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DOMENICA 15 SETTEMBRE 2013 A N N O X N . 33
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
in preparazione alla visita di papa Francesco L’Arcivescovo invita tutti a prepararsi alla visita di Papa Francesco (Cagliari, 22 settembre) recitando ogni giorno la seguente preghiera: santa Maria, nostra signora di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna,vergine del silenzio e del fedele ascolto della Parola di Dio, tu sei partita in fretta come pellegrina della fede per portare la gioia del Signore nella casa di Elisabetta: insegnaci ad accogliere il Signore che viene a visitare la nostra terra con il pellegrinaggio di Papa Francesco al tuo Santuario sul colle di Bonaria. Come Vescovo di Roma e Successore dell'Apostolo Pietro è il vicario del tuo Figlio Gesù su questa terra: rendici docili al suo insegnamento per essere certi di seguire fedelmente la via di Gesù, pronti a fare tutto quello che ci chiederà. Accompagna, Madre Santa di tutta la Chiesa, il ministero di Papa Francesco come vescovo di Roma e pastore universale, benedici la nostra terra e la sua terra d'origine, legate dal tuo Nome e dalla tua materna protezione, perché ogni giorno della nostra vita siamo pellegrini della fede e portatori della gioia che viene dal Signore. amen
Tra scuola e famiglia sempre più necessaria l’alleanza educativa: se ne discuterà alla Settimana sociale di Torino.
Una vera sfida per tutti Dal 12 al 15 settembre a Torino la Settimana sociale dei cattolici. Sintesi dell’intervento di Vittorio Pelligra VITTORIO PELLIGRA*
a questione educativa e quella occupazionale rappresentano con tutta probabilità le due emergenze più gravi che caratterizzano in questi tempi il nostro Paese. Le due questioni sono, per tanti versi, connesse ed hanno tratti comuni. Una formazione insoddisfacente si trasformerà nel tempo in minore capitale umano da spendere sul mercato del lavoro, ma soprattutto in cittadini meno consapevoli e responsabili. Il lavoro che non c’è, in particolare per i giovani, vuole dire un futuro negato, un’identità incompleta ed un senso di inutilità tanto corrosivo quanto profondo. Ciò che più colpisce, poi, è la durata che tali emergenze stanno manifestando, e ancor più, forse, la scala temporale – parliamo di generazioni - con cui continueranno a produrre i loro effetti drammatici. La scuola e il lavoro, temi accomunati, nella nostra “cultura”, da un generale discredito. Perché si tratta di una “cultura” che non è più capace di guardare lontano, di valorizzare l’attesa e il sacrificio, di premiare l’impegno e di apprezzare le persone per ciò che sono e non per ciò che rappresentano. Scriveva nel 1949, una grande protettrice del lavoro, Simone Weil, che “L'iniziativa e la re-
L
sponsabilità, il senso di essere utile e persino indispensabile, sono bisogni vitali dell'anima (...) Una completa privazione di questo si ha nell'esempio del disoccupato, anche quando è sovvenzionato, sì da consentirgli di mangiare, vestirsi e pagare l'affitto”. Il lavoro negato nega un bisogno dell’anima. Tempo prima, il grande economista inglese Alfred Marshall, notava come “Il capitale di maggior valore è quello investito nell'essere umano”. Se non investiamo nella persona, anche l’economia avrà meno risorse per poter poi rispondere ai “bisogni vitali dell’anima”. Ma, continuava Marshall, in maniera piuttosto tutto inattesa, la parte più preziosa di quel capitale investito nell’uomo è “la cura e l'influenza della madre e della famiglia”. Questo ci porta al centro del mio argomento: come può la famiglia operare per preparare ed accompagnare i giovani nel mondo del lavoro? Quale ruolo educativo può svolgere per formare i giovani al valore della laboriosità e della responsabilità sociale? Innanzitutto una premessa: la famiglia di nascita è, in assoluto, il fattore di maggiore importanza del processo di formazione di quelle abilità cognitive e sociali che determineranno il successo dei giovani nel mondo del lavoro. Non solo; gli studi più recenti, tra tutti quelli del premio Nobel per l’economia James Heckman, mostrano come la qualità dell’am-
biente familiare negli anni precedenti all’ingresso a scuola, sia il più importante fattore causale per quanto riguarda il titolo di studio, l’occupazione, il salario atteso, ma anche la probabilità di comportamenti a rischio, gravidanze precoci e attività criminali. Questo perché l'accumulazione di capitale umano è un processo dinamico, e le abilità acquisite in una data fase influenzano sia le condizioni iniziali, che il processo di apprendimento nella fase successiva. Queste abilità sono sia cognitive, le cose che impariamo, che non-cognitive e cioè, chi siamo, il nostro carattere. Un’ulteriore conseguenza che deriva dal ruolo quasi esclusivo della famiglia nel produrre le abilità non-cognitive, è il fatto che in questo modo essa stia a fondamento della diseguaglianza sociale che una comunità, una nazione sperimenta. Famiglie svantaggiate, economicamente, socialmente, culturalmente, mettono un’ipoteca pesantissima sul futuro dei loro figli. Le altre potranno garantire la formazione di capacità che autosostenendosi, faciliteranno la salita ai loro figli. Sottovalutare l’importanza che per i bambini hanno i primissimi anni di vita all’interno della famiglia, non fa altro, dunque, che riprodurre uno schema di polarizzazione sociale tanto ingiusto quanto ineludibile. * ricercatore di Economia politica segue a pagina 5
SOMMARIO SOCIETÀ
3
Dibattito sulle parole del Papa e dell’arcivescovo sulla crisi del lavoro SPECIALE
5-6
A Torino fino a domenica la Settimana sociale dei cattolici italiani CAGLIARI
7
Padre Oliver Borg Olivier: “Così il popolo della Siria ha apprezzato il Papa” PAESI TUOI
13
A Settimo grande festa per il patrono San Pietro: i riti e le celebrazioni ARTE
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Torna a casa a Sinnai il retablo delle anime, restituito alla parrocchia