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DOMENICA 1 SETTEMBRE 2013 A N N O X N . 31
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
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CAGLIARI
in preparazione alla visita di papa Francesco L’Arcivescovo invita tutti a prepararsi alla visita di Papa Francesco (Cagliari, 22 settembre) recitando ogni giorno la seguente preghiera: santa Maria, nostra signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna,vergine del silenzio e del fedele ascolto della Parola di Dio, tu sei partita in fretta come pellegrina della fede per portare la gioia del Signore nella casa di Elisabetta: insegnaci ad accogliere il Signore che viene a visitare la nostra terra con il pellegrinaggio di Papa Francesco al tuo Santuario sul colle di Bonaria. Come Vescovo di Roma e Successore dell'Apostolo Pietro è il vicario del tuo Figlio Gesù su questa terra: rendici docili al suo insegnamento per essere certi di seguire fedelmente la via di Gesù, pronti a fare tutto quello che ci chiederà. Accompagna, Madre Santa di tutta la Chiesa, il ministero di Papa Francesco come vescovo di Roma e pastore universale, benedici la nostra terra e la sua terra d'origine, legate dal tuo Nome e dalla tua materna protezione, perché ogni giorno della nostra vita siamo pellegrini della fede e portatori della gioia che viene dal Signore. amen
L’umanità di Cristo SERGIO NUVOLI
ei venti giorni che ancora ci separano dalla visita di Papa Francesco fioccheranno veri o presunti scoop, alla ricerca di un dettaglio o di un particolare inedito sul programma, sugli incontri, sui momenti dell’evento. C’è da scommetterci. Il gioco è già cominciato sulle pagine dei quotidiani: chi si dice sicuro della partecipazione di alcune personalità, chi smentisce categorico, chi aggiunge aspetti finora non detti, chi si sofferma su particolari ancora non decisi. Si costruiscono - più o meno a tavolino - polemiche pure su anticipazioni di stampa ancora tutte da verificare. “E’ la stampa, bellezza”,direbbe qualcuno. E infatti non c’è affatto da scandalizzarsi: è sempre accaduto, e sempre accadrà. In questa curiosa corsa rischia di passare in secondo piano la vera novità del 22 settembre: l’incontro reale con il pontefice, con una umanità che ha stupito - e continua a stupire - tantissimi ad ogni latitudine del pianeta. Da guardare così com’è. Come in tanti resoconti più o meno di parte, il rischio - manco a dirlo - è sempre quello di fargli dire un po’ quello che si vuole, di tirarlo da una parte o dall’altra a seconda delle convenienze. E’ esattamente il gioco di quanti continuano - non solo a livello di Chiesa universale a proporre confronti tra il vecchio e il nuovo, tra il presente e il passato, alimentando pa-
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ragoni che fanno perdere di vista la vera posta in gioco. Quale sia il punto lo dice lo stesso Papa Francesco in un bellissimo libro, scritto nel 2009 con il titolo originario El Jesuita, e ripubblicato di recente come “Papa Francesco. Il nuovo Papa si racconta”, che contiene alcune conversazioni tra l’allora cardinal Bergoglio e Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti: “E’ fondamentale che noi cattolici - sia sacerdoti che laici - andiamo incontro alla gente. Una volta un prete molto saggio mi disse che ci troviamo di fronte a una situazione totalmente opposta a quella prospettata nella parabola del buon pastore, che aveva novantanove pecore nel recinto ma andò a cercare l’unica che si era smarrita: oggi ne abbiamo una nel recinto e novantanove che non andiamo a cercare. Sono sinceramente convinto che, al momento attuale, la scelta fondamentale che la Chiesa deve operare non sia di diminire o di togliere dei precetti, di rendere più facile questo o quello, ma di scendere in strada a cercare la gente, di conoscere le persone per nome. E non unicamente perchè andare ad annunciare il Vangelo è la sua missione, ma perchè se non lo fa si danneggia da sola”. E’ un volume molto bello e denso che andrebbe letto e riletto prima del 22 settembre, perchè aiuta a conoscere molto da vicino, senza filtri, il pensiero del Papa su moltissimi temi, compresi quelli trattati in questi primi mesi di pontificato.
E’ un libro (sul quale torneremo in queste settimane) che letto in profondità, forse, aiuta a comprendere anche il motivo della scelta di Cagliari come mèta privilegiata del primo viaggio apostolico ufficiale in una diocesi italiana: vi si scorge una predilezione per popoli come quello sardo. E’ sufficiente leggere alcune pagine del capitolo dedicato all’Argentina, per comprendere come il parallelo con la nostra Isola sia immediato: “Non so - dice il Papa parlando della sua terra - se la nostra grande ricchezza abbia contribuito a renderci le cose facili, ma di sicuro non abbiamo sfruttato quello che possediamo. Il giorno del Giudizio, al cospetto del Signore, saremo tra coloro che hanno sepolto sottoterra il talento e non l’hanno fatto fruttare. Non solo nell’agricoltura e nell’allevamento, ma anche nel settore minerario (...) Non abbiamo mai creato fonti di lavoro basate sulle nostre risorse”. Ma il giudizio non è definitivo, più volte aggiunge: “Siamo ancora in tempo per cambiare pagina”. Vent’anni fa sono stato a Portacomaro, il paesino dell’astigiano di cui è originario Papa Bergoglio: il parroco del posto, la domenica mattina, rimase a salutarci fuori dalla porta della chiesa, fermandosi con me, unico forestiero. Più o meno il primo gesto compiuto dal Pontefice appena eletto. Più che agli aspetti esterni, è a questo che da qui al 22 settembre dovremo aiutarci a fare attenzione: sarà meglio guardare all’umanità del pontefice, all’umanità di Cristo.
SOMMARIO SALUTE
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Metodo Stamina, Pierpaolo Vargiu spiega la decisione assunta VERSO LA VISITA
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Tutti gli aggiornamenti sui preparativi all’incontro con il Papa GIOVANI
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Ricordi e istantanee della Giornata mondiale di Rio ALLA CARITAS
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Mons. Arrigo Miglio: “La gratuità dimensione fondamentale della vita” PAESI TUOI
A Settimo San Pietro la chiesa restituita all’antico splendore
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