portico20130505

Page 1

Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari

Ascolta!

FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 102,200 - 104,000 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 www. radiokalaritana.it

DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A N N O X N . 18

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

Una Chiesa incarnata GIANNI LOY

aereo su cui viaggiavo aveva incominciato la discesa verso l’aeroporto di Managua. Una notte di una trentina d’anni fa, quando il Nicaragua era governato dai sandinisti, quando gli squadroni della morte imperversavano su quasi tutta l’America centrale, quando gli Stati Uniti sostenevano e finanziavano l’operazione “contras” nel tentativo di rovesciare il governo sandinista. Il libro di letture che mi accompagnava durante il volo era costituito dalle omelie di Monsignor Oscar Romero, barbaramente trucidato sull’altare da una delle bande che imperversavano nella repubblica del Salvador. Improvvisamente, le luci dell’aeroporto si spensero, l’aereo fu prima costretto a riprendere quota, quindi a cercare rifugio in un aeroporto vicino, proprio quello del Salvador. Fummo invitati a scendere. Avremmo dovuto passare la notte in un albergo della capitale per riprendere il viaggio verso Managua il giorno seguente. Ebbi paura, lo confesso, all’idea di dover subire un controllo della polizia di frontiera di uno degli stati più repressivi della zona. Di un governo che, verosimilmente, aveva ispirato l’assassinio di Monsignor Romero. Ebbi paura, e decisi di abbandonare sull’aereo il libro che stavo leggendo. Le prediche di quel monsignore, proveniente da una classe sociale non certo “po-

L’

polare”, che quando aveva incrociato le sofferenze di un popolo oppresso dalla dittatura e dalla fame, aveva deciso, semplicemente, di seguire la strada della liberazione del suo popolo. Per questo, nonostante i più o meno espliciti inviti, o minacce, della autorità salvadoregne, aveva deciso di non tirarsi indietro nel denunciare le continue violazioni della dignità umana ed i crimini che venivano commessi quotidianamente in San Salvador. Sino a morire, come tanti altri. Sino a prevedere, o almeno a mettere in conto, la morte sua e quella di altri sacerdoti (sei gesuiti sarebbero stati trucidati dagli stessi squadroni della morte, qualche anno più tardi, nel 1989. E’ verosimile che Papa Francesco ne abbia un ricordo personale). Mettere in conto anche il sacrificio supremo. Del resto, così rifletteva Monsignor Romero prima della sua morte: “Sarebbe triste che in un Paese in cui si assassina così orrendamente non contassimo tra le vittime anche dei sacerdoti. Essi sono la testimonianza di una Chiesa incarnata nei problemi del popolo”. La ricordo, quella giornata, le ore di trepidazione passate a San Salvador prima di essere re-imbarcato verso Managua. Soprattutto, ricordo, come fosse ieri, il senso di vergogna che aveva accompagnato quel mio gesto, l’abbandono del libro dentro l’aereo, quella sorta di tradimento. Mi erano venute in mente le parole di Pietro prima che il gallo cantasse: No, non lo co-

nosco. Ma non era vero che non lo conoscessi. Era come se lo rinegassi, proprio dopo essermi lasciato affascinare dalle sue omelie. In quell’angolo di mondo, dove la Chiesa vestiva abiti di sofferenza, e di speranza, dove ho visto un’arma, assieme ad altre offerte portata sull’altare del sacrificio di Cristo. La decisione di Papa Francesco, di procedere con la beatificazione di Oscar Romero, non ci assolve, non fa dimenticare dimenticare le nostre debolezze, ma rafforza la nostra speranza.

Appuntamento il 15 maggio con Papa Francesco a Roma L’Arcivescovo invita tutti (parrocchie, associazioni, singoli fedeli) a partecipare all’udienza generale con Papa Francesco il 15 maggio in piazza San Pietro, per il primo incontro del Pontefice con la Sardegna in occasione della Visita ad limina dei Vescovi dell’Isola. L’invito è esteso alla mattina di giovedì 16 per la messa nelle Grotte Vaticane. I contatti per avere i posti all’udienza generale vanno tenuti con don Walter Onano tel. 3403587054 oppure email: walter.onano@gmail.com

SOMMARIO SOCIETÀ

2

Un nuovo premio per il film realizzato da Loy e Marcias VITA

3

Arriva “Uno di noi”, domenica prossima raccolta di adesioni CHIESA

4

Padre Giovanni Atzori è il nuovo Provinciale dei Cappuccini sardi CAGLIARI

6

La 27ma edizione del Pellegrinaggio a piedi da Sinnai a Bonaria FESTE

10

Fede, cultura e turismo, proposto un mix perfetto per Sant’Efisio


2

iL Portico

IL PORTICO DEGLI EVENTI

DomeNica 5 maggio 2013

Società. Nei giorni scorsi riconoscimento importante per Luli Bitri, interprete del film “Dimmi che destino avrò”.

Un nuovo premio per una pellicola capace di far riflettere su integrazione e solidarietà Premiata per il personaggio nel lavoro di Loy e Marcias. L’assessore Susanna Orrù: “Dopo la chiusura del campo sulla 554, accompagniamo i Rom verso la propria autonomia” FRANCESCO FURCAS E UNICHE IMPRONTE che i bambini devono lasciare sono quelle sui libri di scuola”. Con questa citazione delle parole di Gianni Loy, la presidente regionale dell’Unicef Rosella Onnis ha aperto i lavori della cerimonia di consegna del premio Sorellanza alla protagonista del film “Dimmi che destino avrò”, la fortunata pellicola nata dall’indovinata alleanza tra il docente di diritto del lavoro e il regista Peter Marcias. Il riferimento è all’idea – che il film critica indirettamente – di rilevare le impronte digitali agli abitanti nei campi rom. Il riconoscimento a Luli Bitri è stato assegnato dall’associazione “Donne al traguardo”, guidata da Silvana Migoni: “Da tempo seguiamo i problemi legati alle fami-

L

Silvana Migoni consegna il premio all’attrice Luli Bitri.

glie dei rom – ha detto quest’ultima – Per questo ci è sembrato giusto attribuire quest’anno il premio ad un’attrice che, con convinzione e con amore, ha saputo interpretare un ruolo davvero molto delicato”. Soddisfazione è stata espressa dal regista Marcias: “Non è il primo riconoscimento che Luli Bitri riceve per i suoi film, ma siamo particolarmente contenti perché ovunque presentiamo il nostro lavoro riscuotiamo grande e unanime apprezzamento”. Anche il compositore della colonna sonora, Eric Neveux, è stato recentemente premiato. “Senza un’idea forte – ha aggiunto il regista cagliaritano – i film

non possono nascere. Per questo ringrazio di cuore Gianni Loy: finora la pellicola è stata vista da 35mila persone, grazie anche al patrocinio dell’Unicef. Sono stati i primi a vedere il film, alla fine della proiezione erano commossi”. “Si tratta di una pellicola che affronta un tema molto importante”, ha detto l’assessore comunale alle Politiche sociali, Susanna Orrù, che ha ricordato i giorni caldi dell’abbandono del campo rom sulla 554 da parte delle famiglie rom, con la collaborazione della Caritas diocesana e di alcune associazioni, per un percorso di inclusione sociale tuttora in corso. Alcune scene del

film sono state girate proprio tra le baracche del campo, ed in quello di Monserrato. “In quel luogo sulla 554 – ha aggiunto l’assessore – parlare di inclusione sociale sarebbe stato impossibile. Così abbiamo deciso di aiutare chi non ha mai avuto diritti, e quel programma va tuttora avanti, in un percorso non semplice di inclusione abitativa e scolastica non solo per i minori ma anche per numerosi adulti. L’obiettivo non è assisterli, come fatto in passato, ma accompagnarli in un processo di autonomia. Da parte di tutti – amministratori, rom, associazioni – c’è la voglia di portare avanti il progetto in modo condiviso: aiutare, sostenere, avere cura della comunità rispettando la di-

gnità di ognuno”. Nel film, Alina è una ragazza di origini rom che vive da anni a Parigi. Rientrata nel campo dei genitori, nei pressi di Cagliari, incontra il commissario di polizia della città, a cui è stata affidata l'indagine su un caso di rapimento interno al campo. Tra i due nasce un'amicizia dapprima guardinga poi sempre più stretta. In cambio della sua collaborazione alle indagini, Alina chiede al commissario di non limitarsi a stare ai bordi della sua comunità ma di conoscerla dall'interno, allenando un gruppo di piccoli calciatori. Il risultato è una pellicola godibilissima, di rara tenerezza, che aiuta a riflettere su tanti temi, primo fra tutti quello dell’integrazione.

L’assessore Susanna Orrù e la presidente Unicef Rosella Onnis.

La mia professione al servizio dei bambini Luli Bitri racconta le difficoltà dell’interpretazione SERGIO NUVOLI

con la quale abbiamo lavorato nel campo rom mi sono trovata benissimo: una delle ragazze ha vinto tempo fa una borsa di studio per andare a Barcellona. Persone senza problemi, allegre, anche se certamente all’inizio della lavorazione del film mi colpivano le condizioni in cui crescono i bambini”. Luli Bitri è un’attrice albanese di 36 anni che gira l’Europa raccogliendo premi per le sue interpretazioni: l’ultimo in ordine di tempo è il Premio straordinario Sorellanza, attribuito dall’associazione Donne al Traguardo. Diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Tirana, ha esordito a teatro nel 2001 con un testo di Samuel Beckett. Nel 2010 è stata protagonista del film Amnistia, diretto da Bujar Alimani e presentato con successo al 61esimo Festival cinematografico di Berlino nella sezione Forum, dove ha ricevuto il premio C.I.C.A.E. della critica.

N

ELLA FAMIGLIA

“Dimmi che destino avrò” segna il suo debutto nel cinema italiano. La sua sensazione iniziale è cambiata durante la lavorazione del film? Quello iniziale è stato un impatto durissimo, mi sono detta che sarebbe stato un lavoro molto duro: si trattava di recitare con attori non professionisti, con dilettanti. Ma mi sono detta anche che l’avrei dovuto fare, e fare bene. Ad un certo punto ho dimenticato di essere un’attrice e ho vissuto tutti quei giorni dal punto di vista umano: ho pensato che avrei dovuto mettere la mia professione al servizio di questi bambini, vivendo il film come una grande opportunità, una fortuna prima umana e poi professionale. Come se fosse diventata una di loro? Esatto, è stata una cosa impressionante. Ho trascorso ogni giorno nel campo: all’inizio anche loro erano sorridenti, ma non si aprivano, non si lasciavano andare. Poi è diventato tutto più facile. Secondo me gli altri sono come noi li trat-

Luli Bitri con Gianni Loy.

tiamo: se li trattiamo bene, cercando il meglio che ci possono dare, diventano migliori. Ricordo momenti in cui mi sono veramente commossa, specie con le ragazzine che recitano nel film. Ce ne racconta uno? Un giorno abbiamo finito presto le riprese, ero un po’ libera e chiacchieravo con le bambine chiedendo loro cosa avrebbero fatto da grandi. Ripetevo: “Dovete combattere per la vostra esistenza”. Una di loro mi guardava e mi diceva: “Ho 16 anni, ma mi devono sposare”. E io le suggerivo di andarsene a Parigi, di viaggiare in giro per il mondo, di scegliere lei cosa fare della sua esistenza. Sembrava finita lì, ma quando stavo tornando in albergo – mentre lasciavo il cam-

po – mi sono sentita chiamare “Alina, Alina” (è il nome della protagonista del film, non dell’attrice, ndr). Era quella ragazzina che mi ha abbracciato dicendomi “Oggi è stato il giorno più bello della mia vita”. Sono andata a dormire con i brividi, chiedendomi cosa avessi fatto di così straordinario per regalare loro un sorriso. Quel giorno ho imparato che questo è quello che dobbiamo fare ogni giorno. C’è una scena che più delle altre l’ha colpita? E’ una scena del film con Giulia, una bambina piccola. Non mi diceva una parola, ma sorrideva sempre: quando non c’ero, chiedeva alla nonna notizie su di me. Che effetto fa ricevere riconoscimenti importanti per il film?

Dopo le riprese, avevo quasi dimenticato: nella lavorazione di un film per un attore è importante il processo, alla fine conta essere convinti di aver dato il massimo. Il risultato verrà. Come sceglie i film in cui recita? Leggo la sceneggiatura, e studio il personaggio, cercando di capire se posso fare qualcosa nei panni della persona che mi chiedono di interpretare. Con questa troupe ho lavorato benissimo, in particolare con Salvatore Cantalupo: siamo due attori di teatro, e anche per questo ci capivamo subito. Mi ha aiutato tantissimo. Con Peter Marcias è stato un lavoro molto piacevole: mi ha ascoltato, soprattutto nei momenti in cui avevo problemi con il personaggio di Alina.


DomeNica 5 maggio 2013

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Vita. Domenica 12 maggio Giornata di mobilitazione per la campagna “Uno di noi”.

Intorno alla difesa dei nostri valori c’è ancora un popolo consapevole In numerose piazze d’Italia saranno raccolte le firme di adesione alla petizione di iniziativa popolare promossa in 20 Paesi. Una forma di democrazia prevista a livello europeo ANTONELLA PILIA L PROSSIMO 12 maggio è stata annunciata la giornata nazionale di mobilitazione per la campagna UnoDiNoi, nella quale verranno allestiti dalle varie associazioni che hanno aderito punti di raccolta firme sui sagrati delle chiese italiane. Nei giorni scorsi i componenti del Consiglio direttivo del Forum delle associazioni familiari, riunito oggi a Roma, hanno individualmente sottoscritto l’iniziativa. Il Forum, al pari delle altre reti del mondo cattolico (Scienza&Vita, RetinOpera, Copercom, Forum degli operatori sanitari) ha aderito all’iniziativa che coinvolge l’intero associazionismo cattolico e fa arte del Comitato orga-

I

nizzatore per l’Italia. «Convintamente abbiamo aderito all’iniziativa» spiega il presidente, Francesco Belletti «perché siamo convinti che sul fronte dei diritti fondamentali si giochi il futuro dell’Europa ed il livello di umanità della nostra convivenza sociale. «Oggi, come vertici del Forum, abbiamo voluto compiere il gesto pubblico della sottoscrizione perché crediamo che non basti più il passaparola semiclandestino ma che sia necessario “far vedere” che c’è ancor un grande consenso

popolare intorno alla difesa dei valori fondanti della società. «È un invito ai due milioni e mezzo di famiglie che compongono il Forum» conclude Belletti «a mettersi in gioco e partecipare così alla Giornata di sensibilizzazione e raccolta delle firme che si svolgerà in tutta Italia il prossimo 12 maggio». Si tratta della Proposta d'iniziativa dei cittadini europei per la “Protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE nelle quali tale protezione risulti rilevante”. Come si ricorderà, si tratta dell’iniziativa promossa dai movimenti per la vita di 20 Paesi, che chiede al diritto comunitario di proteggere il riconoscimento della dignità umana fin dal concepimen-

Farmaco oncocarbide, appello della Caritas Il medicinale serve per i bimbi della Repubblica Centrafrica MARIA CHIARA CUGUSI NA RACCOLTA DEL FARMACO oncocarbide per i bambini della Repubblica Centrafricana (RCA), colpita dalla guerra civile. La Caritas di Cagliari accoglie l’appello arrivato nell’Isola grazie alla voce di Paolo Deidda, medico dell’emergenza all’ospedale di Muravera, rientrato di recente da quel Paese in preda a degrado e violenza. Il farmaco è destinato a circa un centinaio di bimbi affetti da drepanocitosi - una forma di anemia ereditaria, mortale se non viene trattata sistematicamente -, in cura presso una struttura della capitale, Bangui, messa a disposizione da alcune suore. A questa patologia, molto diffusa nell’Africa occidentale, se ne aggiungono altre, tipiche di tutti i paesi del Terzo mondo, come malaria, tubercolosi, aids, che, complessivamente, colpiscono in me-

U

dia dai 30 ai 40 nuovi piccoli pazienti al giorno, in un Paese in cui un terzo dei bambini non raggiunge i 5 anni di vita. “Tra i bimbi affetti da drepanocitosi - spiega il medico -, si registra un tasso di mortalità del 100% se non vengono garantite trasfusioni e terapie adeguate, mentre con opportune cure si può raggiungere l’età adulta”. La condizione di guerra civile in cui versa il Paese, dopo il colpo di stato del gruppo ribelle Seleka e la cacciata dell’ex dittatore François Bozizé, nel marzo scorso, non aiuta. La città è infatti in preda a bande armate di mercenari, di appoggio al gruppo ribelle, le cui violenze hanno costretto alla fuga, fino a oggi, oltre 30mila persone. “La situazione è precipitata, manca la benché minima organizzazione statale - spiega Deidda -: mi sto attivando per trovare un canale sicuro, che consenta di far arrivare i farmaci a destinazione, perché ormai le riserve stanno terminando.

È necessario raccogliere una quantità soddisfacente: una fornitura di 100 confezioni permetterebbe di garantire la terapia, per un mese, a 70 bambini”. È attualmente in costruzione anche un ospedale, grazie a un progetto finanziato dal Vaticano. Piccoli segnali, in un Paese in cui le cure sanitarie sono troppo costose per la maggior parte della popolazione. Nell’enorme baraccopoli di Bangui, oltre a un pronto soccorso, ci sono solo un ospedale di Emergency e alcuni ospedali ‘pseudo pubblici’. La sanità pubblica è a pagamento e “chi non ha denaro non viene curato”, spiega Deidda. Senza dimenticare che “le cure sono di livello molto basso e la maggioranza della popolazione preferisce rivolgersi alla stregoneria o alle pra-

to. Secondo i promotori dell’iniziativa “l’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità” e per garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’UE “deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica”. Si tratta di una forma di democrazia diretta introdotta dal Trattato di Lisbona, ed implica la raccolta – in corso dallo scorso dicembre di almeno un milione di firme in almeno 7 Paesi diversi. Per poter sostenere l'iniziativa occorre essere cittadini dell'Unione Europea (appartenenti ad almeno uno Stato membro) e aver raggiunto l'età alla quale si acquisisce il diritto di voto per le elezioni del Parlamento europeo (18 anni in ogni Paese, salvo l'Austria, dove ne bastano 16). A conferma della natura non confessionale dell’iniziativa, nei giorni scorsi, infine, è stata presentata la campagna 'Uno di noi. Iniziativa laica', all'interno del convegno “Giovani Insieme 2.0, partire dall'uomo 5 anni dopo”. Alla tavola rotonda sono intervenuti l'europarlamentare Luigi Berlinguer, il presidente del MPV ed europarlamentare Carlo Casini, la deputata Eugenia Roccella e l'eurodeputata Lara Comi.

tiche dei sortilegi, con risultati disastrosi”. E i bambini sono le prime vittime: “Molti di loro arrivano al pronto soccorso da soli, a piedi, anche da villaggi lontani. Non esiste alcuna tutela per l’infanzia: al degrado materiale, dato dalla miseria e dalla malnutrizione, si aggiunge quello spirituale, per l’assoluta mancanza di una rete di affetti”. Un appello ascoltato dalla Caritas diocesana: “Quella della RCA è una delle situazioni più drammatiche al mondo - spiega don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana -; si tratta di un luogo dimenticato dalle istituzioni internazionali, in cui non ci sono interessi diretti da parte delle nazioni europee. Questa raccolta di medicinali, apparentemente una piccola iniziativa, può essere determinante”. Chiunque possieda già, a casa, il farmaco oncocarbide lo può consegnare presso la Farmacia del Centro diocesano di assistenza della Caritas di Cagliari (via Po 61, Cagliari), il lunedì, mercoledì e giovedì mattina dalle 8.30 alle 12. Chi non possiede il farmaco e vuole dare il suo contributo, può contattare la responsabile della Farmacia della Caritas diocesana dott.ssa Antonella Uras: 3291563551.

iL Portico

3

blocnotes LA TRAGEDIA DI ROMA

Il Cardinal Bagnasco: “Basta tergiversare” “Un fatto tragico, ma anche un grande monito per il mondo della politica e, in generale, per tutte le persone di responsabilità del nostro paese”. Così, il cardinale Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, a margine di una iniziativa pastorale nel capoluogo ligure, circa la sparatoria avvenuta davanti a Palazzo Chigi. Secondo il presidente della Cei “c'è anche da leggere e prendere questo fatto come un ulteriore monito” perché “di fronte alla disperazione di tanti, che cresce, bisogna reagire con un sussulto di condivisione, di corresponsabilità per arrivare ad affrontare i problemi gravissimi del lavoro, dell'occupazione, dello stato sociale, delle riforme necessarie con moltissima determinazione e assoluta immediatezza e con la totale compartecipazione delle forze politiche. Non si può più tergiversare perché - ha concluso il cardinale Bagnasco - la situazione di tante persone rischia, poi, di sfociare in questi atti inconsulti, verso se stessi o verso gli altri”. “La drammatica domenica mattina del giuramento del governo Letta ha descritto la situazione del Paese molto meglio di tanti talk show e di

tante pagine di carta stampata” commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. «Un passaggio certamente positivo (il giuramento di un governo, finalmente costituitosi dopo due mesi di convulse discussioni tra i partiti, dai toni troppo spesso esasperati e violenti) è stato travolto dal terribile gesto di Luigi Preiti, che ha dato un assalto disperato ai palazzi del potere, finendo per accanirsi contro “figli del popolo” come lui. “Un gesto violento, figlio della disperazione, che appare per ora lontano mille miglia da qualsiasi progetto eversivo. Eppure è l’avvenimento più importante che il nuovo governo e il Parlamento tutto devono sapere interpretare da subito. E’ il grido di un’Italia ferita, cui è stata rubata la speranza. appare tremenda l’apparente freddezza di chi ha sparato, colpevole senza scusa alcuna ma anche vittima del suo stesso gesto, figlio della crisi economica persistente, delle tensioni sociali, delle parole violente che hanno avvelenato l’aria. E drammatica è anche l’idea, dal poco che ci è dato sapere, che a Preiti siano mancate soprattutto due risorse essenziali per la vita e la dignità di ogni persona: il lavoro e la tenuta della famiglia. Ritrovarsi senza il lavoro e privo dei legami familiari lascia la persona sola, fragile, preda dello sconforto, con un senso incolmabile di abbandono: privo di speranza. Ed è proprio sulla speranza che il Paese deve rinascere”.


4

IL PORTICO DEL TEMPIO

iL Portico

Il Papa. Richiamata l’importanza della figura di Maria nel cammino dei cresimati.

“Scommettete su ideali grandi: renderanno fecondi i vostri talenti”

della ricorrenza di San Giorgio, sua festa onomastica. Nell’omelia della Messa il Santo Padre ha insistito sul legame tra l’identità cristiana e l’appartenenza alla Chiesa: «l’identità cristiana non è una carta d’identità. L’identità cristiana è un’appartenenza alla Chiesa, perché tutti questi appartenevano alla Chiesa, alla Chiesa Madre, perché trovare Gesù fuori della Chiesa non è possibile. Il grande Paolo VI diceva: è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa». L’appartenenza alla Chiesa deve spingere i credenti ad una

testimonianza audace e disinteressata: «se noi cerchiamo soltanto la consolazione, sarà una consolazione superficiale, non quella del Signore, sarà una consolazione umana. La Chiesa va sempre tra la Croce e la Risurrezione, tra le persecuzioni e le consolazioni del Signore. E questo è il cammino: chi va per questa strada non si sbaglia». In settimana all’Udienza Generale il Papa ha dedicato la sua catechesi al tema del giudizio finale. In modo particolare il Papa ha esortato i giovani a sfruttare i talenti ricevuti da Dio per vivere il presente aperti ad una speranza affidabile: «avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato a come potete metterli a servizio degli altri? Non sotterrate i talenti! Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti. La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci è data perché la doniamo». Al termine dell’Udienza Generale il Papa ha salutato l’Arcivescovo di Sassari e gli operai della società “E. ON”: «auspico che la grave congiuntura occupazionale possa trovare una rapida ed equa soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie. La situazione in Sardegna e nell’intero Paese è particolarmente difficile. È importante che ci sia un incisivo impegno per aprire vie di speranza».

una sorta di "conclave" hanno eletto anche il resto del Consiglio provinciale (così si chiama, si riferisce alla "provincia" di Sardegna e Corsica): la forte carica di novità si vede anche dal fatto che a parte padre Tarcisio Mascia - attuale guardiano di Sant’Ignazio e direttore di Voce Serafica - il nuovo governo dei cappuccini sardi è composto di qua-

rantenni e cinquantenni. L’onda verde beneficia dunque del via libera anche dei confratelli più anziani. Come vicario provinciale (il vice di padre Giovanni) i frati hanno eletto padre Cristiano Raspino, cagliaritano originario della parrocchia di San Francesco d'Assisi (via Piemonte), 44 anni, laurea in Economia e commercio, attuale economo della Provincia dei frati, ordinato sacerdote nel 2009 (da mons. Mosè Marcia). E' stato per anni responsabile della animazione vocazionale dei cappuccini. Ha anche un Diploma di Master Universitario in Counselling Socio-Educativo, conseguito alla Pontificia Università Salesiana di Roma. Gli altri tre eletti nel Consiglio (in gergo si chiamano "definitori") sono: padre Vincenzo Pisanu, parroco di N. S. di Valverde a Iglesias, padre Tarcisio Mascia e padre Salvatore Sini. Nei prossimi giorni si apre il periodo in cui il nuovo Consiglio ridisegnerà le comunità in cui sono suddivisi i frati di Sardegna e Corsica.

ROBERTO PIREDDA A GIORNATA DI Domenica del Santo Padre è stata segnata dalla Giornata dei Cresimandi e cresimati, uno degli appuntamenti previsti per l’Anno della Fede. Al Regina Caeli Papa Francesco ha richiamato l’importanza della figura di Maria nel cammino dei cresimati: «Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto». Nell’omelia della Messa per i cresimandi e cresimati di tutto il mondo, nel corso della quale ha amministrato il Sacramento della Confermazione a 44 ragazzi, il Papa si è soffermato sul dono dello Spirito Santo che apre l’uomo all’azione di Dio: «la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo con Lui, ma anche oggi: Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito Santo ci trasforma veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui viviamo». Aprirsi all’azione dello Spirito Santo significa lasciarsi trasformare dalla sua forza: «lasciare che lo Spirito trasformi le nostre zone d’om-

L

Il Papa amministra la cresima.

bra, i nostri comportamenti che non sono secondo Dio e lavi i nostri peccati, è un cammino che incontra tanti ostacoli, fuori di noi, nel mondo e anche dentro di noi, nel cuore. Ma le difficoltà, le tribolazioni, fanno parte della strada per giungere alla gloria di Dio». Il Papa si è rivolto ai ragazzi esortandoli a puntare sui grandi ideali: «noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali, giovani!». In settimana Papa Francesco ha celebrato la S. Messa con i Cardinali presenti a Roma in occasione

Padre Giovanni Atzori alla guida dei cappuccini E’ stato eletto dal Capitolo dei frati di Sardegna e Corsica S. N.

di Sardegna e Corsica hanno eletto nei giorni scorsi il nuovo Superiore provinciale, durante una riunione del Capitolo ancora una volta nel segno dell’unità. E' padre Giovanni Atzori, finora vicario provinciale: prende il posto di padre Salvatore Murgia, che lascia l'incarico dopo sei anni (il massimo consentito dalle norme canoniche). Padre Giovanni riprende il posto che ha ricoperto fino a sei anni fa, ma solo in parte si puo parlare di un'elezione nel segno della continuità. Grande è infatti la carica di

I

FRATI CAPPUCCINI

novità che i cappuccini - tutti insieme - hanno voluto imprimere alla Provincia, eleggendo un Consiglio anagraficamente giovane. Provinciale dal 1998 al 2004, attualmente guardiano in Corsica, a Bastia, padre Giovanni dirige “Radio Salve Regina” e il mensile “La Voix”. E' nato a Escovedu il 30 aprile del 1961, ha fatto la professione semplice il 16 maggio 1982, è sacerdote dal 29 giugno 1989. È stato eletto al primo scrutinio, dato anche questo estremamente significativo. Il ministro ha competenza sui conventi di Bastia, Cagliari, Iglesias, Laconi, Lanusei, Oristano, Mores, Sanluri, Sassari e Sorso. Con lui, i frati cappuccini riuniti in

Abbònati a

48 numeri a soli 30 euro Segui le modalità indicate a pag. 12

DomeNica 5 maggio 2013

pietre ISRAELE

Occupato eremitaggio cristiano Un piccolo eremitaggio con una cappella, costruito su un terreno del Patriarcato latino di Gerusalemme a 30 chilometri a nord-est di Gerusalemme, è stato teatro nei giorni scorsi di una breve occupazione da parte di alcuni coloni ebrei, probabilmente provenienti dal vicino insediamento di Ofra. I coloni si sono temporaneamente insediati nell'eremitaggio, incustodito, dopo essere stato costruito e abitato da un monaco greco-cattolico, e hanno issato la bandiera d'Israele. L'iniziativa ha provocato l'intervento di alcuni giovani cristiani e musulmani dell'area, che hanno manifestato contro l'occupazione.

HAITI

Missionario ucciso in una rapina Un missionario della Società di Maria, sacerdote canadese, è stato ucciso nella capitale di Haiti, proprio lo stesso giorno in cui le autorità haitiane avevano definito “positivi” i risultati ottenuti nella lotta contro la criminalità nel paese. La vittima è stata identificata come padre Richard E. Joyal, 62 anni, Il fatto è accaduto a nord di Port au Prince, poco dopo che il sacerdote era uscito da una banca della zona. La polizia della capitale ha dichiarato che padre Joyal era uscito dalla banca con mille dollari canadesi, quando due uomini su una moto gli si sono avvicinati, gli hanno strappato un pacchetto che portava sotto il braccio e poi gli hanno sparato tre volte alla schiena. La polizia ha aggiunto che i presunti ladri non hanno preso il denaro che era nel portafoglio della vittima. Il missionario aveva lavorato precedentemente come missionario nelle Filippine e in Costa d'Avorio. IRAQ

No ai ghetti per i cristiani I cristiani e gli altri abitanti dell'Iraq non possono vivere in enclavi disegnate su base etnica e religiosa. E la “militarizzazione della Primavera araba” rappresenta “una perdita per tutti”. Cosi il Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphaël I Sako è intervenuto su alcune questioni chiave dell'attualità mediorientale durante una intervista all'emittente televisiva al-Arabiya. Nella sua conversazione S. B. Sako ha risposto alle voci ricorrenti di chi continua a ventilare l'istituzione di una zona autonoma speciale riservata ai cristiani iracheni (solitamente identificata con la Piana di Ninive), ribadendo che né i cristiani né gli appartenenti a altri gruppi confessionali o etnici possono vivere in un ghetto.


DomeNica 5 maggio 2013

IL PORTICO DEI GIOVANI

iL Portico

5

Lavoro. Inaugurato nei giorni scorsi il Centro regionale per la mobilità giovanile, una novità a livello europeo.

“Agevoliamo percorsi di istruzione, lavoro e volontariato all’estero dei giovani sardi” Il direttore dell’Agenzia regionale del lavoro, Tunis: “Tutte le esperienze acquisite all’estero risulteranno in un passaporto europeo delle competenze” FRA. FUR. STATO INAUGURATO nei giorni scorsi il Centro regionale per la mobilità giovanile MOVE (mobilità opportunità e volontariato in Europa) che rappresenta una novità assoluta a livello nazionale, oltre ad essere uno dei pochi esempi di servizio integrato in ambito europeo. L'iniziativa è stata illustrata da Stefano Tunis, direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro e da Paolo Di Caro, direttore dell'Agenzia Nazionale per i Giovani, assieme agli assessori regionali al lavoro, Mariano Contu, e alla Pubblica istruzione, Sergio Milia. “L'obiettivo principale - hanno spiegato Tunis e Di Caro - è offrire percorsi di istruzione, di lavoro e di volontariato all'estero ai giovani con minori opportunità e a rischio di esclusione sociale”. “L'inaugurazione del Move - ha detto l'assessore Contu - è per noi un momento molto importante per-

È

È stato inaugurato il centro MOVE dell’Agenzia regionale del Lavoro.

ché si tratta del primo centro per la mobilita giovanile aperto in Italia. E'indispensabile per i nostri giovani confrontarsi con altre realtà poiché molto abbiamo da imparare da paesi come la Germania, dove i percorsi di formazione hanno avuto un grande successo. Lo dimostrano i dati relativi all'occupazione: in Germania la disoccupazione giovanile è sotto l'8 per cento, mentre in Italia si attesta intorno al 30 per cento". L'offerta dei servizi nasce proprio dalla volontà di sperimentare azioni innovative per dare risposta al preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile, partendo dalla consapevolezza che i pro-

Come ha precisato il direttore dell’Agenzia regionale, Stefano Tunis, “tutte le esperienze acquisite e certificate saranno inserite, al rientro, in un passaporto europeo delle competenze spendibile nel territorio comunitario". La struttura si rivolge prioritariamente ai giovani, anche senza titolo di studio, che parteciperanno ad azioni individuali o di gruppo. Potranno beneficiare dei servizi anche le scuole, le università, gli enti locali, le imprese e associazioni datoriali, le associazioni e gli enti di formazione professionale. Ospitato nei locali dell'Agenzia, in Via Is Mirrionis 195 a Cagliari, il Centro offrirà servizi che saranno fruibili recandosi di persona e operativi a partire dalle prossime settimane. Le attività saranno promosse attraverso uno specifico sito internet, in fase di ultimazione, e i principali social network (Facebook, twitter). Tra le azioni che andranno a regime nei prossimi mesi

di maggio e giugno sono previste in particolare: informazione (attività di sportello, newsletter e totem multimediali), orientamento (consulenze individuali e di gruppo, promozione di opportunità di stage), volontariato e impresa all'estero (anche al di fuori dell'Unione Europea), formazione linguistica e interculturale, affiancamento alla preparazione di un percorso formativo all'estero (assistenza alla ricerca della scuola, ente, azienda all'estero, ricerca delle soluzioni logistiche, assicurative ecc), assistenza durante il periodo di soggiorno all'estero, accoglienza al rientro, valutazione del raggiungimento degli obiettivi formativi. Sarà l'Unione Europea a fornire le risorse finanziarie, attraverso i programmi dedicati alla mobilità giovanile, che necessiteranno di essere integrate dal Fondo Sociale Europeo attualmente in fase di elaborazione per il quadro di programmazione 2014-2020.

grammi di mobilità e di finanziamento comunitario rappresentano una reale opportunità. A livello europeo sono circa 7,5 milioni i cittadini che, tra i 15 e i 24 anni, non studiano, non lavorano e non si formano. I numerosi studi condotti sul tema confermano che la mobilità per l'apprendimento accresce del 50% la possibilità di trovare un'occupazione. "Il centro - ha ripetuto l'assessore Milia - è un'occasione preziosa per le nuove generazioni che possono confrontarsi con le altre culture e diventare così sempre più competitive. L'interscambio è la base per l'acquisizione di competenze spendibili in Europa e nel resto del mondo".

Sergio Milia, Stefano Tunis, Mariano Contu e Paolo Di Caro.

scrive una giovane sassarese. Ma la solitudine non è che apparente, non mi rende triste, perché so bene che in realtà non sono sola, mai. So di poter contare sulla preziosa unità di tutti i mariapoliti in ogni istante e questo non può che rendermi felice. Durante la Mariapoli ho cercato di avere l'atteggiamento di una spugna, pronta ad “assorbire” tutto ciò che di bello mi veniva offerto, per poi rilasciarlo a poco a poco nella vita di tutti i giorni e ad ogni "altro me" che incontro”. Sulla stessa linea una maestra in

pensione. “Sono arrivata come una pila scarica che ora è al top, pronta a mettere a frutto tutta l’energia e i doni ricevuti, perché circolino nel mondo assetati di Dio e di Maria. La “Celebrazione del Perdono” mi ha fatto sentire in pace con Dio e con i fratelli, libera ormai da fardelli vari che mi appesantivano l’anima”. Un padre di famiglia dice. “È stato bello tornare in Mariapoli dopo 16 anni: è un po’ come tornare in famiglia dopo una traversata nel deserto”. Questo il tenore delle testimonianze della Mariapoli, un pezzo di mondo unito, un bozzetto di umanità rinnovata dallo spirito evangelico. Il bilancio finale parla di 769 partecipanti, oltre gli abitanti di Santa Ma-

L’altro è un altro me, conclusa la Mariapoli A Santa Maria Navarrese il raduno dei Focolarini sardi ROBERTO COMPARETTI LTRE 700 PERSONE hanno partecipato alla Mariapoli 2013, conclusasi domenica scorsa a Santa Maria Navarrese, in Ogliastra. “L’altro è un altro me”, recitava lo slogan dell’annuale appuntamento nel quale i focolarini si sono ritrovati per condividere un’esperienza di amore reciproco. Giornate scandite da appuntamenti comuni nella tensostruttura montata per l’occasione, ed altri invece divisi per gruppi e fasce d’età. Testimonianze di vita vissuta, esperienze presentate come piccoli semi di nuova umanità, inframezzati dai canti, mentre nel dopo cena negli alloggi si faceva “vita di famiglia allargata”, con gli abitanti di Santa Maria Navarrese in casa dei “mariapoliti” a bere caffè, mirto e a mangiare dolci. “Si può dire - afferma uno dei responsabili - che durante il programma c’è stata la possibilità di

O

scambi di esperienze e di impressioni in piccoli gruppi, con alcuni momenti artistici”. Tante le impressioni. Una giovane del cagliaritano racconta. “Da quando sono rientrata a casa non faccio altro che parlare della Mariapoli vissuta. Un’esperienza bellissima di amore concreto e tangibile tra tutti. In questi giorni intensi mi sono ritrovata a perdonare, a chiedere il perdono, a piangere, a gioire, a scambiare idee tra giovani, meno giovani, bambini, ad amare facendo anche i primi passi. Ho creato nuovi ponti e intensificato quelli già esistenti”. Per qualcun altro la Mariapoli ha lasciato il segno. “Fa impressione il silenzio di questa casa, desolatamente buia e vuota dopo gli intensissimi giorni di luce e di gioia –

ria Navarrese che come curiosi, hanno visitato la Mariapoli, mentre una cinquantina l’hanno seguita quasi per intero, chiedendo di essere contattati per altri incontri, disposti a spostarsi a Cagliari o a Nuoro per continuare l’avventura. Oltre 300 i giovani ed i bambini, molti del paese, che hanno partecipato alle diverse Mariapoli a seconda della loro fascia d’età. Il parroco, don Pietro, nel foglio parrocchiale ha ringraziato per l’arrivo della Mariapoli. Il sindaco, con i suoi collaboratori, oltre ad essersi resi disponibili per tutte le necessità, sono rimasti soddisfatti dall’organizzazione e si sono detti felici di ospitare la Mariapoli anche per il prossimo anno.


6

IL PORTICO DEI GIOVANI

iL Portico

DOMENICA 5 maggio 2013

Pellegrinaggio 2013. Si è ripetuta anche quest’anno la tradizione del cammino da Sinnai alla Basilica di Bonaria.

La fede al centro dell’esperienza cristiana: un gesto semplice che colpisce e interroga Il presidente del Comitato organizzatore prima della partenza da Sinnai: “Nell’Anno della fede, in gesti come questo riconosciamo la presenza di Cristo nella sua Chiesa” FRA. FUR. ENVENUTI AL 27° pellegrinaggio. Rivolgo, innanzitutto, un affettuoso saluto a S. E. mons. Arrigo Miglio che ci ha onorato della sua presenza. Siamo immersi nell’Anno della Fede, accompagnati dalla presenza, già così significativa, di Papa Francesco che proviene dalla città che porta il nome di Bonaria, Buenos Aires e dalla testimonianza sorprendente di Benedetto XVI che con un atto di pura libertà, ci ha mostrato la capacità di leggere il reale e di sapere cogliere i segni dei tempi; mettendosi da parte ha lasciato a Cristo lo spazio per provvedere alla Chiesa una nuova guida con le forze necessarie per assolvere la missione”. Così Pierangelo Soi, presidente del Comitato organizzatore del Pellegrinaggio da Sinnai alla Basilica di Bonaria ha cominciato il suo saluto

B

- a nome degli organizzatori, prima dell’inizio della celebrazione - all’arcivescovo e ai presenti. “Parlare di Anno della Fede - ha proseguito Soi - con testimoni così veraci vuol dire riconoscere la presenza di Cristo che abita e opera “ora, oggi” nella Sua Chiesa. Il pellegrinaggio si inserisce dentro questo solco millenario che fa parte della tradizione cristiana”. Un gesto semplice - il cammino - inserito in un’organizzazione ormai divenuta molto complessa: migliaia le persone che vi partecipano con fede. Sono richiesti, ogni anno, mesi di

preparazione, con il rischio - sempre in agguato - che qualcosa nella delicata macchina organizzativa si inceppi. La strettissima collaborazione con la parrocchia guidata da don Giovanni Abis consente di superare qualunque difficoltà. Quest’anno nemmeno la pioggia e il forte vento hanno fermato i pellegrini: sotto gli ombrelli, tra i più attempati qualcuno fa notare che “da anni non capitava un diluvio di questo genere”. Ma tutto si è svolto senza problemi: merito anche dei tantissimi volontari che hanno donato il proprio tempo, chi per gli aspetti più complessi, chi

per quelli apparentemente più semplici, ma essenziali. Capisce il gesto anche il volontario che, per ultimo, decide di regalare un po’ del suo tempo anche solo per mettere a posto le sedie. E a celebrare la messa di inizio del cammino, quest’anno c’era mons. Miglio, presidente della Conferenza episcopale sarda, a testimoniare l’affetto della Chiesa per un gesto di devozione giunto alla 27ma edizione, che continua a coinvolgere sempre più persone. “Mi piace concludere così questo mio saluto - ha aggiunto il presidente del Comitato organizzatore - Pro-

feticamente per il nostro tempo e per la nostra società, nel 1969 il giovane teologo bavarese Joseph Ratzinger ebbe a dire “La Chiesa… ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”. Il pellegrinaggio è un gesto che riflette questa profezia”. Gianluigi Cuccu ha 31 anni ed è di Calangianus, è alla sua seconda esperienza di pellegrinaggio, fa parte del servizio d’ordine: “Per me questo gesto è segno dell’offerta della vita a Cristo, tramite l’intercessione della Madonna”. Chi invece il Pellegrinaggio ha contribuito a farlo nascere è Teobaldo Ghironi: 61 anni, padre di cinque figli, ne parla come di un’offerta e di un’invocazione. “Una richiesta di aiuto alla Madonna – dice – C’è gente di tutte le estrazioni sociali, di varie culture, qualcuno non ne è nemmeno consapevole della carica di quest’esperienza. Ma è attratto da una speranza, senza magari nemmeno sapere fino in fondo cosa vuol dire credere in Gesù Cristo”.

“Gesto significativo di grande devozione” Il ruolo dei sindaci nelle parole di Barbara Pusceddu SERGIO NUVOLI INDACO DA DUE ANNI, Maria Barbara Pusceddu è in mezzo alle centinaia di partecipanti al Pellegrinaggio. Da sempre la sua attività politica fa riferimento all'unità: “Dedico la mia vittoria a tutta Sinnai, veramente a tutta, tutta Sinnai - disse all'indomani dell'elezione, nel 2011 - Sono il primo sindaco donna di questa città, un ruolo di grande responsabilità, e il mio lavoro sarà proiettato ad un lavoro di dialogo, di squadra perché Sinnai merita tantissimo". Classe 1970, insegnante, nel suo impegno in Comune cominciato nel 1997 ha ricoperto il delicato incarico di assessore ai servizi sociali per due legislature, e una alla cultura. “Provo una forte emozione - spiega a Il Portico - perché ogni anno si ripete un incontro meraviglioso che non riguarda solo Sinnai ma anche tutto l'hinterland. Mi hanno detto che quest'anno c’è anche un gruppo di pellegrini che arriva da Calan-

S

gianus: è un aspetto molto positivo, emoziona molto. E tutto questo nonostante il clima, il freddo: arrivano fin qui perché c'è in tutti coloro che partecipano una forte devozione. E' molto bello che ci sia ancora quest'aspetto nelle nostre comunità: non è per nulla scontato. Dall'inizio del suo mandato, non manca mai al Pellegrinaggio. Per lei cosa significa? Sono sempre stata presente, anche prima di essere eletta: vengo qui per una devozione personale. C'è un legame fortissimo con questa iniziativa. E' anche un momento di grande solidarietà, perché ci si rivede ogni anno in un modo molto particolare: per questo è un appuntamento molto atteso da tanti, ma nello stesso tempo ognuno di noi lo vive dentro di sé, in modo molto intimo. E io non faccio eccezione, anche se all'inizio del pellegrinaggio saluto - come sindaco di Sinnai non solo la mia comunità, ma tutte le persone riunite prima della partenza del cammino.

Il sindaco di Sinnai, Barbara Pusceddu, saluta i pellegrini prima della messa.

E' un momento molto particolare, anche di preghiera, che fa ripensare ai problemi del paese. E' una fase davvero molto delicata: viviamo un momento di forte disagio, come tanti altri centri come il nostro, non soltanto economico, ma anche sociale e morale. Il compito dell'amministrazione è dare risposte, anche se spesso non è possibile darle immediatamente: è chiaro allora che l'aspetto più importante è stare vicini alla propria comunità, cercando rimedi ai pro-

blemi economici e sociali della nostra gente. Tanti suoi colleghi sindaci vivono con frustrazione i limiti del Patto di stabilità. Come si fa, con un comune così piccolo,ad andare avanti ugualmente? Sinnai è una cittadina con più di 17mila abitanti, con varie frazioni: occorre garantire i servizi non soltanto nel centro abitato, ma anche oltre. Questo è complicato: il Patto di stabilità ingessa ancora di più la flessibilità dell'amministrazione. Si

cerca di controllare la spesa nel miglior modo possibile: spesso significa purtroppo dover ridurre la programmazione, e non riuscire a compiere ciò che ci si è prefissi all'inizio del mandato. Come comuni siamo i primi a dover dare risposte, ma spesso queste dipendono da altri che decidono sopra di noi: Governo o Regione. Molte volte si tratta di cercare e di trovare un equilibrio, ed è un ruolo davvero complesso e delicato. Però lo facciamo, pur in mezzo a tante difficoltà.


DOMENICA 5 maggio 2013

IL PORTICO DI CAGLIARI

IL PORTICO

Pellegrinaggio 2013. La cronaca della messa iniziale e l’omelia dell’arcivescovo.

I pellegrini in cammino verso Maria più forti della pioggia e del maltempo Il richiamo di mons. Miglio: “Nella natura umana c’è qualcosa che ci connota come pellegrini”. Nella notte a Sinnai la celebrazione eucaristica RAFFAELLA FADDA EMMENO LA PIOGGIA, caduta a dirotto durante la celebrazione iniziale, ha fermato i partecipanti al Pellegrinaggio da Sinnai a Bonaria. In migliaia hanno preso parte alla messa, sfidando il maltempo che la notte del 24 aprile imperversava su buona parte della provincia. Come ogni anno, la prima parte della serata è trascorsa tra canti,

N

preghiere, testimonianze e confessioni per prepararsi al meglio al gesto di devozione che si è ripetuto per la 27ma volta. Proposto da alcuni amici di Comunione e liberazione in collaborazione con la parrocchia di Santa Barbara di Sinnai, guidata da don Giovanni Abis, anche quest’anno il pellegrinaggio ha visto la partecipazione di migliaia di persone: la lunga processione, partita intorno all’una e trenta del mattino, si è poi ingrossata lungo il cammino, grazie all’instancabile lavoro dei tanti volontari che hanno reso possibile un gesto di fede così semplice ep-

pure così imponente. A testimoniare la vicinanza e l’affetto della Chiesa la presenza di mons. Miglio, che ha presieduto la celebrazione sotto la pioggia battente insieme a numerosi sacerdoti, cessata soltanto durante la distribuzione dell’Eucarestia. L’arcivescovo aveva partecipato al pellegrinaggio diversi anni fa, da vescovo di Iglesias. “Viviamo questo pellegrinaggio nell’Anno della fede – ha detto durante l’omelia – illuminato nella nostra diocesi da Abramo, Maria (la Madonna di Bonaria) e Pietro, a cui Gesù ha affidato la missione

di guidare la Chiesa. La fede è davvero un pellegrinaggio: c’è qualcosa nella nostra natura umana che ci connota come pellegrini”. Citando la recente Lettera pastorale, la guida della diocesi cagliaritana ha sottolineato tre parole – “fede, futuro e libertà” – e le tre figure bibliche che accompagnano il cammino dei credenti. Si tratta di una chiamata, ha aggiunto mons. Miglio, “che nell’esperienza della fede diventa missione”. Ricordando l’esperienza di Abramo, l’arcivescovo ha sottolineato l’esigenza di seguire il Signore, partendo verso la mèta da Lui indicata: “Cosa dobbiamo lasciarci alle spalle – ha chiesto – in questo cinquantesimo anniversario dalla celebrazione del Concilio Vaticano II? Tante polemiche, tante divisioni, molti schemi a cui siamo affezionati. Ma soprattutto dobbiamo lasciare i nostri peccati, che rischiano di essere un alibi per non partire per la missione. Si tratta di una mossa essenziale per poter guardare avanti e non essere tentati da vecchi schemi e vecchi modi di essere Chiesa”. “Il pellegrinaggio della fede – ha concluso mons. Miglio – significa anche vivere nella libertà dei figli di Dio”. Ancora una volta si è ripetuto il miracolo del Pellegrinaggio.

Nella notte a piedi verso la Madonna

7

brevi INIZIATIVA

Verso la GMG di Rio operazione Casa Linda È partita l’operazione “Casa Linda”, in collaborazione tra la Pastorale Giovanile Diocesana e i missionari Fidei Donum della diocesi don Giuseppe Spiga e don Gabriele Casu: è il dono che verrà

portato in Brasile nei giorni della prossima Giornata Mondiale della Gioventù. L’Arcivescovo invita cordialmente tutte le parrocchie e le associazioni a raccogliere questa proposta e a preparare per tempo il dono che i nostri giovani porteranno personalmente. “In questi giorni è tra noi don Gabriele, che si è reso disponibile a illustrare il progetto - ha scritto mons. Miglio - Potete invitarlo e intervistarlo direttamente, per conoscere da lui la realtà della missione di Viana e per essere partecipi della fede giovane ed entusiasta di quella Chiesa. Il dono a “Casa Linda” diventerà per noi un dono ancora più grande”.

L’11 MAGGIO

Concorso Amos, serata di solidarietà

Foto Elio Piras

Una serata per i “Giovani Talenti della solidarietà”, organizzata dal Gruppo di educazione alla mondialità della Caritas di Cagliari, in collaborazione con l’Ufficio Missionario e altri Uffici ed associazioni ecclesiali. Un momento di animazione aperto a tutti i ragazzi e giovani della Diocesi, in cui ci saranno le testimonianze solidali di don Gabriele Casu, missionario Fidei Donum in Brasile, Natalino Sisay giovane eritreo, Mauro e Michela Taddeo famiglia missionaria in Perù della Comunità Missionaria di Villaregia, oltre alle musiche di gruppi etnici africani, filippini e indiani. Inoltre, saranno premiate le idee solidali vincitrici del concorso Amos - Amo un Mondo Operoso e Solidale. L’appuntamento è per l’11 maggio, dalle 16 alle 20, presso il Teatro S’Eulalia di Cagliari (Via del Collegio 2).


8

IL PORTICO

iL Portico

VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)

dal Vangelo secondo Giovanni

I

n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli : «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Lo Spirito Santo che

Gv 14, 23-29 DON ANDREA BUSIA

il portico della fede

C

i troviamo sempre nel contesto dell’ultima cena, così come domenica scorsa, e il discorso odierno di Gesù ha la funzione di confermare la speranza dei discepoli, oltre che ovviamente continuare con i suoi insegnamenti. I discepoli, a differenza di Gesù, non sono ancora coscienti di cosa stia per accadere e per questa ragione è particolarmente importante che vengano preparati. La prima parte del brano ci presenta una serie di azioni consequenziali, di cui ognuna produce “automaticamente” la successiva: l’amore per il Signore fa sì provoca l’ascolto della sua parola e la relativa obbedienza. Questa obbedienza non è fine a sé stessa, ma attira l’amore del Padre e la sua presenza nella vita del discepolo. Questa “sequenza”, apparentemente ovvia, presenta almeno due difficoltà: il Padre forse non ama chi non ascolta la voce del suo figlio (e perché)? Ed inoltre, che cosa significa che il Padre e il Figlio prenderanno di-

mora presso il discepolo? Proviamo a rispondere innanzitutto alla prima domanda: avevamo già visto due domeniche fa come Gesù chiamasse “sue pecore” coloro che ascoltano la sua voce, e avevamo anche detto che tale “ascolto” non era semplicemente un dato uditivo, bensì un atto che doveva avere delle conseguenze pratiche. Ora Gesù ci dice chiaramente che la parola da ascoltare, per quanto sia stata pronunciata dalla sua bocca, in realtà ha un’altra origine: quella del Padre. Che il Padre non possa odiare le sue creature è la stessa bibbia a dircelo in maniera estremamente chiara: “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature” (Sal 144,9). Il problema si manifesta quando l’uomo rifiuta di ascoltarlo, in questi casi è lui stesso ad erigere un muro che impedisce all’amore di Dio di raggiungerlo e, come abbiamo già detto altre volte, Dio rispetta così tanto la sua opera d’arte, che è l’uomo, e la sua libertà da lasciare che questi possa anche rifiutare il suo amore.

Alla seconda domanda (cosa significhi la dimora di Dio e di Cristo nel discepolo) è più difficile rispondere, sicuramente poco avevano capito anche gli apostoli in quel momento, possiamo scorgere un richiamo all’eucarestia e ai sacramenti in generale, senza dubbio, ma la spiegazione più immediata è data dalla frase successiva di Gesù stesso: Gesù annuncia l’invio dello Spirito Santo, chiamato con l’appellativo di “Paraclito”, un termine greco, che nella traduzione non è stato tradotto ma lasciato così com’era (stessa cosa capita ad esempio con il termine “Cristo”), questo termine significa “colui che viene chiamato per stare accanto [a qualcuno]” quindi può essere interpretato come “consolatore” o “consigliere” o “avvocato”. Il Padre invierà lo Spirito che rimarrà accanto al discepolo per ricordargli e istruirlo sugli insegnamenti di Gesù. Si può immaginare la reazione dei discepoli, che fa da sfondo a questo discorso di Gesù, non vogliono lo Spirito, bensì che

Gesù resti con loro, è per questa ragione che Gesù deve intervenire in 3 modi diversi: innanzitutto con il dono della pace, anticipazione – come sappiamo – di uno dei doni pasquali, per poi con l’esortazione a non avere timore per passare poi a quello che potrebbe sembrare un rimprovero: “Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me”. Gesù non sta mettendo in dubbio il loro amore, ma il loro modo di vivere quell’amore, è ancora un amore per così dire “possessivo”, gli apostoli non hanno ancora fatto una vera esperienza di assenza del maestro, non hanno ancora imparato a lasciarlo andare, questa esperienza, come talvolta capita nella vita, e come ben sappiamo, si presenterà all’improvviso, e non avranno il tempo di metabolizzarla prima che lo stesso maestro sia tornato dai morti (basti vedere l’episodio dei discepoli di Emmaus). Sarà dopo la Pasqua, e soprattutto dopo la Pentecoste, che questo discorso del maestro assumerà il suo significato più pieno.

SAPER VEDERE I SEGNI DELLA SUA PRESENZA Nel corso dell'ultima Udienza generale Francesco si è soffermato sull'articolo del Credo che fa riferimento al giudizio finale: “di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti”. Un primo aspetto da considerare, spiega il Santo Padre, è il desiderio di Dio che tutti gli uomini si salvino: «con l'Ascensione, il Figlio di Dio ha portato presso il Padre la nostra umanità da Lui assunta e vuole attirare tutti a sé, chiamare tutto il mondo ad essere accolto tra le braccia aperte di Dio, affinché, alla fine della storia, l'intera realtà sia consegnata al Padre». Il tempo che viviamo è inserito tra le due venute di Cristo: quella della sua incarnazione e quella alla fine dei tempi. Facendo riferimento alla parabola evangelica delle dieci vergini il Papa ha ricordato l'atteggiamento fondamentale del cristiano di fronte alle realtà ultime, che è quello della vigilanza: «quello che ci è chiesto è di essere preparati all'in-

contro - preparati ad un incontro, ad un bell'incontro, l'incontro con Gesù -, che significa saper vedere i segni della sua presenza, tenere viva la nostra fede, con la preghiera, con i Sacramenti, essere vigilanti per non addormentarci, per non dimenticarci di Dio». Un secondo testo evangelico che viene scelto da Papa Francesco per approfondire il tema del giudizio finale è quello della parabola dei talenti. L'invito che viene fatto è quello di non chiudersi in se stessi e di cogliere le possibilità di impegno che nascono dai doni di Dio: «un cristiano che si chiude in se stesso, che nasconde tutto quello che il Signore gli ha dato è un cristiano… non è cristiano! È un cristiano che non ringrazia Dio per tutto quello che gli ha donato! Questo ci dice che l'attesa del ritorno del Signore è il tempo dell'azione, il tempo in cui mettere a frutto i doni di Dio non per noi stessi, ma per Lui, per la Chiesa, per gli altri. In particolare in questo tempo di crisi, oggi, è importante non

chiudersi in se stessi, sotterrando il proprio talento, le proprie ricchezze spirituali, intellettuali, materiali, tutto quello che il Signore ci ha dato, ma aprirsi, essere solidali, essere attenti all'altro». Il pensiero delle realtà ultime non porta il cristiano lontano dall'impegno quotidiano ma anzi lo spinge a collaborare con maggiore efficacia con l'opera della grazia: «noi siamo giustificati, siamo salvati per grazia, per un atto di amore gratuito di Dio che sempre ci precede; da soli non possiamo fare nulla. La fede è anzitutto un dono che noi abbiamo ricevuto. Ma per portare frutti, la grazia di Dio richiede sempre la nostra apertura a Lui, la nostra risposta libera e concreta. Cristo viene a portarci la misericordia di Dio che salva. A noi è chiesto di affidarci a Lui, di corrispondere al dono del suo amore con una vita buona, fatta di azioni animate dalla fede e dall'amore». di don Roberto Piredda


DELLA FAMIGLIA

DomeNica 5 maggio 2013

il Padre manderà...

9

Continua il ciclo “Vita esplosiva in progress”.

Scopriamo il nesso tra famiglia e Concilio STEFANO GALLETTA*

al mese di ottobre, nella biblioteca del Convento di San Domenico a Cagliari, si svolge mensilmente un ciclo di catechesi dal titolo: “Vita esplosiva in progress: micro civiltà famiglia in luce conciliare, digitale e planetaria”. L’iniziativa, ispirata dall’anniversario dei 50 anni del Concilio Vaticano II, è promossa e organizzata dall’associazione “Oltre la Porta”, e dal suo centro per il matrimonio e la famiglia. La finalità è quella di approfondire i testi conciliari e di verificare in che modo essi possano ancora contribuire alla crescita qualitativa delle relazioni di coppia e famigliari, come pure quelle ecclesiali e sociali. Un progetto, dunque, che si costruisce sulla base della piena fiducia nell’evento conciliare, nei frutti che ha già prodotto e su quelli che è ancora in grado di produrre se ne conserviamo amorosa memoria e continuiamo a misurarci con esso. L’ultima catechesi si è tenuta sabato 20 aprile e come nelle precedenti occasioni è stata curata da Padre Christian Steiner o.p., direttore del Centro Famiglia di “Oltre la Porta”, e responsabile regionale della pastorale familiare(nella foto). Titolo dell’incontro era: “Immuni dalla coercizione” Educare alla diversità-vicinanza digitale e religiosa. È stata l’occasione per ripercorrere ed analizzare alcuni passaggi storici fondamentali che nella Chiesa, e al di fuori di essa, hanno portato all’affermarsi dei principi di libertà,

D

RISCRITTURE

PUÒ L’UOMO POLITICO ESSERE CRISTIANO INTEGRALE? Quando si passò ai regimi rappresentativi, con larga partecipazione alla vita politica, l’arbitrio fu limitato, denunziabile pubblicamente la ingiustizia, meglio regolata la legge; ma, dall’altro lato, si rese più facile la demagogia, più accessibile il potere, e col potere l’abuso, anche quello del pubblico denaro, e le tentazioni ebbero, ed hanno, nella vita politica, un campo molto più vasto. Ma chi può affermare che il cristiano, nell’ufficio affidatogli, non fosse in grado di resistere alle tentazioni, regolarsi secondo coscienza, seguire la legge morale, obbedire alle leggi giuste, emendare le leggi ingiuste e curare il bene comune? Molti degli uomini politici in quasi due secoli di diffuso regime rappresentativo e libero, han dato

esempio di probità, correttezza, spirito di sacrificio. E’ superfluo farne i nomi; avranno avuto i loro difetti e la coscienza loro avrà forse rimproverato quelle deficienze che sono il retaggio di ogni uomo nato nel peccato originale. Ma di molti di costoro, nell’esercizio del loro particolare ufficio e nel generale loro comportamento, si ricordano e la volontà di servire la buona causa e gli esempi di virtù morale e civile. Che avessero potuto fare degli sbagli in politica non si nega; che avessero mancato ai doveri della loro coscienza cristiana, non risulta. Luigi Sturzo, da “La politica e la menzogna” (continua - 2)

in particolare quella religiosa e di coscienza, come pure quella d’opinione e di pensiero, e con essi al definirsi del concetto di dignità umana. L’attenzione si è così concentrata su vari documenti, tra cui, in particolare, la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti del 1791, l’enciclica Mirari Vos di Gregorio XVI, l’enciclica Quanta Curadi Pio IX, la Libertas praestantissimum di Leone XIII per arrivare alla Gaudium et Spes dove i suddetti valori di libertà trovano piena espressione e ricchezza di argomentazioni. Argomentazioni che si fondano innanzitutto nell’origine divina dell’uomo e sul suo essere creatura a immagine e somiglianza del suo stesso Creatore. Tra i numerosi e significativi aspetti emersi nel corso della catechesi vi è senz’altro l’apertura mostrata dalla Gaudium et Spes, e dai testi conciliari in genere, rispetto ai progressi fatti dal sapere umano, dalle scienze e dalle tecniche, un’apertura che si traduce poi in una dichiarazione di fiducia nei confronti dell’uomo. Particolarmente significativo in proposito il titolo del paragrafo 44 della GS: “L’aiuto che la Chiesa riceve dal mondo”. Non si tratta di una fiducia ingenua, cieca ed acritica, ma di una fiducia che, libera da ogni pregiudizio e ricca degli insegnamenti della storia umana, s’ispiri al modello del Creatore che ha voluto l’uomo, e che per lui si è incarnato, ha patito, ed è gloriosamente risorto. Come sempre vivace il dibattito che ha chiuso la catechesi. *Presidente dell’Associazione Oltre la Porta


10

IL PORTICO DI CAGLIARI

iL Portico

brevi 11 E 13 MAGGIO

Memoria degli afflitti sotto le bombe del ‘43 Un momento di riflessione e memoria, legato al 70esimo anniversario dei bombardamenti che, nel ’43, colpirono la città di Cagliari. L’iniziativa “Nella memoria degli afflitti, la presenza della Chiesa. Testimonianze” si svolgerà l’11 e il 13 maggio 2013 nella chiesa di Sant’Eulalia, organizzata dalla parrocchia di Sant’Eulalia, da alcune parrocchie della Vicaria della Cattedrale e dal gruppo dei ‘Marianelli’ (legato alla parrocchia di Sant’Eulalia e all’asilo della Marina). Si inizia sabato 11 maggio: alle ore 20, nella chiesa di Sant’Eulalia, ci sarà la presentazione della mostra fotografica curata dall’artista Maria Bernarda Sanna; alle 21, seguirà il concerto ‘L. Cherubini. Messa da requiem in do minore per coro e orchestra”, con il coro del Collegium Karalitanum e l’Orchestra Incontri musicali (direttore Giacomo Medas). Lunedì 13 maggio, alle 16.30, sempre nella chiesa di Sant’Eulalia, si svolgerà la tavola rotonda intitolata “Nella memoria degli afflitti, la presenza della Chiesa. Testimonianze”: coordinerà i lavori Pasquale Mistretta (ex rettore dell’università di Cagliari); interverranno mons. Arrigo Miglio (arcivescovo di Cagliari), mons. Marco Lai (direttore della Caritas di Cagliari e parroco di Sant’Eulalia) mons. Pier Giuliano Tiddia (vescovo emerito), mons. Luigi De Magistris (vescovo emerito), suor Cecilia Amat (suora vincenziana), Franco Murtas (ex sindaco di Cagliari), Antonio Fadda, Giampaolo Lallai; ci saranno, inoltre, alcune testimonianze di esponenti della Congregazione del SS. Sacramento della Marina. Dopo la tavola rotonda, lunedì alle 19, sarà celebrata la Santa Messa in memoria di tutte le vittime della guerra.

GESÙ NOSTRO CONTEMPORANEO

Massimo Pettinau in Facoltà teologica Proseguono gli incontri organizzati dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC) sul tema “Gesù nostro contemporaneo”. Dopo il primo incontro del 3 maggio con Marinella Perroni, il 10 maggio - alle 18 nell’Aula magna della Facoltà teologica - è la volta di un convegno in cui sarà relatore Massimo Pettinau, docente all’Istituto di Scienze religiose: interverrà sul tema “Cristo si è fatto contemporaneo dei suoi tempi approssimandosi a tutti cominciando dagli ultimi”. Seguirà il 17 maggio - stesso luogo e stesso orario - un incontro con don Giovanni Colzani.

DomeNica 5 maggio 2013

Sant’Efisio. La novità emersa durante la presentazione della festa di quest’anno.

Il Cammino di Sant’Efisio diventerà percorribile durante tutto l’anno Il percorso del santo da Cagliari verso Nora potrà essere ripercorso in tutte le stagioni, come il Cammino di Santiago. Cresce la collaborazione tra enti locali e Chiesa GIOVANNI LORENZO PORRÀ TTANTASEI COMUNI partecipanti, 72 gruppi folk, 5 gruppi di suonatori, 5 a cavallo, 18 traccas, 150 addetti dello staff, più di 1500 partecipanti e almeno altrettanti spettatori. Questi i numeri della festa di sant'Efisio, che anche quest’anno come sempre ha saputo coinvolgere tutta la Sardegna. Il budget complessivo è di 237mila euro. Non sono mancati neppure stavolta i tagli, che hanno costretto a ridurre le tribune, e si è deciso di puntare maggiormente sulla promozione: campana pubblicitaria negli aeroporti e nei siti delle compagnie aeree, e poi pacchetti di viaggio con sconti. “Abbiamo tutti i posti sugli aerei al completo” - ha dichiarato con orgoglio l'assessore regionale al Turismo Crisponi – nonostante i problemi della continuità territoriale”. Ma la grande novità è il Cammino aperto tutto l'anno, sulla

O

Il sindaco con l’arcivescovo (foto www.comunecagliarinews.it)

scia di altri cammini simili, come quello di Santiago di Compostela: un'altra possibilità per il turismo religioso, che permetterà di compiere in qualunque stagione il percorso del santo, da Cagliari a Nora, luogo del suo martirio. L'itinerario è ancora in via di definizione, ma sono arrivate diverse proposte. L'obiettivo è pianificare ogni cosa entro ottobre, il tutto ancora una volta all'insegna della collaborazione tra i diversi comuni, la Regione e la Curia. Un'idea che accontenterà tutti, unendo la fede e il turismo. “Quest'anno i comuni sono in lieve calo rispetto al passato – ha dichiarato l'assessore alle attività produttive di Cagliari Barbara Argiolas – ma in compenso tutte le provincie sono rappresentate.” Nel det-

taglio hanno partecipato 34 comuni, 5 dal Medio Campidano, 16 da Nuoro, 6 dall'Ogliastra, 2 da OlbiaTempio, e 8 da Carbonia- Iglesias. I costumi hanno offerto uno spettacolo di colori, anche grazie alla direzione artistica, che ha garantito un adeguato accostamento tra i vari gruppi e non ha lasciato nulla al caso. È ampio il ventaglio degli eventi collaterali, a cominciare dal programma del Teatro lirico, che giovedì 2 e venerdì 3 metterà in scena l'Otello, nella versione dramma lirico, con libretto di Arrigo Boito e musiche di Giuseppe Verdi; sabato 4 presso il palazzo civico sarà la volta di “Su contu de sant'Efis”, raccontato dai Figli d'Arte Medas. Inoltre a partire dal primo maggio

fino al 4 si potrà seguire la proiezione del documentario “Cagliari 1943 con Sant'Efisio: quadri di guerra”, presso il SEARCH, lo spazio mostre del municipio, che ospita già la mostra sui bombardamenti del '43, mentre il 2 nella cripta di san Domenico si terrà il concerto di zampogna e strumenti tradizionali del TA-MA trio. Un altro grande evento sarà il secondo Festival di Filosofia presso il Teatro Massimo da venerdì 3 a domenica 5. Sempre al teatro Massimo si terrà lo spettacolo “Peer: storia di un ladro di storie”, con la collaborazione degli studenti dell'Università diCagliari e del Conservatorio. Da non perdere anche la sedicesima edizione di “Forma e Poesia nel Jazz” con i Loves Notes il 3 maggio e il P.O.V il 4 al Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori, e il concerto di musica sarda sempre il 3 offerto dall'Orchestra da Camera della Sardegna nella cripta di san Domenico; tutta da gustare poi la mostra Sardinia Top Wine al Ghetto degli Ebrei il 4, e non mancherà neanche l'automobilismo, con un raduno di veicoli d'epoca in piazza del Carmine la mattina dello stesso giorno. C'è spazio anche per lo sport con la coppa di beach tennis al Lido la mattina di sabato e di domenica. E non è finita qui: l'elenco completo è disponibile sul sito www.cagliariturismo.it e nelle brochure cartacee presso gli infopoint.

Fede, cultura e turismo: ancora un mix perfetto Voci, pareri, opinioni e commenti sulla 357ma edizione G. L. P. NCHE QUEST'ANNO la festa di sant'Efisio non ha tradito le aspettative dei Cagliaritani. “Volevamo che S.ant’Efisio si ricongiugesse alla gente – ha dichiarato l’assessore alle Attività Produttive Barbara Argiolas, spiegando così la scelta, dovuta anche a motivi economici, di ridurre il numero delle tribune – perché questa è anche una festa da ballare”. A parte la riduzione dei posti a sedere, tra le novità c'è una maggiore promozione: la sagra è stata pubblicizzata dalle compagnie Meridiana e Easyjet, e per la prima volta è stata anche l'argomento di un servizio sul canale Dove tv di Sky. Immutata l’essenza della festa: “Ci sono cose che è meglio non cambiare – ha aggiunto l’assessore - e comunque sant’Efisio ha fatto un miracolo, abbiamo trovato 8 milioni che il Comune aveva in credito. Voglio

A

ringraziare i gruppi, la direzione artistica e tutto lo staff”. “Devo ringraziare tutti i comuni che hanno partecipato, la Regione e la diocesi – ha dichiarato il sindaco Massimo Zedda – questa è una festa speciale perché si regge sulla collaborazione di tutti”. Ringraziamenti ricambiati dall’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi, che li ha rivolti in particolare a Zedda e all’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio: “Anche quest’anno siamo riusciti a mettere a disposizione risorse per questa e altre sagre importanti grazie alla legge regionale 7 – ha dichiarato – Speriamo che anche l’anno prossimo l’occhio benevolo del santo sappia darci una mano preziosa”. “Fede, tradizione culturale, turismo: il bello di Sant'Efisio è che unisce tutto questo – ha dichiarato monsignor Miglio – per quanto riguarda la fede, la testimonianza di un giovane martire è forte ai tempi dell'impero romano

La presentazione della Festa (foto www.comunecagliarinews.it)

come oggi. Bisogna avere l'umiltà di chiedere aiuto ai santi, l'uomo da solo non può risolvere tutti i problemi. Spero che tutti portino a casa qualcosa di bello da questa esperienza: ci sono tanti altri cammini di fede, e il nostro non ha nulla da invidiare”. “Ogni volta che vedo il santo che passa mi emoziono – ha raccontato la presidente della Provincia di Cagliari Angela Quaquero – Il primo maggio è anche la festa del lavoro, quindi è una giornata speciale per tutti”. “Noi viviamo la festa come qualcosa di soprattutto religioso – ha specificato il sindaco di Pula, Walter Cabasino - non vogliamo neppure una sbavatura”. “Valorizziamo questa sagra religiosa – ha detto invece l'assesso-

re al Turismo di Sarroch Igor Melis - una delle più importanti per varietà e numero di partecipanti”. L'assessore al turismo di Capoterra, Beniamino Piga, concorda definendo la sagra “un simbolo di tutta la regione, importante a livello europeo”. “Abbiamo scelto di ricordare nella locandina la sagra del ‘43, che si svolse in una Cagliari distrutta dai bombardamenti – ha svelato invece il presidente dell'arciconfraternita di sant'Efisio Marco Maffa – un'idea di uno dei nostri guardiani, Riccardo Rocca”. “Rappresentare la città in questo evento è uno degli onori più grandi – ha dichiarato dal canto suo l'alter nos Filippo Petrucci – Ringrazio tutti i confratelli per la loro disponibilità”.


IL PORTICO DI CAGLIARI

DomeNica 5 maggio 2013

L’intervista. Parla Mario Maffa, nuovo presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone.

“Anche tra i cagliaritani più giovani cresce la devozione a Sant’Efisio” Di origini messinesi, ma con mamma stampacina, alla morte del padre si trasferì in città con tutta la famiglia: “Da allora siamo cresciuti nel rione, ho il martire nel cuore” R. C. I ORIGINE messinese, ma di madre stampacina e sposato con una stampacina, Mario Maffa, dallo scorso 15 gennaio è il nuovo presidente dell'Arciconfraternita del Gonfalone, sotto la protezione di Sant'Efisio martire, custode da secoli del culto al santo guerriero. “Dal 1974 - afferma Maffa - ho iniziato il mio percorso nell'Arciconfraternita, anche se già fin dall'infanzia frequentavo queste vie: con la nostra famiglia, chiuse le scuole per le ferie estive venivamo da Messina qui a Cagliari, dato che mia madre era stampacina. Quando mio padre è scomparso lei è voluta ritornare dai suoi familiari e così ci siamo trasferiti a Cagliari con i miei fratelli più piccoli. Siamo andati ad

D

L’intronizzazione del Santo sul cocchio.

abitare in casa di mio zio, confratello di Sant'Efisio, e così siamo cresciuti in questo quartiere, per cui era inevitabile avere a che fare con il Santo e con ciò che ruota attorno alla sua figura”. Giunto ventenne a Cagliari Mario non aveva grandi amicizie, per cui l'ambiente intorno all'Arciconfraternita diventa il luogo ideale dove trascorrere il tempo libero. Così inizia il cammino di formazione ed inserimento nell'antico sodalizio, fino ad arrivare ad essere il terzo Guardiano, 1988 e nel 2001, diven-

tando poi membro ufficiale della Guardiania che segue il santo a piedi o a cavallo. “La mia elezione a gennaio - riprende Mario - è stata per molti una sorpresa, ma io avevo sentito di dovermi impegnare in questo ruolo ed avevo chiesto a Sant'Efisio di indicarmi come fare. Alle elezioni ho ricevuto tanti voti senza che ci siano stati contrasti o tensioni, per cui oggi rivesto questo incarico con grande gioia e onore, ma soprattutto con grande responsabilità”.

Il primo maggio è il giorno del bagno di folla mentre fino a qualche anno fa il rientro era per lo più vissuto in forma intima da confratelli e consorelle. “Da qualche tempo invece - conclude il presidente - devo registrare un crescendo di presenze, anche per la partecipazione dei gruppi folk. Ciò che mi colpisce è che, nei giorni che precedono la festa, la chiesa è meta di tanti fedeli, desiderosi di visitarla ma soprattutto di poter vedere da vicino il santo. Molte anche le scolaresche con gli insegnanti che hanno deciso di portare gli alunni a Stampace: tanti ragazzi restano meravigliati per la storia del Santo e per ciò che vedono. Spero che la visita di questi giorni possa aiutarli a maturare anche la devozione verso Sant'Efisio”. L'edizione 2013 della Festa del primo maggio cade nel settantesimo dai bombardamenti della città. “Per ricordare quei tragici fatti nella locandina con il programma dei festeggiamenti - conclude Maffa abbiamo voluto inserire l'immagine del Santo sul camioncino del latte che ha portato in processione tra le macerie la statua di Sant'Efisio, una delle immagini che meglio rappresenta la devozione al Santo”.

“Atteso dalla gente come un vero fratello” Il parroco di Pula, don Marcello Loi, e il culto del santo I. P. N AFFETTO passionale. Così don Marcello Loi, parroco di Pula, definisce la devozione dei suoi fedeli verso Sant'Efisio, il cui simulacro come ogni anno, lasciato Cagliari il primo maggio, ritorna sul luogo del martirio. “La gente attende questi giorni con trepidazione afferma il parroco don Marcello Loi - ed il bagno di folla all'arrivo del simulacro è imponente, segno di come il suo arrivo sia atteso: quando giunge in paese è come se arrivasse un padre, un amico, un fratello, uno di casa insomma. Applausi, voglia di toccare il simulacro, quasi ad abbracciarlo, fiori, bandiere, simboli certamente umani, ma sono i segni d'affetto che i pulesi hanno nei confronti del Santo”. I festeggiamenti iniziano il 1 maggio con la celebrazione Eucaristica, alla quale segue la processione per le vie del paese, con il simulacro del Santo di Pula, in attesa però che il giorno dopo, il 2 maggio, arrivi quello da Cagliari. Intorno all'ora di pranzo, all'ingresso del paese nei pressi del ponte, una vera fiumana di persona atten-

U

de la statua del santo guerriero scortata, fin dall'uscita dalla chiesetta di Stampace, dai membri dell'Arciconfraternita del Gonfalone, da secoli custodi del culto al santo guerriero. In due giorni è un susseguirsi di celebrazioni e fino a quella più sentita a Nora con il simulacro che passa anche in spiaggia. Nella serata del 3 maggio inizia il viaggio di rientro da Nora a Pula dove, all'arrivo dopo le 22, viene celebrata una messa, mentre la mattina del 4 maggio, dopo una nuova celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, il Santo viene riaccompagnato all'ingresso del paese, per riprendere il viaggio verso Cagliari. Sono giorni intensi nei quali la comunità di Pula vive uno dei momenti più importanti dell'anno. “La preparazione a questi giorni così intensi - conclude il parroco - in realtà inizia già dalla festa liturgica del 15 gennaio, una celebrazione più intima, è la festa dei pulesi. Nei mesi che precedono il primo maggio la comunità si prepara con celebrazioni, momenti di preghiera specifici, soprattutto con la Confraternita che qui a Pula ha un ruolo molto

L’arrivo del simulacro di Sant’Efisio a Pula.

importante nel custodire la memoria di Sant'Efisio, fino poi all'esplosione d'affetto che i fedeli tributano al Santo nei primi giorni di maggio”. Abbandonato il centro di Pula, il simulacro e le centinaia di persone che seguono ogni anno il pellegrinaggio, fanno ritorno a Cagliari: lungo questo cammino da e verso Nora i fedeli non mancano. C'è chi si fa tutto il percorso a piedi, un numero sempre più crescente di per-

sone, ma ad ogni sosta, nei comuni toccati dal pellegrinaggio, è un vero bagno di folla con tappeti di fiori, sa ramadura ed il desiderio di tanti di avvicinarsi al cocchio per toccare la statua. Qualcuno lo definisce il miracolo si Sant'Efisio: probabilmente è solo autentica devozione popolare, sana e genuina, in un'Isola dove la fede è arrivata con primi martiri cristiani, proprio come Efix gloriosu.

iL Portico

11

cronaca LA RIEVOCAZIONE STORICA

Nella baia di Nora il martirio di Efisio Domenica 21 aprile, nella baia di Nora nei pressi della torre di Coltellazzo, si è dato vita, per il secondo anno consecutivo, alla rievocazione storica del martirio di Sant’Efiso. L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente della pro loco di Pula Paolo Trudu e patrocinata dal comune, ha avuto un notevole successo. L’organizzazione ha previsto una rappresentazione teatrale unica nel suo genere grazie alle compagnie Memoriae Milites e Cavalieri dell’Antica Locanda. La storia di Sant’Efisio, il luogo del martirio, i costumi e le scenografie studiate, hanno fatto sì che l’impatto emotivo fosse forte ma allo stesso tempo piacevole. Paolo Trudu spiega che “la finalità

della rappresentazione era quella di mettere in evidenza il martirio subìto, in chiave leggera, ma ricco di storia e pathos: Nora non è solo importante per il giorno di festa del Santo Martire, ma è il luogo dove viene eseguita la sentenza di morte e quindi luogo ricco del suo significato religioso: il martirio di un combattente romano convertito al cristianesimo”. La biografia del martire, contenuta nella Passio Sancti Ephisi del Codice Vaticano Latino 6453 del secolo XII è scritta sulle basi di quella di San Procopio, primo martire di Cesarea di Palestina sotto Diocleziano. Nella rievocazione si pone in evidenza come Sant’Efisio sia militare dell’esercito romano, ma cristiano e quindi non fomentatore di violenza. Si ricorda l’invio di una lettera dove dichiara, per l’appunto, alla madre e a Diocleziano la sua conversione. Diocleziano invia in Sardegna a Carales il crudele governatore Julicus, per far carcerare e sottoporre a tortura (flagellazione, bruciature, scarnificazione …) Efisio, sperando così che si ravveda ma non riesce nel suo intento. Le torture sul corpo di Efisio miracolosamente non lasciano traccia. Il governatore Julicus è costretto ad abbandonare l’incarico conferitogli ed allora Diocleziano invia Flaviano che sentenzia la condanna a morte tramite decapitazione presso la città di Nora, scelta forse perché presidio militare ed ancora città pagana. Efisio secondo la Passio trova la morte il 15 gennaio 303 d.C. e prima di morire, leggenda vuole che, si rivolga a Dio pregandolo di proteggere la città di Carales ed i suoi abitanti. Laura Cabras


12

iL Portico

IL PORTICO DELLA DIOCESI

L’iniziativa. “Servite il Signore nella gioia”: la Giornata diocesana dei Ministranti.

Seminario affollato di chierichetti in festa con l’arcivescovo Miglio ANTONIO PERRA LLEGRA, BRIOSA, fantastica, fenomenale, incredibile…”. Sono stati i primi commenti dei ragazzi che hanno partecipato alla Giornata Diocesana dei Ministranti, svoltasi giovedì 25 aprile nei locali del Seminario Arcivescovile di Cagliari. Ma andiamo con ordine… Per noi seminaristi la giornata è cominciata verso le 8 del mattino, quando abbiamo aperto l’aula magna del Seminario. Da allora è stato un via vai continuo: c’era chi si sarebbe occupato del servizio bar, chi dell’accoglienza, chi dava gli ultimi ritocchi, chi selezionava le canzoni, chi faceva le prove, etc. Poi, dopo un’ora, sono arrivati i primi gruppi di ragazzi, che sono stati accolti dai seminaristi, assegnando ad ogni gruppo un foulard ed un cappellino colorato per l’identificazione della Parrocchia. E così, piano piano, la sala si è riempita… fino a non contenere più tutti quei ragazzi, tant’è che sono state

A

L’arcivescovo saluta i ministranti nella cappella del Seminario.

portate anche delle sedie bianche in più, per consentire al maggior numero di persone di sedersi. Nel frattempo, la musica andava avanti e i ragazzi, presi dalla voglia di divertirsi, hanno cominciato a fare un trenino che si è snodato lungo tutta la sala. L’incontro è iniziato verso le 10, quando due seminaristi del Seminario Minore, Antonio e Samuele, hanno “gasato” i ragazzi, i genitori e

gli animatori con due bans divertentissimi (“Ministranti oh oh oh” e “la corsa dei cavalli”). Dopo questa introduzione, don Paolo Sanna, Rettore del Seminario Arcivescovile, ha tenuto un momento di catechesi per spiegare il tema della Giornata: ”Progetta con Dio-Abita il Futuro”. Successivamente ha mostrato ai ragazzi un grande puzzle, nel quale mancavano alcune tessere: dodici, per l’esattezza. Ogni gruppo ha ricevuto una tessera del puzzle, e doveva riportarla insieme ad una riflessione fatta in gruppo su quello che c’era disegnato. Alla fine, il puzzle rappresentava una chiesa. Dopo il puzzle, i ragazzi si sono andati a preparare indossando la loro vestina per la celebrazione eucaristica. Per questo servizio erano già stati stabiliti due gruppi: il servizio durante la messa ed il coro per animare i canti dell’assemblea formata dai Ministranti. Al suo arrivo nella cappella stra-

colma di ministranti, l’Arcivescovo, che in quella data celebrava il 21° anniversario di ordinazione episcopale, è stato accolto da un lungo e forte applauso. Poco dopo è iniziata la messa, che ha avuto molti elementi salienti: ad esempio, la consegna al Vescovo di una scatola contenente il contributo dei Ministranti per la realizzazione di una ludoteca a “Casa Linda” in Brasile, dove opera don Gabriele Casu, e il segno della pace “dato direttamente da Gesù a noi”, come ha detto l’Arcivescovo. Dopo la Messa, è arrivato il momento tanto atteso del pranzo: date le scarse condizioni del meteo, il pasto è stato consumato nell’aula magna o in altri locali interni del Seminario. Dopo pranzo, tutti i ragazzi sono stati radunati nei campi del Seminario per la partecipazione a vari giochi di abilità: tiro alla fune, pesca l’oggetto, torte in faccia, birilli, bandierina, etc. I ragazzi hanno trovato questa parte tra le più divertenti della giornata. La festa è finita verso le 16, quando i primi pullmini sono partiti dal Seminario. Dalle testimonianze tra i ragazzi questa giornata è risultata un’esperienza positiva e arricchente, che andrà a tutto vantaggio dell’accrescimento del loro entusiasmo e generosità nel servizio di ministranti nelle Parrocchie di provenienza.

conferiti sabato scorso, nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari, da monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di AlgheroBosa, a nove giovani seminaristi del Pontificio Seminario Regionale Sardo i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. Il conferimento dei ministeri è avvenuto nel corso della Santa Messa presieduta dallo stesso monsignor Morfino e concelebrata da monsignor Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, da monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias e da monsignor Pietro Meloni, vescovo emerito di Nuoro. Alla celebrazione, oltre a monsignor Gian Franco Saba, rettore del Seminario Regionale Sardo e a padre Maurizio Teani, preside della Facoltà Teologica della Sardegna, hanno partecipato nume-

S

SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

Direttore responsabile Sergio Nuvoli Editore Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Segreteria e Ufficio abbonamenti Natalina Abis- Tel. 070/5511462 Segreteria telefonica attiva 24h- su 24h e-mail: segreteriailportico@libero.it Fotografie Archivio Il Portico, Elio Piras Amministrazione via Mons. Cogoni, 9 Cagliari Tel.-fax 070/523844 e-mail: settimanaleilportico@libero.it (Lun. - Mar. 10.00-11.30) Pubblicità: inserzioni.ilportico@gmail.com Stampa Grafiche Ghiani - Monastir (CA) Hanno collaborato a questo numero: Gianni Loy, Silvano Bianco, Roberto Piredda, Tore Ruggiu, Andrea Busia, Giovanni Lorenzo Porrà, Raffaella Fadda, Antonella Pilia, Laura cabras, Maria Chiara Cugusi, Francesco Furcas, Antonio Perra, Franco Camba, Paolo De Maina, Stefano Galletta, Roberto Comparetti. L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo a Associazione culturale Il Portico, via mons. Cogoni, 9 09121 Cagliari. Le informazioni custodite nell’archivio elettronico verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati la testata (L. 193/03).

Abbònati a Il Portico

1. conto corrente postale Versamento sul CONTO CORRENTE POSTALE n. 53481776

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari.

A Bonaria il conferimento di lettorato e accolitato

ONO STATI

curiosità

48 numeri a soli 30 euro

Seminario regionale, conferiti i ministeri FRANCO CAMBA

DOMENICA 5 maggio 2013

2. bonifico bancario Versamento sul

rosissimi sacerdoti tra i quali gli educatori del seminario regionale, i parroci delle parrocchie d’origine dei seminaristi istituendi ministri e i parroci delle parrocchie sede degli stage per il servizio pastorale. Alla celebrazione hanno preso parte, insieme ai genitori e ai parenti degli istituendi ministri, numerosi rappresentanti delle comunità parrocchiali d’origine che sino a tarda sera hanno partecipato ad un momento di festa e fraternità in seminario dove è stato presente anche monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Il percorso di preparazione alla ricezione dei ministeri è stato completato dai giovani seminaristi partecipando, insieme agli animatori di riferimento e con la guida di padre Umberto Burroni, giovedì ad una giornata di ritiro presso il Pozzo di Sichar a Capitana, e venerdì

CONTO CORRENTE BANCARIO n. 1292

Foto di gruppo al termine della celebrazione.

notte ad una veglia presieduta dal rettore nella Cappella del Seminario. Con il conferimento dei due ministeri i seminaristi hanno ricevuto il mandato ufficiale da parte della Chiesa per l’annuncio della Parola e la distribuzione dell’Eucaristia, due dimensioni esistenziali di questi ministeri che, come tali, sono ministeri d’amore. Attraverso tale ministerialità i giovani seminaristi, nel percorso di studio e di preparazione all’ordine del sacerdozio, saranno più strettamente coinvolti nel servizio per l’edificazione del Regno. Infatti, i ministeri si pongono come un duplice servizio: a Dio e all’uomo. A Dio per servirlo

nella sua opera di salvezza, e all’uomo per aiutarlo a scoprire la salvezza che viene da Dio. I seminaristi istituiti Lettori sono Roberto Biancu della diocesi di Nuoro, Gianfranco Nonnis della diocesi di Iglesias, Alberto Cosseddu e Leonardo Idili della diocesi di AlgheroBosa, I seminaristi istituiti Accoliti sono Enrico Perlato dell’arcidiocesi di Oristano, Marcello Piredda dell’arcidiocesi di Sassari, Manuel Diego Petretto della diocesi di Alghero-Bosa, Giuliano Pilia della diocesi di Lanusei e Luca Pittau della diocesi di Ales-Terralba.

intestato a: Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari presso Banca Prossima Sede di Milano, IBAN IT 39 U033 5901 6001 0000 0001 292

3. L’abbonamento verrà immediatamente attivato Inviando tramite fax la ricevuta di pagamento allo 070 523844 indicando chiaramente nome, cognome, indirizzo, cap, città, provincia, telefono, l’abbonamento sarà attivato più velocemente.

QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI


DomeNica 5 maggio 2013

IL PORTICO DELLA DIOCESI

I nostri frati. La SS. Annunziata celebra il giubileo sacerdotale di p. Giuseppe Simbula.

“Vale la pena dare la vita per un ideale, il Signore ci chiama ad essere felici” Presenti anche il Ministro generale dell’Ordine, fra’ Marco Tasca, il provinciale fra’ Sanna e il reggente emerito della Penitenzeria apostolica, mons. Girotti FR. SILVANO BIANCO A SIGNIFICATIVA ricorrenza della 50ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, è stata celebrata in modo del tutto speciale dalla comunità ecclesiale della parrocchia cittadina della SS. Annunziata, affidata ai Frati Minori Conventuali da oltre cento anni. La sera del 20 aprile tutta la comunità parrocchiale si è radunata per celebrare solennemente il giubileo sacerdotale di padre Giuseppe Simbula. È stata una celebrazione vissuta nel segno della domenica del buon Pastore, il quale “conosce le sue pecore” e le conduce una per una verso il Padre. Nelle parole e nei gesti di padre Giuseppe si percepiva, oltre all’emozione, anche la profonda gratitudine al Signore per averlo sostenuto in questi 50 anni di ministero, durante i quali egli ha sperimentato la bontà di Dio e la sua fedeltà al progetto di amore sugli uomini. Durante l’omelia padre Giuseppe, rivolgendosi ai numerosi fedeli presenti, ha ricordato le tappe

L

Un’immagine della festa per padre Giuseppe Simbula.

principali della sua vita, sottolineando che l’esperienza parrocchiale, giunta in età matura, è stata per lui un’ulteriore occasione per confermare quanto la bontà del Signore agisca in tutte le situazioni della vita. E proprio nella giornata mondiale delle vocazioni, padre Giuseppe ha voluto testimoniare l’importanza di farsi carico del gregge affidatogli, con particolare attenzione ai più deboli, agli ammalati e ai bisognosi. Servire il Signore nella Chiesa significa, ha continuato, sentirsi valorizzati nel profondo, senza dimenticare che Gesù stesso ha scelto di stare in mezzo noi come colui che serve. Inoltre, rinnovando pubblicamente il suo sì a Dio, padre Giuseppe ha affidato alla preghiera dei presenti la vita dei giovani, perché sappiano ascoltare la voce del Signore che ancora oggi chiama uo-

mini e donne a seguirlo in una vita di speciale consacrazione. Facendo eco alle parole di papa Francesco, ha poi sottolineato che vale la pena spendere la vita per un grande Ideale, perché il Signore vuole che sperimentiamo la felicità nel servirlo. Al termine della celebrazione è stata data lettura della Benedizione apostolica inviata per l’occasione dal santo Padre. Non è mancata la testimonianza di affetto da parte dell’Ordine francescano, rappresentato dal Ministro Generale, fra

Marco Tasca, e dal Provinciale, fra Salvatore Sanna, i quali hanno avuto modo di dimostrare stima e gratitudine a padre Giuseppe. Significativa la presenza del Reggente emerito della Penitenzeria apostolica, Mons. Gianfranco Girotti, compagno di studi e coetaneo del festeggiato. Alla celebrazione ha preso parte una nutrita rappresentanza di familiari, parenti, amici, provenienti da Sini (OR) e accompagnati dal parroco don Stefano Mallocci, e dal sindaco Biagino Atzori. Per l’occasione è stata donata a tutti una copia speciale del notiziario parrocchiale, interamente dedicato a padre Giuseppe e al suo cammino vocazionale. Siamo grati a tutta la comunità parrocchiale per il sostegno, la preghiera, l’amicizia e l’affetto dimostrati in questi anni di servizio pastorale di padre Giuseppe. Sappia il Signore ricompensare con i suoi doni tutto il bene che ogni giorno nel suo nome ci scambiamo. L’augurio che tutti gli rivolgiamo è che il suo ministero sacerdotale continui ad essere di esempio e di guida a quanti gli sono affidati, senza mai perdere l’occasione per fare di ogni esperienza un luogo vocazionale. Ad multos annos!

EDERE DA VICINO COSA ci possono dire sulla carità quelli che se ne occupano tutti i giorni, perché ci riguarda tutti”: questo lo scopo del secondo appuntamento “La Chiesa di Cagliari tra vecchie e nuove povertà”, organizzato dal Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale la scorsa settimana nei locali della parrocchia dell'Annunziata, spiegato dal Mario Silvetti, già primario in pediatria al Brotzu e ora membro del Meic e organizzatore della serata. Per chi vive nei “quartieri alti”, e non ha modo di confrontarsi con situazioni disperate, ma soprattutto per ricordare che in questa crisi l'emergenza può essere in agguato per chiunque, il professor Silvetti ha snocciolato una serie impressionante di cifre: 335mila persone in Sardegna vivono sotto la soglia di

V

brevi DAL 6 MAGGIO A ORISTANO

Francescani conventuali riuniti nel Capitolo I Francescani Conventuali di Sardegna si riuniranno in Capitolo provinciale nel convento di San Francesco ad Oristano dal 6 al 10 maggio. Nel corso dei lavori i frati compiranno un lavoro di verifica del quadriennio trascorso, ed eleggeranno il Ministro provinciale. L’elezione è prevista per il 9 maggio. “Quello che si sta per celebrare sarà un Capitolo “2.0”, come si direbbe nel linguaggio informatico scrivono in una nota -, non soltanto perché affronterà le sfide della nuova evangelizzazione nella società odierna, ma perché segnerà l’inizio di una evoluzione che porterà alla nascita (entro il 2017) di un’unica grande Provincia religiosa nel Centro Italia”. Anche la Sardegna, infatti, ha aderito l’anno scorso al progetto di unificazione con altre realtà dell’Ordine. “Pertanto - continua il documento - il prossimo potrebbe essere l’ultimo capitolo provinciale “sardo”, prima dell’unificazione. Non a caso la seconda parte del Capitolo, prevista a Luglio, si celebrerà in Assisi insieme ai frati delle altre Province del Centro Italia”. È un importante segnale di cambiamento che coinvolge non soltanto i 40 religiosi iscritti alla Provincia, ma anche le singole comunità locali sparse per la Sardegna (4 conventi e 4 parrocchie).

Fra’ Domenico Pippia, il ricordo dei frati

Meic, incontro all’Annunziata sulle opere in diocesi povertà, e sono 2 milioni le persone senza lavoro. Il primo appuntamento era dedicato alla dottrina della Chiesa sulla Carità, mentre nel secondo si è passati dalla teoria alla pratica, incontrando gli operatori del settore. Il primo ospite a parlare è stato Marcello Porceddu, in rappresentanza della Caritas: “I nostri non sono servizi fini a se stessi - ha chiarito da subito - cerchiamo sempre di insegnare qualcosa, di lasciare una traccia. E prima di tutto la Caritas è Chiesa”. La sede è in viale fra Ignazio, il centro Giovanni Paolo II. L'elenco dei servizi è davvero lungo: con il centro d'ascolto, la mensa, fondata nel 2005, partita con 39 pasti al giorno e arrivata a 500. Poi il centro di ricovero che offre 45 posti letto, a cui si aggiunge un'altra cinquantina gestiti da altri enti; l'ambulatorio, che dal 2009 a oggi ha erogato oltre 2300 prestazioni mediche gratuite; il servi-

13

AVEVA 71 ANNI

La carità nel quotidiano: parlano i protagonisti GIOVANNI LORENZO PORRÀ

iL Portico

zio di consulenza legale; la fondazione antiusura. “Cerchiamo di fare il possibile ma non possiamo dare una risposta a tutti i bisogni - ha aggiunto Porceddu - purtroppo ormai la povertà è qualcosa che tutti possono conoscere. È importante la collaborazione tra Chiesa e Istituzioni, per fornire risposte adeguate a tutti”. “Sosteniamo 1145 famiglie, delle quali 62 sono di extracomunitari - ha raccontato invece Grazia Visentini della Croce Rossa Italiana - Vengono da noi persone di ogni genere, a volte solo per chiederci un litro di latte”. La Croce Rossa offre anch'essa un centro di ascolto, e il suo furgone visita tre volte alla settimana i bisognosi accompagnato dall'ambulanza della Asl:

“Cerchiamo di costruire un rapporto più intimo e di dare dei consigli alle persone, e indirizzarle alle strutture giuste per chiedere un lavoro o una casa. Il nostro scopo è proteggere non solo la vita, ma anche la dignità”. “In pochi ci conoscono anche se siamo a Cagliari da 150 anni ha esordito Anna Maria Puxeddu, del volontariatoVincenziano - in Italia siamo 11mila, in Sardegna ci sono 879 gruppi, di cui 8 a Cagliari. Il nostro primo scopo è valorizzare le aspirazioni della persona”. I Vincenziani fanno volontariato nelle carceri, nelle case di riposo, e anche a domicilio, ma c'è un problema: “Abbiamo bisogno di nuovi volontari - ha detto Puxeddu - l'età media dei nostri è ormai troppo alta” .

Nei giorni scorsi è tornato alla casa del Padre all’età di 71 anni fra’ Domenico Pippia. Ne ha dato notizia la Provincia Religiosa SS. Crocifisso Frati Minori Conventuali di Sardegna. “Fra Domenico - si legge in una nota - è nato il 6 aprile 1942; ha emesso la professione temporanea nel 1961 e quella perpetua nel 1967. Ordinato sacerdote il 21 dicembre del 1968. Ha esercitato con fedeltà e amore il suo ministero s a c e rd o t a l e , dando valida testimonianza di vita cristiana e francescana. Da 17 anni era di comunità nel convento di San Francesco d'Assisi in Cagliari dove, per motivi di salute e a causa della cecità, non poteva più esercitare il sacro ministero. Grande è l'affetto che i fedeli della parrocchia gli hanno sempre dimostrato, tanto più negli anni della malattia”. I funerali si sono svolti il 23 aprile nella chiesa di San Francesco d'Assisi in via Piemonte a Cagliari. Nel pomeriggio la salma è stata traslata a Seneghe, dove è stata celebrata la santa Messa. “Raccomandiamo al Signore l'anima di fra Domenico - conclude la nota dei frati - elevando a Dio la nostra lode e il nostro commosso ringraziamento per la testimonianza del caro confratello”.


14

IL PORTICO DEI PAESI TUOI

iL Portico

brevi INTERROGAZIONE DI SORGIA

Discariche abusive con vista mare Si avvicina l'estate e in consiglio provinciale si riparla della litoranea che collega Quartu a Villasimius. Il problema delle discariche abusive che nei mesi estivi proliferano lungo la provinciale 17 è stato ancora una volta posto all'attenzione dell'aula dal vice presidente, Alessandro Sorgia, che ha rivolto sulla questione un'interrogazione all'assessore alle Politiche energetiche e ambientali, Ignazio Tolu. “Il problema – ha detto Sorgia – è aumentato a dismisura con l'avvio della raccolta differenziata nei Comuni che insistono lungo la litoranea. I turisti sempre più spesso non trovando cassonetti, che dovrebbero essere sistemati almeno nelle spiagge più frequentate, lasciano i rifiuti lungo la strada”. “La Provincia con la collaborazione dei Comuni – ha risposto Tolu – ha provveduto alla raccolta dei rifiuti lungo quella strada. Quanto alle apparecchiature di videosorveglianza abbiamo chiesto l'autorizzazione alla Prefettura”.

DOMENICA 5 MAGGIO

Ritiro spirituale a Villa Tecla Domenica 5 maggio, dalle 16 alle 19 alla Casa di Spiritualità Villa Tecla ci sarà l'ultimo incontro, con un ritiro tenuto da Mons. Tore Ruggiu nell'ambito dell'Anno della Fede. Le giornate mensili si concludono nei giorni 7-8-9 Giugno con tre giornate di Esercizi Spirituali aperti alla partecipazione di quanti lo desiderano, previa comunicazione alla Responsabile di Villa Tecla, al numero tel. 070890707

DomeNica 5 maggio 2013

Culto. celebrate le ricorrenze di San giorgio martire, della madonna di Bonaria e di San marco.

Tre giorni di grande festa a Siliqua: la devozione segna la vita di tutti Il parroco, don Orrù: “La festa del patrono è ancora molto sentita”. Tutto è andato bene, nonostante le condizioni del tempo non ottimali. Altre feste in calendario R. C. RE GIORNI di festa per altrettante ricorrenze. Siliqua come ogni anno ha festeggiato prima il patrono, San Giorgio Martire, poi la Madonna di Bonaria e infine San Marco, con la benedizione dei campi. Tutto in tre giorni di seguito. “La celebrazione del patrono è fortemente sentita - dice il parroco don Giuseppe Orrù - e quest'anno abbiamo avuto anche la presenza di monsignor Miglio che ha potuto constatare quanto forte sia la devozione verso il patrono”. La messa, come ogni anno, è stata seguita dalla processione per le vie del paese, che ha visto la partecipazione di tanti fedeli, accompagnati da una trentina di cavalieri locali, dalla banda musicale e dal gruppo folk Santa Margherita. La processione si è anche ripetuta il 25 aprile, in occasione della festa di San Marco, che a Siliqua ha anche un'appendice nella benedizione dei campi. “La mattina - spiega don Giuseppe - in processione portiamo il simulacro del santo verso la zona dove si trovano ancora dei ruderi di una chiesa dedicata al santo evangelista. Lì celebriamo messa con molti fedeli che vi partecipano e poi facciamo rientro in chiesa. Quest'anno, nonostante le condizioni del tempo non ottimali, siamo riusciti a celebrare messa all'aperto e solo verso la fine c'è stato

T

La benedizione dei campi; sotto la parrocchiale di San Giorgio a Siliqua

qualche piccolo problema, ma i fedeli sono rimasti fino al termine”. Particolare e significativa la celebrazione di mercoledì 24, nella memoria liturgica della Madonna di Bonaria. “Dal 2008 in un rione, nel quale sono stati realizzati gli alloggi popolari, abbiamo sistemato in una nicchia una piccola statua della Vergine che è molto venerata dai residenti. Come ogni anno la sera del 24 abbiamo celebrato l'Eucaristia preceduta dalla recita del Rosario: posso confermare che chi vive in quella zona del paese ha una particolare attenzione per quella nicchia e per il simulacro che abbiamo riposto”. Non sono mancati poi gli appuntamenti di carattere civile con la messa in scena domenica 21 di uno spettacolo della Compagnia dei piccoli e domenica scorsa, a chiusura dei festeggiamenti, uno spettacolo proposto dalla compagnia degli adulti. Ma le feste non sono ancora terminate a Siliqua: la terza domenica di

partecipa anche tu al progetto Si può contribuire al progetto “Adotta una famiglia” con un contributo mensile a partire da cinque euro per 6 o 12 mesi. La donazione può essere effettuata con un unico contributo o con versamenti mensili, effettuando un bonifico bancario: Associazione Sconfinando Iban: IT35V0101544080000070267112 Ulteriori informazioni: Centro d’ascolto CIAO via Vittorio Emanuele 19, 09012 Capoterra (CA) email ciaocapoterra@tiscali.it tel. 070729279

maggio si celebrano anche San Giacomo e Santa Barbara ( quest'ultima venerata forse per la presenza nei dintorni di alcune miniere oramai dismesse). Anche in questo caso le statue verranno portate in processione. Inoltre ci si sta preparando alla restituzione al culto della chiesa di Sant'Anna, dopo i lavori di restauro

che hanno ridato nuova vita a quella che, secondo le testimonianze scritte, sarebbe stata la prima chiesa parrocchiale di Siliqua. E’ possibile che a luglio in occasione della festa dei santi Anna e Gioacchino si possa arrivare a riaprire la chiesa, altro tempio caro ai siliquesi ritornato a disposizione dei fedeli.


IL PORTICO DELL’ANIMA

DomeNica 5 maggio 2013

Il ricordo. Giovanni De Maina nelle parole dei figli: il ritratto inedito di un uomo buono.

Una vita nella pienezza evangelica e nel rispetto grande per le persone Presidente onorario del Distretto Cagliari Est, ha vissuto con discrezione la fede, vero motore della sua esistenza di laico completamente donata ai poveri e ai sofferenti PAOLO E GABRIELE DE MAINA

D

ESCRIVERE E SOPRATTUTTO

testimoniare la vita di nostro padre, Giovanni De Maina, è opera molto ardua e difficile. Ma bastano poche parole per rappresentare il suo tratto umano: buono, gentile, onesto, generoso. Quattro qualità che, però, non lasciano spazi alla retorica e chi lo ha conosciuto non avrebbe difficoltà a confermare. Nasce a Benevento il 17 maggio del 1927, periodo non facile, come del resto tanti, in Italia. Suo padre Attilio era tipografo e sua madre Ines Abramo “maestra giardiniera”, come venivano definite quelle che si occupavano della prima infanzia. Con lui altri 4 fratelli Elia, Cosimo, Titina e Rosaria a cui è stato sempre legatissimo. Grande sofferenza portò la scomparsa di Cosimo, considerato disperso della 2 Guerra Mondiale. Nel quartiere romano dei Vichi Bagni, vicino al Ponte Calore, luogo che Dante idealizzò quale tomba di Manfredi di Svevia, visse la sua infanzia. Ricorderà sempre quel piccolo dedalo di casette al centro del-

la città sannita. Biondissimo acquistò l’appellativo del più nobile re medievale chiamato dai fratelli “biondo Manfredi” o in modo meno aulico “Giuà a patanella” per la sua passione per il tubero cucinato in tutti i modi. Fino all’età dei tre anni non camminò lasciando in trepidazione i genitori. Ma il 2 luglio del 1930 al rintocco delle campane delle 12, a festeggiare la patrona della città, la Madonna delle Grazie, va sicuro verso la madre. Ognuno può interpretare l’episodio come vuole, a noi solo riportarlo. Senza dubbio ebbe da sempre uno speciale rapporto con Maria. Cosa che gli fece acquisire un particolare amore e rispetto per la donna, cosa che si portò dietro per tutta la vita. La Guerra fu un’esperienza che marchiò la sua vita e lo forgiò per i sacrifici, non pochi, del futuro. Memorabili i 40 km per raggiungere il paese di origine della madre, Ariano Irpino, per lo sfollamento, con una valigia in testa e gli immancabili duroni. Affianco a lui la figura sicura di papà Attilio figura che amò e rispettò fino all’ultimo istante. Il dopo guerra segnò il pieno impe-

gno sociale ed ecclesiastico. Dopo gli “strani” studi di Perito Aeronautico, intraprese il nascente Corso Superiore di Servizio Sociale a Napoli e divenne Responsabile Aspiranti di Azione cattolica e Presidente del Circolo della sua Parrocchia. Lì ebbe il “colpo di fulmine” per la moretta sarda Teresa, ospite da parenti, che prese la sua vita e che coronò con le nozze avvenute il 7 aprile 1956. Vogliamo brevemente suddividere alcuni periodi. Quello del lavoro interamente dedicato agli ultimi come assistente sociale, tra i primissimi in Italia, dapprima nell’assistenza ai circhi, giostrai e spettacoli itineranti per curare soprattutto l’instabilità e privazione dei più piccoli spesso senza istruzione e sostegno. Poi nei progetti sociali della Poa Onarmo, che poi divenne Caritas ed infine nell’Enaoli, per l’assistenza agli Orfani lavoro che lo impegnò con dedizione e passione fino allo scioglimento dell’Ente, per transitare negli ultimi anni prima della pensione nella Regione Sardegna. Nel 1960, vincendo il concorso, scelse, senza indugio, la sede di Cagliari che divenne la sua seconda città che amò con amore particolare. In quest’ambito vediamo passione, studio, dedizione, precisione che furono le sue bussole professionali con centinaia di rapporti belli, veri e coltivati nel tempo. Poi vi è il periodo dell’impegno sociale prima nel sindacato, poi nell’associazione degli Assistenti Sociali. Ma spese tempo ed energia per la lotta, spesso dura e incompresa, per la piena integrazione dei bambini disabili nelle scuole, conducendo forti battaglie per la chiusura

Giovanni De Maina, un uomo buono Ha speso tutta la sua esistenza per aiutare i sofferenti S. N.

uando Papa Francesco ha recentemente parlato di una santità nascosta, non conosciuta, di tutti i giorni, di uno stile di vita profondamente cristiano realizzato nel quotidiano che non si vede, tra le persone a cui ho subito pensato c’era lui, Giovanni De Maina. Se n’è andato in un giorno qualunque, con discrezione. L’ho conosciuto quasi trent’anni fa: lui era già un’autorità, era presidente del Consiglio scolastico distrettuale, una sorta di parlamentino “sopra le scuole” dove si discuteva di vari temi: i suoi chiodi fissi erano la lotta alla dispersione e l’integrazione dei bambini disabili. C’era - come rappresentante degli studenti come me anche il mio amico Gianluca Pa-

Q

schina. Da quattordicenni esaltati partecipavamo ovunque si potesse far sentire la voce degli studenti, in un mondo che non esiste più, fatto di persone assolutamente disinteressate che cercavano solo di far qualcosa per aiutare la scuola. Lì conoscemmo quello che per tutti a Cagliari era “De Maina”: era un uomo buono, profondamente buono. Si capiva subito, non c’era bisogno di molte parole per capirlo. Si intuiva anche la presenza - nella sua vita - di un motore nascosto. Quel motore oggi lo possiamo dire con assoluta certezza - è la fede. Quella semplice, autentica, di un laico che ha affrontato una vita in cui le sofferenze non sono state risparmiate. Nè a lui nè ai suoi familiari. Forse per questo si è speso completamente - e gratuitamente - per gli altri: qua-

si come una sorta di eroico contrappasso, cercato da sè. Aveva un modo gentile, ma risoluto, di chiedere le cose in cui credeva: si batteva sempre per i sofferenti, passando da un impegno all’altro con la velocità e l’entusiasmo di un ragazzino. Qual è l’esito di cui possiamo parlare oggi? Quello di un testimone, grande, della fede incarnata e vissuta nel quotidiano, mai gridata o esibita, ma testimoniata con la vita. Di chi scopre il suo posto nel mondo e lo accetta fino in fondo.“Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede”. Riposa in pace, Presidente.

delle Scuole Speciali Fois e Mereu per portare i bambini nelle classi comuni., divenendo Presidente del Comitato Scuola e Famiglia. Non usò mai queste cariche per i pur plausibili problemi familiari, anzi sempre rivolto e a disposizione degli altri. Memorabili i suoi quasi 25 anni come Presidente del Distretto Scolastico Cagliari Est. Oltre 30 convegni con relative pubblicazioni, forte impegno per l’orientamento scolastico, la partecipazione di studenti e famiglie, l’aggiornamento. Alla conclusione del suo impegno, che avvenne solo per sue motivate dimissioni, fu nominato all’unanimità Presidente Onorario. Altrettanta passione in qualità di Presidente provinciale e membro del Direttivo Nazionale dell’AISM – Associazione Sclerosi Multipla. Anche qui si parte da un’esperienza personale per proiettarsi, però, con e per gli altri. Si impegnò per corsi di formazione di personale sanitario, quando erano lontani i giorni della loro obbligatorietà. Come marito e padre tanta delicatezza, tanta sofferenza, pochi lamenti e tanto tirarsi su le maniche per servire. Anche negli ultimi tempi, così difficili, per le condizioni sue e della mamma, alla domanda, come va? Rispondeva sempre “non possiamo lamentarci”! Particolare amore per i tantissimi familiari diretti ed acquisiti coltivandone sempre e bene i rapporti e non considerando mai il grado, fosse anche il terzo… Nelle ultime ore questo amore profuso si è esplicato in un vero arcobaleno di affetto pienamente contraccambiato. In questi giorni, aprendo scatole e cassetti appare una vita veramente vissuta, sobria, nella pienezza di una povertà evangelica, pur in una vita dove non mancava niente, nella fedeltà di un ordine che non denota solo disciplina, ma soprattutto rispetto per le cose e le persone. Si è sempre proposto ma non ha mai cercato posizioni o rendite. Donava generosamente e amministrava con precisione e senza sbavature. La sua grande Fede era sempre una ricchezza, mai invasiva o di facciata, ma coltivata e donata. Se potessimo consegnare per lui una parola evangelica diremmo che “la sinistra non sappia cosa fa la sinistra” a voler significare il nascondimento del bene fatto che oggi emerge in tanti racconti. Si è sentito male proprio alla vigilia della partenza per Grottaferrata dove vi era il desiderio di vivere in serenità la parte finale della vita e magari festeggiare i trent’anni della nipote Stefania, nata il suo stesso giorno e i suoi prossimi 86 anni. Ma come qualcuno ci ha scritto “i mie pensieri non sono i vostri pensieri”. L’attaccamento alla sua Teresa lo hanno fatto rimanere a Cagliari, dopo aver compiuto i 57 anni di matrimonio. La loro storia d’Amore continua a lasciarci stupiti.

iL Portico

15

detto tra noi Grazie signor Presidente! di D. TORE RUGGIU

A due mesi dalle elezioni, si rischiava di non avere un Presidente della Repubblica e un nuovo governo. Abbiamo assistito tutti (a prescindere dalle convinzioni politiche), ad un teatrino inguardabile e a manovre indecorose che hanno lasciato attoniti gli italiani, e col fiato sospeso i governi esteri. Giorgio Napolitano, alla fine del suo settennato, aveva in più occasioni espresso la sua non disponibilità ad essere rieletto. D'altra parte, con i suoi 88 anni, seppure ben portati, aveva tutto il diritto di ritirarsi a vita privata per godersi serenamente la vecchiaia. Invece che cosa è successo? Il Partito Democratico ha presentato prima Marini e, poi, Prodi, entrambi “impallinati” dai cosiddetti franchi-tiratori nel segreto dell'urna. Questo scollamento all'interno del PD, ha prodotto le inevitabili dimissioni del segretario Bersani e della Presidente Bindi. Che fare? Non rimaneva che andare dal Presidente Napolitano, insieme a PDL e Lista Civica (schieramento di Monti), e di supplicare il vecchio presidente ad accettare la rielezione, impegnandosi ad un governo di larghe intese. Per il bene del Paese, e per non creare sconcerto a livello internazionale, Napolitano ha accettato. E, con un suffragio di oltre 720 voti, è stato rieletto Presidente della Repubblica al suo secondo mandato consecutivo, così stravolgendo la prassi costituzionale che mai, prima d'ora, aveva visto rileggere il Capo dello Stato italiano uscente. Nel giuramento e nel conseguente discorso, davanti al Parlamento in seduta comune, Napolitano non si è tirato indietro dal bacchettare un po' tutti, ricevendo l'applauso proprio da coloro che sono stati artefici di queste ridicole vicende, ma anche di un modo di governare, sempre fatto di impegni e programmi mai rispettati, sia dai governi di centro destra che da quelli di centro sinistra. In tanti hanno riflettuto su una circostanza: la Chiesa ha eletto il Pontefice in un giorno e mezzo, mentre i nostri politici non sono riusciti ad eleggere un nuovo Presidente. Qualche giornalista dovrà fare il mea culpa per avere insinuato, prima dell'elezione di Papa Francesco, su presunte divisioni e correnti fra i Cardinali. Non è un male avere opinioni diverse. Ma la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo che abbatte le barriere, aiuta a superare le divisioni e crea unità nella diversità. Questo andava detto, per toglierci un sassolino dalla scarpa e per ribadire che la tanto criticata Chiesa, pur con i suoi limiti umani, è ancora oggi imbattibile in molte cose. Ne prendano atto soprattutto i laicisti incalliti, i mangia-preti e gli anticlericali. Per tornare a noi: grazie, Signor Presidente della Sua disponibilità! Noi preghiamo perché il Signore la assista nell'arduo compito di convincere gli onorevoli a cooperare per risolvere i problemi del Paese. La gente non ne può più di impegni e promesse puntualmente disattesi, di ruberie, di furbizie e di ataviche inadempienze.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.