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DOMENICA 30 GIUGNO 2013 A N N O X N . 26
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
in preparazione alla visita di papa Francesco L’Arcivescovo invita tutti a prepararsi alla visita di Papa Francesco (Cagliari, 22 settembre) recitando ogni giorno la seguente preghiera: santa Maria, nostra signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna,vergine del silenzio e del fedele ascolto della Parola di Dio, tu sei partita in fretta come pellegrina della fede per portare la gioia del Signore nella casa di Elisabetta: insegnaci ad accogliere il Signore che viene a visitare la nostra terra con il pellegrinaggio di Papa Francesco al tuo Santuario sul colle di Bonaria. Come Vescovo di Roma e Successore dell'Apostolo Pietro è il vicario del tuo Figlio Gesù su questa terra: rendici docili al suo insegnamento per essere certi di seguire fedelmente la via di Gesù, pronti a fare tutto quello che ci chiederà. Accompagna, Madre Santa di tutta la Chiesa, il ministero di Papa Francesco come vescovo di Roma e pastore universale, benedici la nostra terra e la sua terra d'origine, legate dal tuo Nome e dalla tua materna protezione, perché ogni giorno della nostra vita siamo pellegrini della fede e portatori della gioia che viene dal Signore. amen
La ragionevolezza GIANNI LOY
on è infrequente che la xenofobia, il razzismo - diciamo pure l’egoismo - vestano vesti d’agnello. A dar loro manforte, anche quando invocano i cavalli di frisia alle frontiere, espulsioni di massa, il taglio dell’assistenza, è un criterio che governa le nostre democrazie costituzionali e che le aiuta ad essere tali: il criterio della ragionevolezza. Grazie ad esso, ad esempio, possiamo consentire che un trattamento differente tra due persone possa non violare il principio dell’uguaglianza, e non lo sarà, se quel trattamento differenziato appare giustificato, tra l’altro, da motivazioni che possiamo definire “ragionevoli”. Il fatto di utilizzare quel criterio per invocare una limitazione del numero dei rifugiati nel nostro Paese, perché troppi, perché il costo, soprattutto in un periodo di crisi, può risultare troppo alto per la nostra economia, ha indubbiamente il suo fascino. Tra l’altro, consente di invocare misure di respingimento, pur proclamando la nostra vocazione all’accoglienza. Non è che non vogliamo: è che sono troppi, è che non possiamo. Dovrebbe farsene carico l’Europa. Abbiamo troppi confini, aperti, non siamo in grado di proteggerli… E’ una questione di ragionevolezza. Noi, la nostra parte l’abbiamo fatta. Facciamo persino la carità. Parlo di persone, mi sia consentito, che razzisti non sono. I razzisti,
N
quelli veri, in un certo senso, dovrebbero preoccuparci di meno. Essi fanno gesti clamorosi, affermazioni raccapriccianti, anche in questi giorni, ma gli altri, quelli che ragionano, sono quelli che esprimono la maggioranza nelle nostre rappresentazioni democratiche, in definitiva quelli che decidono, fanno le leggi, quelli che, democraticamente eletti, decidono delle politiche di accoglienza. Quelli che magari dimenticano un appuntamento in aula quando si parla di questi problemi, quelli che… vorrebbero, ma ragionevolmente devono tener conto della situazione e, quindi, fanno sì che le nostre politiche continuino ad essere ispirate ad una rigida cautela nei confronti degli sbarchi, coinvolgendo così, direttamente, i richiedenti asilo politico. Del resto, mica Malta fa il suo dovere... Ben venga, benvenuta sia, la Giornata del migrante e del rifugiato, che, quest’anno, ha consentito di scoprire le carte sulla vera dimensione del fenomeno facendoci fare la solita figura. I numeri non sempre convincono, ma questa volta sono inequivocabili e ci costringono, almeno spero, a rimettere in discussione quel criterio della ragionevolezza grazie al quale vorremmo continuare a fregiarci della virtù dell’accoglienza pur continuando a respingere i profughi. Nonostante le nostre frontiere sforacchiate, infatti, accogliamo solo poco più di 60mila rifugiati, contro i 600mila assistiti
dalla Germania che, come è noto, non possiede frontiere così esposte come le nostre. Ma anche la Francia, con 217mila persone accolte, ed altri Paesi simili al nostro, fanno assai meglio quanto ad accoglienza. Anche altri più piccoli Paesi d’Europa, che magari neppure hanno fama di accoglitori, accolgono in realtà, soprattutto in proporzione con la loro popolazione molte più persone di quanto non facciamo noi. La Svezia ne accoglie 92mila, l’Olanda 74mila... Ma non basta, soprattutto abbiamo il dovere di prendere atto del fatto che la stragrande maggioranza dei rifugiati politici, oltre l’85%, è accolta da Paesi poveri, che la stragrande maggioranza di essi vive in condizioni drammatiche. Senza contare che, anche senza volerci crocifiggere, qualche piccola responsabilità sui conflitti che originano il fenomeno, l’abbiamo anche noi. Ben venga, benvenuta sia la Giornata del Migrante e del rifugiato, soprattutto se ci farà aprire gli occhi su di un terribile dramma e ci aiuterà a contribuire ad una più genuina politica di accoglienza. Tutto ciò senza negare, ci mancherebbe altro, che dobbiamo veramente ispirarci al criterio della ragionevolezza. Perché è sicuro che esiste un limite, solo che quel limite è molto, ma molto più in là, di dove molti pretendono di collocarlo. E poi, accogliere i bisognosi, oltreché caritatevole, non potrebbe anche essere ragionevole?
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