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DOMENICA 28 LUGLIO 2013 A N N O X N . 30

SETTIMANALE DIOCESANO

DI

€ 1.00

CAGLIARI

in preparazione alla visita di papa Francesco L’Arcivescovo invita tutti a prepararsi alla visita di Papa Francesco (Cagliari, 22 settembre) recitando ogni giorno la seguente preghiera: santa Maria, nostra signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna,vergine del silenzio e del fedele ascolto della Parola di Dio, tu sei partita in fretta come pellegrina della fede per portare la gioia del Signore nella casa di Elisabetta: insegnaci ad accogliere il Signore che viene a visitare la nostra terra con il pellegrinaggio di Papa Francesco al tuo Santuario sul colle di Bonaria. Come Vescovo di Roma e Successore dell'Apostolo Pietro è il vicario del tuo Figlio Gesù su questa terra: rendici docili al suo insegnamento per essere certi di seguire fedelmente la via di Gesù, pronti a fare tutto quello che ci chiederà. Accompagna, Madre Santa di tutta la Chiesa, il ministero di Papa Francesco come vescovo di Roma e pastore universale, benedici la nostra terra e la sua terra d'origine, legate dal tuo Nome e dalla tua materna protezione, perché ogni giorno della nostra vita siamo pellegrini della fede e portatori della gioia che viene dal Signore. amen

La delegazione della diocesi di Cagliari in partenza da Elmas per Rio: destinazione GMG2013.

Èil tempo dell’attesa + ARRIGO MIGLIO

lla vigilia della partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, Papa Francesco è andato a pregare nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, davanti all’icona di Maria Salus Populi Romani, esattamente come aveva fatto all’alba del 14 marzo scorso, poche ore dopo essere stato eletto Vescovo di Roma. Questi sono i veri gesti più significativi di Papa Francesco, molto più di altri, pur importanti, tesi a rendere più ordinate e trasparenti le varie amministrazioni della Santa Sede. Papa Francesco avanza nel suo cammino mettendosi pienamente nelle mani del Signore attraverso la materna intercessione di Maria. In questa luce dobbiamo vedere il suo prossimo pellegrinaggio di settembre a Bonaria, un luogo e un titolo mariano che gli consentono di affidare a Maria il nostro Paese, la città di Buenos Aires che ha lasciato da pochi mesi, unendo nella preghiera a Maria il vecchio e il nuovo mondo. Argentino è anche il Padre Generale dell’Ordine Mercedario, che da tre secoli custodisce il Santuario di Bonaria. Belle coincidenze, o meglio, linee misteriose che ci confermano nell’amore provvidente di Dio e nell’importanza

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dell’intercessione di Maria. Dalla preghiera di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore riceviamo un invito chiaro a preparare il suo pellegrinaggio in Sardegna con la preghiera, intensa e quotidiana. Lo dico pensando in questo momento ai vari problemi organizzativi, che vorremmo risolvere nel modo più essenziale, gravando il meno possibile sulla comunità ecclesiale e civile, pur consapevoli che si tratta di un grande evento che avrà ricadute positive su Città e Regione. Intanto, ringrazio quanti si sono resi

disponibili per il volontariato e per sponsorizzare alcune opere necessarie. Le preoccupazioni organizzative e quelle partecipative, come ad esempio le richieste di pass, non devono mettere in secondo piano lo spirito del pellegrinaggio papale, affidato anzitutto alla preghiera. È il nostro primo impegno! Ma ne vedo anche un secondo. Buenos Aires, come tutte le metropoli latino americane, ha zone periferiche molto povere, come quelle che Papa Francesco visita in questi giorni nelle favelas di Rio. Noi non siamo certo una regione ricca, siamo più poveri di altre aree del Paese, ed anche per questo siamo grati al Papa per aver pensato subito a Bonaria e a noi nei suoi programmi. Abbiamo tanta povertà, ma un grande cuore. Perché non offrire come dono a Papa Francesco un aiuto per qualche situazione di povertà estrema nelle periferie di Buenos Aires? Sappiamo che non vuole favoritismi per il suo Paese e infatti si sta occupando concretamente dei poveri di Roma, la sua nuova diocesi. Ma sono certo che da noi accetterà questo dono per i poveri di Buenos Aires. Molte volte sono stati proprio i poveri ad aiutare altri poveri. Proviamo con un euro a testa?

SOMMARIO ASPETTANDO IL PAPA 2

L’attesa del Pontefice: parlano mons. Saba e padre Giovannino Tolu DA BUENOS AIRES

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Cronaca della consegna della statua della Madonna di Bonaria GIOVANI

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La partenza da Cagliari alla volta di Rio per la Giornata mondiale CHIESA

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L’arcivescovo ricorda monsignor Efisio Spettu e il suo amore alla Chiesa PAESI TUOI

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A Ballao la festa di Santa Maria Maddalena ha contagiato il paese


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Il PortIco

IL PORTICO DEL TEMPO

domenIca 28 luglIo 2013

Aspettando il Papa. Il rettore del Seminario regionale spiega i contenuti del sussidio per prepararsi alla Visita del Papa.

Vivere l’incontro con il successore di Pietro per tornare nelle comunità a seguire il Signore Nel libretto scaricabile dal sito della Visita, www.ilpapainsardegna.it, vengono proposti percorsi individuali e comunitari per scoprire il significato spirituale del pellegrinaggio FRANCO CAMBA AI GIORNI SCORSI, per la preparazione spirituale all’incontro con Papa Francesco, che verrà a Cagliari, pellegrino al santuario della Madonna di Bonaria il prossimo 22 settembre, c’è a disposizione un sussidio. Lo hanno realizzato i seminaristi del Pontificio Seminario Regionale Sardo insieme al rettore monsignor Gian Franco Saba, su incarico di monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari. Il sussidio, che contiene preghiere e alcuni schemi per celebrazioni comunitarie, tutti corredati da icone bibliche e dalle parole dello stesso Pontefice, è proposto ai fedeli per la meditazione in famiglia, nelle parrocchie, nelle comunità religiose, come anche nelle cappellanie delle strutture

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di degenza e cura. Per un approfondimento sul sussidio abbiamo rivolto alcune domande a monsignor Gian Franco Saba, incaricato per la preparazione spirituale nella Commissione organizzativa della Visita del Papa. Come nasce il sussidio? L’intero sussidio è stato realizzato avendo presente nella memoria quanto è avvenuto la sera del 13

marzo scorso, quando Papa Francesco, prima di impartire la sua benedizione ai fedeli accorsi in Piazza San Pietro per ascoltare quello che la storia ricorderà come “primo discorso”, ha chiesto al popolo di pregare per il proprio Vescovo, con la preghiera del popolo che chiede a Dio la benedizione del proprio Vescovo. Proprio partendo da questa immagine, che

esprime l’idea di Chiesa-comunione e di Chiesa-popolo, nasce l’intero sussidio per la preparazione spirituale alla Visita del Papa. Una visita che sarà un’occasione di grazia per la Sardegna e per i suoi problemi, per riaccendere le speranze in tutta l’isola, ma soprattutto per confermare i cristiani sardi nella fede. Quale percorso viene proposto? Papa Francesco verrà a Cagliari, al Santuario di Nostra Signora di Bonaria da pellegrino e al centro del suo pellegrinaggio sarà la Celebrazione Eucaristica nel Sagrato della Basilica. Alle comunità delle Chiese che sono in Sardegna viene proposto di prepararsi all’incontro con il Successore di Pietro con un percorso che parte dalla recita individuale, in famiglia o in parrocchia, di una preghiera, del Rosario, della Via Lucis. Vengono poi proposti degli schemi per le celebrazioni comunitarie come l’Adorazione Eucaristica, la Liturgia Penitenziale, la Novena e la Veglia. Infine, vengono suggerite riflessioni e

“La devozione a Maria diventi solidarietà” L’auspicio di padre Giovannino Tolu, parroco di Bonaria GIOVANNI LORENZO PORRÀ ERSONALMENTE MI aspetto che pronunzi le stesse parole che ha detto Benedetto XVI, parlando della Madonna, mamma fizza e isposa, o quelle che ha detto Paolo VI quando ha affermato che non si può essere cristiani senza essere mariani”. Questo l'auspicio di padre Gio-

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vannino Tolu, parroco di Bonaria, impegnato nei preparativi ed emozionato per l'attesa per la visita di Papa Francesco. Un evento in cui, come sempre, il Santuario di Bonaria ha un ruolo importante, visto che il Santo Padre celebrerà la messa proprio sul sagrato. “Speriamo di non montarci la testa - continua con un sorriso – Anzi, è una visita che dovrebbe darci la carica per far vedere chi è la Madonna per noi, quanto incide nella nostra vita”. Come definirebbe il ruolo della Vergine? Prima di tutto nella fede, ma non una fede fine a se stessa, ma anche una fede che si apre alla speranza, ma soprattutto alla carità. Sarebbe bello che la devozione alla Madonna si tramutasse in tutti noi nella solidarietà verso chi ha bisogno. La vera devozione sta nell'imitazione delle virtù di Maria: semplicità, generosità e disponibilità. Lei è corsa dalla cugina Elisabetta quando stava male, non si è tenuta Gesù solo per sè, ma ha condiviso la gioia della sua natività. Questo è il quarto papa che si re-

Padre Tolu a San Pietro il giorno dell’annuncio della visita. Sotto, in sacrestia.

ca a Bonaria. Come ci si sente a essere così importanti? È una grande occasione per noi, ma la più importante è certamente la Madonna. Diversi Papi hanno avuto a che fare con Bonaria. Non deve sfuggire l’aspetto spirituale: la Madonna è la madre di Dio, la madre di tutti, e questa è un’altra occasione per avvicinarci a Lei. Anche se il Papa visita solo Cagliari, le sue parole e i suoi gesti riguardano la Sardegna intera, anzi l’umanità intera. Non bisogna poi dimenticare che Papa Bergoglio è legato a Bonaria anche per via di Buenos Aires, la capitale della sua terra d’origine. C’è chi si è chiesto come mai il Papa non si trattiene qua più a lungo visto che esiste una stanza riservata a lui. Paolo VI ha riposato e mangiato

qui, sarebbe bello che anche Francesco potesse trattenersi qui fraternamente con gli altri vescovi... Personalmente, come vive l’attesa per questo evento? Io l’ho sentito molto fin dall’inizio, ho scritto anche diverse lettere al Santo Padre per invitarlo qui, dato che ci unisce l’elemento mariano. Mi auguro anche di creare delle iniziative che possano aiutare la gente a calarsi nell’atmosfera giusta. Era presente quando ha annunciato che sarebbe venuto qui... Cos'ha provato? Per la verità ci speravo, ma sono stato molto contento lo stesso. Anche perché gli altri Papi hanno scelto un’occasione particolare, come l’anniversario della proclamazione della patrona della Sardegna, o quello dell’arrivo del si-

preghiere per il pellegrinaggio in modo che anche il viaggio verso Cagliari per incontrare il Papa, partendo da qualsiasi località della Sardegna, possa essere vissuto con un significato spirituale. Cosa caratterizza i contenuti del sussidio? Ogni testo, come per esempio quelli del Rosario, che viene proposto con due diverse formulazioni, una per i giovani, l’altra per gli adulti, parte dalla Scrittura e viene accompagnato dalle parole di Papa Francesco. Potremmo dire che si prega per il Papa utilizzando le parole dello stesso Papa. I testi proposti mirano a far sì che le singole persone e le comunità possano vivere l’esperienza dell’incontro con il Successore di Pietro, accogliendo l’invito dello stesso Papa Francesco a risvegliare in noi la vita di fede, a riconoscere il suo ministero e la sua missione, il senso del suo viaggio in Sardegna, per poi ritornare nelle proprie comunità nella sequela del Signore. Dove si può reperire il sussidio? L’intero sussidio o soltanto i testi che si intende utilizzare possono essere scaricati dal sito internet www.ilpapainsardegna.it o dal sito della Diocesi di Cagliari www.chiesadicagliari.it.

mulacro. Questo Papa l’ha fatto senza alcuno spunto, solo per devozione personale. E credo che questa sia una cosa importante, e molto bella. I Papi venuti sono stati tre finora, e cioè Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quale ricorda con maggiore piacere? Ero sempre emozionato e felice a pensare che il santo padre stava qui da noi, ma forse il ricordo più bello è Paolo VI, perché si trattenne più a lungo. La gente è molto emozionata per l’arrivo di Papa Francesco: ricorda questo tipo di attesa anche per l’arrivo dei suoi predecessori? Devo dire non così tanto; per carità, per tutti c’è stata contentezza, ma mai questa frenesia. Tutti vorrebbero parlargli, stringergli la mano, anche solo per un attimo. La sua umiltà è vera, e a me lui sembra un grande esempio per tutti noi, che ci riporta al vero significato della fede, vissuta anche nella pratica. Il suo più grande desiderio per questa visita? Mi auguro che non sia solo una gioia di una giornata, ma che lasci una traccia importante nei cuori delle persone.


domenIca 28 luglIo 2013

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Aspettando il Papa. Consegnato a Buenos Aires il simulacro della Madonna di Bonaria.

Nel nome di Maria sardi e argentini vivono una fratellanza senza confini Molti nostri connazionali e corregionali emigrati in Argentina si stanno organizzando per essere in Sardegna quando papa Bergoglio visiterà Cagliari e con essa i sardi MARGARITA TAVERA A DEVOZIONE PER LA Madonna di Bonaria inizia con la fondazione della nostra città, il 2 febbraio del 1536, a cura di Don Pedro di Mendoza. Questi chiamò la nuova città “Santa Maria de los Buenos Aires” su consiglio del cagliaritano Leonardo Griveo, devoto della Madonna dei naviganti. Dopo quattro secoli, nel 1911, su consiglio di un frate mercedario di Cagliari, è stata costruita nel quartiere di Caballito, a 400 metri del circolo sardo di Buenos Aires, la bellissima Basilica di “Nuestra Señona de los Buenos Aires”. Nel 1968 è stato firmato il gemellaggio tra Cagliari e Buenos Aires, organizzato dai Lions Club di Cagliari e Belgrano (Buenos Aires), con l’arrivo di una statua della Madonna realizzata in marmo di Carrara dall’artista italiano Emilio del Fiandra. Quella statua oggi si trova in una piccola piazzetta nel porto di Buenos Aires, chiamata “Plaza Madonna di

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La Plaza Madonna di Bonaria-Isla de Cerdena a Buenos Aires.

Bonaria-Isla de Cerdeña”, che viene mantenuta dal circolo Sardi Uniti, il circolo sardo più antico fuori dell'Isola, fondato nel 1936. La fratellanza tra le città data oramai 6 secoli con profonde radici. Nel 2010 ha iniziato le attività una nuova forza dell’ordine della città di Buenos Aires, la Policia Metropolitana, che ha scelto la Madonna di Bonaria come propria protettrice, su consiglio dell’allora arcivescovo Bergoglio. Alla fine del 2012 ci ha scritto il Segretario Generale della Polizia, Esteban Sanguinetti, chiedendoci gli indirizzi della Regione Sardegna ai quali rivolgersi per chiedere una statua dellaVergine che ha dato il nome

alla capitale dell'Argentina. Sicuramente i tempi burocratici si sono sveltiti quando il cardinal Bergoglio è divenuto Papa Francesco. Finalmente il 12 luglio si è realizzata la cerimonia di consegna della statua nella Cattedrale Metropolitana, presiedduta dall’Arcivescovo Poli, con la presenza del Presidente Cappellacci. Abbiamo ricevuto molte critiche da parte di chi è contrario politicamente al Governatore della Sardegna, ma difficilmente potranno capire il nostro sentimento, la nostra emozione nell’avere la Statua di Nostra Signora di Bonaria, giunta da Cagliari e benedetta dal nostro Papa Francesco, consegnata alla Polizia Metropolitana dalla massima autorità della nostra

amata Isola, al di là delle bandiere politiche. Evidentemente viviamo la nostra sardità a modo nostro e abbiamo vissuto con molta emozione questo importante evento senza politicizzarlo assolutamente. Non so se sia un caso, ma il nostro circolo sardo di Buenos Aires, si trova solo a 400 metri dalla Basilica di Nuestra Señora de los Buenos Aires. La nostra devozione per la Vergine si manifesta ogni anno durante una cerimonia in suo onore nel nostro circolo e nella piazzetta che si trova nel porto di Buenos Aires che porta il suo nome, l’ultima domenica di aprile. Fu il desiderio dei nostri avi che rimanesse intatto l’amore per l’Isola di Sardegna e per la sua Vergine patrona. Da quando ero bambina ho assimilato con il latte materno il sentirmi sarda, pur se sono nata tanto lontano. L’amore ha tagliato la distanza ed ha ottenuto quello che oggi noi tutti argentini di origine sarda proviamo per la Nostra “Madonna di Bonaria”: una profonda devozione. E quando si è appreso che il Papa Francesco visiterà la nostra Isola il prossimo 22 settembre, molti italoargentini e soprattutto i sardo-argentini hanno deciso di partire per partecipare a questo importantissimo avvenimento che unirà ancor di più i due popoli. Peraltro è molto aumentato il turismo religioso verso Roma da parte degli argentini da quando il cardinal Bergoglio è stato eletto Papa. Evento che ci ha uniti ancora di più alle nostre origini italiane.

A Buenos Aires la consegna della statua Cerimonia partecipata nella Cattedrale della capitale FRANCESCO MANCA

IL 12 LUGLIO NELLA CATTEDRALE di Buenos Aires si è svolta la cerimonia di consegna della statua della Madonna di Bonaria che la Regione Sardegna ha donato al corpo della Polizia municipale della città. Particolare enfasi è stata posta sul fatto che la statua sia stata benedetta da Sua Santità Francesco nell’udienza del 15 maggio. La Cattedrale era stracolma di fedeli argentini e sardi. Molto numerosi erano i poliziotti presenti con tutti i responsabili del corpo, dai Comandanti al direttore del culto della città Alfredo Abriani, al cappellano generale del corpo Federico Trapaglia, al Segretario Generale Esteban Sanguinetti, principale interlocutore della Regione nell’organizzare la

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manifestazione. Naturalmente anche la città era presente con il Ministro della Giustizia e della Sicurezza Guillermo Montenegro e Ana Vasquez Pereira, preziosa collaboratrice in tutte le fasi precedenti la manifestazione. La cerimonia è stata presieduta dall’arcivescovo di Buenos Aires mons. Mario Aurelio Poli che ha ufficialmente proclamato la Madonna di Bonaria Patrona del Corpo della polizia municipale, invocando la sua protezione per la Sardegna e per l’Argentina. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel suo intervento ha sottolineato il significato di un dono che accumuna nella fede il popolo sardo e la città di Buenos Aires e che rinsalda il già forte rapporto di amicizia e di cooperazione esistente tra i due popoli.

La consegna della statua nella Cattedrale di Buenos Aires.

“Ci apprestiamo - ha sottolineato il Governatore - a ricevere la visita del Papa nella nostra terra: è un grande messaggio di fede e di speranza per un popolo, come il nostro, che soffre ma non si rassegna e con dignità e coraggio affronta le avversità di una crisi che pone a dura prova la nostra struttura sociale”. Il capo della polizia, Horacio Gimenez, ha sottolineato come per la polizia municipale questa cerimonia assuma un carattere “storico tale da poter essere considerato irripetibile e insuperabile”. Il cappellano ha invece posto l’accento sul lavoro di squadra fatto dalla municipalità e dalla Regione, ringraziando “Dio e la Vergine Nostra madre che ci ha permesso di vivere

tutto questo”. L’emozione era davvero palpabile: particolarmente nei numerosi emigrati sardi presenti in gran numero con tutti i vertici dei circoli, a partire dal presidente della federazione argentina Margarita Tavera. Un’emozione rotta da qualche singhiozzo quando sono stati eseguiti, dalla banda della polizia, gli inni argentino e italiano. La presenza dei rappresentanti dell’ambasciata italiana che hanno espresso il loro compiacimento per l’iniziativa della Regione che ha consentito di dare valore anche all’italianità, ha dato una ulteriore connotazione istituzionale alla manifestazione. La cerimonia si è chiusa con l’Ave Maria di Schubert eseguita dalla banda.

Il PortIco

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l’attesa DA BUONCAMMINO

Così i detenuti attendono Francesco Consegno a Il Portico queste righe per dare vita all’attesa che dal carcere si vive aspettando Papa Francesco, dopo aver fatto pervenire al Santo Padre la lettera attraverso la quale i detenuti chiedevano di poterlo incontrare nel luogo della detenzione. Ne abbiamo parlato spesso in questo tempo, durante le celebrazioni e le catechesi, perché come evento unico e particolare, ha fatto crescere attesa e speranza in tanti di questi fratelli. La comunicazione del programma che in questi ultimi giorni ha confermato l’incontro di papa Francesco con i detenuti, ma non in carcere, ma come rappresentanza nel nostro Santuario di Sant’Ignazio, ha suscitato sentimenti di delusione e di gioia: delusione perché la sua presenza non sarà in carcere, e gioia, perché comunque la voce e l’attesa di questi fratelli è stata accolta. In quei detenuti (e speriamo anche detenute) che potranno vivere questo storico incontro, nei volti, nelle mani, nelle emozioni, saranno presenti tutti i fratelli e sorelle ristretti del Carcere di Buoncammino, del Carcere minorile, ma certamente di tutti i Penitenziari dell’isola, che idealmente saranno presenti nel nostro Santuario con loro. Ci siamo promessi con i fratelli e sorelle detenuti di pregare in questo tempo perché chiunque sarà scelto per questo momento e incontro, possa portare ogni singola esistenza oggi rinchiusa a Buoncammino, e possa riportare e testimoniare nei giorni seguenti questa esperienza e incontro particolarmente atteso e desiderato. E soprattutto nella preghiera ci siamo impegnati a pregare insieme affinchè questa visita di papa Francesco possa far crescere e confermare la fede della nostra Chiesa diocesana, della nostra Chiesa di Sardegna e soprattutto quella personale di ognuno. Credo questo sia il modo più bello e vero per superare magari la delusione o l’invidia “sana” verso chi sarà scelto, e segno di maturità nel crescere in una vera comunione ecclesiale, di cui anche la nostra “speciale” parrocchia è parte integrante. In queste righe depongo, unitamente ai miei sentimenti di emozione e gioia per questo dono a noi riservato, i volti, le attese, le sofferenze, le speranze, le preghiere, il dolore, le sconfitte, i disagi, le grida e le risurrezioni di oltre 500, tra detenuti e detenute, presenti nella nostra Casa Circondariale, unitamente alla vita, fatica e attese degli e delle Agenti di Polizia Penitenziaria che ogni giorno “servono” la loro vita, non senza difficoltà; insieme al personale dell’Amministrazione Penitenziaria e del Personale Medico…. tutti in questo abbraccio, in questa accoglienza e dono di un incontro con Papa Francesco. Il cappellano e i fratelli e sorelle ristretti del Carcere di Buoncammino


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IL PORTICO DEL TEMPIO

Il PortIco

Il Papa. L’invito rivolto ai cristiani a non dimenticare mai la fonte vera di ogni azione.

“Le opere di servizio e di carità non si stacchino mai dalla Parola” ROBERTO PIREDDA LL’ANGELUS IL SANTO Padre ha approfondito il significato del Vangelo domenicale che presentava l’episodio dell’incontro di Gesù con le sorelle Marta e Maria (Lc 10,38-42). I due atteggiamenti delle sorelle, cioè la contemplazione e il servizio concreto, non sono da contrapporre ma da armonizzare in maniera corretta: «non sono due atteggiamenti contrapposti, ma, al contrario, sono due aspetti entrambi essenziali per la nostra vita cristiana; aspetti che non vanno mai separati, ma vissuti in profonda unità e armonia. Ma allora perché Marta riceve il rimprovero, anche se fatto con dolcezza? Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose da “fare”. In un cristiano, le opere di servizio e di carità non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione: cioè l’ascolto della Parola del Signore, lo stare - come Maria - ai piedi di Gesù, nell’atteggiamento del discepolo. E per questo Marta viene rimproverata». La preghiera e l’azione nella vita di ogni cristiano devono trovare una fondamentale unità: «una preghiera che non porta all’azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, il fratello in difficoltà, è una preghiera

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L’arrivo dei pellegrini a Rio per la GMG.

sterile e incompleta. Ma, allo stesso modo, quando nel servizio ecclesiale si è attenti solo al fare, si dà più peso alle cose, alle funzioni, alle strutture, e ci si dimentica della centralità di Cristo, non si riserva tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, si rischia di servire se stessi e non Dio presente nel fratello bisognoso. San Benedetto riassumeva lo stile di vita che indicava ai suoi monaci in due parole: “ora et labora”, prega e opera. È dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericor-

Scrivi al Papa

dia, la sua tenerezza verso gli altri». Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato l’imminente viaggio a Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù: «ci saranno tanti giovani, laggiù, da tutte le parti del mondo. E penso che questa si possa chiamare la Settimana della Gioventù: ecco, proprio la Settimana della Gioventù! I protagonisti in questa settimana saranno i giovani. Tutti coloro che vengono a Rio vogliono sentire la voce di Gesù, ascoltare Gesù: “Signore, che cosa devo fare della mia vita?». In settimana il Papa ha inviato un Messaggio al Cardinale vicario di

Roma Agostino Vallini in occasione dell’anniversario del bombardamento di Roma durante la seconda guerra mondiale (19 luglio 1943). Francesco in modo particolare ha ricordato la testimonianza in quella circostanza del suo predecessore Pio XII: «in quelle ore terribili, si fece vicino ai suoi concittadini così duramente colpiti. Papa Pacelli non esitò a correre, immediatamente e senza scorta, tra le macerie ancora fumanti del Quartiere di San Lorenzo, per soccorrere e consolare la popolazione sgomenta. Anche in quell’occasione si mostrò Pastore premuroso che sta in mezzo al proprio gregge, specialmente nell’ora della prova, pronto a condividere le sofferenze della sua gente». All’opera di Pio XII viene associata quella di tanti cristiani di Roma e d’Italia: «tanti Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose a Roma e in tutta Italia furono come il Buon Samaritano della parabola evangelica, chinatosi sul fratello nel dolore, per aiutarlo e donargli consolazione e speranza. Fu quella una gara di carità che si estendeva ad ogni essere umano in pericolo e bisognoso di accoglienza e di sostegno». Sempre in settimana è stato diffuso il Chirografo di Papa Francesco con il quale ha istituito una Pontificia Commissione referente sull’Organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede.

Abbònati a

L’Arcivescovo invita tutti (grandi e piccini) a scrivere al Santo Padre attraverso Il Portico, e - in particolare - a rivolgergli una domanda in occasione della Visita a Cagliari.

domenIca 28 luglIo 2013

pietre IN INDIA

Stupro di gruppo su una suora cattolica Una suora di 28 anni è stata rapita e stuprata da un gruppo di uomini per una settimana nell'area di Orissa. Secondo la sua testimonianza alla polizia, aveva ricevuto una telefonata da una donna, che le ha riferito che sua madre era molto malata. Il 5 luglio la religiosa ha raggiunto casa sua ma per accompagnarla c'erano due cugini e alcuni amici. Invece di portarla al villaggio, gli uomini l'hanno condotta in un luogo non ancora identificato. Qui la suora ha subito ripetuti stupri di gruppo per una settimana. Dopo alcuni giorni gli aggressori l’hanno rilasciata minacciandola di non riferire a nessuno quanto accaduto. La vittima è però riuscita a scappare ed ha sporto denuncia.

SIRIA

Esercizi spirituali in una Aleppo assediata La città di Aleppo continua a essere in stato di assedio, con le le vie di fuga interrotte. L'area è stata raggiunta da missili e colpi di mortaio che hanno provocato la morte di decine di persone. Manca il pane e gli alimenti di base, mentre il gas e la benzina hanno raggiunto prezzi spropositati per chi è rimasto in città. In questa situazione drammatica, i sacerdoti e i religiosi cercano come possono di fornire aiuti concreti, sia materiali che spirituali alle persone che riescono a raggiungere. “In tanti vengono a messa tutti i giorni racconta il parroco David Fernandez, missionario cattolico. Oltre ad affrontare i problemi della sopravvivenza occorre anche non spegnere la speranza e non cadere nell'angoscia. In parrocchia e in cattedrale stiamo organizzando attività come i corsi di chitarra e di lingua per i ragazzi e le ragazze. Molti hanno chiesto di poter fare un corso di esercizi spirituali”.

TERRA SANTA

Il materiale raccolto sarà poi consegnato al Papa. Scrivete a settimanaleilportico@libero.it

48 numeri a soli

30 euro

Franco Camba, insegnante e collaboratore del Seminario regionale sardo, Giovanni Lorenzo Porrà, giornalista pubblicista, laureato in Filologie e Letterature Classiche e Moderne, Margarita Tavera, presidente del Circolo dei sardi di Buenos Aires, Massimo Lavena, giornalista professionista del Centro Televisivo Vaticano, Francesco Manca, direttore Centro Studi della Caritas diocesana, padre Massimiliano Sira, frate cappuccino, cappellano del carcere di Buoncammino, don Roberto Piredda, Direttore dell’Ufficio diocesano per l’Insegnamento della Religione Cattolica e insegnante di religione al Liceo Dettori, Federica Bande, studentessa di Giurisprudenza e collaboratrice dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, Berlicche, personaggio dell’opera di Clive Staples Lewis, Matteo Pusceddu, poligrafico, Giuseppe Amisani, giornalista professionista, Matteo Meloni, laureato in Governance e Sistema Globale, don Andrea Busia, studente al Pontificio Istituto Biblico di Roma, Maria Vittoria Pinna, collaboratrice di Radio Bonaria, autrice del blog Annavercors, Maria Stella Leone, presidente Movimento per la Vita - Cagliari, mons. Alberto Pala, parroco della Cattedrale, Michele Antonio Corona, specializzato in Teologia Morale e Sacra Scrittura, dottorando in Fonti scritte della civiltà mediterranea, Luca Farci, seminarista, Roberto Comparetti, giornalista pubblicista e vicedirettore Radio Kalaritana, Paolo Demuru, parrocchiano San Pietro (Assemini), mons. Ottavio Utzeri, parroco di Sant’Avendrace e responsabile della Pastorale scolastica diocesana, mons. Tore Ruggiu, Vicario episcopale per la vita consacrata e parroco di N. S. delle Grazie in Sanluri. Il direttore della testata è giornalista professionista, laureato in Giurisprudenza e ha un master in Economia e Finanza etica. La tiratura di questo numero è stata di 3880 copie, 180 in più rispetto al numero precedente. Il giornale non pubblica, e non ha mai pubblicato, articoli di agenzie di stampa.

Hanno collaborato a questo numero:

Monastero sotto attacco Le suore del monastero greco ortodosso a Betania hanno indirizzato una lettera al Presidente palestinese Mahmud Abbas per sollecitare i vertici dell'Autorità palestinese a farsi carico con provvedimenti adeguati dell'escalation di aggressioni subite dalla casa religiosa negli ultimi tempi: lanci di pietre, vetri infranti, furti e saccheggi delle proprietà del monastero che configurano una vera e propria strategia intimidatoria. Fonti locali riferiscono che negli ultimi giorni famiglie della zona, sia cristiane che musulmane, hanno fatto visita al monastero in segno di solidarietà, per ribadire che la popolazione di Betania è estranea all'aggressione.


domenIca 28 luglIo 2013

IL PORTICO DEI GIOVANI

Il PortIco

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I giovani della diocesi alla GMG. Un calendario di incontri ha caratterizzato il periodo prima della partenza.

L’incontro con Papa Francesco tappa finale di un accurato cammino di preparazione Anche l’arcivescovo ha voluto incontrare prima della partenza i ragazzi. in questi giorni mons. Miglio li accompagna in Brasile: per molti è la prima esperienza di GMG

grini si recheranno per incontrare il Santo Padre e trascorrere la nottata insieme. Inoltre la preparazione di questa importante esperienza ha coinvolto direttamente il vescovo monsignor Miglio, che ha voluto incontrare i ragazzi nei locali del Seminario arcivescovile di Cagliari per condividere con loro aspettative, attese ed utili consigli in vista dell'imminente partenza. Fondamentale sarà la visita alla missione diocesana nel nord del Brasile a Viana, città dove operano i nostri sacerdoti missionari e che accoglierà la nostra delegazione. Tale visita rappresenterà per i ra-

gazzi per i ragazzi un forte momento di condivisione con i loro coetanei brasiliani, aprendosi così

al volto missionario della Chiesa in una delle regioni più povere del mondo. Questo evento è stato chiaramente preceduto da un cammino iniziato proprio lo scorso Dicembre, che ha visto l'adesione non solo della nostra delegazione, ma anche la risposta di molte realtà giovanili che parteciperanno indirettamente alla missione attraverso i fondi raccolti per la costruzione della ludoteca di Casa Linda e altri progetti promossi dai missionari in terra brasiliana. La distanza tra Rio e Viana è tanta, ma non sono le distanze a determinare la carità, infatti la scelta di attraversare il Brasile è stata dettata dalla fratellanza che ci lega a questa terra di missione. Non resta che augurare ai nostri ragazzi una buona partenza, con l'augurio di vivere la Gmg non solo come avventura oltre oceano ma come opportunità di crescita e fede.

questo numero ridotto di ragazzi potrebbe complicare la vita anche a coloro che partono con una fede più matura, che non riuscirebbero a fare l'esperienza del Nemico che vorrebbero. Inoltre, al loro ritorno in patria ci potrebbero fare tanta pubblicità, perché direbbero ai loro amici rimasti a casa che non c'è alcun beneficio nel credere al Nemico e in ciò che Lui sostiene essere il bene degli uomini. Ti consiglio però di prendere di mira anche coloro che credono di avere una fede più avanzata. Puoi far si che vivano un'esperienza superficiale, concentrandosi maggiormente su cose marginali come l'organizzazione pratica della giornata o sulla critica di ciò che dicono i predicatori delle catechesi. È estremamente importante che loro diano per scontato ciò che il Nemico vuole comunicargli, in modo che siano sordi alla

sua parola. In questo modo, loro non avranno un vero beneficio da questa giornata e non riusciranno ad incoraggiare quelli che si aspettano una parola entusiasta da parte loro. Infine, ti invito a concentrare l'attenzione della stampa sugli eventi negativi che accadranno alla giornata: puoi far notare qualche incidente, qualche protesta, o anche qualche scandalo che accade in Vaticano a migliaia di Km di distanza! Fai passare dunque in secondo piano i numeri dei partecipanti, le parole del papa, le testimonianze di coloro che vivranno in un certo modo questa esperienza: potrebbero dare un incoraggiamento per noi insopportabile ai "cristiani vacillanti" di cui ti parlavo prima. Inoltre, ti invito ad insinuare nei cuori di quelli che stanno a casa una gelosia di fondo che non gli permetta di

guardare con affetto coloro che hanno la fortuna di vivere in prima persona l'evento. Inoltre, grazie a questi sentimenti non buoni puoi far si che non ascoltino proprio ciò che viene detto dal papa e dai vari catechisti, ma che guardino solo ai lati esteriori di una manifestazione del genere: come hai saputo fare nell'occasione della visita a Lampedusa, dai attenzione a come si veste il papa e a come è fatto l'altare: vedrai, non ascolteranno una parola di ciò che dirà! Ti invito ad impegnarti sempre più: considera questo incarico un incoraggiamento, in quanto ho notato ciò che di buono hai fatto nel fraintendimento dei tanti messaggi lanciati dal Papa Francesco. In ogni momento, sai di poter contare su di me per i consigli che ti occorrono. Tuo affezionato zio, Berlicche

FEDERICA BANDE

giovani che in questi giorni partecipano alla Gmg durante l’ultima settimana si sono dati da fare, ritrovandosi più volte in vista della partenza. L'agenda della nostra delegazione diocesana prevedeva una passeggiata di preparazione lungo il litorale della nostra città, in modo da allenare la mente ed il fisico a quelli che saranno gli sforzi richiesti dalle camminate in terra brasiliana

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La delegazione diocesana in fila al check-in prima della partenza per Rio de Janeiro.

per raggiungere le sedi delle catechesi, ed in particolare quella di Guaratiba, sito dove tutti i pelle-

E da Elmas è partito anche Malacoda In redazione una gustosa lettera al noto diavoletto BERLICCHE

io caro Malacoda, Ti scrivo per dirti comunicarti che ti ho affidato un incarico di grande responsabilità: ti dovrai occupare della ormai imminente Giornata mondiale della gioventù, in programma a Rio de Janeiro in questi giorni. Sai bene che è un evento al quale parteciperanno tanti ragazzi, e ci sono tutte le premesse perché tu faccia un buon lavoro. In-

M

fatti, non sempre i ragazzi che partecipano a questo evento hanno una fede o una vita salda; le tante decisioni ancora vacillanti, i tanti progetti difficili da realizzare, i pochi mezzi per realizzare i loro desideri sono solo alcuni dei punti deboli che ti suggerisco per portare costoro dalla tua parte. Potresti fare in modo che loro ricevano il messaggio di questa giornata privi di coraggio, o che non si sentano proprio coinvolti da ciò che i loro compagni vivono. Così,


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IL PORTICO DEI GIOVANI

Il PortIco

DOMENICA 28 luglIo 2013

L’attesa di una nuova vita. Il primario della seconda clinica pediatrica del microcitemico lo paragona ad ulisse.

Storia di Ivano, da Monserrato negli States per una speranza alle persone con talassemia Il presidente della Thalassa Azione onlus è a New York per sottoporsi alla terapia genica per la guarigione dalla talassemia, resa nota un anno fa dal compianto professor Renzo Galanello MATTEO PUSCEDDU A PRIMA STORIA DI Ivano Argiolas, trentanovenne di Monserrato, è datata 1991, quando, impossibilitato ad effettuare il trapianto di midollo per guarire dalla talassemia, malattia genetica che lo costringe a fare i conti con frequenti trasfusioni di sangue e le varie complicazioni che esse comportano, espresse la propria delusione al luminare Antonio Cao, il quale lo consolò dicendogli “Pensa a curarti bene, perché in futuro si potrà guarire dalla tua patologia”. La seconda storia inizia il 25 luglio dello scorso anno, quando Renzo Galanello presentò ai propri pazienti talassemici e alla stampa il protocollo per la speri-

L’

Ivano negli States: con lui la speranza di tanti sardi.

mentazione sull'uomo della terapia genica per la guarigione dalla talassemia, appena approvato dal Food and Drug Administration degli Stati Uniti. Al termine di quella presentazione, Ivano Argiolas, nel frattempo diventato presidente dell’associazione di persone con la talassemia Thalassa Azione Onlus, si propose come candidato per questa

terapia innovativa. La sua candidatura fu valutata e accettata e a distanza di un anno, il 17 luglio scorso, a spese della Fondazione Giambrone, Ivano è partito verso New York con al seguito la fidanzata Francesca, per recarsi presso il Memorial SloanKettering Cancer Center dove, dopo una breve chemioterapia, nei prossimi giorni verrà sottoposto

all'autotrapianto delle cellule staminali, precedentemente prelevate in aferesi dal suo midollo e geneticamente corrette in laboratorio. Ivano è il quarto talassemico al mondo e primo sardo a intraprendere questo percorso, che, come spiega Paolo Moi, “arriva a conclusione di trent’anni di ricerca”. “Ivano e gli altri - prosegue il primario della seconda clinica pediatrica del Microcitemico da anni impegnato nel campo della terapia genica - sono come Ulisse che sfida le colonne d’Ercole di una malattia che ormai, se ben curata, consente comunque una prognosi aperta. Ci sono dei rischi in questa sperimentazione, ma il protocollo è improntato maggiormente verso la sicurezza del trapiantato. Innanzitutto si tratta di un autotrapianto, quindi non ha rischi di rigetto, e in secondo luogo il midollo non verrà completamente distrutto prima di procedere al reinserimento delle cellule staminali modificate. In caso di successo, nel giro di un anno Ivano potrebbe vivere senza avere più bisogno di effettuare trasfusioni”. La dirigente dell’Ospedale Microcitemico Gabriella Nardi si augu-

ra di ospitare nell’Aula Thun del presidio anche la conferenza stampa che annunci il lieto fine di questa sperimentazione, “Tanto voluta da prof. Antonio Cao e da prof. Renzo Galanello, insieme a tanti altri”, mentre il dirigente della Asl 8 Dott. Emilio Simeone, oltre a porre l’accento sugli “eccellenti risultati medici”, elogia “il coraggio e la sfrontatezza di Ivano che va alla scoperta di nuove frontiere consapevole di affrontare i pericoli e i rischi che comporta, con uno spirito quasi da kamikaze”. L’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci parla di Ivano definendolo “un predestinato, che con questo gesto straordinario è come se volesse restituire parte della fatica che grandi ricercatori sardi hanno messo e che avverte su di sé il peso della responsabilità verso chi come lui ha questa patologia, specialmente i bambini costretti alle trasfusioni”. L’augurio di tutti è quello di partecipare alla terza storia di Ivano, quella che vorrà raccontare lui stesso, a partire da settembre quando rientrerà in Sardegna, quella di un pioniere che ha avuto il coraggio di combattere per dare una speranza a tutte le persone affette da talassemia.

Emanuela Loi, il primo memorial Un grande successo per il Team Solidale di Cagliari GIUSEPPE AMISANI NA CORNICE DI PUBBLICO importante ha accompagnato una manifestazione che già dalle prime battute, nel momento della conferenza stampa di presentazione, non ha fatto che suscitare emozioni e ricordi. Sembrava impossibile riuscire in qualche modo a far rivivere per una giornata Emanuela Loi, agente della Polizia di Stato rimasta vittima mentre svolgeva il suo servizio nel reparto scorte della Questura di Palermo, nell'attentato di via D'Amelio che è costato la vita, oltre ai colleghi della Loi, al giudice siciliano Paolo Borsellino. Nel richiamare i fatti di un giorno che, così come era accaduto due mesi prima per la strage di Capaci nella quale morì Giovanni Falcone, segnarono pesantemente tutta la popolazione italiana, gli organizzatori del primo Memorial “Emanuela Loi” hanno voluto richiamare la passione della poliziotta di Sestu per i bambini. Tutto merito del Team Solidale di Cagliari che ha preso in mano le

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redini dell'iniziativa chiamando a raccolta quattro squadre di calcio con lo scopo di farle scendere in campo nello stadio comunale di Sestu per un quadrangolare che, nell'idea del Team, non doveva essere solo un momento commemorativo, ma avrebbe dovuto portare un po' di sollievo ai piccoli meno fortunati che soffrono per patologie particolarmente gravi. Da qui è nata l'idea di aiutare alcune associazioni cagliaritane con una raccolta fondi spontanea di chi voleva dare un contributo mentre assisteva ad una sfida calcistica che, contrariamente a quanto accade di consueto, non aveva alcuna importanza nell'attribuire la palma al vincitore finale. L'obiettivo era quello di stare tutti insieme in un momento di aggregazione che solo lo sport e in particolare il pallone può dare, per ricordare la figura di Emanuela Loi e allo stesso tempo fare quello che a lei sarebbe piaciuto fare: aiutare i bambini in difficoltà. Non è infatti un mistero che l'agente di Sestu non avesse tra i suoi sogni quello di entrare nella Polizia

Il Team in posa con il magistrato Ignazio Chessa, il sindaco di Sestu, il magistrato Ettore Angioni e il questore di Cagliari.

di Stato. Un caso della vita, di quelli che capitano un po' a tutti, l'ha portata ad indossare una divisa della quale andava fiera ma che probabilmente avrebbe volentieri barattato con una cattedra di insegnante nelle scuole elementari. Gli studi magistrali confermano le sue passioni verso i bambini e il suo sogno di fare la maestra. Partendo da questi elementi, il Team Solidale, nato in seno al Tribunale dei Minorenni di Cagliari e formato sia da operatori che da magistrati e avvocati, ha cercato di dare una cassa di risonanza alle passioni di Emanuela per regalare a lei e ai piccoli meno fortunati, una giornata particolare. La manifestazione ha preso il via nel pomeriggio di sabato 20 luglio, un giorno dopo l'anniversario, il ventunesimo, della strage di via

D'Amelio. L'esposizione dei mezzi della Polizia di Stato ha preceduto la Santa Messa celebrata per commemorare la figura della poliziotta di Sestu. A seguire l'esibizione dei bambini delle scuole calcio di Sestu e Teleco Cagliari, oltre che della banda “Giuseppe Verdi” che ha dato virtualmente il via al quadrangolare di calcio. Alle 19,45 è scesa in campo la prima coppia di squadre che hanno aderito al torneo. Da una parte gli organizzatori del Team Solidale e dall'altra la Rappresentativa dei Giornalisti Sardi “Gigi Grivel” che chiamata in causa non ha voluto far mancare la propria presenza considerato il nobile intento della manifestazione. A seguire si sono affrontate in una sorta di derby i Carabinieri e la Polizia di Stato in una gara che ha as-

sicurato spettacolo. Alla fine nessuno ha fatto caso a chi si è aggiudicato il quadrangolare sul piano sportivo perché prevalente è stato l'interesse per una manifestazione più che riuscita. Si è parlato di Emanuela alla presenza dei suoi familiari che hanno aderito con gioia all'iniziativa, si è pregato per lei durante la messa, si è assistito alla gara dimostrativa dei calciatori in erba, il tutto sotto l'egida della Polizia di Stato che con i suoi uomini e i suoi mezzi ha fatto da testimonial grazie all'intervento del Questore di Cagliari Massimo Bontempi. E alla fine si è anche applaudito per le quattro squadre in campo che hanno contribuito in maniera determinante alla raccolta di fondi per i bambini che soffrono. foto Baldini&Baldini


DOMENICA 28 luglIo 2013

IL PORTICO DEGLI EVENTI

Esteri. Difficile capire dove porterà l’evoluzione dei rapporti giunti allo scontro totale.

La crisi egiziana appare destinata a lasciare il segno nel Medio Oriente La presa di posizione dei militari ha portato alla nomina di Mansour a presidente ad interim. Ma le tensioni non paiono affatto sopite, l’esercito è stato accusato di golpe MATTEO MELONI A CRISI EGIZIANA VIVE una fase di evoluzione destinata a lasciare il segno. Dopo la fine del lungo mandato presidenziale di Mubarak, in carica dal 1981 al 2011, e la reggenza militare del Comandante dell'esercito Tantawi, la vittoria alle elezioni di Morsi nel giugno del 2012 sembrava aver dato all'Egitto un assetto stabile, rivelatosi, invece, l'ennesimo tentativo a vuoto di una politica incapace di saper raccogliere il malcontento dell'elettorato, a scapito dell'intera nazione. La Fratellanza Islamica, di cui Morsi è un esponente di primo piano, durante l'ultimo anno è stata accusata di voler portare l'Egitto “indietro di secoli”, così come ricorda l'ambasciatore egiziano in Italia Helmy in una recente intervista rilasciata a La Repubblica: “Invece di risolvere le questioni pressanti – la disoccupazione, la povertà, l'inflazione, il sistema d'istruzione – la Fratellanza s'è affrettata a imporre codici di abbigliamento, il velo alle donne, la ja-

L

labiya, che è la tunica agli uomini; a ridurre l'età minima matrimoniale femminile a 9 anni; a minacciare la chiusura dell'Opera perché anti-islamica. Insomma, erano intenti a spingere l'Egitto all'indietro, di secoli”. Durante la campagna elettorale per le presidenziali, erano in molti a non conoscere Morsi, mentre tutti avevano ben presente chi era il suo sfidante: Shafiq, rappresentante del vecchio regime e dunque legato alla figura di Mubarak. Gli egiziani, in quel momento, votarono più contro Shafiq che a favore di Morsi che, nel tempo, si è rivelato come semplice controfigura di al Shater, leader dei Fratelli Musulmani. Dopo un'iniziale fase nella quale Morsi sembrava voler dialogare con le varie parti in causa, egli non ha saputo mantenere la linea della “purificazione” dei vari settori dello Stato. Secondo Al Aswani, scrittore egiziano, “Ai Fratelli è consentito tutto

quello che è nell'interesse del gruppo. Hanno licenziato un procuratore generale favorevole a Mubarak, ma invece di sostituirlo con uno indipendente, hanno nominato al suo posto un seguace della Fratellanza. Hanno dichiarato di voler “purificare i mezzi d'informazione”, ma hanno nominato un ministro delle comunicazioni di massa che molesta verbalmente le donne e piega le tv e i giornali statali al volere della Fratellanza... Per la prima volta nella storia egiziana, il presidente si è autoproclamato al di sopra della legge e della costituzione”. E il Paese si ritrova a dover fronteggiare nuovamente grandi manifestazioni, iniziate il 30 giugno e proseguite per le settimane successive. Sono state raccolte milioni di firme in una petizione che chiedeva la deposizione di Morsi, oggi incarcerato e accusato di spionaggio, incitamento all’uccisione di manifestanti e danni all’economia. La nuova

Come è cambiato il rapporto con il web Le ultime rilevazioni mostrano interessanti modifiche MAT. MEL.

he il mondo di internet e i social network abbiano, oramai, conquistato il grande pubblico è un dato assodato. Ma i numeri scaturiti da alcune recenti rilevazioni statistiche mostrano i cambiamenti reali avvenuti nei comportamenti delle persone, e quali tattiche vengono intraprese dalle agenzie di marketing per favorire le aziende e la diffusione dei marchi commerciali tra il pubblico. Dal 2009 la duepuntozero Doxa ha avviato una rilevazione su 3000 utenti, chiamando la ricerca “Italia 2.0”, con l’obiettivo specifico di comprendere quali fossero le nuove frontiere del marketing nel rapporto con le piccole e medie imprese. Secondo l’ultima survey del marzo 2013 l’utenza internet in Italia, sia fissa che mobile, è in continua crescita, con una fortissima componente

C

social in ciascun utente: nonostante la continua crescita, questa non diluisce la partecipazione di stampo 2.0. L’83% degli intervistati sono iscritti ad un social network, il 46% sono iscritti ad un forum e il 17% degli utenti si definisce blogger. Sono un po’ di più gli uomini (52%) che le donne (48%) utilizzatori di internet, ma il dato dimostra che su questo fronte l’uguaglianza sessuale è in via di pareggio. Il 67% degli utenti è in possesso del diploma di scuola superiore, il 16% della laurea e solo il 7% della terza media. L’accesso alla rete viene effettuato sempre più da dispositivi mobili: il 58% degli utenti entra su internet da smartphone (rispetto al 45% del 2012), il 23% da tablet (rispetto all’11% del 2012). Il panorama si completa con i dati dell’utilizzo di siti nei quali esiste lo scambio di informazioni, opinioni ed intrattenimento: la voce grossa continua a farla Facebook, che cat-

tura l’81% degli intervistati, seguito dal 78% che utilizza siti news e portali; il 71% utilizza siti di scambio e condivisione di video e foto, quali Youtube e Instagram. In crescita il fenomeno del couponing, con il 65% degli utenti che utilizza tali siti alla ricerca di sconti ed affari; il 50% degli intervistati utilizza i forum, e il 43% scrive recensioni sui siti dedicati. Sul lato internazionale, laWishpond, società di web marketing, ha elaborato i dati di alcuni Paesi per capire il trend mondiale sull’utilizzo dei social media. Secondo la statistica, in Australia il 26% degli utenti fruisce dei media tramite dispositivi mobili; il 35% degli irlandesi che hanno un profilo social (Facebook, Twitter, Instagram, ecc.) vi accede principalmente tramite mobile; il 31% del tempo che i francesi utilizzano con le app

presa di posizione dei militari ha portato alla nomina di Mansour a presidente ad interim dell'Egitto, con El Beblawi capo del governo. El Baradei, già presidente dell'AIEA, è stato nominato vice-premier e Ministro degli Esteri. Ma le tensioni non sembrano finire: nei giorni scorsi i manifestanti pro Morsi sono tornati a manifestare in piazza Tahrir, criticando duramente l’esercito accusato di aver realizzato un golpe militare, agendo in questo modo contro la democrazia egiziana, e per creare confusione sono stati sparati fuochi d’artificio. Si contano tre morti e diversi feriti, invece, negli scontri avvenuti a Mansura, una città sul delta del Nilo. Nel suo primo discorso alla nazione, il Presidente ad interim ha dichiarato: “Combatteremo la battaglia per la sicurezza fino alla fine, proteggeremo la rivoluzione, ricostruiremo la nazione e andremo avanti senza esitazione”. Ahdad Soueif, scrittrice egiziana, scrive sulle pagine del Guardian: “Le nostre istituzioni sono un guscio vuoto e il sistema giudiziario è corrotto e parziale. Abbiamo assistito alla rovina dell'élite politica che era considerata l'opposizione a Mubarak. L'esercito... ha mostrato una forte determinazione a perseguire i suoi interessi economici... Queste lezioni sono state imparate nel modo più duro: i giovani egiziani hanno perso amici, arti e occhi. È stata la seconda fase della rivoluzione”. La fase tre farà capire quale strada intraprenderà il nuovo Egitto.

mobili è sui social network. Gli utenti cinesi, secondo la rilevazione, hanno la tendenza ad assumere una decisione in base a ciò che leggono sui social network: questo dato è superiore di tre volte rispetto agli utenti americani. Molto interessante risulta essere un’altra inchiesta, realizzata dal sito www.go-gulf.com, sulle percentuali di utilizzo dei soli social network più famosi: Facebook, Twitter, Linkedin, Google+ e Pinterest. L’azienda di Mark Zuckerberg ha ben 901 milioni di iscritti, staccando tutti gli avversari: Twitter 555 milioni, poi Google+ con 170 milioni. Restano ai piedi del podio Linkedin, con 150 milioni di utenti, e Pinterest, con 11,5 milioni. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network in base al genere, il 60% degli utenti totali di Facebook è composto dalle donne, il 40% dagli uomini; stesso discorso per Twitter (57% donne contro 43% uomini) e Pinterest (68.2% donne e 31.8% uomini). Al contrario, per Google+ e Linkedin gli uomini sono in maggioranza: 63% contro 37% del primo, 55% contro 45% del secondo. Un ultimo dato riguarda il prezzo ipotetico degli utenti che si iscrivono ai social network: è stato valutato che un utente di Facebook valga 118$, valore che decresce per gli iscritti agli altri social.

IL PORTICO

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brevi IL 7 SETTEMBRE A BONARIA

Due nuovi sacerdoti per la Chiesa di Dio E’ fissata per le 18 di sabato 7 settembre l’ordinazione sacerdotale - per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo Miglio - di don Carlo Devoto e di don Davide Meloni. L’attesa ordinazione avverrà nella Basilica di Bonaria. Il giorno seguente, domenica 8 settembre, don Carlo celebrerà la sua prima messa nella chiesa parrocchiale di SS. Pietro e Paolo alle 10, mentre don Davide la celebrerà a San Pio X alle 18.

MONS. MIGLIO A MACCHIAREDDU

Sardinia Green Island, incontro con i lavoratori Nei giorni scorsi mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, accogliendo favorevolmente l’invito dei lavoratori della Sardinia Green Island, si è recato presso il presidio di Macchiareddu. Nel corso dell’incontro gli operai hanno presentato al vescovo

la grave situazione che caratterizza l’azienda ormai da tanti anni, rivolgendogli l’invito a portare le loro istanze dinanzi a coloro che, da un punto di vista politico e amministrativo, possono dare risposte concrete alla soluzione della vertenza. Inoltre gli operai hanno chiesto di poter incontrare il Papa nella prossima visita a Cagliari, per condividere con il Pontefice le loro attese. Mons. Miglio ha espresso la sua vicinanza a tutti i lavoratori e in particolare alle famiglie dei due operai che negli ultimi mesi hanno perso la vita nell’attesa di un esito positivo delle loro richieste di ripresa dell’attività lavorativa. INDUSTRIA GRAFICA

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IL PORTICO DE

Il PortIco

XVII DOMENICA DEL T. O.(ANNO C)

dal Vangelo secondo Luca

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esù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall'interno gli risponde: “Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Padre nostro...

Lc 11, 1-13

DON ANDREA BUSIA

il portico della fede

I

Gli apostoli, prima di diventare i grandi evangelizzatori che sono stati dopo la risurrezione del Signore, sono stati innanzitutto suoi discepoli, cioè suoi allievi, non stupisce quindi vedere un discepolo chiedere a Gesù di insegnare loro come pregare. Gesù risponde in due tempi: prima di tutto indicando le parole da dire, quelle cioè del Padre Nostro, per poi spiegare loro attraverso una parabola, da lui stesso spiegata, quale sia la potenza della preghiera. La preghiera del Padre Nostro nella formulazione classica è quella presente nel vangelo di Matteo (Mt 6,9-13), quella che abbiamo nel brano odierno è leggermente più sintetica come si può facilmente notare: mancano l’aggettivo “nostro” riferito al Padre, così come la nota “che sei nei cieli”, e le richieste: “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra” e “liberaci dal male”. La versione lucana, risulta quindi più sintetica, come se avesse voluto evidenziare maggiormente i concetti fondamentali della preghiera evitando i titoli del Padre e le ripeti-

zioni: “sia fatta la tua volontà” è, di fatto, conseguenza della venuta del suo regno così come “liberaci dal male” si può considerare opera della sua provvidenza così come “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Per Luca la cosa importante è sottolineare il fatto che Dio è Padre nel senso di un padre provvidente che si impegna perché ai suoi figli non manchi niente del necessario, la parabola che segue la formulazione della preghiera esplicita molto bene questa prospettiva sebbene questa parabola sia un po’ particolare come vedremo subito. È particolare, sebbene non unica, perché nessuno dei personaggi può essere identificato con Gesù o con il Padre, difatti la parabola non ha la funzione di indicare, ad esempio, un comportamento da seguire o da evitare, ma di mostrare come l’uomo sia capace di compiere azioni giuste e “generose” anche con motivazioni sbagliate (per egoismo, per evitare l’insistenza del bisognoso e poter tornare a dormire). Dio al contrario, che non può in alcun caso avere “motivazioni sbagliate”, compie per i suoi figli “azioni generose” che, an-

ziché di egoismo, sono frutto del suo amore. L’insegnamento di Gesù prosegue con quello che potremmo chiamare un proverbio: “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”. L’espressione di Gesù non lascia adito a molti dubbi non ci sono in essa formulazioni come “se cercate potreste trovare” o “se bussate forse vi sarà aperto”, Gesù sta dicendo una cosa come sicura, sta dando una garanzia, e il garante è quello stesso Padre provvidente di cui parlavamo poc’anzi. Il problema è capire che cosa, secondo le parole di Gesù, esattamente siamo chiamati a cercare (e quindi a trovare) e a chiedere (e quindi ricevere). Ogni cosa? Ogni capriccio? Probabilmente no, anzi sicuramente no, Gesù chiarisce subito dopo quale deve essere l’oggetto della preghiera, il contenuto principe delle nostre richieste e cioè lo Spirito Santo, questo è ciò che Gesù promette il Padre darà a coloro che glielo chiedono. E il cibo (richiamato anche nella preghiera del Padre nostro)? E la salute? E il lavoro? … For-

se queste sono tutte cose che non possiamo chiedere nella nostra preghiera? Certo che possiamo! Ma facendo attenzione a un paio di cose: innanzitutto alla scala delle priorità, Gesù ci dice infatti chiaramente che lo Spirito Santo deve essere la prima delle nostre richieste. Inoltre dobbiamo tenere presenti le parole che S. Paolo, scrivendo ai Romani, riserva al tema della preghiera e allo Spirito Santo “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8, 2627). Lo Spirito Santo è importante nella preghiera perché è un “alleato” prezioso: Lui, essendo stato infuso nei nostri cuori, conosce le nostre necessità ed essendo contemporaneamente Dio e quindi in perfetta comunione con il Padre, può intercedere per noi in una maniera per noi, altrimenti, impensabile.

ATTO DI MEMORIA E PROMESSA DI FUTURO Nel primo capito della Lumen Fidei Papa Francesco ripercorre la via degli uomini credenti dell’Antico Testamento, iniziando con Abramo. In lui vediamo con chiarezza come la fede abbia una profonda dinamica relazionale: «nella sua vita accade un fatto sconvolgente: Dio gli rivolge la Parola, si rivela come un Dio che parla e che lo chiama per nome. La fede è legata all’ascolto. Abramo non vede Dio, ma sente la sua voce. In questo modo la fede assume un carattere personale. Dio risulta così non il Dio di un luogo, e neanche il Dio legato a un tempo sacro specifico, ma il Dio di una persona, il Dio appunto di Abramo, Isacco e Giacobbe, capace di entrare in contatto con l’uomo e di stabilire con lui un’alleanza. La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome» (LF, 8) Nella storia di Abramo s’intrecciano una chiamata ed una promessa: «è prima di tutto chiamata ad uscire dalla propria terra, invito ad aprirsi a una vita nuova, inizio di un esodo che

lo incammina verso un futuro inatteso. La visione che la fede darà ad Abramo sarà sempre congiunta a questo passo in avanti da compiere: la fede "vede" nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di Dio» (LF, 9). Sempre nella vicenda di Abramo possiamo notare come la fede sia un atto di memoria e allo stesso tempo promessa di futuro: «in quanto risposta a una Parola che precede, la fede di Abramo sarà sempre un atto di memoria. Tuttavia questa memoria non fissa nel passato ma, essendo memoria di una promessa, diventa capace di aprire al futuro, di illuminare i passi lungo la via. Si vede così come la fede, in quanto memoria del futuro, memoria futuri, sia strettamente legata alla speranza» (LF, 9). Dio chiede ad Abramo di fidarsi di una Parola che, proprio perché pronunciata da Dio stesso, diventa roccia sicura sulla quale fondare la propria esistenza: «per questo nella Bib-

bia la fede è indicata con la parola ebraica ’emûnah, derivata dal verbo ’amàn, che nella sua radice significa "sostenere". Il termine ’emûnah può significare sia la fedeltà di Dio, sia la fede dell’uomo. L’uomo fedele riceve la sua forza dall’affidarsi nelle mani del Dio fedele» (LF, 10). La Parola di Dio che irrompe nella vita di Abramo è certamente nuova e sorprendente ma allo stesso tempo non gli è estranea ed entra in dialogo con quanto egli sente di più profondo: «per Abramo la fede in Dio illumina le più profonde radici del suo essere, gli permette di riconoscere la sorgente di bontà che è all’origine di tutte le cose, e di confermare che la sua vita non procede dal nulla o dal caso, ma da una chiamata e un amore personali. Il Dio misterioso che lo ha chiamato non è un Dio estraneo, ma Colui che è origine di tutto e che sostiene tutto» (LF, 11). di don Roberto Piredda


ELLA FAMIGLIA

domenIca 28 luglIo 2013

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Ancora spunti per la lettura di Lumen Fidei.

Gli idoli e le bolle di sapone MARIA VITTORIA PINNA

ntusiastiche sono le lodi per l’enciclica a quattro mani, Lumen Fidei, la cui sintesi è davvero racchiusa nel titolo e nel passaggio in cui ci ricorda che non si accende una lampada per metterla sotto il moggio. Ma la lettura, oltre che affascinante per la chiarezza espositiva e i contenuti antichi ma sempre nuovi, presenta anche dei passaggi che hanno bisogno di riflessione per incominciare a capirli nella loro profonda verità. Uno di questi è appunto il n. 13. Esaminerò alcune affermazioni che mi hanno costretto ad approfondirne la comprensione. "La storia di Israele ci mostra ancora la tentazione dell’incredulità in cui il popolo più volte è caduto. L’opposto della fede appare qui come idolatria". La storia di Israele ci viene offerta come paradigma, paradigma della nostra storia, la storia del nostro popolo, la storia della nostra vita personale. Un popolo che Dio ha scelto; il nostro cuore, il mio cuore che Dio ha chiamato per nome dimentica spesso la grandezza cui è stato chiamato e cade nell'errore sostituendo alla fiducia nel Dio che è fedele per sempre con gli idoli che ciascuno è in grado di immaginarsi e costruirsi. "Mentre Mosè parla con Dio sul Sinai, il popolo non sopporta il mistero del volto divino nascosto, non sopporta il tempo dell’attesa. La fede per sua natura chiede di rinunciare al possesso immediato che la visione sembra offrire, è un invito ad aprirsi verso la fonte della luce, rispettando il mistero proprio di un Volto che intende rivelarsi in modo personale e a tempo opportuno". Penso alla Chiesa orante che invoca e contempla il Volto di Dio nella chiarezza oscura della fede e a chi invece non ha la pazienza di continuare a supplicare e si ferma, senza insistere, nel mendicare unVolto che si farà riconoscere secondo i Suoi piani, secondo le Sue vie che non sono le nostre vie. Il problema nostro è che siamo impazienti e che magari ci siamo dimenticati questa verità elementare; che Dio ha un Suo progetto buono per ciascuno e a noi non re-

E

RISCRITTURE

PIÙ NESSUNO AVREBBE BISOGNO DI ESSERE BUONO “È difficile per coloro che non hanno mai conosciuto persecuzione, E che non hanno mai conosciuto un cristiano, Credere a questi racconti di persecuzione cristiana. E' difficile per coloro che vivono presso una Banca Dubitare della sicurezza del loro denaro. (...) Pensate che la fede abbia già conquistato il mondo E che i leoni non abbisognino più di guardiani? Avete bisogno che vi si dica che qualsiasi cosa sia stata, può essere ancora? Avete bisogno che vi si dica che persino modeste cognizioni Che vi permettono di essere orgogliosi in una società educata Difficilmente sopravvivranno alla Fede a cui devono il loro significato? (...) Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero amare le sue leggi?

Essa ricorda loro la Vita e la Morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare. È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri. Ricorda loro il Male e il Peccato, e altri fatti spiacevoli. Essi cercano sempre d'evadere Dal buio esterno e interiore Sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'essere buono E il Figlio dell'Uomo non fu crocifisso una volta per tutte, II sangue dei martiri non fu versato una volta per tutte, Le vite dei Santi non vennero donate una volta per tutte: Ma il Figlio dell'Uomo è sempre crocifisso E vi saranno sempre Martiri e Santi. se il sangue dei Martiri deve fluire sui gradini Dobbiamo prima costruire i gradini; E se il Tempio dev'essere abbattuto Dobbiamo prima costruire il Tempio” T.S. Eliot

sta, se vogliamo essere felici, che spiare, attraverso gli avvenimenti, quello che è la sua volontà, cui rispondere con prontezza e docilità, rialzandoci subito in caso di inevitabile caduta. Al momento opportuno Lui si manifesterà in modo persuasivo e affettuoso. "Martin Buber citava questa definizione dell’idolatria offerta dal rabbino di Kock: vi è idolatria «quando un volto si rivolge riverente a un volto che non è un volto». Invece della fede in Dio si preferisce adorare l’idolo, il cui volto si può fissare, la cui origine è nota perché fatto da noi. Davanti all’idolo non si rischia la possibilità di una chiamata che faccia uscire dalle proprie sicurezze, perché gli idoli «hanno bocca e non parlano» (Sal 115,5)". Ciascuno di noi ha bisogno di un dio cui tributare la propria devozione: "Per il fatto stesso che vive, uno deve affermare qualcosa per cui vale la pena di vivere" diceva un teologo. Per cui se non riusciamo a de-finire con contorni ben precisi il Volto del dio cui consegnare la nostra fiducia, decidiamo di crearci o scegliere il nostro idolo da adorare, cui sacrificare tutto di noi: il potere, i soldi,la carriera, una persona. Tutti idoli che sicuramente non ci chiederanno di seguire una chiamata che ci faccia uscire dalle nostre sicurezze, perché ce li siamo costruiti noi e, sconsolatamente, se non hanno bocca per parlare all'esigenza di totalità che è il nostro cuore, non sapranno nemmeno risponderci secondo le nostre infinite aspettative. "Capiamo allora che l’idolo è un pretesto per porre se stessi al centro della realtà, nell’adorazione dell’opera delle proprie mani". Diventa facile capire allora che l'idolo è il pretesto più subdolo - perché spesso è quasi inconsapevole del grave errore di prospettiva, che ci spinge a porre noi stessi al centro della realtà, della nostra personale realtà che decide di rendere il tributo della totale adorazione a ciò che solo noi abbiamo immaginato e costruito. E ci ritroveremo ad adorare ciò che Papa Francesco definiva, nell'omelia tenuta a Lampedusa, semplici "bolle di sapone".

La crisi non ha potere sulla Provvidenza Il Movimento Per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita di Cagliari ringraziano i lettori de Il Portico che nei giorni scorsi hanno inviato un aiuto in denaro per le mamme che hanno scelto di proseguire una gravidanza non cercata e difficoltosa. La crisi non ha potere sulla Provvidenza. Ringraziamo i benefattori e se lo gradiranno potranno ricevere notizie sulle nostre attività o fare domande, alla mail mpvcagliari@hotmail.it o chiamando la mattina il 346-1866986. N° verde MPV 8008-13000


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domenIca 28 luglIo 2013

I nostri sacerdoti. l’arcivescovo ricorda l’umanità e l’opera di monsignor efisio Spettu, cappellano dell’oncologico.

La partecipazione concreta alla Pasqua spiega l’immersione nella vita della Chiesa Sempre attento a costruire dialogo e comunione, nella chiarezza e nella pazienza, ha imparato ad amare il volto concreto della Chiesa che ha sempre servito + ARRIGO MIGLIO BBIAMO accompagnato don Spettu alla sua amata parrocchia natia di Quartucciu, San Giorgio, con un cammino a tappe: l’ospedale oncologico, il Seminario Regionale, Quartucciu, quasi a ricordare le tappe principali dei 50 anni di sacerdozio di mons. Spettu, per dare modo di essere presenti ai tanti che ce lo avevano richiesto. E sono stati davvero in molti coloro che hanno partecipato alle tre celebrazioni: una decina di vescovi, oltre duecento sacerdoti e parecchie centinaia di fedeli. A Quartucciu, oltre alla chiesa par-

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rocchiale di San Giorgio, era gremita anche la piazza antistante, opportunamente attrezzata con megaschermo. Commovente in particolare la partecipazione di tanti ammalati e altri pellegrini appena tornati da Lourdes giovedì, poche ore prima della celebrazione. Nel sacerdozio di don Efisio ho colto in primo luogo una forte presenza del mistero pasquale, che ha segnato in modo particolare l’ultima sua celebrazione eucaristica, il 30 giugno scorso: una Santa Messa ri-

masta a metà, o meglio completata non più sulla mensa sacramentale ma su quella dell’offerta piena e definitiva della propria vita al Signore sulla croce della malattia e della morte. Ma proprio questi due poli – l’altare e la corsia d’ospedale – erano stati i suoi principali riferimenti, nell’educazione e nella vicinanza ai sacerdoti, ministri del sacramento pasquale dell’eucaristia, e nella vicinanza ai malati, che vivono nella propria carne la croce di Gesù. La partecipazione non solo liturgi-

ca ma concreta alla Pasqua del Signore spiega l’immersione piena e concreta nella vita della Chiesa, a cominciare dalla sua parrocchia di San Giorgio. Qui ha imparato ad amare il volto concreto della Chiesa, che don Efisio ha servito anzitutto nel desiderio e nell’impegno per una Ecclesia semper reformanda: cammino lungo il quale non si raccolgono molti applausi – e questi talora hanno altri obiettivi. Anche in questa prospettiva comprendiamo l’amore di don Efisio per i sacerdoti, le persone concrete che ci permettono di vivere la dimensione apostolica della Chiesa, la catena che ci lega ai primi Dodici e ci unisce al Gesù vivo e vero. Sono molto grato a don Efisio per aver accettato lo scorso anno il servizio diocesano pro vicario generale con speciale attenzione ai sacerdoti anziani o ammalati. Ancora una volta il Signore ci ha detto, con la malattia e la morte di don Efisio, che a Lui basta il nostro sì e diventa secondario ciò che riusciamo a fare. In particolare, don Efisio ha amato e servito per lunghi anni il Seminario Regionale, ben consapevole del-

l’importanza della dimensione regionale per le chiese che sono in Sardegna. Nei suoi 14 anni di rettorato egli ha messo tutto se stesso, portando la propria umanità e la propria esperienza spirituale e sacerdotale, dove un posto particolare ha avuto il pellegrinaggio cristiano: in Terrasanta per attingere più direttamente alla fonte della Sacra Scrittura; a Lourdes, per diventare chiesa veramente mariana, capace di essere ogni giorno al servizio dei piccoli e dei sofferenti. I 50 anni di sacerdozio di don Efisio hanno coinciso con i 50 anni dall’inizio del Concilio. Egli ha saputo attraversare questa lunga stagione con entusiasmo e fedeltà, come è stato ricordato anche in questi giorni, sempre attento a costruire dialogo e comunione, nella chiarezza e nella pazienza. La Chiesa che è a Cagliari ha ben colto tutto questo e ne ha dato testimonianza. Desidero ringraziare per primo la diocesi di questa testimonianza, così come ringrazio le sorelle di don Efisio e tutti i suoi familiari per la testimonianza che ci hanno dato in questa occasione, nel silenzio e nell’umiltà.

gata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli (Ven. Pio XII). Ma quale è il significato di questa solennità così singolare? Innanzi tutto dobbiamo dire che la Chiesa maturò presto l’intuizione secondo cui il corpo di Maria, non poteva rimanere prigioniero della morte, esattamente come quello del suo Figlio Gesù. Così, la Vergine Madre di Dio è la primizia dei risorti; la “donna vestita di sole” di cui parla l’Apocalisse è colei che per prima fa esperienza della potenza della Risurrezione del suo Figlio. Per questo possiamo definire, analogicamente con la pasqua di Gesù, la solennità dell’Assunzione, la Pasqua di Maria. I testi delle omelie orientali associano, a partire dal V secolo, la Dormizione di Maria alla sua assunzione corporea al cielo. Parecchie leggende, ricche peraltro di significato, si sono sedimentate nelle più antiche liturgie. Mentre Maria viene avvisata della sua morte da un angelo, gli

apostoli, dispersi lontano da lei, le sono miracolosamente trasportati accanto. Lei li consola, li benedice, prega per la pace del mondo, e muore. Essi la seppelliscono nel Getsemani. Dopo tre giorni, Maria appare loro mentre stanno celebrando l’eucarestia, e gli apostoli trovano la sua tomba vuota. Celebrata originariamente in ricordo di una “stazione” (così si faceva la liturgia, di stazione in stazione) ubicata nei pressi di Betlemme e dove la Vergine si sarebbe riposata, l’Assunzione veniva festeggiata in Oriente come in Occidente nel mese di gennaio. La festa estesa all’impero bizantino intorno all’anno 600, giunse in Occidente quarant’anni più tardi, grazie a papa Teodoro I, il quale proveniva dal clero di Gerusalemme. Nel 1950, Pio XII proclamò per la Chiesa intera il dogma dell’Assunzione dove è detto che: “l’ Immacolata Madre di Dio, la sempre Vergine Maria, dopo aver terminato il corso della sua vita terrena, è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste”. La chiesa ortodossa, per esempio, si prepara a questa festa con un digiuno di quindici giorni, e nei testi liturgici canta così: “Ella è la Madre della vita, e colui che aveva abitato il suo seno verginale l’ha trasferita alla vita […] Ogni figlio della terra trasalga nel suo spirito e celebri con gioia la venerabile assunzione della Madre di Dio”. Per noi, oggi, guardare a Maria assunta alla gloria del cielo, significa guardare il nostro orizzonte, guardare verso la meta che ci aspetta. Oggi contemplare Maria nel mistero della sua glorificazione, equivale ad aprire una finestra sul paradiso e sul nostro futuro.

La Vergine Madre è la primizia dei risorti Tutto pronto in Cattedrale per la festa dell’Assunzione MONS. ALBERTO PALA NA DELLE CELEBRAZIONI più belle e suggestive che si svolge nella nostra Cattedrale di Cagliari è quella della Assunzione di Maria santissima al cielo. E’ certamente una festa molto diffusa in tutta la nostra isola ancor prima della definizione dogmatica, per l’influsso degli Orientali; e proprio per questo influsso ha delle caratteristiche che la rendono ancor più toccante per noi credenti. L’immagine della Madonna assunta che viene esposta al centro della Cattedrale infatti, non è la solita immagine della Vergine Maria portata in cielo dal coro degli angeli che si erge su una nuvola del cielo, ma è bensì, proprio secondo la tradizione bizantina, la raffigurazione della Madre di Dio che si addormenta a questo mondo per essere trasportata in anima e corpo presso il trono del Signore. E’ l’immagine della Dormitio Virginis, posta su una lettiga preziosamente attorniata da 10 angioletti dorati. Questo simulacro è opera di scuola siciliana del XIX secolo e venne donato alla città di Cagliari dalla futura regina Maria Cristina di Borbone, moglie di Carlo Felice di Savoia, durante il periodo di permanenza della corte sabauda a Cagliari (1799 – 1814). Ancora oggi, all’ini-

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zio della novena di preparazione alla solennità dell’Assunzione di Maria Santissima al cielo, viene rivestito con sontuosi abiti dalle rappresentanti delle stesse famiglie nobili a cui appartenevano le dame di corte di Maria Cristina a Cagliari, ovvero le famiglie Amat, Manca di Villahermosa e Sanjust, in ossequio al privilegio loro concesso dalla stessa Maria Cristina per l'adempimento del singolare compito. La statua lignea della Madonna venne donata alla Municipalità di Cagliari e per questo era conservata inizialmente nel palazzo di Città, a fianco della Cattedrale; quando, agli inizi del XX secolo, la Municipalità si trasferì nel nuovo palazzo in via Roma, il simulacro venne affidato al Capitolo Metropolitano e quindi conservato gelosamente nella sacrestia della Cattedrale. Durante tutta la novena, ogni sera, i fedeli si pongono attorno al simulacro della Dormiente, per recitare il S. Rosario, per cantare le lodi di Maria e per ripetere quella meravigliosa preghiera che Pio XII, proclamando il 1 novembre 1950, il dogma dell’Assunzione al cielo di Maria, volle lui stesso recitare. “Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi. […] Noi confidiamo che le

vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che Voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio. […] Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irri-


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Estate in città. L’assessorato alle Politiche sociali in collaborazione con Mondo X.

La solitudine fa un po’ meno paura, l’estate solidale in città è una realtà Padre Salvatore Morittu: “L’abbandono degli anziani sta diventando uno dei problemi più grossi di Cagliari, così agiamo per stare vicini e aiutare queste persone”

richiesta, indirizziamo la persona verso il servizio o l’ufficio competente, oppure aiutiamo nel disbrigo di una pratica, o nella comprensione di una lettera ricevuta”. L’età media delle persone che chiamano si aggira intorno ai 74 anni, ma al servizio si rivolge anche qualche giovane, che chiede solo di essere ascoltato: “La solitudine - spiegano a Mondo X - non ha età, e negli ultimi anni è fortemente aumentata, specie nelle fasce più esposte alla crisi”. L’estate, poi, può far paura anche a famiglie apparentemente benestanti: i figli con prole al seguito spesso lasciano la città e - in perfetta buona fede - gli anziani restano soli. Se ci pensate, quello offerto dalla comunità fondata da padre Salvatore Morittu è un invito anche alla riflessione, a fare più attenzione ai nostri anziani. “La grande attenzione alle persone - spiega lui - ci fa scoprire

condizioni che rischiano di non essere percepite dalla nostra società”. E - in modo curioso - tra gli utenti del servizio (molti gli stessi negli anni) scatta una bella rete di solidarietà, per cui si chiede, ci si informa sull’amico magari incontrato durante un’uscita insieme, che qualche volta viene organizzata. “Il servizio alla persona - aggiunge Pierluigi Serra è dentro il quadro di valori che da sempre anima Mondo X, da sempre sulla frontiera del bisogno”. La solitudine non ha confini, geografici: chiamano tutti, da via Castelli alle borghesi vie del centro, da dove non ti aspetteresti. E non conosce portafogli: al servizio si rivolge davvero chiunque. Lo spirito con cui l’ascolto viene svolto e l’importanza riconosciuta al singolo utente traspare dagli occhi degli operatori e dal loro entusiasmo, capaci di offrire un servizio integrale alla persona e di non lasciarla sola. Non solo dunque uno sportello di ascolto telefonico, ma molto di più. “Nati per aiutare i tossicodipendenti - dice padre Salvatore Morittu - ora ci occupiamo anche degli anziani. Questo è un segno grande che mostra che l’accoglienza o è integrale oppure finisce - parcellizzando gli interventi - per peggiorare la situazione della nostra società”. Che ci siano operatori così “è un gesto importante per una città in cui l’abbandono degli anziani sta diventando un problema sempre più grosso, proprio di tanti anziani grazie ai quali, attraverso le loro pensioni, sopravvivono tante famiglie di persone più giovani”.

Luca Venturelli con grande entusiasmo, su proposta del Delegato dell’Ordine Dr. Mario Tola Grixoni, mette alcuni locali della sua Parrocchia a disposizione per questa iniziativa. Si comincia un po’ in sordina con solo 6 ospiti, il cibo è genuino e casalingo, i locali spaziosi e gli ospiti vengono accolti in un clima familiare. La voce si sparge in fretta e i commensali aumentano ogni domenica, sino ad arrivare a una trentina. Potrebbero essere di più perché i locali lo consentirebbero, e non è detto che per il futuro non possa avve-

nire un aumento degli ospiti, in parallelo con un aumento dei volontari che siamo certi non mancheranno, attratti dallo spirito e dal carisma dell’Ordine di Malta, oltre naturalmente che dalla disponibilità di Don Luca, perfetto padrone di casa. All’iniziativa caritatevole prendono parte in vario modo la Conferenza Vincenziana, la Comunità Neocatecumenale e tutta la comunità parrocchiale di San Carlo Borromeo, i quali accolgono con calore ed entusiasmo questi nuovi fratelli.

SERGIO NUVOLI ACCOGLIENZA dell’altro è il loro stile di vita: da 13 anni portano avanti l’attività di ascolto e sostegno psicologico, all’interno del più vasto piano di intervento predisposto dall’assessorato comunale alle Politiche sociali. Sono gli operatori dell’Associazione “Mondo X”: persone qualificate che garantiscono ascolto e sostegno, specie alle persone più anziane. Soprattutto forniscono ascolto telefonico e una compagnia contro la solitudine che morde in questi mesi. Di loro dicono in città che siano particolarmente apprezzati, e cercati, ben oltre l’orario messo a disposizione (dalle 8.30 alle 11.30 e dalle 16.30 alle 19 tutti i giorni fino all’8 settembre). In via San Giovanni, a due passi dal convento di San Mauro, rispondono con un sorriso: “Nasciamo come risposta ad un’esigenza spiega Pierluigi Serra, coordinatore del servizio e del vicino Centro di Accoglienza di Mondo X - L’ascolto

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Il numero 070680643 è attivo tutti i giorni (compresi i festivi) dalle 8.30 alle 11.30 e dalle 16.30 alle 19 telefonico è il servizio principale, che poi si modifica con l’accompagnamento delle persone più anziane”. In sostanza, quattro operatori turnano al telefono e offrono aiuto secondo un preciso ordine di priorità stabilito in accordo con il Comune: un supporto per le visite mediche, in cui il personale del servizio accompagna la persona, come pure avviene per l’acquisto di farmaci. Prima di tutto, un aiuto per le vicende relative alla salute degli anziani, quindi un accompagnamento nell’acquisto di beni di prima necessità, infine l’accompagnamento per occasioni particolari, con un occhio di riguardo alle persone non autosufficienti. “In qualche caso - spiega una delle operatrici in una pausa - andiamo anche a domicilio, quando possibile, per dare una mano a sopportare la solitudine. In ogni caso, sentita la

E a San Carlo Borromeo ha riaperto la mensa Il servizio è offerto dall’Ordine di Malta con altre realtà I. P.

o scorso 16 Aprile ha riaperto, dopo sette anni, la mensa dell’Ordine di Malta, grazie all’ospitalità concessa alla Delegazione della Sardegna da Don Luca Venturelli, parroco della Chiesa di San Carlo Borromeo. L’ordine di Malta non è nuovo a questa esperienza, infatti nei primi anni ‘90, ospiti dell’allora Parroco di Sant’Elia, cinquanta tra Dame, Cavalieri e Volontari dell’Ordine si alternavano ogni domenica per offrire il pranzo a tutte quelle persone che trascorrevano da sole il giorno di festa, o a famiglie numerose dando modo alle mamme di riposarsi per un giorno. E tra il caffè e il dolce di fine pasto, ospiti e volontari si mesco-

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lavano in piacevoli conversazioni durante le quali si poteva approfondire la conoscenza dei commensali. Negli anni 2000 la mensa si trasferì nei locali messi a disposizione dal Centro Italiano Femminile in Via Lanusei ; cambiò la tipologia degli ospiti ma lo spirito di accoglienza rimase lo stesso. Dopo qualche anno, terminata la collaborazione con il Cif, i Volontari decisero di dare il loro contributo alla mensa della Caritas. Ma in questi anni l’Ordine di Malta non ha mai smesso di cercare una nuova sede per la sua mensa, spinta soprattutto dai suoi affezionati ospiti che negli anni chiedevano quando avrebbe riaperto. E arriviamo alla storia recente: nel mese di Marzo di quest’anno Don

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brevi DAL 29 AGOSTO AL 1 SETTEMBRE

A Mandas un viaggio nella spiritualità E’ intitolata “Viaggio nella spiritualità” la settima edizione del Festival della Letteratura internazionale “D. H. Lawrence”, curato come sempre dal Comune di Mandas. Quest’anno il fitto calendario di eventi, incontri e convegni si svolgerà dal 29 agosto al primo settembre. L’amministrazione guidata da Umberto Oppus offre un programma ricco di importamenti appuntamenti: si parte alle 19 del 29 agosto con la presentazione del saggio storico “Diario del risorgimento sardo”, di e con Ilaria Muggianu Scano e Mario Fadda, presenta il sindaco di Mandas Umberto Oppus. Alle 21.45 nella Biblioteca Comunale Emilio Pisano - ex Convento (via Canonico Dessì) “La spiritualità nel cinema”, con la proiezione del film “Su Re”, e a seguire incontro con il regista Giovanni Columbu. L’indomani, alle 12.15 nella chiesa di Sant'Antonio Abate, sarà presentato “L'errore” (Il Maestrale), di e con Gianni Marilotti che converserà del romanzo con il giornalista Alberto Urgu. Alle 16 nello stesso luogo incontro dal titolo “Il culto della Madonna di Bonaria di Cagliari”. Il parroco di Mandas, don Giancarlo Dessì, converserà con l'autore Roberto Porrà, nostro collaboratore, su una storia suggestiva che lo stesso Papa Francesco ha raccontato, poche settimane fa, in piazza San Pietro, annunciando la visita in Sardegna: “Un'indagine storica completa. Svelato il mistero dell'origine del nome di Buenos Aires. Un'opera rigorosa che fa luce su un aspetto poco conosciuto della nostra storia”. Alle 20, nella Biblioteca Comunale Emilio Pisano (ex Convento San Francesco) “Viaggio nei misteri d'Italia: tra spiritualità e affari”: Luigi Bisignani sarà intervistato dal direttore di Sardegna 1 Mario Cabasino e dal giornalista Alessandro Aramu, sul suo libro “L’uomo che sussurra ai potenti” (Chiarelettere). Alle 16 del 31 agosto, al Circolo della Lettura, “Il Medio Oriente cristiano. Reportage dal cuore della mezzaluna fertile” (Cooper Edizioni), di e con Antonio Picasso che discuterà del suo saggio con il giornalista de La Nuova Sardegna Umberto Aime. Alle 17.30, nella Chiesa di Sant'Antonio Abate, si svolgerà l’ncontro con il vescovo titolare di Tarso Antoine Nabil Andari, vescovo ausiliare della chiesa maronita del Libano per la diocesi di Jebbeh-Sarba-Jounieh e il sindaco di Ain al Ghobieh, Raed Akef Berro. Ad intervistarli il direttore de Il Portico Sergio Nuvoli e il giornalista libanese Talal Khrais. Domenica primo settembre incontri anche con Celestino Tabasso e Gianni Zanata sulle loro ultime fatiche letterarie. Durante il festival sarà consegnato anche il premio Lawrence-Ducato d'oro 2013 ai giornalisti Anthony Muroni e Marcello Veneziani. Un programma comunque impossibile da dettagliare, ma tutto da scoprire.


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curiosità SETTIMANALE DIOCESANO DI CAGLIARI Registrazione Tribunale Cagliari n. 13 del 13 aprile 2004

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Parrocchie. celebrata a Sinnai anche la festa dei nonni, in onore dei santi anna e gioacchino.

Nel ricordo di Maria Paola Olla comunità in festa a Santa Barbara Omelia sulla santa affidata a don Claudio Vanetti. Nel corso dell’estate previste altre celebrazioni: Santa Vittoria, Sant’Elena e santi Cosma e Damiano. Parla don Giovanni Abis

zioni, sono più interessati al riposo e al mare che a vivere con partecipazione le celebrazioni della patrona. Nonostante le perplessità mostrate da qualcuno, alla fine si è scelto di trasferire la celebrazione solenne con panegirico, quest’anno affidato a don Claudio Vanetti, parroco di Solanas, la domenica sera, quando si registra una buona parte-

cipazione alla messa e alla processione, con tanti che sfilano o attendono il passaggio del simulacro lungo le strade addobbate, anche se diversi preferiscono rimanere nei luoghi di villeggiatura e dunque non partecipare alla festa patronale”. C’è stata anche una coda alla festa di Santa Barbara. Lunedì infatti è stata celebrata la festa dei nonni, in onore dei santi Anna e Giachino, la cui memoria liturgica ricorre il 26 luglio. “Ci siamo accorti – conclude il parroco - che la festa patronale in sostanza si riduceva alla sola giornata di domenica, se si esclude il triduo di preparazione. Nel corso dell’estate ci sono altre celebrazioni molto sentite come Santa Vittoria ad inizio estate, Sant’Elena a fine agosto e a settembre i santi Cosma e Damiano: tutte feste che comprendono più giorni di celebrazione. Per cui abbiamo pensato di unire a quella della patrona la festa dei nonni di Gesù, e la cosa sembra aver preso piede: tanti anziani partecipano alla celebrazione insieme magari ai nipoti ed ai figli. Un momento nel quale la famiglia è ben rappresentata”.

ai suoi figli di vivere come nomadi del deserto, con uno stile essenziale e non sedentario: non piantavano vigne, non bevevano vino, non costruivano case, non seminavano alcune sementi (Ger 35, 6). La loro fedeltà a tale giuramento era fortissimo al punto che nello stesso passo di Geremia è Dio stesso a prenderli come esempio di obbedienza ad un comando e di fedeltà ad una legge. Ionadab era il simbolo dello zelo e dell’assiduità nei confronti di un giuramento. Salì sul carro del re e giunsero a nord in uno dei templi dedicati al dio pagano della fertilità. Ieud, con grande astuzia, fece una convocazione ai devoti del dio per of-

frirgli insieme un solenne sacrificio. L’intenzione del re era poter sterminare tutti quei profeti contemporaneamente. Così ordinò: “Convocate perentoriamente tutti i servitori di Ba‘al, in modo che chiunque manchi debba essere ucciso”. All’interno del tempio ci fu una folla enorme di profeti e servi, tanto da essere assiepati da ogni parte. Il re, con l’alleato Ionadab, finsero profonda venerazione a Ba‘al fino a che non ordinarono repentinamente l’ingresso nel tempio di ottanta soldati che uccisero tutti senza pietà. È di sicuro un atteggiamento che ci fa inorridire, o almeno storcere il naso, davanti a tanta violenza. Dobbiamo ricordare che i racconti sono finalizzati non alla cronaca esatta dei fatti, ma al messaggio in essi veicolato: YHWH è molto più forte di Ba‘al, come i suoi servitori. Personaggi che ci ricordano quanto lo zelo cieco e fanatico non sia assolutamente seme fecondo di vita e di comunità.

R. C. NA FESTA PATRONALE caratterizzata anche dal ricordo di Maria Paolo Olla. Nella parrocchia di Santa Barbara a Sinnai la festa chiusasi domenica scorsa ha avuto un importante momento di aggregazione sabato, nella serata canora organizzata in memoria della giovane missionaria originaria di Sinnai scomparsa nel 2009. “Dopo il successo delle passate edizioni - dice il parroco don Giovanni Abis – che ci è sembrato importate riproporre la serata dedicata alla figura di Maria Paola una figura che deve essere riproposta a tutti nel corso della festa patronale come un esempio da seguire, in particolare da parte delle nuove generazioni e dai bambini”. I protagonisti della serata musicale nel piazzale della parrocchia sono così stati i più piccoli, con le loro esibizioni, mentre attraverso altre attività di contorno si è dato vita ad una raccolta fondi per sostenere la missione di San Paolo in Brasile. Maria Paola è stata per diverso tempo missionaria di Villaregia, prima di costituire con altri sardi sempre in Brasile Alleanza di Misericordia, una realtà che oggi opera non solo nelle zone più povere e degradate di San

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La serata dedicata a Maria Paola Olla (nel riquadro). Sotto la processione.

Paolo e di altre città del Brasile ma sta anche in Europa dove sono attive altre missioni. Al centro però resta la festa patronale, dedicata a Santa Barbara. Negli ultimi anni l’appuntamento della terza domenica di luglio ha però registrato un calo nelle presenze. “Siamo oltre la metà di luglio – afferma il parroco – e molti, specie tra le nuove genera-

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QUESTO SETTIMANALE È ISCRITTO ALLA FISC FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

pesso lo zelo fa compiere gesti e azioni che lascaino meravigliati, soprattutto se non si capiscono le dinamiche e le cause di tali comportamenti. I libri dei Re raccontano di una fortissima diatriba tra i profeti e servi di Ba‘al e YHWH fino all’uccisione vicendevole. L’emblematico episodio del Carmelo (1Re 18) in cui Elia, dopo una prova di culto alle due divinità, uccide a fil di spada 450 profeti di Ba‘al ne è testimonianza. La teologia soggiacente questi libri non è ancora monoteistica (certezza che esiste un solo Dio), ma monolatrica (preminenza di un Dio sugli altri). Ieu (2Re 9-10) venne unto re di Israele da un discepolo di Eliseo, in opposizione alla famigerata e idolatrica Gezabe-

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le. Tale unzione fu una risposta del profeta Eliseo alla drammatica escalation di religiosità nei confronti di Ba‘al. Mentre Ieu è tratteggiato come un uomo violento, ma fedele a YHWH fino al punto da incentrare il suo governo nella lotta alla falsa religiosità. In una delle sue crociate, per strada incontra un uomo, Ionadab, della stirpe dei recabiti e si informa delle sue intenzioni (10,15ss.). Chiede Ieud: “Il tuo cuore è retto come il mio lo è nei tuoi confronti?”. Rispose con estrema sicurezza: “Si”. Sancirono la loro alleanza con una stretta di mano e Ieud invitò Ionadab sul suo carro verso la Samaria. Ionadab era un personaggio importante, in quanto capo della sua famiglia e garante di un giuramento votivo. Egli chiese


IL PORTICO DEI PAESI TUOI

domenIca 28 luglIo 2013

Parrocchie. Anche per la comunità guidata da don Piseddu un momento importante.

Santa Maria Maddalena mostra la fede e la devozione della gente Appuntamento imperdibile anche per vive lontano dal paese, che torna apposta per l’occasione. Un’iniziativa che favorisce l’aggregazione del popolo intorno ai valori della fede

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trona – dice don Andrea - rappresenta il momento nel quale ci si ritrova, dopo un anno di assenza dal proprio paese. In tanti non vogliono mancare a questo appuntamento a dimostrazione di come la gente sia ancora legata ai valori della fede”. A conferma di questo attaccamento la stragrande maggioranza della popolazione si ritrova per le feste religiose. In particolare il Lunedì di Pasqua viene celebrata Santa Maria di Cleofa, ricorrenza conosciuta meglio come la festa di Santa Maria Nuraxi, che ha come punto di riferimento la chiesetta campestre della Santa, di origine bizantina, a circa 4 km dal centro del paese. “Per l’occasione si parte la mattina presto – afferma il parroco – per recarsi alla

chiesetta campestre, dove viene celebrata la messa. È previsto il pranzo mentre il rientro viene fatto dopo la recita dei vespri, con processione anche in paese. Di solito è una famiglia ad occuparsi dell’organizzazione, mentre per altre feste c’è uno specifico comitato che presiede agli appuntamenti che contraddistinguono ciascuna festa. Anche per la festa di San Pietro è una famiglia ad occuparsi del programma, previa prenotazione che viene fatta ad inizio anno, quando viene data la disponibilità a guidare gli appuntamenti di ciascuna festa. Per la festa patronale è invece il comitato ad organizzare il tutto di concerto con la parrocchia. Quest’anno si è puntato a far sì che la festa di Santa Maria

Maddalena avesse come referenti i cinquantenni, per quella di Santa Vitalia ad ottobre invece saranno i quarantenni del paese”. L’ex borgo minerario ha visto crollare la propria economia con la chiusura della miniera di Corti Rosas dalla quale si estraeva antimonio. Da quel momento il fenomeno migratorio è ripartito ma negli ultimi anni ha avuto un incremento. Per chi resta le occasioni di aggregazione non sono tante, per cui le feste religiose rappresentano un momento importante. I ballaesi perciò si adoperano in ogni modo e con ogni mezzo per far sì che la festa diventi autentica condivisione, come è accaduto anche lunedì scorso in occasione della festa patronale.

Uno dei pochi punti di riferimento per i giovani della zona importante per una piccola comunità. È l’oratorio di Ballao che vive fino ai primi di agosto il periodo delle attività estive. “Grazie alla disponibilità di alcune mamme che ci sostengono materialmente nelle attività – dice don Andrea Piseddu - e ai nove animatori che seguono i ragazzi l’attività, l’oratorio funziona tutto l’anno: in questo periodo tutti i giorni, mentre in inverno tre volte la settimana. In quest’ultimo caso viene data la possibilità ai bambini di trovare un luogo dove potersi incontrare per giocare e condividere momenti attività di diverso tipo. C’è poi anche un servizio di sostegno scolastico grazie alla disponibilità di alcune mamme che aiutano i più piccoli nei compiti. Il lavoro grosso però è quello che portiamo avanti in

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N RIFERIMENTO

brevi COMUNITÀ DEI GESUITI

Festa di Sant’Ignazio e Cuccurus cottus

Un’immagine della festa dello scorso anno.

E l’oratorio continua a riscuotere successo R. C.

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Il 31 luglio, festa di S. Ignazio di Loyola, la Comunità dei padri gesuiti di S. Michele, in via Ospedale, celebrerà la ricorrenza con una concelebrazione eucaristica alle 20. La messa sarà preceduta dal concerto della Corale Ghentiana di Ruinas (OR) che presenterà il suo repertorio di canti sardi tradizionali, con inizio alle 19.15. Per la festa di Stampace “Cuccurus Cottus” il 28 luglio il gruppo delle “Pietre vive”, svolgerà il suo consueto servizio di accompagnamento artistico-spirituale della chiesa dalle ore 12 sino alle ore 20.

ROBERTO COMPARETTI A COMUNITÀ DI BALLAO ha celebrato la festa patronale. Santa Maria Maddalena, la cui ricorrenza cadeva lunedì scorso, rappresenta ogni anno un’occasione che testimonia la fede dei ballaesi, gente che ha nella parrocchia un importante riferimento. “Come ogni anno – ha detto il parroco, don Andrea Piseddu – la celebrazione del 22 luglio è stata preceduta dal triduo di preparazione. Lunedì abbiamo celebrato le messe al mattino e quella vespertina, predicata da don Pietro Mostallino, parroco di Sant’Ignazio a Serramanna, seguita dalla processione per le vie del centro, con il gruppo folk di Ortacesus e i fucilieri di Ballao. La festa di luglio è molto sentita dalla gente insieme a quella di Santa Vitalia”. Il Gerrei, come l’intera Isola, soffre per la profonda crisi economica. Da tempo anche qui oramai è ripresa l’emigrazione e proprio a luglio per la festa patronale in tanti ritornano in paese. “La celebrazione della pa-

Il PortIco

estate con attività di gruppo, giochi, con la collaborazione anche degli scout di alcune realtà diocesane che hanno lavorato qui con noi, arrivati da Siurgus Donigala e da Quartu”. La giornata tipo per gli oltre 50 bambini del GrEst di Ballao inizia alle 9 per concludersi alle 13. La preghiera da il via alla giornata, che ha un obiettivo specifico da perseguire nel corso delle attività: dal ballo al disegno per poi passare, dopo la merenda, alle attività sportive che contraddistinguono l’ultima parte della mattinata. “L’attività estiva, che quest’anno chiuderemo il 3 agosto – dice ancora il parroco - vorremmo venisse estesa anche ai bambini delle altre comunità della forania. È un obiettivo ambizioso ma abbiamo notato che il contatto dei nostri piccoli con altri è decisamente positivo. Mi riferisco ai “gemellaggi” finora realizza-

AZIONE CATTOLICA

Campo regionale per gli adulti Il Campo Regionale del Settore Adulti si svolgerà il 30-31 agosto e 1 settembre 2013 presso il Centro di Spiritualità Antonia Mesina di Galanoli – Orgosolo (NU). Gianfranco Agosti, delegato regionale della Liguria e collaboratore centrale del settore adulti, e don Michele Casula, assistente unitario regionale e parroco di Dorgali, ci aiuteranno a riflettere sul tema: “La fede illumina il cammino dell’adulto di Azione Cattolica” . Gli arrivi sono previsti per le ore 16.00 del venerdì, le conclusioni alle ore 17.30 della domenica. Note tecniche: La quota individuale complessiva è di €. 70,00 . Per le famiglie con figli è prevista una agevolazione. Le iscrizioni dovranno pervenire entro e non oltre 20 agosto ai seguenti numeri: Cesare Strozzi : 3285425075 Giovanna Casu : 3297922960 – 3471547534

Nomine dell’Arcivescovo

ti con la parrocchia di San Vito, che vive un’esperienza molto simile alla nostra e, nei giorni scorsi, con la comunità di Santa Barbara a Sinnai, dove per un anno sono stato vicario parrocchiale. In entrambe le occasioni abbiamo visto un arricchimento dei nostri bambini: il confronto con altre realtà ha effetti positivi anche sulla loro gestione e li aiuta a non richiudersi nel loro piccolo mondo che è il paese. Si mettono poi in moto meccanismi di rapporti a distanza, grazie all’utilizzo dei social network, per cui nei successivi appuntamenti i rapporti si consolidano. Il confronto poi è positivo anche

per gli animatori, tutti formati grazie anche alle opportunità fornite dai corsi che la Diocesi organizza periodicamente”. L’oratorio è una delle poche realtà che Ballao offre, insieme alle scuole di ballo e alle attività della polisportiva. “Le attività oratoriali estive – conclude don Andrea - hanno un forte sostegno da parte dell’amministrazione comunale che crede nel lavoro che viene portato avanti: segno evidente di un importante funzione sociale che la parrocchia di Santa Maria Maddalena svolge nel piccolo centro del Gerrei”.

S.E. Rev.ma mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari, ha provveduto alle seguenti nomine: Don Valter Cabula Parroco della parrocchia di San Sebastiano Martire in Ussana Don Mariano Matzeu Parroco della parrocchia di N.S. del Carmine in Pimentel Don Simone Scalas Vicario parrocchiale della parrocchia di Santa Barbara V.M. di Sinnai Don Davide Curreli Collaboratore nel Seminario arcivescovile e dell’Ufficio diocesano di pastorale vocazionale; collaboratore nella parrocchia di S. Ambrogio in Monserrato


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IL PORTICO DEI PAESI TUOI

Il PortIco

brevi L’EQUIPE DEL PROF. MARROSU

Sindrome di Tourette, una nuova ricerca La Tourette Syndrome Association (TSA) premia ancora una ricerca basata sulla finasteride, una terapia nata a Cagliari. Gli studi in questione riguarderanno una collaborazione con la University of Kansas, Harvard University e la University of Southern California a Los Angeles, sulle basi molecolari dell’azione terapeutica di questo farmaco. La prima sperimentazione della finasteride come terapia per la sindrome di Tourette (una patologia neuropsichiatrica gravemente invalidante) è iniziata nel 2007 nell’Università di Cagliari, presso il Centro Interdipartimentale Tourette diretto dal Prof. Francesco Marrosu (foto). Il nuovo approccio terapeutico, che sta dando risultati più che incoraggianti, è nato da un’idea originale del ricercatore Marco Bortolato, basata su osservazioni sugli animali condotte presso l’allora Dipartimento di Neuroscienze e di cui il prof. Marrosu ha saputo cogliere l’innovativa portata per i pazienti. Già in passato la TSA ha premiato il gruppo di ricerca cagliaritano, finanziando ben due progetti di ricerca di base sugli effetti della finasteride in condizioni sperimentali assimilabili alla malattia di Tourette. Il dott. Bortolato attualmente è Assistant Professor presso il Department of Pharmacology & Toxicology della Kansas University, ma continua a collaborare intensamente con i colleghi di Cagliari e con il Prof. Marrosu. Infatti anche i pazienti del Centro Interdipartimentale Tourette saranno inclusi nella nuova ricerca finanziata dalla TSA, sulla associazione fra varianti genetiche dell’enzima 5-alfa-reduttasi (su cui agisce la finasteride) e i livelli ormonali androgeni. Nel frattempo la ricerca sulla terapia con finasteride procede , ed è iniziata anche la fase di sperimentazione in doppio cieco.

domenIca 28 luglIo 2013

La memoria. Il sacerdote era originario di San Pietro (assemini), e vi rientrava per le vacanze.

Ricordando padre Vittorio Garau, una vita densa di impegno sociale Apparteneva all’Ordine dei Minimi di S. Francesco di Paola, la sua famiglia ha dato alla Chiesa quattro vocazioni. Dal 2001 è stato responsabile della comunità di Rimini PAOLO DEMURU VVICINANDOSI l’anniversario della scomparsa di Padre Vittorio Garau, avvenuta alle ore 7.30 del 14 agosto di cinque anni fa, mentre era Superiore al convento di Rimini, consegno a queste righe il desiderio dei nostri parrocchiani di tenerne viva la memoria. Tutto cominciò nei primi anni Cinquanta, mentre faceva il chierichetto nella chiesa parrocchiale di S. Pietro retta dall’allora parroco dott. Evaristo Carta. Il parroco lo aveva fatto notare al brillante padre Mulazzani, presente temporaneamente in parrocchia, col quale si istaurò particolare e reciproca simpatia, tanto che fanciullo partì a Genova con altri sei compagni. I tempi erano anch’essi difficili e le possibilità poche ma il piccolo Vittorio non si perdeva d’animo. Mi riferisce la sorella Giulia, in un cordiale colloquio, che addirittura rassicurava i suoi dicendo: “Po su dinai no si preoccupeis, giai andu a ragolli tammattigas a s’ottu de ziedda Madalena…” (Per i soldi non vi preoccupate, già andrò a raccogliere pomodori all’orto di zia Maddalena) e poi, “…si seis accattaus cantu seu fortunau gioghendi a tiru?” (Vi siete accorti quanto sono fortunato al gioco delle palline?). Oltre la fede, questo coraggio e

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La chiesa di San Pietro ad Assemini. Nella foto in alto p. Garau.

questa intraprendenza lo hanno accompagnato tutta la vita. Quando il padre Mulazzani lo avvertì che la regola imponeva che non sarebbe rientrato a casa prima di cinque anni soggiunse: “E inzaras, oi nai chi app’a rientrai piccioccu…”(E allora vuol dire che rientrerò ragazzo). In seguito le regole cambiarono e rientrò dopo tre anni, ma le difficoltà non mancarono. Infatti dei suoi compagni solo lui superò le prove. Lui che non mangiava mai pesci e che per certo tempo li aveva lasciati nel piatto, poiché la regola allora li proponeva bandendo la carne, ben vi si abituò. Seguiti gli studi con assoluta puntualità venne ordinato sacerdote a Roma Eur il 21 dicembre 1968 e conseguì la Licenza in Sacra Teologia nella Facoltà del Laterano l’anno successivo. Le sue doti culturali si manifestano attraverso

importanti traduzioni di testi dal latino mentre la passione per la musica lo porta da autodidatta a divenire abile suonatore di organo e a poter accompagnare la sua bella voce durante il canto dei Salmi o la funzione di eccellente animatore. Dopo i vari incarichi pre-

cedenti nel 1975 fu destinato alla parrocchia di Santa Margherita a Genova-Marassi come collaboratore dove divenne parroco dal 1980 al 1989 con, in aggiunta, l’incarico di Correttore Provinciale. In seguito, e per tre anni, ricevette l’incarico di Delegato provinciale del Terz’ordine. Riveste il mandato di Superiore Provinciale dal 1995 al 2001 e da quell’anno è rimasto responsabile della comunità di Rimini. Padre Vittorio era nato in Assemini il 7 marzo del 1942 da Gaetano e Ottavia Porcu in una famiglia piuttosto numerosa che ha dato alla Chiesa in tutto quattro vocazioni: due maschili e due femminili. Aveva emesso la sua prima professione a Massa Lubrense (NA) il 29 settembre del 1961 e si era consacrato solennemente al Signore il 29 settembre del 1964 a Genova. Lo ricordiamo per la sua semplicità, la sua vita densa di impegni nel sociale, per la bella voce e per il suo spontaneo sorriso rassicurante che era solito rivolgerci quando annualmente si faceva incontrare in parrocchia, in occasione di qualche momento di riposo che trascorreva volentieri presso i suoi in quella casa in via Garibaldi da cui era partito ancora bambino.

come di consueto

interrompe le pubblicazioni nel mese di agosto Torneremo il primo settembre Buone vacanze


domenIca 28 luglIo 2013

IL PORTICO DELL’ANIMA

Ricordando mons. Alberti. Moriva un anno fa l’arcivescovo emerito della nostra diocesi

Quell’invito alla ricerca comune di una società più umana e giusta Un amore profondo lo portò a non nascondere le responsabilità dei governanti della cosa pubblica e dei pastori d’anime, nel servire la società e la Chiesa MONS. OTTAVIO UTZERI L RICORDO DEL COMPIANTO monsignor Alberti suscita ancora nel nostro cuore sentimenti di dolore per la perdita di un grande pastore che ha lasciato nell’intera chiesa di Cagliari un ricordo incancellabile di sapienza, guida spirituale e pastorale i cui frutti sono ancora ben vivi e presenti in tutte le comunità cristiane della nostra diocesi ma anche delle diocesi di Spoleto e Norcia e nella sua amata Nuoro. Questo dolore lascia spazio però prima di tutto alla riconoscenza verso il Signore per aver potuto godere del suo ministero e all’ ammirazione per la sua testimonianza silenziosa ma così feconda di grazia che ha segnato tutta la sua esistenza e in particolare l’ultimo lungo periodo della sua vita nel quale giorno per giorno ha sperimentato la croce di una malattia devastante affrontata con coraggio, fede e abbandono fiducioso alla volontà del Signore. Il progressivo disfacimento del fisico che ha accompagnato la lunga malattia di mons. Aberti non ha fiaccato però il suo spirito, esaltando ancora di più quella carica interiore di amore a Cristo, di passione per il Vangelo e per il servizio all’uomo, quella tensione pastorale che lo aveva condotto ad avvicinare ogni comunità cristiana per portare la sua amorevole e forte presenza di pastore e guida sapiente, ricca di profonda umanità e spiritualità. Fino al termine del suo ministero Egli si è speso con estrema generosità e coraggio apostolico per i suoi sacerdoti e fedeli a cui ha dedicato non solo se stesso, la sua sapienza e il suo cuore, ma l’intera vita. Risuona ed è presente negli occhi e nel cuore quanto amava ripetere nel momento in cui si ritirò nella sua Nuoro “ Non vi ho dato niente, vi ho dato il cuore. “Questo ministero non si è mai interrotto quasi a rendere visibile il “Tu es sacerdos in eternum” (un sacerdos che non va mai in pensione perché sacerdos fino alla composizione delle sue minuscole cellule) continuando per vie diverse ma sempre secondo il disegno di Dio, attraverso la preziosa ’offerta della sua malattia e delle sue sofferenze. Anche questo periodo è stato fecondo per la nostra Chiesa e per ciascuno di noi che da lui si è sempre sentito amato e da cui è stato ricambiato con un affetto e una pre-

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ghiera costanti. Come Gesù. La similitudine evangelica del pastore buono, che Gesù adopera per rivelare il suo amore verso la sua Chiesa e l’umanità intera, è certamente quella che più si addice a monsignor Alberti che ne ha incarnato lo spirito in tutti gli ambiti del suo ministero di sacerdote e vescovo. È quanto voluto scrivere nel cemento che chiudeva la sua bara “Pastor bonus“. In tutti i suoi incontri egli ha conosciuto le pecorelle del suo gregge è stato capace di donare loro gioia e seminare speranza nel cuore di tanti sacerdoti, diaconi religiosi e religiose e laici che ne conservano il ricordo ancora vivo oggi e credo per tutta la loro vita. Far emergere tutto ciò nel nostro cuore non significa per noi fare una memoria riconoscente e grata di un vescovo che ha segnato il cammino di questa diocesi e della Chiesa intera in tempi non facili, significa e deve significare per ciascuno di noi accogliere un insegnamento che viene dal cuore stesso di Gesù e che trova nell’uomo disponibile la sua visibilità. Nella sua condizione di chiamato a servire Dio e la Chiesa egli ha sempre manifestato una grande capacità di progredire in questo servizio mai fermandosi o pensando di essere arrivato a comprendere, a vivere, a testimoniare. E’ stato uomo di doti umane non comuni e dal cuore aperto, dal calore e dal sorriso immediato che sapeva parlare con chiunque.

L’essere arcivescovo, l’essere parte di importanti dicasteri vaticani, segretario alla pontificia facoltà del Laterano, l’aver pubblicato decine di volumi, aver arricchito la sua terra e non solo della sua produzione storico letteraria, non gli ha mai impedito di avere parole chiare, semplici e accoglienti per uomini e donne che arrivavano a lui perché da lui si sentivano amati e quindi compresi e difesi. Un amore profondo alla Chiesa lo portò a non nascondere le responsabilità di ciascuno, dai governanti della cosa pubblica ai pastori d’anime, nel servire la società civile e la Chiesa. Proprio questa straordinaria lucidità nel saper riconoscere i limiti e potenzialità singoli e istituzioni nasceva da una solida radice nell’ordinaria vita quotidiana che monsignor Alberti conduceva con grande intensità. Era sempre indaffarato nel suo lavoro che lo portava a preparare documenti fondamentali per le Congregazioni dei Vescovi e delle Cause dei Santi, per rispondere a pareri che gli venivano richiesti dalla Santa Sede, per approfondire studi storici e di religiosità popolare che ben conosceva direttamente e per dare spazio al rapporto con i sacerdoti e con i laici che non solo affollavano l’episcopio ma anche la sua casa. Tante cose sono state ricordate nei giorni che hanno seguito la sua morte, sulle sue doti umane e su quelle di pastore. Vorrei soffermarmi però su un aspetto che ha contraddistinto il

servizio a Dio e alla Chiesa di monsignor Alberti, offrendo luce piena anche alle già citate capacità di trattare con uomini e donne del mondo, dai politici e giornalisti sino a coloro che-poveri tra i poveri-incontrava alla mensa delle suore missionarie della carità o nei campi zingari. È un aspetto che ha contraddistinto certamente la sua ricca personalità e la sua fede: è quello della prudenza. L’aspetto, o meglio la capacità di saper interpretare e vivere questa virtù che fa parlare e tacere a seconda del momento perchè davvero, come ci insegna Dio nella Sacra Scrittura, per ogni cosa c’è il suo tempo e il tempo per noi è il tempo di Dio con il mistero che questa affermazione porta con sé. Monsignor Alberti non difettava certo di capacità pratiche, ma la sua costante volontà di unirsi alla sua Chiesa l’ha portato sempre di più a scoprire quanto la Chiesa avesse bisogno di donne e uomini secondo il cuore di Gesù. Questo amore alla Chiesa, corpo mistico di nostro Signore Gesù Cristo, l’ha accompagnato nel momento in cui la Chiesa era destinataria di accuse e quando, nel silenzio emergevano atti di carità che davvero portavano a rendere grazie a Dio. Nel momento in cui studiava prodigi straordinari che accompagnavano la vita dei servi di Dio, dei beati e dei santi, quando si trovava dinanzi a miracoli che la pietà popolare attribuiva a simulacri del Cristo in croce rimaneva sempre colpito dalla continua presenza di Dio nella vita dell’uomo. Proprio lasciare questo spazio a Dio, questo garantire alla Santissima Trinità la presenza della guida autentica delle sue diocesi e delle anime, portava monsignor Alberti a non essere precipitoso nella valutazione nelle decisioni ma a lasciare alla grazia di Dio il tempo per agire nel cuore degli uomini. È questo un entrare nel tempo di Dio che permette di cogliere il bene anche quando tutto pare remi contro l’amore a Dio e ai fratelli. Amava ripetermi che c’è una volontà diretta di Dio e una permissiva e che quando Dio permette agli uomini di agire anche il male può tramutarsi in bene se offerto all’opera di purificazione che solo Dio può compiere accompagnato dalla preghiera degli uomini e dalla sottomissione alla Sua volontà divina. Nell’anelito del buon pastore che guarda al di là dell’ovile affidato alle sue cure e apre il cuore e l’azione pastorale alle tante persone che stanno fuori e meritano rispetto, attenzione, dialogo, incontro, amicizia insieme ad una chiara e coraggiosa proposta del Vangelo c’è ancora oggi da parte sua un invito ad una comune ricerca del bene, del bello e del buono, che tutti può unire per far rinascere una società più umana, solidale, pacifica e giusta.

Il PortIco

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detto tra noi 275 milioni ogni anno dal Vaticano ai poveri di D. TORE RUGGIU

Nel settimanale “A sua immagine” del 20 luglio, viene data questa bella notizia. A fianco un altro articolo dal titolo “Sardegna solidale” informa che una azienda privata ha donato 66mila confezioni di tonno alla Caritas Sardegna. Sempre più numerosi sono i commercianti che danno alle Caritas notevoli quantità di prodotti, prima della scadenza. Sono queste le belle notizie che sfatano certe dicerie che la Chiesa non faccia abbastanza per i poveri, per la semplice ragione che i Mass-media, in genere, pubblicano notizie di gossip, processi, cronaca nera e perfino tante frivolezze di cui faremmo a meno di conoscere. Ma, tant'è, questo offre il mercato, perché questa è la richiesta della gente. Se così non fosse, cambierebbero molti palinsesti televisivi, molti contenuti di quotidiani e settimanali etc. Insomma, si offre in pasto quello che la gente chiede o si presume che chieda. Perché, francamente, sono molti che non sopportano più le banalità che spesso siamo costretti a subire. Ora, sapere con certezza quanto la Chiesa elargisce, tramite le Caritas e altre Associazioni di volontariato, ci rende giustizia di quanti non fanno altro che infangarla con calunnie, luoghi comuni, notizie false o inesatte e, perfino, negando l'evidenza. Se la Chiesa fosse un'azienda e decidesse di chiudere per un anno tutte le sue opere caritative, sociali, culturali e religiose, ci si renderebbe conto di quanto mancherebbe allo Stato italiano e al mondo intero. Noi siamo orgogliosi di essere in trincea, di essere tra i pochi che si interessano concretamente degli ultimi, anche quando non siamo capiti, siamo ridicolizzati e perseguitati. Il Vaticano, ridistribuisce per i poveri del mondo offerte superiori alle stesse entrate della Città del Vaticano (261 milioni), e a quelle della Curia (250 milioni) che vengono utilizzati per risolvere i problemi interni ed esterni al più piccolo Stato del mondo. Giornalisti onesti (ce ne sono, per fortuna), non hanno avuto paura di scrivere che il Vaticano e i Vescovi italiani, sono i primi nel mondo, tra gli Stati e organizzazioni, ad erogare aiuti per i Paesi più poveri senza contare il lavoro diuturno e permanente che svolgono tanti missionari e missionarie nei Paesi poveri del mondo. I missionari, oltre ad evangelizzare, primo compito della Chiesa, fondano scuole, aprono centri di pronto soccorso e di accoglienza e offrono cibo quotidianamente nelle cosiddette “mense dei poveri”. Ma non dimentichiamoci che molti interventi competerebbero alle istituzioni civili. La Chiesa fa opera di supplenza o, volentieri, si affianca alle istituzioni, ma il suo primo compito lo ha indicato Gesù: “andate in tutto il mondo a predicare il Vangelo e Battezzare”. Questo è importante per non dimenticare ciò che è prioritario e a cui non si può rinunciare, e che l'aspetto caritatevole non può essere anteposto a quello essenziale e specifico per cui la Chiesa è stata fondata. Come anche Papa Francesco ha ricordato, la Chiesa non è una ONG.


ESODO E ESTIVO ESTIVO 20 2013 13 3

O T N E M A G E L L O C IL

O T T E R DI E E LE TUE

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. E Z N A VAC Viaggia V iaggia spensierato. spensier nsierato. Informati Inform mati con con Anas.. Quest’estate hai tutti Quest’estate t i me mezzi zzi per arriv arrivare vare a des destinazione tinazione se senza enza os ostacoli. tacoli. Usa i mezzi mezzi di inf o ormazione Anas: numer mero v erde, rradio, adio, twitt itterr, sit o, w eb tv e App informazione numero verde, twitter, sito, web App.. Potrai partenze, evitando giornate P otr t aii pianificare pianificar i ifi e all meglio li le l tue t part tenz e e, e vitando it d lle gior i rnate di tr ttraffico affic ffi o int iintenso, ten nso, direttrici delle vacanze. sulle dir ettrici del lle tue v acanze. Personale qualificato dell’Anas Salerno-Reggio Calabria, P ersonale qualifica cato dell’ Anas su tutta la rrete ete viaria e sulla Salerno-R S eggio Calabria bria, dove avrai oltre marcia, do ve a vrai a disposizione posizione oltr e 430 km a due corsie corsie di mar cia, rrenderà enderà le tue vacanze ancora sicure. Anas collega Collegati ora. v acanze anc ora p più vicine e sicur e. Ana as c ollega l’Italia. C o ollega ti or a.

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