle due è stata uccisa. Le due separate aggressioni di gruppo sono avvenute nel distretto di Kandhamal circa due settimane fa, ma solo nei giorni scorsi è stata data notizia. Gli episodi sono accaduti durante il festival di “Dussehara”, festività indù che celebra la vittoria del Dio Rama sul male. Secondo fonti e testimonianze locali, gli aggressori sono giovani induisti, forse legati a gruppi estremisti, che prendono di mira le ragazze cristiane perché più vulnerabili e indifese. Il distretto di Kandhamal è noto per i massacri anticristiani avvenuti nel 2008. EMIRATI ARABI
Medico cristiano ucciso a coltellate ne Santa Cecilia ai quali ha ricordato il legame tra il canto sacro e la nuova evangelizzazione: «la Costituzione conciliare sulla liturgia ricorda l’importanza della musica sacra nella missione ad gentes ed esorta a valorizzare le tradizioni musicali dei popoli (cfr n. 119). Ma anche proprio nei Paesi di antica evangelizzazione, come l’Italia, la musica sacra - con la sua grande tradizione che è propria, che è cultura nostra, occidentale - può avere e di fatto ha un compito rilevante, per favorire la riscoperta di Dio, un rinnovato accostamento al messaggio cristiano e ai misteri della fede». Nei giorni scorsi è stata pubblicata la Lettera Apostolica in forma di Motu
proprio di Benedetto XVI “Latina Lingua” per mezzo della quale viene istituita la Pontificia Accademia di Latinità. Nel testo della lettera il Papa richiama l’importanza della lingua latina: «appare urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio del-
la civiltà latina». All’Udienza Generale il Santo Padre, proseguendo il ciclo di catechesi dedicate all’Anno della Fede, ha approfondito il tema del desiderio di Dio: «dobbiamo ritenere che sia possibile anche nella nostra epoca, apparentemente tanto refrattaria alla dimensione trascendente, aprire un cammino verso l’autentico senso religioso della vita, che mostra come il dono della fede non sia assurdo, non sia irrazionale. Sarebbe di grande utilità, a tal fine, promuovere una sorta di pedagogia del desiderio, sia per il cammino di chi ancora non crede, sia per chi ha già ricevuto il dono della fede».
La Diocesi e l’anniversario del Concilio Vaticano II LʼArchidiocesi di Cagliari, la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, lʼIstituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari e il Pontificio Seminario Regionale Sardo hanno organizzato una serie di incontri finalizzati ad approfondire il Concilio Ecumenico Vaticano II in occasione del 50° anniversario (1962-2012)
Un brutale omicidio ha sconvolto la comunità cristiana indiana negli Emirati arabi uniti: un 58enne urologo dell'Ahalia Hospital di Abu Dhabi, è stato ucciso con otto coltellate da un 46enne, di nazionalità pakistana. Originario del Kerala, il medico cristiano è morto sul posto: sentite le urla, il personale ospedaliero ha trovato il corpo in una pozza di sangue, con una profonda ferita alla gola. La polizia ha subito fermato l'assassino, che per il momento resta l'unico sospettato. La vittima lascia la moglie e un figlio. Per il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), l'omicidio indica la "fragilità della comunità cristiana" all'estero, e denuncia la "grave indifferenza" delle autorità indiane dinanzi al "brutale omicidio di un cristiano". MONGOLIA
IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI venerdì 30 novembre 2012 – ore 17.30 Relatore: Prof. Maurilio Guasco Il Concilio, la Chiesa e la modernità
venerdì 25 gennaio 2013 – ore 17.30 Relatore: Frère John di Taizé Il Concilio e lʼecumenismo
Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna
Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna
giovedì 13 dicembre 2012 – ore 16.00 Relatore: Ferminaz Alvarez Alonso Il Concilio di Giovanni XXIII un ponte tra Oriente e Occidente"
giovedì 28 febbraio 2013 – ore 16.00 Relatori: Gilfredo Marengo e Gianni Valente Wojtyla e Ratzinger al Concilio Vaticano II
Aula Magna del Seminario Regionale
Aula Magna del Seminario Regionale
venerdì 14 dicembre 2012 – ore 17.30 Relatore: Mons. Luigi Bettazzi La Chiesa prima e dopo il Concilio
giovedì 21 marzo 2013 – ore 16.00 Relatore: Bernard Ardura Le fonti storiche del Concilio Vaticano II
Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna
Aula Magna del Seminario Regionale
venerdì 11 gennaio 2013 – ore 17.30 Relatore: Prof. Matias Augé Riforma e rinnovamento liturgico dopo il Vaticano II
giovedì 11 aprile 2013 Relatore: Giovanni Tangora Yves Congar: vera e falsa riforma
Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna
Aula Magna del Seminario Regionale
giovedì 17 gennaio 2013 – ore 16.00 Relatore: Philippe Chenaux Identità culturale e pastorale del “principe della riforma”
giovedì 9 maggio 2013 Relatore: Mons. Agostino Marchetto Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Riforma nella continuità
Aula Magna del Seminario Regionale
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Inaugurata la sesta parrocchia del Paese A testimonianza della continua crescita dei cattolici in Mongolia, nelle scorse settimane il Prefetto apostolico di Ulaanbaatar mons. Wenceslao Padilla ha inaugurato la sesta parrocchia del Paese. L'avvenimento si inserisce nelle celebrazioni in programma per i 20 anni di vita della Chiesa locale. Si tratta di una realtà giovane, attiva e desiderosa di espandersi e offrire la propria testimonianza missionaria, pur fra difficoltà e ostacoli, anche da parte delle autorità governative. Nel 1992, al momento dell'ingresso dei primi missionari stranieri (soprattutto filippini), tra i quali il futuro mons. Padilla della Congregazione del cuore immacolato di Maria, non vi erano parrocchie in tutta la nazione. E solo qualche mese fa erano ancora quattro, a conferma del cammino di sviluppo intrapreso dalla Chiesa mongola.
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IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
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Vita e famiglia. Una rivista australiana ha rivelato una pericolosa inconsapevolezza delle donne sui temi procreativi.
Dietro il boom di allegre mamme anziane c’è il rifiuto ostinato di qualunque imprevisto
gliano di 5-10 anni a proposito dell’età in cui la loro fertilità inizia a diminuire; così come in Svezia – secondo uno studio pubblicato su Human Fertility – i ragazzi pianificano un figlio all’età in cui la fertilità già declina. Ma anche riguardo le possibilità di successo con la FIV gli errori tra le donne non mancano: troppo ottimismo e troppa fiducia nei risultati della tecnica medica. In Italia la situazione sarà diversa? Probabilmente no; perché
l’età media a cui si concepisce il primo figlio è sempre in aumento, è tra le maggiori del mondo. La rivista richiama i medici di famiglia a spiegare bene e rimuovere gli errori. Già tanti lo fanno, ma cosa possono i medici di fronte ad un clima culturale che fa credere che col proprio corpo tutto sarebbe possibile? La disinformazione è grande e le scelte procreative sembrano sfuggire da una scelta realmente con-
sapevole e informata delle donne. Evidentemente quello che le coppie e le donne in primis assorbono dai discorsi sentiti su radio e Tv, da quello che leggono è davvero poco preciso. E soprattutto il clima culturale del figlio “quando lo decido io” sembra essere un clima di grande libertà di scelta… se non cozzasse con l’orologio biologico ovarico. Allora, perché non far spostare il dibattito sui temi procreativi, invece che sugli articoli di legge - importanti, beninteso - sulla cultura che sta dietro una denatalità diffusa, una paura della maternità, un boom di mamme anziane, sulla ricerca esasperata di un figlio perfetto e soprattutto sul rifiuto di qualunque cosa che noi non programmiamo, pianifichiamo e centelliniamo? La responsabilità dei massmedia è grande e i tre punti sottolineati dalla rivista australiana sui rischi della maternità rimandata ad età troppo avanzata dovrebbero entrare d’imperio nelle pagine dei rotocalchi nell’interesse di tutti e in particolare delle donne italiane. *membro della Pontificia Accademia per la Vita
ge 40, ormai da considerare con tristezza lettera morta. Perfino i radicali hanno contestato la novità introdotta alla Camera sostenendo che “occorre anche garantirsi da quello che ha tutta l'aria di diventare un mercato 'grigio' dell'adottabilità”. Molto critica la parlamentare Paola Binetti (Udc): "Un bimbo in provetta non nasce mai per caso – ha detto - Tradisce la legge 40 e va abrogato”, afferma la parlamentare che aggiunge “la segretezza del parto come tutela la vita del neonato, non può applicarsi alla Pma”. La riflessione, perfino dei più accaniti laicisti, su questo punto si
incrina: “Una donna che concepisce in provetta il figlio l’ha cercato, l’ha voluto, ha affrontato lunghe cure, ha pagato cifre alte – filosofeggia Maria Novella De Luca su Repubblica - Dunque era ben cosciente, consapevole della sua scelta. E poi dopo tutto questo lo abbandona? Non era meglio pensarci prima, avendo le possibilità culturali e sociali per farlo? Se poi la madre dovesse avere un problema nell’allevare quel figlio, beh, ci sono tanti modi per intervenire”. “Ma che senso ha allargare per legge questo “diritto” all’abbandono, che in realtà riapre la strada ad una pratica ben nota? – si chie-
de in modo retorico il quotidiano fondato da Scalfari - E cioè il disconoscimento dei figli nati con seme di donatore da parte dei padri, che magari in un primo tempo erano d’accordo ad avere un figlio non “geneticamente” loro, ma che poi si pentono, e lo “ripudiano” come avveniva prima che la legge 40 lo vietasse? Questa norma deresponsabilizza, non tutela nè bambini, nè genitori”. E se ricominciassimo a parlare, con un po’ più di serenità, di diritto naturale e a vedere le cose senza schemi ideologici? Dal 2005 sono stati finora 31.791 i bambini nati in Italia con tecniche di procreazione assistita.
Tra gli aspetti ignorati, i rischi di una gravidanza troppo avanti nel tempo e l’eccessivo ottimismo nelle moderne tecniche di fecondazione in vitro. Serve un’altra prospettiva CARLO BELLIENI A RIVISTA DEL ROYAL Australian College of General Practitioners illustra con grande preoccupazione l’inconsapevolezza delle donne sui temi procreativi. E spiega che ci sono cose che le donne dovrebbero invece sapere e spesso ignorano, tra cui i rischi di rimandare troppo la gravidanza nel tempo e l’eccessivo ottimismo sull’efficacia della fecondazione in vitro. E porta i dati non solo australiani, ma anche USA e svedesi. La stragrande maggioranza delle donne vuole essere madre: l’85% tra i 18 e i 23 anni lo vuole secondo uno studio pubblicato sul Journal of Adolescent Research – come aveva mostrato un analogo studio del 2004 fatto dall’Australian Institute
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of Family Studies, ma poi un quarto finisce senza figli, ci spiegano nell’articolo. Tantissime ignorano i rischi dell’età materna sul concepimento e sopravaluta le possibilità della Fecondazione in Vitro (FIV). Ad esempio per uno studio pubblicato nel 2005 sempre sull’Australian Family Physician, il 18% delle donne oltre i 35 anni che cercano la FIV ignorano l’impatto negativo della loro età sulla fertilità, e in USA l’88% delle donne sba-
Vorrebbero disconoscere pure i bimbi nati in vitro Emendamento choc passato alla Camera dei deputati S. N. ON È GIUSTO. L’emendamento bipartisan sul parto anonimo, che allarga anche alle donne che hanno concepito un bambino in provetta la possibilità di disconoscere il figlio al momento del parto, e far sì che questo bimbo poi venga dato in adozione, è un emendamento sbagliato. E se c’era una norma saggia nella legge 40, questa era proprio il divieto di disconoscimento”. A scriverlo, nei giorni scorsi, non è stato un settimanale diocesano, né il bollettino di qualche congregazione religiosa, e nemmeno Avvenire: ma la laicissima Repubblica, a proposito della modifica introdotta da parlamentari sempre più prossimi alla rottamazione, componenti della commissione Affari sociali della Camera. Tanta strada resta da fare perché la cosa diventi legge, ma qualche riflessione conviene farla. Si tratta di un emendamento, inserito in forza di una generica volontà di “dare a tutte le donne la
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stessa possibilità”, durante la discussione (udite udite) di una legge contenente misure a sostegno della segretezza della gravidanza. L’emendamento – firmato dall’Idv Palagiano - modifica la legge 40, nel punto che vieta il disconoscimento del bambino alle donne che hanno una gravidanza a seguito della fecondazione assistita (l'articolo 9, comma 2). Il presidente della commissione, Giuseppe Palumbo, del Pdl, ha espresso parere positivo all'emendamento e tutti i gruppi hanno votato a favore, tranne la Lega. "Non esistono madri di serie A e di serie B e, se a tutte le donne è concessa la possibilità di disconoscere il proprio nascituro al momento del parto, ciò deve essere così anche per le donne che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita", ha commentato sicuro delle proprie posizioni Antonio Palagiano, responsabile nazionale sanità di Idv e capogruppo del partito in commissione affari sociali. Come denunciato da questo giornale nelle scorse settimane, l’episodio è solo l’ultimo colpo alla leg-
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IL PORTICO
IL PORTICO DEI GIOVANI
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
Anno della Fede. Così la Chiesa libanese si è organizzata per vivere in profondità il periodo indetto dal Papa.
Un’occasione per tornare alle proprie origini vivendo la missione cristiana nel mondo arabo Incontri, iniziative, convegni e conferenze. Così è stato preso sul serio l’invito rivolto durante la visita del Papa a vivere senza timore la fede in Gesù Cristo
conferenze, formazione e centri d’ascolto… sulla maniera di leggere la Bibbia e come praticarla quotidianamente, testimoniandola nella vita. Invece l’evento più grande, giusto alle porte dell’Anno della fede, era la visita del Santo Padre Benedetto XVI in Libano (14-16 settembre 2012) per presentare e firmare l’Esortazione Apostolica post sinodale per il Medio Oriente. In essa, il Papa di Roma ha chiesto a tutti i libanesi di vivere la loro fede con amore al Cristo crocifisso senza timore, nonostante tutte le difficoltà e i problemi che sta vivendo il Medio Oriente e la situazione della primavera araba ma anche la situazione politica in Libano. Continuando il suo discorso, diceva che dobbiamo essere i testimoni vivi di Cristo davanti agli altri specialmente nel nostro comportamento con i musulmani e gli ebrei
provando ad essere ambasciatori di pace. Nella celebrazione di apertura dell’Anno della fede, i cinque patriarchi delle Chiese orientali cattoliche hanno partecipato alla Santa Messa e al sinodo episcopale con il Santo Padre, come segno di fedeltà e di unione alla Chiesa Romana. La ricchezza della Chiesa Universale e la sua fede profonda che è fondata sulla roccia dove "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16:18). Dopo tanti anni di guerra in Libano, con la situazione politica che perdura nella zona, i fedeli cristiani sono rimasti ancora coerenti, forti, amici di Gesù, la loro croce si trova in tutte le piazze vivendo con speranza. Amano la vita perché credono in Colui che ce l’ha data, professano la fede partecipando ai sacramenti, alle processioni, alle devozioni, ai movimenti giovanili, che sono tantissimi, alla consacrazione come laici, alla lettura della Bibbia… Nonostante la loro persecuzione durante il periodo della guerra, i cristiani vivono insieme con i musulmani e i drusi nello stesso paese, nella stessa via professando insieme la loro fede in Dio Onnipotente. All’inizio del capitolo 17 del Vangelo secondo Luca diceva che i discepoli hanno chiesto a Gesù di aumentare la loro fede. Il popolo libanese cristiano chiede in ogni momento della sua vita la stessa cosa per poter vivere secondo la sua fede. Egli crede in Dio creatore di tutti e ha scelto il popolo libanese per essere testimoni di fede vivendo insieme an-
che la differenza nella religione. Dio ha dato a ciascuno una missione nella vita e secondo il Beato Giovanni paolo II, Dio ha scelto il Libano per essere una missione. Una missione di convivenza, una missione di lodare il Signore, la missione di accettarsi l’un l’altro nonostante le differenze. L’Anno della fede, oggi, è un momento per tornare alle nostre origini, per vivere sull’esempio delle prime comunità cristiane, è un anno per arricchirsi della testimonianza degli altri e per conoscere di più la dottrina della fede scoprendo l’amore di Gesù Cristo. L’anno della fede significa cominciare a realizzare ciò che ci chiede l’Esortazione post sinodale: vale a dire, vivere la missione che Dio ci ha dato nel mondo arabo islamico, testimoniando la parola di Dio e accettando la diversità dei riti nella Chiesa libanese, rimanendo sempre uniti in Gesù Cristo. L’anno della fede è un momento di grazia e di ringraziamento per la Chiesa Universale e per la Chiesa in Libano. Noi Redentoristi abbiamo la casa di Zahle per accogliere gruppi o persone che vogliono vivere ritiri spirituali in modo particolare durante quest'anno della fede dove riflettere sul Credo. Ma anche la nostra scuola, offerta gratuitamente ai bambini poveri, dona una sorta di catechesi durante le lezioni insegnando la fede cristiana a tutti gli studenti (cristiani e musulmani che sono quasi il 67%), grazie alla presenza di un missionario Redentorista belga e di un altro americano.
Vivere questo momento con tutti gli abitanti di San Sperate, con tutti gli amici e i membri della PGVR con i loro genitori è una cosa meravigliosa: tutti - intorno a Sant’Alfonso nostro fondatore - ci sentiamo una sola famiglia e viviamo uniti a Gesù Redentore. Mons. Miglio, durante l’omelia della messa, ci ha indicato la vedova del Vangelo come una persona che ha dato senza pensare al futuro, mettendo tutto ciò che aveva tra le mani. L’arcivescovo ci
ha confermato nell’amore di Dio, invitandoci a fare della nostra vita un atto teso a dare più che a ricevere. La visita del nostro Arcivescovo ha colpito tanti giovani con la sua semplicità e la sua umiltà e allo stesso tempo è stata molto preziosa per noi, membri della comunità Redentorista, perché era la prima volta che mons. Miglio visitava e benediceva la nostra casa. I missionari redentoristi sono arrivati a San Sperate 20 anni fa con lo spirito e il carisma alfonsiano,
per portare la parola di Dio a tutti. Sono stati quindi vent’anni di storia, di missione, di servizio e di lavoro apostolico a San Sperate e in tutta la Sardegna, in modo particolare con i giovani. I giovani della PGVR stanno in attesa e in preparazione per l’Incontro Giovanile Europea Redentorista che si svolgerà a San Sperate l’anno prossimo dal 7 al 12 agosto con la partecipazione di più di 16 nazioni europei. * responsabile della PGVR
P. FADI RAHI, C.Ss.R. ENGO DA UN PAESE CHE fa parte della Terra Santa, il Libano, dove Gesù stesso è stato varie volte, dove Maria andava a pregare, specialmente nelle piccole grotte. Anche la Chiesa del Libano si è preparata all’Anno della fede e ha rilanciato questo come un tempo per approfondire, riflettere, e vivere pienamente la fede. La Chiesa libanese è ecumenica per natura, con la presenza di varie Chiese Orientali Cattoliche. Quella libanese è una fede grande e molto ricca di liturgie diverse, riti diversi, lingue ecclesiastiche diverse, abiti liturgici diversi… Nonostante tanta diversità, i fedeli sono sempre uniti in Gesù Cristo, confessano la loro fede con molta libertà rispetto alle altre nazioni arabe. Il Libano è l’unico paese arabo dove il Presidente della repubblica per legge deve essere cristiano maronita cattolico. Prima della guerra civile (1975-1990), i cristiani erano la maggioranza della popolazione libanese; invece oggi sono circa il
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Un momento del recente viaggio apostolico del Papa in Libano.
36.9% della popolazione. Il Libano è punto di riferimento per tutti i cristiani nel Medio Oriente che sono minoranza in altri paesi. L’Anno della fede è un momento di grazia e di risposta alle promesse di Cristo. È un anno dove la Chiesa Cattolica universale si mette sotto la croce del Signore e riflette sui suoi misteri, in modo particolare quelli della passione e della risurrezione per poter risorgere con Lui vivendo secondo lo spirito del Concilio Vaticano II. La Conferenza Episcopale del Libano ha già fissato vari grandi eventi per prepararsi e per ben accogliere l’Anno della fede e per mettere in pratica la nostra fede vivendo secondo lo spirito del Vangelo. Un anno intero è stato programmato per leggere e conoscere la Bibbia: l‘evento "l’Anno della Bibbia” prevede tantissimi incontri, convegni,
Comunità redentorista in festa a San Sperate L’arcivescovo Miglio ha celebrato la messa conclusiva P. FADI RAHI, C.Ss.R. * OME OGNI ANNO, il fine settimana più vicino al 9 novembre - data della fondazione, nel 1732, della Congregazione del Santissimo Redentore (Missionari Redentoristi) da parte di Sant’Alfonso Maria di Liguori la comunità Redentorista di San Sperate celebra il Triduo della Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista (PGVR). Un momento di preghiera, di fraternità per stare insieme, di formazione umana e spirituale e segna anche l’inizio di un nuovo anno pastorale. Quest’anno c’erano due novità rispetto al solito programma. La prima è stata l’animazione della veglia di preghiera dell’8 novembre secondo la spiritualità di Taizé, come preparazione dell’in-
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contro Europeo di Taizé che si svolgerà a Roma alla fine di quest’anno e a cui i nostri giovani parteciperanno, seguita da una adorazione notturna animata dai nostri ragazzi. La seconda è stata la presenza di mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, che ha preseduto la messa dell’11 novembre e ha incoraggiato i giovani a presentare a Dio tutto ciò che hanno sull’esempio della vedova che nel racconto evangelico - ha dato tutto ciò che aveva. La formazione dei nostri gruppi (classi medie, classe superiori e adulti) durante questo triduo è stata guidata dai nostri seminaristi (di teologia) Redentoristi, venuti apposto da Roma con il loro prefetto per partecipare alla nostra festa: hanno dato anche la loro testimonianza durante le messe da noi e anche nella parrocchia di San Sperate.
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
IL PORTICO DI CAGLIARI
Anno della Fede. Su Jean Daniélou il primo incontro organizzato al Seminario regionale.
Il ritorno alle fonti, l’apporto al Concilio e il metodo per comprendere la storia Gianluigi Pasquale ha illustrato la personalità del gesuita francese, esponente di punta della nouvelle théologie e vero protagonista della stagione del Vaticano II FRANCO CAMBA
ON UNA CONFERENZA dedicata a Jean Daniélou, hanno preso avvio giovedì scorso gli incontri organizzati dall’Arcidiocesi in collaborazione con la Pontificia Facoltà Teologica e con il Pontificio Seminario Regionale Sardo, con l’obiettivo di approfondire, nell’Anno della Fede, la conoscenza del Concilio Vaticano II in occasione del 50° anniversario della sua apertura, avvenuta l’11 ottobre del 1962. Dopo i saluti iniziali di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, e di monsignor Gian Franco Saba, rettore del Seminario Regionale, il professor Gianluigi Pasquale, docente di Teologia sistematica presso la Pontificia Università Lateranense, nello «Studium Generale Marcianum» di Venezia e nello Studio Teologico affiliato «Laurentianum» di Milano, ha illustrato la figura del gesuita francese Jean Daniélou (1905-1974), esponente di punta della nouvelle théologie e protagonista della stagione del Concilio Vaticano II, nomi-
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Il pubblico al convegno. Nelle foto piccole, Gianluigi Pasquale e Jean Daniélou.
nato cardinale da papa Paolo VI nel 1969. Nell’incipit della sua relazione, che ha ripercorso il profilo pubblicato un anno fa (Jean Daniélou, Brescia, Morcelliana, 2011, [Novecento teologico, 25], pagine 158, euro 13), il professor Gianluigi Pasquale, ha affermato che «non si potrebbe sillabare nulla sulla statura teologica di Jean Daniélou senza conoscere alcuni tratti della sua biografia e della sua formazione intellettuale, alla quale contribuirono non poco la madre Madeleine e soprattutto il fratello Alain, fine conoscitore del sanscrito e delle filosofie hindu, che obbligò il futuro cardinale gesuita a confrontarsi con culture diverse da quella europea, suscitando in lui interesse per le religioni non cristiane e, di conseguenza, per l’annuncio missionario». Un annuncio che, secondo il gesuita francese, si inserisce in una teologia missionaria capace ancora oggi di indicare la via
per un dialogo fecondo tra il Cristianesimo e le altre religioni, tra la cultura e il Cristianesimo. «Perfino l’ultimo gesto della morte di Daniélou, al quale la stampa scandalistica parigina dedicò grande attenzione, fu un atto di carità missionaria», ha sottolineato il professor Pasquale citando poi le parole con le quali Quirino Principe, «laico e antiecclesiastico all’estremo», nel Dizionario Bompiani degli Autori definisce il cardinale gesuita: «figura luminosa, il cui carattere umano, affabile, sorridente, generoso, merita soltanto ammirazione e affetto». Nel corso della relazione è emerso come la produzione teologica di Daniélou esibisca la sintesi di almeno tre coordinate. Innanzitutto, il ritorno alla fonti dei Padri della Chiesa; quindi, la frequentazione di almeno altri due “maestri”, Henri de Lubac e Odo Casel; infine, la peculiare visione della storia della
salvezza quale memoriale del passato e profezia dei magnalia Dei. Relativamente alla domanda: perché la storia?, cui Daniélou ha dedicato l’intera esistenza, nella relazione è stato sottolineato che il gesuita francese considera la teologia della storia come «l’aspetto più importante della teologia contemporanea». E «poiché essa mette l’accento sull’essenziale del Cristianesimo, cioè l’essere una storia, si coglie qui l’oggetto, la sostanza stessa della fede». Per quanto attiene al contributo apportato dal teologo francese al Concilio Vaticano II, partendo da uno studio attento degli Acta Synodalia il professor Pasquale ha affermato che, in sintesi, due sono i contributi di Daniélou: quello inerente la divina rivelazione e quello intorno all’antropologia cristiana, confluiti rispettivamente in Dei Verbum, Lumen Gentium e, soprattutto, in Gaudium et spes. In riferimento a quest’ultima Costituzione conciliare, dopo aver sottolineato come l’apporto di Daniélou sia stato determinante con il contributo dato per l’elaborazione dello «Schema XIII», riprendendo quanto sostenuto da Pierre d’Ornellas, il professor Pasquale ha concluso la propria relazione mettendo bene in evidenza che fu il gesuita francese a sottolineare nella Costituzione conciliare il posto della libertà nella “transizione” fra la prima parte antropologica e la seconda che espone l’ordine morale. E che «grazie a Jean Daniélou il pensiero personalista è cominciato ad entrare nella redazione di Gaudium et spes».
Vergine del Rimedio, la comunità ha sciolto il voto
IL PORTICO
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brevi CISM-USMI
Due appuntamenti per religiosi e religiose Mercoledì 21 novembre si celebra la giornata “Pro Orantibus”. Alle 16.30 nel convento delle Monache Cappuccine è prevista la celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Salvatore Ruggiu, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata. Sabato 24 Novembre dalle 9 alle 12.30 nella casa provinciale delle Figlie della Carità in via dei Falconi è in programma il ritiro mensile. Relatore sarà, l'Arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio, Docente di Sacra Scrittura.
SABATO 24 NOVEMBRE
Colletta alimentare, giornata nazionale Sabato 24 novembre più di 130mila volontari della Fondazione Banco Alimentare Onlus, in oltre 9mila supermercati, inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione che verranno distribuiti a più di 8.600 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per mi-
nori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.) che aiutano 1 milione 70mila persone povere. Le donazioni di alimenti ricevute durante l’ormai tradizionale Giornata Nazionale della Colletta Alimentare andranno a integrare quanto la Rete Banco Alimentare recupera grazie alla sua attività quotidiana, combattendo lo spreco di cibo (nel 2011 58.390.000 kg di alimenti, pari a un valore di circa 128 milioni di euro ovvero al carico di oltre 1.700 tir).
COMUNE
Bando contributi per società sportive È stato approvato il bando per l'assegnazione di contributi alle società sportive cittadine per l'organizzazione di corsi sportivi per disabili per la stagione sportiva 2012- 2013. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il 7 dicembre. Il bando e la modulistica sono disponibili sul sito istituzionale www.comune.cagliari.it, presso l'Ufficio Sport in viale San Vincenzo 2/4 e presso l'URP Ufficio Relazioni con il Pubblico in via Sauro,19.
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IL PORTICO DE
IL PORTICO
...il sole si oscurò...
XXXIII DOMENICA DEL T. O. (ANNO B)
dal Vangelo secondo Marco
Mc 13, 24-32 DON ANDREA BUSIA
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il portico della fede
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n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
l tredicesimo capitolo del vangelo di Marco è composto quasi interamente da un discorso apocalittico di Gesù, un monologo che è, quindi, tutto incentrato sugli ultimi avvenimenti. La funzione di questo tipo di discorsi non è tanto insita nella rivelazione di come avverrà la fine del mondo, bensì, nell'avvertire di non abbassare la guardia e, allo stesso tempo, di infondere speranza. Gesù si trova nell'orto degli ulivi e questo lungo discorso è rivolto agli apostoli, in particolare a Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che lo avevano interrogato dopo che Gesù aveva preannunciato la distruzione del tempio di Gerusalemme (13,1-4). Il brano di oggi, proprio per il suo carattere apocalittico, si presenta di difficile lettura, soprattutto se paragonato con le
parabole o con i racconti degli eventi della vita di Gesù. Le frasi, in apparenza, sembrano giustapposte, senza una vera e propria organizzazione logica, e si muovono in tre direzioni: le “modalità di questa apocalisse”, “il momento in cui avverrà tutto questo e la conseguente necessità di una vigile attesa”, “l'inevitabilità di queste cose”. Il discorso di Gesù, molto più lungo del nostro brano, ha il suo apice qui, nell'affermazione della venuta del Figlio dell'uomo. Le immagini terribili della distruzione del sole, della luna e delle stelle segnano la fine di ciò che conosciamo, non in quanto malvagio, ma semplicemente perché, in quel momento, tutto si concentrerà su Cristo. La prima parte del brano si sviluppa quindi in tre passaggi: la fine del cielo, la venuta gloriosa del Figlio dell'uomo e il radunarsi di tutti gli eletti. Tre elementi, tutti e tre fondamentali, che
mostrano il fine, più che la fine, di questo mondo: l'attesa del ritorno del Signore e il ricongiungimento con lui. La domanda degli apostoli che ha motivato il discorso di Gesù era: “Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?” (13,4). Gli apostoli, comprensibilmente, volevano conoscere il momento in cui si sarebbero verificati questi avvenimenti, non tanto per curiosità, ma per essere pronti al momento opportuno. Gesù qui risponde: “quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte”, una risposta diretta, ma al tempo stesso estremamente difficile da interpretare. L'invito di Gesù è quello di prestare costantemente attenzione, nel presente, per saper riconoscere negli avvenimenti il passaggio, l'intervento di Dio: “State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento
preciso” (13,33). Quello che gli apostoli non sapevano in quel momento, ma era noto ai lettori del vangelo di Marco qualche decennio dopo, era che questa rivelazione di Gesù si stava, in un certo modo, per realizzare: “Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. […] Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso” (15,33.38). Il sole che si oscura e il velo del tempio, simbolo del cielo, che si strappa, sono i segni di cui Gesù parlava: la morte in croce è, assieme alla risurrezione, l'inizio degli ultimi tempi con la manifestazione della gloria di Cristo. Noi, come i primi lettori del vangelo, attendiamo ancora la seconda e definitiva venuta di Cristo, ma questo non toglie che quanto annunciato da Gesù ha già cominciato a realizzarsi e noi dobbiamo vegliare e stare pronti, senza abbassare la guardia.
IL MENDICANTE DI DIO Il tema del desiderio di Dio è stato oggetto dell’ultima catechesi sull’Anno della Fede di Benedetto XVI all’Udienza generale. Nel nostro tempo, nota il Papa, può apparire affievolita la ricerca di Dio: «per larghi settori della società Egli non è più l’atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realtà che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi». Tuttavia non possiamo mai dire che questo desiderio di Dio sia veramente scomparso. A partire dall’Enciclica Deus caritas est Benedetto XVI mostra come il dinamismo del desiderio si possa realizzare nell’amore umano: «nemmeno la persona amata è in grado di saziare il desiderio che alberga nel cuore umano, anzi, tanto più autentico è l’amore per l’altro, tanto maggiormente esso lascia dischiudere l’interrogativo sulla sua origine e sul suo destino, sulla possibilità che esso ha di durare per sempre. Dunque, l’esperienza umana dell’amore ha in sé un dinamismo che ri-
manda oltre se stessi, è esperienza di un bene che porta ad uscire da sé e a trovarsi di fronte al mistero che avvolge l’intera esistenza». Comprendendo anche altre esperienze umane significative possiamo dire che «ogni bene sperimentato dall’uomo protende verso il mistero che avvolge l’uomo stesso; ogni desiderio che si affaccia al cuore umano si fa eco di un desiderio fondamentale che non è mai pienamente saziato». Il solo desiderio non conduce ad una conoscenza piena di Dio però mostra come l’uomo sia un “mendicante di Dio”, un cercatore dell’Assoluto. Dal desiderio si può passare a capire l’autentico senso religioso della vita, ma perché questo si possa realizzare è necessaria quella che il Papa chiama la “pedagogia del desiderio”. Tale pedagogia ha due aspetti essenziali: scoprire il gusto delle gioie autentiche della vita e non accontentarsi mai di quanto si è raggiunto.
Prendere coscienza delle gioie autentiche porterà a «lasciar cadere o respingere tutto ciò che, pur apparentemente attrattivo, si rivela invece insipido, fonte di assuefazione e non di libertà. E ciò farà emergere il desiderio di Dio». Allo stesso tempo il desiderare delle gioie più vere aiuta a «percepire con sempre maggiore chiarezza che nulla di finito può colmare il nostro cuore». Il desiderio dell’uomo è poi anche bisognoso di purificazione: «anche nell’abisso del peccato non si spegne nell’uomo quella scintilla che gli permette di riconoscere il vero bene. Non si tratta, dunque, di soffocare il desiderio che è nel cuore dell’uomo, ma di liberarlo, affinché possa raggiungere la sua vera altezza. Quando nel desiderio si apre la finestra verso Dio, questo è già segno della presenza della fede nell’animo, fede che è una grazia di Dio». di don Roberto Piredda
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
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Interviene il Presidente regionale del Forum.
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Politiche familiari tiepide in Sardegna Pesa sul giudizio la mancata approvazione della legge CARLO PISANO
iepide le politiche familiari in Sardegna. E' quanto emerge da una ricerca che il Forum delle Associazioni Familiari ha svolto per studiare, valutare e favorire la ripresa di un dialogo e di un confronto sui temi del proprio Manifesto predisposto in occasione delle elezioni amministrative del 2010. Il Manifesto era stato sottoscritto in molte regioni italiane da oltre 400 candidati, molti dei quali risultati effettivamente eletti, compresi otto presidenti regionali: Caldoro (Campania), Cota (Piemonte), De Filippo (Basilicata), Formigoni (Lombardia), Polverini (Lazio), Rossi (Toscana), Scopelliti (Calabria), Spacca (Marche.) Benché in Sardegna nessun candidato avesse sottoscritto il Manifesto, sono stati individuati e valutati 46 atti concernenti il biennio 2010-12. L'indagine comparativa, volta a testare la reale corrispondenza fra le diverse azioni intraprese dagli Organi di governo regionale e le proposte che il Forum regionale ha sin qui avanzato, ha avuto come obiettivo la formulazione di un giudizio sintetico, rappresentato metaforicamente dalle faccine (con l'espressione più o meno felice) e dai colori del semaforo. La Sardegna ha meritato una faccina gialla, espressiva di un giudizio intermedio. Le motivazioni della parziale bocciatura affondano le loro radici in tre fondamentali punti nevralgici sintomatici dello "stato dell'arte" delle politiche familiari in Sardegna: La mancata definizione di una Legge regionale sulla Famiglia è il primo punto di debolezza delle politiche sociali in Sardegna. Questo provvedimento potrebbe rappresentare un importante passo avanti in grado di mettere a sistema le risorse che talvolta invece sono impiegate attraverso provvedimenti-spot e che, anche se derivanti da specifica legislazione regionale in materia, non possono essere incanalate in un'ottica integrata e complessiva in vista cioè della piena promozione del benessere famigliare. Anche in occasione della 1^ Conferenza Regionale della Famiglia, tenutasi a Cagliari nel febbraio scorso, le rappresentanze delle forze politiche intervenute avevano pubblicamente manifestato la loro volontà
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RISCRITTURE
LA DISOBBEDIENZA NON RINNOVA LA CHIESA Come deve realizzarsi questa conformazione a Cristo, il quale non domina, ma serve; non prende, ma dà – come deve realizzarsi nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi? Di recente, un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero – ad esempio nella questione circa l’Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per
rinnovare la Chiesa? (...) Chi guarda alla storia dell’epoca post-conciliare, può riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l’inesauribile vivacità della santa Chiesa, la presenza e l’azione efficace dello Spirito Santo. E se guardiamo alle persone, dalle quali sono scaturiti e scaturiscono questi fiumi freschi di vita, vediamo anche che per una nuova fecondità ci vogliono l’essere ricolmi della gioia della fede, la radicalità dell’obbedienza, la dinamica della speranza e la forza dell’amore. Benedetto XVI omelia Messa crismale, 5 aprile 2012
ed il loro interesse affinché si potesse pervenire presto a fare sintesi delle varie proposte di Legge (ben 7 quelle depositate dalle varie forze politiche in Consiglio regionale), per poi arrivare ad una rapida approvazione in Aula. Lo scorso aprile il Forum regionale era stato convocato dalla competente VII Commissione Sanità e anche in quell'occasione era stata ribadita l'urgenza di poter arrivare presto alla definizione di una Legge in materia che potesse cogliere e recepire l'urgenza dettata dalla negativa congiuntura economica che sta paralizzando tutto il sistema economico isolano e in primis le stesse famiglie. Altra proposta avanzata, sia in occasione 1^ Conferenza Regionale della Famiglia sia nel corso dell'audizione,è stata quella relativa all'introduzione di risorse da destinare ad una fiscalità regionale a misura di famiglia attraverso la sostituzione dell'Isee con uno strumento più adeguato per determinare l'accesso ai servizi alla persona e l'introduzione di deduzioni o detrazioni per carichi familiari per le addizionali regionali e comunali sul modello Fattore Famiglia come altre Regioni , variamente amministrate, hanno già fatto o si stanno accingendo a fare. Ma nessuna politica fiscale, nessuna modulazione delle tariffe in senso family friendly è stata finora presa in considerazione; Riconoscimento dei figli come “bene pubblico” da sostenere anche economicamente. Sinora sono state rare le azioni concrete di tutela della vita nascente, di sostegno alle maternità difficili considerando che la Sardegna è una Regione che vanta uno degli indici di fertilità più bassi d'Italia. La valutazione è relativa alla prima parte del mandato. La pars construens, ravvisata nella possibilità di rilancio delle stesse politiche in questi mesi che mancano dalla fine del mandato, è possibile pianificarla attraverso la consultazione costante dell'associazionismo nella programmazione degli interventi in osservanza dell'irrinunciabile principio di sussidiarietà la cui applicazione, sin dal livello dell'UE fino a quello del più piccolo Municipio, è dovere di ogni singolo amministratore della cosa pubblica.
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IL PORTICO DEI LETTORI
IL PORTICO
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
LETTERE A IL PORTICO settant'anni dalla morte di Santa Teresa Benedetta della Croce, e coincidenti con l'Anno della Fede” indetto dal Papa, mi piace ricordare la figura di questa grande Santa, vittima dell'Olocausto per le sue origini ebraiche, che si distinse per la sua capacità cdi intendere ed accettare la volontà di Dio accettando la sua sorte, come “croce”, quale vittima sacrificale in unione con quella di Cristo per la salvezza e la redenzione dell'umanità. Singolare è stato il suo lungo e travagliato cammino di fede, esempio per chi è alla ricerca di Dio, o per chi crede che la fede contrasti con la ragione, che siano inconciliabili. Anche se quindi le sue vicende si son svolte nel secolo scorso, vediamo che riguardano temi sempre attuali, soprattutto nell'anno della fede. Ho ripreso in mano alcuni articoli da me scritti e pubblicati nel giornale “La Fiammella”, delle Suore Carmelitane di “vita attiva” di Roma, e vorrei riproporli nella speranza che vengano pubblicati così come si potrà nel limiti di spazio che il vostro giornale potrà offrire. Grazia Chessa Putzolu Monserrato
Riproponiamo un articolo comparso nel ‘98 su “La fiammella”
A
Edith Stein, ovvero Suor Teresa Benedetta della Croce: un'altra “T” segnata in cielo. Di origine ebrea, filosofa, si era convertita al Cattolicesimo nel 1921, dopo la lettura del libro sulla vita di Santa Teresa d'Avila, letto casualmente e nel quale aveva trovato “dopo tanta affannosa ricerca” la Verità tanto bramata, incontrando Cristo ed aderendovi poi totalmente, proseguendo un lungo cammino di santità, anche nelle situazioni più amare e cariche di sofferenza. Ocme San Massimiliano Kolbe (Auschwitz, 14.08.41), come il Beato P. Tito Brandsma (Dachau, 26.07.42), venne arrestata, imprigionata ed ucciso nel campo di sterminio di Auschwitz, vittima della barbarie più bieca che l'Europa avesse mai conosciuto. In quel luogo di morte, ove venne pure deportata una sua sorella Rosa, ella si distinse per la serenità la carità profuse su tutti, soprattutto i bambini. Era l'ultima di undici figli. Nacque a Bresla-
Edith Stein, un’altra T segnata in cielo di GRAZIELLA CHESSA
via, il 12 ottobre 1891, da una famiglia benestante. Il padre era un ricco commerciante di legnami, ma morto giovane in seguito ad un'insolazione, lasciò la numerosa famiglia in una situazione critica e difficile cui dovette sopperire la madre che “rimboccò le maniche” e riuscì a salvare l'azienda, tanto da consentire di ritrovare l'agiatezza di una volta. Tutti i figli si distinsero negli studi, e così pure Edith, che particolarmente dotata, divenne allieva prediletta dei suoi insegnanti e ricercatori, soprattutto di Edmund Husser, esperto di Fenomenologia, dell'Università di Gottinga. Sin dall'infanzia Edith fu protesa alla ricerca delle verità, ma poiché non ammetteva alcuna verità che non potesse essere dimostrata, volle approfondire soprattutto gli studi di psicologia e filosofici, sull'empatia, sulla struttura della persona umana. Si laureò con al menzione summa cum laude, ma dopo attraversò un periodo di profonda crisi, in quanto negli studi, fino ad allora compiuti, non aveva trovato ciò che cercava. Vi sono “misteri” che non possono essere rivelati da nessuna “sapienza umana”; vi è però una sapienza divina che può essere rivelata dai semplici, e nessun ragionamento umano può comprendere come e perché. Edith Stein trovò “casualmente” la “chiave” di
questo mistero, Gesù stesso, prendendo e leggendo il libro di Santa Teresa d'Avila, così come Sant'Agostino, che dopo aver sentito la voce “prendi e leggi”, lesse il Vangelo ed anche per lui si erano schiuse “le porte del Cielo”. Come sant'Agostino si convertì, esplodendo nel grido di gioia tardi Ti amai!... così accadde a Edith Stein, che dopo aver letto per tuttala notte quel libro, urlò a se stessa: Questa è la Verità! Potenza dei libri spirituali! Soltanto chi ha vissuto autentiche esperienze di fede può trasmetterle agli altri! E chi meglio dei Santi? Ogni cristiano che fa “esperienza di Dio” si “ritrova” in queste letture, e solo in esse può meglio “capire” il proprio rapporto misterioso, spirituale col divino. È vero che la fede viene donata ai semplici, ma la fede è “dono, grazia di Dio”, ma non è una cosa semplice da spiegare e da trovare con le proprie forze, con l'uso della sola ragione. Edith Stein dirà: - la fede è vicina alla sapienza divina più di qualsiasi scienza filosofica e persino teologica. -E ancora: - Il cammino della fede ci porta più lontano di quello della conoscenza filosofica: ci porta al Dio personale e vicino, a Colui che è tutto Amore e Misericordia, a una certezza che
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nessuna conoscenza naturale può dare. - Infine proclama: - Fede è essere afferrati da Dio. Non si può credere senza la grazia. Donna colta, intelligente, moderna, ricca di intuizioni geniali, troverà però le sbarre chiuse all'insegnamento: essendo ebrea e donna, le università alle quali aveva fatto domanda respinsero la sua richiesta, sconvolgendo tutti i suoi piani per l'avvenire. Piano piano, capirà che era inutile ribellarsi e dirà: - Dio sa cosa vuol fare di me: di questo non devo per niente preoccuparmi. Capisce che la “sofferenza ha valore di Corredenzione per chi diventa membro vivente di Cristo” e che “la Verità è realtà che deve essere accettata nell'esistenza di ogni giorno da incarnare nelle più umili espressioni della vita”. Dodici anni erano passati dal suo primo incontro con Cristo a Bergzabern, dalla lettura del libro “Vita”, ed ella in omaggio proprio alla Santa cui tanto doveva, entra nel Carmelo di Colonia, col nome di Suor Teresa Benedetta della Croce, il 15 ottobre (Festa di Santa Teresa d'Avila) del 1933, a 42 anni; cinque anni dopo emette i voti perpetui. Il suo cuore trova finalmente quella felicità tipica dei santi; una consorella, divenuta intanto terziaria carmelitana, la raggiunge, lavorando alle “ruota” del Convento. Anch'ella verrà arrestata e troverà la morte ad Auschwitz, con Edith. Infatti i tedeschi non dimenticano le sue origini ebraiche. Mentre loro fuggono in Olanda, nel Carmelo di Etch, dopo l'invasione tedesca in Olanda, neppure quelle mura del Convento si rivelano più sicure. Le due sorelle arrestate dalla Gestapo il 2 agosto del '42, troveranno la morte nella camera a gas il 9 agosto 1942. Aveva detto: “Si può acquistare la Scienza della Croce solo se si comincia a soffrire veramente del peso della Croce”. Inoltre: Ancora oggi la stella di Betlemme è una stella che brilla in una notte oscura”. La “stella di Betlemme” che le illuminò la strada attraverso quella misteriosa “via di comunicazione” che è la scrittura e dalla quale a volte il Signore si serve, illumini oggi anche le nostre strade, arricchita da altri “fasci di luce” che nell'eternità - nel Cielo si aggiungono irradiate dai Santi.
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
IL PORTICO DI CAGLIARI
Sport. Sabato scorso allo stadio a seguire il Cagliari anche l’arcivescovo, mons. Miglio.
“Valori dello sport fondamentali per la formazione dei nostri ragazzi” Per la prima volta il presule ha assistito ad una partita disputata dal Cagliari: “Il nuovo campo permette una visibilità adeguata, i rossoblù hanno avuto alcune buone occasioni” I. P. UGLI SPALTI DI IS Arenas, sabato scorso, a seguire la partita con il Catania, c’era anche mons. Arrigo Miglio. Sulle poltroncine accanto a lui, come documenta l’immagine che pubblichiamo, il responsabile della Pastorale giovanile, don Alberto Pistolesi, e l’ex parroco di Bonaria, padre Salvatore Mura. A seguire il match contro il Catania c’era anche mons. Carlo Follesa, da sempre amico personale del patròn del Cagliari, Massimo Cellino, e da sempre impegnato nella diffusione dei valori più sani della competizione sportiva, specie nel territorio in cui ha sede la parrocchia di San Massimiliano Kolbe, da lui guidata. Il presidente del Cagliari Calcio ha promesso che, prima della prossima partita, suonerà l’Ave Maria in mezzo al campo. Le polemiche legate all’utilizzo
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L’arcivescovo allo stadio tra padre Salvatore Mura e don Alberto Pistolesi.
degli spazi all’interno dell’impianto sono ormai acqua passata: su tutto, in primo piano, c’è la soddisfazione per il rapido allestimento di un nuovo luogo dove poter assistere ad una sana e leale pratica sportiva, che coinvolge sportivi e famiglie: è anche la fine della polemica sullo stadio che si trascina da mesi sulle pagine dei quotidiani, e - ne siamo certi - non appassiona i cagliaritani. Archiviato il match con i siciliani, è l’occasione migliore per rivolgere qualche domanda all’arcivescovo, per parlare di sport e valori autentici. Eccellenza, era la prima volta che assisteva ad una partita del Cagliari? Sì, la prima volta. Alcuni sacerdoti tifosi mi hanno trasmesso l’invito, che ho accettato di buongrado. Solo a partita iniziata ho sa-
puto della mancata autorizzazione per la tribuna centrale. Spero che le difficoltà siano presto superate. Come le è parsa la partita? Non sono un esperto e comunque l’ho seguita con interesse, grazie anche alla buona visibilità sul
A
ritani è tempo di Imu, l’imposta municipale unica sugli immobili introdotta quest’anno dal Governo. Come noto si paga in 2 o 3 rate, ma quasi nessuno ha optato per quest’ultima soluzione, sia per la difficoltà nell’individuare le modalità, sia per la mutevolezza delle aliquote, stabilite dai comuni, con conseguenti eventuali ulteriori compensazioni. Nonostante voci che davano per certa una proroga, è stato confermato che l’ultima rata si pagherà entro il 17 dicembre col solito modello F24. I dati ufficiali confermano che la prima rata ha portato quasi 20 milioni di euro nelle casse comunali e circa 11 in quelle statali, risultato di tutto rispetto, che probabilmente ha indotto l’Amministrazione a ridurre l’aliquota per la prima casa dallo 0,5 previsto allo 0,45
%. Un punto in meno, dallo 0,86 allo 0,76 %, per l'aliquota sulle seconde abitazioni date in comodato d'uso gratuito ai parenti entro il primo grado in linea retta. A conti fatti il risparmio per i cittadini sarà di 2 milioni e 300 mila euro, non poco in tempi di magra. Slitta al 4 febbraio 2013, invece, la presentazione della dichiarazione IMU, obbligatoria in linea generale nei casi in cui le modificazioni soggettive e oggettive che danno luogo a una diversa determinazione dell’imposta dovuta comportano riduzioni della stessa o non sono immediatamente fruibili da parte dei comuni attraverso la consultazione della banca dati catastale. Ed è di pochi giorni fa l’approvazione del modello di dichiarazione e relative istruzioni. Una tassa, quella sull’abitazione principale, introdotta come ICI nel 1993 e pagata dai cittadini fino al 2007. Dal 2008 con l’esenzione ICI
brevi IL 22 NOVEMBRE ALLE 18
Messa per il trigesimo di padre Spaccapelo Giovedì 22 novembre, alle 18, nella chiesa di Cristo Re a Cagliari, mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, presiederà la concelebrazione di una messa in occasione del Trigesimo del padre gesuita Natalino Spaccapelo. Scomparso lo scorso 22 ottobre, padre Natalino era nato a Roma nel 1939 ed era entrato novizio tra i Gesuiti nel dicembre del 1961, prima di proseguire gli studi in filosofia a Gallarate e in teologia alla Gregoriana. Fino al 2000 è stato preside della Facoltà teologica della Sardegna. Negli anni di permanenza a Cagliari ha portato avanti il suo servizio anche alla residenza di San Michele, da assistente alle Comunità CVX, guidando anche i corsi di Esercizi spirituali.
Alunni autistici, l’inclusione scolastica E’ previsto per venerdì 16 novembre alle 17, nella sede di via Pisacane 29 (a Pirri), il nuovo appuntamento con “Camillo Tour - Il Silenzio di Camillo”, l’iniziativa dell’associazione Diversamente onlus. “L’inclusione scolastica degli
I cittadini risparmieranno circa 2 milioni e 300mila euro FRANCESCO FURCAS
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IL 16 NOVEMBRE ALLE 17
Imu, quasi 20 milioni nelle casse comunali NCHE PER I CITTADINI caglia-
campo, specialmente nei diversi momenti in cui il Cagliari ha avuto occasioni positive e stimolanti. Lei pensa che il problema della stadio sia prioritario e, in generale , che il calcio abbia una funzione sociale importante? Certamente tutto lo sport, e il Calcio in particolare, hanno una funzione sociale importante e possono avere una funzione educativa per giovani e meno giovani. Lo sport, per raggiungere questi suoi veri obiettivi, deve essere molto attento alle regole. Anche il problema dello stadio, per una città come Cagliari e città limitrofe, ha un’importanza non di poco conto. Spero vivamente che i problemi da risolvere vengano affrontati con serenità e tempestività, per non privare la nostra Regione di un punto di riferimento tradizionale e popolare.
IL PORTICO
Il Municipio.
della prima casa è stata creata una peculiarità tutta italiana a livello internazionale. In molti Stati, infatti, il fisco prevede un trattamento preferenziale a favore dell’acquisto della proprietà o dell’affitto, ma nessuno dei principali Paesi OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) esenta completamente l’abitazione principale. L'Italia, come citano fonti governative, è il Paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali Paesi OCSE. Dai dati OCSE emerge che il prelievo fiscale sugli immobili in Italia è assai inferiore rispetto ai principali Paesi avanzati. Nel 2009 il peso del prelievo fiscale immobi-
liare (escludendo le imposte sui trasferimenti immobiliari e altre imposte straordinarie) sul Prodotto Interno Lordo è di circa lo 0,6 %, a fronte di una media OCSE di circa l’1,1 %. Valori superiori si rilevano per Francia (2,4%), Regno Unito (3,5%), Canada e Stati Uniti (circa 3%), Giappone (2,1%). Nel confronto con i principali Paesi OCSE, il nostro Paese vanta inoltre la più alta quota di ricchezza investita in abitazioni di residenza (circa 70% del totale degli investimenti mobiliari e immobiliari). Poiché il prelievo sulla prima casa restituisce ai Comuni un’importante leva di autonomia fiscale e riduce la disparità tra proprietari e inquilini, ai fini di perseguire congiuntamente l’obiettivo del consolidamento dei conti pubblici e il raggiungimento dell’equità senza deprimere le prospettive di crescita, l’attuale Governo ha deciso di reintrodurre questa tassa e la revisione dei valori immobiliari sui quali l’imposta è commisurata. Le cifre sono importanti: 3,4 miliardi di euro di gettito complessivo stimato, 14,6 milioni di immobili interessati, 235 euro in media di prelievo per immobile, 194 euro la media pro-capite per i soggetti che verseranno l’IMU quest’anno.
alunni con disturbi dello spettro autistico. Cronaca di un esperimento reale”: questo il titolo dell’incontro con la partecipazione della maestra Paola Pirari e di Gabriele Meloni e Marco Spano di InMediazione. Si tratta di un evento formativo presentato nel mese di giugno durante la manifestazione “Un mese per l'Autismo”: sarà corredato dalla visione del cortometraggio “Il Silenzio di Camillo e fornirà un supporto teorico e pratico a tutte le insegnanti e gli operatori che nella scuola si trovano ad affrontare una patologia complessa come l'autismo.
ORGANIZZANO LE ACLI
Corso di italiano di base per stranieri Le Acli di Cagliari informano che sono aperte le iscrizioni al corso di italiano di base per stranieri. Il corso si svolgerà nella sede in viale Marconi 4, ogni giovedì a partire dal 22 novembre alle ore 17.00. Per informazioni e iscrizioni contattare la Segreteria Organizzativa al numero 070/43039 o inviare una mail a corsoitaliano_acli@virgilio.it.
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IL PORTICO DEI PAESI TUOI
IL PORTICO
brevi A SANT’ANTONIO
Festeggiato Sant’Omobono Martedì scorso è festeggiato Sant'Omobono Patrono dei commercianti, sarti e mercanti. L'Arciconfraternita SS. Vergine d'Itria nella chiesa di Sant'Antonio Abate in via Manno Cagliari, ha celebrato la festa presieduta da mons. Marco Lai, Parroco di Sant'Eulalia e Direttore della Caritas. La Santa Messa è stata celebrata alle 16 per favorire la partecipazione degli operatori del settore che è stata particolarmente nutrita.
CINEMA
Una rassegna su Ettore Scola Fino al 15 dicembre è in programma la rassegna cinematografica “Permette? Ettore Scola regista”, che prevede incontri con il pubblico, concerto musiche dei film e consegna del Premio alla Carriera. Come avviene da 18 anni, l'Associazione Culturale “L'Alambicco” dedica un omaggio ad un autore cinematografico. La rassegna ospitata nei locali della Cineteca Sarda di Cagliari, è dedicata al regista Ettore Scola, grande autore del cinema italiano. L'iniziativa prevede la proiezione di 15 lungometraggi con i quali si percorrerà cronologicamente la carriera di Ettore Scola a partire dagli esordi fino all'ultimo film realizzato. Tutti i film sono introdotti alla visione da critici cinematografici, docenti universitari e operatori culturali.
Diocesi. Celebrata la festa della Madonna dello Schiavo, venerata con fede a Carloforte.
“Coscienti del dono ricevuto, la Vergine è la nostra ricchezza”
L'Associazione di promozione sociale “Qedora” organizza la manifestazione “Ne abbiamo le discariche piene!” dal 17 al 25 Novembre. L'evento vuole stimolare la sensibilizzazione verso la diminuzione dei rifiuti, del loro smaltimento, della loro differenziazione e del loro riuso/riciclo. Saranno organizzati a questo proposito nei locali del Lazzaretto di Cagliari seminari, laboratori didattici e la mostra artistica “Ricicla in arte” con artisti ed artigiani che hanno fatto del riciclo la loro arte ed il loro mestiere.
che non vogliono mancare a questo appuntamento”. Una devozione riconosciuta anche dallo stesso monsignor Miglio che ha presieduto la celebrazione. “Siamo nell’Anno della Fede e nonostante
le sirene del mondo invitino a non credere dobbiamo essere coscienti del dono che c’è stato fatto. Voi avete nella Madonna dello Schiavo una guida sicura alla quale rivolgervi: la sua immagine è stata luce per gli schiavi in Africa e non è difficile pensare cosa abbia rappresentato per loro vederla. A lei si sono affidati ed hanno voluto portarla con loro al rientro a Carloforte, non come un trofeo ma come la vera ricchezza da riconsegnare alle famiglie, ai figli e a tutti quelli che sarebbero venuti dopo e continuano a vivere della fede e della forza di questi padri, che hanno subito la dura prova della schiavitù”. La festa della Madonna dello Schiavo è preceduta da un novenario che vede presenti a Carloforte diversi sacerdoti anche della Diocesi di Cagliari. Nella messa vespertina oltre la novena viene celebrata anche la messa con omelia, per preparare i fedeli alla festa di metà novembre. Ad animare la celebrazione a Bonaria è giunto da Carloforte il coro dei più piccoli, mentre al termine della Messa è stato intonato l’inno alla Madonna dello Schiavo. La copia del simulacro è stata sistemata ai piedi dell’altare centrale ed è stata meta continua dei fedeli, specie i più anziani, impossibilitati ad essere a Carloforte il 15 novembre. Diversi hanno sostato in preghiera ed alcune signore dopo la preghiera avevano il viso bagnato da qualche lacrima, segno evidente dell’attaccamento alla “Madonnina”, come molti chiamano la Vergine, tanto amata dai tabarkini sparsi in tutto il mondo.
pianoforte: Marco Schirru. Le letture saranno tratte da alcuni scritti di Andrea Serra accompagnate dalla chitarra di Daniele Serra. Chi fosse interessato può scrivere a serataperlemilia@gmail.com. I biglietti (costo 10 euro) saranno acquistabili anche nella serata del 22 novembre, a partire dalle 19.30, sal-
vo esaurimento posti nelle giornate precedenti. Il ricavato sarà versato tramite bonifico sul c/c del Comune di Camposanto (Modena), per la ricostruzione della scuola pubblica. Per ulteriori informazioni sull’organizzazione, è possibile contattare: Valentina Sanjust: valentina.sanjust@libero.it, 328.2627172
Così mons. Arrigo Miglio ha invitato i tabarkini a fare tesoro della fede. La comunità guidata da don Francesco Pau è giunta in pellegrinaggio alla Basilica di Bonaria ROBERTO COMPARETTI ASILICA DI Bonaria affollata venerdì scorso per la celebrazione della festa della Madonna dello Schiavo, venerata a Carloforte. Per l’occasione oltre duecento tabarkini sono giunti appositamente dall’Isola di San Pietro, guidati dal parroco di San Carlo Borromeo, don Francesco Pau, e dagli amministratori comunali, ai quali si sono aggiunti anche centinaia di carlofortini, non residenti sull’isola e domiciliati nell’area vasta di Cagliari. “La celebrazione di questo appuntamento – ha detto don Francesco Pau – è frutto del costante rapporto dei tabarkini con i Mercedari. Sono stati accolti nel santuario nel XVIII secolo quando si accingevano a colonizzare l’Isola di San Pietro, come pure i religiosi si sono adoperati per la liberazione delle centinaia di carlofortini ridotti in schiavitù alla fine del Settecento. Da diversi decenni poi è stata programmata questa celebrazione per coloro che, per ragioni di lavoro, non possono essere a Carloforte nel giorno in cui si celebra la festa, il 15 novembre”. Un popolo che è decisamente de-
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La celebrazione a Bonaria.
voto alla Madonna e alla quale si rivolge con fede. “La sera della festa, quando la processione sfila per le vie del paese – dice ancora il parroco - è impressionante vedere come le strade siano affollate di persone
Serata per l’Emilia, ricostruire la speranza Iniziativa della Comunità di Vita cristiana di Cagliari
AL LAZZARETTO
“Ne abbiamo piene le discariche”
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
MARIA CHIARA CUGUSI NA SERATA di musiche e letture per contribuire alla ricostruzione dell’Emilia, colpita dal terremoto. L’iniziativa “Adottiamo una scuola”, in programma per il prossimo 22 novembre 2012, alle 20.30, nell’ex Vetreria di Pirri, è organizzata dall’Associazione culturale “Armonie d’opera” e dalla Comunità di vita cristiana (CVX) di Cagliari, insieme alla Rete Loyola. I fondi raccolti saranno destinati alla ricostruzione della scuola pubblica del Comune di Camposanto (Modena), distrutta durante il terremoto dello scorso maggio. Un’idea nata dall’esperienza di alcuni ragazzi della CVX cagliaritana,
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impegnati, l’estate scorsa, nella tendopoli allestita dalla Protezione civile nel piccolo comune del modenese. “L’obiettivo - spiegano gli organizzatori della serata - è dare una continuità al rapporto instaurato con quella realtà locale, per far sentire la nostra presenza e dimostrare il nostro affetto”. I brani musicali saranno tratti da La Traviata di Giuseppe Verdi e da L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti: “Addio del passato”, “Udite o rustici”, “Ardir! ha forse il cielo”, “Quanto amore”, “Una furtiva lagrima”, “Prendi per me sei libero”, “Ei corregge ogni difetto”. Gli interpreti: Martina Serra e Alice Serra (per La Traviata), Riccardo Spina, Francesco Leone, Alice Serra, Samuel Pilia (per l’Elisir d’amore). Al
DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
IL PORTICO DI CAGLIARI
Società. Focus sul tema al centro del convegno organizzato dalla Caritas di Cagliari.
La mediazione aiuta a camminare verso una vera giustizia riparativa Si tratta di uno strumento introdotto nel nostro ordinamento per favorire la ricomposizione delle liti e la ricostruzione di regole per una nuova convivenza. Una sfida importante ERCHÈ È IMPORTANTE la Mediazione? La Mediazione è uno spazio ed un tempo dedicati al dialogo, e di conseguenza, all'ascolto. Qualcosa ha interrotto la comunicazione tra due o più persone e nasce il conflitto. Sentimenti contrastanti popolano il nostro animo, non riusciamo più ad essere naturali e sereni pensando a quella situazione e/o a quella persona che ci ha fatto, e che ci fa, soffrire. La situazione di disagio crea in noi il malessere ed il desiderio di rivalsa, vendetta e chissà cos'altro. Spesso questi fenomeni rimangono circoscritti tra le mura domestiche in attesa di ridimensionarsi, ma altrettanto frequentemente si traducono in vicende giudiziarie con inevitabili fratture ed ulteriori sofferenze. In questo turbinio di stati d'animo le parti non hanno contezza che autonomamente possono raggiungere la pace, in quanto protagonisti e unici attori nella ricerca della soluzione che meglio si adatta alle loro necessità. Ai confliggenti
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La mediazione snellisce anche la lunghezza delle liti giudiziarie.
manca, invero, una certa lucidità perchè troppo coinvolti e perchè privi di strumenti e di competenze: è l'ambito in cui il Mediatore è chiamato a svolgere la sua funzione di facilitatore della comunicazione. La volontà di formulare una risposta adeguata all'esigenza, ormai riconosciuta anche a livello istituzionale, di sviluppare abilità di risoluzione alternativa dei conflitti, spinge ad elaborare una nuova risposta formativa e progettuale. Ogni società civile ha ricercato nel tempo forme tipiche di rimedio al conflitto, secondo peculiari caratteristiche proprie, figlie di quel contesto sociale e professionale, strettamente connesse ai tempi ed alle situazioni da cui trae origine per essere sempre più aderente alle necessità del momento, e creare così modalità e percorsi alternativi a quelli della cosiddetta giustizia retributiva tradizio-
nale, pur rimanendo nell'ambito della legalità. Oggi è particolarmente sentita l'esigenza di favorire una cultura del conflitto che dia risposte adeguate in termini di intervento e di prevenzione, rispetto ad una sempre più diffusa litigiosità, ed è in questo che la Mediazione svolge il suo ruolo: porre l'accento più sulle cause che portano al conflitto piuttosto che ai suoi rimedi. La Mediazione crea lo spazio all'azione del riparare, la c.d. giustizia riparativa già conosciuta in altre realtà. La convinzione che le parti confliggenti siano dotate di strumenti che consentano loro di trovare componimento alle proprie vicende di contrasto, ha fatto maturare nel tempo la coscienza di portare a potenziare e moltiplicare tutte quelle capacità che sono necessarie per disciplinare situazioni e problematiche, an-
che complesse, al fine di ottenere prima di tutto un arricchimento personale e poi di acquisire, in ogni settore, una professionalità trasversale. Così si può disporre di uno strumento che consente di individuare, di volta in volta, le più adeguate modalità di regolazione sociale delle frizioni che quotidianamente danno origine al conflitto – nel senso più deteriore del termine – e giungere a ridefinire azioni costruttive e regole, se non fondamenta, di nuova convivenza. Certo non tutto può essere riparato, composto, risolto, mediato, ed è giusto non consentire confusioni, affinchè, senza equivoci, sia rispettata l'intangibilità del ruolo di ciascuno e nel contempo venga riaffermato il primato della legalità. Questo è naturale se pensiamo che tutte le persone coinvolte nel conflitto possono e devono assumersi la responsabilità che gli è propria, perchè solo così sarà possibile ridefinire, tentare di ricostruire le relazioni e riparare i legami interrotti. È la grande sfida culturale offerta dalla Mediazione, Giustizia Alta e Giustizia Altra, che mira a trasformare il conflitto in una occasione di crescita e di recupero della dignità della Persona, possibile, peraltro, solo attraverso un impegno forte, costante, quotidiano, capillare. A questa sfida non può sottrarsi la Caritas che, per costituzione, ha in dote proprio quella missione. Maria Caterina Pirisi Rosalia Pacifico
I Dormienti di Mimmo Paladino ai Giardini Pubblici
IL PORTICO
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brevi IL CONVEGNO DELLA CARITAS
Mediazione penale, applicazioni pratiche Solidarietà, responsabilità e fraternità nella mediazione penale: è il titolo del convegno organizzato dalla Caritas diocesana in collaborazione con l’associazione MediaInsieme e la Caritas di Bergamo, che comincerà venerdì 16 alle 15.30 con i saluti dell’arcivescovo mons. Miglio. Seguiranno numerose relazioni e qualificate testimonianze su un tema che ben spiegano qui accanto i due avvocati che più da vicino hanno seguito l’organizzazione dell’iniziativa. Tra i relatori la presidente della Corte d’appello, Grazia Corradini, il docente della Cattolica di Milano Leonardo Lenzi, il pm del Tribunale per i minorenni, Anna Cau, e tanti altri. Il convegno, che dà diritto a crediti formativi, proseguirà nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile anche nella mattinata di sabato.
SUORE ORSOLINE DI SOMASCA
Incontri mensili sulla “Porta Fidei” Domenica 18, nei locali di Villa Tecla a Flumini di Quartu, è in programma il secondo appuntamento con gli incontri mensili sul tema “La Porta della Fede” di Benedetto XVI,
tenuti dal vicario episcopale per la vita consacrata, monsignor Tore Ruggiu. L'inizio è previsto per le 16 con l'accoglienza a seguire la celebrazione dei Vespri e la meditazione. Alle 17 l'adorazione con le confessioni. A conclusione la celebrazione Eucaristica. Gli incontri si concluderanno con un corso di esercizi spirituali nelle giornate dal 7 al 9 giugno prossimi aperto a tutti. Per informazioni contattare le Suore Orsoline di Somasca al numero di tel. 070890707. MUSICA
Concerti d’organo nelle chiese sarde Sarà la parrocchia di San Pietro Apostolo a Suelli ad ospitare sabato 24 novembre l'ultimo dei concerti della rassegna “Organi in concerto. Itinerari sugli organi storici restaurati”, organizzati dall'Associazione Echi Lontani. Protagonisti dei concerti gli organisti Gianluca Frau e Valeria Locci. Teatro delle esibizioni anche la parrocchiale di Mogoro, quella di Santa Barbara a Villacidro e quella di San Nicola a Guspini
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IL PORTICO DEI PAESI TUOI
IL PORTICO
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DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012
Paesi. Un progetto video per ripercorrere le tradizioni di Selegas e Seuni e proporle a tutti.
COMUNE DI QUARTU
Assistenza a casa per i malati di SLA Sono disponibili da qualche gorno i moduli di domanda per lʼerogazione di un contributo erogato dal comune di Quartu previsto dal progetto “Riconoscimento del lavoro di cura del famigliare caregiver e integrazione dellʼassistenza domiciliare in favore dei malati di SLA in Sardegna”. Finanziato con le risorse del Fondo Nazionale per le non Autosufficienze per lʼanno 2011. Possono presentare domanda di finanziamento le persone residenti nel Comune di Quartu entro il termine del 26 novembre 2012; la domanda dovrà essere presentata presso lʼUfficio Protocollo del Comune. I moduli sono scaricabili dal sito web del comune allʼindirizzo: www.comune.quartusantelena.ca.it – oppure presso lʼAssessorato ai Servizi Sociali di Via Cilea o presso lʼUfficio URP di Via Eligio Porcu. Il finanziamento è destinato alla realizzazione di prestazioni, interventi e servizi assistenziali (come lʼassistenza domiciliare) nellʼ ambito dellʼofferta integrata di Servizi socio sanitari a persone affette da sclerosi laterale amiotrofica. Lʼobiettivo è duplice: quello di migliorare gli standard qualitativi di vita della persona affetta da questa grave malattia invalidante con lʼattivazione di servizi più vicini ai bisogni della persona, e allo stesso tempo offrire un sostegno economico alla famiglia: cʼè chi ha dovuto lasciare il lavoro per assistere in casa un famigliare, trovandosi di fronte ad una doppia difficoltà economica. Quando si convive con patologie neuro degenerative progressive, come la SLA, serve assistenza a ogni ora del giorno. “In un momento di forte difficoltà economica come quello che viviamo - commenta lʼassessore alle politiche sociali, Pino Boi - non sono sostenibili tagli all'assistenza domiciliare per le cure di gravi malattie, come la SLA”.
“Manteniamo viva la memoria storica e culturale dei nostri centri” Da un’idea del parroco don Gigi Pisano un lavoro capace di coinvolgere tante persone dei paesi interessati al recupero degli usi e dei costumi per custodirne la bellezza R. C.
lavoro per diffondere il patrimonio rappresentato dalla storia di Selegas e Seuni. È una delle motivazioni alla base del Dvd che verrà presentato nelle prossime settimane nel piccolo centro della Trexenta. “L’idea – dice l’archeologa Ottaviana Sossu, curatrice del progetto – è del nostro parroco, don Gigi Pisano, che continua a credere nella necessità di diffondere e di far conoscere, quanto più è possibile, il patrimonio di tradizioni, di usi e di costumi del paese. Abbiamo fatto un lungo lavoro: oltre nove ore di riprese sugli aspetti che caratterizzano la vita dei due centri, con una particolarità: l’entusiasmo della gente che ha presenziato alle riprese. Il pubblico che ci seguiva era contento di partecipare al progetto ed ad ogni occasione c’erano tante persone disposte a raccontarci e a mostrarci come si realizzavano i dolci o il pane, oppure i cestini”. Il Dvd contiene diverse sezioni a seconda della tipologia di lavorazione, che gli autori hanno voluto raccontare. C’è poi anche una sezione dedicata a quanto si trova intorno a Selegas e a Seuni, grazie alla disponibilità di un agronomo che ha presentato le diverse peculiarità ambientali e toponomastiche della periferia dei due centri. “Le fontane del paese, ad esempio– afferma Ot-
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taviana – che sono state localizzate da alcune persone, le quali ci hanno raccontato la storia di queste fonti. Ci sarebbe voluta un’intera collana per pubblicare tutto ciò che c’è stato raccontato e mostrato dalla gente”. Una parte importante del lavoro riguarda poi le due chiese quella di Sant’Anna a Selegas e quella di Santa Vittoria, nella piccola frazione di Seuni. “Le immagini mostrano le specificità di diverse parti delle due chiese, nelle quali è possibile ammirare dei veri e propri tesori – dice ancora Ottaviana. Il Dvd è un modo per mostrare queste bellezze ai tanti che, in qualche modo, avranno la possibilità di visionarlo”. Attorno al progetto del Dvd su Selegas e Seuni si sono ritrovate due comunità che, nella vita quotidiana, hanno ancora la capacità di preservare modalità e tradizioni che sembrano sopraffatte dall’omologazione dominante.
AIUTIAMO LA CARITAS La Caritas ha attivi due conti correnti per raccogliere fondi a favore dei numerosi servizi che porta avanti. Per partecipare alla sottoscrizione: Banca Prossima: c.c.b. 1000/00001263 intestato Caritas Diocesana Cagliari via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. IBAN - IT26 P033 5901 6001 0000 0001 263 Bancoposta: Conto n. 000016211096 Intestato Caritas Diocesana Cagliari Via mons. Cogoni 9 09121 Cagliari. IBAN - IT 74 E 07601 04800 000016211096 Indicando come causale: Sostegno alla Caritas.
“Il nostro lavoro e la scelta di don Gigi, di impegnarsi in tante attività nel corso di questi anni – dice ancora la curatrice – hanno una precisa ragione: mantenere viva la memoria che rischia di perdersi, soprattutto tra le giovani generazioni, che non hanno conosciuto determinate usanze o tradizioni. Il risultato è decisamente positivo: lo ha testimoniato l’entusiasmo con il quale la
gente ha accolto la proposta e le frequenti richieste di visionare al più presto il Dvd, non solo per il desiderio di rivedersi, quanto per condividere ciò che è patrimonio di tutti. La scelta di realizzare un Dvd aveva proprio lo scopo di avere un prodotto, in grado di mostrare attraverso le immagini ed il racconto dei protagonisti ciò che da sempre caratterizza la vita della comunità”.
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Anno della Fede. Sarà inaugurata il 25 novembre alle 18 l’esposizione voluta dalla Cei.
A Settimo San Pietro la bellezza e la gioia di essere cristiani
autori contemporanei che documentano il bisogno d'infinito e di significato di cui è assetato l'uomo del nostro tempo. Il primo pannello rappresenta Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro dove, vedendo le bende
per terra, "videro e credettero" e introduce l'interessante percorso umano della ragionevole e inesausta ricerca di ciascuno uomo che si trova quasi inconsapevolmente immerso nel deserto della perdita del reale e dell'abolizione dell'uomo. Propone perciò in modo sorprendente l'imprevista risposta della fede a ogni nostra attesa di felicità, come una possibilità per ciascuno: "La porta della fede[...] è sempre aperta per noi" (Porta fidei,1). E' divisa in cinque sezioni di sei pannelli ciascuna: 1.Il contesto - Un mondo dopo Gesù, senza Gesù; 2) L'antefatto: il cuore dell'uomo ("Ah! come colmarlo questo abisso della vita!"); 3) Il fatto: Gesù di Nazaret; 4) Il riconoscimento: la libertà dell'uomo; 5) Gesù, nostro contemporaneo. La mostra verrà inaugurata in Sardegna a partire da Settimo San Pietro dove l'evento avrà inizio grazie all'instancabile operosità lieta del parroco don Elenio Abis che l'ha voluta portare per inserirla nel suo densissimo programma pastorale per l'Anno della fede - il 25 novembre alle ore 18 presso la casa Dessy, in via Gramsci. Ogni giorno la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 12 di mattina e dalle 17 alle 20 la sera, fino al 2 dicembre. Subito dopo la mostra farà tappa nella Basilica di Bonaria dal 3 all'8 dicembre e poi sarà a Nuoro, Sassari e Olbia fino alla fine del mese.
Per Alessio la partenza in missione rappresenta un punto d’arrivo dopo la formazione nella comunità di Villaregia a Pordenone, ma anche un inizio di vita concreta con una realtà decisamente nuova. “La scelta di completare gli studi in Costa d’Avorio è il segnale di come il mio essere missionario deve passare per una maggiore conoscenza della realtà dove andrò ad operare. È necessario capire meglio per servire meglio le persone che incontrerò tutti i giorni, nel mio essere testimone del Vangelo”. Quanto poi alle reazioni che parenti e amici hanno avuto di fronte alla scelta di Alessio, dopo l’iniziale perplessità, ora c’è la consapevolezza che quella è la strada migliore. “Og-
gi sento che la mia famiglia mi è vicina così come tanti che mi conoscono - conclude il giovane. Tra i dversi commenti ricevuti mi sembra significativo quello di un amico che mi ha detto “Tu stai per volare alto nella missione mentre io qui in Sardegna resto a terra. Credo che questo sintetizzi bene ciò che significa mettersi al servizio degli altri in missione”. La chiesa di Settimo San Pietro, affollata di fedeli, è stata la chiara testimonianza di come la comunità, guidata da don Elenio Abis, ha tra le proprie peculiarità anche la missionarietà, frutto però di una fede matura, che in questo anno speciale, voluto da Papa Benedetto XVI, emergerà in altre occasioni.
Apre i battenti a casa Dessy un percorso costituito da 32 pannelli di grandi dimensioni, per riscoprire tutta la ragionevolezza dell’adesione alla fede. Rese note le altre tappe MARIA VITTORIA PINNA RA L'11 OTTOBRE del 2011 quando Benedetto XVI, con una lettera apostolica sotto forma di motu proprio, Porta fidei, indiceva l'Anno della fede per il 2012. Così, l'11 ottobre scorso è iniziato solennemente in tutte le diocesi quest'anno davvero importante per ciascuno di noi; perché abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza e la gioia di essere cristiani che è la seconda parte del titolo della Mostra voluta dalla Cei “Videro e redettero, la bellezza e la gioia di essere cristiani”. “In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato” occorre “un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana (Benedetto XVI, Discorso all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, 24 maggio 2012): recita l'introduzione al percorso della mostra
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- reperibile nel web nel sito di Itaca-Eventi - che si propone con trentadue pannelli di notevoli dimensioni. Si tratta di un percorso illustrato di pannelli con immagini a forte impatto visivo, corredate da brani del Magistero o di
Mandato missionario ad un giovane di 23 anni La comunità di Settimo San Pietro invia Alessio Rais R. C. N DONO della comunità di Settimo San Pietro nell’Anno della Fede. La partenza in missione di Alessio Rais è uno dei segni di questa comunità vitale, che sabato scorso si è ritrovata nella chiesa parrocchiale per la consegna del mandato missionario al giovane. “La consegna del crocifisso e del Vangelo - dice il parroco don Elenio Abis - sono i segni con i quali la nostra comunità dona Alessio alla Chiesa ivoriana. In questo inizio di anno della Fede la partenza di Alessio per la missione è la testimonianza di come questa comunità abbia nel dono della Fede un elemento fondamentale”. Alessio Rais, 23enne, dopo un percorso formativo di quattro anni, partirà per la Costa d’Avorio dove la comunità di Villaregia ha una missione. “Nonostante non abbia com-
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pletato gli studi - dice Alessio - mi è stato chiesto di andare subito in missione e terminare lì la teologia. Parto conscio che la mia missione è quella di essere testimone del Vangelo in una realtà povera nella quale, oltre ai beni materiali, dovrò dare testimonianza del Vangelo vissuto. Non farò il missionario ma dovrò essere missionario”. La celebrazione di sabato scorso è stata preceduta da un’intensa settimana con la presenza dei missionari a Settimo. “Abbiamo vissuto un’intesa settimana - dice ancora il parroco - con incontri dei missionari nelle scuole, le celebrazioni in parrocchia che hanno avuto un marcato accento missionario. Giovedì sera l’adorazione Eucaristica, animata dai giovani, è stata particolarmente intensa per la partecipazione. La comunità ha risposto: la sensibilità e la fede della gente si è mostrata anche in quest’occasione”.
IL PORTICO
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detto tra noi Soldi sprecati anche in tempo di crisi di D. TORE RUGGIU
Gli italiani sono spreconi? Assolutamente si! Anche in tempo di crisi economica? Ebbene, anche in questo tempo. Qualche esempio? A parte le spese inutili (controllare gli armadi e i cassetti per verificare quante cose superflue si hanno), e a parte i soldi spesi per divertimenti (viaggi, ristoranti, locali vari, discoteche, concerti etc…), alcune spese oltre ad essere folli, sono persino dannose per la salute psico-fisica. Pensate che, in Italia, nel 2012, la previsione spese per giochi d'azzardo e scommesse in genere è di 130 miliardi di euro: una cifra spaventosa! Poi i soldi spesi per andare a prostitute (ops…. scusate, adesso si chiamano “Escort”!). L'Unione Sarda di venerdì 12 ottobre, ha dedicato l'intera pag. 17 a questo fenomeno. Solo a Cagliari “l'affare” è di quasi tre milioni di euro. La Questura cittadina ha individuato 60 “lucciole”sui marciapiedi e 130 che ricevono a domicilio. In Italia le squillo sono 60 mila (metà straniere, comprese quelle costrette); i clienti 5 milioni e il profitto della vendita del corpo è di circa 8 miliardi l'anno. Nel mondo pare che si prostituiscano circa 40 milioni di persone. È vero che la prostituzione è -come si dice- l'arte più antica del mondo. Certo, non è la più nobile! Pur tralasciando la complessità del fenomeno (stati di degrado e miseria anche morale; costrizione; annesso mercato della droga etc…), l'aspetto morale non può essere trascurato: si tratta di un fenomeno che non solo non nobilita l'uomo, ma lo rende schifoso! E badate che la prostituzione non ci sarebbe (o scomparirebbe), se non ci fossero i clienti. Parimenti per il gioco e le scommesse. Qualcuno ha affermato: “l'unica risposta alla domanda : perché il giocatore non smette quando sta perdendo? è che non gioca per vincere ma per perdere. Come l'alcolizzato che non beve per vivere, ma per morire”. A parte i danni alla salute e quelli morali, c'è da riflettere anche sotto il profilo dello spreco visto che, in tempo crisi in modo particolare, bisogna pensare ai beni di prima necessità, alla salute, all'istruzione e ai sani divertimenti che non costano nulla e aiutano a recuperare dimensioni molto più umane. Di spese folli se ne fanno tante, troppe, salvo poi lamentarsi che non si riesce ad arrivare a fine mese (talvolta neppure alla terza settimana), oppure giustificarsi individuando soluzioni pretestuose e assurde, come la presunta “ricchezza” della Chiesa o stupidaggini simili. La cosa è vecchia, ma la realtà e la verità è un'altra: tutte le volte che la gente deve fare qualche sacrificio intermini economici, per il bene proprio o degli altri, anziché controllare bene il proprio bilancio personale e familiare e ridurre o eliminare le spese superflue o, addirittura, quelle folli, va a scaricare le colpe e le soluzioni dei problemi sugli altri. Troppo comodo! Ciascuno faccia la sua parte e tutti staremmo meglio. E finiamola di fare gli eterni bambini che sprecano i soldi con i balocchi o pensano di vivere nel paese delle meraviglie! Tutto parte dalla testa e dal cuore: un bel controllo aiuta a camminare sulla strada giusta.
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IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
Diocesi. In 33 anni di attività formati più di 600 catechisti di numerose parrocchie.
Inviati da Cristo a servire la Chiesa, nuovo anno per la scuola di Sestu R. C. A TRENTATRÉ anni è un’importate realtà formativa. La scuola per catechisti di Sestu in tutti questi anni ha formato oltre seicento catechisti di numerose parrocchie della forania e di altri centri come Monserrato e Pirri. Ad inaugurare il nuovo anno, monsignor Arrigo Miglio, che nei giorni scorsi ha voluto personalmente consegnare gli attestati a coloro i quali hanno terminato il percorso formativo. Il corso di quest’anno ruota intorno al tema “Il Catechista: inviato da Gesù Cristo a servizio della Chiesa. Imparare ad essere e a fare il Catechista” e vedrà come docenti: la professoressa Maria Paola Piras, per la parte catechetica e padre Gianfranco Donnini per la Sacra Scrittura. “I due docenti – ha affermato Franco Usai, diacono permanente a San Giorgio in Sestu – terranno le lezioni il giovedì sera dalle 19.15 alle 20.15. La professoressa Piras terrà le lezioni nella prima parte del corso, mentre padre Donnini nella seconda parte. Il corso ha sempre rappresentato un’opportunità di formazione e di crescita personale per chi l’ha frequentato. Ci sembra che quest’iniziativa sia stata più che mai utile per chi aiuta i bambini nel cammino di crescita alla fede: a costo di non pochi sacrifici i catechisti sono stati e continuano ad essere un punto di riferimento per le co-
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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004
Direttore responsabile Sergio Nuvoli Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it
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Fotografie Archivio Il Portico Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Monsignor Arrigo Miglio consegna gli attestati al corso di formazione per catechisti.
munità parrocchiali”. Il corso si svolge nella comunità parrocchia di San Giorgio, guidata da don Onofrio Serra. “La nostra parrocchia è felice di poter ospitare questo corso, che oramai è parte integrante delle attività che portiamo avanti. Siamo convinti che la formazione dei catechisti sia il modo migliore per continuare ad offrire percorsi di crescita autentica per i più piccoli”. Oltre all’attestato, i presenti alla cerimonia nell’oratorio parroc-
chiale, hanno ricevuto dall’Arcivescovo anche un libretto appositamente predisposto per l’Anno della Fede e che ha per titolo “Io Credo tu credi?”. “Questo - ha detto monsignor Miglio – è un piccolo sussidio nel quale la parola più importante non è Credo ma è questo puntino, un granello di senape, che deve cadere in terra, morire, per poi crescere e portare frutto. È un piccolo sussidio che contiene alcune formulazioni del Credo. Nel
cammino dell’iniziazione cristiana è molto importare la consegna del Credo, ma soprattutto è interessante capire che fine ha fatto questa consegna, come sia stata utilizzata e vissuta. Tutte le formulazioni del Credo sono una storia, che parte dalla Creazione per arrivare fino alla venuta del Signore. Il Credo è dunque un racconto di una storia che è capitata, che continua e che capiterà, e quindi una storia non chiusa nella quale ciascuno di noi s’inserisce nel momento in cui riceviamo la consegna del Credo, e siamo invitati ad entrare in questo cammino. Il piccolo sussidio possa farvi imparare ogni piccola traccia di Dio nella storia e nella vostra storia”.
Hanno collaborato a questo numero: Vittorio Pelligra, Sandro Brusco, Carlo Bellieni, Roberto Piredda, Tore Ruggiu, Andrea Busia, Fadi Rahi, Franco Camba, Carlo Pisano, Antonella Pilia, Maria Vittoria Pinna, Maria Caterina Pirisi, Rosalia Pacifico, Maria Chiara Cugusi, Rosalba Montisci, Francesco Furcas, Roberto Comparetti. L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).
Abbònati a Il Portico 48 numeri a soli 30 euro 1. conto corrente postale
Nomine dell’Arcivescovo INDUSTRIA GRAFICA In data 11 novembre 2012 l’Arcivescovo ha reso note le seguenti nomine:
GRAFICHE
GHIANI dal 1981 stampatori in Sardegna
www.graficheghiani.it • info@graficheghiani.it • 070 9165222 (r.a.) www.graficheghiani.info
Mons. Ottavio Utzeri: Responsabile dell'Ufficio Diocesano di Pastorale Scolastica Don Marco Orrù: Responsabile dell'Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare Padre Christian Steiner: permane nell'incarico di Responsabile dell'Ufficio Regionale di Pastorale Familiare Don Federico Locci: Responsabile dell'Ufficio Giuridico Diocesano Don Costantino Tamiozzo: Permane nell'incarico di Responsabile per le Confraternite Padre Roberto Zaru OFM Capp.: Esorcista Diocesano Don Stefano Macis: Parroco di Villa S. Pietro Don Gigi Melis: Parroco di Villasalto Don Pascal Manca: Parroco di Villamar Don Giancarlo Dessì: Parroco di Mandas Nelle scorse settimane hanno fatto l'ingresso nelle parrocchie loro affidate i seguenti sacerdoti: Don Nicola Ruggieri a Senorbì il 31 ottobre Don Gianfranco Zuncheddu a Guamaggiore il 31 ottobre Don Angelo Cardia a Villanovatulo il 4 novembre Don Mario Cugusi a Serdiana il 10 novembre
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