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DOMENICA 6 GENNAIO 2013 ANNO X N.1

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Quel che il Signore esige Una riflessione in vista della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che inizia il 18 gennaio MASSIMO PETTINAU

C

on che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio”. (Michea 6, 6-8). Viene dall’India il sussidio per la prossima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2013. Ogni anno il sussidio che accompagna le celebrazioni di quest’iniziativa, che prese il via nel 1908, è assegnato a un gruppo ecumenico di un Paese diverso. Quest’anno il compito è stato affidato al grande paese orientale. Nell’opera di realizzazione sono stati impegnati il Movimento studentesco cristiano dell’India, cui aderiscono circa diecimila universitari, e la Federazione degli universitari cattolici di tutta l’India, coadiuvati, per la versione definitiva, dalla Commissione internazionale

del Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Gli argomenti affrontati dal sussidio che accompagnerà la riflessione e la preghiera si manifestano come una chiara richiesta di giustizia e come condanna forte al sistema delle caste. E’ un modo per dar voce al grido di dolore dei dalit, gli esclusi, che sono per la maggio parte cristiani, ma anche alle vittime delle persecuzioni contro i cristiani e le altre minoranze religiose. Temi particolarmente importanti per la società indiana, dove i cristiani rappresentano il 3,5% della popolazione (oltre un miliardo e duecento milioni di abitanti) e dove la libertà religiosa, pur sancita dalla Costituzione, non è sempre rispettata. Con chiarezza il profeta Michea mette in evidenza, da una parte, il rigetto dei rituali e dei sacrifici impoveriti dalla mancanza del senso della misericordia, dell’umiltà e della giustizia, e dall’altra dimostra l’aspettativa di Dio rispetto al compito che ogni uomo deve attuare

nella sua esistenza. La giustizia non è secondaria nella nostra scelta di fede, ma se vuole essere realmente cristiana deve essere unita all’amore per il prossimo. Solo una giustizia di questo tipo riesce ad essere nel cuore della nostra religione e dei nostri riti. Si tratta allora di scoprire quotidianamente la volontà di Dio, il suo desiderio di procedere nel sentiero della giustizia e della pace, facendo quello che Dio esige da noi. Giovanni Paolo II ha affermato che “qualsiasi espressione di pregiudizio, basata sulle caste, in relazione ai cristiani, è una contro-testimonianza dell’autentica solidarietà umana, una minaccia alla genuina spiritualità e un serio ostacolo alla missione di evangelizzazione della Chiesa”. Ogni nazione ha i suoi dalit e in tante parti del mondo i cristiani sono oppressi con armi non solo materiali. Per questo la preghiera per l’unità ripropone il desiderio di giustizia che deve manifestare in ogni luogo lo stile proprio di coloro che nel terzo millennio sono alla sequela di Gesù.

Giovedì 10 gennaio alle 9 nei locali del Seminario Arcivescovile si terrà il mensile ritiro del clero

SOMMARIO ECONOMIA

2

Sardi brava gente: la crisi non ferma le donazioni SOCIETA’

5

Da Cagliari agli States: il genio dei Sarzi per i bambini autistici CHIESA

7

Marcia della Pace, mons. Miglio: “I martiri ci indicano la verità” CAGLIARI

11

Lo sdegno del sindaco: “Lo sfregio a Sant’Ignazio è contro tutti noi” PAESI TUOI

14

A San Sperate il presepe vivente è un grande segno di speranza e solidarietà


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