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DOMENICA 9 GIUGNO 2013 A N N O X N . 23
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
Cristiani da Mulino Bianco MASSIMO PETTINAU
apa Francesco non lo sa, ma alcune delle sue descrizioni dei cristiani di oggi sono davvero somiglianti ad alcune campagne pubblicitarie che hanno attraversato l’Italia in questi ultimi vent’anni. Famiglie ricche, sorridenti e felici che fanno colazione in una villa con parco annesso e pretendono di rappresentare i nuclei familiari italiani. Il Papa che porta il nome del santo di Assisi sta continuamente ricordando che ilVangelo è l’irruzione di Dio nel mondo con una notizia bellissima e sconvolgente. Per alcuni in buona fede le pagine del Vangelo sono come raccontini edificanti, tutt’al più simbolici, inventati per proporre buone maniere, gentilezza e cortesia nei sentimenti. Come si legge una fiaba ai bambini per farli addormentare, così si invitano i cristiani a leggere una pagina del Vangelo per rinunciare alla loro ragione e spingerli verso un’apatia da cui la fede è esclusa. Una sorta di storiellina per cristiani del Mulino Bianco. Certamente leggere il Vangelo su una comoda poltrona magari sorseggiando un bicchierino di liquore o una bibita e forse anche commuovendosi per le belle parole o per i bei gesti appena letti è ben diverso dal mettersi in gioco personalmente, dal rischiare se stessi alla sequela di Nostro Signore. E’ diverso dal farne ciò che real-
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mente è: una infinita esplosione dell’Amore di Dio per l’uomo da vivere nel rapporto con Dio e il prossimo. E non parliamo, almeno per i cristiani, di un “Dio ignoto”. Questo Dio che "è amore" (1Gv 4, 16) ha un nome, un volto, un corpo, un'anima: Gesù Cristo. E questo Gesù, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità è quello che la Grazia di Dio ha donato e dona a tutti coloro che si riconoscono come cristiani, e che in questi giorni lo incontrano in questo modo per la prima volta nel loro cuore. Ma di quali cristiani si parla? Di chi parliamo quando parliamo di noi? Gesù riassumeva la vocazione cristiana con poche ma chiarissime parole: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13). Giovanni Paolo II parlava di “cristiani a rischio” che potrebbero “veder progressivamente affievolita la loro fede, e magari finirebbero per cedere al fascino di “surrogati”, accogliendo proposte religiose alternative e indulgendo persino alle forme stravaganti della superstizione”. Papa Francesco dice che se “il sale rimarrà nella bottiglietta noi diventeremo cristiani da museo. Possiamo far vedere il sale: questo è il mio sale. Ma che bello che è! Questo è il sale che ho ricevuto nel Battesimo, questo è quello che ho ricevuto nella Cresima, questo è quello che ho ricevuto nella cate-
chesi… Ma guardate: cristiani da museo! Un sale senza sapore, un sale che non fa niente!”. Spesso oggi si può cadere in un classico inganno. Quello di lasciar emergere un cristianesimo dell’assenso intellettuale e del sentimentalismo piuttosto che della scelta coraggiosa e totale per Dio. E si può cedere perfino alla tentazione di limitarsi ad un cristianesimo di azione sociale anziché di radicale trasformazione del cuore dell’uomo: un cristianesimo del “fare” piuttosto che dell’essere. Ancora papa Francesco afferma: “Qualcuno dirà: “No, io preferisco studiare la fede nei libri!”. E’ importante studiarla, ma, guarda, questo solo non basta! L’importante è l’incontro con Gesù, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà! Si può pensare che l’evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L’importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo è secondario. La comunicazione della fede si può fare soltanto con la testimonianza, e questo è l’amore. Non con le nostre idee, ma con il Vangelo vissuto nella propria esistenza e che lo Spirito Santo fa vivere dentro di noi. La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata: non è questo. Noi non siamo una ONG, e quando la Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota organizzazione. (Segue a pag. 3)
SOMMARIO SCUOLA
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L’inclusione dei bambini con disabilità è ancora una strada possibile SOCIETA’
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I dati mostrano un’Isola ormai dentro alla spirale dell’impoverimento CHIESA
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Kiko Arguello a Cagliari: “Ai cristiani serve una vera iniziazione” CAGLIARI
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Il Corpus Domini: “L’invito è a diventare pane spezzato per tutti” SPORT E FEDE
Oratorio Santa Lucia, festa per don Marras con Rombo di Tuono
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