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DOMENICA 10 MARZO 2013 A N N O X N . 10
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
CAGLIARI
€ 1.00
Preghiamo per il Papa
Benedetto XVI al termine della sua ultima udienza, con padre Georg, mentre bacia un bambino.
Cuore di padre ANTONELLA PILIA
N
on abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso e continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa nella preghiera e nella riflessione”. Lo ha detto Benedetto XVI, lo scorso 27 febbraio, ai fedeli presenti in piazza San Pietro per quella che è già passata alla storia come l’ultima udienza generale del suo pontificato. “Chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa - ha spiegato il Papa, che è apparso stanco ma sereno, quasi sollevato - e il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’, non c’è più un ritornare nel privato”. In altre parole, la sua rinuncia non significa “un ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri e conferenze”, ma “nel servizio della preghiera - ha ribadito docilmente - resto nel recinto di San Pietro”. Accolto da un lungo e caloroso applauso, il Santo Padre aveva esordito ringraziando Dio, “che guida e fa crescere la Chiesa” e allargando il suo abbraccio “alla Chiesa sparsa nel mondo. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore”. Poi, tornando con la mente a quel 19 aprile del 2005, ha tracciato un lucido bilancio dei quasi otto anni di pontificato, fatti di “giorni di sole e di brezza leg-
gera, giorni in cui la pesca è stata abbondante”, ma anche di “momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario e il Signore sembrava dormire”. In questa realtà “ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce”, ha sottolineato con forza. Poi un caldo incoraggiamento: “Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano”. Dopo aver ringraziato Dio, ha rivolto affettuosi attestati di stima e gratitudine alle “tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro - ha spiegato - e io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino”. Uno speciale ringraziamento è andato quindi ai cardinali, al segretario di Stato e all’intera Curia romana, ma “il cuore di un Papa si allarga al mondo intero”, ricordando anche “tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione”. “Il Papa non è mai solo - ha ripetuto ma appartiene a tutti e a tantissime persone che si sentono molto vicine a lui. È vero che ricevo lettere dai grandi del mondo, ma ricevo anche moltissime let-
tere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa - ha evidenziato il pontefice -: non un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che unisce tutti”. Poi ha parlato esplicitamente della sua rinuncia, un atto compiuto “nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo” e nella certezza che “amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili”. Una decisione, dunque, maturata nella preghiera: “In questi ultimi mesi - ha rivelato - ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa”. Con la sensibilità che lo contraddistingue, infine, Benedetto XVI ha ringraziato tutti “per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i cardinali, chiamati a un compito così rilevante, e per il nuovo successore dell’apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito”.
Veramente il nuovo Papa sarà scelto dallo Spirito Santo? Se qualcuno aveva ancora un’idea un po’ fideistica circa l’azione dello Spirito di Dio durante il Conclave – pensando ad un intervento miracolistico che scavalchi persone, idee, opinioni, dinamiche umane - sicuramente in questi giorni sarà tentato da un certo scetticismo o da scoraggiamento, leggendo le descrizioni relative ai Cardinali e più in generale alla vita del Vaticano e della Santa Sede. Ma la visione fideistica è cosa ben diversa da una visione di fede: questa sa vedere la presenza e l’azione di Dio all’interno della storia umana, dove l’uomo agisce con la sua natura, le sue debolezze e i suoi peccati, ma tutto ciò non impedisce l’azione dello Spirito, che ci chiede di essere docili ma in ogni caso porta avanti i suoi progetti: in modo più chiaro quando ci trova aperti al suo soffio, con più difficoltà quando siamo sordi, e comunque sempre con la capacità di sorprenderci. D’altra parte persino di fronte all’umanità purissima di Gesù molti contemporanei non riuscirono o si rifiutarono di scorgere la presenza del Verbo Divino, il Figlio di Dio. Per meglio comprendere il modo in cui lo Spirito di Dio agisce mi viene spontaneo il riferimento alle Sacre Scritture, composte per intervento speciale dello Spirito Santo ma contemporaneamente frutto della cultura e della personalità degli autori umani, così diversi uno dall’altro nell’arco del millennio in cui venne composta la Bibbia. Abbiamo perciò bisogno in questi giorni di pregare con maggiore intensità. Tutti manifestano i loro desiderata su come dovrà essere il nuovo Papa e in questo modo stanno dicendo, in fondo, come vogliono che sia la Chiesa del nostro tempo: ma allora preghiamo perché il nuovo Papa corrisponda pienamente ai progetti di Dio per il mondo d’oggi, per una evangelizzazione che porti vita nuova e speranza al mondo, per una Chiesa più santa, cominciando da ciascuno di noi. I doni di Dio vanno chiesti con umiltà e con insistenza: chiediamo con fiducia un Papa che sia dono grande per il mondo intero. Ma preghiamo anche per noi, perché sappiamo vedere l’azione dello Spirito del Signore sempre, nonostante i limiti umani di ogni cristiano e nonostante il clamore di quanti vogliono mostrarci una Chiesa morta, ormai lontana da Gesù e priva del suo Spirito. FINO ALL’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA SI PREGHI OGNI GIORNO – SPECIALMENTE NELLA PREGHIERA DEI FEDELI – SECONDO QUESTA INTENZIONE, UTILIZZANDO ANCHE L’ORAZIONE DEL MESSALE PER L’ELEZIONE DEL SOMMO PONTEFICE. + Arrigo Miglio