portico20130113

Page 1

Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

Ascolta!

FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 102,200 - 104,000 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 www. radiokalaritana.it

DOMENICA 13 GENNAIO 2013 ANNO X N.2

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Lo spread del benessere Nelle parole di Benedetto XVI al Corpo diplomatico l’indicazione dei valori più urgenti da difendere SERGIO NUVOLI

sempre un torto ridurre le parole del Papa - e più in generale della gerarchia ecclesiale - alla situazione contingente di questo o quel Paese. Così come rischia di cadere in errore chi ne utilizza i discorsi, e gli interventi,per adattarli ad un determinato pezzo della società. Per dirla tutta, il Vicario di Cristo sulla terra ha un orizzonte ben più vasto della raffigurazione, grottesca e caricaturale, dell’evoluzione dello scenario politico italiano: sarebbe davvero offensivo pensare che, con le sue parole, indichi uno schieramento piuttosto che un altro in vista delle elezioni tra poco più di un mese. Quella che il Pontefice non si stanca di indicare - e i Vescovi con lui - è una rotta, un orizzonte. Sta poi alla responsabilità di ciascuno comprenderla e applicarla, nella società come nella vita di ogni giorno. Consacrando quattro nuovi vescovi, Benedetto XVI ha detto, tra l’altro: “Naturalmente non provochiamo, ma tutt’al contrario invitiamo tutti ad entrare nella gioia della verità che indica la strada. L’approvazione delle opinioni dominanti, però, non è il criterio a cui ci sottomettiamo. Il criterio è Lui stesso: il Signore”. La visione ampia del Papa non coincide con il disinteresse per le sorti del mondo. Tutt’altro. “E’ urgente formare i leaders, che, in futuro, guideranno le istituzioni pubbliche na-

È

zionali ed internazionali”, ha detto lunedì scorso incontrando il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Un concetto che va ripetendo dalla visita alla Sardegna, quando dal Santuario cagliaritano di Bonaria invocò una nuova generazione di politici. Ma a Benedetto XVI sta a cuore anche un altro concetto: “La costruzione della pace passa per la tutela dell’uomo e dei suoi diritti fondamentali”. “Fra questi figura in primo piano il rispetto della vita umana, in ogni sua fase”, ha dettagliato rallegrandosi per la Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, che nel gennaio dello scorso anno ha chiesto la proibizione dell’eutanasia, intesa come uccisione volontaria, per atto o omissione, di un essere umano in condizioni di dipendenza. “Constato con tristezza - ha aggiunto - che, in diversi Paesi, anche di tradizione cristiana, si è lavorato per introdurre o ampliare legislazioni che depenalizzano o liberalizzano l’aborto. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale. Nell’affermare ciò la Chiesa cattolica non intende mancare di comprensione e di benevolenza, anche verso la madre. Si tratta, piuttosto, di vigilare affinché la legge non giunga ad alterare ingiustamente l’equilibrio fra l’eguale diritto alla vita della madre e del figlio non nato. In questo campo, la recente decisione della Corte Interamericana dei Diritti Umani relativa al-

la fecondazione in vitro, che ridefinisce arbitrariamente il momento del concepimento e indebolisce la difesa della vita prenatale, è ugualmente fonte di preoccupazione”. “Non di rado - avverte il Papa - i diritti sono confusi con esacerbate manifestazioni di autonomia della persona, che diventa autoreferenziale, non più aperta all’incontro con Dio e con gli altri, ma ripiegata su se stessa nel tentativo di soddisfare i propri bisogni. Per essere autentica, la difesa dei diritti deve, al contrario, considerare l’uomo nella sua integralità personale e comunitaria”. Investire nell’educazione è per Benedetto XVI fondamentale, in una crisi sviluppata “perché troppo spesso è stato assolutizzato il profitto, a scapito del lavoro, e ci si è avventurati senza freni sulle strade dell’economia finanziaria, piuttosto che di quella reale”. Come fare? Occorre recuperare “il senso del lavoro e di un profitto ad esso proporzionato. A tal fine, giova educare a resistere alle tentazioni degli interessi particolari e a breve termine, per orientarsi piuttosto in direzione del bene comune”. “Se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari - ha sottolineato infine - dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze fra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri. Si tratta, insomma, di non rassegnarsi allo “spread del benessere sociale”, mentre si combatte quello della finanza”.

SOMMARIO POLITICA

2

Mons. Mario Toso: “Il riformismo non abbatta lo stato sociale” SCUOLA

5

Tra quiz di enigmistica e prove di logica: dubbi sul concorsone CAGLIARI

7

Mons. Marco Lai: “Con il nuovo anno no alla rassegnazione” ELMAS

13

Parla il sindaco Piscedda: “Serve una nuova classe dirigente” PAESI TUOI

14

Don Pierluigi Murgioni, testimone di fede e di speranza cristiana


2

IL PORTICO DEL TEMPO

il PoRtico

domenica 13 Gennaio 2013

Politica. Pubblichiamo l’intervista rilasciata a Radio Vaticana dal segretario del Pontificio consiglio “Giustizia e Pace”.

“La pace è il nuovo nome del bene comune, il vero riformismo non abbatte lo Stato sociale”

tare per la pace. È sorretta da una forza morale trascendente. In quarto luogo, nel proporre, come più commisurati all'opera della pace, gli umanesimi integrali (non integristi), basati su un'etica della comunione e della condivisione”. Nel rivolgersi agli operatori di pace, il Messaggio del Papa contiene anche una valenza progettuale e politica in senso alto? Senza dubbio. Anzi, bisogna subito dire che non sembra sia stata adeguatamente colta. Per Benedetto. XVI la pace è il nuovo nome del bene comune. Pace e bene comune stanno insieme: una non può esistere senza l'altro, e viceversa. Dall'epoca moderna ad oggi, - come sottolineò per tempo Giovanni XXIII adottando espressioni “laiche”, giustificabili sul piano della ragione naturale -, l'attuazione del bene comune e della pace, in vista del conseguimento di una vita in pienezza,

ha trovato la sua indicazione di fondo nei diritti e doveri dell'uomo. Le comunità politiche sono chiamate, per conseguenza, a riconoscere, tutelare, promuovere tali diritti e doveri, considerandoli come un insieme unitario ed indivisibile — corrispondentemente alla totalità della persona, al volume intero del suo essere — non decurtandolo di parti essenziali. Via della realizzazione della pace è la realizzazione del bene comune, dei diritti e doveri che rappresentano le direttrici di attuazione del bene comune. Proprio per questo i costruttori della pace - comunità politiche, partiti, altri soggetti delle società civili -, coloro che intendono perseguire il bene comune debbono avere come punto di riferimento i diritti e doveri dell'uomo considerati come un'unità indivisibile: unità espressiva della pienezza dell'umanità che è al centro dell'anelito alla pace. Su queste basi il Messaggio sollecita la politica, intesa in senso alto, a non essere dimidiata, ovvero politica ideologica in senso negativo. La vera politica deve mirare alla realizzazione del compimento umano. La politica è amore alla vita umana nella sua integralità. Da questo punto di vista, gli stessi partiti, pur guardando al bene comune da un punto di vista particolare non possono essere privi dell'orizzonte del bene umano integrale. Il vero riformismo di cui tanto oggi si parla si trova avvicinandosi il più possibile, nelle agende, nei programmi partitici, all'integralità dei diritti-doveri dell'uomo. Là dove, per varie ragioni tattiche di alleanza, si mette la sordina su alcuni diritti fon-

damentali, si frena il vero riformismo. Il riformismo è tale se favorisce la pienezza della umanità in tutte le persone. Le vie di un riformismo umanizzante, allora, quali sono? L'attenzione alla totalità dei diritti-doveri induce la politica a non trascurare, ad esempio, il diritto al lavoro: il lavoro è un bene fondamentale e non un optional come farebbe intendere la nuova dottrina del capitalismo finanziario sregolato, e, pertanto, occorre promuovere politiche attive del lavoro per tutti. Così, la politica non deve puntare all'abbattimento dello Stato sociale e democratico, erodendo i diritti sociali, pena la crescita delle diseguaglianze e il conseguente indebolimento della democrazia partecipativa. Senza i diritti sociali non sono fruibili i diritti civili e politici. Analogamente, non si debbono contrapporre politiche dello sviluppo e politiche sociali. Se tagli sugli sprechi debbono essere fatti, se tassazioni ci debbono essere ciò non significa penalizzare gli investimenti nella ricerca, nell'innovazione, nello studio, in nuove aree di operosità. Si dovrebbe escluderli, indefinitiva, dal deficit di bilancio. Essi rappresentano le condizioni indispensabili per favorire la crescita e la ricchezza nazionale. Ma alla luce della totalità dei diritti la politica non dovrebbe, penalizzare i credenti discriminando la libertà religiosa nelle sue varie articolazioni, come anche l'obiezione di coscienza nei confronti dell'aborto, della guerra, dell'eutanasia.

Durante l’attesa viene da pensare a tutto: alla crisi, che avanza e morde le famiglie, e a tanti professionisti che sono lì in fila per farsi prestare denaro. Ai mutui, che lo spread basso dovrebbe aver riportato a tassi variabili accettabili, ma di ribassi manco l’ombra. Al fatto che le aziende chiudono, le saracinesche s’abbassano, e anche le banche raccontano le cronache - devono tagliare. In questa banca - rifletto dicono che taglieranno, in tutta l’Isola, 250 dipendenti.

Qui, a Cagliari, lo spread arriva molti mesi dopo che a Francoforte, e quando finalmente i suoi benefici effetti si dovrebbero far sentire nel frattempo è risalito: niente da fare, si aspetta il prossimo giro. Per mesi ci hanno spiegato l’effetto benefico delle varie riforme, ma di famiglie che stanno meglio manco l’ombra: basta rileggersi i dati della Caritas per capire. Ma sarà un’impressione. La verità è che la crisi è prima di tutto finanziaria, e quelli che per-

cepiamo sono soltanto gli effetti sull’economia reale, quella fatta dalle produzioni, dal lavoro vero. Non dal denaro virtuale, che ormai costituisce la maggior parte delle operazioni bancarie. E’ notizia dell’altro giorno la conferma, riportata dai giornali di mezzo pianeta, che le 100 persone più ricche del mondo sono sempre più ricche, e a nulla - nei loro confronti - è valsa la crisi. Qui - nell’Anno del Signore 2013 - continuiamo a fare la fila.

Mons. Mario Toso spiega il contenuto più profondo del Messaggio del Papa per la Giornata della Pace: “La politica è amore alla vita umana nella sua integralità” I. P. ER BENEDETTO XVI,"la pace non è solo un altro nome dello sviluppo integrale, ma è anche un altro nome del bene comune della famiglia umana": è quanto affermato da mons. Mario Toso, intervenuto alla Scuola di Pace promossa a Roma dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa, incentrata sul Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2013. Il Papa, ha detto il segretario del dicastero “Giustizia e Pace”, auspica una “nuova evangelizzazione del sociale” per raggiungere la pace e invita “tutte la forze politiche, indipendentemente dal loro schieramento a formare un fronte trasversale che unifica credenti e non credenti ”nell’impegno dello “sviluppo integrale”, della pace e del bene comune. Il presule ha inoltre affermato che, alla luce del Messaggio per la pace, “il capitalismo neoliberista, pervaso da un’ideologia radicale, libertaria e consumistica” deve “essere abbandonato quanto prima”. E si deve piuttosto lavorare ad un

P

Mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

“nuovo capitalismo, etico e popolare”. Concetti in buona parte espressi pochi mesi in un’intervista al nostro giornale, in occasione del convegno cagliaritano del Progetto culturale della Cei, coordinato da don Antonello Mura. Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Mario Toso per Radio Vaticana: “Innanzitutto, nell'affermazione che la pace è vocazione innata dell'uomo e che quindi non si è condannati alle guerre, alla violenza, al sopruso perenni. In secondo luogo, nell'affermazione che la pace non è semplice opera dell'uomo ma è anzitutto dono di Dio: si tratta dello smascheramento di tutte quelle visioni che emarginano Dio dalla vita degli uomini e delle società. In terzo luogo nel dire, per conseguenza, che la pace non è un sogno, un'utopia. È possibile per l'uomo, grazie a Dio, al suo aiuto, alla sua presenza nella storia: l'umanità non è da sola a lot-

La crisi è prima di tutto del sistema bancario Istituti di credito in forte sofferenza anche in Sardegna ALESSIO URRU A RAGIONE CHI SOSTIENE che la crisi si vede soprattutto nelle banche. E non in astrusi calcoli o tabelle sui rendimenti o sui benefit, ma nella vita quotidiana. D’altra parte, non tutti sanno che la crisi - storicamente scatenata negli Stati Uniti - è stata causata dal blocco del Prestito interbancario, determinato a sua volta da una crisi di fiducia tra gli istituti di credito. E’ una storia, questa, che pochi riferiscono, all’origine di tanti mali dell’economia: ha davvero ragione chi parla della fiducia come elemento costitutivo anche del sistema economico. Quella che raccontiamo stavolta è una scena vista chissà quante volte in un primario istituto di credito cittadino, ma vissuta in una matti-

H

na qualunque di inizio d’anno. Tanta gente è in fila, aspetta - più o meno pazientemente - il suo turno alle casse. Nel frattempo, una buona decina (ma il calcolo è per difetto) di “consulenti” attende dietro la propria scrivania clienti che però non arrivano, e non arriveranno durante la mattinata. Non fanno, nel frattempo, più o meno nulla. I più arditi sembrano consultare le quotazioni di borsa: non sia mai che qualcuno si presenti con un pacco di soldi da investire in azioni. Per quattro numeri di fila, ci vorrà un’ora di orologio per arrivare davanti all’addetto allo sportello. Eppure il totem (così si chiamano quelle macchinette che danno il bigliettino) assicurava che, essendo correntisti, avremmo avuto un trattamento privilegiato. Macchè.


domenica 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Lavoro. Infrastrutture, mobilità urbana, economia verde e centri storici sono le priorità.

“Progetti in grado di ricostruire la dimensione sociale del territorio” A chiederli sono i sindacati confederali di Cagliari: “Più dialogo e confronto con le istituzioni, occorre un ruolo più propositivo anche dei soggetti sociali ed economici” SERGIO NUVOLI ERVONO “PROGETTI ALTI utili a ricostruire la dimensione sociale di ogni intervento rivolgendosi, superando logiche e pratiche auto-referenziali, alle comunità e al territorio”, perché “avanza il fattore disgregativo della nostra società” e “la fiducia dei cittadini, per la difficile condizione sociale, nelle istituzioni – complessivamente intese – si riduce generando risposte di carattere individuale che sono però incapaci d’imporre un progressivo rilancio e un percorso di uscita dalla crisi”. A chiederlo con forza sono stati nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil di Cagliari con i segretari generali Nicola Marongiu, Fabrizio Carta e Gianni Olla. I sindacati confederali rilanciano la necessità del dialogo tra istituzioni e società, in cui devono investire di più – secondo i rappresentanti sindacali – anche i sog-

S

Una recente manifestazione. Nelle foto piccole Nicola Marongiu e Fabrizio Carta.

getti economici e sociali “nel rendere nota e fruibile la propria capacità propositiva, ma – avverte Fabrizio Carta - è innegabile che il coinvolgimento parte dai soggetti che hanno le leve dell’azione progettuale e della loro realizzazione”. “Il forum dei Sindaci e l’esigenza di “integrazione” nella definizione dei piani strategici – riprende Nicola Marongiu - risponde a tale visione, concretamente è un passo in avanti rispetto alla scorsa definizione dei piani strategici, ma occorre evidenziare che eccetto un primo incontro “generale e plenario” di sostanziale annuncio della riattivazione del forum ad oggi non si è realizzato alcun altro tipo di coinvolgimento del partenariato

economico e sociale”. “Il contributo, in termini di sistema, dell’associazionismo datoriale e delle organizzazioni sindacali produce – aggiunge Gianni Olla – elementi di relazione con la dimensione della rappresentanza utile anche a contrastare la polverizzazione in singole e specifiche porzioni d’interesse”. Lo stesso vale per l’Accordo di Programma sul compendio Molentargius-Saline-Poetto: “i soggetti economici e sociali non sono mai stati coinvolti e nulla sappiamo rispetto agli indirizzi che si stanno assumendo per “calare” sul territorio gli interventi previsti nell’accordo sostenuti da una adeguata e importante dotazione economica”.

Preoccupa anche l’incertezza istituzionale, con il futuro incerto delle Province: “servono certezze e prospettiva”, concordano Cgil, Cisl e Uil. In questo quadro, “l’investire in relazioni può determinare le condizioni per costruire una massa critica, anche in termini positivamente rivendicativi, della realtà cagliaritana”. Per non lasciare nulla al caso, i sindacati indicano i possibili fattori per la ripresa: l’adeguamento per un loro pieno utilizzo, anche a fini produttivi delle infrastrutture materiali esistenti (l’esempio è quello dei porti), e va potenziata la mobilità dell’area urbana e nei collegamenti con gli altri centri della provincia. Apprezzamento è stato espresso per la scelta – compiuta dalla giunta Zedda - della metropolitana leggera, mentre viene sollecitata maggiore attenzione agli insediamenti industriali. “L’economia verde, in una accezione larga e comprensiva del termine, è uno dei motori per la ripresa dello sviluppo – hanno aggiunto i rappresentanti dei lavoratori - ed è supportata dagli assi di finanziamento comunitario”, ma va accompagnata con la riqualificazione urbana, un intervento sui centri storici, e lo sblocco dei finanziamenti per le piccole infrastrutture. Infine va potenziato il sistema di welfare locale che deve essere adeguato ai crescenti e nuovi bisogni.

“Ascoltate cuore e mente, ma pure malati e disabili” Gli auguri di Salvatore Usala alla classe politica sarda I. P. OME ABBIAMO SCRITTO la settimana scorsa, il 2012 andrà in archivio anche come l’anno della battaglia dei malati di Sla contro i tagli ai fondi operati dal Governo. Una mobilitazione che ha inchiodato i politici alle loro responsabilità, e che alla fine è stata vinta grazie al grandissimo impegno di persone come Salvatore Usala, che ha guidato la protesta, e ricevuto la visita a domicilio di due ministri e di una parte importante della Giunta regionale. Cosa rimane della vostra battaglia? Quali garanzie avete avuto? Rimangono i 315 milioni per la non autosufficienza e 300 milioni del Fondo sociale. Da ricordare che partivamo da un fondo sociale di 40 milioni: aver dato la spinta per incrementare di 575 milioni i fondi sociali è motivo d'orgoglio. L'unica garanzia che abbiamo avuto sta nella Legge di stabilità che ha sancito de-

C

finitivamente una battaglia lunga 8 mesi. Il rammarico è nel cambiamento al Senato, ovvero i 315 milioni andranno ripartiti in maniera generica, alla Camera erano stati finalizzati alle gravissime disabilità. C'è il rischio che diverse regioni distolgano i fondi. Cosa insegna alla politica sarda la vostra vicenda? La classe politica sarda ha capito bene che i disabili gravissimi sardi hanno una determinazione e caparbietà infinita. Abbiamo ricevuto solidarietà da tutti: speriamo che alle parole seguano i fatti, ovvero che utilizzino i circa 17 milioni aggiuntivi, spettanti dal riparto, per potenziare i piani personalizzati. Cosa pensa del "modello Sardegna" e delle lodi che gli sono state rivolte? Quante possibilità ci sono che venga mantenuto? Il "modello Sardegna" è di una semplicità disarmante. I disabili stanno a casa, ci sono risparmi enormi per la sanità regionale, infatti si evitano

Salvatore Usala con la moglie.

tanti ricoveri in struttura e ospedale. Nel solo "ritornare a casa" si investono 20 milioni per mille gravissimi: se ricoverati in struttura si spenderebbero 60 milioni, è un bel risparmio. I ministri, in visita a casa mia, sono rimasti entusiasti della descrizione fatta dall'on. Marco Espa, spalleggiato dall'assessore De Francisci e dal presidente Cappellacci. Noi puntiamo ad esportare il modello che ci invidiano tutti in Italia. Siamo certi che l'assistenza sociosanitaria in Sardegna verrà potenziata, in particolare per i gravissimi, lo impone la spending review, è l'unico modo per risparmiare risorse. Cosa augura ai politici sardi per il 2013? Ai politici sardi auguro di ascoltare il loro cuore, la mente, ma sopratutto

i malati e disabili. Ritengo inumano vivere in una residenza sanitaria, spesso trattati peggio di animali in gabbia, i disabili hanno bisogno dell'affetto della famiglia. La mente deve ragionare in concreto: infatti perchè sprecare denaro inutilmente spendendo il doppio? L'ascolto dei malati è fondamentale: solo loro hanno diritto di scegliere la loro vita. Ringrazio pubblicamente l'assessore De Francisci che ha accolto un mio progetto per migliorare l'assistenza domiciliare risparmiando il 50%. Il progetto partirà entro gennaio, coinvolgerà 40-50 pazienti gravissimi della Asl 8, sarà sperimentale e volontario ed estensibile ad altre Asl. Una scelta coraggiosa della dott.ssa De Francisci, avvallata dal Presidente Cappellacci.

il PoRtico

3

blocnotes I DATI FORNITI DAI SINDACATI

La fotografia nitida di una realtà in bilico Sono dati preoccupanti, quelli forniti durante l’annuale conferenza stampa di inizio d’anno dei rappresentanti dei sindacati confederali, ma sono davvero utili per una fotografia che renda l’idea della realtà cagliaritana. Una popolazione residente di 563.180 abitanti in provincia di Cagliari fa fermare l’indice della densità abitativa a 123 abitanti per kilometro quadro: sul totale, le femmine sono in leggero vantaggio, con il 51,23%. La densità cagliaritana rilevata è quasi il doppio di quella sarda (ferma a 69,55 abitanti per kilometro quadro), ma sensibilmente più bassa del Mezzogiorno (169,99) e del dato italiano (201,19). Il totale degli stranieri residenti, reso noto da Cgil, Cisl e Uil, al 2009 era di poco più di 11mila unità, ma è certamente un dato approssimato per difetto, come sempre in queste rilevazioni. Nell’intera isola gli stranieri residenti erano poco più di 33mila, contro il totale italiano di oltre 4 milioni. E’ evidente che incide - e non poco - la caratteristica di “residenti”: ce ne sono certamente molti di più, ma non risiedono nell’Isola. Anche sul versante del tenore di vita, i dati forniti mostrano molti spunti di riflessione: a fronte di un reddito disponibile totale di 8.555 milioni di euro (dato della provincia di Cagliari), che rappresenta buona parte di quello sardo (23.191), il reddito procapite dei cagliaritani nel 2009 era di 15.264 euro, leggermente più alto di quello riferito all’intera Sardegna (13.872), nettamente superiore al valore riferito al Mezzogiorno (fermo a 12.680 euro), ma più basso del valore italiano (16.863 euro). Sul fronte dei consumi, i cagliaritani spendono per gli alimentari quasi il 19% del reddito disponibile, un dato leggermente più alto della media italiana, attestata al 17.40%. Il report dei sindacati analizza anche la platea dei pensionati: nel 2012 erano in provincia di Cagliari 132.561, con una pensione media di 729,94 euro, a fronte dei 470.941 in tutta l’Isola (pensione media dei sardi 670 euro). E’ sul lato della competitività che i dati rivelano uno scenario interessante: fatto 100 l’indice di dotazione della rete stradale italiana, quello di Cagliari è vistosamente arretrato a 39 (contro il 54 di otto anni prima), con indicatori in netto calo. Sta peggio la rete ferroviaria: 13,55 rispetto al 100 italiano. Va meglio per i porti (69) e aeroporti (96, rispetto al 79 di otto anni fa), arretrano altri indicatori: impianti e reti energetico-ambientali (57), reti bancarie (52) ed infrastrutture economiche (57). Sempre ritenendo 100 il totale italiano, la provincia di Cagliari totalizza 84 per le strutture culturali e ricreative, 83 per quelle per l’istruzione. Boom per la dotazione di strutture sanitarie (94,34 rispetto al 100 italiano e il 52 sardo), frutto della progressiva concentrazione in provincia di ospedali e cliniche, mentre migliorano gli indicatori delle infrastrutture sociali: 87,51, in netto avanzamento rispetto al 71 di otto anni fa.


4

IL PORTICO DEL TEMPIO

il PoRtico

Il Papa. Il fondamento della pace è nella certezza di vedere in Cristo il volto del Padre.

L’inquietudine di Dio verso l’uomo: dalla mangiatoia fino alla croce ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS DELLA Solennità dell’Epifania del Signore il Santo Padre si è soffermato sul significato delle figure dei Magi: «i Magi rappresentano i popoli, e possiamo dire anche le civiltà, le culture, le religioni che sono, per così dire, in cammino verso Dio, alla ricerca del suo regno di pace, di giustizia, di verità e di libertà». Nell’omelia della Celebrazione Eucaristica dell’Epifania, nel corso della quale ha ordinato quattro nuovi vescovi, Benedetto XVI ha messo in relazione il ruolo dei Magi con il ministero episcopale: «i Magi volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio». Il vescovo «deve soprattutto essere un uomo il cui interesse è rivolto verso Dio, perché solo allora egli si interessa veramente anche degli uomini. Potremmo dirlo anche inversamente: un Vescovo dev’essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’essere un uomo per gli altri. Ma può esserlo veramente soltanto se è un uomo conquistato da Dio. Se per lui l’inquietudine verso Dio è diventata un’inquietudine per la sua creatura, l’uomo. Come i Ma-

A

Il Papa in Piazza San Pietro dopo il canto del Te Deum.

gi d’Oriente, anche un Vescovo non dev’essere uno che esercita solamente il suo mestiere e non vuole altro. No, egli dev’essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini. Deve, per così dire, pensare e sentire insieme con Dio. Non è solo l’uomo ad avere in sé l’inquietudine costitutiva verso Dio, ma questa inquietudine è una partecipazione all’inquietudine di Dio per noi. Poiché Dio è inquieto nei nostri confronti, Egli ci segue fin nella mangiatoia, fino alla Croce». All’inizio della settimana Benedetto XVI ha presieduto i Vespri con il canto del Te Deum a conclusione del-

l’anno. Nell’omelia il Papa ha richiamato il senso profondo del Te Deum: «nel Te Deum, è contenuta una saggezza profonda, quella saggezza che ci fa dire che, nonostante tutto, c’è del bene nel mondo, e questo bene è destinato a vincere grazie a Dio, il Dio di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto. Non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione, nella riflessione calma e prolungata; dobbiamo saperci fermare per pensare. In questo modo il nostro animo può trovare guarigione dalle inevitabili ferite del

quotidiano, può scendere in profondità nei fatti che accadono nella nostra vita e nel mondo, e giungere a quella sapienza che permette di valutare le cose con occhi nuovi». Il 1 Gennaio, nell’omelia della Messa per la Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, il Papa, ricordando la Giornata Mondiale della Pace, ha indicato il fondamento della pace: «la certezza di contemplare in Gesù Cristo lo splendore del volto di Dio Padre, di essere figli nel Figlio, e avere così, nel cammino della vita, la stessa sicurezza che il bambino prova nelle braccia di un Padre buono e onnipotente. Lo splendore del volto del Signore su di noi, che ci concede pace, è la manifestazione della sua paternità; il Signore rivolge su di noi il suo volto, si mostra Padre e ci dona pace». Sempre in settimana, nella catechesi all’Udienza Generale, Benedetto XVI si è soffermato ulteriormente sul mistero del Natale a partire dalla domanda di Pilato sull’origine di Gesù: “di dove sei tu?» (Gv 19,29). Dalla lettura dei Vangeli appare chiaro, spiega il Papa, che «Egli è il Figlio Unigenito del Padre, viene da Dio. Siamo di fronte al grande e sconvolgente mistero che celebriamo in questo tempo di Natale: il Figlio di Dio, per opera dello Spirito Santo, si è incarnato nel seno della Vergine Maria. È questo un annuncio che risuona sempre nuovo e che porta in sé speranza e gioia al nostro cuore».

La Diocesi e l’anniversario del Concilio Vaticano II L’Archidiocesi di Cagliari, la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari e il Pontificio Seminario Regionale Sardo hanno organizzato una serie di incontri finalizzati ad approfondire il Concilio Ecumenico Vaticano II in occasione del 50° anniversario (1962-2012)

IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

domenica 13 Gennaio 2013

pietre REP. DEM. DEL CONGO

In manette un prete che difende i pigmei Un missionario comboniano, p. Franco Laudani, è stato arrestato e picchiato da soldati dell'esercito congolese (FARDC). Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi nel territorio di Watsa nella diocesi di Wamba (Provincia Orientale). P. Franco avrebbe chiesto ai militari spiegazioni sull'arresto di alcuni pigmei. Per tutta risposta i soldati lo hanno arrestato e picchiato. Il missionario è stato successivamente rilasciato. Padre Franco si adopera da anni a favore dei pigmei, una popolazione spesso vittima di soprusi e pregiudizi. La Diocesi di Wamba è situata nella Provincia Orientale della R.D. del Congo, con una superficie di 68.000 kmq e una popolazione di circa 600.000 abitanti. La popolazione “pigmea” si aggira intorno alle 40.000 persone presenti quasi ovunque nelle diciassette parrocchie della diocesi.

TANZANIA

Migliora p. Mkenda ferito a Natale Migliorano le condizione di p. Ambrose Mkenda, il sacerdote cattolico ferito a colpi di pistola da sconosciuti il giorno di Natale, nell'isola di Zanzibar. Secondo fonti della Chiesa locale p. Mkenda dopo aver celebrato la Messa a Mpendae stava tornando in automobile nella sua parrocchia a Tomondo, quando si è accorto di essere seguito da due individui in motocicletta. Giunto alla parrocchia, nello scendere dall'autovettura il religioso è stato colpito da due colpi di pistola alla guancia e alla schiena. I malviventi si sono poi introdotti nella canonica, mettendola a soqquadro. Dopo le prime cure di urgenza in un ospedale dell'isola, il sacerdote è stato trasportato in una struttura ortopedica di Dar Es Salaam dove è stato operato per l'estrazione dei proiettili. Secondo le fonti di Fides, p. Mkeda sarebbe rimasto vittima di un atto di criminalità comune e non di un'azione da parte di elementi estremisti.

venerdì 11 gennaio 2013 – ore 17.30 Relatore: Prof. Matias Augé Riforma e rinnovamento liturgico dopo il Vaticano II

giovedì 21 marzo 2013 – ore 16.00 Relatore: Bernard Ardura Le fonti storiche del Concilio Vaticano II

Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna

Aula Magna del Seminario Regionale

giovedì 17 gennaio 2013 – ore 16.00 Relatore: Philippe Chenaux Identità culturale e pastorale del “principe della riforma”

giovedì 11 aprile 2013 Relatore: Giovanni Tangora Yves Congar: vera e falsa riforma

PAKISTAN

Aula Magna del Seminario Regionale

Aula Magna del Seminario Regionale

venerdì 25 gennaio 2013 – ore 17.30 Relatore: Frère John di Taizé Il Concilio e l’ecumenismo

giovedì 9 maggio 2013 Relatore: Mons. Agostino Marchetto Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Riforma nella continuità

Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna

Aula Magna del Seminario Regionale

Una parrocchia nata grazie alla volontà - e ai finanziamenti - di cristiani e musulmani pakistani, che festeggia in queste settimane i 25 anni dalla fondazione. Per ricordare l'avvenimento, i fedeli hanno contribuito alla costruzione di una piccola grotta di Lourdes, nella quale riunirsi e pregare. È la storia della la Madonna dell'Assunta, chiesa parrocchiale nel distretto 7 Chak di Faisalabad, provincia del Punjab, in cui è maggiore la presenza dei cristiani nel Paese.

giovedì 28 febbraio 2013 – ore 16.00 Relatori: Gilfredo Marengo e Gianni Valente Wojtyla e Ratzinger al Concilio Vaticano II Aula Magna del Seminario Regionale

25 anni della parrocchia dell'Assunta


domenica 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DEI GIOVANI

il PoRtico

5

Cronache dalla scuola. Il racconto semiserio del test preselettivo per l’accesso al concorso nazionale.

Tra agility dog e incredibili quesiti della Susi: così si selezionano gli insegnanti del futuro La preselezione effettuata nei giorni scorsi si basava in gran parte su domande di logica e “indovinelli”. In sostanza si è trattato di una scrematura senza alcuna valutazione reale

cellenza, affidabile oltremodo, tanto che un mio professore di Università quando diceva di aver letto una notizia tra le "Spigolature" o "Non tutti forse sanno che..." dava per scontato che avesse la stessa autorità dei Monumenta Germaniae Hstoricae. Tuttavia, mai avrei pensato che fosse il testo base per la preparazione di centinaia di migliaia di aspiranti al ruolo nella scuola pubblica. Averlo saputo prima! Laurea, spesso dottorato, scuola di specializzazione per l'insegnamento, corsi di millecinquecento ore per incrementare preparazione e punteggio e poi? Bastava studiare la Settimana Enigmistica! Rebus, sciarade e, soprattutto – l'ammetto, non li ho

mai risolti – i "Quesiti della Susi"!! Attenzione! Non sto parlando di parole crociate, perché si sarebbe entrati già troppo nel culturale, nella preparazione di base. Era invece questione di logica spicciola, una sorta di agility dog per aspiranti insegnanti, senza considerare che il test si presentava molto spostato verso l'area scientifica, perché, a parte le domande di informatica (alcune per bambini delle scuole materne, altre da ingegneri elettronici), appare ovvio che se un qualsiasi laureato in materie scientifiche sa destreggiarsi tra domande di grammatica di livello "alfabetizzazione degli studenti stranieri" ("Se leggero sta a leggerissimo, allora cattivo sta a...?"), non è detto che un laureato in materie umanistiche, magari a distanza di quindicivent'anni o anche più, ricordi come si calcolano le leve o il massimo comun divisore. In sostanza è sembrato un test che volesse semplicemente scremare la folla di partecipanti ad un concorso costoso e praticamente inutile (bastava indirlo solo per le classi di concorso esaurite), senza alcun effettivo legame con le figure che andavano ad affrontarlo. Sarebbe stato lo stesso proporre come prova selettiva una corsa campestre di cinque km da effettuarsi in dodici minuti o un bel certame culinario tipo Hell's Kitchen.

Alcuni concorrenti avrebbero sicuramente trovato maggiori affinità con queste prove che con il test proposto. La giustificazione per cui era solo un test preselettivo, ma dopo arriveranno le materie di indirizzo con gli esami classici scritti e orali, niente toglie all'obiezione che la prova non aveva quasi alcuna attinenza con la realtà del concorso. Senza considerare il dispetto quasi umiliante cui molti si sono dovuti sottoporre nel momento in cui, laureati in Matematica, dovevano calcolare un minimo comune multiplo o laureati in Lettere si vedevano chiedere se un aggettivo è superlativo o comparativo o il significato di una parola. Tutte le mattine centinaia di migliaia di insegnanti fanno lezione. Alcune migliaia di essi fanno tenere una rubrica in cui segnare le parole nuove. Io faccio tenere una rubrica, in cui ieri i miei alunni di seconda media hanno scritto il significato della parola "remunerare". Quesito numero trenta della simulazione numero otto del test preselettivo del concorso per la scuola: "A quale significato si può assimilare il termine "remunerare? Pagare; Liquidare; Eliminare; Togliere". Probabilmente ho capito che legame c'è tra il test preselettivo e la scuola.

di sedersi in cattedra già a settembre. Abituati all’italico andazzo abbiamo più di qualche dubbio. Saranno rese ufficialmente note il prossimo 15 gennaio date e sedi della prova scritta. Niente più tema: si tratterà di un’altra prova con domande e risposte, ma stavolta la risposta sarà aperta, non a risposta multipla come nella prima batteria di test. Le domande mirano a valutare le competenze professionali e quelle relative alla disciplina per la quale il candidato si presenta. La prova, che sarà uguale in ogni sede sul territorio nazionale, avrà come

unica differenza la presenza di domande sulla lingua straniera comunitaria. Queste domande, infatti, saranno presenti nel test di chi aspira ai posti della scuola primaria, nelle altre classi di concorso le domande riguarderanno esclusivamente le materie della classe medesima. E su questo, puntuali, si sono già scatenate le polemiche, specie da parte di chi non ritiene corretto che solo gli aspiranti insegnanti della scuola primaria debbano saltare quest’ulteriore tagliola. Dubbio più che legittimo. La prova scritta prevede un punteg-

gio massimo di 40 punti e perchè la prova scritta possa ritenersi superata con successo bisogna ottenere un punteggio minimo di 28 punti, mentre sono 30 i punti destinati alle prove di laboratorio e, se le prove fossero molteplici per avere un risultato finale veritiero è necessario fare una stima della media dei punteggi conseguiti per ciascuna prova. La prova sarà superata se si raggiungono 21 punti; il punteggio resta comunque espresso in quarantesimi poiché il risultato della prova scritta si somma a quello della prova in laboratorio.

GABRIELE COLOMBINI UTTE LE MATTINE centinaia di migliaia di insegnanti entrano in classe. Alcune migliaia di essi hanno sicuramente un'alunna che si chiama Enrica. Quesito numero due della simulazione numero uno del test preselettivo del concorso per la scuola: "Tutte le modelle sono alte. Enrica è una modella. In base alle precedenti informazioni, quale delle seguenti affermazioni è necessariamente vera? Enrica non è una modella; tutte le donne alte sono modelle; Enrica è una modella; Nessuna delle altre alternative è corretta". Tutte le mattine centinaia di migliaia di insegnanti fanno lezione. Alcune migliaia di essi spiegano la metrica. Quesito numero tre della simulazione numero uno del test preselettivo del concorso per la scuola: "Quale delle seguenti alternative

T

contiene una lettera ripetuta esattamente cinque volte? LWLQQLWWWQQL; ETRETRTTRREE; HJKKJHKKHJHK; YIUYIUYIUYIU. Trecentoventunomila insegnanti precari o aspiranti tali si sono iscritti alle prove preselettive per il concorso nella scuola. Tra di essi settantacinquemila dalle graduatorie ad esaurimento, ovvero insegnano già da uno o più anni, talvolta anche venti. Quesito numero trenta della simulazione numero ventotto del test preselettivo del concorso per la scuola: "Completa la seguente serie numerica: 5, 12, 19, 14, 9, 16, ?, ?, ?". D'estate compro sempre la Settimana Enigmistica, settimanale storico dell'editoria italiana, di una fattura che tocca livelli di ec-

Nei prossimi giorni date e sedi dello scritto Il 15 gennaio sono attese notizie decisive dal Ministero ENRICO MURGIA ON OGNI PROBABILITÀ ha ragione Gabriele Colombini, quando parla dell’obiettivo nemmeno troppo nascosto della prima ondata di quiz a risposta multipla: scremare la massa immensa di candidati all’insegnamento. E se è vero che i passati sono stati in media - nelle varie regioni italiane un terzo di coloro che si sono presentati a sostenere la prova, è evidente che qualcosa potrebbe non andare: oltre il 65% è stato bocciato. Intendiamoci: come su una partita di calcio, le opposte tifoserie si sono da subito divise. Troppi, in questo caso, i respinti per dribblare le polemiche. Da una parte quelli che, dopo essersi allenati sui quiz parzialmente divulgati dal Ministero, hanno superato la soglia prevista e ora attendono il passo successivo commentando - con un sorriso - che va bene così. I moduli scaricati per “allenarsi”

C

sui quiz sono stati più di 8 milioni e mezzo. Dall’altra quelli che fanno notare che questa prima batteria di test poco c’entra con la realtà scolastica. Il fatto nuovo è il corretto e ordinato svolgimento della selezione, con una sorveglianza mostratasi sempre all’altezza del compito. Non sono infatti stati segnalati casi gravi di irregolarità: da più parti arrivano segnalazioni di personale preparato e cortese durante lo svolgimento della prova, che per la prima volta si è svolta completamente con l’ausilio di un pc. I 50 quesiti erano così ripartiti: 18 domande di capacità logiche, 18 domande di comprensione del testo, 7 domande su competenze digitali, 7 domande sulla lingua straniera. Il tempo a disposizione è stato di 50 minuti, al termine dei quali ogni candidato ha potuto visualizzare subito il risultato conseguito sulla postazione assegnata. Ora si aspetta lo step successivo di un concorso che - a sentire i dirgenti - dovrebbe consentire ai vincitori


6

il PoRtico

IL PORTICO DEI GIOVANI

DOMENICA 13 Gennaio 2013

Anno della fede. a Guasila alleanza tra parrocchia a teatro per riscoprire, in modo guidato, la narrazione biblica.

La bellezza della Bibbia e la pienezza della fede: letture, commenti e rappresentazioni teatrali dall'edificio ex Montegranatico al centro della suggestiva piazza del paese, oggi intitolato ai Fratelli Medas, originari di Guasila. La gestione del teatro è stata affidata dall'amministrazione comunale all'associazione Figli d'Arte Medas che, guidata da Gianluca Medas, propone rassegne teatrali di diverso genere, dal teatro popolare a quello sperimentale, iniziative culturali quali incontro con autori di libri del panorama culturale sardo e spettacoli narrativi con musica dal vivo, diventando punto di riferimento per il territorio. I Figli d’Arte Medas hanno scelto di proporre una serie di incontri sul ciclo di Giacobbe a tutti coloro che vogliano seguire le vicende di una delle figure più singo-

Dal 16 febbraio al 6 marzo la comunità guidata da don Alessandro Guiso offre un ciclo di incontri, a teatro l’associazione Figli d’Arte Medas punta sulla figura di Giacobbe FRANCESCA CHIU ARROCCHIA E TEATRO di Guasila, in due momenti distinti e ben caratterizzati, hanno deciso di offrire a tutti gli interessati due occasioni di avvicinamento alla Bibbia. Secondo Umberto Eco il testo biblico fa parte dei “Grandi Libri non Letti” e come tale rimane un’opera da libreria, più che ‘da comodino’. Effettivamente avere una vera e propria biblioteca come lettura notturna risulta assurdo. Tuttavia, molte iniziative culturali e teatrali offrono sussidio alla difficoltà di avvicinare un’opera così complessa e variegata: 72 libri (per il canone cristiano) scritti nel giro di un millennio, composti da un’ottantina di autori, con diverse revisioni, con ambientazioni culturali, sociali e storiche molto differenti. Per percorrere questa ‘foresta intricata’ occorrono dei segnali indicatori, che mostrino un percorso pos-

P

sibile. Per questo motivo, la parrocchia ha organizzato un ciclo di incontri sulle figure di Davide e Saul narrate in 1Sam 16-31. Gli incontri, che si terranno nel santuario diocesano alle 18.30 del 16 e 30 gennaio, 13 e 27 febbraio, 6 marzo, saranno incentrati sulla lettura e commento del testo secondo un’ottica credente, in ossequio al monito della Dei Verbum n.21: ‘La Chiesa considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede’. E sempre la DeiVerbumal n.10 dice: ‘La sacra Tradizione, la sacra Scrittura e il magistero della Chiesa, per sapientissima disposizione di Dio, sono tra loro talmente connessi e

lari del Primo Testamento. La lettura storico-letteraria del ciclo contestualizzerà la narrazione attraverso criteri letterari consoni alla prosa ebraica. Al termine degli incontri, si proverà a teatralizzare alcuni degli spunti offerti, rendendo la figura biblica una ‘sagoma’ esemplare delle quotidiane malefatte, trasformate in occasione di incontro e di dialogo formativo. Gli incontri-laboratorio saranno guidati dal giovane biblista Michele Antonio Corona, autore di alcune rubriche bibliche sul nostro giornale, e sugli altri settimanali diocesani L’Arborense, Libertà e Sulcis Iglesiente Oggi. Corona è anche fondatore de ‘I bibbianti’, gruppo di facebookche propone iniziative bibliche a livello culturale.

congiunti che nessuna di queste realtà sussiste senza le altre, e tutte insieme, ciascuna a modo proprio, sotto l'azione di un solo Spirito Santo, contribuiscono efficacemente alla salvezza delle anime’. Il parroco, don Alessandro Guiso, ha ritenuto opportuno che tutta la comunità si possa soffermare sulla Parola di Dio in questo anno dedicato alla fede e alla crescita comunitaria, dal momento che “l’ignoranza delle Scrittura è ignoranza di Cristo”, come scriveva san Girolamo. Negli stessi giorni, alle 20.30, la Bibbia sarà protagonista di un evento culturale, che si svolgerà presso il teatro comunale. Il teatro è ospitato

“L’impegno dei giovani contro le ingiustizie” “Solidarietà oltre il raccordo”: le parole di mons. Miglio RAFFAELLA FADDA

A

CCOGLIENZA E GRATUITÀ sono

stati i binari entro cui si è mosso nei giorni scorsi l’evento “Solidarietà oltre il raccordo” organizzato nel teatro dell’Istituto Salesiano San Giovanni Bosco a Cagliari. L’iniziativa sostenuta e incoraggiata da Il Portico e da Radio Kalaritana, ha idealmente abbracciato

i bambini e la realtà del Centro diurno “Casa mia, Casa nostra” di Roma. Una vera e propria espressione di affetto, non meno carica di altrettanta generosità per la comunità parrocchiale Santa Maria Madre del Redentore nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma.”La solidarietà non va solo oltre il raccordo, ma anche oltre il racconto, quindi oltre le semplici parole - ha detto mons. Arrigo Miglio durante l’incontro - Di fronte a tante situazioni di sofferenza, tante persone lavorano e fanno il possibile perché ogni forma di ingiustizia venga meno. Sconfiggendo ogni tentazione alla rassegnazione, grazie all’impegno dei ragazzi che hanno dedicato tempo e passione per l’iniziativa, mi auguro che questa serata possa essere solo la prima di tante altre”. La parrocchia guidata da don Francesco De Franco, sacerdote del clero romano, ospita l’esperienza pastorale di Enrico Murgia, seminarista della diocesi che ha pensato e creato l’evento, in forma-

L’orchestra Karalis Ensemble durante la serata. In basso, l’intervento dell’arcivescovo.

zione presso il Pontificio Seminario Romano. Importanti e tante le partecipazioni offerte a titolo gratuito, tra i quali quella dell’orchestra Karalis Ensemble, costituita per l’occasione da alcuni giovani membri del conservatorio di Cagliari, dei seminaristi Raimondo Mameli e Francesco Deffenu, di Giovanni Faedda, del maestro Andrea Sarigu organista della Cattedrale, e del coro dei Licei dell’istituto salesiano, diretto dal maestro Antonio Atzeni. Amicizie, e forze quindi spontaneamente riunite, divenute vere e proprie collaborazioni sinergiche per l’occasione. “E’ stato molto bello poter ospitare l'evento e poter collaborare alla sua realizzazione - spiega Cristiano Tanas, presidente CGS della Sardegna (Cinecircoli giovanili socio culturali) collaboratore e colonna portante della manifestazione

- E’ stata una dimostrazione di attenzione da parte dei Salesiani e dell'associazione C.G.S. verso i giovani più poveri e abbandonati, che dovrebbero essere sempre al centro delle nostre attività. Ho riscontrato con piacere che quasi tutti gli artisti che si sono esibiti - peraltro con ottimi risultati - fossero ragazzi e giovani di talento, che hanno saputo mettere a disposizione di questa causa le proprie doti e le proprie abilità”. Pensando ad una carità che sconfinasse, che guardasse oltre il semplice appagamento dei propri bisogni e necessità, significative le due testimonianze attraverso due videomessaggi: quella di don Paolo Lojudice, l’allora parroco e oggi direttore spirituale presso il seminario romano, che ha descritto la storia del centro diurno, e quella di Luca Far-

ci, seminarista della diocesi, originario di Quartu, che ha raccontato invece come ha inciso la sua esperienza di missione in Mozambico. “Il bene comune dev'essere la stella polare di chi ha la prerogativa di rappresentare bisogni e aspettative - ha sottolineato Romina Mura, sindaco di Sadali, presente all’iniziativa - La Chiesa e la politica, ciascuna nel proprio campo di azione, possono abbattere barriere e steccati e dare un prezioso contributo affinchè, in particolare le nuove generazioni divengano protagoniste della ricostruzione morale e insieme economica e sociale di questo nostro Paese, in un momento in cui, nella percezione collettiva, la politica passa come il peggiore dei mali. Invece, dalla buona politica, intesa come perseguimento del bene comune, si può e si deve ripartire”.


DOMENICA 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DI CAGLIARI

L’intervista. Don Marco Lai: “Alla politica chiediamo di rimettere al centro il bene comune”

“Il nuovo anno sia l’occasione per superare la rassegnazione” Il direttore della Caritas e la povertà in aumento: “Il 2012 è stato un anno di grande intensità, ha insegnato il senso vero del fare volontariato”

conservare di quest’anno? Nonostante tutto il progresso, non esistono certezze, per cui si può passare da tenori di vita accettabili o medio-alti a situazioni di disagio estremo: questa è una lezione di vita che riguarda tutti i livelli, individuale, ecclesiale, ma anche sociale e politico. Il 2012 è l’anno in cui siamo stati costretti a riconsiderare la fragilità del sistema in cui viviamo, a ripensarci in un criterio di maggiore umanità, recuperare relazioni nuove, caratterizzate da sentimenti di equità e giustizia. Quest’anno è stato un duro banco di prova, che ha contribuito a far crescere il nostro senso di civiltà. Qual è il segreto per ripartire di slancio, nel “lavoro della Carità” che riguarda tutti i cristiani? I tempi di crisi hanno costretto la Chiesa e la comunità ecclesiale a ripensare la propria identità, il senso dell’essere cristiani, andando a recuperare una nuova unità

di intenti e una nuova dimensione ecclesiale, in cui la liturgia e le preghiere non possono prescindere dalla carità. Quest’ultima è uno strumento fondamentale per essere credibili nella nostra società, per andare a ricostruire una comunità cristiana che si poggi sulle tre dimensioni, della vita dell’uomo, del credente e della comunità. Auspico che, con questi presupposti, il nuovo anno possa essere quello giusto, per far crescere nelle comunità cristiane la dimensione della carità attraverso lo strumento delle Caritas parrocchiali. L’annuale rapporto ha dimostrato che le richieste di aiuto ai servizi Caritas continuano ad aumentare. Cosa chiedere alla politica in questo momento? Davanti alla complessità attuale, la politica deve essere uno strumento di speranza per aiutare la gente a superare quel senso di rassegnazione che spesso viene proprio dalla delusione verso la politica stessa. Abbiamo bisogno di una politica che sappia rifondarsi, rimettendo al centro la persona e il bene comune, superando gli interessi di parte e offrendosi come servizio. Speriamo che il nuovo anno possa costituire, grazie alla politica e alla presenza della Chiesa locale, un’occasione per superare quella rassegnazione così presente nel nostro territorio regionale, in modo da recuperare generosità, altruismo, capacità di dono, per costruire una società più giusta.

73,8% degli utenti sono uomini e il 26,2% donne; l’86,1% hanno fissa dimora, dunque non fanno parte delle tradizionali povertà. Inoltre, fino a settembre avevano usufruito di Centri di prima accoglienza 81 persone, in prevalenza donne (82,7%). In questo caso, la maggior parte degli assistiti sono separati/e (51,9%), non hanno una fissa dimora (77,8%) né una retribuzione (92%). Per quanto riguarda i servizi ambulatoriali, dal primo settembre 2011 al 31 agosto 2012 hanno usu-

fruito delle prestazioni offerte 2.272 utenti, in prevalenza adulti (90,6%) e donne (55,6%). Gli stranieri (67,9%) superano gli italiani (32,1%), conseguenza del fatto che la maggior parte degli stranieri non gode dell’assistenza sanitaria nazionale e dunque si rivolge alla Caritas. Gli effetti della crisi sono stati evidenti soprattutto nell’attività della Fondazione antiusura, con 33 pratiche istruite e andate a buon fine nel 2012, per un totale di circa 486mila euro. Nel complesso, dal 2004 ad oggi, la Fondazione ha erogato 2.832.690 euro, in accordo con varie istituzioni pubbliche, per un totale di 219 pratiche. Inoltre, l’attività del Prestito della Speranza - operazione lanciata qualche anno fa dalla Cei a favore delle famiglie in crisi - ha fatto registrare un forte incremento rispetto alla rilevazione precedente, passando da 29 a 89 pratiche, facendo emergere una crescita del numero delle persone che non hanno sufficienti requisiti di affidabilità per gli istituti ufficiali di credito. Delle 118 pratiche gestite, 73 hanno ottenuto il finanziamento, con una percentuale di buon rilievo.

S. N.

ulla frontiere del bisogno da sempre c’è Caritas. In questo avvio d’anno davvero incerto, Il Portico ha intervistato il direttore don Marco Lai. Che anno sarà per i poveri cagliaritani? Un anno difficile, caratterizzato dalla povertà crescente, dalla disoccupazione, da servizi sempre più deboli rispetto alle necessità delle categorie più fragili, come gli anziani e le famiglie impoverite. Proprio verso queste categorie le comunità parrocchiali dovranno farsi sempre più attente, per pianificare interventi di accoglienza e prossimità all’interno dei singoli territori, per salvaguardare la tutela dei diritti essenziali. Di sicuro la nostra Caritas diocesana continuerà ad essere impegnata nella tutela del diritto all’alloggio attraverso le iniziative di housing sociale, nel sostegno alle famiglie in difficoltà e nel contrasto all’indebitamento, grazie alla Fondazione Anti-usura e al Prestito della Speranza. Inoltre, proseguirà l’impegno verso alcune

S

Don Marco Lai con l’arcivescovo e il sindaco.

emergenze, come nel caso dei circa 130 richiedenti asilo ancora in carico alla nostra Caritas, in conseguenza dell’Emergenza Nord Africa e come nel caso delle famiglie rom nei cui confronti vogliamo portare avanti percorsi di inclusione sociale, in corresponsabilità con le istituzioni locali. Cosa rimarrà agli operatori del 2012 appena terminato? Il ricordo di un anno di grande intensità, un’esperienza umana e solidale per tutti quegli operatori che hanno avuto la possibilità di lavorare quotidianamente nell’ambito delle emergenze, accanto ai rom, agli immigrati, all’interno dei nostri servizi, dalla mensa ai dormitori. Un’esperienza profonda, perché fare volontariato in tempo di crisi significa dare un senso pieno al proprio tempo libero, sentirsi utili e solidali con chi è in difficoltà. Quale lezione, in mezzo a tanti avvenimenti accaduti, si potrà

Antiusura e ambulatorio i servizi più gettonati in aumento i separati che bussano ai Centri della Caritas FRANCESCO FURCAS EL 2012 SONO STATI complessivamente 2.123 gli utenti dei Centri d’ascolto Caritas rispetto ai 1.414 dell’anno precedente: il 47,9% uomini e il 52,1% donne. Tra questi, 74,2% italiani, 25,8% stranieri, con larga prevalenza degli immigrati dell’Europa dell’Est. Il 70% degli assistiti ha un’età ricompresa tra i 25 e i 54 anni. Sono tutti numeri emersi dall’annuale Rapporto dell’organizzazione guidato in diocesi da don Marco Lai, che non ha fermato i motori nemmeno a Natale o all’Epifania: 365 giorni all’anno a tu per tu con chi sta male, con chi non arriva nemmeno alle seconda settimana del mese. La maggior parte degli assistiti sono coniugati o conviventi (circa il 56%), seguiti da celibi o nubili (cir-

N

ca il 40%): questi ultimi fanno registrare un forte incremento rispetto all’anno precedente (+11,7 punti). La maggior parte degli assistiti sono disoccupati (68,1%), solo il 15,9% hanno un lavoro. I bisogni prevalenti sono di natura economica (37,5%) e occupazionale (27,7%). Le richieste sono per lo più rivolte ai sussidi economici (26,3%), all’ascolto (23,1%), ai beni e servizi materiali (19,2%) e al lavoro (11,2%). L’unico problema cui gli interventi non hanno potuto porre rimedio è quello della disoccupazione, legato alla grave crisi economica generale. Per quanto riguarda la mensa di viale Sant’Ignazio, tra settembre 2011 e settembre 2012 sono stati staccati 521 tesserini (per il 65,3% a italiani, per il 34,7% nei confronti degli stranieri): il

IL PORTICO

7

brevi IL 15 GENNAIO

Mons. Miglio incontra gli amministratori E’ in programma martedì 15 gennaio, giorno della memoria liturgica di Sant’Efisio, patrono della Diocesi di Cagliari, alle 16, nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile di Cagliari (via Cogoni, 9), un incontro tra l’Arcivescovo e i sindaci dei comuni del territorio della diocesi, i presidenti, assessori e consiglieri regionali e delle provincie di Cagliari e Medio Campidano. Sarà “l’occasione - si legge sul sito della diocesi - per dialogare su alcuni temi di comune interesse, quali “I giovani e il lavoro”, il recente Messaggio del papa Benedetto XVI per la giornata della pace “Beati i costruttori di pace”, la rilettura di alcuni punti del Dossier della nostra Caritas Diocesana “Costruire la speranza” e la presentazione del progetto “Policoro” che la Chiesa italiana promuove per la formazione e avviamento al lavoro dei giovani nelle regioni del meridione”.

ALLA FACOLTÀ TEOLOGICA

Matias Augè parla del Concilio Vaticano II Venerdì 11 gennaio alle 17.30 il prof. Matias Augé nell'Aula Magna della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna parlerà di “Riforma e rinnovamento liturgico dopo il Vaticano II”. L'appuntamento rientra nel ciclo di incontri organizzati dall'Arcidiocesi di Cagliari, dalla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari finalizzati ad approfondire il Concilio Ecumenico Vaticano II in occasione del 50° dalla sua indizione.

CISM/USMI

Ritiro mensile e incontri per consacrati Il CISM/USMI informa che domenica 13 gennaio dalle 9 alle 17 si terrà il Corso Formativo per giovani Consacrate/i. Il relatore sarà don Giuseppe Tilocca, docente della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, sul tema: "Il battesimo: la porta della vita di fede”, nella Casa Generalizia Suore Cristo Re, via Scano 97 Cagliari. Sabato 26 gennaio dalle 9 alle 12.30 si tiene il ritiro mensile in Via dei Falconi, 10. Relatore sarà mons. Salvatore Ruggiu,vicario episcopale per la Vita consacrata. Sabato 2 febbraio alle 15 CISM/USMI Presentazione di Gesù al Tempio: festa della vita Consacrata. In Cattedrale solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Arrigo Miglio.


8

IL PORTICO

il PoRtico

BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)

dal Vangelo secondo Luca

DON ANDREA BUSIA

I

il portico della fede

I

n quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Lc 3,15-16.21-22 l brano del battesimo di Gesù è uno dei pochi brani presenti in tutti e 4 i vangeli sebbene con accentuazioni differenti: in Marco costituisce l'inizio del vangelo, in Luca e Matteo, che ci avevano già presentato l'infanzia di Gesù, l'inizio della missione pubblica di Gesù, in Giovanni invece l'episodio viene raccontato da Giovanni Battista e non direttamente dal narratore, il quarto vangelo inoltre tralascia il battesimo in sé e per sé per concentrarsi sulla discesa dello Spirito Santo. Ciò che emerge da tutti e quattro i vangeli è la manifestazione della divinità di Gesù. “Manifestazione” è proprio il termine chiave che caratterizza il periodo liturgico in cui ci troviamo adesso caratterizzato dall'Epifania, dal battesimo del Signore, e dalla seconda domenica del tempo ordinario, che ci presenta il brano evangelico delle dalle nozze di Cana: tre manifestazioni pubbliche di Gesù che ci conducono passo passo a scoprire chi sia Gesù. Anticamente si parlava delle “tre epifanie” per indicare questo ciclo (non ra-

Veniva battezzato G

ramente unite anche al Natale). Se domenica scorsa abbiamo visto come la manifestazione fosse rivolta ai magi, e attraverso di loro, al mondo intero, e domenica prossima vedremo come fosse finalizzata soprattutto ai suoi discepoli, quest'oggi i destinatari sono innanzitutto Giovanni Battista e il popolo. Tutti gli evangelisti si premurano di sottolineare come lo Spirito Santo scenda dopo, non contemporaneamente al battesimo, questo per evitare ogni confusione con il battesimo cristiano (ha questo scopo anche la sottolineatura di Giovanni Battista sulla differenza tra il suo battesimo con acqua e quello di Gesù, in Spirito Santo e fuoco). Nondimeno il battesimo assume per Gesù il valore di una manifestazione pubblica, con cui fa sua la volontà di Dio. Non aveva peccati da farsi perdonare, ma la sua disponibilità al volere del Padre doveva diventare pubblico, a questa disponibilità corrispondono due risposte: quella del Padre e quella dello Spirito Santo. La voce del Padre è diretta a Gesù, non al popolo, è la conferma divina all'offerta di

Gesù, ora la missione pubblica di Gesù può iniziare. Gesù sa bene che dovrà lottare per portare a termine la sua missione, subito dopo il battesimo trascorrerà infatti quaranta giorni nel deserto e verrà tentato dal diavolo, tentazioni che si ripresenteranno fino al Getsemani. Non è un caso che la seconda volta in cui si sente la voce del Padre sia nell'episodio della trasfigurazione: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo” (9,35), stavolta la parola è rivolta ai discepoli che hanno bisogno di una conferma per proseguire nel loro cammino assieme a Gesù, subito prima e subito dopo troviamo infatti i primi due annunci della passione “Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno” (9,22) e “Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini” (9,44). Il battesimo di Gesù è legato strettamente all'episodio della trasfigurazione e, attraverso di esso, a quello della passione. Il segno dello Spirito Santo viene inter-

pretato da Giovanni Battista come un'indicazione del Messia, ed assume quindi il valore di una manifestazione della funzione di Gesù: “chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo” (Gv 1,33). A questo si aggiunge anche il fatto che l'effusione dello Spirito di Dio non è affatto comune nell'antico testamento e, anche quando la troviamo, essa è quasi sempre temporanea: lo Spirito Santo viene effuso per il tempo necessario a compiere una particolare missione e poi si ritira (in qualche caso per ritornare successivamente). Solo in una prospettiva profetica questo era destinato a cambiare: Gioele afferma che arriverà un tempo in cui non sarà più riservato solamente ad alcuni (Gioele 3,1-2) e Isaia che sarà dato in maniera permanente (Is 59,21). Il re Davide è l'eccezione alla regola della temporaneità dell'effusione in quanto dopo l'unzione regale “lo Spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi” (1Sam 16,13) e, come nel caso di Davide anche su Gesù lo Spirito rimane.

MARIA, ICONA DELLA FEDE OBBEDIENTE Nella catechesi all’Udienza Generale del 19 Dicembre scorso Benedetto XVI si è soffermato sulla figura della vergine Maria come “icona della fede obbediente”. Il punto di partenza della riflessione del Santo Padre è il racconto dell’Annunciazione, dove Maria ascolta le parole dell’Angelo e si pone in un atteggiamento di totale fiducia e disponibilità verso il progetto di Dio: «Maria è la creatura che in modo unico ha spalancato la porta al suo Creatore, si è messa nelle sue mani, senza limiti. Ella vive interamente della e nella relazione con il Signore; è in atteggiamento di ascolto, attenta a cogliere i segni di Dio nel cammino del suo popolo; è inserita in una storia di fede e di speranza nelle promesse di Dio, che costituisce il tessuto della sua esistenza. E si sottomette liberamente alla parola ricevuta, alla volontà divina nell’obbedienza della fede». La testimonianza di fede di Maria viene accostata dal Papa a quella di Abramo: «come il grande Patriarca è il padre

dei credenti, che ha risposto alla chiamata di Dio ad uscire dalla terra in cui viveva, dalle sue sicurezze, per iniziare il cammino verso una terra sconosciuta e posseduta solo nella promessa divina, così Maria si affida con piena fiducia alla parola che le annuncia il messaggero di Dio e diventa modello e madre di tutti i credenti». Un passaggio importante nel cammino di fede di Maria è dato anche dall’episodio dello smarrimento di Gesù nel tempio, dove quest’ultimo richiama l’importanza di occuparsi delle “cose del Padre” (cfr. Lc 2, 49): «Maria deve saper lasciare libero quel Figlio che ha generato perché segua la sua missione. E il “sì” di Maria alla volontà di Dio, nell’obbedienza della fede, si ripete lungo tutta la sua vita, fino al momento più difficile, quello della Croce». Maria avanza nella fede perché mantiene costantemente l’atteggiamento di fondo del lasciarsi afferrare dalla volontà di Dio: «nell’Annunciazione Ella rimane turbata ma non è

l’atteggiamento di chi ha paura davanti a ciò che Dio può chiedere. Maria riflette, si interroga sul significato di tale saluto (cfr Lc 1,29). Il termine greco usato nel Vangelo per definire questo “riflettere”, “dielogizeto”, richiama la radice della parola “dialogo”. Questo significa che Maria entra in intimo dialogo con la Parola di Dio che le è stata annunciata, non la considera superficialmente, ma si sofferma, la lascia penetrare nella sua mente e nel suo cuore per comprendere ciò che il Signore vuole da lei, il senso dell’annuncio». Maria, osserva Benedetto XVI, «si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. È l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore». di don Roberto Piredda

Jan


DEL NATALE

domenica 13 Gennaio 2013

9

Delegazione sarda al Convegno vocazionale.

Gesù...

Progetta con Dio... Abita il futuro Il racconto dettagliato dell’esperienza formativa romana al 3 al 5 gennaio si è svolto a Roma presso la “Domus Pacis” il Convegno Nazionale Vocazionale sul tema “Progetta con Dio… Abita il futuro. Le vocazioni segno della Speranza fondata sulla Fede”. Le giornate sono state vissute come un’esperienza formativa, attraverso stimoli di riflessioni biblico-teologiche, ma allo stesso tempo pedagogiche, spirituale e fraterne, grazie ai momenti di scambio e gli incontri tra i vari operatori presenti. Come rappresentanti dell’Ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni (CDV) della Diocesi di Cagliari da poco ricostituito, siamo stati invitati dal Direttore Don Paolo Sanna a partecipare al convegno e a raccontare l’esperienza vissuta. Dalla Sardegna, oltre a noi, Luisa Mura e Stefano Fadda con il piccolo Domenico e a Don Paolo hanno partecipato anche Don Elvio Tuveri (Ales-Terralba), i seminaristi del Seminario Regionale Giammarco, Cesare e Mattia, con il loro animatore Don Stefano Paba. Diversi partecipanti hanno notato che la Diocesi di Cagliari ha potuto vantare un’originale presenza di un sacerdote e di una coppia di sposi, e con maggior meraviglia e gioia hanno accolto la presenza della più piccola vocazione presente, che ha reso il clima più familiare, nostro figlio di soli 21 mesi. L’introduzione e la parte iniziale del convegno sono stati affidati al Mons. Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini e presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, il quale ha poi presieduto la Celebrazione eucaristica conclusiva col mandato vocazionale. I lavori sono stati aperti dalla grintosa e fiduciosa introduzione del mons. Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, che ha voluto sin dall’inizio rimarcare che, come si evince già dal titolo del convegno, se il progetto viene steso a quattro mani con Dio, allora il risultato è assicurato! Ha richiamato inoltre l’importanza della seconda dimensione del tema del Convegno, quale la

D

n Gossaert - La visita dei Re Magi

RISCRITTURE

PORTATORI DI UNITÀ Testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, ardentemente impegnato in un ecumenismo di santità, Frère Roger incoraggiava tutti coloro che passavano per Taizé a perseguire la comunione. Dovremmo ascoltare nei nostri cuori il suo ecumenismo vissuto con spiritualità e lasciarci guidare dalla sua testimonianza verso un ecumenismo che è davvero interiorizzato e spiritualizzato. Seguendo il suo esempio, possiate tutti voi essere portatori del suo messaggio di unità. Vi assicuro l'irrevocabile impegno della Chiesa cattolica nel continuare a cercare le vie della riconciliazione che con-

ducono alla unione visibile dei cristiani, e così questa sera saluto con speciale affetto quanti di voi sono ortodossi o protestanti. Oggi Cristo vi pone la domanda che ha rivolto ai suoi discepoli: 'Chi sono io per voi?' (...) Cristo desidera ricevere da ciascuno di voi anche una risposta che proviene, non dall'obbligo né dalla paura, ma dalla vostra libertà profonda. È nel rispondere a questa domanda che la vostra vita troverà il suo senso più forte. Benedetto XVI, 29 dicembre 2012

capacità di vivere con la speranza nel cuore. Il Direttore ha modulato il suo intervento in armonia con il messaggio del Papa per la 50ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2013, sottolineando come la comunione di vita con Gesù sia il luogo privilegiato dove sperimentare la speranza. É stato rincuorante sentire mons. Dal Molin quando ha evidenziato che non si stanno cercando superuomini o superdonne ma persone capaci di esprimere la loro profonda umanità e di abbandonarsi con fiducia al loro Signore. Sono stati presenti diversi relatori, tra cui don Brendan Leahy, teologo della Pontificia università irlandese di Maynoot; mons. Mario Delpini, vicario generale di Milano; mons. Donal Mc Keown, vescovo ausiliare di Belfast e delegato per la pastorale delle vocazioni in Irlanda. Originale e stimolante la scelta dei relatori che ha dato spazio alla voce femminile e a una differente professionalità nonché sensibilità con la presenza della biblista e docente di Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, Nuria Calduch Benages e in fine mattinata la Dott.ssa Annachiara Valle, giornalista e direttrice della rivista “Madre”. La prima dopo aver presentato un’interessante pellegrinaggio attraverso alcune figure bibliche, schematizzato in una tipologia vocazionale del chiamato, ha deliziato il pubblico con una riflessione su Maria, come madre della vocazione dell’umanità. La seconda ha focalizzato l’intervento sulla testimonianza del Card. F.X.N. Van Thuân dando particolare rilievo al suo essere un testimone della speranza fondata sulla fede. Ci è parsa preziosa l’attenzione posta dalla giornalista sulla figura materna che ha accompagnato e sostenuto la testimonianza del figlio, alimentando la sua speranza nelle circostanze più critiche della sua vita, dimostrando ancora una volta come la famiglia possa essere grembo fecondo di autentiche vocazioni. Luisa Mura e Stefano Fadda Segue sul prossimo numero


10

IL PORTICO DEI LETTORI

il PoRtico

domenica 13 Gennaio 2013

LETTERE A IL PORTICO Caro direttore, Vorrei raccontarvi un’esperienza bellissima, vissuta da me e dalla mia famigliain tutto questo periodo Natalizio: spesso, in queste circostanze, si spende un sacco di soldi e magari poi neanche ci si diverte, noi invece abbiamo vissuto un “tempo di gioia”a costo zero. Tutto è iniziato con la “Novena” edammetto che non è stato facile, correre ogni giornoalle 19 verso la Parrocchia di San Carlo Borromeo, conil traffico della gente che andava e veniva dal fare acquisti. Le mie figlie –poi –rimanevano anche alle prove e, fra una cosa e l’altra, si facevano sempre le 21: per me, che in quel periodo non ero in ferie, non è stato facile andare e venire, cenando e coricandomi tardi, per poi svegliarmi presto il mattino successivo. E invece no: pian piano, proprio la Novena ci ha sempre più coinvolto ed introdotto nel “Natale del Signore”, complice anche il nostro parroco – don Luca Venturelli – che ha usato verso tutti una sensibilità intensa ed inaspettata. Nonostante le mie riserve, mi hanno introdotto pure nel coro natalizio e ci sono venuti i brividi, quando alla fine della Santa Messa notturna, ci siamo resi conto che tutto era andato bene, per noi che non eravamo né preparati, né professionisti. Intendo dire che tutto è stato “gratuito ed inaspettato”e ce ne ha avuta di pazienza il nostro “Direttore” – anch’esso improvvisato – il giovanissimo Nicola, che si è sorbito i nostri ritardi e le nostre fughe a mangiare i pasticcini offerti da don Luca alla fine delle prove. E che dire della bellissima Omelia, che don Luca stesso ha fatto per il cinquantesimo anniversario di nozze dei miei suoceri - gente venuta da uno sconosciuto paesino del Sulcis –con un coinvol-

gimento emotivo ed inaspettato, di tutti i fedeli presenti. Ma il bello, il “tocco finale”, la “ciliegina sulla torta” c’è stata proprio ieri notte, quando – dopo un “Te Deum” intenso e coinvolgente, tutti i parrocchiani si sono abbandonati ad una serata di Fine d’anno, divertente come non mai. Il vecchietto che faceva finta di aver fatto tombola, il catechista che girovagava per la sala - facendo “il trenino”- con un foulard al collo ed al ritmo di una samba; i nostri bambini che – senza neanche fare una “cinquina” – si son portati a casa un sacco di regali, tutti offerti da un generoso benefattore. E poi le stelle proiettate sul soffitto– io quelle luci colorate me le sono pure sognate - assieme a quella gioia, inaspettata, provata anche verso gente che neanche conoscevamo, persone che si sono aggiunte a noi, passando per strada ed “intercettandoci” giusto prima del nostro “conto alla rovescia”. E non è finita qui, perché–al momento che scrivo– deve arrivare ancora l’Epifania ed i Re Magi ed il Coro delle Voci bianche della Santa Messa di sabato prossimo: il nostro don Luca – adesso perfettamente inserito anche emotivamente - con umiltà sta tirando fuori un sacco di idee, coinvolgendo tutti i movimenti parrocchiani esistenti prima del suo arrivo. Si, è stato uno dei più bei Natali e Capodanni mai vissuti, soprattutto perché tutto è arrivato gratuitamente e non parlo dei premi ricevuti a Capodanno, ma della nostra “gioia dentro”, inaspettata anch’essa. Mauro Bertocchini Caro direttore, Gli italiani dimenticano i tempi in cui la Gran Bretagna si trovò avanti ad un

bivio; dichiarare default o risanare le proprie finanze, trovando un politico che avesse il coraggio di portare avanti leggi assai dure. Il politico fu trovato nella persona della Signora Tatcher, la donna di ferro che in pochi anni, a muso duro, seppe risanare i conti inglesi, in un primo tempo vituperata e criticata, ma poi ricordata nel Regno Unito come la salvatrice (se pur fece passare un periodo di pianti e stridor di denti agli inglesi). Oggi questo periodo lo sta passando l’Italia, non con un politico ma con un tecnico (i politici nostrani non erano in grado di proporre un drastico risanamento in quanto privi di grinta e verginità morale), un professore economista di nome Monti, incarico avuto dopo un decennio e più di sperperi di denaro pubblico. Non è possibile dimenticare tra l’altro: il referendum abrogativo dei contributi ai politici, reintrodotto in gran silenzio con sperperi e ruberie da parte di molti partiti, come specificato nei giornali a testata nazionale; l’incremento sconsiderato di prerogative ai parlamentari, senatori, consiglieri di regioni province e comuni (tanto per citare aumenti di stipendi, di prerogative, rimborsi spese senza documentazione probatoria, vitalizi anche per sei mesi di lavoro), la dotazione a gruppi e commissioni di fondi per milioni di euro versati esentasse agli stessi consiglieri; la mancata liquidazione di enti inutili, senza attività in piedi solo per poter pagare emolumenti ad amministratori (leggesi politici trombati), ed avere un bacino di voti sicuri - vedi in Calabria AFOR, cancellata dal 2007 solo virtualmente. Oggi il governo tecnico viene ad essere contestato sia dalla popolazione, causa delle ristrettezze imposte, per il risanamento dei conti pubblici, ma in special modo dai politici che si vedono tagliati fuori dal pote-

re (fuori dai traffici e quindi, molti sostengono, da un loro possibile tornaconto). In tale frangente questi politici, soffiano sul fuoco per poter ritornare a sedersi nelle “poltrone”, anche perché i tecnici impossibilitati a proporre norme a salvaguardia della ripresa e dei più deboli, proprio perché in parlamento ciascun politico teso a indirizzare gli aiuti verso i loro centri di potere. Anche i Sindacati fanno la loro parte: la Signora Cammusso forse dimentica il periodo della signora di ferro che salvò l’Inghilterra; ma forse era troppo giovane per capirne il valore; e dovrebbe rileggere la storia e riconoscere qualcosa all’economista Monti, che con i chiari di luna esistenti solo “quello poteva fare”; a ben vedere dovrebbe meglio analizzare quello che succede in Europa ove nell’ultimo decennio vi è stato un incremento di extracomunitari oggi pari a 50 milioni (ma i sindacati parlano di una possibilità di poterne assorbire 80 milioni) considerati come nuovi cittadini e lavoratori che potranno apportare contributi per il pagamento delle pensioni di domani, dimentichi che gran parte dei 50 milioni, in Italia, sono senza permesso e vivono grazie alla Croce Rossa, alla Caritas e al senso civico e caritatevole di tanti cittadini. Diventa così più comprensibile la pretesa della Danimarca di sciogliersi dal trattato di Schengen e dell’Italia di sospendere lo stesso trattato per sei mesi + sei, stante che le nostre coste invase da itineranti provenienti da tutta l’Africa, che guarda caso permangono in Italia perché la libera circolazione delle persone in Europa solo un utopia. Milioni di persone che chiedono pane e minaretti mentre i nostri concittadini vengono in terra “straniera” uccisi; le chiese cristiane bruciate; tanto per citare la situazione dei cri-

stiani in Asia e Africa. Ma i sindacati dove stavano (come i politici), quando l’ILVA a Taranto produceva morti e inquinamento? Ed in Abruzzo una società produce gas nervino alla confluenza di fiumi che provengono dall’Appennino e danno acqua da bere a milioni di persone, acque con tracce di piombo tetroetile che uccidono le carpe e modificano i loro geni? Dove stanno o stavano i politici quando la MPS chiude con perdite impensabili e oggi abbisognevole di aiuti pubblici per 3,9 miliardi di euro? (mentre i loro amministratori girano per il mondo!!). Dove stavano i sindacati e i politici nostrani quando veniva approvata la legge di mediazione civile (che avrebbe abbreviato la lunghezza dei processi) oggi negata? Dove stavano i sindacati quando in Lombardia con un bando di concorso farlocco venivano assunti 31 dirigenti, assunzioni annullate dalla Cassazione, ma con dirigenti ancora in forza? Dove stavano i sindacati ed i politici nostrani quanto il Presidente della Regione Puglia aumentava in un modo fantapolitico direttori generali e dipendenti vari (contratti per 2,5 milioni di euro - dato dalla Corte dei Conti, Sole24Ore)? Leggi si, è bene farle, ma le stesse leggi bisogna farle rispettare a tutti i costi, non solo per i ladri di galline o di un chilo di pane al supermercato. Dove stanno e stavano i sindacati e i politici quando società internazionali (Amazon, ….) fanno affari d’oro in Italia e non pagano le tasse, ma ai cittadini italiani per mille euro si mettono le ganasce alle auto e per 10mila euro si mettono all’asta le loro case? (in Inghilterra tali società sono in causa con lo Stato per milioni di euro per evasione fiscale).

Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzate l’indirizzo settimanaleilportico@libero.it.

Abbònati a 48 numeri a soli

30 euro

Puoi effettuare un versamento sul conto corrente postale n. 53481776 intestato a Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari. Oppure disporre un bonifico bancario sul conto corrente n. 1292 intestato a Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari presso Banca Prossima Sede di Milano, IBAN IT 39 U033 5901 6001 0000 0001 292

e, se sei già abbonato, controlla la scadenza del tuo abbonamento

Carlo Ponticelli


domenica 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DI CAGLIARI

Occupazione. Continuano le iniziative dell’associazione a favore dei più giovani.

Le Acli forniscono una bussola per orientarsi nel mondo del lavoro Tra tirocini formativi, stage, apprendistato, servizio civile e servizio civico: presentate in un seminario tutte le opportunità offerte per un tentativo concreto di inserimento lavorativo GIOVANNI LORENZO PORRÀ ILLECINQUECENTO posti per un tirocinio formativo in tutta la Regione con voucher di 500 euro lordi: è la grande opportunità annunciata dalle Acli durante un seminario organizzato questa settimana, intitolato “Giovani e lavoro: gli strumenti di inserimento”. “Un incontro che ha lo scopo di illustrare ai giovani disoccupati le diverse opportunità di apprendere un mestiere – ha sintetizzato Mauro Carta, presidente provinciale delle Acli – esperienze che rappresentano un’occasione anche per le aziende”. Il tirocinio dura sei mesi e si rivolge a giovani di almeno 18 anni, disoccupati e che non ricevono alcuna indennità, e residenti in Sardegna. Per partecipare occorre inserire il curriculum sul sito della Regione www.sardegnatirocini.it, entro il 15 gennaio di quest’anno. “Il tirocinio – è stato detto nel corso del seminario – ha lo scopo di for-

M

mare nuove competenze, e può essere uno strumento utile per entrare nel mondo del lavoro”. Sei mesi, dunque, che possono valere per una vita. Ma ci sono molte altre opportunità, come l’apprendistato, parola che sembra venire da un lontano passato, e invece ha un senso profondamente nuovo. L’apprendistato non è più solo quello di un ragazzino che va a bottega per imparare un mestiere. Oggi si può lavorare con aziende, con un contratto regolare, e la possibilità di restare: e conviene anche ai datori di lavoro. Si tratta del progetto “Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale”, voluto dal Ministero per le Politiche Sociali, attuato da Italia Lavoro con il contributo del Fondo sociale Europeo. “Un contratto di apprendistato viene offerto al gio-

vane dai 15 ai 29 anni – ha spiegato Carta – lui riceve un contributo fino a 500 euro e l’azienda fino a 5mila”. L’apprendistato può portare al rilascio di un diploma, e in questo caso si parla di “apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale”,dai 15 ai 25 anni, e che assolve anche all’obbligo scolastico; oppure c’è l’“apprendistato professionalizzante, o contratto di mestiere”, che consente a chi ha tra i 18 e i 29 anni di specializzarsi in un settore. “Attraverso queste esperienze formative l’azienda ha la possibilità di sperimentare se la persona è quella giusta per quel tipo di lavoro, e eventualmente decidere di assumerla – spiega Carta – d’altro canto i ragazzi acquisiscono una serie di competenze, che consentono comunque di trovare più facilmente lavoro”. Per

poter accedere agli apprendistati è necessario oltre l’età, l’essere disoccupati, e rientrare nello stato di svantaggio stabilito dalla legge regionale: poi bisogna inserire i propri dati nel sito internet della Regione www.apprendistatosardegna.it. I giovani possono anche fare impresa: fino al 31 gennaio 2014 sono disponibili 500 contributi fino a 10mila euro per chi vorrà fondare imprese nei comparti produttivi propri della produzione italiana. Si è parlato anche del Servizio Civile e del Servizio Civico: “Il Servizio Civile coinvolge i giovani dai 18 ai 28 anni, che possono dedicare un anno per l’assistenza ai bisognosi o per la difesa dell’ambiente o del patrimonio dello Stato”. Il Servizio Civico, infine, fa parte delle iniziative della Regione, e consiste nel lavorare per un periodo breve, ricevendo una retribuzione in associazioni di volontariato o cooperative sociali, nel settore dell’assistenza, dell’educazione, della tutela e valorizzazione dell’ambiente. I progetti in questo caso coinvolgono anche adulti,e anche qui per accedere è necessario essere disoccupati, rientrare nella fascia di disagio e consultare il sito internet della Regione. O meglio ancora, chiedere l’assistenza gratuita delle Acli: “forniamo tutte le informazioni per capire i moduli, che requisiti bisogna avere, come presentarsi in azienda, e così via, a 360 gradi – conclude Carta – già in tantissimi ci hanno contattato”.

Donne al traguardo, la festa per Capodanno

il PoRtico

11

brevi EDITORIA

Italia francescana, un sardo in redazione Padre Fabrizio Congiu, il frate cappuccino cagliaritano parroco di Laconi collaboratore del nostro giornale, è stato inserito nella redazione di “Italia francescana”, la rivista della Conferenza italiana dei Ministri Provinciali dei Frati Minori Cappuccini. Si tratta di una testata prestigiosa del movimento francescano. Congiu, classe 1978, ha emesso la professione perpetua il 14 settembre 2003, ed è stato ordinato sacerdote il 12 aprile 2007. Giornalista pubblicista, licenziato a Roma in teologia Spirituale e dottorato all’Antonianum, insegna Spiritualità alla Facoltà teologica. INCONTRO SU PAOLO VI

L’identità del “Principe della Riforma” Prosegue giovedì 17 gennaio, alle 17, nell’Aula Magna del Seminario Regionale, a Cagliari in via Monsignor Parraguez 19, il ciclo di incontri “Educare nella Fede rileggendo il Concilio Vaticano II. Personaggi, scritti e prospettive”, organizzati con cadenza mensile, da novembre sino al prossimo mese di maggio, dal Pontificio Seminario Regionale Sardo in collaborazione con l’Arcidiocesi e la Facoltà Teologica di Cagliari. L’iniziativa, che fa parte di un più ampio programma di incontri e conferenze, ha l’obiettivo di approfondire nell’Anno della Fede, la conoscenza del Concilio Vaticano II in occasione del 50° anniversario della sua apertura. L’incontro, dedicato all’approfondimento della figura di Papa Paolo VI e della sua identità culturale e pastorale, sarà tenuto dal professor Philippe Chenaux (foto), Direttore del Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II della Pontificia Università Lateranense. Franco Camba

INCONTRO IL 24 GENNAIO

Padre Antonio Spadaro in Facoltà teologica Un momento della serata.

FRA. FUR. OM’È ORMAI TRADIZIONE, l’ultimo dell’anno ha visto impegnata anche l’associazione “Donne al Traguardo” guidata da Silvana Migoni. Un incontro conviviale ha salutato l’ultimo dell’anno. Circa un’ottantina i presenti - o meglio, le presenti (per una volta la parità di genere è stata rovesciata) all’iniziativa: rappresentati numerose nazionalità,

C

dall’Indonesia al Senegal, dalla Nigeria alla Spagna, dalla Polonia all’Ungheria, dal Gambia all’Argentina, dal Brasile a Cuba. E ancora Ecuador, Romania e naturalmente la Sardegna con i suoi colori e le sue tradizioni. Intorno al tavolo, nella sede dell’associazione, serata all’insegna della solidarietà e dell’amicizia condotta da Luciano Marongiu, con le volontarie dell’associazione impegnate ai fornelli e nel servizio alle tavolate.

Il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista “La civiltà cattolica” parteciperà ad un incontro in programma il 24 gennaio alle 17.30 nell’Aula Magna della Facoltà teologica in via Sanjust a Cagliari dal titolo “Comunicazione e ricerca di senso al tempo dei media digitali”.


12

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

il PoRtico

culto CELEBRATO IL 7 GENNAIO

Anche a Cagliari il Natale ortodosso Il Natale Ortodosso è stato celebrato anche a Cagliari, con una tradizione arrivata ormai al decimo anno. La chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca in città ha una parrocchia dedicata a San Saba guidata da Padre Mikhayl Povaliaev, e celebra tutte le funzioni nella Chiesa di Nostra Signora della Speranza in Via Duomo 23 a Cagliari nei pressi della Cattedrale. “La Chiesa della Speranza pur essendo di proprietà privata si trova sotto l'Amministrazione della Cattedrale - si legge in un comunicato del Centro Russofono “Rodnoe Slovo”- ed è stata provvisoriamente concessa per le celebrazioni dei fratelli ortodossi in attesa che venga individuata una nuova struttura, in questo modo la Diocesi di Cagliari in maniera concreta tende una mano d’aiuto ai propri fratelli”. “Molto importante - continua la nota - è anche il fraterno sostegno che la Parrocchia di Sant’Eulalia fornisce alle attività di aggregazione che coinvolgono la comunità immigrata dall’ex URSS, attraverso l’ospitalità fornita alla Biblioteca “Rodnoe Slovo” nei locali dell’oratorio (oltre 2000 libri in lingua russa, ucraina e bielorussa), e alle attività culturali che si svolgono regolarmente nei locali del Teatro di Sant’Eulalia”. Il 7 gennaio, essendo giorno lavorativo, il Natale è stato festeggiato in tono minore, ma non per questo meno sentito dalle migliaia di lavoratori, in gran parte donne. Il Natale ortodosso si celebra nella notte fra il 6 e il 7 gennaio in quanto la chiesa ortodossa ha conservato, per la liturgia, il vecchio calendario giuliano.

DOMENICA 13 Gennaio 2013

Caritas. Una delegazione si trova in questi giorni in visita alle popolazioni duramente colpite.

Batte forte ad Haiti il cuore dei sardi: dai soldi della colletta nasce una scuola Tre anni fa il terremoto che mise in ginocchio l’intera regione: partì immediatamente un appello alla generosità. Con il frutto della raccolta viene aperto un campus MARIA CHIARA CUGUSI EI GIORNI SCORSI una delegazione della Caritas diocesana - insieme a quella più vasta della Caritas Sardegna nell’ambito della delegazione ufficiale di Caritas Italiana - è partita alla volta di Haiti, dove si tratterrà fino al 15 gennaio. A tre anni di distanza dal terremoto che ha distrutto il paese, continua l’impegno della Caritas diocesana e della Caritas regionale (che durante la missione sarà rappresentata da don Roberto Sciolla) nella costruzione di una scuola destinata a 700 ragazzi, grazie agli oltre 623mila euro raccolti dalle diocesi sarde nell’ambito della colletta promossa dalle Caritas dell’Isola a favore dei terremotati. Un progetto che vede la diocesi di Cagliari in prima linea, con 195mila euro raccolti, quasi un terzo della somma complessiva raccolta in Sardegna. Un risultato portato avanti grazie al coinvolgimento dell’intero territorio ca-

N

gliaritano, del mondo del volontariato, delle parrocchie, della società civile e degli enti locali, che si sono messi in gioco e hanno creduto in questo progetto fin dagli inizi. “In maniera coerente, a distanza di anni - sottolinea don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana -, la Chiesa di Cagliari e quella sarda si stanno spendendo per offrire strumenti concreti, non solo di ricostruzione ma anche di formazione, a conferma della grande sensibilità dell’intero popolo sardo. Oggi siamo pronti a proseguire ciò che abbiamo realizzato, con un accompagnamento costante”. La scuola primaria e media - nella zona periferica di Croix des Bouquets, nella capitale Port-auPrince, una delle più colpite dal

sisma - fa parte del Centre éducatif de la Croix des Bouquets des Filles de Marie Auxiliatrice, finanziato in sinergia con Caritas Italiana, con le Suore Salesiane di Don Bosco e con la ong spagnola Manos Unidas. Un progetto integrato che prevede la creazione di un campus, comprendente un orfanotrofio per 150 bambine, una scuola materna che accoglierà 200 bambini, una scuola professionale per la formazione agraria e ittica. Inoltre, in occasione della missione nel paese caraibico sarà inaugurata la scuola costruita da Caritas Italiana a Titanyen. La delegazione sarà ospitata dai Padri Scalabriniani, impegnati attivamente nel territorio. La scolarizzazione della popolazione è una delle priorità degli in-

terventi, in un paese in cui il tasso di alfabetizzazione complessivo è inferiore al 50% e raggiunge il 70% nella fascia dai 15 ai 24 anni. Secondo i dati del Rapporto “Haiti: un cammino condiviso”, i fondi raccolti ad oggi da Caritas Italiana ammontano a quasi 25 milioni di euro. Finora sono stati avviati 125 progetti, per un importo di oltre 17 milioni euro. Tra questi, oltre 6 milioni di euro (il 35,20% dei finanziamenti per i progetti) sono stati impiegati nell’ambito dell’animazione/formazione/istruzione.Un intervento che si inserisce in un paese ancora molto instabile, in cui l’indice medio di povertà si attesta al 77% e nelle zone rurali arriva all’88%, con il 67% di povertà estrema, e in cui gli effetti del terremoto hanno provocato più di 360 mila sfollati. Situazione ulteriormente peggiorata a causa dell’uragano Sandy, che nei mesi scorsi ha provocato una perdita nel settore agricolo di 254 milioni di dollari. L’attenzione all’educazione si inserisce all’interno di una progettualità integrata, finalizzata all’avvio di attività produttive miranti al raggiungimento dell’auto-sufficienza della popolazione haitiana. Progetti portati avanti in sinergia con le Chiese sorelle e con le Caritas locali: alla base, l’approccio che da sempre contraddistingue lo spirito della Caritas, volto al superamento dell’assistenzialismo, grazie al lavoro accanto alle realtà locali, nel rispetto delle singole specificità e tradizioni.


domenica 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

Vita da sindaco. Parla il primo cittadino di Elmas, Valter Piscedda: la politica e i paesi.

“Presto nuove strategie contro la crisi, per i sardi una nuova classe dirigente” Bando delle estreme povertà a pieno regime: 180 le famiglie assistite. “Senza la maturità dei cittadini, il disagio sarebbe sfociato in veri e propri drammi sociali”

munità così sensibile. Si parla tanto dei vincoli alla spesa derivanti dal Patto di stabilità. Purtroppo nei luoghi dove si fanno le leggi siedono persone che talvolta non hanno mai nemmeno messo piede in un’aula consiliare, né hanno mai nemmeno amministrato il proprio condominio. Questo fa sì che i Comuni debbano sottostare a regole che gridano vendetta al cospetto di Dio. Elmas, pur avendo una situazione di bilancio assolutamente positiva, con un avanzo di amministrazione di circa 6 milioni di euro, si trova nell'impossibilità di poter spendere questi soldi, in un'ottica di riequilibrio generale della situazione finanziaria italiana. E' un paradosso, una ingiustizia clamorosa. Nel 2009 ci siamo ribellati ed abbiamo deciso di non rispettare i vincoli del Patto di Stabilità: così abbiamo trasformato il paese in un vero e proprio cantiere a cielo aperto, dotandolo di importanti opere ed in-

frastrutture. Tuttavia negli ultimi anni le sanzioni per il mancato rispetto del Patto sono state inasprite, e ne pagherebbero le conseguenze i cittadini: stando così le cose anche noi abbiamo deciso di rivedere la nostra pianificazione, e adeguarla ai vincoli del Patto. Che giudizio dà sull'attuale confusione politica? Siamo davanti ad una politica nazionale davvero lontana dalle logiche e dai bisogni del cittadino medio, e una politica regionale passiva e tutt'altro che consapevole di governare una regione a statuto speciale. Basterebbe guardare alla vicina Sicilia o alla più lontana Val d'Aosta per avere un sussulto di orgoglio, e capire che la nostra specialità potrebbe e dovrebbe essere una risorsa. Ma ormai sono convinto che solo informando i cittadini di tutte queste problematiche sia possibile, al momento del voto, un cambiamento. L'Italia, e la Sardegna, hanno bisogno di una classe dirigente preparata, coraggiosa, e credibile, e ad oggi siamo lontani da tutto questo. Lei è al secondo mandato da sindaco. Cosa farà da grande? Quest’anno compio 44 anni: non mi sento vecchio ma non sono più un ragazzino, quindi la prima responsabilità che sento è favorire la crescita di un gruppo di dirigenti che possa continuare il buon lavoro che le mie amministrazioni hanno finora svolto. A lavoro concluso, mi metterò a disposizione del partito Democratico al quale appartengo. Tutto con la tranquillità di avere un lavoro che mi aspetta e una moglie che mi vuole bene.

complicata: rivolgersi a un Caf, come indicato nella lettera, è possibile ma, poiché l’annualità richiesta è il 2010 e i programmi sono impostati per elaborare e trasmettere solo le pratiche di quella in corso, non c’è modo di procedere, salvo attendere aggiornamenti che, in periodi festivi, tardano ad arrivare. I patronati, con una procedura un po’ più complessa, possono risolvere la questione, ma spesso sono oberati di lavoro e faticano ad assistere i clienti per ulteriori richieste. Resta la strada apparentemente più diretta: rivolgersi all’Inps. Da due anni, però, l’istituto ha avviato la progressiva informatizzazione delle operazioni, vale a dire l’abbandono del cartaceo, in favore dell’inoltro telematico da parte dell’utente di istanze,

autocertificazioni, modelli, compreso il RED, previa registrazione sul sito web e rilascio del codice PIN. Considerati i tempi per l’ottenimento del codice e la comprensibile scarsa dimestichezza degli utenti anziani con la tecnologia, la procedura sembra più farraginosa. La questione riguarda migliaia di pensionati in tutta Italia. Non s’è fatta attendere la Federcontribuenti, che ha presentato un esposto per procurato allarme: “Riteniamo che la condotta riconducibile agli organi dirigenziali di Inps – ha affermato il presidente nazionale Marco Paccagnella – possa configurare astrattamente la contravvenzione prevista dalla norma di cui all’art. 656 c.p. È evidente, infatti, il totale dispregio da parte dell’istituto in ordine alle conseguenze della propria iniziativa rispetto alla tranquillità e alla legittima aspettativa dei propri assistiti in ordine alla prosecuzione del trattamento pensionistico del quale sono titolari. A nostro parere l’Inps avrebbe ben potuto e anzi dovuto verificare preventivamente se il proprio assistito avesse o meno adempiuto al proprio dovere e, solo in caso negativo, procedere con l’intimazione”.

SERGIO NUVOLI LLA SOGLIA DEI 44 ANNI, Valter Piscedda è già al secondo mandato da sindaco di Elmas. Dipendente bancario ed ex presidente delle Acli (prima provinciale poi regionale), enfant prodige della politica, spiega come la cittadina alle porte di Cagliari sta gestendo l’attuale, difficile, momento storico. Come il Comune di Elmas sta affrontando la crisi? Purtroppo il numero delle famiglie assistite aumenta di anno in anno, e ci impone una maggiore oculatezza negli interventi, ma i dati di cui disponiamo sono davvero allarmanti: l'ultimo bando delle estreme povertà ci ha consentito di raggiungere tutte le 180 famiglie richiedenti, per una spesa di 140mila euro. Di soli contributi economici in denaro hanno beneficiato circa 200 persone, e con il servizio civico abbiamo aiutato più di 300 persone, per un totale di circa 170mila euro. Abbiamo poi stanziato 10mila euro a favore dell’associazione SanVincenzo, che interviene nelle situazioni urgenti alle quali noi non riusciamo a

A

far fronte. A questi interventi si aggiungono quelli della Caritas, che con il servizio di mensa eroga ormai circa 70 pasti quotidiani. Cosa mostrano questi numeri? Due cose: la prima è che la nostra amministrazione ha come prioritaria l'attenzione per il prossimo e in particolare per chi è meno fortunato; la seconda è che la situazione di crisi economica è veramente grave, e impone una rivisitazione delle politiche di intervento ma anche dei comportamenti dei singoli, e necessita di una visione plurale della pianificazione e di una strategia di rete. E' fondamentale la collaborazione con tutti i soggetti virtuosi del territorio, tra i quali spiccano la parrocchia, la Caritas, e le diverse associazioni di volontariato presenti ad Elmas. Se non fosse per la maturità della nostra comunità, le situazioni di disagio sarebbero sfociate in veri e propri drammi sociali. Sono orgoglioso di essere il sindaco di una co-

Per tanti pensionati arriva l’incubo “red” L’Inps ha inviato a migliaia di utenti un duro ultimatum FRA. FUR. INE 2012 CON SGRADITA sorpresa per numerosi pensionati Inps sardi. La lettera dell’istituto pensionistico negli ultimi giorni di dicembre non conteneva gli auguri per il nuovo anno, ma un sollecito invio, entro il 28 febbraio, del modello RED 2011 relativo ai redditi 2010, pena la sospensione della pensione. Si tratta di una dichiarazione che permette all’Inps di verificare se esistono i presupposti per corrispondere le pensioni agevolate vincolate al reddito. È rivolto ai pensionati con pensioni integrate al minimo, maggiorazione e assegno sociale, trattamento di famiglia, incumulabilità della pensione ai superstiti. Comprensibile lo sgomento dei pensionati che, in pieno clima festi-

F

vo, hanno visto il rischio concreto di perdere quel sussidio, spesso unico mezzo per mandare avanti la famiglia. Certamente molti di loro, a suo tempo, avranno ricevuto la richiesta e si saranno dimenticati di presentare il modello, e in questo caso il sollecito suona come ultimo richiamo. Ma è molto probabile che a numerosi altri quella lettera non sia mai stata recapitata prima d’ora, vale a dire che l’Inps non l’abbia mai inviata. Non è nemmeno da escludere che, come avvenuto in passato, l’istituto, in perenne fase di riorganizzazione (ultima l’acquisizione dei pensionati Inpdap), abbia perduto temporaneamente i dati acquisiti e ora corra ai ripari, con metodi e tempistiche che, pur nell’urgenza, paiono inappropriati. La presentazione del modello, per quanto semplice di per sé, risulta

il PoRtico

13

brevi IL 27 GENNAIO IN CATTEDRALE

Comunità diaconale, quattro nuovi ministri Il 27 gennaio alle ore 18.30 nella Cattedrale di Cagliari, l'Arcivescovo istituirà quattro nuovi ministri della comunità diaconale. Sarà istituto lettore Elio Piseddu (di professione infermiere), della parrocchia di San Pietro in Villa San Pietro. Saranno istituiti accoliti: Alessandro Piga (insegnante), della parrocchia Madonna del Suffragio, Cagliari; Andrea Fiorelli (militare), della parrocchia S. Giovanni Bosco, Selargius; Giovanni Delogu (impiegato), della comunità S. Mauro, parrocchia S. Giacomo, Cagliari. LETTERA IN REDAZIONE

L’ultimo saluto a don Leonardo Fenu Il 13 novembre 2012 è ritornato alla casa del Padre celeste il sacerdote don Leonardo Fenu di Alghero. Aveva da poco compiuto 38 anni di sacerdozio. Studiò teologia prima a Cuglieri poi a Cagliari. Nel 1974 l’ordinazione diaconale, il 12 ottobre dello stesso anno diventò s a c e rd o t e nella parrocchia di San Giuseppe ad Alghero.Successivamente fu nominato collaboratore parrocchiale per due anni a Villanova Monteleone. Dopo un anno di studi fuori diocesi ricoprì il ruolo di collaboratore nella cattedrale di Alghero. Dal 1984 al 1986 esercitò ad Alghero il servizio di cappellano dell’Ospedale Civile, poi all’Ospedale Marino, dove per ben 25 anni, sino a febbraio 2012, offrì il suo servizio ai malati ed ai sofferenti. Il funerale si è svolto nella cattedrale di Alghero il 14 novembre, con la concelebrazione del Vescovo monsignor Mauro Maria Morfino e tutti i sacerdoti della diocesi AlgheroBosa. La messa del trigesimo si è svolta ad Alghero il 14 dicembre nella Parrocchia di San Giuseppe, dove hanno concelebrato, insieme al parroco Don Potito Niolu, i suoi compagni di seminario. Un ricordo nella preghiera, grazie (la sorella Antonietta).

SANT’EULALIA

Concerto per il Natale Ortodosso Domenica alle 16:30 nel Teatro Sant’Eulalia Vico Collegio, nell’ambito del Progetto “Conoscere Conoscersi LR 46/90 Regione Sardegna” è previsto il Concerto di Natale e Capodanno Ortodosso. In scena il Quartetto Musica Popolare Slava e dell’Europa Orientale “Smoljanochka” che eseguirà I canti tradizionali Natalizi “Koliadki.


14

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

il PoRtico

brevi DAL 28 GENNAIO

Esercizi spirituali per i sacerdoti Un Corso di Esercizi Spirituali per Sacerdoti sarà guidato da mons. Sebastiano Dho, vescovo emerito di Alba e membro della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, già giornalista dei Paolini. Gli Esercizi si svolgono dalle ore 10 di lunedì 28 gennaio, con il primo intervento, fino al pranzo di venerdì 1 febbraio nella Casa “Sacra Famiglia” in Vallermosa in via Villasor (tel. 0781 79003). Le iscrizioni possono essere fatte contattando mons. Franco Puddu o gli altri Vicari Episcopali: mons. Giovanni Ligas, mons. Gianni Spiga, mons. Efisio Spettu, mons Tore Ruggiu.

SAN SEBASTIANO

Al via i festeggiamenti per il patrono Nell'ambito delle celebrazioni per la Festa del Patrono, la Parrocchia di San Sebastiano di Cagliari organizza per sabato 19 gennaio alle 18 una processione con fiaccolata che dopo aver attraversato con il simulacro del Santo le vie del quartiere, farà rientro nel sagrato della Chiesa. Alle 19 verrà celebrata la messa presieduta da don Carlo Rotondo, segretario particolare dell’Arcivescovo, già missionario in Kenia, animata dall'organista spagnolo Juan Paradell Solé. A seguire verrà acceso il tradizionale falò. Alle 20 sempre in Parrocchia e con ingresso libero si terrà un concerto a cura di Juan Paradell Solé, organista titolare della Cappella “Sistina” in Vaticano. I festeggiamenti si concluderanno domenica 20 gennaio con la S. Messa delle 9.30 con animazione a cura dei bambini della Scuola Materna e consegna del Credo ai cresimandi.

domenica 13 Gennaio 2013

Editoria. il volume di anselmo Palini rende giustizia ad un dono di dio alla chiesa e al mondo.

Don Pierluigi Murgioni, un grande testimone della fede e della pace Il sacerdote bresciano, originario di Villaputzu, svolse il primo anno di servizio nel suo paese. Predicò poi in Uruguay la pace, e per questo fu vittima del regime I. P. ON PIERLUIGI MURGIONI è un sacerdote bresciano, la cui famiglia è originaria diVillaputzu. Lui stesso chiese di svolgere il suo primo anno di servizio sacerdotale proprio a Villaputzu e al suo paese d’origine ritornò molte volte. Qui ancora abitano i suoi parenti e il suo ricordo è ancora molto vivo. Un libro ora ricostruisce la straordinaria vicenda biografica di questo testimone di fede e di pace. Il Concilio Vaticano II e la Conferenza di Medellin, la teologia della liberazione e le comunità di base, la scelta dei poveri e la denuncia delle ingiustizie strutturali, la testimonianza evangelica e la perse-

D

to di n pun rdegna 978 u dal 1 ento in sa urali, lt im u c r i e iro g rif viag resp per i iosi e di le relig spiritua

cuzione: tutto questo troviamo nella vicenda di Pierluigi Murgioni. Arrestato e sottoposto a inaudite torture, venne rinchiuso in carcere per oltre cinque anni per la sola colpa di avere proposto con la parola e con l’esempio il messaggio evangelico di pace e di giustizia. Ma in un Paese, come l’Uruguay, retto da una dittatura militare, predicare il Vangelo significava essere considerato un pericoloso sovversivo. Per un certo periodo nel carcere di Punta Carretas fu detenuto nello spesso piano in cui vi era l’attuale Presidente dell’Uruguay, José Mujica. Don Pierluigi venne poi rilasciato ed espulso dal

pellegrinaggi paolini

LOURDES

10-12 febbraio 2013 In occasione del 155° anniversario della prima Apparizione Volo Speciale da Cagliari

• UNICO RAPPRESENTANTE DEI PAOLINI IN SARDEGNA •

Per informazioni e prenotazioni: CAGLIARI - V.LE S. AVENDRACE 181 TEL. 070.288978 - 070.292473 FAX 070.281784 E-mail: sardivet@tiscali.it Sito internet : www.sardivetviaggi.it

Paese grazie all’interessamento della Santa Sede e del Pontefice in persona, Paolo VI, del Governo Italiano e della Chiesa bresciana. Nonostante i terribili anni trascorsi in prigionia, don Murgioni tornò in Italia ancora più convinto del fatto che quella del Vangelo e della nonviolenza fosse l’unica strada da percorrere. E prima di morire, a soli cinquantun anni, ci ha lasciato come ultimo regalo la traduzione in italiano del Diario di Oscar Romero. “Questa biografia rende il minimo di giustizia e di conoscenza di un dono che Dio ha fatto all’umanità, alla Chiesa, alla sua famiglia, ai suoi parrocchiani al di qua e al di là dell’oceano. Questi scritti aiutano anche noi che gli siamo stati familiari compagni di scuola, amici spesso scontati di vita del nostro seminario, spettatori impauriti e sofferti delle sue vicende, compagni di

discussioni e di riflessioni. Confesso che ho pianto leggendo tante pagine di questo testo. C’è dentro la mia vita, il mio voler andare in missione, sempre rimandato, perché dovevo far fruttare la laurea in matematica o per scarso coraggio, la gioia di aver rivisto don Pierluigi dopo tanto scempio. Il testo di Anselmo Palini è una miniera di fatti, di memorie, di racconti e di riflessioni che permettono di togliere un poco il velo di riservatezza di don Pierluigi e ci aprono delicatamente delle finestre sulla sua vita da prete autentico” (dalla prefazione di mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana, compagno di studi di don Murgioni durante gli anni di seminario). Anselmo Palini vive e lavora in provincia di Brescia. È docente di Materie Letterarie nella Scuola Superiore e saggista. Nei suoi studi ha approfondito in particolare i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani e, più recentemente, le problematiche connesse con i totalitarismi e le dittature del XX secolo, ricercando soprattutto le testimonianze di chi si è opposto a tali sistemi.


domenica 13 Gennaio 2013

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

San Vito. Le piazze del paese come scenario per la manifestazione “Sole, grano e terra”.

In mostra le nostre produzioni locali Così il territorio sposa la tradizione Per l’assessore comunale alla Cultura, Utzeri “è stata l’occasione giusta per unire le nostre forze in un piccolo centro come il nostro, con associazioni e istituzioni in sintonia” ROBERTO COMPARETTI

n comune, tante associazioni, ed il sostegno del GAL (Gruppi d’Azione Locale) Sardegna per realizzare una due giorni di promozione e valorizzazione delle risorse locali. Così nello scorso fine settimana le strade e le piazze di San Vito sono state lo scenario nel quale si è svolta la manifestazione “Sole, grano, terra. A spasso tra arte e cibo. Alla scoperta dei saperi e dei sapori della tradizione”, che ha riscosso un grande successo. “È stato un grande evento per il nostro comune – dice Annalisa Utzeri, assessore comunale alla Cultura – perché la gente ha partecipato in massa. Tanti sono arrivati da fuori, a dimostrazione di come se un evento del genere è ben promosso porta a buoni risultati. Il percorso si snodava lungo tutto il perimetro del centro urbano, tra strade, piazze. In particolare in queste ultime piazze poi è stato possibile gustare i sei piatti tipici di San Vito con la manifestazione “Sciveddas”, che prevedeva animazioni nelle case e dietro i portali tipici del paese”. L’idea della manifestazione rientra nel progetto che i Gruppi d’Azione

U

Locale (GAL) portano avanti ovvero quello di mettere in collegamento i cicli dell’anno, la stagionalità, il legame di un territorio rurale con gli elementi naturali come terra, sole, stagioni e i prodotti. Le produzioni locali, i prodotti tipici e l’artigianato artistico, diventano elementi da vedere, toccare, analizzare, incontrare su percorsi rivolti ad adulti e bambini, per i quali sono stati previsti specifici momenti di animazione e di conoscenza. “I produttori presenti – continua l’assessore - hanno allestito in tutto il paese i loro stand, presentando quanto di buono e di genuino realizzano. I visitatori hanno così potuto ammirare la bellezza di molti vecchi portali, caratteristici del paese, e nel contempo assaggiare le pro-

duzioni locali, tra l’altro in due splendide giornate di sole che hanno contrassegnato lo scorso weekend. Tra

gli angoli più suggestivi del paese sicuramente la chiesa di san Lussorio, la più antica del paese, da dove si gode anche una splendida visuale della vallata del Flumendosa. Chi ha fatto tappa lì si è detto particolarmente felice perché oltre a gustare degli ottimi malloreddus, serviti come da tradizione, ha potuto ammirare la bellezza di quella chiesa e dell’ambiente circostante”. Tra le iniziative inserite nella manifestazione anche i laboratori del gusto guidati dagli esperti di Slow food, grazie ai quali i visitatori hanno potuto scoprire le peculiarità dei prodotti locali, così come seguire il lavoro di artigiani e produttori custodi dei segreti delle antiche tradizioni locali. “L’iniziativa – conclude l’assessore Utzeri – ci ha permesso di unire le forze in un piccolo centro come San Vito e con il sostegno del Gal e quello prezioso delle associazioni del paese, è stato possibile presentare ciò che di bello abbiamo e vogliamo continuare a farlo conoscere”.

Brasile, i nostri missionari inaugurano la chiesa di Reforma

il PoRtico

15

detto tra noi È lecito dissentire sull'abbigliamento? di D. TORE RUGGIU

Certamente alcune mode, nel vestire, non vanno bene. Si può non condividere l'iniziativa di un parroco delle diocesi di La Spezia, che ha affisso in bacheca un cartello scaricato da un sito internet. E, infatti, già il suo Vescovo lo ha invitato ad un periodo di riflessione….per calmare le acque. Anche il Cardinale Bagnasco, presidente dei Vescovi italiani, ha espresso la sua opinione sull'opportunità di essere più attenti a quello che si dice o si scrive. Ora, chiariamo la più ferma condanna verso ogni forma di violenza, soprattutto quella sessuale che non può mai trovare nessuna attenuante o giustificazione, per nessun motivo. Detto questo è, però, doveroso aiutare le persone (donne e uomini), ad assumere un modo di porsi che si traduce in atteggiamenti e anche nel modo di vestire, rispettoso della propria e della altrui dignità. In moltissime chiese (comprese le basiliche romane), si richiede ai visitatori e ai fedeli di indossare, prima di entrare in chiesa, abiti decenti. Ed, in effetti, su certe mode nel vestire più da discoteca o da spiaggia, si può e si deve dissentire, a prescindere da ogni altra considerazione, comprese le reazioni dei maschietti. A parte il fatto che anche la moda maschile presenta delle forme volgari e scandalose: pensiamo alla moda di tenere i pantaloni abbassati per far mostra delle mutande firmate, che offende la pubblica decenza. In chiesa si entra solo per pregare, è un luogo sacro, è ben altra cosa rispetto alla discoteca, al bar, al teatro o agli altri locali pubblici. Un proverbio anonimo, molto eloquente, afferma: “La camicia non è un indumento, è un biglietto di presentazione”. È vero che oggi tutto è sovvertito e si ha la pretesa che tutto sia permesso, tuttavia rimettere alcuni paletti (buttati via troppo frettolosamente), non è un male ma un bene per tutti. A mio avviso, donne e uomini, dovrebbero rifiutarsi di essere sfruttati, anche nel campo della moda! Un certo modo di vestire, solo perché di moda, non deve essere considerato lecito. I calendari osceni, certi spot pubblicitari che sfruttano il corpo umano, sono da condannare senza “se” e senza “ma”. Insomma, andiamo all'essenziale: dobbiamo tutti, maschi e femmine, avere un po' di pudore. Amava dire Lacordaire “il pudore è il divino custode dell'innocenza”. E, molto prima di lui il grande Seneca affermava: “quel che la legge non vieta, può vietarlo il pudore”. Certi capi di abbigliamento sono scandalosi? Senza fare i bacchettoni, ma neppure i conigli, diciamo di sì! Gesù la pensava così: “è triste che nel mondo ci siamo scandali. Ce ne saranno sempre, ma guai a quelli che li provocano”. E, Sant'Agostino: “lo scandalo uccide abbracciando, e presenta il veleno in una tazza dorata”. Anziché polemizzare, riflettiamo: è vero che ci sono scandali peggiori, ma tutti gli scandali vanno evitati e corretti senza che ci nascondiamo dietro a un dito.


16

IL PORTICO DELLA DIOCESI

il PoRtico

San Sebastiano. Esposta fino all’Epifania una mostra di presepi da tutto il mondo.

In mostra la Sacra Famiglia R. C.

della parrocchia di San Sebastiano ha ospitato per tutto il periodo Natalizio e fino alla festa dell’Epifania una mostra di presepi provenienti da tutto il mondo. L’iniziativa è di Roberto Sanna, avvocato di 52 anni, sostenuto dal parroco don Marcello Contu. “Ho pensato – afferma don Marcello - che il prezioso lavoro di raccolta di Roberto Sanna meritasse di essere evidenziato con una mostra apprezzata da tanti. Ho già ricevuto segnalazioni di altre persone che il prossimo anno vorrebbero esporre proprie creazioni”. Una mostra, quella dei presepi dal mondo, che per Roberto è il frutto di una passione coltivata fin da piccolo. “Nell’esposizione era presente anche il mio primo presepe, regalatomi da bambino – afferma Sanna. Da allora ho iniziato a collezionare statuine nel corso dei miei viaggi, e man mano ho organizzato anche gli allestimenti. Il numero è cresciuto nel corso degli anni, ed ha raggiunto quasi il centinaio di presepi, per cui tanti restavano nelle scatole e mi sembrava un peccato. Così ho parlato della cosa a don Marcello, il quale si è offerto di realizzare la mostra, iniziativa che ha forse premiato tanti anni di lavoro. Ho pensato che attraverso questa mostra si potesse anche spingere i più piccoli, specie quelli della classi di catechismo, a riconsiderare il presepe in modo che anche i genitori potessero riscoprirne la bellezza.

U

N’AMPIA SALA

MMMMM

domenica 13 Gennaio 2013

curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Sergio Nuvoli Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico

Quanto fatto in tutti questi anni è sì il frutto della passione ma nasce soprattutto da un discorso di fede autentica, che mi ha spinto e mi spinge ancora oggi a portare avanti il lavoro di raccolta dei pezzi e ad impegnarmi negli allestimenti”. Nell’esposizione realizzata a San Sebastiano era possibile trovare presepi che arrivano da diverse parti del mondo: Messico, Polonia, Spagna, America, Equador, fino ad un presepe ricavato in una miniatura di un vecchio casotto del Poetto. Una rassegna di rappresentazioni della Natività che ha riscosso il plauso di molti parrocchiani. “L’auspicio – conclude Roberto è che il prossimo anno si possa incrementare il numero dei presepi esposti, soprattutto mi piacerebbe che anche i bambini venissero coinvolti maggiormente perché attraverso loro le famiglie riscoprissero il valore di questa tradizione. Anzi potrebbe essere importante che nelle diverse parrocchie della Diocesi ci si impe-

gnasse a ridare vita ai presepi. Se in ogni comunità si potesse realizzare una mostra, come quella fatta qui o come quella che ho visitato a Pitz’e Serra, nella parrocchia di San Giovanni Evangelista, dove ho potuto vedere delle cose bellissime, come un presepe napoletano del Settecento, allora credo che nelle nostre famiglie la

tradizione del presepe sicuramente troverebbe spazio, rispetto ai simboli del Natale consumistico. Io continuerò a lavorare fin quando potrò farlo ma sarebbe bello che anche i bambini ed i giovani si dedicassero a questa attività, che in fondo ha una radice ben solida, quella della propria fede”.

Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Hanno collaborato a questo numero: Roberto Piredda, Tore Ruggiu, Andrea Busia, Gabriele Colombini, Francesco Furcas, Enrico Murgia, Massimo Lavena, Alessio Urru, Luisa Mura e Stefano Fadda, Walter Onano, Giovanni Lorenzo Porrà, Francesca Chiu, Raffaella Fadda, Maria Chiara Cugusi, Michele Antonio Corona, Roberto Comparetti. L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

L’Arcivescovo, i Vicari, con tutto il Presbiterio partecipano al dolore del Ministro Provinciale dei frati Cappuccini della Sardegna padre Salvatore Murgia per la morte del fratello Lino, e offrono preghiere di suffragio.

Abbònati a Il Portico 48 numeri a soli 30 euro 1. conto corrente postale Versamento sul

INDUSTRIA GRAFICA

CONTO CORRENTE POSTALE n. 53481776

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari.

2. bonifico bancario Versamento sul CONTO CORRENTE BANCARIO n. 1292

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari presso Banca Prossima Sede di Milano, IBAN IT 39 U033 5901 6001 0000 0001 292

GRAFICHE

GHIANI dal 1981 stampatori in Sardegna

www.graficheghiani.it • info@graficheghiani.it • 070 9165222 (r.a.) www.graficheghiani.info

3. L’abbonamento verrà immediatamente attivato Inviando tramite fax la ricevuta di pagamento allo 070 523844 indicando chiaramente nome, cognome, indirizzo, cap, città, provincia, telefono, l’abbonamento sarà attivato più velocemente.

QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.